PIANO SOCIALE DI ZONA - Ambito 5 Grumo Appula

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PIANO SOCIALE DI ZONA - Ambito 5 Grumo Appula
AMBITO
TERRITORIALE
SOCIALE DI
GRUMO APPULA
PIANO SOCIALE DI ZONA
Relazione Sociale di Ambito 2014 (anno 2013)
1
INDICE
Indice della Relazione Sociale di Ambito al 31 dicembre 2013
Premessa
Pag. 3
1. L’Ambito come Comunità: un profilo in evoluzione
1.1 Le caratteristiche del territorio, la struttura demografica, le dinamiche della popolazione.
Pag. 6
1.2 Fenomeni e bisogni sociali emergenti.
Pag. 11
2. Mappa locale del sistema di offerta di servizi sociosanitari
2.1 L’incrocio tra domanda e offerta di servizi e prestazioni erogati nell’ambito del Piano Sociale
di Zona
Pag. 16
2.1.1 Il welfare di accesso;
2.1.2 I servizi domiciliari;
2.1.3 I servizi comunitari;
2.1.4 I servizi per la prima infanzia;
2.1.5 Le strutture residenziali;
2.1.6 Gli interventi monetari e di contrasto alla povertà;
2.1.7 Azioni di sistema e governance.
Pag. 17
Pag. 18
Pag. 22
Pag. 22
Pag. 23
Pag. 24
Pag. 25
2.2 Le azioni trasversali all’attuazione del Piano Sociale di Zona.
Pag. 25
2.3 La dotazione infrastrutturale dell’ambito territoriale ed i servizi autorizzati.
Pag. 26
2.4 Le risorse finanziarie impiegate.
Pag. 30
3. L’integrazione tra politiche e interventi territoriali
3.1 L’integrazione con le politiche sanitarie, della casa, le politiche attive del lavoro e
dell’istruzione.
Pag. 31
3.2 La promozione del Capitale sociale, il coinvolgimento delle risorse solidaristiche e fiduciarie
del territorio,la partecipazione dei cittadini.
Pag. 32
4. Esercizi di costruzione organizzativa e governance del Piano Sociale di Zona
4.1 Punti di forza e di debolezza del livello raggiunto nella governance territoriale.
Pag. 34
2
Premessa
La presente relazione sociale del Piano di Zona, chiude il triennio di attuazione del Piano sociale di
zona dell'ambito di Grumo Appula e rappresenta l’elemento cardine attraverso cui l’Ambito
Territoriale avvia un percorso di conoscenza, autoanalisi e valutazione critica delle proprie prassi
operative, degli obiettivi pianificati, dei risultati conseguiti e delle criticità principali rilevate, al fine di
accrescere la consapevolezza stessa del territorio per una più efficace capacità di programmazione
futura.
La strategia complessiva di programmazione sociale è imperniata sulla definizione di una serie di
obiettivi di servizio verso cui tendere, con l’individuazione di valori target ha rappresentato la vera
novità del precedente ciclo di programmazione. L’aver individuato valori target per i singoli obiettivi
di servizio ha permesso all’ambito di Grumo Appula di impostare una programmazione più
equilibrata e ragionata rispetto al passato che permette oggi un interessante processo di valutazione
delle performance registrate.
I paragrafi che seguono rappresentano la sintesi di questa analisi, ed hanno rappresentato il punto di
partenza per la definizione della nuova strategia di programmazione del successivo Piano sociale di
Zona, sulla scorta delle linee guida indicate nel Piano Regionale delle politiche sociali 2013-2015 che
proietta il nuovo sistema di welfare sulla base dell’impianto della passata triennalità.
Nel corso del precedente Piano Sociale di Zona 2010-2012, gli obiettivi di servizio perseguiti si sono
snodati all’interno di un percorso evolutivo in continuità rispetto al precedente e di innovazione, per
dare garanzie di consolidamento e, insieme, opportunità di sviluppo al sistema dei servizi sociali e
sociosanitari integrati dell’ambito di Grumo Appula.
La consapevolezza che la complessità che deriva dall’esplosione di fenomeni legati alla crescita
qualitativa e quantitativa dei bisogni, ma anche all’evoluzione complessiva del ruolo delle politiche
sociali locali, richiede strategie di intervento rinnovate e di maggiore ampiezza.
L’Ambito Territoriale di Grumo Appula ha inteso programmare le azioni e gli interventi più
appropriati a livello locale per raggiungere gli obiettivi prefissati per ciascuna area di intervento.
La programmazione sociale, si colloca in un contesto di politiche, di strumenti e provvedimenti che la
Regione Puglia sta adottando per una riforma del welfare che accentui lo sviluppo delle comunità
locali, che trovi nelle alleanze tra gli attori pubblici e gli attori della società, i cittadini, le famiglie, le
organizzazioni private profit e no profit e le parti sociali, le energie, le competenze e le risorse per
continuare a promuovere opportunità e benessere sociale, rispondendo più adeguatamente
all’evoluzione dei bisogni.
I dati contenuti in questa relazione evidenziano le risposte date all’Ambito in relazione alle priorità
regionali ed alle relative linee di riforma, assicurando l’estrema coerenza tra la programmazione
locale e quella regionale.
Nonostante tutte le criticità che quotidianamente gli attori del sistema hanno riscontrato, il triennio
appena trascorso lascia ai cittadini, agli operatori e agli amministratori dell’ambito territoriale di
Grumo Appula risultati importanti. L’analisi quanti -qualitativa svolta, per essere completa e davvero
foriera di indicazioni e strategie programmatiche, non può non essere innervata da riflessioni intorno
3
al legame fra le azioni svolte, i servizi offerti alla comunità e le risorse necessarie per realizzare gli
obiettivi programmati.
Nell’approssimarsi della conclusione del triennio del Piano di Zona dell’Ambito di Grumo 2010-2012,
prorogato fino al 31.12.2013, si ritiene di poter effettuare alcune riflessioni e valutazioni sul percorso
posto in essere per l’attuazione dei servizi relativi alle schede di dettaglio del citato piano di zona.
L' anno 2013 è stato un momento storico caratterizzato da forti cambiamenti:
· difficoltà di carattere socio-economico,
· situazioni di incertezza generale,
· crisi del mercato di lavoro,
· aumento della fragilità e della povertà diffusa,
tutte queste difficoltà hanno rischiato di favorire un progressivo indebolimento delle relazioni
familiari e delle reti sociali. Infatti i cittadini che nell’anno 2013 hanno preso contatto con i comuni
dell’ambito territoriale tramite i servizi sociali e l’ufficio di piano, sono aumentati di gran numero.
Gli elementi di positività sono di certo maggiori rispetto agli aspetti negativi.
Dalla lettura annuale emerge un welfare locale orientato ai servizi ed interventi di carattere diurno e
domiciliare (servizio educativo per famiglie, servizio di assistenza domiciliare sociale e servizio ADI a
favore di anziani e disabili), non mancano servizi per le misure di contrasto alla povertà e per
sostenere interventi di accoglienza di disabili presso centri diurni di riabilitazione.
Il gran numero di servizi realizzati hanno consentito di dotare il territorio di una vasta gamma di
interventi che hanno offerto risposte concrete. Il bacino di utenza è ampiamente aumentato e ciò ha
messo in evidenza quanto ancora ci sia da fare per arginare la pesante crisi socio- lavorativa
dell’Ambito di Grumo Appula.
Quanto sino ad ora realizzato è stato possibile per l’ampia sinergia che ha caratterizzato l’azione di
tutti gli operatori dell’Ambito, sia dipendenti della Azienda Sanitaria Locale, del Terzo Settore e
dell’Amministrazione Comunale attraverso il Coordinamento Istituzionale e l’Ufficio di Piano.
Dall’analisi del contesto socio-economico dell’Ambito di Grumo Appula emerge che sono cambiati i
bisogni, le domande e le aspettative di vita della popolazione rispetto al triennio precedente.
Si registra, purtroppo, un indebolimento delle reti di protezione primaria e un maggiore rischio di
isolamento ed esclusione sociale, soprattutto per alcuni gruppi e categorie di cittadini.
Si rilevano situazioni di bisogno estremo, riconducibili alla presenza di gravi e permanenti disabilità,
caratterizzate dalla “multi problematicità” dello stato di disagio, tali da richiedere un ricorso
continuo alla struttura dei servizi. Povertà, invalidità gravi ed esclusione sociale, in molti casi, sono
correlate e rappresentano il prodotto di un insieme di cause: la mancanza di rapporti primari, a
partire anche dalla prima infanzia, l’interruzione di un percorso formativo, l’interruzione di rapporti
familiari, la perdita di lavoro, lo sfratto, l’insorgenza di una malattia mentale e l’esperienza di una
reclusione o di una dipendenza da alcool o stupefacenti. A volte cause ed eventi si sovrappongono.
In alcuni casi hanno durata limitata nel tempo e possono essere superati con supporti temporanei,
mentre nei casi più gravi si rende necessaria un’azione concertata dei diversi servizi ed una pluralità
di interventi: assistenza economica, accoglienza protetta, inserimento lavorativo, cura e
reinserimento sociale.
È cambiato anche lo scenario sociale all’interno del quale si svolge l’azione delle famiglie come
l’aumento consistente del numero delle donne che lavorano, delle separazioni coniugali, delle
famiglie mono- genitoriali, della disoccupazione e della precarietà economica.
I problemi più rilevanti, anche per molte famiglie “normali”, derivano dalla crisi del mercato del
lavoro che genera precarietà nei progetti di vita, soprattutto nei giovani, dalla difficoltà di conciliare
le cure familiari e dei figli con impegni lavorativi, dalla mancanza di progetti di orientamento
professionale, tirocini formativi e apprendistato, necessari, questi ultimi, nella fase di passaggio dalla
scuola al mondo del lavoro.
4
I dati emersi sui bisogni dimostrano quanto sia ricorrente la richiesta di aiuti economici dettati della
presenza di basso reddito, insufficiente a soddisfare i bisogni primari. Sono fortemente avvertite
anche esigenze di socializzazione che interessano tutte le fasce di età: bambini, giovani, adulti e
anziani.
Gli anziani, in particolare, chiedono risposte adeguate ai loro bisogni: servizi domiciliari, assistenza
sanitaria socio-sanitaria domiciliare, servizi alternativi al ricovero a causa della solitudine e ricoveri in
strutture residenziali quando non è più possibile la domiciliarità. A questi bisogni l’Ambito, nel
triennio precedente, ha cercato di dare risposta mediante il Servizio di Assistenza Domiciliare ed
Integrata, programmandone, comunque, il potenziamento e la qualificazione, nonché con
l’integrazione delle rette di ricovero.
Analogamente agli anziani, le persone con disabilità chiedono adeguati interventi domiciliari,
interventi di sollievo per le famiglie che se ne prendono cura, servizi di accompagnamento presso
Uffici, Ospedali o semplicemente per il tempo libero.
Pertanto da quanto sopra indicato emerge che bisogna rafforzare ciò che nello scorso triennio ha
raggiunto dei buoni livelli di rispondenza ai bisogni, implementando gli interventi già posti in essere
ed attivandone dei nuovi al fine di fronteggiare le nuove esigenze della popolazione.
5
1. L’Ambito come Comunità: un profilo in evoluzione
1.1 LE CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO, LA STRUTTURA DEMOGRAFICA, LE DINAMICHE
DELLA POPOLAZIONE
L'Ambito Territoriale ha una superficie complessiva di 453,32 kmq ed al primo gennaio 2013 presentava
una popolazione di poco più di 68 mila abitanti. La densità demografica è risultata pari a 147,66abitanti
per kmq, pari a meno della metà di registrata dalla provincia di Bari, e pari a poco più della metà di
quella media regionale, tutti confronti che configurano il contesto territoriale come un contesto a
forte caratterizzazione rurale. Le diversità interne fra i vari comuni non sono significative, per cui tale
caratterizzazione è confermata per tutti i comuni dell'Ambito (graf.1). Come si osserva dalla cartina
successiva, i Comuni dell'Ambito Territoriale rientrano tutti nel campo di applicazione del Piano di
Sviluppo Rurale regionale: Binetto è classificato fra le aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata, e
tutti gli altri comuni classificati fra le aree rurali intermedie.
Fonte: Elaborazione dati su www.tuttitalia.it
Il territorio di riferimento, presenta nel 2013 pressoché le stesse caratteristiche evidenziate nella
relazione sociale del 2011: sotto il profilo geografico il territorio è rurale a bassa densità
insediativa; sotto il profilo sociale presenta un basso tasso di occupazione; sotto il profilo
economico è un territorio con un basso livello di reddito medio pro-capite.
L’analisi demografica del nostro Ambito ha permesso di conoscere in anticipo l’insorgere di
problemi legati alla popolazione, divenendo così un supporto per ogni intervento di politica
sociale a corredo delle decisioni di pianificazione.
La popolazione residente all’interno dell’ambito è lievemente diminuita rispetto al 2012,
passando al 1° gennaio 2013, da 68.734 a 68.721 unità. Nella tabella n. 1 si può osservare la
distribuzione della popolazione tra i comuni dell’Ambito e la relativa distinzione tra popolazione
6
di sesso maschile e popolazione di sesso femminile. I dati riferiti alla distribuzione per sesso al
01.01.2013 confermano la prevalenza numerica del sesso femminile: le donne rappresentano il
50,91 % della popolazione dell’Ambito.
È interessante rilevare l’incidenza della popolazione che rientra nella fascia di ultra 65 anni.
Se osserviamo la tabella 2 si riscontra una lieve riduzione della fascia di età dai 65 anni in poi,
rispetto ai dati riportati nella relazione precedente: da 12.080 (al 1° gennaio 2012) a 10.472
unità.
(Tabella n. 1) Popolazione dell’ambito al 1° gennaio 2013
COMUNI
Grumo Appula
Acquaviva delle Fonti
Toritto
Cassano delle Murge
Sannicandro di Bari
Binetto
Ambito
POP. TOTALE
12.899
20.905
8.577
14.395
9.763
2.182
68.721
TOT. MASCHI
6.466
10.139
4.204
7.024
4.853
1.101
32.686
TOT. FEMMINE
6.433
10.766
4.373
7.371
4.965
1.081
34.989
Fonte: Elaborazione su dati Istat
Struttura demografica: i giovani e gli anziani
Dati particolarmente significativi rispetto alla distribuzione per sesso emergono quando si va ad
analizzare la popolazione per le ultime classi di età (over 65) distinta per sesso. Le femmine
rappresentano l’82,78% della popolazione over 65. Questi ultimi dati rappresenteranno preziosi
indicatori per la delineazione dei bisogni delle persone anziane e, conseguentemente, dei servizi
in loro favore e, in particolar modo, delle donne, caratterizzate da molteplici fragilità: età
avanzata, vedovanza, presumibile diminuzione di risorse economiche, esposizione al rischio di
eventi invalidanti o malattie (Tab. 2)
(Tabella n. 2) POPOLAZIONE ANZIANA (over 65) PER SESSO AL 1° Gennaio 2013
COMUNI
POP. TOTALE OVER 65
TOT. MASCHI
TOT. FEMMINE
Grumo Appula
Acquaviva delle Fonti
Toritto
Cassano delle Murge
Sannicandro di Bari
Binetto
Ambito
2.278
4.133
1.554
2.389
1.638
313
12.305
1.016
1.833
690
1.046
741
143
5.469
1.262
2.300
864
1.343
897
170
6.836
Fonte: Elaborazione su dati Istat
Infatti uno dei più importanti fattori che incide sulle condizioni di salute della popolazione e sul
bisogno dei servizi è certamente rappresentato dalla fascia di popolazione anziana. L’andamento
dell’indice di vecchiaia risente dell’aumento della popolazione anziana e di un lievissimo aumento
della componente giovanile, aspetti contemporaneamente presenti nella nostra realtà. Dati
7
significativi emergono anche dall’elaborazione dei dati relativi alla distribuzione della popolazione
per classi di età, con specifico riferimento alla popolazione 0-14, a quella attiva ed anziana (Tab.
3). Dalla tabella si evincono dati interessanti relativi all’indice di vecchiaia e all’indice di
dipendenza strutturale. Infatti un crescente indice di vecchiaia caratterizza l’offerta dei servizi:
con l’ingresso di un numero crescente di cittadini nelle classi di età più alte si fa più marcato il
rischio di esposizione a patologie invalidanti, alla solitudine, all’abbandono e, di conseguenza, si
estende il bisogno di cura e protezione.
I dati appena esposti si possono leggere con immediatezza calcolando l’indice di vecchiaia, ovvero
il valore che misura il rapporto tra popolazione anziana e popolazione 0-14, riferito al 01.01.2013,
che giunge a 113,4, ossia ogni cento minori 0-14 si hanno più di 117 anziani.
Gli indicatori demografici, riportati nella successiva Tab. 4 riflettono l’immagine di un Ambito
territoriale, che nel contesto regionale, si caratterizza per la maggior presenza di popolazione
attiva rispetto a quella non attiva (minori e anziani) e per una prevalenza della popolazione più
anziana (Graf. 3).
Segue l’analisi di alcuni indici, ricavati dal rapporto percentuale tra classi d’età, importante per
valutare l’impatto dei cambiamenti demografici sul sistema sociale, lavorativo e sanitario. L’analisi
del trend 2002-2013 mostra valori incrementali dell’età media, che nell’arco di un decennio passa
da 39,8 a 42,5 evidenziando, dunque, un progressivo invecchiamento della popolazione. Nello
specifico:
- Cresce l’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra il numero degli ultra-sessantacinquenni
ed il numero dei giovani fino ai 14 anni); dunque nell’ambito di Grumo Appula, al 1° Gennaio
2013 sono presenti 117,9 anziani ogni 100 giovani;
- Cresce l’indice di dipendenza strutturale (carico sociale ed economico della popolazione non
attiva, 0-14 anni e 65 anni ed oltre, su quella attiva, 15-64 anni); in altri termini, al 1° Gennaio
2013 si rilevano 47,11 individui a carico, ogni 100 che lavorano;
- Cresce l’indice di ricambio della popolazione attiva (rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione, 55-64 anni, e quella che sta per entrare nel mondo
del lavoro, 15-24 anni: la popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l'indicatore è in feriore a 100);
- Cresce la struttura della popolazione attiva con un indice pari a 99,53(rapporto percentuale
tra la parte di popolazione in età lavorativa più anziana, 40-64 anni, e quella più giovane, 1539 anni, rappresenta il grado di invecchiamento della popolazione in età lavorativa);
Fonte: Elaborazione su dati Istat
8
(Tabella n. 3) -DISTRIBUZIONE PER CLASSI DI ETÀ E PRINCIPALI INDICI DEMOGRAFICI AL 01.01.2013
Comuni
0-14 anni
15-64
anni
65+
anni
Totale
residenti
Indice di
vecchiaia1
Indice di
dipendenza
strutturale2
Indice di
ricambio
della
popolazione
attiva
Grumo Appula
1.975
8.643
2.281
12.899
115,49
49,24
Acquaviva
Fonti
Toritto
2.840
13.932
4.133
20.905
145,5
1.253
5.770
1.554
8.577
Cassano
delle
Murge
Sannicandro
di
Bari
Binetto
2.194
9.812
2.389
1.441
6.684
1.638
331
1.538
313
Ambito
10.034
46.379
12.308
delle
Indice di
carico
di figli
per donna
feconda
Indice di
natalità
(x 1.000
ab.)
Indice di
mortalità
(x 1.000
ab.)
91,7
Indice di
struttura
della
popolazio
ne
attiva
99,4
25,8
-
-
50,1
74,1
84,3
27,1
9,4
7,9
124,0
48,6
99,0
102,3
24,5
-
-
14.395
108,9
46,7
122,4
109,8
21,1
-
-
9.763
113,7
46,1
102,4
101,4
23,0
-
-
94,6
41,9
84,9
100,0
27,5
-
-
117,03
47,11
95,75
99,53
24,8
2.182
68.721
1
L’indice di vecchiaia rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione. È il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14
anni.
2
L’indice di dipendenza strutturale rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni). Ad esempio,
teoricamente, ad Acquaviva delle Fonti nel 2012 ci sono 49,2 individui a carico, ogni 100 che lavorano
9
L’allungamento della vita media ha prodotto non solo un sensibile aumento delle famiglie ma i
comportamenti sociali hanno indotto l’affermazione di nuove tipologie familiari (quali i single soli
con figli, coppie non coniugate, famiglie ricostruite) che hanno prodotto un aumento della
numerosità delle famiglie anagrafiche nel loro complesso.
Struttura demografica: le famiglie e i minori
Nell'Ambito risultano complessivamente oltre 35 mila nuclei familiari la cui composizione media
per numero di componenti (2,58), non risulta molto difforme dai dati medi regionale e nazionale.
La rappresentazione grafica della struttura della popolazione residente consente di evidenziare i
fenomeni demografici e strutturali in atto. L’analisi di dettaglio evidenzia una lieve prevalenza
della componente femminile, pari al 50,47% (v.a. 34.877), rispetto a quella maschile, pari al 49,5%
(v.a. 33.844). Lo scarto è evidente già a partire dalla fascia d’età dei 40-44enni, per poi accentuarsi
in maniera significativa dai 65 anni in su.
Maschi
Celibi
/Nubili
Grumo
Appula
Acquaviva
delle Fonti
Toritto
Cassano
delle Murge
Sannicandr
o di Bari
Binetto
Ambito
Vedovi
/e
5.476
Coniugat
i
/e
6.510
8.317
Femmin
e
%
%
803
Divorziat
i
/e
110
6.466
50,1%
6.433
49,9%
12.899
10.954
1.363
271
10.139
48,5%
10.766
51,5%
20.905
3.647
5.929
4.340
7.611
510
635
80
220
4.204
7.024
49,0%
48,8%
4.373
7.371
51,0%
51,2%
8.577
14.395
4.096
4.965
612
90
4.910
50,3%
4.853
49,7%
9.763
107
22
1.101
50,5%
1.081
49,5%
931
1.122
28.396
35.502
4030
793
33.844
34.877
Fonte: Elaborazione su dati Istat e Tuttitalia
2.182
68.721
La popolazione immigrata
L’Ambito presenta un rilevante fenomeno immigratorio. La popolazione straniera residente
nell’Ambito al 1° Gennaio 2012 è pari a circa 1.700 unità, soprattutto provenienti dall’Albania, con
una maggiore incidenza per i comuni di Acquaviva delle Fonti e Cassano delle Murge.
(Tabella n. 4) - DISTRIBUZIONE CITTADINI STRANIERI AL 01. 01.2012
COMUNI
CITTADINI STRANIERI
DONNE
UOMINI
Grumo Appula
116
64
52
Acquaviva delle Fonti
521
305
216
Toritto
192
98
94
10
Cassano Murge
748
383
365
Sannicandro di Bari
350
193
157
Binetto
Ambito
12
1939
6
1049
6
890
Fonte: Elaborazione su dati tuttitalia
Una fragilità rilevante del territorio e connessa allo stato dell'economia e del mercato del
lavoro, che rappresentano la principale causa di esclusione sociale nel territorio.
La fragilità del sistema produttivo trova conferma nel principale dato sul mercato del lavoro, cioè
il tasso di occupazione, che presenta un dato medio di ambito largamente al di sotto del
valore medio provinciale.
Tale aspetto è particolarmente presente nei comuni di Grumo Appula, Acquaviva delle Fonti e
Cassano Murge. Il dato è preoccupante se confrontato con quello nazionale, infatti il tasso di
disoccupazione a livello di Ambito Territoriale è di 16,6 e quindi in linea con quello provinciale
(16), ma è alto se paragonato a quello nazionale, ossia 10,7. Se consideriamo che i dati ISTAT sono
relativi al 31/12/2011, è molto probabile che attualmente i livelli di occupazione siano scesi
maggiormente a causa della recessione economica in atto e pertanto il rischio di esclusione sociale
è più elevato.
(Tab. 5) - Tasso di disoccupazione al 31/12/2012 (dati ISTAT)
COMUNI
Grumo Appula
Acquaviva delle Fonti
Toritto
Cassano Murge
Sannicandro di Bari
Binetto
Provincia di Bari
Italia
Ambito
TASSO DI
DISOCCUPAZIONE3
17,5
18
15,9
17.8
16,9
13,8
16
10,7
16,65
1.2 FENOMENI E BISOGNI SOCIALI EMERGENTI
L’assetto organizzativo e la qualificazione del welfare d’accesso al sistema integrato dei servizi ed
interventi sociali e socio sanitari hanno contribuito a migliorare la capacità di lettura
dell’evoluzione della domanda sociale e, parallelamente, a decentrare sul territorio la funzione di
ascolto e presa in carico delle diverse forme di disagio e povertà dei cittadini dell’Ambito. I servizi
afferenti all’Area del Welfare d’Accesso attivati rappresentano un elemento di qualificazione del
sistema delle politiche sociali locali rispetto alla possibilità, garantita in maniera omogenea su
3
Tasso di Disoccupazione = (Disoccupati / Forze Lavoro) * 100
11
tutto il territorio, di accogliere la domanda sociale e fornire risposte adeguate ai bisogni espressi,
mediante l’attivazione dei servizi alla persona e degli interventi sociali previsti con il Piano di Zona.
Analizzando i dati relativi alla domanda di servizi e prestazioni sociali rilevati dalle schede di
monitoraggio emerge una domanda piuttosto variegata di prestazioni. Il welfare d’accesso
permette di avere una panoramica relativa al flusso e alla tipologia di domande rivolte dai cittadini
residenti nei Comuni dell’Ambito territoriale ai servizi sociali comunali e all’ufficio di piano nel
corso del 2013. Dalla Tabella n. 6 emergono i principali indicatori e i valori in percentuale relativi
alla tipologia di domanda di servizio e la percentuale degli utenti in lista di attesa.
Come si evince dalla tabella la percentuale più alta di domande si registra in relazione alla richiesta
di interventi monetari e di contrasto alla povertà e alla richiesta di prestazioni domiciliari, che
comprendono i servizi di Assistenza Domiciliare per anziani e disabili e l’Assistenza Educativa
Domiciliare per minori e il servizio di Home Maker.
Tabella n. 6 Principali indicatori della domanda di servizi
Aree di intervento
Servizi domiciliari
Servizi comunitari diurni
Percentuale di
domanda
21%
8%
Percentuale
utenti in lista di
attesa
55%
Servizi per la prima infanzia
5%
10%
31%
Strutture residenziali
1%
4%
Interventi monetari e di
contrasto alla povertà
64%
Responsabilità familiari
0
1%
0
12
Per quanto riguarda le percentuali di utenti in lista di attesa risultano essere maggiori quelle
relative alla richiesta di servizi domiciliari e di servizi per la prima infanzia.
Per quanto riguarda gli accessi agli sportelli del Segretariato Sociale e della PUA, si specifica che il
Servizio è presente su tutti i Comuni dell’Ambito con 6 sportelli (uno per ogni Comune). Riguardo il
numero di accessi, da quanto registrato nell’arco del 2013, risulta che si sono rivolti agli sportelli
del Segretariato Sociale complessivamente n. 2.095 cittadini/servizi, mentre la PUA, che accoglie
domande relative a prestazioni socio-sanitarie, ha registrato complessivamente n. 1.070 domande
di cui il 57% sono domande pervenute da altri servizi e il restante 43% è pervenuto direttamente
dai cittadini.
Tabella b. 7 - N. accessi ai servizio di Segretariato
COMUNI DELL’AMBITO
N. ACCESSI
SEGRETARIATO
Grumo Appula
Acquaviva delle Fonti
Toritto
Cassano Murge
Sannicandro di Bari
Binetto
Ambito
510
400
335
270
330
250
2095
13
L’analisi interpretativa dell’indicatore relativo al flusso di accessi ha il seguente codice di lettura:
 Facilitazione e flessibilità dei rapporti cittadino/istituzione
 Aumento della condizione di povertà e/o non autosufficienza
 Offerte, maggiori e diversificate, di servizi e prestazioni sociali.
Relativamente al secondo punto, prendendo in considerazione, anche gli elementi conoscitivi del
servizio sociale professionale, riferiti soltanto alla povertà economica, assistiamo ad una crescita
esponenziale di richieste legate alla sfera dei bisogni primari che includono fasce di popolazione
sempre più ampie.
Va anche specificato che la povertà materiale incrocia, quando non ne rappresenta la causa, il
circuito delle c.d. “patologie della modernità” legate ad una dimensione di povertà della sfera
relazionale e dell’affettività.
Analizzando, nel dettaglio, gli elementi conoscitivi delle diverse aree prioritarie, possiamo tracciare
una sintesi interpretativa degli aspetti di criticità più significativi e della relativa evoluzione della
domanda sociale delle diverse fasce di popolazione.
Nell’area Famiglia e Minori si registrano le seguenti criticità:
 Aumento delle fragilità delle famiglie monoparentali con conseguente criticità nella gestione
del ruolo genitoriale;
 Elevati livelli di multiproblematicità (dipendenza, non autosufficienza, malattie invalidanti, detenzione);
 Aumento delle situazioni di separazione e dei livelli di conflittualità;
 Richiesta di assistenza educativa domiciliare;
 Prolungato stato di disoccupazione dei componenti adulti.
Relativamente alla popolazione Anziana, assistiamo ad una crescente richiesta di servizi
domiciliari, semiresidenziali e residenziali che rappresentano un indicatore significativo rispetto
14
alla diminuita capacità accuditiva della famiglia nei confronti del componente fragile del nucleo,
aspetto su cui è indispensabile fare un’attenta riflessione per prevenire il rischio di esclusione del
soggetto debole.
SI registrano le seguenti criticità:
 Fragilità del sistema familiare;
 Aumento dei bisogni socio-sanitari;
 Difficoltà di conciliazione del carico di cura con le diverse funzioni familiari.
L’area del contrasto alla povertà richiama la povertà materiale già accennata e si associa,
necessariamente, al fenomeno degli “Adulti in difficoltà” che va caratterizzandosi, sempre più, in
termini di emergenza presentando un elevato livello di complessità che tocca diverse aree di
bisogni:
 Povertà economica e integrazione tra i servizi di prossimità e welfare leggero;
 Difficoltà inserimento lavorativo e ri-qualificazione professionale;
 Problematiche della sfera socio-sanitaria (salute mentale, dipendenze) e welfare inclusivo;
 Accoglienza nelle situazioni di emergenza sociale ed abitativa (con particolare riferimento ai
c.d. senza fissa dimora e le diverse forme di marginalità, ecc.).
Sul piano evolutivo possiamo dire che l’aumento degli interventi a livello domiciliare e di supporto
alla vita di relazione e della socialità (centri art. 60 e art. 105 R.R. 4/2007) se da un lato segnalano
la difficoltà della famiglia nella gestione del carico di cura, dall’altro indicano una maggiore
disponibilità di risorse dedicate alla domiciliarità ed alla sfera della socialità che, sul piano del
raggiungimento degli obiettivi, rappresenta un punto di forza.
Per quanto attiene l’area delle dipendenze, accanto ai dati storici, si registra un preoccupante
abbassamento della soglia di età di chi si approccia alla sostanza e all’alcool con la registrazione
che la fascia pre-adolescenziale e adolescenziale si rivela sempre più vulnerabile da questo punto
di vista.
L’area dell’immigrazione tocca trasversalmente tutte le fasce di bisogni ed il fenomeno dei “senza
fissa dimora” interessa, prevalentemente proprio la popolazione immigrata che richiede servizi
primari con una forte componente socio-sanitaria.
15
2. Mappa locale del sistema di offerta di servizi
sociosanitari
2.1 L’INCROCIO TRA DOMANDA E OFFERTA DI SERVIZI E PRESTAZIONI EROGATI NELL’AMBITO
DEL PIANO SOCIALE DI ZONA (RISULTATI CONSEGUITI AL 31.12.2013)
L’assetto organizzativo e la qualificazione del welfare d’accesso al sistema integrato dei servizi ed
interventi sociali e socio sanitari hanno contribuito a migliorare la capacità di lettura
dell’evoluzione della domanda sociale e, parallelamente, a decentrare sul territorio la funzione di
ascolto e presa in carico delle diverse forme di disagio e povertà dei cittadini dell’Ambito. I servizi
afferenti all’Area del Welfare d’Accesso attivati rappresentano un elemento di qualificazione del
sistema delle politiche sociali locali rispetto alla possibilità, garantita in maniera omogenea su
tutto il territorio, di accogliere la domanda sociale e fornire risposte adeguate ai bisogni espressi,
mediante l’attivazione dei servizi alla persona e degli interventi sociali previsti con il Piano di Zona.
Analizzando i dati relativi alla domanda di servizi e prestazioni sociali rilevati dalle schede di
monitoraggio emerge una domanda piuttosto variegata di prestazioni. Il welfare d’accesso
permette di avere una panoramica relativa al flusso e alla tipologia di domande rivolte dai cittadini
residenti nei Comuni dell’Ambito territoriale ai servizi sociali comunali e all’ufficio di piano nel
corso del 2013.
I servizi a titolarità pubblica e i servizi privati convenzionati
L’Ambito di Grumo Appula ha garantito nel corso del 2013 i seguenti servizi a titolarità pubblica o privata:
-
servizio di mediazione familiare (art. 94 del R.R. n. 4/2007);
servizi educativi per il tempo libero (art. 103);
servizio centro antiviolenza (art. 107);
servizio di assistenza domiciliare integrata – ADI (art. 88);
servizio di assistenza domiciliare – SAD (art. 87);
servizio di integrazione scolastica (art. 92);
servizio home maker non professionale psichiatrica;
home maker professionale patologie psichiatriche;
spese varie per interventi in favore di minori (rette nido per indigenti, tutoraggio, contributi per
ragazze madri, doposcuola e attività ricreative estive);
assistenza scolastica specialistica;
spese funz. e mant. asilo nido;
contributi in favore di portatori di handicap;
servizio civico;
integrazione rette istituzionalizzazione anziani;
mensa anziani;
contributi per famiglie indigenti;
mantenimento e funzionamento cap;
A.D.E. (assistenza domiciliare educativa);
16
-
rette di ricovero minori in istituto e centro diurno;
contributi a famiglie affidatarie di minori;
rette di ricovero anziani in case di riposo;
convenzioni con i caaf per erogazioni assegni figli minori e nuovi nati;
Trasporto sociale disabili.
Servizi Centri diurni per disabili.
2.1.1 IL WELFARE DI ACCESSO
L’area del welfare d’accesso comprende, oltre al segretariato sociale, il Servizio Sociale
Professionale e la PUA.
La PUA esprime il concetto di “ingresso” alla rete dei servizi socio- sanitari, la cui “unitarietà”
richiama la non settorialità degli interventi e la necessità che il livello organizzativo venga
congiuntamente realizzato e gestito dai Comuni dell'Ambito e dal Distretto Socio Sanitario ASL BA.
La Porta Unica di Accesso alle prestazioni sociosanitarie, a gestione integrata e compartecipata, si
configura come un momento di raccordo funzionale tra i vari punti di accesso, quali gli Uffici e i
Servizi Distrettuali e Sovradistrettuali (M.M.G., P.L.S., C.S.M., Ser.t.), i Servizi Sociali Professionali, i
segretariati sociali dei Comuni dell'Ambito nonchè le diverse unità periferiche dei servizi sociosanitari territoriali. Svolge la funzione di collettore cui convogliare ogni richiesta relativa alle
prestazioni, al fine di consentire ed attuare sistematicamente un percorso assistenziale unitario ed
integrato a partire da qualsiasi punto di accesso alla rete dei servizi.
L'Ufficio PUA/Segretariato sociale è costituito da 1 Sportello Centrale, situato presso la sede del
Distretto Socio-Sanitario che ha la funzione di raccordo delle sedi dei n° 6 sportelli periferici, uno in
ogni comune dell’Ambito Territoriale.
Durante il 2013 hanno usufruito del servizio n. 534 utenti durante le 50 settimane di apertura e
garantendo n. 4 giorni di apertura a settimana, escludendo tutte le persone che quotidianamente
accedono allo sportello anche solo per richiesta informativa.
L’Ambito Territoriale e il Distretto Socio-Sanitario hanno adottato procedure condivise attraverso
apposito Protocollo operativo sottoscritto in data 8 marzo 2013.
La P.U.A. svolge i seguenti compiti:
 Fornisce informazioni ai cittadini sui diritti e le opportunità sociali, sui servizi e gli interventi del
sistema locale dei servizi sociosanitari, nel rispetto dei principi di semplificazione, trasparenza e
pari opportunità nell’accesso.
 decodifica il bisogno e attiva gli altri referenti territoriali della rete formale per un
approfondimento della richiesta dell’utente.
 Accoglie la richiesta di assistenza di assistenza domiciliare, semiresidenziale e residenziale a
gestione integrata e compartecipata, provenienti dalla rete formale (MMG/PLS, Medici della
comunità assistenziale, Strutture sovradistrettuali, Distretti Sociosanitari, Ospedali, Servizio
sociale Professionale, Uffici dei Servizi sociali dei Comuni singoli e/o associati).
 Verifica i requisiti di ammissibilità per la predisposizione del progetto personalizzato, nei casi ad
elevata integrazione sociosanitaria.
 Garantisce il raccordo operativo con la UVM, attraverso la gestione dell’agenda,
l’organizzazione dei lavori e la calendarizzazione delle sedute della stessa convocate dalla
Direzione del Distretto.
17
2.1.2 I SERVIZI DOMICILIARI
A.D.E. (ASSISTENZA DOMICILIARE EDUCATIVA)
Attualmente il servizio di Assistenza Domiciliare Educativa, gestito dalla Cooperativa Sociale
Solidarietà, è rivolto a 41 utenti minori dell’Ambito Territoriale. I minori, durante il periodo in cui
frequentano la scuola, vengono seguiti a domicilio dalle educatrici al fine rispondere agli obiettivi
predisposti dal PEI, concordato tra la Cooperativa gestore del Servizio e l’Assistente Sociale del
Servizio Sociale Professionale; nel periodo estivo, invece, i minori vengono inseriti in gruppi di
socializzazione al fine di migliorare le capacità di interazione con i pari e con gli adulti che li
seguono, attraverso attività ludiche, attività sportive e laboratori di informatica.
Comuni dell’Ambito
Grumo Appula
Acquaviva delle Fonti
Cassano Murge
Sannicandro di Bari
Toritto
Binetto
Totale Ambito
N. utenti
8
9
6
6
10
2
41
Il monte ore annuale impegnato è stato di di ore 12.197 così divise:
Comuni dell’Ambito
Grumo Appula
Acquaviva delle Fonti
Cassano Murge
Sannicandro di Bari
Toritto
Binetto
Totale Ambito
N. Ore /anno
2197
3222
1256.5
2004.5
3063
454
12197
S.A.D. - A.D.I. (SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE)
Il Servizio di assistenza domiciliare e assistenza domiciliare integrata è gestito da soggetto del
Terzo Settore. Il servizio è stato condotto per tutto il 2013 con un coinvolgimento di 224 utenti di
cui 84 che hanno usufruito del servizio SAD (Servizio di Assistenza Domiciliare) e 140 utenti che
hanno usufruito del servizio ADI (Assistenza Domiciliare Integrata).
18
Negli schemi che seguono si evince il numero effettivo degli utenti che hanno usufruito del
servizio SAD e ADI4 nell’Ambito Territoriale di Grumo Appula nel corso dell’anno 2013:
N° Utenti ADI che hanno usufruito del servizio nell’anno 2013
Ambito
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
12
12
10
10
10
10
10
9
8
9
9
7
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
15
14
15
17
17
17
17
16
16
16
15
17
11
12
12
12
14
14
14
18
16
16
14
13
8
8
9
9
10
10
11
14
13
13
11
10
TORITTO
23
24
24
25
25
25
25
26
26
25
20
20
Totale utenti
70
72
71
74
77
77
78
84
80
80
70
68
1647
1596
1829
1764
1828.
1441
1479.
1543.5
2053.5
2311.5
1890
1514.5
Territoriale
ACQUAVIVA
DELLE FONTI
BINETTO
CASSANO
DELLE MURGE
GRUMO
APPULA
SANNICANDRO
DI BARI
Totale ore
5
5
N° Utenti SAD che hanno usufruito del servizio nell’anno 2013
Ambito
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
13
13
13
14
13
14
14
12
11
16
19
19
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4
15
15
18
18
17
16
17
17
16
17
19
20
37
37
43
45
46
45
45
45
42
45
47
45
15
15
15
17
16
16
16
15
13
14
18
16
TORITTO
27
26
29
29
29
29
29
27
27
28
33
33
Totale utenti
110
109
121
126
124
123
125
120
113
124
140
137
Totale ore
1768.5
1614.5
1806.5
1768
1719.5
1113.5
1197.5
981
1446.5
1749
1979
1831.5
Territoriale
ACQUAVIVA
DELLE FONTI
BINETTO
CASSANO DELLE
MURGE
GRUMO APPULA
SANNICANDRO DI
BARI
4
Non sono incluse le prestazioni di natura prettamente sanitaria
19
Durante l’anno 2013 è stato garantito lo svolgimento delle periodiche visite domiciliari effettuate
dal personale addetto al coordinamento, quale strumento essenziale per la verifica
dell’andamento del servizio, dell’efficacia delle prestazioni erogate e dell’eventuale insorgere di
nuovi bisogni. Molteplici sono state le occasioni di confronto con i familiari degli utenti, atti a
stimolare una più intensa collaborazione con il servizio.
ASSISTENZA SCOLASTICA SPECIALISTICA
Ai sensi del Regolamento che disciplina il Servizio di Assistenza Scolastica ed Extrascolastica degli
alunni diversamente abili dell'Ambito territoriale n. 5, art. 7, sono state valutate le ammissioni al
servizio per gli alunni certificati con la L.104 art. 3 comma 3, e in possesso di Diagnosi Funzionale.
Per le ore di Assistenza Extrascolastica affidate dall’Ufficio di piano, le famiglie hanno inoltrato
apposita richiesta presso l’Istituto di appartenenza o presso i Servizi Sociali.
A ciascun minore la Cooperativa gestore del servizio, ha affidato un educatore con
esperienza/titoli specialistici rispondenti a situazioni di disabilità complessa o molto specifiche in
ragione del singolo bisogno (traduttori dei segni, competenze metodo ABA, metodo TEACCH).
I minori fruitori del servizio sono stati 79, suddivisi nelle diverse strutture scolastiche in base alle
segnalazioni pervenute dalle singole scuole dei Comuni dell’ambito e verificate durante gli incontri
di GLH avvenuti in ogni scuola.
In particolare, s’illustra di seguito il numero degli alunni assistiti per ciascun Comune:
Comuni dell’Ambito
Grumo Appula
Acquaviva delle Fonti
Cassano Murge
Sannicandro di Bari
Toritto
Binetto
Totale Ambito
N. utenti seguiti a scuola
24
9
18
14
12
2
79
Il monte ore settimanale impegnato è di ore 435 così divise:
Comuni dell’Ambito
Grumo Appula
Acquaviva delle Fonti
Cassano Murge
Sannicandro di Bari
Toritto
Binetto
Totale Ambito
N. Ore /settimana
128
54
111
84
56
2
435
SERVIZIO HOME MAKER PSICHIATRICA
20
Il servizio Home Maker non professionale è stato gestito per tutto l’anno 2013 nei Comuni di
Grumo Appula, Sannicandro di Bari, Cassano delle Murge, Binetto, Acquaviva delle Fonti e Toritto.
Il servizio di assistenza home maker professionale si rivolge a soggetti affetti da patologie
psichiatriche residenti nel territorio dell’Ambito n° 5, attraverso una presa in carico da parte del
Centro di Salute Mentale (CSM). Nel corso del 2013 gli utenti destinatari del servizio sono stati n.
38;
COMUNI
Grumo Appula
Acquaviva delle Fonti
Cassano delle Murge
Toritto
Sannicandro di Bari
Binetto
Ambito
N. UTENTI
10
8
3
10
6
1
38
Le prestazioni che svolge l’assistente domiciliare sono quelle di:
 Affiancare la persona nelle attività quotidiane favorendone l’autosufficienza e l’autonomia
e l’inclusione sociale.
 Aiutare la persona nella cura di sé, igiene,vestizione, cambio/lavaggio biancheria,
preparazione dei pasti, spesa.
 Favorire la permanenza del soggetto nel proprio domicilio, intervenendo sui punti critici e
punti di forza presenti e rafforzando i punti deboli della rete familiare e sociale, onde
migliorare le relazioni parentali ed amicali, sostenere nel processo di cura il loro congiunto
e favorire la partecipazione attiva, evitando l’istituzionalizzazione.
 Curare le condizioni igieniche ed il governo dell’ambiente di vita
 Assistere l’utente nello svolgimento di prestazioni di tipo domestico (riordino, pulizia e
miglioramento delle condizioni dell’ abitazione);
 Interventi di pulizia ordinaria dell’alloggio con particolare riguardo ai servizi igienici, alla
stanza da letto e alla cucina;
 Realizzare interventi di pulizia straordinaria, manutenzioni e riparazioni domestiche,
riordino armadi e dispense, pitturazioni pareti e interventi per acquistare suppellettili e/o
elettrodomestici, abiti e quant’altro sia necessario all’utente per vivere dignitosamente
 Collaborare nelle prestazioni di segretariato sociale e di educazione sanitaria
 Accompagnamento nel disbrigo di pratiche sanitarie e/o amministrative;
 Informazione agli utenti e alle loro famiglie sui loro diritti, sui servizi di cui possono
usufruire e sulle pratiche necessarie per accedervi.
Il Servizio è svolto al domicilio dell’utente ma prevede interventi che vengono svolti in ambiti
diversi da quello casalingo, nel territorio e nella comunità in cui lo stesso vive. Le prestazioni sono
effettuate dal lunedì al sabato, in orario sia antimeridiano che pomeridiano, secondo le esigenze
dell’utente e del servizio stesso. L’attività di assistenza domiciliare home maker non professionale,
pur prevedendo servizi di aiuto alla persona, non prescinde dal coinvolgimento diretto dell’utente
inteso non come soggetto su cui si riversano gli interventi, ma come parte attiva nel processo di
cura.
Le ore di assistenza destinate a tale Servizio nel 2013 sono state 6865,5 con una media di 5,5 ore
settimanali di Servizio ad utente
21
2.1.3 I SERVIZI COMUNITARI
Inserimenti in centri diurni per minori (art. 52)
I Centri Socio- educativi Diurni per minori sono istituiti con l’obiettivo di promuovere la
partecipazione di minori del territorio con problemi di socializzazione o esposti al rischio di
devianza, in raccordo con i servizi sociali dell’Ambito, le istituzioni scolastiche, nonché con i servizi
delle comunità educative e di pronta accoglienza per minori. Le attività che vi si svolgono sono
finalizzate a promuovere il benessere della comunità e contrastare i fenomeni di marginalità e
disagio minorile o dei diversamente abili attraverso interventi di socializzazione ed attività
educativo- ricreative.
Nell’arco del 2013 sono stati inseriti complessivamente 8 minori all’interno di strutture
convenzionate con l’Ambito.
Inserimenti in centri diurni socio educativi riabilitavi (art. 60)
Il Centro Diurno socio educativo riabilitativo è un servizio erogato con l’obiettivo di mantenere e
recuperare i livelli di autonomia personale, sperimentare percorsi mirati per disabili autistici,
sostenere le famiglie dei disabili attraverso attività educative, di animazione e socializzazione e
attività culturali e ludico/ricreative. Gli utenti presi in carico dall’Ambito nel corso del 2013 sono
stati 14.
Inserimenti in centri diurni per soggetti affetti da demenza (art. 60 ter )
Il Centro Diurno è struttura socio-sanitaria a ciclo diurno finalizzata all’accoglienza di soggetti in
condizione di non autosufficienza, che per il loro declino cognitivo e funzionale esprimono bisogni
non sufficientemente gestibili a domicilio per l’intero arco della giornata.
Le richieste di accesso in struttura ex art. 60 ter sono state 3 corrispondenti a 3 effettivi accessi
avvenuti nel corso del 2013.
Integrazione scolastica ed extra scolastica dei disabili (art. 92)
Servizio finalizzato a favorire l’integrazione e l’autonomia personale e sociale degli alunni disabili,
garantendo il diritto allo studio di minori affetti da disabilità fisica- psichica- sensoriale attraverso il
loro inserimento in strutture scolastiche ordinarie, ivi compresa la scuola per l’infanzia.
Nell’anno 2013 sono pervenute n. 102 domande di accesso di cui 16 non sono state accolte.
Considerando gli utenti già precedentemente in carico, il Servizio è stato erogato in favore di n. 77
utenti.
2.1.4 I SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA
All’interno del territorio di Ambito sono presenti le seguenti scuole per l’infanzia:
Scuola dell'infanzia paritaria ”R.Elena” (Cassano delle M.);
scuola dell'infanzia statale “A. Perotti” (Cassano delle M.);
Micro- nido “L'abbraccio del Koala”(Cassano delle M.)
22
Ludoteca “Giocolandia” (Cassano delle M.)
Scuole dell'infanzia statali (Comune di Toritto):
De Vito, Edificio S. Girolamo, Loizzi;
Scuole dell'infanzia private (Comune di Toritto):
Padre Pio, San Giuseppe.
Asilo nido (Acquaviva F.);
Asilo Infantile, Calambra, Don Bosco.
Asili nido e altri servizi socio-educativi.
Oltre a prevedere inserimenti in Strutture residenziali minori, rette di ricovero minori in istituto e
centro diurno, le domande pervenute nel corso del 2013 per l’inserimento in asilo nido sono state
46, i bambini accolti effettivamente in struttura sono stati 30.
2.1.5 LE STRUTTURE RESIDENZIALI
Nell'Ambito territoriale di Grumo Appula esiste un sistema di strutture che offrono servizi socioassistenziali e socio-sanitari a sostegno di minori, disabili, anziani e persone con problematiche
psico-sociali. Si riportano schematicamente qui di seguito i dati relativi alle stesse.
Inserimenti in strutture “Dopo di Noi” (artt. 55 – 57)
Comunità socio-riabilitativa o Comunità Alloggio, strutture residenziali socio assistenziali a
carattere comunitario destinata a soggetti maggiorenni, in età compresa tra i 18 e i 64 anni, in
situazione di handicap fisico, intellettivo e sensoriale, disabili gravi senza il necessario supporto
familiare per i quali la permanenza nel nucleo familiare sia valutata impossibile.
Nel corso del 2013 sono pervenute n. 4 domande, da 2 di esse sono scaturiti effettivamente
relativi inserimenti.
Inserimenti in “Case per la vita” (art. 70)
Inserimenti in strutture residenziali a carattere sociosanitario a bassa o media intensità assisten ziale sanitaria. La struttura è destinata ad accogliere, in via temporanea o permanente, persone
con problematiche psicosociali e pazienti psichiatrici stabilizzati usciti dal circuito psichiatrico riabi litativo residenziale, prive di validi riferimenti familiari.
Nel corso del 2013 sono pervenute n. 6 richieste di inserimento in struttura, sono stati inseriti 3
utenti.
Inserimenti in strutture residenziali per minori (artt. 47 - 51)
La comunità familiare è struttura avente caratteristiche funzionali ed organizzative orientate al
modello relazionale familiare, a carattere non professionale. La comunità familiare assicura accoglienza e cura dei minori, costante azione educativa, assistenza e tutela, gestione della quotidianità ed organizzazione della vita alla stregua di quanto avviene nel normale clima familiare, coinvolgimento dei minori in tutte le attività di espletamento della vita quotidiana come
momento a forte valenza educativa, stesura di progetti educativi individualizzati, gestione delle
emergenze, socializzazione e animazione.
Nell’anno di cui si relaziona gli inserimenti di minori in tali strutture sono stati 21.
23
Inserimenti in Strutture residenziali anziani autosufficienti (artt. 66 – 67)
La residenza sociosanitaria assistenziale, di seguito denominata RSSA, eroga prevalentemente servizi socio assistenziali a persone anziane, in età superiore ai 64 anni, con gravi deficit psico-fisici,
nonché persone affette da demenze senili, che non necessitano di prestazioni sanitarie complesse,
ma che richiedono un alto grado di assistenza alla persona con interventi di tipo assistenziale e socio riabilitativo a elevata integrazione socio-sanitaria, che non sono in grado di condurre una vita
autonoma e le cui patologie, non in fase acuta, non possono far prevedere che limitati livelli di
ricuperabilità dell’autonomia e non possono essere assistite a domicilio.
La residenza sociale assistenziale, eroga prevalentemente servizi socio assistenziali a persone anziane, in età superiore ai 64 anni, con gravi deficit psico-fisici, che non necessitano di prestazioni
sanitarie complesse, ma che richiedono un alto grado di assistenza alla persona con interventi di
tipo assistenziale, che non sono in grado di condurre una vita autonoma e le cui patologie, non in
fase acuta, non possono far prevedere che limitati livelli di ricuperabilità dell’autonomia e non
possono essere assistite a domicilio.
Gli inserimenti in tali strutture sono stati 16 a fronte di 21 domande presentate di cui 1 non accolta e 4 seguite da rinuncia.
2.1.6 INTERVENTI MONETARI E DI CONTRASTO ALLA POVERTA’
La legislazione corrente intende accrescere il livello di accessibilità e fruibilità dei servizi e delle strutture
pubbliche e private del territorio per le persone in situazione di relativo svantaggio attraverso
l’eliminazione delle barriere architettoniche esistenti.
Nell’arco del 2013 sono stati riconosciuti a livello di Ambito 40 contributi finanziari finalizzati
all’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati; dal grafico seguente si evince la
distribuzione territoriale dei contributi ammessi a finanziamento.
Nel 2013 è stato riconosciuto il fabbisogno per ulteriori 16 contributi finanziari (domande pervenute fino al
02/2013).
24
Nel corso del 2013 stati infine erogati 610 contributi economici diretti in favore di altrettanti beneficiari a
fronte di 800 domande pervenute.
2.1.7 AZIONI DI SISTEMA E GOVERNANCE
Nel corso del 2013, il Coordinamento istituzionale si è riunito 25 volte con una media di circa due volte al
mese e il Coordinamento tecnico in seno all’Ufficio di Piano si è riunito 30 volte con una media di 2,5
incontri al mese.
Nell’anno di cui si relaziona si sono tenute 256 UVM che hanno determinato 255 prese in carico di cui 192
utenti per Servizi a carattere domiciliare, 17 per Servizi a carattere comunitario a ciclo diurno e 32 per
Servizi residenziali. Per ciascun utente preso in carico è stato redatto il relativo PAI/PEI.
2.2 LE AZIONI TRASVERSALI ALL’ATTUAZIONE DEL PIANO SOCIALE DI ZONA
La realizzazione di azioni e misure trasversali a diversi settori segue percorsi sinergici e sostanziali,
oltre che formali, che sostengono la determinazione di politiche attive sul territorio fra loro
integrate. I Programmi nascono, a seguito delle proposte progettuali scaturite dalla coprogettazione effettuata in collaborazione con la ASL, le Associazioni, i Sindacati, il Servizio Sociale
Professionale.
L’Ambito ha erogato i seguenti servizi:
-
Assegno di Cura per la non-autosufficienza, Contributi per l'assegno di cura, finalizzati al
sostegno alle famiglie che si prendono cura di una persona in condizione di non
autosufficienza. Tale intervento è finalizzato a diminuire il ricorso alle prestazioni
residenziali o semiresidenziali favorendo la permanenza del soggetto nel nucleo familiare.
Tenuto conto delle domande pervenute la somma programmata e impegnata è stata pari
a € 695.287,67 e liquidata pari a € 503.696,92 in favore di 103 utenti.
-
Sostegno economico alla domanda di servizi per la prima infanzia: assegni di Prima dote
per i nuovi nati a favore di nuclei disagiati che hanno al proprio interno un minore da 0 a
36 mesi. Si è redatta apposita graduatoria per l’attribuzione del beneficio che consiste
nell’erogazione di una somma massima di Euro 2.400,00. è stata impegnata la somma di
7.437,13.
-
Adozione del Piano dei Tempi e degli Spazi della Città per avviare concretamente il
percorso della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, a partire dallo studio di fattibilità
realizzato per l’analisi delle condizioni del contesto urbano e dei differenti tempi che in
esso coesistono (tempo del lavoro, tempo del commercio, tempo dello studio, ecc.) per
individuare gli strumenti più idonei a rafforzare il diritto alla qualità di vita e al benessere
delle famiglie. Tutto questo è stato realizzato grazie all’analisi del contesto socioeconomico territoriale e del fabbisogno delle famiglie in genere in relazione agli orari e alle
modalità di accesso ai servizi pubblici e privati del Territorio dell’Ambito.
-
Assistenza indiretta personalizzata, sostegno economico avente l'obiettivo di
rimuovere ovvero ridurre l’incidenza dei vincoli economici e il disagio derivante da reddito
insufficiente e destinato a persone in condizioni di fragilità derivante da non
25
autosufficienza gravissima. Tenuto conto delle domande pervenute la somma
programmata e impegnata è stata pari a € 271.152,87 e liquidata pari a € 209.846,24 in
favore di 37 utenti.
2.3 LA DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE DELL’AMBITO TERRITORIALE ED I SERVIZI AUTORIZZATI
L’accesso diffuso ai servizi di qualità è un elemento fondamentale per una società che intende
garantire ai suoi cittadini uno standard minimo di benessere e pari opportunità su cui fondere
percorsi di crescita individuale, consentendo il superamento delle disuguaglianze.
L’attuazione di tali servizi ha richiesto l’interazione di tutti gli attori sociali pubblici e privati che, in
virtù del proprio ruolo e delle proprie competenze attribuite per legge, sono riconosciuti come
corresponsabili e compartecipi nella gestione delle politiche sociali.
L’analisi dei servizi garantiti dall’Ambito Territoriale di Grumo Appula passa attraverso diversi
aspetti, necessari a garantirne la qualità per l’accessibilità da parte della popolazione e l’effettiva
efficacia dei servizi erogati nella soddisfazione dei bisogni.
Dall’analisi complessiva effettuata all’interno del territorio dell’Ambito di Grumo Appula, in merito
alle strutture e servizi autorizzati, emerge un quadro piuttosto eterogeneo, riportato nelle tabelle
seguenti (fonte: registri regionali delle strutture e dei servizi autorizzati al funzionamento)
STRUTTURE E SERVIZI PER MINORI
Titolare
Comune di Acquaviva delle
Fonti
Denominazione Sede
ASILO NIDO COMUNALE
Comune Sede
Acquaviva Delle Fonti
Servizi Erogati
- Asilo Nido (art.53
Reg. R. n.4/2007)
Coop. Soc. Biancaneve e i
sette nani
BIANCANEVE E I SETTE
NANI
Acquaviva Delle Fonti
- Asilo Nido (art.53
Reg. R. n.4/2007)
Coop. Soc. Biancaneve e i
sette nani
Biancaneve e i 7 nani
Coop. soc.
Acquaviva Delle Fonti
Parrocchia S. Eustachio
centro socio educativo
"granelli di senape"
Acquaviva Delle Fonti
Chiara Ascatigno
I GIOCHERELLONI
Acquaviva Delle Fonti
- Sezione Primavera
(art.53 Reg. R.
n.4/2007)
- Centro Socio
Educativo Diurno (art.
52 Reg. R. n.4/2007)
- Asilo Nido (art.53
Reg. R. n.4/2007)
Montrone Nicoletta
LA BACCHETTA MAGICA
Acquaviva Delle Fonti
Francesca Di Fonzo
LA CARICA DEI 101
Acquaviva Delle Fonti
Solidarietà Soc. Coop. Soc.
LA LOCOMOTIVA
Binetto
Solidarietà Società
Cooperativa Sociale
SERVIZI DI ASSSITENZA
PER L'INTEGRAZIONE DEI
DIVER
Binetto
- Centro Ludico Prima
Infanzia (art.90 Reg.
R. n.4/2007)
- Centro Ludico Prima
Infanzia (art.90 Reg.
R. n.4/2007)
- Centro Socio
Educativo Diurno (art.
52 Reg. R. n.4/2007)
- Servizio Per
L'Integrazione
Scolastica E
Extrascolastica Dei
Diversamente Abili
(art.92 Reg. R.
26
n.4/2007)
Solidarietà Società
Cooperativa Sociale
SERVIZIO DI ASSITENZA
DOMICILIARE
Binetto
- Servizio Di Assistenza
Domiciliare (art.87
Reg. R. n.4/2007)
- Servizio Assistenza
Domiciliare Integrata
(art.88 Reg. R.
n.4/2007)
- Centro Ludico Prima
Infanzia (art.90 Reg.
R. n.4/2007)
- Micro Nido (art.53
Reg. R. n.4/2007)
IRTE S.p.a.
Assistenza Domiciliare
Integrata
Cassano Delle Murge
Coop. "Progetto Infanzia
Famiglia - P.I.F. soc. coop."
I COLORI DEL SORRISO
Cassano Delle Murge
Coop.Sociale Mani Solidali
soc.coop. a r.l.
LA CASA DEI BIMBI
Cassano Delle Murge
Leonarda Fatiguso
L'ABBRACCIO DEL KOALA
Cassano Delle Murge
IRTE S.p.a
Sorrisi e Cure
Cassano Delle Murge
Ditta Individuale
GIOCHI E COCCOLE DI
STRAZIOTA ANGELA
Grumo Appula
Schiralli Angela
I PAPERI
Grumo Appula
Rella Teresa
Il Lungo, il Corto e il
Pacioccone
Grumo Appula
Claudia Lonigro
Il Mondo di Teletubbis
Sannicandro Di Bari
Comune di Toritto
ASILO NIDO - TORITTO
Toritto
Punto di debolezza:
Scarsa cultura dell’accoglienza dei minori in condizioni di disagio sia
nell’ambito delle famiglie affidatarie che nelle altre istituzioni del territorio.
Esigua presenza di ambienti e luoghi di aggregazione positiva e debolezza di
politiche di prevenzione.
- Servizio di
educazione familiare
per l'infanzia o servizio
per l'infanzia a
domicilio (Educatore
familiare) (Art. 101a
Reg. R. n.4/2007)
- Servizio Di Assistenza
Domiciliare (art.87
Reg. R. n.4/2007)
- Ludoteca (art.89
Reg. R. n.4/2007)
- Piccolo Gruppo
Educativo (art. 101b
Reg. R. n.4/2007)
- Centro Ludico Prima
Infanzia (art.90 Reg.
R. n.4/2007)
- Ludoteca (art.89
Reg. R. n.4/2007)
- Asilo Nido (art.53
Reg. R. n.4/2007)
STRUTTURE E SERVIZI PER ANZIANI
Titolare
Solidarietà Società
Cooperativa Sociale
Denominazione Sede
SERVIZIO DI ASSITENZA
DOMICILIARE
Comune Sede
Binetto
Servizi Erogati
- Servizio Di Assistenza
Domiciliare (art.87 Reg. R.
n.4/2007)
27
Istituto regionale terza età
RESIDENZA PROTETTA
VILLA DEI PINI
SAN MARTINO
SAN MARTINO
IRTE S.p.a.
Assistenza Domiciliare
Integrata
MARIA ASSUNTA SRL
MARIA ASSUNTA SRL
RESIDENCE PER ANZIANI SRL
RESIDENCE PER
ANZIANI SRL
IRTE S.p.a
Sorrisi e Cure
CASA DELLA CARITA' S.
VINCENZO DE PAOLI
CASA DELLA CARITA' S.
VINCENZO DE PAOLI
Punto di debolezza:
Cassano Delle Murge - Residenza sociosanitaria
assistenziale (RSSA) (art.66
Reg. R. n.4/2007)
Cassano Delle Murge - Residenza sociosanitaria
assistenziale (RSSA) (art.66
Reg. R. n.4/2007)
Cassano Delle Murge - Servizio Assistenza
Domiciliare Integrata
(art.88 Reg. R. n.4/2007)
Cassano Delle Murge - Residenza sociosanitaria
assistenziale (RSSA) (art.66
Reg. R. n.4/2007)
Cassano Delle Murge - Residenza sociosanitaria
assistenziale (RSSA) (art.66
Reg. R. n.4/2007)
Cassano Delle Murge - Servizio Di Assistenza
Domiciliare (art.87 Reg. R.
n.4/2007)
Toritto
- Casa di riposo (art.65
Reg. R. n.4/2007)
Debole presenza dei servizi di socializzazione e domiciliarità non sempre
raccordata tra l’ambito sociale e quello sanitario.
STRUTTURE E SERVIZI PER DISABILI
Titolare
SOCIETA'
COOPERATIVA
SOCIALE
"SOLIDARIETA' "
Solidarietà
Società
Cooperativa
Sociale
Solidarietà
Società
Cooperativa
Sociale
IRTE S.p.a.
Denominazione Sede
LA LOCOMOTIVA
Comune Sede
Binetto
Servizi Erogati
- Centro Diurno Socio-Educativo
E Riabilitativo (art.60 Reg. R.
n.4/2007)
SERVIZI DI ASSSITENZA PER
L'INTEGRAZIONE DEI DIVER
Binetto
SERVIZIO DI ASSITENZA
DOMICILIARE
Binetto
- Servizio Per L'Integrazione
Scolastica E Extrascolastica Dei
Diversamente Abili (art.92 Reg.
R. n.4/2007)
- Servizio Di Assistenza
Domiciliare (art.87 Reg. R.
n.4/2007)
Assistenza Domiciliare
Integrata
Cassano Delle Murge
Centro Diurno
Alzheimer "Villa
dei Pini" della
Irte Spa
Centro Diurno Alzheimer
"Villa dei Pini"
Cassano Delle Murge
MARIA ASSUNTA
SRL
MARIA ASSUNTA SRL
Cassano Delle Murge
IRTE S.p.a
Sorrisi e Cure
Cassano Delle Murge
- Servizio Assistenza Domiciliare
Integrata (art.88 Reg. R.
n.4/2007)
- Centro Diurno Integrato Per Il
Supporto Cognitivo E
Comportamentale Ai Soggetti
Affetti Da Demenza (art. 60 TER
Reg. R. n.4/2007)
- Residenza socio-sanitaria
assistenziale per diversamente
abili (R.S.S.A.) (art.58 Reg. R.
n.4/2007)
- Servizio Di Assistenza
Domiciliare (art.87 Reg. R.
n.4/2007)
28
COOPERATIVA
ALIANTE ONLUS
CASA ALIANTE
Punto di debolezza:
Toritto
- Comunita' Socio-Riabilitativa
(art.57 Reg. R. n.4/2007)
Debole presenza dei servizi di socializzazione e domiciliarità non sempre raccordata
tra l’ambito sociale e quello sanitario.
STRUTTURE E SERVIZI PER PERSONE CON PROBLEMATICHE PSICO- SOCIALI
Titolare
DOMUS AUREA NUOVA
SALUS
Denominazione
Sede
DOMUS AUREA
NUOVA SALUS
Comune Sede
Cassano Delle
Murge
Servizi Erogati
- Casa Famiglia o Casa Per La Vita
Per Persone Con Problematiche
Psico-Sociali (art.70 Reg. Reg.
4/2007)
Punto di debolezza: Scarsa cultura all'accoglienza del disabile psichico da parte della società civile, con
difficoltà di integrazione.
STRUTTURE E SERVIZI PER PERSONE CON PROBLEMATICHE SOCIALI
Titolare
Gruppo appartamento per
gestanti e madri con figli a
carico
Denominazione Sede
Gruppo appartamento per
gestanti e madri con figli a
carico
Comune Sede
Cassano Delle
Murge
L'AURORA INIZIATIVE SOCIALI
DI PREVENZIONE
COOPERATIVA SOCIALE
GRUPPO APPARTAMENTO
L'AURORA - NOVA FAMILIA
Cassano Delle
Murge
Servizi Erogati
- Gruppo appartamento
per gestanti e madri
con figli (Art.75 Reg. R.
n.4/2007)
- Gruppo appartamento
per gestanti e madri
con figli (Art.75 Reg. R.
n.4/2007)
Sulla base dei dati derivanti dai Registri regionali delle strutture e dei servizi autorizzati al
funzionamento si ricava un quadro di offerta di rilievo ai fini del presente Piano di Intervento,
soprattutto con riferimento alla copertura di tutte le tipologie di strutture/servizi della rete dei
servizi per la prima infanzia (artt. 53, 90, 101 e, per continuità della presa in carico, 89).
La Regione Puglia attraverso l’asse III PO FESR 2007/2013 – intervento 3.2 ha finanziato due unità
di offerta Asilo nido, a titolarità pubblica, in particolare sui comini di Toritto e Grumo Appula.
Il Comune di Toritto ha aggiudicato (Set 2013) la Concessione di utilizzo di una struttura pubblica
di Nido finanziata con fondi FESR, ad un ente privato che gestirà la struttura stessa in concessione.
Il comune di Grumo Appula ha inaugurato una nuova struttura di nido comunale finanziata con
fondi FESR la cui gestione sarà affidata in concessione ad enti privati previa procedura di evidenza
pubblica.
2.4 LE RISORSE FINANZIARIE IMPIEGATE
29
Il Piano sociale di zona 2010-2013 dell’Ambito territoriale sociale, che ha nel comune di Grumo
Appula il suo capofila, ha visto nel corso del 2013 garantire la continuità di quei servizi che, per
loro stesa natura, sono da considerarsi indifferibili, e nel contempo realizzare tutti quei servizi che
contribuiscono alla realizzazione di un’offerta di servizi sociali integrata ed all’avanguardia.
L’attività ha vissuto di una buona collaborazione tra i vari componenti dell’Ufficio di Piano, pur
nell’impossibilità oggettiva a far fronte al reale fabbisogno di personale dedicato alle attività
previste dalla programmazione 2010-2013, consentendo il rispetto alle scadenze concordate in
sede di Coordinamento Tecnico.
Il percorso virtuoso intrapreso nell’anno 2011 è proseguito anche quest’anno: la spesa sociale dei
Comuni facenti parte dell’Ambito Sociale Territoriale è stata in linea con quanto programmato e,
andando incontro alla crescente domanda di sostegno sociale, in particolar modo proveniente
dalle fasce più deboli, conseguente all’impoverimento generale e alla crescente disoccupazione, a
testimonianza delle energie messe in campo per effettuare una programmazione di risorse sempre
più coerente ai bisogni sociali rilevati sul territorio, l’Ambito Territoriale ha considerevolmente
aumentato il valore di spesa sociale pro-capite portata ad € 31,64 contro i 29,49 € (+ 2,15 € procapite) della precedente programmazione finanziaria relativa al precedente Piano Sociale di Zona
come si evince dalla seguente tabella.
Comuni
Grumo Appula
Acquaviva delle Fonti
Binetto
Cassano delle Murge
Sannicandro di Bari
Toritto
Media
€ 390.350,43
€ 960.279,00
€ 55.960,00
€ 363.307,70
€ 214.321,28
€ 190.301,91
€
2.174.520,41
Popolazione
residente
12.952
21.016
2158
14320
9721
8567
Spesa procapite
€ 30,31
€ 45,69
€ 25,93
€ 25,37
€ 22,04
€ 22,21
68734
€ 31,64
Spesa pro- capite Differenza
precedente
programmazione
€ 23,13
+ 7,18
€ 40,04
+ 5,65
€ 24,75
+ 1,18
€ 20,71
+ 4,66
€ 37,23
- 15,19
€ 18,55
+ 3,66
€ 29,49
+ 2,15
E’ stata realizzata infine la fase di monitoraggio degli interventi realizzati già avviata nel corso del
2012, anche grazie al servizio per la gestione delle attività di supporto agli uffici del servizio sociale
professionale. Un monitoraggio costante continua a risultare fondamentale per la qualificazione
della spesa sociale ai fini dell’efficacia organizzativa degli interventi (individuazione del setting
operativo necessario), dell’efficacia socio-assistenziale (individuazione del bisogno reale da
colmare) e dell’efficienza del sistema (rispetto dei livelli essenziali di assistenza così come
individuati dal Piano sociale di zona 2010-2013).
30
3. L’integrazione tra politiche e interventi territoriali
3.1 L’INTEGRAZIONE CON LE POLITICHE SANITARIE, DELLA CASA, LE POLITICHE ATTIVE DEL
LAVORO E DELL’ISTRUZIONE.
Nel mese di marzo 2013, è stato definito e approvato il Protocollo operativo tra l’Ambito
Territoriale - comune capofila Grumo Appula e il Distretto Socio - Sanitario n. 5 per la gestione
della Porta Unica di Accesso, con il quale oltre alla definizione delle modalità operative gestionali
del servizio PUA, il direttore del distretto socio sanitario, o suo delegato/a e il responsabile
dell’ufficio di piano o suo delegato/a si sono impegnati a svolgere quanto è necessario per:
-
-
favorire l’integrazione delle funzioni socio assistenziali con quelle socio sanitarie.
favorire la definizione di comuni metodologie operative di tutte le attività sociosanitarie
integrate e promuove il raccordo tra interventi pubblici e privati convenzionati esistenti sul
territorio.
applicare procedure uniformi per l’accesso al sistema integrato dei servizi socio sanitari.
garantire ai cittadini le informazioni e supporto nell’accompagnamento all’accesso alle
prestazioni sociosanitarie complesse per consentire agli stessi di esercitare appieno il loro
diritto alla salute.
sviluppare percorsi condivisi tra ospedale e territorio, nell’ottica della continuità
assistenziale e delle dimissioni protette attraverso l’attivazione di percorsi prioritari e di
avvio del servizio di assistenza domiciliare integrata o di inserimento in centri diurni,
residenze protette, ecc..
promuovere programmi di formazione e aggiornamento professionale degli operatori
impegnati nell’area della integrazione socio sanitaria.
definire incontri trimestrali per la verifica e valutazione del Servizio.
Trasmettere gli obiettivi da raggiungere, in rapporto ai contenuti e agli indirizzi del Piano di
Zona e della sua implementazione e i risultati conseguiti.
Ulteriore fondamentale strumento utile a favorire l’integrazione tra politiche sociali e politiche
sanitarie di cui quest’Ambito si è dotato in base alle previsioni del Piano Regionale di salute
2008/2010, del Piano regionale delle Politiche sociale 2013/2015, del Patto di salute 2010-2012,
nonché dei documenti Cipe per l'erogazione delle risorse premiali per l'obiettivo di Servizio -S.06
ADI Anziani e del Piano di Azione e Coesione Servizi di Cura 2013-2015, è l’accordo di programma
per la “programmazione e realizzazione di cure domiciliare integrate” tra Ambito territoriale N.5
Grumo Appula e Azienda Sanitaria Locale BA D.S.S. n. 5 siglato in data 09 dicembre 2013.
La finalità del predetto accordo di programma è quella di attuare un governo clinico assistenziale
efficace ed evidente delle CDI tra il Distretto Socio Sanitario n. 5 e l’Ambio Sociale Territoriale di
Grumo Appula.
Al fine di regolamentare e facilitare la gestione dei servizi di Assistenza Domiciliare in integrazione
socio- sanitaria e di Integrazione Scolastica ed extrascolastica degli alunni diversamente abili,
l’Ufficio di Piano ha istituito:
· L’UOAD Unità Operativa di Assistenza Domiciliare
31
· Il GLHA Gruppo di lavoro Handicap di Ambito
L’UOAD è costituito dal Coordinatore dell’Ufficio di Piano e dai componenti del Servizio Sociale
professionale di ambito, dal Direttore del Distretto Socio Sanitario, dal responsabile tecnico del l’ente erogatore del servizio. I compiti dell’U.O.A.D. e gli obiettivi dei servizi sono specificati all’in terno di un apposito Regolamento per l’Assistenza Domiciliare.
Il GLHA, che ha il compito di coordinare, monitorare e valutare il servizio, è composto: dal Respon sabile del servizio in capo all’Ufficio di Piano, dal referente tecnico dell’ente gestore del servizio,
dal medico e/o psicologo dell’Unità Multidisciplinare del Distretto Socio-Sanitario, dal Referente
dell’Ufficio Scolastico Regionale – ambito territoriale di Bari – Area integrazione Scolastica, dai dirigenti scolastici degli Istituti di Ambito e dai rappresentanti del Terzo Settore e delle Associazioni
sulla disabilità.
3.2 LA PROMOZIONE DEL CAPITALE SOCIALE, IL COINVOLGIMENTO DELLE RISORSE
SOLIDARISTICHE E FIDUCIARIE DEL TERRITORIO,LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI
Nel 2013 le Associazioni/organizzazioni che sul territorio comunale collaborano con l’Ambito sono
complessivamente 204 e sono così distribuite:
-
N. 49 Associazioni di volontariato;
N. 70 Associazioni di promozione sociale e culturale;
N. 32 Associazioni sportive;
N. 17 Patronati/CAF;
N. 23 Enti ecclesiastici e Parrocchie;
N. 13 Cooperative Sociali.
Tipologia di
Organizzazione
Grumo
Appula
Acquaviva
delle Fonti
Toritto
Sannicandro
di Bari
Binetto
18
Cassano
delle
Murge
10
Associazioni di
volontariato
Associazioni di
promozione
sociale e
culturale
Associazioni
sportive
Patronati/CAAF
Enti
ecclesiastici e
Parrocchie
Cooperative
sociali
7
Ambito
8
5
1
35
11
12
12
70
22
1
4
5
32
2
1
7
5
4
4
11
5
1
17
23
1
8
1
2
1
13
49
32
La tabella e il grafico offrono una sintesi di tutte le risorse solidaristiche e fiduciarie presenti sul
territorio dell’Ambito, che comprendono: cooperative sociali, Enti ecclesiastici e Parrocchie, CAAF
e Patronati e Associazioni (sportive, di volontariato, di promozione culturale e sociale). Si riscontra
una maggiore presenza di Associazioni di promozione sociale e culturale e di Associazioni di
Volontariato.
In particolare la mappatura delle Associazioni di Volontariato ha permesso di rilevare che le stesse
operano in molteplici settori. Tra le aree di intervento individuate, la maggior parte delle
Associazioni è impegnata in attività socio-sanitarie e di solidarietà sociale.
Aree di intervento delle Associazioni di Volontariato
33
L’Ufficio di Piano, con l’apporto del Segretariato Sociale di Ambito, ha curato nel corso del 2013
ogni possibile forma di comunicazione e partecipazione degli utenti, degli Enti e delle Istituzioni, in
ordine al funzionamento, diffusione e gradimento dei servizi sociali sul territorio di competenza.
A tal fine, l’Ufficio di Piano:
Ha assicurato che riscontro alle richieste, alle segnalazioni e ad eventuali reclami degli
utenti;
Ha favorito la partecipazione, attraverso i propri componenti, ad incontri o dibattiti
promossi da associazioni o da gruppi di utenti, allo scopo di discutere proposte circa la
migliore gestione ed erogazione dei servizi;
Ha curato i rapporti con gli enti e le istituzioni, pubbliche e private, presenti ed operanti sul
territorio di competenza;
Ha predisposto pubblicazioni periodiche informative e divulgative per illustrare ai cittadini i
contenuti del Piano Sociale di Zona e le modalità per l’accesso ai servizi e la migliore
fruizione di essi.
Al buon funzionamento dell’Ufficio di Piano nello svolgimento di tali attività hanno concorso i
seguenti servizi: servizio di segretariato sociale, la Porta Unica di Accesso il Servizio Sociale
Professionale.
4. Esercizi di costruzione della Governance del Piano
Sociale di Zona.
4.1 PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DEL LIVELLO RAGGIUNTO DI GOVERNANCE TERRITORIALE
Il sistema di Governance di questo ambito ha individuato la Convenzione quale strumento per la
gestione associata dei servizi sociali per dare attuazione al principio di sussidiarietà fra Enti Locali
ed a quello di pari opportunità di accesso a servizi per tutti i cittadini residenti nell’ambito
territoriale.
La forma giuridica sperimentata di gestione associata a livello politico attraverso il Coordinamento
Istituzionale e a livello tecnico attraverso l’Ufficio di Piano, ha risposto adeguatamente
all’obiettivo di un corretto esercizio della funzione amministrativa in forma associata in quanto ha
omogeneizzato le procedure: bandi unici, modelli di domande uniformi, criteri omogenei per
l’accesso ai servizi e agli interventi, tariffe di compartecipazione uguali sul territorio dell’Ambito
territoriale, parametri uniformi di programmazione finanziaria, metodologie di lavoro e stili
professionali analoghi che favoriscono una maggiore partecipazione e consenso dei cittadini.
Il Coordinamento Istituzionale, quale organo di indirizzo politico-amministrativo, ha rappresentato
e rappresenta, anche fisicamente, lo spazio dove i sei Comuni dell’Ambito territoriale pianificano la
costruzione di un sistema di welfare condiviso e individuano priorità e strumenti per realizzarlo.
Il Coordinamento Istituzionale è l’organo di indirizzo, di direzione e di rappresentanza politicoistituzionale dei comuni dell’Ambito Territoriale. Esso ha avuto il compito di definire le modalità
gestionali e le forme organizzative più idonee per il funzionamento dell’Ambito, di stabilire forme
e strategie di collaborazione con l’ASL, finalizzate all’integrazione sociosanitaria, con la Provincia, e
34
con gli altri attori sociali, pubblici e privati, di coordinare l’attività di programmazione, di facilitare i
processi di integrazione riguardanti gli interventi sociali, di approvare il Bilancio. Al Coordinamento
istituzionale si è occupato della cura di tutte le fasi relative all’approvazione e attuazione del Piano
di Zona.
Del Coordinamento Istituzionale hanno fatto parte, i Sindaci e/o gli Assessori alle Politiche Sociali,
o Consigliere comunale specificamente delegato di ciascun Comune associato, che si sono fatti garanti, ciascuno per il proprio ente di appartenenza, della presa d’atto dei provvedimenti adottati in
seno al Coordinamento istituzionale ed approvati dal Comune capofila nonché della relativa e coerente attuazione a livello comunale delle decisioni assunte.
Alle riunioni del Coordinamento Istituzionale partecipa il Direttore Generale della ASL, o un suo
delegato, che concorre formalmente alla assunzione delle decisioni con riferimento alle scelte connesse agli indirizzi in materia di integrazione sociosanitaria, e il Presidente della Provincia, o un suo
delegato, che concorre formalmente alla assunzione delle decisioni con riferimento alle scelte relative agli interventi che prevedono la collaborazione e il coordinamento con l’Ente Provincia e alla
determinazione dei servizi sovra-ambito.
Più in generale possono partecipare al Coordinamento Istituzionale, su invito dei Comuni, anche
altri soggetti ove interessati alla realizzazione della rete dei servizi.
Il funzionamento del Coordinamento Istituzionale è regolamentato da un disciplinare di funzionamento adottato dallo stesso Coordinamento.
Il Coordinamento Tecnico, composto dai Responsabili dei Servizi Sociali di tutti i Comuni dell’Ambito e dal referente del Distretto Sanitario, si occupa di:
1. predisporre gli atti per l'organizzazione dei servizi e per l'eventuale affidamento di essi ai sensi
della Legge n. 19/2006;
2. provvedere alle attività di gestione per l’attuazione del Piano di Zona;
3. predisporre i Protocolli d’Intesa e gli altri atti finalizzati a realizzare il coordinamento delle azioni
riferibili al Piano di Zona;
4. organizzare la raccolta delle informazioni e dei dati al fine della realizzazione del sistema di monitoraggio e valutazione;
5. predisporre tutti gli atti necessari all’assolvimento dell’obbligo di rendicontazione da parte del
Comune Capofila, custode e affidatario del fondo complessivo dell’Ambito;
6. formulare proposte, indicazioni e suggerimenti diretti al Coordinamento Istituzionale in tema di
iniziative di formazione e aggiornamento degli operatori, gestione ed eventuale rimodulazione delle attività previste dal Piano di Zona, acquisizione di diverse competenze o nuove figure professionali per l'espletamento dei propri compiti;
7. curare l’esecuzione delle deliberazioni del Coordinamento Istituzionale;
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8. relazionare periodicamente, con cadenza almeno semestrale, al Coordinamento Istituzionale
sullo stato di attuazione del Piano di Zona con l'indicazione del livello di attuazione e del grado di
soddisfazione dell'utenza;
9. esercitare le attività di controllo e vigilanza sui servizi.
Nel mese di marzo 2013, è stato definito e approvato il Protocollo operativo tra l’Ambito
Territoriale - comune capofila Grumo Appula e il Distretto Socio - Sanitario n. 5 per la gestione
della Porta Unica di Accesso, con il quale oltre alla definizione delle modalità operative gestionali
del servizio PUA, il direttore del distretto socio sanitario, o suo delegato/a e il responsabile
dell’ufficio di piano o suo delegato/a si sono impegnati a svolgere quanto è necessario per:
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favorire l’integrazione delle funzioni socio assistenziali con quelle socio sanitarie.
favorire la definizione di comuni metodologie operative di tutte le attività sociosanitarie
integrate e promuove il raccordo tra interventi pubblici e privati convenzionati esistenti sul
territorio.
applicare procedure uniformi per l’accesso al sistema integrato dei servizi socio sanitari.
garantire ai cittadini le informazioni e supporto nell’accompagnamento all’accesso alle
prestazioni sociosanitarie complesse per consentire agli stessi di esercitare appieno il loro
diritto alla salute.
sviluppare percorsi condivisi tra ospedale e territorio, nell’ottica della continuità
assistenziale e delle dimissioni protette attraverso l’attivazione di percorsi prioritari e di
avvio del servizio di assistenza domiciliare integrata o di inserimento in centri diurni,
residenze protette, ecc..
promuovere programmi di formazione e aggiornamento professionale degli operatori
impegnati nell’area della integrazione socio sanitaria.
definire incontri trimestrali per la verifica e valutazione del Servizio.
Trasmettere gli obiettivi da raggiungere, in rapporto ai contenuti e agli indirizzi del Piano di
Zona e della sua implementazione e i risultati conseguiti.
Il sistema di governance per l'implementazione del Piano Sociale di Zona dell' Ambito è stato il
processo di concertazione con tutti i soggetti istituzionali operanti sul territorio, in quanto ha visto
coinvolti i diversi attori istituzionali interessati alla programmazione e all’attuazione dello stesso,
unitamente a tutti i portatori di interessi con l’obiettivo comune di rispondere al fabbisogno di servizi sociali nel territorio di riferimento, prendendo in carico i beneficiari diretti dei servizi e i loro
familiari.
Il filo conduttore per l'implementazione del Piano Sociale di Zona del nostro Ambito è stato il pro cesso di concertazione con tutti i soggetti istituzionali operanti sul territorio.
Per quanto riguarda le risorse solidaristiche, di cui si fornita la mappatura nel capitolo precedente,
l'espressione più complessa, e al contempo compiuta, del processo di coinvolgimento è il Tavolo di
Concertazione al quale partecipano i soggetti del privato sociale, le organizzazioni e tutti i soggetti,
pubblici e privati interessati allo sviluppo e alla realizzazione dei servizi integrati del Piano Sociale
di Zona. Il Tavolo di Concertazione rappresenta il luogo elettivo per la comunicazione e la co - programmazione sociale.
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Hanno assunto un ruolo e un'importanza fondamentale la "rete" dei diversi attori istituzionali presenti sul territorio, chiamati a svolgere un ruolo attivo e partecipativo nell'ottica di una condivisione comune di strategie e risposte alle domande dei cittadini, ognuno con il proprio bagaglio di
competenze e responsabili ma con l'obiettivo comune di realizzare concretamente l'integrazione
dei servizi sociali e socio sanitari.
L’attuazione del Piano di Zona, a partire dalla costruzione partecipata dei capitolati d’appalto, dai
controlli di qualità sui servizi offerti, dalla ri-programmazione partecipata e delle risorse sopravvenute e dalla costruzione dei partenariati di rete su cui sono stati erogati i servizi.
Sul versante dei soggetti pubblici coinvolti oltre alla ASL e alla Provincia, è stato importante il coin volgimento stabile delle Istituzioni scolastiche. Ma ancora più importante è stato essersi dotati di
un luogo di confronto stabile che ha accompagnato e monitorato il Piano di Zona nella sua attua zione, oltre ad essere diventato l’osservatorio stabile delle dinamiche sociali in atto al fine di riprogrammare servizi e iniziative sociali di Ambito e di stretta pertinenza comunale.
Nell'ottica di un sistema di programmazione e di pianificazione condiviso da tutti gli attori istituzionali, per offrire risposte mirate e appropriate ai bisogni della "persona", occupa un ruolo fondamentale l'attuazione della integrazione sociosanitaria. Nel corso del primo triennio notevoli
passi in avanti sono stati fatti al riguardo e la sottoscrizione dei protocolli operativi per la
gestione della PUA e dell' UVM e per la costituzione di un'equipe multidisciplinare integrata
per i servizi di affidamento familiare e adozione e per la prevenzione e lotta alla violenza su
donne e minori, ne sono alcuni esempi. Una criticità molto forte e sicuramente da colmare è rappresentata dal servizio di assistenza domiciliare integrata che non viene erogato in maniera
adeguata (in termini di risorse umane, modalità operative e tempi) ed uniforme nel territorio,
benché si tratti di un livello essenziale di assistenza a livello sanitario. La collaborazione con la
ASL, nel corso di questo triennio, dovrà essere ulteriormente rafforzata tenuto conto degli impegni cui i Comuni, con il Piano Sociale Regionale e la ASL, con il Piano della Salute,
sono chiamati ad assolvere per la piena realizzazione del sistema integrato dei servizi socio sanitari.
Da qui l’Istituzione della Cabina di regia di Ambito costituita con Delibera del Coordinamento Istituzionale, anche come strumento di supporto alle parti sociali (OO.SS. e Rappresentanze del Terzo
Settore) per svolgere efficacemente il proprio ruolo e funzione, nel solco del principio di sussidiarietà orizzontale.
Sono state favorite le sottoscrizioni, con le Istituzioni Pubbliche preposte, di protocolli operativi e
accordi di programma, al fine di migliorare l’integrazione tra Istituzioni finalizzata alla certezza delle procedure e alla qualità dei servizi resi ai soggetti interessati.
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