Diapositiva 1 - Università degli Studi della Basilicata

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Diapositiva 1 - Università degli Studi della Basilicata
METODI EMATOLOGICI
EMATOLOGIA: studio del sangue e dei tessuti emopoietici
SANGUE: insieme di cellule sospese in un liquido detto PLASMA, composto da sali minerali
ed organici; in un uomo adulto costituisce circa 1/12 del peso corporeo e corrisponde a
5-6 litri.
ERITROCITI (globuli rossi)
CELLULE:
LEUCOCITI (globuli bianchi)
~45 %, chiamate anche
elementi figurati.
TROMBOCITI (piastrine)
SIERO: plasma privo di fibrinogeno
~55 %
COAGULO: aggregazione del fibrinogeno
La proporzione tra cellule e plasma è regolata affinché rimanga
relativamente COSTANTE
 Globuli rossi: contenendo EMOGLOBINA, trasportano OSSIGENO a tutti i tessuti
 Globuli bianchi: responsabili delle difese dell’organismo
 Piastrine: impediscono perdite di sangue dovute ad emorragie
 Proteine del plasma: trasporto di nutrienti o di metaboliti destinati all’escrezione
EMATOCRITO (HCT): misura dell’altezza del sedimento eritrocitario,
rapportata a quella dell’intero campione di sangue (porzione %
dei globuli rossi, “packed cell volume”,PCV)
Il compito del laboratorio è quello di valutare la normalità o
l’anormalità dei vari componenti del sangue e di caratterizzare la
natura di eventuali alterazioni: a tale scopo si usano esami
QUANTITATIVI (conteggio e dimensionamento) o QUALITATIVI
(morfometria, citochimica, citofluorimetria ecc.)
EMOPOIESI
Formazione e maturazione di TUTTI I TIPI DI CELLULE del sangue a partire dai precursori
ADULTO: le cellule si formano nell’interstizio
extravascolare del midollo osseo, sede
delle cellule staminali totipotenti
L’emopoiesi è controllata da regolazioni di contatto CELLULA-CELLULA, da una
regolazione UMORALE (fattori di crescita glicoproteici) e da particolari esigenze
dell’organismo
Indagini QUANTITATIVE sulle cellule del sangue periferico:
L’EMOGRAMMA
Più noto come ESAME EMOCROMOCITOMETRICO con FORMULA LEUCOCITARIA
Serie di valutazioni degli elementi del sangue periferico: conta e dimensionamento dei globuli rossi e
delle piastrine, valore dell’ematocrito, determinazione della concentrazione di emoglobina e conta
differenziale dei leucociti del sangue periferico.
Inoltre vengono presi in considerazione altri parametri, come le concentrazioni sieriche di ferro,
ferritina, transferrina e del recettore solubile della transferrina.
Conta dei globuli rossi
ERITROPOIESI
Conta globuli bianchi
LEUCOCITOPOIESI
Conta delle piastrine
MEGACARIOCITOPOIESI
ERITROPOIESI
La produzione di eritrociti, che trasportano ossigeno ai tessuti, è
regolata dal livello di ossigenazione dei tessuti
Valutazione di laboratorio dell’eritropoiesi:
• Citologia midollare
• Conteggio dei Reticolociti
• Determinazione dell’Eritropoietina
Citologia midollare
PROERITROBLASTO
ERITROBLASTO BASOFILO (2A)
ERITROBLASTO POLICROMATOFILO (2B, 3E)
ERITROBLASTO ORTOCROMATICO (2C,3F)
RETICOLOCITA
ERITROCITA MATURO
CONTEGGIO DEI RETICOLOCITI
 Comunemente utilizzato come misura della produzione eritroide.
 Negli adulti e nei bambini, il normale valore dei reticolociti, globuli rossi giovani, ancora immaturi,
in percentuale è da 0,5% a 2,5% dei globuli rossi circolanti totali, nei neonati è dal 2% al 6%. Il
valore assoluto è tra 25.000 e 80.000 per mm3.
 Nelle malattie ematologiche il conteggio reticolocitario assoluto rappresenta un indicatore
dell'eritropoiesi efficace, mentre la percentuale di reticolociti ad alta fluorescenza (> RNA
ribosomiale) esprime in modo più diretto l'intensità della stimolazione eritropoietinica.
 Il numero dei reticolociti nel sangue periferico, valutato mediante esame al microscopio dopo
colorazione
cellulare,
è
stato
considerato,
per
il
passato,
nell'epoca
precedente
all'automazione, come uno dei mezzi diagnostici più semplici ed economici per l'iniziale
classificazione delle anemie (analisi semi-quantitativa).
 Il conteggio dei reticolociti, effettuato con gli attuali metodi automatizzati (citometria a flusso e
deviazione della luce laser da parte dei filamenti di RNA) è più rapido e meno soggetto alle
cause di imprecisione e di inaccuratezza legate ai fattori umani di soggettività e a quelli statistici
riguardanti il numero di cellule analizzate.
ERITROPOIETINA
Ormone glicoproteico prodotto dalle cellule interstiziali peritubulari renali che STIMOLA
la velocità di crescita e di maturazione dei precursori eritroidi.
Dosata con RIA o ELISA
Livelli Epo nel sangue:
10-30 mUI/ml
La concentrazione di Epo
plasmatica consente una
valutazione del grado di
eritropoiesi
Aumentano i livelli di Epo in casi di IPOSSIA TISSUTALE (dovuta a diminuita
concentrazione di Hb o alterato scambio di ossigeno a livello respiratorio o a
diminuzione flusso sanguigno ecc), con funzionalità renale adeguata. La sua
concentrazione,
inoltre,
cresce
in
maniera
direttamente
proporzionale
all’ematocrito.
In presenza di una eritropoiesi efficace e di un adeguato apporto al midollo di
ferro, acido folico e vitamina B12, l’Epo accelera quasi tutti gli stadi di produzione
di eritrociti, causando un aumento di velocità di divisione cellulare, di
incorporazione di Fe nel precursore eritroide e favorendo l’entrata in circolo di
globuli rossi giovani (Reticolociti).
L’intervento dell’ormone si può evidenziare in laboratorio con il
conteggio dei reticolociti, visto in precedenza.
ERITRONE: insieme dei precursori della serie rossa e degli eritrociti maturi, regolato dai
livelli di Epo e di pressione di O2
FUNZIONE: favorire lo scambio di gas respiratori, O2 e CO2, tra cuore, polmoni e tessuti
METABOLISMO DEI GLOBULI ROSSI
 In assenza di mitocondri, è assai scarsa la capacità di metabolizzare acidi grassi e
aminoacidi. L’energia è generata pressoché esclusivamente attraverso la
degradazione del glucosio.
 La via non-ossidativa o anaerobica (ciclo di Embden-Meyerhof) è responsabile
dell’utilizzo di circa il 90% del glucosio cellulare.
 Nella conversione del glucosio a lattato, il guadagno netto di molecole di ATP
fornisce i fosfati ad alta energia, necessari per il mantenimento della forma e della
flessibilità cellulare, per preservare i lipidi di membrana e per rifornire di energia le
pompe metaboliche che controllano gli scambi di sodio, potassio e calcio.
 Quando l’ATP è deficitario a causa dei difetti acquisiti o ereditari della glicolisi, la
sopravvivenza della cellula è drasticamente ridotta e ne consegue un’anemia
emolitica.
 Il ciclo di Embden-Meyerhof ha un ruolo essenziale nel mantenere i piridin-
nucleotidi in forma ridotta per provvedere alla riduzione della metaemoglobina
(via della emoglobina-reduttasi), e nella sintesi del 2,3-difosfoglicerato (2,3-DPG)
(ciclo di Rapaport-Luebering).
 Il significato del 2,3-DPG sta nella sua capacità di modulare la liberazione
dell’ossigeno a seconda delle esigenze dei tessuti. Questa risposta è attivata da
una variazione della proporzione di ossigeno estratta dai tessuti; ogni volta che il
sangue venoso contiene un’aumentata produzione di emoglobina deossigenata,
la glicolisi viene stimolata ad una maggiore produzione di DPG. Ciò diminuisce
l’affinità dell’emoglobina per l’ossigeno consentendo una maggiore liberazione di
questo per una data tensione di ossigeno nei tessuti.
 Altra via metabolica è lo shunt degli esoso-monofosfati (via del fosfogluconato).
Questo sistema energetico accoppia il metabolismo ossidativo con la riduzione del
piridin-nucleotide e del glutatione, proteggendo il globulo rosso da ossidanti
ambientali.
 Quando questa via metabolica è funzionalmente deficitaria o quando ossidanti
ambientali ne eccedono la capacità riducente, si verifica una denaturazione della
globina e l’emoglobina forma un precipitato noto come “Corpi di Heinz” lungo la
superficie interna della membrana eritrocitaria. Questa forma di distruzione
ossidativa del globulo rosso si verifica solitamente nei pazienti con deficienza della
glucosio-6-fosfato-deidrogenasi legata al cromosoma X, l’enzima principale della
via metabolica del fosfogluconato.
Riassunto…..
VIA DEL FOSFOGLUCONATO
Eritrociti devono contenere il pigmento che lega l’ossigeno...
EME
Molecola di porfirina che coordina uno ione ferroso Fe(II), posto leggermente al di fuori
del piano della molecola:
L'eme costituisce il gruppo prostetico, cioè la
parte non proteica, di una serie di proteine tra
cui l’emoglobina, la mioglobina e i citocromi
4 gruppi EME sono contenuti all’interno di 4 globuli proteici, detti GLOBINA. Quindi,
l'EMOGLOBINA è una proteina globulare di struttura quaternaria, solubile, di colore
rosso, presente nei globuli rossi del sangue dei vertebrati, responsabile del trasporto
dell‘ossigeno molecolare da un compartimento ad alta concentrazione di O2 ai tessuti
che ne hanno bisogno.
L'emoglobina (che si indica con il simbolo Hb o Hgb), viene sintetizzata inizialmente a
livello dei proeritroblasti policromatofili (precursori dei globuli rossi), rimanendo poi in alte
concentrazioni all'interno dell‘eritrocita maturo. Quando si lega all'ossigeno viene
chiamata ossiemoglobina, nella forma non legata deossiemoglobina.
Le alterazioni di origine genetica della struttura primaria della molecola, che ne alterano
la funzione, o della sua espressione che alterano la quantità in circolo, vanno sotto il
nome di emoglobinopatie
Conta e dimensionamento dei globuli rossi
Per svolgere la loro funzione, devono mantenere:
 Forma a disco biconcavo
 Ambiente interno costante, per mantenere l’emoglobina in forma “ridotta”
 Elasticità
necessario mantenere un complesso equilibrio tra i meccanismi preposti alla sintesi
dell’emoglobina e quelli preposti alla maturazione dell’eritrocita
difetti in qualsiasi punto di tali processi compromettono l’apporto di ossigeno ai tessuti
Determinazioni QUANTITATIVE: capacità di trasportare ossigeno
Determinazioni QUALITATIVE: la valutazione dell’aspetto morfologico può evidenziare
difetti di membrana
Parametri valutabili (esame emocromocitometrico):
1. Quantità di emoglobina (Hb)
2. Ematocrito (rapporto tra volume complessivo GR e volume totale di sangue)
3. Numero assoluto di eritrociti nel sangue (RBC)
4. Indici corpuscolari o eritrocitari
1. Quantità di emoglobina
 Il metodo principale per la determinazione dell’emoglobina (Hb) è basato, anche
nei contatori elettronici, su misure spettrofotometriche (picco di assorbimento a 540
nm) effettuate sull’emolisato.
 Nei counters elettronici
si sfruttano anche fenomeni di riflessione, trasmissione,
rifrazione e scattering (luce dispersa): l’indice di rifrazione dipende essenzialmente
dalla concentrazione corpuscolare di emoglobina.
 Il valore centrale della distribuzione degli indici di rifrazione rappresenta la
CONCENTRAZIONE CORPUSCOLARE MEDIA DI EMOGLOBINA (MCHC).
 L’ampiezza della distribuzione (σ)delle concentrazioni di Hb rapportata al valore
della media (MCHC) dà luogo ad un indice eritrocitario noto come ANISOCROMIA
(hemoglobin distribution width, HDW).
 Se aumenta il numero di eritrociti con valore basso di emoglobina corpuscolare
(ipocromici), la base dell’istogramma si sposta a sx; sono, invece, rare le situazioni di
aumento di Hb corpuscolare (sferocitosi ereditaria o acquisita) ed in tali casi
l’istogramma si sposta verso dx.
• Valori normali Hb:
UOMINI: 13,5 - 18 g/dl
DONNE: 12 - 16 g/dl
2. Ematocrito
L’altezza
del
sedimento
eritrocitario,
ottenuto
dopo
centrifugazione, rapportata a quella dell’intero campione di
sangue, fornisce la percentuale di GR nel sangue (metodo
diretto);
Tuttavia, di norma viene calcolato nei moderni contaglobuli
automatizzati, indirettamente come:
MCV (fl)x RBC (x1012 /l)
Ht (%) 
1000
RBC (red blood cells): numero di GR
MCV (mean corpuscolar volume): volume corpuscolare
medio dei GR
Valori anomali dell’ematocrito possono ritrovarsi in condizioni di policitemia,
macrocitosi, sferocitosi, anemie ipocromiche, alterazioni morfologiche degli eritrociti.
• Valori normali Ht:
UOMINI: 40 - 54 %
DONNE: 38 - 47 %
3. Numero assoluto di eritrociti nel sangue (RBC)
Può essere valutato con metodi diretti (microscopia ottica, con camere di conta) o
con metodi indiretti, tramite contatori elettronici (counters)
4. Indici corpuscolari o eritrocitari (ampiamente utilizzati nelle classificazioni
dielle anemie)
 MCV (mean cellular volume): rappresenta il volume cellulare medio di un globulo rosso; si
considera l’insieme di valori (insieme di volumi) di luce scatterata (dispersa) nei contaglobuli
automatizzati e si calcola il valore medio (MCV). L’ intervallo di riferimento è: 80 - 100 fl
(femtolitri).
Rispetto al volume, il GR può essere definito NORMOCITA se ha MCV normale, MICROCITA con
valore di MCV più basso del normale e MACROCITA con valore di MCV più alto del normale.
Nella MICROCITOSI, la quota di microciti totali aumenta tanto da rappresentare la maggioranza
degli eritrociti; nella MACROCITOSI accade il contrario.
Il rapporto tra il grado di dispersione dei volumi (σ), che corrisponde all’ampiezza della base
dell’istogramma, ed il valore medio (MCV) consente di calcolare l’INDICE DI ANISOCITOSI, RDW
(red cell distribution width), il cui valore esprime il grado di eterogeneità dei volumi dei GR.
L’ intervallo di riferimento è: 11,6 - 14,6 %.
Un valore più alto, che indica elevata eterogeneità, è caratteristico di anemie, talassemie,
emoglobinopatie.
Ampiezza
MCV
RDW = Ampiezza/MCV
 MCH (mean corpuscolar hemoglobin): espresso in picogrammi, è il rapporto tra il
valore della concentrazione di emoglobina ed il numero di globuli rossi per mm3.
L’intervallo di riferimento è: 26 - 32 pg (emazie NORMOCROMICHE).
Valori inferiori a 26 pg indicano IPOCROMIA delle emazie, valori superiori a 32 pg
indicano IPERCROMIA delle emazie.
 MCHC
(mean
corpuscolar
hemoglobin
concentration):
espresso
in
percentuale, è il rapporto tra il valore della concentrazione di emoglobina e
l’ematocrito
L’intervallo di riferimento è: 32 - 36 %.
Volume corpuscolare medio (MCV) 
Interpretazione indici eritrocitari
Macrocitica
ipocromica
Macrocitica
normocromica
Macrocitica
ipercromica
Normocitica
ipocromica
Normocitica
normocromica
Normocitica
ipercromica
Microcitica
ipocromica
Microcitica
normocromica
Microcitica
ipercromica
Concentrazione emoglobinica corpuscolare media (MCHC)
STRISCIO DI SANGUE PERIFERICO
 Usato sangue capillare o sangue venoso appena prelevato (event. trattato con EDTA, che
consente per alcune ore una buona conservazione degli elementi figurati).
 Si deposita sul vetrino una piccola goccia di sangue vicino all’estremità destra, vi si appoggia
sopra il margine del vetrino molato (a formare un angolo di circa 30°); si fa scorrere il vetrino
inclinato verso sinistra. Il movimento di scorrimento deve essere piuttosto rapido ed uniforme.
 Si fa asciugare lo striscio all’aria per circa 30’, ma senza farlo essiccare, e si effettua la
colorazione di May Grunwald-Giemsa, che, oltre a colorare, serve per fissare lo striscio: è una
soluzione metilica di blu di metilene (basico) ed eosina (acido);
 La colorazione avviene aggiungendo per 3’ il reattivo di May-Grunwald, facendo cadere sul
vetrino tante gocce di colorante finché sarà coperto completamente. Si aggiunge acqua
distillata direttamente sul liquido colorante e si lascia agire per 1’. Si lava abbondantemente con
acqua distillata. Colorare con reattivo di Giemsa (diluito 1:3 con acqua tamponata) per 15’,
lavare con acqua.
I coloranti acidi, presenti in questa colorazione, colorano la parte basica della cellula,
mentre i coloranti basici colorano la parte acida.
1. Raccolta del campione
2. Preparazione del vetrino
3. Fissaggio con May-Grunwald
4. Colorazione con Giemsa (blu di metilene ed eosina)
5. Montaggio e osservazione
A fine colorazione: gli eritrociti (GR) appariranno in rosa intenso; il nucleo dei leucociti
(GB) dovrà apparire in violetto intenso; i granuli dei granulociti neutrofili in rosa pallido;
quelli dei gran. eosinofili in rosa intenso; quelli dei gran. basofili in bleu.
Esame morfologico dei GR
In uno striscio ben eseguito, i globuli rossi si presentano disposti gli uni accanto agli altri e
appaiono come dischi biconcavi (schiacciati al centro).
Esaminando i GR in uno striscio di sangue si terranno presenti i seguenti caratteri :
dimensioni, forma e colore.
Dimensioni: il valore normale è 7,2 - 7,8 μm
 Se il valore > 7,8 μm : macrociti;
se il valore < 7,2 μm : microciti
 Se in uno striscio prevalgono i microciti o i macrociti, si parla rispettivamente di
microcitosi o macrocitosi
 L’insieme di GR con dimensioni diverse prende il nome di anisocitosi.
Normali
Macrocitosi
Microcitosi
Forma: i globuli rossi devono essere tondeggianti. In molte forme di anemia, accanto a
GR a contorni tondeggianti, se ne trovano altri con forme irregolari (ovoidali, a pera, a
falce, sferica, frammenti globulari, ecc.). Questi GR presentanti forme irregolari
vengono indicati col termine di poichilociti e la loro presenza in uno striscio viene
indicata col termine di poichilocitosi.
Ovalociti
GR a forma di falce
Sferocitosi
Colore: i globuli rossi appaiono di un colore roseo-grigiastro; normalmente presentano
una colorazione più intensa alla periferia, mentre nella parte centrale appaiono meno
colorati. Quelli colorati più intensamente del normale vengono indicati col termine di
ipercromici: questi presentano spesso una colorazione uniforme e in essi non è visibile, o
è molto meno evidente, l’area centrale meno colorata.
I GR meno colorati dei normali sono indicati col termine di ipocromici: l’area centrale
meno colorata è assai più estesa e il globulo rosso appare trasformato in un dischetto
chiaro circondato da un sottile alone colorato in rosa.
ipercromici
ipocromici
cellule a bersaglio
Velocità di eritrosedimentazione (VES)
 La VES è un test di laboratorio che misura la velocità di sedimentazione (in mm/h) degli eritrociti nel plasma in cui
sono sospesi, o meglio misura la distanza percorsa da un eritrocita in una provetta verticale in un determinato
intervallo di tempo;
 La sedimentazione dei globuli rossi dipende dalla loro capacità di aggregarsi, formando i cosiddetti rouleaux,
cioè pile di cellule, che si formano per semplice attrazione delle superfici;
 In condizioni normali, la capacità di aggregarsi è relativamente bassa perché tra i globuli rossi esistono delle
forze di repulsione che li tengono sospesi nel plasma. Se nel sangue aumenta la presenza di globuline o di
fibrinogeno (si riducono le forze di repulsione che allontanano i globuli rossi uno dall'altro ed aumenta la viscosità
plasmatica), i rouleaux si formano più facilmente e, di conseguenza, la VES aumenta.
La formazione degli aggregati dipende dalla forma degli eritrociti e dalla
composizione del plasma
Importanza diagnostica della misura della VES
 Il metodo di determinazione più usato è il Westergren:
campione di sangue con sodio citrato (reso, così,
incoagulabile) lasciato sedimentare per un’ora in una
provetta di vetro lunga 20 cm e di piccolo calibro.
 La misura della VES ha principalmente tre scopi:
 segnalare
la
presenza
di
un
processo
infiammatorio
 controllare il decorso o lo stato di attività di una
malattia
 individuare patologie occulte
 Pur mancando di specificità e di sensibilità, il test è
ancora largamente usato perché economico e di
facile esecuzione. È inoltre utile come test di primo
livello
perché
infiammatori
la
acuti
maggior
e
cronici
parte
e
dei
processi
delle
malattie
neoplastiche si associano ad un aumento della VES.
LEUCOCITOPOIESI
Leucociti:
 Granulociti (Neutrofili, Eosinofili, Basofili)
 Linfociti
 Monociti/Macrofagi
 I globuli bianchi si differenziano dai globuli rossi per il fatto che possiedono un nucleo.
 Effettuata
la
conta
assoluta
dei
GB;
il
conteggio
differenziale
(FORMULA
LEUCOCITARIA) consente di misurare la percentuale di ogni tipo cellulare presente
(non sempre fatto).
 Per effettuare la conta assoluta usate camere di conta (Burker) o contaglobuli
automatizzati; per la conta differenziale il metodo più usato è l’esame al microscopio
dello striscio di sangue.
Intervallo di riferimento GB totali: 4000 - 11000/μl
MEGACARIOCITOPOIESI
 I megacariociti sono i precursori delle piastrine circolanti;
 Le piastrine sono determinanti nell’EMOSTASI, ossia impediscono le emorragie
formando una sorta di tappo sulle lesioni dei capilari e favoriscono la coagulazione
del sangue;
 La proliferazione e la maturazione delle piastrine è regolata da un ormone simile
all’Epo, ossia la TROMBOPOIETINA (TPO).
 Le piastrine circolanti non possiedono il nucleo, perso durante la maturazione; si
colorano in blu chiaro ed hanno numerosi granuli citoplasmatici contenenti
elementi importanti per l’emostasi;
 Il numero di piastrine circolanti è mantenuto in limiti ristretti, regolato da fattori come
la loro massa totale nell’organismo ed il rilascio di TPO;
 In risposta a stimoli adeguati la quantità può aumentare fino a tre volte.
 Il conteggio delle piastrine (PLT) è uno dei parametri dell’emostasi;
 Una diminuzione delle piastrine circolanti (TROMBOCITOPENIA) può essere causato da
un difetto del midollo o da un’emorragia, che però è evidente solo al di sotto delle
40000 piastrine/mm3.
Intervallo di riferimento piastrine: 150.000 – 450.000/μl
Metabolismo del Ferro
 Ogni ml di globuli rossi richiede 1 mg di Fe
 Ogni giorno la richiesta di Fe è di 20-25 mg → 95% riciclato (da eritrociti distrutti nel
turnover cellulare e dal catabolismo dell’emoglobina).
 Il Fe libero è tossico → in deposito legato a proteine (ferritina ed emosiderina)
Assorbimento del ferro
 Avviene a livello gastro-intestinale, con un massimo a livello del duodeno
(favorito dal valore di pH);
 Il livello di assorbimento è variabile: assimilata solo la quantità sufficiente a
coprire le perdite, il resto è eliminato;
 Favoriscono l’assorbimento di ferro non EME: volume ed acidità del succo
gastrico, acido ascorbico, acido citrico (riduzione del metallo a ione
ferroso); ostacolano l’assorbimento di ferro non EME : fibre, polifenoli, tannini,
farmaci antiacido ecc.
Deposito e trasporto del ferro
Circa il 10-20% del ferro corporeo totale è immagazzinato come FERRITINA, presente
essenzialmente nel fegato, nella milza, e nel tessuto eritropoietico. La componente
proteica è data dall’APOFERRITINA e nella cavità interna possono essere immagazzinati
più di 4500 atomi di ferro sotto forma di un complesso polinucleare in associazione con
fosfato. La ferritina del siero (Ferritinemia) si ritrova in concentrazioni molto basse (20280 μg/l), dimostrando di essere un ottimo indicatore delle riserve di ferro nei tessuti:
valori molto elevati sono indicazione di un sovraccarico di ferro (leucemia, neoplasie,
emocromatosi…), valori molto bassi indicano deplezione delle riserve di ferro (anemia
sideropenica, deficit nutrizionali, emorragie, gravidanza,......).
Anche l’emosiderina è una proteina di deposito del ferro: deriva dalla ferritina, che ha
subito parziale ‘digestione’, e composta da materiale glucidico, proteico e lipidico;
presente come complessi insolubili nelle cellule del SRE, più difficilmente mobilizzabili.
 Il ferro assunto nella mucosa intestinale è trasferito al sangue, dove si lega ad una
proteina di trasporto, la TRANSFERRINA (Tf), una β-globulina plasmatica sintetizzata
dal fegato che presenta due siti per la captazione degli ioni ferrici, alle estremità Ne C- terminali
 Si lega a recettori di membrana specifici (TfR) sui precursori degli eritrociti e cede loro
il ferro necessario per la sintesi dell’eme nei mitocondri.
 Normalmente nel sangue 1/9 di tutta la transferrina è saturata in entrambi i siti di
legame, i 4/9 in uno dei due siti e i restanti 4/9 presentano siti insaturi (fondamentali
per la captazione del ferro libero).
 La sua sintesi avviene con una velocità inversamente proporzionale alle scorte di
ferro. Di conseguenza la concentrazione di transferrina plasmatica tende ad
aumentare in caso di sideropenia.
 (Transferrinemia: 240-380 mg/dl)
Deposito
Produzione GR
Valutazione di laboratorio dello stato del ferro
1. Striscio di sangue periferico
ANEMIA MICROCITICA
IPOCROMICA DA
CARENZA DI FERRO
Notare le piccole cellule con un stretto bordo di emoglobina situato in zona
periferica, in contrasto con le sporadiche cellule completamente colorate
(emoglobinizzate) derivanti da sangue appena trasfuso nel paziente
2. Ferro nel siero (SIDEREMIA)
 Ferro non legato all’emoglobina, misurato con metodo colorimetrico e spesso in
abbinamento con la Capacità Totale di Legare il Ferro.
 Essendo la quota di ferro libero nel sangue trascurabile (perché tossico), la sideremia
di fatto misura il ferro legato alla transferrina: la quota di transferrina legata coincide
con il valore della sideremia.
 Effettuata al mattino, dopo digiuno di 12 ore e dopo sospensione di trattamenti
farmacologici a base di ferro per 12-24 ore.
 Aspetti patologici: si ha diminuzione di ferro nelle infezioni croniche e nei tumori
maligni; si ha aumento nell’avvelenamento da ferro, nell’emolisi intravascolare, nella
necrosi epatica, nell’anemia perniciosa e nell’emocromatosi.
3. Capacità Totale di Legare il Ferro (TIBC)
 Misura la capacità delle proteine plasmatiche di legare il ferro: è una misura indiretta
della transferrina (TRANSFERRINEMIA).
 Dopo aver aggiunto un eccesso di Fe3+, per saturare tutti i siti leganti della transferrina,
e aver lavato via l’eccesso, si determina, con metodo colorimetrico, la quantità di
ferro capace di saturare al 100% la transferrina plasmatica.
Valori di riferimento: 250-450 μg/dl
 Aumento in caso di carenza di ferro, in caso di danno epatico acuto ed in
gravidanza, diminuzione in emocromatosi, in cirrosi del fegato, in sovraccarico di
ferro, in malattie croniche e in casi di malnutrizione
4. Saturazione della Transferrina
Percentuale di saturazione :
Sideremia
x 100
TIBC
Valori di riferimento: 20-50 %
 Aumento in caso di anemia sideroblastica, nell’avvelenamento da ferro, nell’emolisi
cardiovascolare e nell’emocromatosi, mentre si ha diminuzione in caso di carenza di
ferro e in malattie croniche.
5. Ferritina sierica (FERRITINEMIA)
 La ferritina presente nel plasma, in una concentrazione molto bassa, è in equilibrio
con quella presente nei tessuti → buon indicatore dei depositi di ferro.
 Misurata con tecniche IRMA o ELISA;
 Valori di riferimento: 20-250 μg/l per l’uomo e 10-200 μg/l per la donna e i bambini;
 Utile per distinguere anemie microcitiche ipocromiche causate da carenza di ferro
da quelle con diversa eziologia (associate a malattie croniche)
 Valori elevati si hanno in processi infiammatori, nelle malattie epatiche, nei tumori
maligni; valori bassi (<10 μg/l) si hanno in caso di carenze di ferro.
ANEMIE
Definizione: Riduzione quantità Hb circolante negli eritrociti del sangue periferico
I valori della concentrazione di Hb devono essere inferiori a:

11 g/dl per i bambini e in gravidanza

12 g/dl per donne

13 g/dl per i maschi
Per convenzione si considera la concentrazione di Hb supponendo che il volume
ematico rimanga costante. Ciò non avviene in alcune situazioni cliniche:
 Emorragia acuta
 Gravidanza (> volume plasmatico)
 Ritenzione idrica
Esami di laboratorio di routine nella diagnosi dell’anemia
1. Esame Emocromocitometrico
2. Indicatori metabolismo Ferro
3. Conteggio Reticolociti
4. Striscio sangue periferico (esame morfologia eritrocitaria)
5. Bilirubina
6. LDH
1.
Esame Emocromocitometrico
Comprende:
 Conta globuli rossi, globuli bianchi e formula leucocitaria, piastrine
 Dosaggio Hb, Ht
2.
Indicatori metabolismo del ferro
 Sideremia: ferro plasmatico
Valori di riferimento: ~50-150 μg/dl
 Transferrinemia plasmatica: espressa come TIBC (“capacità totale di legare il ferro”), dà la
misura di ferro che la transferrina del plasma è in grado di legare. Valori riferimento: 250 - 450
μg/dl
 Saturazione transferrinica (%): rapporto percentuale fra sideremia e TIBC Valori riferimento: 20 -
50%
 Ferritina plasmatica: è in equilibrio con la Ferritina dei depositi; ci dà un’indicazione sulle riserve di
ferro che possono venire mobilizzate per la sintesi dell’Hb Valori riferimento: 20-250 μg/l uomini,
10-200 μg/l donne
5.
Bilirubina
 La bilirubina è un prodotto del catabolismo dell'emoglobina; è un pigmento di
colore giallo-rossastro;
 Proviene per l’80% dalla distruzione di globuli rossi senescenti nel SRE e per il 20% dal
catabolismo di emoproteine (mioglobina, citocromi, catalasi);
 L'emoglobina contenuta nei GR viene catabolizzata e l'eme che viene liberato
viene convertito nel SRE in biliverdina, grazie all’eme-ossigenasi, con distacco del
ferro e della globina:
HO-1
BVR
Bilirubina
EME
Biliverdina
 La biliverdina diventa bilirubina grazie all’enzima biliverdina-reduttasi. Questa è la
bilirubina non coniugata (o indiretta), è insolubile e quindi per essere trasportata
all'interno del sangue deve essere legata ad una proteina sierica prodotta dal
fegato, l'albumina.
 All’interno delle cellule epatiche si distacca dall'albumina e viene coniugata con
acido glucuronico con formazione della bilirubina diretta o coniugata.
Nelle patologie in cui viene distrutta troppa emoglobina oppure l'eliminazione di
bilirubina non funziona bene, quest’ultima si accumula nel sangue e nel corpo →
IPERBILIRUBINEMIA = ITTERO
Si possono distinguerne diverse forme:
a) ittero emolitico, dovuto ad elevata distruzione di globuli rossi (anemie ereditarie,
quali la talassemia, anemie tossiche e immunologiche, incompatibilità fra sangue
materno e fetale). In questo tipo di ittero aumenta principalmente o esclusivamente
la frazione libera della bilirubina, ovvero l’ indiretta.
b) ittero da alterazione di escrezione della bilirubina da parte del fegato (epatiti virali,
tossiche o dismetaboliche, cirrosi, cancro);
c) ittero da stasi di bile (ostruzioni delle vie biliari intra o extraepatiche, da calcoli,
restringimenti e compressioni);
Valori di riferimento nel siero:
Bilirubina Totale: 0,3 -1,1 mg/dl
Bilirubina Diretta: 0 - 0,4 mg/dl
Bilirubina Indiretta: 0,3-1 mg/dl
Classificazione anemie
Diversi sono i criteri i base ai quali si possono classificare varie forme di anemia:
1. Sulla base del contenuto di emoglobina, l’anemia può essere IPOCROMICA o
NORMOCROMICA;
2. Sulla base delle dimensioni degli eritrociti può essere NORMOCITICA, MICROCITICA
o MACROCITICA;
3. Su base fisiopatologica, che relaziona le anemie ai diversi meccanismi che le
determinano, che sono principalmente di due tipi:
 INSUFFICIENTE PRODUZIONE MIDOLLARE, cui si associa un numero normale o
ridotto di reticolociti (ANEMIE NORMO-IPORIGENERATIVE).
 ANOMALIE DEL SANGUE CIRCOLANTE, CON PERDITA O DISTRUZIONE DI
EMAZIE CIRCOLANTI (numero reticolociti normale o aumentato) (ANEMIE
RIGENERATIVE).
Per un primo, iniziale orientamento, dunque, si effettua un emocromo, da cui, oltre al
dosaggio di emoglobina, si valuta il valore dell’MCV, mediante il quale si possono
classificare le anemie così:
ANEMIE MICROCITICHE NORMO-IPORIGENERATIVE
MCV < 80 fl e numero assoluto reticolociti normale o basso
 Anemia sideropenica
 Talassemia
 Anemie associate a malattie croniche
 Anemia sideroblastica
Sono tutte associate a sintesi
emoglobinica anomala o
ridotta
Anemia sideropenica
Causata da carenza di ferro, è l’anemia più frequente in assoluto. È dovuta allo squilibrio
tra le esigenze di ferro per la sintesi di Hb e la disponibilità presente nei depositi. Il midollo,
così, non riesce a produrre emazie sufficienti né a dotarle di una sufficiente quantità di
Hb e s’instaura un’anemia ipocromica e microcitica.
Le cause della carenza di ferro possono essere:
 Gravidanze;
 Emorragie digestive occulte (ulcera peptica, tumori intestinali, malattie infiammatorie
croniche intestinali, varici esofagee);
 Malassorbimento (gastrectomia totale o parziale, celiachia);
 Scarso apporto alimentare (dieta esclusivamente vegetariana, lattanti con dieta
esclusivamente lattea)
Talassemie (EMOGLOBINOPATIE)
Le talassemie (ANEMIA MEDITERRANEA) sono un gruppo eterogeneo di emopatie ereditarie
recessive, caratterizzate dalla RIDOTTA O ASSENTE SINTESI dell'emoglobina (ipocromia).
Ridotta sintesi catene α → α -TALASSEMIE
Ridotta sintesi catene β → β -TALASSEMIE
α -TALASSEMIE
Malattia ereditaria autosomica recessiva e che si manifesta fenotipicamente con vari
livelli di patologia ematologica. Infatti, in ogni cromosoma 16 si trovano due geni
globinici, quindi ogni individuo possiede 4 geni
α;
α-
la gravità della malattia varia in
base al numero di geni deleti.
 α0-talassemie: sintesi α -catene soppressa
 α +-talassemie: sintesi α -catene ridotta
1. Delezione un gene = Portatore silente
2. Delezione due geni= Talassemia minor (tratto talassemico)
3. Delezione tre geni = Malattia da HbH
4. Delezione quattro geni = Idrope fetale placentare
Genotipo
fenotipo
Hb Bart
Emoglobina
/
Normal
---
Normal
/-
Silent carrier
---
Normal
/- - or
-/-
-thal. trait
2-10% in newborn
Mild hypochromic anemia.
-/--
Hb H disease
20-40% newborn;
5-40% Hb H in adults
Hemolytic disease; ineff.
erythropoiesis
--/--
Hydrops fetalis
~100% in cord blood
Stillborn, anemic
macerated fetus.
β -TALASSEMIE
In ogni cromosoma 11 c’è un locus β-globinico, quindi gli individui eterozigoti avranno
un gene normale ed uno alterato, mentre gli omozigoti avranno entrambi i geni alterati
 β0-talassemie: sintesi β -catene soppressa (Talassemia Major, Morbo di Cooley o
anemia mediterranea)
 β +-talassemie: sintesi β -catene ridotta (Talassemia Minor)
Non è evidenziabile immediatamente alla nascita (HbF, α2γ2); verso i 3-6 mesi si
manifesterà eritropoiesi inefficace causata da emolisi intramidollare
Genotype
Phenotype
Hematologic Findings
Heterozygote
(/)
Silent carrier or
thalassemia minima
Normal
Heterozygote
(/ or /)
Thalassemia minor
Mild hypochromic anemia.
Homozygote or
compd hetero.
(/)
Thalassemia intermedia
Moderate hemolytic anemia
& ineffective erythropoiesis
Homozygote or
compd hetero.
(/)
Thalassemia major
Severe hemolytic anemia &
ineffective erythropoiesis
Anemie associate a malattie croniche
Malattie croniche, come infezioni croniche (tubercolosi, malaria), processi infiammatori
cronici (artrite reumatoide, morbo di Crohn, collagenopatie), tumori maligni, sono
caratterizzate da anemia microcitica ipocromica e non vanno per questo confuse con
anemie da carenza di ferro: il difetto di base è un’inefficiente utilizzazione del ferro per
l’eritropoiesi.
Anemie sideroblastiche
Gruppo eterogeneo di disordini eritrocitari che presentano difettosa sintesi dell’EME da
parte degli eritroblasti.
DIAGNOSI DI LABORATORIO:

Anemia IPOCROMICA MICROCITICA

Presenza nel midollo di sideroblasti ad anello nel midollo (eritroblasti abnormi in cui il ferro non emoglobinico si
distribuisce in granuli disposti ad anello in zona perinucleare) → necessità di esame al microscopio

Sono sia congenite che acquisite;

> Sideremia, Saturazione Transferrinica,Ferritina
ANEMIE MACROCITICHE NORMO-IPORIGENERATIVE
MCV >100 fl e numero assoluto reticolociti normale o basso
ANEMIE MEGALOBLASTICHE
 Alterata sintesi del DNA → Nucleo ridotto rispetto al citoplasma
Dovute a carenze di fattori alimentari (vitamina B12 e/o folati) o di costituenti fisiologici
(Fattore Intrinseco) o alla presenza di anticorpi diretti contro il fattore intrinseco
Anemia perniciosa
 Forma anemica dovuta a carenza di vitamina B12, conseguente a mancata secrezione da parte
delle cellule parietali dello stomaco del fattore intrinseco (per azione di autoanticorpi anti-FI);
 Si manifesta con il tipico quadro ematologico dell’anemia macrocitica megaloblastica,
accompagnato da lesioni neurologiche e dell’epitelio del tubo gastroenterico;
Numerosi farmaci possono indurre anemia megaloblastica, ed alcuni interferiscono con
il metabolismo dei folati: il metotrexato ed il trimetoprim inibiscono l’enzima reduttasi che
dà luogo alla forma attiva dell’acido folico; altri farmaci, come gli antiepilettici, i
barbiturici, i contraccettivi orali inibiscono l’assorbimento dei folati.
ANEMIE NORMOCITICHE IPORIGENERATIVE
Sono anemie in cui si ha una riduzione quantitativa del tessuto midollare, o per
diminuzione del numero assoluto di cellule staminali o per la presenza di cellule staminali
anormali. Tali alterazioni coinvolgono non solo la linea eritroide, ma anche le altre linee,
potendo quindi generare:
 Eritrocitopenia
 Leucopenia
PANCITOPENIA
 Trombocitopenia
Anemia aplastica, Sostituzione midollare, Anemia refrattaria (sindromi mielodisplastiche)
ANEMIE IPER-RIGENERATIVE
Sono anemie dovute a cause che risiedono nel sangue circolante e si rende evidente
con la PERDITA o DISTRUZIONE DELLE EMAZIE CIRCOLANTI:
 ANEMIE EMORRAGICHE ACUTE
 ANEMIE EMOLITICHE
E’ semplice distinguere tra le due situazioni, poiché il sanguinamento è manifesto (a
meno di un sanguinamento interno) o i reperti di laboratorio indicano chiara emolisi
(aumento di LDH e di bilirubina e diminuzione di aptoglobina). L’aumento dei
reticolociti è quasi sempre presente in entrambi i casi.
Anemia da emorragia
Nelle anemie dovuta a emorragia (la risposta eritropoietica impiega circa una
settimana per compensare la perdita di sangue; al contrario, si instaurano in poche ore
trombocitopoiesi e leucocitopoiesi), in genere normocromiche e normocitiche, si
verifica anossia tissutale che, a livello renale, entro 6-7 ore dall’evento causa un
incremento di Epo che stimola l’eritropoiesi, che dopo 24-48 h si manifesta con
l’aumento del numero di reticolociti circolanti.
Se il sangue si riversa nelle cavità corporee o nei tessuti molli (invece che all’esterno), le
cellule e l’emoglobina devono essere degradate: ciò provoca aumentati livelli ematici
di urea e di bilirubina
Anemie emolitiche
Sono anemie dovute alla breve sopravvivenza delle emazie in circolo, dovute a :
 Difetti intracorpuscolari (intrinseci)
 Difetti extracorpuscolari (estrinseci)
Il grado e la severità dell’anemia dipendono, ovviamente, dalla velocità con cui
vengono distrutti gli eritrociti circolanti e dalla capacità del midollo di compensare tale
perdita
Anemie emolitiche da difetti intracorpuscolari
 Alterazioni membrana eritrocitaria
 Alterazioni da deficit enzimatici
 Alterazioni qualitative Hb (emoglobinopatie)
 Sindromi talassemiche (già viste)
Alterazioni membrana eritrocitaria
Importanza del mantenimento dell’integrità strutturale della membrana eritrocitaria,
che deve resistere alle forze meccaniche che tendono a deformarla durante il
passaggio attraverso i capillari: per resistere a tali forze ed allo stress osmotico, la
membrana DEVE ESSERE DEFORMABILE
→ importante il ruolo delle proteine
dello
scheletro (spec. spectrina, actina);
Deficit molecolari a carico di proteine dello scheletro di membrana provocano perdita
di frammenti della membrana stessa, con diminuzione del rapporto superficie/volume e
aumento di sensibilità cellulare alla lisi osmotica → SFEROCITOSI, ELLISSOCITOSI,
STOMATOCITOSI ecc
Difetti ereditari di enzimi eritrocitari
La presenza di enzimopatie può essere associata ad alterazioni del metabolismo
cellulare degli eritrociti, che può comportare una riduzione della sua vita media. Sono
molto rare, ad eccezione del deficit di GLUCOSIO - 6-FOSFATO DEIDROGENASI (G6PDH)
Il G6PDH, enzima della prima tappa della via dei pentoso-fosfati, è il solo mezzo per
produrre NADPH nell’eritrocita; il NADPH consente agli eritrociti di resistere agli stress
ossidativi (mediante produzione di GSH), ed un suo deficit impedisce ai GR di
neutralizzare i fattori ossidanti, i quali provocano denaturazione ossidativa di molte
proteine, compresa l’emoglobina che si distaccherà dalla membrana eritrocitaria
precipitando come corpi di Heinz.
Emoglobinopatie
Le varianti strutturali delle catene emoglobiniche possono determinare emolisi;
l’emoglobina patologica più nota e comune è l’emoglobina S (sickle, falce), in cui
l’acido glutammico (idrofilico) in posizione 6 della catena β è sostituito da un residuo
neutro di valina (idrofobico).
Possono essere, tuttavia, presenti anche numerose altre sostituzioni, più o meno influenti
sulle condizioni cliniche, anche in altre catene emoglobiniche (che daranno HbC,HbD,
ecc), che danno origine a più di 600 varianti strutturali e funzionali note a tutt’oggi.
La presenza dell’emoglobina S (HbS) dà origine alle SINDROMI FALCEMICHE: eterozigosi
AS, omozigosi SS, emoglobinopatia SC, talasso-drepanocitosi.
Anemia Falciforme (drepanocitica)
 Ne sono affetti soggetti in omozigosi per l’emoglobina S (SS). Il particolare aspetto a
“falce” degli eritrociti è determinato dalla formazione di complessi proteici che si
formano quando l’Hb è deossigenata: le catene proteiche assumono una
conformazione
tale
da
essere
perfettamente
impilabili
determinando la formazione di lunghi filamenti insolubili
le
une
alle
altre,
(fibrille emoglobiniche:
tactoidi)ad alte concentrazioni.
 Gli eritrociti diventano, così, poco flessibili e deformabili, poco resistenti a forze
meccaniche ed osmotiche, per cui vanno incontro a emolisi intravasale (vita
ridotta).
 L’anemia emolitica è di gravità variabile, dura tutta la vita, e le evidenze cliniche
sono sicuramente aumentata emolisi, aplasia midollare e dolorose occlusioni
vascolari (crisi infartuali).
Altre varianti:

HbC: (in catena β, acido glutammico in posizione 6 sostituito da lisina) poco solubile, ma cristalli
di HbC si sciolgono e gli eritrociti si trasformano in eritrociti a bersaglio o microsferociti

HbE: (in catena β, la lisina sostituisce l’acido glutammico in posizione 26): < sintesi catene
globiniche per cui il gene HbE determina anomalia strutturale con fenotipo Talassemico.

HbD, E-beta-talassemia (HbE-βT), Emoglobine m, Metaemoglobinemia
 Esame dello striscio di sangue periferico:
 Necessaria l’elettroforesi delle emoglobine per dimostrare la presenza o meno di
emoglobine anomale:
WIKIPEDIA!!!!!
Anemie emolitiche da difetti extracorpuscolari
Le anemie emolitiche da difetti estrinseci sono classificabili:
 Anemie non immunoemolitiche
 Anemie immunoemolitiche (mediate da anticorpi)
Anemie non immunoemolitiche
Il tempo di vita degli eritrociti può diminuire se subiscono attacchi da parte di agenti
fisici, chimici, meccanici, da parte di radiazioni, calore, enzimi, tossine ecc.
 Anemia emolitica da cause cardiache: (protesi valvolari, difetti intracardiaci, stenosi
valvolare aortica): in questi casi si ha flusso ematico turbolento e danno meccanico
alle emazie = emolisi.
 Anemia emolitica con depositi di fibrina: caratterizzata da emolisi quando gli eritrociti
urtano contro la fibrina depositata nei vasi.
 Ipersplenismo: la milza, che normalmente distrugge i GR invecchiati, se subisce un
aumento di volume (causato da malattie epatiche, leucemie, linfomi, ecc), provoca
un aumento della distruzione eritrocitaria, anche di cellule normali.
 Anemia emolitica nelle infezioni:
1.Bartonellosi (il batterio aderisce alla membrana eritrocitaria)
2.Malaria (Plasmodium entra direttamente nel globulo rosso)
Inoltre : Veleno di serpente
Puntura di insetti
Metalli
Temperatura > 47- 49 °C
Anemie immunoemolitiche
Dovute alla presenza di anticorpi anti-eritrociti (γ-globuline), diretti contro antigeni della
membrana eritrocitaria. E’ possibile la presenza di alloanticorpi o autoanticorpi.
Alloanticorpi:
Ab prodotti da un individuo contro antigeni eritrocitari di soggetti di specie omologa,
ma geneticamente diversi dal soggetto che ha prodotto gli Ab: ciò accade, ad es., in
seguito a: trasfusione sangue incompatibile o ancora per incompatibilità maternofetale: Malattia Emolitica del Neonato, MEN)
Autoanticorpi: Ab prodotti da un individuo contro determinanti antigenici dei suoi stessi
globuli rossi, che determinano un minore tempo di vita degli eritrociti. Le cause per le
quali ciò avviene non sono chiare.
In molti casi sono proprio i farmaci ad indurre la produzione di autoanticorpi o a legarsi
ad anticorpi formando complessi che si legano alla superficie degli eritrociti, cui segue
l’attivazione del complemento e lisi cellulare.
2 MECCANISMI:
Oltre alle forme da farmaci, le anemie emolitiche autoimmuni possono essere
classificate su caratteristiche specifiche degli anticorpi, che mostrano una certa
eterogeneità:
 Auto Ab Caldi: presentano optimum attività a temperature > 30°Cper legarsi alle
emazie. Al 90% sono IgG; definiti anche Ab Incompleti poiché non sono in grado di
formare legami intercellulari e produrre, quindi, agglutinazione.
 Auto Ab Freddi (crioagglutinine): presentano optimum attività a 0-4°C e comunque
agiscono a temperatura < rispetto quella corporea, perché il potere agglutinante
diminuisce con l’aumentare della temperatura. Sono di tipo IgM (Ab Completi, in
grado, quindi, di provocare agglutinazione)
Un paziente con il sospetto di anemia emolitica autoimmune è valutato prima di tutto
con il TEST DI COOMBS, diretto e indiretto.
TEST DI COOMBS DIRETTO
Consente l’accertamento della presenza di anticorpi incompleti ADESI ALLA SUPERFICIE DEI
GR. Se, aggiungendo alle emazie del paziente il siero di Coombs, (contenente antiglobuline
umane) si osserva il fenomeno dell'agglutinazione, il test è positivo; se non agglutinano, il test
è negativo.
La modalità diretta è utilizzata nella diagnosi della MEN (Malattia emolitica del neonato),
delle MEA (Malattie emolitiche autoimmuni), per la visualizzazione delle reazioni trasfusionali (a
causa del legame dei GR del donatore con anticorpi presenti in circolo nel ricevente) e nelle
anemie immuno-mediate, legate all’assunzione di farmaci).
TEST DI COOMBS INDIRETTO
Consente l’accertamento della presenza di anticorpi incompleti PRESENTI NEL SIERO. L'esame
avviene prelevando del siero al paziente, che viene messo a contatto con emazie normali, in cui
siano noti gli antigeni presenti sulla membrana. Se, aggiungendo il siero di Coombs, avviene la
reazione di agglutinazione, il test è positivo, cioè nel siero sono presenti gli anticorpi in esame.
Il test di Coombs indiretto è uno dei tanti esami previsti in gravidanza o per la valutazione della
compatibilità pre-trasfusionale (si ricorda che la trasfusione del sangue può essere effettuata
soltanto tra gruppi sanguigni compatibili fra loro); una positività del test di Coombs quando viene
fatto reagire il siero del soggetto che deve essere trasfuso con gli eritrociti del sangue da trasfondere
mette in evidenza l'incompatibilità di quest'ultimo alla trasfusione.
Ad es., al siero della madre (con eventuali
anticorpi anti-D) si aggiunge il sangue del
feto e quindi il siero di Coombs. La positività
del test (presenza di agglutinazione) significa
che sono presenti gli anticorpi anti-D. (il
neonato
può
essere
exsanguinotrasfusione
con
curato
con
sangue
negativo, il feto con trasfusioni intrauterine)
Rh
Diagnosi di laboratorio in Anemia Emolitiche
 Reticolocitosi
 Iperbilirubinemia indiretta
 Urobilinogeno urinario e fecale aumentato
 Ipersideremia
 Aptoglobina diminuita
 Emopessina diminuita
 Presenza di Metaemalbumina
 Emoglobinemia ed emoglobinuria
 Test di COOMBS positivo