tesi Elisa Paderno
Transcript
tesi Elisa Paderno
Istituto Tecnico Commerciale Astolfo Lunardi Paderno Elisa, classe 5^G IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE: UN MODELLO DI SVILUPPO ECONOMICO BASATO SULLA SOLIDARIETÁ Anno scolastico 2011 - 2012 INDICE: Mappa concettuale 3 Perché nasce -Colonialismo e neocolonialismo 4 Che cos’è 6 - Definizione - I principi - Gli attori - Concretamente: confronto tra i prezzi di prodotti dalla filiera tradizionale e equo-solidale Dove trova fondamento 9 - La promozione del commercio equo e solidale secondo i valori espressi dalla Costituzione La solidarietà nella letteratura - Giacomo Leopardi e la “social catena” 10 Sitografia e bibliografia 11 2 STORIA: Perché nasce? Reazione al colonialismo e neocolonialismo ECONOMIA: Che cos’è? Il commercio equo e solidale: un modello di sviluppo economico basato sulla solidarietà DIRITTO COSTITUZIONALE: Dove trova fondamento? ITALIANO: La solidarietà nella letteratura 3 STORIA: Da dove nasce? Colonialismo e neocolonialismo Il mondo è caratterizzato da una iniqua distribuzione delle risorse: il 20 % della popolazione detiene l’80% delle risorse disponibili e il restante 80% dispone del 20% delle risorse. Tale squilibrio è stato fortemente accentuato da due fenomeni: il colonialismo e il neocolonialismo. Nella sua definizione propria, il colonialismo è l'estensione della sovranità di una nazione su territori e popoli all'esterno dei suoi confini, legata indissolubilmente al dominio economico sulle risorse, sia il lavoro e sia il commercio di questi ultimi. Il termine indica anche l'insieme di convinzioni usate per legittimare o promuovere questo sistema, in particolare il credo che i valori etici e culturali dei colonizzatori siano superiori a quelli dei colonizzati. Nel senso più stretto definisce l’egemonia di diversi Stati europei su altri territori extraeuropei, sviluppatasi tra il XVI e il XX secolo. Infatti, nel XVI secolo, in seguito alla scoperta dell’America, iniziò la grande espansione degli Europei nel mondo e la formazione degli imperi coloniali. Furono dapprima gli Spagnoli, richiamati dalle enormi quantità di minerali preziosi del Sud America, a fondare delle basi coloniali. Olandesi, Portoghesi e Inglesi avevano invece stabilito le loro basi in Asia, ma inizialmente si limitarono a rapporti di tipo commerciale. L'America del Nord venne colonizzata prevalentemente da Inglesi e Francesi che qui si stabilirono coltivando le terre e sfruttando le miniere. Dall'Africa arrivavano invece gli schiavi destinati a lavorare nelle piantagioni. Nel corso dell'800 e nei primi anni del 900, molti stati europei hanno dato il via ad una sorta di spartizione con occupazione armata di gran parte del territorio che oggi comunemente indichiamo con il termine “Sud del mondo”. Gli stessi Stati furono spinti da desiderio di potenza, da una certa pressione demografica interna, ma soprattutto dallo sviluppo del capitalismo. Infatti, l'imperialismo e la politica di conquista coloniale da parte delle potenze europee ai danni dei Paesi afro-asiatici furono la principale risposta data dai diversi Stati alla crisi economica: le colonie divennero di vitale importanza per le esigenze delle industrie europee, sia come luoghi in cui smerciare i prodotti in sovrappiù, sia come possibilità di attingere liberamente alle immense risorse e alle materie prime di cui i Paesi colonizzati disponevano. Non a caso fu nella seconda metà dell’ '800 che vennero elaborate teorie fortemente razziste,che miravano a legittimare e a giustificare in modo pseudoscientifico queste forme di dominio. Il colonialismo cominciò a entrare in crisi dopo le due guerre mondiali; in particolare, dopo la Seconda Guerra Mondiale iniziò in maniera decisiva il processo di decolonizzazione, che ebbe termine nei primi anni Settanta. 4 Negli anni successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale le nuove nazioni derivanti dalle ex colonie, divenute indipendenti nel corso della seconda metà del Novecento, si sono trovate ad affrontare il compito di promuovere il proprio sviluppo economico e, non avendo a disposizione capitali e personale tecnico specializzato, sono state costretti a ricorrere all'aiuto del mondo sviluppato, rivolgendosi soprattutto ai loro ex colonizzatori. Ciò ha originato una nuova subordinazione economica, detta "neocolonialismo". I paesi ricchi importano da quelli poveri materie prime a ad un costo piuttosto basso ed esportano ad un prezzo più elevato i prodotti finiti, generando un costante “scambio ineguale”. A tutto questo si associa la politica speculativa delle grandi imprese multinazionali che, approfittando di scarse norme a tutela del mercato e dei lavoratori e del basso costo della manodopera, hanno installato differenti industrie nei Paesi del sud del mondo sfruttando popolazione e risorse, inquinando e esportando quasi tutti i prodotti finiti. Il tutto è aggravato dal cosiddetto debito estero, rappresentato da grosse cifre economiche, ricevute in prestito e malamente utilizzate allo scopo di un tentativo di industrializzazione forzata, che molti paesi del Sud del mondo devono restituire ai cosiddetti paesi ricchi. Oggigiorno si svolgono numerosi dibattiti riguardo alle modalità con cui creare un equilibrio tra nord e sud del mondo. La povertà non è il problema ma il sintomo che il sistema economico vigente non funziona. Focalizzarsi sui sintomi non aiuta di certo a rimuovere le cause strutturali dell’ingiustizia, pertanto il commercio equo e solidale si propone come un modello di sviluppo volto a modificare il sistema economico capitalista. 5 ECONOMIA: Che cos’è? Definizione Il Commercio equo e solidale è una modalità di relazione commerciale tra i produttori del Sud del mondo e i consumatori finali del Nord, alternativa a quella tradizionale. I prodotti del commercio equo e solidale identificano quei prodotti alimentari e di artigianato realizzati (almeno in parte) nei paesi in via di sviluppo e venduti nei paesi industrializzati e che possiedono una serie di caratteristiche peculiari che qualificano il loro processo di produzione e di scambio. I principi Come viene indicato nella “Carta Italiana dei Criteri” il Commercio Equo e Solidale tende a garantire: 1.un prezzo equo, tale cioè da consentire ai lavoratori ed alle loro famiglie il soddisfacimento dei bisogni essenziali ed un livello di vita dignitoso. Il prezzo viene preferibilmente stabilito insieme dal produttore e dall’importatore, e non imposto dall’agente che si trova in posizione di maggiore forza, come avviene nel tradizionale mercato capitalistico; 2. la piena dignità del lavoro, che vuol dire un ambiente di lavoro salubre e la non discriminazione sul lavoro di alcuni gruppi della popolazione (ad esempio donne o disabili); dignità del lavoro, inoltre, significa non accettare, in assoluto, il ricorso allo sfruttamento del lavoro minorile; 3. la democrazia nel processo di lavoro: tutti i prodotti provengono da comunità o cooperative con una reale partecipazione di tutti alle decisioni; 4. il prefinanziamento: al momento dell’ordine, l’importatore anticipa fino al 50% del pagamento in modo da consentire di far fronte alla prime esigenze; 5. la sostenibilità ambientale: si privilegiano e si incentivano le lavorazione non inquinanti e basate su metodi naturali, si evita di ricorrere all’importazione di materie prima scarse e difficilmente riproducibili, si ricorre sempre più spesso all’agricoltura biologica; 6. la solidarietà, attraverso progetti di rilevante impatto sociale di cui possa beneficiare tutta la comunità (per esempio scuole, ospedali, miglioramento delle condizioni di lavoro); 7. la trasparenza, perché il consumatore sia consapevole e pienamente informato di dove va a finire ogni centesimo che compone il prezzo che paga. Gli attori I principali attori del commercio equo e solidale sono: 1. I produttori, agricoltori o artigiani dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina; 2. Le centrali di importazione (Ctm Altromercato, Liberomondo,Equo mercato) che curano il rapporto con i produttori, l’importazione e la diffusione dei prodotti presso i punti di vendita; 3. Le Botteghe del Mondo, che fungono da distributori ultimi, oltre a effettuare attività di controinformazione, sensibilizzazione e promozione culturale del consumo responsabile; 4. I consumatori, che scegliendo un prodotto del Commercio Equo e Solidale anziché uno analogo sul mercato tradizionale trasformano un atto quotidiano in un’operazione di giustizia e responsabilità; 5. I marchi di garanzia, organizzazioni con il compito di controllare e certificare l’eticità dei produttori dai quali è possibile importare prodotti secondo criteri equo solidali. Tuttavia, oggigiorno vi è il rischio che tali marchi si confondano con quelli falsi dei prodotti tradizionali che “certificano” ipotetici interessi per la difesa dell’ambiente o dei bambini, per progetti caritatevoli e così via… 6 Concretamente Prodotto Mercato tradizionale Caffè 250 g Cioccolato 100 g Tè 25 filtri Zucchero di canna 1 kg 2,61 € 1,10 € 1,80 € 1,04 € Commercio equo e solidale 2,77 € 1,38 € 2,32 € 3,34 € Variazione +6,1% +25,5% +29% +221% Fonte: AssoBDM; ISTAT Osservando i prezzi medi di alcuni beni derivanti dal commercio equo e solidale e confrontandoli con quelli tradizionali è possibile riscontrare quanto detto in precedenza. Infatti, dietro le variazioni più o meno evidenti si nasconde la copertura dei costi SOCIALI e AMBIENTALI. Entrando nel dettaglio, analizziamo la composizione del prezzo di una banana , il simbolo dello sfruttamento da parte delle multinazionali, nei casi in cui provenga da una filiera convenzionale (facciamo riferimento a un prezzo medio) e da una biologica ed equosolidale ( essendo il prezzo trasparente possiamo affidarci a dati precisi) . Si tratta di prezzi al netto dell’iva del 4%. Componente bracciante piantagione proprietario piantagione compagnia esportatrice trasportatore tasse e licenze ue importatore e maturatore supermercato Totale % 1 3 10 15 23 8 40 100 Valore 0,01 0,04 0,14 0,22 0,33 0,12 0,58 1,44 Composizione del prezzo di una banana da una filiera convenzionale bracciante piantagione proprietario piantagione compagnia esportatrice trasportatore tasse e licenze ue importatore e maturatore supermercato 7 Componente % Valore prezzo Fob costi accessori: -trasporto mare, dazi e licenze import; -costi importatore; -costi trasporto a terra; -maturazione, confezionamento e certificazione. 15,5 0,44 38,5 1,09 margine altromercato-agrifair 10,6 0,3 margine medio dettagliante 35,4 1 Totale 100 2,83 Composizione del prezzo di una banana biologica equosolidale Altromercato prezzo Fob costi accessori margine altromercatoagrifair margine medio dettagliante Ciò che emerge immediatamente è la differenza nella prima fase del percorso dal produttore al consumatore: nel caso della banana tradizionale solo l’1% del prezzo spetta al bracciante della piantagione e il 3% al proprietario, nel caso di quella biologica equosolidale il prezzo FOB (che comprende il compenso alle associazioni e alle cooperative produttrici del Sud del mondo - la voce più rilevante- , il carico merce, la dogana export, il trasporto sino al porto di partenza e il carico sulla nave) è del 15,5%. In termini quantitativi il divario è di ben 0, 40€/kg. E’ grazie a tale margine che possono essere coperti non solo i costi di produzione ma anche i costi sociali e ambientali. La restante differenza tra i prezzi è dovuta alla necessità di conferire una quota alle centrali d’importazione e alle botteghe del Mondo, considerando inoltre che quest’ultime sono gestite prevalentemente da volontari e ciò determina un decremento dei costi per il personale. 8 DIRITTO COSTITUZIONALE: dove trova fondamento? La promozione del commercio equo e solidale secondo i valori espressi dalla Carta Costituzionale Il commercio equo e solidale trova fondamento anche nella Costituzione italiana, la legge fondamentale dello Stato che regola l’organizzazione e il funzionamento della collettività attraverso norme e principi riguardanti i diritti e i doveri dei cittadini, negli articoli 2, 3, 41 e 53. Art. 2 : “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. “ Questa norma ha un carattere universale fondante un’etica generale della Repubblica: un dovere di solidarietà che superi il carattere limitativo della nazionalità. In altre parole, il dovere di solidarietà si pone anche nel confronto dei soggetti operanti al di fuori dei confini nazionali e specificamente, nel nostro caso, i paesi definiti del “sud del mondo”. Lo stesso ragionamento vale per l’art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” La Repubblica si deve impegnare a rimuovere tali ostacoli in un’ottica SOVRANAZIONALE e lo strumento che può utilizzare è una politica fiscale che riconosca le agevolazioni tributarie. Tale riconoscimento non rappresenterebbe una deroga al principio di capacità contributiva enunciato dall’art. 53 : “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.” Ne costituirebbe bensì un’attuazione in quanto la valutazione della capacità contributiva risulta mitigata dalla protezione dei valori solidaristici presenti negli articoli precedentemente richiamati. A ciò si deve aggiungere che correzioni ad esternalità negative del mercato globale, privo di autorità capaci di controllare le anomalie negativa che vengono a generarsi dallo stesso, come lo sfruttamento dei lavoratori sottosalariati e costretti a lavorare in condizioni disumane nei Paesi del terzo mondo, trovano fondamento nell’art. 41: “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.” 9 ITALIANO: la solidarietà nella letteratura Giacomo Leopardi e la “social catena” Solidarietà indica un atteggiamento di benevolenza e comprensione, ma soprattutto di sforzo attivo e gratuito, atto a venire incontro alle esigenze e ai disagi di qualcuno che ha bisogno di un aiuto e si può manifestare in infinite forme. Tale concetto, radicato nell’animo umano indipendentemente dal periodo storico o dal luogo di provenienza, è stato il punto di arrivo nel 1836 della riflessione del poeta, scrittore e filosofo, Giacomo Leopardi. Infatti egli in quell’anno ha elaborato il suo testamento spirituale: La Ginestra o fiore del deserto. Vorrei concludere la mia riflessione con alcuni versi di questa poesia. Così fatti pensieri Quando fien, come fur, palesi al volgo, E quell’orror che primo Contra l’empia natura Strinse i mortali in social catena, 150Fia ricondotto in parte Da verace saper, l’onesto e il retto Conversar cittadino, E giustizia e pietade, altra radice Avranno allor che non superbe fole, 155Ove fondata probità del volgo Così star suole in piede Quale star può quel ch’ha in error la sede. (v. 145–157) 10 Sitografia: www.isuddelmondo.com www.helplocaltrade.com www.economistiinvisibili.com www.centridiricerca.unicatt.it www.laprofonline.wordpress.com www.altromercato.it Bibliografia: “Faremo migliore il mondo: idea e storia del commercio equo e solidale” di Frans van der Hoff (Mondadori) “Un commercio più equo – un piccolo potere da prendere sul serio” di Monica di Sisto (Altreconomia) 11