Donne, sesso e potere - Newsletter di Sociologia

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Donne, sesso e potere - Newsletter di Sociologia
Donne, sesso e potere
Giovedì 17 Febbraio 2011
Riflessioni sul nesso “Donne, sesso e potere”
di Chiara Cau
1. Perché è importante questo tema
In questi giorni è tornato alla ribalta il tema dei giochi di potere attuati dagli uomini
nei confronti delle donne. Come nella sessualità, anche in politica vengono
utilizzate delle strategie sottili per prevaricare la donna. Il cosiddetto “soffitto di
cristallo
” (gl
ass ceiling
) fa riferimento ad una barriera invisibile che impedisce alle donne di ricoprire
posti di vertice. Oltre a tale fenomeno verticale, esiste un fenomeno orizzontale
detto “
pavimento di pece
”(
sticky floor
), che rende difficile alle donne spostarsi in territori da sempre riservati agli uomini.
Si parla anche di sessismo ostile, che consiste in forme esplicite di rifiuto del
mondo femminile sia nel mondo politico sia nel mondo lavorativo, e di sessismo
benevolo, invisibile. Quest’ultimo viene attuato attraverso, ad esempio, il
prolungamento eccessivo delle riunioni serali, il ricorso a forme di mobbing
psicologico come battute e pettegolezzi, la messa in atto di comportamenti
oppositivi verso le colleghe che occupano delle posizioni di leadership, ecc.
Vediamo come sia tutto il sistema che, alla base, cerca di bloccare i tentativi delle
donne che vogliono intraprendere una carriera politica.
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Anche la televisione contribuisce a diffondere e rendere “normali” immagini
femminili che prestano il loro corpo per essere umiliate, ridotte ad oggetti, come
fingere di fare le gambe di un tavolo, essere derise e chiamate “stupide” dai
presentatori. Vediamo donne che, per essere trattate alla pari, si comportano loro
stesse come uomini umiliando altre donne, o donne che, per entrare nel mondo
dello spettacolo, si prestano alla messa in mostra del loro corpo, a sculettare con
addosso qualcosa di assomigliante ad un bikini e a tacere, come se fosse l’unica
cosa che sanno fare. Donne che, per sentirsi belle e sicure di sé, rinunciano a
mostrare il proprio vero viso, sottoponendolo a ripetute operazioni chirurgiche.
Donne che per lavorare nella pubblicità, vengono appese al soffitto al posto del
prosciutto. Di tutto questo si parla nel documentario “Il corpo delle donne”
(http://www.ilcorpodelledonne.net/?page_id=89). Delle forme celate che il sistema
mediatico utilizza per rappresentarele donne come strumento della soddisfazione
maschile, per tenerle a disposizione degli uomini. Insomma, per sottometterle.
Allora insieme ad alcune studentesse, ci siamo chieste: dove è andato a finire
quel prezioso principio di giustizia tramandato da Kant: “Agisci in modo da
trattare l'uomo così in te come negli altri sempre anche come fine, non mai
solo come mezzo
”?
2. Un incontro all’Università di Torino
L’incontro organizzato dal CIRSDe a Palazzo Nuovo l’8 Febbraio sul
tema “Donne, sesso, potere. Voci dall’università” (1) ci è sembrato
un’occasione per riflettere sul cammino che noi donne e uomini
possiamo fare tutte/i assieme, in termini di solidarietà e confronto
aperto, a scuola, per le strade o nelle piazze, per far nascere, pian
piano, una nuova immagine della figura femminile in Italia.
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Sono stati passati in rassegna vari temi. Osserviamone alcuni.
Prima di tutto, si è parlato della concezione della donna come oggetto
di desiderio
. Troppo spesso, sia nei giornali, sia nella televisione, vediamo
raffigurata una donna identificata solo e soltanto con il suo corpo, un
oggetto da mettere a disposizione degli uomini.
Ci siamo soffermate anche sul differente stato delle donne in Italia e nel
resto dell’Europa. Le donne italiane medie hanno una situazione non
paritaria con le donne del resto Europa. Ad esempio, nel lavoro, le
donne italiane guadagnano il 20 o 30 % degli uomini. Inoltre, le donne
che lavorano di più hanno minori possibilità di avere figli, a differenza
delle donne di altri paesi dell’Europa dove, al contrario, proprio quelle
che lavorano di più hanno più figli. Questo perché in Italia mancano i
servizi che consentono alle donne di conciliare la doppia presenza:
mancanza di servizi dovuta ad un’assenza della domanda, che conduce
alla mancanza dell’offerta. Si tratta di un circolo vizioso che, per essere
risolto, andrebbe modificato alla base, incentivando la richiesta di
servizi fondamentali come ambulatori ginecologici, asili nido, ecc.
Un altro aspetto di sostanziale differenza tra le donne italiane e quelle
di altri paesi d’Europa è il problema degli esiti economici del divorzio.
Esiste una scarsa tutela anche in questo ambito, di conseguenza anche
i figli risultano soffrire di più.
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In seguito si è discusso della domanda e offerta di corpi anche in
termini più economici, e del nesso tra potere economico e potere
culturale (2).
A questa questione si lega il dibattito sull’attuale concezione della
sessualità maschile secondo un modello “idraulico”. La psicologia del
senso comune ha diffuso l’idea che l’uomo sia dominato da un
desiderio sessuale irrefrenabile, per natura. A questo proposito, si è
parlato di “naturalizzazione del desiderio maschile”. Ciò implica che
l’uomo, per forza di cose, debba “sfogarsi sessualmente”, perché “è
fatto così”. Questa teoria viene troppo spesso utilizzata per legittimare il
potere e la violenza dell’uomo nei confronti della donna. Talvolta, anche
lo stupro viene giustificato mediante opinioni come “lei l’ha provocato”. I
commenti, gli sguardi invadenti che tanti uomini rivolgono alle donne
che incontrano anche solo per strada, sono legittimati da concezione
dell’identità maschile che vuole l’uomo sempre eccitato, “per natura”. In
caso contrario, non viene considerato un uomo. La donna, invece,
viene descritta attraverso una sessualità più complessa, legata ai
significati attribuiti alla relazione e al sesso.
A tale proposito, le partecipanti all’incontro si sono chieste se la
sessualità possa diventare un terreno di scambio, dove le diverse
concezioni, più maschili o più femminili, della sfera sessuale, possano
entrare in relazione. Invertendo la logica comune della “debolezza
femminile”, ci siamo interrogate su un possibile arricchimento della
sessualità maschile proprio a partire da quella femminile, per lungo
tempo negata e invisibile, e oggi invece maggiormente oggetto di
trasformazioni e riflessioni. Il confronto con concezioni “più femminili”
del sesso potrebbe muovere verso l’idea di sesso come cammino per
conoscersi, da poter vivere in un’ottica più ampia, includendo emozioni,
sensazioni, sorrisi, pianti, legami, significati e un’idea dell’eccitazione
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che va ben al di là di quella che ci siamo costruiti culturalmente?
Questo rovesciamento di prospettiva potrebbe anche aiutare a superare
alcune conseguenze psicologiche della concezione “idraulica” di
sessualità maschile; ad esempio uscendo dalla logica che etichetta le
prestazioni sessuali non conformi ad uno standard culturalmente
idealizzato come espressione di una mancanza di virilità e debolezza.
Questa visione del desiderio maschile non nuoce solo alla donna,
legittimando asimmetrie di potere tra i sessi appunto, ma anche
all’uomo, il quale, se trasgredisce alle norme, viene meno alle
prescrizioni dell’identità maschile.
Abbiamo anche discusso del fatto che, alcune volte, sono le donne
stesse ad adattarsi ad un sistema che richiede loro di rendersi
disponibili e desideranti. Accettare il sistema o meno dipende dalla
storia di vita di ogni donna, dal grado d’istruzione e di conoscenza, da
un ambiente protettivo o meno, dalle scelte “obbligate” (v. le straniere,
le quali risultano doppiamente svantaggiate dal punto di vista
occupazionale, possono scegliere tra meno opzioni, e rischiano
maggiormente di inserirsi nelle “nicchie” occupazionali del mercato della
cura, come badanti o prostitute) e dalla consapevolezza della
strumentalizzazione che viene fatta del nostro corpo.
Non si tratta di mettere in atto una guerra di donne contro donne, come
alcuni commentatori hanno ipotizzato in merito alla manifestazione del
13 febbraio, piuttosto di rendersi conto quanto una scelta o uno stile di
vita possa andare a legittimare un sistema fortemente asimmetrico nei
confronti delle donne, che non dà loro la possibilità di mostrare le
proprie abilità, la propria capacità di amare nel vero senso della parola,
la propria intelligenza. Mediante un’educazione a partire dalle scuole, il
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luogo dell’apprendimento, si può modificare una visione culturale
radicata ormai da tempo. E’ solo parlando, ai bambini ma anche tra
adulti, che possiamo nutrire la speranza di cambiare. Tutto questo solo
attraverso il dialogo.
3. La sessualità femminile e il potere
Il nesso tra sesso e potere è certamente molto complesso. Concludo le
mie riflessioni con alcune note emerse in particolare in seguito alla
partecipazione al corso Psicologia e Psicopatologia dei processi
cognitivi e del comportamento sessuale e alla lettura del testo “C’era
una volta la prima volta” di Fabio Veglia.
La sessualità non sempre si traduce nel luogo d’incontro tra due
persone, ma spesso è proprio all’interno di essa che viene giocata la
lotta spietata per il potere e la violenza dell’uno contro l’altro. “Io non ti
faccio la carezza che vorresti perché tu non la fai a me”, “io te la faccio
solo se tu poi mi lavi i piatti”. Sono modi quotidiani attraverso cui il
sesso viene utilizzato come strumento di dominio sull’altro o per
legittimare un sistema del diritto, invece che quello delle proposte, con il
risultato di fondare l’amore e il matrimonio su un “contratto”.
E’ proprio nell’ambito di una concezione di sessualità (di stampo
costruttivista-evoluzionista) diversa da quella tradizionalmente
freudiana, secondo cui la donna è oggetto del desiderio e mai soggetto
desiderante, che abbiamo pensato di cogliere l’aspetto prettamente
femminile. Secondo la prospettiva che adottiamo, la sessualità si basa
sull’idea che il piacere non può essere utilizzato all’interno di un gioco di
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potere da parte dell’uomo sulla donna, ma è consigliabile ricercarla
attraverso un piacere condiviso nell’intimità, attraverso un incontro,
implicando un rapporto paripatetico tra i partner. E’ una concezione
che, inoltre, invita la donna all’esplorazione del proprio corpo, inclusi gli
organi genitali, soffermandosi sulle sensazioni corporee, emotive,
cognitive, sia a livello visivo sia a livello tattile. E’ un’educazione a
lasciarsi andare completamente al piacere, senza vergognarsi, senza
sentirsi imprigionate da una mentalità ancora oggi castrante per le
donne. Imparare completamente ad essere se stesse.
Secondo tale idea di sessualità, che va oltre la dimensione riproduttiva,
“fare sesso” diventa “costruire un legame” e poi “fare l’amore”. E’
reciprocità e rispetto, in modo da evitare le ferite dell’animo che si
conservano sulla nostra pelle ogni qualvolta giochiamo con il sesso,
permettendo all’altro di accedere solo al nostro corpo.
All’interno di questa ottica, viene dato grande spazio ad un tema
fondamentale, soprattutto per la donna: la masturbazione. La
masturbazione è un’esperienza sanissima per le donne poiché, in
media, impiegano più tempo per conoscere il proprio corpo rispetto agli
uomini, sia perché non hanno un organo genitale a “portata di mano”,
sia perché i tabù della nostra società inducono sensi di colpa per tale
gesto, frutto di una condotta intenzionale (noi donne non entriamo in
contatto con la nostra vagina automaticamente come fanno gli uomini
con il loro pene per urinare).
Infine, possiamo dire che questo è un modo per dare dignità alle donne
anche nella sessualità, la quale non è ricerca di solo piacere, ma
privilegia l’idea di un sesso fatto all’interno di una storia, valorizza non
solo il corpo della persona che stiamo spogliando, ma tutte le
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sensazioni corporee, le emozioni, i pensieri, i significati che colorano
questa meravigliosa esperienza, risultato di un cammino di
apprendimento.
Note:
(1)Iniziativa ideata da : Franca Balsamo, Carmen Belloni, Chiara
Bertone, Valeria Cappellato, Tiziana Caponio, Maria Laura di
Tommaso, Raffaella Ferrero Camoletto, Rosy Musemeci, Manuela
Naldini, Tiziana Nazio, Cristina Solera, Lorenzo Todesco, Paola
Torrioni.
(2)Si veda “Corpo degli altri e domanda di potere”
http://www.econ-pol.unisi.it/blog/?p=1693.
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