giornalino ponton

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giornalino ponton
La Signora Giacomina ci racconta come si usava l’acqua nella sua infanzia.
L’ACQUA, UN BENE NON SCONTATO
Nel dopo-guerra l’acqua era un bene di lusso,come ci racconta una pro- prozia.
Novaglie, 1 Marzo 2012
Giacomina Corso, nata il 28 aprile 1930 a Novaglie, in provincia di Verona, racconta come veniva
usata l’acqua ai tempi della sua infanzia,
I :Giacomina, dove ha trascorso la sua infanzia?
G: L’ho trascorsa nel paese in cui sono nata, a Novaglie, paese sulle colline di Verona.
I :Com’era composta la sua famiglia?
G: La mia famiglia era composta dai miei genitori, due sorelle, un fratello e uno zio non sposato.
Era una famiglia di origine contadina e molto religiosa.
I :Com’era l’ambiente in cui viveva?
G: Vivevo in paese e la nostra casa era circondata da campi in cui coltivavamo ortaggi e viti.
I: Com’era la sua casa?
G: Era una tipica casa di campagna su due piani. C’erano tre locali al piano terra e tre camere al
piano superiore, ma la stanza più importante era la cucina con il focolare, mentre il bagno non
esisteva.
I: Quindi come facevate a lavarvi e fare i bisogni?
G: Si andava in stalla e di notte si usavano i “bocai”, dei vasi da notte.
I: L’acqua era facilmente reperibile?
G :No, per niente.
I :Come e dove si reperiva?
G: Nel mio paese c’era il “pissarotto”, una fontana comune per tutti e andavamo a prenderla
con i secchi ogni giorno. Usavamo la “zerla”, un bastone con due secchi all’estremità.
I :Esisteva l’acqua corrente nella case?
G: Assolutamente no.
I :Quale acqua bevevate?
G: Quella “pissarotto”.
I: Come veniva conservata?
G: Non esistevano i frigoriferi, si teneva nei secchi.
I :Era potabile?
G :Non lo so, ma l’ho sempre bevuta.
I: Come e dove si lavavano i panni?
G :Al “pissarotto”; si portavano i panni e l’acqua calda da casa e si lavavano sulla pietra con la
cenere, mentre le lenzuola si insaponavano con la “lissiva”, uno sgrassante in polvere, poi si
mettevano in una “brenta”(botte), si ricoprivano di cenere e acqua calda, si lasciavano una
notte a riposo e dopo si risciacquavano.
I:E le stoviglie?
G: Nel “seciar” si mettevano due “cassirei”, uno con l’acqua con la lissiva e uno senza e si
lavavano e poi si risciacquavano.
I: Cos’erano i “cassirei”?
G: Erano dei secchi di rame decorati con bassorilievi che poi Mussolini ci ha ritirato in tempo di
guerra.
I: Come, dove, quando vi lavavate?
G: Nella stalla mettevamo una tenda, scaldavamo l’acqua nei secchi e ci si lavava a turno. Ci
lavavamo una sola volta alla settimana e poi “a pezzi”. L’acqua era un lusso, era faticoso
andarla a prendere e spesso c’era la fila alla fontana.
I: I suoi nonni le raccontavano come usavano l’acqua?
G: Nella stessa maniera.
I :Quando è arrivata l’acqua corrente?
G: Dopo la guerra e ci sentivamo dei “siori”.
I: Noi oggi per rinfrescarsi d’estate andiamo in piscina, lei come si rinfrescava?
G: Nella “brenta” dove si lavavano i panni e ci divertivamo di più.
I: Come si abbeveravano gli animali?
G:Nella stalla avevamo le pecore da cui facevamo il formaggio, le mucche , i buoi, galline,
anatre, conigli, i “piti”(tacchini), un asino che mio papà chiamava “la Veloce” perché andava
piano, e un maiale. Gli si dava da bere con i secchi o li si portava al pascolo alla fontana.
I :Grazie mille per la sua preziosa testimonianza!
G: Non c’è di che!
Valeria de Luise
Intervista al vice-sindaco
La piazza di S.Ambrogio invasa dagli alunni dell’Istituto Comprensivo Dante
Alighieri di S.Ambrogio con una speciale intervista delle classi quinte al vice
sindaco.
Il giorno 21 aprile gli alunni dell’Istituto Comprensivo Dante Alighieri si sono riuniti nella
piazza di S.Ambrogio di Valpolicella per giocare tutti insieme in allegria.
Le classi quinte, come tradizione, hanno partecipato alla caccia al tesoro, e, in una delle
tappe previste, hanno potuto intervistare il Sig. Roberto Zorzi, vice sindaco, ponendogli
alcune domande sul tema “acqua”.
I ragazzi della scuola primaria di Ponton erano ben entusiasti di potere approfondire
questa tematica, che è, nell’anno scolastico in corso, il nucleo delle attivita’ progettuali che
coinvolgono tutte le classi.
I:“Come viene reperita l’acqua potabile? Ci sono pozzi, sorgenti nel nostro
territorio? Dove si trovano?”.
V.S.:“L’acqua potabile viene principalmente reperita con pozzi a Domegliara, in localita’
Montindon e Passaggio Napoleone, mentre le sorgenti forniscono acqua alle fontane”
I:“L’acqua del fiume Adige viene utilizzata come acqua potabile? Se si come viene
depurata?”
V.S:“L’acqua del fiume Adige non viene utilizzata come acqua potabile, fino agli anni ‘60
pero’ poteva essere prelevata per essere utilizzata nella segherie, ora e’ vietato prendere
acqua dall’Adige”.
I:“L’acqua piovana viene raccolta e utilizzata come acqua potabile?”.
V.S:“No, l’acqua piovana non viene raccolta, ma se i cittadini vogliono farlo sono
liberissimi”.
I:“Ci sono dei depuratori dell’acqua potabile? Come depurano l’acqua? Dove si
trovano?”
V.S.“Si, ci sono dei depuratori che raccolgono e puliscono l’acqua, poi vengono aggiunti
degli additivi (cloro) per eliminare i batteri”.
I:“Dove si trovano i nostri acquedotti? Le tubature sono in buono stato? Ci sono
delle perdite frequenti?”
V.S:“Gli acquedotti si trovano vicino ai pozzi. Le tubature dei nostri acquedotti sono state
rifatte circa 5-6 anni fa, quindi sono in buono stato”.
I:“Chi si occupa della gestione del nostro acquedotto?”
V.S:“Della gestione del nostro acquedotto si occupa la Ags (Azienda Gardesana Servizi) e
il Comune”.
I:“Sono stati adottati dei
sistemi per il risparmio
dell’ acqua?”
“No, ma credo che ognuno
di noi nel suo piccolo possa
risparmiare molto”.
I:“Si fanno dei test per
valutare la qualita’ dell’
acqua? Da questi test
come risulta l’ acqua che
beviamo nel comune di
S.Ambrogio?”
“L’AGS si occupa anche dei test per verificare se l’acqua e’ potabile o no.
L’ acqua che beviamo a S.Ambrogio e’ molto buona”.
Gli alunni di classe quinta hanno ringraziato il vice sindaco per le preziose informazioni e
hanno continuato la loro caccia al tesoro seguendo l’indizio successivo.
Alice Boschetto
Una gita interessante per alunni ed insegnanti
MOLINA:UN REPERTO STORICO GRANDE COME UN
PARCO!!!
Un tuffo nella natura per gli alunni di 4a e 5a
della scuola primaria di Ponton
Il 26 marzo 2012 gli alunni di 4 e 5 della scuola elementare di Ponton,si sono recati a
Molina, un piccolo paesino di montagna, caratterizzato da bellezze naturali come cascate,
vallate, boschetti e tanti mulini, da cui prende il nome.
Si sono recati a Molina, perché la sua storia è molto legata all’ acqua e loro stanno
facendo un progetto per capirne l’ importanza dal punto di vista antropico e naturalistico.
Andrea, la guida dell’ associazione “Verdi Intenti” ha spiegato che, nella valle tra Molina e
Fumane, c’ erano circa 23 mulini, con i quali, una volta, si lavoravano materiali come il
grano e il ferro.
Il percorso dei piccoli avventurieri è stato molto lungo e faticoso, ma sono riusciti a
superarlo.
Per prima cosa hanno visitato il borgo di Molina, con le case tipiche, interamente fatte di
pietra, un materiale resistente e facilmente reperibile.
Hanno osservato poi i diversi tipi di fontane, quella della malga e il lavatoio.
Ogni malga aveva la sua fontana, che si usava per lavare gli attrezzi per fare il formaggio,
infatti nelle malghe si conservava il latte e poi si faceva il formaggio.
La malga era divisa in due parti: una con il focolare, chiamata “stanza del fogo” e un’altra
più fresca per conservare il latte.
Il lavatoio, invece, si usava per lavare i panni e per abbeverare gli animali, i lavatoi non
erano personali come le fontane delle malghe, ma erano comuni per tutti.
Alla periferia del paese
sorgevano piccoli gruppi
di case dette contrade.
Le sorgenti, che hanno
scoperto poi, sono state
la cosa più affascinante
al di fuori del parco.
I mulini, presenti a
Molina, erano quasi tutti
funzionanti tra 1600 e il
1800.
Nel corso degli anni i
mulini sono andati in
disuso e le nuove
tecnologie hanno fatto
si che i lavori, che una volta si facevano a mano, ora si facessero con le macchine.
Proseguendo i bambini sono arrivati davanti ad un mulino ancora funzionante e
ristrutturato: “El mulin de Lorenso”.
Poco dopo “El mulin de Lorenso” c’è un sentiero che porta ad un altissimo fossato, da
dove sbuca la più alta cascata al di fuori del parco delle cascate: è alta trenta metri, ma
non ha un nome.
La roccia che si trova nelle vicinanze di Molina, e che forma le pareti dove scorrono le
cascate, è formata da sette strati, che a loro volta sono formati da altri strati.
Terminata la visita al borgo di Molina, i bambini e, anche le maestre, sono scesi nel parco
delle cascate per fermarsi al bar a riposare e fare uno spuntino.
Poi sono ripartiti verso il parco, accompagnati da Barbara, un’altra guida dell’associazione
“Verdi Intenti”.
La loro prima tappa è stata la Cascata Verde. Viene chiamata così, perché quando è stata
scoperta era ricoperta da edera, che in seguito è stata tolta. La Cascata Verde è alta circa
venti metri e la sua acqua è pulita, ma per prudenza non si può bere.
La roccia intorno a tutte le cascate del parco è detta “Scaglia Rossa”, perché è tutta a
scaglie rossastre; quella attorno alla cascata verde è detta calcare Oolitico, significa “uova
di pesce”.
Poco dopo la cascata Verde si trova la “Grotta della Sacchetta” (dal cognome dei
proprietari del terreno).
E’ un sito archeologico, dove sono stati ritrovati impronte ed utensili appartenenti all’uomo
di Neanderthal.
Qui viveva l’orso delle caverne, era alto due metri e pesava novecento chili.
Nella valle del parco ci sono diciassette mulini e molti noci, con i cui i frutti si produce l’olio
per alimentare le lampade ad olio.
Al margine della stradina battuta ci sono molti fiori come primule, gialle come il sole,
anemoni, lillà, dal profumo dolce, polmonarie, chiamate così perché le loro foglie sono
tempestate da puntini bianchi, che ricordano gli alveoli polmonari.
Poi ci sono anche delle piante di sambuco, che hanno i rami vuoti (sono utilissimi per fare
le cerbottane), i suoi fiori sono profumatissimi e si usano per fare oli aromatici e vari
sciroppi.
Alla fine del lungo sentiero si arriva ad una cascata detta “Cascata dell’Orso”. Una
leggenda è legata al nome della cascata: “una volta nei dintorni di Molina vivevano lupi ed
orsi; un orso ha attaccato il paese
e i cittadini lo hanno seguito fino
sopra alla cascata e l’ hanno
affogato in una pozza”, quindi,
questi luoghi sono detti cascata
dell’orso e pozzo dell’orso.
Più in là, verso est, c’è una
cascata detta “doppio covolo”
perché sono due grotte, una sopra
l’altra.
Qui i bambini hanno potuto
osservare una bellissima rana ed
una salamandra: un piccolo
anfibio simile ad una grossa e
grassa lucertola nera con chiazze gialle.
Nel parco delle cascate le meraviglie non finiscono più : cascate, boschi, vallate, fiori,
piante, frutti e anche una fauna molto varia!
Ci sono trote, salamandre, rane, farfalle, vipere, caprioli, volpi rosse, pipistrelli di varie
razze, tassi e il moscera: un piccolo roditore simile allo scoiattolo.
Anche se molto stanchi ed affaticati i piccoli avventurieri sono tornati al pullman e questa
giornata rimarrà sempre nei loro cuori.
ALESSIA SCALA
MOLINA : UNA STORIA IN MEZZO ALL ‘ ACQUA !
Lunedì 26 marzo, noi alunni di 4° e 5° abbiamo fatto un’uscita a Molina , un paese
ricco d’acqua.
Quest’uscita è stata organizzata per farci capire l’importanza dell’acqua dal punto di
vista antropico e naturalistico.
Era una splendida giornata di primavera.
Alle 9:00 (nove)siamo scesi dall’autubus e abbiamo incontrato Andrea ,la nostra guida
,che ci ha condotto al borgo di Molina; siamo scesi alla malga e lì ci ha spiegato
che all’interno della malga lavoravano molte persone : portavano a scaldare il latte nel
logo del fogo , mentre altre andavano a prendere acqua alle fonti e alle sorgenti .
Finito di usare gli attrezzi, le persone li lavavano nelle fontane di pietra.
I lavatoi erano delle vasche in pietra divisa da delle barre di pietra, che servivano
per bloccare lo sporco.
Poi siamo arrivati al “Mulin de Lorenzo”.
Nella valle tra Molina e Fumane c’erano 23 mulini che venivano alimentati dal
“RIBON“, ossia un piccolo canale che si trova in mezzo a delle barre di pietra .
Il mulino serviva per
produrre
farina
e
polenta, ma anche per
macinare il mallo della
noce per ottenere l’
olio, che serviva per
accendere le lanterne ,
perché una volta non
c’era l’elettricità.
L’altra tappa del
nostro cammino è
stato il letto di un
fiume per osservare
come l’ acqua erode la
roccia.
Le sorgenti naturali
fuoriuscivano dalla
pietra e “sfociavano“ nel torrente .
Andrea ,al termine della visita al borgo ,ci ha condotto all’ interno del “Parco delle Cascate”
dove abbiamo mangiato e bevuto.
Finito di mangiare è arrivata Barbara che ci ha portato a visitare il “Parco delle Cascate”.
La prima tappa è stata la Cascata Verde: Barbara ci ha spiegato che le cascate si formano
da un torrente che cade da un precipizio.
La guida ci ha fatto vedere la pietra oolitica che è facilmente erodibile ed è la roccia da cui
si sono formate le cascate. Vicino alla Cascata Verde si trova la grotta della Sacchetta, un
sito archeologico, riparo dell’ uomo di Neanderthal.
Gli archeologi dividono il terreno in quadrati con numeri e lettere, così quando si trova un
oggetto si sa’ dove è stato trovato.
La terza tappa è stata la cascata del Doppio Covolo: un corso d’ acqua cadeva in un
“cono” rovesciato dove vivono salamandre e rane.
Dopo questa cascata abbiamo visitato la Cascata dell’ Orso, chiamata così perché una
volta gli abitanti di Molina hanno inseguito un orso che poi è caduto nella cascata.
Proseguendo siamo arrivati alla Cascata del Tombolo che si chiama così perché non è
molto alta e scende di colpo facendo un botto, mentre quella del Tombolino è la cascata
più piccola del parco.
Infine abbiamo visitato la Cascata del Marmittone chiamata così perché scorre molto
veloce.
Barbara ci ha poi portato all’ autobus che ci ha condotto a casa.
E’ stata una gita molto interessante perché abbiamo capito che l’ acqua è una
risorsa fondamentale per la vita dell’uomo e di tutti gli altri esseri viventi.
Alessandro e Pietro
Visita all’Alzaia di Ponton
Mercoledì 16 maggio verso le 9:00, noi e la classe III siamo andati sull’Alzaia di Ponton, la
strada che costeggia il fiume Adige.
La nostra guida Arianna ci ha spiegato le
regole da seguire per rispettare l’ambiente:
non strappare fiori e foglie, non avvicinarsi
troppo a fiume ecc.
I n seguito ci siamo incamminati lungo il
sentiero; Arianna ci faceva osservare alcuni
alberi come il sambuco con i suoi fiori
profumati, il salice e alcune piante come
l’equiseto (conosciuto anche con il nome
“coda cavallina”), il timo e la piantaggine(le
sue foglie curano il prurito e le punture d’insetto).
Poco dopo siamo andati una spiaggetta dove Arianna, con un retino, ha pescato un insetto
efemerottero, che ha una buona sensibilità all’inquinamento.
Tutti noi l’abbiamo osservato con una lente d’ingrandimento e infine siamo tornati a
scuola.
Gli alunni di classe seconda
16 maggio 2012
Durante la nostra
passeggiata abbiamo
ascoltato i suoni e i
rumori, abbiamo
annusato i profumi,
abbiamo osservato le
erbe e la piante.
Abbiamo raccolto le
foglie: di fico, di pioppo,
di sambuco, di salice, di
gelso, di robinia, di
piantaggine e di
equiseto.
Classe I
FOGLIE DI FICO E SALICE
FOGLIE DI SAMBUCO,
PIOPPO E PIANTAGGINE
Tratto dal racconto
IL CAMPIONATO DELL’ ACQUA
Ancora tre giorni e il quinto campionato dell’ acqua sarebbe finito. Durava un anno intero,
e si svolgeva tra le famiglie del condominio “ Acqua azzurra, acqua chiara con le mani
posso finalmente bere!”. Nome molto lungo, come lungo era anche l’edificio, ben duecento
metri. Venti gli appartamenti, tutti su un piano, il primo. Al piano terra c’era il lunghissimo
porticato, da dove si entrava nei box, e intorno un grande giardino con tante piante da
frutto. Tre giorni e anche quest’anno una famiglia sarebbe stata eletta campione di
risparmio dell’acqua. Ormai si sapeva che tre famiglie erano abilissime nel consumare
poca acqua, e nei campionati precedenti la differenza tra loro era sempre stata meno di 10
litri. L’idea di una competizione era stata del signor Mario Tevere, Quando, cinque anni
prima, aveva notato che le venti tariffe annuali pagate per il consumo d’acqua, erano
abbastanza simili. E questo consumo era piuttosto basso. Lui aveva la passione dell’
ecologia, e proprio il risparmio dell’acqua era il suo pallino quindi sapeva perfettamente
qual’ era un buon livello di utilizzo, ed era maestro nelle strategie per un consumo oculato.
La piacevole sorpresa era scoprire che tutte le famiglie del lungo caseggiato erano attente
a risparmiare acqua. E allora perché non giocare a chi ne consumava meno ? L’idea era
piaciuta a tutti così, dopo un paio di mesi per organizzare il gioco, si diede il via al primo
campionato dell’acqua. La famiglia Nilo aveva vinto il primo e il terzo anno, la famiglia
Tevere il secondo anno mentre l’ultimo campionato se l’era aggiudicato la famiglia Po.
C’era poi la famiglia Garda che centrava sempre il quarto posto. Tutte le altre, seppur non
sprecassero grandi quantità del prezioso liquido trasparente, erano sempre distanziate di
alcune decine di litri. Ma andiamo a raccontare le ultime ore del quinto torneo. Era venerdì
29 dicembre e domenica sera 31 dicembre l’ arbitro Goccia avrebbe detto STOP! E subito
dopo il controllo dei contatori, tenuti sigillati per l’intero anno, sarebbe stata nominata la
famiglia vincitrice.
ORA INVENTO IO Ore 9:00. Tutti i Nilo, papà, mamma e i due figli, si preparavano per la
penultima doccia. La regola era di fare una doccia ogni due giorni nei mesi freddi e tutti i
giorni nei mesi caldi. Giulio Nilo aprì il rubinetto e nell’annaffiatoio lasciò entrare l’acqua
fredda (l’avrebbe usata per bagnare le piante). Appena l’acqua diventò calda entrò in
doccia e in due minuti esatti si lavò, lasciando poi entrare il fratello Stefano e quindi papà e
mamma. Ore 12:30; la signora Nilo prepara la pasta per pranzo, naturalmente stando
attenta a non sprecare neanche una goccia d’acqua in più. Ore16:00; il signor Nilo torna a
casa dal lavoro e comincia a insultare la moglie per non aver conservato l’acqua di cottura
della pasta per sciacquare i piatti. Ore19:00; Stefano, per risparmiare l’acqua per lavarsi le
mani, intinge semplicemente le mani dentro il recipiente del sapone e poi se le asciuga,
così le mani profumano. Poi, dopo cena, si lava i denti senza bagnare lo spazzolino e per
sciacquarsi la bocca prende un bicchier d’acqua, ne beve un goccio e poi gliela risputa
dentro; e così finisce la giornata della famiglia Nilo. Vediamo invece la famiglia Po nella
sua giornata. Ore 9:00; il più piccolo dei Po, Pietro, che ha quattro anni, si sta facendo la
doccia e, per lavarsi in fretta, non si bagna neanche e si passa subito il sapone, però se
n’è messo troppo e quando esce, non trovando l’accappatoio, se ne va in giro per casa a
cercarlo, e intanto, non essendosi sciacquato, sporca di sapone dappertutto e così, alla
mamma infuriata, è toccato sprecare tanta acqua per pulire quello che Pietro ha sporcato.
Ore 12:00; ed è ora di pranzo. Invece di mangiare la pasta, mangiano solo insalata,
conservando l’acqua per bagnare le piante, ma, naturalmente, a Pietro non piace, quindi,
schifato dal pranzo proposto dalla mamma, rovescia l’acqua tenuta da parte. Ore 16:00;
anche per la famiglia Po è ora di uno spuntino pomeridiano. La mamma prepara in tavola
delle fragole, appena lavate e molto furbamente, recupera l’acqua del lavaggio per
bagnare il giardino. Ore 19:00; il papà tira fuori dei piatti da sotto il lavello, dove ci sono i
tubi del rubinetto. Pietro intanto, incuriosito, va a toccarli e tirandoli un po’, in un attimo
tutta la casa viene allagata; e così avviene la squalifica dei Po. Vediamo invece come va
la famiglia Tevere nella sua giornata. Ore 9:00; la coppia dei Tevere si sveglia e va, come
al solito, a farsi la doccia di un minuto a testa. Ore 12:30; la signora Tevere prepara il
pranzo cercando di non usare acqua e quindi propone insalata di pomodori biologici che
non vanno lavati. Ore 19:00; per cena i Tevere mangiano ancora cibi che non richiedono
acqua per la preparazione cioè tonno sott’olio e piselli in scatola. Dopo cena, la signora
Tevere lava il pavimento con lo stesso mezzo litro d’acqua della settimana precedente.
Vediamo invece come va la famiglia Garda nella sua giornata. Ore 9:00; la famiglia Garda,
con i suoi dodici figli, sta per entrare in doccia e purtroppo anche qui ci sono disastri
acquatici! Il primo che è entrato in doccia, ha rotto il rubinetto ed è partito un getto, quindi
altre cinque o sei decine di litri d’acqua sono andati in fumo. Ore 12:30; siccome la doccia
è rotta e ci sono dodici figli da lavare e da dissetare, il signor Garda prende dal frigorifero
due bottiglie di succo e una di acqua. Dopo però, quando la vicina di casa vede dal
balcone che la moglie del signor Garda bagna i fiori con l’acqua della fontana del parco
giochi, l’ha subito detto all’arbitro Goccia e così sono stati, anche loro, squalificati per
comportamento scorretto. Così sono rimaste in gara solo due famiglie: i Nilo e i Tevere. Il
signor Goccia guarda i contatori e dice ad alta voce i risultati: la famiglia Nilo ha
consumato 8100 l d’acqua, mentre la famiglia Tevere 8094 l. Quest’anno la coppa d’oro,
che rappresenta una cascata va alla famiglia Tevere!!!!!!!! I quali sono felicissimi per la loro
seconda vittoria!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Andrea Fasoli cl. 5
INCURIOSITI DA QUESTA TEMATICA, CI SIAMO INTERROGATI SE SIAMO DEI BUONI
RISPARMIATORI DI ACQUA. ECCO IL SONDAGGIO A CUI HANNO RISPOSTO TUTTI
GLI ALUNNI.
Questionario: E NOI, COME RISPARMIAMO?
1) Quando ti lavi le mani, chiudi il rubinetto mentre ti insaponi?......SI’…..NO
2) Ti stai lavando i denti: chiudi il rubinetto mentre le spazzoli?.......SI’….NO
3) Sotto la doccia chiudi l’acqua quando ti insaponi?........................SI’…..NO
4) Preferisci la doccia al bagno?.........................................................SI’…..NO
5) Ai rubinetti di casa avete un riduttore di flusso?..........................SI’…..NO
6) Il vostro wc è dotato di sciacquoni differenziati, con
“tasto risparmio”?.............................................................................SI’…..NO
7) In casa vostra lavatrice e lavastoviglie funzionano sempre a pieno
carico?...............................................................................................SI’…..NO
8) A volte riutilizzate l’acqua di cottura della pasta per lavare piatti? ..SI’…NO
9) Utilizzate l’acqua del lavaggio delle verdure per innaffiare? ………SI’….NO
10)Prima di prendere un bicchiere d’acqua o di riempire una brocca
fate scorrere a lungo l’acqua dal rubinetto?......................................SI’……NO
11)In casa avete rubinetti che perdono?.................................................SI’……NO
12)Per quanto tempo, mediamente, rimani in doccia?
5/10 minuti
----
10/20 minuti
----
20/30 minuti
----
SONDAGGIO SUL RISPARMIO DELL'ACQUA
100
87
numero totale degli alunni 89
90
79
80
77
71
70
60
65
59
58
52
65
55
55
53
sì
50
no
sì
37
40
31
30
34
30
20-30 min
34
24
30
24
18
20
12
10
10
2
6
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
risposte ai corrispondenti quesiti
10
11
12
IL LUNGO VIAGGIO DI WENDY
Wendy è una piccola gocciolina d’acqua di un colore azzurro intenso, sempre vestita
con una gonnellina e un paio di scarpe rosa.
Wendy vive in tutti i mari, oceani, fiumi,
laghi, ruscelli, torrenti, acque sotterranee
della nostra Terra.
Ogni giorno, con le sue sorelle goccioline,
gioca felice e spensierata nel blu con pesci,
conchiglie e alghe verdi.
Un giorno Wendy incontra il sole, un grande
mago a forma di cerchio con delle strisce
rosse e arancioni tutte luminose.
Il sole si chiama Bello Luminoso.
Wendy chiede al sole come si chiama e il
sole risponde: << Bello Luminoso>>.
Il sole fa una magia e Wendy sale nel cielo.
Poi ne fa un’altra e Wendy diventa una
nuvola.
Poi sale ancora di più e sente il vento freddo.
C’è una forza che la spinge in alto, incontra
un vento ancora più freddo e lei si sente
freddissima e rigida.
In due minuti Wendy diventa un pezzettino
di ghiaccio, si sente ancora più fredda, più
rigida e ancora più ghiacciata: è diventata un pezzo di grandine; a un certo punto si
sente trascinare verso il basso e cerca di aggrapparsi alle sue sorelle.
Purtroppo non ci riesce e cade in una conca d’acqua di colore verde: il Lago di Garda.
Successivamente Wendy va nel fiume Adige e infine nel mare, felice di esserci
ritornata!
Classe II
Acqua limpida
Che salata fa le onde
Quando sei rispettata da noi
Uomini,
Acqua sei preziosa
Acqua
Cristallina
Qualche volta inquinata dall’
Uomo
Aiutiamola a sopravvivere!
Nicolò Caterina Enrico Matteo Rachele
Acqua dolce,
Corrente in un fiume,
Quieta e fresca
Un lago
Azzurro vai a formare.
Arma
Caotica
Quando vuole
Una fedele
Amica cristallina
Alice Pietro Valeria
Luca, Derich e Giulia
Acqua
Chiara
Quando scorre in
Un mare di color
Acquamarina
Nicola Iris Andrea Edoardo
Acqua
Chiara di
Qualità
Un dono che si deve
Apprezzare
Alessia, sabrina, Mohamed
Per noi
Acqua, sei preziosa
quindi Chiudiamo il
rubinetto Quando
lo spazzolino Usiamo
e le stoviglie insAponiamo
Caterina Nicolò Enrico Matteo Rachele
Se l’ Acqua
vuoi
Curare
devi
Quindi
chiudere il rUbinetto
di
cAsa.
Luca,Derich e Giulia
Se
l’Acqua
È
Calma
e
inQuinata
non
Usiamola per
DissetArsi
Nicola Iris Andrea Edoardo
E’
da
Apprezzare
e
da Curare
ma da non inQuinare
è
l’acqUa un dono
da salvaguArdare
Alessia, Sabrina, Mohamed
Indispensabile come l’ Aria
maestosa Come
l’ aQuila
strumento Utile per
l’umAnita’
Alice Pietro Valeria
LA FAMIGLIA ACQUAPAZZA
Andiamo ora a presentare la famiglia Acquapazza.
Acquitrinick nacque in un acquitrino,
con acqua acquitrinante.
Nacquero poi, da un acquazzone,
Acquinik e Acquinok.
Lo zio Acquaforte diventò un subacqueo
e dall’acquedotto arrivò la zia
Acquarella.
Infine da un acquario nacque nonno Acquisan,
il più saggio di famiglia,
e la cugina Acquarilla.
Acquafognante era il bisnonno
dall’odore stagnante,
fanno parte della famiglia il cane Acquarogna
portato da una cicogna,
il gattino Acquasfusa
che tutto il giorno fa le fusa
è un gran coccolone
anche se un po’ ciccione.
Questa acquosa famiglia
ha ancora molti acquaparenti,
ma noi non possiamo nominarli acquatutti!
Pietro,Luca,Alice,Giulia e Valeria
LA FAMIGLIA ANNACQUATA
Il subacqueo Acquazzotto,
che faceva l’acquirente,
nacque nella regione di Acquamarina
nella provincia di Acquerello.
Un giorno decise di acquistare
un acquario dal signor Vapore Acqueo
contenente l’acqua di un acquitrino.
Un giorno si sposò con Acquabella
e nacque un figlio di nome Sciacquone
che finì nelle acque del mare
formato dalle acque dell’acquerugiola.
Avevano un pescecane di nome Aquapanik
che viveva nella vasca da bagno.
Poi c’era la nonna Acquachiara
Che era trasparente come l’acqua.
E tutti insieme formano
la famiglia Annacquata
Nicola Iris Andrea Edoardo
LA VITA DI ACQUERUGIOLA
ACQUerugiola naCQUe nell’ ACQUaterra ,
nella regione di ACQUamarina
ed era un’ aCQUirente di un aCQUedotto ;
con il suo aCQUascuter
faceva giri nei cirCUiti
più annaCQUati di aCQUamarina ,
dipingeva con aCQUarelli su tele di aCQUa
Un giorno aCQUistò
Un aCQUario e innoCUi pesciolini
e da un aCQUarellista
dei nuovi aCQUerelli annnaCQUati ,
poi si accorse che avava il taCCUino vuoto.
Alessia, Sabrina, Mohamed, Matteo e Nicolò
HAIKU CON KIGO
L’ACQUA
LA PIOGGIA
Ticchettii,
acqua sulla terra
molte pozzanghere.
Luca
Goccia dopo goccia
cade
dal cielo grigio.
Derich
Pioggia intensa,
una fioritura di ombrelli
colora le strade.
Giulia
IL TORRENTE
Nelle verdi valli
fra i sassi
salta l’acqua di un torrente
Alessia,Sabrina,Mohamed
IL LAGO
Nel lago
in splendide acque
nuotano cigni e anatre.
Andrea, Nicola, Rachele, Edoardo
IL MARE
Il mare con
le sue acque tranquille
dondola i gabbiani.
Mare impetuoso,
le onde agitate
si infrangono sugli scogli
La luna piena
Illumina con bagliori argentei
le increspature del mare.
Alice, Pietro, Valeria,Matteo
IL FIUME
Acqua veloce
va verso il mare
salutando piccoli paesi (Iris,Enrico, Nicolò)
FILASTROCCHE
SCIOGLILINGUA
Marameo cucu’
l’acqua va su e giu’
nel mar blu.
Pietro Indelicato
Un giorno l’acqua nacque
Al fuoco non piacque,
ma comunque tacque
Alessia, Carlotta, Denis, Enea
REALIZZIAMO INSIEME IL” PAU DA
CHUVA”
(pronuncia: pau da sciuva)
Pau Da Chuva=
Bastone della pioggia, strumento musicale tradizionale/ brasiliano.
Noi bambini di classe3^ ci siamo cimentati nella realizzazione di questo strumento che si
chiama così perché riproduce il suono della pioggia che scroscia e delle onde del mare
che si infrangono sulla battigia.
COSA SERVE
-Un tubo di cartone molto resistente lungo almeno 60 cm e di diametro intorno ai 6-7m.
-Chiodi di acciaio sottili
-Martello
-Colla vinilica e un pennello abbastanza grosso.
-2 pezzi di carta da parati piuttosto spessa.
-Strisce di tela leggera di recupero di vario colore.
-Nastri,fili di lana, spago colorato per decorare.
-Nastro adesivo di carta (da imbianchino)ne nastro adesivo telato colorato.
-Conchiglie frantumate, lenticchie e ceci secchi ghiaia molto piccola.
COME SI PROCEDE
-Conficcare i chiodi in ordine sparso sulla superficie del tubo, avendo cura che la punta
non trapassi all’ esterno.
Più chiodi ci sono, più l’effetto è assicurato!
-Sigillare un’ estremità del tubo con un pezzo di carta da parati opportunamente ritagliare
e fissato con nastro adesivo di carta.
-Inserire l’altra estremità del tubo come spiegato prima.
-Cospargere la superficie del tubo di colla vinilica (con il pennello) e avvolgere a spirale le
strisce di stoffa, facendole aderire perfettamente al cartone, poi lasciare asciugare.
-Decorare con nastri, spago, lana avvolgendo sempre a spirale e annodando qua e là,
avendo cura di rifinire le estremità del bastone con il nastro adesivo telato colorato per
coprire le imperfezioni.
Ecco fatto!
Muovendo lentamente il bastone su e giù o scuotendolo siamo pronti a creare ritmi
suggestivi, rilassati ,scatenati!
Classe III
LE NOSTRE PATATE AMERICANE
6 OTTOBRE
Abbiamo messo due patate americane dentro a due vasetti con l ‘acqua.
27 ottobre
La patata più piccola ha sviluppato tante radici e sono spuntate tante foglioline .
La patata più grande ha solo poche radici .
24 NOVEMBRE
La patata più grande l’ abbiamo sostituita con una più allungata che ha sviluppato , dopo
pochi giorni , radici e foglie.
20 GENNAIO
Le foglie sono diventate tante e cadenti .
Tante sono diventate prima gialle e poi secche perché durante le vacanze le piante sono
state al buio .
10 MAGGIO
Abbiamo interrato le patate americane , il contenitore l’ abbiamo posizionato sul davanzale
esterno .
Cosa accadrà ora ?
Aspettiamo e vi sapremo dire.
ACQUA IN CICLO
L'acqua è presente sulla terra in abbondanza (71%), in tipi diversi :


ACQUA SALATA (MARI, OCEANI...)
ACQUA DOLCE (FIUMI, LAGHI, TORRENTI, RUSCELLI, GHIACCIAI, VAPORE
ACQUEO)
L'acqua passa continuamente da uno stato all'altro, in un percorso continuo, chiamato
CICLO DELL'ACQUA perché non finisce mai.
I raggi del sole riscaldano l'acqua dei mari e degli oceani che evapora
nell'aria sotto forma di VAPORE ACQUEO.
Salendo negli strati più alti e freddi dell'atmosfera, il
vapore acqueo condensa e si trasforma in minuscole gocce
d'acqua che formano le nuvole.
Nelle nuvole le gocce si uniscono tra loro e diventano troppo
pesanti per restare sospese nell'aria. Così ricadono al suolo
sotto forma di PRECIPITAZIONI ATMOSFERICHE
Quando cade sulla Terra, una parte dell' acqua scorre
sul terreno, penetra nel sottosuolo, si accumula nei
depositi sotterranei formando le FALDE ACQUIFERE
Un'altra parte dell' acqua, invece, si raccoglie nei ghiacciai, nei laghi, nei
fiumi che sfociano nel mare, pronta per
ricominciare un nuovo viaggio.
GIOCHIAMO CON I SUONI DEL CICLO DELL’ACQUA
SCHH…fluttuare quieto
FIUU…dissolversi muto
BUUU…BUM rombo cupo
TIC…TIC…ticchettio incessante
WRR…WRR…scrosciare impetuoso
VFHH…VFHH scivolare sonnacchioso.
Classe IV
L’ACQUA SI TRASFORMA
L’acqua cambia stato,cioè si trasforma quando cambia la temperatura. Con il calore del
sole,l’acqua dei mari,degli oceani,dei fiumi e dei laghi,EVAPORA e si disperde nell’aria
sotto forma di vapore acqueo. Questo passaggio di stato si chiama EVAPORAZIONE.
Quando il vapore acqueo si raffredda,invece,ridiventa acqua allo stato liquido. Questo
passaggio di stato si chiama CONDENSAZIONE. Se fa molto freddo,l’acqua passa dallo
stato liquidi allo stato solido,trasformandosi in ghiaccio,neve o grandine.. Questo
passaggio di stato si chiama SOLIDIFICAZIONE. Quando la temperatura aumenta,ilo
ghiaccio può fondere,passando dallo stato solido allo stato liquido. Questo passaggio di
stato si chiama FUSIONE.
L’ACQUA NEL MONDO
Il pianeta in cui
viviamo si chiama
terra, ma sarebbe più
corretto chiamarlo
acqua. Più dei due
terzi della superfice
terrestre infatti sono
occupati da acqua:
mari, oceani, laghi,
fiumi, ghiacciai e falde
acquifere.
Osserva i due
planisferi e colora di
azzurro le superfici
coperte dall’acqua.
Se tu fossi in orbita su un satellite…potresti vedere che la terra è ricoperta da tantissima
acqua: la superfice occupata dalle acque è infatti maggiore di quella occupata dalle terre
emerse.
L’ACQUA NEL CORPO UMANO
L’acqua si trova nel corpo di tutti gli esseri viventi: piante
ed animali .L’acqua costituisce i due terzi del nostro corpo.
Ciò significa che un bambino del peso di 30 Kg contiene
20 Kg di acqua, mentre un adulto ne contiene 50 Kg.
Quando il nostro corpo ha bisogno di acqua avvertiamo
una particolare sensazione: la sete.
E ciascuno di noi nell’arco della giornata libera circa due
litri di acqua:
mezzo litro con il sudore;
mezzo litro con il respiro;
un litro con l’urina;
per questo dovremmo assumere con i cibi ele bevande
ameno due litri di acqua al giorno.
Mangiare verdura e frutta ci aiuta a reintegrare molta
acqua ed è un’azione particolarmente benefica per la
salute.
Ricorda: una mela al giorno leva il medico di torno
.
L’ACQUA È ENERGIA
NULLA SI DISTRUGGE NULLA SI CREA TUTTO SI TRASFORMA
Mercoledì 16 maggio ci siamo recati in
uscita didattica alla centrale idroelettrica di
Bussolengo. Al nostro arrivo siamo stati
raccolti dal signor Michele, un impiegato
della centrale. Dopo aver indossato la
membrana protettiva e il relativo casco, la
nostra visita è iniziata. Siamo entrati in una
sala dove abbiamo preso visione di due
filmini d’epoca, in bianco e nero: uno relativo
a una centrale “ ad acqua fluente”, quale la
centrale di Bussolengo e l’altro riguardante
una centrale “ a serbatoio” come la centrale
di Ampezzo. La centrale ad “acqua fluente”
è caratterizzata da un alta portata (120
m3/s) e da un basso salto ( circa 40m ); al
contrario la centrale “ a serbatoio “ funziona
con una bassa portata ( 15m3/s) e un alto
salto( circa 350m). Usciti dalla sala, le idee
non erano molto chiare, ma poi tutto si è
chiarito man mano che la visita alle varie
parti della centrale procedeva. La centrale di
Bussolengo, nata nel 1994, sfrutta l’acqua
dell’Adige che ad Ala, viene sbarrata e
convogliata nel canale Biffis, dal nome
dell’ingegnere che lo ha progettato. L’acqua,
dopo un percorso lungo quasi 40 km, arriva alla centrale, dove viene raccolta nella vasca
di carico e attraversa le griglie di presa, che trattengono lo sporco. Queste ultime, grazie
allo sgrigliatore vengono pulite. L’acqua del canale viene mantenuta costante grazie a
delle paratoie di presa che chiudono il deflusso verso la centrale e scaricano l’acqua in più
nell’Adige. Da qui l’acqua passa nelle condotte forzate, grandi tubi di cemento armato
lunghi 40 m, e arriva alle turbine. L’acqua macinata, ossia l’acqua utilizzata, viene
“mandata “ alla centrale successiva del Chievo e la restante viene fatta defluire nell’ Adige.
Ogni turbina ha una portata d’acqua di 48m3/s, ossia passano 48000 l al secondo. La
turbina è una macchina motrice che trasforma l’energia idraulica (velocità, quota della
pressione) in energia meccanica di rotazione. Da ogni turbina l’energia meccanica
prodotta, passa in un alternatore, dove viene trasformata in energia elettrica Da qui
raggiunge un trasformatore che abbassa la corrente e alza la tensione per ridurre le
perdite. Ora l’energia elettrica è pronta per essere distribuita.
Classi quarta e quinta.