Beni di consumo - Milano Finanza
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INTERNATIONAL AFRICAITALIA BUSINESS Beni di consumo Dicembre 2013 L’Italian made punta all’oceano blu Nei prossimi anni oltre il 50% delle famiglie africane potrà soddisfare bisogni non legati alla sussistenza. Ecco chi si sta preparando a soddisfare la nuova domanda di Francesca Vercesi I l produttore musicale britannico Mark Voysey, pagando 300 dollari a notte per una camera all’Epic Hotel Sana, sapeva che Luanda, la capitale dell’Angola, non era un città a buon mercato. «Ma non mi aspettavo che un hamburger col servizio in camera potesse costare 45 dollari», ha raccontato. «Nel mercato di strada dove stavamo girando una sequenza mi sono imbattuto in un paio di finte sneakers Vans per 70 dollari mentre sulla bancarella accanto c’era una donna che stava uccidendo un pollo a mani nude». Nella città più cara al mondo le disuguaglianze sociali sono all’ordine del giorno. Ma oltre ai 55 miliardari africani (tra cui tre donne) con un patrimonio totale di 143 miliardi di dollari, e ai 414 milioni di individui che, secondo la World Bank, vivono in estrema povertà, il doppio di 30 anni fa, la nuova classe media si sta facendo largo. La prima spinta gliela dà la demografia. Dietro l’impennata dei numeri africani c’è l’alto tasso di fecondità, che è attualmente di 4,8 figli per una donna africana, contro 2,5 per la media mondiale. Per cui nei prossimi 20 anni, prevede il World population prospect Le potenzialità sono quelle di un classico mercato con alto potenziale di crescita in cui la concorrenza è ancora tutto sommato bassa dell’Onu, l’Africa avrà la più larga fetta di popolazione in età lavorativa, con 71 città di oltre un milione di abitanti. Ed è lì che la dinamica dei consumi sarà esplosiva. Le grandi multinazionali in tutti i settori hanno messo il piede sull’acceleratore nell’apertura di punti vendita, soprattutto tra Sud Africa, Nigeria, Angola, Marocco e Egitto, perché, sostine McKinsey, entro i prossimi otto anni, oltre il 50% delle famiglie africane sarà in grado di soddisfare bisogni non legati alla sussistenza. MOBILIERI D’ATTACCO Così il brand Usa Gap (abbigliamento casual) ha deciso di entrare nel mercato sudafricano, dopo avere aperto in Il Morocco Mall, a Casablanca, il terzo shopping center più grande del mondo, è diventato il simbolo dei nuovi consumi in Africa. Nella pagina accanto: i box con i mobili italiani che saranno una delle esposizioni in mostra sulla portaerei Cavour 42 Egitto e Marocco. Zara ha aperto lo scorso anno in Sud Africa. Standard Bank e la compagnia di telefonia Mtn si stanno espandendo anno dopo anno. Nissan sarà la prima azienda di auto che produrrà in Nigeria e, insieme a Renault, ha appena siglato un memorandum of understanding con la nigeriana Stallion Group per produrre auto a Lagos. Carrefour entro il 2015 aprirà in Nigeria e in altri sette Paesi. Lo stesso per l’americana Shoprite e l’olandese Spar. La Walmart ha investito 2,4 miliardi di dollari per l’acquisizione di Massmart, uno dei più grandi rivenditori sudafricani. Ibm ha uffici in 20 Stati del continente. In Ghana Acs, una grande azienda informatica statunitense, impiega oltre 1.800 persone. E Google sta investendo in infrastrutture web e sta lanciando pagine di ricerca in un crescente numero di lingue africane. Tra gli italiani sono spesso i mobilieri a fare da apripista, lusso a parte. Scavolini ha aperto punti vendita in tutte le grandi città del Nord, Casablanca, Rabat, Tripoli, Bengasi, Il Cairo, dove la gestione è più semplice da un punto di vista logistico. Ed entro l’anno aprirà un showroom importante a Lagos, in Nigeria, dopo avere aperto anche in Kenya, a Nairobi. «Le potenzialità sono quelle del cosiddetto “oceano blu”, mercati con alto potenziale di crescita in cui la concorrenza è ancora tutto somma- Dicembre 2013 BUSINESS Beni diconsumo INTERNATIONAL AFRICAITALIA Food and comsumer goods will drive half the opportunity Parte il roadshow nei porti africani Food and consumer goods will account for $185b growth to 2020 COME CRESCERANNO I CONSUMI Le spese dei privati $ mdi nel 2011 IL MADE IN ITALY ARRIVERÀ SULLA CAVOUR U to bassa e quindi più facile iniziare a guadagnare o incrementare la propria quota di mercato», ha raccontato Roberto Gramaccioni, direttore export di Scavolini Il volume delle vendite di Scavolini è stato di oltre 170 milioni nel 2012. La percentuale di questo fatturato generata dall’Africa è ancora limitata ma con tassi di crescita che, negli ultimi due anni, sono stati a doppia cifra. Il gruppo ha molti progetti di sviluppo in alcuni paesi strategici e ci sono sul tavolo contatti già avanzati per l’apertura di alcuni punti vendita che avverranno nel 2014. «I rischi sono quelli legati all’instabilità che necessariamente porta con sé un mercato giovane: tassi di crescita estremamente oscillanti, che possono variare sensibilmente e molto rapidamente da un anno all’altro». Più cauto 543 164 Abitazioni Consumi non alimentari 245 110 158 Crescita 2011-20 $ mdi 3.3 137 4.5 81 4.2 48 Salute 581 831 4.2 25 Telecom 53 81 4.9 28 Banche 33 57 6.2 24 Educazione 30 47 4.9 17 4.0 48 4.0 407 113 Altro 161 968 Totale 1,375 Fonte: Mckinsey African Consumer report., 2012 denziali di alto livello e uffici. In Sud Africa dal 2011 il gruppo ha avviato una collaborazione, definita «florida», con un partner che ha aperto un monobrand Poltrona Frau a Cape Town mentre Cassina è presente con un rivenditore a Johannesburg e Cappellini a Cape Town. Ma il gruppo ho messo nel mirino anche mercati più difficili tra cui Nigeria, Angola, Ghana e altri paesi dell’Africa australe dove hanno cominciato a insediarsi multinazionali di servizi, potenziali clienti sia per l’arredamento degli uffici sia per il residenziale. «Nel segmento contract, che abbiamo da poco rinominato Luxury interiors, siamo già abbastanza introdotti nell’Eat Africa, area in cui è fondamentale relazionarsi con un partner locale che conosca bene il mercato. In particolare, stiamo lavorando all’espansione di Ferrari, con le aperture a Durban (South Africa), Johannesburg e Casablanca, seguite da Cassina Contract», hanno spiegato a Poltrona Frau. Rising digital usage La brianzola Consonni International LE TAPPE DELLA MISSIONE • Abu Dhabi (Eau) 30 Nov-4 Dic • Doha (Qatar) 5 Dic-9 Dic • Shuwaik (Kuwait City) 10 Dic-14 Dic • Mina Sulman (Bahrein) 15 Dic-19 Dic • Mascate (Oman) 21 Dic-25 Dic • Dubai (E.A.U.) 26 Dic 2013-2 Gen 2014 • Mombasa (Kenya) 10 Gen-15 Gen • Antseranana (Madagascar) 18 Gen – 23 Gen 406 Alimentari no showroom viaggiante, che arriva dal mare, addirittura su una portaerei, la Cavour della marina militare italiana, che questa volta punterà al business invece che alla guerra. Ministeri, grandi aziende, marchi famosi e Confindustria si sono accordati per rifinanziare il progetto «l’Italia riparte» che all’interno dell’ammiraglia della flotta ospiterà mostre e sfilate di prodotti del made in Italy toccando principali porti del Golfo Persico, a partire da novembre, e africani da gennaio. Nel lungo elenco dei brand che hanno aderito all’iniziativa figurano Eni, Finmeccanica, Fincantieri, Fiat, Avio Aero, Pirelli, Illy, Ducati, Luxottica, Elettronica, Ferrero, Snaidero, FederlegnoArredo, Blackshape, Piaggio, Marzotto, Tod’s, Telecom, Expo Milano 2015 ed Eataly. «La proposta ci è arrivata dal capo di stato maggiore della Marina, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, e dal ministro della Difesa», ha spiegato Roberto Snaidero, presidente di Federlegno, che ha coinvolto 25 aziende del settore. Lo stand dell’associazione, intitolato «Il cuore dell’abitare italiano/La nostra passione è la tua casa» occuperà una superficie di 150 metri quadrati e sarà strutturato come un percorso ideale con lo scopo di offrire al visitatore un quadro completo della filiera italiana del legno-arredo. Alla missione, oltre alla Cavour, parteciperanno altre quattro navi. La missione, infatti, è stata concepita anche a tutela degli interessi economici e commerciali in funzione di antipirateria, a supporto alle Marine dei Paesi rivieraschi e, in caso di necessità, per l’assistenza umanitaria delle popolazioni locali. Da Maputo, dove arriverà ai primi di gennaio, la missione risalirà le coste africane fino alla Nigeria e Guinea, dove sono particolarmente rilevanti gli interessi italiani. CAGR 2011-20, % $ mdi nel 2020 • Maputo (Mozambico) 27 Gen-1 Feb • Città Del Capo (Sud Africa) 5 Feb-10 Feb • Luanda (Angola) 15 Feb-19 Feb • Pointe Noire (Congo) 20 Feb – 25 Feb • Lagos (Nigeria) 28 Feb-4 Mar • Tema (Ghana) 5 Mar-10 Mar • Conakry (Guinea) 14 Mar-18 Mar • Casablanca (Marocco) 24 Mar-28 Mar sulle prospettive è Paolo Romani, direttore commerciale estero di Smeg, che fattura circa 500 milioni, di cui il 5% in Africa. «Per ora non è ancora un mercato strategico, Per ora ci basta prendere quella quota di mercato che si rivela essere remunerativa per il nostro livello di prezzo e di posizionamento», ha precisato Romani, che ha inaugurato in agosto uno showroom ad Accra, la capitale del Ghana, ed è presente in Sud Africa, a Durban, Johannesburg e Città del Capo, e a Maputo, in Mozambico. Anche il gruppo Poltrona Frau guarda all’Africa con favore ma per arrivarci «è fondamentale la scelta di partner adeguati», hanno fatto sapere dal quartier generale. In Marocco e Tunisia sono in essere relazioni coi partner storici molto attivi su progetti resi- Africa has entered the digital age Contract, specializzata in servizi contract di alto livello (27 milioni di fatturato nel 2012), ha, invece, deciso di aprire un ufficio a Kinshasa, la capitale della Repubblica democratica del Congo. E nonostante «sia un paese fortemente disorganizzato, con un alto livello di corruzione e con un livello di reperibilità di mezzi e materiali scarsissima, gli affari stanno andando bene», ha rivelato Gianluca Colombo, responsabile commerciale di Consonni International Contract. Nonostante tutto la redditività dei contratti è intorno al 20%. Uno dei tanti problemi è la selezione delle maestranze locali, come per il progetto Grand Hotel Kinshasa. «In sei mesi abbiamo incontrato oltre 450 candidati per sceglierne 30, ai quali oltre a fare training sulla tecnica, abbiamo dovuto trasmettere il concetto di lavoro di squadra. I risultati sono stati molto positivi», ha raccontato Stefano Mastromatteo, operation manager. NON SOLO PRODOTTI Da una ricerca realizzata dall’università di Johannesburg e dalla Mastercard, Accra, Lusaka e Luanda, rispettivamente capitali di Ghana, Zambia e Angola sono risultate le città dove nei prossimi anni si faranno più affari grazie allo sviluppo dei consu- Urban African internet penetration is inSFONDA line with the BRIC E INTERNET IN countries KENYA E SENEGAL % del campione che ha dichiarato di aver utilizzato internet nelle 4 settimane precedenti % del campione che ha utilizzato internet nelle 4 settimane precedenti l’inchiesta 81 Malaysia2 Kenya Cina 54 Brasile3 54 52 Africa India 43 24 78 70 Senegal Ghana 55 Sud Africa 54 Marocco 52 Algeria 52 Nigeria 50 Angola 49 Etiopia 47 Egitto 46 Fonte:specified Mckinsey African Consumer report., 2012 1 Unless otherwise 2 Proportion of housholds with broadband subscription in 3 most urbanized provinces 3 Proportion of urban population having accessed the Internet in the last 3 moths BUSINESS Beni di consumo INTERNATIONAL AFRICAITALIA Le previsioni al 2020 secondo McKinsey UNA TORTA DA 410 MILIARDI DI DOLLARI I l mercato africano è molto concentrato, dato che a contare per ben l’81% dei consumi privati sono 10 su 53 Paesi: Algeria, Angola, Egitto, Ghana, Kenya, Marocco, Nigeria, Sud Africa, Sudan e Tunisia. Tuttavia il consumo privato in Africa, tra il 2000 e il 2010, ha segnato un giro d’affari di 568 miliardi di dollari, più di India o Russia. Sono dati che emergono da un’indagine condotta tra il 2011 e il 2012 targata McKinsey, su un campione di 13 mila individui di 15 città in dieci Paesi. Dal 2012 al 2020 l’aspettativa di crescita nei cosiddetti consumer goods, che comprendono il turismo, è di altri 410 miliardi di dollari. Il numero di famiglie africane con un reddito tale da spendere in beni non primari salirà dagli attuali 85 milioni a130 milioni nel 2020. A differenza dei nordafricani meno ottimisti sul futuro prossimo, gli intervistati in Ghana, Nigeria, Senegal, Angola, Etiopia, Sud Africa e Kenya pensano che la loro vita migliorerà già nei prossimi due anni. L’Africa sarà anche il continente più urbanizzato (40% della popolazione), quasi al pari della Cina (45%). Nel 2016, più di 500 milioni di africani vivrà in centri urbani e il numero di città con più di un milione di abitanti salirà a 65, rispetto alle 52 del 2011. Secondo McKinsey, inoltre, gli africani hanno una buona cultura del risparmio privato: il 70% dei consumatori urbani ha accesso a un conto in banca e mensilmente versa qualcosa. Sui paesi con maggiore crescita ha raccolto i dati Africa Pulse della Banca mondiale: la performance dell’Africa sub-sahariana si attesta quest’anno al 4,9%, con Etiopia e Zambia che guidano la classifica con tassi superiori al 7%. L’Africa nel complesso crescerà del 5,5% almeno per i prossimi due anni, grazie anche agli importanti giacimenti naturali di gas e petrolio scoperti in Mozambico, Tanzania, Kenya, Uganda, paesi che finora non hanno mai potuto contare su risorse così importanti. Secondo il rapporto, quest’anno sono previsti 40 miliardi di dollari di investimenti esteri nel continente, il 24% in più rispetto al 2012, anche sulla scia di una politica monetaria che ha sostenuto la crescita e controllato l’inflazione. Da una parte l’aumento degli investimenti, dall’altra quello dei consumi, facilitati dalla tenuta dei prezzi delle materie prime che, al netto di qualche fluttuazione, sono stabili da anni. Un circolo virtuoso che, grazie anche a investimenti locali e a una maggiore fiducia, ha portato a innalzare i redditi. La Banca africana di sviluppo prevede che entro il 2030 la spesa della classe media del continente passerà da 680 a 2.200 miliardi di dollari. Healthy urbanisation mi privati. Come conferma Eugenio Bettella, managing partner dello studio legale di Padova Rödl & Partner che ha guidato in Africa la missione del Centro estero veneto, Federlegno Arredo, Promos Milano, imprese legate a Confindustria Emilia-Romagna e Marche, Pesaro Urbino. «C’è bisogno di imprese che costruiscano residence, strutture ricettive e alberghiere, case, centri commerciali, centri benessere. E quando si costruisce poi bisogna arredare», ha detto Bettella. Sulla crescita dei consumi ha scommesso la Tatu di Perugia, specializzata nella progettazione e allestimento di supermercati, general store e centri commerciali. Grazie a Sace ha ricevuto da Cariparma (gruppo Crédit Agricole) 4,5 milioni di euro di finanziamento per sostenere l’espansione in Kenya di Tatu. Infatti il settore della grande distribuzione organizzata sta vivendo un periodo di rapida espansione in tutta l’Africa sub-sahariana e in particolar modo in Kenya. «Tatu ha saputo inserirsi in questo trend di sviluppo, accrescendo in modo consistente fatturato e utili grazie alla solida relazione costruita con Nakumatt Holding, attiva in East Africa con 41 punti vendita», ha spiegato Luca Primieri, consulente per l’internazionalizzazione della società. E le opportunità non sono solo per chi fabbrica o commercia. In cerca di nuove prospettive, un’agenzia pubblicitaria fondata da tre italiani, Now Available Africa è diventata la prima in Ghana. «Negli ultimi tre anni abbiamo accompagnato 60 imprese in Ghana con operatori locali», ha spiegato Bettella. In Ghana nel 2011 Dicembre 2013 Nell’East Africa sta accadendo un fenomeno analogo per quanto riguarda l’Uganda, al centro della East African Community (Eac) che raggruppa Burundi, Kenya, Ruanda, Tanzania, lanciata verso l’obiettivo di crescita nei prossimi anni intorno al 7-8% annuo. «Soprattutto per le piccole e medie imprese italiane si stanno aprendo enormi opportunità in un mercato di 150 milioni di persone», ha rilevato Antonio Dejak, ambasciatore italiano a Kampala (Uganda), che si sta spendendo per far conoscere le possibilità di affari agli imprenditori italiani. Nell’area della comunità di libero scambio c’è una sola barriera doganale, superata la quale in uno dei paesi membri si può esportare e lavorare in tutti gli altri. Più a sud, anche il Botswana sta cercando di proporsi come partner d’affari per i paesi europei, compresa l’Italia, soprattutto nell’agroalimentare, edilizia e turismo. Ricchissimo di metalli e minerali con una superficie grande quanto la Francia e una popolazione di 2 milioni di abitanti, punta anche molto sui settori legati alla lavorazione della pelle, in cui il know-how italiano è apprezzato. Insieme a Ghana 10Ere-prioritised countries and an additional hanno iniziato a pompare il petrolioUsing a city SUDlens, AFRICA NIGERIA IN TESTA PER CONSUMI su giacimenti offshore e si è innescaI 10 paesi dove I 10 paesi con i maggiori ta la crescita del paese, infrastrutture, si consuma di più consumi urbani shopping mall, uffici, hotellerie legata $ mdi, 2011 $ mdi, 2011 al business, coltivazione del cacao caffè, frutti tropicali e l’oro (è il secondo Sud Africa 288 288 Sud Africa 220 produttore in tutto il continente). Da qui ai prossimi dieci anni la cresciEgitto 180 106 153 Nigeria ta sarà esponenziale, anche perché il 180 104 Egitto Nigeria 153 Ghana è diventato un hub, grazie a un sistema di agevolazioni degli inAlgeria 60 79 Algeria 79 vestimenti per tutta l’area del Golfo Marocco 48 66 Marocco 66 di Guinea. Quindi anche in Nigeria, un paese con 200 milioni di abitanSudan 55 36 49 Angola ti che nel 2012 si è distinto per aver 30 Sudan 55 Angola 49 consumato più champagne al mondo nonostante la maggioranza sia muTunisia 26 34 Tunisia 34 sulmana e dove la gente si presenta Kenya 31 Ghana 21 31 dicendo: I am not an african, I am a nigerian. Per questo stanno studianGhana Cameroon 15 21 31 do il mercato, tra gli altri, il Gruppo quota delle città con oltre 500 mila abitanti Fantoni, 3B, Flou, Murrina, Orada. Le Fonte: Mckinsey African Consumer report., 2012 società italiane presenti in Nigeria sono 157 di cui la maggioranza (135) e la conseguente richiesta di una let- e Rwanda, è nella top dieci dei paesi sono piccole e medie. «Le prospettive tera di invito da parte della società in cui vale la pena investire, seconinteressanti per il made in Italy sono italiana. «Diffidare sempre dalle innu- do la classifica Baseline Profitability nell’abbigliamento, complementi per merevoli persone che propongo affari Index (Bpi) stilata dal Foreign Policy la casa, arredo e automobili», fanno facili e molto profittevoli», ha avver- Magazine, anche perché come membro sapere dall’Ambasciata d’Italia ad tito Gramaccioni (Scavolini), «ma del Souther african development comAbuja. La presenza italiana nel settore il punto fondamentale è che questi munity (Sadc), area di libero scambio, della navigazione con i gruppi Ignazio mercati vanno affrontati con grande da accesso a una popolazione di 200 Messina, Grimaldi e Lloyd Triestino flessibilità, anche di tipo gestionale e milioni di persone. Il consensus degli che gestiscono il 30% dell’inte- produttivo, e per chi si avvicina per operatori presenti è comunque unaniro traffico marittimo nigeriano, può la prima volta, è sempre consigliabile me: già da oggi l’Africa assicura ampie diventare un ulteriore incentivo ad trovare un partner che abbia una co- possibilità di sviluppo del business su avvvicinarsi a questo mercato. Uno noscenza consolidata del paese o del prodotti Italian made. Tuttavia chiundei problemi per fare affari in Nigeria territorio target». que si affacci su questi mercati non è l’affidabilità dei partner commerciali Angola e Mozambico sono mercati deve fare i conti pensando di avere un locali. Frequenti sono i casi di società più difficili per gli italiani perché il ritorno immediato sul capitale investifasulle, create al solo scopo di truffa- presidio portoghese e brasiliano è for- to. L’insediamento è lento e non può re interlocutori internazionali, o per te, anche se in Angola le tre effe, food, essere guidato a distanza, e i rischi sono ottenere visti di ingresso, adducen- fashion e furniture made in Italy sono proporzionali alle grandi potenzialità do la necessità di una visita di affari di gran moda. del mercato. 44