Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e

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Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II
Facoltà di Architettura
Dipartimento di Configurazione ed Attuazione dell’Architettura
Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana
Mostra a cura di: Antonio Bruno e Cristiana Viscardi
LA MANUTENZIONE PROGRAMMATA
Procedure, metodi e strumenti operativi per la stesura dei Piani di Manutenzione
(Legge quadro sui Lavori Pubblici L. 109/94 e s.m.i.)
Esperienze condotte nell’ambito della
Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli
Presentazione
La Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia Urbana, istituita con D.R. 21
novembre 1996 - G.U. 5 dicembre 1996, ed attivata dall'a.a. 1997/98 presso il Dipartimento di
Configurazione e Attuazione dell'Architettura della Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di
Napoli "Federico II", è la prima del settore in Italia.
La Scuola si inserisce in un clima culturale nel quale la Manutenzione e Gestione Edilizia ed Urbana,
rappresentano tematiche di rilevante importanza. La cura costante, necessaria per gestire il patrimonio
edilizio esistente e per garantire l'adeguata utilizzazione delle risorse naturali ed artificiali presenti sul
territorio nel rispetto dei loro caratteri peculiari, richiede metodi e strumenti per riportare all'iniziale
efficienza le prestazioni offerte e per introdurre, in una prospettiva di sviluppo, nuove prestazioni.
L’obiettivo formativo è quello di fornire competenze specifiche nei seguenti settori:
•
conservazione del capitale manufatto - edilizio ed urbano - e del capitale naturale;
•
controllo della gestione del manufatto e del capitale naturale;
•
manutenzione dell’ambiente costruito e naturale;
•
individuazione delle strategie più efficaci per l’intervento di recupero;
•
controllo del processo piano/progetto/attuazione/gestione.
Pertanto, l’esperienza formativa risponde alla domanda di nuove competenze e figure professionali
in grado di utilizzare metodi e strumenti per garantire gli obiettivi di qualità nelle fasi relative alla
programmazione, progettazione realizzazione dell’intervento sul patrimonio esistente e nella fase di
gestione.
La Scuola, il cui corso di studi ha durata 2 anni con 800 ore di insegnamenti, rilascia il titolo di
specialista in "Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana".
1
Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli
Presentazione
Articolazione didattica
L'ordinamento comprende 6 aree disciplinari alle quali sono dedicate le 800 ore complessive di didattica:
Area 1: Discipline tecnologiche
Area 2: Discipline estimative
Area 3: Discipline fisico-tecnica e impiantistiche
Area 4: Progettazione architettonica e urbanistica
Area 5: Teoria e tecnica per il restauro
Area 6: Discipline giuridiche e del management
Direttore
Prof. Arch. Gabriella Caterina
Collegio docenti
I docenti titolari degli insegnamenti attivati sono provenienti delle Facoltà di Architettura, Ingegneria e
Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II".
Docenti:
Prof. V. Baldini, Prof. V. Betta, Prof. V. Biggiero, Prof. C. Capolupo, Prof. S. Casiello, Prof. G. Caterina, Prof. U.
Caturano, Prof. G. D’Alfonso, Prof. A. Dal Piaz, Prof. M. Dentice D’Accadia, Prof. C. Di Biase, Prof. V. Fiore, Prof. F.
Forte, Prof. D. Francese, Prof. L. Fusco Girard, Prof. C. Gasparrini, Prof. M. Guarino, Prof. F. La Saponara, Prof. P.
Mazzei, Prof. L. Morrica, Prof. D. Pianese, Prof. R. Picone, Prof. M. R. Pinto, Prof. L. Sansone, Prof. M. Scudiero.
La Scuola si è avvalsa, inoltre, della collaborazione di docenti specialisti del settore, provenienti da atenei italiani e
stranieri, dalla Pubblica Amministrazione e dal mondo del lavoro.
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PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Strumenti operativi per l’applicazione della Norma UNI 10874. Criteri di stesura
del Manuale di Manutenzione (per i tecnici). Caso studio un isolato del Centro
Storico di Vairano Patenora (CE)
RELATORE : Prof. Maria Rita PINTO
CORRELATORI: Prof. Gabriella CATERINA
Prof. Stella CASIELLO
SPECIALISTI: Arch. Maria Teresa CARFORA
Arch. Patrizia ZANFAGNA
Sintesi del lavoro di tesi:
Stesura e validazione dei contenuti del manuale di manutenzione (per i tecnici)
all’interno di un quadro legislativo e normativo
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Obiettivi
•
•
Istituire un sistema di raccolta delle ”informazioni di base” e di aggiornare le “informazioni di ritorno” a
seguito degli interventi, che consenta, attraverso l’implementazione e il costante aggiornamento del
“sistema informativo”, di conoscere e manutenere correttamente l’immobile e le sue parti ;
Istruire gli operatori tecnici sugli interventi di ispezione e manutenzione da eseguire, favorendo la
corretta ed efficiente esecuzione degli interventi.
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PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Metodologia
•
•
•
•
Intepretazione dei contenuti e criteri forniti dal progetto di NORMA UNI U49030240 e successiva Norma
10874 “Criteri di stesura dei manuali d’uso e di manutenzione” scopo-contenuto -esito informativo;
Traduzione dei contenuti della norma UNI in schede operative (documenti ed istruzioni);
“Test” delle schede al caso studio “Progetto di intervento di recupero di edilizia residenziale sovvenzionata
Borgo Medioevale di Vairano Patenora (Ce) L.457/78;
“Test di validazione della Norma (sono state riportate alcune variazioni dei contenuti consistenti in
specifiche, aggiunte, modifiche con le rispettive motivazioni).
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Strumenti
•
•
classificazione del sistema edilizio:
•
sistema tecnologico
•
sistema ambientale
scheda identificativa bene immobile
• lista anagrafica degli elementi
• elaborati tecnici
•
•
•
•
•
•
schede tecniche
schede diagnostiche
schede cliniche
schede normative
istruzioni per le ispezioni
istruzioni per la manutenzione
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PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Conclusioni
Gli elementi per lo studio proposto sono stati cercati in un contesto di transizione che
vede la manutenzione passare da un sistema di attività e procedure tecniche ad un
sistema con funzioni di servizio che assorbe compiti di conoscenza, previsione,
programmazione e controllo in un dinamico quadro legislativo-normativo.
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PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
LA GESTIONE DEL PATRIMONIO RESIDENZIALE PUBBLICO: L’ESPERIENZA DELLO I.A.C.P. NAPOLI.
Note per una proposta innovativa delle politiche manutentive
RELATORE : Prof. Gabriella CATERINA
CORRELATORE: Prof. Vittorio FIORE
SPECIALISTA: ARCH. Nicola RAGOSTA
Sintesi della tesi
Dall’analisi della struttura tecnico-organizzativa dello I.AC.P.
(Istituto Autonomo Case Popolari) di Napoli, in relazione alla
triplice veste di “costruttore”, “gestore” e “manutentore”
del patrimonio edilizio-residenziale, si è ipotizzata una
riorganizzazione del Servizio Tecnico di Manutenzione nell’ottica
di una nuova ed innovativa “politica manutentiva”
Obiettivi
Il presente lavoro di tesi si è posto i seguenti obiettivi:
- Elaborazione di una Nuova Politica Manutentiva;
- Definizione di adeguate Strategie Manutentive;
IL
PATRIMONIO
TECNICO
- Strutturazione di un Piano di Manutenzione Informatizzato;
IMMOBILIARE
- Ottimizzazione dei Programmi di Manutenzione.
DISTRIBUITO SUL TERRITORIO :
LO I.A.C.P. NAPOLI E PROVINCIA
LA MANUTENZIONE DEL PATRIMONIO RESIDENZIALE PUBBLICO
ISTITUTO AUTONOMO CASE POPOLARI
NAPOLI E PROVINCIA
( I. A. C. P. )
PROFILO STORICO DAL
RISANAMENTO AD OGGI
ORGANIGRAMMA
I.A.C.P.
GLI ORGANI
FUNZIONALI
ATTIVITA’, FINALITA’,
PATRIMONIO
RESPONSABILITA’
ORGANI
PROFILO TECNICO IMMOBILIARE
DELLO I.A.C.P.
ORGANIGRAMMA
SETTORE
MANUTENZIONE
ORGANIGRAMMA
STRUTTURA
TECNICA
PERIFERICA
SCHEDATURA
PATRIMONIO
IMMOBILIARE
DEL
FUNZIONI, QUALIFICHE E
COMPETENZE
DEL
SETTORE
MANUTENZIONE
NORMATIVA E GESTIONE
ECONOMICO - FINANZIARIA
DEGLI INTERVENTI
NORME
SISTEMATICHE
LA MANUTENZIONE NELLA
LEGISLAZIONE ITALIANA
QUADRO
NORMATIVO
RIFERIMENTO
PER
MANUTENZIONE
DI
LA
6
STRUMENTI PER CONOSCERE “LO STATO DI FATTO” DEL SETTORE
MANUTENZIONE
CARTINA REGIONALE DELLE LOCALITA’ DOVE SONO PRESENTI
COSTRUZIONI DELLO I.A.C.P.
SETTORE MANUTENZIONE
IL PATRIMONIO TECNICO DELLO
I.A.C.P.
NAPOLI
E
PROVINCIA
SUDDIVISO PER ZONE.
ZONA OVEST
ZONA EST
ZONA W 1
ZONA E 1
ZONA W 2
ZONA E 2
ZONA W 3
ZONA E 3
ZONA W 4
ZONA E 4
ATTIVITA’ MANUTENTIVA
•I
LOCATARI
CON
SEGNALAZIONE
SCRITTA
E
PROTOCOLLATE, SOLLECITANO I TECNICI DI ZONA AD
INTERVENIRE PER IL SOPRALLUOGO DI VERIFICA DEL
GUASTO AVVENUTO NELL’UNITA’ IMMOBILIARE.
•INTERVENTI DI MANUTENZIONE A GUASTO AVVENUTO.
•I LAVORI DI MANUTENZIONE ORDINARIA VENGONO
APPALTATI A IMPRESE ESTERNE.
•I LAVORI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA VENGONO
CON LA LEGGE 05/08/1978 N°457.
•NELLA STRUTTURA DELL’UFFICIO NON ESISTE UNA
SQUADRA DI OPERAI PER L’ISPEZIONE E L’INTERVENTO.
IL PATRIMONIO TECNICO IMMOBILIARE DISTRIBUITO SUL
TERRITORIO: NAPOLI E PROVINCIA
PER LA INDIVIDUAZIONE DELL’INTERO PATRIMONIO IMMOBILIARE
ELABORATA UNA SCHEDA, CON LE SEGUENTI VOCI:
LOCALITA’
CED
LEGGE
DATA DI COSTRUZIONE
DELL’ENTE
TECNICA COSTRUTTIVA
E’ STATA
ALLOGGI
VANI
INTERVISTA “A DUE” COME STRUMENTO RIVELATORE
•
COSA SIGNIFICA “MANUTENZIONE” PER IL RESPONSABILE DEL
SETTORE ?
•
•
A QUALE LEGGE FA RIFERIMENTO IL SETTORE MANUTENTIVO PRE
GLI
INTERVENTI DI MANUTENZIONE ORDINARIA E
STRAORDINARIA ?
•
NELLE SCELTE PROGETTUALI “EX NOVO” DI EDIFICI IL SETTORE
PROGETTI PRENDE IN CONSIDERAZIONE IL PROBLEMA MANUTENTIVO ?
•
NELLA FASE DI IDEAZIONE DI UN EDIFICIO L’ UFFICIO
QUELLO MANUTENTIVO COLLABORANO ?
•
IL SETTORE MANUTENTIVO NEL FARE
SUPPORTATO DA UN SISTEMA INFORMATIVO ?
•
DA QUANTE UNITA’ E’ COSTITUITO IL PATRIMONIO DELL’ENTE ?
QUALI STRATEGIE MANUTENTIVE METTE A REGIME L’UFFICIO PER GLI
INTERVENTI DI MANUTENZIONE ?
PROGETTI E
PER AFFRONTARE I PROBLEMI DI MANUTENZIONE L’ENTE
CONOSCE BENE IL SUO PATRIMONIO TECNICO IMMOBILIARE ?
•
UTILIZZA UNA POLITICA MANUTENTIVA PER PREVENIRE IL
•
FA RICERCA E SPERIMENTAZIONE QUESTO SETTORE PER
•
GLI ADDETTI AL CONTROLLO DEL DEGRADO DI QUESTO
DEGRADO DELL UNITA’ IMMOBILIARI ?
PER GLI INTERVENTI MANUTENTIVI VENGONO REDATTI
MANUTENZIONE” ?
•
ESISTE UNA BANCA DATI DEI MATERIALI UTILIZZATI PER UNA
COMPLETA CONOSCENZA DELL’INTERO PATRIMONIO IMMOBILIARE ?
•
I MATERIALI UTILIZZATI NEGLI INTERVENTI DI MANUTENZIONE, UNA
VOLTA IN OPERA, VENGONO OSSERVTI” PER UN PERIODO PRESTABILITO,
IN MODO DA VERIFICARE IL LORO COMPORTAMENTO NEL TEMPO ?
PATRIMONIO FA STUDI SISTEMATICI SUL PROBLEMA DELLA
•
VIENE EFFETTUATO “MONITORAGGIO” SUL PATRIMONIO IMMOBILIARE
UNA VOLTA CONCLUSO L’INTERVENTO ?
•
ESISTE UN REGOLAMENTO CHE STABILISCE IN MANIERA PRECISA QUALI
OPERE DEBBONO ESSERE ESEGUITE DALL’ENTE GESTORE, QUALI DAGLI
ASSEGNATARI ?
•
ESISTE UN RAPPORTO TRA UTENZA ED ENTE, RIGUARDO AL PROBLEMA
DELLA
MANUTENZIONE,
NEL
SENSO
DI
UNA
MAGGIORE
RESPONSABILITA’ DELLA UNITA’ LOCATA ?
DELLE UNITA’ IMMOBILIARI ?
•
QUALI SONO LE TECNICHE COSTRUTTIVE ADOPERATE PER LA
REALIZZAZIONE DI QUESTO PATRIMONIO ?
“PIANI DI
•
QUANDO SONO STATI REALIZZATI I PRIMI EDIFICI DELLO I. A. C. P.?
QUALI SONO LE TIPOLOGIE COSTRUTTIVE PER LA COSTRUZIONE
E’
•
MIGLIORARE IL PROPRIO PATRIMONIO ?
MANUTENZIONE ?
“MANUTENZIONE”
7
POLITICHE MANUTENTIVE FINALIZZATE
ALLA GESTIONE DELLO I.A.C.P.
INTERVISTA AL RESPONSABILE DEL
SETTORE MANUTENZIONE
I LIVELLO METASTRATEGICO
DEFINIZIONE PER LO I.A.C.P. DI
STRATEGIA IMMOBILIARE:
SI RICERCANO LE RAGIONI DELL’INSUCCESSO REGISTRATO DAGLI ORGANI
DECISIONALI NEGLI ULTIMI TRENTA ANNI DI VITA DELL’ENTE. .L’ENTE SI
DOMANDA :
INSIEME DI OBIETTIVI DI MEDIO E LUNGO PERIODO,
VALUTATI
SECONDO
LE
PRIORITA’
DELL’ENTE,
ATTRAVERSO PROCEDURE TECNICO – ECONOMICHE, AL
FINE DI GARANTIRE IL MANTENIMENTO NEL TEMPO DEL
VALORE PATRIMONIALE DI UN IMMOBILE.
PERCHE’ CAMBIARE ?
QUALI ERRORI SONO STATI COMMESSI NELLE VALUTAZIONI DELLE SCELTE
IMMOBILIARI?
II LIVELLO STRATEGICO
TRA I SETTORI DELL’ENTE
L’ENTE DEVE PREOCCUPARSI DEL PROPRIO PATRIMONIO IMMOBILIARE. CIO’
COMPORTA SCELTE DI OBIETTIVI DI MEDIO E LUNGO PERIODO,
OPPORTUNAMENTE GERARCHIZZATI. L’ENTE SI DOMANDA:
MODIFICA
III LIVELLO TATTICO
ORGANIGRAMMA I.A.C.P.
L’ENTE DEVE FARE LE PROPRIE SCELTE. IN QUESTA FASE. E’ INDISPENSABILE
UN’AZIONE INTEGRATA TRA I SETTORI DELL’ENTE
(SINERGIE NON
RISCONTRATE NELL’ATTUALE ORGANIGRAMMA ). L’ENTE SI DOMANDA:
“AZIONE INTEGRATA”
COSA CAMBIARE ?
COME E CON CHI CAMBIARE ?
INTERVENTI REALIZZATI CON LA
REDAZIONE DI :
IV LIVELLO ATTUATIVO - GESTIONALE
UN PIANO DI MANUTENZIONE
PROGRAMMA DI MANUTENZIONE
L’ENTE DEVE STABILIRE I TEMOI DEI VARI INTERVENTI IN BASE AD UN
PROGRAMMA E UN PIANO. L’ENTE SI DOMANDA:
QUANDO INTERVENIRE ?
DEFINIZIONE PER LO I.A.C.P. DI:
POLITICA MANUTENTIVA:
LA MODIFICA DELLA STRUTTURA DELL’ORGANIGRAMMA E’
FONDAMENTALE IN QUANTO E’ UNA CONSEGUENZA DELLA
NUOVA STRATEGIA IMMOBILIARE ADOTTATA DALL’ENTE. LA
NUOVA STRATEGIA E LA MODIFICA DELL’ORGANIGRAMMA
FANNO SI CHE L’ENTE INIZI AD OPERARE SECONDO UNA
“PROGETTAZIONE
INTEGRATA” TRA I
VARI SETTORI,
FONDAMENTALE PER OTTIMIZZARE LE RISORSE ECONOMICHE.
PROGRAMMAZIONE
DEI DIVERSI CRITERI TECNICI ED
ECONOMICI CHE PERMETTONO GLI INTERVENTI DI
MANUTENZIONE IN RELAZIONE AL COMPORTAMENTO DI UN
IMMOBILE.
STRATEGIA IMMOBILIARE
POLITICA MANUTENTIVA
VALUTAZIONE DI CRITICITA’ E PRIORITA’
PER IL PIANO E PROGRAMMA DI MANUTENZIONE
VALUTAZIONE
DEI TEMPI DI
INTERVENTI
STRATEGIE DI MANUTENZIONE
MANUTENZIONE PROGRAMMATA
PIANO DI MANUTENZIONE
PROGRAMMA DI MANUTENZIONE
BILANCIO DI PREVISIONE
STIMA DEI COSTI NEL
Gestione e manutenzione
CICLO DI VITA
Istruzioni lavori di
manutenzione
BILANCIO CONSUNTIVO
Gestione e manutenzione
O rdine dei Lavori
PIANO
QUALITA’
DI
STANDARD
PRESTAZIONE
DELL’ENTE
DI
ELEMENTI PER CONTROLLARE LA QUALITA’
DEL PROCESSO EDILIZIO E MANUTENTIVO
INDICE DEI DI COSTI
MANUTENZIONE
LAVORI DI
MANUTENZIONE
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PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
“Procedure di manutenzione per un controllo dei costi di gestione
del campus universitario di Fisciano (Salerno)”
RELATORI : Prof. Gabriella CATERINA
CORRELATORI : Prof. Vittorio FIORE
Prof. Vittorio BETTA
Prof. Giovanni D’ALFONSO
SPECIALISTI: arch. Roberto BORRIELLO
arch. Carmine TOMEO
Il lavoro di tesi è riferito al piano di
manutenzione del progetto di un
edificio universitario, denominato
“Invariante 12B”, del campus
universitario dell’Università degli
Studi di Salerno della sede di
Fisciano.
La finalità del lavoro di tesi è stata
quella di creare un modello
informatico per la
razionalizzazione economica
dell’organizzazione gestionale e
manutentiva dell’edilizia
universitaria grazie anche al
supporto di un data base.
Lo studio parte dall’analisi di
un edificio già realizzato e denominato
invariante 11C.
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
•
•
•
•
L’analisi ha considerato aspetti riferiti:
ai costi di costruzione
ai costi energetici
ai costi relativi alla manutenzione
alla gestione
Obiettivi:
•
Creare un sistema per la
razionalizzazione economica
dell’organizzazione gestionale e
manutentiva dell’edilizia
universitaria.
•
Garantire l’utilizzo dell’edificio
contrastandone il degrado e
favorendone il mantenimento delle
prestazioni tecniche iniziali in
funzione delle esigenze dei fruitori e
delle richieste legislative.
•
Revisionare e modificare il progetto
iniziale.
•
Individuare le strategie più efficaci
per una diversa politica manutentiva.
Istogramma dei costi di manutenzione degli
elementi
IMPIANTO
IDRICO
tecnici dell'"Invariante 11C"SANITARIO
riferito al periodo di 1 anno
IMPIANTO ELETTRICO
L. 18.000.000
IMPIANTO
ANTINCENDIO
L. 16.000.000
IMPIANTO DI
CONDIZIONAMENTO
MURATURE ESTERNE
L. 14.000.000
PARETI INTERNE
Importo in £
L. 12.000.000
INFISSI ESTERNI
L. 10.000.000
INFISSI INTERNI
L. 8.000.000
CONTROSOFFITTI
L. 6.000.000
PAVIMENTAZIONI
INTERNE**
L. 4.000.000
COPERTURE
L. 2.000.000
IMPIANTO
ASCENSORE*
L. 1
IMPIANTO
ILLUMINAZIONE
Elementi tecnici
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PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
IL TRASFERIMENTO DI DATI E IMMAGINI NEL PROGETTO IN REAL TIME
L’archiviazione dei disegni in formato .dwg e
l’assegnazione a layer diversi dei vari sistemi edilizi
consente di poter gestire i vari componenti a tutti i
livelli di informazione garantendo, successivamente,
la facilità di dialogo con il gestore della
manutenzione.
Cliccando sull’oggetto (nell’esempio l’elemento fancoil dell’impianto di condizionamento) si visualizzano
le informazioni primarie ad esso collegate nonché i
riferimenti alle schede informative per la gestione
della manutenzione.
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Strumenti per la manutenzione programmata
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
ANAGRAFICA: (contenente i dati anagrafici, di localizzazione, tecnici, funzionali e dimensionali dei componenti,ecc.)
SCHEDATURA DELLE LAVORAZIONI: informazioni sui metodi di lavorazione, mezzi e risorse necessari,
frequenza dei lavori, costi e tempi di esecuzione;
PIANO DI MANUTENZIONE: contenente informazioni sulla frequenza, modalità, operatori,specifica tecnica e costo
dell'intervento di manutenzione, per ogni componente;
PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE: contenente l'allocazione e l’organizzazione delle risorse
tecniche ed economiche e le loro modalità di impiego;
RICHIESTE DI INTERVENTO : contenente le richieste di intervento non programmate, per guasto od obsolescenza;
ORDINI DI LAVORO: contenenti le autorizzazioni amministrative all'intervento e le istruzioni agli operatori;
CONTROLLO DEI LAVORI: contenente informazioni relative agli interventi già effettuati o da effettuare;
GESTIONE MAGAZZINO: gestione magazzino e controllo ricambi (merce in deposito, ordini da effettuare, ecc.);
RAPPORTI DI SPESA: rapporti di spesa contenenti i dettagli appropriati per il controllo dei costi;
ARCHIVIO STORICO: archivio storico contenente gli interventi effettuati in relazione ai piani di manutenzione redatti;
ISPEZIONE E MONITORAGGIO: contenente le condizioni funzionali e di conservazione degli elementi tecnici
INFORMAZIONI DI RITORNO: contenente i dati di ritorno da elaborare per la costruzione di modelli di
comportamento nel tempo dei componenti.
Conclusioni
Mediante l'utilizzo di tali moduli il sistema deve essere in grado di consentire la continua ritaratura del piano di
manutenzione, attraverso le informazioni di ritorno che vengono acquisite dai singoli ordini di lavoro, dai rapporti di
esecuzione e dai consuntivi economici.
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PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Il Piano di Manutenzione del lotto 2 di Città della Scienza a Napoli.
RELATORI : Prof. ing. V. Betta, Prof. arch. G.Caterina, Prof. arch. C.Di Biase, Prof. arch. V.Fiore, Prof. arch. L.Fusco Girard
SPECIALISTI : Simonetta COPPOLA, Marcella de ANGELIS, Maria DI PALMA, Ornella RAGANATI
Oggetto della ricerca è il nuovo Museo Vivo di Città della Scienza, realizzato a Coroglio.
Il Museo rientrava in un più ampio progetto di risanamento dell’area precedentemente
appartenente alla Federconsorzi e acquistata nel 1993 dalla Fondazione IDIS.
Obiettivo del lavoro è stato quello di fornire alla Fondazione IDIS un Piano di Manutenzione
che consentisse, attraverso la programmazione degli interventi manutentivi, di ottimizzare le
risorse finanziarie e operative, e di prolungare il ciclo di vita utile del Museo.
Al fine di prevedere e pianificare le attività inerenti la manutenzione, controllare lo stato di
funzionamento del sistema, programmare gli interventi ed individuare le risorse, è stato
ipotizzato un processo manutentivo articolato in quattro fasi fondamentali.
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
I FASE: LA CONOSCENZA
OBIETTIVI:
Definire l’ampiezza dell’oggetto fisico sul quale
effettuare gli interventi e stabilire la loro
dimensione e interferenza.
METODOLOGIA:
Raccolta e organizzazione di informazioni relative
al contesto e all’immobile oggetto di studio
mediante la rielaborazione di dati urbanistici,
ambientali e gestionali.
STRUMENTI:
- elaborazione della Scheda Identificativa del
Complesso;
- elaborazione della Scheda Identificativa del
Lotto 2;
- elaborazione delle Schede di Scomposizione del
Sistema Edilizio e Scomposizione del Sistema
Impiantistico;
- elaborazione delle Schede Tecniche.
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PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
II FASE: LA PIANIFICAZIONE
OBIETTIVI:
Pianificare la fase operativa del piano di
manutenzione.
METODOLOGIA:
Individuazione delle tipologie degli interventi da
attuarsi, delle strategie organizzative, dei mezzi e
degli strumenti necessari alla gestione delle
attività manutentive, confrontando i dati derivanti
dalla fase conoscitiva, dalla manualistica e dalle
ispezioni effettuate in situ.
STRUMENTI:
- elaborazione delle Schede di Istruzioni per la
Manutenzione
- elaborazione delle Schede di Monitoraggio
Diagnostico
- elaborazione delle Schede Diagnostiche
- elaborazione delle Schede Banca Dati e Clinica.
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
III FASE: LA PROGRAMMAZIONE
OBIETTIVI:
Razionalizzare
e
semplificare
le
attività
manutentive facendo interagire gli aspetti di
carattere tecnologico-costruttivo con quelli di
natura gestionale, al fine di prevedere i costi
manutentivi annui ed eventuali picchi di spesa.
METODOLOGIA:
Indicazioni organizzative e operative, tempi,
modalità, risorse, competenze e costi necessari
alla realizzazione degli interventi, sulla base delle
informazioni raccolte durante la fase di
pianificazione
e
adattate
alle
specifiche
caratteristiche tecniche e di usura dell’edificio
oggetto di studio.
STRUMENTI:
- elaborazione dello Scadenzario
- elaborazione del Cronogramma.
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PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
IV FASE: LA RIORGANIZZAZIONE
DELLA STRUTTURA GESTIONALE
OBIETTIVI:
Riorganizzazione
programmatica
dell’attuale
settore manutentivo mirata ad un miglioramento
operativo
attraverso
nuove
procedure
manutentive di tipo preventivo - migliorativo.
ANALISI E RIELABORAZIONE DEI
DATI
Valutazioni riassuntive di quanto rilevato in fase di
indagine e controllo (informazioni di ritorno) al
fine di creare ricircuitazione di dati “dinamici”;
Strutturazione di un “corpus informativo” utile alla
verifica
degli
interventi
manutentivi
con
immediato riscontro circa la validità dei sistemi di
controllo.
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PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
La valutazione della fattibilità finanziaria ed economica delle alternative di
destinazione d’uso da attribuire a Palazzo Landulfo, in Rodio
(fraz. di Pisciotta – SA).
RELATORE : Prof. Luigi FUSCO GIRARD
SPECIALISTA: Arch. Francesca JOVENE
Sintesi del lavoro di tesi
La problematica è affrontata con un approccio integrato. Le diverse ipotesi, sostanziate in termini di progetto
architettonico, funzionale e gestionale compatibilmente con i caratteri connotativi del manufatto e del contesto
economico, sociale e culturale di cui è parte integrante, sono state valutate affiancando agli strumenti tradizionali
dell’analisi economica e finanziaria, la metodologia multicriterio C.i.e. L’analisi rivela che il presupposto per la
fattibilità risiede nel relazionare il sistema degli obiettivi e delle risorse necessarie a perseguirli,ad un contesto che
trascende la realtà locale per ricercare cooperazione e collaborazione alla scala territoriale. La capacità di stimolare
sinergie risulta la componente delle idee-progetto indispensabile a garantirne la sostenibilità all’interno del
funzionamento sistemico di una “rete” che connettendo Rodio alle altre piccole meteore disseminate nel parco
Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, ne supera lo stato di isolamento endemico rendendo ciascuna realtà
locale, con la sua specificità, fortemente integrata e interrelata alle altre in un rapporto di reciproco arricchimento.
Si tratta di chiarire qual è il ruolo che la comunità rodiana intende assumere nell’ambito della “rete” e da questo
punto di vista, il restauro di Palazzo Landulfo, la volontà di “recuperarlo” alla vita economica, sociale e culturale del
contesto “ambientale” in cui è ubicato, rappresentano un’occasione imprescindibile.
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Obiettivi dello Studio
Obiettivo di questo studio è offrire un supporto
argomentato alla decisione da prendere
relativamente alla destinazione d’uso da attribuire al
Palazzo Landulfo, acquistato dal Comune di Pisciotta
nell’aprile del 2000 e per il quale sono al vaglio
dell’amministrazione due alternative dalla cui analisi
prende inizio il processo valutativo oggetto di questa
tesi: Casa Albergo per Anziani o Laboratorio Teatro.
Il “confezionamento” delle idee-progetto, recepite
dalla comunità senza il supporto di un processo
dialogico-comunicativo teso alla costruzione di una
visione condivisa, ha generato una faziosa frattura tra
i sostenitori dell’uno o dell’altro “possibile futuro” che i
gruppi sociali intuitivamente hanno immaginato
scaturire dalla realizzazione di ciascuna alternativa.
Scopo di questo studio è innescare un processo di
esplicitazione e comunicazione critica dei
contenuti implicitamente riconosciuti dalla collettività
nelle diverse ipotesi di destinazione d’uso, al fine di
ridurre i conflitti, compensare, persuadere,
convincere e costruire un clima di consenso sull’ideaprogetto “meritevole”.
Oltre al confronto tra le ipotesi “date”, il processo
valutativo produrrà nuove alternative per costruire
una proposta fattibile sulla base di una razionalità
non solo tecnico-formale, ma argomentativa, una
visione di lungo termine condivisa da soggetti diversi e
capace di proporsi come espressione dell’interesse
generale della collettività e del territorio.
Palazzo Landulfo. Prospetto verso la Piazza Vittoria.
14
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Obiettivi del Progetto
Le idee-progetto su palazzo Landulfo perseguono
obiettivi che trascendono la valorizzazione della
singola emergenza architettonica per rientrare in una
strategia di sviluppo integrata fondata su un sistema
di obiettivi generalmente condivisi dalla collettività:
9
Tutela del patrimonio storico e ambientale;
9
Migliore impiego delle risorse disponibili;
9
Miglioramento dei livelli occupazionali;
9
Migliore qualità della vita;
9
Miglioramento della base economica.
Obiettivi strumentali (necessari al perseguimento dei primi):
9
Potenziamento dell’accessibilità al sito;
9
Miglioramento dell’accessibilità nel sito.
Obiettivi secondari (conseguibili con il perseguimento dei
primi):
9
Qualificazione dell’immagine complessiva dell’area;
9
Stimolo all’investimento privato;
9
Inserimento in un circuito territoriale.
Ciascuna ipotesi di destinazione d’uso specializza questo
elenco di obiettivi e ne implica una diversa
gerarchizzazione (da cui scaturisce il conflitto tra i
gruppi sociali).
Rodio (frazione di Pisciotta – SA )
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Metodologia di studio
A: C.A.
A partire dalle idee-progetto iniziali (Casa Albergo
per Anziani e Laboratorio Teatro), lo studio svolge un
processo valutativo ciclico che internalizzando i feedback di ciascuna fase porta a rivedere le ipotesi
inizialmente assunte, per costruire alternative in tutto
o in parte diverse dalle alternative date ma
sostanziate, ad ogni rimando successivo, dalla
concretezza della fattibilità.
B: L.T.
Scopo dell’implementazione del processo è
circoscrivere, per “aggiustamenti” successivi, l’ iniziale
“vortice del tutto possibile e del tutto negoziabile”,
fino a costruire una “soluzione” da sottoporre al
successivo processo decisionale, che potrà tradurla o
meno in scelta operativa.
C: C.T.
Ad ogni “aggiustamento” successivo corrisponde un
implicito processo di negoziazione tra i soggetti
coinvolti per e dalla realizzazione del progetto. Il
processo aspira a costruire una alternativa
“condivisibile” per soggetti diversi che ne compone i
diversi obiettivi e li consegue ad un livello giudicato
soddisfacente.
?
Esemplificazione del processo valutativo.
A: Casa Albergo per Anziani
e Centro Sociale Polivalente
A
A1: gest. diretta Comune
A2: gest. ONLUS
B: Laboratorio Teatro
A1
A
e Sportello Intranet
2
B1: gest. diretta Comune
B2: gest. Comune +FEOGA
C: Casa Teatro
e Sportello Intranet
C1
C1: gest. 8 att.anziani e ONLUS
C2: gest. 8 attori e ONLUS+ FEOGA
B
B1
C
C2
B2
La soluzione scaturisce come risultato della ricerca
del miglior compromesso tra esigenze (criteri) tra loro
non massimizzabili contemporaneamente.
La “complessità” del quadro di riferimento implica la
necessità di considerare simultaneamente una
molteplicità di criteri eterogenei multidimensionali e
talvolta conflittuali, che trascendono quelli di
carattere squisitamente economico-finanziario e
condizionano l’assunzione dei risultati delle rispettive
Analisi.
15
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Strumenti, Metodi e Criteri di valutazione
Analisi finanziaria C.A. e C.S.P. A2 (r=4% )
6000
5000
4000
3000
£ 2000
1000
0
-1000 1
-2000
Costi totali
Ricavi totali
VAN
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
anni
Analisi economica C.A e C.S.P. A2 (r=4% )
6000
5000
4000
Costi totali
3000
Ricavi totali
2000
VAN
1000
0
-1000 1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
anni
C.i.e. :Specializzazione al caso studio della procedura
generalizzata per l’applicazione del metodo:
•Conoscenza dello status quo
•Descrizione delle alternative, esplicate in termini comparativi
•Previsione degli scenari connessi alla realizzazione delle alternative e
strutturazione degli scenari in termini di obiettivi perseguibili con la realizzazione
delle idee – progetto
•Individuazione degli impatti connessi alle variabili di progetto e dei settori della
comunità coinvolti dagli impatti
•Individuazione della natura degli impatti: DF, IF, DNF, INF
•Individuazione degli obiettivi settoriali
•Confronto degli obiettivi settoriali con gli impatti delle idee-progetto con
espressione del “bilancio” interno ad ogni gruppo
•Sintesi delle preferenze settoriali
•Rapporto della valutazione
Per la valutazione delle alternative è stata condotta, in
prima istanza, la verifica della fattibilità finanziaria, attraverso
l’analisi della domanda e della sua evoluzione, dell’offerta e
della sua evoluzione, l’analisi dei costi iniziali di investimento e
di quelli di manutenzione e gestione; l’analisi delle tariffe
applicabili e dei finanziamenti ottenibili.
Nelle stesse ipotesi, si è valutata la fattibilità economica
assumendo i costi in misura ridotta dall’applicazione dei relativi
coefficienti di conversione che tengono conto dei benefici
finanziari indiretti rappresentati dal “rientro” di una
percentuale dei costi in termini di imposte ( IVA sui materiali,
IRPEF, …).
L’analisi finanziaria e quella economica sono stata applicate
utilizzando il criterio del VAN (Valore Attuale Netto).
Con l’analisi finanziaria si è calibrata l’ipotesi capace di
garantire il massimo valore, cioè la massima differenza ricavicosti. Ma l’analisi finanziaria sebbene disaggregabile per i
singoli operatori, non considera “tutti” i soggetti coinvolti dalla
realizzazione né internalizza i valori simbolici-culturali o
comunque non monetari.
Al fine di riflettere la complessità del contesto di riferimento
della valutazione in termini di molteplicità ed eterogeneità
degli impatti e dei soggetti coinvolti, è stato applicato il
metodo C.i.e. (Community Impact Evaluation).
La costruzione di quella che si può definire “contabilità
sociale” rappresenta il presupposto per garantire equità
sociale nella negoziazione insita nel processo di costruzione
dell’alternativa “condivisibile”, ossia socialmente fattibile.
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Conclusioni
L’applicazione dell’analisi finanziaria ha portato ad
identificare nell’alternativa della Casa Albergo per Anziani
gestita attraverso una ONLUS quella che massimizza il
valore monetario diretto.
La C.i.e. ha messo in luce aspetti economici, culturali e
sociali che rivelano la maggiore suscettibilità dell’ipotesi B a
stimolare interdipendenza e sinergie tra le diverse categorie
di attività, a innescare meccanismi di autosostenibilità e a
conferire a Rodio una connotazione precisa, un ruolo
specifico con cui accedere ad un sistema integrato di
sviluppo territoriale riferito al Parco Nazionale del Cilento e
del Vallo di Diano.
Sulla base di questi elementi si è elaborata una diversa
ipotesi di destinazione d’uso che, basandosi sul progetto
architettonico - funzionale dell’alternativa B, se ne discosta
per la diversa cocezione gestionale delle attività e della
struttura.
NU
camere (2x2p - 1x3p - 1x4p)
servizi igienici camere
biblioteca
soggiorno-lettura
servizio igienico di nucleo
mq. 92.00
CS
locale culto
parrucchiere - trucco attori
mq. 9.00
SI
informazioni
sala telematica
sportello Intranet
ST
sala proiezioni
cabina luci suono
sala prove
deposito strumenti
servizi igienici
mq. 20.50
mq. 19.00
mq. 20.00
mq. 3.00
mq. 10.50
mq. 13.00
mq. 37.50
mq. 26.00
mq. 37.00
mq. 25.00
mq. 40.50
mq. 6.50
mq. 3.50
mq. 363.00
CONNETTIVO
TOTALE 1° LIVELLO
mq. 67.00
mq. 430.00
Palazzo Landulfo, II livello. Idea-Progetto C ( Casa Teatro)
L’ipotesi “C”, Casa Teatro, ottimizza i risultati dell’analisi
finanziaria del Laboratorio Teatro, ne recepisce la
potenzialità “economica”, con l’accentuazione della valenza
sociale dell’iniziativa, attraverso la particolare attenzione
rivolta alla componente anziana della comunità (che
avrebbe propeso per l’attuazione dell’iniziativa A), coinvolta
a più livelli dalla partecipazione attiva alle iniziative del
Centro.
Frutto del processo valutativo è un’alternativa la cui
fattibilità risiede nella razionalità non solo economicofinanziaria ma anche sociale.
Aldilà dell’ alternativa proposta, il vero frutto del processo
valutativo è l’ esplicitazione di tutte le implicazioni
economiche, finanziarie e sociali connesse alle diverse
ipotesi, il che fornisce un supporto “trasparente” alla
decisione politica che fornirà la scelta operativa forse
prescindendo, ma non ignorando risultati dell’analisi di
impatto.
16
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
TESI DI SPECIALIZZAZIONE IN MANUTENZIONE E
GESTIONE EDILIZIA URBANA
“Far parlare i muri: aspetto gestionale di un
progetto di riutilizzo della biblioteca comunale di
Palazzo Pappacoda – Pisciotta (SA)”
SPECIALISTA:
Arch. Angela Sanseverino
RELATORE:
Prof. Luigi Fusco Girard
Le opzioni prese in considerazione per Palazzo
Pappacoda di Pisciotta nascono dall’esigenza di
promuovere un modello di sviluppo territoriale
compatibile con la tradizione di un’area come quella
cilentana. Il progetto di riutilizzo di una struttura
architettonica destinata ad una fruizione pubblica
poggia le sue basi su un esame degli obiettivi sociali
e degli aspetti economici correlati: in questa ottica
sono stati analizzati i piani gestionali relativi a due
opzioni, di cui si è voluta appurare la convenienza
economica. Il lavoro è stato completato da una
concreta proposta di utilizzo degli spazi architettonici
disponibili.
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Scopo dello studio è l’analisi economica di un
progetto di
riutilizzo di una struttura
architettonica: in particolare si analizzano gli
aspetti gestionali della produzione di un servizio
pubblico formulando i business planes relativi a
due possibili opzioni di cui si vuole appurare la
convenienza economica.
Posta alla sommità del colle che ospita il paese,
la struttura architettonica del Palazzo Pappacoda
è attualmente oggetto di un intervento
restaurativo e conservativo grazie a fondi
erogati dalla Regione Campania; parte della
struttura, precedentemente adibita ad uso
abitativo è stata donata all’Amministrazione
Comunale con il vincolo di realizzazione di una
biblioteca.
Per coniugare la spiccata sensibilità civile e
culturale del privato cittadino autore della
donazione con le esigenze di una popolazione e
di un economia in via di sviluppo sono state
valutate due possibilità di produzione di servizi
pubblici affiancati a quello della biblioteca: in
particolare ci si è interessati alla creazione di
isole multimediali e di uno spazio per
mostre temporanee.
Obiettivi
17
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Metodologia
Strumenti
1.
2.
Analisi della domanda sociale
Analisi dei potenziali mercati di sbocco
3.
Descrizione critica della situazione attuale
di eventuali produttori, già esistenti,
di prodotti o beni sostituti
Individuazione dei mercati
di approvvigionamento
Modalità di promozione del bene prodotto
Indagine sul territorio
Indagine su dati statistici
dell’Ente Provinciale per il
Turismo di Salerno
Indagine sul territorio
4.
5.
6.
7.
Indagine di mercato
Programmazione dell’incremento
della capacità produttiva
Esposizione dei prospetti di
analisi economica e di analisi finanziaria
Affidamento agli usuali canali
pubblicitari
Misura del servizio erogato
Misura del servizio potenziale
Analisi del break-even point
Analisi del VAN (Valore Attuale
dell'attività
Netto)
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Conclusioni
Isole multimediali
L’aspetto centrale che la “rete delle reti” va
assumendo nel quotidiano delle persone consente
stime ottimistiche nei riguardi della fruizione del
servizio offerto.
E’ lecito quindi supporre un incremento della
domanda, sia in termini di ore di fruizione da parte dei
frequentatori abituali, sia in termini di numero di
frequentatori: l’unico limite alla soddisfazione di tale
domanda è rappresentato dall’assenza di spazi
sufficientemente ampi da mettere a disposizione.
Mostre temporanee
Nonostante l’attività espositiva sia un’attività a
margine economico negativo, tuttavia l’aspetto
promozionale che essa riveste nei confronti della
biblioteca e, ad un livello più ampio, di tutto il paese di
Pisciotta lasciano intravedere margini di ampliamento
del servizio: con ogni probabilità ciò non si
concretizzerà nell’aumento del numero di eventi nel
periodo, bensì nella realizzazione di mostre di
maggiore risonanza che, a fronte di un più elevato
valore artistico del materiale presentato, richiamino
più ampie affluenze in un numero maggiore di giorni.
18
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Il percorso verso la sostenibilità locale.
Il caso studio di Pisciotta.
Relatore : Prof. Arch. Luigi Fusco Girard
Specialista: Arch. Monica Siani
L’Agenda 21 Locale rappresenta lo strumento con il quale attuare a livello locale
obiettivi di sostenibilità.
Lo studio del percorso verso la sostenibilità assume rilevanza attraverso la trattazione
delle tappe che hanno segnato l’avvio di processi di sviluppo sostenibile locale.
Il percorso verso la sostenibilità è segnato da numerosi impegni, a livello
internazionale, volti a contrastare la crescente disumanizzazione delle nostre città.
Se in particolare ci soffermiamo a pensare alla situazione in Italia diventa allora
necessario promuovere processi di pianificazione attenti al patrimonio storico e
culturale del nostro paese e che mirino alla salvaguardia del nostro paesaggio così
ricco e variegato.
Attraverso l’adozione di Piani d’Azione Ambientali le città possono perseguire uno
sviluppo sostenibile che punti all’integrazione delle dimensioni ambientale, sociale ed
economica.
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Le tappe verso la sostenibilità
locale
CONFERENZA DI RIO 1992
Agenda 21 è l’agenda di lavoro
delle Nazioni Unite per il
ventunesimo secolo.
z
AGENDA 21
Scala: globale, nazionale, regionale, locale.
z
AGENDA 21
LOCALE
1992 Rio de Janeiro: Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo
Agenda 21 raccomanda che
l’azione politica si svolga in modo
integrato su quattro scale:
globale, nazionale, regionale e
locale.
Agenda 21 Locale è un
processo multi-settoriale e
partecipativo per realizzare
obiettivi dell’agenda 21 a livello
locale, attraverso la definizione e
attuazione di un Piano Strategico
di lungo termine che affronti le
problematiche prioritarie di
sviluppo sostenibile a livello
locale.
19
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Il processo di Agenda 21
Locale
1. principi generali e
visione locale condivisa
2. problemi e relative
cause
3. obiettivi dell’azione
ambientale
4. priorita’ d’intervento
5. target
opzioni
attuative
6. programmi tematici
7. piano d’azione
8. attuazione e
monitoraggio
9. valutazione e
revisione
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
L’Agenda locale 21 si rivela essere uno strumento fondamentale per l’attuazione dello sviluppo sostenibile secondo il principio della sussidiarietà.
Intervenire a livello locale significa agire dal basso verso l’alto secondo quelle che sono nuove forme di autogoverno locale.
Nel processo volto a contrastare la crescente disumanizzazione delle nostre città è necessario che avvenga la partecipazione di tutti i soggetti
interessati.
Attraverso Agenda 21 locale ogni città può promuovere in maniera integrata lo sviluppo sostenibile nel campo ambientale, sociale ed economico.
Lo studio della realtà urbana di Pisciotta affronta alcuni aspetti dello Stato dell’Ambiente e vuole rappresentare solo la fase iniziale di un processo
che attraverso la partecipazione e la collaborazione di vari soggetti può portare alla definizione di veri e propri piani di azione.
E’ necessario promuovere tali strumenti di governo del territorio affinché attraverso più attente forme di pianificazione possano essere raggiunti
risultati che rendano tangibili l’effettivo miglioramento della qualità della vita, nel rispetto del patrimonio naturale e manufatto del nostro paese.
20
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
“CENTRO POLIFUNZIONE EX ONMI:
definizione della strategia di manutenzione
per una gestione sostenibile”
RELATORE : Prof. Gabriella CATERINA
CORRELATORE: Prof. Luigi FUSCO GIRARD
SPECIALISTI: ARCH. Lea ANGINO
ARCH. Barbara LA ROSSI
ARCH. Raffaela NARDONE
Sintesi del lavoro di tesi:
L’edificio, “Centro polifunzionale ex ONMI”. oggetto di
studio destinato ad ospitare attività di carattere
sociale, rientra nel quadro degli interventi del
Progetto Urban, piano d’iniziativa comunitaria che
coniuga misure di tipo economiche e sociali con
interventi urbanistici ma non prevede nessun tipo di
sostentamento economico successivo.
L’edificio di proprietà del Comune di Napoli è
destinato allo svolgimento di pubblici servizi e l’uso
diretto, in questo caso da parte di associazioni no
profit, non prevede la corresponsione di un canone.
Al fine di mantenere le caratteristiche tecnicostrutturali dell’edificio, partendo dalla conoscenza
dello stesso, si sono individuate le relazioni tra le
attività previste, i fruitori (utenti e operatori) e gli
spazi utilizzati; le possibili forme di finanziamento a
sostegno delle attività svolte; gli addetti alla
manutenzione (uffici-responsabili-operatori) e per
analogia con attività similari si sono quantizzati
alcuni costi di gestione.
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Obiettivi
•
•
•
•
Valorizzare la funzione dei Piani d’Iniziativa Comunitaria - Progetto Urban ;
Valorizzare l’utilità di un centro polifunzionale - Edificio ex ONMI- Quartieri Spagnoli Napoli – destinato ad
attività di carattere sociale;
Prolungare il ciclo di vita utile dell’edificio;
Definire una corretta gestione tecnico-economica dell’edificio.
21
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Metodologia
La base della ricerca metodologica-progettuale si
fonda sulla conoscenza del sistema architettonico
e del sistema ambientale dell’edificio ex ONMI.
Il metodo utilizzato è quello della :
• Scomposizione e classificazione del sistema
tecnologico
•
Scomposizione e classificazione del sistema
ambientale
La classificazione ci ha permesso di individuare la
“relazioni” tra l’elemento tecnico e/o componente
e l’ambiente in cui è collocato.
Si sono definite inoltre:
•
•
•
Relazione tra spazio-attività-fruitori
Classificazione elementi di valutazione per la scelta
dello staff di manutenzione
Programmazione degli “interventi” manutentivi.
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Strumenti
Programma degli interventi
Conoscenza
- scheda identificativa - analisi del quartiere
- scheda tecnicaanalisi del sistema tencologico
scheda tecnica di prodotto
scheda anagrafica tecnica
- check-listanalisi del sistema ambientale
scheda requisiti tecnici dell’elemento
Pianificazione (Manuale di manutenzione)
- Scheda d’ ispezione - Individuazione e descrizione delle istruzioni
necessarie per effettuare la diagnosi fisico
e/o funzionale
- Scheda clinica 1Indicazione sugli interventi da effettuare
Raccolta delle informazioni relative alle
ispezioni effettuate
- Scheda clinica 2Rielaborazione delle informazioni
Programmazione (Programma di manutenzione)
- ScadenzarioIndividuazione delle tipologie d’ispezione e
d’intervento secondo le frequenze prestabilite
e indicazione dei costi relativi
- CronogrammaArticolazione del programma di manutenzione:
successione temporale degli interventi ottimizzati
in base alla tipologia, gli operatori, le attrezzature
e la durata degli interventi.
Gestione
Amministrativa
- scheda amministrativa dei flussi economici
- scheda amministrativa personale interno
- scheda controllo servizi comuni
Tecnica della costruzione
- scheda gestione imprese di manutenzione
- scadenzario
- cronogramma
La gestione, scomposta in amministrativa e
tecnica della costruzione, rimanda al
programma degli interventi relazionandoli ai
costi manutentivi.
22
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Conclusioni
La gestione del patrimonio immobiliare
pubblico è finalizzata non soltanto ad
ottenere un utile economico di
gestione ma anche al proseguimento
di un vantaggio di natura sociale.
Costo del ciclo di vita
Rinnovamento
dell’immobile
Manutenzione
ordinaria e/o
straordinaria
Costi
energetici
Spese
di conduzione
Pulizia
Costi d’uso
in generale
Costi
di gestione
Il costo globale di un bene durevole è rappresentato, oltre che dal
costo di rinnovamento, da tutte le spese che occorre sostenere per la
sua utilizzazione, nel corso della sua vita utile.
La stima del costo globale è risultata
piuttosto difficoltosa per la mancanza
di dati storici e
per l’evoluzione
temporale dei costi d’uso in relazione
all’utilizzo dell’ edificio. Si sono quindi
ipotizzati dei costi e delle forme di
sostentamento per analogia con
attività similari.
Partendo dai risultati ottenuti da
questo studio è possibile estendere la
programmazione per il controllo delle
attività manutentive in ogni singolo
edificio, personalizzandola di volta in
volta a seconda delle attività svolte.
23
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
LA GESTIONE DEL PATRIMONIO SCOLASTICO DELLA PROVINCIA DI AVELLINO.
Casi studio: il Piano di Manutenzione di tre scuole.
RELATORE : Prof. Gabriella CATERINA
CORRELATORE: Prof. Maria Rita PINTO
SPECIALISTI: Arch. Sara BIANCHI
Arch. Roberto MARAIA
Arch. Paola SIMEONE
Il lavoro consiste, dopo un’attenta analisi del patrimonio in questione, in uno
studio dettagliato dei processi di degradamento fisico e di obsolescenza
funzionale di tutti gli edifici scolastici della provincia di Avellino, allo scopo di
giungere ad una Manutenzione Programmata degli stessi.
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Schema
metodologico
INDIVIDUAZIONE E LOCALIZZAZIONE
DELLE SCUOLE NELL'AMBITO PROVINCIALE
ELENCO SCUOLE
Liceo Classico
Liceo Scientifico
I.T.Commerciale
I.P.S.I.A.
Istituto Magistrale
I.T.Geometri
I.T.I.S.
Istituto d'Arte
I.T.Agrario
Conservatorio
Prima fase
Obiettivo
Sede Centrale
CARTOGRAFIA DELLA PROVINCIA
Sede Succursale
RILIEVO FOTOGRAFICO
TIPOLOGIA
Elaborazione di linee guida per la Gestione
dei
62 edifici scolastici della Provincia di
Avellino.
Prospetti
Coperture
Scale antincendio
Spazi di distribuzione
orizzontali e verticali
Aula tipo e Aule spec iali
Spazi collettivi:
palestra, auditorium
Servizi igienici
Strumenti
Piante
Prospetti
Sezioni
Fotografie
DATI DIMENSIONALI
Superficie
Volume
Numero piani
POPOLAZIONE SCOLASTICA
Numero alunni
DESCRIZIONE ANAGRAFICA
Data di costruzione
DATAZIONE DEGLI EDIFICI
ED INTERVENTI SUBITI
SCOMPOSIZIONE SISTEMA TECNOLOGICO
SCOMPOSIZIONE SISTEMA AMBIENTALE
ANAGRAFICA TECNICA
Categorie d'intervento
Involucro esterno
Disimpegni verticali
Orizzontamenti
Strutture di separazione
Rifiniture interne
Unita' pedagogiche
Laboratori ed officine
Spazi per attivita'
parascolastiche ed
integrative
Spazi per educazione
fisica e sportiva
Spazi per la mensa
Spazi per la distribuzione
Spazi per i servizi
igienico-sanitari
Spazi per
l'amministrazione
NOTE SULL'EDIFICIO
ADEGUAMENTI NORMATIVI
Certificazione comando
provinciale VV.FF.
L.46/90
L.626/94
L.13/89
Verifica delle conformita' alle normative vigenti
in materia di prevenzione, sicurezza e barriere architettoniche
RIFERIMENTI NORMATIVI
Legislazione in materia di edilizia scolastica
•
•
Per poter gestire un patrimonio vasto come
l’edilizia scolastica della Provincia di Avellino
è necessaria innanzitutto una conoscenza
approfondita del patrimonio stesso,volta ad
accertarne la consistenza le condizioni e la
funzionalità. Tale conoscenza è stata
raggiunta attraverso un’attenta analisi degli
edifici ed ha portato alla redazione di due
tipi di schede:
Schede anagrafiche e
Schede anagrafiche-tecniche
strutturate in modo tale da essere
implementabili e da permettere di trattare in
maniera omogenea un patrimonio diffuso ed
eterogeneo. Senza fare riferimento a
modelli precostituiti, sono state inserite in
tali schede notizie relative a vari aspetti:
tipo ed epoca di costruzione, interventi
subiti,
localizzazione
geografica,
dati
dimensionali,
sistema
tecnologico
e
ambientale.
24
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Seconda fase
Schema
metodologico
Insudiciamento da vernice
Acc umulo di polveri
Inc rostazioni
Alterazione cromatic a
Manc anza di parti dello
strato di lacc atura
Disomogeneita' del
rivestimento
Disgregazione strato di
finitura
Spacc ature
Mac chie di umidità
Fessurazioni
Distacc hi, etc .
ANALISI DELLE CONDIZIONI DEL
DEGRADO FISICO PER
CIASCUN SUBSISTEMA
(ISPEZIONI)
FASE DIAGNOSTICA
Inadeguatezza
dimensionale delle
unità ambientali
Manc anza di isolamento
termo-ac ustic o
Manc anza di sistemi
di osc uramento
Assenza e/o
inadeguatezza di
strutture e/o attrezzature
per attività sportive
Assenza di aule spec iali,
etc.
ANALISI DELLE CONDIZIONI DEL
DEGRADO FUNZIONALE PER
CIASCUNA UNITA' AMBIENTALE
(ISPEZIONI)
Attraverso una politica di Manutenzione
Programmata, fornire uno strumento che
possa garantire il permanere nel tempo degli
standards
di
qualità
accettabili
e
l’adeguamento delle strutture edilizie alle
esigenze della scuola e all’innovazione
didattica.
Strumenti
In questa fase sono state analizzate le
condizioni del degrado fisico e funzionale
relativo a tre edifici campione; i dati raccolti
convergono in due tipi di schede:
Componenti interessati
Strategie di intervento
adottata
Categoria di intervento
Tipo di intervento
Desc rizione dell'intervento
eseguito
Frequenza
AREA TECNICA
FASE CLINICA
Obiettivo
Componente tec nico
Tipo di intervento
Operatori c oinvolti
Attrezzature utilizzate
Materiali impiegati
Tempi di intervento
Interferenze c on l'utenza
Rischi per la salute e la
sic urezza a seguito
degli interventi
AREA GESTIONALE
•
TIPOLOGIE DI INTERVENTO
PIANO DI MANUTENZIONE
Preventiva programmata
A guasto avvenuto
Predittiva sec ondo
c ondizione
Opportunistic a
STRATEGIE DI MANUTENZIONE
diagnostico
La prima contiene le procedure e le istruzioni
da seguire per il monitoraggio dello stato di
funzionamento e le informazioni necessarie
per effettuare la diagnosi dello stato di
degrado fisico e funzionale; la seconda
contiene l’elaborazione delle informazioni
riguardanti gli elementi e i subsistemi
dell’edificio e il loro stato di degrado fisico e
funzionale. Queste analisi produrranno le
indicazioni per le decisioni di intervento e le
relative modalità.
Componente tec nico
Tipo di intervento
Costo operatori
Costo attrezzature
Costo materiali
Costo totale interventi
AREA ECONOMICA
Schede di monitoraggio
Schede diagnostiche
SCADENZARIO
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Esempio di Scheda Diagnostica
Istituto Tecnico Commerciale “E. Fermi”-Vallata
ELEMENTO
TECNICO
COMPONENTE
DEGRADO
RISCONTRATO
Fessurazione e
distacchi
Intonaco esterno
Stratodi intonaco
Disgregazione
Rivestimenti esterni
Zoccolatura in pietraRotture e distacchi
della zoccolatura
Intonaco e
tinteggiatura
Mancanza della
zoccolatura
CAUSA DEL
DEGRADO
INTERVENTO
CORRETTIVO
INTERVENTI
PREVENTIVI
Analisi delle cause del
fenomeno, rappezzamentoUtilizzo di
localizzato previa
materiali di buona
Cattiva qualità rimozione dell’area
di
qualità,
dei materiali, intonaco interessata dalle verifica delle
agenti
lesioni, pulizia e
condizioni dello
atmosferici o trattamento del supporto estrato superficiale
meccanici
successiva ripresa
a cicli prefissati
cromatica della finitura (eventuale
rifacimento)
Analisi delle cause del
fenomeno, rappezzamento
localizzato previa
rimozione dell’area
di
Verifica periodica
Cattiva qualità intonaco interessata dalla della funzionalità
dei materiali, disgregazione, pulizia e e della planarità
agenti
trattamento del supporto edella superficie
atmosferici
successiva ripresa
dell’intonaco
cromatica della finitura
Analisidella cause,
rimozione e ripristino degli
Verifica delle
Agente
elementi danneggiati;
condizioni degli
atmosferico o consolidamento degli
ancoraggi
meccanico
elementi parzialmente
distaccati
Mancata posa Posa in opera della
in opera
zoccolatura
Fessurazioni e distacchi di intonaco
FREQUENZA
ISPEZIONI
SUCCESSIVE
STRATEGIA
MANUTENTIVA
1-2 anni
Manutenzione secondo
condizione
1-2 anni
Manutenzione secondo
condizione
1-2 anni
Dai dati emersi nell’Area Diagnostica si evince
che i degradi che nelle scuole si verificano più
frequentemente riguardano le finiture esterne
ed interne e i servizi per cui questi saranno i
primi punti su cui intervenire, stabilendo le
opportune
•
Manutenzione
secondo condizione
Manutenzione a guasto
avvenuto
Rotture e distacco della zoccolatura
Strategie
Manutentiva
di
Programmazione
dalle quali dovrà dedursi un
•
Programma di Manutenzione
(Scadenzario)
in cui saranno indicate le scadenze a cui
dovranno essere eseguiti i lavori, l’ordine degli
interventi ed i relativi costi, che dovranno poi
essere messi a confronto con il budget a
disposizione dell’Amministrazione Provinciale,
tenendo
conto
che,
nella
prospettiva
prestazionale, l’analisi dei costi dovrà essere
sviluppata anche in funzione delle principali
esigenze relative al regolare svolgimento delle
attività didattiche.
25
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Il Piano di Manutenzione e Gestione Edilizia
Sintesi del lavoro di tesi
del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli.
L’eccezionalità del complesso architettonico e la
complessità che lo caratterizza sotto il profilo
logistico-funzionale
conferiscono
alla
sperimentazione condotta una valenza atipica,
non assimilabile né alla scala di edificio né alla
scala urbana, bensì a quella delle grandi
architetture in cui si traduce la sintesi tra un
modello polifunzionale a scala urbana ed un
modello architettonico flessibile e dilatato.
Il lavoro di tesi è stato pianificato e
programmato per raggiungere un duplice
obiettivo: strutturare un Sistema Informativo per
la gestione delle attività manutentive di un
Sistema Edilizio Complesso qual’è il Palazzo di
Giustizia di Napoli e redigere un Piano di
Manutenzione di una parte di esso, la “Torre A”.
La stesura di quest’ultimo ha previsto una
specifica analisi del sistema edilizio, allo scopo di
individuare l’insieme delle relazioni esistenti “tra
le parti edilizie e le componenti impiantistiche”
in rapporto alle peculiarità del Sistema
Funzionale, su cui fondare appropriate strategie
manutentive e politiche economico-gestionali
sostenibili.
Un caso studio: la “Torre A”.
RELATORI :
Prof. Gabriella CATERINA
Prof. Pietro MAZZEI
CORRELATORI: Prof. Vittorio FIORE
Prof. Dora FRANCESE
SPECIALISTI :
Arch. Antonio BRUNO, Diana MÀDARO
Arch. Cristiana VISCARDI, Ing. Francesco DE ANGELIS
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Obiettivi
•
Strutturazione di un Sistema Informativo
per la conoscenza, la pianificazione e la
programmazione, implementabile, flessibile
ed adattabile alla quantità e diversità di
informazioni acquisite;
•
Redazione del Piano di Manutenzione
della
“Torre
A”
per
il
Sistema
Architettonico ed il Sistema Impiantistico;
•
Programmazione coordinata ed integrata
dell’azione manutentiva relativa al Sistema
Architettonico ed Impiantistico.
26
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Metodologia e Procedure
L’approccio metodologico-progettuale ha tenuto
conto delle indicazioni, in termini di contenuti,
dettate dalle norme UNI in materia di
manutenzione e dalla vigente normativa in
materia LL.PP. (L.109/94 e s.m.i.), e in termini
di l’elaborazione, gestione e controllo dei dati
delle esigenze di informatizzazione.
I criteri e le procedure adottate si riferiscono a
strumenti di organizzazione e metodi di lettura
del sistema edilizio scientificamente riconosciuti
a livello nazionale e d internazionale.
L’iter procedurale è stato articolato nelle
seguenti fasi:
1. Acquisizione dati per la conoscenza del
Sistema Architettonico ed Impiantistico della
“Torre A”;
2. Elaborazione dei dati di ricognizione
(ricognitori);
3. Scomposizione e classificificazione del
Sistema Tecnologico e riarticolazione in sistemi
aggregati di elementi tecnici;
4. Individuazione degli insiemi manutentivi;
5. Elaborazione e redazione delle schede
tecnico-anagrafiche, cliniche e di monitoraggio
diagnostico degli elementi tecnici manutenibili;
6. Articolazione dello scadenzario delle
ispezioni e degli interventi;
7. Programmazione “ottimizzata” delle ispezioni
e degli interventi (cronoprogramma).
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Strumenti
AREA DELLA CONOSCENZA:
Anagrafe identificativa:
- Analisi fasi progettuali e realizzative della Torre A;
-
Analisi dei caratteri generali del sistema edilizio.
Anagrafe tecnica:
-
Elaborazione dei RICOGNITORI;
Analisi del SISTEMA TECNOLOGICO (PCET);
Analisi del SISTEMA FUNZIONALE (PCA);
Selezione degli Elementi Critici da Manutenere (PAETM);
Schedatura degli Elementi Tecnici da Manutenere.
27
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Strumenti
AREA DELLA PIANIFICAZIONE
(Manuale di Manutenzione):
• Individuazione e descrizione delle strategie
manutentive con esplicitazione degli interventi e delle
ispezioni da effettuare (schede cliniche);
• Individuazione e descrizione delle istruzioni
necessarie per effettuare il monitoraggio e la diagnosi
dello stato di degrado fisico e/o funzionale (schede di
monitoraggio diagnostico);
• Rielaborazione delle informazioni di ritorno (schede
cliniche).
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Strumenti
AREA DELLA PROGRAMMAZIONE
(Programma di Manutenzione):
• Individuazione delle tipologie di ispezione e di
intervento secondo frequenze prestabilite
(scadenzario);
• Articolazione
del
programma
di
manutenzione: successione temporale degli
interventi ottimizzati in base alla tipologia degli
operatori, alle attrezzature richieste e alla
durata degli interventi (cronoprogramma).
28
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
CONCLUSIONI
L’elaborazione delle “linee guida per la costruzione di un Sistema Informativo per la
Manutenzione Edilizia e Urbana”, nel corso del primo anno di studi, ha avuto, come
logica e naturale prosecuzione, una applicazione ad un caso “paradigmatico”: il
Palazzo di Giustizia di Napoli. I risultati delle attività svolte nel secondo anno di studi
e in conclusione con il lavoro di tesi ha consentito il raggiungimento di un duplice
obiettivo:
• un nuovo contribuito, in termini metodologici e procedurali, per la strutturazione
di Sistemi Informativi per la Gestione e Manutenzione di Sistemi Edilizi Complessi;
• un modello di Piano di Manutenzione, a fronte di un quadro normativo e
procedurale in continua evoluzione, per la Gestione e Manutenzione dei Palazzi di
Giustizia.
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PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Il Piano di Manutenzione dell’Impianto di Pubblica Illuminazione
del Comune di EBOLI
RELATORE : Prof. Ing. Pietro M A Z Z E I
CORRELATORE: Arch. Laura S C A R C I A
SPECIALISTA: Arch. Vito C A P U T O
SINTESI
Classificazione dei componenti ed elementi tecnici secondo la norma UNI 8290 ed UNI 40/1.
Individuazione dei guasti per la redazione della scheda d’intervento e rilevamento degli interventi per circa
sei mesi.
Analisi delle informazioni di ritorno; registrazione al database degli interventi; georeferenzazione dei dati
con il GIS.
Valutazione delle strategie manutentive adottate dal Comune e analisi dei costi degli interventi a guasto.
Redazione del Piano di Adeguamento dell’impianto e Redazione del Piano di Manutenzione.
Analisi dei costi effettuati dall’Ente e dei costi previsti dal Piano di Manutenzione.
Risparmio economico per l’Ente con l’attuazione del Piano di Manutenzione.
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Obiettivi
Riduzione dei guasti e dei disservizi
sociali;
Funzionalità ed Efficienza
dell’impianto;
Creazione del Sistema Informativo;
Gestione dell’impianto con strategia
programmata;
Riduzione dei costi con l’attuazione
del Piano di Manutenzione;
Gestione delle scorte in magazzino e
riutilizzo delle lampade.
30
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Metodologia
•
Sopralluoghi con gli operatori
manutentori ed interviste ai
tecnici responsabili
•
L’osservazione, la raccolta e la
registrazione degli interventi
•
Analisi dei dati e informazioni
utili alla stesura del piano di
manutenzione
•
Redazione della Scheda degli
Interventi e delle schede previste
dalla norma Uni 10874
•
Analisi delle informazioni di
ritorno
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Strumenti
•
Il Sistema Informativo GIS
consente la registrazione degli
interventi differenziati secondo il
costo;
•
Il database individua le linee più
soggette a guasto mettendo in
relazione i dati numerici con i dati
grafici;
•
Il Sistema Informativo viene
continuamente aggiornato
attraverso le informazioni di
ritorno;
•
Implementazione del Sistema
Informativo.
31
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Conclusioni
•
L’attuazione
del
Piano
di
Manutenzione riduce i costi di
gestione di circa € 8.000,00.
•
La registrazione e quantificazione
annuale degli elementi tecnici
e/o
componenti
sostituiti
consente di effettuare:
La richiesta di fornitura di nuovo
materiale elettrico da parte
dell’Ufficio Manutenzione;
Una migliore gestione delle scorte
in magazzino attraverso la scelta
degli elementi e/o componenti
sostituiti o da riutilizzare;
Il confronto delle spese annuali
per la fornitura del materiale
elettrico in rapporto a quanto
sostituito.
32
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
La valutazione ex post della durabilità dei componenti edilizi.
Il caso studio del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli.
RELATORE : Prof. Gabriella CATERINA
CORRELATORE: Prof. Umberto CATURANO
SPECIALISTA: ARCH. Claudio BATTISTA
Sintesi del lavoro di tesi
La tesi approfondisce il problema dell’analisi e della sistemazione delle informazioni di ritorno,
provenienti da attività manutentive già eseguite, nella prospettiva di finalizzare tali
informazioni ad una realistica previsione delle frequenze e delle scadenze temporali su cui
“dimensionare” il piano di manutenzione.
Il caso studio, scelto in coerenza con attività di ricerca già sviluppate presso il Dipartimento
di Configurazione ed Attuazione dell’Architettura, avvia a soluzione la determinazione a
posteriori della durabilità dei subsistemi tecnologici e dei componenti posti in opera nel
Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli.
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Obiettivi
•
Progettazione di uno “strumento” per la
elaborazione delle informazioni di ritorno
delle attività manutentive
•
Aggiornamento “progressivo” del piano di
manutenzione informatizzato della Torre A
•
Elaborazione dei piani di manutenzione degli
altri plessi del Nuovo Palazzo di Giustizia di
Napoli, in coerenza con il Sistema
informativo per i servizi di gestione e
manutenzione
33
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Metodologia
•
Ricognizione della documentazione tecnica (registri delle
presenze, degli interventi, delle forniture) relativa
all’appalto del Servizio di manutenzione ordinaria delle
strutture edili del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli nel
periodo contrattuale 4-5-2001/3-5-2002
•
Classificazione delle “notizie manutentive” per:
–
–
–
–
–
•
Classe di elementi tecnici interessati dall’intervento
Tipologia (opportunamente codificata) di attività svolta
Descrizione dell’intervento
Localizzazione dell’intervento
Attività giudiziaria insediata nell’unità ambientale luogo
dell’intervento
Associazione dell’intervento alla “giornata lavorativa” con
indicazione:
–
–
–
Della tipologia e della composizione della squadra di
intervento
Dei mezzi d’opera, del tempo effettivo del loro impiego e del
loro costo giornaliero
Dei prodotti impiegati e del loro costo di approvvigionamento
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Strumenti
•
Creazione di un data base in ambiente
Microsoft Access per la gestione delle
informazioni di manutenzione acquisite
•
Importazione del data base in ambiente
MapInfo Professional per la localizzazione in
pianta delle singole “notizie manutentive”
registrate
•
Interrogazione delle basi di dati per:
–
–
–
Frequenza degli interventi ascrivibili ad una
medesima classe di attività
Ricorrenza delle tipologie di elementi tecnici
manutenuti
Localizzazione degli interventi ed impatto degli
interventi manutentivi con le attività giudiziarie
insediate
34
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Risultati
•
Valutazione della produttività delle ditte
appaltatrici del Servizio di manutenzione in
base:
–
–
Alla distribuzione dei costi
Alla variabilità giornaliera della composizione
della squadra di intervento
•
Individuazione dei componenti “a rischio” per
frequenza di interventi manutentivi
•
Ottimizzazione della “logistica” della
manutenzione in base alla lettura combinata
di ricorrenza e localizzazione degli interventi
35
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
COMUNE DI
SESSA AURUNCA
PROVINCIA DI CASERTA
Organizzazione del servizio di manutenzione per la gestione del
patrimonio edilizio scolastico del Comune di Sessa Aurunca
RELATORE : Prof. Gabriella CATERINA
CORRELATORE: Prof. Vittorio FIORE
SPECIALISTI: ARCH. Giovanni BORTOLIN
ARCH. Vincenzo MAGNETTA
Sintesi del lavoro
Gli Enti Locali gestiscono quasi sempre la manutenzione dei propri
propri
patrimoni immobiliari in modo non programmato e privi di un
servizio organizzato, adottando politiche manutentive basate sul
compromesso di disporre risorse per la manutenzione solo quando
l’esigenza manutentiva si è trasformata in urgenza inderogabile,
compromettendo di conseguenza l’ordinario ciclo di vita utile degli
degli
immobili.
L’analisi dello stato dell’arte del patrimonio scolastico del Comune
Comune di
Sessa Aurunca ha riscontrato tutte le problematiche suddette.
Lo studio propone di riorganizzare il servizio di manutenzione in
modo unitario al fine di poter gestire, anche attraverso l’istituzione
l’istituzione
di un sistema informativo, in modo programmato gli interventi
manutentivi.
manutentivi.
1.1 ISTITUTO SAN LEO
1.2 ISTITUTO CASCANO
1.3 ISTITUTO AVEZZANO SORBELLO
2.1 ISTITUTO SEMICERCHIO
2.2 ISTITUTO CUPA
2.3 ISTITUTO CASAMARE
2.4 ISTITUTO CORBARA
2.5 ISTITUTO FASANI
2.5P ISTITUTO FASANI
2.6 ISTITUTO PIEDIMONTE
2.7 ISTITUTO RONGOLISE
3.1 ISTITUTO LAURO
3.2 ISTITUTO SAN CASTRESE
3.3 ISTITUTO CORIGLIANO
3.4 ISTITUTO S.M.VALOGNO
3.5P ISTITUTO SAN CARLO
3.6 ISTITUTO PONTE
3.7P ISTITUTO MAIANO
3.8 ISTITUTO SAN MARTINO
M.1 ISTITUTO CAIO LUCILIO
M.2 ISTITUTO SUCC. CAIO LUCILIO
M.3 ISTITUTO DE SANCTIS
M.4 ISTITUTO SUCC. DE SANCTIS
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Obiettivi
SCUOLA ELEMENTARE PIEDIMONTE
•
•
•
•
•
Comprendere e governare il rapporto qualità
prestazionale-tempo nel ciclo di vita dei
sistemi e componenti edilizi;
Sviluppare modelli più efficaci per controllare
il rapporto tra valore immobiliare e gestione
tecnico-economica (costi, investimenti) degli
interventi di manutenzione;
Tradurre conoscenze e modelli in capacità di
pianificazione strategica delle attività;
Costruire una sensibilità in tutti i soggetti
coinvolti rispetto ai requisiti di
manutenzione;
Razionalizzare la gestione tecnica ed
economica degli interventi necessari a
mantenere inalterato nel tempo il livello
qualitativo del patrimonio e a stabilire livelli
di efficienza e di affidabilità delle opere
soggette ai fenomeni di obsolescenza e
degrado.
36
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
Metodologia
ANALISI COSTI:
Consuntivo gestione e manutenzione anno 2001
Monitoraggio interventi di manutenzione anno
2002
ANALISI DEL SERVIZIO DI
MANUTENZIONE
Verifica della dotazione organica applicata al
servizio di manutenzione e relative
mansioni
Verifica di un sistema informativo
Monitoraggio dei plessi
Raccolta dati in possesso del servizio
CREAZIONE DI UN SISTEMA
INFORMATIVO
ORGANIZZAZIONE DEL SUM
(Servizio Unitario Manutenzione)
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
ISTITUTO PIEDIMONTE
EDIFICIO
Procedure e Strumenti
2.6.
LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA
DATI METEOROLOGICI
STAGIONE
REGIONE
CAMPANIA
PROVINCIA
CASERTA
COMUNE
SESSA AURUNCA
LOCALITA’
PIEDIMONTE
INDIRIZZO
VIA RIVOLI
INVERNALE
PRIMAVERILE
ESTIVA
AUTUNNALE
TEMPERATURA
11.1° C
20.1° C
26.5° C
15.2° C
PIOVOSITA’
60 mm
45 mm
20 mm
51 mm
UMIDITA’
63 %
48 %
35 %
42 %
VENTI DOMINANTI
N-E
S-O
S-O
N-O
PLANIMETRIA UBICATIVA
CARATTERISTICHE EDIFICIO
ANNO DI COSTRUZIONE
SUPERFICIE LOTTO
1393 MQ
SUPERFICIE COPERTA
843 MQ
SCHEDA INTERVENTI
•
MANUALE DI MANUTENZIONE PER IL
TECNICO
•
PROGRAMMA DI MANUTENZIONE
•
MANUALE D’USO UTENZA FINALE
•
CONTROLLO DELL’ EFFICIENZA DELLA
STRUTTURA – SERVIZIO UNITARIO DI
MANUTENZIONE (SUM)
•
CONTROLLO DEGLI INTERVENTI
PIANI INTERRATI
PIANI SEMINTERRATI
PIANI FUORI TERRA
1
NATURA SUOLO
H. MAX
VOLUME
STRUTTURA
3.50 M
2950 MC
C. ARMATO
PIANTA ORGANICA
INSEGNANTI
15
ALTRO PERSONALE
2
ALUNNI
94
ALUNNI MAX CONS.
118
RILIEVO STATO ATTUALE
PROGETTO INTERVENTO
37
PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
I RISULTATI ATTESI da una razionale organizzazione del Servizio di Manutenzione
responsabile della gestione del patrimonio edilizio scolastico analizzato, sono essenzialmente i
seguenti:
• Risultati di carattere organizzativo: individuazione di procedure operative più snelle e
funzionali, con l’assegnazione di responsabilità agli attori coinvolti nelle procedure ai vari
livelli;
• Risultati di carattere tecnico: costituzione di un inventario di tutti i beni e impianti che
consentono di valutare le condizioni di efficienza e di funzionalità del patrimonio da
manutenere;
• Risultati di carattere economico: individuazione dei costi superflui e non ottimizzati, con
possibilità del controllo del badget e verifica “in continuo” dei costi globali di intervento.
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PROCEDURE, METODI E STRUMENTI OPERATIVI PER LA STESURA DEI PIANI DI MANUTENZIONE
Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
La Manutenzione degli spazi verdi.
Piano di Manutenzione del Parco Virgiliano a Napoli.
RELATORE : Prof. Gabriella CATERINA
CORRELATORI: Prof. Marcello FORLANI
Prof. Nicola PILONE
Prof. Vittorio FIORE
SPECIALISTA: ARCH. Flavia CASTAGNETO
ABSTRACT
Quando oggi si parla di Manutenzione del verde urbano ci si riferisce ad una particolare disciplina dinamica e giovane che sta cercando una sua
autonomia e definizione, nell’ambito della più generale Manutenzione urbana, oggetto di questo convegno internazionale. Allo stato attuale però si
stanno ancora fondando le basi di questo settore della disciplina, mancando ancora terminologia standardizzata, metodologia adeguata, normativa
specifica. Allo stesso tempo l’esigenza di definire strumenti di controllo e gestione del verde è sempre più sentita, ed il verde è visto sempre più
come fattore fondamentale di qualità urbana. Questo lavoro di tesi ha come tema principale l’analisi del rapporto tra verde e costruito e la
proposta di uno strumento operativo per la manutenzione di un parco urbano. Il caso studio esaminato è il PARCO VIRGILIANO di Napoli,
oggetto di un recentissimo progetto di recupero ambientale ed edilizio, commissionato, progettato e diretto da uno staff del Dipartimento centro
Storico del Comune di Napoli, coordinato dall’arch. G. Pulli. Il parco Virgiliano, per le sue caratteristiche e la sua indole naturale è a cavallo tra oasi
naturalistica e parco cittadino, situato in una posizione paesaggisticamente straordinaria sullo sperone di roccia del promontorio di Coroglio.
Partendo dalla proposta di un PIANO DI MANUTENZIONE per un caso vivo, l’obiettivo di questo contributo è da un lato cominciare a stimolare
ed intraprendere uno studio più strutturato e sistematico sulla Manutenzione del verde urbano, dall’altro di fornire un modello il più possibile
Flessibile alle esigenze specifiche di evoluzione del parco e trasferibile ad altri parchi urbani. Quando si parla di manutenzione di parchi urbani il
primo fattore da considerare è la COMPLESSITA’ degli elementi presenti, dovuta alla loro eterogeneita’; elementi biotici ed abiotici con cicli di vita
completamente differenti che tuttavia interagiscono continuamente. Un Piano di Manutenzione di un parco urbano deve essere basato sullo studio
delle interazioni tra gli elementi, deve essere ORGANICO, cioè fondarsi sulle relazioni spaziali, fisiologiche, funzionali tra di essi.
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Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
OBIETTIVI
OBIETTIVI DELLA MANUTENZIONE DEL VERDE URBANO
Valorizzazione del verde urbano:
ƒ
Mantenimento del valore ecologico
ƒ
Mantenimento del valore storico-testimoniale
ƒ
Mantenimento del valore didattico scientifico
ƒ
Mantenimento del valore estetico
ƒ
Mantenimento del valore igienico
Valorizzazione del parco Virgiliano:
ƒ
Mantenimento dell’immagine del parco
ƒ
Mantenimento dei valori paesaggistici del sito
ƒ
Protezione dagli elementi ambientali e vegetali stranei ed
aggressivi
ƒ
Sicurezza delle essenze vegetali (emergenza climatica e
parassitaria)
ƒ
Miglioramento dell’igiene ambientale urbana
Fig.1. Viale del parco verso via t. L. Caro
OBIETTIVI DELLA TESI
ƒ
Creazione di un sistema per la conoscenza del parco Virgiliano
FLESSIBILE e TRASFERIBILE
ƒ
Creazione di un sistema per la conoscenza del parco Virgiliano
adeguato alla ETEROGENITA’ egli elementi soggetti a
manutenzione
ƒ
Redazione di un PIANO DI MANUTENZIONE del parco
Virgiliano
ƒ
Proposta di interventi MIGLIORATIVI del sistema parco, con
eventuali adeguamenti e/o sostituzioni di elementi a rischio, in
base all’analisi degli elementi critici e delle zone a rischio del
parco.
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METODOLOGIA E STRUMENTI-I
SCHEMA DI LOCALIZZAZIONE DEL VERDE
SCHEMA
DI LOCALIZZAZIONE DEI SUBSISTEMI AGGREGATI DEI COMPONENTI
LEGENDA
VEGETALI
SB1
SB2
SB3
SB4
SB5
SB6
SB7
SB8
DI LOCALIZZAZIONE DEGLI ELEMENTIDEGLI
GRIGLIA DI SCHEMA
LOCALIZZAZIONE
ELEMENTI DEL PARCO VIRGILIANO
DEL PARCO VIRGILIANO
XL
G
xxxv
B
F
H
XXX
A
C
XXV
PRIMA PARTE:
REGISTRAZIONE TECNICA DEGLI ELEMENTI DEL PARCO
1.
Individuazione della tipologia di dati da acquisire
2.
Scomposizione del sistema in sottoparti elementari
- Elaborazione della Classificazione generale degli elementi
tecnologici di un parco urbano
- Elaborazione della Classificazione degli elementi tecnologici
del parco Virgiliano
3.
Accorpamenti degli elementi del parco in Subsistemi Aggregati
di elementi
4.
Localizzazione dei Subsistemi Aggregati degli elementi vegetali
ed architettonici
5.
Redazione di archivi di Schede tecnico-anagrafiche degli
elementi
- Schede tecniche di Componente vegetale
- Schede tecniche di Subsistema aggregato
6.
Individuazione delle prestazioni specifiche degli elementi,
variabili nel tempo.
SECONDA PARTE:
GUASTI ED ISPEZIONI: ANALISI DEI MODI DI GUASTO
1.
Individuazione degli elementi a rischio di guasto
2.
Individuazione dei modi e delle cause di guasto – Failure
mode
3.
Metodi di controllo
I
XX
D
L
XV
E
X
V
IV
III
II
I
1
2
3
4
5
10
15
20
25
30
35
40
45
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METODOLOGIA E STRUMENTI-II
LE FUNZIONI DEL VERDE URBANO:
Le aree verdi presenti nel territorio urbanizzato esercitano le seguenti
funzioni:
1.
2.
3.
4.
Toccolini A., Piano e progetto di area verde,
manuale di progettazione, ed. Maggioli, Rimini 2002
IL SISTEMA PARCO
5.
6.
ELEMENTI ABIOTICI
ELEMENTI BIOTICI
(turn over)
TERZA PARTE:
AREA CLINICA. METODI E STRUMENTI DI SUPPORTO ALLE DECISIONI
1.
2.
3.
UTENTI
INTERCETTAZIONE DELLE POLVERI
Sedimentazione delle particelle, deposito per effetto elettrostatico
REGOLAZIONE TERMICA
Raffrescamento della temperatura ambientale per l’evepotraspirazione delle
foglie
FISSAZIONE DEI GAS TOSSICI
Assorbimento dei gas inquinanti presenti nell’aria
PRODUZIONE DI OSSIGENO
Fotosintesi clorofilliana
BARRIERA AL VENTO ED AL RUMORE
Deviazione del vento e diminuzione della sua energia cinetica;
assorbimento, riflessione e deviazione dell’energia sonora
BENESSERE PSICOLOGICO E PERCETTIVO
4.
Individuazione delle tipologie di intervento
Individuazione delle modalità di intervento, materiali, manodopera,
attrezzature
Redazione di uno scadenzario delle ispezioni e degli interventi manutentivi
Proposta di interventi migliorativi-ottimizzazione delle opere di
manutenzione
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SPECIFICITA’ E PROPOSTE
SPECIFICITA’ RISCONTRATE NELLA REDAZIONE
DEL PIANO DI MANUTENZIONE:
a)
La maggior parte degli elementi da manutenere è costituita da ELEMENTI
ORGANICI
b)
CAPACITA’ DI ADATTAMENTO dei componenti vegetali a condizioni
ambientali poco favorevoli
a)
Mancanza di personale qualificato preposto alla manutenzione degli
elementi vegetali. Manutenzione operata in modo generico.
a)
Presenza di numerosi elementi con un ciclo di vita breve
b)
Variabilità elevata del comportamento dell’elemento vegetale in base alla
sua localizzazione all’interno del parco.
PROPOSTE - WORK IN PROGRESS:
I.
Ricerca di standardizzazione della terminologia specifica per la
manutenzione del verde urbano
II.
Sperimentazione su diversi casi di parco urbano: costruzione di banche
dati attendibili per la programmazione della manutenzione
III.
Ricerca di un metodo generale per l’individuazione degli elementi critici di
un parco urbano.
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Universita’ degli Studi di Napoli “Federico II”
TESI DI SPECIALIZZAZIONE IN MANUTENZIONE E
GESTIONE DELL’EDILIZIA URBANA
Manutenzione e sicurezza.
Il Mantenimento dei livelli di sicurezza fissati per l’emergenza,
mediante interventi programmati e gestione
dei dispositivi di protezione attiva e passiva.
Il Palazzo degli Uffici dell’Ateneo Federico II.
RELATORE: Prof. Umberto CATURANO
SPECIALISTA: Arch. Giuseppe Somma
Sintesi del lavoro: esame delle condizioni di esercizio degli impianti antincendio integrati
nel sistema edilizio di riferimento; individuazione della strategia manutentiva conveniente.
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Obiettivi
Sicurezza
antincendio.
Progetto
Prevenzion
e
(norme,
provvedim
enti tecnici)
Tutela cittadini
Preservare
Beni
Protezione
(controllo propagaz.
incendio, prolungam.
tempi ignizione,
squadre
intervento)
Attiva
Classe di
resistenza
al fuoco
Passiva
Manutenzione
Delineare strumenti attuativi per la
manutenzione
programmata
del
Sistema Impiantistico in particolare le
unità
tecnologiche
dell’impianto
antincendio.
Superare la prassi manutentiva secondo
condizione
subordinata
alla
sorveglianza.
Coordinare l’azione degli attori preposti
alla manutenzione ed al controllo delle
condizioni di sicurezza (Ufficio Tecnico
e Servizio di Prevenzione).
Gestione integrata del buon funzionamento
in
relazione
alla
manutenzione
programmata
degli
impianti
antincendio.
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Esperienze condotte nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Manutenzione e Gestione Edilizia e Urbana di Napoli, 1997/2002
•
Metodologia
Un esame del panorama normativo e
legislativo di riferimento ha messo
in evidenza:
• la
mancanza
di
procedure
normalizzate per alcuni sistemi
impiantistici;
• la necessità di una gestione
“integrata”
articolata
sulle
peculiarità dell’oggetto delle azioni
manutentive (protezioni attive e
passive) nelle condizioni di
esercizio.
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STRUMENTI
Informazioni generali sulle attività a rischio incendio
Autorimessa oltre 9 autoveicoli
(Attività 92 ex D.M.I. 16.2.82)
Edificio di altezza >24 m.
(Attività 94 ex D.M.I. 16.2.82)
>24 m.
L’area conoscitiva-operativa si articola in schede
anagrafiche di edificio: tecnico-anagrafiche di
impianto con riferimento all’antincendio
mediante l’elaborazione di una scheda
anagrafica di progetto nella quale si
esaminano i carichi di incendio, le
destinazioni
d’uso,
i
requisiti
normativi;scomposizione
del
sistema
antincendio;
schede
di
monitoraggio
diagnostico elaborate sulla scorta di norme
UNI, CEI e della normativa nazionale
vigente.
CONCLUSIONI
Nella manutenzione programmata per gli impianti di sicurezza, assume ruolo fondamentale la conoscenza delle
condizioni al contorno e dello stato delle parti edilizie che collaborano alla protezione da fuoco.
Necessità di una procedura manutentiva che conservi o incrementi il coefficiente K di riduzione del carico
d’incendio.
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