Classifica destinazioni alpine
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Classifica destinazioni alpine
RdT N°3 2008 laRIVISTAdelTURISMO CENTRO STUDI TOURING CLUB ITALIANO TURISMO SCOLASTICO I dati Touring MUSEI | Come il Louvre accoglie i visitatori MONTAGNA | Una classifica delle destinazioni alpine NKAAN - RdT - la Rivista del Turismo - Trimestrale - € 12 - Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Touring Club Italiano Presidente: Roberto Ruozi Direttore generale: Fabrizio Galeotti RdT - laRIVISTAdelTURISMO Direttore responsabile: Marco Berchi Coordinamento editoriale: Massimiliano Vavassori Progetto grafico e impaginazione: Studio Cappellato e Laurent Srl Comitato di redazione: Adriano Agnati, Marco L. Girolami, Matteo Montebelli, Massimiliano Vavassori Comitato scientifico: Vittorio Emiliani, Rolf Freitag, Pietro Leoni, Andrea Macchiavelli, Mara Manente, Cesarina Misiani, Harald Pechlaner, Maria Paola Profumo, Bruno Panunzi, Carlo Maria Ricciardi Ricerca iconografica: Centro di Documentazione del Tci (Elisabetta Porro) Hanno collaborato: Daniela Mariani, Clementina Salvaneschi SOMMARIO EDITORIALE Una questione di qualità MERCATI Registrazione Tribunale di Milano 10 feb 1999, n. 94 Dimmi dove vai, ti dirò chi sei Rossella Salvi Stampa: Gruppo Stampa GB s.r.l., Cologno Monzese (MI) MANAGEMENT © 2008 Touring Club Italiano Milano Codice NKAAN Finito di stampare nel mese di settembre 2008 Sede legale, direzione, redazione, amministrazione: Corso Italia 10, 20122 Milano, tel. 02 8526605, fax 02 8526482, [email protected]; www.touringclub.it. Direzione pubblicità: tel. 02 8526365, fax 02 8526333. La Rivista del Turismo è in vendita in abbonamento (per le tariffe vedere la pagina con coupon in questo numero). Per informazioni sugli abbonamenti: tel. 840 888802. Copie singole possono essere acquistate presso i Punti Touring (l’elenco è disponibile sul sito). Una copia €12. Copia arretrata €15,50. 3 Louvre: pensare al futuro Caterina Renzi 4 10 FOCUS : SCUOLA Gita: un viaggio che vale 375 milioni di euro a cura del Centro Studi TCI 18 TENDENZE Prodotti tipici: maneggiare con cura Luca Savoja Musei d’autore: il caso Hesse Claudio Visentin 30 36 ESPERIENZE Alpi: località italiane al top Fabrizio Bartaletti Turismo tra passato e futuro Antonio Sereno 42 54 In copertina: L’estate è finita, inizia la scuola..., 1964, Archivio Tci RUBRICHE OPEN SPACE Turismo e pubblicità: chi investe di più? 60 ISSN 1972-1390 SEGNALIBRO 62 la RIVISTA del TURISMO DOVE E COME ACQUISTARLA La Rivista del Turismo, trimestrale di economia e marketing del Centro Studi TCI, è in vendita al prezzo di 12 euro presso i Punti Touring sul territorio oppure telefonando al numero 840 888802. La Rivista è disponibile anche in abbonamento (per le tariffe e le modalità di sottoscrizione vedi il modulo riportato qui sotto). Per informazioni: 840 888802 E S P E R I E N Z E ALPI: LOCALITÀ ITALIANE AL TOP Una dettagliata analisi delle località turistiche alpine mette in evidenza la buona posizione dell’Italia nel contesto internazionale, ma anche i necessari interventi per rendere moderna e competitiva l’offerta FABRIZIO BARTALETTI Escursionisti davanti al Dente del Gigante, Monte Bianco, ca. 1900, Archivio Tci T ra i sogni nel cassetto di chi fa ricerche sul turismo c’è sicuramente quello di pervenire a una classificazione generale delle stazioni che si avvalga di un’ampia gamma di parametri, di ordine non solo quantitativo, ma anche e soprattutto qualitativo: l’attrattiva turistica di una località, infatti, non può essere espressa dai soli dati su arrivi e presenze, sulla capacità ricettiva, gli impianti di risalita e la relativa portata oraria (o sui chilometri di sentieri, o gli stabilimenti balneari, o i metri quadrati di arenile teoricamente disponibili per ogni bagnante), ma anche da “impressioni” - soggettive, certo, ma largamente condivise da turisti e viaggiatori - sul contesto geografico d’insieme, sulla bellezza dello scenario paesaggistico, sulla presenza di vette famose e dalle forme singolari, capaci di suscitare suggestioni, su un quadro insediativo integrato il più possibile con l’ambiente e arricchito dalla conservazione di ampie testimonianze di architetture tradizionali. I celebri asterischi, i corsivi e i grassetti delle vecchie guide Baedeker e delle guide rosse e verdi del Touring, del resto, vanno proprio in questa direzione, tanto che credo di poter affermare che una classificazione “globale” e onnicomprensiva dei centri turistici sia nel dna del Touring Club Italiano. Credo inoltre che per una classificazione veritiera occorrano anche indicatori inconsueti, magari complessi nella costruzione, capaci di trasformare in negativo (o viceversa) un fattore che di primo acchito saremmo portati a considerare in modo differente. Di questi argomenti ho avuto modo di parlare in un meeting tenutosi a Bardonecchia nel 1988 e patrocinato dall’amministrazione comunale di allora, con colleghi geografi dell’Università di Grenoble e di Parigi, in particolare Jacky Herbin, che aveva tentato una classificazione delle stazioni invernali francesi sulla base della capacità ricettiva e del moment-puissance, cioè la sommatoria del prodotto della portata oraria di ciascun impianto di risalita per il dislivello superato, e Remy Knafou, che le aveva classificate in tre o quattro “generazioni” in base alla genesi del loro sviluppo. Knafou, in particolare, 44 si mostrò scettico di fronte alla mia proposta di elaborare una classificazione di ordine qualitativo, non perché non fosse utile e rilevante, ma per la difficoltà di individuare parametri che non risentissero troppo di impressioni strettamente personali, e per la necessità di avere una conoscenza approfondita, con riscontri sul campo, di un gran numero di località distribuite su un’area molto estesa. LE RAGIONI DELLA CLASSIFICAZIONE A distanza di 19 anni da quell’incontro, vorrei dunque riprendere quella vecchia idea, allo scopo di pervenire – per la prima volta, credo – a una classificazione globale delle stazioni alpine che comprenda una nutrita serie di indicatori di ordine qualitativo, integrati da alcuni parametri quantitativi e da altri che risentono in qualche modo dei due diversi approcci. Gli indicatori utilizzati nella ricerca sono 16, e cioè: 1. Situazione geografica 2. Scenario montano 3. Qualità dell’insediamento 4. Clima 5. Impianti di risalita: portata oraria e capacità di elevazione 6. Bacino sciabile e varietà delle piste 7. Collegamento intervallivo 8. Sicurezza neve 9. Accesso estivo con impianti di risalita a punti panoramici o ghiacciai 10. Presenza di sentieri, boschi e mete escursionistiche pittoresche 11. Rapporto fra letti in seconde case e letti alberghieri 12. Totale stimato dei letti turistici 13. Animazione 14. Distanza da grandi città e aree metropolitane 15. Accoglienza (impatto all’arrivo nella stazione) 16. Immagine complessiva della località A essi è stato attribuito un punteggio che varia generalmente da 1 a 5, ma in due casi (qualità dell’insediamento e immagine complessiva) varia da 1 a 6, e in altri due (situazione geografica e caratteristiche del bacino sciabile) da 1 a 4. Il punteggio massimo raggiungibile è, dunque, di 80 punti. Gli indicatori di carattere qualitativo sono sette (e corrispondono a laRIVISTAdelTURISMO quelli contrassegnati coi numeri 2, 3, 9, 10, 13, 15, 16) e quelli di ordine quantitativo cinque (5, 7, 11, 12, 14), mentre gli altri quattro (situazione geografica, clima, bacino sciabile e varietà delle piste, sicurezza neve), apparentemente “impersonali” e “quantitativi” perché si basano su alcuni dati di fatto (chiusura o apertura fisica del sito, precipitazioni, temperature e innevamento naturale e artificiale) risentono in realtà di considerazioni qualitative e personali: ad esempio Grindelwald, d’inverno, vede meno sole di Limone, ma la situazione geografica d’insieme, a prescindere dalla bellezza delle montagne, non è certo quella di un sito più chiuso e “soffocato”; oppure, in una data località, al di là di precipitazioni nevose teoricamente sufficienti o di temperature abbastanza basse da permettere l’impiego dei “cannoni”, le condizioni di innevamento sono legate anche alla prevalente esposizione e al soleggiamento delle piste; il bacino sciabile, poi, è considerato di maggiore qualità se più variato quanto a esposizione, presenza di vegetazione e spazi liberi, fuori pista attraenti e relativamente sicuri e così via. Tra gli indicatori qualitativi, meritano di essere sottolineati il n. 15, che attribuisce un punteggio all’impatto ricevuto dall’ingresso nella stazione e a una sua sommaria ricognizione (piuttosto deludente, ad esempio, è quello che si ha entrando a Limone Piemonte, soprattutto provenendo da Cuneo), e il n. 16, che dà una valutazione d’insieme della località in base a nove elementi, tra i quali assume particolare rilevanza l’animazione, cui nei casi più eclatanti si attribuisce valore doppio. GLI INDICATORI DI ANALISI Gli indicatori sono stati scelti in modo che potessero risultare attinenti sia al turismo invernale sia a quello estivo: infatti, se allo sci sono dedicati gli indicatori 5, 6, 7, 8, al turismo estivo si rivolgono certamente gli indicatori 2, 9 e 10, e in parte anche il primo, relativo alla situazione geografica d’insieme. Meritano poi una spiegazione gli indicatori 12 (totale stimato dei letti turistici) e 14 (distanza da grandi città e aree metropolitane), perché impostati in modo anomalo rispetto all’impiego che di essi generalmente si fa. Il punteggio attribuito alla capacità ricettiva, infatti, è tale per cui sale a partire da una ricettività ritenuta in assoluto bassa per dar luogo a importanti flussi turistici, fino a un livello giudicato ottimale per una grande stazione turistica (da 10.000 a meno di 15.000 letti, comprensivi del settore alberghiero ed extralberghiero, degli appartamenti dati in affitto – anche da soggetti non professionali – e delle seconde case); quindi torna a scendere, poiché una capacità ricettiva che nella sua continua espansione superi determinate soglie finisce col rendere la stazione, nei periodi di punta e di massima frequentazione, poco vivibile (rumori, inquinamento, intasamento del traffico ecc.), e nei periodi di bassa stagione alquanto deludente perché troppo grande in rapporto ai pochi turisti presenti, con un’immagine da città vuota nel periodo di ferragosto. Certo, si può discutere sulla soglia, e sul fatto che fino a 13.000 letti una data località raccolga il massimo dei punti, e che con solo un centinaio di letti in più si scenda già a 4; ma a parte il fatto che qualunque soglia porta in sé questo inconveniente, mi è sembrato opportuno riprendere qui una ricerca su Adelboden1 grande stazione dell’Oberland Bernese nella quale ero giunto alla conclusione che la ricettività “ideale” si collocasse poco oltre i 12.000 letti. Partendo da questo parametro, ho arrotondato dunque la soglia al migliaio superiore, in modo da evitare lo slittamento da una classe di punteggio all’altra per valori trascurabili. Per quanto riguarda la distanza da grandi città e aree metropolitane, la relativa vicinanza a questi grandi poli demografici è stata considerata, ai fini del punteggio, penalizzante anziché premiante, per il rischio a essa collegato di eccessivi flussi escursionistici giornalieri o di fine settimana (“turismo mordi e fuggi”), più repulsivi che attrattivi nei confronti del vero turismo “stanziale”, di fenomeni di piccola criminalità e così via. Dunque, anche questo indicatore, apparentemente quantitativo, racchiude 1 Bartaletti F., Adelboden. Una grande stazione alpina fra tradizione e modernità, in “Studi e Ricerche di Geografia”, 1998, pp.199-251. Tra le oltre cento località alpine analizzate emergono ai vertici della classifica numerose stazioni di sport invernali italiane in sé importanti risvolti qualitativi. Le località considerate – 111 in tutto – sono state scelte in modo da includere tutte le maggiori stazioni di sport invernali delle Alpi e una selezione di stazioni di importanza intermedia, in quanto, com’è noto, è al turismo invernale che da almeno una ventina di anni si devono i più importanti flussi turistici e i più ingenti afflussi di capitale. Gran parte di queste stazioni, poi, si qualificano anche come luoghi di primaria importanza per la villeggiatura estiva, per cui il quadro fornito può dirsi completo, tanto più che sono state inserite stazioni come Castelrotto, Alagna o Pontresina, ove il turismo estivo è preponderante o svolge comunque un ruolo chiave. La scelta delle località è stata in parte orientata anche dalla volontà di presentare un quadro con situazioni il più possibile variegate: dunque, si spiega in tal modo l’assenza di una stazione come Moena, in Val di Fassa, prossima alla coppia VigoPozza nella parte centrale della valle, della cittadina di Saint-Gervais-les Bains (più attraente invero per alcune plaghe pittoresche del territorio comunale che per il centro abitato in sé) e del bel villaggio di Combloux, nello stesso contesto geografico e sciistico di Megève, ma certo non superiore a essa quanto ad attrattive, o di Wagrain, prossima alla più nota Flachau, nel grande comprensorio salisburghese dell’Amadé; la celebre Pontresina, però, che registra un elevato numero di presenze, e l’altrettanto famosa Klosters, sono state comunque inserite nonostante la vicinanza, rispettivamente, a St.Moritz e Davos. LA SCELTA DELLE LOCALITÀ DA INCLUDERE La ripartizione delle località alpine fra i diversi Stati privilegia l’Italia, il che è abbastanza ovvio, non solo e non tanto perché questa Rivista è letta e diffusa soprattutto in Italia, quanto perché all’Italia laRIVISTAdelTURISMO spetta l’intero settore meridionale dell’arco alpino, anziché una fetta del versante occidentale, settentrionale o orientale, come avviene invece per tutti gli altri Paesi. L’Italia è presente dunque con 36 stazioni, la Francia e la Svizzera con 24, l’Austria con 22 e la Germania con 3 (accorpando Oberstdorf alla vicina Kleinwalsertal, politicamente austriaca ma extradoganale come Livigno e Samnaun, e raggiungibile solo dal territorio bavarese), per un totale di 109 centri turistici; ma per rendere il lavoro il più possibile completo, sono state inserite anche Malbun, unica stazione estivo-invernale e forse il solo, vero centro turistico del Liechtenstein, nascosto in una conca all’interno del Principato, ove si sono formati alcuni campioni di sci alpino; e Kraniska Gora, la maggiore e certo la più nota stazione invernale ed estiva della Slovenia (le altre sono Plez/Bovec, Bohinj e Maribor), anche se le strutture per gli sport invernali, come a Malbun, non sono neppure paragonabili a quelle delle altre località qui analizzate, e se l’entità del movimento turistico permetterebbe di inserirla solo fra le piccole stazioni. Dunque, le stazioni analizzate e comparate sono in tutto 111. Prima di analizzare i risultati, è opportuno fare qualche considerazione preliminare sulla classifica finale delle stazioni. Date le finalità della ricerca, che si prefigge di pervenire a un giudizio complessivo sulle singole stazioni che tenga conto non solo della loro “tipicità” e del quadro paesaggistico-ambientale, ma anche dell’attrezzatura per gli sport invernali e dell’animazione pomeridiana e serale, non c’è da stupirsi se due graziose (e sperdute) stazioni tradizionali del Tirolo e del Salisburghese come Gerlos e Krimml si trovano appaiate, nella nostra classifica, a grandi, moderne stazioni invernali ad alta quota come Breuil-Cervinia e Courchevel: il punteggio finale, infatti, è il risultato della 45 TABELLA 1 CLASSIFICAZIONE DELLE LOCALITÀ ALPINE ANALIZZATE Stazione Punti totali 30 Mayrhofen Bolzano (I) 68 1 Corvara-Badia 30 S.Martino di Castrozza Vallese (CH) 61 2 Zermatt 30 Val d'Isère Bolzano (I) 61 2 Selva-S.Cristina 30 Tux-Hintertux Belluno (I) 60 4 Cortina d'Ampezzo 30 Morzine (Portes du Soleil) Tirolo (A) 57 5 Kitzbühel 30 Madonna di Campiglio Trento (I) 56 6 Canazei 30 Seefeld Bolzano (I) 56 6 Ortisei 30 Chamonix Berna (CH) 56 6 Grindelwald 30 Garmisch-Partenkirchen Grigioni (CH) 56 6 St.Moritz 39 Castelrotto/Kastelruth Sondrio (I) 55 10 Livigno 39 Arabba-Marmolada Berna (CH) 55 10 Gstaad 39 Crans-Montana Grigioni (CH) 55 10 Davos 42 Mürren Salisburgo (A) 55 10 Badgastein (-Bad Hofgastein) 42 Pontresina Vorarlberg (A) 54 14 Lech am Arlberg 42 Ehrwald-Lermoos Tirolo (A) 54 14 Sölden (Tiroler Zugspitze Arena) Berna (CH) 54 14 Wengen 42 Champéry-Val d'Illiez-Portes du Soleil Vallese (CH) 54 14 Saas Fee 42 Châtel-Portes du Soleil Tirolo (A) 53 18 Ellmau-Söll (Wilder Kaiser) 42 Meribel-Trois Vallées Tirolo (A) 53 18 Sankt Anton 42 VerBielleseer Alta Savoia (F) 52 20 Megève 42 Lenzerheide Bolzano (I) 52 20 Brunico/Bruneck 50 Ayas-Champoluc Berna (CH) 51 22 Adelboden 50 Zoldo Alto-Civetta Grigioni (CH) 51 22 Flims (-Laax) 50 Neustift-Stubaital Bolzano (I) 51 22 S.Vigilio di Marebbe/Enneberg 50 Flachau (Salzburger Skiwelt Amadé) Aosta (I) 51 22 Courmayeur 50 Scuol (Tarasp-Vulpera) Tirolo (A) 50 26 Ischgl 50 Engelberg Grigioni (CH) 50 26 Klosters 56 Bormio Tirolo (A) 50 26 Serfaus 56 Sulden/Solda Grigioni (CH) 50 26 Arosa * Per localizzazione si intende: Provincia/Regione Autonoma/Land/Cantone/Dipartimento Stazione sommatoria di 16 indicatori quali-quantitativi molto diversificati, e a esso si può pervenire attraverso “percorsi” alquanto differenti. Lo stesso punteggio conseguito in taluni indicatori qualitativi, anzi, nel caso di stazioni turistiche composite, può rispecchiare una media fra diverse componenti: ad esempio Samoëns, in Alta Savoia, è una stazione estivo-invernale a carattere tradizionale situata in un fondovalle verdeggiante, e in un contesto montano che offre anche scenari grandiosi (come il circo glaciale del Fer à Cheval), ma il bacino sciabile del Grand Massif è imperniato sulla stazione “integrata” di Flaine, gruppo di immobili a parallelepipedo in cemento a vista, ai piedi di rocce calcaree. Infine, il fatto che alcune località si col46 Localizzazione* lochino sul fondo della graduatoria, non equivale necessariamente a dire che queste siano in sé poco gradevoli (quattro esempi su tutti: le belle stazioni di Wildhaus-Unterwasser nel Canton San Gallo, Kraniska Gora in Slovenia, i frequentatissimi centri invernali di Schladming in Stiria e Nassfeld in Carinzia, e la nostra Aprica) o che, con alcuni interventi di miglioramento, non possano risalire la china: si deve tener presente, infatti, che tra le 111 stazioni sono comprese praticamente tutte le stelle di prima e seconda grandezza delle Alpi, più una selezione di località minori, che si distinguono comunque per l’importanza del bacino sciabile e/o dell’offerta per la stagione estiva, per cui è inevitabile che dal confronto con tanti “giganti” escano sconfitte località che laRIVISTAdelTURISMO Localizzazione* Tirolo (A) Trento (I) Savoia (F) Tirolo (A) Alta Savoia (F) Trento (I) Tirolo (A) Alta Savoia (F) Baviera (D) Bolzano (I) Belluno (I) Vallese (CH) Berna (CH) Grigioni (CH) Tirolo (A) Punti totali 49 49 49 49 49 49 49 49 49 48 48 48 46 46 46 Vallese (CH) Alta Savoia (F) Savoia (F) Vallese (CH) Grigioni (CH) Aosta (I) Belluno (I) Tirolo (A) Salisburgo (A) Grigioni (CH) Obwalden (CH) Sondrio (I) Bolzano (I) 46 46 46 46 45 45 45 45 45 45 45 44 44 non possono disporre di altrettante prerogative a tutto campo. ITALIA AL TOP Fatte queste premesse, indispensabili per comprendere i limiti della ricerca, passiamo dunque ai risultati, che sono estremamente soddisfacenti per l’Italia, in quanto quattro stazioni italiane si collocano nelle prime cinque posizioni, e sei tra le prime dieci di questa inedita graduatoria. I comuni di Badia/Abtei e Corvara, associati in una sola voce non solo perché si spartiscono lo stesso comprensorio sciabile, ma anche perché alquanto ravvicinati e accomunati dalla stessa denominazione turistica d’insieme (Alta Badia), possono essere considerati, assieme, la migliore stazione turistica delle Alpi, totalizzando 68 punti su un Stazione Localizzazione* 56 56 56 56 62 62 La Clusaz Gressoney (Trin. e St.Jean) Lenk Les Gets St.Gallenkirch-Gaschurn Oberstdorf-Kleinwalsertal 64 64 Vigo-Pozza di Fassa Gerlos-Krimml 64 64 64 64 70 70 Villars sur Ollon Bad Kleinkirchheim Courchevel 1850-Tr.Vallées Breuil-Cervinia Sauze d'Oulx Ponte di Legno-Tonale 70 70 70 70 76 76 76 79 79 79 79 79 Berchtesgaden-Schoenau Samoëns-Flaine (Le Grand Massif) Val Thorens Tignes Obertauern Fiesch (-Regione dell'Aletsch) Valmorel-St.François Longchamp Macugnaga Leukerbad La Thuile Serre Chevalier Falcade-San Pellegrino Alta Savoia (F) Aosta (I) Berna (CH) Alta Savoia (F) Vorarlberg (A) BavieraTirolo (D-A) Trento (I) TiroloSalisburgo (A) Vaud (CH) Carinzia (A) Savoia (F) Aosta (I) Torino (I) BresciaTrento (I) Baviera (D) Alta Savoia (F) Savoia (F) Savoia (F) Salisburgo (A) Vallese (CH) Savoia (F) Verbania (I) Vallese (CH) Aosta (I) Alte Alpi (F) BL - TN (I) massimo di 80. Segue con sette punti di distacco Zermatt, penalizzata nei confronti dell’Alta Badia soprattutto dalla situazione geografica chiusa e dal fatto di avvalersi di un solo collegamento intervallivo; a Zermatt si affianca la coppia Selva-Santa Cristina, in Val Gardena, per l’appunto situate, come Badia e Corvara, ai piedi del massiccio dolomitico del Sella, che si rivela dunque il vero “cuore” di tutto il turismo alpino, confermato dal sesto posto di Canazei. In quarta posizione si colloca Cortina d’Ampezzo, che si fregia di un sito di rara bellezza e armonia, ma che rispetto alle stazioni che la precedono offre un bacino sciabile privo di collegamenti intervallivi (per giunta separato in due settori, e senza possibilità di rientro sci-ai-piedi dal Falòria), un innevamento meno sicuro e Punti totali 44 44 44 44 43 43 42 42 42 42 42 42 41 41 41 41 41 41 40 40 40 39 39 39 39 39 Stazione Localizzazione* 79 79 86 86 86 86 86 91 91 91 91 91 96 96 98 98 100 100 100 103 103 103 103 Vars (-Risoul) Saalbach-Hinterglemm Andalo-Paganella Obereggen-Deutschnofen Madesimo Valloire Samnaun Les Deux Alpes Alpe d'Huez Bardonecchia Alagna Valsesia Le Corbier-La Toussuire (Les Sybelles) Wildhaus (-Unterwasser) Schladming-Rohrmoos Kraniska Gora Pra Loup (-Val d'Allos) Sestriere Malbun Folgarida-Marilleva Aprica Asiago Les Arcs Isola 2000 107 107 109 110 111 Limone Piemonte La Plagne Nassfeld Super-Dévoluy Prato Nevoso-Artesina Alte Alpi (F) Salisburgo (A) Trento (I) Bolzano (I) Sondrio (I) Savoia (F) Grigioni (CH) Isère (F) Isère (F) Torino (I) Vercelli (I) Savoia (F) San Gallo (CH) Stiria (A) Slovenia (SLO) Alte Alpi (F) Torino (I) Liechtenstein (FL) Trento (I) Sondrio (I) Vicenza (I) Savoia (F) Alpi di Alta Provenza (F) Cuneo (I) Savoia (F) Carinzia (A) Alte Alpi (F) Cuneo (I) una ricettività già troppo consistente. Un piccolo hiatus separa Cortina da Kitzbühel, cui seguono, appaiate, Canazei, Ortisei, Grindelwald e Sankt Moritz e, separate da un altro punto, Livigno, Gstaad, Davos e Berchtesgaden. Kitzbühel ha un centro storico gradevolissimo, dispone di celebri piste e si colloca in un contesto paesaggistico arioso, con belle montagne calcaree sullo sfondo; ma negli ultimi tempi è stata svantaggiata da alcuni inverni con poca neve (la quota della cittadina è di appena 762 m) e ha accusato, come molte importanti stazioni alpine, la crisi del turismo estivo. Canazei può forse sorprendere per la sua collocazione vicina al vertice, dovuta all’immenso comprensorio sciabile del Sella Ronda, a un contesto urbanistico gradevole con molti laRIVISTAdelTURISMO Punti totali 39 39 38 38 38 38 38 37 37 37 37 37 36 36 35 35 34 34 34 33 33 33 33 32 32 30 26 25 letti alberghieri e un limitato numero di seconde case, a svariate opportunità per l’estate. Soffre di una situazione in un fondovalle semi-chiuso, ed è meno animata di Selva Gardena, ma a differenza dell’alta Gardena presenta un fondovalle meno saturo di costruzioni. Le successive stazioni associano uno scenario montano suggestivo (soprattutto Grindelwald, con la vista sull’omonimo ghiacciaio e sulla Jungfrau) a un quadro insediativo attraente, anche se va detto che Ortisei negli ultimi anni ha risentito negativamente della cospicua espansione urbana, costretta negli spazi limitati del fondovalle gardenese, tanto che è sempre più arduo godere dal centro della celebre vista del Sassolungo che spunta dal bosco come per magia. Sankt Moritz e Davos, invece, devono il 47 Pista da sci e sciovia dell’Angelo al Corno d’Aola, Ponte di Legno, 1966, Archivio Tci 48 laRIVISTAdelTURISMO mancato raggiungimento del vertice all’aspetto moderno del centro urbano, in continua espansione, a una capacità ricettiva troppo elevata, a una certa vicinanza alle aree metropolitane di Milano e Zurigo, e Sankt Moritz anche a un bacino sciabile di non grandi dimensioni. Livigno è stata protagonista di un’espansione urbanistica e demografica ancora maggiore di Ortisei, ma il quadro d’insieme è rimasto sostanzialmente invariato, grazie all’ampiezza del fondovalle e alle soluzioni urbanistiche prescelte: si tratta di una stazione a forte valenza invernale che attrae turisti anche d’estate (grazie anche ai duty-free shops), ridente in ogni stagione, che sembra non conoscere crisi. Gstaad ha il privilegio della collocazione in un’ampia conca verdeggiante incorniciata da belle vette, di un habitat da cartolina e di una frequentazione mondana che non impedisce il mantenimento di attività agricole, ma non è molto animata e ha un bacino sciabile non grande e spezzettato in vari settori, mentre Badgastein, pur non offrendo scenari trascendentali a parte la celeberrima cascata, si presenta come stazione di gran classe con un’offerta articolata (grande bacino sciabile, terme, escursionismo estivo in alta montagna). CHARME, DIVERTIMENTO E SPORT Il successivo gruppo di dodici stazioni, da Lech am Arlberg a Courmayeur, presenta alcuni nomi noti nell’ambito della Coppa del Mondo di sci alpino e qualche località di grande tradizione e charme, frequentate dal jet-set internazionale. Lech, nella regione dell’Arlberg – dove la neve è di casa –riesce a unire l’immagine di un villaggio in capo al mondo, sperduto e coperto di neve, a quella di località costosa e piena di attrattive per i giovani, capace di iniziative molto fun (vedi i recenti calendari molto osé delle maestre di sci sulle piste). Wengen e Saas Fee, al pari di Zermatt, si avvalgono del privilegio di essere liberate dal traffico automobilistico e di una vista mozzafiato (quella sui ghiacciai dei Mischabel da Saas Fee è tra le migliori delle Alpi), ma sono un po’ penalizzate da un comprensorio sciabile di non grandi dimensioni, dal clima severo (Saas Fee) o umido d’estate (Wengen) e da una certa carenza di animazione. Sölden, popoloso e vasto comune della Ötztal a meno di 1.400 m di quota, ma con frazioni situate fino a oltre 2.000 m, è una grande stazione invernale, con possibilità di praticare lo sci estivo su ghiacciaio, e il secondo comune dell’Austria, dopo Vienna, per capacità ricettiva, noto anche per le possibilità di svago e l’animazione serale e notturna; quest’ultimo aspetto vale anche e soprattutto per Ischgl – con quattro punti in meno di Sölden, e più in basso di una decina di posizioni – che punta più sulla sicurezza dell’innevamento e sul divertimento che non su un contesto geografico che non offre particolari bellezze. I graziosi villaggi tirolesi di Ellmau e Söll, capisaldi settentrionali del vastissimo comprensorio sciabile del Wilder Kaiser, in un contesto di morbide ondulazioni incorniciate da belle cime calcareo-dolomitiche, sono appaiati al Sankt Anton, patria dello sci alpino e località animatissima e costosa d’inverno, quanto piuttosto calma d’estate. Megève, al primo posto tra le stazioni francesi, si situa solo al 20° posto, penalizzata da una ricettività enorme (con forte sproporzione a danno del settore alberghiero) e da un innevamento spesso aleatorio; ma è con Morzine una delle stazioni francesi dotate di maggior charme, in un sito verdeggiante, con costruzioni gradevoli e ampie possibilità di svago. Lo stesso punteggio di Megève è raggiunto da Brunico, città ai piedi del versante settentrionale del massiccio sciabile del Plan de Corones, non enorme quanto a dimensioni, ma perfetto per qualità delle piste e dell’innevamento. Rispetto a San Vigilio di Marebbe, che la segue al 22° posto ed è situata sul versante meridionale dello stesso massiccio, presenta tre delle quattro piste più impegnative del comprensorio, una migliore animazione (soprattutto nella frazione di Riscone, da dove partono gli impianti e arrivano le piste) e offre al turista un centro storico pittoresco e suggestivo, che ricorda quello di Kitzbühel, ma è nel complesso meno accattivante per le dimensioni stesse della città e un certo inquinamento da traffico; San Vigilio presenta un quadro insediativo laRIVISTAdelTURISMO molto gradevole nelle numerose frazioni rurali ladine e offre importanti mete escursionistiche estive nell’area del Parco di Fanes. San Vigilio di Marebbe è affiancata da Adelboden, nel Cantone di Berna, ancora in parte rurale eppure celeberrima per la prova di gigante della Coppa del Mondo, con vista sui ghiacciai del Wildstrubel e sul suggestivo massiccio del Lohner e ottime opportunità per l’escursionismo estivo, ma penalizzata dalla scarsa animazione, da un bacino sciabile non vastissimo e da una limitata ricettività alberghiera; Flims, nel Canton Grigioni, in un bel quadro di boschi di conifere impreziosito dal Lago Cauma, ma con scenari che assumono contorni suggestivi (con presenza di ghiacciai) solo se ci si trasferisce in funivia ad alta quota; e Courmayeur, di gran lunga la prima stazione delle Alpi occidentali italiane, con l’impagabile scenario del versante sud del Bianco, un’atmosfera di classe e ottime possibilità per l’escursionismo estivo, ma una situazione un po’ chiusa, un bacino sciabile inadeguato e un elevato numero di seconde case. LE PISTE PREFERITE DA CARLO D’INGHILTERRA Appaiate al 26° posto, con 50 punti, troviamo la già ricordata Ischgl, che forma con la svizzera Samnaun un unico bacino sciabile; Klosters, che si appoggia allo stesso comprensorio sciabile di Davos, rispetto alla quale presenta un quadro insediativo più gradevole (non per caso è da tempo frequentata, per la settimana bianca, da Carlo d’Inghilterra e dai suoi familiari), ma è anche alquanto più calma e riservata; Serfaus, distrutta da un incendio nel 1942 e quindi ricostruita, nota per essere servita da una metropolitana sotterranea (1.280 m, 4 stazioni) che la libera dal traffico, e Arosa, di non facile raggiungibilità nel complesso, ma comunque servita da uno storico e pittoresco trenino rosso, stazione élitaria in una conca a 1.775 m dal clima asciutto, con chalets di legno e complessi alberghieri che, come quelli di Davos, sono trasformazioni di vecchi sanatori. Nella stessa fascia dalla 30a alla 50a posizione si collocano alcune stazioni internazionali tra le più note ai turisti italiani, 49 come Val d’Isère, Madonna di Campiglio, Chamonix, Garmisch e Crans-Montana, tutte con una capacità ricettiva extralberghiera (per lo più appartamenti e seconde case) troppo grande in rapporto alla popolazione residente e alla ricettività alberghiera. Chamonix è solo terza fra le migliori stazioni francesi, e deve questa posizione “di rincalzo”, rispetto al primato dell’eterna rivale Megève, al fatto di essere situata in una valle abbastanza angusta, a un bacino sciabile spezzettato in tre o quattro tronconi (ciascuno di dimensioni piccole e medio-piccole) e a un complesso urbanistico gradevole, ma non di prim’ordine, la cui eterogeneità è dovuta alle dimensioni stesse raggiunte dalla stazione, ove i residenti superano ormai le 10.000 unità. Val d’Isère, elegante e cosmopolita ancorché in un sito alpestre e severo a 1.850 m di quota, ha subito un profondo restyling dal 1983 al 1992, quando sono stati demoliti alcuni anonimi edifici centrali eretti negli anni 50 per lasciare il posto a nuove, grandi costruzioni in pietra e legno, con un design accattivante. Tra le località francesi compaiono anche Morzine, in una conca pianeggiante a 1.000 m di quota nel vastissimo comprensorio delle Portes du Soleil, con belle costruzioni (fatto questo non molto comune, nelle Alpi francesi), ma con dimensioni eccessive (appartamenti e seconde case) e panorami di scarso interesse nel fondovalle (in quota, è appollaiata sul bordo di una falesia la celebre stazione “integrata” di Avoriaz, facente parte del comune di Morzine); e Méribel, la più bella delle stazioni “integrate” dell’immenso comprensorio delle Trois Vallées, ove si situa anche la più celebre Courchevel. In questo raggruppamento compare, al 30° posto, Garmisch-Partenkirchen, la prima stazione della Germania, in un’ampia conca a 708 m di quota, con una popolazione residente (26.100 abitanti) che non trova uguali tra le stazioni estivo-invernali delle Alpi. L’Austria è rappresentata in questa fascia da Mayrhofen, nella Zillertal, nota per il folclore e le numerose opportunità per le escursioni, lo sci (anche su ghiacciaio, cui è direttamente collegata la vicina stazione di TuxHintertux) e i belvedere, ma abbastanza 50 insignificante nel fondovalle, ove si situa per l’appunto Mayrhofen; Seefeld, in un bel paesaggio di boschi e praterie adatto allo sci di fondo, tra Innsbruck e Monaco, e Flachau, al centro del vasto comprensorio sciistico detto Sportwelt Amadé e patria dell’Herminator Hermann Maier, della cui immagine si avvale per il marketing, ma penalizzata dal fatto che l’abitato, situato in uno stretto fondovalle, è anche sfiorato dall’autostrada. Per la Svizzera compaiono qui Crans-Montana, su un ampio terrazzo esposto a sud del Vallese centrale, elitaria, ma moderna nell’aspetto, con alcuni edifici fuori scala e una miriade di seconde case; Mürren, impressionante balcone sulla Jungfrau ai piedi del belvedere del Piz Gloria; Pontresina, nell’alta Engadina, un po’ decaduta rispetto ai fasti dei primi del Novecento, quando il turismo era imperniato sui belvedere e i grandi alberghi; Champéry, che si avvale dell’immenso bacino sciabile francosvizzero delle Portes du Soleil; Verbier, “chalettopoli” del Vallese occidentale dedicata soprattutto allo sci, LenzerheideValbella, su un ondulato, boscoso altopiano impreziosito da un lago; Scuol, con le sue fonti termali e le pittoresche case a graffiti, ed Engelberg, unica stazione della Svizzera centrale, ai piedi del celebre Titlis raggiunto da un’avveniristica funivia. SAN MARTINO DI CASTROZZA E LE ALTRE Nella fascia dalla 30a alla 50a posizione, l’Italia si inserisce con San Martino di Castrozza, Madonna di Campiglio, Castelrotto, Arabba, Ayas, Zoldo Alto e Bormio, dunque ancora e soltanto con stazioni delle Alpi orientali o centro-orientali (Bormio), a esclusione di Ayas, comune valdostano composto da varie frazioni, tra le quali si distinguono Champoluc, a prevalente connotazione invernale per il collegamento con Gressoney (e con Alagna), e Antagnod, sul versante destro della valle, esposto al sole, che conserva varie architetture tradizionali. Madonna di Campiglio e San Martino di Castrozza hanno varie caratteristiche in comune (situazione di fondovalle ai piedi di un valico, con presenza a ovest di massicci dolomitici, origine da un ospizio per viandanti gestito da religiosi ecc.), ma mentre la prima offre un vasto com- laRIVISTAdelTURISMO prensorio sciabile, la seconda deve fare i conti con un bacino spezzettato e di non grandi dimensioni; in compenso, mentre Madonna di Campiglio appare eccessivamente urbanizzata, con decine di migliaia di letti in seconde case, San Martino di Castrozza ha un miglior rapporto fra letti alberghieri ed extralberghieri, ed offre già dal centro viste incomparabili sul celebre complesso delle Pale. Castelrotto è una delle poche grandi stazioni dedicate soprattutto al turismo estivo, che si avvale anche della vicina Alpe di Siusi, proprio al contrario di Arabba, villaggetto del comune di Livinallongo molto specializzato nello sci alpino, data la posizione chiave in uno dei vertici dell’immenso quadrilatero del Sella Ronda. Zoldo Alto (con i bei villaggi di Mareson e Pecol), collegato ad Alleghe nel comprensorio del Civetta, è gradevole anche d’estate, con molte costruzioni tradizionali e un limitato sviluppo della seconda casa, ma ha un bacino sciabile di non grandi dimensioni, moderata ricettività e scarsa animazione. SI SCENDE DI POSIZIONE MA NON DI FAMA Il successivo blocco di trenta località, dalla 56a alla 86a posizione, annovera ancora alcuni nomi noti a livello internazionale, come Bormio e Bad Kleinkirchheim - abituali tappe della Coppa del Mondo di sci alpino - la Kleinwalsertal (exclave austriaca in Germania), Courchevel 1850, Cervinia, Tignes, Obertauern e Serre Chevalier; stazioni di rilevanza nazionale, e con un buon numero di turisti stranieri, come Villars sur Ollon, Berchtesgaden, La Clusaz, Ponte di Legno, Sauze d’Oulx e Valloire; e località più appartate come Samoens, Leukerbad o Macugnaga. Bormio, al centro di un bacino turistico di grande rilevanza (Parco e Passo dello Stelvio, Passo del Gavia, Livigno), con molte seconde case in parte bilanciate dalla consistente ricettività alberghiera e antiche fonti termali, è svantaggiata da un comprensorio sciabile di limitate dimensioni, da una certa difficoltà nelle comunicazioni e da un’animazione limitata, mentre Courchevel, Tignes e soprattutto Cervinia risentono negativamente di un quadro urbanistico che poco ha a che vedere con la montagna, tanto più a quella GLI INDICATORI UTILIZZATI La classificazione delle stazioni alpine si basa su 16 indicatori di ordine qualitativo a ognuno dei quali è stato attribuito un punteggio (indicato tra parentesi) la cui somma può raggiungere complessivamente 80. Situazione geografica Scenario montano Qualità dell'insediamento Clima (carattere complessivo, inverno-estate) Accesso estivo con impianti di risalita a punti panoramici o ghiacciai di particolare bellezza Impianti di risalita: capacità di elevazione (comprensorio) Bacino sciabile: varietà delle piste Collegamento intervallivo Sicurezza neve Presenza di sentieri, estesi boschi di conifere, mete escursionistiche pittoresche Letti sec.case e appart./letti alberghieri Totale letti turistici Animazione e strutture per l’intrattenimento Distanza da città e aree metropolitane con più di 500.000 abitanti Primo impatto all’arrivo nella stazione L’immagine complessiva comprende le seguenti voci: paesaggio, habitat, sci alpino, sci di fondo, villeggiatura estiva, terme e/o casinò, viabilità, inverno per chi non scia, animazione/svaghi Chiusa, fondovalle stretto (1); parzialmente aperta (2); aperta (3); molto aperta (4) Assenza di emergenze orografiche, assenza o scarsità di boschi di conifere (1); presenza di emergenze orografiche di non grande rilevanza, presenza di boschi di conifere (2); presenza di cime morfologicamente pittoresche, senza vista di ghiacciai, presenza di conifere. Oppure: scarsa presenza di emergenze morfologiche, ma vista di ghiacciai. Oppure: contesto verde di praterie e boschi di conifere, nel complesso pittoresco (3); contesto montano di prim'ordine, anche se mancano elementi morfologici tali da giustificare, da soli, il viaggio. Oppure: boschi di conifere, vista in lontananza di ghiacciai (4); celebri vette calcaree o cristalline scenograficamente rilevanti, tali da giustificare da soli il viaggio. Oppure: vista di ghiacciai (non indispensabile in contesti dolomitici di primaria importanza) (5) Moderno, qualità medio-bassa (1); prevalentemente moderno, di varia qualità (2); moderno, di qualità. Oppure moderno e tradizionale, di varia qualità (3); moderno e tradizionale, di qualità. Oppure prevalentemente tradizionale, di media qualità (4); prevalentemente tradizionale, di qualità (5); di grande qualità di per se stesso e nel rapporto col contesto geografico (6) Umido, o troppo asciutto d'inverno, o troppo rigido (1); mediocre (2); discreto (3); buono (4); ottimo (5) Impianti non funzionanti nella stagione estiva o funzionanti solo per un periodo limitato; accesso a mete di scarso interesse panoramico/scenografico (1); i punteggi da 2 a 5 vengono attribuiti in base a un giudizio d'insieme sulla qualità della meta raggiungibile con gli impianti Meno di 5 milioni di persone/ora metro (0), da 5 a 9,9 milioni di persone/ora metro, medio-bassa portata oraria per impianto (1); da 10 a 14,9 (2); da 15 a 19,9 (3); da 20 a 29,9 (4); 30 e più (5) Scarsa varietà del sito e della vegetazione, delle caratteristiche tecniche, dell’esposizione (1); media varietà (2); medio-grande varietà (3); grande varietà (4) Assente o possibile solo fuori pista (1); fra due stazioni (2); fra tre stazioni (lineare o piccolo circuito) (3); lineare fra più di tre stazioni (o collegamento fra tre stazioni, con prolungamento lineare a una quarta) (4); grande circuito (carosello) fra più di tre località (5) Bassa (1); medio-bassa (2); media (3); medio-alta (4); alta (o totale) (5) Scarsa (1); moderata (2); media (3); medio-alta (4); elevata (5) Maggiore di 8 (1); 5-8 (2); 3-5 (3); 2-3 (4); meno di due (5) Meno di 3.000; più di 30.000 (1); da 3.000 a 5.000; da 24.000 a 30.000 (2); da 5.000 a 7.500; da 18.000 a 24.000 (3); da 7.500 a 10.000; da 13.000 a 18.000 (4); da 10.000 a 13.000 (5) Molto moderata o assente (1); moderata (2); media (3); medio-alta (4); elevata (5) Meno di 100 km (1); 100-150 (2); 150-200 (3); 200-250 (4); oltre 250 (5) Deludente (1); poco coinvolgente (2); medio (3); coinvolgente (4); molto coivolgente (5) L’immagine complessiva è stata valutata attribuendo un punteggio da un minimo di 1 a un massimo di 9 laRIVISTAdelTURISMO 51 quota (Obertauern, che pure è del tutto moderna e sorge in un sito privo di vegetazione arborea, a questo proposito si presenta in modo più gradevole). Al 70° posto si colloca la prima fra le stazioni piemontesi, Sauze d’Oulx, che sopravanza la vicina Bardonecchia (posizionata nella fascia di località dal 91° al 111° posto) grazie alle dimensioni e alla varietà del bacino sciabile, a una migliore dotazione di letti alberghieri e a un clima asciutto che è tra i migliori delle Alpi, mentre deve cedere qualcosa per il quadro insediativo (ove a un bel centro storico medievale si giustappone una invadente parte moderna, a grande volumetria) nell’insieme più gradevole a Bardonecchia (considerate anche le frazioni medievali) e le minori possibilità di escursioni nella stagione estiva. Per il resto, a parte Macugnaga – che deve la 79a posizione allo scenario del Monte Rosa e al quadro insediativo in stile walser, mentre per le altre funzioni non può competere neppure con gran parte delle località che la seguono – abbiamo Sestriere al 100° posto, Limone al 107° e Prato Nevoso con Artesina all’ultimo, tutte penalizzate dalla massiccia cementificazione, dalla sproporzione fra il gran numero di seconde case e la scarsa ricettività alberghiera (esclusa Sestriere per i letti alberghieri), dal fatto di essere sorte dal nulla (a parte Limone) in siti paesaggisticamente insignificanti, dall’incertezza dell’innevamento abbinato a temperature elevate (Prato Nevoso e Limone), da un’animazione e infrastrutture per lo svago poco entusiasmanti. Si ha l’impressione che queste località siano più un bacino di sfogo per il fine settimana dell’area metropolitana torinese (e genovese) che non dei veri centri turistici, per cui le proteste di alcuni sciatori per la chiusura anticipata degli impianti della Via Lattea nella stagione 2007-08 sembrano invero poco realistiche, dato il deserto di turisti rilevato già alcune settimane prima della chiusura. Questo territorio deve ancora assumere una valenza turistica ad ampio raggio e un’immagine ben consolidata, ma si tratta di condizioni che non si possono facilmente procurare all’occorrenza, e richiedono almeno tempi medi. Tra le altre stazioni che si collocano in 52 questa fascia, Ponte di Legno, in una conca non ampia tra il Passo del Gavia e l’Adamello, ha troppe seconde case in rapporto agli alberghi e un centro ricostruito dopo i bombardamenti della prima guerra mondiale, ma punta molto sul rilancio del bacino sciabile in seguito alla realizzazione della lunga telecabina di collegamento col Tonale e alla ricostruzione del bacino di Temù; Madesimo, gradevole per il sito e il clima nonostante qualche brutto episodio di urbanistica, ove si sta discutendo su una possibile galleria per la Valle di Lei, situata già oltre lo spartiacque con la Svizzera, e che soprattutto d’inverno sembra un luogo in capo al mondo; Vars, moderna stazione parzialmente pianificata, piacevole nell’insieme, con un’atmosfera che già anticipa il sole e gli odori della Provenza; Serre Chevalier, singolare successione di città (Briançon) e villaggi (La Salle, Villeneuve, Monetier) sul fondovalle della Guisane, che sfrutta le numerose possibilità sciistiche della dorsale, appunto, di Serre Chevalier, che separa la valle dai ghiacciai del Pelvoux; Fiesch, centro dell’alto Vallese abbastanza insignificante, se non fosse che con gli impianti si raggiungono alti pascoli donde si domina il gigantesco ghiacciaio dell’Aletsch; La Thuile, che come centro di sport invernali è sicuramente più attrezzato di Courmayeur, ma è in un contesto paesaggistico severo e manca di animazione; Andalo, che da anni ha raggiunto il massimo sviluppo del bacino sciabile (non grande) e ha un habitat nel complesso gradevole, ma moderno e abbastanza anonimo e Obereggen, “anti-stazione” per eccellenza (pochi alberghi tra i prati, e una moderna cabina di regia della stazione, ai piedi delle piste), che per l’estate si avvale però del vicino capoluogo comunale di Nova Ponente e delle sue frazioni, in un contesto piacevole ma fin troppo calmo. ITALIA IN POLE POSITION MA… Nell’ultimo gruppo di venti stazioni, infine, crescono, com’è naturale, i problemi e gli inconvenienti che impediscono loro di raggiungere un posizionamento migliore: dalle dimensioni del bacino sciabile (talora davvero piccolo: Kraniska Gora, Malbun, Asiago), al quadro urbani- laRIVISTAdelTURISMO stico deludente (Les Deux Alpes, Alpe d’Huez, Le Corbier, Pra Loup, FolgaridaMarilleva, Les Arcs, Nassfeld, SuperDévoluy - soprannominata paquebot des neiges, “piroscafo delle nevi” perché essenzialmente costituita da un unico, enorme immobile - Prato NevosoArtesina), alla scarsa animazione (Alagna, Wildhaus, Nassfeld ecc.), a un paesaggio poco attraente (Folgarida-Marilleva, Prato Nevoso-Artesina, oltre a Les Deux Alpes, l’Alpe d’Huez e la stessa Limone), al sito chiuso (Alagna, in parte Nassfeld, che attrae comunque turisti dal Friuli), a scarse opportunità per la stagione estiva (con qualche eccezione: Kraniska Gora, Alagna, Wildhaus-Unterwasser, la stessa Aprica, oltre alla già citata Bardonecchia), alle comunicazioni difficili e così via. Ciò non toglie che alcune di queste località siano comunque molto frequentate, soprattutto d’inverno, anche da una clientela internazionale (Alpe d’Huez, Les Deux Alpes, Isola 2000, Pra Loup, oltre alla già citata Sestriere), e si distinguano talora anche per l’atmosfera gaia e giovanile e la cura dell’animazione (Les Deux Alpes). Questo, dunque, il quadro risultante dal confronto quali-quantitativo fra le principali stazioni estivo-invernali delle Alpi, con una classifica “vinta” dall’Italia e nella quale compaiono sei località italiane tra le prime 13 (Livigno, al decimo posto, è a pari merito con altre tre). Il bilancio lusinghiero dell’Italia è però un po’ sminuito dal fatto di essere dovuto alle sole stazioni delle Dolomiti e a Livigno, mentre la Valle d’Aosta e, soprattutto, il Piemonte e la Lombardia (Livigno esclusa) restano alquanto in ombra, il che è tanto più preoccupante, se si considera che questo risultato viene ad aggiungersi alla storica prevalenza delle Alpi orientali italiane su quelle occidentali in fatto di presenze alberghiere ed extralberghiere commerciali. Sarà dunque opportuno intervenire nelle località delle Alpi occidentali sia sul fronte della qualità, a proposito di arredo urbano e animazione, accoglienza, immagine complessiva, cura dei sentieri ecc., sia su quello della quantità, migliorando il rapporto letti alberghieri/extralberghieri e rendendo più efficiente e funzionale, laddove occorra, il bacino sciabile. ■