L`uso della medicina complementare nelle persone con cancro
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L`uso della medicina complementare nelle persone con cancro
pubblicazioni L’uso della medicina complementare nelle persone con cancro: risultati di un’indagine conoscitiva Mariangela Luppolo, Infermiera I l numero di persone che utilizzano la medicina complementare è notevolmente aumentato negli ultimi 10 anni, sia in America che in Europa (1), tanto da guadagnare importanza come fenomeno sanitario, economico e sociologico. La peculiarità di queste discipline, o prassi di cura, trova il suo fondamento nella visione olistica dell’uomo, che considera l’essere umano nella sua globalità, attribuendo uguale importanza alle componenti fisica, psicologica, relazionale e spirituale, tanto nel mantenimento della salute, quanto nei processi di guarigione della persona. Analizzando la letteratura internazionale emerge che anche le persone con cancro utilizzano la medicina complementare, riscontrando dal minimo miglioramento fisico al benessere psicologico. Un’indagine, condotta in 33 Paesi, indicava l’esistenza di un largo ed eterogeneo gruppo di rimedi usati per trattare il cancro, sia nei Paesi sviluppati che nei Paesi in via di sviluppo nel mondo (2). Una revisione sistematica della letteratura, condotta da E.Ernst & B.R. Cassileth, suggerisce che l’uso di medicina complementare nelle persone con cancro è comune, con una prevalenza media percentuale, attraverso gli studi, del 31,4% (portata 7%-64%). Questa revisione includeva 26 indagini da 13 Paesi, in Europa, America, Asia e Australia (3), dal gennaio 1977 al gennaio 1998. Le terapia più popolari erano: trattamenti dietetici, terapia con erbe, omeopatia, ipnosi-terapia, immagine/visualizzazione. Erano anche comunemente usati la meditazione, alte dosi di vitamine, il rilassamento e le guarigioni spirituali (4). Da un’indagine longitudinale, IO INFERMIERE - N.2 /2004 effettuata in Norvegia, nella quale furono seguiti 252 pazienti oncologici per 5 anni (follow-up), risulta che una percentuale tra il 17% e il 27% dei partecipanti, nelle diverse fasi dello studio, stava facendo uso di medicina complementare (5). Alla luce di quanto riportato, e visto il mio interesse per la medicina complementare, ho deciso di aderire al progetto di ricerca promosso dall’European Oncology Nursing Society (E.O.N.S.), avente come tema l’uso della medicina complementare nelle persone con cancro in Europa. Tale progetto, di natura sperimentale, si propone, attraverso la realizzazione di indagini multicentriche fra persone con cancro, in diverse realtà di cura europee, di acquisire ulteriori informazioni su questo tema, al fine di sostenere l’introduzione di cure complementari nell’ambito dell’assistenza infermieristica ai pazienti oncologici, in tutta Europa. Obiettivo della presente ricerca è, quindi, di ampliare le informazioni già disponibili, riguardo l’uso della medicina complementare nelle persone con cancro. Successivamente mi sono proposta, in riferimento ai risultati dello studio, di valutare la possibilità di indirizzare parte della formazione infermieristica specialistica in oncologia anche verso il settore delle cure complementari. Materiali e metodi Questo progetto coinvolge le 18 Società Nazionali membre dell’E.O.N.S. La sua realizzazione, per l’Italia, è stata sostenuta dall’Associazione Infermieri di Assistenza Oncologica (A.I.A.O.), che è membro dell’E.O.N.S. Il presidente dell’A.I.A.O, Miriam 47 Magri, come responsabile scientifico per l’Italia, ha coordinato il lavoro di ricerca. L’indagine conoscitiva è stata effettuata fra persone con cancro in cura presso I.R.C.C.S. Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano e l’ Azienda Ospedaliera San Paolo di Milano, utilizzando il questionario proposto dall’E.O.N.S. La popolazione osservata è costituita da 100 persone con cancro maggiorenni. I 100 questionari sono stati distribuiti nel modo seguente: - n.50 questionari consegnati a pazienti oncologici presso l’Ambulatorio di Cure PalliativeTerapia del Dolore e l’Unità Operativa di Chirurgia Urologica dell’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, nel periodo 1520 Giugno 2003. - n.50 questionari consegnati a pazienti oncologici presso il Day Hospital di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera San Paolo, nel periodo 27-30 Maggio 2003, 24-25 Giugno 2003, 7-11 Luglio 2003. Complessivamente sono stati compilati 97 questionari. I dati raccolti al termine dell’indagine sono stati inseriti in un data-base, mediante il quale sono stati analizzati ed elaborati. I questionari compilati sono, poi, stati inviati al responsabile europeo del progetto di ricerca. Risultati All’interno del nostro campione d’indagine, costituito prevalentemente da donne, 68%, pensionate, con tumore alla mammella, 46%, l’uso di medicina complementare è presente nel 44% dei soggetti. I tipi di rimedi cui i pazienti hanno fatto più comunemente ricorso, dopo la diagnosi di cancro, sono stati terapia con erbe, con una percentuale del 49%, omeopatia, 36%, massaggio, 27%, supplementi vitaminici, 9%, osteopatia, 9%, e fede religiosa, 9%. Solo una persona ha utilizzato tecniche di rilassamento/visualizzazione e aromaterapia. Le informazioni ottenute confermano quanto emerso dagli studi che E. Ernst, B.R. Cassileth, T. Risberg, A. Vickers, M.Miller et al, hanno condotto in Europa, Stati Uniti, Asia, Australia(2, 3, 4, 5); questo tenendo conto delle 48 diversità nelle percentuali di utilizzo dei vari rimedi che cambiano da un contesto socioculturale ad un altro (4). È interessante notare il peso che alcune variabili hanno avuto nella scelta di affidarsi alla medicina complementare. Nello specifico è emerso che variazioni di prevalenza nell’uso di questi rimedi sono riferibili alla diagnosi di cancro e al tempo. Prima della diagnosi Dopo la diagnosi Uso attuale 40 30 34% 20 10 26% 24% 0 Uso di medicina complementare Grafico n.1: Variazioni di prevalenza nell’uso di medicina complementare all’interno del campione di indagine. In particolare la variabile tempo riveste un ruolo chiave nello stabilire gli effettivi utilizzatori di medicina complementare (5). Un importante predittore dell’uso di medicina complementare è stato anche il sesso. Soggetti di sesso femminile, all’interno della nostra indagine, hanno utilizzato più frequentemente medicina complementare, stabilendo un rapporto femmine/maschi di 4,5/1. Anche nello studio condotto da T. Risberg et al., fra persone con cancro, in cura presso il Dipartimento di Oncologia Medica dell’Ospedale Universitario di Troms (Norvegia) è emerso che le donne hanno usato medicina complementare più spesso degli uomini, 50% vs. 31% (5). I partecipanti all’indagine hanno un’età compresa fra i 22 e gli 80 anni. Particolarmente le persone fra i 25 e i 55 anni hanno dimostrato di ricorrere più frequentemente alla medicina complementare con percentuali che vanno dal 100% al 50%, rispetto al 40% e 21% della popolazione più anziana. Negli studi condotti da T. Risberg et al. (5), M.Miller et al. (3), si nota come persone con cancro tra i 30 e i 59 anni di età siano i maggiori utilizzatori di medicina complementare e confermano i nostri risultati. Altri significativi anticipatori dell’uso di mediIO INFERMIERE - N.2 /2004 Un trattamento 100% Uso % 80 60 0 55 35 45 50% Due o più trattamenti 40 65 75 40% 40 20 73% 50% 21% 25 Anni di età n° Soggetti % 100 30 18 20 10 7 0 Pazienti in trattamento medico Uso di medicina complementare Uso di medicina complementare Anni di età Grafico n. 2: Correlazione fra anni di età e uso di medicina complementare. Grafico n.4: Correlazione fra numero di rattamenti medici ricevuti e uso di medicina complementare. cina complementare sono stati un livello di educazione scolastica medio/alto e il reddito familiare annuale elevato. Specialmente in quest’ultimo caso emerge una notevole discrepanza fra gli utilizzatori di medicina complementare aventi un reddito elevato e le persone che, invece, dispongono di un reddito medio/basso. tamente proporzionale al numero di trattamenti medici ricevuti. Tali risultati testimoniano che queste persone non trovano nel sistema di cure tradizionali tutto il sostegno necessario a superare le difficoltà che la malattia impone loro. A riprova di quanto detto vi sono le motivazioni avanzate dai pazienti riguardo l’uso di medicina complementare; motivazioni, peraltro, comuni a tutte le persone con cancro che utilizzano questo tipo di rimedi (2, 5). Emergono, infatti, argomenti importanti che vanno dalla ricerca di un miglioramento del benessere fisico, nel 30% dei casi, di un aiuto nel far fronte agli effetti collaterali dei trattamenti medici, 20%, ad altri di tipo psicologico, quali il desiderio di avere un senso di controllo sulla malattia, riconosciuto dal 20% dei rispondenti, sentirsi più forti emotivamente ed avere più speranza di guarigione, nel 20% dei casi. Il 10% dei pazienti ha, poi, espresso la necessità di affidarsi a qualcosa ‘’che dia un senso alla propria sofferenza’’, quale potrebbe essere la fede religiosa. Le loro aspettative si traducono il più delle volte in beneficio effettivo, il grado di soddisfazione è elevato. Conclusioni I risultati della nostra indagine testimoniano, a conferma di quanto riportato in letteratura, che l’uso della medicina complementare nelle persone con cancro è una realtà. Gli stessi pazienti avanzano motivazioni importanti riguardo questa scelta. Analizzandole, e confrontandole con quelle presenti in letteratura, emergono i “punti deboli’’ della medicina convenzionale che, ispirata al modello biomedico e altamen- 100 Reddito basso Reddito medio Reddito alto Soggetti % 80 60 40 20 0 Utilizzatori di medicina complementare Grafico n.3: Correlazione fra reddito familiare annuale e uso di medicina complementare. La spesa per le terapie complementari deve essere sostenuta, almeno in Italia, totalmente dai pazienti, perciò l’ammontare del reddito diventa importante nell’affrontare i costi che tali terapie comportano. La spesa media mensile sostenuta dalle persone che utilizzano medicina complementare, nel nostro studio, è di 47 euro, con un massimo riportato di 250 euro per sedute di massaggio drenante e trattamenti contro l’alopecia. Significativa è stata la correlazione fra numero di trattamenti medici ricevuti e uso di medicina complementare. Come si può notare dal Grafico n.4, il numero di soggetti che utilizzano questi rimedi è diretIO INFERMIERE - N.2 /2004 49 te tecnologizzata, ha gradatamente perso di vista l’importanza dell’aspetto relazionale e quindi più umano nella cura della persona. La medicina complementare, invece, si fonda sulla visione olistica dell’uomo e si pone il fine di riequilibrare tutte le componenti, organica, esistenziale, relazionale, alterate dalla patologia, offrendo, in questo modo, un sostegno globale al paziente e supportandolo nel percorso di guarigione. Da sempre gli infermieri riconoscono l’importanza di questi aspetti nell’assistenza alla persona: teoriche del Nursing come Florence Nightingale, Martha E. Rogers, Dorothea E. Orem, hanno costruito il loro pensiero e la loro opera su questi contenuti. Alla luce di tali considerazioni e viste le necessità espresse dai pazienti ho avanzato la proposta di un percorso formativo in cure complementari che integri la preparazione specialistica dell’infermiere in oncologia. In questo modo, attraverso la competenza specifica della professione infermieristica nel gestire il rapporto con l’assistito e le conoscenze acquisite nel campo delle cure complementari, l’infermiere potrà offrire agli utenti gli strumenti attraverso i quali affrontare la malattia e la terapia in modo equilibrato, affinché la loro qualità di vita possa essere la migliore possibile (6). Bibliografia 1 Denise Ranking-Box, “Terapie complementari. Il manuale dell’infermiere’’, Ed. McGraw-Hill, 2002. 2 B.R. Cassileth, S. Scraub, E. Robinson, A. Vickers“Alternative Medicine Use Worldwide” - The International Union Against Cancer Survery-Cancer n.91, pg.1390-93, Anno 2001. 3 M.Miller, M.J.Bojer, P.N.Buton, M.Gattellari, S.M.Dunn, A.Child - “The use of unproven methods of treatement cancer patients, Frequency, expectations and cost’’ Cancer Supportive Care n.6, pg.337-347, Anno 1998. 4 E.Ernst, B.R.Cassileth - “The Prevalence of Complementary and Alternative Medicine in Cancer. A Sistematic Review” - Cancer n.83, pg.777-782, Anno 1998. 5 T.Risberg, E.Lund, E.Wist, S.Kaasa and T.Wilsgaard “Cancer Patients Use of Nonproven Therapies: A 5-Years Follow-Up Study” - Journal Clinical Oncolgy, Vol.16, n.1, pg.6-12, Anno 1998. 6 Articolo da rivista: “Altre terapie: medici e infermieri dicono sì” di Mariano Rampini, tratto da “L’infermiere”, n.7-8, Anno 2002. convegni primo annuncio V Forum EBN 25-26 novembre 2004 Aula Magna Università degli studi di Milano - EBN centro studi di Bologna - Assistenza domiciliare e servizi d’emergenza - Genetic nursing/couselor - Risik management e farmacovigilanza (anziani) - EBN: L’emergenza dal territorio al PS pediatrico - EBN sull’allattamento al seno: linee guida e 10 passi dell’OMS - Forensic nursing - Proposta master universitario univ/fed ISCRIZIONI A PARTIRE DAL PRIMO SETTEMBRE PER ULTERIORI INFORMAZIONI VISITARE IL SITO INTERNET WWW.IPASVIMI.IT 50 IO INFERMIERE - N.2 /2004