Grechetto - Cantina Todini
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Grechetto - Cantina Todini
Grechetto, presente e futuro in bianco dell’Umbria 6 CUCINA&VINI VINI E TERRE DI FRANCESCO D’AGOSTINO E FABIO DE RAFFAELE Antico vitigno tradizionale, sta conquistando spazi importanti nella campagna umbra a partire dalle zone di Orvieto e Todi, dove è diventato attore protagonista nella scia di una sua diffusione generale in regione. Tavola rotonda con tre enologi di territorio: Riccardo Cotarella, Maurilio Chioccia, Nicola Tantini FOTO DI ELENA SHCHIPKOVA - FOTOLIA.COM Q uanto grechetto ci fosse nel mitico bianco di Orvieto che viene cantato a partire dal medioevo non è noto; certo è che il vino facesse parte del tessuto sociale intorno alla rupe tufacea della città sin dall’epoca etrusca: molti i ritrovamenti di oggetti, pitture e addirittura di grotte e gallerie scavate nel tufo dove avveniva la vinificazione di un vino color dell’oro. Certamente i romani fecero commercio del vino, tanto che sul fiume Paglia, che percorre la valle ai piedi di Orvieto, affluente del Tevere, costruirono un porto per rifornirne Roma. Ma il mito dell’oro liquido torna con le invasioni barbariche; una leggenda infatti racconta che i barbari durante il saccheggio assaggiarono il nobile vino ubriacandosi poiché non riuscivano a smettere di berlo, tanto era buono, consentendo così alla popolazione di scacciarli. Dal Pinturicchio che affrescando il CUCINA&VINI 7 VINI E TERRE In apertura e nella pagina a fianco, paesaggi umbri con vigneti; sotto,Riccardo Cotarella e Maurilio Chioccia 8 CUCINA&VINI D uomo esigeva di poter bere tanto vino d’Orvieto quanto ne volesse, alle tantissime storie e leggende che hanno coinvolto papi, re, principi e uomini potenti, interessante menzionare le parole del famoso fisiologo e antropologo Paolo Mantegazza che nell’Ottocento così lo descrive: “Il vino d’Orvieto, vero oro liquido, è noto anche ai profani dell’enologia”. Insomma, nei secoli il mito del vino dorato non si è mai perso, probabilmente perché gran parte delle uve era raccolta tradizionalmente in surmaturazione per produrre un vino dolce, ma a noi piace pensare che quel giallo dorato dipendesse da una forte presenza di uva grechetto che, come abbiamo potuto riscontrare nella degustazione delle tante etichette che trovate più avanti, rende i vini di un colore particolarmente intenso, poco diffuso nei bianchi commercializzati nella primavera successiva alla vendemmia. Parlando di storia recente, negli anni Settanta gli unici vini tipici che pre- vedevano una presenza massiccia del vitigno erano il Greco di Todi e il Vin Santo d’Umbria, unico prodotto di territorio basato su grechetto in purezza; è sempre stato nell’uvaggio della Doc Orvieto, ma con un profilo “basso” che gli consentiva di partecipare con la quantità massima del 30%; la recente modifica del disciplinare ha portato questo limite al 60%. Tavola rotonda Per parlare di grechetto abbiamo coinvolto tre esperti che si confrontano frequentemente con questa uva, autori di numerose etichette. Oggi il grechetto in purezza (ovvero minimo all’85%) è previsto in molte denominazioni geografiche umbre (nelle otto Doc Amelia, Assisi, Colli Altotiberini, Colli del Trasimeno, Colli Martani, Colli Perugini, Lago di Corbara, Todi, e nelle sei Igt Umbria, Allerona, Bettona, Cannara, Narni, Spello), diversamente dal passato, quale riflesso di una tendenza generale a sposare questa uva per vini che siano espressione univoca del territorio. “Dopo il sangiovese la famiglia dei greco è la più numerosa in termini di nomi, ma si tratta spesso di varietà dissimili”, spiega Riccardo Cotarella. “I grechetti umbri sono due storicamente, oggi conosciuti come G109 e G5 (sono i nomi dei cloni catalogati dall’università di Perugia, ndr). Hanno caratteristiche totalmente diverse: morfologicamente il G5 ha grappolo compatto, piccolo, il G109 allungato e spargolo. Il G5 è precoce, va a ridosso dello chardonnay, matura subito dopo. Ha gradazione zuccherina spinta, arriva facilmente fino a 24 brix (ventiquattro grammi di zucchero su cento di mosto, ndr), essendo compatto nelle annate umide può essere attaccato da muffa, la sua acidità è medio-bassa se la maturazione si spinge. Organoletticamente possiamo dire che è un vitigno saporito, nel mondo dei bianchi italiani è uno dei quelli più caratterizzanti, quasi un rosso, dà vini molto consistenti ma non molto longevi. Una volta era un’uva destinata a produrre vini dolci in blend con altre uve”. La sensazione di saporito, che abbiamo riscontrato moltissimo negli assaggi è una dote, ma forse può anche diventare un difetto. “Tutti i greco riprende Cotarella - hanno un aspetto tannico che non è alto, ma superiore agli altri bianchi, una caratteristica che dà spessore, graffia. Il tannino è anche nella polpa dove è più fine e dolce. Il Grechetto è un vino tipico, che lascia una traccia di sé molto personalizzante. Io ritengo che non sia adatto alla produzione in legno salvo non sia in blend con lo chardonnay”. Insomma, i tratti del vitigno importante ci sono, ma in realtà la sua ampia diffusione è un fatto recente. “Ha una produzione piuttosto bassa rispetto agli altri vitigni usati in Umbria - riprende - e tra i bianchi italiani è forse quello che marca di più il territorio. Dobbiamo però riconoscere che nei vini bianchi è più facile distinguersi perché in Italia abbiamo poco”. Parliamo ora del G109 che è un vitigno “a maturazione più tardiva, è FOTO DI BUFFY 1982 - FOTOLIA.COM VINI E TERRE CUCINA&VINI 9 VINI E TERRE Nicola Tantini 10 CUCINA&VINI cia più dura del G5 una delle più dure dei bianchi italiani. È resistente e ha un’acidità più alta del G5, quindi si presta molto alla surmaturazione e storicamente ha prodotto molti vinsanto, è eccellente anche per dei blend, mentre in purezza preferisco il G5. Non si deve trascurare però che oggi il clima più caldo favorisce la sua maturazione ed è un bene, perché in questo caso si esprime meglio, quando si fa rosa diventa caratterizzante”. Dello stesso parere è l’enologo Nicola Tantini, giovane come età anagrafica, classe 1985, ma con già alle spalle sette vendemmie: “Il grechetto identificato con il clone G5, crea sicuramente meno difficoltà nella vinificazione, anche se, essendo molto serrato, necessita di grandi attenzioni in pianta. Lo stretto contatto tra gli acini non favorisce l’areazione del frutto ed è proprio lì che si possono creare insidiose muffe, mentre il G109, essendo leggermente più spargolo, riserva meno sorprese in questo senso. Per contro, quest’ultimo ha una buccia più spessa e come si sa è proprio in questa che si concentra la maggiore quantità di tannini, ecco quindi l’obbligo di pressature più soffici, quindi minor resa, in parte compensata dalla maggior produttività della pianta. I risultati in cantina sono evidentemente diversi e l’ideale - conclude Nicola - è realizzare un taglio per poter ottenere le note fruttate dell’uno e la struttura dell’altroˮ. La diffusione ampia del grechetto, dicevamo, è un fatto recente, che risale al periodo da metà anni Novanta all’inizio dei Duemila: “C’è stato un nuovo rinascimento - racconta Cotarella -, giovani enologi in collaborazione con giovani produttori hanno approfondito la materia vino, basandosi su supporti scientifici, è aumentata la cultura del vino e questi vitigni caratterizzanti, accantonati per un periodo, sono stati apprezzati, diffondendosi”. Certo, al di là della produzione del vinsanto, il grechetto non aveva una storia produttiva recente in assolo, ma l’assaggio attuale rivela che in poco tempo si sono raggiunti livelli importanti. “Da qualche tempo - ci dice Maurilio Chioccia - i vini prodotti con il grechetto in purezza sono migliorati moltissimo e trovo che siano più in linea di altri con il gusto del consumatore attuale. Oggi siamo tutti molto più attenti ai consigli salutistici e sempre di più alla forma fisica; specialmente i giovani mangiano poco, senza grassi e nel loro menu trovano sempre meno spazio le pietanze salsate, ecco quindi che il Grechetto, con la sua giusta dose di freschezza e la sua sapidità spiccata, si abbina perfettamente con ciò che mangiano di solitoˮ. Effettivamente ha tutte le caratteristiche per piacere sia ai neofiti, sia a chi ha un palato più attento: è un vino bianco da bere fresco, piacevole ma VINI E TERRE se anche in fermentazione l’estrazione degli aromi continua”. “La sua acidità leggermente più bassa di altri vitigni - riprende Cotarella non lo rende più difficile in vinificazione quanto piuttosto successivamente, in evoluzione. Ha acido malico più basso di altri vitigni e se si cerca un vino molto fresco, poco zuccherino basta anticipare la vendemmia, ma si perde la sua capacità di dare carattere al vino”. “È comunque un vitigno estremamente eclettico - interviene Maurilio Chioccia - che consente la produzione di vini di gradazione media, freschi e beverini, ma anche vini più complessi e strutturati. A mio avviso è un vitigno che si presta bene anche alla spumantizzazioneˮ. Dalla cantina la discussione ci porta in vigna e ovviamente viene ribadito quanto nel vino di qualità di oggi sia importante avere una grande uva, ma quanto sia altrettanto importante il gioco di squadra tra tutti gli attori chiamati a produrli: “Oggi l’enologo - ri- I cloni Vcr2 e Vcr3 isolati dai Vivai Cooperativi Rauscedo, equivalenti rispettivamente a G109 e G5 FOTO DI VIVAI COOPERATIVI RAUSCEDO nello stesso tempo di buon carattere, non ha un tenore alcolico eccessivo, un vino quindi dalla grande versatilità. In questa tipologia si potrebbe annoverare anche l’Orvieto, denominazione nella quale il grechetto come dicevamo può arrivare al 60% della quantità totale di uve, ma evidentemente i giovani sono sempre in cerca di novità e una volta identificatane una riescono a fare tendenza. “È comunque un vitigno - continua Chioccia - che richiede molte attenzioni perché è delicato e si ossida molto facilmente e, come abbiamo ormai capito da molto tempo, per fare un gran vino ci vuole un frutto in forma eccellente. Ecco quindi la necessità di una raccolta manuale, una cantina poco distante dai vigneti, l’utilizzo dell’anidride carbonica per evitare ossidazioni, breve macerazione sulle bucce, stiamo parlando di poche ore, e quindi una pressatura soffice, che a bassa temperatura fa sprigionare tutti i profumi del frutto; mantenendo le temperature bas- CUCINA&VINI 13 Panorama di Orvieto 14 CUCINA&VINI FOTO DI MI.TI. - FOTOLIA.COM VINI E TERRE prende Chioccia - deve essere anche un po’ agronomo, deve dialogare con l’addetto alla cura del vigneto e trovare con lui la giusta soluzione per ottenere il miglior frutto. È importante anche il cantiniere, perché puoi portare le uve migliori in cantina, ma se all’interno di queste non regna la pulizia sarà molto difficile ottenere grandi vini. Checché se ne dica il brett non può essere considerato una tipicità!ˮ. Il brett, così chiamato “amichevolmenteˮ da chi frequenta il mondo del vino, non è altro che il 4-etilfenolo, un composto chimico che si sviluppa in presenza dei brettanomyces, lieviti che appartengono alla famiglia dei saccaromiceti, che dà al vino quel caratteristico sentore di aia o meglio ancora di stalla di cavalli. Tornando alla vigna, “il grechetto sulle zone argillose va meno bene - spiega Chioccia -, si ottengono grappoli ancor più piccoli e il vino è un po’ nervoso; in quelli sciolti si manifesta meglio. Oggi che la parte agronomica ha finalmente peso e c’è sincronizzazione con quella enologica, vitigni come il grechetto sono usciti bene. Perché ben conosciuto, prima era stato messo da parte, si cerca- vano vini semplici e uve produttive e quindi oggi, che si dà finalmente adeguata importanza alla vigna, questi vitigni sono diventati importanti. Infatti, in Umbria, su dodicimila ettari credo ci siano circa mille ettari a grechetto per la maggioranza del clone G5. Mentre nella zona di Orvieto è sempre stato nel blend con altre uve, nell’area di Perugia si è prodotto anche in assolo”. Certamente in passato il grechetto quando entrava in bottiglia nella maggior parte dei casi era in uvaggio, ovvero le diverse varietà erano raccolte e vinificate insieme. Oggi che la cultura del vino ha fatto passi da gigante, in vigna si dedicano appezzamenti adatti al grechetto e anche se l’etichetta finale sarà un blend, si tenderà nella maggior parte dei casi ha fare un “vinaggio” ovvero a realizzare dei vini monovarietali che successivamente sono assemblati. “Lo trovo un perfetto vitigno da blend riprende Riccardo Cotarella -, eccellente anche in assolo, magari con un leggero contributo di altre uve. Il G109 si sta diffondendo di nuovo a Orvieto, poiché il disciplinare prevede una fetta importante di grechetto e se si usasse tut- VINI E TERRE riguardava un grechetto storico, anche perché le piante avevano fino a centoventi anni. Todini decise di mettere i risultati a disposizione del territorio e fu così che vari enologi, insieme con altrettante cantine, operarono per farlo diventare il Grechetto di Todi. È un grechetto simile al G5 - continua Maurilio - però leggermente meno serrato nel grappolo, lievemente più produttivo, con una fascia di maturazione interessante che permette una raccolta diversificata, così da ottenere in alcune l’acidità, in altre il frutto, capaci quindi di dare vini polposi ma nello stesso di grande beva e piacevolezzaˮ. “Attualmente - conclude Maurilio Chioccia - il Grechetto non ha ancora il giusto riscontro commerciale, ma il mercato del vino è sempre pronto a riservarci grandi sorprese, e questo prodotto merita tutta l’attenzione possibileˮ. Alla luce dei tanti assaggi che seguono, noi possiamo affermare di aver riscontrato un ampia gamma di etichette interessanti, caratterizzate da un rapporto qualità prezzo molto buono, in qualche caso quasi imbattibile. Il futuro dell’Umbria è anche nelle mani del Grechetto. Panorama di Todi FOTO DI HAL_PAND_108 - FOTOLIA.COM to G5 (meno generoso, ndr) si perderebbe molto quantità. I due vitigni sono stati codificati moltissimi anni fa dai vignaioli e molto prima che si parlasse di cloni preferivano ovviamente quello che poi è stato codificato come G109 al G5 solo per la sua maggiore produttività. Quest’ultimo è figlio della cultura e quindi è diventato un’identità regionale; la voglia di scoprire e di conoscere da parte dei consumatori ne chiede la produzione. Come per esempio avviene per il grillo in Sicilia”. “Ai fini dell’affermazione del grechetto riprende Maurilio - fu molto importante la ricerca fatta a fine anni Novanta nell’area di Todi”, che portò alla denominazione d’origine controllata Grechetto di Todi circa dieci anni dopo. “La storia ha inizio nell’azienda di Franco Todini che, una volta estirpati buona parte dei suoi vigneti, decise di andare dalle suore di Collevalenza a visitare i loro vigneti. Ci colpirono alcune viti che la persona addetta alla loro cura chiamò grechetto, tra queste ve ne era anche una a bacca rossa; con l’ausilio di Leonardo Valenti (docente della facoltà di agraria di Milano, ndr), giungemmo alla conclusione che il materiale ritrovato CUCINA&VINI 15 La degustazione COLLI MARTANI GRECHETTO DOC 2015 Antonelli San Marco 14% vol - € 8,00 Giallo dorato chiaro, è intenso e fresco al naso nel miscelare il frutto mediterraneo e tropicale con toni vegetali di salvia e timo: cedro, pera, ananas, pesca, banana, nocciola, kumquat e arancia, con sfumature di frutti in gelatine, sono percorsi da nuance di zenzero e pietra pomice. Fresco, vibrante, sapido, bilanciato, di trama media, è dotato di una vena tannica delicata e invitante, in grado di ribadire il frutto del naso in una veste ancora più croccante, con cenni vegetali e la potente progressione minerale. UMBRIA GRECHETTO IGT 2015 Barberani 12% vol - € 15,00 Di colore giallo chiaro luminoso, è fresco, nitido e gentile al naso nel fondere le dolcezze di frutto della passione e della nocciola con decisi toni di fieno, timo e salvia, accompagnati da aromi di cedro ancora arancia, mandarancio, mela e pera, mentre cenni di fiori di campo sfumano l’insieme. Bocca molto fresca, sapida, immediata, di tessitura leggera e grande beva, dichiara subito il frutto polposo per poi convergere su toni agrumati e vegetali. STROZZAVOLPE 2015 UMBRIA GRECHETTO IGT Bigi Prova di botte - € 8,00 Di un bel giallo, accoglie polposo di fiori e frutti, percorsi da vivaci toni di macchia mediterranea aromatica: glicine e rosa bianchi e artemisia secca si fondono con pesca, mela, susina, nespola, mentre si avverte la nota di cera d’api con pasticceria al burro e ancora arancia, albicocca, pera, frutto della passione e cenni di nocciola. Ingresso morbido e invitante, poi la freschezza diventa protagonista con la sapidità sulla trama media e la decisa florealità lascia spazio agli agrumi. nea, con cenni di nespola e mandorla e l’immancabile nota di nocciola. Fresco e vivace al palato, è morbido e percorso da una delicata nota tannica per un insieme appena irruente. Si ritrova la polpa del frutto appena il vino è in bocca poi prevale la nota agrumata e in progressione i toni vegetali sulla spinta sapida e tannica. BIANCO DEL CAVALIERE 2014 GRECHETTO DI TODI SUPERIORE Cantina Todini 12,5% vol - € 9,00 Di un bel giallo carico luminoso, è dolce e gentile al naso, subito su toni di pasticceria soffice che ricorda il panettone accompagnati da miele d’acacia, giustapposti al frutto di pesca, albicocca, susina, pera, arancia, con cenni di frutti disidratati e in gelatine, mentre la dolcezza ricorda la glassa alle mandorle, sfumata da toni minerali di salgemma e selce, con percezioni intriganti di sandalo. Pieno all’ingresso, bilanciato, di bella freschezza e morbidezza, in progressione la delicata tensione tannica e l’acidità rendono molto teso il finale che focalizza su agrumi, vegetali e minerali,... e si riassaggia. GRECHETTO DI TODI DOC 2014 Cantina Todini 13,5% vol - € 8,00 Di un bel giallo, accoglie dolce e goloso di agrumi che sanno di arancia, mandaranci e kumquat, declinati anche in marmellata, che dialogano con toni vivaci di fieno, salvia e fiori di campo essiccati, timo e maggiorana men-tre aromi di nocciola secca diventano sempre più presenti. Ancora il frutto di susina, pesca, ananas, cedro in gelatina, mandorla anche in confetto. Entra morbido, fresco, sapido, di bel bilanciamento, in grado di riprendere il discorso del naso, sulle stesse strade, mentre si avverte una pennellata tannica che dà vigore all’assaggio e sembra voler prevalere, ma viene di nuovo integrata e il frutto vince in progressione. COL MARINELLO 2014 COLLI ALTOTIBERINI DOC Castello di Solfagnano 12,5% vol - € 15,00 Giallo pieno, conferma l’impressione visiva con un naso dolce e goloso che presenta floreali di glicine e ro-sa anche legger-mente appassi-ti, fusi con frutto invitante che sa di dattero fresco, frutto della passione, fico anche in confettura, albicocca e pesca, anche in nettare, cedro e arancia dai risvolti freschi e in gelatine, e ancora nocciola con sentori di torta diplomatica. Passa in bocca senza soluzione di continuità poi la freschezza e il delicato tannino danno grande vivacità e le sensazioni golose si spostano su toni agrumati, per un insieme di stile leggero e beverino. Il calice giallo luminoso sprigiona subito toni di miele e pappa reale insieme sentori di pasticceria soffice con glassa al cioccolato bianco che si fondono con gli agrumi freschi in scorza e gelatine, con pesca, albicocca, uva spina, pera, frutto della passione, ananas, uva, tutto sfumato da cenni di rosolio e nuance di cenere. Fresco, leggero, sapido, di adeguata morbidezza e profilo più semplice e immediato del naso, focalizza sul frutto con gli agrumi in evidenza e finale minerale. Ancora da aspettare. COLLE NOBILE 2014 GRECHETTO DI TODI SUPERIORE DOC Cantina Tuderum 13,5% vol - € 10,00 Giallo brillante, è dolce e gentile al naso nel blend di fiori d’acacia con pesca, albicocca, arancia bionda e susina, accompagnati da toni vegetali ben definiti e integrati che sanno di fieno, salvia e macchia mediterra- Di un bel giallo deciso, al naso presenta da un lato la dolcezza di frutto e fiore che si contrappone a toni vegetali di ortica. Riconosciamo pesca, arancia, nespola, mela, percorse da tratti vinosi, con nuance di fiori d’acacia e nocciola. In bocca si avverte subito la fre- 16 CUCINA&VINI MONTERONE 2015 COLLI DEL TRASIMENO GRECHETTO DOC Castello di Magione 12,5% vol - € 6,00 COLLI MARTANI GRECHETTO DOC 2015 Cantina Fratelli Pardi 14% vol - € 7,00 schezza accompagnata dalla componente tannica, mentre la morbidezza è leggermente in affanno, sostenuta a fatica dalla tessitura leggera. Subito si ritrova la polpa fruttata, poi il palato si asciuga leggermente e il vino serra su vegetali e agrumi. ANTICELLO 2014 UMBRIA GRECHETTO IGT Giovanni Cenci 12% vol - € 10,00 Di un bel giallo deciso, dopo attimi di esitazione presenta toni di pesca, nocciola, arancia, nespola e pera poco matura, fusi con vegetali di macchia mediterranea secca e con toni di miele di cor- VIAGGI DI GOLA bezzolo, tutti sfumati da note di panificazione. Ingresso in bocca bilanciato, fresco e morbido, di bella sapidità e tessitura; di slancio si avverte la tensione tannica che focalizza il frutto del retrolfatto su toni agrumati e vegetali. GRECHETTO DI TODI DOC 2014 Coste del Faena 13% vol - € 7,00 Giallo paglierino luminoso, accoglie intenso e nitido di salvia, cedro, kumquat e mela per insistere sul frutto negli aromi di melone bianco, arancia, pesca, susina, con mandorle e nocciole, tutto sfumato da cenni di zenzero, da note di macchia mediterranea e da avvolgenti aromi di mimosa. Bocca fresca e vivace, di trama leggera e bella morbidezza, è provvista di una leggera dote sapida. Appena in bocca conferma il frutto del naso insieme ai fiori, mentre in progressione vince la nota di mandorla fresca. COLLI MARTANI GRECHETTO DOC 2015 Di Filippo 13,5% vol - € 7,00 Calice giallo deciso che rivela subito la polpa fruttata di pesca, arancia, melone, albicocca e nocciola che dialogano con dolcezze di torta diplomatica e ancora miele, pera, frutti in gelatine e nuance di fiori di acacia. In bocca è fresco, sapido, di leggera tensione tannica, bilanciato e di adeguata morbidezza, con la dote alcolica appena evidente in chiusura. Al palato riprende subito lo spartito del naso per poi in progressione stringere leggermente su toni di frutta secca. SASSI D’ARENARIA 2014 COLLI MARTANI GRECHETTO DOC Di Filippo 12,5% vol - € 12,50 Il calice di colore giallo pieno invitante anticipa la polpa olfattiva che sa di fiori e frutti: acacia, con i suoi toni melliti, pesca gialla, melone, nocciola, uva, ananas, pera, susina, glicine, rosa bianca sfumati da sentori di vaniglia; poi note di pasticceria alla frolla e ancora arancia e mandarancio con le gelatine di scorza. Molto fresco, sapido, di trama media e bel bilanciamento, è dotato di un gradevole cenno tannico, per un insieme meno goloso del naso, dinamico e dai risvolti fruttati croccanti, agrumi in primis. 18 CUCINA&VINI UMBRIA GRECHETTO IGP 2015 Falesco UMBRIA GRECHETTO IGT 2015 Raìna 13% vol - € 5,00 14% vol - € 9,00 Di colore giallo paglierino luminoso, è subito disponibile e caratterizzato al naso nel fondere fiore e frutto: riconosciamo glicine, tiglio, ginestra che si alternano con pesca, pera, mela, melone, limone e kumquat, freschi e in gelatine, con una bella nota di nocciole e mandorle fresche e secche. In bocca è vivace e invitante nel confermare lo stile immediato e subito espressivo del naso, morbido, bilanciato, leggero, dotato di una tensione tannica progressiva che da grip e il frutto polposo del palato diventa sempre più agrumato, percorso da toni di salgemma. Giallo luminoso, è dolce e invitante al naso di fiori e frutto polposo e ricorda acacia, mimosa e ginestra che dialogano con pesca gialla, anche al vino, arancia bionda, banana, uva, ananas, melone, pera, mandarino, sfumati da toni di nocciole secche con nuance gentilmente tostate; ancora cenni di miele d’acacia e di confetti, con ricordi di torrone bianco che si confrontano con freschezze aromatiche di macchia mediterranea. La stessa sensazione di polpa si ha in bocca dove c’è freschezza e grande sapidità per un insieme di grande bilanciamento e progressione nella dialettica tra morbidezza e dinamica, col retrolfatto sulle tonalità del naso, appena più agrumate, sostenuto da toni salini. IL MOGGIO 2014 UMBRIA GRECHETTO IGT Goretti 13% vol - € 13,00 Di un bel giallo luminoso, è dolce e intenso al naso di fiori di acacia e del suo miele, con pesca, nocciola, pera, mela, arancia, cedro, kumquat, anche in gelatine, albicocca e melone mentre la dolcezza ricorda il torrone bianco e la pasticcera con glassa. In bocca è morbido, fresco, di buona tessitura e bilanciamento, percorso da un delicata pennellata tannica che da dinamica tensione all’assaggio. Il retrolfatto muove sullo spartito del naso in dolcezza e frutto, con una bella progressione agrumata. FIERO 2014 UMBRIA BIANCO IGT Margò 12,5% vol - € 13,80 Giallo dorato carico poco luminoso, esita leggermente appena versato, per poi aprirsi sul frutto maturo di mela, pera, pesca bianca, uva, fuso con toni di panificazione e tratti vinosi, e ancora mandorle, nocciole e noci brasiliane secche mentre la fragranza diventa mollica di pane. Fresco, sapido e di medio corpo, è bilanciato e percorso da una sottile tessitura tannica che da gradevole grip; il frutto è più espresso del naso, rivelando bene anche le note agrumate, mentre in progressione diventano protagonisti punti di pietra pomice e di pane. FIORDALISO 2015 UMBRIA GRECHETTO IGT Roccafiore 13% vol - € 10,00 Di un bel dorato chiaro luminoso, è fresco e intenso, invitante nel raccontare la polpa di pesca, arancia, pera, ananas, che dialogano con biancospino e mimosa, tutti percorsi da toni vegetali di fieno, salvia e timo e ancora mandorle e nocciole mentre la componente agrumata di cedro diventa protagonista. Bocca fresca, vitale, sapida, di trama leggera e invitante, percorsa da un delicato tannino per un insieme vibrante di frutto, leggermente salino, che conserva i floreali per dare spazio in progressione alle note vegetali. UMBRIA GRECHETTO IGP 2015 Saio 13% vol - € 5,50 Giallo paglierino, è gentile e nitido di rosa e glicine bianchi, con pesca bianca, mela, susina, kumquat, lime, arancia, uva spina, ananas e banana, sfumati da toni di nocciole e mandorle e da nuance di timo. In bocca è fresco, immediato, sapido, bilanciato, progressivo nell’invitare alla beva, dotato di una accennata presenza tannica per un insieme coerente e gradevole che riprende il naso, focalizzando poi sul frutto con finale di agrumi e minerali.