Programma e Magazine - Agenda comune di Brescia
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Programma e Magazine - Agenda comune di Brescia
12-20 Novembre Centro Sportivo San Filippo Dal vivo é un’altra vita Il Grande TENNIS WWW.ATPBRESCIA.COM Il Sindaco Il Presidente della F.I.T. R ivolgo un cordiale saluto, a nome mio e dell’Amministrazione comunale, agli organizzatori e ai partecipanti degli Internazionali di Tennis Challenger – Città di Brescia III^ edizione, in programma dal 12 al 20 novembre 2016. Anche quest’anno il torneo di tennis maschile, inserito nel circuito Internazionale Atp (Association of Tennis Professionals), fa ritorno nella nostra città. È un grande onore, per Brescia, ospitare questa competizione di alto livello tecnico, con punteggi valevoli per la classifica mondiale. Il palazzetto San Filippo sarà teatro di una manifestazione riservata ai migliori atleti, gran parte dei quali tra i primi duecento del ranking, sostenuti da un pubblico numeroso e affezionato che assisterà a incontri avvincenti, intensi e combattuti. Questo torneo è la testimonianza concreta della grande vitalità che la disciplina sportiva ricopre sul nostro territorio. È un evento entusiasmante, in grado di coinvolgere scuole di tennis, circoli di città e provincia e semplici appassionati. Lo sport svolge un ruolo fondamentale per l’inserimento nella vita sociale e per il raggiungimento dell’indipendenza. Qualsiasi attività praticata a livello agonistico riveste una notevole importanza, anche dal punto di vista psicologico. Consente infatti di interagire, socializzare e divertirsi in gruppo, affermando le proprie potenzialità. In questo contesto si è distinta l’attività dal maestro Emidio Rossi del Tennis School Pro Kennex che ha insegnato e divulgato la pratica del tennis con grande dedizione e professionalità. È mia intenzione, quindi, ringraziare nuovamente il Presidente e gli organizzatori che hanno impiegato i propri sforzi e il proprio tempo a dare vita a questa manifestazione e augurare a tutti gli atleti, veri protagonisti dell’evento, di vivere un’esperienza speciale e coinvolgente, ricca di prestigiosi risultati. Il Sindaco F.LLI MUGELLI RAPPRESENTANTI VINI E DISTILLATI Mugelli Stefano | tel 335 462443 Mugelli Folco-Manfredi | tel 335 7266192 Emilio Del Bono É con grande piacere che invio il saluto del Consiglio Federale e mio personale a tutti i partecipanti alla Terza Edizione degli Internazionali Città di Brescia. Questa prova arricchisce il calendario italiano dei Challenger, che nel 2016 si conferma, per il numero di Tornei e per l’elevato livello tecnico dei giocatori, tra i più prestigiosi del calendario mondiale. L’organizzazione di tornei di questo livello internazionale è promossa dalla FIT perché favorisce l’ingresso dei nostri giovani nel circuito professionistico e rappresenta dunque un elemento strategico di crescita globale per l’intero movimento. Questi eventi permettono infatti ai giovani tennisti di guadagnare punti importanti per migliorare il proprio ranking. Un sentito ringraziamento va agli amici organizzatori dell’Associazione Sportiva Emidio Rossi e a tutto il suo staff per la competenza, la passione sportiva e l’impegno profusi nella realizzazione di questo Torneo. Il Presidente della Federazione Italiana Tennis Angelo Binaghi Comitato Organizzativo e Staff –––– Supervisor: ATP Roberto Ranieri Direttore Torneo: Mauro Ricevuti Direzione organizzativa: Mauro Monesi, Emidio Rossi, Marco Monesi, Michela Rossi –––– Resp. segreteria: Lorenzo Peduzzi Resp. Ufficio stampa: Riccardo Bisti Resp. Giudici di linea: Giuseppe De Pasquale Resp. raccattapalle: Roberto Mangiarini Medico: Giovanni Monesi Resp. Fisioterapisti: Italo Mini Fisioterapisti: Mauro Botticini, Matteo Fusi, Manuel Severino, Michele Trainini 4 | Internazionali città di Brescia · 2016 Programma Programma Tickets Sab 12 Qualificazioni a partire dalle ore 10.00. Biglietti Giornalieri Dom 13 Qualificazioni a partire dalle ore 12.00. Dal 12/11 al 13/11 Lun 5 Internazionali città di Brescia · 2016 | 14 Incontri tabellone principale. Sessione giornaliera dalle 10.00, sessione serale dalle 19.00 (minimo 2 incontri). Mar 15 Incontri tabellone principale. Sessione giornaliera dalle 10.00, sessione serale dalle 19.00 (minimo 2 incontri). Mer 16 Ottavi di finale sessione giornaliera dalle 14.00, sessione serale dalle 19.00 (minimo 2 incontri). Gio 17 Ottavi di finale sessione giornaliera dalle 14.00, sessione serale dalle 19.00 (minimo 2 incontri). Ven 18 Quarti di finale sessione giornaliera dalle 14.00, sessione serale dalle 19.00 (minimo 2 incontri). Sab 19 Prima semifnale o finale di doppio dalle 16.00. Sessione serale dalle 19.00 con gli altri due incontri. Tribune Tecniche – Euro 5,00 Gradinate – Euro 5,00 Dal 14/11 al 18/11 Tribune Tecniche – Euro 20,00 Gradinate – Euro 10,00 Semifinali e finali Dal 19/11 al 20/11 Dom 20 Finale singolare maschile dalle ore 18.00. Tribune Tecniche – Euro 25,00 Gradinate – Euro 15,00 Centro Sportivo San Filippo Legenda VIA BAZOLI 6/10 TRIBUNE TECNICHE BRESCIA GRADINATE Sconto Comitiva (Solo per circoli F.I.T.) NB: il programma può essere soggetto a cambiamenti. Per maggiori informazioni consultate il sito: www.atpbrescia.com Comunicare il referente a cui verrà consegnato l'omaggio. 120 225 120 225 125 225 PORTICO DEPOSITO 125 225 Ogni 10 biglietti acquistati, 1 in omaggio. PORTICO PORTICO 10 11 INFERMERIA IMP. AEREAZIONE RIP. VUOTO SU 1° INTERR. VUOTO SU 1° INTERR. 240 225 Eventi in parallelo presso il centro sportivo S. Filippo –––– Artisti bresciani. Incontro –––– “Incontro con il campione.” Ingresso gratuito per persone disabili e minori di 14 anni. Esibire Carta d’Identità o documento valido in Biglietteria. NB: i prezzi presentati sono al netto di eventuali diritti di prevendita. TRIBUNE ESTRAIBILI H:2,34 100 200 DISIMPEGNO DISIMPEGNO 100 200 Q.E. 100 200 MQ 13,80 IL GRANDE TENNIS TI ASPETTA! www.atpbrescia.com 10 20 19 18 17 15 14 13 12 11 1,66 80 200 80 200 MQ 3,24 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1,66 RIPOSTIGLIO 85 200 DEPOSITO ATTREZZI MQ 12,20 1,53 DEPOSITO 1,61 80 200 Per l’intera durata della manifestazione. MQ 14,0 MQ 21,96 MQ 10,8 80 200 MQ 3,33 85 200 80 200 80 200 Lun ore 10.00 MQ 3,33 CORRIDOIO CORRIDOIO 100 200 90 200 (Previsti nel pomeriggio) Gradinate – Euro 50,00 TRIBUNE ESTRAIBILI Tribune Tecniche – Euro 100,00 90 200 –––– Mostra delle racchette vintage. Mostra Abbonamenti Torneo e Qualificazioni 90 200 –––– “Come il talento prende forma” Mostra TRIBUNE ESTRAIBILI TRIBUNE ESTRAIBILI Simposio DEPOSITO VUOTO SU 1° INTERR. H:2,34 RIPOSTIGLIO RIPOSTIGLIO H:1,55 H:1,55 MQ 40,50 9 8 7 6 5 4 3 2 1 10 11 12 13 14 16 17 18 19 20 6 | Internazionali città di Brescia · 2016 Internazionali città di Brescia · 2016 | 7 Alcuni tra i giovani più promettenti si misureranno con tennisti affermati. A Chiari nel 1902 il primo Torneo del Bresciano, terra che ha prodotto tennisti di livello. Entry list, mix azzeccato. Paris e la Savoldi i migliori. I I tornei del circuito Challenger rappresentano l’inizio del ricambio generazionale degli agonisti dell’ATP. Sono tabelloni a 32 atleti che racchiudono passato e futuro di un vertice agonistico che si identifica in Wimbledon, Australian Open, Parigi, Roma e US Open. Negli incontri del San Filippo si potranno apprezzare il rinnovarsi della tecnica tennistica e al tempo stesso coloro che hanno fatto la storia con prestazioni un po’ meno aggressive e più comunicative emotivamente. In altre parole un piccolo album di ricordi contrapposto a vivacità e sogni da realizzare. Scorrendo l’entry list del Torneo viene spontaneo chiedersi in quale appuntamento dello Luca Vanni. Slam o Super Series sono stati protagonisti Rosol, Sijsling, Struff ma anche Bublik, Tsitsipas, Santillan, giovani leve che potrebbero anche essere inizialmente soltanto comprimari. La Terza Edizione degli Internazionali Città di Brescia offre dunque l’occasione di apprezzare il tennis che è stato e quello che verrà. Rompere l’equilibrio esistente nelle classifiche attuali tra vecchia e nuova generazione rappresenterà la garanzia di uno spettacolo di qualità. Si inizia così con le qualificazioni per accaparrarsi quei quattro posti che danno l’avvio a un sogno per chi ha già raggiunto il vertice a livello nazionale. Il tennis dal vivo è un’altra cosa. Prenderne visione sarà passare una serata con un campione per amico da… emulare. l primo torneo di tennis nel Bresciano del quale si ha certezza risale ormai a più di 100 anni fa. Era esattamente il 1902 e il tennis club era quello di Chiari, dove alcuni proprietari terrieri avevano avuto la possibilità di frequentare la nobiltà ligure (a Bordighera nasce nel 1878 il primo circolo tennistico italiano) e conoscere così il Lawn Tennis. Certo, quel torneo non ha niente a che vedere con gli Internazionali di Brescia, ma è dalla cittadina della Bassa Occidentale che il tennis si espande per arrivare in città nel 1904 con la costituzione del Tennis Club Brescia fuori porta Venezia. Nascono i Maestro Emidio Rossi MAIN DRAW Jan-Lennard. Albot, Radu MDA 101 Mayer, Leonardo ARG 129 Bublik, Alexander RUS 210 Napolitano, Stefano ITA 218 Chiudinelli, Marco SUI 119 Rosol, Lukas CZE 104 Djere, Laslo SRB 173 Santillan, Akira JPN 221 Donskoy, Evgeny RUS 108 Setkic, Aldin BIH 202 Giustino, Lorenzo ITA 200 Sijsling, Igor NED 141 Kamke, Tobias GER 124 Struff, Jan-Lennard GER 93 Kavcic, Blaz SLO 157 Tepavac, Marko SRB 174 Kudryavtsev, Alexander RUS 176 Tsitsipas, Stefanos GRE 207 Lacko, Lukas SVK 117 Vanni, Luca ITA 192 Lopez-Perez, Enrique ESP 172 Zekic, Miljan SRB 204 www.atpbrescia.com Elena Savoldi in azione. primi campioni, cresce il mito di Giambattista Torri, non solo come tennista, ma anche come divulgatore di questa disciplina prima come delegato provinciale dell’Ailt (Associazione Italiana Lawn Tennis) e poi come commissario tecnico della Filt. La Forza e Costanza organizza dal 16 gennaio 1910 il suo primo torneo nella palestra sociale e tanti altri ancora fino a quello straordinario del 1922 che si conclude con la vittoria del Conte Bonacossa. Crescono anche tennisti come Angiolino Massardi (campione regionale della Lombardia nel 1930 e d’Italia a squadre nel 1934), Camillo Zuccoli (vincitore nel 1932 della Coppa Torri), Pierino Rota, Lorenzo Torri (campione lombardo nel 1933), Enrico Dalla Vecchia (campione universitario nel 1936 e di doppio maschile di Terza con Carlo Gatti Manacini), Ugo Gandellini, il tennista bresciano più scudettato. Dopo la Seconda Guerra Mondiale furono Franco Calcagnile, direttore della Forza e Costanza, Matteo Belletti, presidente del comitato bresciano per 27 anni, e il Maestro Bruno Quilghini a dare un vigoroso impulso all’attivi- Alberto Paris, già numero 202 della classifica ATP. tà. Sotto l’opera di quest’ultimo cresce Sara De Nigris, la prima grande giocatrice bresciana campionessa italiana di Seconda nel 1965, Sergio Plevani, Giancarlo Angelini, Vittorio Padoa, Mauro Ricevuti, Guido Farina, e poi ancora il figlio Rodolfo, Paolo Plevani, Paolo De Zardo per finire ad Emidio Rossi che presto appenderà le scarpette al chiodo per dedicarsi all’insegnamento. Ed è grazie alla sua opera, con la collaborazione di Mauro Monesi della Pro Kennex, un connubio che dura ancora oggi, che il tennis bresciano compie il salto di qualità. Rossi crea il “Team Biancazzurro” e forgia giocatori come Alberto Paris, a tutt’oggi il migliore bresciano di sempre a livello mondiale, Roberto Mangiarini, Sergio Gelmini, Diego Costantini, Alessandro Serana nel maschile; Simona Isidori e Barbara Mantovani nel femminile della prima ondata, cui fa seguito quella che vede protagoniste Elena Savoldi, la giocatrice che ancora detiene il record bresciano nella classifica mondiale, Vanessa Lazzaroni, Barbara Petrogalli, Stefania Fadabini, Barbara Maccagni e nel maschile Manuel Bazzani, Andrea Agazzi, Marco Pedrini. Giocatrici e giocatori che insieme al camuno Alberto Brizzi, al franciacortino Davide Pontoglio, quest’anno campione italiano di Seconda, hanno infiammato e infiammano i cuori degli sportivi bresciani. 8 | Internazionali città di Brescia · 2016 Internazionali città di Brescia · 2016 | Nel 1972 il tennis volta pagina e i giocatori diventano protagonisti anche fuori dal campo. Sono 25 i campioni succedutisi in vetta alla classifica ATP istituita nel 1973. ATP, storia di una rivoluzione. Nastase il primo numero uno. E F ra il settembre del 1972. Il mondo, non solo sportivo, era sconvolto dal tragico epilogo del blitz delle teste di cuoio contro i terroristi di Settembre Nero che avevano sequestrato un gruppo di atleti israeliani durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera. Nello stesso periodo – se possiamo accostare due avvenimenti così dissonanti tra di loro - Donald Dell, Bob Briner, Jack Kramer e Cliff Drysdale fondavano l’Association of Tennis Professionals (ATP). Il loro obiettivo era difendere gli interessi dei giocatori in un circuito mondiale che fino ad allora era comandato dagli organizzatori dei tornei e dalla Federazione Interna- zionale (ITF). L’anno dopo, inevitabilmente, scoppiò la prima diatriba: l’ITF squalificò per nove mesi lo jugoslavo Nikola Pilic per non aver giocato un match di Coppa Davis: in solidarietà con il collega, i membri dell’ATP organizzarono un boicottaggio collettivo del torneo di Wimbledon: ben 81 giocatori rinunciarono all’appuntamento più prestigioso del mondo, condannandolo alla sua peggiore edizione di sempre, che venne vinta dal cecoslovacco Jan Kodes che superò in finale il sovietico Alex Metreveli. Dal 1974 al 1989, il circuito mondiale fu guidato da un comitato definito “Men’s International Professional Tennis Council” (MIPTC), di cui facevano parte ITF, ATP e i direttori dei singoli tornei. Per la cronaca, fu proprio l’ATP a spingere affinché fossero introdotti i controlli antidoping (il tennis è stato il primo sport professionistico a istituire un preciso programma indirizzato in tal senso). Tuttavia, delusi dalla scarsa considerazione che godevano all’interno del comitato, i giocatori decisero di uscirne e comunicarono la decisione in una conferenza stampa tenutasi il 30 agosto Nole Djokovic, attuale numero 1 della classifica ATP. 1988 nel parcheggio di Flushing Meadows, che da dieci anni aveva presto il posto di Forest Hills come sede dello Us Open. Qualche mese dopo annunciarono la nascita di un proprio circuito mondiale che avrebbe soppiantato gli altri, ad eccezione delle prove del Grande Slam e della Coppa Davis. Nel 1990 ha così ufficialmente visto la luce il circuito ATP, che ancora oggi costituisce gran parte della stagione, articolandosi su 63 tornei a quali vanno aggiunti gli “ATP Challenger”, categoria immediatamente inferiore di cui fanno parte anche gli Internazionali Città di Brescia, la cui terza edizione scatterà il prossimo 12 novembre. L’attuale consiglio d’amministrazione dell’ATP è composto da sette elementi: il presidente, il britannico Chris Kermode in carico dal primo gennaio 2014, tre rappresentanti degli organizzatori dei tornei (Gavin Forbes, Mark Webster e Charles Smith) e altrettanti dei giocatori (Giorgio di Palermo, David Egdes e Justin Gimelstob), questi ultimi scelti da un organismo di 12 membri. www.atpbrescia.com ino ai primi anni Settanta non esisteva un sistema oggettivo per stilare una classifica di merito relativa ai giocatori di tennis. Per decenni ci si era così limitati a prendere in considerazione quelle prodotte artigianalmente dai giornalisti specializzati, tra le quali la più famosa (e credibile) era quella di Lance Tingay. Risultava però evidente la necessità di introdurre un criterio basato su numeri e risultati che superasse il limite delle valutazioni personali, inevitabilmente condizionate da simpatie e preferenze, e questo non soltanto per mero spirito statistico, ma anche per designare i partecipanti ai vari tornei, che fino ad allora erano individuati secondo discrezionalità degli organizzatori. Così, dopo le po- Ilie Nastase, primo numero uno della storia. lemiche del 1973 successive alla nascita dell’ATP e al boicottaggio di Wimbledon, il 24 agosto 1973 uscì la prima classifica computerizzata. A ogni torneo veniva assegnato un valore e in base a quello i giocatori ottenevano un certo numero di punti. Il primo numero uno della nuova era fu il rumeno Ilie Nastase. Ben presto, la classifica ATP venne adottata come unico criterio per stabilire le entry list dei tornei. Nei primi anni, il computer (che allora occupava un’intera stanza!) forniva le classifiche senza una cadenza regolare, lacuna colmata nel decennio successivo quando venne introdotto il ritmo settimanale. Fino al 1990 si calcolava la somma dei punti conquistati da ciascun giocatore e la si divideva per il numero di tornei giocati, poi venne introdotto il Best 14, ovvero la somma algebrica dei migliori 14 risultati ottenuti da ciascun giocatore. Un criterio che però finiva con il privilegiare chi giocava quasi ogni settimana e che nel 2000 è stato sostituito da un Best 18 “ragionato”, secondo il quale i tornei più importanti devono essere obbligatoriamente tenuti in considerazione, premiando così la qualità e non più la quantità. Sono stati finora 25 i giocatori che si sono 9 succeduti al comando della classifica mondiale: colui che vanta più settimane in vetta è Roger Federer, che ha raggiunto quota 302 (di cui 237 consecutive), mentre il leader attuale è Nole Djokovic, in vetta ininterrottamente dal 7 luglio 2014. Un elenco che vi proponiamo integralmente, nel quale figurano gran parte dei protagonisti degli ultimi quarant’anni con qualche nome a sorpresa ed anche alcune assenze. Ma lo si sa: i destini nello sport non sono affidati soltanto al talento individuale, ma anche alla forza della concorrenza. La lista dei numeri 1 ATP: Roger Federer 302; Pete Sampras 286; Ivan Lendl 270; Jimmy Connors 268; Novak Djokovic 223; John McEnroe 170; Rafael Nadal 141; Bjorn Borg 109; Andre Agassi 101; Lleyton Hewitt 80; Stefan Edberg 72; Jim Courier 58; Gustavo Kuerten 43; Ilie Nastase 40; Mats Wilander 20; Andy Roddick 13; Boris Becker 12; Marat Safin 9; John Newcombe 8; Juan Carlos Ferrero 8; Thomas Muster 6; Marcelo Rios 6; Yevgeny Kafelnikov 6; Carlos Moya 2; Patrick Rafter 1. 10 | Internazionali città di Brescia · 2016 Internazionali città di Brescia · 2016 | L’elvetico sempre sconfitto nelle quattro finali disputate al Foro Italico. Albo d’oro Federer e la maledizione di Roma. degli Internazionali d’Italia ANNO CAMPIONE ANNO CAMPIONE ANNO CAMPIONE 1930 Bill Tilden 1968 Tom Okker 1993 Jim Courier 1931 Pat Hughes 1969 John Newcombe 1994 Pete Sampras 1932 André Merlin 1970 Ilie Năstase 1995 Thomas Muster 1933 Emanuele Sartorio 1971 Rod Laver 1996 Thomas Muster 1934 Giovanni Palmieri 1972 Manuel Orantes 1997 Àlex Corretja 1935 Wilmer Hines 1973 Ilie Năstase 1998 Marcelo Ríos 1974 Björn Borg 1999 Gustavo Kuerten 1936-49 Non disputati 11 1950 Jaroslav Drobný 1975 Raúl Ramírez 2000 Magnus Norman 1951 Jaroslav Drobný 1976 Adriano Panatta 2001 Juan Carlos Ferrero 1952 Frank Sedgman 1977 Vitas Gerulaitis 2002 Andre Agassi 1953 Jaroslav Drobný 1978 Björn Borg 2003 Félix Mantilla 1954 Budge Patty 1979 Vitas Gerulaitis 2004 Carlos Moyá 1955 Fausto Gardini 1980 Guillermo Vilas 2005 Rafael Nadal 1956 Lew Hoad 1981 José Luis Clerc 2006 Rafael Nadal 1957 Nicola Pietrangeli 1982 Andrés Gómez 2007 Rafael Nadal 1958 Mervyn Rose 1983 Jimmy Arias 2008 Novak Djokovic 1959 Luis Ayala 1984 Andrés Gómez 2009 Rafael Nadal 1960 Barry MacKey 1985 Yannick Noah 2010 Rafael Nadal 1961 Nicola Pietrangeli 1986 Ivan Lendl 2011 Novak Djokovic 1962 Rod Laver 1987 Mats Wilander 2012 Rafael Nadal 1963 Marty Mulligan 1988 Ivan Lendl 2013 Rafael Nadal 1964 Jan-Erik Lundquist 1989 Alberto Mancini 2014 Novak Djokovic 1965 Marty Mulligan 1990 Thomas Muster 2015 Novak Djokovic 1966 Tony Roche 1991 Emilio Sánchez 2016 Andy Murray 1967 Marty Mulligan 1992 Jim Courier www.atpbrescia.com G li Internazionali d’Italia non sono un semplice torneo di tennis, ma rappresentano un appuntamento di glamour e di costume. La manifestazione, che ha visto la luce a Milano nel 1930 per approdare al Foro Italico nel 1949 dopo la lunga interruzione conseguenza del secondo conflitto mondiale, ha visto protagonisti in pratica tutti i più grandi giocatori del dopoguerra, come si può rilevare scorrendo l’albo d’oro che pubblichiamo nella pagina a lato. E se l’aneddotica è semplicemente sterminata, la storia degli Internazionali d’Italia coincide di fatto con quella del tennis degli ultimi settant’anni; basta così una passeggiata nel tunnel che conduce al Campo delle Statue, oggi Stadio Pietrangeli, per essere avvolti dal brivido della leggenda. Proprio il grande “Nick”, due volte vincitore e quattro volte finalista, ebbe l’onore di aggiudicarsi l’edizione del 1961, l’unica disputata a Torino, come omaggio al centenario dell’unità d’Italia, battendo il fuoriclasse australiano Rod Laver con il punteggio di 6-8 6-1 6-1 6-2. Roma è stata così teatro di sfide accanite che hanno visti impegnati anche quanti hanno alimentato le rivalità più accese del nostro sport, l’ultima delle quali ha visto e vede ancora protagonisti Roger Federer e Rafael Nadal. Il duello, che prosegue ormai da ormai un decennio, vede attualmente il maiorchino in vantaggio 23-11, mentre l’elvetico si fa preferire sia per quanto concerne i titoli vinti (88-69), gli Slam (17-14) e le settimane in testa alla classifica Atp (237142). All’ombra del pini e dei marmi del Foro Italico non c’è proprio storia: Nadal si è imposto ben sette volte (2005, 2006, 2007, 2009, 2010, 2012, Federer e Nadal dopo la finale di Roma 2006. 2013), mentre Federer non è ancora riuscito a vincere, pur avendo conquistato quattro finali (2003 con Mantilla, nel 2006 e 2013 proprio contro Nadale e nel 2015 con Djokovic). Il match più celebre tra quelli disputati a Roma è probabilmente quello che ha assegnato il titolo dieci anni fa, quando si giocava ancora al meglio dei cinque set: 6-7 7-6 6-4 2-6 7-6 il punteggio, al termine di cinque ore abbondanti di una battaglia conclusa all’ora di cena. Sulla terra rossa, habitat naturale dello spagnolo, Federer era stato perfetto sul piano tattico: ac- corto nello scambio, incisivo negli attacchi, sempre proteso verso la rete. Il suo inappuntabile completo bianco sembrava destinato ad essere la divisa ideale per ricevere il trofeo, così più elegante dello smanicato di Nadal, fosforescente, con tanto di pantaloni alla pescatora. Lo svizzero riuscì anche a conquistarsi due match ball, il primo sprecato con un dritto d’attacco fuori di mezzo metro, il secondo in corridoio dopo un lungo palleggio. Dopo circa un quarto d’ora lo spagnolo non sprecava l’occasione che si era costruito e conquistava la finale. 12 | Internazionali città di Brescia · 2016 Internazionali città di Brescia · 2016 | 13 Quarant’anni fa nel Cile di Pinochet l’unico successo dell’Italia. La collezione di racchette dello pneumologo al San Filippo per la durata del Torneo. Davis, trionfo tra le polemiche. Marchetti, ben più di una passione. I n un paese di forte cultura calcistica come l’Italia, la Coppa Davis è qualcosa di speciale. Le 217 once d’argento donate più di un secolo fa da Dwight Davis rappresentano così un valore inestimabile e ancora oggi, a quarant’anni anni di distanza, il successo del 1976 emoziona gli appassionati di qualsiasi età. Dopo i fasti di Gardini, Pietrangeli e Sirola, negli anni Settanta,l’Italia trovò una generazione di campioni ancora oggi ineguagliata. La squadra composta da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli si qualificò a ben quattro finali, tutte giocate in trasferta, nel breve volgere di cinque anni, dal 1976 al 1980. La prima vinta in Cile, le successive perse, nell’ordine, in Australia, Stati Uniti e Cecoslovacchia. L’epopea di quello che rimane l’unico successo azzurro nella competizione iniziò con due facili vittorie casalinghe contro Polonia e Jugoslavia. Nella semifinale della Zona Europea l’Italia trovò poi la Svezia di Bjorn Borg, che però lasciò ai vari Norberg, Johansson e Bengston l’onere di giocare al Foro Italico. Proprio Kjell Johansson, padre di Joachim, riuscì a impensierire Barazzutti, ma la squadra azzurra vinse con un largo 4-0. Ci fu poi la trasferta in Gran Bretagna, a Wimbledon, dove il capitano non giocatore Nicola Pietrangeli ebbe la felice intuizione di far giocare Tonino Zugarelli, ben più adatto di Barazzutti ai campi in erba. Il romano fece il suo dovere battendo Roger Taylor e Panatta superò John Lloyd; dopo la sconfitta in doppio fu ancora Panatta a siglare il decisivo 3-1. Vinta la fase europea, l’Italia eliminò un’Australia un po’ declinante nella semifinale Interzone. Non fu comunque semplice, alla luce delle le inattese sconfitte di Panatta e Barazzutti contro John Alexander: tuttavia, la splendida vittoria in doppio di Panatta-Bertolucci Nicola Pietrangeli con Adriano Panatta a Santiago. contro i mitici Newcombe-Roche spalancò le porte della finale. Chi c’era ricorda ancora le tensioni della vigilia, con l’opinione pubblica spaccata in due sull’opportunità di andare a giocare nel Cile del dittatore Augusto Pinochet, approdato alla sfida decisiva anche e soprattutto per il rifiuto di alcune rappresentative, ultima delle quali l’Urss di Metreveli, di affrontarlo. La squadra cilena formata da Patricio Cornejo, Alvaro Fillol e Belus Prajoux era di gran lunga più debole di quella azzurra e bastarono due giornate per sollevare l’Insalatiera. Adriano Panatta convinse Bertolucci a giocare i primi due set del doppio con una maglietta rossa, nell’intento di dare una colorazione politica al successo che si stava profilando. Di quella vittoria, ottenuta in un clima e in una situazione per certi versi irreali, restano soltanto una ventina di minuti di immagini televisive, girate da un cineamatore. www.atpbrescia.com Alcune racchette che si potranno ammirare nella mostra al San Filippo. B rescia non è solo la patria delle armi e del tondino. Nella nostra città c’è chi raccoglie racchette da tennis tanto da diventarne uno dei maggiori collezionisti d’Italia. Parliamo di Giampietro Marchetti, uno dei più apprezzati ed esperti tra gli pneumologi e i fisiopatologi degli Spedali Civili di Brescia che per l’intera durata degli Internazionali esporrà i suoi cimeli all’interno del San Filippo. «La mia passione è esplosa più di dieci anni fa – racconta il cinquantaduenne medico bresciano. – Le racchette per la verità mi sono sempre piaciute, quando poi ho visto una vecchia Wip di legno utilizzata da Adriano Panatta in mano a mio fratello Marco, è scattata la molla e ho iniziato a interessarmene di più». Un incontro decisivo, tanto che da quel momento Marchetti non ha più smesso di andare a “caccia” di racchette, riservandone alle più pregiate un angolo speciale nella sua libreria: «Ne ho più di un centinaio, un po’ in tutta la casa. Ho ovviamente le racchette originali dei più grandi del tennis, da Connors a McEnroe e Panatta; racchette per adulti e per ragazzi di diverse epoche, ma la mia passione vera è quella per le racchette del periodo del fascismo. Non che io abbia simpatie in tal senso, ma perché quelle costruite durante il ventennio mussoliniano sono state fatte in Italia con corde italiane, mentre prima erano importante dall’Inghilterra». Originario di Zone, Marchetti ora vive alle Fornaci, dove è diventato socio del circolo costituito dall’intraprendente don Roberto Ronconi insieme ad altri appassionati, con i quali si è adoperato per la copertura di un campo («altrimenti era impossibile giocare d’inverno ed avere una scuola tennis per i ragazzi») e ha una predilezione particolare per le Persenico. «A dire la verità io possiedo delle Persenico che qui a Brescia venivano vendute dai fratelli Cocchetti in corso Garibaldi, e qualche Sail (Società Anonima Industria Lanzese) che erano le fabbriche più antiche per le racchette - racconta -. Per esempio ho una Persenico Olimpionica del 1937 alla quale sono molto affezionato non solo perché è la prima che ho trovato, ma per la sua rarità e integrità, avendo ancora l’incordatura originale. Entrambe sono particolarmente preziose perché sono state realizzate in Italia e da fabbriche italiane e perché sono tra le poche completamente originali. In cima al manico ci sono gli stemmi: una presenta quello dell’Accademia Fascista Mussolini e l’altra i cinque cerchi con un simbolo dell’epoca fascista e la denominazione della racchetta stessa Olimpionica. Sono due racchette non manipolate assolutamente rare perché dopo la fine dell’epoca mussoliniana tutti quelli che le possedevano si sono affrettati a togliere ogni simbolo per evitare situazioni imbarazzanti. Non dimentico poi la Vip Panatta degli anni Ottanta con la quale è iniziata questa mia passione». 14 | Internazionali città di Brescia · 2016 Internazionali città di Brescia · 2016 | Una mostra di opere di artisti bresciani all’interno del San Filippo. Le biografie di Bruno Rinaldi, Rosanna Romano e Piero Tramonta. AAB, il tennis incontra l’arte. Il talento si fa in tre. N S ella scia dei tanti incontri ravvicinati tra arte e tennis non poteva mancare un’esposizione di opere di artisti bresciani agli Internazionali Città di Brescia 2016. All’ingresso del Centro Sportivo San Filippo verrà allestita una mostra di opere firmate da Bruno Rinaldi, Rosanna Romano e Piero Tramonta, tre artisti accomunati dall’aver incrociato l’AAB (Associazione Artisti Bresciani), nata il 24 maggio 1945 su iniziativa di un gruppo di artisti coordinati dallo scultore Giovanni Asti. L’Associazione fin dagli esordi si è qualificata per il suo impegno formativo e culturale, ricoprendo un ruolo determinante nell’am- biente intellettuale bresciano: accanto alle attività espositive e alla scuola d’arte ha infatti organizzato nel tempo convegni, conferenze, dibattiti, presentazioni di libri e cataloghi, concerti, corsi, concorsi, premi, borse di studio, proiezioni, svolgendo un compito di stimolo e di proposta anche dal punto di vista civico. Nel febbraio del 1990, l’AAB si è trasferita da via Gramsci (palazzo Bettoni Cazzago) all’ex Disciplina dei Santi Nazaro e Celso in vicolo delle Stelle, sede prestigiosa per storia e arte. Le finalità dell’AAB sono definite dall’articolo 4 dello Statuto: “L’Associazione ha lo scopo di promuovere attività di carattere culturale, in particolare la conoscenza e lo studio delle arti figurative e visive e degli artisti bresciani”. L’Associazione, che opera senza fini di lucro in collaborazione con istituzioni ed enti pubblici e privati, si configura come un’agenzia culturale di pubblico servizio. Il prestigio e il valore della programmazione espositiva sono stati riconosciuti anche fuori dall’ambito locale, in Italia e all’estero: ne sono aspetti importanti l’ampiezza dei settori di interesse (dalle arti figurati- La facciata della sede della AAB, in Vicolo delle Stelle a Brescia. ve alle installazioni e alle performance, dalla proposta di artisti o movimenti dell’Ottocento e della prima metà del Novecento a Brescia a quella della produzione più recente), le aperture alle nuove generazioni e agli artisti non locali, la collaborazione con musei, collezionisti, istituti scolastici e università. Intensa è anche l’attività editoriale: l’Associazione pubblica dal 1997 un notiziario semestrale e dal 2014 un Annuario; ogni mostra è accompagnata da un catalogo, la cui serie principale è arrivata nel novembre 2016 al n. 230. A rappresentare i 400 soci viene eletto ogni tre anni il Consiglio direttivo, attualmente presieduto da Dino Santina, con Giuseppe Gallizioli, vicepresidente e Vasco Frati presidente onorario. L’AAB tradizionalmente gestisce una scuola molto apprezzata e frequentata per la sua serietà, in cui hanno insegnato e insegnano autorevoli rappresentanti dell’arte bresciana e in cui si sono formate numerose generazioni di artisti locali. La sede dell’Associazione è aperta dal martedì alla domenica, dalle 16 alle 19:30. Info: tel.: 030 45222 – fax: 030-2898077 – e-mail: info@ aab.bs.it – sito internet: www. aab.bs.it. www.atpbrescia.com ono tre gli artisti bresciani che esporranno al Centro San Filippo durante gli Internazionali Città di Brescia. Bruno Rinaldi, nato a Brescia nel 1934, inizia a dipingere nel 1950 formandosi sotto la guida dello scultore Domenico Lusetti. L’incontro e la conoscenza, nel 1968, con il pittore spagnolo Julian Pacheco contribuiscono a indirizzare la sua pittura verso contenuti sociali. Espone dal 1956 e tiene la prima personale nel 1969 ad Ascoli Piceno. Nel 1972, insieme ad altri artisti e intellettuali, fonda il gruppo Denunzia. Dagli anni Settanta si dedica anche all’incisione prediligendo la tecnica dell’acquaforte, dando inizio a cicli spesso affiancati dalla ricerca pittorica. Si possono ricordare: Emigrazione, Un’opera di Tramonta, che esporrà insieme alla Romano e a Rinaldi. La risiera di San Sabba, la Mille Miglia, I Miti, Parole e immagini della Resistenza, Le stanze dei poeti, Le radici europee, Ritratti di Teatro. Innumerevoli le mostre che Bruno Rinaldi ha tenuto in Italia e all’estero; tra le più recenti ricordiamo quella promossa la scorsa estate dal comune di Collio: “Olimpiadi 1896–2016”. Rosanna Romano, nata a Gussago nel 1951, è allieva del pittore Amos Vianelli. Dal 2013 frequenta i corsi della Associazione Artisti Bresciani sotto la guida del maestro Enrico Schinetti. La passione che la spinge a continuare nell’impegno del suo percorso artistico personale la porta a partecipare a numero- se mostre collettive e personali. Di lei Anna Soricato scrive: “Rosanna Romano dipinge i moti interiori imprimendo carattere ad ogni opera utilizzando tecniche sempre diverse. Artista in continua mutazione e sperimentazione, la sua arte rispecchia un’ani- 15 ma sensibile e profonda in cui ogni rappresentazione serba un tratto di vissuto per rese finali di grande impatto”. Il pittore Piero Tramonta, nato a Bovezzo nel 1951 pratica regolarmente il tennis. La sua formazione artistica è stata generata dalla profonda necessità di esprimersi visualmente; nei corsi della scuola d’arte all’AAB ha maturato le sue capacità espressive. La sua instancabile produzione pittorica lo ha portato ad acquisire una sicurezza tecnica notevole. I quadri del suo primo periodo di attività erano di tipo figurativo e rappresentavano paesaggi surreali nei quali i soggetti erano ora volti, ora sofferte anatomie, ora animali. Dal 1987 Tramonta ha esposto in oltre settanta mostre riscuotendo un ampio interesse di pubblico e di critica. Sue opere sono presenti, oltre che in Italia, nel Kuwait come negli Emirati Arabi, negli Stati Uniti e in Cina. I suoi dipinti si caratterizzano per una sorta di espressionismo astratto che unisce la potenza del gesto all’accuratezza del segno, di matrice italiana. Il suo è sempre un informale trattato, pittoricamente, come un quadro di figurazione. 16 | Internazionali città di Brescia · 2016 Internazionali città di Brescia · 2016 | 17 In palio punti che potrebbero risultare decisivi per partecipare agli Australian Open. Marchenko, la vita inizia a 30 anni. Sijsling, la volée il punto di forza. Dal San Filippo a Melbourne. A O I forza di girare il mondo con grinta e coraggio, Illya Marchenko ha trovato la settimana giusta. Al recente Us Open si è spinto addirittura agli ottavi, sfruttando l’infortunio di Nick Kyrgios al terzo turno, che gli ha regalato una notte di popolarità all’Arthur Ashe Stadium, l’impianto tennistico più grande del mondo. Come non bastasse, l’ucraino ha scippato un set al futuro vincitore Stan Wawrinka negli ottavi. Ormai stabilmente tra i top 100 ATP, Marchenko sta cercando di imitare – sia pure a un livello inferiore – quanto fatto da David Ferrer, capace di ottenere i suoi migliori risultati dopo i 30 anni. Classe 1987, con uno stile di gioco simile a quello dello spagnolo, Marchenko è nella storia degli Internazionali Città di Brescia per aver vinto la prima edizione, nel 2014. Un paio di settimane prima era in difficoltà, un po’ sfiduciato, convinto di aver chiuso la stagione. Poi però ha cambiato allenatore, si è presentato al Centro Sportivo San Filippo e ha dominato il torneo dalla prima all’ultima palla, fornendo la netta sensazione di essere il giocatore più in forma del torneo. Si può dire che da Brescia (dove un anno fa è stato eliminato nei quarti di finale da quel Dustin Brown, che nel 2014 si era invece arreso in finale) sia iniziata la sua seconda carriera, che per il momento ha raggiunto il suo punto più alto con l’exploit allo Us Open. Figlio di ingegneri e fratello di Igor, undicesimo nelle Olimpiadi invernali di Nagano 1998 nel pattinaggio di figura, Illya ha iniziato a giocare a sette anni e nella stagione in corso, dunque a 29 anni, ha coronato il sogno di entrare nei primi 50 (attualmente è però numero 65), senza ovviamente che questo traguardo l’abbia appagato. gni volta che i Paesi Bassi producono uno sportivo di buon livello, il giornalismo si scatena con le metafore dell’Olandese Volante. Spesso si tratta di forzature, ma l’immagine risultò particolarmente azzeccata dodici mesi fa, quando Igor Sijsling conquistò la seconda edizione degli Internazionali Città di Brescia. Il giocatore di Amsterdam lo scorso novembre al San Filippo disputò un torneo semplicemente perfetto, sfruttando appieno la superficie molto rapida che esalta il suo gioco aggressivo. D’altra parte, quando deve descrivere il suo tennis, l’olandese dice che il suo colpo migliore è la volée. Il problema di Sijsling è sempre stata la continuità, perché quando è al 100% diventa un giocatore spettacolare, come ha dimostrato a Brescia, dove non ha perso un set in tutto il torneo e ha dominato in finale il bosniaco Mirza Basic. L’avversario più ostico è stato il toscano Luca Vanni, superato in semifinale soltanto grazie a due tie-break. Figlio di un avvocato, professione che a sua volta avrebbe intrapreso se non avesse fatto il tennista, Sijsling, classe 1987, ha iniziato a giocare a tre anni soltanto, spinto dalla madre. Come tanti bam- bini, ha affiancato il tennis ad altre discipline sportive, salvo poi sceglierlo nel 1999. Dotato di un bel rovescio a una mano, è uno specialista delle superfici veloci e non a caso ha raggiunto il suo miglior risultato all’ATP 500 di Rotterdam, che si gioca in condizioni simili a quelle di Brescia, dove nel 2014 ha centrato la semifinale dopo aver battuto tra gli altri Tsonga, mentre l’anno precedente a Wimbledon era approdato al terzo turno, suo miglior risultato in un torneo Slam. Appassionato di basket, quest’anno ha abbattuto il muro delle 50 partite vinte nel circuito maggiore, ma attualmente occupa la posizione numero 136, dopo essere stato al numero 52 il 17 febbraio 2014. www.atpbrescia.com punti messi in palio dagli Internazionali Città di Brescia, grazie alla particolare collocazione del torneo nel calendario Atp, possono risultare decisivi per partecipare agli Australian Open, lo Slam d’apertura del nuovo anno. L’ammissione al prestigioso torneo che si disputa a gennaio a Melbourne, nelle ultime due edizioni appannaggio di Nole Djokovic, è infatti una certezza per i primi 88 giocatori della classifica e una possibilità per quelli piazzati immediatamente a ridosso, ipotizzando qualche forfait per motivi fisici o più in generale legati alla condizione atletica. Ecco dunque che l’appuntamento di Brescia, come d’altronde Parigi Bercy, Ortisei e Andria (i primi due immediatamente precedenti, quello pugliese successivo) diventano una sorta di ultimo mese di scuola per i tennisti piazzati all’incirca tra la cinquantesima e la centocinquantesima posizione. Un gran finale per essere promossi al palcoscenico più importante e quindi iniziare la nuova stagione con il massimo delle motivazioni e magari anche con sponsorizzazioni rilevanti. Un filo ideale collega dunque il Palazzetto del San Filippo alla Rod Laver Arena (ventimila posti a sedere) che ospita gli incontri più attesi degli Australian Open. E saranno numerosi gli appassionati bresciani e delle province limitrofe che dal 17 gennaio, seduti davanti al televisore per assistere al torneo di Melbourne, potranno dire di aver visto dal vivo alcuni dei giocatori ora protagonisti contro i migliori del mondo. Con un inevitabile moto di stupore nel constatare come tutto – dal servizio agli scambi da fondo campo, dalle volée alle schiacciate – sembri più lento. D’altronde seguire dal vivo una manifestazione sportiva, di qualsiasi disciplina, regala emozioni forti. Le Nole Dojokovic, vincitore delle ultime due edizioni degli Australian Open. televisioni, nel loro moltiplicarsi, e il web nel suo rapidissimo imporsi, ci hanno portato in casa, anzi su supporti che ci accompagnano ovunque, immagini provenienti da tutto il mondo. Con il risultato fantastico di permetterci di seguire quanto ci interessa e di venire a contatto con realtà che non conoscevamo, ma anche con la conseguenza di impigrirci e indurci a ritenere che lo spettacolo sportivo trovi nella ripresa televisiva la sua migliore fruibilità. Ma non è così. Essere presenti sui campi di gara consente di apprezzare nella sua interezza lo svolgersi del gioco e le capacità dei protagonisti. Le riprese televisive appiattiscono e rallentano, come ben sa qualsiasi appas- sionato di sci che conosca le reali pendenze di piste che diventano invece nelle immagini delle specie di falsopiani sui quali non sembra poi così difficile districarsi tra i paletti. Certo, le riprese televisive regalano i primissimi piani, scrutano nelle espressioni e individuano le mezze parole; ma vuoi mettere il piacere di poter scegliere tu che cosa osservare, concentrarti sul gesto, sul dettaglio e apprezzarli fino in fondo, senza altri filtri che non siano la tua attenzione? E quando tornerai a vedere gli atleti su uno schermo ti sembrerà di averli conosciuti, e magari così sarà anche stato, in qualche pausa del torneo. Perché dal vivo è davvero tutta un’altra vita. 18 RINGRAZIAMO | Internazionali città di Brescia · 2016 In contemporanea con gli Internazionali la O2 Arena ospiterà le ATP Finals. Londra e Brescia a braccetto. C on le sue regole, i suoi rituali ultrasecolari e il suo particolare sistema di punteggio, il tennis è una perla rara nel panorama sportivo. Il suo fascino si sublima con le ATP World Tour Finals, il caro vecchio Masters che di tanto in tanto cambia nome (e sede) per esigenze commerciali. Si tratta dell’ultimo torneo dell’anno, al quale partecipano gli otto giocatori più forti in una competizione che ignora uno dei concetti basilari del tennis: l’eliminazione diretta. I partecipanti vengono divisi in due gironi all’italiana da quattro, con i migliori due che accedono alle semifinali. Una formula divertente, che però si presta a calcoli e persino a sotterfugi. Fa parte della storia il Sponsor OFFICIAL L’O2 Arena di Londra e lo scozzese Andy Murray, tra gli attesi protagonisti del Masters. PARTNER TECNICAL caso del 1980, quando Ivan Lendl perse di proposito contro Jimmy Connors, nell’ultimo match del girone, in modo da arrivare secondo e non affrontare Bjorn Borg in semifinale. Alla stretta di mano, Connors non gliele mandò a dire. La tattica del ceco naturalizzato statunitense gli servì in effetti per arrivare in finale, dove poi però lo svedese l’avrebbe sconfitto con un perentorio 3-0. Un caso eclatante e per certi versi unico, in un torneo comunque anomalo che si può vincere anche perdendo due partite, per magari conquistare il titolo superando lo stesso avversario che si era imposto nella fase eliminatoria. Al di là dell’enorme prestigio, il Masters assegna tantissimi punti ATP ed é dotato di un notevole montepremi. Un’altra caratteristica del Masters è la sua natura itinerante: se i tornei del Grande Slam sono indissolubilmente legati alle loro sedi, le Finals hanno cambiato una quindicina di città, dalla prima edizione di Tokyo del 1970 all’attuale sede della O2 Arena di Londra, avendo come denominatore comune l’indoor veloce. L’impianto in grado di contenere circa 17.500 spettatori nel 2018 raggiungerà la decima edizione consecutiva, secondo soltanto al Madison Square Garden di New York, sede ininterrotta della manifestazione dal 1977 al 1989. Quest’anno si gioca dal 13 al 20 novembre, in contemporanea dunque con gli Internazionali Città di Brescia. Dopo una giornata al San Filippo, quindi, la televisione offrirà agli appassionati un digestivo tennistico di altissimo livello, nonostante l’assenza di Roger Federer. Dopo 14 partecipazioni consecutive, impreziosite da ben sei successi, l’ultimo nel 2011, il fuoriclasse elvetico si è infatti arreso agli acciacchi, per la delusione delle migliaia di fan che anche in questa occasione sarebbero accorsi da ogni parte del mondo per ammirarlo dal vivo. Il campione di Basilea non ha comunque gettato la spugna e punta a tornare tra gli otto partecipanti nel 2017. MEDIA PARTNER PATROCINI Si ringrazia inoltre www.atpbrescia.com Paderno Emanuele Centrale del latte Amica Natura PRODUZIONE E NOLEGGIO CAMPI DA PADEL Calvisano (BS) | tel. 030 9668013 www.italianpadel.it | [email protected]