fate bondage

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fate bondage
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293
Anno 11 - n° 7 - Distribuzione Gratuita
18 Luglio 2015
Lettera aperta
al Presidente della Consulta Sanità
di Giovanni Tringali
K
I
S
Inserto
Speciale Premio Aci e Galatea 2015
Inserto
A Tu per Tu con Monsignor
Gianni Lanzafame Di Bartolo
pag. 10
di Silvia Ventimiglia
I L G I O R N A L E
D E L T E R R I T O R I O
D E L L E A C I
UN BINOMIO VINCENTE!
ATTUALITA’
K ULTURA
INFORMAZIONE
SPORT & TURISMO
SALUTO ALL’ESTATE
DEL KIWANIS ABSOLUTE
TERRA DEI CICLOPI
Premio
insieme alla memoria liturgica di
Santa Venera, patrona di
Acireale, ricordiamo con gioia il
4° anniversario della elezione di
mons. Antonino Nino Raspanti
a vescovo della diocesi di
Acireale.
Auguri al nostro
amato Vescovo!
Che il Signore Dio gli dia la
forza e la sapienza per continuare la sua attività pastorale
nella Chiesa che è in Acireale
Aci e Galatea 2015
50 a Edizione
La politica come l'amalgama non si può "accattare"
La politica non si può "accattare". Non ha saputo "sposare" gli elementi e farli reagire, il pane
non è lievitato, infine le buone intenzioni sono
state seppellite in una fossa comune. Questo
governo regionale è morto perché ha avuto
tutto, dalla teatralità alla buona volontà, dagli
annunci di rivoluzione a un (presunto) amore
per la Sicilia...tutto eccetto una cosa: la politica.
Si narra che al presidente del Catania di un
tempo dissero che nella sua squadra mancava
l'amalgama e lui rispose candidamente: "accattamu". La politica come l'amalgama non si può
"accattare", o c'è o non c'è, ed in sua assenza,
tutti gli altri elementi non reagiscono positivamente. Anzi si muore in un esperimento sbagliato ed il chimico presidente fallisce miseramente. Crocetta continua a dire che "è stato
eletto dai siciliani" ma gli strumenti elettorali
sono uno strumento della politica non sostituiscono la politica stessa. La politica può essere
buona o cattiva: qui è mancata del tutto. Si
fanno spesso parallelismi tra questo governo
fallimentare ed i fallimenti precedenti e nulla è
più forzato. I predecessori di Crocetta erano
"animali politici", il dibattito è aperto sul "colesterolo cattivo" che aveva invaso l'organismo
regionale, ma la politica era sempre presente.
Buona o cattiva che fosse. Con Crocetta la poli-
tica è morta, seppellita da frasi che non hanno
nulla a che vedere con essa, nessun nesso di
causalità: "non faccio più sesso ma mi sposo
con la Sicilia", "attaccato perché omosessuale",
ecc Non c'è la "politica con le carte in regola" di
Mattarella, il "diritto di essere" di Nicolosi, il
governo "generoso" di Cuffaro o l'autonomia di
Lombardo. Il lessico politico è stato sostituito
da altro: sbiancamenti, orifizi e riferimenti ad
altre parti del corpo. Non c'è più tattica, strategia, bracci di ferro: c'è il nulla. Non c'è più neanche il riferimento al bene comune, a progetti o
sviluppo. È tutto una parodia o la caricatura del
tutto. L'ultima chicca Crocetta l'ha riservata sul
fallimento elettorale di Gela: "ho perso perché
non ho fatto politica come negli anni precedenti". Sarà pur vero che non avrà alimentato clientele, non avrà fatto "rizzette" ma non ha sostituito ad una politica un'altra politica: non ha
fatto politica e basta. Oggi qualcuno ha scritto
che che Crocetta è un "personaggio letterario".
Volendo essere buoni, troppo buoni, è un predicatore, un "savonarola". Chi fa politica
dovrebbe tenere invece sempre sul comodino,
per le prossime tornate elettorali, la produzione
di Machiavelli.
Antonio Coniglio
A soli 23 anni si è laureato con 110 e lode
Davide Marano, figlio del Chiarissimo prof.
Salvatore Angelo Marano e della prof.ssa
Grazia Maugeri.La laurea è quella “Magistrale
in Automation Engineering and control of
complex systems” mentre la tesi discussa “
Multiphysic modelling of a Mems gyroscope
with quadrature error compensation architecture”, con i relatori prof. Sinatra, ing.
Cammarata, ing.Prati (St microelectronics).
Akis, particolarmente vicino al neo dottore,
formula i migliori auguri di un futuro radioso.
Mariella Di Mauro
Tanto per precisare:
WI-FI FREE (internet gratis) in
tutte le piazze dei 58 comuni
della provincia di Catania è
stato
programmato
dall'
Amministrazione Castiglione
nell'ambito
del
progetto
WIMAX.
Enzo D’Agata
Marino Giuseppe
C.so Italia, 96 - ACIREALE
2
AK IS
Sabato 18 Luglio 2015
Dalla padella alla brace
L'orifizio (anale) di Sicilia.
Sarebbero dovute bastare le parole di Lucia Borsellino perché tutta
l'Assemblea Regionale Siciliana si dimettesse in massa. Invece no. La politica siciliana oltre ad essere incapace è priva di quel valore fondante che
si dovrebbe pretendere da chi è deputato a rappresentare l'interesse dei
cittadini: la dignità. Dignità venduta alla seduzione dello scranno, maledetta sedia di arroganza atavica.Io invece la dignità l'ho persa, e continuo a
perderla tutte le volte in cui ricordo le telefonate a mia madre per dirle:
"vota Crocetta, di lui ti puoi fidare". Mi sono riavvicinata alla Sicilia con un
carico di ingenuità senza pari. E di questo mi sento in colpa. E di questo
Che il presidente Crocetta si sia sottoposto ad una pratica di sbiancamento anale non è affar nostro. Certo se ciò fosse avvenuto(ma è un'ipotesi) a
spese del servizio sanitario, sarebbe un fatto grave. Ben oltre ogni forma di
ilarità. Quando scoppió l'inchiesta che coinvolse il suo medico personale,
Crocetta affermó che quel medico era "molto religioso". Non si è ancora
compreso a quale nume o idolo il sopracitato medico si rivolgesse. Una
cosa è certa: non basta più che Crocetta affermi di essere "amico delle
suore", le quali hanno fatto voto di non "accoppiarsi", per governare la
Sicilia. Non basta più nemmeno uno "sbiancamento" o una "ceretta brasiliana"(termini che, nel lessico politico, hanno ormai sostituito welfare, politiche industriali o giustizia sociale). Non basta neanche che il presidente
"denunci" gli altri perché, è stato dimostrato scientificamente, che fare una
denuncia non attesta più(non lo ha attestato mai!) l'affidabilità del denunciante.Lucia Borsellino si è dimessa da qualche giorno e neanche questo
gesto estremo ha condotto alle dimissioni il governo regionale. Lucia
Borsellino: la figlia che ebbe il coraggio di ricomporre i resti eroici del padre
dopo la strage di via D'Amelio e che si è ritrovata a cercare di ricomporre,
in questi due anni, i resti di una sanità a pezzi, infangata dalla corruzione,
in un sistema lontano dagli echi tragici del 92, in un mondo di mezzo di
capocomici e comparse. È finito il governo dell'antimafia e pure quello dei
tecnici e addirittura dei burocrati, che era sorto da una violazione etico politica: il confondere responsabilità gestionale e politica. Come quando il capo
di gabinetto dell'assessore divenne assessore stesso, mischiando cose e
ruoli. Non basta più uno sbiancamento per rilanciare questo governo: l'orifizio anale della regione è martoriato. Questa terra non è più la "meretrice"
allegra degli anni di Cuffaro o quella "venale" degli anni di Lombardo. Qui
siamo oltre: siamo al bondage e alle più spregiudicate sodomie. Non è il
piacere di D'Annunzio ma altro.E non ci interessa se il governatore non "fa
più sesso" perché ha "sposato "la Sicilia. Nel mandato elettorale, non era
contemplato questo "fioretto" o questo sacrificio. Quello attiene alla sua vita
privata, che nessuno deve violare. Ma l'orifizio anale della regione è un'altra cosa. È una cosa piuttosto seria. Meglio ritornare ad utilizzare il "principio di precauzione".
Antonio Coniglio
chiedo scusa a mia madre. In lei vedo tutti i siciliani per bene. Che non si
meritano tutto questo. No, che non lo meritano.Calpestati per l'ennesima
volta da beceri mercanti che oltraggiano senza pudore la bellezza di un
popolo con la grande pecca di affidarsi al paroliere di turno e di trovare una
giustificazione per tutto, come se la tacita accettazione li preservasse da
peggiori mali.Quando invece si dovrebbe sfondare il portone del palazzo
dei Normanni,per guardare negli occhi, a uno a uno, gli eletti, cercando di
cogliere un briciolo di vergogna che sappia un po' di ravvedimento e senso
di colpa. Assassini di speranza, ladri di futuro, volgari millantatori.Guardate
negli occhi i vostri figli. E pensate se il loro futuro lo affidareste a politici
della vostra infima caratura.Confido in un vostro atto, ultimo, di umana
verità. Dimettetevi e guadagnatevi il pane lavorando.Come tutte le persone per bene.
Rosita Romeo
Fondazione Teatro Bellini
Il sindaco Barbagallo ha nominato il CDA della
“Fondazione del Teatro Bellini”: presidente il
dott. Salvo Nicotra (foto) , componenti l’avv.
Marcello Bonaventura, l’ing. Filippo Chiarenza,
l’avv.Orazio Consolo, l’avv.Francesca La Rosa,
il prof. Enrico Macrì e la signora Gabriella
Manno. Speriamo adesso che dopo ben 54
anni dall’improvviso incendio (improvviso e fortuito, dicono le cronache ?) che ridusse in cenere il glorioso teatro si possa ritornare a respirare aria culturale in quel “posto” che tanti acesi
ancora sognano di potere riutilizzare. T.C.
ll Procuratore
Generale di Firenze,
Tindari Baglione,
è morto
“Tu te ne vai, ma restano gli alberi che hai piantato”
(L.Proàno)
A 37 anni, in occasione della sua presentazione come consigliere del
C.S.M., il “Corriere della Sera” lo presentava con questa espressione:
“Tindari Baglione, punta di diamante della magistratura fiorentina, di origini
siciliane”. Il “Corriere Fiorentino” in tempo reale comunica la morte di Tindari
:” E’ morto il Procuratore Generale Tindari Baglione, magistrato fiorentino
con la Sicilia nel cuore”.
Turi Consoli, profondamente addolorato per la scomparsa del carissimo
Nuccio, , a nome della redazione e suo personale porge le più sentite condoglianze a Carmela Baglione e Vito Messina.
Il dott. Vincenzo Tarascio,
veterinario-umanista, persona conosciutissima in città, assieme al Canonico dott.
Salvatore Pappalardo ed allo scrittore Pino
Re ha presentato una conferenza su
“Leonardo Pisano, alias Fibonacci”, personaggio che in Italia portò la nuova matematica. All’interessante incontro ha partecipato anche il vice sindaco Nando Ardita.
In classe…
“Secondo voi, perché continuiamo a scrivere? A comporre
versi o musiche?” l'insegnante
guardò di sghembo la massa di
studenti annoiati. Qualcuno
sospirò, qualcun altro si ostinava a osservare l'orologio e a
pregare per il suono della campanella, un gruppetto continuò
a parlottare indifferente.“Per
dire qualcosa” rischiò una
ragazza, sorridendo imbarazzata.“No. È già stato detto, nel
corso dei secoli, tutto ciò che
poteva essere detto”.“Non è
vero …” borbottò qualcuno.“Sì
che è vero … Prendete un
argomento a caso e vi renderete conto che prima di voi milioni
di individui ne hanno già parlato”.“L'amore?” azzardò qualcuno sornione e
dalla classe si innalzarono mormorii complici.“Professò, lo dovete scusare
… Il Secchia si è innamorato …”“L'amore è uno dei temi più abusati: amore
filiale, amore tra amanti, amore coniugale, amore omosessuale, amore
diviso, amore salvifico, spirituale e, perfino, incestuoso.”“Allora, il
tempo?”“No, ragazzi … Troppo scontati!”“Il cesso … Nessuno parla dei
bagni!”gli studenti scoppiarono a ridere.“Errato. Perfino, il “cesso”, come lo
chiamate voi, è stato oggetto di poesia. Ricordate alcune rime di poeti latini che tendevano per gioco o per patteggiamento politico a bistrattare i
nemici con epiteti come “latrina” o “porco” o, ancora, i poeti comico-realistici del ‘300? Perfino, Boccaccio nella sua novella su Andreuccio da
Perugia parla di puzzo e bagni”.“Professò allora avete ragione voi … Se
hanno già detto tutto, che scriviamo a fare?”Il professore abbozzò un sorriso.“La vostra è una generazione di scrittori. Avete una grande tendenza a
volervi tutti pavoneggiare a nuovi Dante e Petrarca. Firmate aforismi e liriche, scrivete effettivamente quello che pensate e nel farlo tendete a emulare ciò che qualcun altro ha già detto precedentemente”.“È una continua
copia, quindi …” osservò il Secchia.“No, io direi che è un continuo prestito
di parole. Ragazzi miei, voi non scrivete per dire qualcosa di nuovo.
Nessuno scrive più per “creare” concetti. L'era degli intellettuali è decaduta. Si è eclissata, perché vi sentite tutti un po’ intellettuali. Voi scrivete per
unione. Voi scrivete, o meglio rimodellate scritte, per far capire agli altri che
non sono soli, che il dramma del vostro amico è lo stesso che state vivendo anche voi. Voi non scrivete più per esprimere, ma per imprimere nella
memoria dell'altro la vostra personalità. Voi scrivete solo ed esclusivamente per comunicare. Badate bene, comunicare: essere in comunione con gli
altri.““Professò ma che dite! Quando scriviamo siamo soli … Quando parliamo, semmai, siamo in comunione”“È questo il brutto della vostra generazione, mio caro. Ecco perché la scrittura sta avendo così tanto successo. Paradossalmente siete più uniti quando fate qualcosa da soli, come l'attività scrittoria, che l'inverso”.
Paola Pulvirenti
Sabato 18 Luglio 2015
Diceva Eugenio Montale di Patti: "L'arte di farsi leggere”
Momenti acesi nella narrativa di Ercole Patti
Lo studio della narrativa di Ercole Patti (1904/1976), ha
avuto finora scarsa e distratta attenzione da parte della
critica ufficiale che lo ha consegnato alla superficiale
immagine di autore leggero e d’intrattenimento, specie
negli anni della neoavanguardia in cui autori come
Bassani e Cassola venivano addirittura sbeffeggiati. In
realtà Ercole Patti è narratore molto più complesso e interessante di quanto in genere non sia stato detto. Con questo approccio alla questione Nino
Quattrocchi, da sempre impegnato in questioni di natura letteraria, ha tenuto una colta conferenza dal titolo “ Momenti acesi nella narrativa di Ercole
Patti”, che ha concluso la stagione culturale 2014/15 della sezione acese
dell’ArcheoClub d’Italia. Il relatore, presentato dal presidente Mario
Abbotto, dopo avere accennato ad alcuni datu autobiografici dell’autore, ha
affrontato il problema della collocazione di Patti nell’ambito della letteratura
contemporanea, parlando di uno scrittore che possiede al massimo grado il
gusto del narrare, senza stanchezze o residui di pagina, nella cui scrittura
si colloca la provincia siciliana, quella catanese in particolare, con tutto il
suo fascio e i difetti tipici che, al relatore, richiama quella descritta da scrittori come “Brancati”, Vittorini, Aniante:”Poiché non c’è scrittore siciliano che
non ha avuto un proficuo dialogo con gli scrittori suoi conterranei tale da
condizionare la propria opera. La vicenda di Brancati non sarebbe del tutto
comprensibile senza riferirla a quella di Borgese, quella di Sciascia senza
misurarla a quella di Brancati. Quella di Consolo senza ricondurla a quella
di Sciascia”.”Una collocazione, quindi tipicamente regionale che non vuole
diminuire però il valore e il significato letterario perché in Italia, la regione,
la terra di origine, sono la sola realtà solida, anzi da noi ogni periodo letterario è stato caratterizzato da tale tipicità locale”.Sul piano storico e soprattutto su quello biografico, il relatore è riuscito a calare il personaggio Patti
nell’atmosfera acese che con l’odore del mare, il verde degli agrumi, il sapore della granita di mandorle, le felici villeggiature in campagna per le allegre
vendemmie, la fanno unica. Sul filo di questi ricordi egli avrebbe in seguito
costruito la trama di tanti racconti. Ercole Patti, ha detto il relatore, cominciò presto a scrivere e a pubblicare su giornali e riviste, certamente aiutato
dallo zio, lo scrittore Giuseppe Villaroel. Ma l’incontro giovanile con “I
Promessi Sposi” fu per lui una vera rivelazione. Patti lo lesse e lo rilesse, ne
imparò lunghi brani a memoria, su quelle pagine formò parte del suo stile
letterario. Parte perché un’altra lettura che lo infiammò fu quella dei
“Malavoglia”, attratto dal linguaggio scarno, avaro di inutili aggettivi. La sua
predilezione, comunque, andò sempre a Verga, uno scrittore che aveva
visto tante volte in libreria, o per le strade, oppure seduto al Circolo
“Unione”, ai Quattro Canti di Catania. La parte più significativa della relazione è risultata la ricerca testuale dei “momenti” acesi dello scrittore. Ecco
la descrizione degli anni trascorsi da studente al Collegio Pennisi. Fu una
vera tragedia e lo scrittore non perse occasione nella vita per confessare di
non avere mai sofferto così tanto come quando si trovò in quel collegio.”…
Intanto andrò a fare un giretto ad Acireale per sbrigare piccole commissioni. Le strade di Acireale, a quest’ora, sono affollate di automobili; per evitare il centro faccio un giro e passo per la tortuosa stradetta del Collegio
Pennisi. Rallento e fermo la macchina davanti al cancello del collegio dei
gesuiti dove fui rinchiuso all’età di 11/12 anni fra indimenticabili sofferenze
infantili. Il cortile che si stende davanti al fabbricato è ancora identico a quello della mia infanzia ed anche l’aspetto del collegio è lo stesso con i suoi
muri ruvidi che a tratti regolari recano tanti buchi scuri. In quel vecchio cortile si giocava a “palla avvelenata”, cioè si tirava addosso una palla di pezza
e chi era colpito andava fuori gioco. Ecco il grande portone nel quale si rientrava con l’animo sconvolto al ritorno delle vacanze di Pasqua e Natale.
Quella tremarella degli anni del collegio mi torna in corpo alla vista di quei
muri bucati e risento certe mie sensazioni di ragazzo (…)”.Dal 1971 al 1974
visse nella casa di Pozzillo che si fece costruire in mezzo a rocce di lava
secolari, dentro un piccolo ed antico uliveto con l’Etna sullo sfondo. Si
instaura così quell’intenso rapporto con Acireale che arricchì la sua già
vasta produzione. Sono di questi anni, infatti, le raccolte “Diario Siciliano”
del 1971, “In riva al mare” del 1973 e
“Gli ospiti del Castello” del 1974 che
è il suo ultimo romanzo. Il libro di
Ercole Patti che secondo il relatore,
più di ogni altro risulta ricco di
“momenti” narrativi acesi, è “Diario
Siciliano”. Qui viene ripristinato il
racconto memoriale per cui il libro
risulta come una “summa” di ricordi,
di personaggi, di odori, di aria pulita.
Dei 27 racconti che lo compongono,
ben 18 si svolgono in riva al mare e
spesso riguardano Acireale. Ecco la
descrizione della casa di Pozzillo:
“La casa sorge, anzi è quasi affondata, dentro un piccolo e antico uliveto sul mare; ci sono sparsi una
quarantina di ulivi vecchi, alcuni
antichissimi e qualcuno giovane (…). Il terreno è accidentato, oltre alle
rocce che affiorano qua e là vi sono irregolari ripiani trattenuti da muri sui
quali sale serpeggiando una sorta di rustico rampicante che non ha bisogno
di cure. Tre viti di uva nera si arrampicano sull’alto muro alle spalle della
casa e li vicino sorgono due alberi di limoni e uno di mandarino. Più in là c’è
un alberello di susine e più giù un fico (…). Si sentono le voci dei passeri
che volano tra i rami, si buttano in picchiata sull’erba … Questa casa,
secondo i miei piani dovrebbe riportaremi il ricordo di certe case autunnali
dell’infanzia in campagne poco distante da qui, rimasti nella mente come
l’espressione più alta della felicità.”Un’altra istantanea della nostra Città è
questa : “Percorrendo la strada che sale tra gli agrumeti e il mare, andiamo
ad Acireale per sbrigare qualche affare tra l’agenzia delle imposte, il mercato e la banca. I palazzi della ricca Acireale sono illuminati dal sole di settembre mentre si svolge alacre la vita del mattino sotto la fastosa architettura barocca del Palazzo del Municipio, di fronte alla limpida chiesa (…). A
due passi brulica il mercato pieno di pesci brillanti, quasi vivi (…). Fermiamo
la macchinae andiamo in giro a piedi a sbrigare le nostre piccole faccende.
Rechiamoci a riscuotere questo assegno. Imbocchiamo un antico androne
e giungiamo nel cortile interno di un palazzetto pieno di ombra (…).Nella
penombra di questo vecchio cortile si trova la piccola Banca di Santa venera. Salendo due o tre gradini si entra nei locali della Banca: Una stanza di
normali dimensioni divisa in due da un tramezzo di massiccio legno lungo il
quale si aprono tre ampi sportelli. Un’aria solida e per bene, ottocentesca
(…). Non c’è nulla in questo interno che faccia pensare ad un ufficio pubblico (…). E tuttavia un gran senso di sicurezza e di onestà spira da questi
legni massicci, da questo appartamento del 1908, da questi due bravi
impiegati che fanno i conti, che io , se avessi dei denari da depositare ad
Acireale, non esiterei un istante a versarli nella Banca S.Venera con la massima fiducia”.Bellissime pagine che il relatore ha saputo estrapolare dalla
produzione del romanziere. Sono pagine che ci intrigano come acesi che
restano nell’immaginario collettivo di una Città che ha avuto vari “cantori”.
Ugualmente pertinenti sono apparsi i moniti finali del relatore circa la necessità di tornare alla lettura di pagine leggere, musicali, affabulatrici, come
quelle di Ercole Patti, rifiutando i pedetstri miti dello sperimentalismo dei
cosi detti “scrittori di plastica” che abbassano la letteratura alla dimensione
dell’insignificanza, spogliandola di ogni mistero. Tornare agli scrittori che
riescono a toccare le corde del cuore perché “leggere, in definitiva, è più
dolce di ogni pane e di ogni miele”. Una relazione, insomma, variamente
articolata e colta, svolta con cordialità e immedesimazione e. alla fine,
applaudita dal numeroso pubblico presente.
Ilaria Quattrocchi Lia
3
Rischi connessi con l’uso delle gemme
nella realizzazione di gioielli
Oblitus obliviscendus,
omaggio a Pinella Musmeci e a Riccardo Di Maggio
Alla Fidapa di Acireale, interessante conferenza del dott. Claudio Russo,
gemmologo, su“ Rischi connessi con l’uso delle gemme nella realizzazione
di gioielli”. La Presidente Vera Pulvirenti nel presentare la serata ha fatto un
excursus sui diamanti, partendo dall’India e terminando con la corona della
regina Elisabetta II. Il famoso tesoro della Corona d'Inghilterra che è una
delle più preziose collezioni di gioielli al mondo.
Nell’Aula magna dell’Istituto Brunelleschi
è stato presentato, lo scorso 26 giugno, il
libro “Oblitus obliviscendus – La riscoperta dello studioso e scrittore acese
Riccardo Di Maggio”, a cura di Pinella
Musmeci. Un lavoro postumo della cara
Pinella, che si è dedicata con la passione,
lo slancio e la curiosità culturale che gli
erano propri nella riscoperta a tutto tondo
di un suo caro collega, il prof. Riccardo Di
Maggio, docente all’Istituto Magistrale
“Regina Elena” ed al Collegio San
Michele. E l’evento, organizzato dal
Cenacolo del Galatea, di cui Pinella è
stata instancabile operatrice culturale, in
collaborazione con il Brunelleschi e con il Kiwanis Absolute Terra dei
Ciclopi, ha toccato le corde sentimentali del ricordo, anche commosso, di
questi docenti della Scuola acese che fu, che vantava fior di intellettuali, di
uomini e donne di spessore. Pinella Musmeci e Riccardo Di Maggio hanno
dedicato la maggior parte della loro esistenza alla Scuola, all’insegnamento formando e preparando alla vita negli anni migliaia di giovani e lasciando di loro un grato pensiero di riconoscenza. Moltissimi erano infatti in sala
gli ex alunni che li ebbero come insegnanti, come “trasmettitori” prima di
valori etici e poi di nozioni culturali. Il Chiarissimo Prof. Nicolò Mineo nel
suo intervento ha sottolineato come i centri di Acireale e Giarre abbiano
annoverato figure di altissimo livello nelle loro scuole, tanto che ha auspicato la scrittura di una “storia” dei due centri raffigurando proprio i profili dei
vari professori. Mineo ha anche più volte ribadito l’importanza della cultura
umanistica, alla quale si forgiò il giovane Di Maggio già negli anni di frequenza del Liceo Ginnasio “Gulli e Pennisi”. «La formazione classica – scrive Mineo nel saggio contenuto nel libro – in sé è di significato alto. La poesia delle lingue classiche: credere e insegnare come si possa giungere per
forza di studi di lingua, la famigerata grammatica anzitutto, a capire come
Il dott. Russo si è soffermato sui rischi della lavorazione di gioielli. Spesso
chi li lavora è sottoposto ad una tensione particolare di precisione perché
basta poco, una manipolazione fatta male, una variazione di calore, caldofreddo repentino, ecc. che il gioiello si può scalfire e quindi non essere più
così prezioso, perdendo gran parte dell’integrità ma anche della purezza e
limpidezza. Quindi bisogna stare molto attenti nel rilevare i danneggiamenti durante la realizzazione di gioielli, cercare di comprendere e, soprattutto
fondamentale, conoscere le caratteristiche chimiche e fisiche delle gemme
da parte di chi li forgia per evitare poi problemi durante le fasi di realizzazione dei gioielli.
La soluzione quindi per evitare tutto ciò, continua il dott. Russo, è quella di
fare delle schede, riportanti tutte le specifiche e le caratteristiche tipiche
delle gemme stesse, in modo tale che gli orafi e i gioiellieri, abbiano la sicurezza che facendo riferimento alle schede riepilogative, possano evitare dei
rischi irreparabili, a cui altrimenti andrebbero incontro con gravi danni sia di
ordine materiale che economico.
Presenti alla serata alcuni orafi e gioiellieri di Acireale e di Giarre che, gentilmente, alla fine della conferenza, hanno voluto omaggiare le signore presenti con gadget di varie “preziosità”.
INCONTRO CULTURALE SU FRANCESCO GUGLIELMINO
Martedì 30 giugno, presso la Biblioteca Comunale “G. Fava” di Valverde, la
locale Pro Loco con il patrocinio del Comune di Valverde ha organizzato
una conferenza dal tema: “Catania letteraria tra le due guerre: la poesia dialettale”. A relazionare è stato il prof. Alfio Stefano Di Mauro, già cultore di
Storia medievale presso l’Università degli studi di Catania e docente di
Lettere nei licei, il quale si è soffermato a descrivere l’ambiente letterario
catanese tra otto e novecento. In questo periodo nella zona etnea fiorirono
diverse pubblicazioni dedicate esclusivamente alla poesia dialettale; anche
alcuni letterati di chiara fama scrivevano liriche in vernacolo: Mario
Rapisardi, Vitaliano Brancati, Nino Martoglio e Francesco Guglielmino
(1872-1956), il quale, a giudizio della critica, ha rappresentato la voce poetica più alta. Illustre classicista nativo di Aci Catena, schivo di ambizioni
accademiche e poeta della quotidianità, egli faceva parte dell’élite intellettuale del tempo. La sua figura di docente ed educatore è stata tratteggiata
attraverso una serie di simpatici aneddoti, frutto dei ricordi di Michele
Pricoco, Vitaliano Brancati (suo allievo), Santo Mazzarino, Leonardo
Sciaccia e dello stesso prof. Di Mauro. Dalla sua raccolta più famosa di poesia in vernacolo “Ciuri di strada” (edita nel 1922 e successivamente più volte
ristampata) il prof. Di Mauro ha letto alcune liriche che esprimono la carica
di vitalità e simpatia del personaggio, rispecchiandone la personalità di
uomo sensibile, ricco di quella humanitas forgiata da una solida formazione
classica.
Ad introdurre la piacevole conversazione sono stati il sindaco di Valverde,
prof. Rosario D’Agata, il presidente della Pro Loco, Mario Tosto, e il responsabile della biblioteca, dott. Nunzio Lizzio, che ha presentato il qualificato
relatore ai numerosi intervenuti. Questo incontro culturale – il secondo dopo
la presentazione nello scorso mese di aprile del libro “Se il grano muore” del
prof. Alfonso Sciacca, preside emerito del liceo classico “Gulli e Pennisi” di
Acireale - si inserisce tra le attività di promozione culturale che la biblioteca
comunale intende organizzare nell'ambito del progetto ministeriale, della
durata di diciotto mesi e finanziato direttamente dal governo nazionale, che
prevede per la Biblioteca comunale anche un piano di accrescimento del
patrimonio librario, mentre per il vicino museo delle conchiglie, ospitato
presso villa Cosentino (di proprietà del Comune e gestito dalla Pro Loco valverdese, responsabile il dott. Andrea Lo Bue) sono previsti interventi di
ammodernamenti e opere di restauro dei locali e dell’ampia sala conferenze.Il presidente della Pro Loco Tosto, coadiuvato dal vice Angelo Strano, e
l’amministrazione comunale di Valverde, retta dal sindaco prof. Rosario
D’Agata con l’assessore alla cultura e al turismo avv. Luigi Torrisi, sono concordi nel riconoscere il notevole slancio positivo derivante da questi fondi
stanziati dal governo per la promozione delle politiche culturali.
Guido Leonardi
Ciao, Annarita...
pensa un uomo, come pensa un popolo e come si configuri l’oggetto del
suo pensare proprio in quanto pensa in un certo modo, e da qui a capire
come pensano gli uomini in quanto uomini. Le percezioni, le rappresentazioni, la logica nella parola. La parola come messaggio perenne, che
perennemente dà vita a quello cui si rivolge». Un autentico manifesto questo sull’importanza della formazione classica, sulla cui rivalutazione la
società odierna deve puntare dopo anni di “distruzione di massa”. Con la
solidità di questa preparazione culturale, testimoniata anche dalle due lauree, in Lettere ed in Filosofia, Riccardo Di Maggio si dedica a svariati interessi: dall’amore per la storia medievale, segnatamente quella del periodo
normanno, alla ricostruzione delle vicende del paese in cui visse negli anni
giovanili, dall’attività giornalistica al trasporto per la poesia del Pascoli, alla
passione per la lingua
latina. Di Maggio infatti,
usava scrivere in latino,
sia nelle lettere con suoi
c o n o s c e n t i
d’Oltreoceano (che gli
rispondevano rigorosamente in inglese…), sia
in alcuni suoi componimenti. Uno di questi è
stato riprodotto nel volume e tradotto da Pinella
Musmeci; narra del
ritorno da Firenze nell’estate del 1993, dove il
Nostro presiedette una
Commissione
degli
Esami di Stato, e descrive l’attentato mafioso ai Georgofili che quell’estate la Città in riva all’Arno
subì, la meraviglia di piazza della Signoria nella notte di San Giovanni, il
rientro a casa, accolto dalla moglie e dalle figlie, ed il desiderio di rifugiarsi
a Monterosso Etneo per sfuggire alla canicola estiva. Un testo descrittivo,
che condensa molte emozioni e che assume ora toni tragici, ora più leggeri, ora di struggente ricordo. Il libro contiene anche una novella del Di
Maggio, pubblicata nel 1954, ed una nota critica sulla stessa di Salvo
Valastro, che evidenzia come nel Nostro sia stato forte il tema del nostos,
del ritorno. Che poi altro non è che affrontare l’argomento del viaggio, del
distacco per luoghi più o meno lontani, più o meno conosciuti e di un ritorno voluto e desiderato ai luoghi di origine, alla famiglia, alle cose care e agli
affetti. Per meglio, infine, comprendere l’importanza del Di Maggio, basti
pensare che fu relatore insieme al grande Mario Apollonio, filologo, critico
letterario e storico del Teatro italiano, al convegno di studi pascoliani tenutosi a Macerata nel 1955. La serata, oltre agli interventi di Turi Consoli,
della preside Maria Elena Grassi e della Presidente del Kiwanis Daniela
Simon, ha avuto altri momenti importanti, con le rievocazioni di padre Alfio
Cantarella del San Michele, con il ricordo del professore, del collega, dell’amico Di Maggio da parte di Alfio Stefano Di Mauro e con la lettura di due
poesie di Pinella Musmeci da parte del marito Luigi Benintende. Una figura, quella di Riccardo Di Maggio, riemersa dall’oblio in cui ci trascina la frenesia della vita quotidiana grazie a Pinella Musmeci, ma di cui in futuro altri
studiosi si avvicineranno per tratteggiarne ancora di più la personalità di
Uomo di Cultura.
Rodolfo Puglisi
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AK IS
Sabato 18 Luglio 2015
Ci sono persone, così rare che le dita di una
mano sono troppe per contarle, che hanno con
noi delle affinità così intense, profonde ed al di là
della nostra fallace e limitata comprensione
umana, che sempre hanno accesso al nostro
cuore. Per le quali le emozioni provate scaturiscono dai punti più intimi di noi stessi, un po'
come se le serrature delle porte che conducono
alle nostre emozioni, siano forgiate a somiglianza di queste persone, e quindi ad esse è consentito un diretto ed invariato nel tempo accesso
ai nostri sentimenti più profondi."
Gaetano Pulvirenti
Quattro classi del Liceo Classico “Gulli e Pennisi”
si ritrovano insieme a trenta anni dalla maturità
Lo scorso 3 luglio simpatico incontro in amicizia in un locale di Acireale dei
diplomati nel Liceo Classico “Gulli e Pennisi” del 1985, assieme ad alcuni
L’ o p i n i o n e d i m A d
C’è un vuoto nell’esistenza di ognuno di noi,
c’è un pensiero costante, una coscienza umana.
Quella caratteristica dell’Uomo che è la co(no)scenza
della fine. Quel gioco della consapevolezza che, nei
momenti di silenzio, ci investe e dobbiamo (si è un
dovere) poter risolvere. Ma non per tutti il gioco è
semplice da affrontare perché le regole cambiamo ad
ogni evento e l’animo umano deve darsi tanto da fare
per trovare, di volta in volta, le soluzioni e le strategie di sopravvivenza. Il
vuoto che ci portiamo dietro tutte quelle volte che cerchiamo il conforto, una
spalla dove appoggiarci, un vissuto ricco d’amore, uomini e donne che si
sono occupati di noi e noi di loro, un pensiero d’amore che riempie il vuoto,
una sostanza che ci porta a soddisfare il dolore, nutrire la bestia. La droga
è l’alternativa momentanea alla coscienza perché il peso del sapere, i contorni della breve esistenza umana risiedono nell’inconosciuto e la presenza di tali enigmi necessita uno stacco, un break, spegnere il motore. Di fatto
solo chi ha poca coscienza non sente mai la necessità di zittire il pensiero,
anche per qualche attimo e quell’attimo è nutrito dall’assenza di percezioni, nel colmare i bisogni con il vuoto, con la droga. Droga eccitante, rilassante, ubriacante, allucinante. Droga legale, illegale, nelle ricevitorie, nel
bordo della monetina che gratta nervosa numeri e simboli, davanti ad uno
schermo con numeri in ritardo, con una siringa in un braccio a lenire il dolore, affermare il silenzio dei bisogni, zittire la coscienza. Alcool, nicotina,
gratta e vinci, slot machine, cocaina, eroina e tutte le pasticche possibili…
variopinte e con un logo pensato e confezionato per il mercato, pensato per
i ragazzini, impacchettato e venduto ogni giorno in grosse quantità. Ma
sopra ogni sostanza e più forte di ogni sostanza la droga più potente è il
potere. Il potere che uccide le relazioni umane, che produce un’immortalità
metallica e corazzata, controllo, sicurezza, forza, imposizione. Il mondo si
avvelena con la droga del potere, una sostanza impalpabile che risiede nel
pensiero umano e che trova espressione in ogni aggregazione umana.
Dallo Stato al condominio, dalle città alla famiglia. Il potere e la sua gestione sono droga, sono strumenti che leniscono la coscienza della morte perché è, esso stesso, morte. Una morte mascherata, un approccio omeopatico del morire ogni giorno, fingere di dimenticare la fine della nostra esistenza con l’esercizio del comando. Potremmo affermare serenamente che
le droghe più terribili sono legali, sono confezionati e venduti dal potere,
sono il potere stesso e gli uomini e le donne che lo incarnano sono, di fatto,
le vittime della sostanza stupefacente. E sei poveri grattano una schedina,
se i mariti aspettano le tre stelline vincenti, se i ragazzi s’impasticcano, se
i derelitti bevono il vino nel cartone fino alla cirrosi, se le multinazionali del
tabacco mietono milioni di morti, se il potere uccide le relazioni, se le religioni affondano e si nutrono di ignoranza, allora bisogna prendere atto che
l’Uomo soffre la coscienza “della fine” e non trova risveglio migliore che
affondare nell’oblio e nel dolore controllato. Non ci sono alternative, niente
vie d’uscita se non l’amore. L’amore va oltre la paura del vuoto, della morte,
e della solitudine, l’amore è salvifico perchè ci conduce in una zona neutra
del sapere e produce un solo bisogno, che risolviamo in un abbraccio.
PUBBLICITÀ AL FRECCIA 1000
PER INSULTARE I TERRONI
I Malfattori (ovvero gente che fa, agisce male) delle Ferrovie razziste italiane si divertono: spendono i nostri soldi per sputare in faccia ai terroni e fare
pubblicità a quel Frecciarossa 1000 (più o meno il numero degli accidenti
che gli mandiamo ogni volta che vediamo un treno; o non lo vediamo, come
più spesso accade: a Matera non l'hanno ancora visto dal 1861 e siamo nel
2015). Ci ricordano, così, che in questo Paese, alcuni hanno diritto solo a
pagare per le comodità di una parte dei loro connazionali, perché “Prima il
Nord” (anzi: soltanto il Nord); poi hanno diritto a essere insultati e sbeffeggiati. Per questo, i Malfattori delle Ferrovie razziste italiane il Freccia 1000
lo hanno chiamato “Mennea. La freccia del Sud”, per ricordare ai terroni che
a Sud, quel treno, non ci andrà mai.
I Malfattori delle ferrovie razziste italiane spendono in pubblicità apparentemente inutile altri soldi di tutti gli italiani, anche quelli esclusi dall'apartheid
ferroviaria, solo perché si sappia che ai terroni non spetta niente: 2 ore e 20
minuti per fare più di settecento chilometri da Milano a Roma; 14 ore e rotti
per farne meno di 300 in Sicilia.
dei professori di quel periodo. E’ stato bello ed emozionante ritrovarsi,
scambiarsi notizie sulla propria vita familiare e professionale e, soprattutto, richiamare con nostalgia quegli anni durante i quali sono nate delle amicizie non scalfite dal tempo trascorso. Le classi di 30 anni fa si sono, dun-
que, ricostituite per l’occasione quasi per intero. Nelle foto si possono individuare i docenti intervenuti: per la III A i professori Pietro Leonardi
(Matematica e Fisica) e Pasquale Licciardello (Storia e Filosofia), per la III
B la Arcidiacono (Ed. Fisica), Giuseppe Li Pira (Scienze), Rosario Russo
I Malfattori delle Ferrovie razziste italiane può darsi che non l'abbiano fatto
nemmeno apposta (?) e agiscano inconsapevoli della rabbia, del disagio,
della ribellione montante a Sud, ogni volta che sugli schermi appare la pubblicità del loro maledetto treno 1000 accidenti che gli piglino.
Chi si vede negato il diritto alla mobilità comicamente garantito (!?) dalla
Costituzione e vede come si dilapidano i soldi pubblici per far “guadagnare”
altri 20 minuti sulla tratta Milano-Roma, ogni volta che appare la pubblicità
del Freccia 1000 si augura che il treno si fermi, e “gli altri italiani” conoscano il privilegio di percorrere 300 chilometri in più di 14 ore, passando da carrozze bestiame ad autobus, poi su un altro convoglio del Pleistocene, per
tre-quattro volte in 300 chilometri.
Il Freccia 1000 è una delle più solide prove del progetto politico dei poteri
che “hanno” l'Italia, di spezzarla in due: una parte che emigri in una zona
euro-forte del Nord Europa, e una parte da abbandonare con Grecia,
Portogallo, Spagna e gli altri Paesi Pigs (così li chiamano: Paesi Pigs, significa Paesi Porci) in una Europa minore e terrona.
I Matteo Renzi (il Bomba: fanfarone di Firenze), i Graziano Delrio, il
Distratto di Reggio Emilia (per 10 anni sindaco della città, non si è mai
accorto che diventava “il bancomat della 'ndrangheta”) non sono che fattorini di quei poteri; e possono fare cose immonde, senza temere nulla, perché si sentono protetti dai veri padroni (la ragione per cui, uno che in un
Paese quasi decente, sarebbe stato processato, in senso manageriale, per
quel che ha combinato, Mauro Moretti, ex sindacalista che ha “meritato” di
diventare amministratore delegato di Trenitalia, viene addirittura promosso
a capo di Finmeccanica!).
(Matematica e Fisica) e Rosina Strano (Latino e Greco), per la III C Adriana
Perazzi e la Arcidiacono (Ed. Fisica), Giovanna Fichera (Italiano e Latino),
Musumeci (Matematica e Fisica), Giovanni Rapidà (Storia e Filosofia) e
Alfonso Sciacca (Latino e Greco), per la III D Franco E. Battiato (Italiano e
Consegna al Sindaco di Troina dott. Sebastiano Fabio Venezia attestato di riconoscimento dei Lions per aver aderito al tour itinerante per il "Progetto Sordita'. Nella foto il
past President del Lions, Rosa Maria Schinocca con il marito (a sx) Dino Paratore.
Latino) e Giovanni Vecchio (Storia e Filosofia). Ecco le foto ricordo dell’evento, che è stato proposto da Anna Coco e accolto dagli altri ex.
G.V.
Solo così si può spiegare che questo (s)governo assegni 4800 milioni di
euro per le ferrovie da Firenze in su; ne spenda 1.800 per il Freccia 1000
(accidenti che gli piglino) e ne destini solo 60 (sessanta!) da Firenze in giù.
A Schifolandia, questa gente sarebbe già sui forconi del popolo inferocito.
Avviso agli onesti e inconsapevoli che salgono sul maledetto Freccia 1000:
sappiate che quei venti minuti in meno hanno un prezzo orribile, che un cittadino perbene non può accettare. Un minimo di protesta civile: non prendete il Freccia 1000; le altre Frecce (beati voi che potete; a noi, al Sud, le
hanno rubate) impiegano solo venti minuti di più: risparmiate soldi e quasi
non vi accorgete della differenza in tempo.
Il presidente della repubblica, il siciliano Mattarella, ha fatto il viaggio inaugurale sul Freccia 1000, accidenti che gli piglino: non dico a lei, presidente,
ma sarà presidente di tutti, quando andrà con “il treno degli altri”, a
Palermo. E non resterà zitto
Pino Aprile
AK IS
Sabato 13 Giugno 2015
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FIDAPA- Cerimonia delle Candele
e “Premio Donna Fidapa 2015” a Carmela Faro
POETI per CASO
Premiazione concorso fotografico
Ha registrato un buon successo di pubblico e critica nel corso delle due
Il concorso "Poeta per Caso" edizione 2015, grazie alla sensibilità mostra-
serate. Prima si è svolta la "gara" dei tre finalisti delle categorie: Poesia
ta dagli organizzatori, ha contenuto una sezione dedicata alla fotografia cui
giovani, Adulti, Lingua Siciliana e Racconti in lingua Italiana. Un'apposita
hanno partecipato tantissimi giovani. L’evento è stato organizzato dal pre-
giuria costituita da 10 giurati, tra i quali il sindaco Roberto Barbagallo, dopo
sidente e dal vice presidente dell’Associazione Cristo Nuova Speranza,
aver ascoltato la declamazione,ha proceduto alla votazione il cui risultato
prof. Giacomo Trovato e ing. Salvatore Maugeri e dal presidente della consulta giovanile di Acireale, Michele Greco.
In una incantevole location, immersi in uno spazio circondato dalla purezza della natura, il suggestivo Parco di Radicepura, baciato e rischiarato
anche, nell’occasione, dai raggi “complici” di una magnifica Luna piena, ha
avuto luogo l’affascinante e suggestiva “Cerimonia delle Candele”, la più
importante cerimonia della Fidapa per il suo significato simbolico: l’accensione delle candele quale abbraccio universale con le donne di tutto il
mondo. Una composizione particolare di fiori e candele, riproducenti il
maestoso albero di ulivo potato secondo l’”Ars Topiaria”, che accoglie gli
ospiti all’ingresso, risaltava a lato del tavolo di presidenza aspettando di
essere “illuminata” dalla luce delle candele. Altro momento significativo e
altamente qualificante: la consegna del “Premio Donna Fidapa 2015”, che
ogni anno la sezione di Acireale assegna ad una donna che si sia distinta
nelle arti, nelle professioni o negli affari.
La Fidapa di Acireale, presieduta dal M° Vera Pulvirenti, con questa cerimonia ha chiuso le attività del biennio 2013/2015, anche se ufficialmente
il mandato del Direttivo in carica scade a fine Settembre, quando si saranno concluse le operazioni di rinnovo delle cariche di tutti gli Organismi
locali, distrettuali e nazionali della Fidapa.
La Presidente, dopo aver salutato i qualificati ospiti e le numerose socie
presenti, e dopo aver ringraziato il cavaliere Venerando Faro per avere
concesso l’utilizzo dello splendido parco, ha fatto un breve excursus dell’attività biennale, supportata anche dalle immagini di un power point che
veniva proiettato su un grande schermo.
La valutazione delle opere fotografiche è stata affidata ad una commissione giudicatrice composta: dal dott. Carmelo Strano, dall’arch. Rosa
Strano e dal pres. della consulta giovanile Acese, Michele Greco.
La direzione artistica è stata affidata a Franco Cannata.
La commissione giudicatrice delle opere ha ritenuto stilare la seguente
troverete sotto. Nella seconda giornata si sono esibiti alcuni artisti e sono
stati consegnati alcuni premi dedicati.
classifica con l’assegnazione del Premio Premio alla foto “Il tramonto di
Glauco” di ENRICO COCO. Altre menzioni sono andate a: ORNELLA
GRECO - con “il mare d’inverno”, ANTONIO CALVAGNO con “Sui tetti
d’Aci”e ALESSIO SCANDURA con “se gioventù sapesse … se vecchiaia
potesse …”.
Sono stati ospiti della manifestazione la Compagnia "Nuova Prospettiva
Danza" di Gabriella Leone con coreografie di Francesca Spaziani, il musicista Gesuele Sciacca, la cantante Federica Contarino, I Cabarotti, il tenore Carmelo Panebianco , la poetessa Maria Grazia Falsone, l’attrice cantante Loredana Marino, il gruppo musicale I Karbonica. Sono stati inoltre
Ha ricordato i temi riguardanti la valorizzazione del territorio, i momenti di
solidarietà, la salute e la prevenzione di disturbi e malattie che riguardano
la donna; inoltre, i vari incontri in interclub sia con altre sezioni Fidapa del
territorio regionale che con i club service della città; ha sottolineato la presenza attiva delle donne e la vicinanza alle istituzioni con particolare
attenzione ai problemi cittadini, come ad esempio la piantumazione di ben
7 alberi “Cercis Siliquastrum” sistemati nelle aiuole vuote del centralissimo Corso Sicilia, dopo il passaggio devastante dell’ ultima tromba d’aria,
grazie al grande cuore dell’imprenditore Faro, che ancora una volta ha
accolto le richieste della Fidapa.
La seconda parte della serata è stata contrassegnata da un evento molto
significativo, quale la consegna del “Premio Donna Fidapa 2015” a
Carmela Torrisi Faro, imprenditrice siciliana molto vicina al territorio
acese. La signora Faro, partendo dalla piccola impresa del padre, ha
dimostrato subito la sua “voglia di fare”, accresciuta con entusiasmo dopo
aver conosciuto e sposato il giovane Venerando, già avviato nel commercio, con cui ha avviato importanti collaborazioni con illustri paesaggisti e
architetti di fama internazionale per affrontare le sfide del futuro spostando sempre un po’ più in là il confine del possibile. Supportata dal consorte ha creato una sua attività il “Donna Carmela”, elegante Botanic Hotel,
che in pochi anni si è Imposto come struttura d’eccellenza in Sicilia, ricevendo importanti riconoscimenti tra cui quello di miglior hotel d’Europa.
La Presidente Vera Pulvirenti, nel consegnare la targa, ha letto la motivazione che così recita: “a Carmela Faro, imprenditrice siciliana che, con
fantasia e grande amore per la sua terra ha realizzato luoghi incantevoli,
inviando a tutto il mondo il messaggio di una Sicilia particolare anche nella
bellezza”. Le è stato consegnato anche un quadro in ceramica artistica, un
bel manufatto di una giovane e nota artista acese, riproducente il prospetto della villa Radicepura.
Dopo, l’intervento della Presidente Distrettuale Eleonora Caserta che,
dopo essersi complimentata con l’imprenditrice, ha ricordato come la
Fidapa ormai da anni stimola le donne a intraprendere una attività imprenditoriale per superare la crisi del posto fisso ed ha ringraziato la Presidente
e le fidapine acesi per la scelta fatta nel premiare “una donna del proprio
territorio che, partita in silenzio e in punta di piedi, ha raggiunto alte mete
e contemporaneamente fa conoscere la nostra Sicilia nel mondo moderno”; a seguire l’accensione delle candele con un suggestivo sottofondo
musicale della giovane violoncellista Giulia Strano, accompagnata al
piano dal padre Alessandro, infine si è conclusa la bellissima cerimonia
con una vivace e piacevole conviviale in un clima di serena amicizia.
Nella foto la Commissione esaminatrice: Rosa Strano,
Carmelo Strano, Michele Greco.
Il Giardino di Kalika è un Baby Parking – Ludoteca...
assegnati i seguenti premi: al dott. Fabrizio Pulvirenti per il volontariato, al
... immerso nella tranquillità e nel verde della zona residenziale di San
Nicolò. La struttura è dotata di due ampi parchi esterni con giochi dove
festeggiare i compleanni dei vostri bimbi ma anche di una colorata sala
interna per il periodo invernale. A disposizione dei piccoli ospiti anche una
sala giochi con gonfiabili e playground. Festeggia con noi il tuo giorno
dott. Giuseppe Di Fazio per il giornalismo, alla “Mondadori” per l’editoria e
all’attore Enrico Guarneri per l’Arte. Hanno presentato Mario Garozzo ed
Elena Ronsisvalle con la regia di Franco Cannata.
importante con la professionalità della nostra animazione e le prelibatezze
del nostro catering… Ti offriamo diversi pacchetti per ogni tua necessità….. E per i più grandi il nostro parco farà da scenario alle vostre ricorrenze più importanti…. E allora….Veniteci a Trovare per Poterci giudicare!!
Siamo a soli 4 Km dalla stazione Fs di Acireale tra la località “Reitana” e il
borgo di San Nicolò.
6 Sabato 18 Luglio 2015
Il grande passo, si sa, porta con se riflessione, attesa, scadenze ed il classico corri e fuggi verso la perfezione dei preparativi. Nonostante tutto, e
nonostante il grigiore pomeridiano del cielo che ha tentato, ma solo invano,
a rovinare lo status metereologico della giornata, lo scorso 10 Giugno
Giovanni Anastasi e Diana Maugeri hanno coronato il loro
AK IS
Passaggio di consegne al Lions Club Acireale:
Rosario Faraci presidente dell’anno
del cinquantesimo anniversario della nascita del Club Service
K
Domenica 5 luglio, nello splendido scenario di Villa Musumeci di Santa
Tecla, si è svolta la cerimonia del passaggio delle consegne nel Lions Club
Acireale dal dr. Silvestro Cavallaro al prof. Rosario Faraci. Incontro partecipatissimo con la presenza dei soci del club acese e di tanti altri club siciliani nonché dei Leo e delle altre associazioni del territorio. Tra gli intervenuti anche il sindaco di Acireale ing. Roberto Barbagallo, l’on. Nicola
D’Agostino, la presidente della circoscrizione Carmela Pisano, i past governatori Vacirca, Cavallaro e Pogliese, il vice governatore designato Ninni
Giannotta, mentre l’attuale governatore ing. Ingrassia, trovandosi in questo
momento negli Stati Uniti per la convention internazionale di Boston., ha
inviato un messaggio augurale che è stato letto dal segretario distrettuale
Francesco Pezzella. Un clima di condivisione, di amicizia e di grande cordialità ha accompagnato i momenti della cerimonia, che è iniziata con l’ammissione di due nuovi soci: Gesuele Sciacca, dirigente medico e musicista,
e Giuseppina Ajon, formatasi nell’Accademia di Belle Arti ed artista affermata. Quindi il presidente uscente Silvestro (per tutti Silvio) Cavallaro ha
ricordato il ricchissimo programma di eventi culturali e sociali attuato nel
corso del suo mandato anche con l’apporto di un video ed ha ringraziato
il consiglio direttivo e i soci che hanno collaborato alla riuscita delle molteplici iniziative portate avanti nel corso dell’anno sociale .Ha premiato ancora una volta la bambina acese Elena Morani, che è giunta con il suo “poster
per la pace, al secondo posto a pari merito a livello internazionale. Ha ribadito l’alta qualità professionale dei soci ed ha auspicato che se ne tenga
conto in modo più appropriato in ambito distrettuale. C’è stato subito dopo
lo scambio delle consegne con il prof. Rosario Faraci, illustre docente di
sogno d'amore. Attorniati da parenti ed amici, con una cerimonia semplice
ma intensa officiata da don Gianpaolo Bonanno nell'incantevole scenario
del Santuario della Madonna di Loreto di Acireale, i due novelli sposi, frizzanti, sorridenti e visibilmente emozionati hanno vissuto l'incipit di un percorso che, mano nella mano, li porterà lontano, oltre le mete da sogno prescelte (Messico e New York) del loro viaggio di nozze. A Giovanni e Diana,
nostri carissimi amici, i più fervidi auguri da tutta la redazione di Akis e dalla
produzione del Premio "Aci e Galatea".
REACTION CITY: UN NUOVO MODO DI FARE CITTA’
Chi di voi , non ha sentito parlare o non ha letto sfogliando i quotidiani locali,del progetto Re-action City? La stessa parola Reaction evoca un rinnovamento, una trasformazione, una rinascita. Ed è proprio questo: un progetto innovativo che ha creato un’esperienza di città-laboratorio, un’esperienza condivisa con le comunità presenti sul territorio e partecipata dalle
stesse, finalizzata alla proiezione di una visione di città resiliente e coesa
in grado di dare ai cittadini una nuova identità. Nel seminario svoltosi ad
Acireale, presente anche il sindaco Barbagallo oltre all'intervento della
prof. architetto Consuelo Nava, hanno relazionato il prof. Carlo Colloca,
che insegna Sociologia dell' Ambiente e del territorio, Università degli studi
di Catania, ed ha parlato dell'aspetto sociale del progetto e l'ing. Laura
Saija, ricercatrice europea a Catania.
E' stata molto interessante la testimonianza di una rappresentanza dei giovani neo laureati che hanno collaborato al progetto e al docufilm, tra questi l'arch. Gabriella Seminara, Giuseppe Mangano ed altri.
Il pensiero dell’ing. Salvatore Maugeri: “il tema trattato con questo
seminario, ci invita e ci induce a delle approfondite riflessioni, ed in
un periodo storico come quello che stiamo attraversando, di crisi
economica e strutturale, la sintesi è che ognuno, con il ruolo che
svolge nella società deve fare la propria parte per contribuire a rigenerare il nostro tessuto urbano e culturale”.
<<Vorrei partire da qui, se mi consentite, care amiche ed amici tutti,
da questa visione di Acireale, città della cultura e del sociale, per
rinvigorire la nostra presenza e metterla a servizio del territorio.
Sarà pur vero, infatti, che questa città soffre molto dal punto di vista
economico, che potrebbe avere una vocazione turistica se solo
fosse capace di iniettare vigorose energie imprenditoriali, ma le sue
fondamenta sono culturali e sociali e ciò rappresenta un patrimonio
di risorse di inestimabile valore. Per trasformare le risorse in attrazioni, daremo tutto il nostro contributo come Lions>>
economia dell’Università di Catania nonché uomo di cultura impegnato nel
giornalismo e nel volontariato, il quale nel suo discorso di insediamento ha
ringraziato il comitato che lo ha designato per la fiducia manifestatagli e ha
ricordato la sua esperienza giovanile nei Leo; ha quindi delineato con un
sentito discorso il quadro di riferimento generale che guiderà il suo lavoro
per l’anno del cinquantesimo anniversario della nascita del Lions acese, le
cui celebrazioni saranno all’insegna della cultura e del sociale, come si conviene a una città come Acireale e come da sempre ne avevano dato testimonianza i suoi genitori. Discorso chiaro e fortemente propositivo che ha
riscosso unanimi consensi. Ha quindi presentato il nuovo consiglio direttivo
per il 2015-2016 che sarà così composto: presidente Rosario Francesco
Faraci; past presidente Silvestro Cavallaro; 1° vicepresidente Mario
Pavone; 2° vice presidente Alfredo Borzì; segretario Alfio Cristaudo; tesoriere Salvatore Pennisi; cerimoniere Salvo Scalia; consiglieri Giuseppe
Esterini, Rosaria Scuderi e Giovanni Vaccaro; censore Pietro Currò, presidente comitato soci Salvatore Leonardi. Nel corso della serata i presenti
hanno messo a disposizione un contributo di solidarietà per la Tenda San
Camillo dei Padri Camilliani. Pure Akis si associa agli auguri per il prof.
Rosario Faraci, che è anche valido collaboratore del periodico acese.
Giovanni Vecchio
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AK IS
Sabato 18 Luglio 2015
7
Cinenostrum 2015
È calato, anche per questa edizione 2015 di cinenostrum sotto la direzione
artistica di Francesco Grasso, il sipario da stamattina Francesco è già al
lavoro per la edizione 2016, ma mi sia consentito a consuntivo di questa
edizione ringraziare in primis lo straordinario pubblico che ogni sera hanno
riempito Piano Umberto, le associazioni di volontaristo sempre presenti ed
attenti, i carabinieri stazione Acicatena, e il Sig.Comandante della compagnia Carabinieri Acireale, il Comando Polizia Municipale, la Croce Rossa, i
Signori giornalisti che ci hanno seguito in questa esaltante settimana, i
A Pozzillo d’estate
Tornano alla mente
immagini d’un tempo remoto
quando d’estate
trovavo ristoro
nelle acque limpide
degli scogli di Pozzillo,
tra pesci di mille colori
e capperi copiosi,
attecchiti di forza
tra scaglie di lava
di prische colate
direttori e gli operatori delle emittenti televisivi, quanti hanno collaborato e
lavorato per la organizzazione e la riuscita della manifestazione, gli sponsor senza dei quali non avremmo potuto far tutto questo, il direttore artistico Francesco Grasso per l'ottima scelta portando sul palcoscenico di
Cinenostrum Enrico Brignano, Simona Izzo, Ricky Tognazzi, anche a loro il
mio devotissimo grazie per aver accettato di stare insieme ai catenoti e ai
tantissimi che venivano anche dai paesi viciniori, e per concludere un grazie ai catenoti.
Con affetto Ascenzio Maesano.
ph Franco Barbagallo
dell’Etna impetuoso.
A due passi i limoni
e l’incontro con agnati
di semplici e onesti costumi,
dal cuore fidente e leale.
Nostalgia struggente
di un mondo che fu.
Ritorno a calcare quei sassi,
a tuffarmi, a sognare:
con gli occhi chiusi
rivedo quel sito,
che è dentro di me.
Giovanni Vecchio
ph Mario Cicala
Il “Paul Harris Fellow” a Luciano Privitera
Il Rotary Club Acireale ha conferito la massima onorificenza rotariana, il
Paul Harris Fellow (che in tutto il mondo contraddistingue chi ha attuato ed
attua quotidianamente il motto rotariano "Service Above Self", servire il pros-
Il latte e l’Europa
Stiamo assistendo ad un’assurda pretesa da parte dell’unione europea che
sta imponendo all’Italia l’obbligo di preparare i formaggi con latte in polvere.
A tal proposito al di là dell’illogicità pratica occorre anche tenere presente
che l’ipolattasia congenita è molto diffusa tra la popolazione generale potendo arrivare in Sicilia fino all’85% della popolazione. Il latte in polvere è molto
ricco in lattosio dato che su 100 grammi di latte in polvere quasi la metà è
costituita da lattosio. L'intolleranza al lattosio è l'incapacità di digerire lo
zucchero del latte ed è causata dal deficit di lattasi, enzima intestinale
responsabile della scissione del lattosio in due zuccheri semplici: il galattosio e il glucosio. Il lattosio non idrolizzato, cioè non digerito raggiunge il
colon esercitando un effetto osmotico che provoca richiamo d'acqua e di
elettroliti nel lume intestinale, fermentazione batterica dello zucchero con
produzione di gas (anidride carbonica) e formazione di acido lattico e acidi
grassi a catena corta. L’UE, per incomprensibili esigenze consumistiche
vuole che gli italiani abbiano nausea, gonfiore addominale, crampi con dolori addominali, meteorismo e talora anche diarrea. Insomma gli interessi economici in primo luogo, la salute … per quella c’è un altro business quello
delle intolleranze alimentari! Occorre ostacolare energicamente questa
assurda pretesa la quale, oltre a danneggiare la nostra economia compromette lo stato di benessere degli italiani.
Dott. Giovanni Tringali,
Responsabile Salute e Alimenti del CODACONS.
simo al di sopra di ogni personalissimo interesse), al dott. Luciano Privitera.
Akis è particolarmente felice di questa onorificenza e si congratula con l’interessato formulando felicissime congratulazioni.
Il dott. Salvo Noè a Villa Torlonia
MANUFAKTUR A, pre nde l'a nima
e la cons e g na a lla be lle z z a .
AK IS
IL GIORNALE
DEL TERRITORIO
DELLE ACI
AKIS: Anno XI, numero 7 del 18 Luglio 2015 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania - Sede: via M. di Casalotto 68 - 95025 Aci S.Antonio
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AK IS
Sabato 18 Luglio 2015
anche
PI Z Z E R I A !
“Poesia in … canto”
Un evento di alto profilo culturale si è
svolto a Santa Venerina nella sala teatro
“S. Venera” nello scorso mese di giugno, denominato “Poesia in … canto”,
uno spettacolo poetico-musicale nel
corso del quale artisti e cantanti hanno
interpretato i versi del poeta siciliano
Alessio Patti, un autore che attinge in
profondità alle sue radici isolane e
soprattutto all’intimità spirituale dei siciliani. .Lo spettacolo, organizzato dall’associazione “Storia, Cultura e Sviluppo
Territoriale” (Sto.Cu.Svi.T.) presieduta da Domenico Strano, è stato condotto magistralmente da Giovanni Vecchio, il quale ha curato la presentazione
dei vari momenti in programma ed ha introdotto gli artisti enunciando la loro
biografia. Accanto al poeta Alessio Patti, che ha declamato la sua poesia
“La me vo’ vo’” (poi ripresa e musicata da altri artisti) e altre sue liriche con
grande partecipazione emotiva trasmettendo forti emozioni al pubblico. Un
ruolo importante ha avuto la brava attrice e cantautrice Loredana Marino,
che ha introdotto la serata camminando in mezzo al pubblico e declamando dei versi di Patti dedicati alla “bedda terra siciliana”. La stessa ha poi
presentato nel corso dello spettacolo altre poesie di Patti nonché le canzoni contenute nel suo ultimo CD. È stata poi la volta del cantautore e scrittore per il teatro Gregorio Lui, che si è cimentato ne “La mia vo’ vo’”, da lui
musicata su testo di Patti, e in “Cala lu suli” su testo di Giuseppe Fava.
L’attrice teatrale Carmela Trovato ha commosso tutti con la sua declamazione di “Maieutiché” dedicata da Patti alla madre. Grande successo ha
riscosso il gruppo rock-folk “Malarazza 100% Terrone”, che sa mescolare
arrangiamenti moderni con quelli caratteristici della tradizione siciliana. Dei
giovani bravissimi che sono riusciti a catalizzare l’attenzione del pubblico
con le loro canzoni, soprattutto “Malarazza” e “Zio Pino”, dedicata a Don
Pino Puglisi, il prete palermitano ucciso dalla mafia. Forte l’impatto della liri-
ca “Giuda” letta dallo stesso autore e di“Stizza” a cura di Carmela Trovato.
Un’immersione piena nella musica tradizionale siciliana è stata favorita
dalla cantante folk Cinzia Sciuto, che si è esibita in alcuni canti popolari nel
ricordo di Rosa Balistreri. Ma anche lei ha rivestito di musica “La me vo’ vo’”
di Alessio Patti. Quindi il medico musicista Gesuele Sciacca (chitarra e
voce), Mariodavide Leonardi (violino) Daniela Greco (seconda voce),
hanno riproposto in una versione molto intensa sempre “La me vo’ vo’
(musicata da Sciacca) ed altre poesie di Patti cantate e, infine lo stesso
Sciacca ha proposto una sua composizione dal titolo Se tu fossi ancora
qui”, dedicata al padre, e una lirica di Giovanni Vecchio “Tragitto convulso”.
Subito dopo la declamazione da parte di Loredana Marino della lirica dedi-
Federazione Provinciale Tradizioni Popolari.
Rieletto il M° Melo Chillari.
Domenica 14 giugno, nei locali del Museo del folklore di Giarre (costituito e
gestito dal M° Melo Chillari) ha avuto luogo la riunione della F.I.T.P
(Federazione Italiana Tradizioni Popolari), presieduta dallo stesso Chillari ,
presidente provinciale F.I.T.P., e dal M°Alfio Russo, presidente regionale
della stessa Federazione. L’argomento principe è stato la difficoltà che i
gruppi folk in genere devono affrontare per portare avanti la loro attività. Il
problema economico è stato al centro dell’attenzione: <<Col passare del
tempo è diminuito il numero degli spettacoli, e senza questi i ragazzi perdono la voglia di continuare, - ha affermato il presidente provinciale – i giovani devono essere spronati a portare avanti le tradizioni, la nostra cultura
siciliana>>. Un grido d’aiuto, quindi, rivolto ai comuni e agli enti territoriali
per permettere a chi ha questa passione di poter svolgere l’attività senza
l’aggravio di ulteriori spese, pur sottolineando il fatto che il folklore non deve
essere ritenuto come una forma di attività retribuita. Elogiando il lavoro dei
gruppi folcloristici, Russo ha ribadito che bisogna a tutti i costi sensibilizzare gli Enti ed ha aggiunto: <<Non per forza dobbiamo pensare in grande,
bisognerebbe far tutto in forma minimale con un buon calcolo delle risorse
necessarie>>. Il presidente regionale, partendo dal presupposto che <<l’unione fa la forza>>, ha proposto di creare una unica cooperativa di più gruppi folkloristici perché così si possono acquisire benefici per il proseguimento dell’attività. La continua formazione di piccoli gruppi, spesso con poca
esperienza, compromette spesso l’andamento dei maggiori gruppi, e a
volte nascono con uno specifico interesse, che magari non è quello di far
conoscere le nostre tradizioni. Il folklore, invece, porta dentro un preciso
significato e valorizza l’ “insieme”; esso richiede, prima di essere attuato
con i gruppi o di essere insegnato , un adeguato apprendimento ed esperienza, altrimenti si rischia il degrado della cultura folk. La riunione si è conclusa con le votazioni per l’elezione del presidente provinciale, che ha visto
la conferma del presidente uscente Melo Chillari, premiato per l’impegno
profuso.
Nhora Caggegi
“Peppino tornava …” (EdilStampa, Roma
2015) è il primo romanzo di Angelo Vecchio
(non è parente del recensore), ingegnere
ed architetto, nativo di Santa Venerina e dal
1980 componente di uno Studio Consociato
di Architettura e Urbanistica in Acireale.
Una scrittura limpida, una narrativa evocativa della memoria che tocca le corde più
profonde dell’animo umano, una descrizione dei contesti essenziale ed efficace. Si
racconta la vita di Peppino a cominciare
dalla prima adolescenza vissuta nel mondo
rurale di Badia, un quartiere di Santa
Venerina, dove la sua famiglia e quelle dei
parenti vivono in case modeste senza né
luce né acqua e con il frutto del loro lavoro
svolto nel vigneto ereditato dagli antenati e
con la raccolta delle olive. La vita è difficile e c’è molta emigrazione. Siamo
nel passaggio dall’800 al ‘900 . L’autore ci presenta la figura di un onesto
lavoratore, senza vizi se non quello del fumo, legato da un vincolo viscerale con la sua terra siciliana ed etnea in particolare, ma costretto a recarsi in
Australia per raggranellare un po’ di denaro per ricostruirsi una vita e tentare di dimenticare la grande sofferenza patita per la morte della giovane
moglie Lucia, una cugina a cui si era legato affettivamente, ricambiato, sin
dall’età adolescenziale. Il romanzo ci presenta i ricordi del personaggio
principale dai primi passi di un amore sincero e profondo per Lucia, prima
fortemente contrastato dai parenti, all’esperienza della prima guerra mondiale. Infatti, nel 1917, dopo la disfatta di Caporetto, furono chiamati alle
armi anche i “ragazzi del ‘99” e Peppino, ricevuta la cartolina, vive i momenti tragici degli assalti contro il nemico e gli stenti della trincea, fortunatamente si salva ma viene preso prigioniero dai Tedeschi e si scontra anche
in questa situazione con situazioni al limite della sopravvivenza (baracche
non riscaldate, vestiti leggeri e freddo pungente, rancio scadente). Ma da lì
pensa alla sua Lucia, alla quale scrive e, grazie alla collaborazione di una
parente, riesce a far pervenire le sue lettere, ma è anche interessato alla
sua vigna, ai lavori necessari nelle varie stagioni. Finita la guerra, spera nel
ritorno immediato, che invece viene rinviato per accertamenti sulla cattura
ed eventuali responsabilità penali e messo, assieme a tanti altri, in quarantena per paura che possano trasmettere malattie infettive. Il viaggio è lungo
ma Peppino ritorna e qui si apprezzano le descrizioni dei sentimenti di
Peppino quando intravvede la sua amata terra tra Catania e Taormina,
La terrazza della “Casa di sollievo” San Camillo
è stata riparata grazie al
sostegno del LeoClub,
giovane sodalizio acese
retto da Francesca Dugo
e che al suo interno, come
delegata della seconda
area operativa ha la giovane Claudia Fatuzzo che
si è impegnata a raccogliere i fondi ricavati dalla
vendita di felpe, da devolvere al ripristino di questa
importante struttura di accoglienza. Alla “inaugurazione” dei lavori che si
sono succeduti è stato presente oltre che fratel Duca, responsabile della
“Casa” , anche il sindaco Barbagallo.
ph Fabio Consoli
cata a “Mario Monicelli”, è salito sul palco ultimo artista della serata, Alberto
Marchetti, romano, che ha musicato appunto la poesia “Monicelli” e “S’idda
tuccassi a mia” di Patti, cantando per la prima volta in lingua siciliana; ha
poi concluso con la sua canzone in lingua italiana “I segni del tempo”.
Ultima poesia, recitata dallo stesso Patti, “Cca è scuru”, che esprime drammaticamente lo stato d’animo di chi si deve confrontare con la morte .Un
video con immagini e una poesia di Giovanni Grasso dedicata all’amico
Alessio Patti, è stato proiettato a conclusione di una serata, ricca di poesia,
musica, canto e che si è avvalsa della collaborazione attiva dei soci dell’associazione “Sto.Cu.Svit.”, dal service (Gesuele Sciacca), alla videoripresa (Salvatore Sciacca), alle proiezioni (Orazio Giovanni Vecchio), alle luci
(Giuseppe Di Bartolo), alla fotografia (Rosa Vecchio) e altri servizi vari di
supporto a cura del presidente Domenico Strano, della vice presidente
Maria Lizzio, di Teresa Maccarrone. ed Eleonora Caggegi. Un evento
memorabile del quale gli intervenuti ancora continuano a parlare e chiedono di replicarlo in altri contesti per dare un messaggio d’amore per la Sicilia
e far conoscere meglio gli straordinari talenti della nostra terra.
Nhora Caggegi
Intensità di sentimenti nel primo romanzo di Angelo Vecchio
Grande festa al suo ritorno, ma in mancanza di lavoro e guadagno, decide
di chiedere la ferma per tre anni nell’arma dei carabinieri e viene trasferito
a Milano. Ha sempre la sua Lucia nel cuore e la terra etnea. Un altro ritorno e i preparativi, superate alcune perplessità dei genitori e degli zii, per il
matrimonio con Lucia, che finalmente avviene per la felicità dei due. Ma i
tratta di un breve periodo di gioia perché, scoperta la gravidanza, viene consigliato alla giovane donna di ricorrere ad un aborto, che espletato con
sistemi “artigianali”, la condurrà ad una precoce morte. Da qui riprende il
discorso avviato all’inizio di questa recensione. La vita di Peppino risulta difficile, non riesce a rassegnarsi e rimane fedele alla sua Lucia, rinunciando
a sposarsi di nuovo, nonostante delle buone possibilità. Riprenderà il suo
lavoro nei campi e insisterà nella sua solitudine con il fumo che, però, dopo
qualche anno lo condurrà alla morte. Si intrattiene nella piazza o al bar per
parlare con qualche amico (bella la descrizione della vita di paese) e poi
torna sempre inconsolabile a trascorrere le notti tra sogno e realtà. Bisogna
riconoscere che questo è “un romanzo – come si legge nel risvolto di copertina – che unisce una grande intensità di sentimenti allo svolgimento semplice e chiaro. Un libro che racconta senza sbavature il dovere di vivere,
l’impegno per migliorare le proprie condizioni, l’amore pieno di rispetto e
mai tradito. Valori vissuti dal protagonista Peppino con linearità, perfino
nella solitudine”. Ci sono tratti nell’opera di vera poesia come quando, ad
esempio, viene descritto il ritorno con la nave dall’Australia o quando si
aggira tra i suoi “pallido e stralunato” e solo in campagna ritrova una pace
profonda. La lettura di questo libro fa bene allo spirito, ci porta una testimonianza credibile e sincera, un mondo di valori che oggi sembrano perduti, ma che costituiscono forse l’aspirazione nascosta e inconsapevole
dell’uomo del nostro tempo, che non trova la felicità nell’effimero e nell’edonismo dominanti.
Giovanni Vecchio
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Le famiglie Consoli, Scalia e Pennisi ringraziano tutti coloro che hanno espresso la loro affettuosa amicizia e solidarietà per la perdita del caro congiunto Nicola.
CONVENTION DEL DOTT. NOÈ A VARSAVIA
Il 7 GIUGNO si è svolta una convention motivazionale del Dott. Noè dal
titolo: “THE COURAGE TO CHANGE - IL CORAGGIO DI CAMBIARE” a
Varsavia (Polonia). La sua relazione si è soffermata su come possiamo
migliorare le nostre prestazioni e la qualità della nostra vita. “I mean to say
that we all need the courage to change - Tutti dobbiamo avere il coraggio
di cambiare”. Oggi, più che mai, dobbiamo essere pronti a cambiare
costantemente. Il mondo viaggia ad una velocità esorbitante, e ognuno di
noi, può gestire questo cambiamento solo con la giusta motivazione e
Sempre con te
Non c'è luce dentro di me
senza i tuoi occhi.
Finirò di amarti
quando le onde del mare
e del tuo cuore
scompariranno. L'inseguirò
e nel mio silenzio ti dirò,
Patrizia ti amo.
Vito Cutuli
competenza. Ogni gruppo di lavoro, condivide valori, credenze e obiettivi
che portano alla mission e alla vision. Una comunicazione efficace, una
capacità di leadership autorevole e una chiara competenza distintiva, sono
elementi essenziali per performance di alta qualità. Oggi non si può essere soltanto bravi, oggi bisogna essere i primi e solleticare l’eccellenza, che
vuol dire fare costantemente meglio quello che si fa”.
Il Dott. Noè si è soffermato su come si può riuscire a migliorare le performance professionali. Il ciclo di conferenze continuerà per varie città europee, i prossimi appuntamenti: Praga, Valencia e Berlino. Il Dott. Noè è
stato definito un professionista con passione e talento… noi aggiungiamo
un talento tutto Siciliano!
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Passaggio delle consegne al Serra Club di Acireale; passaggio tra la
prof.ssa Sara Belfiore ed il medico Mario Vasta. L’incontro, alla presenza di
S.E. Il Vescovo Raspanti, è stato gestito dal segretario avv.Di Prima e con
la partecipazione dei service cittadini e del Governatore Cherubino Fiorini.
ALLA MIA ETÀ NON ESISTONO MEZZI TERMINI, MEZZE PORZIONI.
O TUTTO O NIENTE. E VI PREGO DI COMPRENDERMI.
Il mio rapporto con Acireale è di tipo viscerale: io la amo questa cittadina
perché vi ho trascorso la mia infanzia al tempo della guerra e subito dopo
la sua infausta conclusione; perché l’ho scoperta da adolescente meravigliandomi della sua bellezza e di tutto ciò che vi scoprivo; perché vi ho frequentato tutte le scuole fino alla maturità. Perché mi sono formato da uomo
e da cittadino alla sua scuola, alla scuola dei suoi antichi abitanti, che erano
diversi da quelli attuali. E come farei a non amarla! Fa parte delle mie viscere. Ma al tempo stesso la odio, e fuggirei da essa, solo che lo potessi; preferendo vivere altrove, dove le regole vanno rispettate; dove i diritti dei cittadini sono sacrosanti. Credo di avere il diritto a reclamare che essa funzioni, come un perfetto orologio, perché ho dato
il meglio di me stesso per Acireale, esercitando il
ruolo del lavoro che ho scelto di svolgere e avendo assunto la carica di sindaco in tempi terribili,
quando infuriava tangentopoli e forze, poi non
tanto occulte, interne ed esterne ad essa, congiuravano indegnamente perché ne venisse
sciolto il consiglio comunale non so per quali
ignominiosi e vergognosi motivi. Per essa, e per
il suo bene, ho sofferto per tanto tempo. Ho diritto dunque, come tutti gli altri, di pretendere che
questa città sia una città e non un ammasso di
cittadini, ognuno per i fatti propri; perché offra a tutti quei servizi che essa è
tenuta a dare. Perché prepari oggi il futuro delle nuove generazioni in termini di vivibilità e di lavoro; perché rispetti il suo paesaggio che è meraviglioso, ma rischia di precipitare nel baratro della sporcizia. E m’indigno con
chiunque, amico o non amico, non sia all’altezza della situazione, non mantenga le sue promesse, non risolva i problemi. Ed allora il mio amore diventa odio.
Alfonso Sciacca
“Gli Appassionati”, associazione ripostese presieduta da
Leonardo Mastroieni ha organizzato un incontro tra appassionati ed artisti della fotografia e della pittura. L’incontro si è
svolto nella banchina del “Porto Turistico “Marina di Riposto”.
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Sabato 18 Luglio 2015
A Tu per Tu con Monsignor Gianni Lanzafame Di Bartolo: una vita dedicata a Maria!
“Un vanto per la Chiesa...” questo il giudizio di Papa Ratzinger in relazione
alla copiosissima produzione letteraria dell'alto prelato catanese, ormai trapiantato in Spagna. L'incontro avviene in una splendida mattina di inizio estate, nel giardino di una villa a strapiombo sulla Timpa acese. E' lì che abitano
amici di vecchia data di Monsignor Gianni Lanzafame Di Bartolo, anzi di
Padre Lanzafame Di Bartolo o, semplicemente...di Padre Gianni, come preferisce essere chiamato. Perfezionata la conoscenza con una schietta e sincera stretta di mano, ci accomodiamo in un comodo salottino da giardino e...
Padre, Lei è classe 1954... M'interrompe quasi subito preso com'è dall'entusiasmo e dalla foga di raccontarsi, cifra che manterrà alta per tutto il tempo
del nostro breve incontro.
Si, ho avuto la sorte e la fortuna di nascere nell'anno mariano.
Pensi, l'anno della mia nascita fu il primo anno mariano della storia,
indetto da Papa Pio XII - Papa Pacelli - in occasione del centenario del
Dogma dell'Immacolata. Questo mi ha marcato, in un certo senso ed ha
segnato i miei passi nella vita. Devozione alla Madonna, già presente
nel cuore di mia madre, Maria Vittoria ed in quello di mia nonna
Concetta. Poi, sa...questa devozione, fin da piccolo...avendo vissuto io
tra Catania e Palermo...è stata intessuta da varie celebrazioni. La
Madonna è sempre stata presente nella mia vita fino a quando fui chiamato al sacerdozio e...
E questo avvenne verso i 17 anni, giusto? No, per la verità a 13 anni. Poi,
in seno alla mia famiglia, ci fu una disgrazia...la morte di un mio fratellino in un incidente d'auto e siccome, quando un figlio entrava in seminario, significava vederlo solo un paio di volte l'anno...ebbi il permesso
di tornare a casa e di stare accanto ai miei genitori. Ho frequentato il
Seminario a Catania, da esterno, fino a che fui ordinato sacerdote....per
l'appunto e ciò, pensi un po', avvenne proprio il giorno della Madonna
di Loreto per espresso desiderio di mio padre che, essendo stato militare dell'Aviazione...volle che fossi ordinato lo stesso giorno in cui si
celebrava la Regina dell'Aviazione. Poi, Monsignor Picchinenna mi
mandò al Marianum a Roma a studiare antropologia religiosa e...insomma... la Madonna è sempre stata presente nella mia vita e mi ha accompagnato nelle varie fasi.
Padre Gianni, mi viene da pensare che questa devozione alla Madonna
L'accomuni, in un certo senso, a Papa Woytila...che dedicò proprio il Suo
pontificato a Maria, no?
Come no! Io ho avuto la fortuna di conoscerLo, sa? Poco prima di laurearmi... il Papa visitò il Marianum. Ricordo che i miei relatori Gli fecero
presente che a breve avrei discusso la mia tesi ed Lui volle benedirla
oltre a mostrarsi interessato a sapere la storia della Madonna del
Rosario...di quella dell'Indirizzo a Catania...di Santa Maria della
Mecca...”Ma come mai...si chiama della Mecca?” mi chiese
Mi rivedo, con profonda commozione, spiegare a Sua Santità che prima
trattavasi di una Moschea araba trasformata, poi...agli inizi del XVIII
secolo... da un Vescovo, Monsignor Galletti, in una Chiesa e poi, ancora...dall'Arcivescovo Salvatore Ventimiglia in Chiesa, oggi attuale cappella dell'Ospedale “Garibaldi”. Ricordo che mi invitò ad alzarmi...a me
che stavo devotamente in ginocchio... e mi volle nella foto di gruppo
mentre io, mi tenevo a distanza non osando avvicinarmi. “No, no...il
siculo. Il siculo qui!” e si premurò che mi avvicinassi. Conservo una
bellissima foto in ginocchio davanti a Lui che mi pone le mani sulle
spalle. Che ricordi meravigliosi!!!! Poi, piano piano...sono diventato,
prima, Amministratore parrocchiale di Maria Ausiliatrice e di San
Domenico Savio nella periferia Nord di Catania, poi Vice cancelliere
della Curia e Vice Parroco della Cattedrale. Ed ancora, fui mandato
come arciprete a Belpasso nella Chiesa dedicata all'Immacolata e così
via...tante le esperienze maturate. Tantissime. Un'attività molto intensa
che mi ha visto anche collaborare intensamente alla nascita del Museo
diocesano di Catania che oggi è il fiore all'occhiello dell' Arcidiocesi
della città e, tra un incarico ed un altro, ho insegnato in Seminario ed
ho sempre predicato. Molto, moltissimo. Specialmente ad Acireale, ai
tempi di Monsignor Malandrino.
Ma da dove nasce questo culto alla Madonna? Ma guardi, proprio alla luce
di ciò che predicava Giovanni Paolo II, ho sempre cercato di vedere
questa figura come una figura ponte...tra la Trinità e l'uomo. Nella
nostra bellissima terra...e, a tal proposito, Le ricordo che Pio XII disse
che la nostra terra era proprio feudo di Maria...ogni angolo è dedicato
alla Madonna. Pensi ad Acireale...alla pescheria.....se si percorre, ad
esempio, la via Dafnica...si incontrano 5/6 immagini di Maria...insomma,
Maria è sempre presente. E' la Madonna che ci porta a Cristo e, pertanto, se noi crediamo...la Madonna, madre dell'Umanità, ci porta a
Cristo.
Padre Gianni, il culto alla Madonna ha avuto una forte spinta dopo il Concilio
di Trento...è corretto dirlo? Ma guardi, la Madonna appare già nel IV/V
secolo. L'autore degli Atti degli Apostoli racconta di come ci fosse
Maria, la madre di Gesù, in mezzo a Loro. Insomma, non ha mai lasciato soli i Discepoli dopo l'Ascensione di Gesù. Certamente, il Concilio di
Trento....con le processioni...i grandi altari... ha celebrato questa bellezza di Maria elevata a catechesi. Poi abbiamo l'Ottocento dei dogmi e
delle apparizioni. E' l'epoca dell'apparizione a Lourdes, a Bonnet...del
dogma dell'immacolata. L'ottocento prepara alla prima guerra mondiale. Dopo questa, a Fatima, Pio XII affidò l'Umanità al Cuore Immacolato
della Madonna...la famosa peregrinatio della Madonna di Fatima che, in
elicottero, raggiunse tutto il mondo. Subito dopo, abbiamo Giovanni
XXIII...il Papa di Transizione, che “apre” con il Concilio. Insomma, la
Madonna appare sempre più presente nella vita della Chiesa. Non c'è
Chiesa senza eucarestia, senza parola...e senza la presenza materna di
Maria. Giovanni Paolo II incarnò il culto di Maria...ci fu un boom della
devozione alla madre di Gesù...un nuovo anno mariano...un'enciclica,
Redentoris mater e così via...
Padre Gianni, Lei dal 2000 vive a Siviglia. Cosa ama far conoscere della Sua,
nostra terra? Tutto! Soprattutto amo far conoscere quelle che sono le
nostre tradizioni. Nel mio ultimo libro, che parla di Acireale...illustro, ad
esempio, quelle che sono le“vare”della cittadina: quella di San
Sebastiano, di Santa Venera, di San Michele, della Madonna del
Rosario. In “Barocco in processione”cerco di far conoscere quella che
è la vera realtà della nostra terra che non presenta solo quelli aspetti
che vengono proposti, montando la realtà. Insomma la nostra realtà
non è solo quella che propongono i vari Padrino Uno, Padrino due e tre.
Quando arrivai a Siviglia, ripeto 16 anni fa, la prima domanda che mi
veniva rivolta era “Come va? Come va la mafia in Sicilia?” Sa cosa
rispondevo? “La mafia? Male, va male...vede: aveva un cappellano, io...
ed ora non ce l'ha più. Poi, vedeTe...c'è mafia in Cina, mafia in
Russia...insomma, l'abbiamo esportata, siamo rimasti senza, noi!” Vede
è da 40 anni che scrivo...38 i libri pubblicati. Faccio la mia parte, come
posso...faccio vedere quella che è la parte storica, quella folcloristica...il buon cuore della nostra gente. Certo, non posso parlare di cucina perchè non ne capisco nulla ma certo, parlando di Sant'Agata, non
posso non parlare delle “minnuzze” un modo che abbiamo avuto noi
siciliani per addolcire il martirio della nostra Patrona. Così come non
posso non raccontare il miracolo delle olivette...quelle che caddero
copiosamente dall'albero testimone del martirio della nostra amata
santa. Io vivo al centro di Siviglia e dalla mia casa passano tutte le varie
processioni della città. Sa cosa succede? Ogni volta, il mio pensiero va
alle processioni del“Venerdì Santo” in Via Crociferi...alle processioni
dei Misteri di Trapani...a quelle di Caltanissetta. In Spagna, nel corso dei
secoli, hanno trasformato quelle che dovevano essere processioni
meste in qualcosa di gioioso. Le chiamano, infatti, “Feste di Primavera”
. Da noi, invece, a parte la domenica di Resurrezione...e qualche processione gioiosa come quella della Madonna “Vasavasa” di Modica...da
noi solo marce funebri come quella di Chopin...marce che, indubbiamente, invitano alla preghiera.
Comunque sia, tra Andalusia e Sicilia ci sono varie assonanze...mari
che comunicano. Ricordo che il Cardinale Amico...per 28 anni arcivescovo di Siviglia... è venuto spesso in Sicilia ed ogni volta ha avuto
parole di ammirazione per la nostra Terra e per i siciliani.
Padre Gianni, questa continua aggressione della Lega non è servita secondo Lei a rimettere in moto quel sentimento di appartenenza e di orgoglio che
spesso è stato soffocato in noi siciliani? Ed ancora, non crede si tratti comunque di una visione più politica che poco appartiene alle persone? Ha perfettamente ragione. Una scelta ed un sentire politico che poco hanno a
che vedere con la percezione della gente. Lasciano il tempo che trovano, secondo me.
Padre Gianni...tantissimi i libri pubblicati. Ne cito solo alcuni...come esempio
della vasta mole di produzione letteraria:
“ A Maria, salvezza nostra” che, scritto nel 1984, fu il primo libro a portare la
Sua firma; “La Chiesa di San Camillo, arte sacra sul culto alla Madonna della
Salute” ed ancora, “Lucia, luce di Cristo”, “Catania mariana”prima e seconda
edizione, “Il culto di Maria oggi”, “Sant'Agata, festa barocca”, “Il culto di Santa
Rosolia a Siviglia ed Andalusia”, “Sicilia, feudo dell'Immacolata Concezione”,
“La madre dolorosa nel Regno delle Due Sicilie ed Andalusia” e così via.
Si, grazie. Papa Benedetto XVI ebbe a dire “Questo è un orgoglio per la
Chiesa. Ma come ha fatto...a scrivere e, nel frattempo, ad insegnare e a
fare il parroco?” Sa cosa Le dico...io dormo il giusto e la mattina presto
amo scrivere.
Padre Gianni...si parlava di apparizioni. Quale il Suo punto di vista rispetto a
questo moltiplicarsi di apparizioni mariane? Prudente come l'atteggiamento
della Chiesa tutta o cosa? Penso a Medjougorje, ad esempio... Si...io ci
sono stato due volte. La prima...dopo la prima apparizione. Allora il
gruppo dei veggentiera numeroso. A Tal proposito, Le ricordo cosa cita
un decreto di Papa Urbano VIII:“Le apparizioni non sono dogma di
fede...”non sono necessarie affinchè noi crediamo, insomma.
Medjougorje oggi è diventato un punto di riferimento per centinaia di
milioni di giovani. Ed è già un miracolo, secondo me, tanto più che lì
non c'è nulla. Insomma, quando si va a Lourdes, a Fatima è diverso ma
lì non c'è nulla....proprio niente solo una parrocchia semplice. Questo è
ciò che di straordinario avviene lì. La presenza di Maria si avverte...e
poi, la devozione vera a Maria è fatta di sacrificio. Se per raggiungere
un luogo si affrontano tanti disagi...si cammina a piedi...in condizioni
difficili...qualcosa deve pure esserci o no? Qualcosa significherà! Per
me è già un miracolo, questo! Anche a Fatima, ad esempio...quella piazza enorme che si riempie...pensi a Lourdes dove arrivi ad una fonte e
bevi da un bicchiere dove magari, prima, può aver bevuto qualcuno che
sai potrebbe avere avuto un tumore...questo è già miracolo per me al di
là della veridicità delle apparizioni. Questo è il miracolo che supera
tutto, fermo restando che sono d'accordo con ciò che ha detto Papa
Urbano e cioè, ripeto, che le apparizioni sono sono condizioni per credere ma...certamente, aggiungo io, aiutano a credere. Quelli sono luoghi di preghiera per moltitudine di persone.
Padre Gianni, tornando alle Sue amate processioni. Ho letto che Lei fu artefice a Catania del ritorno della processione della Madonna dell'Indirizzo.
Come no...si! Guardi, io sono nato a Catania nei pressi di Piazza
Mazzini, a due passi dalla Pescheria ed ho sempre coltivato la pietà
popolare. Lì la parrocchia è intitolata alla Madonna dell'Indirizzo. Io
ebbi, da giovane sacerdote, il grande onore di far restaurare la statua da
un grande Maestro. Il simulacro è di Roche Balduche...di epoca spagnola...quando Vicerè a Catania era il Duca d'Ossuna. Il culto si rifà ad
un'apparizione miracolo della Madonna del Carmine nel 1612.
Eravamo...dopo il Concilio Vaticano II...anni intorno al '68...il quartiere si
andava spopolando...e con esso si andava affievolendo anche il culto.
Non che fosse finito, no di certo... ma andava scemando! Fatto rettore
della Cattedrale...mi diedero anche la Rettoria dell'Indirizzo e così parlando e confrontandomi con la gente del popolo (macellai...pescivendoli...alimentaristi) ...da più parti insistevano...”Padre Gianni, Lei che è
del quartiere...ma perchè non rifacciamo la processione?” Dissi
“Facciamo una cosa...la Madonna esce, la domenica dopo il Carmine...a
luglio, in pieno caldo. Va in Piazza Pardo, facciamo la messa e all'offertorio dona quello che può agli enti più poveri della città. Presente la
Madonna. E poi diciamo un Rosario meditato, alternandolo con la musica...itinerante: Porta Uzeda...Piazza Duomo, Via Garibaldi, Castel Ursino
e rientro. Conditio sine qua non...però, dovrà essere quella di portare la
Madonna a spalla, senza motori o ruote.E così è andata avanti per sei
anni, eh? Poi, con il mio trasferimento a Siviglia, la fecero per un altro
anno ancora e poi basta. Sa non tutti i sacerdoti hanno il tempo...la
visione...La statua comunque è a visibile, al momento, nel salone
d'Oriente dell'Arcivescovado non essendo ancora stata restaurata, per
lungaggini burocratiche, la Chiesa che la ospitava. Lo stesso culto è
presente nell'Acese, eh? Nella cappella dei Nicolosi vicino alla villa ...vi
è un bellissimo dipinto della Madonna, ad esempio. Ed ancora, la diocesi di Acibonaccorsi è dedicata alla Madonna dell'indirizzo. Tra
Viagrande e Trecastagni, poi, in una stradina secondaria... c'è una cappella dedicata alla Madonna dell'Indirizzo e così pure a Piazza Armerina.
Il culto nacque tra il 1610/1612.Ora si chiederà come mai di questo
culto...Sa qual è la storia? Il Duca d'Ossuna arrivò in Sicilia, con la Sua
famiglia...Sua moglie...i Suoi figli...in una notte di tregenda. Il mare era
agitatissimo e la nave rischiava di naufragare.
Patrona della Marina spagnola era, allora, la Madonna del Carmine e fu
Lei che il duca invocò essendo in pericolo. Ad un tratto, vide una
luce...un faro e riuscì ad attraccare, sano e salvo, al porto di Catania. La
cosa miracolosa è che, una ventina d'anni prima in occasione di un
disastroso terremoto, la città aveva perduto il faro....insomma, non
aveva un faro! Quindi, quando attraccarono a Catania vicino alla
pescheria, il duca trovò un'edicola con una lampada ad olio che aveva
funto da faro ed lo aveva indirizzato verso la salvezza. Da allora, quella
Madonna del Carmine venne chiamata dell'Indirizzo e quando il Papa
venne a Catania...pensammo che sarebbe stato bene, quando il Santo
Padre si fosse affacciato su Piazza Alcalà, farGli vedere quella
Madonna. Il Papa notò che lo scapolare che portava rappresentava la
stessa immagine e ne chiese il nome...quella sera, era la vigilia del Suo
onomastico che cadeva il 4 novembre...rivolto ai giovani disse “Che la
Madonna sia il Vostro indirizzo!”
Padre Gianni, Lei che ha prestato opera in vari quartieri popolari, la vera
umanità vive nella periferia? Vede, la bontà risiede in tutti i quartieri e
dovunque c'è, di contro, chi cade nelle tenebre del peccato però è innegabile che il vero cuore alberga tra la sofferenza, nelle periferie...è pane
di casa!
Chi non è “umile” che può fare? Guardi, c'è tanta bontà tra i
non“umili”...ho esempi che - per ragioni di privacy - non posso dirle.
Guardi, il cuore dell'uomo è fondamentale buono e lo si può ritrovare
ovunque. Pensi, quando gravitavo tra la parrocchia della Cattedrale e la
Collegiata...le famiglie di riferimento erano quelle della nobiltà catanese...i Nava, discendenti del cardinale...i Paternò Castello...bastava dare
loro l'”indirizzo”, per l'appunto, e mai si sono tirati indietro.
Cos'è che inquina l'animo umano, Padre Gianni? Il denaro o cosa? La
tv...internet. Non preghiamo più...siamo concentrati su di noi e su quello che vogliamo. Dove c'è l'IO non c’è DIO!
Padre, quale il Suo rapporto con la tecnologia? Guardi, la uso certamente.
Ho, persino, una mia pagina Fb. La uso per divulgare il mio apostolato.
Ripeto, la uso ma...non mi faccio usare, come spesso avviene. E' uno
strumento per divulgare anche i miei libri il cui ricavato, al netto delle
spese, è appannaggio esclusivo di opere di bene. Mai visto un soldo,
io...ci mancherebbe! E così sarà con “Catania mariana” che presenterò
in questi giorni. La tecnologia è anche uno strumento per comunicare
sui grandi temi che attanagliano la Chiesa.
Rispetto all'ISLAM...siamo in pericolo come cristiani, secondo lei? Guardi,
certo siamo in pericolo se parliamo di integralismo islamico, quello sì.
Ma io voglio soffermarmi sull'integrazione che può esistere. Pensi, io
ho un grandissimo amico che è marocchino. Certo, abbiamo abitudini
diverse...io prego il Padre Nostro...Lui recita le preghiere tratte dal
Corano. Su queste basi si può costruire tutto ma bando agli integralismi...di qualsiasi natura essi siano. Guardi, anzi la faccio parlare con il
mio amico...aspetti.
Padre Gianni, a questo punto, compone il numero del Suo amico marocchino che vive in Spagna...vicino casa Sua. “Simo...una mia amica voleva
chiederTi quale il rapporto con i cristiani?”
Una voce dal forte accento spagnolo, risponde entusiasticamente... “Il nostro
è un rapporto bellissimo! Una scoperta continua...una promessa di fede”.
“Contento, quindi, del rapporto...niente barriere?Quale il segreto del Vostro
rapporto?”aggiungo io
“Confianza ed amor...”chiosa Simo “Cammino verso Dio... confidenza ed
amore” ribadisce Padre Gianni.
In conclusione, chiedo a Padre Gianni quali i progetti per il futuro...
Continuare in ciò che sto facendo. Forse un ritorno in Sicilia dopo 16
anni di vita di esperienze uniche. Starà ai miei superiori decidere.
Cosa porterà dalla Spagna... La chiesa è una...santa e cattolica.
L'importante è vivere il Vangelo.
Spengo il registratore e Padre Gianni continua a parlarmi dei tanti problemi
della gente del quartiere sivigliano dove insiste la sua parrocchia. Mi parla di
sofferenza ma anche di solidarietà, di integrazione nonostante le diversità...e
di come l'arte possa essere un tramite per arrivare a Dio! Come darGli
torto...alla prossima!
Silvia Ventimiglia – Giugno 2015
AK IS
Sabato 18 Luglio 2015
La festa di S. Venera si veste di Rosa
Anche quest’anno con incommensurabile gioia siamo lieti di annunciare l’apertura dei solenni festeggiamenti in onore della nostra amata Patrona
Santa Venera, che nelle giornate clou del 25 e del 26 si svolgeranno proprio durante l’ultimo fine settimana di luglio, dando l’opportunità a coloro
che insieme a noi desiderano beneficiarne, di fermarsi in città approfittando della particolare occasione.
I recenti rinnovi delle cariche nella
deputazione per la cappella di Santa
Venera, con la felice riconferma alla
Presidenza di Fabio Grippaldi, hanno
comportato dei fisiologici ritardi nell’organizzazione, ma nonostante tutto,
partecipi, solidali e concordi portiamo
avanti con soddisfazione e spirito di
devozione la nostra festa, melodiosa,
luminosa, rutilante e scoppiettante,
per onorare nel modo migliore possibile la dolce Patrona di Acireale.
Tradizione e innovazione, storia e modernità si intrecciano in questo 2015,
in cui gli elementi di novità si manifestano non solo all’esterno sugli edifici,
dove una suggestiva illuminazione metterà in risalto le facciate della
Cattedrale, della Basilica dei SS. Pietro e Paolo e del Palazzo Vescovile,
ma persino all’interno della stessa Reale Deputazione. Merito del nostro
Sindaco che nella nuova compagine dei delegati ha voluto che vi fosse
anche la presenza di una donna. Una rivoluzione contraria a più di quattrocento secoli di storia? No! Solo il semplice innesto di una presenza “gentile”, nella compagine fruttuosa di una tradizione consolidata, accolta da
tutti con amicizia, che potrà offrire una nuova venatura di colore all’organizzazione della festa, un nuovo apporto, magari più prossimo alla sensibilità femminile che le è propria.
La presenza femminile d’altronde è già una caratteristica tutta siciliana fra
i Santi patroni. Basti ricordare che, oltre alla nostra Venera, fra le Sante più
amate e venerate vi sono la palermitana Rosalia, la catanese Agata e la
siracusana Lucia. Il culto verso i Santi, la segnalazione al popolo di fedeli
del loro esempio come straordinario e singolare modello di vita, come
entità intermediaria presso l’Altissimo, è una delle peculiarità che contraddistingue la nostra fede, e il fastoso e festante modo di omaggiare i Santi
patroni delle città nel giorno della loro nascita al cielo è anche espressione
singolare e autentica alla cultura di antica ascendenza barocca. È per questi motivi che orgogliosamente ci pregiamo di rappresentare per essa il
comitato organizzativo in nome e per conto della Diocesi e del civico governo di Acireale.
Deputazione per la Reale Cappella di Santa Venera
Acireale 1943
Ho sempre amato la mia città, Acireale. Da bambina percepivo il mio paese
come un nido accogliente, tranquillo: mi sentivo parte della mia Città e
anche della mia Patria. Sicuramente in questi sentimenti patriottici c’era lo
zampino della mia maestra, la signora Maria Palmieri Pappalardo, che ha
lasciato nel mio cuore ed in quello dei suoi alunni amore e orgoglio per
l’Italia tutta. Oggi vedo la realtà con occhi diversi: non è mutata la passione, siamo noi che siamo cambiati, molto. Siamo in crisi ma il nostro io è
come proiettato, molto velocemente, nella ricerca del divertimento e della
più totale spensieratezza. Poco ci soffermiamo a riflettere sul nostro centro
abitato, sembra quasi che Acireale non abbia vissuto la Storia come il resto
dell’Italia o dell’Europa. Mi soffermavo a pensare questo, leggendo il libro
dell’avvocato Felice Saporita, “Acireale 1943”, Accademia degli Zelanti e
dei Dafnici di Acireale, 1993. L’autore, in questo suo scritto, ha minuziosamente ricostruito gli avvenimenti che si svolsero in quell’anno di guerra,
grazie ai documenti ritrovati del Comune, del Vescovado o di alcune annotazioni, diari e lettere personali che alcuni privati, come la signora
Margherita Greco Grassi, il barone Agostino Pennisi di Floristella e di sua
moglie Agata Francica Nava e del dottor Sandro Nicolosi, hanno lasciato ai
loro eredi. In questi promemoria si evince che l’attività della città ruota attorno al Comune, al Vescovado e al Partito Fascista. Il Comune che ha come
Podestà l’avvocato Mario Gulisano, cerca di organizzare la città in ordine
degli accadimenti militari che interessano Acireale. In seguito al bombardamento aereo del 14 novembre 1941, ha provveduto, anche se non ci
sono stati altri attacchi, a reperire cinque “ricoveri antiaerei”. Sono degli
scantinati che con qualche accorgimento vengono adoperati ogni qual volta
suona l’allarme. I ricoveri sono: quello delle scuole elementari di via
Marchese di Sangiuliano; il sotterraneo dell’ospedale Santa Marta in corso
Savoia; il convento di S. Rocco in via Umberto; l’edificio del sig. Gaetano
11
N’annu chiu ,
n’annu menu,
n’atrannu pensa a Diu
Allura carusi, passau
n’annu quannu u sinnicu
babbagallu vinciu l’elezioni. Di tannu tanti cosi
s’ana fattu. Minghisi quantu cosi s’ana fattu a ghiaci!!!! Iaci è n’autru paisi.
Chi vuliti mettiri iaci quannu c’era u sinnicu Garozzu a ora ca c’è u sinnici
Babbagallu! Mancu l’ata pinsari. Prima a ghiaci c’era ncannaluvari unni
vineunu picca chistiani, a spazzatura era strada strada, non si travagghiava chiu, i tassi erunu autuni, u pianu regolatori non era appruvatu, soddi a
ghiaci non arrivaunu ppi fari i scoli, i stradi, i travagghi pubblici….ppi non
parrari da villa ranni e di chidda nica, do cumuni. Era mpaisi senza divittimentu, senza chistiani, unni u cossu mbettu era leggiu e i negozi erunu tutti
leggi o chiudeunu. Dopu n’annu putemu diri ca a ghiaci i cosi cangiaru,
autru si cangiaru……e ni n’accuggemu tutti ca i cosi cangiaru.
Ora a ghiaci avemu na funivia ca ni potta a scala pattennu do posteggiu
vicino o campu sprtivo de cappuccini. Ppi sta cosa stannu arrivannu nzaccu di turisti ca stannu facennu mbuddellu di prenotazioni nda l’alberghi, ca
su tutti chini…addirittura mpocu di chistiani addumannaru o sinnicu di fari
novi alberghi
…..ppi non parrari da villa….ci luvaru u bricciulinu e ci stannu mettennu a
risagghia, pi fari camminari megghiu i chistiani chi passegini. Abbissaru
macari l’abbiri ca, sutta garozzu, staunu murennu, mentri, ora, abbrivisceru. No sapeunu ca abbrivisceru? Avaja carusi! Non mu diciti….. ora m’addumannati picchi abbrivisceru? Ahahhahahahah…..picchi vistiru ca ndo
cunsigghiu comunali ci sunu nzaccu di fimmineddi bidditti e ca si vestunu
bboni…pi non parrari de carusi ca su macari iddi bidditti. L’abbiri, vidennuli, dissiru: finalmente ni putemu fari i rami novi|….. e non cascunu chiui. Ora
iaci è mpaisi ppi carusi; ogna sira festa, bbuddellu, addivittimentu, u cossu
mbettu semrpi chinu e a genti arriva di catania ppi pigghiarisi u gilatu o
chianu , unni misiru nzaccu di taulini fora ppi sevviri i chistiani ca lassunu i
motu e i machini nde pusteggi fora a piazza. A vidistuu comu cangiau acireale!!!!!
Cambiamenti e disponibilità!
L’insofferenza per nuove prese d’atto da parte della società tutta, quali le
unioni civili, rende, ancor di più, certa destra, omofoba e cattiva. L’arrivo di
chi scappa in cerca di un futuro rende, certa destra, razzista e cattiva. Non
essendo disponibili ad accettare i cambiamenti epocali, questa destra,
ingiuria chi, con apertura mentale innata, è in empatia con il diverso, come
“buonista” ed incapace di avere propri sentimenti e pensieri. La realtà che
ci ha riservato il XXI secolo, e della quale bisogna prendere atto, è che c’è
un mondo in movimento, per molteplici ragioni, e che non tutti apparteniamo, fortunatamente, ad un tipo omologato e standardizzato di persona.
Sarà difficile, oggi, anche per Agostino di Ippona, poter pronunciare la frase
“Noli faras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas”, visto che
nel loro intimo è questa la verità che trova la destra non “buonista”.
Vincenzo Dato
ACIREALE - ANELLO DEL FERRO - CONCORSO DI IDEE PER LA SCULTURA
IN MEMORIA DEI CADUTI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
In occasione dell’ annuale Assemblea internazionale dell’ Anello del Ferro “RING OF THE EUROPEAN CITIES OF IRON WORKS”-, che quest’anno si
svolgerà ad Acireale dal 30 settembre al 4 ottobre, gli artisti delle città partecipanti saranno coinvolti nella realizzazione di una scultura o installazione
in ferro battuto, che rappresenti un inno alla fratellanza e alla memoria dei
caduti del secondo conflitto mondiale, di cui quest’anno si celebra il 70°
anniversario dalla conclusione.
La Città di Acireale, in collaborazione con l’associazione Ring of
the European Cities of Iron Works
e con il patrocinio dell'Ordine e
della Fondazione degli Architetti
pianificatori e paesaggisti di
Catania, indice un concorso di
idee, allo scopo di selezionare il
progetto per la realizzazione della
scultura/installazione in scala, dal
titolo IL RICORDO DIVENTI
MEMORIA, che sarà presentata e
realizzata coralmente dagli artisti
delle 20 municipalità provenienti
da ogni angolo d'Europa.
Milleri in via delle Terme; l’edificio del sig. Domenico Figuera in via
Umberto. Questo per quanto riguarda il centro. A Santa Maria La Scala si
usa come rifugio una grotta rinforzata con opere di cemento. Ogni “ricovero” è dotato di banchi e lampade elettriche, in più sono allacciati ad una rete
telefonica. C’è, nel libro, una descrizione dei punti di avvistamento e di
allarme. Il Vescovo concede un altro sistema di allarme con le campane
delle chiese del Carmine, S. Giovanni Evangelista, SS. Salvatore,
Suffraggio, apparato che copre l’intero centro abitato. Il Comune, naturalmente, stanzia per i sacristi delle chiese in oggetto una somma annua di
denaro. C’è l’ordine per la sicurezza pubblica dell’oscuramento notturno
per non essere obiettivo dei nemici. Chi doveva girare per le strade di notte
applicava ai vestiti delle piccole spille fosforescenti e portava con sé la lampadina tascabile. Fuori città, spesso, la gente non badava all’ordine e così
il Prefetto chiede al Vescovo Russo di mobilitare i sacerdoti e spiegare ai
parrocchiani l’importanza dell’oscuramento. Anche per divulgare le disposizioni di sicurezza ci si rivolge alla Curia, e il Vescovo rispondendo alle esigenze del momento nomina cinque sacerdoti che si adopereranno a insegnare ai cittadini quali sono i comportamenti da tenere e quali i segnali per
metterli in atto. Un altro problema, lontano dalla vita di oggi e che ti colpisce come un pugno in faccia è il resocoto di tutto ciò che già da oltre due
anni era razionato e che ognuno poteva ritirare solamente esibendo apposita tessera: pane, pasta, zucchero, olio, formaggio, patate, latte in scatola, sapone, petrolio, vestiti, biancheria… Dal “diario” di Margherita Greco
Grassi “…da oggi restrizioni per viaggiare sugli autobus! Ci vogliono le tessere…(14 gennaio 1943) … Sono uscita per cercare stoffa per un vestito
di Stefano. Niente… Nemmeno a Catania! (28 gennaio 1943)…stasera
grandi manovre per farmi dare dal Podestà il permesso dell’autobus per
andare a Riposto… (11 febbraio 1943) Il Podestà comunica che è in distribuzione della carne refrigerata, 75 grammi a persona… (28 febbraio 1943)
… stasera mi sento così contrariata… non c’è da mangiare. Tutto manca!
Il pane è orrendo! …(16 marzo 1943)
Mariella Di Mauro
Emozioni…Emozionando
Connubio poesia musica ed arte
Una manifestazione, organizzatata dalla Fidapa dell’avv.to Liliana Aceto che ha
messo assieme la poesia
in lingua italiana e quella in
vernacolo …, ospite la poetessa Maria Grazia Falsone
che dopo tanti anni di
assenza dalla sua terra
ritorna nell’agrigentino a
declamare i suoi versi.
“Essere qui, questa sera, è
toccare la corde della
Nostalgia ricordando la mia
infanzia dorata”.
Oltre alle declamazioni , ai
duetti virtuali ,
tenendo
fede al suo slogan artistico:
“Quando la Poesia fa spettacolo”, la poetessa ha
creato un momento di sicilianita’ recitando alcune liriche inedite dedicate a Rosa Balistreri, la poetessa licatese simbolo del Folk siciliano .
“ Non potevo trovarmi in sintonia migliore con il mio modo artistico di
divulgare la poesia, perché le emozioni in questa manifestazione sono
stati i veri interpreti della serata…”
Ppi non parrari da spazzatura. Ora a ghiaci cosi novi ci sunu. Si fa a differenziata, non comu a l’autri ma nda na manera novissima: a genti potta i
cosi nda na zona ca si chiama “isola ecologica”, dda ci sunu operai ca pisunu a spazzatura e ci ritornunu soddi ca sevvunu ppi paiari menu nda bbulletta ca, ora arriva macari ntempu, non comu na vota ca arrivava a luglio e
c’erunu bulletti di maggiiu e giugno, sti cosi c’erunu prima, quannu c’era
Garozzu. Ora ci sono cosi novi, novissimi!!!!!
S’abbissau u palazzettu e u tiatru. Pi non parrari do bellini ca iè apettu:
ogna sira n’opera.
Addirittura i tassi diminueru e a Tasi non si pava picchi u sinnicu novu avi
nconsulenti ca sapi fari tuttu, no a chiacchiri, ma chi fatti!!!!prima c’era nsinnicu ca vuleva fari tutti i cosi iddu senza farisi aiutari di quaccunu.
E l’operai? Voi mettiri ora. Stu sinnicu ci dissi ca ana travagghiari sempri e
non si ponu pigghiari mancu u cafè! Ana travagghiari!!!!! N’ ana peddiri
tempu!!!!! Adottau na leggi nova: i chistiani ana fari chiddu ca sanu fari! I
giardineri non ponu stari nall’ufficio e u pitturi na spustari catti…..ama
risparmiari!!!!!
Brau sinnicu! Si u megghiu! Viditi carusi comu iè brau: avi assissuri capaci
ca sanu unni ana mettiri i manu. Pppi non parrari do cunsigghiu comunali
fattu di carusi spetti ca volunu aiutari i chistiani. Addirittura si calaru u stipendiu, non comu a chiddi di prima…ora pigghiunu sulu 500 euru, bravi!!!!!
Autru ca 5 stelle, chissi sunu chiu avanti.
Ognunu di uatri sti cosi ne sapeva ed è giustu ca iu, ca i sacciu, i dicu.
Picchi avemu ora nsinnicu capaci e ca si movi sempri ppi fari cosi giusti e
bboni….ci vuleva unu accusssi ca si puttava macari carusi bravi e cumpetenti. Nuatri a ghiaci sti cosi non n’aumu vistu mai!
‘U Curtigghiaru
Sono passati parecchi mesi
dalla tua scomparsa, (2-3 2015 )
caro Massimiliano, hai perso
questa battaglia con la morte ma
ne hai vinte tante nell'arco della
tua breve vita. Adesso sei lì con
gli angeli, in paradiso, a disputare partite di calcio, la tua grande
passione, dove non ci sono né
vinti, né vincitori, con i tuoi compagni di pallone che come te
non sono più tra noi.
Ciao Massimo, rimarrai sempre
nei nostri cuori!
Fernanda
12
AK IS
Sabato 18 Luglio 2015
Vecchie immagini di scacchisti in Sicilia
Targa per i 100 anni del Kiwanis
e Concerto degli alunni della scuola Primaria
“Topolinia School” con Francesca Incudine
Due eventi particolarmente significativi per festeggiare i 100 anni
della nascita del Kiwanis International.
Nel pomeriggio, in Piazza Duomo, alla presenza del Sindaco della Città ,
ing. Roberto Barbagallo, del governatore del Kiwanis International dott.
Elio Garozzo, del presidente del Kiwanis club di Acireale Michele Calì , è
stata apposta una targa commemorativa per i 100 anni della nascita del
Kiwanis nella bacheca in ghisa con una toponomastica di Acireale, che nel
1982 l’avv. Rosario Leonardi allora sindaco della città di Acireale fece
costruire.
Rituale di bellezza per i capelli
In estate, esposti al sole, i capelli sono fragili come la pelle. Così come la
pelle anche i capelli hanno bisogno di essere protetti durante l’esposizione solare. Gli effetti congiunti del sole, del sale, del cloro, della sabbia e
del vento, alterano il film idrolipidico del capello.
Le aggressioni estive:
- Il sole ha la tendenza a "bruciare" i capelli, a fragilizzarli e a renderli porosi. "Spegne" considerevolmente il colore.
- L’acqua accentua gli effetti negativi del sole.
- Il sale disidrata profondamente i capelli e associato alla sabbia, irrita il
cuoio capelluto e provoca desquamazioni e prurito.
- Il cloro schiarisce il colore e depigmenta il capello.
- Il vento aggroviglia i capelli, ne rende più difficile la pettinabilità e tende
a rovinare la cuticola.
Per questo Rene Furterer ha pensato ad una protezione intensa e un’azione nutritiva in profondità del capello, essenziale durante tutta l’estate
per una capigliatura protetta, sublimata, morbida e setosa, che sprigiona
tutta la sua bellezza.
Successivamente, nella prestigiosa cornice della Basilica Collegiata di
San Sebastiano, di Acireale, a conclusione del Progetto “Amore e Musica”,
si è tenuto un concerto con la musicista Francesca Incudine e tutti gli alunni della scuola Primaria TOPOLINIA SCHOOL, nonché K-Kids del club
Kiwanis di Acireale, diretti dall’insegnante Lilla Cavallaro e dal M°
Giuseppe Marino Alosha.
Le dolci melodie nelle quali si sono esibiti i 75 bambini in età compresa tra
i 6 e gli 11 anni, sono state egregiamente accompagnate dai maestri musi-
Rientrando da Palermo a Catania sul cosiddetto
treno veloce 3812 delle 19.38 - 1 luglio 2015
Farmacia Dott. Teresina Ferreri & C.
snc
Tel. 095 7921871 - [email protected]
Piazza Cantarella, 10 - ACI S. ANTONIO
cisti: Carmelo Colajanni ai fiati, Manfredi Tuminello alla chitarra, Raffaele
Pullara alla fisarmonica e Salvo Compagno alle percussioni .
I
numerosi ospiti che hanno affollato la splendida Basilica hanno molto
apprezzato ed applaudito sia gli artisti, che i bambini che hanno così concluso l’anno accademico 2014/2015
Un Amarcord di gioia ed emozione
La prima classe, sez.B, della Paolo Vasta 1955/56 ha trascorso insieme
una intera giornata convogliando molti protagonisti anche da tutta Italia.
Nei ricordi i tanti che non ci sono più assieme ai professori che hanno contraddistinto la loro vita. La foto è di Fabio Consoli
È stato recentemente presentato il libro
“Vecchie immagini di scacchisti in Sicilia,
1500-1979” di Santo Daniele Spina.
Teatro dell’avvenimento è stata l’Aula
Magna “Giuseppe Bianca” del Liceo
Scientifico-Linguistico-Scienze Applicate
“Archimede”, gentilmente concessa dal
Dirigente scolastico Riccardo Biasco. Un
numeroso pubblico è intervenuto alla
manifestazione organizzata in collaborazione dalla Società Dilettantistica
Galatea Scacchi e dalla Sezione acese dell’Unione Nazionale Veterani
dello Sport. Dopo i saluti del prof. Biasco, si sono succeduti gli interventi di
Rodolfo Puglisi, Presidente dell’UNVS, e di Pietro Nicolosi, Vice Presidente
della Galatea Scacchi, che hanno introdotto l’Autore, mettendone in risalto
i tratti salienti del ricercatore oltre che quello di ottimo scacchista. Spina ha
quindi parlato dei motivi ispiratori del volume, composto da 294 pagine, corredato da ben 300 fotografie e diviso in tre sezioni: “Ritratti di scacchisti”,
Simultanee e tornei” e “Una partita romantica”. Proprio l’ultima sezione
riprende la bella foto artistica della partita tra i fidanzati barone Giuseppe
Frasca di Sant’Iconio e Antonietta Palmeri di Villalba, che è stata opportunamente scelta come copertina del libro. Tantissimi gli scacchisti acesi presenti in questa carrellata dei migliori giocatori siciliani che abbraccia un
periodo di tempo di quasi cinque secoli. Santo Daniele Spina, Professore di
Lettere al Liceo Scientifico “Archimede”, Specializzato in Archeologia classica, è stato membro della Missione Archeologica Italiana a Priniàs, Cultore
di Storia locale e di Egittologia, quale storico degli scacchi ha collaborato
con riviste italiane e straniere con numerose pubblicazioni all’attivo.
Angelo Musmeci
Gare regionali di Nuoto Sincronizzato
Nella splendida cornice della Piscina del Cus a Messina si sono conclusi i
due giorni di Gare regionali di Nuoto Sincronizzato. 13 le società che hanno
preso parte alla competizione con più di duecento atlete in gara. Grande
successo per la squadra dell’Aquafit San Gregorio, che con le sue “sincronette” ha guadagnato il primo posto nella classifica regionale a squadre. Tra
le medaglie assegnate Medaglia d’oro nel duo per l’acese Valeria Trovato in
coppia con Rachele Infantino di Valverde e medaglia d’argento guadagnata
nel libero combinato con tra le altre le stesse Valeria Trovato e Rachele
Infantino (che ha trionfato in altre specialità del sincro) e le altre acesi
Aurora Massimino e Alessia Forzisi. Medaglie di bronzo nella squadra e nel
libero combinato ancora per le precedenti atlete insieme tra le altre a
Martina Caltabiano di Aci San Filippo, che ha guadagnato anche due ori e
una medaglia d’argento. Tante medaglie per le atlete dell’Aquafit nelle diverse categorie e discipline del Sincro per un totale di 13 ori, 3 argenti e 8 bronzi guidate da Gabriella Arena coadiuvata da Martina Leo e Irene Leo. Al
comando quindi come dicevamo si è posizionata l’Aquafit confermando il
primato seguita dai Muri Antichi, al terzo posto DVN Sincro Ragusa e via via
tutte le altre società siciliane. Appuntamento con il nuoto sincronizzato con
la nuova stagione sportiva.
Cari e non cari amici del web, attraversare la Sicilia in treno mi provoca ogni
volta una intensa emozione. Per certi versi sono grato a quegli sciagurati che
hanno omesso gli interventi di manutenzione straordinaria causando lo
smottamento del viadotto sulla A19.Ogni male non viene mai solo per nuocere. Infatti abbiamo guadagnato la riscoperta del treno, almeno noi catanesi, obbligati a recarci periodicamente nel nostro capoluogo regionale.
Abbiamo saputo di quei funzionari pubblici che ci raccontavano, attraverso
media complici, della leggenda delle sette ore di traversata con carrozze
antiche per il tragitto CT/PA e vv. Ma soprattutto abbiamo guadagnato il
tempo, 5 ore di guida al volante, fattore prezioso per riflettere e congiungerci con le proprie emozioni e sentimenti. Sto scrivendo dal treno (3812)
cosiddetto veloce partito oggi da Palermo alle 19.38 e che mi porterà a
Catania in 2h45. La vista sui prospetti delle famose ville barocche di
Bagheria è la prima immagine che colpisce lasciando Palermo. Sono tante
e ben tenute, disegnano il paesaggio dei tempi che furono. Proprio oggi il
Principe Francesco Alliata, all'età di 95 anni, è morto a Villa Valguarnera
dove ancora viveva. Più avanti, i binari sulla costa delle spiagge di Trabia e
Termini Imerese scorrono al livello del mare offrendo una splendida vista sul
promontorio di Capo Zafferano, a quell'ora avvolto da un alone d'oro del sole
un po prima del tramonto. Il profilo della montagna degradante sul mare
lascia pensare ad una veleggiata nel tratto di mare tra Porticello e l'antica
Solanto. Il buio improvviso delle gallerie si confronta con la ricomparsa dell'azzurro del mare e via così. Da trent'anni vado a Palermo in automobile e
penso a ciò che, burocrazia e mala politica, hanno provocato ad intere generazioni di siciliani. Una grande curva segna il percorso verso Roccapalumba,
pittoresca stazione di attesa dove treni si scambiano l'uso dell'unico binario.
Ed ecco la Sicilia dei paesaggi cangianti ed infiniti dell'entroterra siculo:
campi arati fino al cocuzzolo delle montagne, l'alternarsi di distese gialle con
le balle di fieno del grano appena raccolto, macchie di ulivi...immagini che
danno l'idea dei siciliani operosi e rispettosi della loro tradizione contadina...e il pensiero volge a questa terra ricca di autentiche testimonianze di
cultura e di ciò che potrebbe essere ed in effetti è o sarà, in un futuro ormai
prossimo...terra per troppo tempo vilipesa proprio dai siciliani e da chi ci ha
strumentalmente raffigurato con "l'anello al naso". Il treno va, silenzioso e
veloce, lo sguardo si perde sull'infinito e la mente volge al futuro...e penso
che all'uso tendenzioso e strumentale delle tradizioni, la Sicilia e quella parte
di siciliani che hanno a cuore la sua storia e la sua cultura sapranno opporre altri strumenti, come quelli resi disponibili da Internet: la grande rete
diffonde la sua luce su ogni realtà, e tramite essa il vero volto della nostra
terra verrà illuminato, facendo di essa uno dei posti più ambiti in cui vivere.
Stiamo vivendo la terza delle grandi rivoluzioni storico-sociali: dopo quella
dell'agricoltura e dell'industria, quella dell’informatica. Le informazioni di
"prima mano" saranno sempre più disponibili in ogni angolo della terra, per
miliardi di persone. La Sicilia tornerà ad avere quel ruolo di centralità che
schiere di suoi illustri cittadini le hanno tributato nel corso della storia dei
popoli del Mediterraneo, facendo di essa la culla della civiltà. Gli immigrati,
con il loro carico di energie ed il loro desiderio di affermazione, renderanno
l'isola un vero e proprio centro di multiculturalismo; la diversità - la storia
insegna - è un importante fattore di stimolo del progresso. Il processo di
cambiamento non sfuggirà agli investitori ed i politici di oggi verranno travolti dalle nuove generazioni che, forti dell'esperienza vissuta, imprimeranno un
nuovo corso alle leggi ed alle strategie, spazzando via quei parassiti ormai
divenuti un vero e proprio freno del progresso e che definisco, con un neologismo a me caro, quasi uno scioglilingua, MASSOCASTECOSCHE: ovvero quel grumo composto da massonerie, caste politiche e cosche mafiose a
cui va aggiunta un'altra categoria non meno pericolosa, i "professionisti dell'antimafia".Dunque, l'arte e la cultura avranno il sopravvento sull'industria e
sulla logica delle contropartite. La ricerca della sostenibilità ambientale e
paesaggistica renderanno il turismo la prima voce economica
dell'isola.L'agricoltura tornerà ad essere un possente propulsore economico,
grazie all’eccellenza dei nostri prodotti. La filosofia, come nell'antica Magna
Grecia, sarà fonte di ispirazione per ogni cosa. Sto sognando? No, sto scrivendo ciò che davvero penso...siamo arrivati a Caltanissetta Xirbi, è già
buio, la connessione con internet è tornata...prima della partenza del treno e
successivo black-out di internet, posto queste mie riflessioni. Arrivederci a
Catania
Salvo Zappalà
Anche se la piscina delle Terme è stata “interdetta” allo sport anche quest’anno Pietro Nicolosi e la Pozzillo non hanno voluto dimenticare i pallanotisti che il 24 giugno perirono in un incidente automobilistico in Calabria
al ritorno in sede. Una Messa, in tal senso, è stata celebrata in loro ricordo.
Visita il sito : www.akis-aci.com
È andato ad Enrico Garozzo il Premio “Atleta dell’Anno” conferito dalla
Sezione acese dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport e consegnato nell’ambito della “Festa del Veterano dello Sport”.
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AK IS
Sabato 18 Luglio 2015
“semu nda mari ca natamu” ( Siamo in un mare in cui nuotiamo… )
L’A.S.D. Acireale Calcio a 5 comunica ufficialmente di aver rinunciato
a completare la procedura di iscrizione al Campionato Nazionale di
Serie A2, categoria conquistata 4 stagioni fa sul campo e, con merito,
mantenuta fino alla precedente Stagione Sportiva grazie ad uno
splendido gruppo di giovani la maggioranza dei quali cresciuti in
casa, così come i due tecnici, ottenendo prestigiosi risultati a seguito di tanti sacrifici, non solo di carattere economico, e di una seria ed
attenta programmazione a medio – lungo periodo che ha permesso di
raccogliere i frutti persino nel breve termine. Merito anche, e soprattutto, di un’accurata regia tecnica e finanziaria, cosa della quale difficilmente ad Acireale, di questi tempi, ci può vantare di avere.
Il comunicato che giunge inaspettato (?), ma non tanto, è la “giusta”
conclusione di una situazione che ha visto sempre due fazioni opposte tra di loro: una sportiva (pura, certamente) ed una politica (dire
poco pura è un eufemismo!); la corda è stata tirata, forse anche troppo, ma crediamo che neppure ai tempi di Nino Garozzo (ahimè quanto lo si sta rimpiangendo!) sarebbero accadute certe cose. Il sindaco,
probabilmente l’unico che si sta preoccupando di come si sta tessendo la delicata matassa, cerca di recuperare (non riuscendoci) il
torto subito dall’Acireale Calcio a 5 ma, certamente mal consigliato da
alcuni “consigliori”- uno solo! - probabilmente dovrà pagare lo scotto di alcune “improvvisazioni” teatrali che sono anche dovute alla
mancanza di efficienza e personalità del suo gabinetto. Cosa ci dirà
il futuro? Forse tutto e forse niente …. semu nda mari ca natamu
(siamo in un mare che nuotiamo) …. in un mare forza 9 !!!!
Si salvi chi può.
T.C.
Per intanto arriva il “previsto” comunicato dell’amministrazione che
versa lacrime (di coccodrillo!) sull’accaduto esprimendo il “proprio
rammarico” e precisando che …. ma è meglio leggere il comunicato
che ci permettiamo registrare sotto:
‹‹Essendo scaduto il termine utile per la presentazione della documentazione necessaria all’iscrizione dell’Acireale Calcio a 5, accogliamo la brutta notizia con delusione e rammarico. Dopo aver comunicato la disponibilità del PalaTupparello, come sede delle gare e degli allenamenti, abbiamo
personalmente contattato la società del Calcio a 5 per invitarli a presentare la documentazione necessaria per la firma del nulla osta per l’utilizzo
dell’impianto, iter che non aveva nulla di diverso rispetto a quello delle passate stagione e che tutte le società sportive seguono ogni anno per l’utilizzo degli spazi comunali. Subentra un’innegabile delusione, dopo la speranza maturata nei giorni passati, quando, dopo la trattativa con il privato
che gestisce la struttura, eravamo riusciti ad ottenere la piena disponibilità
dell’impianto, in attesa della ristrutturazione del Palavolcan, proprio per
scongiurare quanto invece è comunque accaduto. Purtroppo è evidente
che la crisi economica non possa non colpire anche lo sport, e comprendiamo le difficoltà nel sostenere i costi per impostare e gestire una squadra
che ha raggiunto ed ha mantenuto in questi anni livelli tanto alti e risultati
tanto importanti nel futsal nazionale. Ribadiamo, qualora fosse ancora
poco chiaro, che era piena intenzione e massimo interesse
dell’Amministrazione comunale trovare la soluzione che consentisse alla
Città di non perdere una realtà sportiva tanto importante››.
Molto prezioso è stato l’operato di dirigenti e di uno staff che, con passione e totale dedizione al nostro progetto, ha permesso alla nostra
Associazione Sportiva ed alla nostra città di ottenere DAL NULLA gli onori
della cronaca ed una meritata ribalta a livello nazionale non tanto per i prestigiosi risultati ottenuti, ma per aver azzeccato la formula vincente per conseguirli, ovvero l’aver puntato su un percorso di crescita dei giocatori all’interno del proprio vivaio formando, tra le innumerevoli difficoltà a livello cittadino, quale la carenza di impianti sportivi e di un diretto interesse delle
Amministrazioni Comunali ai progetti sportivi in città, non uno, ma due
gruppi vincenti e di grande prospettiva (quello che ha conquistato e mantenuto la Serie A2 per 4 anni e quello dei due meravigliosi Scudetti,
Giovanissimi ed Allievi, nelle Stagioni Sportive 2013/14 e 2014/2015).Si
comunica, inoltre, a tutti i propri tesserati che potranno continuare ad
indossare la nostra maglia fin quando lo volessero, purchè promettano di
onorarla fino all’ultimo, come è stato sempre fatto, in nome del gruppo, dei
colori, di ACIREALE.Si fa presente a tutti coloro lo avessero frainteso, che
Acireale non è un “Hard discount” di giocatori già belli pronti e cresciuti con
anni di sacrifici cui si può attingere, a parametro zero, senza riconoscenza
alcuna del lavoro svolto al presidente dell’Associazione Sportiva ed ai dirigenti: ciò non vuol dire che pretendiamo soldi in cambio dei cartellini dei
giocatori, non è MAI stato nè MAI sarà nel nostro stile, neanche in tempo
di crisi.Chiediamo solo la giusta e doverosa riconoscenza a tutti coloro
vogliano avvalersi delle prestazioni dei nostri ragazzi, specialmente a qualche presidente di Società del vicinato che, di concerto con i tecnici (con
grande delusione parliamo dei due nostri ex allenatori, ovvero Salvatore
Samperi e Sebastiano Giuffrida, che tanto hanno dato alla causa granata)
che avrebbero potuto tranquillamente chiedere, fra l’altro sfondando una
porta spalancata, di poter spostare dei giocatori per continuare a dar loro
quanto meritino, in termini di futuro e di valori, seppur dietro altri colori, se
non altro per riconoscenza nei confronti di chi, con lungimiranza, li ha selezionati, formati e collaborati, curando la loro crescita umana e tecnica e,
passo dopo passo, affidando loro la guida delle nostre formazioni.
Chiediamo solamente a questi individui di avere l’accortezza, così come da
prassi, di contattarci direttamente, visto che siamo sempre stati ben lieti di
liberare GRATUITAMENTE i nostri ragazzi che avessero avuto intenzione
di cambiare maglia per la Stagione a seguire, così come SEMPRE è stato
fatto, al contrario di molte Società che ragionano con il portafogli piuttosto
che col cuore.Non è corretto nè maturo, millantando e promettendo gloria,
fomentare, far telefonare, ed infine mandare i genitori dei minorenni e non,
fin dentro casa o presso il posto di lavoro dei nostri collaboratori, facendo
leva sulla disponibilità e bontà d’animo del nostro staff societario che, sicuramente, non merita questo trattamento ostile alla luce di quanto fatto negli
anni per i propri giocatori, trattati come figli, e per l’Acireale Calcio a 5, INTIMANDO l’inserimento in lista di svincolo dei nostri tesserati.Abbiamo fin
dall’inizio inteso la nostra Associazione Sportiva come una grande palestra
con una porta aperta (nessuno è obbligato a restare), un gruppo da costruire in casa fin dalla Scuola Calcio con sacrificio e passione da parte degli
stessi giocatori, dei tecnici, dei collaboratori, con il prezioso ausilio dei dirigenti e degli allenatori delle Rappresentative, regionale e nazionale, che
hanno sicuramente contribuito ad arricchire il nostro percorso di valori
umani e tecnici, e non come un album da riempire con le figurine di calcettisti già ben rodati e pronti, seppur di giovane età, per il cui completamento si continua a far uso di minacce, inganni ed un’infima ignoranza dei
valori umani e sportivi.Nel ringraziare i nostri tesserati che andranno via,
auguriamo loro le migliori fortune, augurando a noi stessi un futuro pieno
di ulteriori soddisfazioni, sportive e non, e di poter continuare a regalare
alla nostra città la giusta visibilità nel panorama sportivo regionale e nazionale…. ACIREALE NON SI TOCCA, PERCHE’ RESTA SEMPRE UN
PEZZO DEL NOSTRO CUORE!
Acireale, 14 luglio 2015
UFFICIO STAMPA A.S.D. ACIREALE CALCIO A 5
Otto anni bellissimi, forse proprio
perchè sofferti, pieni di imprevisti,
perdite che ti lasciano dentro un
vuoto incolmabile, insidie, anche
indifferenza, diffidenza, affrontati
innanzitutto grazie alla follia e ad
una passione senza freni per il calcio
a 5, inteso come percorso giovanile
di medio-lungo periodo nella mia
città.Acireale, avara di progetti, scettica, gelida nei confronti di chi “Non è
del giro”, una città che si è riscaldata coi boati del Palavolcan, con una
serie incredibile di emozioni che ci
hanno portati fino alla serie A2,
seconda serie nazionale, da 4 anni
mantenuta con merito da un gruppo
di ragazzi del comprensorio acese,
da tecnici acesi, tutti giovani di belle
speranze, tutti visceralmente legati al progetto Acireale Calcio a 5, che ha
dato negli anni ad oltre 1000 tra bambini e ragazzi acesi, formazione, crescita, semplice ritrovo e, soprattutto SOGNI, proprio in questi tempi in cui sognare è veramente difficile, persino di notte.ACIREALE, un tempo città votata allo
SPORT (non parlo solo del glorioso Acireale Calcio) seppur sempre più povera di impianti sportivi comunali (l’impossibilità di utilizzo del Palavolcan e le
tante promesse non mantenute fra cui la più eclatante, ovvero la sua tanto
decantata riapertura a settembre 2015 hanno sicuramente contribuito a mettere in ginocchio la nostra realtà, aggravandone i costi di gestione e facendo
scappar via pubblico e sponsor), è stata fregiata di due SCUDETTI (20132014 Giovanissimi; 2014-2015 Allievi), 8 titoli regionali ed una serie impressionante di promozioni, che dai campetti di periferia ci hanno portato in serie
A2, con molti dei nostri ragazzi che hanno avuto, con grande merito sportivo,
l’onore di vestire l’azzurro della Nazionale (Sebastiano Leger Tornatore,
Marcello Latino, Cristian Rizzo , anche capitani dell’Under 21 azzurra,
Carmelo Musumeci, Marco Torcivia, Mario Tornatore, Alessio Trovato,
Rosario Pagano, Alessio Panebianco, Maurizio Silvestri, Francesco Lo
Cicero, Gaetano Musumeci etc.Siamo diventati un punto di riferimento del
Futsal Nazionale dimostrando, al cospetto di uno sport sempre più
“Brasiliano” seppur “In crisi economica” come tanti altri sport, che offrendo le
stesse opportunità ai giovani locali, possono ottenersi risultati strabilianti nel
medio – lungo termine, grazie al loro attaccamento alla maglia e non al Dio
denaro, piuttosto che investire in giocatori od atleti “Navigati” che vengono a
svernare scendendo in campo senza quella rabbia agonistica e senza quell’orgoglio che il nostro GRUPPO metteva in ogni singola gara, diventando un
branco di leoni indomabili al contatto con il campo indossando la maglia granata, cucita addosso come una seconda pelle!
ILENIA BATTIATO
Un onore per Acireale aver dato i natali a Ilenia Battiato. Laureata in
Ingegneria Ambientale al Politecnico di Milano oggi è “assistent professor”
di ingegneria meccanica alla San Diego State University, in California.
Vincitrice unica negli States, si è aggiudicata il premio nel settore delle
Geoscienze e un fondo di ricerca di 750mila dollari per cinque anni per condurre il suo studio che riguarda un’applicazione dell’ingegneria dei fluidi
volta alla salvaguardia del suolo: si sequestra l’anidride carbonica nel sottosuolo per ridurre l’effetto serra. Brava Ilenia e… buon lavoro da Acireale
tutta.
Mariella Di Mauro
Saluto all’Estate
Presso l’azienda agrituristica “ La Terra del Mezzo “ in Torre Archirafi di
Riposto, si è tenuto il tradizionale “ Saluto all’Estate “ per i soci del Kiwanis
Club Acireale e loro ospiti.
E’stata una piacevole e simpatica serata all’insegna di un menù tipico siciliano e delle note del sax che accompagnato il momento conviviale.
Il Presidente Michele Cali’ ha voluto che anche in questa occasione si rinnovasse il pensiero per i Cento Anni del Kiwanis ed in un breve saluto ha
manifestato…il desiderio….di ritrovarci…per il bicentenario!!!
Di fronte ad una probabile “Non iscrizione” dell’Acireale Calcio a 5 al campionato di serie A2, alla fine del nostro progetto, ed allo sciacallaggio mediatico,
insieme alla corsa all’ “acquisto” del giocatore svincolato nell’ipermercato granata promettendo a destra e manca, che dire……non mi sento affatto inerme
o fallito, bensì orgoglioso per aver combattuto 8 lunghi anni a fianco di ragazzi splendidi, facce pulite, BANDIERE AL VENTO, mossi dai miei stessi sentimenti di orgoglio e di appartenenza ad un gruppo che ha portato in alto i miei
colori ed il nome della mia città, donandomi ricordi indelebili che difficilmente
saranno rimossi dal mio cuore (Elio Hobbit Rao sarai con me, su tutte le
maglie di colore granata che vestiranno i miei ragazzi negli anni a venire).
Nel ringraziare tutti coloro che hanno partecipato, anche nel loro piccolo, alla
vita di questa Associazione Sportiva, contribuendo alla sua crescita, piuttosto
che ad un requiem, con mentalità e lungimiranza, sono già pronto ad affrontare una nuova avventura, partendo dall’esperienza accumulata in questi
anni, con la consapevolezza che la FORMAZIONE dei bambini, dei giovani
ad una disciplina sportiva con serietà e passione, regalando loro un gruppo,
una ragione,vale molto di più che VINCERE una Coppa del Mondo!E’ TEMPO
DI FATTI, NON DI PAROLE…..CHI VIVRA’, VEDRA’!
(Ugo Petrina)
Elegia della “brioche”
<<Ci sono cose che voi umani, in particolare i palermitani,
non potrete mai capire>>
Istruzioni. Togli il "tuppo", scava con le dita (pulite) e leva un po' di mollica.
Poi mettici dentro i gusti che voi. E finalmente ci mangi dentro, usando il cucchiaino. Ed è così che la granita torna per sempre nel suo naturale contenitore che è la brioche (in Siciliano: brìoscia). In teoria, potresti mangiare
anche 1kg di granita.
P.S. Il tuppo e la mollica si possono mangiare prima o dopo, sempre
con granita.
Saro Faraci
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Sabato 18 Luglio 2015
Al Presidente della Consulta Sanità
Riferimenti normativi sulla contabilità analitica per centro di costo:
Oggetto: mancata attivazione della contabilità analitica per centro di
costo nelle ASP. – Omessa definizione dei bacini di utenza. –
Erogazione delle prestazioni da parte dei soggetti pubblici non ancora
accreditati.
1. Decreto dell’Assessorato Regionale Sanità 28 gennaio 1998, n. 24469
con il quale sono state emanate le linee guida sulla contabilità analitica per
centri di costo, sulle caratteristiche generali del sistema di contabilità analitica, sui metodi per classificare e per rilevare i costi e sui principi generali per
l’attività di reporting.
2. Legge Regionale 17 marzo 2000, n. 8 avente come oggetto “Disposizioni
programmatiche e finanziarie per l’anno 2000” all’art. 31 “Contabilità e controllo di gestione delle aziende sanitarie ed ospedaliere”, modificato dall’art.
52 punto 1 della Legge Regionale n. 26 del 18 dicembre 2000, così recita
“Le Aziende USL, le Aziende Ospedaliere (…) adottano, in via sperimentale,
a decorrere dal 1° gennaio 2002, la contabilità economico-patrimoniale, la
contabilità analitica per centri di costo ed il controllo di gestione di cui all’art.
5 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modifiche
ed integrazioni”.
3. Circolare Assessorato Regionale Sanità 28 aprile 2000, la quale, procedendo all’assegnazione della quota di Fondo Sanitario di parte corrente per
l’anno 2000, al punto 2 analizza e regolamenta, tra l’altro, gli strumenti per
la gestione ed il controllo della spesa sanitaria, ribadendo preliminarmente
la necessità che nelle Aziende Sanitarie si realizzi “ lo sviluppo di una forte
azione formativa tendente all’acquisizione della Cultura Aziendale … ai
nuovi strumenti introdotti nella gestione delle Aziende Sanitarie (Controllo di
Gestione, Centri di Costo, Budget, DRG ecc.)” ed in particolare, volendo
razionalizzare l’uso delle risorse ed aumentare l’efficienza e l’efficacia della
gestione, individua il sistema di Budget quale valido strumento per il controllo della gestione aziendale.
4. Decreto del Presidente della Regione Siciliana 11 maggio 2000, Piano
Sanitario Regionale 2000-2002, il quale prevede:
- al punto 1.2.4 relativamente al Direttore Generale ed alle funzioni poste in
Staff, l’istituzione dell’U.O. di Programmazione e Controllo di Gestione;
- al punto 1.2.5, relativamente al Direttore Amministrativo, la sua preposizione all’attivazione, alla gestione ed al controllo dei Centri di Costo, al controllo interno ai fini della verifica dell’attività svolta dalle Unità Organizzative dell’area amministrativa;
- al punto 7.1.2, relativamente alla trasformazione del Sistema Sanitario, lo
sviluppo di una forte azione formativa per fare acquisire a tutto il personale
“la cultura aziendale” e dei nuovi strumenti introdotti nelle
gestione delle Aziende Sanitarie, nonché lo sviluppo degli
stessi strumenti per un efficace Sistema di Pianificazione e
Controllo di Gestione delle Aziende Sanitarie con particolare riferimento all’introduzione della metodica del budget,
all’avvio della contabilità economico-patrimoniale, all’attivazione in tutte le Aziende Sanitarie della contabilità per Centri
di Costo;
- ai punti 7.1.5 e 7.1.6, nell’ambito della metodica del budget per il Controllo di Gestione, l’attivazione in tutte le
Aziende Sanitarie della contabilità per Centri di Costo (in
particolare durante il triennio di vigenza del P.S.R. occorre
procedere alla redazione del Piano dei Centri di Costo (sulla
base dei criteri emanati dall’Assessorato e delle caratteristiche aziendali), all’individuazione del Piano dei Fattori
Produttivi, alla riprogettazione dei percorsi di rilevazione
nonché alla creazione del sistema di reporting.
5. Circolare dell’Assessorato Regionale Sanità 19 dicembre
2000, n. 1037, la quale ha ribadito, ai sensi dell’art. 52 punto
2 della L.R. n. 26/2000, le linee guida per l’avvio dal 1° gennaio 2001 dei suddetti strumenti di gestione in via sperimentale. In particolare, la predetta Circolare – oltre ad indicare quali sono gli strumenti di Programmazione e Controllo
nelle Aziende Sanitarie – descrive il processo di verifica dei
documenti programmatici e previsionali. Entro il 31 ottobre
di ciascun anno, il Direttore Generale presenta all’Assessore Regionale per
la Sanità gli atti in questione, corredati del parere della Conferenza dei
Sindaci, affinché possa procedere alla verifica della coerenza dei documenti suddetti rispetto alle linee programmatiche regionali; tale verifica ha luogo
entro e non oltre 40 giorni dalla presentazione, trascorsi i quali s’intende – a
tutti gli effetti – positivamente resa. Il termine può essere interrotto una sola
volta se, entro venti giorni dal ricevimento degli atti, l’Assessore Regionale
per la Sanità richiede chiarimenti o elementi integrativi di giudizio, che
dovranno essere resi entro i venti giorni successivi alla ricezione della relativa richiesta, trascorsi infruttuosamente i quali la verifica s’intende, a tutti gli
effetti, negativamente riscontrata. L’Assessore regionale per la sanità può
rigettare con provvedimento motivato il piano aziendale, il bilancio pluriennale di previsione ed il bilancio economico preventivo annuale qualora ravvisi incoerenze insanabili con la programmazione sanitaria o con le risorse
finanziarie disponibili.
6. Decreto dell’Assessorato Regionale Sanità 14 marzo 2001, n. 34120,
avente come oggetto “Principi e criteri per l'adozione dell’Atto aziendale da
parte delle Aziende Sanitarie” , il quale ha meglio dettagliato, tramite l’atto di
regolamentazione, le modalità della corretta gestione secondo i principi della
concettualità aziendale finalizzata all’ottimale utilizzo delle risorse economiche con le finalità di contrastare gli sprechi e le diseconomie.
7. Circolare dell’Assessorato Regionale Sanità 4 aprile 2005, n. 7, avente
come oggetto “Direttiva sulla contabilità generale delle Aziende Sanitarie” la
quale ha dettagliato “ai fini del processo di Programmazione e Controllo”
quali documenti produrre e quali flussi informativi inviare all’Assessorato ed
agli altri enti istituzionali.
Tutto ciò premesso si ha modo di rilevare che, alla luce delle diseconomie
che caratterizzano la fallimentare gestione delle AA.SS.PP., siano state
omesse le disposizioni normative che, qualora osservate, non avrebbero
certamente determinato il catastrofico notorio dissesto economico che oggi
grava pesantemente sui cittadini siciliani e sull’intero Comparto
dell’Assistenza Specialistica oggi in grave stato di collasso finanziario ed in
particolare sulla Patologia Clinica e Radiologia le cui illegittime decurtazioni
hanno determinato la pressoché impossibilità di gestire in attivo le strutture
private accreditate.
In relazione al grave stato di crisi in cui versano i laboratori pubblici siciliani
il sottoscritto, nella qualità di responsabile AIPA (Associazione Italiana
Poliambulatori Accreditati), osserva che la mancata attivazione della contabilità analitica per centri di costo ed il continuo ripiano dei disavanzi, con delibere ad hoc da parte dei DD.GG. delle AA.SS.PP., ha determinato sprechi
talmente elevati che hanno creato un deficit il quale non consente l’acquisto
dei reagenti routinari come è accaduto in diversi ospedali catanesi. Infatti
sulla rubrica “lo dico a La Sicilia” di domenica 19 luglio u.s. si è letto di reagenti che mancano in due grandi aziende ospedaliere: il Vittorio Emanuele
ed il Garibaldi di Catania. Questo costituisce una chiaro segnale del dissesto sanitario, della mancata programmazione e rappresenta l’epifenomeno
del grave stato di disorientamento e d’inefficienza che sta caratterizzando
l’attuale scenario sanitario in Sicilia. Problemi si registrano anche nelle strutture private a causa dell’enorme abbassamento delle tariffe soprattutto degli
esami di medicina di laboratorio che hanno indotto molte strutture a licenziare personale ed a dismettere gli esami di rara frequenza prescrittiva con
grave disagio ai cittadini. Fortunatamente stanno crescendo le strutture
CORELAB, ovvero laboratori centralizzati pubblici e privati che le cui economie di scala consentono di garantire la gestione in attivo ed una elevata
qualità delle prestazioni. Evidenziando come l’auspicata “Cultura Aziendale”,
tanto propalata dei vari atti normativi, sia l’antitesi di quanto ha caratterizzato la gestione della sanità cuffariana, lombardiana e crocettiana eccessivamente politicizzata al punto tale che ci si è trovati senza alcuna programmazione coerente con le esigenze sanitarie della popolazione e con costi
che hanno reso, di fatto, inapplicabile la normativa sulla contabilità analitica
per centro di costo. A questo punto è necessario ed inderogabile controllare
che ciascun comparto svolga il proprio ruolo senza sconfinamenti ed in particolare l’Ospedale dev’essere funzionale ai ricoverati ed il territorio funzionale ai soggetti non ricoverati soprattutto al fine di essere in grado di sopperire alle cure primarie e di fungere da specifico filtro per evitare le inappropriate ospedalizzazioni che causano inaccettabili sprechi. In altri termini
l’ospedale deve sopperire alle esigenze dei ricoverati e non erogare presta-
zioni di stretta pertinenza del territorio nei quale operano le strutture territoriali ambulatoriali specialistiche pubbliche e private. Solo se funziona bene il
territorio si potrà avere una sanità più efficiente ed economica e soprattutto,
in un frangente cosi grave qual è l’attuale momento di crisi, l’appropriata programmazione non è più differibile. Infine, si puntualizza che a distanza di
oltre 13 anni non sono stati ancora attivati i bacini di utenza ai sensi dell’art.
5 del D.A. 890/2002 il quale stabilisce che “Entro il termine di un anno dall'entrata in vigore del presente decreto la Regione darà attuazione a quanto
disposto dalla legge n. 405/01 sulla rideterminazione dei posti letti per acuti
all'indice del 4 per mille abitanti e provvederà a ridefinire i bacini di utenza
per le singole attività, ivi comprese quelle specialistiche, ai sensi dell'art. 8
ter del decreto legislativo n. 502/92 e successive modifiche ed integrazioni,
in relazione al fabbisogno di assistenza e alle strutture già esistenti ed autorizzate”. Il rischio è che vi sono centinaia di strutture che si immetteranno nel
sistema senza la suddetta programmazione con il rischio di ipersaturare il
territorio e determinare le condizioni per un incremento di spesa indotta
ingiustificatamente. Questo ovviamente non potrà essere consentito. Ancora
oggi si registra l’annoso
problema del mancato
accreditamento delle strutture pubbliche le quali grazie alla “distrazione” degli
Organi di controllo hanno
gestito la faccenda con il
più assoluto disinteresse
al contrario delle strutture
private che da anni sono
già state accreditate e continuamento sottoposti a
controlli, talora anche
eccessivi ed al limite dell’abuso di ufficio. Le normative che si sono vieppiù
succedute con una cadenza ravvicinata sono state
“ineccepibilmente” e sistematicamente disattese ed,
anche se alcune formalità
di dettaglio sono state
ottemperate, di fatto a tutt’oggi le strutture pubbliche operano senza essere
accreditate … praticamente in modo abusivo! Si chiede pertanto alla S.V. un
tempestivo intervento per ricondurre nel solco della trasparenza e correttezza amministrativa la gestione delle AA.SS.PP. soprattutto al fine di evitare i
numerosi disservizi che i cittadini siciliani stanno subendo a causa di una
sanità lontana dalle loro esigenze di salute e che è da tempo diventata terreno di spartizioni, clientele e potentati politici con deplorevoli speculazioni
sulla pelle dei cittadini siciliani ai quali non è più garantita un’efficace tutela
della salute pubblica.
Distinti saluti.
ACIREALE, 21 luglio 2015
Dott. Giovanni Tringali, Responsabile AIPA CATANIA-
Riferimenti normativi mancato accreditamento
delle strutture pubbliche:
1. Decreto 17 giugno 2002. - Direttive per l'accreditamento istituzionale delle
strutture sanitarie nella Regione siciliana”, pubblicato sulla GURS n° 29 del
28 giugno 2002, il quale ha definito i criteri per l’accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private ed in base a tale normativa sono state
accreditate le strutture sanitarie private che oggi operano sul territorio.
2. Decreto Assessoriale 17.04.2003, n. 463 “Integrazioni e modifiche al
Decreto Assessorile 17 giugno 2002, n. 890 concernente direttive per l'accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie nella Regione siciliana e
attuazione dell'art. 17 dello stesso decreto”, pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale della Regione Siciliana del 2 maggio 2003, n. 20, il quale ha modi-
AK IS
ficato ed integrato il decreto assessorile n. 890/2002. In particolare, ha
disposto la revisione triennale dei requisiti richiesti per l’accreditamento nonché la possibilità di revoca o di sospensione nel caso in cui dovessero venir
meno i predetti requisiti e quindi le strutture pubbliche non in possesso dei
predetti requisiti non possono erogare prestazioni sanitarie sul territorio.
3. Decreto Assessorile 25.06.2004 “Proroga dei termini per l'adeguamento
ai requisiti organizzativi di cui all'art. 12, del Decreto Assessorile 17 giugno
2002, concernente direttive per l'accreditamento istituzionale delle strutture
sanitarie nella Regione siciliana”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della
Regione Siciliana del 2 luglio 2004, n. 28, il quale ha prorogato di 12 mesi i
termini per l'adeguamento delle strutture pubbliche e private ai requisiti organizzativi di cui all'art. 12 del decreto n. 890/02 e quindi oggi il predetto termine è abbondantemente scaduto.
4. Decreto 1 luglio 2005, pubblicato sulla GURS n° 30 del 29 luglio 2005 –
“Adozione della modulistica per richiedere l'accreditamento istituzionale
delle strutture sanitarie nella Regione siciliana, ai sensi dell'art. 18 del decreto 17 giugno 2002”, il quale all’articolo 1 ha definito la modulistica ex art. 18
del decreto n. 890/2002, che dovrà essere utilizzata da tutte le strutture pubbliche e private che fanno richiesta di accreditamento istituzionale. In base
alla suddetta modulistica sono state accreditate le strutture sanitarie private
mentre ancora quelle pubbliche non lo sono quantunque la predetta modulistica sarebbe dovuta essere presentata entro il 31 ottobre 2005.
5. Decreto Assessoriale 06.10.2005, n. 6362, il quale ha prorogato al 30
novembre 2005 il termine per la presentazione delle istanze di accreditamento e pertanto oggi esso è abbondantemente scaduto.
6. Decreto 3 novembre 2006. - Determinazione della tariffa posta a carico
delle strutture sanitarie, pubbliche e private, richiedenti l'accreditamento istituzionale, pubblicato sulla GURS n° 53 del 17 novembre 2006, in GURS n°
53 del 17 novembre 2006, il quale ha stabilito, in attuazione della delibera n.
345 del 22 settembre 2006, la tariffa posta a carico delle strutture sanitarie
pubbliche e private. La suddetta somma, determinata in conformità al tariffario unico regionale delle prestazioni rese dal dipartimento di prevenzione,
come approvato con decreto n. 3593 del 4 giugno 2004, avuto riguardo ai
codici 1.02.49 e 1.02.50, è stata pagata dai legali rappresentanti delle strutture sanitarie private mentre non ci risulta che analoga procedura sia stata
effettuata dalle strutture pubbliche che operano in regime di pariteticità con
quelle private accreditate.
7. Decreto Assessorile 11.09.2009 “Revoca dell'art. 7 del Decreto
Assessorile 17 giugno 2002, n. 890, concernente direttive per l'accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie nella Regione siciliana, e successive modifiche ed integrazioni”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della
Regione Siciliana del 25 settembre 2009, n. 44, il quale revocando l'art. 7 del
Decreto Assessorile 17 giugno 2002, n. 890, ha disposto che i Direttori
Generali delle aziende sanitarie provinciali possono autorizzare il trasferimento di strutture private accreditate tra comuni dello stesso distretto sanitario e tra comuni di distretti sanitari diversi ricadenti all'interno del territorio
provinciale di competenza, purché siano rispettate le seguenti condizioni:
che il rapporto tra la popolazione da assistere ed il numero di strutture della
medesima branca risponda alla necessità di assicurare un'adeguata copertura assistenziale sanitaria ed una migliore accessibilità dei servizi, evitando, in ogni caso, che si verifichino carenze nel comune e/o distretto sanitario dove la struttura è accreditata e sovradimensionamenti dell'offerta sanitaria nel comune e/o distretto sanitario presso cui è richiesto il trasferimento. In tal senso si ha modo di osservare come l’Assessorato Regionale per
la Salute abbia omesso l’attivazione dei bacini di utenza che costituivano il
basilare atto programmatorio su cui strutturare un sistema virtuoso, efficace
ed economico (art. 5 del D.A. 890/2002).
8. Deliberazione di Giunta regionale 19.03.2008, n. 98 “Problematiche connesse alla mancata verifica entro il 28 giugno 2007 da parte delle
AA.UU.SS.LL. delle strutture sanitarie formalmente ammissibili all’accreditamento istituzionale” la quale ha riammesso nel processo di accreditamento
le strutture sanitarie in possesso entro il 28.06.07 dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi, compreso il possesso di autorizzazione sanitaria
entro i termini previsti dall’art. 4 del D.A. 5882 e verificate dalle UU.OO
accreditamento oltre i termini, fermo restando il possesso dei requisiti minimi richiesti dal decreto 890/2002”.
9. Decreto n° 0542/12/Dip. ASOE del 20 marzo 2012 – “Approvazione della
check-list finalizzata all’autovalutazione dei requisiti autorizzativi strutturali,
tecnologici ed impiantistici propedeutici al processo di accreditamento fissati dall’attuale normativa in materia”, a firma dell’Assessore Regionale per la
Salute dott. Massimo Russo, il quale ha fissato al 30 giugno 2012 il termine
massimo entro cui i Direttore Generali delle AA.SS.PP. dovranno concludere il processo di autovalutazione mediante l’utilizzo della check-list di cui
all’art. 1 del Decreto 1 luglio 2005, pubblicato sulla GURS n° 30 del 29 luglio
2005 e pertanto oggi le strutture pubbliche erogano prestazioni sanitarie
senza essere accreditate e molte di esse non possiedono i requisiti previsti
dal D.A. 890/2002.