Guida - Angelicum

Transcript

Guida - Angelicum
LINEE GUIDA
PER RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E CITAZIONI ....................................... 2
1 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ..................................................................................... 2
1.0 Nome dell'autore (valido per tutte le sezioni seguenti) .................................... 2
1.1 Monografie (vale a dire i libri scritti da uno a tre Autori) sono indicati dai
seguenti elementi:.................................................................................................... 4
1.2 Opere Collettive ................................................................................................ 5
1.3 Gli articoli in opere collettive........................................................................... 7
1.4 Articoli di Periodici .......................................................................................... 8
1.5 Pubblicazioni-Internet ...................................................................................... 8
1.6 I materiali stampati non convenzionali............................................................. 8
1.7 Manoscritti, archivi, mappe, CDs, DVDs e materiale audio-visivo................. 9
1.8 Organizzare la bibliografia ............................................................................ 13
2 NORME PER LE CITAZIONI ....................................................................................... 14
2.0 Regola generale: Ogni fonte deve essere citata. ............................................ 14
2.1 Classici............................................................................................................ 14
2.2. Monografie (per esempio i libri di un autore)............................................... 14
2.3 Articoli in un lavoro collettivo (cfr. supra 1.3)........................................... 15
2.4 Articoli in un periodico (cfr. supra 1.4).......................................................... 15
2.5 Articoli in un giornale (quotidiano o settimanale) ......................................... 15
2.6 Casi particolari:.............................................................................................. 15
2.7 Come citare Materiali d'archivio 1.7. 2, materiale audio-visivo 1.7.5,
materiali leggibili per computer- 1.7.4, manoscritti 1.7. 1, mappe 1.7.3,
immagini 1.7.2.7, pubblicazioni in Internet 1.5. ........................................... 15
3 ABBREVIAZIONI ...................................................................................................... 16
3.1 Abbreviazioni consigliate................................................................................ 16
3.2 Alcune fonti per le abbreviazioni.................................................................... 18
2
LINEE GUIDA
PER RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E CITAZIONI
Stato di correzione: 2010/06/22
fr. Walter Senner OP, coadiuvato da Barbara Bartocci, Hans M. Gonzalez, Manuela Melega,
Mary M. Nolan, tradotto ed adattato in Italiano da Manuela Melega.
1 Riferimenti bibliografici
Nota preliminare: Si possono utilizzare differenti stili, raccomandati da manuali diversi. Questo scritto
rappresenta solo una scelta, ma non un arbitrio, poiché basato sullo standard professionale ISBD
(International Standard Book Description), che è - in attesa dell’elaborazione di nuove norme internazionali
in materia di catalogazione - il comune denominatore tra l’uso anglo-americano, francese, tedesco e italiano.
Anche all'interno di questo quadro sono state necessarie alcune scelte al fine di rendere il presente
documento non troppo complicato, così sono state presentate solo alcune modalità. A volte vengono fornite
indicazioni bibliografiche più lunghe o più brevi, tra le quali si può scegliere.
Questa guida è stata elaborata con particolare riguardo alla storia della filosofia, pertanto, le proposte che
trovate qui sono decisamente diverse dalle norme che si trovano nel “Chicago style-sheet” (foglio di stile
Chicago) o da quelle della “Modern Languages Association”, che sono meno adatte per questo scopo. Si può
decidere di non utilizzare questa guida e di adottare un altro stile, ma è molto importante che:
I vostri riferimenti bibliografici siano coerenti, senza ambiguità e sufficienti per rintracciare le fonti.
I “dilettanti” in genere sottovalutano la complessità della materia e, di conseguenza, danno indicazioni
confuse, insufficienti o semplicemente sbagliate, disposte in un modo che rende difficile trovare il materiale.
Pertanto, questa guida contiene alcune indicazioni che si potrebbero considerare come “inutilmente
complicate” a prima vista. Tuttavia, esse vi aiuteranno nei casi difficili. Esempi buoni sono indicati così:
Buon Esempio, esempi di cose da non fare sono indicati così: Cattivo Esempio. Le parentesi speciali “<” e
“>” vengono utilizzate per indicare gli elementi di descrizioni bibliografiche nel loro ordine, a volte
compaiono negli esempi, per mostrare il tipo di indicazione data.
1.0 Nome dell'autore (valido per tutte le sezioni seguenti)
a) - Regola stretta: il nome dell'autore deve essere riportato nella lingua originale in cui lei/lui hanno scritto
(la maggior parte delle opere). Ad esempio THOMAS de Aquino NON Thomas Aquinas o Tommaso
d'Aquino.
b) - Regola meno stretta (per principianti): scrivere il nome dell'autore nella forma consueta nella propria
lingua.
I nomi in altri alfabeti (ad esempio arabo, greco, ebraico, cirillico) sono riportati nella trascrizione in alfabeto
latino, i nomi scritti nelle lingue che non hanno una scrittura alfabetica (ad esempio, cinese, giapponese),
vengono traslitterati nei suoni dell’alfabeto latino (1.0.4).
Non è obbligatorio, ma utile, dare quella parte di un nome che è decisivo per la classificazione alfabetica in
MAIUSCOLO o in MAIUSCOLETTO.
2
3
1.0.0 Se il nome è uno pseudonimo aggiungere "[Pseud.]" E, se disponibile, il "[= vero NOME]". Il nome
vero, spesso si può trovare tramite il KVK1.
Norme per periodi e culture diverse.
1.0.1 Classica Antica
1.0.1.1 Autori greci antichi - questi nomi sono di solito un solo nome di persona, ad esempio,
ARISTOTELES . Tuttavia, ci sono alcuni scrittori greci più tardi, che esulano da questo caso, ad
esempio, DIOGENES Laertios.
1.0.1.2 Autori romani - nome, cognome e famiglia (e, a volte, la gens=clan-name), ad esempio
Marcus Tullius CICERO .
1.0.1.3 Padri della Chiesa – molto spesso li troviamo con il nome di battesimo e il cognome. Alcuni
padri latini sono però resi come autori classici romani. Ad esempio GREGORIUS Magnus, e
AUGUSTINUS, Aurelius, e molti primi nomi sono indicati come nomi moderni ( 1.0.3.2) per
esempio Anicius Manlius Severinus BOETHIUS -> BOETHIUS, Anicius M. S. . Riportare i nomi degli
autori, che in primo luogo hanno scritto in latino, in latino (questo vale in generale gli appartenenti
alla Scolastica).
1.0.2 Medio Evo Occidentale
I nomi degli autori cristiani sono dati <1°> dal nome (di battesimo o nome dato dall’ordine religioso), poi
segue spesso <2°> un identificativo (ad esempio alcune caratteristiche della persona o familiari), di solito
<3°> un luogo o un nome regionale, per lo più introdotte da "de".
Ad esempio <1> HUGO <2> Ripelin <3> de Argentina; <1> THOMAS <3> de Aquino;
<1> SIGERUS <3> de Brabantia, ma <1> RHABANUS <2> Maurus;
<1> JOHANNES <2> Quidort <3> Parisiensis; <1> HENRICUS <3> a Gandavo,
NON AQUINAS, Thomas
Un riferimento per i nomi medievali di persona è RAK-PMA (Regeln zur alphabetischen Katalogisierung,
Personennamen des Mittelalters, 2 vol.s München 22000), uno migliore per quelli domenicani: Thomas
KAEPPELI [& Emilio PANELLA, per il vol. 4]: Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevi, 4 voll., Roma
1970-1993. Molti nomi degli scrittori latini medievali si possono trovare anche nelle due attuali bibliografie
annuali: Medioevo Latino, Firenze-Tavarnuzze, e BAMAT (Bibliographie annuelle du moyen âge tardif [a
partire dal XIII sec.], Turnhout dal 1991).
1.0.3 Tempo moderno occidentale (persone cioè vissute a partire dal sec. XVI)
1.0.3.1 Il nome della famiglia dell'autore (il cognome) è sempre indicato tutto. I cognomi sillabati e
compositi sono completamente indicati, ad esempio, VANNI-ROVIGHI , FAES DE MOTTONI .
Ci sono 2 possibilità diverse:
a) Indicare il o i nomi prima, quindi il nome di famiglia, ad esempio, Jack LONDON
b) Iniziare con il cognome, quindi il, o i nomi LONDON, Jack
1
NB: Il KVK (Karlsruher virtueller Katalog) è la più grande collezione di cataloghi di biblioteche on-line (Library of
Congress, [US-] National Union catalogue, British Library, Nationale Bibliothèque de France, Bibiloteca Nazionale
Centrale di Roma, quasi tutte le più importanti biblioteche tedesche, cataloghi collettivi dell’Italia, Austria, Australia e
molti altri paesi). Lo trovate in Internet come: http://www.ubka.uni-karlsruhe.de/kvk.html - o semplicemente su google,
digitando KVK.
3
4
Per la classificazione automatica in ordine alfabetico, la seconda opzione sarebbe ovviamente più
facile.
1.0.3.2 Del nome dell'autore devono essere indicate:
- Alla prima occorrenza il primo nome per esteso, gli altri - se ce ne sono altri – utilizzando le sole
iniziali, ad esempio, Georg Friedrich Wilhelm HEGEL diventa HEGEL, Georg F.W. alla prima
indicazione e HEGEL, G.F.W. nei casi successivi.
Alcuni autori americani non indicano il loro nome per esteso o danno solo l'iniziale del loro primo
nome usando per esteso il secondo nome (esempio non corretto: R. James LONG , invece che
Raymond J. LONG ). Dobbiamo insistere nel verificare e utilizzare il nome completo. Se non può
essere rintracciato con uno sforzo ragionevole (consultando gli elenchi del KVK 1.0.0, nota 1) si
può indicare solo l'iniziale. I nomi uniti con un trattino sono considerati come un unico nome e
riportati per intero, ad esempio, Jean-Paul SARTRE .
1.0.4 I nomi di culture non occidentali
Saranno traslitterati in alfabeto latino - come tutte le parole in una nota bibliografica o citazione.
1.0.4.1 I nomi arabi per esteso di solito sono molto lunghi, quindi possono essere abbreviati - per
esempio IBN RUSHD al posto di: Abū l-Walīd Muhammad IBN RUŠD . Nel contesto di un lavoro
sulla filosofia medievale occidentale e/o sulla teologia devono essere indicate le forme latinizzate: ad
esempio, AVERROËS .
1.0.4.2 Questo vale anche per i nomi ebraici antichi. I nomi ebraici moderni sono come quelli
occidentali.
1.0.4.3 Per gli altri si segue la forma nome data da biblioteche importanti, come la British Library, e
ciò può essere trovato negli elenchi del KVK (1.0.3.1).
1.1 Monografie (vale a dire i libri scritti da uno a tre Autori) sono indicati dai
seguenti elementi:
1.1.1 Autore/i 1.0. Se due o tre autori hanno scritto un libro intero insieme, questo si considera come
monografia, i nomi degli autori sono riportati nello stesso ordine in cui appaiono sulla pagina principale del
titolo. I libri con più di tre autori sono considerati opere collettive 1.2.
1.1.2 Titolo - sottotitolo, se ce n'è uno, deve essere separato dal titolo principale tramite i due punti ":".
La fonte di questa indicazione è la pagina principale del titolo, formulazioni diverse, ad esempio, sulla
copertina o sul retro non sono indicate.
Nota: E 'una buona idea, anche se non è obbligatorio, indicare il titolo di opere indipendenti (= libri) in
corsivo. I titoli (come i nomi degli autori) dovrebbero essere indicati nella lingua originale del lavoro. Nel
caso di opere in greco, il titolo è indicato in lettere latine e nella sua forma latina: ad esempio,
ARISTOTELES: Metaphysica per: ΆΡΙΣΤΟΤΕΛΕΣ: T `α µετ` α τ `α φυσικά (Ci scusiamo per la non
corretta posizione degli accenti, purtroppo non disponiamo di un carattere migliore).
1.1.3
a) In forma lunga solo: se non è la 1° edizione, quindi edizione/stampa, ad esempio: 3a ed. rev.
b) Per la forma breve 1.1.7.
4
5
1.1.4 Se è il caso le altre persone: a cura di2. rev[isionato da]. trad[dotto]. - Queste sigle devono essere fisse
per evitare confusioni, tali designazioni devono essere abbreviate in modo fisso e non altrimenti (Per ulteriori
abbreviazioni vedi 3.1).
1.1.5 Luogo di pubblicazione, come indicato nel libro, il 2° o ulteriori luoghi sono sostituiti da "[e.a.]". Se
questa indicazione manca cercare negli elenchi KVK 1.0.0, e se non sono recuperabili scrivere: "Senza
indicazione del luogo".
1.1.6 Casa editrice – è facoltativo indicarla, ma deve essere indicata sempre o mai.
1.1.7 Anno - in forma breve, la 2° e le edizioni successive vengono indicate attraverso l’esponente nell’anno,
ad esempio, 21.922. (per le edizioni in forma lunga 1.1.3). Se questa indicazione manca cercarla negli
elenchi del KVK 1.0.0, se non recuperabili scrivere: "Senza l'indicazione dell'anno di pubblicazione" o
"anno non dato".
1.1.8 Se è il caso: serie tra parentesi (serie-titolo <n°>) ad esempio Vestigia 13, usare il corsivo se avete
deciso di farlo (1.1.2).
1.1.9 Si può indicare il codice ISBN (International Standard Book Number), ma questo non è obbligatorio.
Non tutti i libri hanno un codice ISBN (in genere se stampati dopo il 1970; i libri italiani per lo più, solo
molto più tardi).
1.2 Opere Collettive
(cioè i libri che hanno più di tre autori e/o le parti che vengono identificate come opera di un determinato
autore).
Ci sono principalmente tre stili diversi:
- a) Stile Biblioteca
Titolo, editore/i, ... [etc]
- b) DIN-Style
“(a cura di)”, titolo ... [etc]
DIN = Deutsche Industrie Normen
- c) Stile Italiano
“AA.VV.” (= Autori vari), titolo, editore/i ... [etc]
Potete scegliere tra queste opzioni, ma una volta che avete deciso di usare uno stile, si devono sempre
dare tutti i riferimenti in base ad esso. Qui si usa e si consiglia di utilizzare lo stile biblioteca, che è la
scelta di ISBD.
1.2.1 Titolo del lavoro (1.1.2), se lo si è scelto si indica in corsivo (1.1.2). Se si sceglie questa modalità,
nel caso in cui nel titolo compaiano parole che dovrebbero essere normalmente in corsivo, le indichiamo in
“tondo”.
PACIOCCO, Roberto: Canonizzazione e culto dei santi nella christianitas, (1198-1302), [Medioevo
Francescano. Saggi, 11], S. Maria degli Angeli – Assisi, 2006.
1.2.2 “A cura di”3 seguito dal nome e cognome del primo (1°) curatore, se è il caso si aggiunge l’iniziale del
2°, 3° ... nome, cognome se necessario, la stessa cosa per il 2 ° e 3° curatore. Se ci sono più di tre curatori si
scrive il nome del 1° seguito da: “[e.a.]”. Se il nome del curatore non è dato, indicare il nome del 1° autore,
preceduto dalla sigla “contrib.” Seguito da “[e.a.]”.
1.2.3 In forma lunga solo: edizione/stampa (1.1.3), per la forma breve 1.1.7.
2
Per “editore” qui intendiamo colui che ha preparato l’edizione del testo di un altro autore, per “casa editrice” invece,
chi ha curato la pubblicazione del testo. In francese e in inglese l’abbreviazione “ed.” indica il curatore e non la casa
editrice.
3
Tra parentesi quadre, nel caso in cui la pagina del titolo non evidenzi che lui/lei siano curatori e non autori.
5
6
1.2.4 Indicare poi luogo, se necessario casa editrice e, in ogni caso, anno di pubblicazione (1.1.5 - 1.1.7),
se è il caso, serie (1.1.8) e - se volete - il codice ISBN (1.1. 9).
Caso particolare:
1.2.5 La Bibbia ha come titolo ufficiale standardizzato: Biblia sacra seguita dall’indicazione della lingua tra
parentesi quadre - se non è la lingua originale, e non è indicata, se non è una edizione bi- o multilingue, ad
esempio: Biblia Sacra [Lat.]. Edizioni del Vecchio o del Nuovo Testamento solo contrassegnati
rispettivamente: ad esempio Biblia sacra, Vetus Testamentum, Biblia Hebraica se comprende solo le parti
del Vecchio Testamento che sono originariamente in lingua Ebraica. La Septuaginta invece è la Bibbia greca
più conosciuta.
Biblia sacra, Novum Testamentum [Gr., Ingl.] (= ed. bilingue), questo seguito dal titolo, come nel libro: per
es.: Biblia sacra, Novum Testamentum [Gr.] The greek New Testament. Quindi indicare il curatore, il
traduttore/i, la stampa, luogo, anno, ecc. (1.2.2-1.2.4).
Una semplificazione di questa regola (per principianti, tesine, ecc): dare l'indicazione nella lingua utilizzata
per il vostro paper, secondo le indicazioni riportate sulla pagina del titolo e il suo retro:
The Holy Bible containg the Old and New Testaments, transl. out of the original tongues ... set forth in 1611
... King James Version, New York 1944.
In questo caso l'indicazione dell’edizione è piuttosto lunga:
translated out of the original tongues and with the former translations diligently compared & revised, set
forth in 1611 and commonly known as the King James Version.
quindi è abbreviata agli elementi essenziali tradotti dall’originale [ebraico e greco], pubblicato la prima volta
nel 1611 e che è il cosiddetto “King James Version” ( la tradizionalmente predominante Bibbia Inglese
Protestante).
The New Jerusalem Bible, New York [e.a.] 1985 4.
Indipendentemente dal reale titolo di una Bibbia, questa è sempre classificata in ordine alfabetico, come
Biblia Sacra o, se si utilizza la forma semplificata in inglese: Bible, in Italiano: Bibbia.
1.2.6 Le Pubblicazioni ufficiali (di concilii, papi, governi, organismi legislativi, ecc) sono trattate tramite
regole di catalogazione molto complesse. La semplificazione proposta è:
1.2.6.1 L'organismo emittente dato come autore o curatore (1.2.2) con il suo nome ufficiale, come
indicato nella pubblicazione. Organizzazioni che fanno parte di organismi collettivi essi stessi (ad
esempio gli Stati degli Stati Uniti, diocesi, ordini religiosi e parrocchie della Chiesa cattolica) sono
indicati con il proprio nome, se auto-governati, ma organi o unità subordinate di un organo collegiale
sono resi in primo luogo con il nome di tale organismo e, poi, con la loro denominazione corretta: ad
esempio, Ecclesia Catholica Romana, Sacra Congregatio pro Instructione Catholica;
United Kingdom, Foreign Office se il nome è identico al nome funzionale del capo, si indica con il
nome della funzione: ad esempio, United States of America, The Secretary of State
1.2.6.2 Il titolo di determinate pubblicazioni è indicato come si trova sul frontespizio della pubblicazione
stessa.
1.2.6.3 Nel caso particolare di documenti rilasciati da papi e concili ecumenici, le prime (due o tre) parole
caratterizzano la pubblicazione (ad esempio, Johannes Paulus Papa II: Fides et ratio;
Oecumenicum Concilium Vaticanum II: Gaudium et Spes).
1.2.6.4 Manuali, descrizioni tecniche etc., rilasciate dal produttore o dal distributore (ad esempio manuali per
computer), / orari di compagnie ferroviarie o aeree/navali/autobus, guide relative a studi universitari,
etc. possono essere considerate pubblicazioni ufficiali in senso più ampio - se pubblicati
regolarmente per un certo periodo, anche i periodici. Si indica, come indicato sul frontespizio (che
può essere diverso dalla copertina!):
4
In questo raro caso manca l’indicazione dei curatori.
6
7
<1> Istituto di emissione.
<2> Titolo,
<3> - Se è il caso - <3a> [data di] emissione e/o <3b> periodo di validità,
<4> luogo di pubblicazione (se non ancora contenute al punto 2),
<5> anno - e dopo l'anno, se necessario, il mese e, se non è ancora chiaro, anche il giorno di
pubblicazione (se non ancora contenute al punto 3a). Ad esempio:
Pontificia Università S. Tommaso d'Aquino Angelicum: Ordine degli Studi - Order of studies, anno
accademico – academic year 2008-2009, Roma 2008.
N.B. Testi stampati o policopiati, come appunti per corsi e/o stampe “solo per uso interno”, sono
considerati materiali di stampa non-convenzionali 1.6.
1.3 Gli articoli in opere collettive
1.3.1 Autore (1.0).
1.3.2 Titolo (1.1.2) - ma NON in corsivo, perché gli articoli non sono opere bibliograficamente
indipendenti
1.3.3 ", in".
1.3.4 Titolo dell'opera in corsivo5, dopo questo la sigla dell’ “a cura di” [Tra parentesi quadre se la pagina
del titolo non lo riporta] seguito dal nome per esteso del primo (1°) curatore, nel caso che ci sia, l'iniziale/i
del 2°, 3° ... nome, poi il cognome, poi, se è il caso, lo stesso per un 2 ° e un 3° curatore. Se ci sono più
curatori scrivere il nome del 1 ° seguito da: "[e.a.]", quindi indicare il luogo, nel caso in cui si debba indicare
la casa editrice, e l'anno di pubblicazione (come in 1.1.5 - 1.1.7), se è il caso la serie (come in 1.1.8), e
infine - se si è scelto di indicarlo- il codice ISBN (come in1.1.9).
1.3.5 Poi dare 1a e ultima pagina dell’articolo. I numeri delle pagine devono essere indicati completamente,
ad esempio, pp. 342-355 NON pp. 342-55. Prima citazione di una singola pagina: pp. 342-455, qui p. 347 . .
SENNER, Walter: ‘Theologia scientia affectiva’ oder ‘scientia secundum pietatem’ bei Albertus Magnus –
eine Alternative zur Dichotomie ‘scientia theoretica aut practica’?, in: Handlung und Wissenschaft: die
Epistemologie der praktischen Wissenschaften im 13. und 14. Jarhundert, ed. Matthias LUTZ-BACHMANN &
Alexander FIDORA, Berlin 2008 (Wissenskultur und gesellschaftlicher Wandel 29), pp. 61-72.
1.3.6 Articoli in un'opera di riferimento, che sono firmati (dizionario, enciclopedia, etc.) con più di tre
collaboratori: citazione dell’autore/i, titolo dell’articolo, quindi scrivere "in:" titolo del lavoro (in corsivo, se
è stato scelto questo formato l.1.2), se avete indicato un elenco delle abbreviazioni, si può usare una forma
breve (esempio 3.2), i redattori del lavoro possono essere aggiunti (attenzione per lo stile adottato 1.2 ),
se è il caso: volume, luogo, anno, quindi prima e ultima pagina (o colonna) dell’articolo in questione.
SIMI VARANELLI, Emma: Tommaso d'Aquino. Iconografia, in: Enciclopedia dell'arte medievale, Istituto
della Enciclopedia Italiana, vol. XI, Roma 2000, pp. 233-239.
1.3.7 Articoli in un'opera di riferimento, che non sono firmati: basta citare il titolo dell'articolo e il lavoro
come un lavoro collettivo - o monografia, se ci sono fino a 3 autori.
ANTONINUS Florentinus, in: KAEPPELI, Thomas: Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevi, vol. I,
Romae 1970, pp. 80-100.
5
Vedi 1.2, a) Stile biblioteca. Nel caso che si segua un altro stile <1.2, b) o, c) > si dovrà applicare la modifica
congrua allo stile prescelto.
7
8
1.4 Articoli di Periodici
1.4.1 Autore (1.0).
1.4.2 Titolo ( 1.1.2) - ma NON in corsivo.
1.4.3 ", in:"
1.4.4 Il titolo del periodico, se è il caso in corsivo. Si possono utilizzare abbreviazioni, ma in questo caso si
deve indicare un elenco delle abbreviazioni.
1.4.5 Il volume del periodico. Il fascicolo è concesso solo se il periodico non è impaginato in volumi, ma in
fascicoli.
1.4.6 Tra parentesi tonde l'anno della pubblicazione.
1.4.7 Virgola, “pp.” prima pagina, trattino, ultima pagina. Se ci si riferisce a (una pagina) particolare/i di un
articolo, aggiungere: “qui p. <pagina n°>” o “qui pp. <pagine n°>”.
SENNER, Walter: Meister Eckharts Straßburger Ordensauftrag, in: Meister-Eckhart-Jahrbuch 2 (2008), pp.
17-35, qui p. 19.
1.5 Pubblicazioni-Internet
Queste citazioni sono ammissibili SOLO se non esiste una versione cartacea. Si può consultare un e-book
(cioè un libro pubblicato appunto su Internet), ma si devono dare esattamente le stesse indicazioni che si
indicano per la versione stampata.
Dare contenuti di Internet senza fonte di verifica è considerato un plagio. Come regola, siti web, in
particolare quelli che non indicano le loro fonti e non sono rintracciabili sono oggetto di scetticismo.
Tuttavia, per i contenuti che si trovano solo su Internet, ci sono:
1.5.1 Regola rigida (per tesi di dottorato e pubblicazioni):
È necessario dare un “identificatore di persistenza”, che al tempo stesso è un link, indipendente dalla
posizione fisica del server.
Per questo l'URL NON è sufficiente, ma è necessaria una delle seguenti indicazioni:
- DOI = Digital Object Identifier (alcune case editrici internazionali) www.doi.org,
- NBN = Numero Bibliografico Nazionale, gestito dalla Library of Congress, Washington DC,
- URN = Uniform Resource Name, gestito dalla Deutsche Bibliothek, Frankfurt a.M.
Questi standard sono definiti da IETF (Internet Engineering Task Force www.ietf.org).
Altri contenuti Internet non possono essere citati, in quanto possono essere cancellati o modificati in
qualsiasi momento e non sono più accessibili!
1.5.2 Regola meno stretta: (sufficiente per una tesina, ma anche in questo caso si consiglia 1.5.1)
Si deve citare l'URL completo e la data di consultazione del sito. Nel caso in cui alcuni contenuti Internet
non siano rintracciabili, sarete ritenuti responsabili di non aver fornito una citazione corretta.
1.6 I materiali stampati non convenzionali
Sono - oltre agli archivi (1.7.2) - i testi a stampa o in qualche modo policopiati6 che non sono stati
distribuiti commercialmente o, come le pubblicazioni ufficiali (1.2.6) da parte di un'autorità (statali o
6
“policopiato” indica qualsiasi forma di riproduzione tecnica di un originale. Non sono incluse in questo termine le
copie prodotte attraverso una scrittura manuale o dattiloscritta.
8
9
ecclesiastiche) o di una società. Tra questi le dispense di un corso sono di particolare importanza in questo
contesto. Se tali materiali sono scritti a mano, sono considerati come i manoscritti (1.7.1). I materiali
dattiloscritti sono trattati come materiali d'archivio – anche se ci sono alcune copie fatte con carta carbone
(1.7.2).
1.6.1 Dispense di un corso, etc.
1.6.1.1 Se sono scritti dal professore/insegnante si indica <1> l’autore, <2> il titolo ufficiale del corso – se
è il caso, dopo questo il titolo, se diverso, <3> l’istituzione compreso il nome del luogo, della facoltà
e/o dell’istituto, <4> durata, <5> indicazione della forma (fisica), se non sotto forma cartacea (ad
esempio serie di dati + programma).
1.6.1.2 Se sono appunti dello studente: <1> professore <2> “note dello studente per” <nome dello studente> - se è il caso “revisione” e/o “autorizzato dal professore”, <3>titolo/i, istituzione, durata,
(indicazione come sopra 1.6.1.1) <2-5>.
1.6.2 Opere scritte, tesine degli studenti, tesinas inedite7 e tesi di dottorato sono indicate da <1> autore/i,
<2> titolo, <3> indicazione del tipo di testo (ad esempio, “dissertazione dottorale”) e “diretto da” N.N., <4>
istituzione, con il suo nome ufficiale, incluso nome del luogo e facoltà - <4a> se è una tesina aggiungere il
titolo del corso e la durata, - <4b> se tesina o dissertazione anteporre al <4> “presentato al”, <5> anno (se
necessario, la data precisa) di presentazione.
MELEGA, Manuela: Le trasformazioni della coscienza in Angela da Foligno, figlia di San Francesco, alla
luce della Psicosintesi, diss., diretta dal Prof. Walter Senner OP, Pontificia Università San Tommaso
d’Aquino, Roma, 2010.
1.7 Manoscritti, archivi, mappe, CDs, DVDs e materiale audio-visivo.
1.7.1 Manoscritti (occidentali)
1.7.1.1 Descrivere un manoscritto
Quando si cita un manoscritto (si può abbreviare con "ms." o "cod.") gli elementi essenziali e il loro ordine
deve essere indicato come segue:
<1>
Il nome dell'autore (in lingua originale 1.0, la parte decisiva per l'ordinamento alfabetico dovrebbe
essere scritto in lettere maiuscole), se il nome dell'autore non è indicato nel ms. porlo tra parentesi
quadre [...]. Se il nome dato in realtà non è nella forma normalizzata (1.0.1 & 1.0.2) si indica così
com'è, seguito dalla forma normalizzata: Doctor communis [THOMAS de Aquino] Se l'opera è
attribuita a un autore, ma non è sua con certezza, si aggiunge la dicitura "Attribuito a", e si pone tra
parentesi quadre il nome vero dell’autore. Se il nome è uno pseudonimo 1.0.0.
<2>
Il titolo del lavoro, come indicato nel manoscritto - se ce n'è uno - se non c’è o se questo titolo è
diverso da quello canonico (solito) aggiungere questo titolo tra parentesi quadre, ad esempio,
Malleus hereticorum [Summa contra Gentiles]. Inoltre, un testo manoscritto è caratterizzato da
l'Incipit e l'Explicit, rispettivamente le prime e le ultime poche parole del testo. Se si cita il testo
manoscritto non solo di passaggio, è bene indicare insieme autore e titolo, ad esempio:
PETRUS de Tarentasia: Postillae super Epistolas Pauli Apostoli [Rm-II Cor], INC: Dedi te in lucem
gencium ... EXPL: ... approriatur Patri, qui est primum et uniuersale principium.
7
Una tesi, etc., è considerata “inedita” se non è stampato e distribuito tramite una casa editrice e/o una libreria, anche se
ci sono copie policopiate dall’università, privatamente o stampate, ad esempio, nelle biblioteche delle università.
9
10
<3>
La collocazione del manoscritto: <3.1> la città con il suo nome ufficiale effettivo attuale, <3.2> la
biblioteca o altra istituzione, e se è il caso anche <3.3> il nome della collezione, e <3.4> la
collocazione.
<4>
Facoltativamente in una descrizione dettagliata: le misure, l'altezza e la larghezza (in mm), copertina
e rilegatura.
<5>
Il numero dei fogli (folium/folia, abbreviato in "fol.")8 secondo la numerazione trovata nel ms. anche se errato (gli errori dovrebbero essere menzionati in una descrizione dettagliata). In alcuni rari
casi un ms. riporta il numero della pagina, in questo caso dare il numero delle pagine con
l'indicazione “p./pp.”, e subito dopo indicare il materiale: pergamena, carta, papiro, o altro.
In una descrizione dettagliata il numero e la composizione dei fascicoli e, se è il caso si annota se ci
sono reclamanti9 e pecia-signs (segni di pecia).
<6>
Se è il caso può essere indicato l'originale (luogo e raccolta), del manoscritto.
<7>
La data della scrittura deve essere indicato, se dato, se no, indicare il secolo (in cifre romane),
"Saeculum = secolo" di solito è abbreviato con "saec.". Se lo scrittore cita se stesso dare il suo nome,
o anche il colophon intero, se si effettua una descrizione dettagliata, ad esempio:
<1> THOMAS de Aquino: <2> Super I-IV Sententiarum, <3.1> Assisi, <3.2> Biblioteca Comunale,
<3.4> Ms. 114, <5> 329 fol. perg., <6> (olim Sacer Conventus S. Francisci). <7> saec. XIV.
Se si cita solo una parte di un ms., ad esempio una particolare opera contenuta, tra le altre in questo ms.,
numerato in fogli, specificare su quale lato del foglio in questione inizia e quello sul quale finisce (valido
anche per le citazioni di passi specifici): la front page (recto) viene abbreviato "r", la pagina dietro
(verso)"v". Se ci sono colonne diverse, questo è indicato da una lettera piccola, che inizia con "a"
immediatamente dopo l’indicazione recto/verso (si può formattare questa indicazione come apice), ad
esempio: fol. 25rb il che significa 2nd colonna, front page, foglio n° 2510.
Se l'opera o il passaggio in questione non è all'inizio e/o termina ad una pagina il n° della linea/e deve essere
pure indicato, se si cita un passaggio particolare deve essere citato fol. 25vb10-15.
<1> THOMAS de Aquino: <2> Super Dionysium De divinis nominibus, <3.1> Brescia <3.2>
Biblioteca Civica <3.4> Cod.. B.VI.9, fol. 30ra-101ra, <7> 1482 "Finis. per d[ominum] Hieronymum
scriptum Mediolanensem et monasterio S[ancte] Marie de D.[illisible] applicatum. 1482. "
1.7.1.2 Citare un elenco di manoscritti:
Se si hanno molti manoscritti è conveniente includere nell'indice bibliografico del lavoro l'elenco di tutti i
manoscritti, secondo l'ordine alfabetico dei nomi della città (con la loro attuale denominazione). Se vi è più
di una biblioteca in una città particolare, indicata nell'elenco, si aggiunge l’ordine alfabetico dei loro nomi
(ufficiali). Per il resto (fondo, collocazione, folium/a, datazione 1.7.1.1 <3-7>). Se si modifica il testo di un
manoscritto si dovrebbe indicare una sigla di ogni manoscritto, di solito questo è costituito dall’iniziale della
città dove si trova il manoscritto stesso. ad esempio C per Cambridge, C2 per indicare un 2nd manoscritto di
Cambridge.
Se dovete spesso citare un ms. da una versione esistente, è conveniente utilizzare la sigla indicata in questa
edizione.
C1
GIOVANNI SCOTO, Omelya lectionis eiusdem beati iohannis episcopi, Cambridge,
8
Non è consigliabile la sigla “f.” - “ff.” o “c.” – “cc.” <per charta/ae> perché sono ambigue.
“Reclamanti” è il termine usato per indicare quando le prime parole di una nuova firma si ripetono nel margine
inferiore all’ultima riga della pagina precedente. Pecia è una firma dei manoscritti universitari.
10
Noi sconsigliamo la prassi di non distinguere recto e verso tramite “r” e “v”, ma consigliamo di indicarli con tali
lettere. fol. 25c può indicare: a) 3a colonna recto (e correttamente dovrebbe essere indicata con: fol.25rc ), b) 1a colonna
verso (e correttamente dovrebbe essere indicata con: fol.25va ).
9
10
11
C2
D
O1
O2
P1
P2
Gonville and Caius College, 243, fol. 32 - 37r., sec. XII.
GIOVANNI SCOTO, Omel[ia] beati iohannis episcopi, Cambridge, University Library,
Ii II.19 (1752), fol. 174r – 180r., sec. XII.
GREGORIUS NAZANZENUS, Omelia Beati Gregorii Nazanzeni episcopi de eadem lecitone
(conteneva solo dal I, 1 a I, 14: superant omnem in...), Dijon, Bibliothèque municipale, 167, Fol. 188
v., sec. XII.
ORIGENES, Homel[ia] origenis, Oxford, Bodleian Library, Canonici liturgici 391, fol.53v.- 60v.
prima metà sec. XII.
GIOVANNI SCOTO, Omelia beati iohannis episcopi, Oxford, St. John's College, 317,
fol. 31v.-40v., sec. XII.
ORIGENES, Hom[i]l[ia] origenis presbiteri de eadem lec(tione), Parigi, Bibliothèque
Nationale, Lat. 790, fol. 62r.- 69v., sec. XII-XIII.
GIOVANNI SCOTO, Om[i]lia beati iohannis episcopi, Parigi, Bibliothèque Nationale, Lat.
2653, fol. 1r.- 6v., sec. XII.
Le pubblicazioni facsimile dei manoscritti sono trattate come gli altri libri a stampa, l'indicazione del
manoscritto/i, possono quindi essere parte del titolo.
1.7.2 Materiali d'archivio
In questo contesto non è possibile descrivere come trovare e utilizzare le fonti d'archivio11, quindi possiamo
dare solo alcuni suggerimenti su come citarle e indicarle in bibliografia.
1.7.2.0 Regola generale
I materiali d'archivio sono generalmente indicati dando
<1> il tipo di materiale,
<2> luogo e il nome (ufficiale) della holding che detiene l’archivio, la corretta identificazione di tale
archivio, e - se è il caso
<3> la pubblicazione in cui trovarlo stampato sia come testo integrale che come regestum (résumé), o, se
non vi è pubblicazione, l'inventario degli archivi o la raccolta particolare - se esiste una cosa del
genere. Per gli archivi dare il nome della città, in cui l'archivio si trova, nella sua attuale forma
ufficiale (Varsavia, ma Warszawa) e poi il nome dell’istituzione con il suo nome ufficiale, quindi
NON Rome, National Archives, ma Roma, Archivio di Stato.
Una pubblicazione di materiale archiviato è stata riportata, come descritto sopra 1.0 - 1.5.
Tipi di materiali
1.7.2.1 Documenti in senso stretto, "Istrumenti", sono azioni legali o (trans-)azioni, emesse o firmate da una
pubblica autorità (civile o ecclesiastica), che fungono da titoli di proprietà, privilegi, etc. Essi sono
tenuti a rispettare regole formali, che variano notevolmente nei diversi contesti storici (nel
Medioevo: i sigilli sono gli elementi di autenticazione più importanti, nei tempi moderni le firme).
Le copie originali e (certificate) si distinguono. Tali documenti sono caratterizzati da <1.1> il nome
dell’emittente o l'istituto di emissione, i documenti papali inoltre dalle loro prime parole (1.2.6.3),
<1.2> Luogo e <1.3> data, proseguire come sopra <2-3>, per esempio:
LEO papa X.: "Exsurge Domine", Roma 1520, 15 giugno: DH n ° 1451-1492 la bolla con cui papa
Leo X condannò 41 proposizioni di Martin Lutero (per la sigla DH⇒3.2 sotto).
1.7.2.2 Registri e copiale12 di documenti e di sentenze, registri degli affitti, tasse e pedaggi, registri
ecclesiastici (della parrocchia), calendari (liturgici) (contenente le memorie che dovevano essere
celebrate), matricole13 delle università, registri di atti/registri commerciali e libri contabili devono
11
Una guida consigliabile è: Archival information: How to find it, how to use it, ed. Steven FISHER, Westport CT [e.a.]:
Greenwood Pr., 2004, ISBN 1-57356-389-7; in particolare per gli Stati Uniti – contiene molte informazioni su siti web.
12
Un “copiale” è un testo manoscritto, dove un’autorità civile o ecclesiastica raccoglie copie di lettere, ordini, mandati,
etc., emessi dalla stessa autorità – spesso sotto forma di regestum, (un sommario di contenuti). #Trovare un opera in Italiano
(Inglese) come esempio.
13
La “matricola” è il registro delle immatricolazioni di tutti gli studenti iscritti in un’università, etc.
11
12
essere registrati come i documenti precedentemente menzionati (1.7.2.1), nella maggior parte dei
casi questi documenti non sono scritti da una sola persona ma da un ente (principale eccezione:
registri di lettere di papi, imperatori e re), come in <1.3> indicare le date della prima e dell'ultima
iscrizione. Quando ci si riferisce ad un elemento specifico in un testo si indica per primo questo, se
possibile, come sopra (1.7.2.1 <1.1-3>), poi - se non pubblicati si continua come in 1.7.2.0 (2-3),
se pubblicati 1,0-1,5.
1.7.2.3 Atti, file, documenti, materiali di provenienza eterogenea, anche note interne e memo, che
un’amministrazione ha tenuto e riunito per proprio uso. Questi tipi di documenti esistono a partire
dal tardo medioevo e sono stati descritti indicando l'istituzione, il tempo di origine, se è il caso il
dipartimento o sezione e/o la classificazione, quindi la loro posizione negli archivi, vale a dire la
pubblicazione che li contiene.
1.7.2.4 Corrispondenza. Se è tra due persone, allora entrambi sono indicati come autori, se tra una persona e
molti altri, poi si è indicata come "Corrispondenza di N.N.", il resto è trattato in modo analogo a
1.7.2.2. Lettere fittizie Litterae virorum obscurorum sono trattate come pubblicazioni (1.1) o
manoscritti (1.7.1).
1.7.2.5 Documenti autobiografici, diari, appunti autobiografici inediti, e proprietà letterarie di una sola
persona sono indicate con l'autore e per il resto come 1.7.2.2.
1.7.2.6 Le immagini sono caratterizzate dal loro oggetto, tipo (acquerello, olio, pittura, disegno, fotografia,
ecc), autore, data, e posizione negli archivi.
Mappe, piani 1.7.3, documenti elettronici 1.7.4
1.7.3 Le Mappe sono sia a) pubblicate (per la vendita commerciale), che b) interne (per uso ufficiale o solo
militare: ad esempio, precise mappe topografiche nei paesi comunisti) o c) private (ad esempio, di una tenuta
per l'utilizzo del suo proprietario) - sono spesso definite “planimetrie”.
In tutti i casi si indica: Titolo, scala, cartografo - se nominato, altrimenti l'editore: l’Istituzione da cui la carta
o i dati hanno origine, o dalla quale è stata compilata, Luogo di pubblicazione: Editore, anno, qualora sia il
caso raccolta e n°.
Per quanto riguarda il contenuto delle mappe può essere:
- generale
Roma e dintorni: Carta turistica e dei sentieri: [4] Colli Albani - Castelli
(topografica/ politica)
Romani, Vulcano Laziale, 1:25.000, [basata sulla carta dell’Istituto Geografico
Militare, Firenze 1:25.000, fol. 150 II.SO-IV.NE, 1948], Firenze: ed.
Multigraphic, [2000].
- tematiche
Iraq, carta 1:2.400.000, I siti delle armi, i pozzi di petrolio, i paesi coinvolti,
Novara: Istituto Geografico De Agostini, 2003 (La mappe della crisi).
Mappe digitali che sono riportate come formato cartaceo, con l’aggiunta della forma-mediale.
Mappe virtuali (ad esempio Google earth) alle quali si fa riferimento indicando sia:
(a) la regione o la località indicata, la scala e la data o
(b) le coordinate geografiche, la scala e la data.
1.7.4 CDs, DVDs
1.7.4.1 Se si tratta di CD o DVD o di una pubblicazione su USB-stick fare riferimento al formato elettronico
di un libro, o qualsiasi altra opera intellettuale, se precedentemente stampati su carta o no, allora le
regole stabilite (1.1 - 1.1.2) si applicano rigorosamente con l'indicazione che identifica il tipo di
media elettronici, per esempio, per una versione su CD di un libro:
MCINERNY, Ralph: Aquinas, [CD-ROM] Cambridge [UK] 2004.
12
13
1.7.4.2 Se il CD e DVD si riferiscono a spartiti musicali, registrazioni sonore, si applicano ugualmente le
regole stabilite. Il nome del compositore (considerato come autore) o il nome dell'artista (se lui/lei è
un cantante/o suona la propria musica o se si tratta di un cantante di pop-music) si indica per primo,
poi il titolo del lavoro (o il nome della canzone/album), se avete fatto la scelta generale (1.1): in
corsivo, se è il caso, il n° dell’opera (tra parentesi), se è il caso l'interprete/i: per primo il direttore,
poi l’orchestra o il gruppo, a scelta poi: i solisti, il numero di dischi (cassette), poi la casa
discografica con luogo e nome, e infine l'anno di pubblicazione.
BACH, Johann Sebastian: Weihnachtsoratorium (BWV 248), Enoch zu GUTTENBERG [direttore],
KlangVerwaltung, Chorgemeinschaft Neubeuern, Malin HARTELIUS soprano, Malinda PAULSEN
alto, Tom ALLEN tenore, Dietrich HENSCHEL basso, 3 CDs, München: Farao-classics, 2008.
Per quanto riguarda pubblicazioni internet- 1.5.
1.7.5 Per i materiali audio-visivi si riporta, indicando il nome del produttore e direttore, il titolo in corsivo,
e le eventuali indicazioni supplementari che sono pertinenti all'uso specifico del materiale, ad esempio,
specifiche su attore/i e/o attrice/i, ecc, infine luogo, distributore (= editore) e anno.
1.7.6 Microfilm e microfiches sono indicati come i loro originali, ma bisogna aggiungere “Microfilm” o
“Microfiche”. Se necessario (ad esempio, microfilm di manoscritti), aggiungere l’istituto che la possiede,
indicato da luogo, nome, e, se necessario, raccolta.
THOMAS de Aquino: Quaestiones disputatae De veritate, Durham, Cathedral Charter Library, Ms. B.I.22,
fol.1va-119va: Microfilm, Paris, Collegium editorum operum S. Thomae de Aquino (Commissio Leonina).
1.8 Organizzare la bibliografia
1.8.1 Ci sono varie possibilità - si può scegliere, ma bisogna essere coerenti:
a) La forma più comune e più semplice è quella di fornire tutti gli elementi in ordine alfabetico degli (1)
autori (e nel caso di 1.2 - stile biblioteca - dei titoli).
b) È possibile dividere tra le varie fonti (ad esempio gli scritti dell'autore su cui si sta scrivendo) e la
letteratura secondaria, data in ordine alfabetico (1) degli autori (e in caso di 1.2 dei titoli). Le fonti possono
essere organizzate sia in ordine alfabetico (dei titoli) o in ordine cronologico (dei titoli, secondo le rispettive
1e edizioni). Questa divisione può essere utile se si scrive su un autore definito, in altri casi è un po’ più
difficile da consultare. I libri NON si separano dagli articoli (opere collettive, periodici, ecc.) in alfabeti
distinti in quanto ciò rende la bibliografia più difficile da consultare. Dare elenchi bibliografici separati, tra
stampati e materiali inediti (1.6 + 1.7), ha senso solo se il vostro obiettivo è quello di differenziarli
effettivamente.
Nel caso in cui si faccia riferimento ad una quantità considerevole di manoscritti, bisognerebbe fornirne una
lista - di preferenza all'inizio della bibliografia 1.7.1.2.
1.8.2 Se si indica la versione originale di un libro o di un articolo e le traduzioni in altre lingue, dare sempre
la pubblicazione originale per prima, seguita dalla traduzione/i in ordine alfabetico delle altre lingue in cui è
tradotta.
1.8.3 Se indicate diverse edizioni della Bibbia (1.2.5) iniziate con le lingue originali (ebraico e greco),
seguite dal latino e poi dalle altre lingue, in ordine alfabetico. Tra le edizioni in una determinata lingua (o la
combinazione di lingue), l’edizione più antica viene prima, seguita poi dalle altre in ordine cronologico.
1.8.4 Si può, per una cortesia nei confronti del lettore/i - anche se non è strettamente necessario - indicare per
2nd autori, curatori, etc., nella bibliografia e suggerire la loro posizione nell’ordine alfabetico adottato.
1.8.5 Se è necessario e/o utile indicare - separatamente dalla bibliografia – una lista/e di:
13
14
- Abbreviazioni in uso. Si può anche semplicemente fare riferimento ad un lavoro ben noto di riferimento,
come LThK3 o TRE ( 3.2) se si utilizzano solo quelle abbreviazioni e sigle ivi indicate.
- Riferimenti biblici, disposti secondo l'ordine dei libri della Bibbia.
- Rinvio ai lavori (dell'autore) di cui si tratta, se questo è l’argomento di cui trattate.
- Nomi delle persone in ordine alfabetico (per questo 1.0). Suddividere questa lista in personaggi storici
e personaggi contemporanei ha senso solo se i personaggi sono molti.
- Inserire i nomi - se è importante nel contesto del vostro lavoro.
- Concetti e/o termini teologici e/o filosofici, importanti nel contesto del vostro lavoro.
2 Norme per le citazioni
2.0 Regola generale: Ogni fonte deve essere citata.
Tutto ciò che viene trovato non documentato nel vostro lavoro si presume che rappresenti o il vostro
pensiero o materiale plagiato.
È sempre importante annotare per uso personale la ‘fonte’ della voce bibliografica che indicate. Questo è in
riferimento a quando un particolare libro, si trova, per esempio, di passaggio, e magari si pensa che possa
essere utile per un altro lavoro.
2.0.1 Come utilizzare ID., Ibid., Loc. cit., op. cit. come abbreviazioni (3.1). È possibile utilizzarle solo per
indicare un articolo citato nella nota immediatamente precedente.
2.0.2 È una cortesia per i lettori indicare nella prima nota in cui un libro, articolo, etc. è citato, dettagli
bibliografici completi per poi indicare tale nota, se viene ripetuta la citazione dello stesso testo, in forma
abbreviata, indicando il numero della nota nella quale si trovano tutti i riferimenti bibliografici completi tra
parentesi quadre, esempio: [n. 1].
2.1 Classici
(in senso lato, tutte le opere più famose, se hanno un ordine che è indipendente dal numero di pagina o
edizioni, ad esempio, WITTGENSTEIN, Ludwig: Tractatus logico-philosophicus ha una classificazione all’
interno del sistema di numerazione di Dewey).
Bisogna citarli in modo duplice:
1. Il luogo del lavoro, secondo la sua divisione - la massima precisione possibile.
2. L'edizione/traduzione utilizzata, caratterizzato da un (breve) titolo, ed., (se applicabile) vol., luogo, anno,
pagina/e, (se è il caso) linea/e, separati dalla prima parte da due punti “:” per esempio
Albertus Magnus: De bono, tr. I, q. 1, a. 1: Opera omnia, ed. Coloniensis, t. 25,2, Münster Wf. 1993, p. 1,10.
Eccezioni a quanto sopra indicato sono la Bibbia 1.2.5, e THOMAS de Aquino: Summa Theologiae (ma
NON le altre sue opere!) - Se non dovete comparare diverse versioni del testo. (Un paper speciale che indichi
come citare Tommaso d’Aquino è in preparazione).
2.2. Monografie (per esempio i libri di un autore).
2.2.1 Citare prima i dettagli completi: il nome dell'autore/i: il titolo, (1°) luogo di pubblicazione, (a scelta,
ma da utilizzare o sempre o mai: casa editrice - DOPO il luogo), anno di pubblicazione, pagina/e citato/e
(se è il caso, le linee, se sono riportate a margine nell’ originale). Ad esempio:
MCINERNY, Ralph: Aquinas, Cambridge [UK] 2004, p. 25.
14
15
2.2.2 Citazioni ulteriori della stessa opera con dettagli ridotti: (1°) autore con le iniziali del 1°nome: titolo
abbreviato - se è il caso, termina a pagina/e "...", citato/e. Si può, per offrire una cortesia ai lettori, dare un
riferimento alla nota con la prima citazione. Ad esempio MCINERNY, R.: Aquinas [n. 1], p. 25. .
2.3 Articoli in un lavoro collettivo (cfr. 1.3).
Autore/i: titolo, "in:" titolo del lavoro, 1° e ultima pagina (1.3.4-1.3.5), pagina/e citata/e, preceduto da
"qui". Citazioni ulteriori della stessa opera possono essere abbreviate analogamente a 2.2.2. Ad esempio
WEISHEIPL, James A.: The life and works of St. Albert the Great, in: Albertus Magnus and the sciences, ed.
James A. WEISHEIPL, Toronto 1980 (Studies and texts 49), pp. 13-51, qui p. 22.
2.3.1 Articoli in un'opera di riferimento sono indicati come spiegato in precedenza 1.3.6/1.3.7,
aggiungendo la pagina stessa citata, preceduta da "qui:"
SIMI VARANELLI, Emma: Tommaso d’Aquino. Iconografia, in: Enciclopedia dell’arte medievale, Istituto
della Enciclopedia Italiana, vol. XI, Roma 2000, pp. 233-239, qui: p. 238.
2.4 Articoli in un periodico (cfr. supra 1.4).
Autore/i: titolo, "in:" titolo del periodico, vol. dato solo dal suo numero, anno tra parentesi, 1ª e ultima
pagina dell’articolo, pagina/e citata/e. Ad esempio:
SCHEEBEN, Heribert C.: Les écrits d’Albert le Grand d’après les catalogues, in: Revue Thomiste 36 (1931),
pp. 260-292, qui: p. 287 segg.
2.5 Articoli in un giornale (quotidiano o settimanale)
Autore/i (se presente/i): titolo dell'articolo, "in:" Nome del giornale, Luogo, data giorno (gg/mm/aaaa), n° in
questione, p. o pp. Ad esempio:
LINDNER, Roland: Windows steckt in der Krise, in: Frankfurter Allgemeine Zeitung, Fri. 06/06/2008, n° 130,
p. 20.
2.6 Casi particolari:
2.6.1 La Bibbia
a) Se le varie versioni e/o le traduzioni non sono il tema centrale del vostro lavoro, è sufficiente indicare
(abbreviato) il libro della Bibbia, il capitolo e versetto, che si sta citando. Per i libri biblici esistono
abbreviazioni ufficiali che dovrebbero essere riportate in un elenco apposito nel vostro lavoro!
Ad esempio: Es. 3,14 .
Nota: è meglio NON utilizzare qui i due punti ":" per indicare il capitolo separato dal versetto, in quanto ciò
potrebbe essere scambiato per l'introduzione di una informazione dello stesso livello, mentre il verso è
subordinato al capitolo.
b) Se interessa la versione, prima dare le indicazioni come indicato in a), poi dopo i due punti ":", l'edizione
utilizzata, pagina/e, se è il caso, la linea/e.
Ad esempio: Sal. 12,2: Biblia hebraica Stuttgartensia, Stuttgart 1977, p. 1095 .
Indicare un elenco delle abbreviazioni che si utilizzano per i libri della Bibbia, e allegarlo.
2.6.2 Pubblicazioni ufficiali (consigli, papi, organi legislativi) 1.2.6.
2.7
Come citare Materiali d'archivio 1.7. 2, materiale audio-visivo 1.7.5, materiali leggibili per
computer 1.7.4, manoscritti 1.7. 1, mappe 1.7.3, immagini 1.7.2.7, pubblicazioni in Internet
1.5.
Riferendoci agli audio-visivi o materiali leggibili per computer, se constano di più di un volume, dare il
numero del disco particolare (o della cassetta).
15
16
3 Abbreviazioni
3.1 Abbreviazioni consigliate
a.
Articulus / articolo (in particolare nel Scolastico opere).
ad [1, 2, ...] Responsum/risposta a un argomento (nelle opere Scolastiche).
arg.
Argumentum / argomento (soprattutto nelle opere Scolastiche).
c.
Capitulum/capitolo. Nel caso di Thomas de Aquino: Summa Theologiae: corpus articuli (anche
per questo: "c.a." o "corp.").
Cf. (cf)
Confronta: significa che non si è citato letteralmente, ma è citato il senso generale.
cit.
Citato/a.
cod.
Codex: per un manoscritto rilegato, può anche essere utilizzato "ms.".
com.
Commentatore / commento.
contrib.
Contributor (s) / contributo.
diss.
Dissertazione (dottorale).
Dom.
Domenica.
Dt./dt.
Deutsch/tedesco..
e.a.
Et alii/aliae /alia = ed altri.
E.g./e.g.
Exempli gratia = ad esempio.
ed.
A cura [di] / editor. Ma puo anche significare “edizione” 1.1.3 a.
Engl.
Inglese.
Etc.
Et cetera / e altri.
EXPL
Explicit 1.7.1.1.
fasc.
Fascicolo.
fol.
Folio
un foglio di un manoscritto o di un libro antico, non numerato da pagine. Testi citati sono
indicati da "fol. [n°] r "o" v "e se è il caso una piccola lettera per la colonna, che inizia
con"a"per il primo, e, infine, il numero della linea/e, ad esempio,:
fol. 73vb = 73° foglio, retro, 2a colonna. . Si consiglia di NON usare la "f." per "folio", poiché è
ambigua.
un libro in "formato folio" (vale a dire di più di 30 cm di altezza), è meglio che sia indicato dal
"2°".
a)
b)
Franç.
Français / francese.
Fri.
Friday.
Giov.
Giovedì.
Gr.
Greco.
Ibid.
Ibidem, questa designazione deve fare riferimento alla stessa opera solo relativamente alla
stessa pagina/colonna.
ID.
Idem indica lo stesso autore/i, ma un altro lavoro.
i.e.
Id est/ciò significa.
16
17
INC
Incipit 1.7.1.1.
Ital.
Italiano (NON scrivere. It., poiché può essere confuso con "item" o “information technology”).
Lat.
Latino.
Loc. cit.
Loco citato, si riferisce alla stessa opera citata nella nota immediatamente precedente, nello
stesso punto del lavoro (ad esempio: c.), ma in un'altra pagina nell'edizione citata (che deve
quindi essere indicata).
Lun.
Lunedì.
Mart.
Martedì.
Merc.
Mercoledì.
Mon.
Monday.
Ms.
Manoscritto: la maggior parte invece del numero di pagina del foglio sono indicati da "fol."
1.7.1.
n.
Nota (seguito dal n°).
n°.
Numero.
N. N.
Nomen nominandum, a) al posto del nome di una persona b) per indicare un nome sconosciuto.
Op. cit.
Si riferisce alla stessa opera citata nella nota immediatamente precedente, ma relativamente ad
un'altra pagina (da indicare).
p.
Pagina, pp. = pagine. Attenzione: NON è ammissibile scrivere "segg."/”sqq.”/”ss.” per un
numero indefinito di pagine seguenti!
q.
Quaestio/domanda (in opere Scolastiche).
repr.
Reprint, aggiungere: luogho anno.
rev.
Revisione (se è il caso aggiungere: [da N. N.]).
s. c.
Sed contra/Argument "contra" (a favore del punto di vista dell'autore) in un lavoro relativo alla
Scolastica.
Sab.
Sabato.
Sat.
Saturday.
(sic!) / (!)
Segnalazioni di un errore morfologico o sintattico (errore ortografico/errore grammaticale), nel
testo che si cita.
sol.
Solutio (= Responsio) / Soluzione (corpo principale di una domanda o articolo in un lavoro
della Scolastica).
sq.
sequens, seguente esclusivamente di una pagina (o una linea - se le linee sono numerate), non
"segg"/”sqq.”/”ss.” per indicare un numero indefinito di pagine seguenti a causa
dell’imprecisione del lavoro.
Sun.
Sunday.
suppl.
Supplemento/supplementare.
t.
Tomus per una parte separata rilegata di un vol[ume], vecchio uso equivalente anche a
vol[ume].
Thurs.
Thursday.
tr.
Tract(atus).
trad.
Tradotto [da]/traduttore (può essere seguito dal nomi della persona/e).
17
18
Tue.
Tuesday.
UK
United Kingdom = Regno Unito = Gran Bretagna.
Ven.
Venerdì.
vol.
Volume - un vol. può essere suddiviso in: t[omi] (rilegati) o fasc[icoli] (non rilegati). Raramente
può succedere che con “t[omo]” sia indicata l’unità più grande e con “vol.” quella più piccola.
Wed.
Wednesday.
3.2 Alcune fonti per le abbreviazioni
(Autori, titoli, Sigle di periodici, autorevoli edizioni di opere classiche).
D / DH / DS Enchiridion symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum, ed.
Heinrich DENZINGER [e.a.] Freiburg Br., molte edizioni dal 1854. La più recente è:
DH
(stesso titolo di cui sopra), Heinrich DENZINGER [ed.], emendavit ... Peter HÜNERMANN,
Freiburg Br. [e.a.] 371991
LAMPE, G. W. H.: A Patristic Greek lexicon, Oxford 71978, ha una lista con molte abbreviazioni relative
alle opere greche dei Padri della Chiesa.
LIDELL-SCOTT: LIDELL, Henry G. & SCOTT, Robert: A Greek-English lexicon, Oxford9 1968, ha una
lista importante di abbreviazioni per le opere greche antiche.
LThK3
Lexikon für Theologie und Kirche, 3rd ed., a cura di Walter KASPER [e.a.], 10 vol., Freiburg Br.
1993-2001. Il. fasc. suppl Abkürzungsverzeichnis, Freiburg Br. 1993, contiene un elenco quasi
completo delle abbreviazioni per le opere importanti, periodici, serie, nomi di luoghi, ordini
religiosi, etc. Per libri e periodici vedi anche: TRE.
Oxford Latin dictionary, ed. P. G. W. GLARE, Oxford 1982, ha una lista con molte abbreviazioni per le
opere latine.
SOP
KAEPPELI, Thomas: Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevi, 4 vol.s, Roma 1970-1993
(vol. 4 ed, by Emilio PANELLA). Contiene indicazioni degli scritti dei Domenicani medievali.
TRE
Theologische Realenzyklopädie ed. Gerhard KRAUSE, Gerhard MÜLLER [e.a.], 36 vol.s + 2 vol.s
registers, Berlin[e.a.] 1977-2007.
Suppl. vol.: SCHWERTNER, Siegfried M.: Abkürzungsverzeichnis, Berlin 2 1.994 = Contiene la più
completa (prescrittiva) lista delle abbreviazioni teologiche, filosofiche e di storia della chiesa, per
pubblicazioni, opere di riferimento, periodici e serie.
- EXPLICIT PLUSMINUSVE FELICITER, ROMAE DIE 25° MENSIS APRILIS, A.D. 2010 –
DEO GRATIAS --
18