7 Cardini del Respiro

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7 Cardini del Respiro
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MAX DAMIOLI
Laureato in Psicologia, Master in Ipnosi Ericksoniana e in PNL.
Già titolare della Cattedra di Personal Improvement della European School of Economics, è
stato il primo insegnante in Italia delle tecniche di Louise Hay e dal 1998 è uno dei 6
Responsabili per la Formazione Insegnanti nel mondo.
Unisce psicologia, shiatsu e respirazione, per scoprire e risvegliare le proprie abilità,
focalizzando l’insegnamento su meta-tecniche che mettono in equilibrio le relazioni, la
comunicazione, la salute fisica e la maturità emotiva.
Con questi obiettivi fonda Goose Pimples, la prima Agenzia Viaggi Interiori del mondo e la
scuola “Skills”, divenendo anche Conciliatore camerale certificato specializzato in Gestione
Creativa dei Conflitti e delle Controversie.
Allievo di Patch Adams - che ha ispirato il famoso film con Robin Williams - e Jango
Edwards, è fondatore del “Progetto di Pace Clown Power!” e membro dell’international
Positive Psichology Association.
Appassionato sportivo, ha allenato atleti di livello internazionale di golf, sci, tennis,
equitazione, motociclismo e automobilismo contribuendo al secondo posto alla 24 Ore di Le
Mans 2007 e al terzo posto alla 24 Ore di Daytona 2008.
I 7 Cardini del Respiro
A parte queste considerazioni assolutamente personali di carattere etico, ci sono almeno 7
ottimi motivi per imparare a respirare meglio, ciascuno dei quali da solo basterebbe a
motivare una persona a farlo.
Io li definisco i 7 Cardini del Respiro.
Tre di questi sono di carattere FISICO (e, dunque, dimostrabili e dimostrati
SCIENTIFICAMENTE); tre sono di carattere METAFISICO e vanno, cioè, oltre il fisico e
nell’impossibilità di essere dimostrati, possono essere soltanto sperimentati personalmente;
l’ultimo fa da ponte tra questi due mondi, essendo di carattere puramente LOGICO.
Nelle prossime pagine metterò in fila questi “Sette Cardini” con molti aneddoti, storie,
metafore, similitudini e divagazioni. Il titolo e il primo paragrafo di ciascun Cardine sono
più che sufficienti a comprendere il senso di quel punto: il resto è gioco…
I primi tre motivi di carattere SCIENTIFICO (FISICO)
1) VITALE (cioè che appartiene al Corpo)
Delle 4 attività che tengono in vita un Essere Umano (Mangiare, Bere, Dormire e
Respirare), Respirare è migliaia di volte più vitale e necessaria delle altre tre.
Mangiare:
Possiamo stare 40 giorni senza mangiare (l’australiana Jasmuine lo ha fatto per sette anni,
ma questa è un’altra storia: “Nutrirsi di Luce” ed. Mediterranee).
Quando ho digiunato per 40 giorni mi sono stupito di due cose: la prima è che per circa
dieci giorni, malgrado non ingerissi nulla di solido, continuavo a defecare e mi sono reso
conto di quante “scorie” sono perennemente presenti nel nostro corpo e quanta fatica
facciamo a rimanere lucidi con tutte quelle “scorie” dentro di noi.
La seconda è che smettere di mangiare non è poi così difficile: il problema, semmai, è
ricominciare a mangiare. Io ho vomitato l’anima il primo giorno dopo il digiuno quando ho
provato a mangiare “normalmente”.
Ho saputo inoltre che molti deportati nei campi di concentramento, quando al momento
della liberazione venivano nutriti, morivano di cibo, non di fame, poiché dopo un lungo
periodo di denutrizione l’organismo debilitato non era più in grado di assimilare il cibo.
Insomma: la pratica del digiuno (magari non così “estremo”) è certamente una buona
pratica e sono convinto che un giorno alla settimana di scarso cibo (o solo frutta) è utile a
mantenere una salute vitale e una sorta di “chiarezza” di pensiero, anche se sono convinto
che noi italiani fatichiamo più di altri popoli a sottometterci a ritmi alimentari specifici, vista
la qualità ineguagliabile della nostra cucina. E anche questo è un altro discorso che faremo
in altra sede.
Bere:
Possiamo stare tre giorni senza bere (Pannella ha stabilito un record di 6 giorni, ma ha
rischiato la vita): le reni diventano come quelle spugnette per i piatti che si seccano e si
induriscono se non vengono bagnate. Se si bagna la spugnetta si rianima; il rene, invece,
va sostituito, pena la dialisi a vita.
Dormire:
Possiamo stare 2 cicli completi di sonno senza dormire, poi cominciamo ad avere visioni,
allucinazioni, mancanza di coordinamento sensoriale… fino ad arrivare, continuando, alla
pazzia e alla morte.
Gli indiani d’America passavano tre giorni e tre notti a danzare intorno al Fuoco e, dopo
questa pratica, incontravano il Grande Spirito di Manitou. In occidente avremmo tuttavia
descritto clinicamente quelle esperienze come episodi psicotici allucinatori.
I primi a fare ricerche sul sonno nell’era moderna in Occidente sono stati, ahimè, i nazisti.
In seguito si sono fatti molti studi sul sonno che appare essere un’attività di enorme
interesse sotto molti punti di vista.
Basti pensare che sonno in greco si dice IPNOS…
Anche se gli studi sul sonno sono appena all’inizio, si sa che ci sono TRE MOTIVI principali
per cui si dorme.
Il terzo (e meno importante, specie per i “cittadini sedentari”) è per ristorare le
membra, recuperare gli acidi lattici, stimolare metabolicamente certi equilibri
ormonali, muscolari, auto-riparativi (la gente lo cita sempre per primo, ma è
soltanto al terzo posto!).
Il secondo è per elaborare nell’Inconscio temi che vengono accumulati e non risolti
(e spesso neppure elaborati) durante la veglia. Ed ecco i sogni, e tutte le
interessanti categorie di ricerca sul significato simbolico dei personaggi e degli
eventi nel sogno.
Ma il motivo principale per cui si dorme è che per otto ore si tace e si RESPIRA in
modo diaframmatico, circolare (senza pause) e rilassato.
Ricordo che quando ho partecipato a un ritiro di dieci giorni di Vipassana si meditava dalle
4 del mattino alle 9 di sera, con pause brevi ogni ora e mezza; durante la meditazione si
respirava consapevolmente.
Dalla notte del terzo giorno in poi non riuscivo a chiudere occhio se non per alcuni minuti
di fila e la mattina dopo mi sentivo perfettamente in forma.
Con la posizione non stancavo le membra, ma le riposavo; con la meditazione non
accumulavo questioni da elaborare e risolvere perché le risolvevo meditando; con il respiro
non accumulavo debito d’ossigeno e mi potevo permettere, dunque, di non dormire. Nei
fatti, per 8 giorni su 10 non ho dormito più di venti minuti tutti insieme, stando tuttavia
davvero bene.
Non considerando chi russa o fa apnee durante il sonno (molto più frequenti di quanto si
pensi!) o dorme agitato (i disturbi del sonno riguardano una sorprendente percentuale
della popolazione occidentale), mi preme chiarire e sottolineare che il motivo principale per
cui si dorme è per RESPIRARE con il diaframma, in modo circolare e rilassato per qualche
ora ricaricandoci, purificandoci e preparandoci alla giornata che sta per venire.
Respirare:
Si può stare senza respirare solo 3 minuti, prima di rischiare gravi danni cerebrali che
portano a un progressivo collasso dei sistemi vitali fino alla morte fisica.
Ben 19.200 volte più vitale del mangiare; 1440 volte più vitale del bere; 960 volte più
vitale del dormire.
Ecco tutto: non lo dico io, ma la Natura.
2) CELLULARE (cioè che riguarda le CELLULE)
Se prendo una cellula e la ingrandisco qualche milione di volte, assomiglia a quelle
candeline scaldavivande rotonde di alluminio: l’alluminio è la Membrana Cellulare, la Cera è
il Citoplasma e la fiamma è il Nucleo.
Ora, se metto un bicchiere capovolto sopra quella candelina, essa si spegne per mancanza
di ossigeno in pochi secondi.
Noi affamiamo letteralmente di ossigeno il nostro corpo formato di cellule “accese” e non
lasciamo loro altra alternativa che “spegnersi”.
Non serve infatti mettere una crema anticellulite su un ammasso di cellule che ormai da
tempo non “respirano” più, o una crema antirughe su un epitelio di cellule inaridite perché
“spente”, o ancor meno prendere farmaci lassativi per favorire l’attività di alcuni metri di
intestino, formato da cellule “affamate d’ossigeno” che non hanno abbastanza energia per
la peristalsi.
Respirare serve, dunque, a mantenere “accese” le cellule del nostro corpo e la loro
funzionalità metabolica.
Su questo argomento vorrei fare una serie di considerazioni.
Come facciamo a sapere che il nostro corpo è formato da cellule “accese”? Come mai non
vedo le fiammelle delle cellule di notte? Quanta energia richiede un corpo normale a riposo
per dichiarare che è affamato di ossigeno?
Cercherò di rispondere a queste domande brevemente e con un linguaggio elementare.
Se una persona che pesa 100 chili viene cremata, ai parenti danno un’urna contenente
circa 3/5 kg di ceneri (sarebbe quello che nelle acque minerali viene chiamato “Residuo
Secco”). Il che significa che più del 90% del nostro corpo è “evaporato” nella cremazione.
Significa, cioè, che il nostro corpo è formato per lo più di liquidi, in buona parte acqua.
Possiamo ora, in questo senso, provare a considerarci dei “pentoloni” pieni al 95% di liquidi
(acqua).
Chi avesse, una volta nella vita, messo a bollire un pentolone da 10 litri per cuocere 2 o 3
chili di pasta, sono certo che si sarà reso conto di quanto tempo ci voglia per far bollire
quella piccola quantità d’acqua.
Ugualmente provate a immaginare quanta energia è necessaria per tenere un “pentolone”
di 95 litri d’acqua perennemente a 37 gradi, dal momento della nascita al momento della
morte. Se dovessimo pagare una bolletta del gas, credo che finirebbero di pagarla i nostri
nipoti: tanta è l’energia che ci vuole per tenere in vita le nostre cellule, migliaia di kilojoule
per circa un secolo di attività vitale.
Se una cellula è affamata, come vedremo, obbliga il sistema a fare una serie di scelte
drastiche e inevitabili… ma di questo parleremo tra poco, nel 4° Cardine.
3) DISINTOSSICAZIONE (cioè della Pulizia dalle Tossine)
Il 75 % delle tossine che scarichiamo dal corpo passa attraverso l’espirazione. Se non
respiro correttamente, letteralmente intossico (cioè non disintossico) il mio sistema, e le
conseguenze sono davvero spiacevoli.
Se noi avessimo quattro bacinelle (di quelle che si usavano in campagna per lavarsi la
faccia, smaltate con la riga blu sul bordo) e riempissimo una di queste bacinelle con tutte
le feci, l’urina, il sudore, le lacrime, i peli e i capelli, le secrezioni oculari, il muco e il
catarro, il cerume, le scaglie di pelle, gli umori genitali, potrebbe non essere un bello
spettacolo e tuttavia sarebbe bene apprezzarlo, dato che è il divino risultato di un’opera di
disintossicazione automatica che il nostro corpo agisce ininterrottamente durante le 24 ore.
E sarebbe soltanto UNA di quattro bacinelle. Nelle altre tre ci sarebbe la stessa quantità di
“scarti”, ma sotto forma di sostanze disciolte nell’espirazione.
Quando blocchiamo il respiro diminuiamo sostanzialmente il livello di disintossicazione del
nostro corpo e, di conseguenza, aumentiamo il livello di intossicazione del nostro sistema
vitale.
Senza contare che, respirando meno, diminuiamo anche la quantità di “scarti” nella prima
bacinella. Ma, per ora, ci fermiamo qui…
4) gli OPTIONAL (o del passaggio LOGICO tra Fisico e Metafisico)
Se un corpo chiede 100 unità d’energia per funzionare correttamente e noi gliene forniamo
soltanto 50, o tutti i sistemi dovranno andare al 50% oppure il sistema deciderà, in modo
intelligente e (letteralmente) Eco-Logico, una diminuzione di alcuni sistemi “optional” per
fornire il massimo dell’energia ai sistemi vitali Primari (Cuore, Cervello, Fegato, Reni, etc.).
Una ricerca fatta in America (a mio parere valida in tutto il mondo occidentale: basta
guardarsi intorno!) dice che il 90% degli adulti respira soltanto per il 50% del proprio
potenziale respiratorio, mentre il 50% respira per circa il 10% del proprio volume totale.
Significa che se mediamente (maschi o femmine, taglia piccola o grossa) il corpo umano
contiene 4 litri di volume polmonare (due fiaschi da due litri infilati nella gabbia toracica),
nove persone su dieci respirano soltanto con uno dei due e una persona su due respira con
due bicchieri di tutto quel volume disponibile.
Si stima che, se i 300 milioni e più di alveoli dei polmoni potessero essere aperti e distesi
formerebbero una superficie grande circa come un campo da tennis, cioè di circa 85 metri
quadrati, che è come dire 40 volte l'intera superficie del nostro corpo! (Gary A. Thibodeau; Kevin T.
Patton - Anatomia & Fisiologia - Casa Editrice Ambrosiana, Milano, IV edizione, pag.700)
Ebbene: nove persone su dieci giocano nella loro metà campo e cinque persone su dieci in
8 mq… un modo di giocare al “Gioco della Vita” davvero poco divertente!
Ora la questione cruciale è un’altra e, a mio parere, ancora più interessante e motivante.
Se in una automobile abbiamo la batteria scarica, per accendere il motore spegniamo tutti
quei sistemi che non sono funzionali all’accensione (fari, tergicristalli, radio, ventola,
sbrinatore posteriore).
Se in un aereo abbiamo un calo di energia, toglieremo sicuramente energia ai frigoriferi,
non certo al computer d’atterraggio: preferiamo atterrare in mare con una bibita fredda in
mano o rinunciare alla bibita e atterrare ben guidati in un aeroporto?
Quando sull’Apollo 13 hanno avuto l’esplosione di un serbatoio di ossigeno che ha rovinato
una batteria, hanno convenuto fosse più importante dare energia al computer di volo che
al condizionamento, e gli astronauti hanno vissuto con una gamma di temperature dai -15
ai +60 gradi centigradi per vari giorni.
Meglio vagare nello spazio a 20 gradi centigradi o poter rientrare correttamente
nell’atmosfera e tornare a casa vivendo un breve periodo con ampi sbalzi di temperatura?
Quindi, ricapitolando: un Sistema Intelligente, in caso di mancanza di energia, toglie
energia ai sistemi “optional” e fornisce energia ai sistemi vitali per la sopravvivenza.
Per l’auto gli “optional” sono le luci, per l’aereo sono i frigoriferi, per l’astronave il
condizionamento… e per il Corpo Umano?
Mi duole dire che per il Corpo Umano gli “optional” sono ben più rilevanti per la qualità
della nostra vita.
Ad esempio i Cinque Sensi:
VISTA: visione meno acuta… (tanto ci sono le lenti correttive);
OLFATTO: olfatto meno sensibile… (tanto non ci sono più aromi che valga la pena di
annusare attentamente);
UDITO: udito più flebile… (tanto c’è molto spesso un forte rumore di fondo);
GUSTO: gusto meno raffinato… (tanto tutti i panini si somigliano);
TATTO: minore sensibilità tattile… (tanto chi si tocca o accarezza più in questa
società?)
Un altro ambito rilevante è quello sessuale: l’orgasmo per entrambi i sessi e, per il
maschio, anche l’erezione.
L’orgasmo (sia quello femminile, che quello maschile) costa molta energia al corpo il quale,
qualora non ne abbia a disposizione, sarà in grado di farci avere ogni tanto un “orgasmo
procreativo”: una semplice emissione di seme dal pene. Ma se vogliamo provare a dare un
senso al termine Orgasmo Cosmico, sarà bene fornire ossigeno al Sistema perché sia in
grado di sostenere l’attività orgasmica ben oltre la semplice inseminazione.
E infine, tanto per terminare di citare i più rilevanti e facili da riconoscere, (ve ne sono altri
come la lucidità, la sensazione di calma e relax, la percezione di un “corpo su misura”) vale
la pena di citare la Peristalsi.
La Peristalsi, cioè l’attività sinuosa e continua di più di dieci metri di intestino per far
scorrere nel minor tempo possibile le feci lungo il tubo per disfarsene prima che fermentino
e comincino a produrre aria maleodorante.
Insomma i nostri “optional” non sono poi così “risibili” come le luci dell’auto, il frigo
dell’aereo o il condizionamento dell’astronave. Hanno a che vedere, invece, con la qualità
della nostra vita che, converrete, è fatta di cose semplici come:
Dormire come un bambino;
Digerire anche i sassi;
Defecare tutti i giorni, morbido, marrone chiaro, non puzzolente;
Godersi sessualmente il proprio corpo da soli o in compagnia;
Ridere di gusto con gli amici almeno una volta la settimana;
Questo elenco, che ritengo essere il nocciolo della qualità della vita, viene messo a
repentaglio quando respiriamo in modo scorretto e limitato: a questo punto la vita
comincia davvero a farsi più buia limitando, tra l’altro, il nostro respiro. Cosicché la causa
diventa effetto.
Una spirale negativa che può portare, nel lungo periodo, a farci star male fisicamente e
psicologicamente con pensieri offuscati, spossatezza, depressione, arrivando persino a
sviluppare malattie e infermità di qualche genere nel corpo.
5) PATTUMIERA EMOZIONALE (o della MetaFisica dell’Essere)
Ancor prima di uscire dall’utero di nostra madre, noi sentiamo vividamente le emozioni.
Siamo dapprima collegati emozionalmente (chimicamente) a nostra madre; questo stato
rappresenta per noi tutti la prima esperienza emozionale semi-autonoma dell’Incarnazione.
In quel periodo della nostra vita sentiamo le emozioni di nostra madre e
contemporaneamente anche le nostre (pur senza percepire in alcun modo la distinzione
individuale).
Da quell’istante in poi accumuliamo una serie di “scorie emotive” che vanno dalle critiche
delle maestre, alle sgridate dei genitori, al senso di colpa generato dalla Religione, alla
derisione nel gruppo di amici, al rifiuto in amore, e così via.
Ciascuna di queste esperienze emotive non elaborate (da noi comprensibilmente ritenute
spiacevoli, negative) restano letteralmente “prigioniere” nel corpo. Per tenere soppresse
queste scorie emotive abbiamo bisogno di impegnare molta energia.
Il Respiro permette a queste scorie di sciogliersi ed emergere e di liberarsi dalla prigione
del corpo fisico (e forse anche di altri “corpi”).
Nel momento in cui si liberano possono essere decisamente fastidiose (come vedremo in
seguito), ma lasciano un nuovo spazio da riempire con emozioni positive e vitalità.
Inoltre, tutta l’energia che dovevamo impegnare e utilizzare per tenere a bada quelle
scorie, torna ora disponibile al sistema e, dunque, noi siamo in grado di re-integrare quella
energia che ci serve, ad esempio, a divertirci il sabato sera, dopo una settimana di lavoro,
invece di essere stremati sul divano a rimpiangere la gioventù.
Da quello che abbiamo visto fin qui deriva che l’obiettivo primario di una sessione di
Respiro è (re-) INTEGRARE ENERGIA.
Immaginiamo che la nostra vita sia un meraviglioso appartamento con 100 mq calpestabili.
Quando nasciamo è vuoto o, alla peggio, c’è un mobile di famiglia o un quadro al quale
non si può rinunciare per nulla al mondo. Fondamentalmente la nostra vita è come un
appartamento spazioso e vuoto.
Man mano che si prosegue nella vita, veniamo a casa con alcuni sacchetti di plastica che
contengono emozioni negative che non siamo in grado di elaborare e di integrare perché
non ci hanno insegnato a farlo. E perché riteniamo che sia doloroso o quantomeno
fastidioso farlo.
Questi “sacchetti” pieni di pattumiera emozionale, stanno nascosti dapprima negli angoli
lontani e poco vissuti della casa e poi, man mano che avanza il tempo, cominciano a
riempire gli spazi vitali e calpestabili della nostra vita fino a lasciarci (spesso entro i
vent’anni) soltanto misere trincee, tra i sacchi di pattume emozionale, per sopravvivere
nella nostra vita.
Ogniqualvolta facciamo una sessione di respiro, permettiamo a questi sacchi di essere
buttati in un cassonetto, gentilmente offerto dalla Nettezza Urbana Emozionale, e di
liberare e ripulire spazi sempre più ampi nella casa della nostra vita.
E’ piacevole fare le pulizie di primavera? Spostare i mobili, raccogliere gomitoli di lanugine
da sotto i letti, sgrassare il muro della cucina e la cappa? No, non è in alcun modo
piacevole.
Ma non è forse più spiacevole vivere in una casa sporca, disadorna e disordinata? E non è
forse piacevolissimo vivere in una casa pulita e luminosa?
Insomma: per quanto difficile e spiacevole possa sembrare a prima vista, è certamente un
gioco che vale la candela. Il premio di questa pulizia è una percezione più completa e
piacevole della nostra vita e degli spazi vitali in questa grande casa che ci è stata
assegnata alla nascita.
Una storia induista descrive la vita degli Esseri Umani come una grande casa, piena di
stanze meravigliose: noi abbiamo scelto di vivere in poche, disadorne e sporchissime
stanze, avendo assegnato i compiti di giardinaggio al cuoco, di cucina allo stalliere, di stalla
al giardiniere.
Un equilibrio produttivo e funzionale, dal punto di vista di questa parabola, consiste
nell’aprire tutte le stanze, arieggiarle e tornare a viverle, riassegnare i compiti giusti alle
persone giuste e godersi le bellezze delle propria Casa Interiore.
Termino questo Cardine con una frase di Borges:
“Il paradiso è sulla terra, l’inferno è essercene dimenticati”.
E aggiungo: il Respiro ci fa ricordare Chi siamo Veramente, Dove abbiamo scelto di nascere
in questa vita e Perché.
Anche questo mi sembra un aspetto che valga la pena di essere approfondito.
6) METAFORA della VITA (o delle Associazioni nell’Inconscio Profondo)
Per ragioni legali l’ora della nostra nascita non è quella della nostra uscita dal ventre di
nostra madre, ma quella del nostro Primo Respiro Autonomo.
D’altra parte, la morte viene spesso descritta anche come l’esalazione dell’Ultimo Respiro.
Ne deriva che la Vita Umana, per come la intendiamo noi, è quella porzione di coscienza
che va dal primo respiro autonomo, la nascita, all’esalazione dell’Ultimo Respiro, la nostra
morte fisica. Dal Primo all’Ultimo Respiro.
Questa metafora è – nella mia esperienza - profondamente radicata nel nostro Inconscio al
punto che esiste un’ evidente relazione diretta tra il modo in cui una persona vive e il modo
in cui respira.
Nelle Analisi del Respiro (una tecnica che si impara nelle Formazioni di Respiro e che si usa
per fare una “lettura” degli schemi comportamentali di una persona dal suo modo di
respirare) si possono individuare alcune caratteristiche di fondo di una persona
semplicemente osservando il suo modo di respirare, le aree che tiene chiuse e quelle
lasciate aperte, le pause e il volume.
La cattiva notizia è che il nostro modo di vivere e di pensare condiziona fortemente il
nostro modo di respirare.
La buona notizia è sintetizzata invece in queste poche righe di Deepak Chopra: “Ogni
cambiamento dei nostri stati mentali è riflesso nel respiro e poi nel corpo. Tale
fenomeno funziona anche all’inverso: cambiando gli schemi di respirazione
viene allo stesso modo modificato anche lo stato emotivo”.
Con ciò si può meglio comprendere l’impatto rivoluzionario del Respiro sulla vita di una
persona! Non serve più elaborare “cognitivamente” (cioè “mentalmente”) una questione:
basta respirare correttamente e la questione viene trasformata a un altro livello.
Una notizia di portata epocale nell’ambito della ricerca del benessere interiore (ed
esteriore)!
7) IL PONTE (tra l’Elba e l’Africa)
Ci sono parecchie evidenze che dimostrano come la nostra Coscienza sia divisa in almeno
due “continenti”: la Mente Conscia e la Mente Inconscia. Questo presupposto teorico trova
conferme anche nella pratica dell’Ipnosi.
Il rapporto che si ipotizza tra l’una e l’altra è di 1 a 10, cioè la Mente Conscia emerge per
un decimo e la Mente Inconscia è profondamente immersa sotto il livello della nostra
Consapevolezza per 9/10. L’immagine è quella di un iceberg.
La nostra vita SEMBRA vissuta nella parte emersa, ma in verità è facile sperimentare che si
svolge per la maggior parte SOTTO IL LIVELLO della nostra CONSAPEVOLEZZA.
Nella mia esperienza di ipnologo, ho verificato che le soluzioni non sono quasi mai alla
portata della Mente Conscia: se lo fossero, non ci sarebbe bisogno di alcun tipo di terapia,
counselling, pratica analitica.
Le soluzioni sono per la maggior parte dei casi DISPONIBILI nella Mente Inconscia che le
trattiene, per motivi che non vogliamo analizzare in questa sede, per ottemperare a una
strategia in qualche modo percepita come vincente anche se la conseguenza è spesso un
duro lavoro che l’individuo dovrà affrontare per uscire dal proprio disagio, al quale dovrà in
alternativa adattarsi per il resto della vita.
Immagino la questione come se la Mente Conscia fosse l’Isola d’Elba e la Mente Inconscia
fosse l’Africa: è certamente bello e soddisfacente vivere all’isola d’Elba; ma le vere
ricchezze, i Tesori dell’Essere non sono in grado di stare tutti in un’isola così piccola,
mentre giacciono disponibili, spesso inesplorati e abbandonati, nel continente africano.
Mi sono chiesto per molto tempo che cosa avesse portato tutti i Maestri di tutte le
tradizioni a utilizzare il Respiro, e un giorno ho avuto un’illuminazione: il Respiro è l’UNICO
SISTEMA DEL CORPO UMANO che consente di creare un ponte di collegamento tra il
Conscio e l’Inconscio.
In effetti è evidente che un pilastro di questo ponte è saldamente radicato nella Mente
Conscia: possiamo, infatti, respirare come, quanto e quando vogliamo a comando,
volontariamente e consapevolmente (consciamente).
Ugualmente è vero e dimostrabile che l’altro pilastro di questo ponte è saldamente radicato
nella Mente Inconscia: basta infatti un suono forte o un’emozione che emerga inaspettata
dalle “profondità”, per verificare sperimentalmente che il respiro non è più in grado di
essere controllato e se ne va per la sua strada.
Dunque questa straordinaria e singolare caratteristica di essere un ponte saldamente
ancorato nei due continenti, rende la tecnica del Respiro la più ideale, più semplice e più
adeguata per attraversare volontariamente quel ponte, e trovarsi nel continente ricco del
nostro Inconscio per raccogliere tutti i meravigliosi regali che là giacciono inutilizzati e
dimenticati.
Per poi, naturalmente, tornare a viverli nella propria vita conscia come tesori concreti e
nuove opzioni di scelta a questo punto consapevole. Per aumentare quindi il tasso di
LIBERTA’ delle proprie scelte.
CONCLUSIONI
Ciascuno di questi cardini, da solo, vale come ottima motivazione per acquisire la Tecnica
del Respiro in modo autonomo e praticarne i benefici quotidianamente.
Conoscerli tutti e 7 rende la decisione di non voler migliorare il proprio respiro un lento e
colpevole suicidio fisico, mentale, emozionale e spirituale.
Quando una persona comprende razionalmente e sperimentalmente questi 7 Cardini, la
sua vita non può più essere la stessa; e quando si diventa consapevoli di questo, la vita
diventa una responsabilità personale unica e completa.
Non ci sono più scuse, ma soltanto il proprio Libero Arbitrio che ci consente di perpetrare
una cattiva educazione/igiene respiratoria, inevitabilmente negativa su tutti i piani appena
esaminati.
Una scelta personale, dunque, non più un destino amaro.
“Tutti sanno che chi non respira è morto. Pochi hanno capito che più si respira più si è vivi.”
Alexander Lowen
Noi crediamo che chiunque sia in grado di ricavare grandi vantaggi dal padroneggiare una
Meta-Tecnica che può produrre risultati immediati, tangibili e durevoli in modo semplice e
autonomo.
Questa convinzione ci ha portato a insegnare il Respiro.
Dopo anni di studio, ricerca e sperimentazione, abbiamo eliminato ogni contenuto
superfluo, creando una tecnica semplice, essenziale ed intuitiva per arrivare al massimo
della chiarezza e della semplicità.
Riteniamo che oggi il Respiro sia la più completa, efficiente ed autonoma Meta-Tecnica di
evoluzione personale disponibile in Occidente.
Il nostro metodo di insegnamento è basato sull’ autonomia: per noi è di cruciale importanza
che le persone padroneggino e usino il Respiro da sole.
Anni di risultati positivi ci confermano che questa impostazione così diversa dall’usuale
permette consistenti miglioramenti nello stile di vita aumentando il senso di libertà delle
persone.
La maggior parte di noi pensa che per avere il massimo dalla respirazione basti inspirare ed
espirare. Normalmente ci preoccupiamo di ciò che mangiamo e beviamo, ma non di come
respiriamo, semplicemente perché lo facciamo dalla nascita, in modo inconsapevole.
Invece il Respiro è un efficacissimo strumento a nostra disposizione in ogni momento: è un
abilità da riscoprire ed integrare nella vita quotidiana che ci permette di migliorare
velocemente la qualità della nostra vita.
Rieducando il sistema respiratorio otteniamo benefici come: più ossigeno nel sangue, più
energia, elevata disintossicazione, una salute migliore, maggiore capacità respiratoria,
rafforzamento del sistema immunitario, maggiore equilibrio.
Variando la profondità, il ritmo e la velocità della nostra respirazione possiamo facilmente:
gestire meglio lo stress e rilassarci, elaborare in modo efficace le nostre emozioni e stati
d’animo, creare un maggiore senso di pace, creatività e chiarezza.
Tutto questo e molto altro ancora è a disposizione di chiunque ed è una solida base su cui
appoggiare il proprio sviluppo personale e il proprio benessere: un modo concreto e pratico
di migliorare la qualità della propria vita.
Skills offre l’insegnamento del Respiro con corsi e formazioni e ha insegnato negli ultimi 20
anni a migliaia di persone che si sono sempre dichiarate completamente sorprese e
soddisfatte.
CALENDARIO CORSI
28.02.2011/05.03.2011
Formazione Personale di RESPIRO - Agriturismo Le Torracce ASSISI
01.06.2011/04.06.2011
nella foto: Skills - Scuola Formazione Respiro
Formazione di Respiro ADVANCED - Agriturismo Le Torracce ASSISI
RICHIEDI MAGGIORI INFORMAZIONI
[email protected]
OPPURE CONTATTACI