Industria del carbone di legna
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Industria del carbone di legna
Industria del carbone di legna Le origini L'utilizzo nel Paleolitico del carbone come pigmento, conservante e medicinale, e della pece per fissare le punte alle impugnature dimostra che ben presto l'uomo cominciò a controllare il fuoco per ottenere questi prodotti. La conquista del fuoco è un processo ancora in corso che ha determinato l'evoluzione delle civiltà umane. Lo sviluppo dei forni a carbone vegetale ha reso possibile la nascita della metallurgia e delle grandi città. 6 rivoluzioni pirotecnologiche conseguenze periodo scoperta del fuoco nascita del linguaggio complesso 400000-100000 BP forni a carbone di legna calce, ceramica, metallurgia, laterizi, vetro 10000-2000 BP macchina a vapore prima rivoluzione industriale 1770 d.C. elettricità, petrolio seconda rivoluzione industriale 1880 d.C. fissione nucleare civiltà attuale 1945 d.C. fusione nucleare controllata civiltà del futuro ?? Disegno del 1500 a.C. I tre individui sulla destra portano le materie prime (stagno, rame e carbone) per la fabbricazione di due porte di bronzo. Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL 125 jahre|ans|anni 75 Aristofane (425 a.C.): "La città la odio e mi prende la nostalgia del mio villaggio che mai mi disse comprati il carbone, né l'aceto, né l'olio, poiché tutto produceva da sé." Industria del carbone di legna Cos’è e come funziona una carbonaia Il carbone vegetale è un prodotto della pirolisi del legno (gr. lysis = divisione) ossia della decomposizione termochimica che avviene scaldando il legno oltre i 300°C in assenza di ossigeno (≠ combustione). Quindi per ottenere un po' di carbone basta soffocare il fuoco, come facevano gli indiani Navajos che accendevano grandi fuochi di ginepro al tramonto, coprendoli poi di terra e ottenendo il carbone la mattina seguente. La carbonaia ha un rendimento nettamente maggiore. In pratica si tratta di una catasta di legna conica o emisferica, con i pezzi di legno di uguale lunghezza giustapposti in modo ordinato e compatto e ricoperta di vari strati isolanti. Per accendere la carbonaia si introduce brace attraverso una sorta di camino. La cottura dura diversi giorni e richiede una sorveglianza continua. Infine si procede con lo spegnimento, la scarbonatura e l'insaccatura del carbone. 125 jahre|ans|anni 75 Industria del carbone di legna Storia: le premesse Sin dall'epoca romana le regioni alpine utilizzavano la rete idrica per esportare prodotti forestali verso i centri urbani di pianura. Verso il 1200 d.C. Milano si dotò di un canale navigabile che permise di far giungere le merci fin dentro le mura. il Naviglio Grande Milano nel 1700 Statuti di Brissago del 1340: Item statutum est quod nulla persona debeat facere carbonum in toto terretorio de Brixago. Et si qua persona contra fecerit solvat de banno sol. X. Et si fecerit aliquod carbonum in terre de Brixago non debeat portari extra terram de Brixago. Havendo alli Xi del presente mese (agosto 1590) christoforo carbonero de Mugio della Pieve di Balerna condutto a Como due some di Carbone... 125 jahre|ans|anni 75 Industria del carbone di legna Storia: l'Ottocento Solo nella fascia prealpina gli statuti comunali pre-ottocenteschi menzionano il carbone (punti rossi). Nell'Ottocento la produzione di carbone si intensificò diffondendosi verso settentrione. Stefano Franscini 1837: Una volta non conveniva far carbone che sulle pendici del Ceneri a poca distanza dal lago Maggiore, ma ora i bisogni della Lombardia hanno reso lucroso il taglio di annose foreste alpine sino nell'interno della Valle Maggia e sino nella inferior Leventina. Priva di grandi giacimenti fossili l'Italia dovette alimentare a legna e carbone vegetale la sua rivoluzione industriale. 125 jahre|ans|anni 75 Le foreste ticinesi furono allora prese d'assalto tanto che la loro superficie piombò a un terzo di quella attuale. Industria del carbone di legna Toponomastica Sul territorio troviamo numerosi toponimi riconducibili all'industria del carbone. In particolare piazza e carbonaia segnalano i luoghi dove un tempo si produceva il carbone. Ovviamente abbiamo considerato solo le piazze esterne agli insediamenti. Vi sono poi altri toponimi interessanti che però non presentano una relazione tanto immediata con le attività dei carbonai. I dati di base li abbiamo tratti dal Repertorio toponomastico ticinese. Una volta digitalizzati questi dati sono stati studiati con dei software per l'analisi geografica. Sono emerse due tendenze legate alla latitudine: più si va verso Nord, più i toponimi del tipo carbonaia diventano dominanti rispetto a quelli del tipo piazza (tendenza 1), e più diminuisce la densità complessiva di questi toponimi (tendenza 2). tendenza 2 125 jahre|ans|anni 75 tendenza 1 Industria del carbone di legna Struttura di una piazza dei carbonai Percorrendo i versanti montani s'incontrano sovente i pianori dove un tempo si erigeva la carbonaia e si produceva il carbone. Queste piazze si possono riconoscere osservando attentamente il terreno e le strutture. Superficie orizzontale: La piazza presenta una superficie quasi perfettamente orizzontale e livellata, sovente ellittica od oculiforme. Scavo a monte: Il terreno asportato a monte permette allo spiazzo di insinuarsi nel versante, servendo come materiale da riporto e rialzo verso valle. Muretto a valle: La piazza è sostenuta da un terrapieno o da un muretto di fattura assai grezza e di forma arcuata con altezza maggiore al centro che diminuisce lateralmente. Presenza di carbone e terra nera: Sulla piazza e a valle della stessa, sia in superficie che in profondità, si trovano frammenti e polvere di carbone frammisti alla terra. Nel tempo le strutture si deteriorano diventando difficilmente riconoscibili. Per stabilire la presenza di una piazza si deve quindi valutare bene l'insieme degli indizi disponibili. 125 jahre|ans|anni 75 Industria del carbone di legna Informazioni racchiuse nel suolo di una piazza Nel suolo di una piazza si possono trovare più strati carboniosi. Ogni strato nerastro rappresenta una fase di intensa attività dei carbonai. Gli strati bruni intermedi coincidono con delle fasi di abbandono o con degli eventi di apporto detritico. La sequenza può essere disturbata da cedimenti o rimaneggiamenti del terreno. Analizzando la successione di questi strati e il loro contenuto in carboncini si può ricostruire la storia delle carbonizzazioni e l'evoluzione del bosco attorno alla piazza. Osservando i carboncini al microscopio si possono riconoscere le specie. Inoltre misurando il contenuto in radiocarbonio si può datare i singoli frammenti. Si ottiene così un diagramma antracologico. 125 jahre|ans|anni 75 Industria del carbone di legna Cartografie delle piazze in 6 aree di studio 1) Broglio 145 piazze in 3.1 km2 2) Monte Carasso 49 piazze in 0.5 km2 3) bassa V. d'Arbedo 126 piazze in 3.2 km2 4) alta V. d'Arbedo 347 piazze in 3.9 km2 5) Valle Morobbia 179 piazze in 3.0 km2 6) Valle di Muggio 285 piazze in 4.7 km2 Stima acrobatica 1131 piazze in 18.4 km2 in media ~60 piazze al km2 Ticino + Moesano = 3186 km2 20% di 3'186 = 637 km2 60 * 637 = ~38000 piazze !! 125 jahre|ans|anni 75