Speciale Pesca
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ANNO XLVII - N. 388 mercoledi' 22 dicembre 2010 SPECIALE PESCA L'Economia e la politica della pesca nel mondo ALGERIA: SVILUPPO DEL SETTORE DELLA PESCA: UN CENTINAIO DI PROGETTI DI INVESTIMENTO NEI PORTI DI PESCA - "LE MAGHREB" 15 dicembre 2010 - "Nel quadro della manifestazione per l'investimento nelle attivita' dei porti di pesca [e] del commercio alieutico (Minappech) sono state offerte agli operatori nazionali ed esteri almeno cento opportunita' di investimento". Lo ha dichiarato ieri il Presidente del Gruppo di interesse comune delle Imprese di gestione dei porti di pesca (GIC-EGPP) Ouarab Kamel. Parlando a margine della manifestazione, che si e' tenuta [ad Algeri] presso la Safex [Societa' algerina delle fiere e di esportazioni] - Pins Maritimes -, Ouarab ha spiegato che tali proposte di investimento riguardano le attivita' di costruzione e di riparazione navale e [di dotazione] di attrezzature per il sollevamento e il traino, nonche' le attivita' legate ai magazzini frigoriferi, alle fabbriche di ghiaccio e ai mercati ittici. Le altre opportunita' di investimento che vengono offerte nel settore della pesca sono connesse alla funzione dell'approvvigionamento, ovvero alle attivita' delle organizzazioni di vendita di pezzi di ricambio, alle attrezzature per la pesca e alle stazioni di rifornimento di carburanti e lubrificanti. Il Presidente del GIC-EGPP ritiene fiduciosamente che il centinaio di progetti in concorso per la V edizione della Minappech, ripartiti nei 33 porti di pesca del nostro paese, saranno in grado di attrarre un numero piu' ampio di investitori rispetto alle precedenti edizioni. "Durante le ultime quattro edizioni abbiamo concluso 81 contratti di progetto, per un investimento complessivo di 2,6 miliardi di dinari", ha spiegato il funzionario, sottolineando che cio' ha permesso di creare oltre 1.200 posti di lavoro diretti. "Un lavoro diretto generato nel quadro di questi progetti contribuisce a crearne altri sette indiretti", ha precisato, aggiungendo che il tasso di avanzamento dei progetti lanciati raggiungera' circa il 70 per cento e che la quota degli investimenti esteri sara' del 5 per cento. Il funzionario ha rivelato (…) che la Societa' di gestione delle partecipazioni dei porti (SPG Ports) aveva avviato uno studio relativo all'ottimizzazione delle capacita' degli impianti e delle attrezzature dei porti di pesca che ha permesso l'istituzione di un piano regolatore dei porti di pesca, e l'individuazione delle opportunita' di investimento per gli investitori privati nazionali e stranieri; "ed e' in questo contesto che sono state proposte le opportunita' di business fin dalla prima edizione della Minappech nel 2006", ha ricordato Ouarab. Secondo il Presidente, il piano di sviluppo della pesca si articola nell'organizzazione degli spazi portuali per le attivita' di sostegno alla produzione al fine di attrezzare qualitativamente i porti di pesca per ottimizzarne le capacita' e razionalizzarne l'occupazione. [Yazid F., quotidiano - a cura di agra press] (ap) - n 388 2./.. FRANCIA: QUOTE, I PESCATORI FRANCESI NE ESCONO VITTORIOSI – "LE TELEGRAMME" 16 dicembre 2010 – Come ogni anno, e' su di un compromesso che sono sfociate le discussioni condotte a Bruxelles sulle quote della pesca. Con richieste in generale soddisfatte, la Francia se ne esce piuttosto bene. (…) Il ministro dell'Agricoltura e della Pesca, Bruno Le Maire, e' rientrato a Parigi con la valigetta piena di pesci. Le "vittorie" ottenute rispetto alle proposte iniziali della Commissione europea si contano in milioni di euro. Per la sola aragosta del Golfo di Guascogna, dove Bruxelles ha raccomandato una diminuzione del 15% dei diritti di pesca, che sono stati poi rinnovati, le possibilita' di pesca supplementari si avvicinano ai 4 milioni di euro. L'aumento del 10% della quota di sogliola nella Manica orientale rappresenta un volume d'affari di quasi 3 milioni, secondo fonti di Bruxelles. A parte la razza e la manta, delle quali la commissaria Maria Damanaki aveva fatto un punto fermo nella sua posizione, la maggior parte delle richieste francesi sono state soddisfatte. (…) "Siamo relativamente soddisfatti sulle quote, ma abbiamo un problema nel Mare del Nord, che sembra esser diventato emblematico per la Commissione", ha commentato ieri Pierre-Georges Dachicourt, presidente del Comitato nazionale della pesca (Cnpmem). La commissaria Damanaki ha assicurato di non aver superato nessuna delle "linee rosse" che si era fissata. Mira a ridurre lo sfruttamento degli stock sotto la soglia di "sostenibilita'" entro il 2015. "La decisione del Consiglio di ridurre le possibilita' di pesca solo del 4,5% nel 2011 manca di ambizione poiche' le Tac approvate vanno in pratica ad impedire la crescita degli stock e mantenerli in uno stato di sovra sfruttamento", ha controbattuto l'Ong Oceana. Mentre il Wwf vede "un passo nella giusta direzione", Greenpeace dichiara al contrario, che le negoziazioni hanno portato a "un semaforo verde la pesca intensiva". (Florence Autret, portale – a cura di agra press) GERMANIA: PESCA, AIGNER AUSPICA UNA REGOLAMENTAZIONE PIU' CHIARA –"HAMBURGER ABENDBLATT" 13 dicembre 2010 – Gli scienziati sono concordi: nel 90 percento delle acque si pesca troppo. Lo sostiene il Consiglio Internazionale per la ricerca nei mari (ICES). Oggi il Commissario Europeo per la pesca approvera' le quote per il Mare del nord. Secondo il ministro Aigner (CSU) non si puo' ignorare il grido d'allarme degli scienziati. Ilse Aigner auspica chiare direttive UE piu'chiare. "Per stabilire le quote per il 2011 dobbiamo tener conto delle opinioni degli scienziati", afferma il ministro Ilse Aigner. "La gestione sostenibile delle acque deve essere il punto centrale della politica europea", afferma Ilse Aigner. Oggi e domani a Bruxelles si terra' un consiglio sull'agricoltura e sulla pesca. I ministri dovranno trovare un punto d'accordo in merito a determinate riserve ittiche delle acque europee. Per quando riguarda le riserve ittiche del Mare del Nord, particolarmente importante per la pesca tedesca, Ilse Aigner fa un quadro ben chiaro. Le riserve ittiche di aringa e passera di mare le riserve nel Mare del Nord sono nettamente aumentate. Per questo motivo secondo gli esperti per queste due specie puo' essere tollerato un aumento delle quote pesca fino al 22 percento. Secondo il ministro Aigner le quote del merluzzo non possono essere aumentate. Gli esperi hanno proposto al suo ministero un abbassamento del 20 percento. Gia' da tempo l'UE lotta a favore di una pesca piu' sostenibile. Le quote di molte specie a rischio sono state drasticamente ridotte. Al contempo in Europa il 60 percento del pesce viene importato. Le limitazioni potrebbero essere un pericolo per l'industria della pesca, che in Europa da lavoro a circa 400,000 lavoratori. Caroline Schacht, esperta di pesca del WWF, sostiene che l'UE si stia movendo verso la giusta direzione. "Bruxelles auspica una pesca piu' sostenibile", afferma Schacht. Di piu' rispetto al passato si tiene conto delle opinioni degli scienziati. [quotidiano a cura di agra press] (ap) - n 388 3./.. AFRICA: VERSO UNA LIBERA CIRCOLAZIONE DEI PRODOTTI DELLA PESCA - "MAGUINEE" 10 dicembre 2010 – Il ministro senegalese dell'Economia marittima, della Pesca e dei Trasporti marittimi, Khouraichi Thiam ha invitato, mercoledi' a Saly Portudal (80 km da Dakar), gli Stati africani ad abbattere le barriere tra i paesi africani al fine di facilitare una buona e libera circolazione dei prodotti della pesca nella sub-regione. Nell'intervento di apertura in una riunione di due giorni della Conferenza ministeriale sulla cooperazione alieutica tra Stati africani confinanti con l'Oceano Atlantico (Comhafat), Thiam ha auspicato la firma di protocolli d'intesa con alcuni paesi del continente. "Questo ci consentira', molto presto, di rafforzare i legami nel settore della pesca ricco di 600.000 attori di cui il 52% donne, ma anche di far entrare valuta estera nel paese", ha insistito il ministro. Dopo il protocollo d'intesa concluso il 29 ottobre scorso a Saly Portudal con la Gambia nel quadro di gestione del settore della pesca Thiam annuncia la firma di accordi simili con altri paesi, "se questi dimostreranno una reale volonta' e un desiderio di accordarsi". Alludeva agli Stati inclusi nel Programma regionale di conservazione delle zone costiere e marine (Prcm) come la Guinea Bissau, la Mauritania, Capo Verde, la Guinea, … che sono adiacenti al Senegal, confermando l'intenzione di recarsi in questi paesi per poter firmare accordi, con l'autorizzazione del capo di Stato e del primo ministro. (…) Il Comhafat e' un'organizzazione intergovernativa di cooperazione per la pesca raggruppante 22 Stati situati lungo l'Atlantico da Rabat in Marocco a Windhoek, in Namibia. [portale - a cura di agra press] FRANCIA: EOLICO OFFSHORE E PESCATORI, C'E' ACCORDO A CROISIC - "OUEST-FRANCE" 8 dicembre 2010 - Un accordo e' stato firmato il 25 novembre, tra i rappresentanti dei pescatori di Croisic e la societa' Nass & Wind offshore che predispone un progetto eolico offshore al largo della costa di Guerande. La gara d'appalto nazionale non e' ancora stata lanciata, ma la societa' e' ben posizionata: lavora sul posto da due anni… Romani Baronnet, direttore sviluppo e responsabile del progetto del parco eolico offshore di Guerande e Daniel Le Gall, presidente del Comitato locale della pesca marittima e degli allevamenti marini di Loire-Atlantico del Sud, hanno firmato entrambi. Questo accordo stabilisce che la squadra di Nass & Wind offshore preposta allo sviluppo del progetto del parco eolico offshore di Guerande e i pescatori di Croisic lavoreranno insieme per descrivere l'attivita' di pesca commerciale all'interno e intorno al progetto, definito dall'ufficio studi al largo della Punta di Croisic. Valuteranno anche l'impatto della costruzione e della gestione del parco sulle attivita' dei pescatori. Infine definiranno insieme le misure da attuare per annullare, limitare o compensare questi impatti e assicurarsi che i pescatori professionisti godano dei benefici derivanti dal progetto. Queste misure di accompagnamento potranno essere attuate a partire dal disegno del progetto e durante le fasi di costruzione, gestione e dismissione del parco. Gli studi condotti congiuntamente da Nass & Wind offshore e i pescatori del Croisic, saranno lanciati nei prossimi giorni. (…) Per Daniel Le Gall, presidente del Comitato locale della pesca di Croisic, "Gli ambiziosi obiettivi stabiliti dalla Francia per lo sviluppo dell'energia eolica in mare hanno, soprattutto, preoccupato molto i pescatori. Questo accordo conferma la volonta' dei professionisti di impegnarsi responsabilmente al progetto e di lavorare in maniera costruttiva alla valutazione dell'impatto per la pesca (…)". [Michel Oriot, portale - a cura di agra press] (ap) - n 388 4./.. STATI UNITI: ALCUNI STATI DEL PACIFICO LIMITANO LA PESCA IN UNA VASTA FASCIA DI ACQUE INTERNAZIONALI – "NATURE" 8 dicembre 2010 – Una mossa coraggiosa da parte di otto stati nazione del Pacifico, tesa a preservare le maggiori riserve mondiali di tonno, potrebbe trovarsi, questa settimana, a dover affrontare una forte resistenza in una riunione del Western and Central Pacific Fisheries Commission (WCPFC), vicino ad Honolulu (Hawaii). Facendo leva su accordi con pescatori stranieri, attivi nelle proprie acque territoriali, le isole hanno vietato alle flotte che pescano con reti da circuizione – reti meccanizzate in grado di catturare interi banchi di tonno con un'unica presa – di operare in una regione di acque internazionali delle dimensioni dell'India. Nell'area, conosciuta come la Eastern High Seas, la pesca continuera' ad essere effettuata con amo e lenza, un metodo considerato biologicamente piu' sostenibile. Le isole, inoltre, ridurranno di quasi un terzo il tempo che i pescherecci con reti da circuizione possono pescare nelle loro acque territoriali. Le restrizioni, concordate dalle otto nazioni, lo scorso aprile, entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2011. I biologi marini sostengono che il loro sviluppo rappresenti un importante passo avanti negli sforzi tesi ad arrestare il declino globale di diverse specie di tonno tropicale, tra cui il tonno obeso, il tonnetto striato, e il tonno palamita. Ad ottobre di quest'anno, la Gran Bretagna ha trasformato l'intera zona economica esclusiva intorno alle Isole Chagos, al centro dell'Oceano Indiano, in una zona interdetta alla pesca, facendone la prima area ricca di tonno che sia mai stata chiusa alla pesca. Con 3,2 milioni di chilometri quadrati, la Eastern High Seas e' sei volte maggiore. "Queste sono le misure piu' incisive a favore della conservazione degli oceani", spiega Daniel Pauly, scienziato dell'universita' della British Columbia di Vancouver. "Per la prima volta, da quando l'uomo ha iniziato a pescare negli oceani aperti, vedremo un'inversione di tendenza del declino delle specie pelagiche in due grandi aree". Alla riunione di questa settimana, le principali nazioni ittiche del mondo, ivi compresi gli Stati Uniti, dovrebbero opporsi ai provvedimenti. Per trattato, gli Stati Uniti sono tecnicamente esentati dalle restrizioni, ma due anni fa hanno scelto di schierarsi, al fianco degli stati insulari, per la chiusura di due zone piu' piccole di acque internazionali ai pescherecci stranieri. Questa volta, fonti della conferenza prevedono un atteggiamento meno comprensivo. "Stiamo rinegoziando il nostro trattato, e il modo in cui la chiusura debba essere effettuata rientrera' nei nostri colloqui", spiega Charles Karnella, del National Oceanic and Atmospheric Administration, che guida la delegazione degli Stati Uniti. Le navi provenienti dagli Stati Uniti operano in base al South Pacific Tuna Treaty, che prevede che il governo americano paghi la maggior parte dei diritti di licenza, e offra 18 milioni di dollari in aiuti esteri a 14 stati insulari. In cambio, la flotta ittica degli Stati Uniti, attualmente composta da 40 imbarcazioni, ha un accesso illimitato alla regione. Se gli Stati Uniti decideranno di non rispettare le nuove chiusure, i pescherecci statunitensi con reti da circuizione potrebbero ritrovarsi a pescare praticamente da soli, contribuendo al depauperamento degli stock di tonno obeso, proprio nel momento in cui gli esperti di pesca chiedono una riduzione del 30% delle catture di questo pesce, al fine di evitarne il crollo delle scorte, che, dal 1952, sono passate da 1,2 milioni a 500.000 tonnellate. Sari Tolvanen, un'attivista di Greenpeace International che partecipa alla riunione, sottolinea come l'area di chiusura sia delimitata su entrambi i lati da zone interdette alla pesca, istituite quando, a gennaio del 2009, l'ex presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha designato le isole Wake, Johnston, Jarvis, Howland, Baker e Palmyra Atoll come Monumento Nazionale Marino. "Sarebbe vergognoso se l'amministrazione Obama non seguisse l'esempio dell'amministrazione Bush, e scegliesse di non adeguarsi alle misure di conservazione adottate dagli stati insulari del Pacifico", spiega. La decisione di mettere fine alla pesca con reti da circuizione nella Eastern High Seas e' stata adottata dalle nazioni firmatarie dell'accordo di Nauru (PNA), otto stati insulari del (ap) - n 388 5./.. Pacifico, nelle cui acque viene pescato l'80% del tonno della regione. Questi paesi sono gli Stati Federati di Micronesia, Kiribati, le Isole Marshall, Nauru, Palau, Papua Nuova Guinea, le Isole Salomone e Tuvalu. Anche se nessuna nazione puo' giuridicamente limitare la pesca in alto mare, i paesi PNA hanno congiuntamente modificato i contratti standard che firmano con le flotte pescherecce straniere, inserendo una clausola, in base alla quale le flotte che si astengono dalla pesca in determinate regioni di acque internazionali, continuano ad aver diritto alle licenze che consentono loro di pescare all'interno delle acque direttamente controllate dalle isole. I regolamenti vengono resi esecutivi attraverso l'utilizzo di transponder radio, che rivelano la posizione delle navi dotate di licenza, in ogni momento. Il primo di questi provvedimenti, partito nel 2008, ha chiuso zone piu' piccole di acque internazionali, che venivano utilizzate come rifugio per le navi da pesca illegali. L'estensione del divieto alla Eastern High Seas e' considerata potenzialmente molto piu' importante, perche' questa regione e' abbastanza grande da avere un impatto sulla conservazione delle specie. Funzionari dei paesi PNA affermano che una volta che saranno riusciti a mettere fine alla pesca con reti da circuizione nella Eastern High Seas, vieteranno la pesca con il palangaro – un diverso tipo di pesca che consente di effettuare un analogo quantitativo di catture – trasformando la zona nella piu' grande riserva marina al mondo. Un fattore importante che determinera' l'efficacia del divieto e' dato dalla possibilita', o meno, che i pesci rimangano all'interno dell'area protetta. John Hampton, a capo del programma di attivita' ittiche presso il Secretariat of the Pacific Community (SPC), e' stato co-autore di uno studio condotto in una zona molto piu' a ovest. Questo studio ha scoperto che la meta' dei banchi di tonnetto striato li' presenti, trascorre tutta la vita in un raggio di 675-750 chilometri (Sibert J. & J. Hampton Mar. Pol. 27, 87-95;. 2003). Un nuovo studio SPC, attualmente in corso nel Pacifico Centrale, si concentra sul tonno obeso, con 15.000 tonni monitorati fino a questo momento, conferma Hampton. La ricerca fornira' informazioni sul movimento dei tonni e sul loro passaggio in aree adiacenti, sui tassi di mortalita' e su altri importanti parametri della popolazione. "Con questi dati, potremo comprendere meglio gli spostamenti dei tonni, e tutto cio' ci aiutera' a prevedere gli effetti delle chiusure sui livelli della popolazione ittica", spiega. (…) Dal momento che questa e' la prima volta che qualcuno cerca di mettere fine alla pesca in un'ampia porzione di acque internazionali, si potrebbe creare un precedente, secondo alcuni osservatori. Fino a oggi, i mari del mondo sono stati un facile bersaglio per le flotte di pescherecci industriali internazionali, con le commissioni, che teoricamente hanno il potere di limitarne l'attivita', fortemente influenzate dalle stesse flotte di pescherecci. "Le chiusure solleverebbero questioni giuridiche se non fossero giustificate come misure di conservazione", osserva Satya Nandan, presidente della WCPFC. "I nostri stock sono relativamente sani e vogliamo mantenerli tali". [Christopher Pala, settimanale – a cura di agra press] MAROCCO: INVESTIMENTI IMPORTANTI NEL SETTORE DELLA PESCA – "LE MATIN" 2 dicembre 2010 – Il settore della pesca, che sta attuando la sua nuova strategia, sta vivendo un buon momento quest'anno. Lo rivelano gli attori pubblici e privati coinvolti nel comparto, che secondo diversi indicatori, mostra avere una buona performance. Tra gli indicatori vi sono, in particolare, gli investimenti destinati a valorizzare i prodotti della pesca, che hanno raggiunto alla fine dello scorso settembre i 135 milioni di dirham (MDH), generando 838 posti di lavoro stabile e 1.208 stagionale, ha reso noto il Ministro dell'Agricoltura e della Pesca marittima Aziz Akhannouch nel corso del Consiglio di Amministrazione dell'Ufficio Nazionale della Pesca (Onp) che si e' tenuto lo scorso martedi' a Marrakech. (...) Anche la realizzazione di progetti strutturali nel settore della pesca marina risulta ben avviata, ha aggiunto il Ministro, precisando che sono state adottate delle misure per rafforzare i meccanismi di controllo dei prodotti ittici e la lotta contro la pesca illegale, (ap) - n 388 6./.. informale e non dichiarata, attraverso un programma nazionale di lotta contro questi tipi di pesca, e lo sviluppo di un programma di gestione delle attivita' peschiere. A questo proposito il Ministro ha evidenziato il ruolo dell'Onp nell'attuazione della politica del governo, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione dei progetti di sviluppo previsti nella strategia nazionale Halieutis, come anche ha tenuto a sottolineare il Presidente della Federazione delle Camere marittime del Marocco, Hibatou Malainaine (...), che ha affermato: "Noto (...) l'impegno da parte dei responsabili del settore della pesca nel rafforzare continuamente le infrastrutture necessarie nelle province del sud del paese, che stanno conoscendo al momento un boom senza precedenti". Il Presidente, nel ricordare i "nuovi flussi di investimento mirati" che sono stati destinati alla regione, si e' anche detto rassicurato "sul futuro grazie agli obiettivi del Piano Halieutis, una strategia innovativa che promette un avvenire radioso al settore della pesca nelle regioni meridionali del Regno". Secondo Amina Figuigui, Direttore Generale dell'Onp, il contributo dell'Ufficio Nazionale della Pesca per questi investimenti ha portato al lancio delle componenti del programma d'introduzione e d'utilizzo dei contenitori standard, ovvero all'acquisto di 2 milioni di casse e di 24 macchine per la pulizia, oltre all'avvio dei lavori di costruzione di 18 unita' di gestione di tali contenitori (...). Il Direttore ha inoltre menzionato (...) il modello Global Operator, che e' stato introdotto dalla nuova strategia del settore della pesca, ed e' iniziato a concretizzarsi attraverso il sostegno, a partire dallo scorso giugno, della gestione integrata di un primo lotto di cinque porti di pesca: quelli di Casablanca, Agadir, Sidi Ifni, Tan Tan e Laayoune, oltre al villaggio di pesca di Souiria K'Dima. La Sig.ra Figuigui, ricordando gli investimenti dell'Onp, specialmente a Safi e a Mohammediaha, per la costruzione di una nuova generazione di mercati del pesce, ha reso noto che i lavori di realizzazione del nuovo padiglione di Agadir sono giunti al 60 per cento. Il Ministero informa altresi' che la produzione ittica nazionale ha raggiunto nel corso dei primi nove mesi del 2010 (...) le 866.274 tonnellate, per un valore di 5,2 miliardi di dirham e un aumento dell'8 per cento in termini di quantita' e del 3 per cento in termini di valore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Gli sbarchi della pesca costiera e artigianale, secondo quanto rivelano le statistiche dell'Ufficio, hanno registrato una produzione pari a un milione di tonnellate, per un valore di 4,041 miliardi di dirham in prima vendita alla fine di ottobre. Rispetto allo stesso periodo del 2009, tali sbarchi sono aumentati dell'8 per cento in volume, e del 3 per cento in valore. Il volume delle esportazioni dei prodotti ittici si e' stabilizzato a fine agosto a 311.000 tonnellate (+4 per cento), ha rivelato il Ministero, spiegando che tale aumento e' dovuto al volume delle sardine in scatola, della farina e dell'olio di pesce. Inoltre, le esportazioni del settore della pesca hanno raggiunto un fatturato complessivo di 8,3 miliardi di dirham, con un incremento del 5 per cento. [Lahcen Oudoud, quotidiano - a cura di agra press] SPAGNA: FORCHETTE SOSTENIBILI - "EL PAIS" 1 dicembre 2010 – il giornalista inglese Charles Clover era stufo di scrivere cattive notizie: il tonno rosso in estinzione, cattive pratiche di sfruttamento della pesca che devastano la vita nei mari... cosi' si e' trasformato in un attivista. In "The end of the line", prima un veemente libro e ora un documentario ad effetto, ha lanciato l'allarme sulla crisi del mare. Non appagato, ha creato un sito web, Fish2fork.com. L'obiettivo: valutare i ristoranti secondo la sostenibilita' del pesce e dei frutti di mare serviti e stuzzicare le coscienze dei consumatori perche' pretendano di conoscere l'origine ed i modi di cattura del prodotto. Il sistema di classificazione si basa sulle lische rosse, che arrivano a cinque in caso di allarme. I ristoranti raccomandati hanno invece dei pesci azzurri, fino a cinque come massimo: "Sono ristoranti dove mangiare con la coscienza tranquilla". "Le classificazioni di una guida come la Michelin ci stanno strette. Crediamo che la definizione di una cucina moderna di qualita' implichi che sia sostenibile" ha spiegato ieri (ap) - n 388 7./.. Clover a Madrid, dove ha presentato, con il sostegno della fondazione MarViva, l'edizione spagnola di una cyberguida iniziata in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Lo accompagnavano cuochi impegnati come Sergi Arola, Dario Barrio, Andres Madrigal e Pepe Pintos. "Sono sette anni che non servo tonno rosso e ho visto il disastro creato dalle reti di deriva. Bisogna saper ripagare la pesca artigianale" ha detto Arola. "Perche' continuare a mangiare pesci a rischio (di estinzione)? e' come farsi un piatto di lince iberica arrosto2 ha detto bassa. "Bisogna sempre pensare: che cosa posso correggere?" ha aggiunto Madrigal. "Ho realizzato un cambiamento radicale nelle politiche di acquisto. Lavoro con le associazioni dei pescatori e studiamo insieme le specie adeguate secondo la stagione" ha detto Pintos. Fish2fork ha gia' valutato 81 ristoranti in Spagna e solo 13 di questi hanno un buon punteggio di pesci azzurri. "La maggioranza degli chef usa specie di pesci minacciate. Se la gastronomia spagnola e' leader mondiale in qualita' e creativita' perche' non e' leader in sostenibilita'?" dice il fondatore del sito web, che non utilizza ispettori ma questionari compilati dagli stessi ristoranti e anche le opinioni dei clienti. Baccala', anguilla, merluzzo, sogliola e acciughe sono alcuni dei pesci che piacciono di piu' ma che danno maggiori rischi. "Data la situazione attuale, bisogna dire un no netto al consumo di tonno rosso" spiega Clover "Si puo' fare il sushi anche senza questo prodotto. Tra i migliori della nostra lista abbiamo dei ristoranti giapponesi che sperimentano con altri tipi di pesce". [Rosa Rivas, quotidiano - a cura di agra press] FRANCIA: TONNO ROSSO, INCERTEZZA "SULLA QUANTITA'" - "SUD-OUEST" 1 dicembre 2010 - le quote sono quasi stabili ma i pescatori francesi devono rimborsare un grosso debito. I pescatori baschi sono preoccupati. Ong ecologiste e pescatori di tonno rosso aspettano con impazienza le conclusioni della riunione della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell'Atlantico (Iccat) che si e' riunita per dieci gironi fino a sabato, a Parigi. Alla fine, nessuno e' soddisfatto della decisione degli Stati pescatori di mantenere – quasi – le quote di pesca del tonno rosso nel 2011 (12.900 tonnellate contro 13.500 tonnellate nel 2010). Per la Commissaria europea alla Pesca, Maria Damanaki, e le Ong che hanno chiesto la riduzione della meta' delle quote (fino a 6.000 tonnellate), e' un vero colpo. "Abbiamo portato il tonno rosso nel corridoio della morte", ha dichiarato Sue Lieberman, di Greenpeace. (…) Purtroppo per i pescatori francesi, la buona notizia e' durata poco. Poiche' la Francia deve restituire il suo "debito" di tonno rosso, in seguito al superamento a partire dal 2007. "Non neghiamo questi superamenti. Ma abbiamo proposto di rimborsarli in sei anni. Tutti d'accordo, tranne la Norvegia, che ha seguito il parere della Commissione europea. E' vergognoso", ha commentato seccamente Serge Larzabal, rientrando domenica a Saint-Jean-de-Luz. Risultato, la quota dei pescatori francesi sara' amputata di 2.400 tonnellate per i prossimi due anni. Una quasi-moratoria, poiche' non resteranno che 1.000 tonnellate l'anno da suddividere tra i pescherecci francesi nell'Atlantico e quelli nel Mediterraneo. "E' ingiusto, poiche' il superamento e' stato fatto nel 2007 su una quota complessiva di 30.000 tonnellate. Oggi, occorre cancellare questo debito su volumi molto piu' piccoli" ha tuonato il presidente della commissione per il tonno al Comitato nazionale. (…) Lo splafonamento e' dovuto ai grandi pescherecci, soprattutto nel Mediterraneo. Non c'e' motivo per cui i mestieri dell'amo (ndr: piccoli pescherecci) ne facciano le spese. Le decisioni saranno prese nei prossimi mesi". [portale - a cura di agra press] NOTIZIARIO TRASMESSO ALLE 10:15 E' vietata la riproduzione totale o parziale e la distribuzione con qualsiasi mezzo delle notizie di AGRA PRESS, salvo espliciti e specifici accordi in materia con citazione della fonte. I TESTI CITATI SONO DISPONIBILI CON RIFERIMENTO AL NUMERO DI NOTIZIA Tel 0668806721 - fax 0668807954 - email [email protected] (ap) - n 388 8./..