Rassegna del 05/06/2015 - Azienda Ospedaliero

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Rassegna del 05/06/2015 - Azienda Ospedaliero
Rassegna del 05/06/2015
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 05/06/2015
SANITÀ NAZIONALE
Avvenire
05/06/15 P. 10
Malattie da cibo per 17 milioni di italiani: ecco i dieci rischi
Corriere Della Sera
05/06/15 P. 1
Appalti e tangenti 15 consiglieri comunali trai 44 nuovi arresti per Madia Capitale
Ilaria Sacchettoni
1
2
Corriere Della Sera
05/06/15 P. 2
Così Buzzi pagava tutti «Ci mangiamo Roma»
Giovanni Bianconi
3
Corriere Della Sera
05/06/15 P. 25
Il costo di un anno di vita in più
Pierluigi Battista
5
Giornale
05/06/15 P. 1
Se i maschi rischiano il cancro per troppo pudore
Vittorio Feltri
7
Giornale
05/06/15 P. 17
Troppi tagli: un colpo al cuore in cardiologia
Luciana Rota
9
Giornale
05/06/15 P. 17
Se l'uomo rischia il cancro per pudore
Enza Cusmai
10
Italia Oggi
05/06/15 P. 30
Sanità pubblica, welfare ai minimi
Benedetta Pacelli
12
Italia Oggi
05/06/15 P. 30
Competenze sanitarie da definire
Benedetta Pacelli
13
Italia Oggi
05/06/15 P. 38
Project financing con mini-Iva
Federico Salvadori
14
Messaggero
05/06/15 P. 5
«Regione, accordo per l'appalto a Buzzi»
Valentina Errante
16
Messaggero
05/06/15 P. 12
Statali, scatti arretrati una mina sui conti da 35 miliardi di euro
Sole 24 Ore
05/06/15 P. 4
Regioni, Province e Comuni puntano alla dismissione di 686 unità immobiliari
Gianni Trovati
20
Sole 24 Ore
05/06/15 P. 4
Pa, rischio contratti da 35 miliardi
Davide Colombo
Marco Rogari
21
Sole 24 Ore
05/06/15 P. 8
La trattativa sull'appalto sanitario: «3 o 4 lotti così sono tutti d'accordo»
Ivan Cimmarusti
23
Tempo
05/06/15 P. 21
Caravaggio, centro diagnostico all'avanguardia
Giuseppe Grifeo
24
Venerdi Repubblica
05/06/15 P. 18
Il manuale della lunga vita
Riccarda Staglianò
25
Venerdi Repubblica
05/06/15 P. 65
Un virus killer contro il melanoma
Venerdi Repubblica
05/06/15 P. 89
La chirurgia plastica e roba da uomini?
Qn
05/06/15 P. 21
L'osso si rigenera senza caccio Biomateriale realizzato in Italia
Tirreno Pontedera Empoli
05/06/15 P. IV
Azienda farmaceutica sbarca a Pontedera con il suo laboratorio
Andreas Quirici
34
Corriere Della Sera
05/06/15 P. 24
Vivisezione, l'Europa non la ferma e riparte il dibattito
Giovanni Caprara
35
Venerdi Repubblica
05/06/15 P. 61
Contro la malaria si studia il sesso tra le zanzare
Silvia Bencivelli
36
Venerdi Repubblica
05/06/15 P. 62
Arruolare batteri per battere la legionella
Giampiero Cazzato
37
18
31
Laura Laurenzi
32
RICERCA
Indice Rassegna Stampa
33
Pagina I
Máatt e
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1
1
MILANO
n Italia ogni paziente obeso ha un costo pari a
300 euro al giorno», e «il 93% della mortalità totale è legata alle malattie non trasmissibili fra cui
patologie cardiovascolari, tumori, diabete e obesità».
Tutte voci legate a problemi nutrizionali che colpiscono 17 milioni di connazionali producendo una spesa
annua non inferiore ai 30 miliardi di euro, con un trend
in crescita. Lucio Lucchin, past president dell'Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi), fotografa così le 2 facce - sanitaria ed economica - di
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un'emergenza ormai pandemica. Per «cercare finalmente di trovare soluzioni concrete - annuncia l'esperto-il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha autorizzato l'avvio di un tavolo tecnico che recepisce il
senso del nostro Manifesto per Expo».
Il documento, presentato alla stampa ieri a Milano, si
intitola "Manifesto delle criticità in nutrizione clinica
e preventiva per il quadriennio 2015-2018" e puntai riflettori sui 10 "nodi" da affrontare in via prioritaria «per
evitare - spiega Lucchin, padre dell'iniziativa - che le
malattie da cibo si trasformino in un boomerang sociale. Pensiamo solo che, in termini di aggravio economico a livello mondiale, la sola obesità si colloca al terzo posto dopo il fumo di sigaretta e le guerre e il terrorismo. Così abbiamo messo nero su bianco "Le prime
10 sfide italiane`, come vengono chiamate nel rapporto patrocinato da Padiglione Italia, elaborato e sottoscritto da 19 società scientifiche, 12 università, 6 Fondazioni e centri di ricerca, e 5 associazioni di cittadini
e pazienti. Tra queste: sovrappeso-obesità, diabete mellito tipo 2, malnutrizione calorico-proteica, comportamenti nutrizionali a rischio. «Un network molto bello e costruttivo, forse il primo così ampio nato in Italia», sottolinea il presidente di Adi, Antonio Caretto.
l'Adi (Associazione
di dietetica e nutrizione
clinica ) con scienziati,
medici e associazioni,
promuove un " anifesto"
perle soluzioni
in ambito nutrizionale
Sanità nazionale
Pagina 1
Appalti e tangenti
15 consiglieri comunali
tra i 44 nuovi arresti
per Mafia Capitale
Quarantaquattro nuove misure cautelare eseguite per Mafia Capitale colpiscono la giunta capitolina e fanno traballare anche quella regionale. Nel mirino dei magistrati sono finiti la gara
per il cento unico di prenotazioni della sanità un affare da 20 milioni di euro assegnato (anche
se poi revocato) a una delle coop di Salvatore
Buzzi, da dicembre finito al carcere duro del 41
bis. In carcere finiscono, tra gli altri, l'ex presidente della assemblea capitolina, Mirko Coratti,
il consigliere di opposizione Luca Gramazio (figlio del senatore Domenico), il consigliere del
Pd Daniele Ozzimo, il presidente della commissione patrimonio, Pierpaolo Pedetti (Pd) e l'ex
presidente della commissione regionale per la
gara del Recup, Angelo Scozzafava, più l'imprenditore Daniele Pulcini.
Tra i fatti contestati, l'aggiudicazione degli appalti per gestire l'emergenza profughi, immigrati e quella sociale. Ma anche la manipolazione
delle assegnazioni per gli immobili in vendita
del Comune, la gara per l'assegnazione della manutenzione dei residence, le forniture per i centri di accoglienza immigrati che chiamano nuovamente in causa Luca Odevaine, l'ex capo di gabinetto di Walter Veltroni. Le accuse vanno dalla
corruzione aggravata (in qualche caso con l'aggravante mafiosa) alla turbativa d'asta per molti
funzionari e dirigenti capitolini.
11 più colpito da questa seconda tranche d'in-
chiesta è il cosiddetto «capitale istituzionale» di
Mafia Capitale, già descritto nella prima ordinanza (ma ora ripetuto): «Le attività di indagine
svolta - scrivono i magistrati coordinati dall'aggiunto della Dda Michele Prestipino e dal procuratore capo Giuseppe Pignatone -hanno consentito di acquisire rilevanti elementi di prova in
merito al fatto che Mafia Capitale ha tra i suoi
obiettivi primari la acquisizione di attività economica realizzata avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo.
L'attività di Mafia Capitale, al fine di ottenere il
controllo di appalto lavori pubblici, si avvale anche di metodi tipicamente corruttivi»
L'inchiesta dei pm Giuseppe Cascini, Paolo lelo e Luca Tescaroli rivela l'esistenza di un apparato amministrativo infiltrato e al soldo di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati e dei rispettivi collaboratori (reclutati indistintamente fra piccoli
contabili e pura e semplice manovalanza criminale, perché il duo, nel suo insieme, non rinuncia ad attività di estorsione e usura più tradizionali della mala romana). Le contestazioni riguardano fatti recenti, ricostruiti - grazie alle intercettazioni - nel corso degli ultimi mesi e in
qualche caso addirittura in seguito alla prima retata del 2 dicembre scorso. Oggi i primi interrogatori di garanzia del gip Flavia Costantini.
Ilaria Sacchettoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fermato
Il fermo
immagine
del video
dell'arresto,
lo scorso
dicembre,
di Massimo
Carminati.
L'uomo è stato
bloccato
in una strada
di campagna
dai carabinieri
del Ros
Sanità nazionale
Pagina 2
40
Così Buzzi pagava tutti
«Ci mangiamo Roma»
IL CAMPII) OCI , 10
ROMA «A proposito di Coratti...
c'ho una cosa per... io.ooo euro, eccolo qua, prima ancora di
parlare,lo.ooo euro» raccontava Salvatore Buzzi il 15 gennaio
2014. Due giorni dopo, il 17
gennaio, su un conto corrente
della Unipol Banca intestato alla cooperativa 29 giugno, una
di quelle che fanno capo a Buzzi, veniva registrato un bonifico
di 1o.ooo euro su un altro conto
della stessa banca, in favore
dell'Associazione Rigenera.
Causale del versamento: «Erogazione liberale». Il problema
è che Rigenera è stata fondata
da Mirko Coratti - consigliere
comunale del Pd, presidente
dell'assemblea fino a dicembre
scorso -, il quale la utilizzava
«anche in funzione delle sue
specifiche esigenze politiche»,
e disponeva di una «informale
rendicontazione sulla gestione
delle risorse economiche». Ecco perché, secondo le indagini
del Ros e della Procura di Roma, quei soldi non sono altro
che una parte del prezzo della
corruzione pagata all'amministratore locale.
«Tutti chiedono soldi,
cifra impressionante»
Dall'ex presidente del Consiglio comunale in giù, il nuovo
capitolo del malaffare in Campidoglio racconta di denari e assunzioni di parenti e amici (o
amiche) elargiti con generosità
dalla presunta associazione criminale guidata da Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. Per fare
«mangiare la mucca», attraverso gli appalti, che poi garantiva
ai politici l'adeguata «mungitura», cioè le tangenti. Così parlava Buzzi. Fuor di metafora, accusano gli inquirenti, «le erogazioni di utilità di Buzzi, esecuzione della linea strategica
delineata di concerto con Carminati, avevano l'evidente funzione di asservire agli interessi
del gruppo politici che gravita-
Sanità nazionale
vano nei segmenti delle istituzioni» di maggiore interesse.
Della disinvoltura con la
quale i consiglieri comunali accettavano i pagamenti in cambio dell'«asservimento» delle
loro funzioni, si stupivano gli
stessi personaggi accusati di
corruzione, come Buzzi e i suoi
collaboratori. «Ieri abbiamo
preso altri due appartamenti
- dice Buzzi -, ormai oh ..., io
arrivo in un consiglio comunale vengono i consiglieri da me
..., mi dai il documento...».
«Certo che non stanno messi
troppo bene `sti consiglieri in
termini di moralità», gli fa eco
Alessandra Garrone. E Buzzi insiste: «È venuto Panecaldo (capogruppo pd, ndr), me fa "ahò
quando fai lavora '...", " quando
tu mi dai il lavoro", j'ho detto».
In un'altra circostanza il «re
delle cooperative» si lamenta
col suo commercialista: «Mi
stanno a chiede tutti i soldi... è
una cifra impressionante».
Stessa operazione
fatta con il centrodestra
Per far approvare dall'assemblea comunale gli stanziamenti
del Debito fuori bilancio, attraverso i quali finanziare attività
come l'assistenza ai minori
stranieri non accompagnati,
Buzzi promette 130.000 euro
complessivi più qualche assunzione, e nelle intercettazioni
compaiono i nomi di diversi
consiglieri. Non solo quelli arrestati: «Vogliono trentamila,
quindici Luca (Giansanti, eletto con la lista Marino, ndr) e
quindici Ferrari (esponente pd,
ndr), extra del pacchetto di
cento... dietro gli altri, perché
non mi va di dire agli altri che
Luca e Ferrari pigliano i soldi...». Secondo gli inquirenti il
gruppo di «Mafia Capitale» realizza nel 2014, con la maggioranza di centrosinistra e l'interessamento anche dell'ex capogruppo pd in Campidoglio
Francesco D'Ausilio, ciò che
aveva incassato nel 2012 con la
giunta di centrodestra. E proprio riferendosi aD'Ausilio, poi
allontanato da quel ruolo per
via dei dissapori con Marino,
Buzzi dice «lui (Marino ndr) se
resta sindaco altri tre anni e
mezzo, con il mio amico capogruppo ci mangiamo Roma».
«Quanto si
ada na?»
Dipende, da 5 al »
In questo e altri contesti si
inserisce l'accusa di corruzione
per Massimo Caprari, 45 anni,
eletto nella coalizione di maggioranza con il Centro democratico. 11 quale la sera del 30
ottobre scorso, subito dopo il
«sì» al Fuori Bilancio, spedì un
messaggio telefonico a Buzzi:
«Delibera debiti fuori bilancio
approvata. Ho votato favorevole. Ciao. Caprari». Venti giorni
dopo, in una conversazione tra
i due, lo stesso Caprari s'informa: «Senti... almeno `sta cosettina...». Buzzi lo rassicura: «Poi
te ricambio, non te preoccupà... Siamo riconoscenti». Caprari domanda: «Lo so... voi
come... rapportate... di solito...
coi consiglieri», e Buzzi risponde: «Pranzi... tutto... qualunque cosa che a te va bene». Il
politico sembra non accontentarsi: «Ma c'è il guadagno, no?
C'è la percentuale...». Buzzi:
«Dipende se ce se guadagna...
Dal cinque al dieci». Caprari
pare tranquillizzarsi: «Vabbè...
seme voi mette al cinque me va
più che bene...». Poi sembra azzardare una cifra: «Mille euro
al mese», e Buzzi replica: «Io
guarda, c'ho io... co' te, co' Pedetti e co' Giansanti», finché
Caprari riassume: «Vabbè, tu
quand'è... insomma sai... poi se
s'apre uno spazio... dobbiamo
cercà de fa cose più solide...».
«Se segue il lavoro
si ripaga lo stipendio»
Pierpaolo Pedetti è il consigliere arrestato per le «condotte intese a costruire il consenso, in sede di assemblea capitolina, al fine di consentire il
rinnovo dei servizi per l'emergenza alloggiativa a favore della Eriches (altra coop di Buzzi,
ndr) a valori sovradimensionati». Sull'ex assessore Daniele
Ozzimo, anche lui arrestato
per il «sostegno fornito» al rinnovo dello stesso contratto per
la Eriches, i pedinamenti effettuati dai carabinieri hanno accertato che «dopo la nomina
ad assessore supportata da
Buzzi e approvata da Carminati, e prima della prima riunione di giunta, si è recato a trovare Buzzi» nel suo ufficio. Parlando di lui l'uomo delle cooperative dice: «Vedemo se
riuscimo a trovà qualcuno... e
soprattutto Ozzimo... il contratto migliore che abbiamo è
lui... basta che segue il lavoro e
s'è ripagato lo stipendio».
Giovanni Bianconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 3
Le indagini
Lo scorso 2
dicembre,
un'operazione
coordinata
dalla Procura di
Roma e
denominata
«Mondo di
Mezzo» ha
portato
all'arresto di 37
persone (con
101 indagati)
con reati che
includevano
anche
l'associazione
di tipo mafioso
A capo di
quella che è
stata anche
definita «Mafia
Capitale» o
anche la
«cupola
romana», viene
indicato
Massimo
Carminati, ex
terrorista dei
Nar, confluito
poi nella Banda
della Magliana
L'accusa è
quella di aver
dato vita un
organizzazione
criminale di
stampo
mafiosopoliticoimprenditoriale
che avrebbe
operato a
Roma a partire
dal 2000
Con gli
arresti di ieri,
prende corpo
un secondo
capitolo,
incentrato
soprattutto
sul business
degli immigrati
Sanità nazionale
-se -:r ct sp # IVaC~
... 1; SC .,PO
u I0.:,Sai chí ,50 íó? .. a N Ta rtcórd i da d ave. vengo
-
I soldi al consigliere
A proposito di Coratti...
C'ho una cosa per...
10 mila euro , eccolo qua,
prima ancora di parlare
Lo stupore del corruttore
Io arrivo in consiglio
e questi vengono da me...
Non stanno messi bene
in termini di moralità
* La parola.
MAFIA
Il termine «mafia» ricorre anche
nell'inchiesta di Roma perché, al pari
dell'organizzazione siciliana, anche quella
della Capitale aveva un forte vincolo
associativo ed era in grado di incutere
timore grazie al passato criminale di alcuni
dei suoi componenti.
Ve
Cßl
m
Insieme
In una
conversazione
intercettata
salvatore Buzzi
(a destra) parla
con Massimo
Carminati,
il capo della
«cupola»
al tavolo di un
bar. Buzzi
gli dice che
i consiglieri
comunali
dovevano stare
ai loro ordini
poiché
vengono pagati
e, quindi,
devono
rispettare
gli accordi
(foto Proto)
La mucca va munta
La mucca
deve mangiare
per essere
munta
Pagina 4
' confini della
bio etic a : i far
- 'ca . cro, efficaci
carissimi, che
i governi scelgono
di non rimborsare
di Pierluigi Battista
a
I
1
ori lasciare
che io muoia mentre
sono ancoravivo». So-
no le parole di una preghiera
ebraica che Sheryl Sandberg,
ceo di Facebook, ha voluto trascrivere nel ricordo di suo marito Dave, morto esattamente
un mese fa. Solo «adesso»,
scrive la Sandberg, è riuscita ad
afferrarne il senso. Solo adesso
ha capito il significato che il
tempo ha nella vita di una persona. Un valore incommensurabile, quando si è «ancora vivi» . Adesso invece, nella guerra
che la medicina non riesce ancora a vincere contro il cancro,
c'è il rischio che due, tre annidi
vita da «vivi» siano costretti a
esibire il cartellino con su scritto un prezzo. Siano sottoposti a
una decisione politica in un
programma mirato di risparmi
della spesa pubblica. Diventino
merce di scambio per evitare la
bancarotta del Welfare.
Lo ha scritto Adriana Bazzi
sul Corriere: il sistema sanitario
inglese nega il rimborso dell'«olaparib»,un nuovo farmaco
importantissimo per affrontare
il tumore all'ovaio, circa 5.700
euro mensili per ogni paziente.
La stessa cosa è avvenuta qualche mese fa per una molecola
utile per aiutare la battaglia
contro il cancro al seno. Si oltrepassa un confine bioetico sottile. Si negano le cure a un malato
che potrebbe guadagnare anni
di vita. Si lasciano morire donne e uomini che sono ancora vivi, parafrasando la preghiera citata dalla Sandberg. Gli economisti più attenti se ne erano ac-
Sanità nazionale
corti già da tempo.
Uno studio, intitolato «Rapporto Sullivan», prevedeva che
le nuove medicine antitumorali avrebbero pesato con un costo insostenibile per i conti dei
sistemi sanitari. Amartya Sen si
era già impegnato, inascoltato,
per lanciare «un Health Impact
Fund che punta a remunerare
le industrie che distribuiscono
i nuovi prodotti». Perché è inutile girare attorno alla questione con perifrasi, eufemismi,
formule edulcoranti, rassicurazioni ipocrite. E inutile negare
che la ricerca per nuovi farmaci
contro il cancro molto spesso
non «guarisce», non lascia
aspettative di vita lunghissime,
non sana in modo definitivo.
Ma aiuta a prolungare la vita, a
permettere ai vivi di restare vivi
altri anni, e la Sandberg ha
spiegato bene cosa significa che
importanza ha la vita quando si
è «ancora vivi», fosse solo per
un mese in più. Ma allora, possono legittimamente sostenere
gli economisti, i politici, i responsabili dei bilanci, chi è attento alla stabilità dei conti, chi
si muove sul terreno razionale
del rapporto costi-benefici, se
non si tratta di guarire, ma di
prolungare di qualche anno la
vita, ha un senso dissanguare le
finanze pubbliche per qualche
centinaio di giorni in più? Che
prezzo ha mantenere in vita
quelli che «sono ancora vivi»
per qualche mese , qualche anno, senza la speranza di una
guarigione definitiva?
Quanto costano due anni di
vita in più? Questa è la nuova
domanda bioetica che saremmo prima o poi costretti ad affrontare. La battaglia contro il
cancro ha fatto passi giganteschi. Oramai si ottengono risultati dalla medicina, dalla chirurgia, dalla radioterapia, insperati
fino a qualche anno fa. Ma dobbiamo convivere con la fine di
un'illusione : che prima o poi
venga scoperta una pillola miracolosa in grado di debellare il
cancro, la terapia risolutiva, definitiva che farà ricca l'industria
farmaceutica che la troverà dopo aver finanziato la ricerca e
potrà essere distribuita a prezzi
contenuti perché la sua diffusione universale porterà gigantesche remunerazioni a chi ha
avuto la fortuna e la bravura di
scoprire la formula magica. No,
oramai la ricerca ha preso una
direzione opposta: punta all'individualizzazione della cura,
non alla sua universalizzazione
come è avvenuto e tuttora avviene con la chemioterapia, alla
singola mutazione genetica da
colpire con farmaci miratissimi. E che dunque , potendo raggiungere una fascia ristretta di
malati, non potrà che produrre
farmaci costosissimi. Come i
5.700 euro al mese per l'«olaparib » di cui scrive Adriana
Bazzi: come è possibile sostenere a lungo costi così elevati?
Ma come è possibile negare
anni, o forse mesi di vita a chi
ancora può vivere decentemente e addirittura brillantemente?
Che può vivere pienamente,
La mediciina
Ormai si punta a
medicinali miratissimi e
cure individuali, non più
all'universaIizzazione
non inchiodato a un letto in
un'agonia angosciosa e dolorosa, ma nella ricchezza di un'esistenza piena di affetti e di luoghi, di persone, di volti, di gusti,
di viaggi? Vita vera, e non un antipasto della morte? Ecco perché
la decisione del sistema sanitario inglese trasmette una grande angoscia, mortifica chi è malato e non vuole che lo si «lasci
morire» e non vuole per di più
essere colpevolizzato perla bancarotta del Welfare. Cancella
speranze fondamentali. Perché
non c'è solo la speranza di guarire, ma quella di vivere ancora, di
prolungare l'esistenza riempiendola ancora di senso e di significato. E le politiche del bilancio pubblico non possono
pensare che due anni di vita, tre
anni di vita, cinque anni di vita
siano troppo costosi, che siano
insostenibili. Se esiste qualcosa
che assomigli alla «bioetica»,
ora è il caso di intervenire. Non
lasciate che muoia la speranza
fino a che è ancora viva.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 5
1 casi
Olaparib,
nuovo farmaco
antitumore
all'ovaio costa
circa 5.700
euro al mese.
La Gran
Bretagna
ha deciso
di non
rimborsarlo
Fra le
molecole che
non saranno
rimborsate dal
sistema
sanitario
britannico c'è
anche Halavan
(prodotto da
Eisai),
per il tumore
del seno in fase
avanzata: s
ei mesi
di trattamento
costano
12.800 euro
Avastin
è invece
l'anticancro
di Roche, che
funziona
«affamando» il
cancro e costa
più di 4.500
euro al mese
Jevtana
di Sanofi, per il
tumore alla
prostata, costa
28.200 euro
l'anno; Afinitor
(Novartis), per
il cancro del
seno, costa
46.100 euro:
ferma
la diffusione
del male
per 8 mesi
Sanità nazionale
Pagina 6
LO STUDIO DELLA FONDAZIONE VERONESI: UOMINI RESTII Al CONTROLLI
Se i maschi rischiano il cancro per troppo pudore
di Vittorio Feltri
e donne sono più provvedute
degli uomini in quanto a prevenzione. È assodato. Periodicamente, si fanno controllare (non
oso dire palpare perché dalle nostreparti, lombarde, èunverbo erotico eio sono pudico, sifaperdire) il
seno e ispezionare l'utero, le zone
maggiormente a rischio tumori.
Ciò agevola diagnosi precoci e interventi tempestivi che, il più delle volte, consentono guarigioni ovvero
un allungamento della vita.
Rispetto a un tempo, il costume
Sanità nazionale
sanitario femminile si è evoluto, indiscutibilmente . Ilmerito è stato soprattutto diUmberto Veronesi, medico e scienziato talmente noto e celebrato che non vale la pena di sunteggiarne la biografia . È persona di
vasta cultura, non soltanto scientifica, eil suo saperenonincidesoltanto in sala operatoria, ma anche sull'educazione delle pazienti che hanno così capito come comportarsi
per schivare guai irreparabili . All'illustre clinico, che mi onora della
sua amicizia, lastessacosanonèperò riuscita con i maschi, forse perché non hanno le tette, per non par-
lare dell'utero.
Mirendo conto: questa mia affermazione, untantino tautologica, risulterà superficiale al lettore. Cerco
quindi di approfondire, puntando
sulla mia esperienza in fatto di rapporticonidottori, lacuiconsultazione è indispensabile per sapere a che
punto ti trovi del viaggio che ha per
terminal (indesiderato) la tomba.
Vado giù piatto. Mivergogno a spogliarmi davanti a qualcuno (qualcuna) che conosco, figuriamoci (...)
segue a pagina 17
Cusmai e Rota a pagina 17
Pagina 7
IICr --J i':::IfD
CHE VERGOGNA SUL LETTINO DEL DOTTORE (DONNA)
dalla prima pagina
(...) aun estraneo. Un aspetto delproblema, questo, tuttavia superabile.
Problema che diventa invece un
dramma qualora essere nudi non basti, dovendo il medico procedere a
esami che comportino intromissioni
nel corpo.
Si sa che il cancro più frequente negli uomini oltre la cinquantina è quello dellaprostata, unaghiandolina- dicono - che l'usura trasforma in fonte
di sciagure, dall'impotenza in su.
Quando succede ilpatatrac, tu, malato inconsapevole, non te ne accorgi
manco per niente perché è indolore.
Oddio qualche segnale di inefficienza si manifesta: ti scappa la pipì ogni
due per tre. Ma non ci fai caso: pensi
di aver bevuto troppa acqua. A lungo
andare trovi sempre un amico che ti
racconta i suoi conflitti causati dalla
prostata, nei quali identifichi i tuoi,
Sanità nazionale
cosicchéti decidi aprendere l'appuntamento conl' urologo.Ameècapitata un' urologa.
Lìper lì sono stato tentato di fuggire
con un pretesto idiota: mi scusi, ho lasciato l'auto in divieto di sosta. Debole, come scusa . Sono rimasto immobile, rassegnato . La dottoressa, dopo
un breve interrogatorio , mi ha fatto
stendere sul lettino ingiungendomi
di togliermi non solo i pantaloni, ma
anche le mutande . Avete capito bene: mutande . E un uomo smutandato è ridicolo per definizione. Fosse finitaqui. Lagentile signoramiha spalmato un unguento e mi ha letteralmente sodomizzato , senza neanche
un bacio , un fiorellino.
Mai provato tanto imbarazzo. Lei,
invece, era a suo p erfetto agio . Non finiva più di ispezionare . Si è limitata a
dire che ce l' avevo un po ' ipertrofica e
che, per prudenza, sarebbe stata opportuna una biopsia. «Non subito:
fra due giorni», ha detto, senza muovere un muscolo facciale. Non potevo sottrarmi.
Trascorse 48 ore, mi presento all'ospedale. Tutto era già pronto. Solito sbiottamento, e avanti con la seconda terrificante sodomizzazione.
Peggiore della prima. Ignoro quanti
strumenti il medico donna abbia introdotto disinvoltamente - direi sadicamente - nel mio deretano umiliato
e offeso. Ho avuto l'impressione che
per arrivare al capolinea abbia usato
anche uno scooter.
Una settimana più tardi, il resp onso: negativo. Sollievo accompagnato
da un impegno: d'ora in p oi eviterò al
mio didietro di subire un affronto del
genere. E invece mi è accaduto di peggio: i diverticoli mi hanno costretto alla colonscop ia. Vi risp armio i dettagli
tranne uno: l'ha eseguita la dottoressa Zenia Pirone del Fatebenefratelli,
bravissima e competente. La quale,
intuendo il mio stato d'animo sconvolto all'idea dimostrarmi col sedere
per aria, ha convocato l'anestesista donna pure lei, giovane per giunta - e
mi ha fatto addormentare.
Il disastro è avvenuto alrisveglio allorché la dottoressa Pirone con un
sorriso mi ha annunciato che trattavasi, appunto, di diverticoli e non di
tumore. D'accordo, bellanotizia. Però, mentre parlava, immaginavo il
suo disgusto nel rovistare all'interno
del mio intestino, mai esibito ad alcuno.
La narrazione termina qui. Suppongo spieghi più efficacemente di
qualsiasi ragionamento psicologico
il motivo per cui noi maschi siamo riluttanti, assaipiùdellesignore, alle visite mediche raccomandate per prevenirelemalattie fatali. Nonsiamo afflitti da un complesso di inferiorità:
siamo inferiori.
Vittorio Feltri
Pagina 8
LA DENUNCIA
Troppi tagli:
un colpo
al cuore
in cardiologia
Luciana Rota
Sei malato di cuore? Due su
tre ce la fai. È un po' riduttivo
nella formula e nella sostanza,
ma soprattutto sulla salute degli italiani non si dovrebbe
scherzare. La realtà è tuttavia
fatta di numeri e di questi tempi anche di tagli. I numeri che
emergono come tema essenziale dal caldissimo Congresso
nazionale dell'Associazione
Nazionale Medici Cardiologi
Ospedalieri, aMilano sino adomani, sono: oltre 750 mila vite
strappate all'infarto negli ultimi 50 anni grazie al lavoro dei
reparti di cardiologia italiani. E
i tagli? Due su tre reparti sono
destinati a saltare e i conti con
la salute non possono tornare.
In pratica, un terzo delle
strutture che costituiscono il
network nazionale dell'assistenza cardiovascolare è a rischio eladenunciamediaticaè
arrivata forte ieri, nel corso del
talkshowalcentro delCongresso, 46ma edizione, eccezionalmente migrato dopo 40 anni da
FirenzeaMilano-Expo, chevede riuniti 2500 fra esperti e cardiologi.
daliera che ridurrà di oltre 3volte i centri attivi italiani: da 823 a
242.
Milano con questo Congresso diventa capitale nazionale
della cardiologia e può vantare
diversi traguardi raggiunti - come l'importante strada tecnologica intrapresa e attiva, anche prevenzione digitale - ma
con l'Anmco si fa soprattutto
portavoce del grido d'allarme
mosso dal suo presidente, che
avverte: «Da questo Congresso
mi aspetto soprattutto che ci si
renda conto che è a rischio la saIute cardiovascolare degli italiani».
Michele Giulizia, che è anche direttore della Struttura
complessa di cardiologia dell'
ospedale Garibaldi-Nesima di
Catania, non ci deve ricamare
sopra: «Tanta scienza e tanta
tecnologia sono importanti, comelaprevenzione e la comunicazione, ma non dobbiamo
perderedivistalo snodo cruciale su cui si basa l'assistenzacardiologica in Italia: ovvero l'esistenza di rep arti di cardiologia.
Per questo abbiamo aperto ilavori conuna domandaprecisa:
«Esisterà ancora la cardiologia?».
Ecco che arriva un colpo al
cuore perla sanità. Il cuore pulsante di questo network cardiologico assistenziale italiano,
considerato «tra i migliori al
mondo per qualità e tempestività di intervento», come sottolinea Michele Massimo Giulizia, presidente Anmco, sembra improvvisamente malato e
potrebbe aggravarsi per colpa
della revisione della rete ospe-
Sanità nazionale
Pagina 9
I NSI CUREZZE
ILI La nuova campagna della Fondazione Veronesi
Se l'uomo rischia il cancro per pudore
A'onostante l'elevata percentuale di tumori, gli uomini sono restii ad accettare visite urologiche di controllo
Enza Cusmai
Ogni anno 36.000 maschi italiani
sono colpiti da un tumore alla prostata, a 2.000 viene invece diagnosticato
un tumore al testicolo, a 21.000 un tumore allavescica.
Se leggendo questi dati non scattala
voglia di farsi unavisitina dall'urologo
cipensalaFondazioneUmberto Veronesi a risvegliare gli animi maschili
daltorpore, dedicando loro unprogetto che si chiamaSam: Salute almaschile (ieri sera si è tenutala serata digala a
Milano per la raccolta fondi dedicati
alla ricerca sulle patologie maschili).
In sostanza, gli esperti vogliono spiegare a tutti i maschietti italici che la
scienza e medicina hanno portato a
notevoli progressi nella cura eneltrattamento dei tumori maschili: ad oggi,
le probabilità di sopravvivenza a 5 anni per il tumore alla prostata sono del
90%, per il tumore al testicolo del 94%
e per quello alla vescica dell'80%.
Dunque, gli strumenti per debellare queste insidiose patologie ci sono,
basta usarli. Il problema è che gran
parte dei maschi italiani sono refrattari afarsi controllare. Gli uominivanno
meno dalmedico, fanno un utilizzo inferiore di farmacie sivaccinano meno
delle donne.
La così detta prevenzione sembra
appannaggio del gentil sesso che supera pigrizia e timidezza e si sottopone agli screeningnecessari per allontanare lo spettro del cancro, alla mammella, alle ovaie, all'utero. Al contrario, gli uomini fanno i duri. Il medico
lo vedono solo da bambino. Le mamme scoprono che «è iniziato lo sviluppo» dei proprio figliverso i dodici anni
solo perchèilpediatrariesce ancoravisitare accuratamente ogni parte del
corpo del ragazzino. Ma quando scattanoi 14 anni, addio pediatra e controlli albasso ventre.
Anni fa, un tagliando approfondito
veniva fatto dal medico militare verso
i diciotto anni. Ora, senzalanaiaobbligatoria, si è persa anche la possibilità
d'intercettare precocemente molti disturbi che venivano riscontrati alla visita di leva. Così in Italia meno del 5%
dei ragazzi sotto i 20 anni ha fatto una
visita dall'urologo a differenza del
40% delle ragazze coetanee è stata almeno una volta da un ginecologo.
Sanità nazionale
La triste realtà è che gli uomini, giovani o meno, si presentano dal medico con un disturbo in fase avanzata,
trascurato per settimane o mesi, talvolta anni. E le statistiche registrano il
fenomeno dellanoncuranzae della disinformazione. C'è un aumento preoccupante delle patologie della sfera
riproduttivae sessuale maschile, spesso legate a comportamenti scorretti o
dannosi acquisiti già in età giovanile.
Negli ultimi anni c'è stata un' esp lo si one dimalattie sessualmente trasmissi-
Le neoplasie a testicoli,
prostata e vescica sono
quelle che causano più morti
statica benigna, l'aumento di volume
dellaghiandola che inizia a dare sintomi generalmente intorno ai 50, diventando un disturbo vero e proprio (più
o meno grave) percircalametàdei sessantenni.
La prostatite, invece, è un'infiammazione che interessa un maschio su
quattro soprai65 anni. Ilpiù diffuso tumore maschile è il carcinoma della
prostata, di cui ogni anno si ammalano circa 36.000 italiani.
Che fare per prevenire? Gli esperti
consigliano controlli fin dai 18 anni ed
esami di prevenzione per diagnosi
precoce deiprincipalitumorimaschili. Ilresto lo fala scienza cheva so stenuta ilpiù possibile, anche con una semplice donazione.
bili (soprattutto nella fascia di età
20-35 anni) che procurano infertilitàe
problemi dell'apparato riproduttivo
maschile.
C'è poco da far spallucce, dunque.
Le patologie colpiscono nel mucchio
e ogni fascia d'età ha i suoi guai.
Ilvaricocele, per esempio, riguarda
circa un ragazzo su quattro tra i 15 ai
25 anni di età, a cui si aggiungono le
sempre più frequenti malattie sessualmente trasmissibili.
Dai 35 in su, spunta l'ipertrofia pro-
RITARDI
Quando si decide di andare
dal medico, spesso
è ormai troppo tardi
Pagina 10
36 mi la
Ogni anno 36 mila maschi italiani sonocolpiti da untumorealla prostata.
Molti di questi tumori sarebbero evitabili con una corretta prevenzione
15-25
I lvaricocele riguarda circa un ragazzo su quattro tra i 15 e i 25 anni. Un
trend in continua crescita che preoccupa gli urologi
1 35
Dai 35anni in su gli uomini sono soggetti all'ipertrofia prostatica, l'aumento d el la ghiandol a com incia a d are sintomi intorno ai 5o anni
PREVENZIONE
Ad oggi, le
probabilità di
sopravvivenza
a 5 anni
per il tumore
alla prostata
sono del 90°1,
per il tumore
al testicolo
del941
e per quello
alla vescica
dell'80°1. La
prevenzione è
fondamentale
ma gli uomini
rimangono
restii nel farsi
visitare
Sanità nazionale
Pagina 11
Sanità pubblica,
Due euro medi annui pro capite per il welfare
dei dipendenti del Servizio sanitario nazionale. A «tanto» ammonta l'insieme di benefit e
servizi forniti ai dipendenti della sanità per
migliorare la vita privata e lavorativa. A dirlo
l'analisi dell'Aran sul welfare aziendale contenuto nel « Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti » riferito a fine
2014, che mette in luce soprattutto le differenze di trattamento dei comparti all'interno
della pubblica armninistrazione : si passa, infatti, da un valore
medio pro capite
di 1.761 euro spesi per i dipendenti
delle Authority ai
soli 2 euro medi
l'anno per i dipendenti del Ssn. Il
comparto sanitario,
fanalino di coda in
questa classifica,
ne esce come il più
maltrattato, ma se
si guarda al beneficio pro capite medio
annuo dei comparti
della p.a., la media
generale non è poi
così più elevata e ammonta a soli 34 euro
l'anno. In questa classifica 120 euro vanno ai
dipendenti delle università, circa 30 euro a
quelli delle regioni, 123 euro per i ministeri,
498 euro per gli enti di ricerca, 574 per gli enti
pubblici non economici , e 674 per le amministrazioni pubbliche . Il Ssn fa parte secondo
l'analisi dell'Aran di «un gruppo di amministrazioni che impiegano cifre trascurabili
(con il Ssn ci sono la scuola, la carriera penitenziaria, i corpi di polizia, la magistratura
ecc., ma il servizio sanitario resta il fanalino
di coda). Un gruppo che comprende, tuttavia,
gran parte del personale in servizio nelle amministrazioni pubbliche considerate, che pe-
Sanità nazionale
elfare ai minimi
sano per più del 90% sull'intero universo del
personale della p.a. ( 70% se si considerano
solo i comparti contrattualizzati) e che pertanto influiscono in misura molto rilevante
sulla media generale e quindi sui risultati
generali di questa prima analisi della spesa
per il benessere del personale nella amministrazioni pubbliche ». Nel sistema privato,
sottolinea l'Aran, il welfare aziendale è l'insieme di benefit e servizi, forniti dall'azienda
ai propri dipendenti per migliorare la vita
privata e lavorativa. I vantaggi per
i lavoratori e per le
aziende sono molti,
secondo l'Agenzia
e, in molti casi, si
riscontrano, nel
medio periodo, per
gli effetti positivi
sulla motivazione,
un miglioramento
del clima aziendale e un aumento di
produttività». Ciò
che è più grave»,
ha commentato
Barbara Mangiacavalli, presidente
della Federazione dei Collegi Ipasvi, «è che
il livello più basso di welfare aziendale si registri proprio nel settore dove ce ne sarebbe
più bisogno. I dipendenti del Ssn (e tra questi
proprio gli infermieri) sono tra i più soggetti
a infortuni professionali (il 70% sono donne)
e a stress da lavoro (quasi il 70% degli infermieri si dichiara sfinito dai ritmi di lavoro a
cui è sottoposto. I dati dell'analisi dovrebbero
essere un campanello d'allarme per i sindacati che dovranno riaprire la contrattazione
ferma ormai da cinque anni e che dovrebbero
considerare queste voci anche a prescindere
dagli aumenti contrattuali possibili».
Benedetta Pacchi
Pagina 12
LEGGE 190j2014
Competenzc
sanitarie
da de, fïnire
DI BENEDETTA PACELLI
Si avvii la definizione
delle competenze delle
professioni sanitarie, in
applicazione del comma
566. Infermieri, ostetriche, tecnici di radiologia e
Conaps, il coordinamento
delle professioni ancora
senza Collegi, scrivono
alla federazione dei medici (Fnomceo) al ministro
della salute e ai sindacati
di categoria, per chiedere
di affrontare il tema delle
competenze tra le professioni sanitarie, ribadendo
nello stesso tempo il loro
no all'ipotesi di rivedere
la legge, avanzata proprio
dalla Fnomceo al suo ultimo Consiglio nazionale,
che introduce il concetto
di «leadership medica».
Nella lettera alla Fnomeco
le professioni sottolineano
che i media di settore hanno riportato la posizione
assunta dalla presidente
nell'ultimo Consiglio nazionale, con cui, secondo
anche la maggioranza dei
componenti il Consiglio
nazionale, sul comma 566
si richiede una legge che
imponga una «leadership
funzionale» del medico
nell'équipe multiprofessionale. Una posizione che
se confermata dicono precluderà «ogni confronto
sulla possibile rimodula-
Sanità nazionale
zinne delle relazioni professionali tra i medici e le
professioni sanitarie». Al
ministro della salute Beatrice Lorenzin, invece,
chiedono «con fermezza
di portare in conferenza
stato-regioni» i provvedimenti richiesti dalla stessa
commissione salute delle
regioni già a gennaio 2015
«per iniziare a dare corso
a quanto previsto nella
legge 190114 conuna 566,
articolo 1», nel qual caso
«non vi sarà alcuna necessità di azioni da parte
delle professioni rappresentate a difesa dell'applicazione di una legge dello
stato». Infine i sindacati.
Le professioni annunciano
di essere pronte a «una informazione capillare della posizione assunta dalla
Federazione dei medici e
degli odontoiatri, alla quale è prevedibile ipotizzare che si accoderanno le
organizzazioni sindacali
mediche» e chiedono alle
loro rappresentanze sindacali «la disponibilità ad
attivare un fronte comune
per portare a buon fine il
comma 566 e contestare
la richiesta di ottenere
ope legis una leadership
funzionale del medico
nell'équipe multiprofessionale».
Pagina 13
È' la risposta dell'Agenzia delle entrate su un caso di realizzazione di un oSIaedale
Project financing con mini-Iva
Aliquota al
DI FEDERICO
% sul canone integrativo di disponibilità
SALVADORI
n presenza di un contratto
di project financing per la
realizzazione
di
un polo
ospedaliero, il canone
di disponibilità delle opere
deve essere assoggettato ad
aliquota Iva del 10%, ai sensi del n. 127-quinquies della
tabella, parte terza, allegata
al dpr n. 633/1972, rientrando l'opera stessa tra gli edifici
di cui all'art. 1 della legge n.
659/1961, norma a cui fa appunto riferimento la succitata
disposizione agevolativa.
E questo il chiarimento ufficiale fornito dall'Agenzia delle entrate in risposta ad una
specifica istanza di interpello
presentata ex art. 11 della
legge n. 212/2000 dall'Asl di
Nuoro, con riferimento all'Iva
applicabile al canone integrativo, avendo il concessionario
provveduto - fino ad oggi - ad
emettere le proprie fatture
con applicazione dell'aliquota
ordinaria del 22%.
Nelle operazioni condotte
in project financing, ai sensi dell'art. 153 del dlgs n.
163/2006 (Codice dei contratti pubblici), l'Amministrazione concede ad un soggetto
la possibilità di costruire e
Sanità nazionale
gestire una certa infrastruttura d'interesse pubblico per
un dato periodo di tempo, in
una prospettiva di equilibrio
economico finanziario. Tra i
corrispettivi previsti nell'ambito delle predette operazioni,
il c.d. «canone di disponibilità»
consente al concessionario di
raggiungere l'equilibrio finanziario, integrando i proventi
commerciali e i contributi
pubblici, al fine di rendere
economicamente sostenibile
l'investimento effettuato nella
infrastruttura pubblica. Esso,
pertanto, assume indubbiamente natura sinallagmatica,
rappresentando una componente di ricavo «addizionale»
delle operazioni di Partenariato pubblico privato, la quale
consente al concessionario di
remunerare quelle opere che
vengono realizzate a «freddo»,
ossia il cui investimento non
viene integralmente ripagato
dai servizi a tariffa. L'entità
del canone di disponibilità è
influenzata da vari fattori, tra
cui il costo dell'investimento,
la durata della concessione,
l'importo del contributo pubblico, la marginalità della società veicolo (SPV).
In ambito sanitario, il trattamento ai fini Iva del canone
di disponibilità, in assenza di
una norma di legge ad hoc e
di pareri espressi dell'Amministrazione finanziaria, è
sempre stato fonte di notevoli
dubbi tra gli esperti. In particolare, i fautori dell'applicabilità dell'aliquota agevolata
si sono rifatti alla rm n. 211E
del 16 febbraio 2005, nella
quale l'Agenzia delle Entrate,
sempre con riferimento ad un
project financing, ha ritenuto
che il contributo pubblico per
la realizzazione delle opere
era imponibile ai fini Iva con
aliquota ridotta del 10%, in
quanto riferibile alla costruzione di edifici ospedalieri.
A tale interpretazione si è
contrapposta l'opzione espressa dal concessionario e di generale applicazione per l'assoggettamento del canone di
disponibilità ad aliquota Iva
ordinaria; sull'assunto che il
canone di disponibilità abbia
in realtà natura di corrispettivo integrativo della gestione.
A tentare di fare chiarezza
sulla questione è intervenuta recentemente la risposta
di prassi dell'Agenzia delle
entrate, la quale afferma che
«in presenza di un contratto
in project financing in ambito
sanitario, il canone di dispo-
Pagina 14
nibilità delle opere dovrebbe
essere assoggettato a Iva nella
misura del 10 % (come previsto
dal n. 127-quinquies della tabella, parte terza, allegata al
decreto presidenziale n. 633
del 1972 ), in considerazione
dell'assimilazione degli edifici ospedalieri ai fabbricati
elencati nell' articolo 1 della
legge n. 659 del 19 luglio 1961,
richiamata, tra le altre, dalla
circolare ministeriale n. VE
del 1994 ». L'interpretazione
dell'Agenzia delle entrate
prende spunto dall'art. 141 del
dlgs n. 163/2006 il quale prevede che per le concessioni di
lavori pubblici , la controprestazione, che di regola consiste unicamente nel gestire e
sfruttare economicamente i
lavori realizzati , possa essere integrata da un prezzo «...
qualora sia necessario assicurare al concessionario il
perseguimento dell'equilibrio
economico -finanziario degli
investimenti e della connessa
gestione in relazione alla qualità del servizio da prestare».
In sintesi - conclude la risposta dell'Agenzia delle entrate - «... il canone integrativo di disponibilità identifica
il corrispettivo da versare al
dell'opera ospedaliera, oltre
ad assicurare l'equilibrio economico finanziario dell'iniziativa e a realizzare le stesse
opere ospedaliere, andando
così a remunerare gli investimenti a carico dello stesso
concessionario ». Si tratta di
un chiarimento importante,
il quale si pone in linea con
la risposta all'interrogazione
parlamentare n.5-03674 del
30 settembre 2014, fornita nel
corso di un « question time» in
commissione Finanze alla Camera dall'allora viceministro
Luigi Casero. In quell'occasione, era stato precisato che
per le somme corrisposte a
fronte delle opere finanziate
mediante il ricorso al project
financing dovrebbe applicarsi
l'Iva agevolata al 10%, qualora
l'opera stessa rientri tra quelle
specificamente richiamate nella disposizione agevolativa di
cui trattasi; e ciò indipendentemente dal fatto che l'erogazione delle somme avvenga nella
fase di costruzione ovvero in
un momento successivo.
Pagina a cura di
FINANZA PER LE
INFRASTRUTTURE S.P.A.
concessionario per l'utilizzo
Sanità nazionale
Pagina 15
«Regione, accordo per l'appalto a Buzzi»
>Sanità, una gara da 91 milioni per il Centro prenotazioni
I pm: Venafro, ex capo di gabinetto di Zingaretti, sostituì su
unico del Lazio pilotata da Gramazio per l'uomo della coop richiesta dell'opposizione un componente della commissione
LA NOMINA
R 0 MA È stato il manuale Cencelli
degli appalti in Regione a riaprire una partita già chiusa: la gara
per l'appalto di quasi 91 milioni e
mezzo, base d'asta oltre 60 milioni, per il Centro prenotazioni unico della sanità nel Lazio. La logica spartitoria ha consentito che
anche Massimo Carminati e i
suoi avessero una fetta. Luca Gramazio, capogruppo del Pdl, in
carcere con l'accusa di associazione mafiosa, tratta con Maurizio Venafro, capo di gabinetto del
presidente della Regione Nicola
Zingaretti. E ottiene: la commissione, che dovrà aggiudicare la
commessa divisa in quattro lotti,
viene cambiata in corner. Il nome di Ileana Fusco, già nominata, è stato materialmente cancellato e sostituito con quello Angelo Scozzafava. Le intercettazioni
raccontano la soddisfazione di
Carminati.
È la garanzia che Salvatore
Buzzi, l'uomo delle coop, chiedeva. Anche se questa volta, in quota centrodestra, Buzzi non può
utilizzare la sua "29 giugno", considerata vicina al centrosinistra.
Il bando è stato revocato lo scorso dicembre, quando la procura
di Roma ha illuminato "il mondo
di mezzo", ma il gip Flavia Costantini precisa: «Circostanza irrilevante ai fini della sussistenza
del reato, perfetto in tutti i suoi
elementi costitutivi». Perché in
effetti uno di quei lotti Buzzi se
l'era già aggiudicato, per festeggiare a Scozzafava, da ieri in carcere con l'accusa di turbativa
d'asta aggravata dall'avere favorito un'organizzazione mafiosa, sarà "offerta" anche una donna, Kenia. Venafro, raggiunto da un avviso di garanzia per tentata turbativa d'asta, invece, si è dimesso
a marzo.
Sanità nazionale
E che la spartizione fosse la regola lo racconta Buzzi al telefono,
perché al vincitore di un altro
lotto aveva proposto di associarsi per concorrere insieme a un altro pezzo dell'appalto spiega:
«Esce la gara, mando Caldarelli
da lui se la facevamo insieme..
noi c'avevamo un pezzetto di 2
milioni è una gara da 40, dice "ah
a me lo deve dir la politica!'».
Scrive il gip: «Il gruppo econo-
PER PRIMO DELLA NUOVA
a PRIMA
CHE FOSSE UFFICIALE
I
UNA SUA QUOTA
mico riconducibile a Buzzi, con
un'azione ispirata da Buzzi, Testa (Fabrizio Franco, ponte tra le
istituzioni e l'organizzazione) e
Carminati, direttamente condotta da Gramazio - il quale si avvale
della sua forza politica derivante
dall'essere rappresentante dell'opposizione in regione - interviene sulle intese raggiunte, modificandole, ottenendo a garanzia la nomina nella commissione
aggiudicatrice di Angelo Scozzafava, ormai abituale interlocutore dell'organizzazione all'interno delle istituzioni, il quale comunica a Buzzi pedissequamente il contenuto dei lavori della
commissione e ne orienta le scelte a fine d ottenere il risultato».
«Siccome sappiamo benissimo
che tutte le gare, in Regione, in
Comune, insomma, c'è la quota
della maggioranza e la quota dell'
opposizione, siamo andati, eh, da
Gramazio, per chiedere se ci poteva aiutare nella nostra aspettativa....di essere rispettati». E' Carminati a comunicare a Buzzi la
nomina prima che sia ufficiale».
Alla fine, proprio grazie alle indicazioni di Scozzafava La Coop
Formula sociale si aggiudica il
secondo lotto. Il 17 settembre,
Buzzi comunica al telefono con
un suo fedelissimo: «Preso 20 milioni de gara, ma io, poi mi piace,
perché sto sempre sul pezzo...
non smetto... perché arrivi primo? Perché non ti fermi? gli altri
si fermano». Poco dopo proverà
a chiamare Carminati che ha il
cellulare staccato.
GLI INTERROGATORI
Venafro, sentito dai pm, ha ammesso di aver fornito lui ad Elisabetta Longo, componente della
commissione il nominativo di
Scozzafava, suggeritogli da Gramazio; sostenendo però che poi
fosse stato nominato a causa dell'incompatibilità di Ileana Fusco.
Circostanza confermata dalla
stessa Longo che però è finita indagata per favoreggiamento e false attestazioni al pm. All'inizio
aveva negato, nonostante le intercettazioni, un intervento esterno.
Valentina Errante
LA LORO «QUOTA»
Dice Buzzi al telefono parlando
di Gramazio: «Ti sto dicendo
che sono andato a.. l'incontro.. allora lui è andato da Venafro, perché sta partita la gestisce Venafro per conto de Zingaretti e gli
ha detto se.. che vuole lo spazio..
Venafro gli ha detto «ah non lo so
se c'è» e lui gl'ha detto "guarda io
voglio lo spazio" e poi siccome
vuole essere sicuro che lo spazio
ci sia e non che gli vengono a di'
dice indica come membro della
commissione Scozzafava». E Buzzo interrogato ha confermato:
Pagina 16
AGLI ORDINI DI CARMINATI Uno sportello del CUP
Sanità nazionale
Pagina 17
Statali, scatti arretrati
una mina sui conti
da 35 miliardi di euro
>La stima choc dell'Avvocatura dello Stato nella memoria difensiva
per la Consulta che deve decidere sul blocco. I sindacati: cifre gonfiate
IL VERDETTO
ROMA Trentacinque miliardi di euro sono molto più dell'intero gettito di un anno delle tasse sulla casa.
Oltre tre volte il costo annuale del
bonus da 80 euro del governo Renzo. Più del doppio di quanto sarebbe costato restituire tutta l'inflazione a tutti i pensionati che erano
finiti nel blocco della perequazione. Insomma, una cifra monstre,
difficilmente sostenibile per i conti dello Stato. Eppure a tanto ammonterebbe l'esborso che il Tesoro dovrebbe finanziare se il prossimo 23 giugno la Corte Costituzionale dovesse decidere che il blocco del contratto degli statali, che
ormai va avanti da sette anni, è incostituzionale. Ma il condizionale
è d'obbligo. La cifra dei 35 miliardi
è contenuta nella memoria difensiva dell'avvocato dello Stato Vincenzo Rago, incaricato di difendere le posizioni del governo di fron-
te alla Consulta. Nella sue conclusioni, il documento si sofferma
«sull'impatto economico delle disposizioni censurate». Un impatto, come detto, pesantissimo, perché, sostiene il documento, «l'onere conseguente alla contrattazione di livello nazionale, per il periodo 2010-2015, relativo a tutto il personale pubblico, non potrebbe essere inferiore a 35 miliardi di euro, con un effetto strutturale di circa 13 miliardi di euro, a decorrere
dal 2016».
IL BALLO DELLE CIFRE
La Corte, sostiene l'avvocatura, dovrebbe tener conto nella sua decisione dell'articolo 81 della Costituzione, quello modificato con il Fiscal compact, e che prevede l'equilibrio tra le entrate e le uscite del
bilancio pubblico. In realtà la mossa dell'avvocatura va letta anche
in un altro senso. Nel caso della
sentenza sull'adeguamento delle
pensioni, l'organismo chiamato a
difendere i provvedimenti del governo, aveva sottostimato in soli 5
miliardi di euro l'impatto di una
sentenza negativa. Sentenza il cui
costo, invece, è stato poi certificato dal Tesoro in 17,6 miliardi di euro, anche se poi il governo ha deciso di limitare i rimborsi a soli 2,2
miliardi. Ne erano seguite aspre
polemiche. Dunque, questa volta,
l'avvocatura ha deciso di non ripe-
tere lo stesso errore e ha inserito
nella sua memoria quella che potrebbe essere considerata una sorta di stima massima. L'importo,
tra l'altro, è stato immediatamente contestato dai sindacati. La Confsal Unsa, il sindacato che ha presentato uno dei ricorsi finiti alla
Corte, ha parlato di stime «gonfiate», sostenendo che restituendo
"tutto a tutti" il costo sarebbe di 30
miliardi con un impatto sui conti
di 15 miliardi, e un esborso a regime di 6,9 miliardi. Anche la Flp, altro sindacato ricorrente, ha parlato di stime esagerate il cui scopo
sarebbe quello di fare pressione
sulla Consulta. Stessa tesi sostenuta da Cgil, Cisl e Uil in un comunicato congiunto. Il punto è che la
sentenza sul blocco dei contratti
pubblici, ha molti punti di contatto con quella sulle pensioni. A cominciare dal giudice relatore del
provvedimento, Silvana Sciarra.
Ma anche per il fatto che la Corte
ancora non opera con il plenum
dei suoi componenti, circostanza
che nel caso delle pensioni ha pesato perché la bocciatura del blocco è avvenuta con un solo voto di
scarto. Da qui al 23 giugno, tuttavia, ci potrebbe essere il tempo di
nominare i due componenti di nomina parlamentare. L'il giugno il
Parlamento si riunirà in seduta comune. In caso d'intesa, e compatibilmente con i tempi tecnici necessari, la composizione della Corte
chiamata a decidere sugli statali
potrebbe essere diversa da quella
delle pensioni.
A. Bas.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Sanità nazionale
Pagina 18
Il valore delle norme impugnate
SBLOCCO CONTRATTO
STATALI
SBLOCCO
ADEGUAMENTO
PENSIONI
ROBIN TAX
AGGIO
EQUITALIA
2,5 MId
Sanità nazionale
1 M 1d
•scemimefri
Pagina 19
Le proposte presentate al Mef
Regioni, Province e Comuni
puntano alla dismissione
di 686 ltá immob iliari
Gianni Trovati
MILANO
Saranno i conti con il fiato
sempre più corto dopo anni di
taglie di Patti di stabili tà, oppure
il ruolo di regia assunto dall'agenzia del Demanio: fatto sta
che sugli immobili l'atteggiamento degli enti territoriali
sembra cambiare e diventare
più attivo.
Lo dicono i risultati del progetto «Proposta immobili
2015», in cui Regioni, Province,
Comuni medio-grandi e altri
enti pubblici sono stati invitati a
candidare i propri immobili per
la valorizzazione. A Economia
e agenzia del Demanio sono arrivate 686 proposte, che nei
prossimi due mesi saranno analizzate perindirizzarle a uno dei
tanti canali di valorizzazione o
cessione: per entrare nel programma, gli immobili devono
avere un valore indicativo di almeno un milione di euro, per
cui la partita è grossa.
In campo ci sono infatti diverse ipotesi, dalla vendita a Cassa
depositi e prestiti al conferimento ai fondi immobiliari, anche attraverso Invimit (la società digestione delrisparmio creata due anni fa dal ministero dell'Economia e impegnata nella
gestione di fondi chiusi per gli
investimenti immobiliari). Su
ognuno degli immobili proposti
dagli enti pubblici l'agenzia effettuerà un'analisi di fattibilità
per capire se la strada migliore
da imboccare sarà quella della
vendita diretta oppure dellavalorizzazione in una delle sue
possibili forme.
Proprio questo è infatti
l'obiettivo del ruolo da pivot che
è stato assegnato al Demanio,
per mettere a disposizione un
pacchetto di strumenti più ampio di quello raggiungibile dal
singolo ente. Ipiù attivi sono stati i Comuni (il progetto è rivolto
a quelli con più di 5omila abitaiti,soglia chescende a20milanelle regioni più piccole), che hanno avanzato3o8 proposte (1145°%°
del totale), seguiti da Province
(23°o delle candidature) e aziende sanitarie locali (17%), ma al
progetto hanno partecipato anche Regioni , Università e altri
soggetti pubblici . Nella classifica territoriale primeggia il Piemonte con 92 proposte, mentre
l'Abruzzo con un risultato brillantissimo in proporzione alle
sue dimensioni territoriali (87
candidature) si piazza al secondo posto superando Lombardia
(73), Toscana (52) e Sicilia (51).
All'altro capo della graduatoria
si collocano Valle d'Aosta e Basilicata, con una candidatura a
testa, mentre TrentinoAltoAdi-
L
Entro il30 giugno tocca alle
amministrazioni centrali
inviare al Demanio i piani
di razionalizzazione.
Nel mirino 696 uffici
Il piano «Proposta immobili 2015» rappresenta comunque solo una delle tante azioni
che Governo e Demanio hanno avviato per recuperare risorse dal mattone pubblico,
con l'obiettivo di realizzare
dalle sole dismissioni 2,1 miliardi nel 2015-2017.
La prossima tappa è fissata
per il 30 giugno, data entro la
quale le amministrazioni centrali e le loro articolazioni territoriali dovranno inviare all'Agenzia i propri piani di «razionalizzazione» degli spazi. Il
Demanio ha già pubblicato sul
proprio sito un censimento di
696 uffici pubblici che possono
essere riorganizzati, e bisognerà
vedere se i ministeri risponderanno con lo stesso interesse
mostrato una volta tanto dagli
enti territoriali. Nel caso del piano di razionalizzazione, però, gli
obiettivi sono già fissati dalla
legge, che chiede allaPa centrale
di ridurre del30%a gli spazi occupati, anche per tagliare una fetta
dei 915 milioni che ogni anno
spende in affitti.
g.icintì[email protected]
IPROPONENTI
Operazione dismissioni
Quota di immobili indicati dalle Autonomie
e dagli altri enti pubblici
IL PORTAFOGLIO
Immobili candidati alla valorizzazione o alla vendita entro il 2015
Regioni e altri enti Pubblici
Piemonte
92
Lazio
28
Abruzzo
87
Marche
18
Lombardia
79
Friuli Venezia Giulia
15
Toscana
73
Umbria
Sicilia
52
Sardegna
11
7
Veneto
51
Trentino Alto Adige
2
Liguria
-
49
Calabria
2
Emilia Romagna
45
Basilicata
1
Campania
40
Valle d'Aosta
1
Puglia
33
Totale
Sanità nazionale
ge e Calabrianehanno presentate due ciascuna.
Il principale obiettivo è quello di rianimare un po' gli investimenti locali, che sono stati
schiacciati daivincoli difinanza
pubblica di questi anni e non
possono certo trovare ossigeno
dalla creazione di nuovo debito
pubblico, ma l'operazione può
dare qualche sostegno anche alla parte corrente dei bilanci locali anche perché un immobile
inutilizzato rappresenta un costo che viene cancellato dalla
vendita o dalla valorizzazione.
Il decreto enti locali atteso al
prossimo consiglio dei ministri,
poi, potrebbe cancellare l'obolo
del lo% che gli enti locali devono girare all'abbattimento del
debito statale quando dismettono il loro patrimonio: la nuova
regola, se sarà confermata, chiederà agli amministratori di destinare un decimo dei proventi
all'abbattimento del proprio
debito, dedicando il resto agli
investimenti (ma si discute anche di una limitata possibilità di
dirottare una quota delle entrate alla spesa corrente).
Asl
17%
Comuni
- 45%
Province
23°ío
686
Pagina 20
1,r~
_ a L,t
Previsto per l'11 giugno il voto del Parlamento
perla nomina dei due giudici mancanti
Termine per gli emendamenti il 9 giugno
partita aperta su statali e dirigenti
Pa, rischio contratti da 35 miliardi
L'allarme dell'Avvocatura dello Stato in vista della sentenza della Consulta sul blocco
Davide colombo
Marco Rogari
ROMA
wsl-sa Oltre due punti diPil(35 miliardi) per il blocco dei contratti pubblici nel periodo 2010-2015, con un
"effetto strutturale" di circa 13 miliardi annui dal 2o16. Arriva come
una bomba a orologeria la stima
d'impatto contenuta nella memoria difensiva dell'Avvocatura dello Stato contro le due ordinanze
che la Consulta esaminerà nell'udienza del 23 giugno.
Le cifre, anticipate dall'Ansa, sono contenute in un documento firmato dall'avvocato Vincenzo Rago, un testo in cui la stima è riferita
agli articoli 81 e 97 della Costituzione. Tanto costerebbe la dichiarazione di incostituzionalità delle
norme previstein due decreti (art. 9
dl 78/2010 e art. 16 d198/ton) che
per fronteggiare l'emergenza finanziaria hanno sospeso i rinnovi
contrattuali. Le misure contestate
da una serie di sigle sindacali del
pubblico impiego (Flp,Fialp,GildaUnams, Confedir e Cse la prima ordinanza; Confsal-Unsa la seconda)
riguardano oltre il blocco dei contrattianchelo stop ai trattamenti accessori,le progressioni di carriera e
lavacanza contrattuale. Si contesta
la lunghezza del periodo di blocco
che è superiore al biennio, un intervallo che in passato era stato giudicato "congruo" dalla Corte.
Ilgiudicerelatore dellacausasarà
Silvana Sciarra, la stessa della causa
sul blocco delle perequazioni delle
pensioni per il biennio 2012-2013 che
la Corte ha giudicato incostituzionale c on la s entenza n. 7o del3 o aprile scorso. Una sentenza che ha fatto
molto discutere e imposto al Governo dicorrere airipari conun decreto
Sanità nazionale
del valore di _>,18 miliardi per l'anno
in corsoe5oomilioniadecorrere dal
2016. Su quella sentenza la Corte si
divise. Che cosasuccederàora,sisono chiestituttii sindacati che hanno
immediatamente contestato la portata delle cifre fatte trapelare. La
Corte, per altro, continua a fimzionarecon undue membri romeno sui
15 previsti e prima del 23 giugno, ovvero giovedì prossimo n giugno, il
Parlamento si riunirà in seduta comune proprio per l'elezione dei due
giudici.Incasodiintesasuinomie di
elezione, bisognerà vedere se ci saranno i tempi tecnici perla verifica
L'intero fronte sindacale
contesta le cifre di impatto
in caso di incostituzionalità
delle norme: milioni di
lavoratori aspettano giustizia
titoli, il giuramento e l'ingresso nel
collegio, la cui composizione sarebb e aquel punt o divers a daquella che
deciso sulle pensioni.
Le cifre indicate dall'Avvocatura, come si diceva, non sono credibiliper i sindac atiche le b ollano c ome strumentali: «Milioni di lavoratori pubblici si aspettano giustizia dalla sentenza della Corte
costituzionale ma sanno benissimo che è Il governo a tenere ferali i
contratti», scrivono in una nota
unitaria Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e
BenedettoAttili - segretari generali di Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl e UilPa. Tra l'altro la Cgil ha impugnato
a sua volta il blocco dei contratti
della scuola dal 2o11 al 2o15 davanti
a ungiudice del lavoro di Roma e la
primaudienza è fissata il24giugno.
La pronuncia della Consulta sul
blocco della contrattazione avrà sicuramente delle ricadute politiche
anche sul cammino alla Camera
della riforma Pa. Anche perché Imo
dei e apitolipiù delicati delDdl delega targato Madia è proprio quello
che interviene sul Testo unico del
pubblico impiego. Del resto, quella
sulla riorganizzazione degli statali,
a partire dalla dirigenza, è una delle
partite più attese nel passaggio a
Montecitorio del testo. Che ha già
ricevuto il primo via libera del Senato ma che a palazzo Madania do
vràcomunque tomareperl'okfmale a causa dei ritocchi in arrivo alla
Camera. Conclusa la tornata di audizioni, non senza critiche al testo
come quelle espresse dalla Corte
dei conti, la discussione in commissione Affari costituzionali si accinge ad entrarenelvivo.Iltermineper
la presentazione degli emendamenti da parte dei gruppi parlamentariè statofissato permartedì9
giugno. Un vincolo che naturalmentenonvaleperilrelatore,Emesto Carbone (Pd) e per il Governo.
La aree destinate al restyling sono
già state individuate: dirigenza
pubblica, prefetti, corpo Forestale,
cittadinanza digitale. Ma altri temi
potrebbero diventare caldi, come
le partecipate, i servizi pubblici locali, le camere di commercio e la
nuova governane Inps. La discussione generale inAula è stata calendarizzataperil22giugno.Maitempi
potrebbero allungarsi. Anche perché l'opposizione ha già annunciatobattaglia. Confl direttivo di Forza
Italia che ha deciso di votare contro
HDdl, definito inaccettabile.
0 RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 21
La galassia pubblico impiego
I DIPENDENTI DELLA PA
Unità di personale a tempo indeterminato per comparto. Anno 2013
Regioni ed enti locali
484.025
Scuola
1.027.863
Ministeri
161.401
3.232.954
Servizio sanitario nazionale
670240
Corpi di polizia
316.717
Altro
572.708
LA SPESA PER IL PERSONALE
Previsioni a legislazione vigente della spesa corrente della Pa per redditi da lavoro dipendente.
Importi in milioni di euro
Redditi da lavoro dipendente
Differenziale
a politiche invariate*
158.000
160.000
1d.000
T
T
T
1
.000
166.000
T
.. . .....................
1.664
......... .................
4.160
.............................
6.694
................. I .....
2019
8.765
................. I ............................ I ............................ I............................ I............................ 1.............................
(*) Le previsioni a "politiche invariate" non rappresentano un peggioramento dei saldi di finanza pubblica rispetto
ad uno scenario definito sulla base dell'applicazione del criterio della legislazione vigente in quanto, ai sensi dell'art. 81,
terzo comma, ogni nuova o maggiore spesa e/o minore entrata rispetto a quanto previsto dalla legislazione vigente
dovrà trovare apposita copertura con misure compensative di pari importo e durata. Le risorse stimate a politiche invariate
sono al netto delle somme a titolo di vacanza
Fonti: Rgs - Conto annuale; Def 2015
Sanità nazionale
Pagina 22
Mire sulla commessa del servizio di prenotazione sanitaria - Carminati e i suoi spingevano per ottenerne una parte
La trattativa sull'appalto sanitario:
3 0 4lotti così sono tutti d'accordo»
Ivan Cimmarusti
ROMA
www_w Dietro l'appalto per il servizio
di prenotazioni sanitarie della
RegioneLazio (Recup) sinasconderebbe una sospetta 1 ottizzazione politica. Partiti e correnti che, a
vario titolo, avrebbero avuto una
mira sulla commessa da 91 milioni 443mila euro.
Questo èuno dei particolari che
emergono nel vasto incartamento
della Procura della Repubblica di
Roma, nel secondo troncone d'indagine su Mafia Capitale.11 capitolo dedicato al Recup è delicato, in
quanto nelle conversazioni deivari soggetti indagati compaiono i
nomi di personalità politiche della
Regione, oltre che di deputati, tutti
in quotaPd, che non risultano coinvolti nell'indagine
La tavola rotonda
Stando al contenuto degli atti, dell'appalto ne parlano a una riunione
Salvatore Buzzi, Massimo Carminati, i collaboratori ClaudioBolla, Claudio Caldarelli e Carlo Guarany, e Fabrizio Testa, referente per i rapporti
conlapolitica.I sodali discutono delle varie vie daprendere per accaparrarsi la succulenta commessa. «Se
annamo soli come Solco (coop. di
Mario Monge, ndr) remo deboli.. »,
dice Guarany. «Comunque anoi-ri-
Sanità nazionale
sponde Caldarelli - non ce fanno entra'...a Cns co Marotta che ce fanno
entra'? Cns e Marotta (Maurizio,
ndr) fanno entra' anoi?». «Io - interviene Guarany - preferirei quest'altrasoluzione(Cns,ndr)perchéMongelovedodeboluccio...» . «Vabe'-ri
batte Caldarelli - remo tutti d'accordo...bisogna senti' Marotta...mo ce
rivado da Maurizio». Poi discutono
delruolo diPino Bongiomo dellaLegacooplaziali «Pino c'ha già parlato
In diverse riunioni i sodali
cercano la strada migliore per
ottenere l'appalto. Presente
anche un preciso riferimento
al Pd Umberto Marroni
con lui (Maurizio Marotta, ndr)»,
racconta Guarany. «Bongiorno - interti,ieneCaldarelli-m'hadetto"ame
se me lo diceva cambiate regia...io
memovo...senonme lo dicono",perché evidentemente gl'hanno dato
un'altra azienda...questo è della Regione (Alessio D'Amato, capo struttura tecnica della Sanità regionale,
ndr) e allorabisogna capi'».
Astorre e Leodori
Secondo quanto ritiene Guarany,
Monge avrebbe avuto contatti con
alcuni politici di rilievo. «Monge cha
detto che Astore e pure se sta a muove Leodori». Racconta ancora che
«tutta la banda Astorre...Leodori ... quindi, nel caso se dovessimo decidedianda'conSolco,cepotremmo
aggrega'... oppure quell'altra strada
sarebbe quella de anda' all'opposizïone...sceglie una strada all'opposizione (...) ma dobbiamo scegliere la
strada politica pure...capito..la strada politica sono due...o dentro Il Pd,
che sarebbe questa de Leodori...».
I lotti
In ulteriori conversazioni intercettate, i sodali raggiungono un
obiettivo:perpartecipareallagara
d'appalto, senza calpestare i piedi
a nessuno, sarebbe stato necessario ottenere i «lotti o tre o quattro». Riassumono gli investigatori: «Salvatore Buzzi chiamava
Claudio Caldarelli, al quale chiedeva informazioni sull'esito» di
un incontro «con Angelo Scozzafava ("volevo sarpere che ci ha
detto Scozzi"). Caldarelli riferiva:
"Si, si, si, no, no,vabene, gliho detto quella cosa che abbiamo detto
io ete.Hadettovabene,vabene,so
che dice che...gli ha detto che doveva chiamarlo, che aspetti che lo
chiama cose... Luca (Luca Gramazio, ndr), lo deve chiama'. Gli ho
detto va be', si mo ti chiamerà per
lì.... dico però a te ti deve parlare
questa insomma te deve di'.... vi
dovete parla' fra di voi. Comunque dice: "va be' l'accordo è questo, tre o quattro... insomma capito... così sono tutti d'accordo, tutto a posto, tutto a posto"».
La spartizione politica
Stando alle conversazioni riportate
negli atti, infine, c'è un preciso riferimento al deputato Pd Umberto
Marroni. Secondo quanto è annotato negli atti «Ruzzi riferiva a Carminati di chiedere a Gramazio l'indicazione dei lotti della gara Recup sui
quali avrebbero dovuto definitivamente indirizzarsi, sottolineando,
ancora una volta, l'esistenza di accordipolitiicie sottintendendouninteressamentodiMarroni perunacooperativa concorrente». «A questo
punto devi dirgli all'amico - dice
Buzzi a Carminati riferendosi a Gramazïo - noi puntiamo sempre al terzo e quarto perché il terzo è sicuro
(...) luici deve dire». «Tu- risponde
Carminati - mi hai detto però che
c'erastataunacausaostativa». «Non
ce l'abbiamo più», interviene Buzzi.
«E allora- ribatte Carminati- mo vediamo secelafafare insieme», «sece
la fa conquistare lui» dice Buzzi. Poi
parlano diun'altrasocietàcheavrebbe in Marroni lo sponsor: «Ma perché - chiede Carminati - quelli che
fanno? Si sono astenuti per fare in
un'altra maniera?», «stanno con
Marroni», puntualizzaBuzzi. «Allora-ne è convinto ilboss di Mafia Capitale-convienecheci sbrighiamo».
RI P RODOZIO NE RISERVATA
Pagina 23
Non solo laboratorio analisi: numerosi i servizi di qualità a disposizione anche di grandi imprese
Caravaggio, centro diagnostico all 'avanguardia
Giuseppe Grifeo
Anni fa
L'inizio
dell'attività
del
laboratorio
nella Capitale
IER Attenzione alle necessità mediche e diagnostiche territoriali, una
rete romana e nazionale che assicuri la qualità necessaria a laboratori
di alto livello connessi in una rete
informatica nazionale. Il centro di
laboratori di analisi Caravaggio
(vwvw.caravaggio.it) èunastoricarealtà romana, nell'area della Cristoforo Colombo, in via Accademia degli
Agiati, presente da40 anni e oggi del
tutto integrata nell'universo del
Gruppo nazionale Bianalisi.
«Da subito Caravaggio si sviluppò
con quelle caratteristiche e quelle tipicitàdell'attivitàterritoriale ambulatoriale - sottolinea Giuliano Caslini, biologo, amministratore delegato diBianalisi-I soci fondatori videro subito quali erano le esigenze locali. Il centro doveva includere non
Sanità nazionale
solo il laboratorio di analisi ma le
principali specialità delladiagnostica medica, ecografie, cardiologia:
cardiogramma, i vari cardiogramma da sforzo , l'ecocardiogramma.
Insomma, tutto quello che include
il primo livello ambulatoriale».
«Poi hanno sviluppato i rapporti
per i check- up aziendali , il servizio
che le grandi imprese offrono ai loro
collaboratori, oltre ai rapporti conle
case assicurative - continua Caslini
- Caravaggio è stata fra le prime a
ottenere convenzioni conlevarie assicurazioni e oggi è praticamente
collegata a tutti i gruppi assicurativi.
L' attività generalistahaun suo settore in accreditamento per le esenzioni, per i paganti ticket , per i check-up aziendali, per le compagnie
assicurative e perla medicina del lavoro . Abbiano la linea di odontoia-
tria, di ecografia, facciamo cardiogrammi al mattino senza appuntamento gestendo circa 1.500 atti cardiologici al mese».
«Da qui il necessario sviluppo territoriale con alcune acquisizioni,
giàprima dell' affiliazione conBianalisi - dice Caslini - L'ingresso nel
Gruppo lia amplificato questa rotta
prendendo spunto dalla nostra
esperienza sovraregionale».
«La realtà romana fattura circa 6,5
milioni, gestisce350 accessi al mattino per prelievi - descrive l'ad di Bianalisi-veramente tanto per un'unica sede, la più nutrita del gruppo.
Ha grandi potenzialità. Caravaggio,
asuavoltapossiedeLabomedica, altro centro poliambulatoriale al Tuscolano in viale Giulio Agricola con
laboratorio, radiologia e Sardone in
via Monte Cervialto».
Pagina 24
A LOS ANGELES, UN ITALIANO È DIVENTATO UN AUTORITÀ NEGLI STUDI SU CIBO E INVECCHIAMENTO. ABBIAMO PASSATO DUE GIORNI
a.e.uiI.a,
aeja
18
Sanità nazionale
dal nostro inviato Riccardo Staglianò
fotorafie d
Mau1rizi0 Camagna
SG;JGWO2015 )lly~
Pagina 25
CON Valter Longa, FACENDOCI SPIEGARE LE SUE RICERCHE (E ANDANDO A PRANZO FA CENA CON LUI)
copertina
MENO È MEGLIO
Valter Longa,
47 anni, dirige
il Longevity Institute
della University
of southern California,
LosAngeles. Passa
alcuni mesi fanno
a Milano, alflfom,
l'isttutodi oncologia
molecolare della
Fondazione italiana
perla ricerca sul cancro
Ihleneftll 5 GIUGN? 2D15
Sanità nazionale
19
Pagina 26
nolPOCHE PROTEINE
0, 8 grammi
per chilo
di peso corporeo
al g i orno
grammi
per una persona
di 75 chili
Per gli over 65
anche 1gr/lcg)
PREFERENZA
VEGETALE
NF--OLIO D'OLIVA
Folio d'oliva è uno
PANE
E PASTA
ZUCCHERI
AL MINIMO
Sono ottimi cibi,
Ridurre al minimo
Può essere usato
ma, invece di 150
gli apporti
grammi di spaghetti
e 50 grammi
di pomodoro,
meglio 30-40
grammi di pasta
e 300 grammi
di zuccheri semplici
senza dover però
eliminare/sostituire
lo zucchero nel tè
o caffè ( non vale
la pena)
degli ingredienti
più sani.
Sostituire
ingredienti
di origine animale
(latte, formaggi,
carne) con quelli
di origine vegetale
(legumi, verdure)
in abbondanza
di lenticchie, ceci,
fagioli, piselli, etc.
V.
fl
Ó
L •
J
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41,
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P
copertina
MENO È MEGLIO
0S ANGELES . L momento del
la verità scocca alle otto e Lnezzo. Cosa mangerà l'ideologo del
digiuno? Valter Longo, quaran-
tasette anni, un metro e ottantacinque per
settantacinque chili, tanti capelli lunghi e
non uno bianco, lascia la Nissan elettrica al
parcheggiatore e fa strada verso il diciottesimo piano del Penthouse di Santa Monica,
la gemella azzimata della friechettona Venim. Il cronista osserva in religioso silenzio
prima di ordinare. Dopo un'attenta rassegna del menù il direttore del Longevity Institute della University of Southern California delibera: insalata di polpo, una ciotola di
20
Sanità nazionale
songino con mandorle, acqua gasata. Intorno rumoreggiano le nipotine di Raywatch.
Non c'è niente dipenitenziale né dentro né
fuori daipiattL Questa è la forza di una dieta
:ragion evole, elle anche la fallimentare disciplina di un essere urnano standard può permettersi Compresi occasionali strappi alle
regole, peraltro facilissime da riassumere:
poche proteine, pochissimi zuccheri, pesce sì,
L'America
hascoperto
su Time
la dieta che
puòallungare
la vita fino
a142anni
LL
-f
S
ma altracarneal minimo, intermittentiasten
sioni dal cibo. Un regime che promette di dimezzare i tumori, abolire le malattie cardiovascolari e il diabete e ridurre sensibilmente
il rischio di Alzlieixner. Per un rr tesineLl,n1ny
della vita di 12-15 anni che, aggiunti agli 83
medi italiani, ci porterebbero (praticamente
sani) alle soglie dei cento. Nellapeggiore delle
ipotesi, almeno a dar retta a Time, che qualche mese fa ha schiaffato un rubicondo neonato in copertina avvertendo che potrebbe
viverne 142. Trai guru intervistati c'era anche
Lungo, che però ei tiene a non fare il passo più
lungo della gamba. Wittgensteinianamente
luce su ciù di cui non può parlare, culi trial
clinici effettuati e altre pezze d'appoggio. Ne
ha già molti. Altri sono in corso. Di altri ancora conosce i risultati, ma non può viol.arel'em5 GI'JGtJO 20L5
11VE210rcB
Pagina 27
BENE
IL PESCE
DUE PASTI
AL GIORNO
FRUTTA
SECCA
I DIGIUNI
Mangiare pesce
un paio di volte
a settimana, ma
occhio al mercurio
di tonno, pesce
spada, etc.
(da limitare a 1-2
L'ideale per chi
prende peso
e mangiare due pasti
al giorno più
uno snack.
Es: 1) colazione
max 300 calorie
Mangiare un pugno
di noci o mandorle
o nocciole al giorno.
Meglio se un tipo
diverso ogni giorno
volte al mese)
2) pranzo o cena
MULTI
VITAMINICI
Uno o due digiuni
all'anno di almeno
4 p er sono ideali
ideali
per resettare il
sistema immunitario,
per essere sicuri
di avere tutti i
nutrienti si può
prendere un
multivitaminico
completo alla
settimana
ma vanno fatti
sotto la supervisione
di un medico
(diabetici che
ricevono insulina
3) uno snack
con bassi zuccheri,
magan all 'ora
..
.. d
devono evitare)
di pranza
4) un caffè o tè oltre
alla colazione
.r ,
rrM,.
• t'
i `
T
#` •.,
..y
bargo prima della pubblicazione in riviste
scientifiche. Tutto sembra convergere verso
la sua intuizione. L'elisir di lunga vita esiste e
somiglia terribilmente a ciò che sapevamo e
abbiamo dimenticato. Ovvero: mettere nel
piatto quel che avrebbero mangiato i nostri
nonni per vivere quanto potranno legittimamente aspettarsi i nostri nipoti (anche grazie
anche ai progressi della medicina).
L'indomani seguo Longo a un convegno
alla Davis School of Gerontology («la più antica del mondo») della Use, meno popolare
della Ucla, ma primatista assoluta nell'arte
di raccogliere fondi, coree dimostrano le decine di cantieri nello sterminato campus e il
paccllianotto edificio donato dall'ex allievo
George Lucas. Apre il promettentissimo biogerontologo Sean Curran che sdrammatizza
]l{efV!rd] 5 31UGN 7 2015
Sanità nazionale
,f
i
Ne esiste una
versione hard, da
100 calorie al giorno.
Ma per evitare il
rischio svenimenti,
malnutrizione e
calcoli biliari meglio
optare per una da
750 calorie (Longo
ha messo a punta
un kit di piatti pronti)
confutando WoodyAllen («Puoivivere fino a
cento anni, se rinunci a tutte le cose per cui
vale la pena vivere») e ricordando che gli antioss idanti fimz'ionano anche da adulti. Evvai!
Poi è la volta di Longo che cita il suo maestro
Roy Walford, che si era ritirato un anno nel
deserto dell rizona con altri otto volontari
praticando una forma estrema di restrizione
calorica e finendo pelle e ossa («Una cattiva
idea. Mori poco dopo, a 77 ann »). Ma rammenta anche Jeanne Calment, una francese
spirata a centoventidue anni, fumando fino .a
cento. Poi si dilunga su meccanismi cellulari
che vedremo meglio tra poco. Quindi arriva
il decano Caleb Finch, con barba bianca e
pizza-tic, quelle cravatte assurde che si perdonano solo ai prof americani, a ricordare
come la longevità dipenda al 35 per cento
-
y ,imo
dall'ereditarietà (che può essere una cattiva
notizia se in famiglia se ne sono andati presto), ma per il resto dallo stile di vita (buona
notizia per tutti quelli con volontà). Per due
terzi, almeno, non siamo condannati.
Longo è quello che riceve più domande.
Dice cavallerescamente che Curran era allievo di un tipo che potrebbe vincere il Nobel. Lo
stesso vale per lui, ma è un genovese riottoso
che non si autoincenserebbe neppure sotto
tortura. Riesco a estorcergliun po' di biografia durante un tragitto in auto, prima di inizia
re due giorni di intervista. Figlio di un poliziot
to e di una casalinga calabresi trac€eritesi in
Liguriaperlavoru, dar°agazcu suona la chitarra e a 16 anni convince il padri in cambio di
ottimi voti a scuola, di mandarlo un'estate dai
parenti a Chicago per studiare in una
h,
21
Pagina 28
!
1;•
l
copertina
MENO È MEGLIO
D
celeberrima scuola dï jazz. Gli piace così tanto che chiama a casa e avverte: «Non torno»
(l'unico mistero riguarda la rassegnata resa
dei suoi). Finisce lì le superiori, vincendo delle borse di studio, ma poi gli chiedono di dirigere la banda dell'università, sirfiuta e archivia la carriera alla Pat Metheny. Al college
farà biochimica, un prestito studentesco via
l'altro. Si arruola nell'esercito part-time per
guadagnare («Nel `91 un giornale locale ha
pubblicato la mia foto con il battaglione che
doveva partire per l'Iraq» e che all'ultimo sarà lasciato a casa). Quindi il dottorato, poi il
postdottorato in neuroscienze e l'insegnamento universitario. Finanziamenti raccolti
per oltre venti milioni di dollari. La creazione
di un'azienda nutraceutica tra le nove più influenti del mondo nel campo dell'invecchia
mento («Io non prendo nulla: va tutto a sostenere le ricerche»). E siamo a oggi.
L'ufficio di Longo, in un laboratorio che
impiega una ventina di persone (più altre
cinque all'Ifom, l'istituto di oncologia molecolare di Milano) che gestisce in totale autonomia, ha i mattoncini a vista, un grosso
Mac da tavolo e una macchinetta per il caffè
che si rivelerà non marginale nel proseguo
della storia. Longo cala le carte. In uno studio su 6.000 persone pubblicato l'anno scor
so su GellMetabulism ha dimostrato come chi
consuonava più proteine (oltre il 20 per cento delle calorie giornaliere) avesse un rischio
di mortalità del 75 per cento superiore di chi
ne consumava meno del 10 per cento (sugli
over 651 aumento di rischio scompare). Facendola semplicissima: l'americano medio,
a forza di strafogarsi di hamburger, rischia
di morire quasi il doppio di chi si dà una regolata. L'avevano intuito in tanti, ma lui l'ha
dimostrato. La scoperta era coerente con
un'altra pubblicata su Science Translational
Medicine nel 2011. Sulle tracce dei centenari,
dopo essere stato nel Sud d'Italia, a Okinawa
e in certe remote aree colombiane, era finito
in Ecuador e si era accorto della peculiarità
di un gruppo che tendeva a non sviluppare
diabete né cancro: avevano una deficienza
nel ricettore dell'ormone di crescita, ovvero
la principale via di segnalazione delle proteine. Detta altrimenti: o ne mangi poche o
ne mangi tante senza che riescano a far
danno perché il sentiero cellulare è ostruito, il risultato non cambia. Ovvero sei pro22
Sanità nazionale
i
•
MISURATEVI
L'ADDOME
Per le donne,
una circonferenza
sotto ai
7lcentimetri
è ideale. Sopra
i 90centirretri
triplica il rischio
Per gli uomini
l'ideale è sotto
i 93 centimetri ma
il rischio più alto
inizia dopo i 100
centimetri
di malattie
cardiache
tetto contro il cancro e contro le altre principali malattie dell'invecchiamento. t la
prima gamba del Longo-pensiero.
La seconda riguarda il digiuno. Quello
prolungato, diciamo 4-5 giorni, che provocherebbe una formidabile rigenerazione del
sistema immunitario («Circa un terzo viene
distrutto, e viene ricostituito durante il .refeeding, quando ricominci amangiare»). Immaginate di aver pigiato un grande tasto reset,
immensamente benefico per l'organismo.
Dei sani e dei malati, dal momento che gli
esperimenti pubblicati l'anno scorso su Cell
Stem. Cell mostrano come chi lo faceva durante la chemioterapia era diféso dalla sua
tossicità («Le cellule tumorali sono tali perché si dividono in maniera anomala. Se tu le
affami, invece di dar loro una benzina super,
non capiscono, cercano di mangiare tutto e
muoiono. Sui topi l'effetto è cl-úarissinmo, ora
testiamo sugli uomini»). In verità almeno su
un uomo l'esperimento ha già funzionato.
Parliamo del vostro cronista che, tempo fa,
l'aveva provato per abbassare un colesterolo
in orbita. Quattro giorni a circa 100 calorie,
ovvero un tè a colazione e un brodino vegetale a pranzo e cena (in alternativa una centrifuga). Sembrava una prova sovrumana e
invece, al netto del mal di testa della prima
sera (preventivato: «II cervello, abituato a
cibarsi di zuccheri, va perla prima volta in
vita sua a cercare altrove il cibo e lo trova nei
corpi chetonici che sintetizza dal grasso in
eccesso»), tutto era andato sorprendentemente bene. Avevo perso quattro chili, di lì a
poco fatto scendere il colesterolo da critico
ad alto e soprattutto avevo ristabilito proporzioni assai più sane tra quello buono e
quello cattivo. Fine del covningout.
Non mangiando accadono molte cose. La
più importante delle quali, oggetto di uno
studio in corso, è il ringiovanimento degli
organi: «Da alcune prime indicazioni sembra
che l'organismo torni a non essere resistente
all'insulina, principale causa del diabete. Come a 18 annL E la cosa miglioro è che i benefici durano per almeno tre mesi». A quel
punto si può ripetere il digiuno, ma peri molto sani uno all'anno può bastare. Lui lo fa. I
suoi ricercatori lo fanno. L'ha fatto Jenni
Russell, giornalista del Times di Londra, che
poi ne ha scritto sul giornale: «Avevo una
malattia autoimmune: dormivo 12 ore al giorno, ero esausta. Quando poi mi hanno curato
con la chemin per un cancro è andata anche
peggio. Sino a quando ho provato il digiuno
che ha costretto il mio midollo spinale a produrre nuove cellule staminali. E dopo quattro
giorni mi sono sentita meglio di quanto non
mi succedesse da anni».
L'articolo si chiude con un appello al ministro della salute britannico a finanziare
subito grossi studi, considerato anche che il
cortisone costa caro e il digiuno quasiniente.
Longo intanto ha creato L-nutra, un'azienda
che ha testato e prodotto un kit di cibi giusti
per i cinque giorni della FastingMimicking
Dici. Si tratta di uno scatolone con dentro
cinque zuppe liofilizzate, con tutti i nutrienti, altrettante barrette di cereali e noci, bustine di tè e tutto quello che serve a soprav
vivere con 750-1.000 calorie per diem. II
pacco costa 199 dollari, ovvero meno di 40
dollari al giorno, Ma lui punta ad abbassare
ulteriormente i prezzi e poi questa è l'opzione per i pigri, per chi non vuole star troppo
a calcolare e preferisce la comodità di aggiungere acqua a una sbobba sanissima.
Perché tutti gli altri possono fare da sé.
«L'importante è che ci sia sempre la supervisione di un medico» insiste Longo «che sia
in grado di interpretare le reazioni dell'organismo al nuovo regime», che lui consiglia
solo agii over 25 anni di peso normale, persone già completamente formate, perché i
ragazzi hanno bisogno anche delle bistecche.
Facciamo che una-due volte all'anno ci si
astiene, ma per il resto del tempo cosa si mette in tavola? Nella forma più sintetica: la dieta
mediterranea. Con alcune correzioni. Longo
va a memoria: «Una persona di 75 chili do5 G: J G a 0 2 015
11VetleM
Pagina 29
COSA MANGIA VALTER LONGO?
Colazione: un mista di tè verde e nero con due fettine di pane abbrustolito e marmellata.
Pranzo : quasi niente, avvero un bicchierone di latte di mandorla con una tazzina di caffè.
Snack : un pugno di mandorle, noci o altra frutta secca.
Cena : poca pasta con tanta verdura, pesce e le altre cose dal decalogo. I dolci se li è praticamente dimenticati.
vrebbe assumere 60 gramrni di proteine al
e una barretta con noci in giornata. Non ha
la faccia di uno che soffre, a differenza di altri
giorno (0,8 grammi per chilo di peso corporeo). Sostituire ingredienti di origine animale
pusdaran del nutrizionismo. Ha la faccia sazia
(latte, formaggi, carne) con ingredienti di
di chi sa di stare facendo la cosa giusta. Ma
originevegetale (legumi, verdure). Il pesce un
perché, essendo così facile, non lo fanno tutti?
I motivi sono molti. Hanno a che fare con
paio di volte a settimana va bene, ma occhio
l'industria e con la psicologia . « Quando la
al mercurio in tonno e pesce spada (1-2 volte
notizia dello studio sulla dieta a hasse proteial mese). Ridurre al minimogli 7uccheri semplici, senza accanirsi su quel che si mette nel
ne uscì sul portale di Yahoo! questo venne
tè o nel caffe. Bene pane e pasta, meglio se
assaltato da quasi cinquemila commenti. A
integrali, ma con misura: invece di 150 gramguardarli bene si capiva che i mandanti erano
le pubbliche relazioni di imprese molto premi di spaghetti e 50 di pomodoro fàtene 40 e
300 di ceci, lenticchie, fagioli, piselli. Olio di
occupate dalle implicazioni sul loro business.
oliva in quantità. Frutta sì, senza esagerare (è
Voglio dire : se questa cultura passa significa
zucchero). Un pugno di noci, o mandorle, o
la totale riscrittura della dieta americana!».
nocciole al giorno. Un multivitaminico, OmeOgni Paese ha le sue sensibilità. Dice: «In
ga 3 e calcio alla settimana, percompensare».
Italia se togli i formaggi ti saltano alla giuguOra non dite «lo sapevo già». Primo, per
lare. Eppure guardate le curve Istat sull'anché sapevate cose simili, però inframezzate
damento dei consumi di formaggi e carne e
dalle tante leggende che fioriscono intorno
confrontatele con l'aumento dei tumori. Ë
alle diete. Secondo, perché la forza di questo
spaventoso...». Dunque c'è una disrraformatga
approccio è che non vi costringe a vivere con
organizzata . Alla quale si aggiunge il più clasuna bilancia da cucina in mano. È superpragmatico. Per misurare i ceci potete fare
anche col barattolo, «perché con acqua e
sale non perdono granché qualità». Anche le
(1) La francese Jeanne Calment ha vissuto
verifiche sono facili. Spiega Longo: «Per cafino a 122 anni, fumando fino a 1C0
pire come state andando basta un metro, tipo
(2) Roy Walford , maestro di Longo,
era sostenitore di una restrizione
quelli da sarta. Misurate la circonferenza
calorica estrema
intorno all'addome. Per le donne, ottimo sta(3) Caleb Finch , collega di Longo, è uno
re sotto ai 71 centimetri (sopra i 90 triplica il
dei veterani della gerontologia
rischio di malattie cardiache), Per gli uomini
l'ideale sarebbe sotto i 93 centimetri, ma il
rischio alto inizia dopo i 100». Perché il peso,
come sfugge drammaticamente ai forzati
della Dukan o della Zona, è solo l'epifenomeno. Se mangi bene stai bene, ergo non ingrassi. Se tendete a metter su chili meglio ridurre
i pasti: due al giorno bastano, come confer
mano gli studi del biologo Satchin Panda
dell'Università della California. Longo come
si comporta? «A colazione un misto di tè verde e nero con due fettine di pane abbrustolito
e marmellata. A pranzo quasi niente, ovvero
un bicchierone di latte di mandorla con una
tazzina di caffè, preparato con la macchinetta in ufficio. A cena poca pasta con tanta 8
verdura, pesce e le altre cose già spiegate». I
dolci se li è praticamente dimenticati, tranne
un po' di cioccolata fondente («ma semi invitano a un compleamio lo prendo pernon fare
l'asociale. L'importante è rigar dritto la maggior parte del tempo»). Al più un altro caffè 8
MAESTRI E CENTENARI
iléellendì
531UGN52015
Sanità nazionale
sieo dei meccanismi di difesa freudiani: la
negazione. «Che male potrà Idre una bella
Chianirla?». Senza, considerare il fattore delega a esterni: se hai il colesterolo alto e puoi
buttarlo giù comodamente con una pasticchina, chi te lo fa fare di rivoluzionare tutta
la dieta? Cihe è un po' l'attitudine di chi minimizza i rischi del riscaldamento globale e
propone di continuare a bruciare petrolio e
spostarsi in formazioni un Suo-una persona,
tantopoi ci sono letecniche digeoengineerrng
per provare a rimediare ex post ai guasti.
Longo è un fiume in piena. Si inabissa nei
meccanismi di processamento dei cibi, dallo
stomaco all'intestino, i cui villi separano e
assorbono gli amminoacidi, il glucosio e i
grassi, sino al filtraggio del sistema immunitario e alla decisioni del cervello su come allocare quelle energie, ritornando al ruolo
chiave dell'ormone della crescita come interruttore della prolifierazione cellulare. Mi spiega una quantità di cose che meriterebbero un
libro. Porto a casa e vi riconsegno tre principi semplici da mandare a memoria. Se cercate un modello, tra le diete già codificate, il
migliore è la peseetariana, ovvero no carne
tranne il pesce, oltre alle cose già dette. Non
innamoratevi di cose strane, orientali, improbabili alimenti medicamentosi: mangiate
cose della vostra terra, le stesse elio avrebbero mangiato i vostri avi, perché anche se voi
non lo sapete il vostro organismo lo sa, ed è
stato allenato dall'evoluzione a rispondere
bene a cibi che conosce. In ultimo, non vi fissate su elementi singoli, tipo modaiole bacche
vermiglie, presentati come miracolosi: la
brutta notizia è che i miracoli non esistono.
Rileggetevi Paracelso: «E la dose che fa il veleno». Niente da solo vi salverà né vi condan
nerà. Lorg^anismo è una macchina complessa
che richiede un approccio complesso. Ma se
viimpegnate inquesta manutenzione ci sono
ottime probabilità che arriverete lontano-Poi
ci sono i frontali con un camionista stordito
dal sonno, autostrade che collassano per incuria criminale e mille altri rischi fuori dal
nostro controllo. Almeno prendiamoci cura
della nostra parte. Ricordate il prof con la
cravatta sbagliata: due terzi della longevità
dipendono dallo stile di vita. È il momento di
prendere la sua lezione, e quella del suo brillante collega italiano, terribilmente sul serio.
Riccardo Staglianò
23
Pagina 30
NUOVE TERAPIE
Un viinis killer
contro
il melanoma,
Il melanoma , tumore
maligno della pelle
dovuto a una protratta
esposizione al sole , colpisce
soprattutto tra i 30 e i 60 anni
di età e uccide circa settemila
italiani all'anno . Per la prima
volta oggi c'è una terapia
che promette risultati migliori
delle chemioterapie,
grazie ad un virus modificato
geneticamente e usato
come k iller delle cellule
tumorali . Lo dice uno studia
condotto da ricercatori
dell'Institute of Cancer
Research di Londra . L'idea
è sfruttare l'abilità che i virus
hanno nell'infettare le cellule
umane rivolgendola contro
il melanoma . I ricercatori
hanno preso un virus
dell'herpes e lo hanno
ingegnerizzato per farlo
penetrare nelle cellule
cancerose , moltiplicarsi
al loro interno danneggiandole,
e, in aggiunta , produrre
una molecola che induce
il sistema immunitario
ad attaccare il tumore.
I test elinici, durati tre anni,
mostrano che 163 pazienti
con melanoma in fase 3 e 4
- le ultime due fasi della
malattia - sono sopravvissuti
in media 41 mesi , contro una
sopravvivenza media di 21.5
mesi di 66 pazienti curati
con i più potenti farmaci
immunoterapici odierni.
(giuliano ciuffi)
Sanità nazionale
Pagina 31
CHE
BELLEZZA
di Laura Laurenzi
Le donne sono solo
il 13,5 per cento
dei chirurghi estetici
in Italia. Tra loro,
in hasso, Stefania
Rucher, primario
al San Gallicano di Roma
FRA I LAUREATI IN MEDICINA SONO DI PIÙ LE DONNE. MA POCHE SCELGONO
DI OCCUPARSI DI LIFTING E LIPOSUZIONI MENTRE CHI VA SOTTO I FERRI...
LA CHIRURGIA PLASTICA
E ROBA DA UOMINI?
C hissà se è diffidenza o se è mancanza di offerta. E chirurgo plastico è quasi sempre uomo. A operare, a fare i lifting, a ricostruire seni, a praticare liposuzioni, a
dare nuova forma ai nasi e a ristrutturare ovali alla deriva è quasi sempre una
mano maschile. Curioso: passano gli anni, si evolve il costume, ma il paradosso non soltanto non crolla, bensì si consolida. Nonostante fra i laureati in medicina ormai da tempo
siano più numerose le donne, quando si tratta di bussare alla porta di un chirurgo estetico si sceglie un uomo. Scelta del resto obbligata: i cosiddetti camici rosa specializzati in
questa assai redditizia disciplina continuano a essere una minoranza trascurabile. Solo
il 13,5 per cento dei chirurghi estetici che operano in Italia appartiene al gentil sesso,
vale a dire poco più di uno su dieci. La percentuale si ribalta quando si passa ad analizzare i pazienti divisi per sesso: ad andare sotto i ferri per sottoporsi a un ritocco sono
nella stragrande maggioranza donne. È la stessa Associazione italiana di chirurgia plastica ed estetica a segnalare il perdurare del fenomeno, tanto da dedicargli un'intera
sessione del suo congresso conclusosi nei giorni scorsi.
Eppure le donne sono più attente al dettaglio, eppure sono più misurate e garantiscono
risultati più naturali, eppure tendono a fare scelte più etiche e diffidano da modelli di femminilità stereotipata, eppure conoscono meglio dei colleghi
certe esigenze, eppure con loro, da donna a donna, è più facile confidarsi. La lista degli eppure è lunghissima tuttavia,
y,
j
direi, piuttosto inutile: le pochissime eccezioni confermano
la regola. Al San Gallicano di Roma, autentica mosca bianca,
il primario di chirurgia plastica è una donna, Stefania Bucher, e non da ieri, bensì di 15 anni. «Eppure ancora oggi»
racconta «in sala operatoria i pazienti chiamano me "signo■
ra" e "dottori" i miei giovani specializzandi».
Sanità nazionale
Pagina 32
L'osso si rigenera senza calcio
Biomateriale realizzato in Italia
Un biomateriate composto solo da
proteine permette di rigenerare l'osso di
un anziano senza accelerarne i processi
di calcificazione . I ricercatori dell'Ateneo
di Pisa, con La collaborazione dei colleghi
dell'Università Politecnica dette Marche,
hanno realizzato iL composto: malgrado
l'assenza di calcia sarebbe in grado
di stimolare La rigenerazione dell'osso.
Ricerca
Pagina 33
Azienda E
accutíca sbarca
I PONTEDERA
Ora si può dire che Pontedera
ha il suo polo per il biomedicale. Con l'arrivo di "Innovation
and technology for Health"
(Ith), infatti, salgono a cinque le
aziende impegnate all'interno
dell'incubatore d'impresa Cerfitt e a Pont-Tech in questo delicato quanto strategico settore
per una ulteriore qualificazione
e un maggiore sviluppo
dell'area del Dente Piaggio. Ith
è, in realtà, una spin-off di Farmigea, azienda pisana specializzata nella produzione di colliri
che ha deciso di spostare a Pontedera il reparto di ricerca e innovazione.
«La vicinanza di imprese che
innovano, compreso il Polo
Sant'Anna Valdera - ha spiegato l'amministratore delegato di
Farmigea e Ith, Mario Federighi
- è stata la molla per il trasferimento. Qui creeremo soluzioni
per la salute delle persone».
Una presenza che, al momento, prevede l'impiego di cinque
ricercatori più uno stagista, dopo L'assunzione di un neo laureato. «Non mi sento di dire che
questa nuova avventura porterà ulteriori posti di lavoro a breve - ha ripreso Federighi - ma
sono sicuro che ci darà ottimi
frutti sotto l'aspetto di prodotti
innovativi, non solo per l'apparato oculare. D'altra parte investire in ricerca è fondamentale
per il nostro settore. Ma lo è per
chiunque voglia fare impresa.
Quando sento che in Italia non
laboratorio
e e c' suo
è possibile investire in ricerca
mi arrabbio, perché per prima
cosa bisogna credere nella ricerca, non attendere solo i soldi
pubblici». Alla conferenza stampa di presentazione della nuova azienda al Dente Piaggio erano presenti, tra gli altri, il sindaco Simone Millozzi e Riccardo
Lanzara, presidente di Pont-Tech, di cui fa parte il Cerfitt, oltre
al vice sindaco Angela Pirri e a
Giuseppe Ponzana, dirigente
dello sviluppo economico della
Provincia di Pisa. «Ci aspettiamo che l'arrivo di Ith attragga
anche altre realtà imprenditoriali - ha detto Lanzara - che
facciano di ricerca e innovazione i loro elementi cardine per lo
sviluppo». Millozzi, dal canto
suo, ha affrontato l'argomento
relativo alla dismissione di quote di Pont-Tech da parte della
Provincia di Pisa, dopo la soppressione dell'ente. «Stiamo valutando e affrontando un percorso - ha detto il sindaco - che
preveda un cammino congiunto tra la stessa Pont-Tech e Pontlab, altra eccellenza nella ricerca dell'area pontederese, a cui
si rivolgono tutti i più grandi
gruppi per i test sui materiali.
L'idea è che queste due realtà
possano arrivare anche a una
sorta di fusione con l'obiettivo
di creare un colosso dell'innovazione, capace anche d'intercettare con maggiore forza e incisività, i finanziamenti pubblici».
AndreasQuirici
0PIPRODIRIONE RISERVATA
4uPrc crrFerim
Ricerca
Pagina 34
ViviseziOne, 1 9Europa non la ferma e riparte fi díbatúto
La Cormnissione: è presto. Gli anirnalisti: ignorata l'opinione dei cittadini I ricercatori: no, la scelta è giusta
MILANO «Stop Vivisection è una
richiesta inaccettabile» dice la
Commissione europea respingendo la raccolta firme della
European Citizens Initiative.
Sottoscritta da un milione e 170
mila cittadini
ben 700 mila
dei quali italiani
e presentata nel marzo scorso, la petizione chiedeva l'abrogazione della
direttiva approvata nel 2010 e la
presentazione di una nuova
proposta che abolisse la sperimentazione sugli animali.
Secondo la Commissione il
provvedimento europeo difende gli animali e sostiene lo studio di metodi alternativi. «Una
messa al bando completa della
ricerca animale sarebbe prematura perché metterebbe
fuorigioco la ricerca biomedica
europea» ha detto il Vicepresidente della Commissione Jyrki
Katainen. Il Parlamento italiano nel recepire la direttiva aveva votato emendamenti ancora
più restrittivi.
La bocciatura di Bruxelles
sulla delicata questione che, in
particolare da noi, suscita dibattiti spesso molto accesi, ha
provocato come era prevedibile
reazioni contrastanti. «Ci hanno illuso e non si è tenuto conto dell'opinione dei cittadini
commenta Fabrizia Pratesi de
Ferrariis coordinatrice del comitato scientifico Equivita e
promotrice di Stop Vivisection
Ricerca
. Delle quaranta iniziative av
viate solo tre sono state accettate. Tre anni di lavoro vanificato. Il modello animale non cor
risponde all'uomo e quindi
non aiuta ad affrontare le malattie».
«Non mi stupisce la risposta
della Commissione
aggiunge l'onorevole Michela Vittoria
Brambffia
perché è la stessa
che ha approvato la sciagurata
direttiva, preoccupata solo di
sostenere le lobby dei grandi
affari. L'Italia si è distinta in Eu
ropa riuscendo a interdire cer
te sperimentazioni e spingendo verso metodi alternativi».
Il mondo scientifico esprime, invece, soddisfazione per
la risposta della Commissione,
soprattutto in una fase nella
quale le liti politiche avevano
accentuato la confusione. «È
una scelta equilibrata
nota
Elisabetta Dejana, ricercatrice
all'Istituto Firc di oncologia
molecolare e docente nelle
università di Milano e di Upsala
Purtroppo non c'è abbastanza comunicazione per far
capire che per alcune patologie, a partire dai tumori, non
esistono metodi alternativi se
si vuole arrivare a cure appropriate, anche se tutti li preferiremmo e li stiamo sviluppan
do».
«La decisione presa è l'unica
condivisibile
sottolinea Giu
liano Grignaschi, segretario
generale di Research4Life, la
piattaforma creata da leo, Ifom,
Istituto Negri, Ospedale San
Raffaele, lit, e varie università
per comunicare ivalori della ricerca biomedica . Ci auguriamo che il governo e il parlamento italiano rivedano ora la
direttiva come è stata approvata adeguandola alle richieste
europee».
La Commissione europea,
intanto, ha annunciato che or
ganizzerà per l'anno prossimo
una conferenza per informare
sulle attività in corso nella ricerca di alternative.
Giovanni Caprara
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il modello
animale
non aiuta a
battere le
malattie
Fabrizia
Pratesi
Non mi
stupisce,
pensano
solo alle
lobby
Michela
Ilr bilia
Pagina 35
5
TECNOLOGIA
PSICOLOGIA
NATURA
MEDICINA
UNA MICROBIOLOGA ITALIANA LAVORA SUGLI ORMONI DELLA FEDELTÀ PRODOTTI DALL'INSETTO MASCHIO
CONTRO LA MALARIA
SI STUDIA IL SESSO
TRA LE ZANZARE
Atrasmettere
la malaria sono
zanzare del genere
Anopheles {sotto).
In basso, Flaminia
Catteruccia , docente
a Pe rug a e a Harva rd
di Silvia Beacivelli
1 sesso tra zanzare sta aiutando gli
scienziati a combattere la malaria, Dico sul serio». È un tweet di Bill Gates
tra i più rimbalzati in rete, e la sintesi perfetta,
per quanto maliziosa, dello stato dell'arte della
ricerca sulla malarin_ La malaria, si sa, è una
malattia causata da un parassita che a noi uomini viene trasmesso da una puntura di zanzara.
In Europa ce la siamo dimenticata da qualche
decennio, ma in Africa, in Sud America e nel
subcontinente indiano continua a fare quasi un
milione di vittime all'anno. Non ci sono vaccini,
e i farmaci sono pesanti e sempre meno efficaci
Quel che è peggio è che anche le vecchie strategie a base di insetticidi, peraltro spesso tossici,
cominciano a non funzionare più. Ed ecco che
arrivano, appunto, le ricerche sul sesso.
Cogne quelle di Flarninia Catteruccia, docente di microbiologia all'Università di Perugia e alla Ilarvard
School of Public Iiealth di Boston. «Il nostro obiettivo ultimo è trovare sostanze che, invece di uccidere le zanzare, le
sterilizzino. Il punto di partenza è la ricerca di base sui meccanismi della riproduzione».
Una delle ultime scoperte
del gruppo di Catteruccia è che la zanzara femmina (che trasmette il parassita) sceglie lei il maschio con cui riprodursi. Durante
un unico atto sessuale, in volo e al tramonto («molto romantico,
sì»), da lui riceve tutti gli spermatozoi che le servii anno nel corso
della vita, e che terrà da parte in una capsula apposita. Ma riceve
anche un tappo, un vero e proprio tappo, intriso di un ormone che
la rende disinteressata ad altri maschi. In pratica, che la costringe alla fedeltà perpetua.
«Ci sono tante cose ancora da capire» precisa Catteruccia «per
esempio i criteri di scelta del partner da parte della femmina.
Però intanto abbiamo capito una questione chiave e cioè che il
tappo dà un vantaggio anche al parassita». Un vantaggio nel suo
Ilv+exreIM
Ricerca
S 31UGN 0 2015
sviluppo, che ha ragioni ancora poco chiare, ma che è evidente e
si osserva solo nelle specie di zanzara più pericolose (per noi) del
genere Anopheles. Il confronto tra le diverse specie di Anopheles
ha così permesso di raccontare la storia di come a un certo punto
nel corso dell'evoluzione alcuni, solo alcuni, maschi abbiano cominciato a produrre gli ormoni della fedeltà, le femmine si siano
adeguate, e il parassita abbia fatto capolino.
«È interessante come esempio di coevoluzione» prosegue Catteruccia «ma ci dà anche indicazioni importanti per la lotta alla
malattia». Possiamo per esempio cominciare a studiare come
bloccare l'ormone o come impedirne gli effetti principali, sia sulla
femmina sia sul parassita. Oppure, sul versante biotecnologico,
produrre in laboratorio maschi sterili, che a loro volta, per la questione della fedeltà perpetua di cui sopra, renderanno sterili anche
le proprie femmine.
Non stupisca perciè l'interesse di Bill Gates, visto che con la
sua fondazione finanzia da tempo lo studio della malaria e delle
strategie per fermarla. E stupisca poco anche la malizia: si tratta
in effetti di sesso tra insetti. Ma è il tallone di Achille di una ma■
lattia con cui dobbiamo combattere ancora.
61
Pagina 36
BEAUTIFUL
MIND
di Giampiero
Cazzato
ARRUOLARE BATTERI
PER BATTERE
LA LEGIONELLA
Il batterio fece la sua prima apparizione nel 1976 negli impianti
di condizionamento di un albergo di Philadelphia dove si teneva
un raduno dei veterani dell'American Legion. Tra i partecipanti, 221
si ammalarono e 34 morirono di una polmonite acuta, ribattezzata
Malattia dei legionari. Sconfiggere la Legrionella pneumophllo
limitando il ricorse ai disinfettanti negli impianti idrici è la proposta
di ricerca con la quale la dottoressa Maria Luisa Ricci (nella foto)
dell'istituto superiore di sanità, si èaggiudicata il premio della Società
europea di microbiologia clinica e malattie infettive.
Qual è la vostra idea?
<cln sostanza scattiamo una sorta di fotografia, la più precisa
possibile, dei microorganismi (prevalentemente batteri
e protozoi) presenti in un determinato habitat. Le tecnologie
per il sequenziamento del Dna consentono di rilevare un maggior
numero di popolazioni microbiche rispetto ai metodi usati finora,
e permettono di ricostruire esattamente la proporzione e i tipi
presenti negli impianti idrici. Avendo il quadro preciso dell'ecologia
microbica in cui Legionella cresce e si sviluppa possiamo, in
pratica, favorire la colonizzazione degli impianti idrici da parte di
microrganismi antagonisti»,
Perché non continuare a usare i classici disinfettanti?
«II batterio ha sviluppata numerose strategie di
resistenza. Inoltre vanno considerati gli effetti sulla
salute di queste sostanze nonché i danni alle condutture
per l'azione corrosiva dei prodotti chimici utilizzati».
Ma è cos? pericolosa la Malattia del legionario?
«Nel 2014 sono stati segnalati 1.450 casi,
con una letalità che varia dal 10 fino al 44 per cento.
Colpisce soprattutto persone anziane ed immunocompromesse, fasce di popolazione in aumento».
Ricerca
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