Cardellino x Lucherino testanera

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Cardellino x Lucherino testanera
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INDIGENI ESOTICI IBRIDI
Ibrido di Cardellino x Lucherino testanera
Esperienze personali Cardellino
x Lucherino testanera
di Renzo Esuperanzi - foto di R. Esuperanzi e S. Giannetti
La mia passione per gli ibridi è nata tanti anni fa, quando ancora bambino accompagnavo mio padre in giro per le nostre
campagne, a trovare i suoi amici cacciatori. Ognuno di loro allevava qualcosa ed i più bravi si dedicavano anche ad ibridare i
nostri indigeni con le canarine. In estate le gabbiette dei richiami erano dedicate agli ibridi da canto e le case di campagna erano
piene di queste gabbiette che facevano capolino anche da sotto i gelsi dove, nei caldi pomeriggi d’estate, il canto degli F1 si
sovrapponeva a quello delle cicale. I cantori più amati erano gli ibridi di Cardellino x Canarino, ma erano apprezzati anche quelli
con il Verdone e con il Verzellino. Altro non c’era se non qualche rarissimo F1 con il Lucherino. Onestamente, il loro canto non
mi attraeva tantissimo, mentre l’osservazione dei loro colori mi ammaliava completamente. Allora, i canarini più comuni erano i
pezzati gialli, ma gli allevatori amatoriali erano talmente tanti che qualche cosa di più selezionato si riusciva comunque a trovare.
Per far capire quanto fosse diffusa la passione rispetto ad oggi (parliamo di quaranta anni fa) dico che nella via dove eravamo
andati ad abitare, c’erano cinque allevatori con oltre trenta coppie ed altrettanti che comunque cinque o sei ne assortivano ogni
anno, più un’infinità di gabbiette appese a tutti i balconi di casa. Ricordo che i barbieri del paese in particolare, avevano tutti
qualche ibrido di Cardellino, che tenevano in bella vista all’ingresso del negozio. Tra questi, rammento ancora un bellissimo
ibrido pezzato all’80% che cantava male, ma era il più apprezzato da tutti i passanti. Davanti a quell’ibrido si ritrovavano tutti gli
appassionati del paese e lì sciorinavano le più strampalate teorie per ottenere degli ibridi con il Cardellino tutti bianchi, con
mascherina rossa ed ali gialle. Quello era il sogno reiterato ed irraggiungibile dei primi anni 70.
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Per questo, pensate allo stupore che provai quando in una
mostra ornitologica, qualche anno dopo, mi trovai di fronte
ad un’ibrida satinè di Canarino x Cardellino. L’allevatore
che era riuscito nell’intento era Settimio Coacci e
conoscendolo, per me, si aprì un mondo nuovo.
Frequentandolo ebbi modo di conoscere Specie a me
ignote, ammirandone la riproduzione in voliere promiscue,
dove fantastici ibridi occasionali facevano bella mostra
appollaiati sui mazzi di erbe spontanee. Ricordo ancora
quando in una voliera che ospitava cardellini, verdoni
dell’himalaya e lucherini petto nero, in un nido, sotto
l’himalaya, nacquero contemporaneamente ibridi con il
Cardellino ed il Lucherino pettonero. A parte quelli casuali,
Settimio produceva con facilità anche ibridi programmati
che a quei tempi spopolavano alle mostre della nostra
zona. Tra questi, degli ottimi Cardellino x Organetto,
Lucherino x Organetto, Lucherino x Verdone, Mozambico
x Cantore d’Africa, Verdone dell’Himalaya x Verdone di
Cina, Verdone dell’Himalaya x Verdone, Lucherino
pettonero x Verdone e gli immancabili canarino satinè x
Cardellina. Bazzicando Settimio, conobbi anche Sergio
Lucarini. A quei tempi, anche lui si dedicava all’ibridazione
ed aveva già prodotto Cardinalino x Cardellina, Lucherino
testanera x Cardellina, Cardinalino x Organetto ecc. prima
di concentrarsi sull’introduzione di nuove mutazioni sul
Verzellino partendo dal canarino. Il perché tutti gli allevatori
più bravi si dedicassero all’ibridazione è presto spiegato:
le mutazioni di colore erano ancora limitate al solo Verdone
e l’università dell’allevamento, ossia la difficoltà vera, era
imperniata sull’ibridazione. In effetti, produrre ibridi, facile
non era, perché si disponeva quasi esclusivamente di
animali di cattura e la difficoltà era più nel farli sopravvivere,
che nel farli accoppiare. Oltretutto, con gli esotici in
particolare, i costi dei soggetti più comuni erano talmente
bassi, che nessuno si cimentava nell’allevamento in
Cardellino maschio
purezza. La cosa ha iniziato a cambiare, quando sono
arrivati i verdoni esotici ed i lucherini sudamericani. I
verdoni, hanno attratto grazie alla possibilità di traslare su
di loro le mutazioni già fissate sul Verdone indigeno, mentre
degli spinus, ha attratto la difficoltà a farli sopravvivere. In
quegli anni, grazie all’impegno di alcuni allevatori, tra i quali
lo stesso Coacci, lucherini pettonero, cardinalini del
Venezuela e lucherini testanera, sono diventate Specie di
comune allevamento.
Personalmente, ho iniziato con gli spinus dopo il servizio
militare e come tutti ho tentato partendo dai soggetti di
importazione. Siccome gli stessi erano interessati da una
mortalità quasi totale, appena ho potuto, sono passato a
quelli allevati, partendo dai cardinalini del Venezuela e dai
lucherini testanera. Con i cardinalini ancora oggi sto
selezionando il mio piccolo ceppo di ancestrali e mutati,
mentre con i testanera, ho smesso qualche anno fa, dopo
essere arrivato ad un buon livello sia con i topazio, sia con
i diluiti, sia con gli ancestrali. Del resto, avevo deciso che
al primo bel maschio topazio diluito avrei lasciato perdere
e così ho fatto, nel rispetto della massima che, per me, è
sempre meglio chiudere in bellezza. I miei soggetti li avevo
ceduti tutti in zona, perché mi dispiaceva disperdere il frutto
di tanti anni di selezione e con me era rimasta soltanto una
femminuccia, nata tardi e magistralmente allevata da una
organetta. Tale femmina di testanera era stata una delle
mie balie più affidabili per un paio di anni e mi aveva dato
anche degli F1 con il Negrito. Nel 2011, era destinata allo
stesso scopo, quando mi ritrovai a disposizione un
maschio di Cardellino vedovo ed indomabile. Visto che
dovunque lo mettevo attaccava briga, pensai di dedicarlo
alla testanera che, essendo abituata a stare da sola, aveva
sviluppato un bel caratterino. All’inizio non ci fu gran
simpatia tra i due, ma stabiliti i ruoli tutto si calmò: aveva
vinto la testanera. La prima covata, com’era logico, tutte
Lucherino testanera femmina
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le uova risultarono infeconde, ma durante l’incubazione la
coppia si affiatò e più volte sorpresi il Cardellino ad
imbeccare la femmina sul nido. Feci allevare loro una
nidiata di organetti che si svezzarono senza problemi. La
covata successiva, nonostante il disturbo degli organetti
stessi, tutte le uova risultarono feconde. Non avendo altra
soluzione, aggiunsi alle quattro uova della testanera anche
un uovo di Cardellino. I piccoli nacquero e crebbero
regolarmente. Al momento dell’inanellamento, confusi il
Cardellino con un F1 ed invertii l’anello mettendo l’A al
Cardellino e l’Y ad uno degli ibridi. Tutti i soggetti si
svezzarono serenamente e mutarono nella stessa gabbia
dei genitori. A fine muta la soddisfazione era totale perché
erano tutti maschi. Purtroppo il più bello di colore era quello
con l’anello sbagliato. Non ho mai esposto tali F1 perché
nella stessa categoria avevo a disposizione quello che
secondo me era un ibrido più vincente ossia un maschio
pastello di Cardinalino x Organetto. Soltanto l’hanno scorso
ho esposto in classe B uno degli ibridi di Cardellino x
Lucherino testanera e onestamente ho capito di aver
sbagliato a non averlo fatto prima. Ora i quattro fratelli sono
da mio padre, uno per gabbia, ad allietarlo con il loro
magnifico canto da Cardellino. Stando al sole e mangiando
erbe prative hanno acquisito un colore fantastico in cui il
giallo la fa veramente da padrone. In effetti, finchè sarà
possibile, almeno in classe B, penso proprio che continuerò
ad esporli. Del resto, meglio tardi che mai…
Ibrido di Cardellino x Lucherino testanera
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