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il giornale italiano anno 12, n. 112 giugno 2006 Le Frecce Tricolori sorvolano l'Altare della Patria all'occasione della Festa della Repubblica All'occasione della Festa Nazionale Svizzera, l'Italia ne sarà l'ospite d'onore attraverso diverse Associazioni Regionali: Emilia Romagna, Marche, Lazio, Calabria, Sardegna, Sicilia e forse altre, con la loro cultura, artigianato, gastronia, folclore. il giornale italiano Augura a tutti i lettori, amici e famigliari, Buone Vacanze 1° agosto 2006 al Parc des Bastions venite numerosi Per informazioni: Gnazzo-Puglisi Carmen (022 3447172) MARTINET-POLGA SA Secrétariat de Genève 5, chemin Surinam 1203 Genève Il Sindacato. Tel.: 022 949 12 00 Fax: 022 949 12 20 e-mail: [email protected] Tél. (004122) 342 01 32 Fax (004122) 342 59 61 Natel (004179) 200 42 28 Chemin de Delay, 26 CH-1214 VERNIER-GENEVE il giornale italiano anno 12, n. 112 giugno 2006 pagina 2 Benedetto XVI a Auschwitz Più inquietante è quello che non ha detto di Daniele Garrone (decano della Facoltà valdese di teologia di Roma) L a lettura del discorso tenuto da papa Benedetto XVI ad Auschwitz-Birkenau suscita alcune considerazioni, sia per quello che ha detto, sia per quello che ha taciuto: i silenzi sono più eloquenti e più inquietanti delle parole; le cose dette sono accompagnate dall'omissione di parole che avrebbero dovuto essere dette. 1. "Perché, Signore, hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo? ... Dov'era Dio in quei giorni? Perché Egli ha taciuto?" Il papa ha ripreso una domanda che i Salmi di Israele pongono a Dio, senza remore, da adulti nella fede. Un conto, però, è se questa domanda, anzi questa protesta, la pongono quelli che ad Auschwitz morivano o ad Auschwitz sono sopravvissuti, un conto è se la pone un cristiano sul luogo del loro patibolo, un tempo circondato da una massa di cristiani indifferenti, più spesso corrivi o direttamente complici. "Dov'è Dio?" non è stata la sofferta preghiera dei cristiani rispetto ad Auschwitz. Negli anni del nazismo le chiese cristiane non hanno invocato il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe e di Gesù perché intervenisse a favore del suo popolo d'Israele e neppure lo hanno fatto per molto tempo dopo. Non "dov'era Dio?", ma "dove erano i cristiani, in particolare i vertici delle chiese?": questa è la prima e più drammatica domanda che ogni cristiano - tanto più il papa che pretende di parlare come vicario di Cristo e pastore della chiesa universale - doveva porre ad Auschwitz. Non dell'imperscrutabile segreto di Dio, ma delle scrutabilissime responsabilità dei cristiani doveva parlare. Doveva dire una parola sul rapporto tra il secolare e radicato antigiudaismo cristiano, virulento anche nella sua chiesa nei decenni che precedono la Shoah, e lo sterminio nazista. Avrebbe dovuto ricordare che l'odio antiebraico è uno dei risvolti sinistri delle da lui tanto celebrate radici cristiane dell'Europa e che è stato propagato da predicatori e teologi di ogni confessione, da vescovi, cardinali e papi, non da "figli della chiesa" sviati. Avrebbe potuto lasciarsi ispirare dalle voci significative di tanti cristiani della sua terra che hanno detto, ad esempio: "Dichiariamo che, con le nostre omissioni e con i nostri silenzi, siamo stati complici davanti al Dio della misericordia del crimine che è stato commesso contro gli ebrei da membri del nostro popolo" (Dichiarazione del Sinodo della Chiesa evangelica di Germania, Weissensee, 1950), oppure: "Riconosciamo la corresponsabilità e la colpa dei cristiani nell'olocausto, nella diffamazione, nella persecuzione e nell'assassinio degli ebrei nel terzo Silenziato: L'ultimo film di Costa-Gavras racconta dei rapporti tra Vaticano e il regime nazista. Pochi ricordano che il Concordato tra Hitler e la Santa Sede fu firmato in pochi mesi nel giugno del 1933 Reich" (Sinodo evangelico della Renania, 1980). Avrebbe dovuto dire, insomma, che il primo pensiero di un cristiano ad Auschwitz è quello della colpa della propria chiesa, non quello dei silenzi di Dio. Nulla di tutto questo si trova nel suo discorso. 2. Solo partendo dal riconoscimento delle colpe della propria storia, il tema della riconciliazione - una delle parole più ricorrenti nel discorso papale - avrebbe potuto avere una vera pregnanza e l'auspicata "purificazione della memoria" non avrebbe eluso i drammatici interrogativi che pone la storiografia. Come molti hanno già rilevato, la sua lettura della storia tedesca durante il nazismo come quella di un "popolo sul quale un gruppo di criminali raggiunse il potere mediante promesse bugiarde", di un popolo "usato e abusato come strumento della loro smania di distruzione e di dominio", è una interpretazione revisionistica. Come se non sapessimo nulla della storia, come se non sapessimo che con quel "gruppo di criminali" un suo predecessore stipulò un concordato invece di condannarlo, come se non sapessimo che l'altra metà della cristianità tedesca, quella protestante, a quel "gruppo di criminali" diede il suo appoggio. Come se non sapessimo che, salvo poche, sparute eccezioni - che il Papa non ha menzionato, dalla Rosa Bianca al gruppo di cospiratori dell'ammiraglio Canaris - non ci fu una resistenza tedesca a quella che Bonhoeffer ha definito "la grande mascherata del male". Se di tutto questo ci si ricordasse, "la Chiesa" non sarebbe risparmiata dal fango e dal sangue della storia umana e le sarebbe molto più difficile parlare ad Auschwitz. Invece, l'immagine che esce dal discorso del Papa ad Auschwitz è quella della "Chiesa" che può parlare a nome di tutti i popoli, per tutte le colpe, perché in fondo essa non ne ha, che può tutto riconciliare e purificare come se fosse super partes. 3. Il papa ha voluto parlare anche come "figlio del popolo tedesco". Non si capisce perché, allora, ha parlato in italiano. Avrebbe dovuto avere il coraggio dell'ex presidente della Repubblica Federale di Germania, Johannes Rau, Auschwitz: morituri a raccolta recentemente scomparso, un pio cristiano, predicatore laico nella sua chiesa, che in tedesco si rivolse alla Knesset, il parlamento di Israele, uditorio ben più difficile della paludata delegazione che ascoltava il Papa ad Auschwitz. La lingua che ad Auschwitz non può che suonare sinistra a memoria d'uomo avrebbe potuto esprimere con la massima pregnanza il no all' orrore che essa stessa ha veicolato. Oppure avrebbe potuto ricordarsi di Willy Brandt, che si inginocchiò in silenzio. Parla di più un tedesco ammutolito che un tedesco che parla italiano. (Avvenire dei Lavoratori, 01 giugno 2006) il giornale italiano anno 12, n. 112 giugno 2006 pagina 3 SCRIVONO DI NOI IN LIBRERIA Rossana Rossanda "LA RAGAZZA DEL SECOLO SCORSO" Editore Einaudi - collana Supercoralli anno 2005 – pagine 385 – euro 18.00 "Questo non è un libro di storia. È quel che mi rimanda la memoria quando colgo lo sguardo dubbioso di chi mi è attorno: perché sei stata comunista? perché dici di esserlo? che intendi? senza un partito, senza cariche, accanto a un giornale che non è più tuo? è una illusione cui ti aggrappi, per ostinazione, per ossificazione? La vicenda del comunismo e dei comunisti del Novecento è finita così malamente che è impossibile non porsela. Che è stato essere un comunista in Italia dal 1943? Comunista come membro di un partito, non solo come un momento di coscienza interiore con il quale si può sempre cavarsela: "In questo o in quello non c'entro". Comincio dall'interrogare me. Senza consultare né libri né documenti ma non senza dubbi." Al via il processo Parmalat Due anni e mezzo fa un buco di oltre 14 miliardi di euro nei conti di Parmalat faceva sprofondare il gruppo nella bancarotta fraudolenta. Di quella montagna di denaro, apparentemente scomparso nel nulla e occultato in falsi bilanci e contabilità parallele, circa 10 miliardi di euro provenivano da 135mila piccoli investitori che avevano acquistato azioni e titoli della compagnia e che, da un giorno all'altro, hanno visto i loro risparmi andare in fumo. Ieri i responsabili di quel terremoto che ha scosso le fondamenta dell'economia italiana hanno cominciato a rendere conto alla giustizia dei loro atti. Nell'auditorium Paganini, alla periferia di Parma, si è aperta l'udienza preliminare a carico di 64 imputati per reati che vanno dalla bancarotta fraudolenta all'associazione a delinquere, dal falso in bilancio alle false comunicazioni sociali. El Mundo, Spagna, 6 giugno 2006 Il governo contro Mills e Berlusconi Roberto Vecchioni "DIARIO DI UN GATTO CON GLI STIVALI " Editore Einaudi – collana I Coralli anno 2006 – pagine 166 – euro 14.50 Un "contastorie" spunta fuori dal ventre della notte al centro di una piazza e inizia a raccontare ai bambini del villaggio delle favole. Parla di lupi nei boschi, di principi azzurri, di piante di fagioli che bucano il cielo; c'è Biancaneve, Pollicino, la piccola fiammiferaia. Sembrano le storie già sentite mille volte ma ben presto i bambini si rendono conto che quel che stanno ascoltando è nuovo, strano. Bello, però. Come l'altra faccia della luna. Perché la favola torna storia, i principi uomini; i cattivi e i buoni si scambiano i ruoli e niente, proprio niente, è come appare. Piero Melograni "LE BUGIE DELLA STORIA" Editore Mondadori – collana Saggi anno 2006 – pagine 215 – euro 15.00 All'udienza in corso a Milano sulla compravendita di diritti televisivi, nell'ambito del processo Mediaset nel quale sono imputati per corruzione in atti giudiziari Silvio Berlusconi e l'avvocato inglese David Mills, la presidenza del consiglio italiano si è costituita parte civile chiedendo un risarcimento di 250.000 mila euro per il danno morale e di immagine. Il legale della presidenza del consiglio, Maria Gabriella Vanadia, ha spiegato che il caso Mills-Berlusconi ha intaccato la fiducia nel ruolo del capo del governo e del ministro della giustizia. "E' un'offesa contro lo Stato", ha detto. The Daily Telegraph, Gran Bretagna, 6 giugno 2006 L'Italia si prepara a far quadrare i conti Lo stato dei conti italiani è peggiore del previsto. Il ministro dell'economia Tommaso Padoa-Schioppa ha annunciato ieri che il disavanzo pubblico dell'Italia è stimato al 4,2 per cento del prodotto interno lordo (pil), e non al 3,8 previsto dal precedente governo. E non è tutto: senza una nuova finanziaria il deficit 2006 potrebbe raggiungere il 4,6 per cento del pil. Ieri Padoa-Schioppa ha informato la Commissione europea della situazione, mentre Romano Prodi studiava un modo per spiegare agli italiani che dovranno tirare la cinghia. El Pais, Spagna, 7 giugno 2006 Una scelta di dieci menzogne tramandate dagli storici. A partire dalla più grossa: la Storia si ripete e serve a prevedere il futuro. Melograni smonta alcune finora indiscusse verità e dimostra prove alla mano che: l'Italia doveva essere federata e non unita; la Belle Epoque fu tutt'altro che un'epoca di pace e di sviluppo; le rivoluzioni scoppiano nei momenti di prosperità, non in quelli di povertà e stenti; la il giornale italiano Grande Guerra non fu determinata da cause Esso riporta le notizie provenienti dall’Italia, dalla Svizzera e altrove, che economiche; i comunisti mangiavano i bambini; interessano particolarmente gli italiani di Ginevra. Ogni mese il giornale Marx non visitò mai una fabbrica; la italiano è recapitato per posta al vostro domicilio. Esce 10 volte all’anno. globalizzazione esiste da secoli; gli italiani non Per abbonarsi: capirono Guglielmo Marconi. il giornale italiano / CP 1025 / 1227 CAROUGE / CCP 12-20992-3 Ogni capitolo è un sintetico e preciso saggio. Abbonamento annuo Fr. 25.- / Sostenitore Fr. 50.- Abbonatevi e sostenete il giornale italiano In margine all’Esposizione “Nous autres” al Musée d’ethnographie de Genève NOI ALTRI E’ facile dire “Sono come noi” ! Di quanto tempo avremo ancora bisogno per dire “Siamo come loro”. anno 12, n. 112 giugno 2006 pagina 4 Dichiarazione universale dell’UNESCO sulla diversità culturale, adottata dalla 31^ sessione della Conferenza Generale dell’UNESCO a Parigi il 2.11.2001 Articolo 1. La diversità culturale, patrimonio comune dell’umanità. “La cultura prende forme diverse attraverso il tempo e lo spazio. Questa diversità si incarna nell’originalità e nella pluralità delle identità che caratterizzano i gruppi e le società che compongono l’umanità. Fonte di scambi, di innovazione e di creatività, la diversità culturale è, per il genere umano, necessaria come la biodiversità per l’ordine vitale. In questo senso essa costituisce il patrimonio comune dell’umanità e deve essere riconosciuta e affermata a beneficio delle generazioni presenti e di quelle future.” Eccola qua la Ginevra internazionale, quella che abbiamo quotidianamente sotto gli occhi e che ci propone, in aggiunta agli scorci cittadini già diventati per noi familiari, una gran varietà di lingue, di religioni e di culture. Ma cosa comporta questo impatto particolare cosi’ evidente nella sua dimensione internazionale? Per alcuni questa diversità rappresenta un problema mentre per altri un arricchimento ed un vantaggio. E’ proprio l’atmosfera ginevrina che viene riprodotta, in scala molto piu’ ingigantita e variopinta, nella hall del Museo d’etnografia di Ginevra con la scena avvolgente di statuette e figurine rappresentanti i nostri simili provenienti dal mondo intero. Inoltre un opportuno giuoco di specchi moltiplica queste presenze intorno a noi mettendoci quasi a confronto con la vasta umanità che popola la Terra e dandoci la dimensione della nostra infinitesimale partecipazione alla vita terrestre. Questa rappresentazione dovrebbe anche suggerire l’idea che gli altri, coloro che con tanta disinvoltura spesso consideriamo diversi, siamo forse anche noi. Non è certo facile far penetrare questa idea nella mente dell’essere umano che, secondo l’etnologo Claude LéviStrauss nel suo celebre libro Race et histoire, è per sua natura etnocentrico cioè ha la tendenza a considerarsi il solo al mondo ad avere ragione ed a comportarsi in maniera civile e a vedere nel comportamento dello straniero qualcosa di poco comprensibile se non, addirittura, di scandaloso. Ed allora ecco che etnocentrismo e discriminazione conducono naturalmente verso comportamenti di sospetto se non di odio dei quali la storia – passata, recente e attuale – ci fornisce innumerevoli ed agghiaccianti esempi. Merito di questa interessante esposizione è proprio quello di condurci dentro un’esplorazione dei rapporti umani attraverso un gran numero di testimonianze etnografiche, di documenti, di oggetti quotidiani, di creazioni artistiche e di quanto altro possa informarci circa gli usi e i costumi dei cosiddetti popoli altri. Tutto questo per entrare nella sfera reale della vita degli uomini e far si’ che quelle strutture incoscienti sulle quali sono stati in gran parte costruite le attitudini culturali e sociali – come sosteneva appunto Lévi-Strauss - possano essere messe in discussione. Secondo l’etnologo francese i comportamenti xenofobi sono causati da paure irrazionali e da fantasticherie che hanno come conseguenza l’incomprensione nei confronti di modi di vivere il cui senso profondo rimane straniero. Si puo’ qui aggiungere che il fenomeno dell’emigrazione è stato, particolarmente in passato, al centro di questa concezione etnocentrica peggiorata dal fatto che lo straniero, oltre ad essere un diverso, oltrepassava i confini messi a difesa di una pretesa superiorità culturale e sociale. Superiorità messa subito in discussione dalla dichiarata necessità di avvalersi dell’opera dei cosiddetti diversi senza i quali sarebbe stato difficile considerarsi civilmente realizzati. Ed è quindi il rispetto per le diversità culturali che questa esposizione ci propone per arrivare, nella giungla delle multiple identità, ad accettare l’altro e la sua differenza basandosi sulle diverse considerazioni che noi occidentali abbiamo degli altri ma non dimenticando gli sguardi, spesso di riprovazione, che quegli stessi altri ci rimandano e che non possiamo assolutamente ignorare. essepi Esposizione "NOUS AUTRES" fino all’aprile 2007 Musée d’ethnographie de Genève Bd. Carl-Vogt, 65 – 1205 Genève aperto tutti giorni (escluso il lunedi’) dalle 10 alle 17 entrata libera Patronato INCA-CGIL 5, ch. Surinam / Case postale 346 1211 GINEVRA 13 Tel. 022 344 71 72 - Fax 022 340 05 10 e-mail: [email protected] Aperto dal lunedì al venerdì: 09.00 - 12.00 e 14.30 - 17.30 il giornale italiano anno 12, n. 112 Furbi e fessi (Rubrica « a tu per tu » : il messaggero, 30 maggio 2006) Signor Gervaso, le pecore anarchiche che collettivamente premiano i furbi e sputano in faccia agli intelligenti e agli onesti non fanno che danneggiare se stesse e la Nazione tutta. Questo si può vedere dalle piccole cose della vita quotidiana (pulizia delle strade, stile di guida, rispetto della cosa pubblica) ai fatti più vasti della geopolitica nazionale (condoni, costruzioni, inefficienze, clientele). I furbi e i disonesti nel Nord Europa o in Svizzera sono considerati deficienti inutili al sistema, bollati come cretini e imprigionati se attivi. "Auguriamoci - qualcuno ha scritto - la sconfitta dei furbi e la vittoria degli intelligenti". Un principio che dovrebbe essere alla base di una qualsiasi società civile. Nel Nord Europa (vivo in Inghilterra) lo è da sempre. Solo una società gestita da politici onesti e intelligenti può salvare l'Italia da un baratro sempre più vicino. E glielo dice uno che, quando torna a Roma, pensa davvero che Nerone si stia rivoltando nella tomba. Anziché vedere miglioramenti, non vede che gravi peggioramenti negli ultimi dieci anni. Saluti da Londra. Alessio, [email protected] Caro Alessio, mi stupisco del suo stupore. Non so quando lei abbia lasciato l'Italia e da quanto tempo viva in Inghilterra. Io, anche se ho viaggiato molto e conosco abbastanza bene la Gran Bretagna, sul mio Paese non mi faccio più illusioni. E quando uno non si fa più illusioni, non ha più speranze. In mezzo secolo l'Italia è cambiata, com'è cambiato il mondo. Escluso il centro storico, il volto della Città Eterna (un'eternità conquistata campando alla giornata), non è più lo stesso. I quartieri di oggi non sono più quelli di ieri. Il traffico è insostenibile e il caos indescrivibile. C'è sicuramente più benessere, ma anche più malavita e più instabilità sociale, più precarietà. La burocrazia, con le sue infinite magagne, la sua ottusità, la sua infingardaggine, la sua inettitudine è quella di sempre. E quella di sempre è la mentalità degli abitanti: indolenti e strafottenti, menefreghisti e opportunisti. Non tutti, per carità, ma i più, sì. Si arrangiano, vivono di espedienti e fregano il fisco - o ci provano pensando solo di far ciccia per sé e per i propri cari. Non tutti sono così. Ci sono fior di galantuomini, gente che fa il proprio dovere, bene e fino in fondo. Ma l'aria che tira è questa. E non solo a Roma, una città che, comunque, adoro e che non lascerei per nessuna ragione al mondo (dove troverei un altro Pincio, un'altra piazza di Spagna, un'altra Trastevere, un altro Circo Massimo, un'altra Caracalla? Dove?). Gli abitanti del resto dello Stivale sono italiani anche loro. E se dai romani molte cose li dividono, molte ai quiriti le accomunano. Il senso civico e dello Stato, il rispetto delle leggi e delle regole, non ce l'hanno nemmeno loro. Si sentono anche loro furbi, più furbi del vicino. giugno 2006 pagina 5 Siamo davvero pecore anarchiche che stanno nel gregge non perché in questo si riconoscano, ma perché gli conviene. Non c'importa chi sia il padrone. C'importa che abbia un occhio di riguardo per noi, che ci faccia il piacere, che ci lasci passare con il rosso, non ci tolga i punti dalla patente. Un padrone che faccia il padrone con gli altri, ma ci riservi un trattamento di favore. Quanto alla classe politica, così povera di classe (Destra e Sinistra non fa differenza), cosa vuole che le dica? È lo specchio del Paese. I governanti non sono peggiori né migliori dei governati. Lo stampo è lo stesso, e anche la pasta. Chi nelle stanze del potere palatino ha sottomano i bottoni, che può premere come e quando vuole, li pigia infischiandosi di chi in quelle stanze lo ha mandato. In un Paese che campa alla giornata, tutti campano alla giornata. E questo spiega perché viviamo così male e così bene. Male perché chi pensa solo al presente rischia un brutto risveglio. Bene perché chi pensa al presente senza farsi troppe domande, senza porsi troppi problemi, se lo gode. Poi, si vedrà. Lei, caro Alessio, capirà che, rebus sic stantibus, stando così le cose, c'è poco da fare. Andiamo avanti senza andare avanti, affidandoci alla buona sorte, allo storico stellone. Ci consoliamo con il memento evangelico: "A ogni giorno è sufficiente il suo affanno". O con la battuta dell'eroina di "Via col vento": "Domani è un altro giorno". Finora, tutto sommato, ce la siamo cavata. E questo ci basta per continuare ad essere quelli che siamo e a fare quel che abbiamo sempre fatto: i furbi. Finché non troviamo uno più furbo di noi che ci fa fessi. [email protected] il giornale italiano il giornale italiano pubblica, a puntate, « LA GUIDA PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO: DIRITTI E DOVERI », a cura del Ministero dell’Interno che, tramite i Comuni di iscrizione all’AIRE, lo avrebbe dovuto inviare a tutti gli italiani residenti all’estero. GUIDA PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO: DIRITTI E DOVERI (sesta parte) ELENCO AGGIORNATO DEGLI ITALIANI RESIDENTI ALL'ESTERO Nel 2003, dopo l'entrata in vigore della Legge 27 dicembre 2001, n. 459 – che ha previsto l'esercizio di voto per corripondenza del izaliani residenti all'estero – e del suo Regolamento di attuazione (D.P.R. 104/2003), è stato istituito l'Elenco Aggiornato dei cittadini italiani all'estero, finalizzato alla predisposizione dell'Elenco degli elettori. Quali dati contiene l'Elenco Aggiornato? Nell'Elenco Aggiornato sono registrati i seguenti dati: • nome e cognome del cittadino italiano; • cognome anche del coniuge per le donne coniugate o vedove • luogo e data di nascita; • sesso; • Stato di residenza; indirizzo; casella postale; • Ufficio consolare; • Comune di iscrizione all'Aire. Come viene realizzato l'Elenco Aggiornato? I Ministeri degli Affari Esteri e dell'Interno confrontano, in via informatica, i dati contenuti nelle Anagrafi degli italiani residenti all'estero con qauelli degli schedari consolari. In base ai risultati del confronto il Ministero dell'Interno stila l'Elenco Aggiornato, formato dai nominativi delle persone iscritte sia nelle Anagrafi degli italiani residenti all'estero che negli schedari consolari (dati allineati), nonchè dai nominativi di coloro che sono iscritti solo nelle Anagrafi degli italiani residenti all'estero. Nel caso in cui il nominativo risulti iscritto soltanto negli schedari consolari, la persona non viene inserita nell'Elenco Aggiornato. Nel caso, invece, che nei due elenchi (AIRE e schedari consolari) corrispondano i dati reltivi al nome, cognome e data di nascita, ma non quelli relativi all'indirizzo, si assume l'indirizzo risultante negli schedari consolari. Cittadini italiani iscritti nell'Elenco Aggiornato, al marzo 2005 risultano iscritti nell'Elenco Aggiornato 3.439.846 cittadini italiani. COMITATO PERMANENTE ANAGRAFICO-ELETTORALE Che cos'è il Comitato permanente anagrafico-elettorale? Al fine di coordinare gli interventi necessari per realizzare ed aggiornare l'Elenco degli italiani residenti all'estero è stato istituito, dall'art. 6 del D.P.R. 104/2003, il Comitato permanente anagrafico-elettorale composto da 13 membri esperti nella maeria, di cui: • tre del Dipartimento per gli Italiani nel Mondo; • tre del Ministero degli Affari Esteri; • tre del Ministero dell'Interno; • uno del Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie; • uno dell'Associazioone Nazionale dei Comuni d'Italia (ANCI); • uno dell'Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e d'Anagrafe (ANUSCA); • uno del Comune di Roma. In aggiunta ai membri effettivi sono stati nominati altrettanti membri supplenti. MATRIMONIO ALL'ESTERO E NASCITA DI FIGLI Il cittadino italiano che intenda sposarsi all'estero deve, per prima cosa, richiedere le pubblicazioni di matrimonio rivolgendosi, se residente in Italia, al Comune di iscrizione anagrafica oppure, se residente all'estero e regolarmente iscritto all'AIRE, al Consolato italiano di residenza. anno 12, n. 112 giugno 2006 pagina 6 Concluse le pubblicazioni è possibile contrarre matrimonio dinanzi all'autorità straniera o presso il Consolato italiano. La mancata effettuazione delle pubblicazioni non inficia la validità del matrimonio, ma puo' dar luogo all'applicazione dell'art. 14 del Codice Civile che prevede il pagamento di un'ammenda che va da 41,32 a 206,58 euro. Se la celebrazione avviene dinnanzi alle autorità straniere è necessario che una copia dell'atto di matrimonio venga fatta pervenire al Consolato, affinchè quest'ultimo provveda a trasmetterlo al Comune italiano competente, per la trascrizione nei registri dello stato civile. E' importante che nomi, cognomi, luoghi e date di nascita riportati nell'atto di matrimonio siano minuziosamente controllati dagli interessati, allo scopo di verificare che non vi siano errori nel documento originale. Nel caso che si riscontrino errori, è necessario richiedere le rettifiche, rivolgendosi sempre al Consolato italiano competente per territorio. Se, dopo il matrimonio e la registrazione dell'atto, il cittadino intende risiedere in Iotalia, il coniuge straniero dovrà domandare il visto di ingresso in qualità di "familiare al seguito", presentando: • modello domanda di visto; • dichiarazione per "familiare al seguito" fatta dal cittadino italiano; • n. 2 foto tessera a colori del coniuge straniero; • copia dei passaporti di entrambi i coniugi; • passaporto del coniuge straniero con validità residua non inferiore a 16 mesi dalla data di presentazione della domanda di visto. I figli di cittadini entrambi italiani o di almeno un genitore italiano, anche se nati all'estero ed eventualmente in possesso di un'altra cittadinanza, sono cittadini iotaliani. Pertanto la loro nascita deve essere registrata in Italia. Questo anche qualora il genitore acquisti o riacquisti la cittadinanza. In questi casi tale cittadinanza viene trasmessa ai figli ancora minorenni e conviventi al momento dell'acquisto o riacquisto della stessa. I genitori dovranno pertanto richiedere, recandosi presso il Consolato italiano competente, la trascrizione dell'atto di nascita dei propri figli nel Comune di iscrizione all'AIRE o di residenza in Italia. Per effettuare la comunicazione di una nascita, bisogna presentarsi all'Ufficio consolare con i seguenti documenti: atto di nascita, rilasciato dal competente Ufficio di stato civile della circoscrizione, accompagnato dalla traduzione in italiano. Tale traduzione deve essere certificata, dall'autorità diplomaticoconsolare o da un traduttore ufficiale, conferme al testo originale; documentazione comprovante la cittadinanza italiana di almeno uno dei genitori (carta di identità, passaporto italiano o certificato di cittadinanza italiana). Il Consolato dopo aver legalizzato, ove prescritto, la firma dell'autorità straniera che ha rilasciato l'atto di nascita, lo trasmette in Italia per la sua trascrizione e la conseguente iscrizione all'AIRE del nuovo nato. Una volta trascritto l'atto di nascita, l'ufficiale dello stato civile italiano provvede a correggere, mediante annotazione, il cognome del minore, ove lo stesso sia stato attribuito in modo non conforme all'ordinamento italiano. Qualora gli interessati vogliano mantenere il cognome attribuito al figlio nel Paese di nascita e qualora tale cognome non sia conforme a quello previsto dall'ordinamento italiano, dovranno avanzare richiesta di cambiamento di cognome ai sensi degli artt. 84 e seguenti del D.P.R. 3/11/2000, n. 396. (segue) Salviamo la Costituzione Aggiornala, non demolirla Coordinamento nazionale delle iniziative per la difesa della Costituzione e per il referendum contro il progetto di riforma della IIa parte della Costituzione Il 25 e il 26 giugno Vota NO il giornale italiano anno 12, n. 112 "Vite rovinate dal pallone. Storie di tifo e ordinaria follia" in un'antologia "solidale" di racconti giugno 2006 pagina 7 FARSA ITALIA Valerio Agostinone Premierato "ad personam" ROMA\ aise\ - Il tifo calcistico non nuoce gravemente alla salute. Qualche volta. Il tifoso, animale sociale camaleontico e a tratti pericoloso, i calciatori, gli arbitri sono i protagonisti delle pagine di "Vite Rovinate dal Pallone. Storie di tifo e ordinaria follia" (pag.160, 10 euro), un’antologia di racconti dedicati allo sport più amato dagli italiani, il calcio. La ferocia, la correttezza e la sofferenza di chi la domenica dimentica mogli, amici e parenti, si rincorrono per le pagine di un progetto edito e curato da Giulio Perrone, che dichiara: "in un momento in cui lo sport è stato messo da parte dagli interessi economici e di potere, proprio alla vigilia dei Mondiali di calcio, ho pensato che realizzare "Vite Rovinate dal Pallone" potesse ricordare a tutti che il calcio è soprattutto divertimento, aggregazione, lealtà e passione". Le voci raccolte in questo libro, alcune all’esordio letterario, raccontano le vite appassionate dei tifosi. Cosa ha fatto chi l’11 settembre è comunque andato allo stadio? Nicola Ravera Rafele, autore di "Idrolitina", racconta il pomeriggio vuoto e silenzioso di tre ragazzi che si sfidano ai rigori per esorcizzare il dolore e la paura dell’attacco alle Twin Towers. La tensione del prepartita elettrizza le pagine scritte da Cosimo Argentina, giovane promessa della narrativa italiana che ha già stupito con "Viaggiatori a sangue caldo" (Avagliano, 2005). Il flusso di ricordi di un glorioso Napoli, la squadra con più tifosi al mondo, e di una storia di famiglia si snoda fra le pagine di "Sindrome di Stoccolma" di Ferdinando Cotugno, all’esordio assoluto nella narrativa italiana. Il canto d’amore di Des Moulins per la Juventus, che vuol dire gioventù e quindi purezza e gioia, che tanto bene fa all’anima di chi oggi legge i giornali e piange la gloria trascinata nel fango per colpa dell’avidità e della furbizia di pochi potenti. Juventus protagonista anche della prosa effervescente di Mauro Mirci che è stato allo stadio per caso, tifoso per caso come Paolo Di Paolo, autore del racconto aperto "Moggi". E come dimenticare la tragica lotta sempre persa dalle donne contro le finali, contro i derby e contro la bruciante passione del calcio che scavalca persino le gioie del sesso. Alessandro Petrini, voce emergente e talentuosa, già vista nell’antologia "Nulla è per sempre. 59 ultimi respiri" (Giulio Perrone Editore, 2006), mette una partita del Milan davanti ad una proposta di matrimonio, senza troppi rimpianti. I piedi che fanno la magia per 90 minuti e le vite che si spezzano sono i protagonisti del racconto "Quattro Milioni" di Demetrio Paolin, autore de "Il Pasto Grigio" (Untitl.ed, 2005). Senza dimenticare chi mette ordine, l’uomo super partes, l’arbitro Severino, protagonista di "Giustizia" di Gavino Angius. Seconda iniziativa editoriale in favore di associazioni attive nel sociale per la Giulio Perrone Editore, dopo "Noir No War", realizzato in collaborazione con Emergengy, per "Vite Rovinate dal Pallone" la casa editrice romana devolverà il 10% del ricavato dalle vendite in favore dell’associazione Save The Children, organizzazione per la difesa e la promozione dei diritti dei bambini. La parte della Costituzione che si è fatta confezionare su misura che più di tutte piace al Cavalier Berlusca è quella riguardante i privilegi del Primo Ministro, carica alla quale lui modestamente ritiene di poter pretendere fino a quando se ne sarà stufato. Una volta ridotto il Presidente della Repubblica (anche lui ovviamente di sua scelta) al ruolo di semplice passa-carte ai suoi ordini, il Primo Ministro-tipo ideato da Forza Italia e dalla Lega si riserva l'indiscusso potere costituzionale di assumere, cambiare, sospendere o licenziare i Ministri da lui stesso designati, indire le elezioni, sciogliere le Camere, redigere leggi: il tutto senza dover ricevere alcun voto di fiducia dal Parlamento, visto che è gia stato personalmente eletto e consacrato dal voto popolare. Tanto più che, secondo lui, per ottenere questo basta inventare una sfilza di promesse -patacca da mantenere volendo "a babbo morto" (e guai se qualcuno osa poi ricordargliele). Per il Berlusca, però, la trovata più geniale da riversare nella Carta Costituzionale è stata la disposizione secondo cui il Primo Ministro (cioè invariabilmente lui) può essere "sfiduciato" (ma quando mai ?) unicamente dalla sua stessa maggioranza, senza alcun malaugurato intervento di quella banda di sovversivi che si permette di farsi chiamare opposizione (ma che roba è ?). In effetti se non fosse politicamente sconcia questa trovata sarebbe addirittura esilarante. Basti immaginare per questo cosa capiterebbe a qulche sprovveduto parlamentare reclutato nella squadra berlusconiana che si mettesse in testa di esprimere qualsiasi dubbio sull'inestimabile valore o la superiore oppurtunità dei propositi dell'esimio Cavaliere. Che se poi qualche illuso ci fosse, conoscerebbe già l'unica procedura ammessa e collaudata per esprimere il proprio dissenso: chiudersi in casa, spegnere tutte le luci e infilarsi sotto il letto o in un armadio, e lì sfogarsi a formulare dentro di se ogni possibile oscenità all'indirizzo del padrone Berlusca. Insomma possiamo anche riderci sopra, ma pensiamo soprattutto a dare la risposta che merita alla sfrontata pretesa di Berlusconi e dei suoi accoliti di scippare un "Signorsì" degli italiani a quell'assurda accozzaglia di espedienti di comodo che vorrebbero imporre a proprio vantaggio nella Carta Costituzionale. Cominciamo quindi a metterli di fronte al nostro sonoro e soverchiante "NO". Poi vedremo come ragionare. il giornale italiano anno 12, n. 112 Mondiali di calcio Emigrati oscurati come nel 2002 Interpellanza del Senatore Micheloni (Ulivo) al Ministro delle Comunicazioni Gentiloni: “Partite oscurate su Rai International”. Per il Ministro Melandri è “grave che gli italiani all’estero vengano privati di questo diritto”. E chiede un incontro con il presidente Rai Petruccioli ROMA – Mondiali di calcio: Rai International non li trasmette. E il senatore dei DS eletto nella Circoscrizione Europa Claudio Micheloni si rivolge al Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni. In una interrogazione a risposta orale presentata l’8 giugno il senatore chiede quali “misure urgenti” si intendono adottare “affinché i cittadini italiani residenti all’estero, costretti per motivi di lavoro a vivere lontano dal loro Paese, possano assistere interamente alle trasmissioni Rai e sentirsi parte, nel seguirne le prestazioni agonistiche, della nazionale di calcio italiana impegnata in Germania”. Micheloni chiede anche “se non si ritenga opportuno che, nella stipula dei futuri contratti per l’acquisto di diritti televisivi di manifestazioni sportive come i mondiali di calcio, la Rai provveda a far inserire una clausola che le consenta la trasmissione dell’evento anche al di fuori del territorio nazionale, tenuto conto che la programmazione televisiva dell’emittente sul circuito internazionale è seguita quasi esclusivamente dai nostri concittadini r e s i d e n t i a l l ’ e s t e r o ” . Micheloni ricorda nell’interrogazione che la Rai “sulla base degli accordi stipulati per l’acquisto dei diritti televisivi di “Germania 2006”, dovrà provvedere, mediante il sistema del criptaggio, all’oscuramento del proprio circuito internazionale in concomitanza dell’inizio delle trasmissioni delle partite del campionato mondiale di calcio”. E che “l’evento ripete quanto già avvenuto nel 2002, in occasione dei mondiali di calcio di Corea e Giappone, allorché per la prima volta venne impedito a tutti i cittadini italiani residenti all’estero di poter assistere non soltanto alle partite di calcio ma anche ai programmi s p o r t i v i “highlight” e alle cronache legate alla manifestazione sportiva”. “Il tema del criptaggio delle partite della nazionale italiana all’estero è molto sentito tra le nostre comunità” ha affermato il Senatore Micheloni . Che proprio per tale ragione ha voluto che “l’interrogazione che ho presentato l’8 giugno scorso su questa vicenda fosse il mio primo atto giugno 2006 pagina 8 Melandri facendo osservare che l’Italia “ha chiesto ai connazionali all’estero di concorrere alla definizione della maggioranze politiche”. Pertanto il fatto che gli italiani nel mondo “vengano oggi privati in un certo senso di un diritto non onora – ha ribadito il Ministro - le scelte strategiche del servizio pubblico”. Melandri ha chiesto un incontro con il presidente della Rai Petruccioli. E Micheloni plaude: “Benissimo ha fatto il Ministro Melandri, non nuova a queste attenzioni, a prendere in mano la cosa e a chiedere subito un incontro al Presidente Petruccioli”. “Sono sicuro che il Ministro Melandri e il Presidente Petruccioli faranno tutto il possibile per cercare di superare questo annoso problema”, ha concluso Micheloni. (Inform/ADL) Nella foto sopra a sinistra, il Senatore Claudio Micheloni, nelle altre tre il Ministro allo Sport e Politiche Giovanile, Giovanna Melandri, in visita alla nazionale italiana di calcio prima della loro partenza per la Germania. parlamentare”. “Con la nostra presenza in Parlamento e con la concomitanza dei mondiali – ha detto Micheloni – e dopo anni che chiedevamo attenzione in questa d ir e z io n e , f in a l me n t e l’argomento è arrivato ai piani alti della politica italiana”. Intanto, a margine del convegno della Federazione nazionale stampa italiana su informazione sportiva ed etica, il Ministro allo Sport e Politiche Giovanili Giovanna Melandri ha attaccato la Rai che non trasmette all’estero le partite degli azzurri ai Mondiali. E’ un fatto che Melandri giudica “grave”. “So che ci sono motivi economici dietro questa scelta, ma è una scelta che non onora il servizio pubblico italiano” h a a g g i u n t o La Vespa celebra 60 anni di successo Torino - Sarà Vespa 1948 presentato sabato 17 giugno a Torino il volume "60 anni della Vespa", scritto da Giorgio Sarti ed edito da Giorgio Nada per celebrare l'anniversario del celebre locomotore che cade proprio in questi giorni. L'evento è all'interno della manifestazione internazionale Euro Vespa 2006, il tradizionale incontro tra gli appassionati del ciclomotore, che si svolge quest'anno a Torino. Fu nell'aprile del 1946, in un paese frastornato dalle terribili vicende belliche, che i primi quindici esemplari della Vespa uscirono dagli stabilimenti Piaggio di Pontedera (PI). Si trattò del debutto di un rivoluzionario veicolo a due ruote, che oltre a lasciare una traccia indelebile nella storia dei trasporti, è diventato un autentico fenomeno di costume per le generazioni a venire. Oggi, a sessant'anni dal suo debutto, la Vespa si è affermata in ogni parte del mondo con 17 milioni di esemplari venduti. La Vespa in "Vacanze Romane" il giornale italiano anno 12, n. 112 giugno 2006 pagina 9 COSTITUITE LE COMMISSIONI PERMANENTI AL SENATO: ECCO DOVE SIEDERANNO I SEI ELETTI ALL’ESTERO ROMA\ aise\ - Nella tarda mattina di oggi, (n.d.r.: 6 giugno) si sono riunite al Senato le commissioni permanenti per l’ufficializzazione della loro composizione e l’elezione dei rispettivi Presidenti. Le Commissioni permanenti sono 14, specializzate per materia secondo uno schema che riflette, in linea di massima, i settori corrispondenti ai diversi Ministeri e composte in modo tale da rispecchiare proporzionalmente i rapporti numerici tra le forze politiche presenti in Parlamento. Dei sei Senatori eletti all’estero, tre sono stati assegnati alla IIIa Commissione, Affari Esteri ed Emigrazione. Si tratta di Claudio Micheloni e Edoardo Pollastri, del Gruppo dell’Ulivo, e Antonella Rebuzzi di Forza Italia. Alla Xa Commissione, Industria, Commercio e Turismo, prenderà parte Luigi Pallaro, Gruppo Misto, mentre Nino Randazzo, l’Ulivo, è stato assegnato alla IXa, Agricoltura e Produzione Agroalimentare. Alla VIa Commissione, Finanze e Tesoro, infine, ha trovato posto Renato Turano, dell’Ulivo. Nessuno degli eletti all’estero è stato assegnato alla Ia Commissione, Affari Costituzionali, competente su temi assai rilevanti, come l’eventuale riforma della legge elettorale, auspicata da molti, o la legge sulla cittadinanza. Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera Magnusstrasse 20, CH-8004 Zurigo (Postfach 7330, CH-8023 Zürich) Tel. 044/241 87 27 Fax 044/241 87 76 E-mail: [email protected] Blocher blocca il FIMM "Il Governo del quale faccio parte è consapevole della delicatezza degli impegni che lo attendono. La politica estera rappresenterà una componente essenziale dell'azione del Governo, con l'obiettivo di consolidare e rafforzare la presenza e il ruolo dell'Italia in Europa, sulla scena internazionale, negli organismi internazionali". Così si esprime il neo-Ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, nel messaggio inviato a tutto il personale della Farnesina, "in servizio in Italia e presso le Rappresentanze diplomatiche e gli Uffici consolari all'estero". "Non mi nascondo - prosegue D'Alema nel messaggio - le difficoltà che ci separano da questo traguardo. Anche per questo confido di poter contare sulla collaborazione di Voi tutti, ben conoscendo e apprezzando le doti di lealtà, dedizione, professionalità, senso dello Stato di cui tutto il personale della Farnesina è da sempre depositario . Faccio quindi affidamento sul Vostro sostegno: esso sarà indispensabile ad affrontare al meglio le responsabilità che mi appresto ad assumere". La Confederazione non intende più sovvenzionare in via ordinaria le strutture del Forum per l'integrazione delle migranti e dei migranti (FIMM Svizzera). Sussidi saranno concessi, ma soltanto per singoli progetti. Il Dipartimento federale di giustizia e polizia, che fa capo a Christoph Blocher, ha già rescisso il relativo contratto che garantiva al Forum un contributo annuale di 300'000 franchi. La decisione ha effetto retroattivo al primo gennaio di quest'anno. Di fronte a questa decisione, l'Esecutivo della Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera (FCLIS) esprime il suo profondo sdegno per una scelta politica miope, unilaterale e punitiva nei confronti non solo del FIMM ma anche dei programmi di una seria politica di integrazione. Tale decisione è ancora più grave in quanto dettata dall'esplicita volontà d'impedire che un'organizzazione come il FIMM – al quale aderisce una parte significativa delle associazioni dei migranti in Svizzera in rappresentanza di oltre 50 comunità di stranieri – agisca democraticamente, in conformità a quanto stabilito dai propri statuti, per la tutela dei diritti degli stranieri residenti nella Confederazione. Al FIMM viene infatti imputato di essersi impegnato per sostenere le iniziative finalizzate alla naturalizzazione agevolata, bocciata in votazione popolare nel settembre 2004, e di essersi opposto all'inasprimento delle leggi sul diritto d'asilo e sugli stranieri che saranno sottoposte a referendum il prossimo mese di settembre. Il taglio dei contributi pubblici, che costituiscono poco meno del 50% dei fondi necessari al FIMM per svolgere le sue attività, è un segno tangibile di rifiuto e di repressione nei confronti di iniziative volte a perseguire una costruttiva integrazione degli stranieri diretta a contenere fenomeni di emarginazione sociale. L'Esecutivo FCLIS, esprimendo la piena solidarietà al FIMM, invita il Consiglio federale, i partiti e tutte le forze sociali svizzere e degli stranieri in Svizzera ad agire affinché il Dipartimento di giustizia e polizia ritorni sulla propria decisione consentendo al FIMM di continuare ad operare, sotto il segno dell'integrazione, nell'interesse d'una convivenza pacifica, presupposto fondamentale per una crescita democratica e civile dell'intera società elvetica. Patronato A.C.L.I. al Servizio della Gente Rue de Carouge 53 / CH-1205 GINEVRA Tel. 022 7810932 - Fax 022 7810933 e-mail: [email protected] Orari di apertura: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì 09.30-11.30 / 13.00-16.30 venerdì: 09.00-11.30 / 13.00-16.00 (Coordinamento Associazioni Italiane Ginevra) Case postale 1025 / 1227 CAROUGE / Tel. 022 3434927 e-mail: [email protected] Segretario responsabile : Silvano COCCO Cassiere : Francesco CELIA Segreteria : Giovanni PAGGI Consiglieri : Franco ANTONELLI Oliviero BISACCHI "Conto sulla collaborazione di tutti voi" Così si esprime il neo-Ministro degli Esteri D'Alema nel messaggio inviato a tutto il personale della Farnesina, in Italia e all'estero SEGRETERIA DEL C.A.I.G. il giornale italiano anno 12, n. 112 _â|z| c|ÜtÇwxÄÄÉ _x aÉäxÄÄx LA ROSA (4) E mai, certo, da anni e anni, al Circolo, per via, nelle case, a passeggio, avevano canticchiato tanto, senza volerlo, senza saperlo, i "civili" di Pèola. La signora Lucietta vedeva e sentiva tutto questo. Il guizzare di tanti desiderii da occhi accesi che la seguivano in tutte le mosse e la carezzavano con lo sguardo voluttuosamente, il calore di simpatia che la avvolgeva, inebriarono in breve anche lei. Non ci sarebbe voluto tanto, perché già fremeva, friggeva di per sé, la signora Lucietta. Che impiccio le davano certe ciocchette di capelli, che le cadevano su la fronte appena chinava il capo per seguire con gli occhi il nastro di carta punteggiato che si svolgeva dalla macchinetta ticchettante sul tavolino dell'ufficio! Scrollava il capo e quasi sobbalzava, come per un vellicamento di sorpresa. E che improvvise caldane e che subitanei arresti di respiro, che finivano a un tratto in una stanca risatina! Oh, ma piangeva anche, sì, sì, piangeva in certi momenti, senza saper perché. Lagrime calde, brucianti, per un oscuro, improvviso scompiglio nella mente, per uno strano orgasmo, che le dava un serpeggiar di smanie per tutto il corpo, un'insofferenza... Non poteva frenarle, quelle lagrime, e sbuffava, sbuffava di stizza, ma poi, subito dopo, per un nonnulla, ecco, si rimetteva a ridere. Per non pensare a niente, per non andare svolazzando con la fantasia dietro ogni immagine comica o pericolosa, per non sorprendersi assorta in certe previsioni inverosimili, l'unica era d'attendere giudiziosamente al suo ufficio; raccogliersi, prendere a due mani e tener ben ferma l'attenzione, perché tutto procedesse là dentro in perfetta regola, con perfetto ordine. E ricordarsi, ricordarsi sempre che a casa intanto, affidati a una vecchia serva molto stupida e rozza, c'erano i suoi due poveri piccini orfani. Che pensiero era questo! Tirarli su, da sola, col suo lavoro, col suo sacrificio, quei figliuoli! miseramente, pur troppo; oggi qua, domani là, randagia con essi... E poi, quando sarebbero cresciuti, quando si sarebbero fatta una vita per loro, forse del suo sacrificio, di tutte le sue pene non avrebbero tenuto alcun conto. No, via! via! Erano ancor tanto piccini... Perché immaginare queste cose brutte? Sarebbe stata vecchia, lei, allora; sarebbe passato comunque il suo tempo; e quando il tempo è passato e si è vecchi, anche ai ricordi tristi siamo già abituati a far buon viso... Chi diceva così? Lei, lo diceva. Ma non perché veramente le sorgessero spontanee nell'animo queste considerazioni affliggenti. Passava ogni mattina dall'ufficio e talvolta anche sul tramonto, quando usciva dal Municipio, il segretario comunale, quel signor Silvagni incontrato sul treno. Si tratteneva un momento, lì sull'uscio o davanti lo sportello; le parlava di cose aliene, anche liete; rideva con lei della caccia che si dava ai cani, per esempio, e delle difese che ne prendevano le donne brutte del paese. Ma negli occhi di quell'uomo, in quei grandi occhi chiari, intenti e tristi che le restavano a lungo impressi nella memoria dopo ch'egli se n'era andato via, la signora Lucietta leggeva quelle considerazioni affliggenti. Il pensiero dei figliuoli, ogni volta, chi sa perché?, glielo richiamava lui, angosciosissimo; pur giugno 2006 pagina 10 senza ch'egli ne avesse chiesto affatto o glien'avesse fatto parola per incidenza. Tornava a sbuffare, a ripetersi che i suoi figliuoli erano ancor tanto piccini... e dunque, via! perché avvilirsi? non doveva e non voleva. Là, su, su, coraggio! Era giovine, lei, per ora... tanto giovine... e dunque... - Come dice, signore? Ma sì: conti le parole del telegramma, e poi calcoli due soldi di più. Vuole un modulo a stampa? No? Ah, tanto per saperlo... Ho capito. A rivederla, signore... Ma di niente, si figuri... Quanti ne entravano all'ufficio a rivolgerle di quelle stupide domande! Come non ridere? Eran pur buffi davvero tutti quei signori di Pèola. E quella commissione di giovinotti, soci del Circolo di compagnia, col loro bravo presidente anziano, entrato all'ufficio una mattina, per invitarla alla famosa festa da ballo annunziatale in treno dal signor Silvagni! Che scena! Tutti con gli occhi spiritati, che da un canto pareva se la volessero mangiare e dall'altro provassero una strana maraviglia nell'accorgersi che da vicino ella aveva il nasetto così e così, così e così la bocca e gli occhi e la fronte, per non parlare che della testa soltanto! Ma i più impertinenti erano anche i più impacciati. Nessuno sapeva come cominciare: - Vorrà farci l'onore... - È consuetudine annuale, signora... Una piccola soirée dansante... - Oh, ma senza pretese, si figuri! - Festa in famiglia... - Ma sì, lasciate dire! - È consuetudine annuale, signora... - Ma via, che dice! basta che voglia verarnente onorarci... Si torcevano, si strizzavano le mani, si guardavano in bocca l'un l'altro nell'atto che si buttavano a parlare, mentre il presidente, che era anche il sindaco del paese, s'intozzava sempre più, paonazzo dalla stizza. S'era preparato il discorso, lui, e non glielo lasciavano dire. S'era passato anche il cerotto con gran cura su la lunga ciocca di capelli rigirata sul cranio, e aveva infilato i guanti canarini e inserito due dita, dignitosamente, tra i bottoni del panciotto. - È consuetudine annuale, signora... La signora Lucietta, confusa, per quanto con una gran voglia di ridere e tutta vermiglia in volto per quei pressanti inviti, più degli occhi cupidi che delle labbra impacciate, cercò di schermirsi in prima: era ancora a lutto, lo sapevano... e poi, i due figliuoli... stava con loro la sera soltanto... non li vedeva per tutto il giorno... era usa metterli a letto lei... e poi aveva tante cose a cui attendere... - Ma via! per una sera... - Poteva anche venire dopo averli messi a letto... - E non c'era la serva?.. per una sera! A uno dei giovanotti, nella furia, scappò detto finanche: - Il lutto? Ma che sciocchezza! Ebbe una gomitata in un fianco e non fiatò più. La signora Lucietta promise in fine che sarebbe andata, o piuttosto, che avrebbe fatto di tutto per andare; ma poi, quando tutti se ne furono andati, rimase a guardarsi nella manina bianca posata su la veste nera il cerchietto d'oro che il Loffredi sposando le aveva messo al dito. La sua manina era allora così gracile: manina di ragazzetta; e ora che le dita erano un po' ingrossate, quell'anellino le faceva male. Così stretto era, che non poteva cavarselo più... III Nella camera da letto del vecchio quartierino mobigliato, la signora Lucietta ora stava a dire a se stessa di no, che non sarebbe andata; e intanto dondolava - aòh - su le ginocchia il suo angioletto biondo, vestito di nero – aòh, aòh - questo suo più piccino, caro caro, che voleva ogni sera addormentarsi in braccio a lei. (segue) il giornale italiano anno 12, n. 112 giugno 2006 pagina 11 La ricetta del mese a cura di Fiorella CELIA-FOSSELLA Caponata di melanzane Ingredienti per 4 persone : 4 melanzane, sale, cipolla, sedano, 500 gr. di pomodori, 150 gr. di olive verdi, capperi, aceto e zucchero Preparazione : tagliate le melanzane a pezzetti senza sbucciarle, spolverizzatele di sale e fate sgocciolare l’eccesso di acqua. Scaldate olio abbondante e mettetevi a cuocere le melanzane. Quando sono cotte levatele col mestolo forato. Nello stesso olio mettete un trito di cipolla e sedano, aggiungete i pomodori sbucciati e senza semi, a pezzi, le olive snocciolate. Lasciate cuocere la salsa una ventina di minuti. Rimettete nel tegame le melanzane, aggiungete due cucchiaiate di capperi e bagnateli con una cucchiaiata di aceto, in cui avrete sciolto unl pizzico di zucchero. Cuocete ancora 10-15 minuti. Le ricette per l'estate Fiori di zucchine fritti Ingredienti per 4 persone : 16 fiori di zucchina. Per la pastella : una cucchiaiata di farina, 1 cucchiaio d’olio, olio per friggere e sale Preparazione : preparate la pastella con la farina diluita con una cucchiaiata di olio ed acqua; deve riuscire un pò fluida. Lasciatela riposare 30 minuti. Pulite i fiori delle zucchine, tagliate il peduncolo, levate il pistillo o tagliateli in due per il lungo. Immergeteli nella pastella, uno ad uno; devono restare bene avvolti. Friggeteli nell’olio abbondante e molto caldo. Appena sono dorati sgocciolateli, asciugateli su carta assorbente, salateli. Melone a sorpresa Ingredienti per 4 persone : 1 melone, fragoline, lamponi, uva, mirtilli, ribes, pesche, altra frutta, zucchero e liquore Preparazione : vuotare il melone, mantenendo intero l’involucro perchè servirà per la preparazione. Tagliate a dadetti la polpa, dopo aver scartato i semi e parte filacciosa. Unitevi la frutta, le pesche a pezzettini ed altra frutta a volontà; zuccherateli e profumateli con un liquore a scelta. Riempite il melone e tenetelo al fresco nel frigorifero per alcune ore prima di servirlo. Il comico franco-belga Raymond Devos è morto oggi (n.d.r.: 15 giugno) al suo domicilio di Saint-Remy-les-Chevreuse, vicino Parigi, di un attacco celebrale. Aveva 83 anni. Alcune sue celebri battute: - «Quand on s’est connu, ma femme et moi, on était tellement timides tous les deux qu’on n’osait pas se regarder. Maintenant, on ne peut plus se voir.» - «Si ma femme doit être veuve un jour, j’aimerais mieux que ce soit de mon vivant.» - «Qui prête à rire n’est jamais sûr d’être remboursé.» - «Le rire est une chose sérieuse avec laquelle il ne faut pas plaisanter.» - «Du moment qu’on rit des choses, elles ne sont plus dangereuses.» - «Une fois rien, c’est rien; deux fois rien, c’est pas beaucoup, mais pour trois fois rien, on peut déjà acheter quelque chose, et pour pas cher.» - «Je n’aime pas être chez moi. A tel point que lorsque je vais chez quelqu’un et qu’il me dit: Vous êtes ici chez vous, je rentre chez moi!» - «Mais pourquoi courent-ils si vite? Pour gagner du temps! Comme le temps, c’est de l’argent... plus ils courent vite, plus ils en gagnent.» - «Il paraît que quand on prête l’oreille, on entend mieux. C’est faux! Il m’est arrivé de prêter l’oreille à un sourd. Il n’entendait pas mieux.» - «Même avec Dieu, il ne faut pas tenter le Diable.» - «Un croyant, c’est un antiseptique.» - «Si Dieu n'est pas marié, pourquoi parle-t-on de sa grande Clémence.» Ente Italiano Socio-Assistenziale rue de l’Athénée 26 1206 GINEVRA tel. e fax 022 / 3468949 orario di apertura: martedì e venerdì, dalle ore 09.00 alle 11.00 giovedì: 09-11 e 15-17 Consolato Generale d’Italia Rue Chs. Galland 14 / 1206 GINEVRA Tel. 022 / 8396744 - Fax 022 / 8396745 http://sedi.esteri.it/geneve/ Orario di apertura martedì: 09.00-12.30 / 14.30-17.30 mercoledì e venerdì: 09.00-12.30 giovedì: 14.30-17.30 sabato: 09.00-12.30 Com.It.Es. Rue de l’Athénée 26 1206 GINEVRA Tel. e fax 022 / 3469913 e-mail: [email protected] il giornale italiano anno 12, n. 112 giugno 2006 pagina 12 Messaggio del Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri, Onorevole Massimo D'Alema, ai connazionali all'estero ell'assumere l'incarico di Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Italiana, sono molto lieto di rivolgere un caloroso saluto ai nostri connazionali all'estero. Le italiane e gli italiani che per necessità o per scelta hanno fatto del mondo la loro dimora rappresentano da sempre una risorsa preziosa, anche se non sempre adeguatamente valorizzata, per il nostro Paese. Lo sono ancora di più adesso che, con l'esercizio del diritto di voto, è stata finalmente loro riconosciuta pienezza di capacità di rappresentanza politica e parlamentare. La presenza in Parlamento di una delegazione di italiani all'estero non è però solo motivo di giustificato orgoglio; essa deve servire da stimolo per riqualificare ulteriormente l'azione del Governo e delle pubbliche amministrazioni, avvicinandola sempre di più alle esigenze ed A Franco Danieli la delega per gli Italiani nel Mondo U Franco Danieli na nomina, quella sancita dal nuovo Governo Prodi, che risponde alle aspettative dei più, e che ha fin da subito ottenuto il sostegno e l'approvazione delle rappresentanze italiane all'estero, a partire dai neoeletti membri di Senato e Camera per la Circoscrizione Estero. Danieli da anni, infatti, si occupa delle problematiche delle comunità italiane all'estero, e segue da vicino la situazione dei nostri connazionali; senza dimenticare che egli stesso ha vissuto sulle proprie spalle la condizione di emigrante, avendo lavorato per trenta anni in Svizzera come stagionale presso le fabbriche elvetiche durante le ferie estive, per integrare le entrate familiari. Nato il 20 aprile 1956 a Galatone (Lecce), Franco Danieli attualmente risiede a Bologna. Avvocato di professione, specializzato in diritto del lavoro e internazionale, è stato eletto deputato per la prima volta nel 1994 nel collegio Modena-Sassuolo e riconfermato nel 1996 nel collegio di Milano. Eletto nella XII legislatura, alla Camera, ha fatto parte della Commissione lavoro pubblico e privato e del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione degli accordi di Schengen ed è stato componente del Direttivo del Gruppo Progressisti Federativo. L'elezione al Senato è arrivata il 13 maggio 2001. Tra gli incarichi ricoperti, sotto il Governo Amato II, è stato Sottosegretario di Stato per gli affari esteri (dal 27 aprile 2000 al 10 giugno 2001), e, successivamente membro della Commissione Affari esteri ed emigrazione del Senato (dal 22 giugno al 25 giugno 2001); e dal 7 ottobre 2003 al 27 aprile 2006 ancora vice presidente. Dal 20 febbraio 2003 al 27 aprile 2006 fa parte del Comitato per le questioni degli italiani all'estero. aspettative legittime dei cittadini italiani all'estero, anche dei più lontani. In questo sforzo il Ministero degli Esteri intende svolgere un ruolo di vigile impulso. Tengo ad assicurare che esso si impegnerà al meglio delle sue capacità per il raggiungimento di questo obiettivo. Massimo D'Alema Massimo D'Alema N Deposito: 022 344 11 22 Rue de Veyrot 14 1217 MEYRIN Tél. 079 200 62 92 il giornale italiano Giornale del CAIG GARAGE OFFREDA Mécanicien diplômé depuis 1965 au service de l’automobile vidange (huile Castrol) et test antipollution rapides mécanique toutes marques - pneus et batteries discount Grand-Pré 70 - 1202 GENEVE / Tél. 022 734 44 03 Coordinamento Associazioni Italiane di Ginevra case postale 1025 / CH-1227 CAROUGE CCP 12-20992-3 telefono: +41 22 3434927 fax: +41 22 3454016 e-mail: [email protected] Direttore: Silvano Cocco Capo edizione: Giovanni Paggi Amministratore: Francesco Celia Imprimerie du Lion