Capitolato speciale d`appalto

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Capitolato speciale d`appalto
CITTÁ DI LEGNANO
SETTORE 4 – SERVIZI TECNICI
CONTRATTO DI QUARTIERE IN LOCALITÁ MAZZAFAME - AZIONE 2.02
REALIZZAZIONE DI UN CENTRO POLIFUNZIONALE IN VIA DEI SALICI
OPERE DI COMPLETAMENTO ESTERNE
PROGETTO DEFINITIVO - ESECUTIVO
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
I progettistI
arch. Marco Davanzo
geom. Flavio Paleari
PARTE PRIMA – DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI........................................................................................... 3
Art. 1.1 – OGGETTO DELL’APPALTO................................................................................................................ 3
Art. 1.2 – DEFINIZIONE TECNICA DELL’OGGETTO DELL’APPALTO.................................................................... 3
Art. 1.2.1 – Descrizione sommaria delle lavorazioni ...................................................................................... 3
Art. 1.3 – DEFINIZIONE ECONOMICA DELL’OGGETTO DELL’APPALTO.............................................................. 4
Art. 1.3.1 – Importi dell’appalto .................................................................................................................... 4
Art. 1.3.2 – Categorie di opere generali e specializzate.................................................................................. 4
PARTE SECONDA –PRESCRIZIONI TECNICHE...................................................................................................... 5
Art. 2.1 – PRESCRIZIONI GENERALI................................................................................................................. 5
Art. 2.1.1 – Riferimenti legislativi.................................................................................................................. 5
Art. 2.1.2 – Riferimenti normativi.................................................................................................................. 6
Art. 2.1.3 – Norme per la misurazione e valutazione dei lavori ....................................................................... 7
Art. 2.1.4 – Lavori in economia .................................................................................................................... 7
Art. 2.1.5 – Limiti di riconoscimento di danni di forza maggiore .................................................................... 8
Art. 2.1.6 – Richiesta di dettagli ................................................................................................................... 8
Art. 2.1.7 – Variazioni alle opere................................................................................................................... 8
Art. 2.1.8 – Norme di appalto e di aggiudicazione dei lavori........................................................................... 8
Art. 2.1.9 – Subappalto................................................................................................................................ 8
Art. 2.1.10 – Responsabilità dell’appaltatore................................................................................................. 9
Art. 2.1.11 – Lavori eseguiti a iniziativa o nell’interesse dell’appaltatore......................................................... 9
Art. 2.1.12 – Revisione prezzi – Prezzo chiuso ............................................................................................. 9
Art. 2.1.13 - Rappresentante tecnico dell’appaltatore .................................................................................... 9
Art. 2.1.14 - Presa in consegna e utilizzazione delle opere .......................................................................... 10
Art. 2.2 – PRESCRIZIONI SPECIFICHE PER OGNI LAVORAZIONE..................................................................... 11
Art. 2.2.1 – Installazione del cantiere -Operazioni preliminari ...................................................................... 11
Art. 2.2.2 – Scavi....................................................................................................................................... 13
Art. 2.2.3 – Pavimentazioni in masselli autobloccanti.................................................................................. 15
Art. 2.2.4 – Pavimentazioni in masselli autobloccanti – Grigliati per prato armato ........................................ 17
Art. 2.2.5 – Pavimentazioni in masselli autobloccanti – Sigillatura con sabbia polimerica............................. 19
Art. 2.2.6 – Pavimentazioni in ghiaia stabilizzata con lastre di polipropilene a nido d’ape.............................. 21
Art. 2.2.7 – Recinzione metallica................................................................................................................ 23
Art. 2.2.8 – Recinzione metallica - Cancelli................................................................................................. 25
Art. 2.2.9 – Rivestimenti in doghe di legno composito termoplastico “WPC” ............................................... 27
Art. 2.2.10 – Realizzazione di tappeti erbosi................................................................................................ 30
Art. 2.2.11 – Messa a dimora di alberi........................................................................................................ 33
Art. 2.2.12 – Realizzazione di impianto di irrigazione................................................................................... 46
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PARTE PRIMA – DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI
Art. 1.1 – OGGETTO DELL’APPALTO
L’appalto ha per oggetto la realizzazione delle opere di completamento inerenti il “Contratto di quartiere in
località Mazzafame – Azione 2.02 – Realizzazione di un centro polifunzionale in via dei salici”
Art. 1.2 – DEFINIZIONE TECNICA DELL’OGGETTO DELL’APPALTO
Art. 1.2.1 – Descrizione sommaria delle lavorazioni
Tutte le lavorazioni comprese nell’appalto sono afferenti in parte alla tipologia dei lavori stradali ed in parte
alla tipologia di lavori di giardinaggio e di arredo urbano; più nel dettaglio dovranno essere eseguiti i seguenti
interventi:
a) lavori stradali
•
preparare il sottofondo livellando quello esistente sia riportando materiale inerte dove mancante
sia tramite scavo di sbancamento per eliminare il terreno in eccesso e quello con caratteristiche
meccaniche non adeguate;
•
sostituzione delle opere di coronamento esistenti in calcestruzzo con opere di cornamento in
ghisa marcate secondo la norma UNI EN 124;
•
realizzare le predisposizioni per gli impianti di illuminazione e videosorveglianza mediante la posa
di pozzetti di ispezione, la realizzazione dei plinti in cls per i pali e la posa di tubazioni in plastica
corrugata in cui saranno infilati cavi elettrici/dati;
•
realizzare uno strato di sottofondo in mista di recupero;
•
posare la pavimentazione in autobloccanti;
•
realizzare la pavimentazione in calcestruzzo decorativo della porzione alta del cortile;
b) lavori di giardinaggio e di arredo urbano
•
posare una recinzione in pannelli metallici prefabbricati, comprensiva di cancelli;
•
realizzare l’impianto di irrigazione ad aspersione per i prati e l’impianto ad allagamento interrato
per gli alberi;
•
realizzare il manto erboso nelle aiuole del parcheggio e nelle aree circostanti il centro
polifunzionale;
•
rivestire i gradoni e le fioriere del cortile con doghe in fibra di legno e resine termoplastiche.
Le singole lavorazioni sono meglio definite sia nella descrizione che nelle quantità nel computo metrico
estimativo allegato al progetto.
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Art. 1.3 – DEFINIZIONE ECONOMICA DELL’OGGETTO DELL’APPALTO
Art. 1.3.1 – Importi dell’appalto
L'importo
complessivo
dei
lavori
a
base
d'appalto
ammonta
a
€
107.821,28
(Euro
centosettemilaottocentoventuno/28), IVA esclusa.
Tale importo risulta composto da:
1. importo per l’esecuzione delle lavorazioni soggetto a ribasso
€ 104.158,59
2. importi per l’attuazione dei piani di sicurezza non soggetti a ribasso
€
3.662,69
L’importo di cui al punto 2 (di seguito definito più brevemente come oneri per la sicurezza) si riferisce a
tutti gli oneri necessari per gli approntamenti e le attrezzature atti a garantire, per tutte la durata dei lavori, il rispetto
delle norme per la prevenzione degli infortuni e la tutela della salute dei lavoratori, ai sensi dell’art. 131 del D.Lgs.
163/2006.
L’importo di cui al punto 2 risulta composto da:
a) oneri diretti, cioè già compresi nel computo metrico estimativo dei lavori; l’importo di tali oneri è stato
dedotto da una stima dell’incidenza percentuale dei costi per la sicurezza nelle diverse categorie di
lavorazioni costituenti l’appalto ed ammonta a € 2.125,69;
b) oneri specifici, non compresi nel computo metrico estimativo dei lavori; l’importo di tali oneri deriva da uno
specifico computo metrico estimativo ed ammonta ad € 1.537,00; detti oneri saranno contabilizzati a
misura solo in base a quanto effettivamente realizzato dall’impresa appaltatrice.
Tutti i suddetti importi sono dettagliatamente esposti nel quadro economico.
Art. 1.3.2 – Categorie di opere generali e specializzate
Ai sensi del Dpr 207/2010 art. 107, le categorie che compongono l’intervento sono le seguenti:
Categoria
Prevalente
OS24
X
OG3
Scorporabile
X
Qualificazione
obbligatoria
Descrizione
Importo
%
No
Verde e arredo urbano
€ 58.327,40
54,88%
No
Strade e opere complementari
€ 47.956,88
45,12%
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PARTE SECONDA –PRESCRIZIONI TECNICHE
Art. 2.1 – PRESCRIZIONI GENERALI
Art. 2.1.1 – Riferimenti legislativi
L’esecuzione dell'appalto è soggetta all'osservanza delle seguenti leggi:
•
Decreto Legislativo 12 Aprile 2006, n. 163”Codice dei contratti pubblici relativi a lavori,servizi e forniture in
attuazione delle direttive 2004/17/CE 2004/18/CE”;
•
Decreto del presidente della Repubblica 5 Ottobre 2010, n. 207 - Regolamento di esecuzione ed attuazione
del Decreto Legislativo 12 Aprile 2006, n.. 163, ;
•
Capitolato generale d’appalto per le opere di competenza del Ministero dei LL.PP., approvato con D.M. 19
aprile 2000 n. 145;
•
Normativa in materia di lotta alla delinquenza mafiosa, con particolare riferimento alle leggi n. 1423/56, n.
936/82, n. 642/82, n. 55/90 nonché al decreto legislativo 8 Agosto 1994 n. 49;
•
D.lgs. n. 81/08: “Norme in materia di tutela della salute nei luoghi di lavoro e successive integrazioni”;
•
D.P.R. 20 marzo 1956 n. 320: “Norme per la prevenzione degli infortuni e l'igiene del lavoro in
sotterraneo”;
•
D.P.R. 30 giugno 1965 n. 1124: “Testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli
infortuni sul lavoro e le malattie professionali”;
•
D.P.R. 7 settembre 1965 n. 1301: “Regolamento di esecuzione della legge 5 marzo 1963 n. 292
concernente la vaccinazione antitetanica obbligatoria”; nonché l'osservanza delle disposizioni emanate
dall'I.S.P.E.S.L. e dall'A.S.L., dal regolamento edilizio e dal regolamento d'igiene e di quanto altro
comunque necessario per prevenire ed evitare il verificarsi di incidenti;
•
D. Lgs. 475/92 “ Attuazione della direttiva n. 89/686/CEE del 21/12/1989, in materia di riavvicinamento
delle legislazioni degli stati membri relativi ai dispositivi di protezione individuale”;
•
D.P.R. 24 luglio 1996 n. 459 “ Regolamento per l’attuazione delle direttive n. 89/392/CEE, n. 91/368/CEE,
n. 93/44/CEE e n. 93/68/CEE concernente il riavvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative
alle macchine”;
•
D. Lgs. 359/99 “Attuazione della direttiva 95/63/CE che modifica la direttiva 89/655/CEE relativa ai requisiti
minimi di sicurezza e salute per l’uso di attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori”;
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ABBREVIAZIONI
decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163 “Codice dei contratti
DLgs. n. 163/2006
pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle
direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”
Decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010 n. 207
D.P.R. n. 207/2010
“Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto
legislativo 12 aprile 2006, n. 163”
decreto Ministero dei lavori pubblici 19 aprile 2000 n. 145
D.M. 145/2000
“Regolamento recante il capitolato generale d’appalto dei lavori
pubblici”
decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81 “Attuazione dell'articolo
DLgs. n. 81/2008
1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della
salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”
Art. 2.1.2 – Riferimenti normativi
L’esecuzione dell'appalto è soggetta all'osservanza delle seguenti norme tecniche:
Masselli autobloccanti
•
Norma UNI 11241:2007 – Istruzioni per la progettazione e la posa di pavimentazioni realizzate con masselli
o lastre autobloccanti di calcestruzzo
•
Norma UNI EN 1338:2004 – Masselli di calcestruzzo per pavimentazioni – Requisiti e metodi di prova.
Materiali lapidei
•
UNI EN 1341:2003 - Lastre di pietra naturale per pavimentazione esterna
•
UNI EN 1342:2003 - Cubetti di pietra naturale per pavimentazione esterna
•
UNI EN 1342:2003 - Cordoli di pietra naturale per pavimentazione esterna
•
UNI EN 1926:2004 - Metodi di prova per pietre naturali - Determinazione della resistenza a compressione
•
UNI EN 1936:2001 - Metodi di prova per pietre naturali - Determinazione delle masse volumiche reale e
apparente e della porosità totale e aperta
•
Metodi di prova per pietre naturali - Determinazione della resistenza alla cristallizzazione dei sali
•
UNI EN 12371:2003 - Metodi di prova per pietre naturali - Determinazione della resistenza al gelo
•
UNI EN 12372:2001 - Metodi di prova per pietre naturali - Determinazione della resistenza a flessione sotto
carico concentrato
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•
UNI EN 12407:2001 - Metodi di prova per pietre naturali - Esame petrografico
•
UNI EN 12440:2007 - Pietre naturali - Elenco tipologie commerciali suddivise per nazioni europee
•
UNI EN 12670:2003 - Pietre naturali – Terminologia
•
UNI EN 13161:2003 - Metodi di prova per pietre naturali - Determinazione della resistenza a flessione sotto
momento costante
•
UNI EN 13364:2003 - Metodi di prova per pietre naturali - Determinazione del carico di rottura in
corrispondenza dei fori di fissaggio
•
UNI EN 13373:2004 - Metodi di prova per pietre naturali - Determinazione delle caratteristiche geometriche
degli elementi
•
UNI EN 13755:2002 - Metodi di prova per pietre naturali - Determinazione dell’assorbimento d’acqua a
pressione atmosferica
•
UNI EN 13919:2004 - Metodi di prova per pietre naturali - Determinazione della resistenza
all’invecchiamento dovuto a SO2 in presenza di umidità
Art. 2.1.3 – Norme per la misurazione e valutazione dei lavori
I lavori saranno valutati esclusivamente con i prezzi di contratto, che devono ritenersi accettati
dall’appaltatore in base a calcoli di sua convenienza e a tutto suo rischio.
Nei prezzi netti di contratto sono compresi e compensati sia tutti gli obblighi e oneri generali e speciali richiamati e
specificati nel presente capitolato, sia gli obblighi e oneri che, se pur non esplicitamente richiamati, devono
intendersi come insiti e consequenziali nell'esecuzione delle singole categorie di lavoro e nel complesso delle opere,
e comunque di ordine generale e necessari a dare i lavori compiuti in ogni loro parte e nei termini assegnati.
Di norma, per tutte le opere da valutarsi a misura, le varie quantità di lavoro saranno determinate con metodi
geometrici.
L’appaltatore è tenuto a presentarsi, a richiesta del direttore dei lavori, alle misure e constatazioni che questi
ritenesse opportune; peraltro è obbligato ad assumere tempestivamente egli stesso l'iniziativa per le necessarie
verifiche, e ciò specialmente per quelle opere e somministrazioni che nel progredire del lavoro non potessero più
essere accertate.
Art. 2.1.4 – Lavori in economia
Le prestazioni della mano d'opera, i noleggi e le somministrazioni in economia dovranno essere
espressamente ordinate dalla direzione lavori; non saranno pertanto riconosciute prestazioni in economia non
espressamente autorizzate.
Per i lavori in economia le macchine, gli attrezzi e i mezzi di trasporto dati a noleggio dovranno essere in
perfetta efficienza e provvisti di tutti gli accessori necessari per il loro regolare funzionamento; sono pertanto a
carico dell’appaltatore sia la manutenzione che tutte le riparazioni necessarie.
Il prezzo del noleggio delle macchine, attrezzi e mezzi di trasporto comprende altresì ogni spesa per
carburante, combustibile, lubrificante, consumi di energia elettrica e quanto altro occorra per il loro funzionamento,
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il trasporto, l'installazione, gli spostamenti e il successivo ritiro delle macchine e degli attrezzi, la mano d'opera
specializzata, qualificata e comune comunque occorrente sia per le suddette prestazioni che per il funzionamento e
l'uso delle macchine e degli attrezzi, e per la guida dei mezzi di trasporto.
Gli operai per i lavori in economia dovranno essere qualificati per i lavori da eseguire e provvisti degli
attrezzi necessari.
L’appaltatore ha l'obbligo di consegnare settimanalmente al direttore dei lavori, che le vidimerà per
accettazione, le liste relative agli operai, mezzi d'opera e provviste somministrati su richiesta del direttore dei
lavori medesimo per l'esecuzione dei lavori in economia; in caso contrario la direzione lavori avrà la facoltà di
non contabilizzare e quindi liquidare all’appaltatore le eventuali economie pretese.
Art. 2.1.5 – Limiti di riconoscimento di danni di forza maggiore
Si considerano danni di forza maggiore quelli effettivamente provocati alle opere da cause imprevedibili e
per i quali l’appaltatore non abbia omesso le normali cautele atte a evitarli.
I danni che dovessero derivare alle opere a causa della loro arbitraria esecuzione in regime di sospensione non
potranno mai essere ascritti a causa di forza maggiore e dovranno essere riparati a cura e spese dell’appaltatore, il
quale è altresì obbligato a risarcire gli eventuali consequenziali danni derivanti all’appaltante.
I danni che l’appaltatore ritenesse ascrivibili a causa di forza maggiore dovranno essere denunciati all’appaltante
entro cinque giorni dall'inizio del loro avveramento, sotto pena di decadenza dal diritto al risarcimento.
Art. 2.1.6 – Richiesta di dettagli
L’appaltatore ha l'obbligo di richiedere per iscritto, in tempo utile, i dettagli di progetto e costruttivi inerenti le varie
opere che non fossero precisate o che fossero insufficientemente individuate negli atti dell'appalto
Art. 2.1.7 – Variazioni alle opere
Eventuali varianti in corso d'opera saranno possibili esclusivamente nei casi previsti dall'art. 132 del D.Lgs.
163/2006 e ss.mm.ii..
In particolare, rimane riservata al direttore dei lavori, nei limiti di quanto disposto dall'art. 132, comma 3,
del richiamato D.Lgs. 163/2006, l'insindacabile facoltà di disporre interventi volti a risolvere aspetti di dettaglio
nell'esecuzione delle opere, nonché l’insindacabile facoltà di introdurre, nel proprio esclusivo interesse, quelle
varianti, in aumento o in diminuzione, finalizzate al miglioramento dell'opera ed alla sua funzionalità, purché non
comportino modifiche sostanziali, siano motivate da obiettive esigenze e comportino un aumento dell'importo
contrattuale non superiore al 5 per cento dell'importo stesso.
Art. 2.1.8 – Norme di appalto e di aggiudicazione dei lavori
Le norme d'appalto e di aggiudicazione dei lavori sono quelle contenute nel bando di gara
Art. 2.1.9 – Subappalto
E’ ammesso il subappalto nei limiti previsti dalle vigenti disposizioni legislative.
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In ogni caso l'impresa aggiudicataria dell'appalto resta l'unica responsabile nei confronti dell'ente appaltante
dell'esecuzione di tutti i lavori oggetto dell'appalto stesso.
Art. 2.1.10 – Responsabilità dell’appaltatore
L’appaltatore è responsabile della perfetta rispondenza delle opere e parti di opera alle condizioni
contrattuali tutte, nonché alle disposizioni non opposte e contenute negli ordini di servizio, nelle istruzioni e nelle
prescrizioni del direttore dei lavori.
L’appaltatore dovrà demolire a proprie spese quanto eseguito in difformità delle prescrizioni di cui sopra e sarà
tenuto al risarcimento dei danni provocati. L’appaltante potrà accettare tali opere; in tal caso esse saranno valutate
tenendo conto dell'eventuale loro minor valore, restando obbligato l’appaltatore a eseguire, senza corrispettivo
alcuno, gli eventuali lavori accessori e complementari che gli fossero richiesti per l'accettazione delle opere
suddette.
Gli eventuali maggiori costi delle opere eseguite in difformità delle prescrizioni contrattuali o comunque impartite,
non saranno tenuti in considerazione agli effetti della contabilizzazione.
L’appaltatore non potrà mai opporre a esonero o attenuazione delle proprie responsabilità la presenza nel cantiere
del personale di direzione o di sorveglianza dell’appaltante, l'approvazione di disegni e di calcoli, l’accettazione di
materiali e di opere da parte del direttore dei lavori.
Art. 2.1.11 – Lavori eseguiti a iniziativa o nell’interesse dell’appaltatore
Qualora l’appaltatore, nel proprio interesse o di sua iniziativa, anche senza l'opposizione dell’appaltante o
del direttore dei lavori, impiegasse materiali di dimensioni eccedenti quelle prescritte, o di lavorazione più accurata,
o di maggior pregio rispetto a quanto previsto, e sempre che l’appaltante accetti le opere cosi come eseguite,
l’appaltatore medesimo non avrà diritto ad alcun aumento di prezzo o comunque a compensi, quali che siano i
vantaggi che possano derivare all’appaltante, poiché i materiali e le lavorazioni suddette si considereranno come se
fossero delle dimensioni, qualità e magistero stabiliti nel contratto
Art. 2.1.12 – Revisione prezzi – Prezzo chiuso
Ai sensi dell'art. 133 comma 2 del D.Lgs 163/2006, non è ammesso procedere alla revisione prezzi, ne
può essere applicato il primo comma dell'art. 1664 del Codice civile
Art. 2.1.13 - Rappresentante tecnico dell’appaltatore
L’appaltatore è l’unico responsabile dell’esecuzione delle opere appaltate in conformità alle buone regole
della tecnica e nel rispetto di tutte le leggi vigenti all’epoca della loro realizzazione. La presenza sul luogo del
direttore dei lavori e del personale di sorveglianza, le disposizioni da loro impartite, l’approvazione dei tipi e
qualunque intervento del genere si intendono esclusivamente connessi con la migliore tutela della stazione
appaltante e non diminuiscono, pertanto, la responsabilità dell’appaltatore che sussiste in modo pieno ed esclusivo
dalla consegna dei lavori al collaudo, fatto salvo il maggior termine di cui agli artt. 1667 e 1669 del Codice Civile.
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In particolare, compete esclusivamente all’appaltatore e al direttore dei cantiere ogni decisione e responsabilità per
quanto riguarda le modalità e i sistemi di organizzazione e conduzione dei lavori e di direzione del cantiere.
L’appaltatore che non conduce i lavori personalmente dovrà farsi rappresentare per mandato da persona fornita di
idonei requisiti; il rappresentante dell’appaltatore dovrà dimorare permanentemente in luogo prossimo ai lavori.
Art. 2.1.14 - Presa in consegna e utilizzazione delle opere
L’appaltante può disporre delle opere appaltate subito dopo l'ultimazione dei lavori.
Quando l’appaltante si avvalga di tale facoltà, l’appaltatore non può opporvisi per alcun motivo, ragione o causa, e
non potrà reclamare compensi di sorta.
Delle operazioni di presa in consegna verrà redatto un verbale nel quale si descriverà lo stato di consistenza delle
opere prese in consegna e del loro stato di manutenzione, al fine di garantire l’appaltatore dai possibili danni che
potessero derivare con l'uso.
L’appaltatore resta esonerato dalla guardiania e manutenzione delle opere prese in consegna dall’appaltante prima
del collaudo; egli però risponde fino all'approvazione del collaudo di tutti i difetti derivanti da vizio e negligenza di
esecuzione o da imperfezione dei materiali.
I collaudi, anche favorevoli, e l'accettazione delle opere non esonerano l’appaltatore dalle garanzie e responsabilità
di legge e, in specie, dalle garanzie per difformità e vizi dell'opera.
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Art. 2.2 – PRESCRIZIONI SPECIFICHE PER OGNI LAVORAZIONE
Art. 2.2.1 – Installazione del cantiere -Operazioni preliminari
Ordinanze della Polizia Locale – Divieti di sosta
L’appaltatore dovrà contattare il comando di Polizia Locale con opportuno anticipo al fine di richiedere e
concordare l’ordinanza per l’occupazione di suolo pubblico.
Qualora tale ordinanza non venisse richiesta non sarà riconosciuto all’appaltatore alcun rimborso per
eventuali sanzioni imputategli.
Una volta emessa l’ordinanza, sarà onere dell’appaltatore esporre un numero adeguato di cartelli di “Divieto
di sosta” almeno 48 ore prima dell’inizio dei lavori; i cartelli dovranno riportare gli estremi dell’ordinanza e la durata
del divieto. In caso di mancata esposizione dei cartelli e di impossibilità ad eseguire i lavori a causa della presenza
di autoveicoli in sosta:
•
Non sarà riconosciuto all’appaltatore alcun rimborso per eventuali “fermo macchine” o “fermo operai”;
•
Non sarà ammessa l’esecuzione parziale delle opere;
•
Il Direttore Lavori avrà la facoltà di sospendere i lavori e di allontanare gli operai, facendo riprendere i
lavori solo quando le aree saranno libere.
b) Richiesta di “coordinamento del sottosuolo”
Prima di porre mano all’esecuzione dei lavori l'Appaltatore deve: procedere con l’Ufficio Gestione del
sottosuolo di AMGA Legnano all’individuazione, e localizzazione dei servizi interrati anche se le opere da eseguire
riguardino pavimentazioni o strati superficiali del terreno.. A tal fine si precisa che il posizionamento dei condotti,
così come riportato nelle tavole , é puramente indicativo in quanto desunto da indicazioni fornite dagli enti gestori
ma non verificato sul posto. E’ in ogni caso da ritenersi a carico dell’appaltatore l'onere per il sostegno dei servizi di
sottosuolo posti trasversalmente agli scavi da effettuare con opportuni e adatti apparati. Altrettanto dicasi per quelli
posti longitudinalmente e non rientranti nella sezione virtuale di scavo. Sono in ogni caso a carico dell'Impresa
esecutrice i ripristini dei servizi danneggiati o l'onere da sostenere per il loro ripristino.
c) Tracciamenti
Prima di porre mano a lavori di sterro o di riporto, l'Impresa è obbligata ad eseguire il picchettamento
completo del lavoro, in modo che risultino indicati i limiti degli scavi e dei riporti in base alla larghezza del piano
stradale, all'inclinazione delle scarpate, alla formazione delle cunette.
A suo tempo dovrà pure realizzare, nei tratti indicati dalla Direzione Lavori, apposite strutture provvisorie atte a
determinare con precisione l'andamento delle scarpate tanto degli sterri che dei rilevati, curandone poi la
conservazione e rimettendo quelle manomesse durante l'esecuzione dei lavori.
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Qualora ai lavori in terra siano connesse opere murarie, l'Appaltatore dovrà procedere ai necessari tracciamenti con
l'obbligo della conservazione dei picchetti ed eventualmente delle modine, come per i lavori in terra
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Art. 2.2.2 – Scavi
a) Modalità di esecuzione
Gli scavi occorrenti per la formazione del corpo stradale, accessi, passaggi, rampe e scivoli saranno
eseguiti in modo conforme alle previsioni di progetto, salvo le eventuali varianti eventualmente disposte dalla
Direzione Lavori, dovrà inoltre essere posta particolare cura nello scavo di fossi, nello spianamento e sistemazioni
di marciapiedi o banchine, nell'esecuzione delle scarpate e nella profilatura dei cigli.
Si rammenta inoltre che tutti i materiali provenienti dagli scavi sono di proprietà dell'Amministrazione Comunale
L'Appaltatore dovrà consegnare le trincee ed i rilevati, nonché gli scavi o riempimenti in genere, al giusto
piano prescritto, con scarpate regolari e spianate, con i cigli ben tracciati e profilati, compiendo a sue spese,
durante l'esecuzione dei lavori, fino al collaudo, le occorrenti ricariche, la ripresa e sistemazione delle scarpate e
banchine Nell'esecuzione degli scavi l'Appaltatore dovrà procedere in modo che i cigli siano diligentemente profilati,
le scarpate raggiungano l'inclinazione prevista nel progetto o che sarà ritenuta necessaria e prescritta con ordine di
servizio dalla D.L. allo scopo di impedire scoscendimenti, restando egli, oltrechè totalmente responsabile di
eventuali danni alle persone ed alle opere, altresì obbligato a provvedere a suo carico e spese, alla rimozione delle
materie franate in caso d'inadempienza delle disposizioni all'uopo impartitegli.
Restano inoltre a completo carico dell'Appaltatore, eventuali danni alle cose e alle persone che potessero verificarsi
per smottamenti o franamenti delle pareti di scavo.
Qualora fossero eseguiti maggiori scavi, oltre a quelli strettamente occorrenti per la formazione dell'opera,
essi non saranno compensati e l'impresa dovrà provvedere a sua cura e spese al successivo riempimento del
vuoto rimasto con materiale adatto ed al necessario costipamento di quest'ultimo.
L'Appaltatore dovrà adoperare nell'esecuzione di movimenti di terra adeguati mezzi e sufficiente mano d'opera in
modo da dare gli scavi possibilmente completi a piena sezione in ciascun tratto iniziato, mantenere efficiente, a sua
cura e spese, il deflusso delle acque anche, se occorra, con canali fugatori.
I materiali provenienti dalli scavi per l'apertura della sede stradale ,non utilizzabili e non ritenuti idonei, a giudizio
della D.L., per la formazione dei rilevati o per altro impiego dei lavori, dovranno essere portati a rifiuto, fuori dal
cantiere, depositandoli su aree che l'Appaltatore deve provvedere a sua cura e spese.
Ai fini della corretta esecuzione dei lavori gli scavi sono così definiti:
SCAVO DI SBANCAMENTO
•
- Sono denominati di sbancamento gli scavi occorrenti per:
l'apertura della sede stradale, dei piazzali e delle pertinenze in trincea secondo i disegni di progetto e le
particolari prescrizioni che può dare la Direzione Lavori in sede esecutiva;
•
la formazione dei cassonetti, per far luogo alla pavimentazione ed all’eventuale bonifica del sottofondo
stradale in trincea;
•
la bonifica del piano di posa dei rilevati, ivi compresa la formazione delle gradonature previste in progetto,
nel caso di terreni con pendenza generalmente superiore al 15%;
13
•
lo splateamento del terreno per far luogo alla formazione di piani di appoggio, platee di fondazione, vespai,
orlature e sottofasce;
•
la formazione di rampe incassate, cunette di piattaforma;
•
gli allargamenti di trincee, anche per l’inserimento di opere di sostegno, ed i tagli delle scarpate di rilevati
esistenti per l’ammorsamento di parti aggiuntive del corpo stradale;
•
l’impianto delle opere d’arte (spalle di ponti, spallette di briglie, muri di sostegno, ecc.) per la parte
ricadente al di sopra del piano orizzontale passante per il punto più depresso del terreno naturale o di
quello degli splateamenti precedentemente eseguiti ed aperti almeno da un lato, considerandosi come
terreno naturale anche l’alveo dei torrenti o dei fiumi.
Inoltre, sono considerati scavi di sbancamento anche tutti i tagli a larga sezione agevolmente accessibili,
mediante rampa, sia ai mezzi di scavo, sia a quelli di trasporto delle materie, a pieno carico.
In presenza di terreni sensibili all’acqua e ove si adottino procedimenti di estrazione a strati suborizzontali,
le superfici di lavoro devono presentare sufficiente pendenza verso l’esterno (generalmente non inferiore al 6%) su
tutta la loro larghezza. Ciò, fino a quando non sarà raggiunto il piano di sbancamento definitivo (piano di posa della
pavimentazione o piano di imposta della sottofondazione di trincea).
Quest’ultimo deve risultare perfettamente regolare, privo di avvallamenti e ben spianato secondo le
pendenze previste nei disegni e nelle sezioni trasversali di progetto. Generalmente, dette pendenze debbono
risultare non inferiori al 4%, per permettere un allontanamento delle acque sufficientemente rapido.
I piani di sbancamento debbono essere rullati alla fine della giornata di lavoro o, immediatamente, in caso di
minaccia di pioggia.
b)
Norme di misurazione
Per la misurazione degli scavi e la loro contabilizzazione saranno utilizzate le altezza medie dedotte in fase
di progetto.
c)
Requisisti di accettazione dei materiali
Durante le operazioni di reinterro non dovranno essere riutilizzate macerie, ceppi di alberi, blocchi
di calcestruzzo e quant’altro sia stato ritrovato durante le operazioni di scavo e non venga ritenuto idoneo dalla
direzione lavori.
14
Art. 2.2.3 – Pavimentazioni in masselli autobloccanti
a)
Modalità di esecuzione
Il pavimento sarà posato a secco su un sottofondo adeguatamente livellato e compattato e con strato di
allettamento di sabbioncino o sabbia alluvionale o sabbia di frantumazione nello spessore variabile di 3-5 cm
(questo massimo), disposti secondo l’effetto estetico richiesto.
Saranno opportunamente tagliati con taglierina a spacco tutti i masselli che non potranno essere inseriti
integralmente.
I masselli posati come bordura avranno n sottofondo di magrone di calcestruzzo per garantirne la stabilità
meccanica.
La pavimentazione, una volta posata, sarà successivamente battuta con apposita piastra vibrante e
cosparsa in superficie di sabbia fine vagliata (granulometria 0-2 mm), pulita e asciutta.
La sabbia in eccesso dovrà essere rimossa, a cura e spese dell’appaltatore, dopo un periodo sufficiente a
garantire il corretto intasamento dei giunti tra i singoli masselli; questo potrà essere favorito e velocizzato mediante
spazzamenti manuale e raccolta della sabbia in eccesso.
b)
Norme di misurazione
I prezzi sono riferiti alla misurazione vuoto per pieno dovute a manufatti, chiusini o aree da circoscrivere
inferiori o uguali a m2 1.
c)
Requisiti di accettazione dei materiali
Masselli autobloccanti in calcestruzzo di spessore cm 6, con finitura a doppio strato con impressa
sagomatura simil-pietra, delle dimensioni di cm 16x16 e 16x32, realizzati con inerti ad alta resistenza a
granulometria controllata e ottimizzata; la finitura è ottenuta con tecnologia di pressovibrazione con pettina a caldo,
al fine di riprodurre fedelmente la tramatura del lastrame in pietra naturale. I masselli dovranno essere marcati CE
ed avere tutte le caratteristiche previste dalla normativa UNI EN 1338.
Per l’accettazione della fornitura l’azienda fornitrice dovrà:
•
Essere dotata di Sistema Qualità Certificata secondo la norma UNI EN ISO 9001;
•
Essere dotata di Certificazione Volontaria di Prodotto secondo il regolamento particolare ICMQ S.p.A. per
masselli in calcestruzzo per pavimentazione, in conformità alla norma di riferimento UNI EN 1338
•
Garantire che tutti i masselli sono prodotti solo con impiego di materiali di origine naturale quali ghiaie,
sabbie e cemento dotati di marcatura CE, con l’esclusione di materiali riciclati, scorie e scarti di lavorazioni
industriali;
•
Di utilizzare, ai sensi del DM 10/05/04, esclusivamente cementi con meno di 2 ppm di Cromo Esavalente
Idrosolubile sul peso totale a secco del cemento.
I masselli inoltre avranno:
•
Peso teorico
130 kg/m2
15
•
Colore
Verde diaspro o fiammato Luserna
d)
Specifiche di prestazione
Requisito
Metodo di prova
Marcatura
Unità di misura
Prestazione
Tolleranza di spessore
UNI EN 1338
mm
±3
Tolleranza dimensionale (L e H)
UNI EN 1338
mm
±2
Resistenza a trazione indiretta
UNI EN 1338
MPa
3,6
Emissione di amianto
UNI EN 1338
Resistenza al gelo e disgelo
UNI EN 1338
Assorbimento H2O in peso
UNI EN 1338
Resistenza all’abrasione
UNI EN 1338
Resistenza allo scivolamento
UNI EN 1338
Cromo idrosolubile esavalente
DM 10/05/2004
e)
Nessuna emissione
Kg/m2
≤ 1,0
% massa
≤6
B
mm
NPD
H
USRV
≥ 60
ppm
<2
D
Modalità di prove
La Direzione Lavori avrà la facoltà di richiedere alla ditta fornitrice del materiale tutte le certificazioni
(analisi, esiti di prove di laboratorio, etc) occorrenti a dimostrare quanto specificato nel precedente punto d); nel
caso in cui la ditta fornitrice non produca detta documentazione, la Direzione Lavori potrà richiedere all’appaltatore
di effettuare a proprie spese lo svolgimento, da parte di un laboratorio analisi autorizzato, delle prove sufficienti ed
atte a dimostrare la rispondenza dei masselli forniti alle caratteristiche di cui al punto d).
La Direzione Lavori avrà facoltà, previo avviso all’Appaltatore, di verificare la provenienza degli imballi
prima che questi vengano disimballati, sia con verifiche presso il cantiere sia richiedendo copie dei documenti di
trasporto dei materiali forniti.
16
Art. 2.2.4 – Pavimentazioni in masselli autobloccanti – Grigliati per prato armato
a) Modalità di esecuzione
Il pavimento sarà posato a secco su un sottofondo adeguatamente livellato e compattato e con strato di
allettamento di sabbioncino o sabbia alluvionale o sabbia di frantumazione nello spessore variabile di 3-5 cm
(questo massimo), disposti secondo l’effetto estetico richiesto.
Saranno opportunamente tagliati con taglierina a spacco tutti i masselli che non potranno essere inseriti
integralmente.
La pavimentazione, una volta posata, sarà successivamente battuta con apposita piastra vibrante.
Per consentire la crescita della vegetazione, le cavità dovranno essere riempite con una miscela composta
per il 50% da sabbia, per il 30% da torba e per il 20% da terriccio.
Prima di effettuare la semina
b)
Norme di misurazione
I prezzi sono riferiti alla misurazione vuoto per pieno dovute a manufatti, chiusini o aree da circoscrivere
inferiori o uguali a m2 1.
c)
Requisiti di accettazione dei materiali
Pavimentazione erbosa realizzata con masselli autobloccanti in calcestruzzo vibrocompresso di spessore
cm 8, delle dimensioni di cm 32x50, massa volumica > 2.200 kg/m3 e con percentuale di foratura non inferiore al
30%, con finitura a doppio strato con impressa sagomatura simil-pietra, , realizzati con inerti ad alta resistenza a
granulometria controllata e ottimizzata; la finitura è ottenuta con tecnologia di pressovibrazione con pettina a caldo,
al fine di riprodurre fedelmente la tramatura del lastrame in pietra naturale. I masselli dovranno essere marcati CE
ed avere tutte le caratteristiche previste dalla normativa UNI EN 1338.
Per l’accettazione della fornitura l’azienda fornitrice dovrà:
•
Essere dotata di Sistema Qualità Certificata secondo la norma UNI EN ISO 9001;
•
Essere dotata di Certificazione Volontaria di Prodotto secondo il regolamento particolare ICMQ S.p.A. per
masselli in calcestruzzo per pavimentazione, in conformità alla norma di riferimento UNI EN 1338
•
Garantire che tutti i masselli sono prodotti solo con impiego di materiali di origine naturale quali ghiaie,
sabbie e cemento dotati di marcatura CE, con l’esclusione di materiali riciclati, scorie e scarti di lavorazioni
industriali;
•
Di utilizzare, ai sensi del DM 10/05/04, esclusivamente cementi con meno di 2 ppm di Cromo Esavalente
Idrosolubile sul peso totale a secco del cemento.
I masselli inoltre avranno:
•
Peso teorico
135 kg/m2
•
Colore
fiammato porfido o fiammato Luserna
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d)
Specifiche di prestazione
Requisito
Metodo di prova
Marcatura
Unità di misura
Prestazione
Tolleranza di spessore
UNI EN 1338
mm
±3
Tolleranza dimensionale (L e H)
UNI EN 1338
mm
±2
Resistenza a trazione indiretta
UNI EN 1338
MPa
3,6
Emissione di amianto
UNI EN 1338
Resistenza al gelo e disgelo
UNI EN 1338
Assorbimento H2O in peso
UNI EN 1338
Resistenza all’abrasione
UNI EN 1338
Resistenza allo scivolamento
UNI EN 1338
Cromo idrosolubile esavalente
DM 10/05/2004
e)
Nessuna emissione
Kg/m2
≤ 1,0
% massa
≤6
B
mm
NPD
H
USRV
≥ 60
ppm
<2
D
Modalità di prove
La Direzione Lavori avrà la facoltà di richiedere alla ditta fornitrice del materiale tutte le certificazioni
(analisi, esiti di prove di laboratorio, etc) occorrenti a dimostrare quanto specificato nel precedente punto d); nel
caso in cui la ditta fornitrice non produca detta documentazione, la Direzione Lavori potrà richiedere all’appaltatore
di effettuare a proprie spese lo svolgimento, da parte di un laboratorio analisi autorizzato, delle prove sufficienti ed
atte a dimostrare la rispondenza dei masselli forniti alle caratteristiche di cui al punto d).
La Direzione Lavori avrà facoltà, previo avviso all’Appaltatore, di verificare la provenienza degli imballi
prima che questi vengano disimballati, sia con verifiche presso il cantiere sia richiedendo copie dei documenti di
trasporto dei materiali forniti.
f)
Ordine da tenersi nello svolgimento delle lavorazioni
Prima di effettuare la semina si dovrà irrigare abbondantemente a pioggia la pavimentazione.
Appena effettuata la semina dovrà essere effettuata una concimazione e l’area dovrà essere delimitata con
nastro in plastica per evitarne il calpestio.
Quando l’erba sarà sufficientemente cresciuta sarà a carico dell’appaltatore il primo taglio con raccolta e
smaltimento dei residui del taglio.
18
Art. 2.2.5 – Pavimentazioni in masselli autobloccanti – Sigillatura con sabbia polimerica
a)
Modalità di esecuzione
La sabbia polimerica si usa come una normale sabbia essiccata fine; si stende a rifiuto sopra la
pavimentazione e, dopo un’attenta pulizia della superficie di calpestio, si bagna a pioggia; l’effetto pioggia
controllato consentirà la reazione del composto, permettendone l’indurimento ma consentendone, allo stesso
tempo, il mantenimento di elevate proprietà elastiche.
b)
Norme di misurazione
I prezzi sono riferiti alla misurazione vuoto per pieno dovute a manufatti, chiusini o aree da circoscrivere
inferiori o uguali a m2 1.
c)
Requisisti di accettazione dei materiali
La sabbia dovrà essere contenuta in sacchi impermeabili da 25 kg cadauno, i sacchi dovranno essere ben
chiusi e sigillati.
d)
Specifiche di prestazione
La sabbia polimerica è una sabbia essiccata a granulometria ottimizzata, attentamente miscelata con
macromolecole polimeriche di origine sintetica; è raccomandata per la sigillatura delle fughe delle pavimentazioni
autobloccanti in calcestruzzo vibrocompresso ad alta densità.
Grazie alle proprie particolarità fisiche evita la crescita di erbe e muschi; inoltre evita il dilavamento della
sabbia di sigillatura tra singoli masselli, fenomeno che potrebbe compromettere la tenuta della pavimentazione.
e)
Modalità di prove
La Direzione Lavori avrà la facoltà di richiedere alla ditta fornitrice del materiale tutte le certificazioni
(analisi, esiti di prove di laboratorio, etc) occorrenti a dimostrare quanto specificato nel precedente punto d).
f)
Ordine da tenersi nello svolgimento delle lavorazioni
•
posare la pavimentazione e compattarla;
•
attendere la perfetta asciugatura di eventuali parti bagnate;
•
stendere a rifiuto la sabbia polimerica sopra la pavimentazione;
•
rimuovere l’eccesso di sabbia sulla pavimentazione e spazzare con cura, eliminando ogni residuo
di materiale; assicurarsi che la sabbia polimerica abbia intasato le fughe e sia rimasta leggermente
più bassa della superficie di calpestio;
•
bagnare a pioggia fine sino all’ottenimento di ritenzione d’acqua dei giunti (30 secondi circa);
•
evitare la carrabilizzazione e la pedonalizzazione per almeno 4 ore dall’applicazione del prodotto;
19
•
la sabbia non dovrà essere applicata su superfici umide e bagnate; ciò comporterebbe
l’incollamento della sabbia sulla superficie, impedendone lo scivolamento nei giunti.
•
evitare le lavorazioni se è prevista pioggia;
•
evitare di riparare la pavimentazione una volta eseguito il trattamento;
•
evitare di bagnare in modo eccessivo o d’inondare la superficie pavimentata;
20
Art. 2.2.6 – Pavimentazioni in ghiaia stabilizzata con lastre di polipropilene a nido d’ape
a)
Modalità di esecuzione
Le lastre di polipropilene devono essere posate su un fondo adeguatamente livellato e compattato.
Le lastre vengono posate manualmente una di fianco all’altra, facendo sovrapporre la fascia sporgente di
geotessile su quello della lastra adiacente; non è necessario ancoraggio meccanico in quanto la lastra riempita di
ghiaia peserà circa 230 kg.
Le parti sporgenti delle lastre rispetto alla superficie da pavimentare potranno essere tagliate con un cutter
manuale, con un disco a mola o un seghetto da traforo.
Le lastre possono essere posate su rampe con pendenza fino al 45% senza necessità di essere ancorate.
Le lastre devono essere successivamente intasate con ghiaia che dovrà essere di adeguata granulometria
per penetrare nei nidi d’ape e che dovrà ricoprire per uno spessore omogeneo di cm 1 le lastre.
La ghiaia dovrà essere stesa a mano o con l’aiuto di un miniescavatore.
Attenzione: non si dovrà circolare sulle lastre con autoveicoli o con mezzi d’opera prima dell’avvenuto
intasamento con la ghiaia; è a carico dell’impresa il posizionamento di transenne o altre adeguate barriere per
evitare l’accesso di autoveicoli di persone estranee sulle lastre non ancora intasate; nel caso ciò avvenga e le
lastre venissero rovinate, il direttore lavori avrà la facoltà di chiederne la sostituzione senza che l’appaltatore
possa chiedere alcun compenso aggiuntivo.
La ghiaia potrà essere compattata con una piastra vibrante; è comunque considerata compresa nella
lavorazione ogni aggiunta di ghiaia necessaria in caso di assestamento della stessa, in modo che le lastre non
siano visibili ma siano sempre nascoste da uno strato di cm 1 di ghiaia.
I bordi di contenimento potranno essere realizzati o con una delimitazione fisica netta (es.: cordolo, profilo
metallico, muratura esistente, binderi, masselli autobloccanti, etc) o con del terreno di coltivo da seminare
successivamente a prato; in quest’ultimo caso il terreno dovrà essere riportato il prima possibile al fin di assicurare
che la ghiaia non fuoriesca dall’area rivestita con lastre.
b)
Norme di misurazione
Le misurazioni saranno effettuate a m2; i prezzi sono riferiti alla misurazione vuoto per pieno dovute a
manufatti, chiusini o aree da circoscrivere inferiori o uguali a m2 1.
c)
Requisisti di accettazione dei materiali
Le lastre dovranno essere in buono stato, integre e fornite nuove.
La ghiaia dovrà essere pulita, priva di residui organici e di sabbia; la granulometria dovrà essere tale da
garantire il riempimento degli alveoli.
Il colore e il tipo di roccia saranno a scelta della direzione lavori.
21
d)
Specifiche di prestazione
La lastra è realizzata con polipropilene estruso alveolare a forma di nido d’ape. Il lato inferiore è ricoperto
da un geotessile poroso incollato a caldo. Le lastre dovranno avere le seguenti caratteristiche:
Dimensioni della singola lastra
mm 1200 x 2400
Spessore
mm 40
Diametro degli alveoli
mm 37
Colore
Bianco latte
Massa per unità di superficie
2 kg/m2
Resistenza alla compressione
vuoto 40 t/ m2 , pieno 100 t/ m2
Resistenza agli agenti chimici
ottima
e)
Modalità di prove
La Direzione Lavori avrà la facoltà di richiedere alla ditta fornitrice del materiale tutte le certificazioni
(analisi, esiti di prove di laboratorio, etc) occorrenti a dimostrare quanto specificato nel precedente punto d).
f)
Ordine da tenersi nello svolgimento delle lavorazioni
•
Il fondo di posa dovrà essere livellato e costipato interamente prima di iniziare la posa delle lastre;
•
Le lastre dovranno essere posate in quantità tale da riuscire a effettuare anche il loro intasamento
prima della fine della giornata lavorativa.
22
Art. 2.2.7 – Recinzione metallica
a)
Modalità di esecuzione
Realizzazione di recinzione mediante annegamento di pali in acciaio in plinti di fondazione di calcestruzzo e
successivo fissaggio di pannelli in rete elettrosaldata a maglie rettangolari
b)
Norme di misurazione
La recinzione sarà misurata a metri lineari e avrà altezza di m 2,60. Eventuali sfridi saranno a carico
dell’appaltatore.
c)
Requisisti di accettazione dei materiali
L’azienda fornitrice della recinzione dovrà produrre, qualora richiesto dalla direzione lavori, la seguente
documentazione:
•
certificato di prova della recinzione ad un test di nebbia salina della durata di 1000 ore;
•
certificato di test di Kesternich della durata di 25 cicli;
•
certificato di test QUV per la resistenza ai raggi UV ed alle intemperie
I materiali forniti dovranno essere in acciaio trattato con processi anticorrosivi e cioè:
•
rivestimento protettivo con zincatura a caldo e aggiunta di 5% di alluminio;
•
rivestimento in poliestere
d)
Specifiche di prestazione
Plinti in calcestruzzo
Realizzati in calcestruzzo con dosaggio 250 kg/m3 di cemento 325
Pali di sostegno
•
dimensioni: sezione quadrata 50 x 75 x 1 mm di spessore, altezza 2175 mm, I/V 5,25 cm3;
•
peso: 2,5 kg a m
•
zincatura: a caldo, sia internamente che esternamente su entrambe i lati, quantità minima di zinco
275 g/m2 (2 lati combinati secondo norme EN 10147);
•
Trattamento chimico di aderenza tra metallo e rivestimento;
•
rivestimento: in poliestere quantità minima 60 micron, previa stesura di rivestimento adesivo di
aggrappaggio;
•
resistenza alla trazione della lamiera di acciaio: 330 a 510 n/mm2 (secondo EN 10025-2);
•
Accessori per il fissaggio dei pannelli: non necessari.
Pannelli
23
•
materiale: rete di acciaio elettrosaldata con nervature orizzontali di rinforzo e punte di viviagno di
30 mm su un solo lato;
•
maglie: 200 x 50 mm, maglie della nervatura di rinforzo 100 x 50 mm
•
diametro fili: 5 mm;
•
dimensioni: Larghezza mm 2500, altezza mm 2030;
•
zincatura: a caldo, quantità minima di zinco 40 g/m2;
•
Trattamento chimico di aderenza tra metallo e rivestimento;
•
rivestimento in PVC spessore 200 micron
e)
Modalità di prove
La direzione lavori potrà chiedere documentazione tecnica e certificazioni di qualità all’azienda fornitrice
della recinzione.
f)
Ordine da tenersi nello svolgimento delle lavorazioni
I pali vanno messi in opera su plinti in calcestruzzo mediante piastra di base avvitata al palo da fissare al
plinto con viti M12; in alternativa i pali potranno essere annegati nel plinto.
L’interasse dei pali dovrà essere di mm 2470.
I pali dovranno essere perfettamente verticali.
I pannelli verranno fissati senza accessori ma solo con uno speciale attrezzo di tensionamento
24
Art. 2.2.8 – Recinzione metallica - Cancelli
a)
Modalità di esecuzione
Fornitura e posa di cancello carraio a due ante battenti, completo di piantane, cerniere, sistema di chiusura
e maniglie, realizzato con rete elettrosaldata a maglie rettangolari
b)
Norme di misurazione
I cancelli saranno contabilizzati a numero.
c)
Requisisti di accettazione dei materiali
L’azienda fornitrice dei cancelli dovrà produrre, qualora richiesto dalla direzione lavori, la seguente
documentazione:
•
certificato di prova della recinzione ad un test di nebbia salina della durata di 1000 ore;
•
certificato di test di Kesternich della durata di 25 cicli;
•
certificato di test QUV per la resistenza ai raggi UV ed alle intemperie
I materiali forniti dovranno essere in acciaio trattato con processi anticorrosivi e cioè:
•
rivestimento protettivo con zincatura a caldo e aggiunta di 5% di alluminio;
•
rivestimento in poliestere
d)
•
Specifiche di prestazione
ante: n. 2, formate da riquadro in tubolare quadrato 60 x 40 x 2 mm con sovrapposti pannelli di
rete elettrosaldata come articolo precedente; altezza ante mm 2060;
•
piantane: a sezione quadrata mm 100 x 100 x 3 (spessore), in lamiera d’acciaio saldata, munite di
cappuccio ed agganci speciali per l’aggancio dei pannelli di rete, rivestimenti come all’articolo
precedente; altezza mm 2600;
•
peso; kg 103;
•
luce netta di passaggio: mm 3000;
•
cerniere: regolabili, permettono l’apertura del cancello a 180°;
•
sistema di chiusura composto da staffa, serratura a cilindro incorporata nel riquadro e
manigliazincatura: a caldo, sia internamente che esternamente su entrambe i lati, quantità minima
di zinco 275 g/m2 (2 lati combinati secondo norme EN 10147);
e)
Modalità di prove
La direzione lavori potrà chiedere documentazione tecnica e certificazioni di qualità all’azienda fornitrice dei
cancelli.
25
f)
Ordine da tenersi nello svolgimento delle lavorazioni
Le piantane vanno messi in opera o su plinti in calcestruzzo mediante piastra saldata e tirafondi o con
annegamento nel plinto.
L’interasse delle piantane dovrà essere di mm 3100.
Le piantane dovranno essere perfettamente verticali.
I pannelli verranno fissati senza accessori ma solo con uno speciale attrezzo di tensionamento
26
Art. 2.2.9 – Rivestimenti in doghe di legno composito termoplastico “WPC”
a)
Modalità di esecuzione
Fornitura e posa di rivestimento in tavole di legno composito termoplastico montate su supporti in acciaio
inossidabile brunito e rifinite con adeguati e appositi profili.
b)
Norme di misurazione
Le doghe saranno contabilizzate nella misura effettiva realizzata, gli sfridi saranno a carico dell’appaltatore.
c)
Requisisti di accettazione dei materiali
L’azienda fornitrice dei cancelli dovrà produrre, qualora richiesto dalla direzione lavori, certificato di
collaudo del materiale rilasciato da TÜV Rheinland e LNEC – Laboratorio Nazionale di Ingegneria Portoghes o altri
certificati di collaudo rilasciati da laboratori prova regolarmente riconosciuti.
La direzione lavori potrà chiedere una verifica del peso effettuata a campione su alcune doghe.
d)
Specifiche di prestazione
Doghe:
•
lunghezza
4 – 3 – 2,5 – 2 m
•
spessore
25 mm (± 1mm)
•
Largehzza
140 mm (± 1mm)
•
Peso
2,38 kg/m (± 5%)
•
Finitura
1 lato con scanalature antiscivolo, 1 lato liscio
Caratteristiche tecniche del materiale
•
Densità
1,30 g/c3
•
Assorbimento acqua (24 h immersione)
0,30 % peso
0,17 % volume
•
Resistenza alla trazione
22,5 Mpa
•
Modulo di rottura
22,0 Mpa
•
Resistenza alla flessione
22,5 Mpa
•
Modulo di elasticità
2400 Mpa
•
Coeff. di espansione termica lineare
(mm/mm)/°C 4,9 x 10-5
•
Resistenza alla compressione
26,4 Mpa
Profili di supporto in legno composito termoplastico
•
Lunghezza
3m
27
•
Sezione
38 x 38 mm
•
Peso
1,25 kg/m
Profili di supporto in alluminio
•
Lunghezza
3m
•
Sezione
38 x 38 mm (peso 0,67 kg/m)
38 x 20 mm (peso 0,54 kg/m)
38 x 10 mm (peso 0,40 kg/m)
e)
Modalità di prove
La direzione lavori potrà chiedere documentazione tecnica e certificazioni di qualità all’azienda fornitrice
delle tavole.
f)
Ordine da tenersi nello svolgimento delle lavorazioni
Prima dell’installazione
Le doghe dovranno essere stoccate in un luogo pianeggiante ed evitando l’esposizione diretta al sole e
dovranno essere lasciate a riposo almeno per 48 ore al fine di farle adattare alla temperatura dell’ambiente.
Le condizioni del materiale dovranno essere accuratamente controllate prima di procedere all’installazione.
Le doghe dovranno essere combinate in modo casuale per migliorare la resa estetica.
La posa non deve essere effettuata a temperature inferiori a 0°C onde evitare la rottura del materiale.
Pulire accuratamente la superficie dove andranno installate le doghe.
L’installatore dovrà valutare se utilizzare profili in materiale termoplastico o profili in alluminio.
Orditura di sostegno
I profili di sostegno, sia in alluminio che in legno termoplastico, dovranno essere ben fissati ai piani di
appoggio tramite viti e tasselli ad espansione. L’interasse non dovrà essere superiore a mm 400. Eventuali spessori
utilizzati per livellare la superficie dovranno essere adguatamenti fissati al supporto.
Fissaggio delle doghe ai profili
E’ assolutamente vietato il fissaggio delle doghe con colle o adesivi.
Le doghe dovranno essere fissate
•
o con appositi ganci in acciao inox brunito, i ganci dovranno essere studiati per permettere la dilatazione
delle doghe;
•
o con viti
non dovranno essere mischiati i due sistemi di posa
Dovranno essere lasciati gli adeguati spazi previsti dal produttore per permettere la dilatazione del materiale.
Le teste delle doghe dovranno essere smussate a 30°.
Non si dovrà mai utilizzare un singolo profilo ed un singolo gancio per unire due doghe nella loro parte
finale.
28
Finiture
Tutte le testate dovranno essere mascherate con appositi profili previsti dal produttore.
Eventuali viti utilizzate dovranno essere in acciao inox brunito, con foro a brugola.
Le teste delle viti non dovranno fuoriuscire dal piano finito ma essere incassate; dovrà essere consentita la
dilatazione termica delle doghe e quindi è vietato avvitare direttamente le viti autofilettanti alle doghe ma queste
dovranno essere forate prima del montaggio nel seguente modo:
in corrispondenza del punto di fissaggio nella doga dovranno essere realizzati due fori concentrici, uno di
diametro più piccolo per il passaggio del filetto della vite e l’altro, più largo, per l’alloggiamento della testa della
vite e la tenuta della doga; nel caso di viti a testa conica il foro di alloggiamento dovrà essere svasato.
29
Art. 2.2.10 – Realizzazione di tappeti erbosi
a)
Modalità di esecuzione
Preparazione del suolo
Prima della semina il suolo deve essere ripulito da ogni materiale estraneo, sottoposto ad una fresatura od
erpicatura incrociata, ben assestato, livellato e quindi rastrellato per eliminare ogni ondulazione, protuberanza, buca
o avvallamento.
Formazione del tappeto erboso
Formazione di tappeto erboso previo diserbo totale o selettivo con prodotti sistemici e/o antigerminativi,
secondo legge, ad uso civile (incluso il prodotto) e successiva distribuzione di concimi anche a mano (prodotto
escluso), lavorazioni da eseguire su specifico Ordine di Servizio delle D.L.
La formazione di tappeto erboso include la preparazione del terreno mediante lavorazione meccanica fino a
15 cm, effettuata con due passaggi incrociati, conferendo al terreno un ottimo piano di semina, senza affioramento
di ciottoli, materiali diversi, vegetazione, ecc; comprensivo di raccolta e trasporto del materiale di rifiuto alla
Discariche Autorizzate.
Il quantitativo di miscuglio di sementi per la formazione del prato non dovrà essere inferiore a 0,03 Kg/m²,
la germinabilità e la purezza non inferiore al 90% inoltre i semi utilizzati dovranno risultare prodotti nell’annata
agronomica precedente a quella di utilizzo e addizionati a prodotti formicidi.
Semina a spaglio o con mezzo semovente, copertura del seme, rullatura del terreno e prima bagnatura.
La formazione di tappeto erboso in zolla, spessore 5 cm, per inerbimento a pronto effetto, comprende tutti i lavori,
anche preparatori, necessari, inclusa la prima bagnatura;
Primo taglio eseguito a macchina e triturazione di erbe infestanti e vegetazione spontanea.
Compresi: la refilatura delle erbe debordanti dai cordoni, sulla pavimentazione adiacente ai cordoni, negli spazi ove
non è possibile l'uso di macchinari; la raccolta del materiale di risulta e trasporto alle discariche, inclusi oneri di
smaltimento.
Nei prezzi sono comprese le prestazioni di tutti i mezzi di lavorazione, trazione, la manodopera necessaria e
la fornitura dell’acqua per la prima bagnatura dei prati.
Distribuzione delle sementi
La semente deve essere distribuita uniformemente. Durante la semina, si deve fare attenzione a conservare
l'uniformità della miscela, provvedendo eventualmente a rimescolarla.
Le specie che tendono a separarsi a causa delle loro caratteristiche (ad es. peso dei semi) devono essere
distribuite separatamente.
Introduzione delle sementi
La semente deve essere introdotta nel suolo uniformemente, tuttavia a profondità non superiore a 0,5-1
cm. Per la compressione delle superfici di semina devono essere usati cilindri a graticcio o altri apparecchi adatti.
Subito dopo, il terreno deve essere bagnato fino a risultare imbevuto d'acqua fino alla profondità di almeno 5 cm.
30
b)
Norme di misurazione
Il tappeto erboso sarà misurato a m2 vuoto per pieno (intendendo con vuoto la superificie di pozzetti e
chiusini).
c)
Requisisti di accettazione dei materiali
Terra di coltivo
La terra di coltivo da utilizzare per il riporto dovrà provenire da aree a destinazione agraria ed essere
sottoposta all'approvazione della D.LL. che potrà richiedere anche le eventuali analisi da parte di laboratorio di
comprovata affidabilità tecnica.
La terra di coltivo dovrà essere priva di pietre, tronchi, rami, radici e loro parti che possano ostacolare le
lavorazioni agronomiche del terreno dopo la messa in opera.
La quantità di sostanza organica deve essere almeno il 3%.
La quantità di scheletro con diametro maggiore di mm 2,0 non dovrà eccedere il 20% del volume totale,
mentre lo scheletro con diametro maggiore di cm 4 dovrà essere eliminato attraverso una vagliatura.
La terra di coltivo dovrà essere priva di sostanze tossiche ed agenti patogeni.
Sementi
Le sementi, utilizzate in alternativa al fiorume qualora questo non fosse reperibile, dovranno essere di
ottima qualità, in confezioni originali sigillate e munite di certificato di identità, con l'indicazione del grado di purezza
e di germinabilità e della data di scadenza e devono risultare certificate a norma di legge vigente.
I miscugli proposti nella relazione tecnica possono subire modifiche secondo indicazioni della Direzione dei
Lavori, che verificherà via i risultati conseguiti durante lo svolgimento dei lavori.
Qualora la miscela non fosse disponibile in commercio dovrà essere realizzata in cantiere mediante
miscelazione delle sementi componenti divise per qualità, e le percentuali devono essere calcolate sul numero
indicativo di semi.
Per le quantità si faccia riferimento alle percentuali di seguito indicate:
Festuca arundinacea (10%), Festuca ovina duriuscula (10 %), Festuca rubra trychophilla (10%), Poa
pratensis (10%), Lolium perenne (20%), Lotus corniculatus (15%), Onobrycis viciifolia (10%), Cynonon dactilon
(5%) e Trifolium repens (10%).
d)
Specifiche di prestazione
Essendo il parto un elemento natrale non è possibile tradurre le sue prestazioni in dati numerici, sarà
comunqu necessario che il tappeto erboso, a cescita avvenuta e dopo il primo taglio si presenti:
•
omogeneo;
•
compatto;
•
privo di buche, avvallamenti, pozzanghere
Quantità di sementi
31
La quantità di sementi deve essere determinata, previa considerazione del numero di semi per grammo
delle singole specie, in modo tale che di regola vengano seminati da 30.000 a 50.000 semi per ogni mq di
superficie, corrispondenti ad un peso da 10 a 15 g/mq.
In condizioni atmosferiche e stagionali sfavorevoli, la quantità di sementi per mq deve essere
corrispondentemente aumentata.
e)
Modalità di prove
La direzione lavori potrà chiedere documentazione tecnica sia del terreno di coltivo che delle sementi
utilizzate.
f)
Ordine da tenersi nello svolgimento delle lavorazioni
Stagione di semina dei prati
La semina di regola dovrà essere intrapresa in primavera o in autunno, comunque con temperature del
suolo superiori ad 8 °C e sufficiente umidità, scegliendo il periodo più adatto ad assicurare la prescritta
composizione floristica.
Realizzazione del prato
I lavori per la formazione del prato rustico verranno realizzati dopo la messa a dimora delle piante arboree
ed arbustive, dopo la realizzazione dell’impianto di irrigazione e dopo la esecuzione di eventuali opere murarie
complementari.
Inibizione del transito pedonale
Nell’area dove è stato realizzato il prato dovrà essere impedito il transito delle persone mediante stesura di
nastro bianco e rosso in doppio ordine e mediante posizionamento di avvisi scritti.
Primo taglio
Fra gli oneri dell’impresa è compreso il primo taglio del tappeto erboso.
32
Art. 2.2.11 – Messa a dimora di alberi
a)
Modalità di esecuzione
La fornitura e messa a dimora dei nuovi alberi dovrà rispettare le regole della buona tecnica e della buona
prassi delle opere verde in modo da garantire un buon attecchimento degli alberi ed evitare danni agli stessi che
potrebbero manifestarsi nel breve-lungo periodo.
Gli alberi dovranno essere messi a dimora prima della realizzazione del tappeto erboso.
b)
Norme di misurazione
La circonferenza degli alberi sarà valuta a m 1,00 da terra.
Gli alberi dovranno corrispondere alle richieste secondo quanto segue:
• altezza dell'albero: distanza che intercorre fra il colletto e il punto più alto della chioma;
• altezza di impalcatura: distanza intercorrente fra il colletto e il punto di inserzione al fusto della branca
principale più vicina;
• circonferenza del fusto: misurata a un metro dal colletto (non saranno ammesse sottomisure salvo
accettazione della Stazione Appaltante);
• diametro della chioma: dimensione rilevata in corrispondenza della prima impalcatura per le conifere, a due
terzi dell'altezza totale per tutti gli altri alberi.
c)
Requisisti di accettazione dei materiali
Gli alberi dovranno presentare portamento e dimensioni rispondenti alle caratteristiche richieste dal
progetto e tipici della specie, della varietà e della età al momento della loro messa a dimora.
Dovranno essere stati specificatamente allevati per il tipo di impiego previsto (es. alberate stradali, filari,
esemplari isolati o gruppi, ecc.).
Più dettagliatamente gli alberi dovranno avere le caratteristiche di seguito elencate.
Apparato radicale
1.
Gli alberi dovranno essere forniti in zolla o contenitore (vasi, mastelli di legno o di plastica, ecc.)
con apparato radicale proporzionato alle dimensioni delle piante.
2.
L’apparato radicale deve essere ben accestito e ramificato, composto di radici primarie,
secondarie e abbondanti piccole ramificazioni e radici capillari fresche e sane, privo di tagli di diametro
superiore a cm 1,5.
3.
L’apparato radicale dovrà essere privo di radici spiralizzate, onde evitare situazione come nelle
figure al piede del presente paragrafo; in caso di alberi allevati in vaso, è preferibile la fornitura di alberi in
contenitori di plastica finestrati sulle pareti che sfruttano l’aria come inibitore dello sviluppo radicale (airpruning).
33
4.
La zolla dovrà essere ben imballata con un apposito involucro degradabile (juta, paglia, teli, reti di
ferro non zincato, ecc.), rinforzato, se le piante superano i 5 metri di altezza, con rete metallica
degradabile, oppure realizzato con pellicola plastica porosa o altri materiali equivalenti.
5.
La terra dovrà essere compatta, ben aderente alle radici, senza crepe evidenti ed in tempera, con
struttura o tessitura ed umidità tali da non determinare condizioni di asfissia o disseccamento.
6.
Non devono essere presenti radici nude, dissecate, spezzate o sfilacciate.
7.
Il pane di terra, in zolla o in vaso, deve essere di dimensioni proporzionate allo sviluppo dell’albero,
il suo diametro non deve essere inferiore a 2,5 - 3 volte la circonferenza del fusto misurata a 1 metro da
terra, e la sua altezza pari almeno a 2/3 della larghezza
Fusto
Il fusto dovrà avere le seguenti caratteristiche:
1.
dritto, dal colletto all’apice;
2.
ben lignificato;
3.
con colletto basale integro:
4.
privo di:
a. deformazioni
34
Albero con tronco deformato – Non accettabile
b. strozzature
c. crescita inclinata
Albero cresciuto inclinato – Non accettabile
d. biforcazioni e branche codominanti
Esemplare di platano con branche codominanti.
Con gli anni, la crescita dimensionale porterà le branche a spingere una
contro l'altra, con probabile creazione di corteccia inclusa e potenziale
pericolo di crollo di una delle due branche
Albero con ramo leader biforcato – Non accettabile
e. corteccia inclusa
Corteccia inclusa in un giovane acero. Queste anomalie strutturali
andrebbero corrette in vivaio, su piante molto giovani, oppure tali alberi non
dovrebbero essere messi a dimora.
35
5.
l’altezza dell’impalcatura (cioè la distanza intercorrente fra il colletto e il punto di emergenza del
ramo maestro più basso) non deve essere inferiore a m 1,60 (caratteristica non richiesta per alberi a portamento
colonnare o fastigiato);
6.
l’altezza dell’albero deve essere compresa da 60 a 80 volte il diametro del fusto al colletto
Branche principali e chioma
Per le branche principali vale quanto indicato al punto precedente.
Inoltre la chioma dovrà avere le seguenti caratteristiche:
1.
essere “a tutta cima”, con asse principale dominante, che governi tutta la struttura, costituito da un
unico ramo leader centrale rispetto alla chioma, bilanciato, intero (il ramo deve essere la naturale
prosecuzione del fusto, non deve essere ottenuto per capitozzature e non deve costituire un ripresa
vegetativa “a pipa”), dominante sugli altri e privo di doppia punta;
Perdita dell’asse centrale – Prevalenza di rami laterali –
Non accettabile
2.
Albero con chioma non equilibrata e ramo leader storto
Non accettabile
essere ben ramificata e sufficientemente densa, equilibrata e uniforme per simmetria e distribuzione
delle ramificazioni primarie e secondarie che devono essere sane e forti, con buona densità di
distribuzione sia verticalmente che nei 360° di sviluppo orizzontale della chioma;
36
Alberi ben proporzionati - Accettabili
3.
Albero mal proporzionato, “filato”
Albero mal proporzionato, con astone filante
Non accettabile
Non accettabile
ogni singola branca deve presentare una regolare disposizione e dimensione dei rami che la
compongono; non sono accette “forcelle”, “mazzetti” e “succhioni”;
4.
essere ricca di gemme apicali sane, vitali e diffuse;
5.
essere stata sottoposta in vivaio a uno o più interventi di potatura di allevamento consistenti in
riprese dei rami, queste appena evidenti ed eseguite con la tecnica del “taglio di ritorno”;
6.
essere priva di:
37
a. doppie cime;
Albero con doppia cima - Non accettabile
b. branche principali codominanti (vedi esempio precedente relativo al tronco);
c. rami con corteccia inclusa (vedi esempio precedente relativo al tronco);
d. rami primari sottili;
e. rami spezzati;
f.
rami secchi;
g. doppie punte, rametti a mazzo, ricacci “a pipa”;
Diverse punte, rametti a mazzo, ripresa laterale del fusto “a pipa” – Non accettabile
h. prevalenze laterali (sviluppo eccessivo dei rami laterali);
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Prevalenze laterali – Sviluppo eccessivo dei rami dell’anno – Non accettabile
i.
succhioni (sviluppo eccessivo dei rami dell’anno);
Presenza di secchioni – Non accettabile
j.
7.
mazzetti (ricacci abbondanti da tagli di spuntatura)
La chioma deve presentarsi legata con dei legacci elastici durante il trasporto degli alberi e durante
le operazione di scarico e messa a dimora; successivamente tali legacci dovranno essere
completamente rimossi.
Malattie e parassiti
L’albero in generale deve presentarsi privo di attacchi (pregressi o in corso) di:
1.
insetti;
2.
malattie crittogamiche, batteriche o virali;
Per quanto riguarda le avversità delle piante, devono essere osservate le disposizioni previste dal D.M.
11/08/1980 “Norme fitosanitarie relative all’importazione, esportazione e transito dei vegetali e prodotti vegetali” e
successive integrazioni e modifiche, e tutte le altre norme vigenti.
Varie
L’albero in generale deve:
39
1.
presentare il portamento e le caratteristiche tipiche della sua specie e della sua varietà;
2.
essere stato specificamente allevato per il tipo di impiego previsto;
3. essere di provenienza certa e documentabile;
4. avere le caratteristiche dimensionali riportate nel seguente disegno:
d)
Specifiche di prestazione
Essendo gli alberi degli esseri viventi, ciascuno con caratteristiche uniche, non è possibile tradurre le
specifiche di prestazione in dati numerici standardizzati.
Tutti gli esemplari arborei dovranno essere etichettati singolarmente per mezzo di cartellini resistenti alle
intemperie sui quali sia stata riportata, in modo leggibile e indelebile:
- INDICAZIONE DI QUALITA’ CEE
- CODICE FORNITORE SE CONOSCIUTO (2 lettere di sigla provincia più 4 numeri assegnati
progressivamente)
- NOME COMPLETO DELLA DITTA PRODUTTRICE
- DATA
40
- DENOMINAZIONE DI VARIETA’ E PORTAINNESTO
Gli alberi in zolla dovranno aver subito un numero adeguato di trapianti in vivaio prima della posa a dimora
definitiva (l’ultimo trapianto da non più di due anni), secondo il seguente prospetto:
•
specie a foglia caduca
fino alla circonferenza di cm 12 / 14: almeno 2 trapianti
fino alla circonferenza di cm 20 / 25: almeno 3 trapianti
circonferenza di cm 30 / 35 ed oltre: almeno 4 trapianti
•
specie sempreverdi
fino all'altezza di m 2 / 2.50: almeno 1 trapianto
fino all'altezza di m 3 / 3.50: almeno 2 trapianti
fino all'altezza di m 5: almeno 3 trapianti e la circonferenza dovrà avere sufficiente sviluppo.
e)
Modalità di prove
La direzione lavori potrà chiedere documentazione tecnica e certificazioni di qualità all’azienda fornitrice
degli alberi, in particolare potranno essere richiesti chiarimenti inerenti le lavorazioni a cui sono stati sottoposti gli
alberi in vivaio.
Non essendo possibile eseguire prove fisiche sugli alberi, la direzione lavori si riserva la facoltà di eseguire
le seguenti visite di ispezione, eventualmente coadiuvata anche da un consulente agronomo:
•
presso il vivaio fornitore, con possibilità di scelta degli esemplari;
•
presso la sede dell’Appaltatore;
•
presso il cantiere prima che gli alberi vengano scaricati dall’autocarro;
•
presso il cantiere, nel caso di alberi allevati in vaso, all’atto della rimozione del vaso per verificare la e
presenza di radici spiralizzate;
La direzione lavori potrà rifiutae gli esemplari non conformi al presente capitolato.
f)
Ordine da tenersi nello svolgimento delle lavorazioni
Ispezione dei luoghi
Prima di presentare l’offerta per la fornitura, l’Impresa dovrà ispezionare le località-tipo dove dovranno
essere messi a dimora gli alberi per prendere visione delle condizioni di lavoro e dovrà assumere tutte le
informazioni necessarie in merito agli interventi da svolgere.
La presentazione dell’offerta implica l’accettazione da parte dell’Impresa di ogni condizione riportata nelle presenti
prescrizioni e nel Capitolato Speciale d’Appalto.
Trasporto e stoccaggio degli alberi
Il trasporto sino alle località oggetto della piantagione e lo scarico del materiale fornito sono a carico della
Ditta aggiudicataria.
41
La movimentazione degli esemplari dovrà obbligatoriamente avvenire a mezzo di cinghie passanti passate
sotto la zolla, mantenendone una ulteriore sotto il fusto solo per bilanciare il soggetto. In nessun caso il
sollevamento dovrà avvenire dal colletto o dal fusto della pianta.
Eventuali stoccaggi delle piante prima della messa a dimora saranno a totale carico dell’aggiudicatario.
Per quanto riguarda il trasporto delle piante, la ditta dovrà prendere tutte le precauzioni necessarie affinché queste
arrivino sul luogo della consegna nelle migliori condizioni possibili, curando che il trasferimento venga effettuato
con automezzi idonei, ponendo particolari attenzioni perché i rami e le cortecce non subiscano danni e le zolle non
abbiano a frantumarsi o ad essiccarsi a causa dei sobbalzi o per il peso del carico soprastante o subiscano danni
causati dal sole o dal gelo, poiché in tal caso le piante danneggiate saranno scartate.
Tracciamenti e picchettature
Prima della messa a dimora delle piante l’impresa aggiudicataria, secondo le indicazioni del Direzione
Lavori, predisporrà la picchettatura delle aree di impianto, segnando la posizione nella quale dovranno essere
eseguite le piantagioni singole.
Preparazione delle buca di impianto
Le buche ed i fossi per la piantagione degli alberi oggetto della fornitura dovranno avere le dimensioni più
ampie possibili in rapporto alla grandezza delle piante da mettere a dimora e comunque non inferiori a metri 1,50 x
1,50 x0,90 e di larghezza pari almeno al doppio della zolla per consentire alle radici di espandersi.
Le buche dovranno avere sezione trapezoidale.
Le pareti della buca devono essere smosse e lavorate (gli escavatori meccanici hanno la tendenza a
produrre pareti lisce e compattate nelle quali le radici si svilupperebbero in circolo come se fossero in un
contenitore, e si evolverebbero in radici strozzanti che impedirebbero l’accrescimento e il trasferimento di acqua ed
elementi nutritivi all’apparato radicale; tali radici costituiscono una delle principali cause di perdita di stabilità degli
alberi).
Per le buche e i fossi che dovranno essere realizzati su un eventuale preesistente tappeto erboso, l’Impresa
sarà tenuta ad adottare tutti gli accorgimenti necessari per contenere al minimo i danni al prato circostante,
recuperando lo strato superficiale di terreno per il riempimento delle buche stesse.
Il materiale proveniente dagli scavi, dovrà essere allontanato dall’Impresa dalla sede del cantiere e portato
alla pubblica discarica o su aree autorizzate.
Nella preparazione delle buche e dei fossi, l’Impresa dovrà assicurarsi che nella zona in cui le piante
svilupperanno le radici non ci siano ristagni di umidità e provvedere che lo scolo delle acque superficiali avvenga in
modo corretto.
L’Impresa dovrà procedere, al riempimento parziale delle buche con :
- 50,00 Kg di letame bovino maturo
- 200/300 grammi di sostanze a base di concimi ternari a lenta cessione, aminoacidi,
sostanza organica e fitoregolatori per lo sviluppo radicale a base di ormoni
- terra agraria
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in modo che le piante possano essere collocate su uno strato di fondo di spessore adeguato alle dimensioni della
zolla. L’Impresa avrà cura di spargere il concime ternario attorno e vicino alle radici o alle zolle, in modo da evitare
danni per disidratazione.
Posa dell’albero
Non si dovranno mettere a dimora le piante quando il terreno è bagnato o gelato, in giornate ventose o
molto fredde.
La messa a dimora degli alberi dovrà essere avendo cura che le piante non presentino radici allo scoperto
né risultino, una volta assestatosi il terreno, interrate oltre il livello del colletto cioè del punto di raccordo tra
l’apparato radicale e il fusto, generalmente caratterizzato da un lieve rigonfiamento.
La zolla dovrà essere maneggiata con attenzione e posizionata stabilmente, badando che il tronco sia
perfettamente verticale. Le piante andranno posizionate avendo cura dell’orientamento solare e cercando di
rispettare l’orientamento che avevano in vivaio.
L’imballo della zolla costituito da materiale degradabile (es. paglia, canapa, juta, ecc.), dovrà essere
tagliato al colletto e aperto sui fianchi senza rimuoverlo da sotto la zolla, togliendo soltanto le legature metalliche e il
materiale di imballo in eccesso.
La zolla deve essere integra, sufficientemente umida, aderente alle radici; se si presenta troppo asciutta
dovrà essere immersa temporaneamente in acqua con tutto l’imballo.
Eventuale radici sfibrate dovranno essere rifilate e disinfettate onde evitare lo sviluppo di patogeni.
43
Ancoraggio della zolla
Prima del riempimento definitivo delle buche, gli alberi dovranno essere resi stabili per mezzo di
ancoraggio della zolla (sub-ancoraggio) realizzato con n. 3 pali diametro 6-8 cm lunghezza 100 cm infissi nel
terreno attorno alla zolla e collegati fra loro con smezzole o tondelli che passano sopra la zolla.
44
Riempimento della buca
L’Impresa procederà poi al riempimento definitivo delle buche con terra di coltivo, costipandola con cura in
modo che non rimangano vuoti attorno alle radici o alla zolla.
Il riempimento delle buche, sia quello parziale prima della piantagione, sia quello definitivo, potrà essere
effettuato, a seconda della necessità, con terra di coltivo semplice oppure miscelata con torba.
Sarà necessario armonizzare il nuovo substrato con quello circostante, lavorando la zona di impianto e
miscelando i due tipi di terreno.
Conca di compluvio
A riempimento ultimato, attorno alle piante dovrà essere formata una conca o bacino per la ritenzione
dell’acqua da addurre subito dopo in quantità abbondante, onde favorire la ripresa della pianta e facilitare il
costipamento e l’assestamento della terra attorno alle radici e alla zolla.
La conca dovrà avere pareti solide e di altezza adeguata a contenere l’acqua.
La conca dovrà essere priva di detriti e sassi e al suo interno dovrà essere steso uno strato di materiale
pacciamante.
Sistemi di protezione del tronco
A seconda della specie, dell’età e delle condizioni dei nuovi alberi si potrà valutare se proteggere il tronco
apposito cannicciato.
La parte inferiore del tronco dovrà essere protetto dai danni provocati dai decespugliatori a filo mediante il
posizionamento di un tubo plastico corrugato di altezza cm 40, tagliato longitudinalmente e fissato all’albero con un
sistema che consenta il corretto incremento diametrale del fusto.
Operazioni finali
Al termine dei lavori dal tronco dovranno essere rimosse etichette, legacci, cannucce di sostegno e ogni
altro oggetto non più necessario.
45
Art. 2.2.12 – Realizzazione di impianto di irrigazione
a)
Modalità di esecuzione
Scavi e rinterri
Le tubazioni e gli irrigatori dovranno essere posati prima della realizzazione del tappeto erboso.
Gli scavi dovranno essere profondi almeno cm 50.
In aiuole esistenti con tappeto erboso già presente gli scavi dovranno essere eseguiti con catenaria.
I tubi dovranno essere posati su un letto di sabbia di spessore cm 5-10, per evitare i danni dovuti dalla
compressione; i tubi dovranno inoltre essere protetti da uno strato di sabbia prima di eseguire il rinterro dello scavo,
onde evitare rotture o schiacciamenti, con successive perdite, dovute all’azione di sassi; il materiale di rinterro in
eccesso e altri materiali di risulta dovranno essere rimossi e portati in discarica.
L’impianto dovrà irrigare in maniera differente le tipologie di verde da realizzare e cioè:
•
ad aspersione le aree prative;
•
a goccia gli arbusti;
•
con sistemi radicali interrati gli alberi
Posa delle tubazioni
Tutte le tubazioni dovranno essere poste in opera secondo i dettami forniti dal produttore ed eventuali
curvature, sia orizzontali, sia verticali dovranno rientrare nel campo delle tolleranze indicate dal fabbricante.
In nessun caso si dovranno effettuare curve diverse da quelle permesse da catalogo mediante il
riscaldamento o la forzatura meccanica delle tubazioni.
Per quanto riguarda attraversamenti di strade le tubazioni dovranno essere protette da contro-tubi al fine di
evitare schiacciamenti e agevolare un’eventuale sostituzione senza rompere le opere sovrastanti.
Al termine di ogni giornata di lavoro tutte le estremità libere delle tubazioni dovranno essere chiuse in modo
da impedire l’ingresso di materiale estraneo.
b)
Norme di misurazione
L’impianto sarà valutato:
1. a metro quadrato per la parte ad aspersione dei tappeti erbosi;
2. per l’irrigazione radicale di ogni singolo albero, valutando il numero degli irrigatori e i metri lineari di tubo.
c)
Requisisti di accettazione dei materiali
Tubazioni di plastica
Tutte le tubazioni dovranno essere nuove ed in polietilene di tipo ad alta o bassa densità .
Si dovranno calcolare le relative perdite di carico, in funzione delle portate unitarie necessarie e di
conseguenza scegliere la sezione più opportuna delle tubazioni.
46
In seguito alle elaborazioni sopra richieste, si dovrà riportare sulla planimetria di progetto il tracciato di tutte
le tubazioni ed i relativi dimensionamenti.
Per tutte le tubazioni il valore di PN (pressione nominale) dovrà essere concordante con le pressioni
massime ipotizzate nelle tubazioni.
Le tubazioni dovranno essere conformi alle norme UNI rispondenti alle prescrizioni sanitarie del Ministero
della Sanità relative ai manufatti per liquidi alimentari (Circolare Ministeriale n.102 del 02/12/1978 per quanto
riguarda le tubazioni in polietilene, UNI 10910 tubazioni ad alta densità – UNI 7990 tubazioni a bassa densità).
Nel caso in cui si utilizzassero tubazioni in barre, il personale preposto alla saldatura delle tubazioni in
polietilene dovrà risultare in possesso della particolare licenza di “saldatore di polietilene” così come dalle norme
UNI 9737+ FA-1.
Raccordi
I vari raccordi per le giunzioni, derivazioni, curve tra le tubazioni in polietilene saranno di PN adeguato per
evitare rotture causate dai colpi d’ariete e potranno essere del tipo ad elettrofusione o a compressione e graffatura
nei materiali di bronzo, ghisa o di materiale plastico nei relativi diametri occorrenti a seconda delle tubazioni
dimensionate da raccordare.
I raccordi per le tubazioni in polietilene a saldare saranno del medesimo tipo e andranno assemblate alle
tubolari mediante apposita macchina termosaldatrice.
Saracinesche
Tutte le saracinesche di sezionamento previste nell’impianto devono essere del modello in linea con corpo
e coperchio in ghisa GS400-12 rivestito in resina epossidica, albero di manovra in acciaio inox e cuneo dello
stesso materiale rivestito in gomma nitritilitica.
Foratura flangia PN 10 secondo dima internazionale.
Il collegamento delle saracinesche tra le valvole e le tubazioni può essere realizzato utilizzando flange
mobili con cartella saldata o flange provviste di anelli di graffaggio. In ogni caso la bulloneria necessaria per
l’accoppiamento dovrà essere di acciaio inossidabile e la raccorderia in FeZn.
Tutte le saracinesche devono essere installate con ancoraggio a terra, su basamento in calcestruzzo e
racchiuse entro pozzetti. Il collegamento tra le valvole e le tubazioni può essere realizzato sia utilizzando flange
mobili con cartella saldata che con flange provviste di anelli di graffiaggio. In ogni caso la bulloneria necessaria per
l’accoppiamento dovrà essere di acciaio inossidabile.
Valvole di sezionamento
Corpo in bronzo fuso e diaframma rinforzato in nylon e Buna - N ad alta resistenza (25 atm). Solenoide
rinforzato a basso amperaggio per servizio gravoso con chiusura lenta anti colpo d’ariete.
Dotate di sistema per la regolazione del flusso e di apertura manuale.
Verranno montate accoppiate a valvole manuali di sicurezza tra due giunti a bocchettone per consentire la
loro rapida rimozione.
Valvole di scarico
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In ogni tratta di condotta di alimentazione compresa tra due saracinesche di parzializzazione dovrà essere
prevista una valvola di scarico manuale alloggiata in un pozzetto facilmente identificabile in modo da consentire la
manovra di apertura e chiusura mediante l’impiego di un’asta di comando.
Per ogni collettore formato da più elettrovalvole si dovrà inserire una valvola di scarico opportunamente
dimensionata.
Valvole di drenaggio
Per ogni singolo settore irriguo si dovrà prevedere una valvola di drenaggio in ottone o acciaio inox. Questa
valvola svuota automaticamente le tubazioni al termine di ogni ciclo irriguo. Deve essere installata nei punti più
bassi della linea, ed orientata verso il basso.
Per una corretta installazione è consigliato l’impiego di un pozzetto con drenaggio in ghiaia. La valvola
permette l’uscita dell’acqua ad una pressione inferiore a 0,2 BAR e si chiude ad una pressione superiore a 0,4 BAR.
Valvole elettriche
Le elettrovalvole MASTER e quelle di settore dovranno essere o in Nylon con fibra di vetro, oppure in
bronzo e dovranno garantire almeno una pressione di esercizio di 10 BAR.
Le elettrovalvole dovranno essere dotate di regolatore di flusso per consentire la regolazione della portata in
funzione della pressione, di dispositivo di apertura manuale e sistema di filtraggio mediante filtro a labirinto posto
sulla membrana, predisposte per il montaggio di regolatore di pressione.
Le viti e le parti metalliche saranno in acciaio inossidabile.
Gli attacchi per il montaggio in linea e ad angolo sono solitamente punti suscettibili ai colpi d’ariete, per
evitare questo problema, sia l’apertura, sia la chiusura dovranno risultare “ritardate”, mentre i solenoidi dovranno
essere a bassa tensione (24 v) ed a basso assorbimento in apertura (0,41 A) ed a regime (0,23 A).
I diametri delle elettrovalvole per i vari settori dovranno essere scelti in relazione alla portata degli stessi,
tenendo conto delle perdite di carico localizzate, determinabili utilizzando le tabelle relative delle elettrovalvole
stesse.
Le elettrovalvole dovranno avere caratteristiche tali da garantire il perfetto funzionamento idraulico ed
elettrico.
Ogni elettrovalvola dovrà essere idraulicamente sezionabile a monte, mediante una valvola a sfera filettata
con albero di comando in acciaio a testa quadra, predisposto per la manovra dall’esterno del pozzetto, mediante
prolunga della leva di azionamento.
Ogni elettrovalvola dovrà essere smontabile dall’alto mediante giunti a tre pezzi con attacco piano da porre
a monte ed a valle dell’elettrovalvola stessa, il tutto al fine di assicurare lo smontaggio del corpo della elettrovalvola,
senza dover manomettere il pozzetto né la tubazione ad essa collegata.
La raccorderia dovrà essere in FeZn perché più resistente alle pressioni che insistono nelle tubazioni.
Il diametro della raccorderia, delle saracinesche e dei bocchettoni che costituiscono il gruppo di distribuzione a
monte delle elettrovalvole, dovrà avere almeno la sezione della tubazione maggiore che sta a valle delle
elettrovalvole.
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La derivazione delle saracinesche dal gruppo collettore dovrà avvenire tramite apposito bocchettone dello
stesso diametro delle elettrovalvole; allo stesso modo dovrà essere eseguito il collegamento tra l’elettrovalvola e il
raccordo di giunzione con le tubazioni dei singoli settori, al fine di assicurare lo smontaggio del corpo della
elettrovalvola senza dover manomettere il pozzetto, né la tubazione ad essa collegata.
Pozzetti
Potranno essere di forma rettangolare e costruiti in muratura con chiusini in ferro zincato, colorato verde,
carrabili, oppure di materiale plastico di colore verde; dovranno disporre di coperchio con serratura con chiave di
chiusura e dado quadrato uguale per tutti i pozzetti per il facile accesso alle valvole di sezionamento ed ai raccordi.
Essi saranno disposti in aree asciutte e comunque non è consentito il posizionamento in punti in cui può
stagnare l’acqua.
Il chiusino in FeZn dei pozzetti in muratura dovrà essere portato a livello del terreno finito e dovrà essere
sufficientemente robusto per resistere al peso dei veicoli utilizzati per la manutenzione quindi di tipo carrabile.
Il fondo dei pozzetti, livellato e pulito, dovrà essere ricoperto di uno strato di ghiaia, così da facilitare il
drenaggio.
I pozzetti di alloggiamento per gli idranti in bronzo e le valvole automatiche di drenaggio, saranno di forma
circolare.
Tipologia di pozzetti:
a. pozzetti in muratura :
_ 70 x 50 cm per collettori di 2 elettrovalvole;
_ 80 x 80 cm per collettori di 3 elettrovalvole;
_ 100 x 80 cm per contatore volumetrico e master valvole.
b. pozzetti in resina
_ 500 x 400 mm pozzetto rettangolare;
_ 600 x 500 mm pozzetto rettangolare;
_ Ø 200 mm pozzetto circolare
_ Ø 300 mm pozzetto circolare
c. pozzetti per ispezione linea elettrica e valvole di scarico :
_ 30 x 30 cm in muratura con coperchio in cls.
Installazione dei pozzetti:
a. pozzetti per elettrovalvole in muratura:
in muratura e con drenaggio in ghiaia sul fondo
b. pozzetti per elettrovalvole in nylon-fibra di vetro:
anche questi pozzetti dovranno avere un sistema di drenaggio sul fondo
c. pozzetti per contatori volumetrici, valvole master ed elettrovalvole:
in muratura e con drenaggio in ghiaia sul fondo
Tutti i pozzetti e ogni apertura relativa ai cavidotti dovranno essere opportunamente sigillati per impedire l'accesso
dei roditori al fine di salvaguardare le tubature e i cavi elettrici; tali opere si intendono comprese nel prezzo.
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I pozzetti non dovranno appoggiare direttamente sulle tubature, ma saranno opportunamente sagomati in maniera
da abbracciare le tubazioni.
Programmatori
A secondo delle dimensioni dell’impianto e del numero di elettrovalvole potranno essere utilizzate centraline
a batteria o centraline elettriche.
Oltre alla protezione generica mediante fusibile di adeguato amperaggio, i programmatori disporranno di un
pannello supplementare per la protezione attiva contro i sovraccarichi e/o sbalzi di tensione su tutti i circuiti primari
in entrata e sui circuiti secondari in uscita.
Ciascun programmatore dovrà essere protetto da un interruttore magneto - termico ed avere una messa a
terra indipendente con resistenza non superiore a 10 Ohm.
In caso di mancanza di tensione, una batteria al lithium o similare da 9 volt, provvederà al mantenimento
delle memorie e dovrà avere una durata minima di 5 anni.
I programmatori dovranno essere alloggiati all’interno di armadietti provvisti di chiave di chiusura e
posizionati nell’area verde ed in posizione al di fuori del raggio degli irrigatori, senza ostacolare la normale fruizione
del parco. L’armadietto non dovrà risultare troppo visibile in maniera da evitare possibili azioni vandaliche sulle
centraline.
Irrigatori
Tutti gli irrigatori, sia statici che dinamici, dovranno essere installati su giunti flessibili per poter meglio
resistere agli urti ed agli assestamenti.
In ogni caso non sarà accettato il montaggio di qualsiasi tipo di irrigatore su prolunga rigida inserita, sia
direttamente, sia indirettamente sulla tubazione di derivazione.
Gli irrigatori, raggruppati idraulicamente in settori omogenei e suddivisi rispettando le destinazioni e
l’esposizione delle aree interessate, devono essere disposti in modo tale da determinare, per lo stesso tipo, eguali
intensità di pioggia.
Statici - Gli irrigatori del tipo statico dovranno avere il corpo ed il canotto portatestina in materiale plastico anti-urto
e anticorrosione, molla in acciaio inox per il rientro a fine irrigazione e guarnizione parasabbia, dispositivo antiruscellamento, frizione per l’orientamento del getto della testina, dopo l’installazione e filtro di protezione smontabile
dalla parte superiore del canotto.
Innalzamento della torretta da 10 a 30 cm circa, a seconda del tipo necessario nelle varie aree da irrigare;
pressione di esercizio 2,0-2,5 atm, dinamica alla base di ciascun irrigatore.
Possibilità di adattare testine diverse con angolazione prefissata (90°-360°) o testine regolabili dotate di vite
rompigetto per la regolazione della gittata.
Gli irrigatori statici previsti per l’irrigazione sopra e sotto chioma delle zone arbustive e tappezzanti dovranno essere
provvisti di valvola autocompensante, non rimovibile per uniformare la pressione e per ridurre la fuoriuscita di
acqua nel caso di furto o rottura della testina, senza pregiudicare il funzionamento degli altri irrigatori del settore.
Dovranno avere, inoltre, una guarnizione autopulente autolubrificata, non rimovibile con molla di richiamo in acciaio
inox.
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Gli irrigatori statici, in alcune zone arbustive, dovranno garantire una distribuzione dell’acqua orientabile in getti
separati, in modo da ottenere la migliore penetrazione del fogliame.
Le testine intercambiabili, a seconda dell’angolo di irrigazione necessario, devono avere una distribuzione
proporzionale dell’acqua.
Dinamici - Gli irrigatori del tipo dinamico dovranno avere il corpo in materiale plastico anti-urto e anti-corrosione.
Dovranno essere del tipo a turbina, con ingranaggi lubrificati ad acqua, dotati di guarnizione autopulente e filtro per
trattenere le impurità, molla di rientro in acciaio inox, guarnizione autopulente per la tenuta idrica durante il
sollevamento e pulizia del canotto in fase di rientro.
Saranno corredati di valvola automatica anti-drenaggio per evitare l’impaludamento del terreno in prossimità degli
irrigatori più bassi.
I modelli a settore variabile dovranno essere dotati di meccanismo per l’impostazione dell’angolazione, con
memorizzazione della stessa, salvo nuovo intervento sulla frizione, conangolo di lavoro da 35° a 360°.
Gli irrigatori dovranno essere dotati di vasta serie di testine autocompensanti, conprestazioni variabili delle
caratteristiche idrauliche (gittata, pressione di funzionamento,portata), in modo da garantire uniformità di
precipitazione a seconda del tipo di testina, in relazione all’angolazione impostata.
Dovranno avere la possibilità di regolazione della gittata e dell’angolo di lavoro, con portata sempre proporzionale
all’angolazione. Innalzamento della torretta da 10 a 30 cm, pressione di esercizio dinamica all’irrigatore da 2,5 a 5
atm a e gittata da 5 a 30 m a seconda dei vari modelli installati.
Gli irrigatori dinamici dovranno prevedere, diversa velocità di rotazione, il funzionamento, sia a cerchio intero, sia a
settori variabili con boccagli intercambiabili a portata proporzionale e un sistema anti-vandalo impostato che
mantenga la memoria dell’arco di irrigazione anche in caso di manomissione vandalica.
Il montaggio degli irrigatori deve essere realizzato possibilmente con raccordo anti-vandalo a libera rotazione in
modo che non possa essere svitato dall’alto o con spezzone di tubazione in P.V.C. di diametro adeguato, da
inserire al corpo dell’irrigatore, posizionandolo in modo che sporga di 1-2 cm. al di sopra dell’irrigatore.
Tutti gli irrigatori dovranno essere posizionati secondo le indicazioni progettuali. Eventuali
spostamenti non dovranno precludere un avanzamento massimo pari al 60% del diametro dell’irrigatore.
Dovranno essere disposti in modo da garantire adeguata copertura su tutta la superficie.
Giunto snodato
Il collegamento degli irrigatori con la tubazione verrà realizzato da speciali snodi di lunghezza variabile in relazione
alle necessità di posizionamento dell’irrigatore stesso.
Lo snodo sarà composto alle estremità di due raccordi di passaggio autofilettanti delle dimensioni consone alla
tubazione ed all’irrigatore.
Il tubo flessibile di unione PN 16 dovrà essere montato in modo da formare un’ampia spirale per consentire facili
spostamenti dell’irrigatore e per evitare pericolose sollecitazioni alle filettature.
Ala gocciolante
Per tutti gli alberi, gli arbusti, le tappezzanti e fioriture di nuova piantumazione si dovrà prevedere un’apposita linea a
goccia indipendente.
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La sub-irrigazione sarà ad ala gocciolante da mm. 16/20 in PE, di spessore adeguato a sopportare una pressione di
esercizio sino a 4 atm .
L’ala gocciolante degli arbusti sarà posta sopra il terreno, al di sotto del telo pacciamante e della corteccia di pino
di copertura.
Per l’irrigazione degli arbusti si richiede l’installazione dell’ala gocciolante con un
interlinea variabile in relazione al sesto d’impianto come da schema sotto indicato:
n.1 pianta /m² 1 m ala gocciolante
n.4 piante/m² 2 m ala gocciolante
n.9 piante/m² 3 m ala gocciolante
Lungo le linee di alimentazione si dovranno prevedere rubinetti di parzializzazione, tema di filtraggio adeguato.
Onde evitare curve brusche e pieghe tali da interrompere il passaggio dell’acqua si richiede l’impiego, nei punti
critici, di raccorderia rigida adeguata.
Ogni elettrovalvola al servizio dell’ala gocciolante disporrà di un riduttore di pressione e di filtro a Y, il tutto verrà
alloggiato entro apposto pozzetto ispezionabile.
d)
Specifiche di prestazione
L’impianto irriguo dovrà apportare la quantità giornaliera d’acqua tale da garantire l’attecchimento ed il
successivo sviluppo del prato, degli arbusti e degli alberi.
L’impianto dovrà essere suddiviso in un numero di zone tale da garantire il corretto funzionamento dei
sistemi di distribuzione dell’acqua.
L’impianto dovrà essere così composto:
•
allacciamento alla rete idrica;
•
tubazioni primarie e secondarie di distribuzione idrica;
•
saracinesche ed elettrovalvole di settore;
•
irrigatori statici, dinamici, ala gocciolante e allagatori;
•
programmatore elettronico alimentato a 220 volt o con batteria a bassa tensione;
L’impianto ad aspersione dovrà essere realizzato e regolato in modo che i getti degli irrigatori non finiscano
contro il tronco degli alberi, contro le recinzioni e le strutture edilizie.
Allagatori per alberi
Dispositivo per la percolazione dell’acqua in profondità con le seguenti caratteristiche:
•
boccaglio preinstallato ad allagamento autocompensante;
•
portata 1 litro al minuto;
•
Range di compensazione della pressione tra 1,5 e 5,5 bar;
•
chiusura a griglia in materiale espanso di colore nero resistente agli UV, per aerazione radicale;
•
griglia con dispositivo antivandalo;
•
cilindro a rete rigido in polimero di alta qualità;
•
rete con 5 fori di 5 mm2 x cm 2
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•
tubo preinstallato flessibile per il raccordo alla rete di distribuzione;
•
calza di protezione antintasamento e saturazione interna in polipropilene
e)
Modalità di prove
La direzione lavori potrà chiedere di effettuare prova di tenuta delle reti realizzate prima del reinterro degli
scavi.
A fine lavori dovrà essere consegnata la seguente documentazione:
1.
schede tecniche delle tipologie di attrezzature installate;
2.
manuale di istruzione delle centraline di controllo;
3.
schema planimetrico dell’impianto realizzato;
4.
eventuali dichiarazioni di conformità dell’impianto elettrico qualora la centralina fosse alimentata a
220 volt.
f)
Ordine da tenersi nello svolgimento delle lavorazioni
Calcolo dell’impianto
É a carico della ditta appaltatrice il calcolo e il dimensionamento dell’impianto in base:
•
alla pressione dell’acquedotto, che dovrà essere rilavata;
•
alla tipologia ed al numero di irrigatori utilizzati.
Regolazione dell’impianto
Ad impianto ultimato l’impresa dovrà controllare e verificare il peretto funzionamento di ogni sistema di
distribuzione dell’acqua; in particolare dovrà regolare l’angolo di funzionamento e la gettata degli irrigatori dinamici,
e programmare la centralina in accordo con la Direzione Lavori.
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