lezioni12-13 marzo 2009 specialistica politiche eservizi e…

Transcript

lezioni12-13 marzo 2009 specialistica politiche eservizi e…
Struttura sociale e riproduzione 3, 2009.
1.
Obiettivi del corso:
Acquisire conoscenze di base di tipo sostantivo, analitico e in parte metodologico sull’analisi del corso di
vita come osservatorio del mutamento sociale e individuale.
2. Metodologia di insegnamento: il più possibile interattiva, qualche esercitazione a casa, esempi ed
esercizi in classe
3. Scansione: settimanale
4. Argomenti della prima metà: sistematica (teoria e concetti) del corso di vita e sue applicazioni nella
ricerca nazionale e internazionale
5. Argomenti della seconda metà: risorse e approcci metodologici del corso di vita
6. Argomenti della prima settimana:
I concetti di riproduzione sociale, mutamento sociale, livelli di analisi macro e micro e loro relazioni
1. Lessico
il concetto di RIPRODUZIONE
-
Riproduzione : vocabolo di origine marxiana:
mantenimento della stabilità nei rapporti di produzione (ovvero nell’organizzazione sociale) che
presiedono al processo produttivo
àRiproduzione sociale : l’insieme dei processi attraverso i quali una società mantiene nel tempo i
modelli economici, culturali, i modelli di relazione sociale caratteristici del suo ordine sociale
Sono processi di riproduzione sociale quelli ad esempio inerenti
Il modello demografico dominante
Il modello di produzione economica
La divisione sociale del lavoro
L’organizzazione della famiglia e i modi di socializzazione, la divisione sessuale del lavoro, i ritmi di
vita quotidiana
La divisione sessuale del lavoro
La composizione ( per età, sesso, zona di provenienza, ecc) del mercato del lavoro
Gli stili alimentari, i modelli di salute
2. Declinazioni possibili della riproduzione sociale nei vari ambiti
à invecchiamento
à di declino industriale
à di aumento della partecipazione delle donne sul mercato del lavoro
à nuovi modelli di entrata nella vita adulta,
à Nuovi contratti “di genere” ( gender contract)
à la diffusione dei rischi di povertà legati alla precarietà del lavoro
àcambiamenti dello stile alimentare e dei modelli dello star bene.
Il modo con cui comportamenti individuali e contesti normativi ed economici più ampi contribuiscono a dar
luogo al mutamento oppure lo frenano è oggetto di discussione teorica, nel segno del rifiuto del ridurre il
mutamento ad uno soltanto dei livelli cui si situano e si rendono osservabili i fenomeni sociali e i mutamenti
sociali stessi ( rifiuto del riduzionismo)
Il concetto di Riproduzione complessa (Boudon) indica appunto la complessità del problema. Secondo
Boudon (Dizionario critico di Sociologia) la riproduzione complessa indica la possibilità di tener conto del
ruolo degli attori, pur riconoscendo la complessità dei rapporti tra livello micro e livello macro: per cui può
accadere che se pure gli attori modificano il loro comportamento nel tempo, le modificazioni
microsociologiche da essi introdotte non modificano necessariamente i rapporti a livello macrosociologico.
Esempio: il lavoro di cura quotidiano può distribuirsi in maniera diversa tra i partner, ma poiché ci sono
meno donne che lavorano per il mercato persiste una diseguaglianza di genere nel carico di cura .
Se la classe operaia investe nell’istruzione secondaria, non è detto che le probabilità di mobilità sociale
verso la classe media ne conseguano automaticamente.
( la relazione statistica tra origine sociale e formazione è elevata, ma è elevata anche la relazione
statistica tra origine sociale e tipo di posizione professionale successiva alla formazione).
3. Livelli dell’analisi dei fenomeni sociali: Micro, meso, macro
Livello micro può essere definito quello di scala più piccola dei livelli di analisi della sociologia. Per alcuni
esso identifica il livello del singolo individuo, che non è ulteriormente scomponibile. Per altri si può
applicare il livello micro anche a interazioni di tipo duale o all’analisi delle reti.
Il livello meso può essere definito come il livello intermedio , che cioè si riferisce a contesti di interazione che
contengono unità individuali e che possono essere a loro volta contenute in unità di livello più elevato:
vicinato, famiglia, comunità, classi, ceti, gruppo di lavoro, équipe, classe scolastica coorte di età,
circoscrizione amministrativa, reparto, ecc.
Il livello macro. Si riferisce alla società nel suo insieme o a società locali abbastanza grandi e complesse da
essere “autosufficienti” dal punto di vista delle funzioni sociali essenziali; ovvero a insiemi di relazioni
complesse (sistemi) non direttamente osservabili (il sistema giudiziario, l’università italiana, ecc); ovvero si
può riferire a caratteristiche di popolazioni. Si parla in genere in questo caso di livello aggregato( (il tasso di
disoccupazione dei giovani).
Agli esordi della sociologia il livello di studio è in genere di tipo macro. Oggi lo studio della società avviene
a diversi livelli e dopo un periodo orientato in termini “micro”, anche il livello di tipo macro sta
riprendendo quota” ( su questo dispense seconda.terza settimana
3.1. In termini teorici-àPossiamo parlare di teorie micro e macro sociologiche quando la prospettiva
suggerita da quella teoria si pone stabilmente su uno o l’altro dei livelli di indagine ( es. Il suicidio di
Durkheim o il sistema sociale di Parsons come teorie macrosociologiche; la teoria dell’azione sociale di
Boudon o la teoria dell’interazionismo simbolico come teorie microsociologiche).
3.2. In termini analiticià Possiamo parlare contemporaneamente di livelli micro e macro.Se studio
l’Università italiana posso studiarla da un punto di vista macro (come istituzione che ha certe proprietà: n.
studenti, spese, indirizzi, orientamenti, ecc) e/o utilizzando livelli di osservazione intermedi (le facoltà, i
corsi, le discipline), ovvero studiando gli atteggiamenti dei singoli studenti.
Se studio la famiglia posso studiarla da un punto di vista micro (le interazioni tra generazioni al suo interno)
o dal punto di vista macro (le funzioni che il sistema dell’istruzione le assegna)
àIl livello micro e quello macro possono essere ciascuno rispetto all’altro oggetto di osservazione o fonte di
spiegazione. Il passaggio dal livello macro a quello micro non è semplice.
In ogni caso bisogna sapere a quale livello si pongo le informazioni di cui disponiamo o che ci apprestiamo a
raccogliere
4. Operazioni di Aggregazione/Disaggregazione
4. 1. Secondo la sociologia dell’azione qualsiasi fenomeno aggregato si può scomporre nei termini di azioni
individuali intenzionate e tali da adattarsi a specifiche situazioni.
Qualunque sia la distanza nello spazio e nel tempo che separa l’osservatore dall’attore il primo potrà sempre
comprendere il secondo, ammesso che disponga delle informazioni sufficienti sulle condizioni caratterizzanti
l’ambiente sociale del secondo
4.2 Aggregazione e disaggregazione sono à
operazioni analitiche complesse in cui si cercano
4.3.-di individuare gli effetti generali di comportamenti individuali àaggregazione
4.4.di individuare le conseguenze per le azioni individuali di dati-processi di tipo macrosociologico à
disaggregazione
4.5.La trasposizione tra i due livelli è rischiosa perché talora le relazioni sono prevedibili, talora no e
previsioni alternative sono altrettanto convincenti
a-Che effetto macro deriva, in termini di bilancio tempo dal fatto che i bambini e gli adolescenti guardino
quotidianamente meno televisione ? (tempo dedic ato alla lettura? Tempo dedicato alla socialità? Tempo
dedicato agli sport? diffusione di Internet? )
b-Che effetto macro deriva, in termini di uso dei servizi per l’infanzia (0-3), dal fatto che è aumentata la
quota di donne che lavorano ? (maggior utilizzo, utilizzo costante…)
c- Che effetto micro si esercita sulla vita delle persone dall’aumento della cassa integrazione, in termini di
riduzione del reddito disponibile entro un certo periodo?
d- Che effetto micro si può immaginare derivi dall’aumento de lla criminalità sulla vita quotidiana delle
persone anziane?
4.6.Occorre mettere in conto la possibilità di sequenze che possono trasformare le condizioni iniziali
a-Che effetto ha il deterioramento di una scuola al tempo t, ( fuga degli insegnanti ) al tempo t1 ( fuga degli
allievi ) e al tempo t (…..)?
b-Che effetto ha, nel corso di 7-8- anni la mancanza di medici sulle possibilità di lavoro dei giovani che si
iscriveranno a medicina reagendo a quella mancanza?
5. Le dimensioni macro micro: come sono in rapporto tra loro? ( cfr. anche Olagnero, Vite nel
tempo, pp. 105-108)
( in parte anche in Dimensioni Micro macro e il problema della causalità, pp. 33-36)
5.1.Ipotesi sociostrutturale (Bourdieu) macroàmicro
5.2.Ipotesi dell’azione intenzionale situata in un contesto (Boudon)
M=M (m)S M’ àl’azione micro interviene attivamente adattandosi alla specifica situazione in cui si trova
5.3.Ipotesi della selezione ovvero dell’effetto riducente (meno possibilità/capacità di scelta) creato dalla
influenza delle istituzioni della divisione del lavoro e dagli effetti cumulativi dei percorsi pregressi sulle
azioni del presente . Simile l’ipotesi di forte ipoteca delle decisioni precedenti su decisioni successive
(Henk Becker).
Macro (effetti cumulativ i di scelte istituzionali e decisioni personali nel corso del tempo)à micro (azioni nel
presente) (Mayer, Becker)
5.4.Ipotesi di percorsi incanalati dal passato, ma aperti e direttamente o indirettamente modificati dalle
possibilità create da nuovi eventi e relativi nuovi contesti (Gershuny, Blossfeld) recursività
macroà nuovi eventi e contesti àmicroà??
5.5.Ipotesi di esperienze pregresse di catene di interazione micro che, incorporate nella biografia,
definiscono le opportunità di interazioni successive (Collins)
Macro (prima e altrove)à micro ( qui e ora)
5.6..Ipotesi della circolarità dei nessi tra azione individuale (livello micro) e vincoli strutturali ( livello
macro) (Coleman)
Macroà microà macro
5.7. Ipotesi della tensione (Alheit, Gershuny)
àDa un lato l’azione è guidata da modelli di sviluppo sociale già dati, dall’altro non riproduce
semplicemente le deteterminanti strutturali a livello individuale, ma ha il carattere supplementare di un
disegno aperto.vedi anche Ipotesi del corso di vita
6. In dettaglio la “soluzione” di Collins (cfr. anche Olagnero, Vite nel tempo 33-34)
Secondo Collins le dimensioni micro e macro non dovrebbero essere considerate categorie assolute, ma
come poli di un continuum.
Vari livelli di analisi possono essere più micro o più macro a seconda che ci si ponga "sopra o sotto" rispetto
ad essi.
Ad esempio le organizzazioni possono essere considerate micro rispetto al sistema-mondo, ma sono macro
dal punto di vita del piccoli gruppi e delle interazioni sociali tra i loro membri.
E' comunque possibile utilizzare criteri generali per distinguere il livello micro e macro. il tempo e lo spazio.
Le entità più macro sono quelle che abbracciano la massima estensione di territorio e che durano di
più.
Tutto ciò che i sociologi hanno studiato può essere localizzato in questo schema. In genere la maggior
parte dei temi si situano lungo l'asse diagonale , perchè noi tendiamo a studiare cose che hanno grosso
modo la medesima grandezza in entrambe le dimensioni.
àimportanti eccezioni rispetto a questa simmetria: nell'interazionismo simbolico c'è un significativo
esempio di asimmetria spazio temporale: episodi molto brevi ma drammatici possono avere effetti
fondamentali e diffusi.
à(ogni biografia è il prodotto di insieme di esperienze individuali di interazione pregressa. Tali esperienze
interattive estendono lo spazio e il tempo della biografia e influenzano il suo svolgersi successivo).
Macro.à Altrove/allora (la società povera e contadina del sud da dove sono partito con la mia famiglia per
immigrare a Torino)
Microà io operaio, figlio di immigrati
7.La soluzione della sociologia analitica in dettaglio (La “barca di Coleman” o Coleman Boat.àMACROMICRO-MACRO (cfr. anche Olagnero, pp. 35-36).
Macroàmicro Ogni sequenza di azione (micro) è inscritta in una situazione ( o insieme di relazioni)
attraverso cui riceve vincoli e opportunità che discendono dall’alto (macro).
Il modo in cui questi vincoli opportunità arrivano dal livello macro al livello micro può essere diverso:
(come riduzione di opportunità, come cambiamento di aspettative).
Il modo in cui la risposta si genera a livello micro è anch’essa diversa a seconda di come la situazione
influenza l’azione individuale (l’istituzione di appartenenza, il tipo di reti a disposizione, ecc.)
Microßàmicro. Questa relazione riguarda il modo con cui un soggetto tratta le proprie preferenze,
desideri, opportunità trasferendole in azioni: cioè in decisioni: guardando avanti o voltandosi indietro. La
disoccupazione può generare diverse reazioni (scoraggiamento, rabbia, mobilitazione) che nel tempo
possono variamente succedersi
MicroàMacro. La relazione tratta dei modi in cui le mosse di attori individuali possono risalire verso il
livello macro, modificandolo. Anche in questo caso i meccanismi possono essere diversi
-attraverso la negoziazione
Attraverso i legami strutturali tra attori
Attraverso effetti di inerzia e di cumulatività
La lezione della sociologia analitica:
-Lo sviluppo di un’azione non avviene nel vuoto
-Lo sviluppo di un’azione micro genera effetti che possono successivamente trasferirsi a livello macro
8. La soluzione del corso di vita in dettaglio
8.1.La biografia come livello micro/macro nello studio dei presupposti e degli esiti del mutamento sociale
(cfr. anche Vite nel tempo, pp. 31-44)
àObiettivo della ricerca sul Corso di vita è quello di concettualizzare i percorsi biografici come prodotti
dell’intersezione delle dinamiche micro (mosse individuali lungo traiettorie normate) e dinamiche macro
(cambiamenti dei significati socialmente e istituzionalmente attribuiti alle diverse traiettorie).
La prospettiva macro intende il corso di vita come un istituzione sociale, cioè come un programma
temporale, durevole e cogente, che si configura attraverso traiettorie socialmente modellizzate (Elder,
1985).
Per la prospettiva micro il corso di vita è il risultato di un set di azioni individuali consistenti in esperienza
accumulata e in scelte tra alternative più o meno ristrette.
Potremmo in definitiva definire il c.d.v. come è un"insieme dei modelli di vita, graduati per età, incastonati
nelle istituzioni sociali e soggetti a mutamento " (Elder, 1985).
9. Mutamento sociale e rapporto con il tempo.( vedi anche il par:il rapporto con il tempo, pp. 41-42)
Il mutamento sociale (variazione o alterazione dello stato di una società nel corso del tempo). Può essere
considerato una componente fondamentale della vita sociale e quindi dell’analisi sociologica, in quanto la
società è immersa nella storia in cui contano tanto le persistenze e le lunghe durate quanto gli eventi
imprevisti e le congiunture
9.1. L’analisi del mutamento sociale è una componente fondamentale dell’analisi sociologica classica e
contemporanea.
Nella sociologia classica vi è una costante pretesa di costruire immagini e previsioni della società in termini
totalizzanti e generalizzanti
Scenario di riferimento è il passaggio dalla società tradizionale ( preindustriale) alla società moderna
(industriale)
-riferimento a paradigmi di tipo Macro/Sistemico --riferimento a ipotesi di
linearità/convergenza/irreversibilità
-assunzione o di esistenza di cause iniziali (il progresso tecnologico, l’industrializzazione), o tappe
evolutive necessarie (i tre stadi di Comte) /o stati dicotomici finali (solidarietà meccanica/organica).
Parole chiave:sviluppo (direzione predefinita del mutamento verso la maturazione e il completamento di uno
stato più avanzato rispetto al precedente) evoluzione(crescita àdifferenziazioneàaumento interdipendenze
à incremento della capacità di far fronte alle sfide dell’ambiente).
Ricordiamo però che in Durkheim e in Weber c’è la consapevolezza dell’ambivalenza di significati e di esiti
della transizione dalla società tradizionale alla società moderna
9.2. La socio logia contemporanea tende invece a riconoscere una pluralità di possibilità di mutamento, con
esiti aperti, di derivazione non solo endogena (il mutamento deriva dalle proprietà della struttura ed è
prevedibile) ma anche esogena (il mutamento deriva dall’ambiente esterno e non è prevedibile)
Boudon e molti altri sociologi contemporanei ritengono che il mutamento oggi vada identificato e studiato
nell’intreccio di fattori esogeni-endogeni ( da R. Boudon, Il posto del disordine).In questo intreccio
esercitano un ruolo fondamentale, ma non esclusivo e determinante,le azioni dei soggetti inanellate e
incatenate nel tempo.
Le durate degli effetti relative a queste azioni e il succedersi di transizioni saranno quindi assai più brevi e
discontinue di quelli considerate dalle grandi narrazioni del periodo classico.
9.3. Alla svolta del XX secolo paradigma di tipo
micro-macro che coinvolgono l’azione degli individui
dunque un’idea di un mutamento, contingente, e reversibile (Sztompka, Giddens, Archer-Touraine) Critica
alle teorie nomotetiche (generalizzanti ) del mutamento: Esempi di smentita
La posizione relativistico-critica.
9.4. Pensare ogni mutamento come un
Processoàcioè a un insieme di sequenze complesse e aperte di eventi micro-macro concatenati e interrelati
e di cui non è sempre possibile stabilire a priori le cause e gli esiti