Rassegna del 05/06/2015 - Azienda Ospedaliero
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Rassegna del 05/06/2015 INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 05/06/2015 SANITÀ NAZIONALE Avvenire 05/06/15 P. 10 Malattie da cibo per 17 milioni di italiani: ecco i dieci rischi Corriere Della Sera 05/06/15 P. 1 Appalti e tangenti 15 consiglieri comunali trai 44 nuovi arresti per Madia Capitale Ilaria Sacchettoni 1 2 Corriere Della Sera 05/06/15 P. 2 Così Buzzi pagava tutti «Ci mangiamo Roma» Giovanni Bianconi 3 Corriere Della Sera 05/06/15 P. 25 Il costo di un anno di vita in più Pierluigi Battista 5 Giornale 05/06/15 P. 1 Se i maschi rischiano il cancro per troppo pudore Vittorio Feltri 7 Giornale 05/06/15 P. 17 Troppi tagli: un colpo al cuore in cardiologia Luciana Rota 9 Giornale 05/06/15 P. 17 Se l'uomo rischia il cancro per pudore Enza Cusmai 10 Italia Oggi 05/06/15 P. 30 Sanità pubblica, welfare ai minimi Benedetta Pacelli 12 Italia Oggi 05/06/15 P. 30 Competenze sanitarie da definire Benedetta Pacelli 13 Italia Oggi 05/06/15 P. 38 Project financing con mini-Iva Federico Salvadori 14 Messaggero 05/06/15 P. 5 «Regione, accordo per l'appalto a Buzzi» Valentina Errante 16 Messaggero 05/06/15 P. 12 Statali, scatti arretrati una mina sui conti da 35 miliardi di euro Sole 24 Ore 05/06/15 P. 4 Regioni, Province e Comuni puntano alla dismissione di 686 unità immobiliari Gianni Trovati 20 Sole 24 Ore 05/06/15 P. 4 Pa, rischio contratti da 35 miliardi Davide Colombo Marco Rogari 21 Sole 24 Ore 05/06/15 P. 8 La trattativa sull'appalto sanitario: «3 o 4 lotti così sono tutti d'accordo» Ivan Cimmarusti 23 Tempo 05/06/15 P. 21 Caravaggio, centro diagnostico all'avanguardia Giuseppe Grifeo 24 Venerdi Repubblica 05/06/15 P. 18 Il manuale della lunga vita Riccarda Staglianò 25 Venerdi Repubblica 05/06/15 P. 65 Un virus killer contro il melanoma Venerdi Repubblica 05/06/15 P. 89 La chirurgia plastica e roba da uomini? Qn 05/06/15 P. 21 L'osso si rigenera senza caccio Biomateriale realizzato in Italia Tirreno Pontedera Empoli 05/06/15 P. IV Azienda farmaceutica sbarca a Pontedera con il suo laboratorio Andreas Quirici 34 Corriere Della Sera 05/06/15 P. 24 Vivisezione, l'Europa non la ferma e riparte il dibattito Giovanni Caprara 35 Venerdi Repubblica 05/06/15 P. 61 Contro la malaria si studia il sesso tra le zanzare Silvia Bencivelli 36 Venerdi Repubblica 05/06/15 P. 62 Arruolare batteri per battere la legionella Giampiero Cazzato 37 18 31 Laura Laurenzi 32 RICERCA Indice Rassegna Stampa 33 Pagina I Máatt e i a c bo per % • i • • 1 1 MILANO n Italia ogni paziente obeso ha un costo pari a 300 euro al giorno», e «il 93% della mortalità totale è legata alle malattie non trasmissibili fra cui patologie cardiovascolari, tumori, diabete e obesità». Tutte voci legate a problemi nutrizionali che colpiscono 17 milioni di connazionali producendo una spesa annua non inferiore ai 30 miliardi di euro, con un trend in crescita. Lucio Lucchin, past president dell'Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi), fotografa così le 2 facce - sanitaria ed economica - di • • • • d tal an ® ecco i alect i • i i i • • 1 un'emergenza ormai pandemica. Per «cercare finalmente di trovare soluzioni concrete - annuncia l'esperto-il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha autorizzato l'avvio di un tavolo tecnico che recepisce il senso del nostro Manifesto per Expo». Il documento, presentato alla stampa ieri a Milano, si intitola "Manifesto delle criticità in nutrizione clinica e preventiva per il quadriennio 2015-2018" e puntai riflettori sui 10 "nodi" da affrontare in via prioritaria «per evitare - spiega Lucchin, padre dell'iniziativa - che le malattie da cibo si trasformino in un boomerang sociale. Pensiamo solo che, in termini di aggravio economico a livello mondiale, la sola obesità si colloca al terzo posto dopo il fumo di sigaretta e le guerre e il terrorismo. Così abbiamo messo nero su bianco "Le prime 10 sfide italiane`, come vengono chiamate nel rapporto patrocinato da Padiglione Italia, elaborato e sottoscritto da 19 società scientifiche, 12 università, 6 Fondazioni e centri di ricerca, e 5 associazioni di cittadini e pazienti. Tra queste: sovrappeso-obesità, diabete mellito tipo 2, malnutrizione calorico-proteica, comportamenti nutrizionali a rischio. «Un network molto bello e costruttivo, forse il primo così ampio nato in Italia», sottolinea il presidente di Adi, Antonio Caretto. l'Adi (Associazione di dietetica e nutrizione clinica ) con scienziati, medici e associazioni, promuove un " anifesto" perle soluzioni in ambito nutrizionale Sanità nazionale Pagina 1 Appalti e tangenti 15 consiglieri comunali tra i 44 nuovi arresti per Mafia Capitale Quarantaquattro nuove misure cautelare eseguite per Mafia Capitale colpiscono la giunta capitolina e fanno traballare anche quella regionale. Nel mirino dei magistrati sono finiti la gara per il cento unico di prenotazioni della sanità un affare da 20 milioni di euro assegnato (anche se poi revocato) a una delle coop di Salvatore Buzzi, da dicembre finito al carcere duro del 41 bis. In carcere finiscono, tra gli altri, l'ex presidente della assemblea capitolina, Mirko Coratti, il consigliere di opposizione Luca Gramazio (figlio del senatore Domenico), il consigliere del Pd Daniele Ozzimo, il presidente della commissione patrimonio, Pierpaolo Pedetti (Pd) e l'ex presidente della commissione regionale per la gara del Recup, Angelo Scozzafava, più l'imprenditore Daniele Pulcini. Tra i fatti contestati, l'aggiudicazione degli appalti per gestire l'emergenza profughi, immigrati e quella sociale. Ma anche la manipolazione delle assegnazioni per gli immobili in vendita del Comune, la gara per l'assegnazione della manutenzione dei residence, le forniture per i centri di accoglienza immigrati che chiamano nuovamente in causa Luca Odevaine, l'ex capo di gabinetto di Walter Veltroni. Le accuse vanno dalla corruzione aggravata (in qualche caso con l'aggravante mafiosa) alla turbativa d'asta per molti funzionari e dirigenti capitolini. 11 più colpito da questa seconda tranche d'in- chiesta è il cosiddetto «capitale istituzionale» di Mafia Capitale, già descritto nella prima ordinanza (ma ora ripetuto): «Le attività di indagine svolta - scrivono i magistrati coordinati dall'aggiunto della Dda Michele Prestipino e dal procuratore capo Giuseppe Pignatone -hanno consentito di acquisire rilevanti elementi di prova in merito al fatto che Mafia Capitale ha tra i suoi obiettivi primari la acquisizione di attività economica realizzata avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo. L'attività di Mafia Capitale, al fine di ottenere il controllo di appalto lavori pubblici, si avvale anche di metodi tipicamente corruttivi» L'inchiesta dei pm Giuseppe Cascini, Paolo lelo e Luca Tescaroli rivela l'esistenza di un apparato amministrativo infiltrato e al soldo di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati e dei rispettivi collaboratori (reclutati indistintamente fra piccoli contabili e pura e semplice manovalanza criminale, perché il duo, nel suo insieme, non rinuncia ad attività di estorsione e usura più tradizionali della mala romana). Le contestazioni riguardano fatti recenti, ricostruiti - grazie alle intercettazioni - nel corso degli ultimi mesi e in qualche caso addirittura in seguito alla prima retata del 2 dicembre scorso. Oggi i primi interrogatori di garanzia del gip Flavia Costantini. Ilaria Sacchettoni © RIPRODUZIONE RISERVATA Fermato Il fermo immagine del video dell'arresto, lo scorso dicembre, di Massimo Carminati. L'uomo è stato bloccato in una strada di campagna dai carabinieri del Ros Sanità nazionale Pagina 2 40 Così Buzzi pagava tutti «Ci mangiamo Roma» IL CAMPII) OCI , 10 ROMA «A proposito di Coratti... c'ho una cosa per... io.ooo euro, eccolo qua, prima ancora di parlare,lo.ooo euro» raccontava Salvatore Buzzi il 15 gennaio 2014. Due giorni dopo, il 17 gennaio, su un conto corrente della Unipol Banca intestato alla cooperativa 29 giugno, una di quelle che fanno capo a Buzzi, veniva registrato un bonifico di 1o.ooo euro su un altro conto della stessa banca, in favore dell'Associazione Rigenera. Causale del versamento: «Erogazione liberale». Il problema è che Rigenera è stata fondata da Mirko Coratti - consigliere comunale del Pd, presidente dell'assemblea fino a dicembre scorso -, il quale la utilizzava «anche in funzione delle sue specifiche esigenze politiche», e disponeva di una «informale rendicontazione sulla gestione delle risorse economiche». Ecco perché, secondo le indagini del Ros e della Procura di Roma, quei soldi non sono altro che una parte del prezzo della corruzione pagata all'amministratore locale. «Tutti chiedono soldi, cifra impressionante» Dall'ex presidente del Consiglio comunale in giù, il nuovo capitolo del malaffare in Campidoglio racconta di denari e assunzioni di parenti e amici (o amiche) elargiti con generosità dalla presunta associazione criminale guidata da Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. Per fare «mangiare la mucca», attraverso gli appalti, che poi garantiva ai politici l'adeguata «mungitura», cioè le tangenti. Così parlava Buzzi. Fuor di metafora, accusano gli inquirenti, «le erogazioni di utilità di Buzzi, esecuzione della linea strategica delineata di concerto con Carminati, avevano l'evidente funzione di asservire agli interessi del gruppo politici che gravita- Sanità nazionale vano nei segmenti delle istituzioni» di maggiore interesse. Della disinvoltura con la quale i consiglieri comunali accettavano i pagamenti in cambio dell'«asservimento» delle loro funzioni, si stupivano gli stessi personaggi accusati di corruzione, come Buzzi e i suoi collaboratori. «Ieri abbiamo preso altri due appartamenti - dice Buzzi -, ormai oh ..., io arrivo in un consiglio comunale vengono i consiglieri da me ..., mi dai il documento...». «Certo che non stanno messi troppo bene `sti consiglieri in termini di moralità», gli fa eco Alessandra Garrone. E Buzzi insiste: «È venuto Panecaldo (capogruppo pd, ndr), me fa "ahò quando fai lavora '...", " quando tu mi dai il lavoro", j'ho detto». In un'altra circostanza il «re delle cooperative» si lamenta col suo commercialista: «Mi stanno a chiede tutti i soldi... è una cifra impressionante». Stessa operazione fatta con il centrodestra Per far approvare dall'assemblea comunale gli stanziamenti del Debito fuori bilancio, attraverso i quali finanziare attività come l'assistenza ai minori stranieri non accompagnati, Buzzi promette 130.000 euro complessivi più qualche assunzione, e nelle intercettazioni compaiono i nomi di diversi consiglieri. Non solo quelli arrestati: «Vogliono trentamila, quindici Luca (Giansanti, eletto con la lista Marino, ndr) e quindici Ferrari (esponente pd, ndr), extra del pacchetto di cento... dietro gli altri, perché non mi va di dire agli altri che Luca e Ferrari pigliano i soldi...». Secondo gli inquirenti il gruppo di «Mafia Capitale» realizza nel 2014, con la maggioranza di centrosinistra e l'interessamento anche dell'ex capogruppo pd in Campidoglio Francesco D'Ausilio, ciò che aveva incassato nel 2012 con la giunta di centrodestra. E proprio riferendosi aD'Ausilio, poi allontanato da quel ruolo per via dei dissapori con Marino, Buzzi dice «lui (Marino ndr) se resta sindaco altri tre anni e mezzo, con il mio amico capogruppo ci mangiamo Roma». «Quanto si ada na?» Dipende, da 5 al » In questo e altri contesti si inserisce l'accusa di corruzione per Massimo Caprari, 45 anni, eletto nella coalizione di maggioranza con il Centro democratico. 11 quale la sera del 30 ottobre scorso, subito dopo il «sì» al Fuori Bilancio, spedì un messaggio telefonico a Buzzi: «Delibera debiti fuori bilancio approvata. Ho votato favorevole. Ciao. Caprari». Venti giorni dopo, in una conversazione tra i due, lo stesso Caprari s'informa: «Senti... almeno `sta cosettina...». Buzzi lo rassicura: «Poi te ricambio, non te preoccupà... Siamo riconoscenti». Caprari domanda: «Lo so... voi come... rapportate... di solito... coi consiglieri», e Buzzi risponde: «Pranzi... tutto... qualunque cosa che a te va bene». Il politico sembra non accontentarsi: «Ma c'è il guadagno, no? C'è la percentuale...». Buzzi: «Dipende se ce se guadagna... Dal cinque al dieci». Caprari pare tranquillizzarsi: «Vabbè... seme voi mette al cinque me va più che bene...». Poi sembra azzardare una cifra: «Mille euro al mese», e Buzzi replica: «Io guarda, c'ho io... co' te, co' Pedetti e co' Giansanti», finché Caprari riassume: «Vabbè, tu quand'è... insomma sai... poi se s'apre uno spazio... dobbiamo cercà de fa cose più solide...». «Se segue il lavoro si ripaga lo stipendio» Pierpaolo Pedetti è il consigliere arrestato per le «condotte intese a costruire il consenso, in sede di assemblea capitolina, al fine di consentire il rinnovo dei servizi per l'emergenza alloggiativa a favore della Eriches (altra coop di Buzzi, ndr) a valori sovradimensionati». Sull'ex assessore Daniele Ozzimo, anche lui arrestato per il «sostegno fornito» al rinnovo dello stesso contratto per la Eriches, i pedinamenti effettuati dai carabinieri hanno accertato che «dopo la nomina ad assessore supportata da Buzzi e approvata da Carminati, e prima della prima riunione di giunta, si è recato a trovare Buzzi» nel suo ufficio. Parlando di lui l'uomo delle cooperative dice: «Vedemo se riuscimo a trovà qualcuno... e soprattutto Ozzimo... il contratto migliore che abbiamo è lui... basta che segue il lavoro e s'è ripagato lo stipendio». Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 3 Le indagini Lo scorso 2 dicembre, un'operazione coordinata dalla Procura di Roma e denominata «Mondo di Mezzo» ha portato all'arresto di 37 persone (con 101 indagati) con reati che includevano anche l'associazione di tipo mafioso A capo di quella che è stata anche definita «Mafia Capitale» o anche la «cupola romana», viene indicato Massimo Carminati, ex terrorista dei Nar, confluito poi nella Banda della Magliana L'accusa è quella di aver dato vita un organizzazione criminale di stampo mafiosopoliticoimprenditoriale che avrebbe operato a Roma a partire dal 2000 Con gli arresti di ieri, prende corpo un secondo capitolo, incentrato soprattutto sul business degli immigrati Sanità nazionale -se -:r ct sp # IVaC~ ... 1; SC .,PO u I0.:,Sai chí ,50 íó? .. a N Ta rtcórd i da d ave. vengo - I soldi al consigliere A proposito di Coratti... C'ho una cosa per... 10 mila euro , eccolo qua, prima ancora di parlare Lo stupore del corruttore Io arrivo in consiglio e questi vengono da me... Non stanno messi bene in termini di moralità * La parola. MAFIA Il termine «mafia» ricorre anche nell'inchiesta di Roma perché, al pari dell'organizzazione siciliana, anche quella della Capitale aveva un forte vincolo associativo ed era in grado di incutere timore grazie al passato criminale di alcuni dei suoi componenti. Ve Cßl m Insieme In una conversazione intercettata salvatore Buzzi (a destra) parla con Massimo Carminati, il capo della «cupola» al tavolo di un bar. Buzzi gli dice che i consiglieri comunali dovevano stare ai loro ordini poiché vengono pagati e, quindi, devono rispettare gli accordi (foto Proto) La mucca va munta La mucca deve mangiare per essere munta Pagina 4 ' confini della bio etic a : i far - 'ca . cro, efficaci carissimi, che i governi scelgono di non rimborsare di Pierluigi Battista a I 1 ori lasciare che io muoia mentre sono ancoravivo». So- no le parole di una preghiera ebraica che Sheryl Sandberg, ceo di Facebook, ha voluto trascrivere nel ricordo di suo marito Dave, morto esattamente un mese fa. Solo «adesso», scrive la Sandberg, è riuscita ad afferrarne il senso. Solo adesso ha capito il significato che il tempo ha nella vita di una persona. Un valore incommensurabile, quando si è «ancora vivi» . Adesso invece, nella guerra che la medicina non riesce ancora a vincere contro il cancro, c'è il rischio che due, tre annidi vita da «vivi» siano costretti a esibire il cartellino con su scritto un prezzo. Siano sottoposti a una decisione politica in un programma mirato di risparmi della spesa pubblica. Diventino merce di scambio per evitare la bancarotta del Welfare. Lo ha scritto Adriana Bazzi sul Corriere: il sistema sanitario inglese nega il rimborso dell'«olaparib»,un nuovo farmaco importantissimo per affrontare il tumore all'ovaio, circa 5.700 euro mensili per ogni paziente. La stessa cosa è avvenuta qualche mese fa per una molecola utile per aiutare la battaglia contro il cancro al seno. Si oltrepassa un confine bioetico sottile. Si negano le cure a un malato che potrebbe guadagnare anni di vita. Si lasciano morire donne e uomini che sono ancora vivi, parafrasando la preghiera citata dalla Sandberg. Gli economisti più attenti se ne erano ac- Sanità nazionale corti già da tempo. Uno studio, intitolato «Rapporto Sullivan», prevedeva che le nuove medicine antitumorali avrebbero pesato con un costo insostenibile per i conti dei sistemi sanitari. Amartya Sen si era già impegnato, inascoltato, per lanciare «un Health Impact Fund che punta a remunerare le industrie che distribuiscono i nuovi prodotti». Perché è inutile girare attorno alla questione con perifrasi, eufemismi, formule edulcoranti, rassicurazioni ipocrite. E inutile negare che la ricerca per nuovi farmaci contro il cancro molto spesso non «guarisce», non lascia aspettative di vita lunghissime, non sana in modo definitivo. Ma aiuta a prolungare la vita, a permettere ai vivi di restare vivi altri anni, e la Sandberg ha spiegato bene cosa significa che importanza ha la vita quando si è «ancora vivi», fosse solo per un mese in più. Ma allora, possono legittimamente sostenere gli economisti, i politici, i responsabili dei bilanci, chi è attento alla stabilità dei conti, chi si muove sul terreno razionale del rapporto costi-benefici, se non si tratta di guarire, ma di prolungare di qualche anno la vita, ha un senso dissanguare le finanze pubbliche per qualche centinaio di giorni in più? Che prezzo ha mantenere in vita quelli che «sono ancora vivi» per qualche mese , qualche anno, senza la speranza di una guarigione definitiva? Quanto costano due anni di vita in più? Questa è la nuova domanda bioetica che saremmo prima o poi costretti ad affrontare. La battaglia contro il cancro ha fatto passi giganteschi. Oramai si ottengono risultati dalla medicina, dalla chirurgia, dalla radioterapia, insperati fino a qualche anno fa. Ma dobbiamo convivere con la fine di un'illusione : che prima o poi venga scoperta una pillola miracolosa in grado di debellare il cancro, la terapia risolutiva, definitiva che farà ricca l'industria farmaceutica che la troverà dopo aver finanziato la ricerca e potrà essere distribuita a prezzi contenuti perché la sua diffusione universale porterà gigantesche remunerazioni a chi ha avuto la fortuna e la bravura di scoprire la formula magica. No, oramai la ricerca ha preso una direzione opposta: punta all'individualizzazione della cura, non alla sua universalizzazione come è avvenuto e tuttora avviene con la chemioterapia, alla singola mutazione genetica da colpire con farmaci miratissimi. E che dunque , potendo raggiungere una fascia ristretta di malati, non potrà che produrre farmaci costosissimi. Come i 5.700 euro al mese per l'«olaparib » di cui scrive Adriana Bazzi: come è possibile sostenere a lungo costi così elevati? Ma come è possibile negare anni, o forse mesi di vita a chi ancora può vivere decentemente e addirittura brillantemente? Che può vivere pienamente, La mediciina Ormai si punta a medicinali miratissimi e cure individuali, non più all'universaIizzazione non inchiodato a un letto in un'agonia angosciosa e dolorosa, ma nella ricchezza di un'esistenza piena di affetti e di luoghi, di persone, di volti, di gusti, di viaggi? Vita vera, e non un antipasto della morte? Ecco perché la decisione del sistema sanitario inglese trasmette una grande angoscia, mortifica chi è malato e non vuole che lo si «lasci morire» e non vuole per di più essere colpevolizzato perla bancarotta del Welfare. Cancella speranze fondamentali. Perché non c'è solo la speranza di guarire, ma quella di vivere ancora, di prolungare l'esistenza riempiendola ancora di senso e di significato. E le politiche del bilancio pubblico non possono pensare che due anni di vita, tre anni di vita, cinque anni di vita siano troppo costosi, che siano insostenibili. Se esiste qualcosa che assomigli alla «bioetica», ora è il caso di intervenire. Non lasciate che muoia la speranza fino a che è ancora viva. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 5 1 casi Olaparib, nuovo farmaco antitumore all'ovaio costa circa 5.700 euro al mese. La Gran Bretagna ha deciso di non rimborsarlo Fra le molecole che non saranno rimborsate dal sistema sanitario britannico c'è anche Halavan (prodotto da Eisai), per il tumore del seno in fase avanzata: s ei mesi di trattamento costano 12.800 euro Avastin è invece l'anticancro di Roche, che funziona «affamando» il cancro e costa più di 4.500 euro al mese Jevtana di Sanofi, per il tumore alla prostata, costa 28.200 euro l'anno; Afinitor (Novartis), per il cancro del seno, costa 46.100 euro: ferma la diffusione del male per 8 mesi Sanità nazionale Pagina 6 LO STUDIO DELLA FONDAZIONE VERONESI: UOMINI RESTII Al CONTROLLI Se i maschi rischiano il cancro per troppo pudore di Vittorio Feltri e donne sono più provvedute degli uomini in quanto a prevenzione. È assodato. Periodicamente, si fanno controllare (non oso dire palpare perché dalle nostreparti, lombarde, èunverbo erotico eio sono pudico, sifaperdire) il seno e ispezionare l'utero, le zone maggiormente a rischio tumori. Ciò agevola diagnosi precoci e interventi tempestivi che, il più delle volte, consentono guarigioni ovvero un allungamento della vita. Rispetto a un tempo, il costume Sanità nazionale sanitario femminile si è evoluto, indiscutibilmente . Ilmerito è stato soprattutto diUmberto Veronesi, medico e scienziato talmente noto e celebrato che non vale la pena di sunteggiarne la biografia . È persona di vasta cultura, non soltanto scientifica, eil suo saperenonincidesoltanto in sala operatoria, ma anche sull'educazione delle pazienti che hanno così capito come comportarsi per schivare guai irreparabili . All'illustre clinico, che mi onora della sua amicizia, lastessacosanonèperò riuscita con i maschi, forse perché non hanno le tette, per non par- lare dell'utero. Mirendo conto: questa mia affermazione, untantino tautologica, risulterà superficiale al lettore. Cerco quindi di approfondire, puntando sulla mia esperienza in fatto di rapporticonidottori, lacuiconsultazione è indispensabile per sapere a che punto ti trovi del viaggio che ha per terminal (indesiderato) la tomba. Vado giù piatto. Mivergogno a spogliarmi davanti a qualcuno (qualcuna) che conosco, figuriamoci (...) segue a pagina 17 Cusmai e Rota a pagina 17 Pagina 7 IICr --J i':::IfD CHE VERGOGNA SUL LETTINO DEL DOTTORE (DONNA) dalla prima pagina (...) aun estraneo. Un aspetto delproblema, questo, tuttavia superabile. Problema che diventa invece un dramma qualora essere nudi non basti, dovendo il medico procedere a esami che comportino intromissioni nel corpo. Si sa che il cancro più frequente negli uomini oltre la cinquantina è quello dellaprostata, unaghiandolina- dicono - che l'usura trasforma in fonte di sciagure, dall'impotenza in su. Quando succede ilpatatrac, tu, malato inconsapevole, non te ne accorgi manco per niente perché è indolore. Oddio qualche segnale di inefficienza si manifesta: ti scappa la pipì ogni due per tre. Ma non ci fai caso: pensi di aver bevuto troppa acqua. A lungo andare trovi sempre un amico che ti racconta i suoi conflitti causati dalla prostata, nei quali identifichi i tuoi, Sanità nazionale cosicchéti decidi aprendere l'appuntamento conl' urologo.Ameècapitata un' urologa. Lìper lì sono stato tentato di fuggire con un pretesto idiota: mi scusi, ho lasciato l'auto in divieto di sosta. Debole, come scusa . Sono rimasto immobile, rassegnato . La dottoressa, dopo un breve interrogatorio , mi ha fatto stendere sul lettino ingiungendomi di togliermi non solo i pantaloni, ma anche le mutande . Avete capito bene: mutande . E un uomo smutandato è ridicolo per definizione. Fosse finitaqui. Lagentile signoramiha spalmato un unguento e mi ha letteralmente sodomizzato , senza neanche un bacio , un fiorellino. Mai provato tanto imbarazzo. Lei, invece, era a suo p erfetto agio . Non finiva più di ispezionare . Si è limitata a dire che ce l' avevo un po ' ipertrofica e che, per prudenza, sarebbe stata opportuna una biopsia. «Non subito: fra due giorni», ha detto, senza muovere un muscolo facciale. Non potevo sottrarmi. Trascorse 48 ore, mi presento all'ospedale. Tutto era già pronto. Solito sbiottamento, e avanti con la seconda terrificante sodomizzazione. Peggiore della prima. Ignoro quanti strumenti il medico donna abbia introdotto disinvoltamente - direi sadicamente - nel mio deretano umiliato e offeso. Ho avuto l'impressione che per arrivare al capolinea abbia usato anche uno scooter. Una settimana più tardi, il resp onso: negativo. Sollievo accompagnato da un impegno: d'ora in p oi eviterò al mio didietro di subire un affronto del genere. E invece mi è accaduto di peggio: i diverticoli mi hanno costretto alla colonscop ia. Vi risp armio i dettagli tranne uno: l'ha eseguita la dottoressa Zenia Pirone del Fatebenefratelli, bravissima e competente. La quale, intuendo il mio stato d'animo sconvolto all'idea dimostrarmi col sedere per aria, ha convocato l'anestesista donna pure lei, giovane per giunta - e mi ha fatto addormentare. Il disastro è avvenuto alrisveglio allorché la dottoressa Pirone con un sorriso mi ha annunciato che trattavasi, appunto, di diverticoli e non di tumore. D'accordo, bellanotizia. Però, mentre parlava, immaginavo il suo disgusto nel rovistare all'interno del mio intestino, mai esibito ad alcuno. La narrazione termina qui. Suppongo spieghi più efficacemente di qualsiasi ragionamento psicologico il motivo per cui noi maschi siamo riluttanti, assaipiùdellesignore, alle visite mediche raccomandate per prevenirelemalattie fatali. Nonsiamo afflitti da un complesso di inferiorità: siamo inferiori. Vittorio Feltri Pagina 8 LA DENUNCIA Troppi tagli: un colpo al cuore in cardiologia Luciana Rota Sei malato di cuore? Due su tre ce la fai. È un po' riduttivo nella formula e nella sostanza, ma soprattutto sulla salute degli italiani non si dovrebbe scherzare. La realtà è tuttavia fatta di numeri e di questi tempi anche di tagli. I numeri che emergono come tema essenziale dal caldissimo Congresso nazionale dell'Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, aMilano sino adomani, sono: oltre 750 mila vite strappate all'infarto negli ultimi 50 anni grazie al lavoro dei reparti di cardiologia italiani. E i tagli? Due su tre reparti sono destinati a saltare e i conti con la salute non possono tornare. In pratica, un terzo delle strutture che costituiscono il network nazionale dell'assistenza cardiovascolare è a rischio eladenunciamediaticaè arrivata forte ieri, nel corso del talkshowalcentro delCongresso, 46ma edizione, eccezionalmente migrato dopo 40 anni da FirenzeaMilano-Expo, chevede riuniti 2500 fra esperti e cardiologi. daliera che ridurrà di oltre 3volte i centri attivi italiani: da 823 a 242. Milano con questo Congresso diventa capitale nazionale della cardiologia e può vantare diversi traguardi raggiunti - come l'importante strada tecnologica intrapresa e attiva, anche prevenzione digitale - ma con l'Anmco si fa soprattutto portavoce del grido d'allarme mosso dal suo presidente, che avverte: «Da questo Congresso mi aspetto soprattutto che ci si renda conto che è a rischio la saIute cardiovascolare degli italiani». Michele Giulizia, che è anche direttore della Struttura complessa di cardiologia dell' ospedale Garibaldi-Nesima di Catania, non ci deve ricamare sopra: «Tanta scienza e tanta tecnologia sono importanti, comelaprevenzione e la comunicazione, ma non dobbiamo perderedivistalo snodo cruciale su cui si basa l'assistenzacardiologica in Italia: ovvero l'esistenza di rep arti di cardiologia. Per questo abbiamo aperto ilavori conuna domandaprecisa: «Esisterà ancora la cardiologia?». Ecco che arriva un colpo al cuore perla sanità. Il cuore pulsante di questo network cardiologico assistenziale italiano, considerato «tra i migliori al mondo per qualità e tempestività di intervento», come sottolinea Michele Massimo Giulizia, presidente Anmco, sembra improvvisamente malato e potrebbe aggravarsi per colpa della revisione della rete ospe- Sanità nazionale Pagina 9 I NSI CUREZZE ILI La nuova campagna della Fondazione Veronesi Se l'uomo rischia il cancro per pudore A'onostante l'elevata percentuale di tumori, gli uomini sono restii ad accettare visite urologiche di controllo Enza Cusmai Ogni anno 36.000 maschi italiani sono colpiti da un tumore alla prostata, a 2.000 viene invece diagnosticato un tumore al testicolo, a 21.000 un tumore allavescica. Se leggendo questi dati non scattala voglia di farsi unavisitina dall'urologo cipensalaFondazioneUmberto Veronesi a risvegliare gli animi maschili daltorpore, dedicando loro unprogetto che si chiamaSam: Salute almaschile (ieri sera si è tenutala serata digala a Milano per la raccolta fondi dedicati alla ricerca sulle patologie maschili). In sostanza, gli esperti vogliono spiegare a tutti i maschietti italici che la scienza e medicina hanno portato a notevoli progressi nella cura eneltrattamento dei tumori maschili: ad oggi, le probabilità di sopravvivenza a 5 anni per il tumore alla prostata sono del 90%, per il tumore al testicolo del 94% e per quello alla vescica dell'80%. Dunque, gli strumenti per debellare queste insidiose patologie ci sono, basta usarli. Il problema è che gran parte dei maschi italiani sono refrattari afarsi controllare. Gli uominivanno meno dalmedico, fanno un utilizzo inferiore di farmacie sivaccinano meno delle donne. La così detta prevenzione sembra appannaggio del gentil sesso che supera pigrizia e timidezza e si sottopone agli screeningnecessari per allontanare lo spettro del cancro, alla mammella, alle ovaie, all'utero. Al contrario, gli uomini fanno i duri. Il medico lo vedono solo da bambino. Le mamme scoprono che «è iniziato lo sviluppo» dei proprio figliverso i dodici anni solo perchèilpediatrariesce ancoravisitare accuratamente ogni parte del corpo del ragazzino. Ma quando scattanoi 14 anni, addio pediatra e controlli albasso ventre. Anni fa, un tagliando approfondito veniva fatto dal medico militare verso i diciotto anni. Ora, senzalanaiaobbligatoria, si è persa anche la possibilità d'intercettare precocemente molti disturbi che venivano riscontrati alla visita di leva. Così in Italia meno del 5% dei ragazzi sotto i 20 anni ha fatto una visita dall'urologo a differenza del 40% delle ragazze coetanee è stata almeno una volta da un ginecologo. Sanità nazionale La triste realtà è che gli uomini, giovani o meno, si presentano dal medico con un disturbo in fase avanzata, trascurato per settimane o mesi, talvolta anni. E le statistiche registrano il fenomeno dellanoncuranzae della disinformazione. C'è un aumento preoccupante delle patologie della sfera riproduttivae sessuale maschile, spesso legate a comportamenti scorretti o dannosi acquisiti già in età giovanile. Negli ultimi anni c'è stata un' esp lo si one dimalattie sessualmente trasmissi- Le neoplasie a testicoli, prostata e vescica sono quelle che causano più morti statica benigna, l'aumento di volume dellaghiandola che inizia a dare sintomi generalmente intorno ai 50, diventando un disturbo vero e proprio (più o meno grave) percircalametàdei sessantenni. La prostatite, invece, è un'infiammazione che interessa un maschio su quattro soprai65 anni. Ilpiù diffuso tumore maschile è il carcinoma della prostata, di cui ogni anno si ammalano circa 36.000 italiani. Che fare per prevenire? Gli esperti consigliano controlli fin dai 18 anni ed esami di prevenzione per diagnosi precoce deiprincipalitumorimaschili. Ilresto lo fala scienza cheva so stenuta ilpiù possibile, anche con una semplice donazione. bili (soprattutto nella fascia di età 20-35 anni) che procurano infertilitàe problemi dell'apparato riproduttivo maschile. C'è poco da far spallucce, dunque. Le patologie colpiscono nel mucchio e ogni fascia d'età ha i suoi guai. Ilvaricocele, per esempio, riguarda circa un ragazzo su quattro tra i 15 ai 25 anni di età, a cui si aggiungono le sempre più frequenti malattie sessualmente trasmissibili. Dai 35 in su, spunta l'ipertrofia pro- RITARDI Quando si decide di andare dal medico, spesso è ormai troppo tardi Pagina 10 36 mi la Ogni anno 36 mila maschi italiani sonocolpiti da untumorealla prostata. Molti di questi tumori sarebbero evitabili con una corretta prevenzione 15-25 I lvaricocele riguarda circa un ragazzo su quattro tra i 15 e i 25 anni. Un trend in continua crescita che preoccupa gli urologi 1 35 Dai 35anni in su gli uomini sono soggetti all'ipertrofia prostatica, l'aumento d el la ghiandol a com incia a d are sintomi intorno ai 5o anni PREVENZIONE Ad oggi, le probabilità di sopravvivenza a 5 anni per il tumore alla prostata sono del 90°1, per il tumore al testicolo del941 e per quello alla vescica dell'80°1. La prevenzione è fondamentale ma gli uomini rimangono restii nel farsi visitare Sanità nazionale Pagina 11 Sanità pubblica, Due euro medi annui pro capite per il welfare dei dipendenti del Servizio sanitario nazionale. A «tanto» ammonta l'insieme di benefit e servizi forniti ai dipendenti della sanità per migliorare la vita privata e lavorativa. A dirlo l'analisi dell'Aran sul welfare aziendale contenuto nel « Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti » riferito a fine 2014, che mette in luce soprattutto le differenze di trattamento dei comparti all'interno della pubblica armninistrazione : si passa, infatti, da un valore medio pro capite di 1.761 euro spesi per i dipendenti delle Authority ai soli 2 euro medi l'anno per i dipendenti del Ssn. Il comparto sanitario, fanalino di coda in questa classifica, ne esce come il più maltrattato, ma se si guarda al beneficio pro capite medio annuo dei comparti della p.a., la media generale non è poi così più elevata e ammonta a soli 34 euro l'anno. In questa classifica 120 euro vanno ai dipendenti delle università, circa 30 euro a quelli delle regioni, 123 euro per i ministeri, 498 euro per gli enti di ricerca, 574 per gli enti pubblici non economici , e 674 per le amministrazioni pubbliche . Il Ssn fa parte secondo l'analisi dell'Aran di «un gruppo di amministrazioni che impiegano cifre trascurabili (con il Ssn ci sono la scuola, la carriera penitenziaria, i corpi di polizia, la magistratura ecc., ma il servizio sanitario resta il fanalino di coda). Un gruppo che comprende, tuttavia, gran parte del personale in servizio nelle amministrazioni pubbliche considerate, che pe- Sanità nazionale elfare ai minimi sano per più del 90% sull'intero universo del personale della p.a. ( 70% se si considerano solo i comparti contrattualizzati) e che pertanto influiscono in misura molto rilevante sulla media generale e quindi sui risultati generali di questa prima analisi della spesa per il benessere del personale nella amministrazioni pubbliche ». Nel sistema privato, sottolinea l'Aran, il welfare aziendale è l'insieme di benefit e servizi, forniti dall'azienda ai propri dipendenti per migliorare la vita privata e lavorativa. I vantaggi per i lavoratori e per le aziende sono molti, secondo l'Agenzia e, in molti casi, si riscontrano, nel medio periodo, per gli effetti positivi sulla motivazione, un miglioramento del clima aziendale e un aumento di produttività». Ciò che è più grave», ha commentato Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione dei Collegi Ipasvi, «è che il livello più basso di welfare aziendale si registri proprio nel settore dove ce ne sarebbe più bisogno. I dipendenti del Ssn (e tra questi proprio gli infermieri) sono tra i più soggetti a infortuni professionali (il 70% sono donne) e a stress da lavoro (quasi il 70% degli infermieri si dichiara sfinito dai ritmi di lavoro a cui è sottoposto. I dati dell'analisi dovrebbero essere un campanello d'allarme per i sindacati che dovranno riaprire la contrattazione ferma ormai da cinque anni e che dovrebbero considerare queste voci anche a prescindere dagli aumenti contrattuali possibili». Benedetta Pacchi Pagina 12 LEGGE 190j2014 Competenzc sanitarie da de, fïnire DI BENEDETTA PACELLI Si avvii la definizione delle competenze delle professioni sanitarie, in applicazione del comma 566. Infermieri, ostetriche, tecnici di radiologia e Conaps, il coordinamento delle professioni ancora senza Collegi, scrivono alla federazione dei medici (Fnomceo) al ministro della salute e ai sindacati di categoria, per chiedere di affrontare il tema delle competenze tra le professioni sanitarie, ribadendo nello stesso tempo il loro no all'ipotesi di rivedere la legge, avanzata proprio dalla Fnomceo al suo ultimo Consiglio nazionale, che introduce il concetto di «leadership medica». Nella lettera alla Fnomeco le professioni sottolineano che i media di settore hanno riportato la posizione assunta dalla presidente nell'ultimo Consiglio nazionale, con cui, secondo anche la maggioranza dei componenti il Consiglio nazionale, sul comma 566 si richiede una legge che imponga una «leadership funzionale» del medico nell'équipe multiprofessionale. Una posizione che se confermata dicono precluderà «ogni confronto sulla possibile rimodula- Sanità nazionale zinne delle relazioni professionali tra i medici e le professioni sanitarie». Al ministro della salute Beatrice Lorenzin, invece, chiedono «con fermezza di portare in conferenza stato-regioni» i provvedimenti richiesti dalla stessa commissione salute delle regioni già a gennaio 2015 «per iniziare a dare corso a quanto previsto nella legge 190114 conuna 566, articolo 1», nel qual caso «non vi sarà alcuna necessità di azioni da parte delle professioni rappresentate a difesa dell'applicazione di una legge dello stato». Infine i sindacati. Le professioni annunciano di essere pronte a «una informazione capillare della posizione assunta dalla Federazione dei medici e degli odontoiatri, alla quale è prevedibile ipotizzare che si accoderanno le organizzazioni sindacali mediche» e chiedono alle loro rappresentanze sindacali «la disponibilità ad attivare un fronte comune per portare a buon fine il comma 566 e contestare la richiesta di ottenere ope legis una leadership funzionale del medico nell'équipe multiprofessionale». Pagina 13 È' la risposta dell'Agenzia delle entrate su un caso di realizzazione di un oSIaedale Project financing con mini-Iva Aliquota al DI FEDERICO % sul canone integrativo di disponibilità SALVADORI n presenza di un contratto di project financing per la realizzazione di un polo ospedaliero, il canone di disponibilità delle opere deve essere assoggettato ad aliquota Iva del 10%, ai sensi del n. 127-quinquies della tabella, parte terza, allegata al dpr n. 633/1972, rientrando l'opera stessa tra gli edifici di cui all'art. 1 della legge n. 659/1961, norma a cui fa appunto riferimento la succitata disposizione agevolativa. E questo il chiarimento ufficiale fornito dall'Agenzia delle entrate in risposta ad una specifica istanza di interpello presentata ex art. 11 della legge n. 212/2000 dall'Asl di Nuoro, con riferimento all'Iva applicabile al canone integrativo, avendo il concessionario provveduto - fino ad oggi - ad emettere le proprie fatture con applicazione dell'aliquota ordinaria del 22%. Nelle operazioni condotte in project financing, ai sensi dell'art. 153 del dlgs n. 163/2006 (Codice dei contratti pubblici), l'Amministrazione concede ad un soggetto la possibilità di costruire e Sanità nazionale gestire una certa infrastruttura d'interesse pubblico per un dato periodo di tempo, in una prospettiva di equilibrio economico finanziario. Tra i corrispettivi previsti nell'ambito delle predette operazioni, il c.d. «canone di disponibilità» consente al concessionario di raggiungere l'equilibrio finanziario, integrando i proventi commerciali e i contributi pubblici, al fine di rendere economicamente sostenibile l'investimento effettuato nella infrastruttura pubblica. Esso, pertanto, assume indubbiamente natura sinallagmatica, rappresentando una componente di ricavo «addizionale» delle operazioni di Partenariato pubblico privato, la quale consente al concessionario di remunerare quelle opere che vengono realizzate a «freddo», ossia il cui investimento non viene integralmente ripagato dai servizi a tariffa. L'entità del canone di disponibilità è influenzata da vari fattori, tra cui il costo dell'investimento, la durata della concessione, l'importo del contributo pubblico, la marginalità della società veicolo (SPV). In ambito sanitario, il trattamento ai fini Iva del canone di disponibilità, in assenza di una norma di legge ad hoc e di pareri espressi dell'Amministrazione finanziaria, è sempre stato fonte di notevoli dubbi tra gli esperti. In particolare, i fautori dell'applicabilità dell'aliquota agevolata si sono rifatti alla rm n. 211E del 16 febbraio 2005, nella quale l'Agenzia delle Entrate, sempre con riferimento ad un project financing, ha ritenuto che il contributo pubblico per la realizzazione delle opere era imponibile ai fini Iva con aliquota ridotta del 10%, in quanto riferibile alla costruzione di edifici ospedalieri. A tale interpretazione si è contrapposta l'opzione espressa dal concessionario e di generale applicazione per l'assoggettamento del canone di disponibilità ad aliquota Iva ordinaria; sull'assunto che il canone di disponibilità abbia in realtà natura di corrispettivo integrativo della gestione. A tentare di fare chiarezza sulla questione è intervenuta recentemente la risposta di prassi dell'Agenzia delle entrate, la quale afferma che «in presenza di un contratto in project financing in ambito sanitario, il canone di dispo- Pagina 14 nibilità delle opere dovrebbe essere assoggettato a Iva nella misura del 10 % (come previsto dal n. 127-quinquies della tabella, parte terza, allegata al decreto presidenziale n. 633 del 1972 ), in considerazione dell'assimilazione degli edifici ospedalieri ai fabbricati elencati nell' articolo 1 della legge n. 659 del 19 luglio 1961, richiamata, tra le altre, dalla circolare ministeriale n. VE del 1994 ». L'interpretazione dell'Agenzia delle entrate prende spunto dall'art. 141 del dlgs n. 163/2006 il quale prevede che per le concessioni di lavori pubblici , la controprestazione, che di regola consiste unicamente nel gestire e sfruttare economicamente i lavori realizzati , possa essere integrata da un prezzo «... qualora sia necessario assicurare al concessionario il perseguimento dell'equilibrio economico -finanziario degli investimenti e della connessa gestione in relazione alla qualità del servizio da prestare». In sintesi - conclude la risposta dell'Agenzia delle entrate - «... il canone integrativo di disponibilità identifica il corrispettivo da versare al dell'opera ospedaliera, oltre ad assicurare l'equilibrio economico finanziario dell'iniziativa e a realizzare le stesse opere ospedaliere, andando così a remunerare gli investimenti a carico dello stesso concessionario ». Si tratta di un chiarimento importante, il quale si pone in linea con la risposta all'interrogazione parlamentare n.5-03674 del 30 settembre 2014, fornita nel corso di un « question time» in commissione Finanze alla Camera dall'allora viceministro Luigi Casero. In quell'occasione, era stato precisato che per le somme corrisposte a fronte delle opere finanziate mediante il ricorso al project financing dovrebbe applicarsi l'Iva agevolata al 10%, qualora l'opera stessa rientri tra quelle specificamente richiamate nella disposizione agevolativa di cui trattasi; e ciò indipendentemente dal fatto che l'erogazione delle somme avvenga nella fase di costruzione ovvero in un momento successivo. Pagina a cura di FINANZA PER LE INFRASTRUTTURE S.P.A. concessionario per l'utilizzo Sanità nazionale Pagina 15 «Regione, accordo per l'appalto a Buzzi» >Sanità, una gara da 91 milioni per il Centro prenotazioni I pm: Venafro, ex capo di gabinetto di Zingaretti, sostituì su unico del Lazio pilotata da Gramazio per l'uomo della coop richiesta dell'opposizione un componente della commissione LA NOMINA R 0 MA È stato il manuale Cencelli degli appalti in Regione a riaprire una partita già chiusa: la gara per l'appalto di quasi 91 milioni e mezzo, base d'asta oltre 60 milioni, per il Centro prenotazioni unico della sanità nel Lazio. La logica spartitoria ha consentito che anche Massimo Carminati e i suoi avessero una fetta. Luca Gramazio, capogruppo del Pdl, in carcere con l'accusa di associazione mafiosa, tratta con Maurizio Venafro, capo di gabinetto del presidente della Regione Nicola Zingaretti. E ottiene: la commissione, che dovrà aggiudicare la commessa divisa in quattro lotti, viene cambiata in corner. Il nome di Ileana Fusco, già nominata, è stato materialmente cancellato e sostituito con quello Angelo Scozzafava. Le intercettazioni raccontano la soddisfazione di Carminati. È la garanzia che Salvatore Buzzi, l'uomo delle coop, chiedeva. Anche se questa volta, in quota centrodestra, Buzzi non può utilizzare la sua "29 giugno", considerata vicina al centrosinistra. Il bando è stato revocato lo scorso dicembre, quando la procura di Roma ha illuminato "il mondo di mezzo", ma il gip Flavia Costantini precisa: «Circostanza irrilevante ai fini della sussistenza del reato, perfetto in tutti i suoi elementi costitutivi». Perché in effetti uno di quei lotti Buzzi se l'era già aggiudicato, per festeggiare a Scozzafava, da ieri in carcere con l'accusa di turbativa d'asta aggravata dall'avere favorito un'organizzazione mafiosa, sarà "offerta" anche una donna, Kenia. Venafro, raggiunto da un avviso di garanzia per tentata turbativa d'asta, invece, si è dimesso a marzo. Sanità nazionale E che la spartizione fosse la regola lo racconta Buzzi al telefono, perché al vincitore di un altro lotto aveva proposto di associarsi per concorrere insieme a un altro pezzo dell'appalto spiega: «Esce la gara, mando Caldarelli da lui se la facevamo insieme.. noi c'avevamo un pezzetto di 2 milioni è una gara da 40, dice "ah a me lo deve dir la politica!'». Scrive il gip: «Il gruppo econo- PER PRIMO DELLA NUOVA a PRIMA CHE FOSSE UFFICIALE I UNA SUA QUOTA mico riconducibile a Buzzi, con un'azione ispirata da Buzzi, Testa (Fabrizio Franco, ponte tra le istituzioni e l'organizzazione) e Carminati, direttamente condotta da Gramazio - il quale si avvale della sua forza politica derivante dall'essere rappresentante dell'opposizione in regione - interviene sulle intese raggiunte, modificandole, ottenendo a garanzia la nomina nella commissione aggiudicatrice di Angelo Scozzafava, ormai abituale interlocutore dell'organizzazione all'interno delle istituzioni, il quale comunica a Buzzi pedissequamente il contenuto dei lavori della commissione e ne orienta le scelte a fine d ottenere il risultato». «Siccome sappiamo benissimo che tutte le gare, in Regione, in Comune, insomma, c'è la quota della maggioranza e la quota dell' opposizione, siamo andati, eh, da Gramazio, per chiedere se ci poteva aiutare nella nostra aspettativa....di essere rispettati». E' Carminati a comunicare a Buzzi la nomina prima che sia ufficiale». Alla fine, proprio grazie alle indicazioni di Scozzafava La Coop Formula sociale si aggiudica il secondo lotto. Il 17 settembre, Buzzi comunica al telefono con un suo fedelissimo: «Preso 20 milioni de gara, ma io, poi mi piace, perché sto sempre sul pezzo... non smetto... perché arrivi primo? Perché non ti fermi? gli altri si fermano». Poco dopo proverà a chiamare Carminati che ha il cellulare staccato. GLI INTERROGATORI Venafro, sentito dai pm, ha ammesso di aver fornito lui ad Elisabetta Longo, componente della commissione il nominativo di Scozzafava, suggeritogli da Gramazio; sostenendo però che poi fosse stato nominato a causa dell'incompatibilità di Ileana Fusco. Circostanza confermata dalla stessa Longo che però è finita indagata per favoreggiamento e false attestazioni al pm. All'inizio aveva negato, nonostante le intercettazioni, un intervento esterno. Valentina Errante LA LORO «QUOTA» Dice Buzzi al telefono parlando di Gramazio: «Ti sto dicendo che sono andato a.. l'incontro.. allora lui è andato da Venafro, perché sta partita la gestisce Venafro per conto de Zingaretti e gli ha detto se.. che vuole lo spazio.. Venafro gli ha detto «ah non lo so se c'è» e lui gl'ha detto "guarda io voglio lo spazio" e poi siccome vuole essere sicuro che lo spazio ci sia e non che gli vengono a di' dice indica come membro della commissione Scozzafava». E Buzzo interrogato ha confermato: Pagina 16 AGLI ORDINI DI CARMINATI Uno sportello del CUP Sanità nazionale Pagina 17 Statali, scatti arretrati una mina sui conti da 35 miliardi di euro >La stima choc dell'Avvocatura dello Stato nella memoria difensiva per la Consulta che deve decidere sul blocco. I sindacati: cifre gonfiate IL VERDETTO ROMA Trentacinque miliardi di euro sono molto più dell'intero gettito di un anno delle tasse sulla casa. Oltre tre volte il costo annuale del bonus da 80 euro del governo Renzo. Più del doppio di quanto sarebbe costato restituire tutta l'inflazione a tutti i pensionati che erano finiti nel blocco della perequazione. Insomma, una cifra monstre, difficilmente sostenibile per i conti dello Stato. Eppure a tanto ammonterebbe l'esborso che il Tesoro dovrebbe finanziare se il prossimo 23 giugno la Corte Costituzionale dovesse decidere che il blocco del contratto degli statali, che ormai va avanti da sette anni, è incostituzionale. Ma il condizionale è d'obbligo. La cifra dei 35 miliardi è contenuta nella memoria difensiva dell'avvocato dello Stato Vincenzo Rago, incaricato di difendere le posizioni del governo di fron- te alla Consulta. Nella sue conclusioni, il documento si sofferma «sull'impatto economico delle disposizioni censurate». Un impatto, come detto, pesantissimo, perché, sostiene il documento, «l'onere conseguente alla contrattazione di livello nazionale, per il periodo 2010-2015, relativo a tutto il personale pubblico, non potrebbe essere inferiore a 35 miliardi di euro, con un effetto strutturale di circa 13 miliardi di euro, a decorrere dal 2016». IL BALLO DELLE CIFRE La Corte, sostiene l'avvocatura, dovrebbe tener conto nella sua decisione dell'articolo 81 della Costituzione, quello modificato con il Fiscal compact, e che prevede l'equilibrio tra le entrate e le uscite del bilancio pubblico. In realtà la mossa dell'avvocatura va letta anche in un altro senso. Nel caso della sentenza sull'adeguamento delle pensioni, l'organismo chiamato a difendere i provvedimenti del governo, aveva sottostimato in soli 5 miliardi di euro l'impatto di una sentenza negativa. Sentenza il cui costo, invece, è stato poi certificato dal Tesoro in 17,6 miliardi di euro, anche se poi il governo ha deciso di limitare i rimborsi a soli 2,2 miliardi. Ne erano seguite aspre polemiche. Dunque, questa volta, l'avvocatura ha deciso di non ripe- tere lo stesso errore e ha inserito nella sua memoria quella che potrebbe essere considerata una sorta di stima massima. L'importo, tra l'altro, è stato immediatamente contestato dai sindacati. La Confsal Unsa, il sindacato che ha presentato uno dei ricorsi finiti alla Corte, ha parlato di stime «gonfiate», sostenendo che restituendo "tutto a tutti" il costo sarebbe di 30 miliardi con un impatto sui conti di 15 miliardi, e un esborso a regime di 6,9 miliardi. Anche la Flp, altro sindacato ricorrente, ha parlato di stime esagerate il cui scopo sarebbe quello di fare pressione sulla Consulta. Stessa tesi sostenuta da Cgil, Cisl e Uil in un comunicato congiunto. Il punto è che la sentenza sul blocco dei contratti pubblici, ha molti punti di contatto con quella sulle pensioni. A cominciare dal giudice relatore del provvedimento, Silvana Sciarra. Ma anche per il fatto che la Corte ancora non opera con il plenum dei suoi componenti, circostanza che nel caso delle pensioni ha pesato perché la bocciatura del blocco è avvenuta con un solo voto di scarto. Da qui al 23 giugno, tuttavia, ci potrebbe essere il tempo di nominare i due componenti di nomina parlamentare. L'il giugno il Parlamento si riunirà in seduta comune. In caso d'intesa, e compatibilmente con i tempi tecnici necessari, la composizione della Corte chiamata a decidere sugli statali potrebbe essere diversa da quella delle pensioni. A. Bas. RIPRODUZIONE RISERVATA Sanità nazionale Pagina 18 Il valore delle norme impugnate SBLOCCO CONTRATTO STATALI SBLOCCO ADEGUAMENTO PENSIONI ROBIN TAX AGGIO EQUITALIA 2,5 MId Sanità nazionale 1 M 1d •scemimefri Pagina 19 Le proposte presentate al Mef Regioni, Province e Comuni puntano alla dismissione di 686 ltá immob iliari Gianni Trovati MILANO Saranno i conti con il fiato sempre più corto dopo anni di taglie di Patti di stabili tà, oppure il ruolo di regia assunto dall'agenzia del Demanio: fatto sta che sugli immobili l'atteggiamento degli enti territoriali sembra cambiare e diventare più attivo. Lo dicono i risultati del progetto «Proposta immobili 2015», in cui Regioni, Province, Comuni medio-grandi e altri enti pubblici sono stati invitati a candidare i propri immobili per la valorizzazione. A Economia e agenzia del Demanio sono arrivate 686 proposte, che nei prossimi due mesi saranno analizzate perindirizzarle a uno dei tanti canali di valorizzazione o cessione: per entrare nel programma, gli immobili devono avere un valore indicativo di almeno un milione di euro, per cui la partita è grossa. In campo ci sono infatti diverse ipotesi, dalla vendita a Cassa depositi e prestiti al conferimento ai fondi immobiliari, anche attraverso Invimit (la società digestione delrisparmio creata due anni fa dal ministero dell'Economia e impegnata nella gestione di fondi chiusi per gli investimenti immobiliari). Su ognuno degli immobili proposti dagli enti pubblici l'agenzia effettuerà un'analisi di fattibilità per capire se la strada migliore da imboccare sarà quella della vendita diretta oppure dellavalorizzazione in una delle sue possibili forme. Proprio questo è infatti l'obiettivo del ruolo da pivot che è stato assegnato al Demanio, per mettere a disposizione un pacchetto di strumenti più ampio di quello raggiungibile dal singolo ente. Ipiù attivi sono stati i Comuni (il progetto è rivolto a quelli con più di 5omila abitaiti,soglia chescende a20milanelle regioni più piccole), che hanno avanzato3o8 proposte (1145°%° del totale), seguiti da Province (23°o delle candidature) e aziende sanitarie locali (17%), ma al progetto hanno partecipato anche Regioni , Università e altri soggetti pubblici . Nella classifica territoriale primeggia il Piemonte con 92 proposte, mentre l'Abruzzo con un risultato brillantissimo in proporzione alle sue dimensioni territoriali (87 candidature) si piazza al secondo posto superando Lombardia (73), Toscana (52) e Sicilia (51). All'altro capo della graduatoria si collocano Valle d'Aosta e Basilicata, con una candidatura a testa, mentre TrentinoAltoAdi- L Entro il30 giugno tocca alle amministrazioni centrali inviare al Demanio i piani di razionalizzazione. Nel mirino 696 uffici Il piano «Proposta immobili 2015» rappresenta comunque solo una delle tante azioni che Governo e Demanio hanno avviato per recuperare risorse dal mattone pubblico, con l'obiettivo di realizzare dalle sole dismissioni 2,1 miliardi nel 2015-2017. La prossima tappa è fissata per il 30 giugno, data entro la quale le amministrazioni centrali e le loro articolazioni territoriali dovranno inviare all'Agenzia i propri piani di «razionalizzazione» degli spazi. Il Demanio ha già pubblicato sul proprio sito un censimento di 696 uffici pubblici che possono essere riorganizzati, e bisognerà vedere se i ministeri risponderanno con lo stesso interesse mostrato una volta tanto dagli enti territoriali. Nel caso del piano di razionalizzazione, però, gli obiettivi sono già fissati dalla legge, che chiede allaPa centrale di ridurre del30%a gli spazi occupati, anche per tagliare una fetta dei 915 milioni che ogni anno spende in affitti. g.icintì[email protected] IPROPONENTI Operazione dismissioni Quota di immobili indicati dalle Autonomie e dagli altri enti pubblici IL PORTAFOGLIO Immobili candidati alla valorizzazione o alla vendita entro il 2015 Regioni e altri enti Pubblici Piemonte 92 Lazio 28 Abruzzo 87 Marche 18 Lombardia 79 Friuli Venezia Giulia 15 Toscana 73 Umbria Sicilia 52 Sardegna 11 7 Veneto 51 Trentino Alto Adige 2 Liguria - 49 Calabria 2 Emilia Romagna 45 Basilicata 1 Campania 40 Valle d'Aosta 1 Puglia 33 Totale Sanità nazionale ge e Calabrianehanno presentate due ciascuna. Il principale obiettivo è quello di rianimare un po' gli investimenti locali, che sono stati schiacciati daivincoli difinanza pubblica di questi anni e non possono certo trovare ossigeno dalla creazione di nuovo debito pubblico, ma l'operazione può dare qualche sostegno anche alla parte corrente dei bilanci locali anche perché un immobile inutilizzato rappresenta un costo che viene cancellato dalla vendita o dalla valorizzazione. Il decreto enti locali atteso al prossimo consiglio dei ministri, poi, potrebbe cancellare l'obolo del lo% che gli enti locali devono girare all'abbattimento del debito statale quando dismettono il loro patrimonio: la nuova regola, se sarà confermata, chiederà agli amministratori di destinare un decimo dei proventi all'abbattimento del proprio debito, dedicando il resto agli investimenti (ma si discute anche di una limitata possibilità di dirottare una quota delle entrate alla spesa corrente). Asl 17% Comuni - 45% Province 23°ío 686 Pagina 20 1,r~ _ a L,t Previsto per l'11 giugno il voto del Parlamento perla nomina dei due giudici mancanti Termine per gli emendamenti il 9 giugno partita aperta su statali e dirigenti Pa, rischio contratti da 35 miliardi L'allarme dell'Avvocatura dello Stato in vista della sentenza della Consulta sul blocco Davide colombo Marco Rogari ROMA wsl-sa Oltre due punti diPil(35 miliardi) per il blocco dei contratti pubblici nel periodo 2010-2015, con un "effetto strutturale" di circa 13 miliardi annui dal 2o16. Arriva come una bomba a orologeria la stima d'impatto contenuta nella memoria difensiva dell'Avvocatura dello Stato contro le due ordinanze che la Consulta esaminerà nell'udienza del 23 giugno. Le cifre, anticipate dall'Ansa, sono contenute in un documento firmato dall'avvocato Vincenzo Rago, un testo in cui la stima è riferita agli articoli 81 e 97 della Costituzione. Tanto costerebbe la dichiarazione di incostituzionalità delle norme previstein due decreti (art. 9 dl 78/2010 e art. 16 d198/ton) che per fronteggiare l'emergenza finanziaria hanno sospeso i rinnovi contrattuali. Le misure contestate da una serie di sigle sindacali del pubblico impiego (Flp,Fialp,GildaUnams, Confedir e Cse la prima ordinanza; Confsal-Unsa la seconda) riguardano oltre il blocco dei contrattianchelo stop ai trattamenti accessori,le progressioni di carriera e lavacanza contrattuale. Si contesta la lunghezza del periodo di blocco che è superiore al biennio, un intervallo che in passato era stato giudicato "congruo" dalla Corte. Ilgiudicerelatore dellacausasarà Silvana Sciarra, la stessa della causa sul blocco delle perequazioni delle pensioni per il biennio 2012-2013 che la Corte ha giudicato incostituzionale c on la s entenza n. 7o del3 o aprile scorso. Una sentenza che ha fatto molto discutere e imposto al Governo dicorrere airipari conun decreto Sanità nazionale del valore di _>,18 miliardi per l'anno in corsoe5oomilioniadecorrere dal 2016. Su quella sentenza la Corte si divise. Che cosasuccederàora,sisono chiestituttii sindacati che hanno immediatamente contestato la portata delle cifre fatte trapelare. La Corte, per altro, continua a fimzionarecon undue membri romeno sui 15 previsti e prima del 23 giugno, ovvero giovedì prossimo n giugno, il Parlamento si riunirà in seduta comune proprio per l'elezione dei due giudici.Incasodiintesasuinomie di elezione, bisognerà vedere se ci saranno i tempi tecnici perla verifica L'intero fronte sindacale contesta le cifre di impatto in caso di incostituzionalità delle norme: milioni di lavoratori aspettano giustizia titoli, il giuramento e l'ingresso nel collegio, la cui composizione sarebb e aquel punt o divers a daquella che deciso sulle pensioni. Le cifre indicate dall'Avvocatura, come si diceva, non sono credibiliper i sindac atiche le b ollano c ome strumentali: «Milioni di lavoratori pubblici si aspettano giustizia dalla sentenza della Corte costituzionale ma sanno benissimo che è Il governo a tenere ferali i contratti», scrivono in una nota unitaria Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e BenedettoAttili - segretari generali di Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl e UilPa. Tra l'altro la Cgil ha impugnato a sua volta il blocco dei contratti della scuola dal 2o11 al 2o15 davanti a ungiudice del lavoro di Roma e la primaudienza è fissata il24giugno. La pronuncia della Consulta sul blocco della contrattazione avrà sicuramente delle ricadute politiche anche sul cammino alla Camera della riforma Pa. Anche perché Imo dei e apitolipiù delicati delDdl delega targato Madia è proprio quello che interviene sul Testo unico del pubblico impiego. Del resto, quella sulla riorganizzazione degli statali, a partire dalla dirigenza, è una delle partite più attese nel passaggio a Montecitorio del testo. Che ha già ricevuto il primo via libera del Senato ma che a palazzo Madania do vràcomunque tomareperl'okfmale a causa dei ritocchi in arrivo alla Camera. Conclusa la tornata di audizioni, non senza critiche al testo come quelle espresse dalla Corte dei conti, la discussione in commissione Affari costituzionali si accinge ad entrarenelvivo.Iltermineper la presentazione degli emendamenti da parte dei gruppi parlamentariè statofissato permartedì9 giugno. Un vincolo che naturalmentenonvaleperilrelatore,Emesto Carbone (Pd) e per il Governo. La aree destinate al restyling sono già state individuate: dirigenza pubblica, prefetti, corpo Forestale, cittadinanza digitale. Ma altri temi potrebbero diventare caldi, come le partecipate, i servizi pubblici locali, le camere di commercio e la nuova governane Inps. La discussione generale inAula è stata calendarizzataperil22giugno.Maitempi potrebbero allungarsi. Anche perché l'opposizione ha già annunciatobattaglia. Confl direttivo di Forza Italia che ha deciso di votare contro HDdl, definito inaccettabile. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 21 La galassia pubblico impiego I DIPENDENTI DELLA PA Unità di personale a tempo indeterminato per comparto. Anno 2013 Regioni ed enti locali 484.025 Scuola 1.027.863 Ministeri 161.401 3.232.954 Servizio sanitario nazionale 670240 Corpi di polizia 316.717 Altro 572.708 LA SPESA PER IL PERSONALE Previsioni a legislazione vigente della spesa corrente della Pa per redditi da lavoro dipendente. Importi in milioni di euro Redditi da lavoro dipendente Differenziale a politiche invariate* 158.000 160.000 1d.000 T T T 1 .000 166.000 T .. . ..................... 1.664 ......... ................. 4.160 ............................. 6.694 ................. I ..... 2019 8.765 ................. I ............................ I ............................ I............................ I............................ 1............................. (*) Le previsioni a "politiche invariate" non rappresentano un peggioramento dei saldi di finanza pubblica rispetto ad uno scenario definito sulla base dell'applicazione del criterio della legislazione vigente in quanto, ai sensi dell'art. 81, terzo comma, ogni nuova o maggiore spesa e/o minore entrata rispetto a quanto previsto dalla legislazione vigente dovrà trovare apposita copertura con misure compensative di pari importo e durata. Le risorse stimate a politiche invariate sono al netto delle somme a titolo di vacanza Fonti: Rgs - Conto annuale; Def 2015 Sanità nazionale Pagina 22 Mire sulla commessa del servizio di prenotazione sanitaria - Carminati e i suoi spingevano per ottenerne una parte La trattativa sull'appalto sanitario: 3 0 4lotti così sono tutti d'accordo» Ivan Cimmarusti ROMA www_w Dietro l'appalto per il servizio di prenotazioni sanitarie della RegioneLazio (Recup) sinasconderebbe una sospetta 1 ottizzazione politica. Partiti e correnti che, a vario titolo, avrebbero avuto una mira sulla commessa da 91 milioni 443mila euro. Questo èuno dei particolari che emergono nel vasto incartamento della Procura della Repubblica di Roma, nel secondo troncone d'indagine su Mafia Capitale.11 capitolo dedicato al Recup è delicato, in quanto nelle conversazioni deivari soggetti indagati compaiono i nomi di personalità politiche della Regione, oltre che di deputati, tutti in quotaPd, che non risultano coinvolti nell'indagine La tavola rotonda Stando al contenuto degli atti, dell'appalto ne parlano a una riunione Salvatore Buzzi, Massimo Carminati, i collaboratori ClaudioBolla, Claudio Caldarelli e Carlo Guarany, e Fabrizio Testa, referente per i rapporti conlapolitica.I sodali discutono delle varie vie daprendere per accaparrarsi la succulenta commessa. «Se annamo soli come Solco (coop. di Mario Monge, ndr) remo deboli.. », dice Guarany. «Comunque anoi-ri- Sanità nazionale sponde Caldarelli - non ce fanno entra'...a Cns co Marotta che ce fanno entra'? Cns e Marotta (Maurizio, ndr) fanno entra' anoi?». «Io - interviene Guarany - preferirei quest'altrasoluzione(Cns,ndr)perchéMongelovedodeboluccio...» . «Vabe'-ri batte Caldarelli - remo tutti d'accordo...bisogna senti' Marotta...mo ce rivado da Maurizio». Poi discutono delruolo diPino Bongiomo dellaLegacooplaziali «Pino c'ha già parlato In diverse riunioni i sodali cercano la strada migliore per ottenere l'appalto. Presente anche un preciso riferimento al Pd Umberto Marroni con lui (Maurizio Marotta, ndr)», racconta Guarany. «Bongiorno - interti,ieneCaldarelli-m'hadetto"ame se me lo diceva cambiate regia...io memovo...senonme lo dicono",perché evidentemente gl'hanno dato un'altra azienda...questo è della Regione (Alessio D'Amato, capo struttura tecnica della Sanità regionale, ndr) e allorabisogna capi'». Astorre e Leodori Secondo quanto ritiene Guarany, Monge avrebbe avuto contatti con alcuni politici di rilievo. «Monge cha detto che Astore e pure se sta a muove Leodori». Racconta ancora che «tutta la banda Astorre...Leodori ... quindi, nel caso se dovessimo decidedianda'conSolco,cepotremmo aggrega'... oppure quell'altra strada sarebbe quella de anda' all'opposizïone...sceglie una strada all'opposizione (...) ma dobbiamo scegliere la strada politica pure...capito..la strada politica sono due...o dentro Il Pd, che sarebbe questa de Leodori...». I lotti In ulteriori conversazioni intercettate, i sodali raggiungono un obiettivo:perpartecipareallagara d'appalto, senza calpestare i piedi a nessuno, sarebbe stato necessario ottenere i «lotti o tre o quattro». Riassumono gli investigatori: «Salvatore Buzzi chiamava Claudio Caldarelli, al quale chiedeva informazioni sull'esito» di un incontro «con Angelo Scozzafava ("volevo sarpere che ci ha detto Scozzi"). Caldarelli riferiva: "Si, si, si, no, no,vabene, gliho detto quella cosa che abbiamo detto io ete.Hadettovabene,vabene,so che dice che...gli ha detto che doveva chiamarlo, che aspetti che lo chiama cose... Luca (Luca Gramazio, ndr), lo deve chiama'. Gli ho detto va be', si mo ti chiamerà per lì.... dico però a te ti deve parlare questa insomma te deve di'.... vi dovete parla' fra di voi. Comunque dice: "va be' l'accordo è questo, tre o quattro... insomma capito... così sono tutti d'accordo, tutto a posto, tutto a posto"». La spartizione politica Stando alle conversazioni riportate negli atti, infine, c'è un preciso riferimento al deputato Pd Umberto Marroni. Secondo quanto è annotato negli atti «Ruzzi riferiva a Carminati di chiedere a Gramazio l'indicazione dei lotti della gara Recup sui quali avrebbero dovuto definitivamente indirizzarsi, sottolineando, ancora una volta, l'esistenza di accordipolitiicie sottintendendouninteressamentodiMarroni perunacooperativa concorrente». «A questo punto devi dirgli all'amico - dice Buzzi a Carminati riferendosi a Gramazïo - noi puntiamo sempre al terzo e quarto perché il terzo è sicuro (...) luici deve dire». «Tu- risponde Carminati - mi hai detto però che c'erastataunacausaostativa». «Non ce l'abbiamo più», interviene Buzzi. «E allora- ribatte Carminati- mo vediamo secelafafare insieme», «sece la fa conquistare lui» dice Buzzi. Poi parlano diun'altrasocietàcheavrebbe in Marroni lo sponsor: «Ma perché - chiede Carminati - quelli che fanno? Si sono astenuti per fare in un'altra maniera?», «stanno con Marroni», puntualizzaBuzzi. «Allora-ne è convinto ilboss di Mafia Capitale-convienecheci sbrighiamo». RI P RODOZIO NE RISERVATA Pagina 23 Non solo laboratorio analisi: numerosi i servizi di qualità a disposizione anche di grandi imprese Caravaggio, centro diagnostico all 'avanguardia Giuseppe Grifeo Anni fa L'inizio dell'attività del laboratorio nella Capitale IER Attenzione alle necessità mediche e diagnostiche territoriali, una rete romana e nazionale che assicuri la qualità necessaria a laboratori di alto livello connessi in una rete informatica nazionale. Il centro di laboratori di analisi Caravaggio (vwvw.caravaggio.it) èunastoricarealtà romana, nell'area della Cristoforo Colombo, in via Accademia degli Agiati, presente da40 anni e oggi del tutto integrata nell'universo del Gruppo nazionale Bianalisi. «Da subito Caravaggio si sviluppò con quelle caratteristiche e quelle tipicitàdell'attivitàterritoriale ambulatoriale - sottolinea Giuliano Caslini, biologo, amministratore delegato diBianalisi-I soci fondatori videro subito quali erano le esigenze locali. Il centro doveva includere non Sanità nazionale solo il laboratorio di analisi ma le principali specialità delladiagnostica medica, ecografie, cardiologia: cardiogramma, i vari cardiogramma da sforzo , l'ecocardiogramma. Insomma, tutto quello che include il primo livello ambulatoriale». «Poi hanno sviluppato i rapporti per i check- up aziendali , il servizio che le grandi imprese offrono ai loro collaboratori, oltre ai rapporti conle case assicurative - continua Caslini - Caravaggio è stata fra le prime a ottenere convenzioni conlevarie assicurazioni e oggi è praticamente collegata a tutti i gruppi assicurativi. L' attività generalistahaun suo settore in accreditamento per le esenzioni, per i paganti ticket , per i check-up aziendali, per le compagnie assicurative e perla medicina del lavoro . Abbiano la linea di odontoia- tria, di ecografia, facciamo cardiogrammi al mattino senza appuntamento gestendo circa 1.500 atti cardiologici al mese». «Da qui il necessario sviluppo territoriale con alcune acquisizioni, giàprima dell' affiliazione conBianalisi - dice Caslini - L'ingresso nel Gruppo lia amplificato questa rotta prendendo spunto dalla nostra esperienza sovraregionale». «La realtà romana fattura circa 6,5 milioni, gestisce350 accessi al mattino per prelievi - descrive l'ad di Bianalisi-veramente tanto per un'unica sede, la più nutrita del gruppo. Ha grandi potenzialità. Caravaggio, asuavoltapossiedeLabomedica, altro centro poliambulatoriale al Tuscolano in viale Giulio Agricola con laboratorio, radiologia e Sardone in via Monte Cervialto». Pagina 24 A LOS ANGELES, UN ITALIANO È DIVENTATO UN AUTORITÀ NEGLI STUDI SU CIBO E INVECCHIAMENTO. ABBIAMO PASSATO DUE GIORNI a.e.uiI.a, aeja 18 Sanità nazionale dal nostro inviato Riccardo Staglianò fotorafie d Mau1rizi0 Camagna SG;JGWO2015 )lly~ Pagina 25 CON Valter Longa, FACENDOCI SPIEGARE LE SUE RICERCHE (E ANDANDO A PRANZO FA CENA CON LUI) copertina MENO È MEGLIO Valter Longa, 47 anni, dirige il Longevity Institute della University of southern California, LosAngeles. Passa alcuni mesi fanno a Milano, alflfom, l'isttutodi oncologia molecolare della Fondazione italiana perla ricerca sul cancro Ihleneftll 5 GIUGN? 2D15 Sanità nazionale 19 Pagina 26 nolPOCHE PROTEINE 0, 8 grammi per chilo di peso corporeo al g i orno grammi per una persona di 75 chili Per gli over 65 anche 1gr/lcg) PREFERENZA VEGETALE NF--OLIO D'OLIVA Folio d'oliva è uno PANE E PASTA ZUCCHERI AL MINIMO Sono ottimi cibi, Ridurre al minimo Può essere usato ma, invece di 150 gli apporti grammi di spaghetti e 50 grammi di pomodoro, meglio 30-40 grammi di pasta e 300 grammi di zuccheri semplici senza dover però eliminare/sostituire lo zucchero nel tè o caffè ( non vale la pena) degli ingredienti più sani. Sostituire ingredienti di origine animale (latte, formaggi, carne) con quelli di origine vegetale (legumi, verdure) in abbondanza di lenticchie, ceci, fagioli, piselli, etc. V. fl Ó L • J rr_ I *QD / 41, k 1 @@ ' P copertina MENO È MEGLIO 0S ANGELES . L momento del la verità scocca alle otto e Lnezzo. Cosa mangerà l'ideologo del digiuno? Valter Longo, quaran- tasette anni, un metro e ottantacinque per settantacinque chili, tanti capelli lunghi e non uno bianco, lascia la Nissan elettrica al parcheggiatore e fa strada verso il diciottesimo piano del Penthouse di Santa Monica, la gemella azzimata della friechettona Venim. Il cronista osserva in religioso silenzio prima di ordinare. Dopo un'attenta rassegna del menù il direttore del Longevity Institute della University of Southern California delibera: insalata di polpo, una ciotola di 20 Sanità nazionale songino con mandorle, acqua gasata. Intorno rumoreggiano le nipotine di Raywatch. Non c'è niente dipenitenziale né dentro né fuori daipiattL Questa è la forza di una dieta :ragion evole, elle anche la fallimentare disciplina di un essere urnano standard può permettersi Compresi occasionali strappi alle regole, peraltro facilissime da riassumere: poche proteine, pochissimi zuccheri, pesce sì, L'America hascoperto su Time la dieta che puòallungare la vita fino a142anni LL -f S ma altracarneal minimo, intermittentiasten sioni dal cibo. Un regime che promette di dimezzare i tumori, abolire le malattie cardiovascolari e il diabete e ridurre sensibilmente il rischio di Alzlieixner. Per un rr tesineLl,n1ny della vita di 12-15 anni che, aggiunti agli 83 medi italiani, ci porterebbero (praticamente sani) alle soglie dei cento. Nellapeggiore delle ipotesi, almeno a dar retta a Time, che qualche mese fa ha schiaffato un rubicondo neonato in copertina avvertendo che potrebbe viverne 142. Trai guru intervistati c'era anche Lungo, che però ei tiene a non fare il passo più lungo della gamba. Wittgensteinianamente luce su ciù di cui non può parlare, culi trial clinici effettuati e altre pezze d'appoggio. Ne ha già molti. Altri sono in corso. Di altri ancora conosce i risultati, ma non può viol.arel'em5 GI'JGtJO 20L5 11VE210rcB Pagina 27 BENE IL PESCE DUE PASTI AL GIORNO FRUTTA SECCA I DIGIUNI Mangiare pesce un paio di volte a settimana, ma occhio al mercurio di tonno, pesce spada, etc. (da limitare a 1-2 L'ideale per chi prende peso e mangiare due pasti al giorno più uno snack. Es: 1) colazione max 300 calorie Mangiare un pugno di noci o mandorle o nocciole al giorno. Meglio se un tipo diverso ogni giorno volte al mese) 2) pranzo o cena MULTI VITAMINICI Uno o due digiuni all'anno di almeno 4 p er sono ideali ideali per resettare il sistema immunitario, per essere sicuri di avere tutti i nutrienti si può prendere un multivitaminico completo alla settimana ma vanno fatti sotto la supervisione di un medico (diabetici che ricevono insulina 3) uno snack con bassi zuccheri, magan all 'ora .. .. d devono evitare) di pranza 4) un caffè o tè oltre alla colazione .r , rrM,. • t' i ` T #` •., ..y bargo prima della pubblicazione in riviste scientifiche. Tutto sembra convergere verso la sua intuizione. L'elisir di lunga vita esiste e somiglia terribilmente a ciò che sapevamo e abbiamo dimenticato. Ovvero: mettere nel piatto quel che avrebbero mangiato i nostri nonni per vivere quanto potranno legittimamente aspettarsi i nostri nipoti (anche grazie anche ai progressi della medicina). L'indomani seguo Longo a un convegno alla Davis School of Gerontology («la più antica del mondo») della Use, meno popolare della Ucla, ma primatista assoluta nell'arte di raccogliere fondi, coree dimostrano le decine di cantieri nello sterminato campus e il paccllianotto edificio donato dall'ex allievo George Lucas. Apre il promettentissimo biogerontologo Sean Curran che sdrammatizza ]l{efV!rd] 5 31UGN 7 2015 Sanità nazionale ,f i Ne esiste una versione hard, da 100 calorie al giorno. Ma per evitare il rischio svenimenti, malnutrizione e calcoli biliari meglio optare per una da 750 calorie (Longo ha messo a punta un kit di piatti pronti) confutando WoodyAllen («Puoivivere fino a cento anni, se rinunci a tutte le cose per cui vale la pena vivere») e ricordando che gli antioss idanti fimz'ionano anche da adulti. Evvai! Poi è la volta di Longo che cita il suo maestro Roy Walford, che si era ritirato un anno nel deserto dell rizona con altri otto volontari praticando una forma estrema di restrizione calorica e finendo pelle e ossa («Una cattiva idea. Mori poco dopo, a 77 ann »). Ma rammenta anche Jeanne Calment, una francese spirata a centoventidue anni, fumando fino .a cento. Poi si dilunga su meccanismi cellulari che vedremo meglio tra poco. Quindi arriva il decano Caleb Finch, con barba bianca e pizza-tic, quelle cravatte assurde che si perdonano solo ai prof americani, a ricordare come la longevità dipenda al 35 per cento - y ,imo dall'ereditarietà (che può essere una cattiva notizia se in famiglia se ne sono andati presto), ma per il resto dallo stile di vita (buona notizia per tutti quelli con volontà). Per due terzi, almeno, non siamo condannati. Longo è quello che riceve più domande. Dice cavallerescamente che Curran era allievo di un tipo che potrebbe vincere il Nobel. Lo stesso vale per lui, ma è un genovese riottoso che non si autoincenserebbe neppure sotto tortura. Riesco a estorcergliun po' di biografia durante un tragitto in auto, prima di inizia re due giorni di intervista. Figlio di un poliziot to e di una casalinga calabresi trac€eritesi in Liguriaperlavoru, dar°agazcu suona la chitarra e a 16 anni convince il padri in cambio di ottimi voti a scuola, di mandarlo un'estate dai parenti a Chicago per studiare in una h, 21 Pagina 28 ! 1;• l copertina MENO È MEGLIO D celeberrima scuola dï jazz. Gli piace così tanto che chiama a casa e avverte: «Non torno» (l'unico mistero riguarda la rassegnata resa dei suoi). Finisce lì le superiori, vincendo delle borse di studio, ma poi gli chiedono di dirigere la banda dell'università, sirfiuta e archivia la carriera alla Pat Metheny. Al college farà biochimica, un prestito studentesco via l'altro. Si arruola nell'esercito part-time per guadagnare («Nel `91 un giornale locale ha pubblicato la mia foto con il battaglione che doveva partire per l'Iraq» e che all'ultimo sarà lasciato a casa). Quindi il dottorato, poi il postdottorato in neuroscienze e l'insegnamento universitario. Finanziamenti raccolti per oltre venti milioni di dollari. La creazione di un'azienda nutraceutica tra le nove più influenti del mondo nel campo dell'invecchia mento («Io non prendo nulla: va tutto a sostenere le ricerche»). E siamo a oggi. L'ufficio di Longo, in un laboratorio che impiega una ventina di persone (più altre cinque all'Ifom, l'istituto di oncologia molecolare di Milano) che gestisce in totale autonomia, ha i mattoncini a vista, un grosso Mac da tavolo e una macchinetta per il caffè che si rivelerà non marginale nel proseguo della storia. Longo cala le carte. In uno studio su 6.000 persone pubblicato l'anno scor so su GellMetabulism ha dimostrato come chi consuonava più proteine (oltre il 20 per cento delle calorie giornaliere) avesse un rischio di mortalità del 75 per cento superiore di chi ne consumava meno del 10 per cento (sugli over 651 aumento di rischio scompare). Facendola semplicissima: l'americano medio, a forza di strafogarsi di hamburger, rischia di morire quasi il doppio di chi si dà una regolata. L'avevano intuito in tanti, ma lui l'ha dimostrato. La scoperta era coerente con un'altra pubblicata su Science Translational Medicine nel 2011. Sulle tracce dei centenari, dopo essere stato nel Sud d'Italia, a Okinawa e in certe remote aree colombiane, era finito in Ecuador e si era accorto della peculiarità di un gruppo che tendeva a non sviluppare diabete né cancro: avevano una deficienza nel ricettore dell'ormone di crescita, ovvero la principale via di segnalazione delle proteine. Detta altrimenti: o ne mangi poche o ne mangi tante senza che riescano a far danno perché il sentiero cellulare è ostruito, il risultato non cambia. Ovvero sei pro22 Sanità nazionale i • MISURATEVI L'ADDOME Per le donne, una circonferenza sotto ai 7lcentimetri è ideale. Sopra i 90centirretri triplica il rischio Per gli uomini l'ideale è sotto i 93 centimetri ma il rischio più alto inizia dopo i 100 centimetri di malattie cardiache tetto contro il cancro e contro le altre principali malattie dell'invecchiamento. t la prima gamba del Longo-pensiero. La seconda riguarda il digiuno. Quello prolungato, diciamo 4-5 giorni, che provocherebbe una formidabile rigenerazione del sistema immunitario («Circa un terzo viene distrutto, e viene ricostituito durante il .refeeding, quando ricominci amangiare»). Immaginate di aver pigiato un grande tasto reset, immensamente benefico per l'organismo. Dei sani e dei malati, dal momento che gli esperimenti pubblicati l'anno scorso su Cell Stem. Cell mostrano come chi lo faceva durante la chemioterapia era diféso dalla sua tossicità («Le cellule tumorali sono tali perché si dividono in maniera anomala. Se tu le affami, invece di dar loro una benzina super, non capiscono, cercano di mangiare tutto e muoiono. Sui topi l'effetto è cl-úarissinmo, ora testiamo sugli uomini»). In verità almeno su un uomo l'esperimento ha già funzionato. Parliamo del vostro cronista che, tempo fa, l'aveva provato per abbassare un colesterolo in orbita. Quattro giorni a circa 100 calorie, ovvero un tè a colazione e un brodino vegetale a pranzo e cena (in alternativa una centrifuga). Sembrava una prova sovrumana e invece, al netto del mal di testa della prima sera (preventivato: «II cervello, abituato a cibarsi di zuccheri, va perla prima volta in vita sua a cercare altrove il cibo e lo trova nei corpi chetonici che sintetizza dal grasso in eccesso»), tutto era andato sorprendentemente bene. Avevo perso quattro chili, di lì a poco fatto scendere il colesterolo da critico ad alto e soprattutto avevo ristabilito proporzioni assai più sane tra quello buono e quello cattivo. Fine del covningout. Non mangiando accadono molte cose. La più importante delle quali, oggetto di uno studio in corso, è il ringiovanimento degli organi: «Da alcune prime indicazioni sembra che l'organismo torni a non essere resistente all'insulina, principale causa del diabete. Come a 18 annL E la cosa miglioro è che i benefici durano per almeno tre mesi». A quel punto si può ripetere il digiuno, ma peri molto sani uno all'anno può bastare. Lui lo fa. I suoi ricercatori lo fanno. L'ha fatto Jenni Russell, giornalista del Times di Londra, che poi ne ha scritto sul giornale: «Avevo una malattia autoimmune: dormivo 12 ore al giorno, ero esausta. Quando poi mi hanno curato con la chemin per un cancro è andata anche peggio. Sino a quando ho provato il digiuno che ha costretto il mio midollo spinale a produrre nuove cellule staminali. E dopo quattro giorni mi sono sentita meglio di quanto non mi succedesse da anni». L'articolo si chiude con un appello al ministro della salute britannico a finanziare subito grossi studi, considerato anche che il cortisone costa caro e il digiuno quasiniente. Longo intanto ha creato L-nutra, un'azienda che ha testato e prodotto un kit di cibi giusti per i cinque giorni della FastingMimicking Dici. Si tratta di uno scatolone con dentro cinque zuppe liofilizzate, con tutti i nutrienti, altrettante barrette di cereali e noci, bustine di tè e tutto quello che serve a soprav vivere con 750-1.000 calorie per diem. II pacco costa 199 dollari, ovvero meno di 40 dollari al giorno, Ma lui punta ad abbassare ulteriormente i prezzi e poi questa è l'opzione per i pigri, per chi non vuole star troppo a calcolare e preferisce la comodità di aggiungere acqua a una sbobba sanissima. Perché tutti gli altri possono fare da sé. «L'importante è che ci sia sempre la supervisione di un medico» insiste Longo «che sia in grado di interpretare le reazioni dell'organismo al nuovo regime», che lui consiglia solo agii over 25 anni di peso normale, persone già completamente formate, perché i ragazzi hanno bisogno anche delle bistecche. Facciamo che una-due volte all'anno ci si astiene, ma per il resto del tempo cosa si mette in tavola? Nella forma più sintetica: la dieta mediterranea. Con alcune correzioni. Longo va a memoria: «Una persona di 75 chili do5 G: J G a 0 2 015 11VetleM Pagina 29 COSA MANGIA VALTER LONGO? Colazione: un mista di tè verde e nero con due fettine di pane abbrustolito e marmellata. Pranzo : quasi niente, avvero un bicchierone di latte di mandorla con una tazzina di caffè. Snack : un pugno di mandorle, noci o altra frutta secca. Cena : poca pasta con tanta verdura, pesce e le altre cose dal decalogo. I dolci se li è praticamente dimenticati. vrebbe assumere 60 gramrni di proteine al e una barretta con noci in giornata. Non ha la faccia di uno che soffre, a differenza di altri giorno (0,8 grammi per chilo di peso corporeo). Sostituire ingredienti di origine animale pusdaran del nutrizionismo. Ha la faccia sazia (latte, formaggi, carne) con ingredienti di di chi sa di stare facendo la cosa giusta. Ma originevegetale (legumi, verdure). Il pesce un perché, essendo così facile, non lo fanno tutti? I motivi sono molti. Hanno a che fare con paio di volte a settimana va bene, ma occhio l'industria e con la psicologia . « Quando la al mercurio in tonno e pesce spada (1-2 volte notizia dello studio sulla dieta a hasse proteial mese). Ridurre al minimogli 7uccheri semplici, senza accanirsi su quel che si mette nel ne uscì sul portale di Yahoo! questo venne tè o nel caffe. Bene pane e pasta, meglio se assaltato da quasi cinquemila commenti. A integrali, ma con misura: invece di 150 gramguardarli bene si capiva che i mandanti erano le pubbliche relazioni di imprese molto premi di spaghetti e 50 di pomodoro fàtene 40 e 300 di ceci, lenticchie, fagioli, piselli. Olio di occupate dalle implicazioni sul loro business. oliva in quantità. Frutta sì, senza esagerare (è Voglio dire : se questa cultura passa significa zucchero). Un pugno di noci, o mandorle, o la totale riscrittura della dieta americana!». nocciole al giorno. Un multivitaminico, OmeOgni Paese ha le sue sensibilità. Dice: «In ga 3 e calcio alla settimana, percompensare». Italia se togli i formaggi ti saltano alla giuguOra non dite «lo sapevo già». Primo, per lare. Eppure guardate le curve Istat sull'anché sapevate cose simili, però inframezzate damento dei consumi di formaggi e carne e dalle tante leggende che fioriscono intorno confrontatele con l'aumento dei tumori. Ë alle diete. Secondo, perché la forza di questo spaventoso...». Dunque c'è una disrraformatga approccio è che non vi costringe a vivere con organizzata . Alla quale si aggiunge il più clasuna bilancia da cucina in mano. È superpragmatico. Per misurare i ceci potete fare anche col barattolo, «perché con acqua e sale non perdono granché qualità». Anche le (1) La francese Jeanne Calment ha vissuto verifiche sono facili. Spiega Longo: «Per cafino a 122 anni, fumando fino a 1C0 pire come state andando basta un metro, tipo (2) Roy Walford , maestro di Longo, era sostenitore di una restrizione quelli da sarta. Misurate la circonferenza calorica estrema intorno all'addome. Per le donne, ottimo sta(3) Caleb Finch , collega di Longo, è uno re sotto ai 71 centimetri (sopra i 90 triplica il dei veterani della gerontologia rischio di malattie cardiache), Per gli uomini l'ideale sarebbe sotto i 93 centimetri, ma il rischio alto inizia dopo i 100». Perché il peso, come sfugge drammaticamente ai forzati della Dukan o della Zona, è solo l'epifenomeno. Se mangi bene stai bene, ergo non ingrassi. Se tendete a metter su chili meglio ridurre i pasti: due al giorno bastano, come confer mano gli studi del biologo Satchin Panda dell'Università della California. Longo come si comporta? «A colazione un misto di tè verde e nero con due fettine di pane abbrustolito e marmellata. A pranzo quasi niente, ovvero un bicchierone di latte di mandorla con una tazzina di caffè, preparato con la macchinetta in ufficio. A cena poca pasta con tanta 8 verdura, pesce e le altre cose già spiegate». I dolci se li è praticamente dimenticati, tranne un po' di cioccolata fondente («ma semi invitano a un compleamio lo prendo pernon fare l'asociale. L'importante è rigar dritto la maggior parte del tempo»). Al più un altro caffè 8 MAESTRI E CENTENARI iléellendì 531UGN52015 Sanità nazionale sieo dei meccanismi di difesa freudiani: la negazione. «Che male potrà Idre una bella Chianirla?». Senza, considerare il fattore delega a esterni: se hai il colesterolo alto e puoi buttarlo giù comodamente con una pasticchina, chi te lo fa fare di rivoluzionare tutta la dieta? Cihe è un po' l'attitudine di chi minimizza i rischi del riscaldamento globale e propone di continuare a bruciare petrolio e spostarsi in formazioni un Suo-una persona, tantopoi ci sono letecniche digeoengineerrng per provare a rimediare ex post ai guasti. Longo è un fiume in piena. Si inabissa nei meccanismi di processamento dei cibi, dallo stomaco all'intestino, i cui villi separano e assorbono gli amminoacidi, il glucosio e i grassi, sino al filtraggio del sistema immunitario e alla decisioni del cervello su come allocare quelle energie, ritornando al ruolo chiave dell'ormone della crescita come interruttore della prolifierazione cellulare. Mi spiega una quantità di cose che meriterebbero un libro. Porto a casa e vi riconsegno tre principi semplici da mandare a memoria. Se cercate un modello, tra le diete già codificate, il migliore è la peseetariana, ovvero no carne tranne il pesce, oltre alle cose già dette. Non innamoratevi di cose strane, orientali, improbabili alimenti medicamentosi: mangiate cose della vostra terra, le stesse elio avrebbero mangiato i vostri avi, perché anche se voi non lo sapete il vostro organismo lo sa, ed è stato allenato dall'evoluzione a rispondere bene a cibi che conosce. In ultimo, non vi fissate su elementi singoli, tipo modaiole bacche vermiglie, presentati come miracolosi: la brutta notizia è che i miracoli non esistono. Rileggetevi Paracelso: «E la dose che fa il veleno». Niente da solo vi salverà né vi condan nerà. Lorg^anismo è una macchina complessa che richiede un approccio complesso. Ma se viimpegnate inquesta manutenzione ci sono ottime probabilità che arriverete lontano-Poi ci sono i frontali con un camionista stordito dal sonno, autostrade che collassano per incuria criminale e mille altri rischi fuori dal nostro controllo. Almeno prendiamoci cura della nostra parte. Ricordate il prof con la cravatta sbagliata: due terzi della longevità dipendono dallo stile di vita. È il momento di prendere la sua lezione, e quella del suo brillante collega italiano, terribilmente sul serio. Riccardo Staglianò 23 Pagina 30 NUOVE TERAPIE Un viinis killer contro il melanoma, Il melanoma , tumore maligno della pelle dovuto a una protratta esposizione al sole , colpisce soprattutto tra i 30 e i 60 anni di età e uccide circa settemila italiani all'anno . Per la prima volta oggi c'è una terapia che promette risultati migliori delle chemioterapie, grazie ad un virus modificato geneticamente e usato come k iller delle cellule tumorali . Lo dice uno studia condotto da ricercatori dell'Institute of Cancer Research di Londra . L'idea è sfruttare l'abilità che i virus hanno nell'infettare le cellule umane rivolgendola contro il melanoma . I ricercatori hanno preso un virus dell'herpes e lo hanno ingegnerizzato per farlo penetrare nelle cellule cancerose , moltiplicarsi al loro interno danneggiandole, e, in aggiunta , produrre una molecola che induce il sistema immunitario ad attaccare il tumore. I test elinici, durati tre anni, mostrano che 163 pazienti con melanoma in fase 3 e 4 - le ultime due fasi della malattia - sono sopravvissuti in media 41 mesi , contro una sopravvivenza media di 21.5 mesi di 66 pazienti curati con i più potenti farmaci immunoterapici odierni. (giuliano ciuffi) Sanità nazionale Pagina 31 CHE BELLEZZA di Laura Laurenzi Le donne sono solo il 13,5 per cento dei chirurghi estetici in Italia. Tra loro, in hasso, Stefania Rucher, primario al San Gallicano di Roma FRA I LAUREATI IN MEDICINA SONO DI PIÙ LE DONNE. MA POCHE SCELGONO DI OCCUPARSI DI LIFTING E LIPOSUZIONI MENTRE CHI VA SOTTO I FERRI... LA CHIRURGIA PLASTICA E ROBA DA UOMINI? C hissà se è diffidenza o se è mancanza di offerta. E chirurgo plastico è quasi sempre uomo. A operare, a fare i lifting, a ricostruire seni, a praticare liposuzioni, a dare nuova forma ai nasi e a ristrutturare ovali alla deriva è quasi sempre una mano maschile. Curioso: passano gli anni, si evolve il costume, ma il paradosso non soltanto non crolla, bensì si consolida. Nonostante fra i laureati in medicina ormai da tempo siano più numerose le donne, quando si tratta di bussare alla porta di un chirurgo estetico si sceglie un uomo. Scelta del resto obbligata: i cosiddetti camici rosa specializzati in questa assai redditizia disciplina continuano a essere una minoranza trascurabile. Solo il 13,5 per cento dei chirurghi estetici che operano in Italia appartiene al gentil sesso, vale a dire poco più di uno su dieci. La percentuale si ribalta quando si passa ad analizzare i pazienti divisi per sesso: ad andare sotto i ferri per sottoporsi a un ritocco sono nella stragrande maggioranza donne. È la stessa Associazione italiana di chirurgia plastica ed estetica a segnalare il perdurare del fenomeno, tanto da dedicargli un'intera sessione del suo congresso conclusosi nei giorni scorsi. Eppure le donne sono più attente al dettaglio, eppure sono più misurate e garantiscono risultati più naturali, eppure tendono a fare scelte più etiche e diffidano da modelli di femminilità stereotipata, eppure conoscono meglio dei colleghi certe esigenze, eppure con loro, da donna a donna, è più facile confidarsi. La lista degli eppure è lunghissima tuttavia, y, j direi, piuttosto inutile: le pochissime eccezioni confermano la regola. Al San Gallicano di Roma, autentica mosca bianca, il primario di chirurgia plastica è una donna, Stefania Bucher, e non da ieri, bensì di 15 anni. «Eppure ancora oggi» racconta «in sala operatoria i pazienti chiamano me "signo■ ra" e "dottori" i miei giovani specializzandi». Sanità nazionale Pagina 32 L'osso si rigenera senza calcio Biomateriale realizzato in Italia Un biomateriate composto solo da proteine permette di rigenerare l'osso di un anziano senza accelerarne i processi di calcificazione . I ricercatori dell'Ateneo di Pisa, con La collaborazione dei colleghi dell'Università Politecnica dette Marche, hanno realizzato iL composto: malgrado l'assenza di calcia sarebbe in grado di stimolare La rigenerazione dell'osso. Ricerca Pagina 33 Azienda E accutíca sbarca I PONTEDERA Ora si può dire che Pontedera ha il suo polo per il biomedicale. Con l'arrivo di "Innovation and technology for Health" (Ith), infatti, salgono a cinque le aziende impegnate all'interno dell'incubatore d'impresa Cerfitt e a Pont-Tech in questo delicato quanto strategico settore per una ulteriore qualificazione e un maggiore sviluppo dell'area del Dente Piaggio. Ith è, in realtà, una spin-off di Farmigea, azienda pisana specializzata nella produzione di colliri che ha deciso di spostare a Pontedera il reparto di ricerca e innovazione. «La vicinanza di imprese che innovano, compreso il Polo Sant'Anna Valdera - ha spiegato l'amministratore delegato di Farmigea e Ith, Mario Federighi - è stata la molla per il trasferimento. Qui creeremo soluzioni per la salute delle persone». Una presenza che, al momento, prevede l'impiego di cinque ricercatori più uno stagista, dopo L'assunzione di un neo laureato. «Non mi sento di dire che questa nuova avventura porterà ulteriori posti di lavoro a breve - ha ripreso Federighi - ma sono sicuro che ci darà ottimi frutti sotto l'aspetto di prodotti innovativi, non solo per l'apparato oculare. D'altra parte investire in ricerca è fondamentale per il nostro settore. Ma lo è per chiunque voglia fare impresa. Quando sento che in Italia non laboratorio e e c' suo è possibile investire in ricerca mi arrabbio, perché per prima cosa bisogna credere nella ricerca, non attendere solo i soldi pubblici». Alla conferenza stampa di presentazione della nuova azienda al Dente Piaggio erano presenti, tra gli altri, il sindaco Simone Millozzi e Riccardo Lanzara, presidente di Pont-Tech, di cui fa parte il Cerfitt, oltre al vice sindaco Angela Pirri e a Giuseppe Ponzana, dirigente dello sviluppo economico della Provincia di Pisa. «Ci aspettiamo che l'arrivo di Ith attragga anche altre realtà imprenditoriali - ha detto Lanzara - che facciano di ricerca e innovazione i loro elementi cardine per lo sviluppo». Millozzi, dal canto suo, ha affrontato l'argomento relativo alla dismissione di quote di Pont-Tech da parte della Provincia di Pisa, dopo la soppressione dell'ente. «Stiamo valutando e affrontando un percorso - ha detto il sindaco - che preveda un cammino congiunto tra la stessa Pont-Tech e Pontlab, altra eccellenza nella ricerca dell'area pontederese, a cui si rivolgono tutti i più grandi gruppi per i test sui materiali. L'idea è che queste due realtà possano arrivare anche a una sorta di fusione con l'obiettivo di creare un colosso dell'innovazione, capace anche d'intercettare con maggiore forza e incisività, i finanziamenti pubblici». AndreasQuirici 0PIPRODIRIONE RISERVATA 4uPrc crrFerim Ricerca Pagina 34 ViviseziOne, 1 9Europa non la ferma e riparte fi díbatúto La Cormnissione: è presto. Gli anirnalisti: ignorata l'opinione dei cittadini I ricercatori: no, la scelta è giusta MILANO «Stop Vivisection è una richiesta inaccettabile» dice la Commissione europea respingendo la raccolta firme della European Citizens Initiative. Sottoscritta da un milione e 170 mila cittadini ben 700 mila dei quali italiani e presentata nel marzo scorso, la petizione chiedeva l'abrogazione della direttiva approvata nel 2010 e la presentazione di una nuova proposta che abolisse la sperimentazione sugli animali. Secondo la Commissione il provvedimento europeo difende gli animali e sostiene lo studio di metodi alternativi. «Una messa al bando completa della ricerca animale sarebbe prematura perché metterebbe fuorigioco la ricerca biomedica europea» ha detto il Vicepresidente della Commissione Jyrki Katainen. Il Parlamento italiano nel recepire la direttiva aveva votato emendamenti ancora più restrittivi. La bocciatura di Bruxelles sulla delicata questione che, in particolare da noi, suscita dibattiti spesso molto accesi, ha provocato come era prevedibile reazioni contrastanti. «Ci hanno illuso e non si è tenuto conto dell'opinione dei cittadini commenta Fabrizia Pratesi de Ferrariis coordinatrice del comitato scientifico Equivita e promotrice di Stop Vivisection Ricerca . Delle quaranta iniziative av viate solo tre sono state accettate. Tre anni di lavoro vanificato. Il modello animale non cor risponde all'uomo e quindi non aiuta ad affrontare le malattie». «Non mi stupisce la risposta della Commissione aggiunge l'onorevole Michela Vittoria Brambffia perché è la stessa che ha approvato la sciagurata direttiva, preoccupata solo di sostenere le lobby dei grandi affari. L'Italia si è distinta in Eu ropa riuscendo a interdire cer te sperimentazioni e spingendo verso metodi alternativi». Il mondo scientifico esprime, invece, soddisfazione per la risposta della Commissione, soprattutto in una fase nella quale le liti politiche avevano accentuato la confusione. «È una scelta equilibrata nota Elisabetta Dejana, ricercatrice all'Istituto Firc di oncologia molecolare e docente nelle università di Milano e di Upsala Purtroppo non c'è abbastanza comunicazione per far capire che per alcune patologie, a partire dai tumori, non esistono metodi alternativi se si vuole arrivare a cure appropriate, anche se tutti li preferiremmo e li stiamo sviluppan do». «La decisione presa è l'unica condivisibile sottolinea Giu liano Grignaschi, segretario generale di Research4Life, la piattaforma creata da leo, Ifom, Istituto Negri, Ospedale San Raffaele, lit, e varie università per comunicare ivalori della ricerca biomedica . Ci auguriamo che il governo e il parlamento italiano rivedano ora la direttiva come è stata approvata adeguandola alle richieste europee». La Commissione europea, intanto, ha annunciato che or ganizzerà per l'anno prossimo una conferenza per informare sulle attività in corso nella ricerca di alternative. Giovanni Caprara © RIPRODUZIONE RISERVATA Il modello animale non aiuta a battere le malattie Fabrizia Pratesi Non mi stupisce, pensano solo alle lobby Michela Ilr bilia Pagina 35 5 TECNOLOGIA PSICOLOGIA NATURA MEDICINA UNA MICROBIOLOGA ITALIANA LAVORA SUGLI ORMONI DELLA FEDELTÀ PRODOTTI DALL'INSETTO MASCHIO CONTRO LA MALARIA SI STUDIA IL SESSO TRA LE ZANZARE Atrasmettere la malaria sono zanzare del genere Anopheles {sotto). In basso, Flaminia Catteruccia , docente a Pe rug a e a Harva rd di Silvia Beacivelli 1 sesso tra zanzare sta aiutando gli scienziati a combattere la malaria, Dico sul serio». È un tweet di Bill Gates tra i più rimbalzati in rete, e la sintesi perfetta, per quanto maliziosa, dello stato dell'arte della ricerca sulla malarin_ La malaria, si sa, è una malattia causata da un parassita che a noi uomini viene trasmesso da una puntura di zanzara. In Europa ce la siamo dimenticata da qualche decennio, ma in Africa, in Sud America e nel subcontinente indiano continua a fare quasi un milione di vittime all'anno. Non ci sono vaccini, e i farmaci sono pesanti e sempre meno efficaci Quel che è peggio è che anche le vecchie strategie a base di insetticidi, peraltro spesso tossici, cominciano a non funzionare più. Ed ecco che arrivano, appunto, le ricerche sul sesso. Cogne quelle di Flarninia Catteruccia, docente di microbiologia all'Università di Perugia e alla Ilarvard School of Public Iiealth di Boston. «Il nostro obiettivo ultimo è trovare sostanze che, invece di uccidere le zanzare, le sterilizzino. Il punto di partenza è la ricerca di base sui meccanismi della riproduzione». Una delle ultime scoperte del gruppo di Catteruccia è che la zanzara femmina (che trasmette il parassita) sceglie lei il maschio con cui riprodursi. Durante un unico atto sessuale, in volo e al tramonto («molto romantico, sì»), da lui riceve tutti gli spermatozoi che le servii anno nel corso della vita, e che terrà da parte in una capsula apposita. Ma riceve anche un tappo, un vero e proprio tappo, intriso di un ormone che la rende disinteressata ad altri maschi. In pratica, che la costringe alla fedeltà perpetua. «Ci sono tante cose ancora da capire» precisa Catteruccia «per esempio i criteri di scelta del partner da parte della femmina. Però intanto abbiamo capito una questione chiave e cioè che il tappo dà un vantaggio anche al parassita». Un vantaggio nel suo Ilv+exreIM Ricerca S 31UGN 0 2015 sviluppo, che ha ragioni ancora poco chiare, ma che è evidente e si osserva solo nelle specie di zanzara più pericolose (per noi) del genere Anopheles. Il confronto tra le diverse specie di Anopheles ha così permesso di raccontare la storia di come a un certo punto nel corso dell'evoluzione alcuni, solo alcuni, maschi abbiano cominciato a produrre gli ormoni della fedeltà, le femmine si siano adeguate, e il parassita abbia fatto capolino. «È interessante come esempio di coevoluzione» prosegue Catteruccia «ma ci dà anche indicazioni importanti per la lotta alla malattia». Possiamo per esempio cominciare a studiare come bloccare l'ormone o come impedirne gli effetti principali, sia sulla femmina sia sul parassita. Oppure, sul versante biotecnologico, produrre in laboratorio maschi sterili, che a loro volta, per la questione della fedeltà perpetua di cui sopra, renderanno sterili anche le proprie femmine. Non stupisca perciè l'interesse di Bill Gates, visto che con la sua fondazione finanzia da tempo lo studio della malaria e delle strategie per fermarla. E stupisca poco anche la malizia: si tratta in effetti di sesso tra insetti. Ma è il tallone di Achille di una ma■ lattia con cui dobbiamo combattere ancora. 61 Pagina 36 BEAUTIFUL MIND di Giampiero Cazzato ARRUOLARE BATTERI PER BATTERE LA LEGIONELLA Il batterio fece la sua prima apparizione nel 1976 negli impianti di condizionamento di un albergo di Philadelphia dove si teneva un raduno dei veterani dell'American Legion. Tra i partecipanti, 221 si ammalarono e 34 morirono di una polmonite acuta, ribattezzata Malattia dei legionari. Sconfiggere la Legrionella pneumophllo limitando il ricorse ai disinfettanti negli impianti idrici è la proposta di ricerca con la quale la dottoressa Maria Luisa Ricci (nella foto) dell'istituto superiore di sanità, si èaggiudicata il premio della Società europea di microbiologia clinica e malattie infettive. Qual è la vostra idea? <cln sostanza scattiamo una sorta di fotografia, la più precisa possibile, dei microorganismi (prevalentemente batteri e protozoi) presenti in un determinato habitat. Le tecnologie per il sequenziamento del Dna consentono di rilevare un maggior numero di popolazioni microbiche rispetto ai metodi usati finora, e permettono di ricostruire esattamente la proporzione e i tipi presenti negli impianti idrici. Avendo il quadro preciso dell'ecologia microbica in cui Legionella cresce e si sviluppa possiamo, in pratica, favorire la colonizzazione degli impianti idrici da parte di microrganismi antagonisti», Perché non continuare a usare i classici disinfettanti? «II batterio ha sviluppata numerose strategie di resistenza. Inoltre vanno considerati gli effetti sulla salute di queste sostanze nonché i danni alle condutture per l'azione corrosiva dei prodotti chimici utilizzati». Ma è cos? pericolosa la Malattia del legionario? «Nel 2014 sono stati segnalati 1.450 casi, con una letalità che varia dal 10 fino al 44 per cento. Colpisce soprattutto persone anziane ed immunocompromesse, fasce di popolazione in aumento». Ricerca Pagina 37