Catalogazione dei periodici secondo REICAT

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Catalogazione dei periodici secondo REICAT
Catalogazione dei
periodici secondo
REICAT
Coordinamento Polo SBN VIA
Biblioteca Bertoliana di Vicenza
Catalogazione dei periodici
secondo REICAT
Di seguito si evidenziano alcune delle
peculiarità nel trattamento catalografico
dei seriali (contraddistinti dalla natura S in
Indice SBN) e, nello specifico, dei
periodici.
Tutte le definizioni e istruzioni sono ricavate
dal manuale REICAT.
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1.5.2. Pubblicazioni seriali (pp. 29-30)
 Per pubblicazione seriale (o seriale, o pubblicazione in serie) si
intende una pubblicazione costituita da più unità pubblicate (o che ci
si propone di pubblicare) in tempi successivi e indefinitamente, senza
prevedere un completamento o conclusione predeterminati.
 Le unità di una pubblicazione seriale sono di norma dotate di una
numerazione (o di una designazione cronologica o di identificativi analoghi)
che le distingue e le ordina in sequenza.
 Le pubblicazione seriali comprendono i periodici in senso stretto e altre
pubblicazioni, senza periodicità o con contenuto unitario, che rientrano nella
definizione precedente. Sono pubblicazioni seriali, p.es., i giornali
quotidiani, le riviste, i periodici elettronici, gli atti di accademie e società
scientifiche, gli annuari o repertori pubblicati periodicamente o anche con
scadenze non predeterminate, le relazioni o rapporti annuali.
 Hanno di solito natura seriale, ma con particolarità proprie, anche le
collezioni (par. 1.5.3). N.B. Le collezioni in SBN seguono un proprio
trattamento catalografico e sono distinte da una propria natura, la C.
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1.6.2. Descrizione di pubblicazioni in corso (pag. 34)
 Una pubblicazione prevista in più unità o parti (monografica o
seriale), o ad aggiornamento integrato, può essere:
a) in continuazione (in corso di pubblicazione), quando non sono
state ancora pubblicate tutte le parti previste, oppure, nel caso di
una pubblicazione seriale o ad aggiornamento integrato, finché
ne vengono pubblicate nuove unità o aggiornamenti, oppure
b) conclusa (completata o cessata) quando tutte le sue unità o
parti sono state pubblicate oppure quando ne sono cessate o
interrotte la pubblicazione o l’aggiornamento.
 La descrizione di una pubblicazione ancora in corso non può
essere completata, ossia rimane “aperta”; la si completa quando
la pubblicazione è conclusa. Una pubblicazione descritta come
cessata o interrotta può successivamente riprendere; la sua
descrizione viene modificata di conseguenza.
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1.7.3. Variazioni tra le unità successive di una pubblicazione
seriale (pag. 39):
 Le pubblicazioni periodiche e seriali o ad aggiornamento integrato
sono oggetto di un’unica descrizione bibliografica in caso di
variazioni o cambiamenti minori negli elementi d’identificazione che
compaiono nelle singole unità o parti (par. 1.7.3.1).
 Sono invece oggetto di descrizioni distinte in caso di cambiamento
del titolo o, se il titolo è costituito da un’espressione generica, in
caso di cambiamento dell’ente responsabile, e in caso di
cambiamenti significativi nell’indicazione di edizione o nel tipo di
materiale (par. 1.7.3.2). Si redige una nuova descrizione anche se, a
seguito di un cambiamento del titolo (o negli altri casi elencati), la
pubblicazione riprende un titolo usato in precedenza.
 Le variazioni o cambiamenti minori del titolo si segnalano nella
descrizione come indicato dalle norme che seguono (cfr. i par.
4.1.1.7 B, 4.7.0.5 e 4.7.1.11) e, se non hanno identico valore per la
ricerca, devono costituire un elemento di accesso (cap. 13). Le
descrizioni di pubblicazioni in successione si collegano tra loro (cfr. i
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par. 4.7.1.6 e 4.7.9).
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3.2.2.3. Sostituto del frontespizio per le pubblicazioni seriali (p. 67)

Per le pubblicazioni periodiche o seriali che non hanno frontespizio il sostituto
del frontespizio si sceglie secondo il seguente ordine di preferenza:
1) la copertina;
2) la testata, ossia la parte superiore della prima pagina di un giornale o di un’altra
pubblicazione di forma analoga, in cui compaiono il titolo e di solito anche la
numerazione, la data e altre informazioni editoriali (p.es. il prezzo, il direttore e
l’editore, la periodicità, il luogo di pubblicazione), o l’intitolazione, anche quando
è seguita dal sommario invece che dall’inizio del testo;
3) la gerenza, ossia la pagina o, più spesso, la parte di una pagina in cui
compaiono, insieme al titolo, informazioni sulla proprietà, la direzione,
l’amministrazione, la redazione, etc.; può trovarsi in varie posizioni, p.es. nella
stessa pagina del sommario, sotto la testata, in pagine preliminari o redazionali;
4) la pagina del sommario o indice ed eventuali altre pagine redazionali o editoriali;
5) il colophon o sottoscrizione;
6) altre pagine preliminari;
7) informazioni presenti a margine delle pagine di testo (p.es. un’indicazione
stampata al piede della prima pagina o un titolo corrente);
8) informazioni presenti nel testo stesso.

La fonte scelta si indica in nota quando non si tratta della copertina o della6
testata o quando la scelta tra più fonti può essere incerta.
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Vediamo come esempio la catalogazione in
Indice SBN del periodico
Casabella : rivista internazionale di architettura
e urbanistica.
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4.1.3.1 E (p. 117)
Per le pubblicazioni periodiche o seriali e le collezioni le indicazioni di
responsabilità relative a persone con il ruolo di curatori, direttori,
fondatori, etc., possono essere riportate in nota, invece che nell’area 1
(par. 4.7.1.14 A). Per eventuali variazioni vedi il par. 4.1.3.8 B.
4.3. AREA SPECIFICA DEL MATERIALE O DEL TIPO DI
PUBBLICAZIONE (p. 147)
L’area specifica del materiale o del tipo di pubblicazione comprende
indicazioni di particolare importanza per singoli materiali o tipi di
pubblicazione che non rientrano nelle altre aree. L’area si utilizza per:
 a) la forma di presentazione per la musica scritta (par. 4.3A);
 b) i dati matematici per i documenti cartografici (par. 4.3B);
 c) la numerazione per le pubblicazioni periodiche e seriali (par.
4.3C).
L’area può essere ripetuta, nell’ordine sopra indicato, se la pubblicazione
rientra in due delle categorie previste.
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4.3C. AREA DELLA NUMERAZIONE (pp. 154-167)
4.3C.0. Indicazioni generali
4.3C.0.1. Elementi dell’area della numerazione
L’area della numerazione comprende l’indicazione degli estremi di numerazione
(incluse eventuali indicazioni cronologiche) di una pubblicazione periodica o seriale.
4.3C.1. Numerazione
4.3C.1.0. Definizione

Per numerazione si intende l’indicazione numerica, eventualmente accompagnata da
espressioni descrittive (volume, numero, fascicolo, etc.) o partizioni, che distingue
ciascuna unità o parte di una pubblicazione periodica o seriale, o un’indicazione
analoga che ne specifica la posizione nella sequenza delle unità o parti pubblicate o
da pubblicare.

L’indicazione numerica può essere accompagnata da un’indicazione cronologica, in
genere secondo sequenze corrispondenti, o la seconda, in mancanza della prima,
può svolgerne la funzione. In alcune pubblicazioni seriali l’indicazione numerica o
cronologica può essere accompagnata dal termine edizione o da un termine analogo
(cfr. il par. 4.2.1.1 D, punto c).

La numerazione viene indicata in forma sintetica tramite i suoi estremi (iniziale e, per
pubblicazioni cessate o interrotte, finale), di norma con indicazioni omogenee l’una
all’altra, unite da un trattino. Nei casi di serie o sequenze successive o di
cambiamenti del sistema di numerazione, quindi, la numerazione comprende gli
estremi di ciascuna serie o sistema (par. 4.3C.1.2).
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

La numerazione deve rappresentare in forma sintetica ma corretta l’insieme
delle indicazioni recate dalle singole unità o parti (non solo quelle della
prima e dell’ultima) con la segnalazione di eventuali irregolarità in nota (par.
4.3C.1.4-4.3C.1.6).
Le indicazioni cronologiche (o date di riferimento) possono non
corrispondere agli anni di pubblicazione registrati nell’area 4 (par. 4.4.4.6):
p.es. un rapporto annuale di attività di solito indica l’anno di riferimento e
viene pubblicato nell’anno successivo, una bibliografia cumulativa può
recare solo l’indicazione, via via crescente, del periodo di copertura.
4.3C.1.1. Trascrizione
4.3C.1.1 A.
 Gli elementi che compongono la numerazione si riportano come compaiono
nella pubblicazione ma in ordine logico, a partire dall’indicazione più ampia
e con l’indicazione cronologica dopo la numerazione a cui si riferisce. Gli
elementi che compongono un’indicazione cronologica si riportano
nell’ordine in cui compaiono e, quando accompagnano la numerazione, si
racchiudono tra parentesi tonde (par. 4.3C.1.1 C).
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4.3C.1.1 B.
 Le designazioni di volume, numero, etc., si riportano in forma
abbreviata (vol., n., etc.) nei casi previsti nell’Appendice A e quando
compaiono abbreviate nella pubblicazione stessa, i numeri si
registrano in cifre arabe, seguite dal punto solo quando precedono
la relativa designazione. Non si aggiungono designazioni di volume,
numero, etc., che non compaiono nelle fonti prescritte.
 Componenti
distinte della numerazione (p.es. l’indicazione
dell’annata e quella del fascicolo) si separano con una virgola.
 Esempi:
N. 1-. . .
1-. . .
Anno 1, n. 1 (. . .)Anno 1, fasc. 1 (. . .)Vol. 1, disp. 1 (. . .)Anno 01, n. 0115
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4.3C.1.1 C.

Se compaiono sia una numerazione sia un’indicazione cronologica, in genere
secondo sequenze corrispondenti, si riportano in quest’ordine, racchiudendo la
seconda tra parentesi tonde.

L’indicazione dell’anno si riporta prima del numero del fascicolo, però, se la
numerazione di questi è interna all’annata (cioè riparte da 1 ogni anno); l’indicazione
dei mesi o giorni, se presente, si riporta tra parentesi tonde dopo il numero del
fascicolo.

Nelle indicazioni cronologiche gli anni (secondo l’era cristiana) e i giorni si registrano
in cifre arabe, i mesi – se espressi in parole e non in cifre – si riportano in forma
abbreviata nei casi previsti nell’Appendice A e quando compaiono abbreviati nella
pubblicazione stessa. L’indicazione dei giorni della settimana si omette. Se
l’indicazione cronologica comprende più giorni o mesi li si riporta uniti da un trattino,
se comprende più anni li si riporta uniti da una barra.

Esempi:
N. 1 (feb. 1995)N. 1 (mag.-giu.-lug. 2006)N. 1 (primavera 1995)N. 1 (automne 1982)N. 1 (1° quadrimestre 1988)N. 1 (9-22 feb. 2000)16
Issue 1 (Jan. 2006)-
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4.3C.1.1 D.
Se compare soltanto un’indicazione cronologica la si riporta come numerazione.

1968-. . .

20 giu. 2006
1973/Dec. 19974.3C.1.1 E.

Per le pubblicazioni cessate si riporta, dopo il trattino, la numerazione e/o l’indicazione
cronologica dell’ultima unità o parte pubblicata, se distinta dalla prima. Si intende per
ultima l’unità o parte che presenta il numero più alto o l’indicazione cronologica più
recente, anche se parti precedenti sono state pubblicate successivamente.

Una pubblicazione si considera cessata se la sua cessazione è dichiarata o se comunque
da alcuni anni non vengono pubblicate nuove unità; se la pubblicazione riprende la
descrizione viene modificata di conseguenza (par. 1.6.2).

N. 1 (apr. 1980)-n. 40 (ott. 1999)

N. 1 (feb. 1999)-n. 5 (set. 2000)

1 (1977)-25 (2001)

1 (gen.-feb. 2001)-32 (ott.-dic. 2006)

Anno 1, n. 1 (7 gen. 1865)-anno 2, n. 34 (25 ago. 1866)

1. Jahrgang, 1. Heft (Jan. 1884)-104. Jahrgang, Heft 12 (Dez. 1990)
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4.5.1.1 C.
 Per le pubblicazioni in più unità in corso (non concluse o interrotte)
la designazione specifica del materiale si registra senza il numero
delle unità, anche se previsto nel piano dell’opera. Si completa
l’indicazione, possibilmente, quando la pubblicazione è conclusa o
cessata.
Volumi; 28 cm [Nell’esempio mostrato nelle diapositive l’indicazione
in realtà è v., perché così si indicava prima delle REICAT].
4.7.1.2. Note sulla periodicità
 Per le pubblicazioni periodiche come prima nota si indica la periodicità di
uscita, se non compare in altri punti della descrizione, in italiano ma
riprendendo possibilmente quanto dichiarato nella pubblicazione stessa.
 Si indicano anche i cambiamenti di periodicità, possibilmente con la relativa
decorrenza; se sono numerosi si possono segnalare in forma generica.
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5.5. DESCRIZIONE DI UNITÀ MONOGRAFICHE DI
PUBBLICAZIONI PERIODICHE O SERIALI
5.5 A.
 Di norma si descrivono individualmente, con una registrazione
autonoma, le unità di pubblicazioni periodiche che si
presentano come monografie indipendenti (in genere con
un proprio frontespizio o fonte primaria analoga, che
comprende un titolo specifico e interamente o in parte i
dati di pubblicazione, par. 1.5.2 C), collegando la
registrazione a quella del periodico.
 Per unità o parti di un periodico che abbiano contenuto
monografico con un titolo d’insieme, ma che non si presentino
come monografie autonome (con propri dati di pubblicazione),
si preferisce la descrizione analitica (par. 5.6) [titolo analitico
N, spoglio].
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In questa sezione delle REICAT si fa riferimento ai periodici che
escono come fascicoli monografici, con un proprio titolo
identificativo e autonomo.
E’ possibile, in questi casi, descrivere il periodico in generale con
una notizia bibliografica di natura S e collegare ad esso le
descrizioni dei singoli fascicoli come notizie di natura M
(monografie).
Come indicato a pag. 152 della Guida alla catalogazione in SBN.
Pubblicazioni monografiche. Pubblicazioni in serie, la notizia M
che descrive il fascicolo viene collegata alla notizia S con un
legame FA PARTE DI. Di norma, i riferimenti alla numerazione e
all’anno di pubblicazione del fascicolo vengono inseriti nella nota
al legame.
Vediamo come esempio il periodico Limes : rivista italiana di
geopolitica.
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Esistono quindi sostanzialmente 2 tipologie di periodico: il
classico che viene pubblicato a fascicoli miscellanei e in
alcuni particolari occasioni pubblica un numero speciale
monografico e quello che esce costantemente a fascicoli
monografici.
Entrambi vengono descritti in Indice SBN con natura S e
secondo gli standard riportati nelle REICAT e nella
Guida alla catalogazione in SBN. Ai periodici che escono
come fascicoli monografici possono anche essere
collegate delle monografie M che descrivono
singolarmente i fascicoli.
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Attenzione: non bisogna confondere i fascicoli
monografici che costituiscono una pubblicazione
in serie dai supplementi che escono in aggiunta
rispetto ai numeri in abbonamento.
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Oltre alle indicazioni per il trattamento catalografico dei
periodici, le REICAT e la Guida alla catalogazione in
SBN forniscono anche le istruzioni per indicare la
consistenza a catalogo dei fascicoli posseduti dalla
biblioteca. Vi consigliamo di attenervi a queste
indicazioni per uniformità nei confronti degli utenti
sia del Polo che di Indice.
La consistenza del posseduto dei periodici è infatti un
dato che viene visualizzato anche in Indice dal resto
delle biblioteche in SBN.
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7.2. CONSISTENZA DI PUBBLICAZIONI PERIODICHE O SERIALI (pp. 305-307)
7.2 A.

Per le pubblicazioni periodiche o seriali si indica la consistenza dell’esemplare, anche se
corrisponde alla numerazione indicata nell’area 3 (ossia se l’esemplare è completo).

La consistenza si può indicare, per particolari esigenze, anche per le pubblicazioni
monografiche (in una o più unita o parti); altrimenti, per la sola indicazione di mancanze o
mutilazioni, o per la presenza o assenza di allegati non uniti a tutti gli esemplari, vedi il par.
7.3.
7.2 B.

La consistenza di pubblicazioni periodiche o seriali si può indicare con gli estremi della
relativa numerazione, riportati secondo le norme per l’area 3 (par. 4.3C), ma in genere
conviene registrarla in forma semplificata, ridotta alle informazioni essenziali, trascurando
quanto risulta già dall’area 3.

Si fornisce per quanto possibile in positivo (relativamente al posseduto), con indicazioni in
negativo (mancanze o lacune). In particolare:
a) si indicano possibilmente solo le unità più ampie (annate o volumi, piuttosto che fascicoli o
numeri), salvo quando la consistenza inizia con un fascicolo che non è il primo dell’annata
o termina con un fascicolo che non è l’ultimo;
b) si omettono le designazioni che accompagnano il numero (p.es. anno o vol.), salvo nel caso
di numerazione progressiva dei fascicoli;
c) se esistono più sistemi di numerazione o numerazioni parallele (par. 4.3C.1.3 e 4.3C.2) si
utilizza solo il primo;
d) si trascurano le indicazioni di serie successive, se non ne derivano ambiguità;
e) si trascurano le sospensioni o irregolarità nella pubblicazione o nella numerazione (p.es.32
annate o volumi non pubblicati).
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
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Come termine iniziale si indicano il volume o annata o numero e, tra parentesi tonde, l’anno solare
corrispondente (o più anni), omettendo i mesi o altre indicazioni cronologiche e lo spazio tra gli
elementi; si riporta solo la numerazione o solo l’indicazione cronologica se la pubblicazione non
presenta l’altro elemento.
La numerazione iniziale si fa seguire da un trattino e 4 spazi (o 4 punti) se la consistenza è aperta
(ossia la pubblicazione continua a pervenire); se la consistenza è chiusa dopo il trattino si indica
la numerazione finale (se diversa dall’iniziale).
Più sequenze, di numerazione o di consistenza, si separano con un punto e virgola (non
preceduto ne’ seguito da spazi).
Se la consistenza è aperta si può aggiungere all’indicazione iniziale quella del volume, annata o
fascicolo più recenti pervenuti.
1(1980)1(1976/77)- (nell’area 3 la numerazione inizia con Vol. 1, n. 1 (autumn 1976), ma il volume comprende
il periodo di 12 mesi fino all’estate 1977)
1(1899/1900)-(nell’area 3 la numerazione inizia con Vol. 1, disp. 1 (apr. 1899) ma il volume
comprende un periodo di 12)
20002000/01N.6- (periodici che non presentano, rispettivamente, una numerazione delle unità o un’indicazione
cronologica)
1(1980),2- (non è posseduto il primo fascicolo)
1(1981)- (il periodico ha concluso una prima serie nel 1985 e iniziato una nuova serie dal 1995, come
risulta nell’area 3, ma non lo si specifica nella consistenza)
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INDICAZIONE DELLE LACUNE
7.2 C.

Se uno o più anni sono presenti in parte si indicano le lacune, precedute
dall’abbreviazione Lac. Si riportano di norma l’anno o gli anni incompleti, o i
volumi incompleti se l’indicazione risulta più precisa (nel caso di pubblicazione
di più volumi nello stesso anno); si specificano possibilmente anche i numeri o
fascicoli.

Se le annate incomplete sono molto numerose e costituiscono la maggioranza
del posseduto si può indicare In gran parte lac. Si usa l’indicazione Lac. da sola
se tutte le annate possedute sono incomplete.

Se la mancanza riguarda una o più annate intere, invece, si registrano
preferibilmente più sequenze separate.

Se mancano elementi sufficienti a precisare la lacuna (p.es. in un’annata) si
possono indicare le unità o parti possedute.

Non si indicano come lacune annate o fascicoli che non risultino effettivamente
pubblicati (p.es. omessi per errore nella numerazione o mai usciti per la
cessazione della pubblicazione nel corso dell’anno).
1(1961)-31(1991). Lac. 1961
1(1961)-31(1991). Lac. 1961-1963;1970-1972
1(1983)-7(1989). Lac. 1984:n.1,13
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7.2 D.
 Si specifica se vi sono unità possedute anche o esclusivamente in
riproduzione (pubblicata o non pubblicata). Le unità possedute in
riproduzione si indicano dopo la consistenza dell’originale, oppure
come un secondo esemplare, ma non si includono nella consistenza
complessiva. Se la consistenza della riproduzione coincide con
quella indicata per l’originale la si può segnalare in forma generica
(p.es. Altra copia in microfilm).
101(1959)- . Altra copia in microfilm
5(1957);7(1959)-17(1969). In gran parte lac. 1969 anche in microfilm
1930-1939;1947-1970. 1940-1950 in microfilm
7.2 E.
 Si segnalano possibilmente, infine, gli indici cumulativi posseduti,
specificando complessivamente il periodo che comprendono,
preceduto dall’espressione Indici.
1(1961)-31(1991). Indici 1961-1981
1926- . Indici 1926-2005
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Si ricorda che le fonti di riferimento per la
catalogazione descrittiva dei periodici in SBN sono:
- REICAT
- FAQ sull’applicazione delle REICAT in SBN
- Circolare ICCU di applicazione delle REICAT in
SBN
- Guida alla catalogazione in SBN (Pubblicazioni
monografiche, pubblicazioni in serie).
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