Situazione sociolinguistica in Alto Adige LA distribuzione sul territorio
Transcript
Situazione sociolinguistica in Alto Adige LA distribuzione sul territorio
BILINGUISMO PRECOCE IN ALTO ADIGE Floriano DEFLORIAN Bilinguisme précoce dans le Haut Adige. L'auteur présente la situation sociolinguistique de la région: comparée aux ressortissants du groupe germanophone, la population scolaire du groupe italien trouve des obstacles sur son chemin et des difficultés à apprendre une deuxième langue étrangère. A partir de ce constat, les établissements du primaire, avec autorisation de la Province, ont mis au point une expérimentation dans les classes de première année du cours élémentaire. Pendant cinq ans, presque 5 000 élèves ont été concernés et ont donné des résultats satisfaisants, liés à la méthodologie et au matériel didactique employés. L'auteur donne des aperçus méthodologiques et des comptes rendus de l'expérience. Des références bibliographiques nous aident à mieux saisir cet effort et le succès des écoles du Haut Adige, ainsi que le protocole expérimental. PROBLEMI, ESPERIENZE E PROSPETTIVE Situazione sociolinguistica in Alto Adige LA distribuzione sul territorio provinciale dei due maggiori gruppi linguistici, italiano e tedesco, nonché‚ il „livello” di lingua usato nella vita sociale quotidiana, condizionano le possibilità di uso della seconda lingua nella vita reale e quindi l'efficacia dell'apprendimento scolastico della stessa. La popolazione italiana, in particolare, trova maggiori ostacoli e difficoltà nell'apprendimento della seconda lingua rispetto al gruppo tedesco. Tra i motivi di maggior incidenza: la concentrazione della popolazione di lingua italiana nei grossi centri con ridotte e spesso nulle possibilità di contatto con i cittadini di lingua tedesca; il contatto con la "Umgangssprache" (mentre a scuola viene appreso il tedesco standard); un atteggiamento spesso conflittuale nei confronti della seconda lingua, docuto a motivi di varia natura (storica, politica e sociale), ecc. Education et Sociétés Plurilingues n° 1 - décembre 1996 Deflorian: Bilinguismo precoce in Alto Adige Il bilinguismo precoce: una sperimentazione quinquennale in prima elementare Questa situazione di svantaggio nei confronti del gruppo linguistico tedesco ha gradualmente accresciuto il disaggio della popolazione altoatesina di lingua italiana e ha fatto maturare la convinzione che era necessario attuare delle iniziative che le consentissero, anche gradualmente, di raggiungere una adeguata conoscenza della lingua tedesca. Una via che trovò subito ampi consensi, in quanto accreditata sul piano scientifico e avvalorata da sperimentatzioni già avviate in vari Paesi europei ed extraeuropei, fu quella del bilinguismo precoce. Sollecitata dall'opinione pubblica e per soddisfare le pressanti richieste del gruppo linguistico italiano, la Giunta provinciale nel 1988 autorizzava le autorità scolastiche competenti ad avviare una sperimentazione di bilinguismo precoce nelle classi prime elementari delle scuole in lingua italiana. La normativa vigente prevedeva infatti l'avvio dell'insegnamento della seconda lingua a partire dalla seconda classe elementare. Il progetto di sperimentazione prevedeva una durata triennale ed interessava un campione di prime classi, rappresentativo della situazione sociolinguistica del territorio altoatesino. Motivi di varia natura fecero sì che la sperimentazione si estendesse fin dall'inizio all'intera popolazione scolastica interessata e che la sua durata venisse prolungata di altri due anni. Complessivamente la sperimentazione coinvolse nell'arco del quinquennio quasi 5 000 alunni (ca. 1 000 per anno scolastico). La conseguenza più rilevante ed immediata di questa esperienza sul piano giuridico fu certamente quella dell'istituzionalizzazione, a partire dall'anno scolastico 1993-94, dell'insegnamento della seconda lingua in prima elementare per sei ore settimanali1. Certamente però i risultati più significativi, in quanto legati alla qualità dell'insegnamento, attengono al piano formativo e didattico e riguardano la particolare metodologia sperimentale adottata e i materiali didattici prodotti anche con la collaborazione degli insegnanti sperimentatori durante il corso dell'intera sperimentazione. La metodologia La sperimentazione è stata realizzata attraverso una metodologia di accostamento alla seconda lingua fondata su principi teorici oggi ampiamente condivisi e diffusamente utilizzati nel bilinguismo precoce, 1 L'istituzionalizzazione è avvenuta con la L.P. 19.07.1994, n.2 44 Deflorian: Bilinguismo precoce in Alto Adige applicati però con modalità operative piuttosto originali, frutto di esperienze già positivamente condotte nelle scuole materne e nei primi anni di scuola elementare da T. Taeschner in Italia (Modena) e da J.M. Artigal (Barcellona). E` risaputo che la nascita del linguaggio infantile è legata alle attività e alle situazioni che fin dai primissimi giorni di vita madre e bambino vivono insieme. E` da queste azioni che si ripetono, infatti, che si può incominciare a fare delle previsioni circa il comportamento dell'altro. Dalle previsioni nascono le aspettative e da queste le intenzione comunicative. Non è sufficiente tuttavia aver sviluppato l'abilità generale di comunicare intenzionalmente per comunicare in una lingua seconda, ma è necessario aver sviluppato l'intenzione di farlo in quella specifica lingua. Perché‚ ciò avvenga occorre vivere esperienze ripetute e condivise (format) con parlanti monolingui di lingua seconda, sviluppando così naturalmente intenzioni comunicative in lingua seconda. T. Taeschner2, responsabile scientifico della sperimentazione, e J.M. Artigal, hanno poi in particolare basato e costituito la loro metodologia sul principio del „format narrativo”: esso è costituito da una storia, cioè da una successione di eventi in cui gli eventi che precedono consentono di fare previsioni sui possibili „eventi futuri”. Il graduale evolversi della storia verso l'evento finale, attraverso eventi che man mano chiudono il cerchio, crea la tensione e la motivazione, togliendo la noia della narrazione (Taeschner 1991: 10). Il format narrativo, la storia, ha costituito quindi il contesto, l'attività fondamentale all'interno della quale l'alunno è stato accostato alla seconda lingua. Affinché‚ previsioni e intenzioni comunicative dell'alunno si sviluppassero in lingua seconda, l'esperienza della storia doveva essere vissuta e condivisa con un parlante lingua seconda monolingue. L'insegnante di seconda lingua doveva pertanto presentarsi alla propria classe come monolingue: gli alunni dovevano cioè pensare che non conoscesse la lingua italiana. Ciò avrebbe posto l'alunno nelle condizioni ideali (e naturali) di realizzare le proprie intenzioni comunicative in lingua seconda. Noi usiamo infatti un'altra lingua solo se e quando la nostra lingua non basta più, se con essa non riusciamo a comunicare o a farci capire. L'attività in classe prevedeva quindi fin dal primo momento l'uso esclusivo della lingua tedesca da parte dell'insegnante, anche nelle situazioni esterne 2 Traute Taeschner è docente di psicologia del linguaggio presso l'Università La Sapienza di Roma. 45 Deflorian: Bilinguismo precoce in Alto Adige al contesto delle storie che si richiamassero al vissuto reale del bambino, al fine di consentirgli fin dall'inizio quantomeno una comprensione globale del contesto oggetto della narrazione. Il compito di esercitare gli insegnanti sperimentatori nella tecnica di drammatizzazione delle storie era affidato a J.M. Artigal che aveva ideato e affinato una particolare metodologia, operando in alcune scuole d'infanzia di Barcellona, dove i bambini castigliani venivano accostati al catalano come seconda lingua All'interno di questa metodologia sono state elaborate delle tecniche di drammatizzazione che consistono nel creare per ogni evento della storia e per ogni „unita espressiva” particolari spostamenti e movimenti del corpo ed uno specifico uso dello „spazio classe” in modo che la storia risulti comprensibile ai bambini anche in assenza del linguaggio verbale. Il movimento e la gestualità così come l'uso dello spazio (lo „spazio condiviso”), acquistano così dei precisi significati e quindi devono essere riprodotti dall'insegnante con rigorosa precisione. L'insegnante deve creare in classe una „mappa” immaginaria: questa consentirà agli alunni di riconoscere i „luoghi” in cui i personaggi della storia agiscono. Questa ambientazione topologica della storia permetterà all'alunno di sapere in ogni momento „dove”, cioè in quale evento della storia si trova. I bambini non ascoltano la storia, ma la „fanno”, la vivono come propria assieme all'insegnante. Mano a mano che agiscono all'interno della storia la capiscono. Sia perché‚ gestualità, movimenti ed uso dello spazio sono pregni di significato, sia perché gli eventi della narrazione richiamano alla loro mente esperienze già vissute. Risulterà così facile inserire nella storia parole e frasi in lingua seconda. Se già si capisce la storia attraverso ciò che si sta facendo, risulterà facile indurre il significato delle espressioni sconosciute dal contesto dell'azione. Una funzione e un ruolo importante all'interno di questa metodologia ha il canto. Attraverso questo strumento i contenuti linguistici della storia e quindi i suoi eventi in successione vengono ripercorsi e rivissuti musicalmente attraverso momenti di intensa partecipazione emotiva. Sono così state realizzate delle canzoni, dei mini-musicals, che ripercorrono le singole storie sia nelle parti narrate, sia in quelle dialogate. Ciascuna canzone, la cui durata è legata a quella della rispettiva storia, ha diverse melodie, tonalità e ritmi (proprio come i musicals) in quando intende ricreare l'atmosfera emotiva della singola storia e dei suoi vari momenti3. La loro esecuzione in classe segue normalmente la drammatizzazione delle 3 I testi musicali sono stati composti da A. Pierannunzi. 46 Deflorian: Bilinguismo precoce in Alto Adige rispettive storie ed è accompagnata da un ampio uso della mimica e del movimento. Il successo di questo metodo di approccio alla seconda lingua sta anche nella semplicità delle storie: un bambino trova casualmente un palloncino e, spinto dai suoi amici, arriva a gonfiarlo fino a farlo scoppiare; dopo che la mamma ha fatto un dolce e lo ha lasciato in cima all'armadio, la figlia utilizza tutte le risorse a sua disposizione per raggiungerlo: ecc. La semplicità dell'argomento e delle situazioni rappresentano infatti un certo „universo o territorio condiviso” che rende possibile la comunicazione e la comprensione dei significati in lingua seconda. Per realizzare correttamente gli obiettivi della sperimentazione è stato impostato e condotto un accurato programma di formazione ed aggiornamento in itinere degli insegnanti, coinvolgendoli non solo nella conduzione partecipata e controllata dell'attività didattica, ma anche nella predisposizione e adattamento del materiale didattico. Si trattava di insegnanti molto giovani, privi di esperienza professionale, ma proprio per questo aperti e disponibili al nuovo e fortemente motivati. Il loro contributo è stato prezioso per la raccolta di dati, osservazioni ed informazioni sull'attività didattica sperimentale. E` stato infatti chiesto agli insegnanti di tenere un diario in cui venivano registrate giornalmente le attività svolte in ciascuna lezione, nonché‚ annotazioni sul proprio comportamento didattico; venivano altresì annotati episodi, espressioni e comportamenti linguistici particolari prodotti dagli alunni. I risultati La verifica e la valutazione dei risultati, sia in itinere, sia al termine di ciascun anno di sperimentazione, sono state oggetto di scrupolosi e puntuali accertamenti durante l'intero corso dell'esperienza ed hanno coinvolto, oltre agli alunni, tutte le altre componenti scolastiche direttamente o indirettamente interessate: insegnanti sperimentatori di lingua seconda, insegnanti di classe, genitori degli alunni. Strumenti di queste verifiche sono stati interviste, questionari, tests linguistici di profitto limitatamente alle abilità orali (comprensione e produzione). Per esigenze di spazio non possono essere qui illustrate le valutazioni espresse da insegnanti e genitori (tutte ampiamente positive); sarà invece fatto breve accenno ad alcuni aspetti di particolare interesse e significato sul piano educativo e didattico relativi alla valutazione degli alunni. E` stato detto dell'impegno e dell'entusiasmo col quale gli alunni hanno vissuto quest'esperienza e dell'atteggiamento positivo maturato nei 47 Deflorian: Bilinguismo precoce in Alto Adige confronti della lingua tedesca. Dalle interviste effettuate risulta infatti che per il 98% degli alunni l'accostamento alla lingua seconda è stato un'esperienza piacevole. Risulta inoltre che, mentre all'inizio dell'anno scolastico solo il 30% degli alunni riteneva il tedesco una lingua facile, al termine dell'anno questa percentuale raddoppiava (60%). L'accorgimento di usare in classe unicamente la lingua tedesca, unito ad un approccio metodologico gioioso, creativo ed estremamente coinvolgente e motivante, portava gli alunni ad usare la lingua seconda con naturalezza ed immediatezza per riuscire a comunicare emozioni, impressioni e fatti personali. In questo contesto di comunicazione intenso, ove unico veicolo era la lingua seconda accompagnata da una ricca gestualità e la condivisione di determinate regole per comunicare, l'alunno era anche liberato dalla preoccupazione di non commettere errori linguistici. L'immediatezza, la spontaneità che accompagnava il suo desiderio di comunicare, sviluppava inoltre una qualsorta di "creatività linguistica" che si concretizzava in espressioni particolarmente interessanti e sorprendenti per l'accostamento nella stessa frase di elementi linguistici di L1 e L2 attraverso le strategie più diverse. • Nicola descrive la torta per il compleanno dell'amica: "Lehrerin, sul Kuchen sind Kerzen perché Mädchen Geburtstag !" • Martina ha finito il lavoro e chiede alla maestra: "Ich fertig, nun anmalen a casa ?" • Andrea alla compagna che gli sta davanti: "Weg, Claudia, ich nein vedere." Questa spontaneità e naturalezza venivano incoraggiate anche all'interno della specifica attività didattica e venivano normalmente accettate quindi espressioni anche scorrette, in quanto l'errore veniva considerato, metodologicamente, un momento necessario nel passaggio dalla lingua "personale" alla lingua "formale". In tal modo veniva favorito sensibilmente lo sviluppo della competenza comunicativa dell'alunno. Le espressioni che seguono, rese dagli alunni in un test di fine anno costituito da tre vignette che raffiguravano la storia di un gatto che mangia la torta preparata dalla mamma, ne sono una viva testimonianza: • "Die Mami und die Mädchen macht die Kuchen. Die Katze essen die Kuchen." • "Die Mami mit das Kind backen die Kuchen und das Kind ein Stück und die Katze kaputt den Kuchen und esse den Kuchen." • "Ist ein Mutti und ein Mädchen und sie machen ein Kuchen. Dann kommt ein Katze und wirft auf den Boden der Kuchen. Und die Katze dann essen die Kuchen." 48 Deflorian: Bilinguismo precoce in Alto Adige Sono espressioni che rivelano freschezza e spontaneità. Gli errori sia morfologici, sia sintattici sono ancora numerosi e tipici di una lingua "in via di costruzione". Si tratta però di errori che non compromettono la comunicazione e che si risolveranno progressivamente e naturalmente nelle successive fasi di apprendimento della seconda lingua. Questi dati confermati anche dai tests di verifica finale realizzati in anni successivi. Mentre la competenza nella comprensione orale risulta elevata in tutti gli alunni, quella relativa alla produzione orale varia notevolmente da alunno ad alunno, ma generalmente si attesta su valori medi sicuramente positivi. Si passa così dalla produzione di frasi nucleari incomplete ("Der Junge schmutzige Hände"; "Das Eis kaputt") a quelle complete ("Der Junge ist schmutzig"; "Das Eis ist gefallen"); da frasi ampliate incomplete e scorrette ("Bub schmutzig die Hände e waschen Wasser"; "Mami dá gute Eis Mädchen") a frasi ampliate corrette ("Der Bub wäscht sich die Hände mit Wasser"; "Ah, dieses Eis ist gut, sehr gut!"). In sintesi si può sicuramente affermare che la metodologia adottata, supportata da specifici materiali didattici, si è rivelata particolarmente valida. I risultati di questa sperimentazione sul piano delle competenze comunicative a livelle orale raggiunte dagli alunni sono stati infatti ampiamente positivi. Ciò che soprattutto va rilevato, tuttavia, sono l'entusiasmo col quale gli alunni hanno vissuto questa esperienza, l'atteggiamento positivo maturato nei confronti della lingua tedesca, la naturalezza e la spontaneità nell'uso della stessa, la notevole correttezza e fluidità della pronuncia e dell'intonazione. Sono queste infatti le condizioni che assicureranno a questi alunni di proseguire con buone possibilità di successo l'apprendimento della seconda lingua. Rimangono, a documentazione della sperimentazione, i materiali didattici prodotti. Le storie4 sono raccolte nel libro dell'insegnante („copione teatrale”) che accanto al testo linguistico, indica tutte „le operazioni didattiche” che l'insegnante deve attuare in classe per la loro realizzazione. Le rispettive canzoni sono contenute in una musicassetta che su un lato ha inciso testo musicale e canto, e sull'altro solo la base musicale (per motivi didattici). Il libro illustrato di lettura "Hoppili und andere Geschichten" presenta le otto storie attraverso una serie di quadri illustrati relativi ai vari „eventi” di 4 Questi i titoli: Der Luftballon, Der Kuchen, Der Weihnachtsbaum, Roby und Mitzi, Wein doch nicht, Gute Nacht, Hoppili, Brummi Bär. 49 Deflorian: Bilinguismo precoce in Alto Adige cui la storia è composta, accompagnati da brevi didascalie ed espressioni in fumetto. Il quaderno dell'alunno presenta invece una serie di proposte operative che consentono agli alunni di ripercorrere le storie attraverso attività di manipolazione, trasferendone i momenti più significativi e i personaggi principali sul piano figurativo. Il documento più vivo ed interessante è tuttavia rappresentato da una serie di videocassette che contengono la registrazione fatta in classi sperimentali diverse, di tutte le storie (e relativi mini-musicals) che costituiscono il programma sperimentale5. Quest'ultimo documento consente infatti di conoscere nella sua concreta realizzazione, sia la metodologia sperimentale, sia le competenze linguistiche e comunicative maturate dagli alunni nel corso della sperimentazione. Permette tra l'altro di conoscere e verificare la fluidità e la naturalezza dell'espressione e la particolare correttezza della pronuncia e dell'intonazione, elementi come già detto, particolarmente qualificanti di questa esperienza di bilinguismo precoce. Questo materiale si è tradotto infatti in un utile strumento di autosservazione e di autoaggiornamento. BIBLIOGRAFIA ARTIGAL, J.M. 1984. Come fer descobrir una nova llengua. Barcelona: Eurno Editorial. TAESCHNER, Traute. 1991. Il tedesco seconda lingua in prima elementare, Bolzano: Provincia Autonoma. HA HA HA HA HI HA HA HI HI HA HA HI HA HA HI HI HA Devinette entendue à Saarbrück : Comment appelle-t-on quelqu'un qui parle trois langues? - un trilingue. Et quelqu'un qui parle deux langues? - un bilingue. Et quelqu'un qui parle une langue? - un Anglais! 5 Tutta questa documentazione è conservata presso l'Ufficio Bilinguismo dell'Assessorato provinciale alla Scuola e cultura italiana, a Bolzano (Galleria Europa, 15). 50 Deflorian: Bilinguismo precoce in Alto Adige HI HA HI HA HI HA HA HI HA HI HA HA HI 51