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A 293 Anno 11 - n° 7 - Distribuzione Gratuita 18 Luglio 2015 Lettera aperta al Presidente della Consulta Sanità di Giovanni Tringali K I S Inserto Speciale Premio Aci e Galatea 2015 Inserto A Tu per Tu con Monsignor Gianni Lanzafame Di Bartolo pag. 10 di Silvia Ventimiglia I L G I O R N A L E D E L T E R R I T O R I O D E L L E A C I UN BINOMIO VINCENTE! ATTUALITA’ K ULTURA INFORMAZIONE SPORT & TURISMO SALUTO ALL’ESTATE DEL KIWANIS ABSOLUTE TERRA DEI CICLOPI Premio insieme alla memoria liturgica di Santa Venera, patrona di Acireale, ricordiamo con gioia il 4° anniversario della elezione di mons. Antonino Nino Raspanti a vescovo della diocesi di Acireale. Auguri al nostro amato Vescovo! Che il Signore Dio gli dia la forza e la sapienza per continuare la sua attività pastorale nella Chiesa che è in Acireale Aci e Galatea 2015 50 a Edizione La politica come l'amalgama non si può "accattare" La politica non si può "accattare". Non ha saputo "sposare" gli elementi e farli reagire, il pane non è lievitato, infine le buone intenzioni sono state seppellite in una fossa comune. Questo governo regionale è morto perché ha avuto tutto, dalla teatralità alla buona volontà, dagli annunci di rivoluzione a un (presunto) amore per la Sicilia...tutto eccetto una cosa: la politica. Si narra che al presidente del Catania di un tempo dissero che nella sua squadra mancava l'amalgama e lui rispose candidamente: "accattamu". La politica come l'amalgama non si può "accattare", o c'è o non c'è, ed in sua assenza, tutti gli altri elementi non reagiscono positivamente. Anzi si muore in un esperimento sbagliato ed il chimico presidente fallisce miseramente. Crocetta continua a dire che "è stato eletto dai siciliani" ma gli strumenti elettorali sono uno strumento della politica non sostituiscono la politica stessa. La politica può essere buona o cattiva: qui è mancata del tutto. Si fanno spesso parallelismi tra questo governo fallimentare ed i fallimenti precedenti e nulla è più forzato. I predecessori di Crocetta erano "animali politici", il dibattito è aperto sul "colesterolo cattivo" che aveva invaso l'organismo regionale, ma la politica era sempre presente. Buona o cattiva che fosse. Con Crocetta la poli- tica è morta, seppellita da frasi che non hanno nulla a che vedere con essa, nessun nesso di causalità: "non faccio più sesso ma mi sposo con la Sicilia", "attaccato perché omosessuale", ecc Non c'è la "politica con le carte in regola" di Mattarella, il "diritto di essere" di Nicolosi, il governo "generoso" di Cuffaro o l'autonomia di Lombardo. Il lessico politico è stato sostituito da altro: sbiancamenti, orifizi e riferimenti ad altre parti del corpo. Non c'è più tattica, strategia, bracci di ferro: c'è il nulla. Non c'è più neanche il riferimento al bene comune, a progetti o sviluppo. È tutto una parodia o la caricatura del tutto. L'ultima chicca Crocetta l'ha riservata sul fallimento elettorale di Gela: "ho perso perché non ho fatto politica come negli anni precedenti". Sarà pur vero che non avrà alimentato clientele, non avrà fatto "rizzette" ma non ha sostituito ad una politica un'altra politica: non ha fatto politica e basta. Oggi qualcuno ha scritto che che Crocetta è un "personaggio letterario". Volendo essere buoni, troppo buoni, è un predicatore, un "savonarola". Chi fa politica dovrebbe tenere invece sempre sul comodino, per le prossime tornate elettorali, la produzione di Machiavelli. Antonio Coniglio A soli 23 anni si è laureato con 110 e lode Davide Marano, figlio del Chiarissimo prof. Salvatore Angelo Marano e della prof.ssa Grazia Maugeri.La laurea è quella “Magistrale in Automation Engineering and control of complex systems” mentre la tesi discussa “ Multiphysic modelling of a Mems gyroscope with quadrature error compensation architecture”, con i relatori prof. Sinatra, ing. Cammarata, ing.Prati (St microelectronics). Akis, particolarmente vicino al neo dottore, formula i migliori auguri di un futuro radioso. Mariella Di Mauro Tanto per precisare: WI-FI FREE (internet gratis) in tutte le piazze dei 58 comuni della provincia di Catania è stato programmato dall' Amministrazione Castiglione nell'ambito del progetto WIMAX. Enzo D’Agata Marino Giuseppe C.so Italia, 96 - ACIREALE 2 AK IS Sabato 18 Luglio 2015 Dalla padella alla brace L'orifizio (anale) di Sicilia. Sarebbero dovute bastare le parole di Lucia Borsellino perché tutta l'Assemblea Regionale Siciliana si dimettesse in massa. Invece no. La politica siciliana oltre ad essere incapace è priva di quel valore fondante che si dovrebbe pretendere da chi è deputato a rappresentare l'interesse dei cittadini: la dignità. Dignità venduta alla seduzione dello scranno, maledetta sedia di arroganza atavica.Io invece la dignità l'ho persa, e continuo a perderla tutte le volte in cui ricordo le telefonate a mia madre per dirle: "vota Crocetta, di lui ti puoi fidare". Mi sono riavvicinata alla Sicilia con un carico di ingenuità senza pari. E di questo mi sento in colpa. E di questo Che il presidente Crocetta si sia sottoposto ad una pratica di sbiancamento anale non è affar nostro. Certo se ciò fosse avvenuto(ma è un'ipotesi) a spese del servizio sanitario, sarebbe un fatto grave. Ben oltre ogni forma di ilarità. Quando scoppió l'inchiesta che coinvolse il suo medico personale, Crocetta affermó che quel medico era "molto religioso". Non si è ancora compreso a quale nume o idolo il sopracitato medico si rivolgesse. Una cosa è certa: non basta più che Crocetta affermi di essere "amico delle suore", le quali hanno fatto voto di non "accoppiarsi", per governare la Sicilia. Non basta più nemmeno uno "sbiancamento" o una "ceretta brasiliana"(termini che, nel lessico politico, hanno ormai sostituito welfare, politiche industriali o giustizia sociale). Non basta neanche che il presidente "denunci" gli altri perché, è stato dimostrato scientificamente, che fare una denuncia non attesta più(non lo ha attestato mai!) l'affidabilità del denunciante.Lucia Borsellino si è dimessa da qualche giorno e neanche questo gesto estremo ha condotto alle dimissioni il governo regionale. Lucia Borsellino: la figlia che ebbe il coraggio di ricomporre i resti eroici del padre dopo la strage di via D'Amelio e che si è ritrovata a cercare di ricomporre, in questi due anni, i resti di una sanità a pezzi, infangata dalla corruzione, in un sistema lontano dagli echi tragici del 92, in un mondo di mezzo di capocomici e comparse. È finito il governo dell'antimafia e pure quello dei tecnici e addirittura dei burocrati, che era sorto da una violazione etico politica: il confondere responsabilità gestionale e politica. Come quando il capo di gabinetto dell'assessore divenne assessore stesso, mischiando cose e ruoli. Non basta più uno sbiancamento per rilanciare questo governo: l'orifizio anale della regione è martoriato. Questa terra non è più la "meretrice" allegra degli anni di Cuffaro o quella "venale" degli anni di Lombardo. Qui siamo oltre: siamo al bondage e alle più spregiudicate sodomie. Non è il piacere di D'Annunzio ma altro.E non ci interessa se il governatore non "fa più sesso" perché ha "sposato "la Sicilia. Nel mandato elettorale, non era contemplato questo "fioretto" o questo sacrificio. Quello attiene alla sua vita privata, che nessuno deve violare. Ma l'orifizio anale della regione è un'altra cosa. È una cosa piuttosto seria. Meglio ritornare ad utilizzare il "principio di precauzione". Antonio Coniglio chiedo scusa a mia madre. In lei vedo tutti i siciliani per bene. Che non si meritano tutto questo. No, che non lo meritano.Calpestati per l'ennesima volta da beceri mercanti che oltraggiano senza pudore la bellezza di un popolo con la grande pecca di affidarsi al paroliere di turno e di trovare una giustificazione per tutto, come se la tacita accettazione li preservasse da peggiori mali.Quando invece si dovrebbe sfondare il portone del palazzo dei Normanni,per guardare negli occhi, a uno a uno, gli eletti, cercando di cogliere un briciolo di vergogna che sappia un po' di ravvedimento e senso di colpa. Assassini di speranza, ladri di futuro, volgari millantatori.Guardate negli occhi i vostri figli. E pensate se il loro futuro lo affidareste a politici della vostra infima caratura.Confido in un vostro atto, ultimo, di umana verità. Dimettetevi e guadagnatevi il pane lavorando.Come tutte le persone per bene. Rosita Romeo Fondazione Teatro Bellini Il sindaco Barbagallo ha nominato il CDA della “Fondazione del Teatro Bellini”: presidente il dott. Salvo Nicotra (foto) , componenti l’avv. Marcello Bonaventura, l’ing. Filippo Chiarenza, l’avv.Orazio Consolo, l’avv.Francesca La Rosa, il prof. Enrico Macrì e la signora Gabriella Manno. Speriamo adesso che dopo ben 54 anni dall’improvviso incendio (improvviso e fortuito, dicono le cronache ?) che ridusse in cenere il glorioso teatro si possa ritornare a respirare aria culturale in quel “posto” che tanti acesi ancora sognano di potere riutilizzare. T.C. ll Procuratore Generale di Firenze, Tindari Baglione, è morto “Tu te ne vai, ma restano gli alberi che hai piantato” (L.Proàno) A 37 anni, in occasione della sua presentazione come consigliere del C.S.M., il “Corriere della Sera” lo presentava con questa espressione: “Tindari Baglione, punta di diamante della magistratura fiorentina, di origini siciliane”. Il “Corriere Fiorentino” in tempo reale comunica la morte di Tindari :” E’ morto il Procuratore Generale Tindari Baglione, magistrato fiorentino con la Sicilia nel cuore”. Turi Consoli, profondamente addolorato per la scomparsa del carissimo Nuccio, , a nome della redazione e suo personale porge le più sentite condoglianze a Carmela Baglione e Vito Messina. Il dott. Vincenzo Tarascio, veterinario-umanista, persona conosciutissima in città, assieme al Canonico dott. Salvatore Pappalardo ed allo scrittore Pino Re ha presentato una conferenza su “Leonardo Pisano, alias Fibonacci”, personaggio che in Italia portò la nuova matematica. All’interessante incontro ha partecipato anche il vice sindaco Nando Ardita. In classe… “Secondo voi, perché continuiamo a scrivere? A comporre versi o musiche?” l'insegnante guardò di sghembo la massa di studenti annoiati. Qualcuno sospirò, qualcun altro si ostinava a osservare l'orologio e a pregare per il suono della campanella, un gruppetto continuò a parlottare indifferente.“Per dire qualcosa” rischiò una ragazza, sorridendo imbarazzata.“No. È già stato detto, nel corso dei secoli, tutto ciò che poteva essere detto”.“Non è vero …” borbottò qualcuno.“Sì che è vero … Prendete un argomento a caso e vi renderete conto che prima di voi milioni di individui ne hanno già parlato”.“L'amore?” azzardò qualcuno sornione e dalla classe si innalzarono mormorii complici.“Professò, lo dovete scusare … Il Secchia si è innamorato …”“L'amore è uno dei temi più abusati: amore filiale, amore tra amanti, amore coniugale, amore omosessuale, amore diviso, amore salvifico, spirituale e, perfino, incestuoso.”“Allora, il tempo?”“No, ragazzi … Troppo scontati!”“Il cesso … Nessuno parla dei bagni!”gli studenti scoppiarono a ridere.“Errato. Perfino, il “cesso”, come lo chiamate voi, è stato oggetto di poesia. Ricordate alcune rime di poeti latini che tendevano per gioco o per patteggiamento politico a bistrattare i nemici con epiteti come “latrina” o “porco” o, ancora, i poeti comico-realistici del ‘300? Perfino, Boccaccio nella sua novella su Andreuccio da Perugia parla di puzzo e bagni”.“Professò allora avete ragione voi … Se hanno già detto tutto, che scriviamo a fare?”Il professore abbozzò un sorriso.“La vostra è una generazione di scrittori. Avete una grande tendenza a volervi tutti pavoneggiare a nuovi Dante e Petrarca. Firmate aforismi e liriche, scrivete effettivamente quello che pensate e nel farlo tendete a emulare ciò che qualcun altro ha già detto precedentemente”.“È una continua copia, quindi …” osservò il Secchia.“No, io direi che è un continuo prestito di parole. Ragazzi miei, voi non scrivete per dire qualcosa di nuovo. Nessuno scrive più per “creare” concetti. L'era degli intellettuali è decaduta. Si è eclissata, perché vi sentite tutti un po’ intellettuali. Voi scrivete per unione. Voi scrivete, o meglio rimodellate scritte, per far capire agli altri che non sono soli, che il dramma del vostro amico è lo stesso che state vivendo anche voi. Voi non scrivete più per esprimere, ma per imprimere nella memoria dell'altro la vostra personalità. Voi scrivete solo ed esclusivamente per comunicare. Badate bene, comunicare: essere in comunione con gli altri.““Professò ma che dite! Quando scriviamo siamo soli … Quando parliamo, semmai, siamo in comunione”“È questo il brutto della vostra generazione, mio caro. Ecco perché la scrittura sta avendo così tanto successo. Paradossalmente siete più uniti quando fate qualcosa da soli, come l'attività scrittoria, che l'inverso”. Paola Pulvirenti Sabato 18 Luglio 2015 Diceva Eugenio Montale di Patti: "L'arte di farsi leggere” Momenti acesi nella narrativa di Ercole Patti Lo studio della narrativa di Ercole Patti (1904/1976), ha avuto finora scarsa e distratta attenzione da parte della critica ufficiale che lo ha consegnato alla superficiale immagine di autore leggero e d’intrattenimento, specie negli anni della neoavanguardia in cui autori come Bassani e Cassola venivano addirittura sbeffeggiati. In realtà Ercole Patti è narratore molto più complesso e interessante di quanto in genere non sia stato detto. Con questo approccio alla questione Nino Quattrocchi, da sempre impegnato in questioni di natura letteraria, ha tenuto una colta conferenza dal titolo “ Momenti acesi nella narrativa di Ercole Patti”, che ha concluso la stagione culturale 2014/15 della sezione acese dell’ArcheoClub d’Italia. Il relatore, presentato dal presidente Mario Abbotto, dopo avere accennato ad alcuni datu autobiografici dell’autore, ha affrontato il problema della collocazione di Patti nell’ambito della letteratura contemporanea, parlando di uno scrittore che possiede al massimo grado il gusto del narrare, senza stanchezze o residui di pagina, nella cui scrittura si colloca la provincia siciliana, quella catanese in particolare, con tutto il suo fascio e i difetti tipici che, al relatore, richiama quella descritta da scrittori come “Brancati”, Vittorini, Aniante:”Poiché non c’è scrittore siciliano che non ha avuto un proficuo dialogo con gli scrittori suoi conterranei tale da condizionare la propria opera. La vicenda di Brancati non sarebbe del tutto comprensibile senza riferirla a quella di Borgese, quella di Sciascia senza misurarla a quella di Brancati. Quella di Consolo senza ricondurla a quella di Sciascia”.”Una collocazione, quindi tipicamente regionale che non vuole diminuire però il valore e il significato letterario perché in Italia, la regione, la terra di origine, sono la sola realtà solida, anzi da noi ogni periodo letterario è stato caratterizzato da tale tipicità locale”.Sul piano storico e soprattutto su quello biografico, il relatore è riuscito a calare il personaggio Patti nell’atmosfera acese che con l’odore del mare, il verde degli agrumi, il sapore della granita di mandorle, le felici villeggiature in campagna per le allegre vendemmie, la fanno unica. Sul filo di questi ricordi egli avrebbe in seguito costruito la trama di tanti racconti. Ercole Patti, ha detto il relatore, cominciò presto a scrivere e a pubblicare su giornali e riviste, certamente aiutato dallo zio, lo scrittore Giuseppe Villaroel. Ma l’incontro giovanile con “I Promessi Sposi” fu per lui una vera rivelazione. Patti lo lesse e lo rilesse, ne imparò lunghi brani a memoria, su quelle pagine formò parte del suo stile letterario. Parte perché un’altra lettura che lo infiammò fu quella dei “Malavoglia”, attratto dal linguaggio scarno, avaro di inutili aggettivi. La sua predilezione, comunque, andò sempre a Verga, uno scrittore che aveva visto tante volte in libreria, o per le strade, oppure seduto al Circolo “Unione”, ai Quattro Canti di Catania. La parte più significativa della relazione è risultata la ricerca testuale dei “momenti” acesi dello scrittore. Ecco la descrizione degli anni trascorsi da studente al Collegio Pennisi. Fu una vera tragedia e lo scrittore non perse occasione nella vita per confessare di non avere mai sofferto così tanto come quando si trovò in quel collegio.”… Intanto andrò a fare un giretto ad Acireale per sbrigare piccole commissioni. Le strade di Acireale, a quest’ora, sono affollate di automobili; per evitare il centro faccio un giro e passo per la tortuosa stradetta del Collegio Pennisi. Rallento e fermo la macchina davanti al cancello del collegio dei gesuiti dove fui rinchiuso all’età di 11/12 anni fra indimenticabili sofferenze infantili. Il cortile che si stende davanti al fabbricato è ancora identico a quello della mia infanzia ed anche l’aspetto del collegio è lo stesso con i suoi muri ruvidi che a tratti regolari recano tanti buchi scuri. In quel vecchio cortile si giocava a “palla avvelenata”, cioè si tirava addosso una palla di pezza e chi era colpito andava fuori gioco. Ecco il grande portone nel quale si rientrava con l’animo sconvolto al ritorno delle vacanze di Pasqua e Natale. Quella tremarella degli anni del collegio mi torna in corpo alla vista di quei muri bucati e risento certe mie sensazioni di ragazzo (…)”.Dal 1971 al 1974 visse nella casa di Pozzillo che si fece costruire in mezzo a rocce di lava secolari, dentro un piccolo ed antico uliveto con l’Etna sullo sfondo. Si instaura così quell’intenso rapporto con Acireale che arricchì la sua già vasta produzione. Sono di questi anni, infatti, le raccolte “Diario Siciliano” del 1971, “In riva al mare” del 1973 e “Gli ospiti del Castello” del 1974 che è il suo ultimo romanzo. Il libro di Ercole Patti che secondo il relatore, più di ogni altro risulta ricco di “momenti” narrativi acesi, è “Diario Siciliano”. Qui viene ripristinato il racconto memoriale per cui il libro risulta come una “summa” di ricordi, di personaggi, di odori, di aria pulita. Dei 27 racconti che lo compongono, ben 18 si svolgono in riva al mare e spesso riguardano Acireale. Ecco la descrizione della casa di Pozzillo: “La casa sorge, anzi è quasi affondata, dentro un piccolo e antico uliveto sul mare; ci sono sparsi una quarantina di ulivi vecchi, alcuni antichissimi e qualcuno giovane (…). Il terreno è accidentato, oltre alle rocce che affiorano qua e là vi sono irregolari ripiani trattenuti da muri sui quali sale serpeggiando una sorta di rustico rampicante che non ha bisogno di cure. Tre viti di uva nera si arrampicano sull’alto muro alle spalle della casa e li vicino sorgono due alberi di limoni e uno di mandarino. Più in là c’è un alberello di susine e più giù un fico (…). Si sentono le voci dei passeri che volano tra i rami, si buttano in picchiata sull’erba … Questa casa, secondo i miei piani dovrebbe riportaremi il ricordo di certe case autunnali dell’infanzia in campagne poco distante da qui, rimasti nella mente come l’espressione più alta della felicità.”Un’altra istantanea della nostra Città è questa : “Percorrendo la strada che sale tra gli agrumeti e il mare, andiamo ad Acireale per sbrigare qualche affare tra l’agenzia delle imposte, il mercato e la banca. I palazzi della ricca Acireale sono illuminati dal sole di settembre mentre si svolge alacre la vita del mattino sotto la fastosa architettura barocca del Palazzo del Municipio, di fronte alla limpida chiesa (…). A due passi brulica il mercato pieno di pesci brillanti, quasi vivi (…). Fermiamo la macchinae andiamo in giro a piedi a sbrigare le nostre piccole faccende. Rechiamoci a riscuotere questo assegno. Imbocchiamo un antico androne e giungiamo nel cortile interno di un palazzetto pieno di ombra (…).Nella penombra di questo vecchio cortile si trova la piccola Banca di Santa venera. Salendo due o tre gradini si entra nei locali della Banca: Una stanza di normali dimensioni divisa in due da un tramezzo di massiccio legno lungo il quale si aprono tre ampi sportelli. Un’aria solida e per bene, ottocentesca (…). Non c’è nulla in questo interno che faccia pensare ad un ufficio pubblico (…). E tuttavia un gran senso di sicurezza e di onestà spira da questi legni massicci, da questo appartamento del 1908, da questi due bravi impiegati che fanno i conti, che io , se avessi dei denari da depositare ad Acireale, non esiterei un istante a versarli nella Banca S.Venera con la massima fiducia”.Bellissime pagine che il relatore ha saputo estrapolare dalla produzione del romanziere. Sono pagine che ci intrigano come acesi che restano nell’immaginario collettivo di una Città che ha avuto vari “cantori”. Ugualmente pertinenti sono apparsi i moniti finali del relatore circa la necessità di tornare alla lettura di pagine leggere, musicali, affabulatrici, come quelle di Ercole Patti, rifiutando i pedetstri miti dello sperimentalismo dei cosi detti “scrittori di plastica” che abbassano la letteratura alla dimensione dell’insignificanza, spogliandola di ogni mistero. Tornare agli scrittori che riescono a toccare le corde del cuore perché “leggere, in definitiva, è più dolce di ogni pane e di ogni miele”. Una relazione, insomma, variamente articolata e colta, svolta con cordialità e immedesimazione e. alla fine, applaudita dal numeroso pubblico presente. Ilaria Quattrocchi Lia 3 Rischi connessi con l’uso delle gemme nella realizzazione di gioielli Oblitus obliviscendus, omaggio a Pinella Musmeci e a Riccardo Di Maggio Alla Fidapa di Acireale, interessante conferenza del dott. Claudio Russo, gemmologo, su“ Rischi connessi con l’uso delle gemme nella realizzazione di gioielli”. La Presidente Vera Pulvirenti nel presentare la serata ha fatto un excursus sui diamanti, partendo dall’India e terminando con la corona della regina Elisabetta II. Il famoso tesoro della Corona d'Inghilterra che è una delle più preziose collezioni di gioielli al mondo. Nell’Aula magna dell’Istituto Brunelleschi è stato presentato, lo scorso 26 giugno, il libro “Oblitus obliviscendus – La riscoperta dello studioso e scrittore acese Riccardo Di Maggio”, a cura di Pinella Musmeci. Un lavoro postumo della cara Pinella, che si è dedicata con la passione, lo slancio e la curiosità culturale che gli erano propri nella riscoperta a tutto tondo di un suo caro collega, il prof. Riccardo Di Maggio, docente all’Istituto Magistrale “Regina Elena” ed al Collegio San Michele. E l’evento, organizzato dal Cenacolo del Galatea, di cui Pinella è stata instancabile operatrice culturale, in collaborazione con il Brunelleschi e con il Kiwanis Absolute Terra dei Ciclopi, ha toccato le corde sentimentali del ricordo, anche commosso, di questi docenti della Scuola acese che fu, che vantava fior di intellettuali, di uomini e donne di spessore. Pinella Musmeci e Riccardo Di Maggio hanno dedicato la maggior parte della loro esistenza alla Scuola, all’insegnamento formando e preparando alla vita negli anni migliaia di giovani e lasciando di loro un grato pensiero di riconoscenza. Moltissimi erano infatti in sala gli ex alunni che li ebbero come insegnanti, come “trasmettitori” prima di valori etici e poi di nozioni culturali. Il Chiarissimo Prof. Nicolò Mineo nel suo intervento ha sottolineato come i centri di Acireale e Giarre abbiano annoverato figure di altissimo livello nelle loro scuole, tanto che ha auspicato la scrittura di una “storia” dei due centri raffigurando proprio i profili dei vari professori. Mineo ha anche più volte ribadito l’importanza della cultura umanistica, alla quale si forgiò il giovane Di Maggio già negli anni di frequenza del Liceo Ginnasio “Gulli e Pennisi”. «La formazione classica – scrive Mineo nel saggio contenuto nel libro – in sé è di significato alto. La poesia delle lingue classiche: credere e insegnare come si possa giungere per forza di studi di lingua, la famigerata grammatica anzitutto, a capire come Il dott. Russo si è soffermato sui rischi della lavorazione di gioielli. Spesso chi li lavora è sottoposto ad una tensione particolare di precisione perché basta poco, una manipolazione fatta male, una variazione di calore, caldofreddo repentino, ecc. che il gioiello si può scalfire e quindi non essere più così prezioso, perdendo gran parte dell’integrità ma anche della purezza e limpidezza. Quindi bisogna stare molto attenti nel rilevare i danneggiamenti durante la realizzazione di gioielli, cercare di comprendere e, soprattutto fondamentale, conoscere le caratteristiche chimiche e fisiche delle gemme da parte di chi li forgia per evitare poi problemi durante le fasi di realizzazione dei gioielli. La soluzione quindi per evitare tutto ciò, continua il dott. Russo, è quella di fare delle schede, riportanti tutte le specifiche e le caratteristiche tipiche delle gemme stesse, in modo tale che gli orafi e i gioiellieri, abbiano la sicurezza che facendo riferimento alle schede riepilogative, possano evitare dei rischi irreparabili, a cui altrimenti andrebbero incontro con gravi danni sia di ordine materiale che economico. Presenti alla serata alcuni orafi e gioiellieri di Acireale e di Giarre che, gentilmente, alla fine della conferenza, hanno voluto omaggiare le signore presenti con gadget di varie “preziosità”. INCONTRO CULTURALE SU FRANCESCO GUGLIELMINO Martedì 30 giugno, presso la Biblioteca Comunale “G. Fava” di Valverde, la locale Pro Loco con il patrocinio del Comune di Valverde ha organizzato una conferenza dal tema: “Catania letteraria tra le due guerre: la poesia dialettale”. A relazionare è stato il prof. Alfio Stefano Di Mauro, già cultore di Storia medievale presso l’Università degli studi di Catania e docente di Lettere nei licei, il quale si è soffermato a descrivere l’ambiente letterario catanese tra otto e novecento. In questo periodo nella zona etnea fiorirono diverse pubblicazioni dedicate esclusivamente alla poesia dialettale; anche alcuni letterati di chiara fama scrivevano liriche in vernacolo: Mario Rapisardi, Vitaliano Brancati, Nino Martoglio e Francesco Guglielmino (1872-1956), il quale, a giudizio della critica, ha rappresentato la voce poetica più alta. Illustre classicista nativo di Aci Catena, schivo di ambizioni accademiche e poeta della quotidianità, egli faceva parte dell’élite intellettuale del tempo. La sua figura di docente ed educatore è stata tratteggiata attraverso una serie di simpatici aneddoti, frutto dei ricordi di Michele Pricoco, Vitaliano Brancati (suo allievo), Santo Mazzarino, Leonardo Sciaccia e dello stesso prof. Di Mauro. Dalla sua raccolta più famosa di poesia in vernacolo “Ciuri di strada” (edita nel 1922 e successivamente più volte ristampata) il prof. Di Mauro ha letto alcune liriche che esprimono la carica di vitalità e simpatia del personaggio, rispecchiandone la personalità di uomo sensibile, ricco di quella humanitas forgiata da una solida formazione classica. Ad introdurre la piacevole conversazione sono stati il sindaco di Valverde, prof. Rosario D’Agata, il presidente della Pro Loco, Mario Tosto, e il responsabile della biblioteca, dott. Nunzio Lizzio, che ha presentato il qualificato relatore ai numerosi intervenuti. Questo incontro culturale – il secondo dopo la presentazione nello scorso mese di aprile del libro “Se il grano muore” del prof. Alfonso Sciacca, preside emerito del liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale - si inserisce tra le attività di promozione culturale che la biblioteca comunale intende organizzare nell'ambito del progetto ministeriale, della durata di diciotto mesi e finanziato direttamente dal governo nazionale, che prevede per la Biblioteca comunale anche un piano di accrescimento del patrimonio librario, mentre per il vicino museo delle conchiglie, ospitato presso villa Cosentino (di proprietà del Comune e gestito dalla Pro Loco valverdese, responsabile il dott. Andrea Lo Bue) sono previsti interventi di ammodernamenti e opere di restauro dei locali e dell’ampia sala conferenze.Il presidente della Pro Loco Tosto, coadiuvato dal vice Angelo Strano, e l’amministrazione comunale di Valverde, retta dal sindaco prof. Rosario D’Agata con l’assessore alla cultura e al turismo avv. Luigi Torrisi, sono concordi nel riconoscere il notevole slancio positivo derivante da questi fondi stanziati dal governo per la promozione delle politiche culturali. Guido Leonardi Ciao, Annarita... pensa un uomo, come pensa un popolo e come si configuri l’oggetto del suo pensare proprio in quanto pensa in un certo modo, e da qui a capire come pensano gli uomini in quanto uomini. Le percezioni, le rappresentazioni, la logica nella parola. La parola come messaggio perenne, che perennemente dà vita a quello cui si rivolge». Un autentico manifesto questo sull’importanza della formazione classica, sulla cui rivalutazione la società odierna deve puntare dopo anni di “distruzione di massa”. Con la solidità di questa preparazione culturale, testimoniata anche dalle due lauree, in Lettere ed in Filosofia, Riccardo Di Maggio si dedica a svariati interessi: dall’amore per la storia medievale, segnatamente quella del periodo normanno, alla ricostruzione delle vicende del paese in cui visse negli anni giovanili, dall’attività giornalistica al trasporto per la poesia del Pascoli, alla passione per la lingua latina. Di Maggio infatti, usava scrivere in latino, sia nelle lettere con suoi c o n o s c e n t i d’Oltreoceano (che gli rispondevano rigorosamente in inglese…), sia in alcuni suoi componimenti. Uno di questi è stato riprodotto nel volume e tradotto da Pinella Musmeci; narra del ritorno da Firenze nell’estate del 1993, dove il Nostro presiedette una Commissione degli Esami di Stato, e descrive l’attentato mafioso ai Georgofili che quell’estate la Città in riva all’Arno subì, la meraviglia di piazza della Signoria nella notte di San Giovanni, il rientro a casa, accolto dalla moglie e dalle figlie, ed il desiderio di rifugiarsi a Monterosso Etneo per sfuggire alla canicola estiva. Un testo descrittivo, che condensa molte emozioni e che assume ora toni tragici, ora più leggeri, ora di struggente ricordo. Il libro contiene anche una novella del Di Maggio, pubblicata nel 1954, ed una nota critica sulla stessa di Salvo Valastro, che evidenzia come nel Nostro sia stato forte il tema del nostos, del ritorno. Che poi altro non è che affrontare l’argomento del viaggio, del distacco per luoghi più o meno lontani, più o meno conosciuti e di un ritorno voluto e desiderato ai luoghi di origine, alla famiglia, alle cose care e agli affetti. Per meglio, infine, comprendere l’importanza del Di Maggio, basti pensare che fu relatore insieme al grande Mario Apollonio, filologo, critico letterario e storico del Teatro italiano, al convegno di studi pascoliani tenutosi a Macerata nel 1955. La serata, oltre agli interventi di Turi Consoli, della preside Maria Elena Grassi e della Presidente del Kiwanis Daniela Simon, ha avuto altri momenti importanti, con le rievocazioni di padre Alfio Cantarella del San Michele, con il ricordo del professore, del collega, dell’amico Di Maggio da parte di Alfio Stefano Di Mauro e con la lettura di due poesie di Pinella Musmeci da parte del marito Luigi Benintende. Una figura, quella di Riccardo Di Maggio, riemersa dall’oblio in cui ci trascina la frenesia della vita quotidiana grazie a Pinella Musmeci, ma di cui in futuro altri studiosi si avvicineranno per tratteggiarne ancora di più la personalità di Uomo di Cultura. Rodolfo Puglisi 4 AK IS Sabato 18 Luglio 2015 Ci sono persone, così rare che le dita di una mano sono troppe per contarle, che hanno con noi delle affinità così intense, profonde ed al di là della nostra fallace e limitata comprensione umana, che sempre hanno accesso al nostro cuore. Per le quali le emozioni provate scaturiscono dai punti più intimi di noi stessi, un po' come se le serrature delle porte che conducono alle nostre emozioni, siano forgiate a somiglianza di queste persone, e quindi ad esse è consentito un diretto ed invariato nel tempo accesso ai nostri sentimenti più profondi." Gaetano Pulvirenti Quattro classi del Liceo Classico “Gulli e Pennisi” si ritrovano insieme a trenta anni dalla maturità Lo scorso 3 luglio simpatico incontro in amicizia in un locale di Acireale dei diplomati nel Liceo Classico “Gulli e Pennisi” del 1985, assieme ad alcuni L’ o p i n i o n e d i m A d C’è un vuoto nell’esistenza di ognuno di noi, c’è un pensiero costante, una coscienza umana. Quella caratteristica dell’Uomo che è la co(no)scenza della fine. Quel gioco della consapevolezza che, nei momenti di silenzio, ci investe e dobbiamo (si è un dovere) poter risolvere. Ma non per tutti il gioco è semplice da affrontare perché le regole cambiamo ad ogni evento e l’animo umano deve darsi tanto da fare per trovare, di volta in volta, le soluzioni e le strategie di sopravvivenza. Il vuoto che ci portiamo dietro tutte quelle volte che cerchiamo il conforto, una spalla dove appoggiarci, un vissuto ricco d’amore, uomini e donne che si sono occupati di noi e noi di loro, un pensiero d’amore che riempie il vuoto, una sostanza che ci porta a soddisfare il dolore, nutrire la bestia. La droga è l’alternativa momentanea alla coscienza perché il peso del sapere, i contorni della breve esistenza umana risiedono nell’inconosciuto e la presenza di tali enigmi necessita uno stacco, un break, spegnere il motore. Di fatto solo chi ha poca coscienza non sente mai la necessità di zittire il pensiero, anche per qualche attimo e quell’attimo è nutrito dall’assenza di percezioni, nel colmare i bisogni con il vuoto, con la droga. Droga eccitante, rilassante, ubriacante, allucinante. Droga legale, illegale, nelle ricevitorie, nel bordo della monetina che gratta nervosa numeri e simboli, davanti ad uno schermo con numeri in ritardo, con una siringa in un braccio a lenire il dolore, affermare il silenzio dei bisogni, zittire la coscienza. Alcool, nicotina, gratta e vinci, slot machine, cocaina, eroina e tutte le pasticche possibili… variopinte e con un logo pensato e confezionato per il mercato, pensato per i ragazzini, impacchettato e venduto ogni giorno in grosse quantità. Ma sopra ogni sostanza e più forte di ogni sostanza la droga più potente è il potere. Il potere che uccide le relazioni umane, che produce un’immortalità metallica e corazzata, controllo, sicurezza, forza, imposizione. Il mondo si avvelena con la droga del potere, una sostanza impalpabile che risiede nel pensiero umano e che trova espressione in ogni aggregazione umana. Dallo Stato al condominio, dalle città alla famiglia. Il potere e la sua gestione sono droga, sono strumenti che leniscono la coscienza della morte perché è, esso stesso, morte. Una morte mascherata, un approccio omeopatico del morire ogni giorno, fingere di dimenticare la fine della nostra esistenza con l’esercizio del comando. Potremmo affermare serenamente che le droghe più terribili sono legali, sono confezionati e venduti dal potere, sono il potere stesso e gli uomini e le donne che lo incarnano sono, di fatto, le vittime della sostanza stupefacente. E sei poveri grattano una schedina, se i mariti aspettano le tre stelline vincenti, se i ragazzi s’impasticcano, se i derelitti bevono il vino nel cartone fino alla cirrosi, se le multinazionali del tabacco mietono milioni di morti, se il potere uccide le relazioni, se le religioni affondano e si nutrono di ignoranza, allora bisogna prendere atto che l’Uomo soffre la coscienza “della fine” e non trova risveglio migliore che affondare nell’oblio e nel dolore controllato. Non ci sono alternative, niente vie d’uscita se non l’amore. L’amore va oltre la paura del vuoto, della morte, e della solitudine, l’amore è salvifico perchè ci conduce in una zona neutra del sapere e produce un solo bisogno, che risolviamo in un abbraccio. PUBBLICITÀ AL FRECCIA 1000 PER INSULTARE I TERRONI I Malfattori (ovvero gente che fa, agisce male) delle Ferrovie razziste italiane si divertono: spendono i nostri soldi per sputare in faccia ai terroni e fare pubblicità a quel Frecciarossa 1000 (più o meno il numero degli accidenti che gli mandiamo ogni volta che vediamo un treno; o non lo vediamo, come più spesso accade: a Matera non l'hanno ancora visto dal 1861 e siamo nel 2015). Ci ricordano, così, che in questo Paese, alcuni hanno diritto solo a pagare per le comodità di una parte dei loro connazionali, perché “Prima il Nord” (anzi: soltanto il Nord); poi hanno diritto a essere insultati e sbeffeggiati. Per questo, i Malfattori delle Ferrovie razziste italiane il Freccia 1000 lo hanno chiamato “Mennea. La freccia del Sud”, per ricordare ai terroni che a Sud, quel treno, non ci andrà mai. I Malfattori delle ferrovie razziste italiane spendono in pubblicità apparentemente inutile altri soldi di tutti gli italiani, anche quelli esclusi dall'apartheid ferroviaria, solo perché si sappia che ai terroni non spetta niente: 2 ore e 20 minuti per fare più di settecento chilometri da Milano a Roma; 14 ore e rotti per farne meno di 300 in Sicilia. dei professori di quel periodo. E’ stato bello ed emozionante ritrovarsi, scambiarsi notizie sulla propria vita familiare e professionale e, soprattutto, richiamare con nostalgia quegli anni durante i quali sono nate delle amicizie non scalfite dal tempo trascorso. Le classi di 30 anni fa si sono, dun- que, ricostituite per l’occasione quasi per intero. Nelle foto si possono individuare i docenti intervenuti: per la III A i professori Pietro Leonardi (Matematica e Fisica) e Pasquale Licciardello (Storia e Filosofia), per la III B la Arcidiacono (Ed. Fisica), Giuseppe Li Pira (Scienze), Rosario Russo I Malfattori delle Ferrovie razziste italiane può darsi che non l'abbiano fatto nemmeno apposta (?) e agiscano inconsapevoli della rabbia, del disagio, della ribellione montante a Sud, ogni volta che sugli schermi appare la pubblicità del loro maledetto treno 1000 accidenti che gli piglino. Chi si vede negato il diritto alla mobilità comicamente garantito (!?) dalla Costituzione e vede come si dilapidano i soldi pubblici per far “guadagnare” altri 20 minuti sulla tratta Milano-Roma, ogni volta che appare la pubblicità del Freccia 1000 si augura che il treno si fermi, e “gli altri italiani” conoscano il privilegio di percorrere 300 chilometri in più di 14 ore, passando da carrozze bestiame ad autobus, poi su un altro convoglio del Pleistocene, per tre-quattro volte in 300 chilometri. Il Freccia 1000 è una delle più solide prove del progetto politico dei poteri che “hanno” l'Italia, di spezzarla in due: una parte che emigri in una zona euro-forte del Nord Europa, e una parte da abbandonare con Grecia, Portogallo, Spagna e gli altri Paesi Pigs (così li chiamano: Paesi Pigs, significa Paesi Porci) in una Europa minore e terrona. I Matteo Renzi (il Bomba: fanfarone di Firenze), i Graziano Delrio, il Distratto di Reggio Emilia (per 10 anni sindaco della città, non si è mai accorto che diventava “il bancomat della 'ndrangheta”) non sono che fattorini di quei poteri; e possono fare cose immonde, senza temere nulla, perché si sentono protetti dai veri padroni (la ragione per cui, uno che in un Paese quasi decente, sarebbe stato processato, in senso manageriale, per quel che ha combinato, Mauro Moretti, ex sindacalista che ha “meritato” di diventare amministratore delegato di Trenitalia, viene addirittura promosso a capo di Finmeccanica!). (Matematica e Fisica) e Rosina Strano (Latino e Greco), per la III C Adriana Perazzi e la Arcidiacono (Ed. Fisica), Giovanna Fichera (Italiano e Latino), Musumeci (Matematica e Fisica), Giovanni Rapidà (Storia e Filosofia) e Alfonso Sciacca (Latino e Greco), per la III D Franco E. Battiato (Italiano e Consegna al Sindaco di Troina dott. Sebastiano Fabio Venezia attestato di riconoscimento dei Lions per aver aderito al tour itinerante per il "Progetto Sordita'. Nella foto il past President del Lions, Rosa Maria Schinocca con il marito (a sx) Dino Paratore. Latino) e Giovanni Vecchio (Storia e Filosofia). Ecco le foto ricordo dell’evento, che è stato proposto da Anna Coco e accolto dagli altri ex. G.V. Solo così si può spiegare che questo (s)governo assegni 4800 milioni di euro per le ferrovie da Firenze in su; ne spenda 1.800 per il Freccia 1000 (accidenti che gli piglino) e ne destini solo 60 (sessanta!) da Firenze in giù. A Schifolandia, questa gente sarebbe già sui forconi del popolo inferocito. Avviso agli onesti e inconsapevoli che salgono sul maledetto Freccia 1000: sappiate che quei venti minuti in meno hanno un prezzo orribile, che un cittadino perbene non può accettare. Un minimo di protesta civile: non prendete il Freccia 1000; le altre Frecce (beati voi che potete; a noi, al Sud, le hanno rubate) impiegano solo venti minuti di più: risparmiate soldi e quasi non vi accorgete della differenza in tempo. Il presidente della repubblica, il siciliano Mattarella, ha fatto il viaggio inaugurale sul Freccia 1000, accidenti che gli piglino: non dico a lei, presidente, ma sarà presidente di tutti, quando andrà con “il treno degli altri”, a Palermo. E non resterà zitto Pino Aprile AK IS Sabato 13 Giugno 2015 5 FIDAPA- Cerimonia delle Candele e “Premio Donna Fidapa 2015” a Carmela Faro POETI per CASO Premiazione concorso fotografico Ha registrato un buon successo di pubblico e critica nel corso delle due Il concorso "Poeta per Caso" edizione 2015, grazie alla sensibilità mostra- serate. Prima si è svolta la "gara" dei tre finalisti delle categorie: Poesia ta dagli organizzatori, ha contenuto una sezione dedicata alla fotografia cui giovani, Adulti, Lingua Siciliana e Racconti in lingua Italiana. Un'apposita hanno partecipato tantissimi giovani. L’evento è stato organizzato dal pre- giuria costituita da 10 giurati, tra i quali il sindaco Roberto Barbagallo, dopo sidente e dal vice presidente dell’Associazione Cristo Nuova Speranza, aver ascoltato la declamazione,ha proceduto alla votazione il cui risultato prof. Giacomo Trovato e ing. Salvatore Maugeri e dal presidente della consulta giovanile di Acireale, Michele Greco. In una incantevole location, immersi in uno spazio circondato dalla purezza della natura, il suggestivo Parco di Radicepura, baciato e rischiarato anche, nell’occasione, dai raggi “complici” di una magnifica Luna piena, ha avuto luogo l’affascinante e suggestiva “Cerimonia delle Candele”, la più importante cerimonia della Fidapa per il suo significato simbolico: l’accensione delle candele quale abbraccio universale con le donne di tutto il mondo. Una composizione particolare di fiori e candele, riproducenti il maestoso albero di ulivo potato secondo l’”Ars Topiaria”, che accoglie gli ospiti all’ingresso, risaltava a lato del tavolo di presidenza aspettando di essere “illuminata” dalla luce delle candele. Altro momento significativo e altamente qualificante: la consegna del “Premio Donna Fidapa 2015”, che ogni anno la sezione di Acireale assegna ad una donna che si sia distinta nelle arti, nelle professioni o negli affari. La Fidapa di Acireale, presieduta dal M° Vera Pulvirenti, con questa cerimonia ha chiuso le attività del biennio 2013/2015, anche se ufficialmente il mandato del Direttivo in carica scade a fine Settembre, quando si saranno concluse le operazioni di rinnovo delle cariche di tutti gli Organismi locali, distrettuali e nazionali della Fidapa. La Presidente, dopo aver salutato i qualificati ospiti e le numerose socie presenti, e dopo aver ringraziato il cavaliere Venerando Faro per avere concesso l’utilizzo dello splendido parco, ha fatto un breve excursus dell’attività biennale, supportata anche dalle immagini di un power point che veniva proiettato su un grande schermo. La valutazione delle opere fotografiche è stata affidata ad una commissione giudicatrice composta: dal dott. Carmelo Strano, dall’arch. Rosa Strano e dal pres. della consulta giovanile Acese, Michele Greco. La direzione artistica è stata affidata a Franco Cannata. La commissione giudicatrice delle opere ha ritenuto stilare la seguente troverete sotto. Nella seconda giornata si sono esibiti alcuni artisti e sono stati consegnati alcuni premi dedicati. classifica con l’assegnazione del Premio Premio alla foto “Il tramonto di Glauco” di ENRICO COCO. Altre menzioni sono andate a: ORNELLA GRECO - con “il mare d’inverno”, ANTONIO CALVAGNO con “Sui tetti d’Aci”e ALESSIO SCANDURA con “se gioventù sapesse … se vecchiaia potesse …”. Sono stati ospiti della manifestazione la Compagnia "Nuova Prospettiva Danza" di Gabriella Leone con coreografie di Francesca Spaziani, il musicista Gesuele Sciacca, la cantante Federica Contarino, I Cabarotti, il tenore Carmelo Panebianco , la poetessa Maria Grazia Falsone, l’attrice cantante Loredana Marino, il gruppo musicale I Karbonica. Sono stati inoltre Ha ricordato i temi riguardanti la valorizzazione del territorio, i momenti di solidarietà, la salute e la prevenzione di disturbi e malattie che riguardano la donna; inoltre, i vari incontri in interclub sia con altre sezioni Fidapa del territorio regionale che con i club service della città; ha sottolineato la presenza attiva delle donne e la vicinanza alle istituzioni con particolare attenzione ai problemi cittadini, come ad esempio la piantumazione di ben 7 alberi “Cercis Siliquastrum” sistemati nelle aiuole vuote del centralissimo Corso Sicilia, dopo il passaggio devastante dell’ ultima tromba d’aria, grazie al grande cuore dell’imprenditore Faro, che ancora una volta ha accolto le richieste della Fidapa. La seconda parte della serata è stata contrassegnata da un evento molto significativo, quale la consegna del “Premio Donna Fidapa 2015” a Carmela Torrisi Faro, imprenditrice siciliana molto vicina al territorio acese. La signora Faro, partendo dalla piccola impresa del padre, ha dimostrato subito la sua “voglia di fare”, accresciuta con entusiasmo dopo aver conosciuto e sposato il giovane Venerando, già avviato nel commercio, con cui ha avviato importanti collaborazioni con illustri paesaggisti e architetti di fama internazionale per affrontare le sfide del futuro spostando sempre un po’ più in là il confine del possibile. Supportata dal consorte ha creato una sua attività il “Donna Carmela”, elegante Botanic Hotel, che in pochi anni si è Imposto come struttura d’eccellenza in Sicilia, ricevendo importanti riconoscimenti tra cui quello di miglior hotel d’Europa. La Presidente Vera Pulvirenti, nel consegnare la targa, ha letto la motivazione che così recita: “a Carmela Faro, imprenditrice siciliana che, con fantasia e grande amore per la sua terra ha realizzato luoghi incantevoli, inviando a tutto il mondo il messaggio di una Sicilia particolare anche nella bellezza”. Le è stato consegnato anche un quadro in ceramica artistica, un bel manufatto di una giovane e nota artista acese, riproducente il prospetto della villa Radicepura. Dopo, l’intervento della Presidente Distrettuale Eleonora Caserta che, dopo essersi complimentata con l’imprenditrice, ha ricordato come la Fidapa ormai da anni stimola le donne a intraprendere una attività imprenditoriale per superare la crisi del posto fisso ed ha ringraziato la Presidente e le fidapine acesi per la scelta fatta nel premiare “una donna del proprio territorio che, partita in silenzio e in punta di piedi, ha raggiunto alte mete e contemporaneamente fa conoscere la nostra Sicilia nel mondo moderno”; a seguire l’accensione delle candele con un suggestivo sottofondo musicale della giovane violoncellista Giulia Strano, accompagnata al piano dal padre Alessandro, infine si è conclusa la bellissima cerimonia con una vivace e piacevole conviviale in un clima di serena amicizia. Nella foto la Commissione esaminatrice: Rosa Strano, Carmelo Strano, Michele Greco. Il Giardino di Kalika è un Baby Parking – Ludoteca... assegnati i seguenti premi: al dott. Fabrizio Pulvirenti per il volontariato, al ... immerso nella tranquillità e nel verde della zona residenziale di San Nicolò. La struttura è dotata di due ampi parchi esterni con giochi dove festeggiare i compleanni dei vostri bimbi ma anche di una colorata sala interna per il periodo invernale. A disposizione dei piccoli ospiti anche una sala giochi con gonfiabili e playground. Festeggia con noi il tuo giorno dott. Giuseppe Di Fazio per il giornalismo, alla “Mondadori” per l’editoria e all’attore Enrico Guarneri per l’Arte. Hanno presentato Mario Garozzo ed Elena Ronsisvalle con la regia di Franco Cannata. importante con la professionalità della nostra animazione e le prelibatezze del nostro catering… Ti offriamo diversi pacchetti per ogni tua necessità….. E per i più grandi il nostro parco farà da scenario alle vostre ricorrenze più importanti…. E allora….Veniteci a Trovare per Poterci giudicare!! Siamo a soli 4 Km dalla stazione Fs di Acireale tra la località “Reitana” e il borgo di San Nicolò. 6 Sabato 18 Luglio 2015 Il grande passo, si sa, porta con se riflessione, attesa, scadenze ed il classico corri e fuggi verso la perfezione dei preparativi. Nonostante tutto, e nonostante il grigiore pomeridiano del cielo che ha tentato, ma solo invano, a rovinare lo status metereologico della giornata, lo scorso 10 Giugno Giovanni Anastasi e Diana Maugeri hanno coronato il loro AK IS Passaggio di consegne al Lions Club Acireale: Rosario Faraci presidente dell’anno del cinquantesimo anniversario della nascita del Club Service K Domenica 5 luglio, nello splendido scenario di Villa Musumeci di Santa Tecla, si è svolta la cerimonia del passaggio delle consegne nel Lions Club Acireale dal dr. Silvestro Cavallaro al prof. Rosario Faraci. Incontro partecipatissimo con la presenza dei soci del club acese e di tanti altri club siciliani nonché dei Leo e delle altre associazioni del territorio. Tra gli intervenuti anche il sindaco di Acireale ing. Roberto Barbagallo, l’on. Nicola D’Agostino, la presidente della circoscrizione Carmela Pisano, i past governatori Vacirca, Cavallaro e Pogliese, il vice governatore designato Ninni Giannotta, mentre l’attuale governatore ing. Ingrassia, trovandosi in questo momento negli Stati Uniti per la convention internazionale di Boston., ha inviato un messaggio augurale che è stato letto dal segretario distrettuale Francesco Pezzella. Un clima di condivisione, di amicizia e di grande cordialità ha accompagnato i momenti della cerimonia, che è iniziata con l’ammissione di due nuovi soci: Gesuele Sciacca, dirigente medico e musicista, e Giuseppina Ajon, formatasi nell’Accademia di Belle Arti ed artista affermata. Quindi il presidente uscente Silvestro (per tutti Silvio) Cavallaro ha ricordato il ricchissimo programma di eventi culturali e sociali attuato nel corso del suo mandato anche con l’apporto di un video ed ha ringraziato il consiglio direttivo e i soci che hanno collaborato alla riuscita delle molteplici iniziative portate avanti nel corso dell’anno sociale .Ha premiato ancora una volta la bambina acese Elena Morani, che è giunta con il suo “poster per la pace, al secondo posto a pari merito a livello internazionale. Ha ribadito l’alta qualità professionale dei soci ed ha auspicato che se ne tenga conto in modo più appropriato in ambito distrettuale. C’è stato subito dopo lo scambio delle consegne con il prof. Rosario Faraci, illustre docente di sogno d'amore. Attorniati da parenti ed amici, con una cerimonia semplice ma intensa officiata da don Gianpaolo Bonanno nell'incantevole scenario del Santuario della Madonna di Loreto di Acireale, i due novelli sposi, frizzanti, sorridenti e visibilmente emozionati hanno vissuto l'incipit di un percorso che, mano nella mano, li porterà lontano, oltre le mete da sogno prescelte (Messico e New York) del loro viaggio di nozze. A Giovanni e Diana, nostri carissimi amici, i più fervidi auguri da tutta la redazione di Akis e dalla produzione del Premio "Aci e Galatea". REACTION CITY: UN NUOVO MODO DI FARE CITTA’ Chi di voi , non ha sentito parlare o non ha letto sfogliando i quotidiani locali,del progetto Re-action City? La stessa parola Reaction evoca un rinnovamento, una trasformazione, una rinascita. Ed è proprio questo: un progetto innovativo che ha creato un’esperienza di città-laboratorio, un’esperienza condivisa con le comunità presenti sul territorio e partecipata dalle stesse, finalizzata alla proiezione di una visione di città resiliente e coesa in grado di dare ai cittadini una nuova identità. Nel seminario svoltosi ad Acireale, presente anche il sindaco Barbagallo oltre all'intervento della prof. architetto Consuelo Nava, hanno relazionato il prof. Carlo Colloca, che insegna Sociologia dell' Ambiente e del territorio, Università degli studi di Catania, ed ha parlato dell'aspetto sociale del progetto e l'ing. Laura Saija, ricercatrice europea a Catania. E' stata molto interessante la testimonianza di una rappresentanza dei giovani neo laureati che hanno collaborato al progetto e al docufilm, tra questi l'arch. Gabriella Seminara, Giuseppe Mangano ed altri. Il pensiero dell’ing. Salvatore Maugeri: “il tema trattato con questo seminario, ci invita e ci induce a delle approfondite riflessioni, ed in un periodo storico come quello che stiamo attraversando, di crisi economica e strutturale, la sintesi è che ognuno, con il ruolo che svolge nella società deve fare la propria parte per contribuire a rigenerare il nostro tessuto urbano e culturale”. <<Vorrei partire da qui, se mi consentite, care amiche ed amici tutti, da questa visione di Acireale, città della cultura e del sociale, per rinvigorire la nostra presenza e metterla a servizio del territorio. Sarà pur vero, infatti, che questa città soffre molto dal punto di vista economico, che potrebbe avere una vocazione turistica se solo fosse capace di iniettare vigorose energie imprenditoriali, ma le sue fondamenta sono culturali e sociali e ciò rappresenta un patrimonio di risorse di inestimabile valore. Per trasformare le risorse in attrazioni, daremo tutto il nostro contributo come Lions>> economia dell’Università di Catania nonché uomo di cultura impegnato nel giornalismo e nel volontariato, il quale nel suo discorso di insediamento ha ringraziato il comitato che lo ha designato per la fiducia manifestatagli e ha ricordato la sua esperienza giovanile nei Leo; ha quindi delineato con un sentito discorso il quadro di riferimento generale che guiderà il suo lavoro per l’anno del cinquantesimo anniversario della nascita del Lions acese, le cui celebrazioni saranno all’insegna della cultura e del sociale, come si conviene a una città come Acireale e come da sempre ne avevano dato testimonianza i suoi genitori. Discorso chiaro e fortemente propositivo che ha riscosso unanimi consensi. Ha quindi presentato il nuovo consiglio direttivo per il 2015-2016 che sarà così composto: presidente Rosario Francesco Faraci; past presidente Silvestro Cavallaro; 1° vicepresidente Mario Pavone; 2° vice presidente Alfredo Borzì; segretario Alfio Cristaudo; tesoriere Salvatore Pennisi; cerimoniere Salvo Scalia; consiglieri Giuseppe Esterini, Rosaria Scuderi e Giovanni Vaccaro; censore Pietro Currò, presidente comitato soci Salvatore Leonardi. Nel corso della serata i presenti hanno messo a disposizione un contributo di solidarietà per la Tenda San Camillo dei Padri Camilliani. Pure Akis si associa agli auguri per il prof. Rosario Faraci, che è anche valido collaboratore del periodico acese. Giovanni Vecchio CompuTecnica Riparazione computer a domicilio 338 2071014 AK IS Sabato 18 Luglio 2015 7 Cinenostrum 2015 È calato, anche per questa edizione 2015 di cinenostrum sotto la direzione artistica di Francesco Grasso, il sipario da stamattina Francesco è già al lavoro per la edizione 2016, ma mi sia consentito a consuntivo di questa edizione ringraziare in primis lo straordinario pubblico che ogni sera hanno riempito Piano Umberto, le associazioni di volontaristo sempre presenti ed attenti, i carabinieri stazione Acicatena, e il Sig.Comandante della compagnia Carabinieri Acireale, il Comando Polizia Municipale, la Croce Rossa, i Signori giornalisti che ci hanno seguito in questa esaltante settimana, i A Pozzillo d’estate Tornano alla mente immagini d’un tempo remoto quando d’estate trovavo ristoro nelle acque limpide degli scogli di Pozzillo, tra pesci di mille colori e capperi copiosi, attecchiti di forza tra scaglie di lava di prische colate direttori e gli operatori delle emittenti televisivi, quanti hanno collaborato e lavorato per la organizzazione e la riuscita della manifestazione, gli sponsor senza dei quali non avremmo potuto far tutto questo, il direttore artistico Francesco Grasso per l'ottima scelta portando sul palcoscenico di Cinenostrum Enrico Brignano, Simona Izzo, Ricky Tognazzi, anche a loro il mio devotissimo grazie per aver accettato di stare insieme ai catenoti e ai tantissimi che venivano anche dai paesi viciniori, e per concludere un grazie ai catenoti. Con affetto Ascenzio Maesano. ph Franco Barbagallo dell’Etna impetuoso. A due passi i limoni e l’incontro con agnati di semplici e onesti costumi, dal cuore fidente e leale. Nostalgia struggente di un mondo che fu. Ritorno a calcare quei sassi, a tuffarmi, a sognare: con gli occhi chiusi rivedo quel sito, che è dentro di me. Giovanni Vecchio ph Mario Cicala Il “Paul Harris Fellow” a Luciano Privitera Il Rotary Club Acireale ha conferito la massima onorificenza rotariana, il Paul Harris Fellow (che in tutto il mondo contraddistingue chi ha attuato ed attua quotidianamente il motto rotariano "Service Above Self", servire il pros- Il latte e l’Europa Stiamo assistendo ad un’assurda pretesa da parte dell’unione europea che sta imponendo all’Italia l’obbligo di preparare i formaggi con latte in polvere. A tal proposito al di là dell’illogicità pratica occorre anche tenere presente che l’ipolattasia congenita è molto diffusa tra la popolazione generale potendo arrivare in Sicilia fino all’85% della popolazione. Il latte in polvere è molto ricco in lattosio dato che su 100 grammi di latte in polvere quasi la metà è costituita da lattosio. L'intolleranza al lattosio è l'incapacità di digerire lo zucchero del latte ed è causata dal deficit di lattasi, enzima intestinale responsabile della scissione del lattosio in due zuccheri semplici: il galattosio e il glucosio. Il lattosio non idrolizzato, cioè non digerito raggiunge il colon esercitando un effetto osmotico che provoca richiamo d'acqua e di elettroliti nel lume intestinale, fermentazione batterica dello zucchero con produzione di gas (anidride carbonica) e formazione di acido lattico e acidi grassi a catena corta. L’UE, per incomprensibili esigenze consumistiche vuole che gli italiani abbiano nausea, gonfiore addominale, crampi con dolori addominali, meteorismo e talora anche diarrea. Insomma gli interessi economici in primo luogo, la salute … per quella c’è un altro business quello delle intolleranze alimentari! Occorre ostacolare energicamente questa assurda pretesa la quale, oltre a danneggiare la nostra economia compromette lo stato di benessere degli italiani. Dott. Giovanni Tringali, Responsabile Salute e Alimenti del CODACONS. simo al di sopra di ogni personalissimo interesse), al dott. Luciano Privitera. Akis è particolarmente felice di questa onorificenza e si congratula con l’interessato formulando felicissime congratulazioni. Il dott. Salvo Noè a Villa Torlonia MANUFAKTUR A, pre nde l'a nima e la cons e g na a lla be lle z z a . AK IS IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI AKIS: Anno XI, numero 7 del 18 Luglio 2015 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania - Sede: via M. di Casalotto 68 - 95025 Aci S.Antonio Tel.- Fax 095 7921059 – 347 5382517 - [email protected] - Tipografia-Litografia: Graficaunita - via Archimede, 75 - S. VENERINA (CT) - Tel. 095 950153 Site: www.akis-aci.com - www.akis-acionline.com - Elaborazione grafica, fotomontaggi e impaginazione: MP Graphic di Maurizio Pagano - Tel. 347 1433135 - Distribuzione e arretrati: 340 7152814 - Gli articoli pubblicati esprimono il pensiero dei rispettivi autori e non rispecchiano necessariamente la linea editoriale assolutamente indipendente della testata. La Direzione si riserva di pubblicare in tutto o in parte le foto, gli articoli e i servizi pervenuti, secondo le esigenze di spazio. Il materiale anche se non pubblicato non sarà restituito. 293 8 AK IS Sabato 18 Luglio 2015 anche PI Z Z E R I A ! “Poesia in … canto” Un evento di alto profilo culturale si è svolto a Santa Venerina nella sala teatro “S. Venera” nello scorso mese di giugno, denominato “Poesia in … canto”, uno spettacolo poetico-musicale nel corso del quale artisti e cantanti hanno interpretato i versi del poeta siciliano Alessio Patti, un autore che attinge in profondità alle sue radici isolane e soprattutto all’intimità spirituale dei siciliani. .Lo spettacolo, organizzato dall’associazione “Storia, Cultura e Sviluppo Territoriale” (Sto.Cu.Svi.T.) presieduta da Domenico Strano, è stato condotto magistralmente da Giovanni Vecchio, il quale ha curato la presentazione dei vari momenti in programma ed ha introdotto gli artisti enunciando la loro biografia. Accanto al poeta Alessio Patti, che ha declamato la sua poesia “La me vo’ vo’” (poi ripresa e musicata da altri artisti) e altre sue liriche con grande partecipazione emotiva trasmettendo forti emozioni al pubblico. Un ruolo importante ha avuto la brava attrice e cantautrice Loredana Marino, che ha introdotto la serata camminando in mezzo al pubblico e declamando dei versi di Patti dedicati alla “bedda terra siciliana”. La stessa ha poi presentato nel corso dello spettacolo altre poesie di Patti nonché le canzoni contenute nel suo ultimo CD. È stata poi la volta del cantautore e scrittore per il teatro Gregorio Lui, che si è cimentato ne “La mia vo’ vo’”, da lui musicata su testo di Patti, e in “Cala lu suli” su testo di Giuseppe Fava. L’attrice teatrale Carmela Trovato ha commosso tutti con la sua declamazione di “Maieutiché” dedicata da Patti alla madre. Grande successo ha riscosso il gruppo rock-folk “Malarazza 100% Terrone”, che sa mescolare arrangiamenti moderni con quelli caratteristici della tradizione siciliana. Dei giovani bravissimi che sono riusciti a catalizzare l’attenzione del pubblico con le loro canzoni, soprattutto “Malarazza” e “Zio Pino”, dedicata a Don Pino Puglisi, il prete palermitano ucciso dalla mafia. Forte l’impatto della liri- ca “Giuda” letta dallo stesso autore e di“Stizza” a cura di Carmela Trovato. Un’immersione piena nella musica tradizionale siciliana è stata favorita dalla cantante folk Cinzia Sciuto, che si è esibita in alcuni canti popolari nel ricordo di Rosa Balistreri. Ma anche lei ha rivestito di musica “La me vo’ vo’” di Alessio Patti. Quindi il medico musicista Gesuele Sciacca (chitarra e voce), Mariodavide Leonardi (violino) Daniela Greco (seconda voce), hanno riproposto in una versione molto intensa sempre “La me vo’ vo’ (musicata da Sciacca) ed altre poesie di Patti cantate e, infine lo stesso Sciacca ha proposto una sua composizione dal titolo Se tu fossi ancora qui”, dedicata al padre, e una lirica di Giovanni Vecchio “Tragitto convulso”. Subito dopo la declamazione da parte di Loredana Marino della lirica dedi- Federazione Provinciale Tradizioni Popolari. Rieletto il M° Melo Chillari. Domenica 14 giugno, nei locali del Museo del folklore di Giarre (costituito e gestito dal M° Melo Chillari) ha avuto luogo la riunione della F.I.T.P (Federazione Italiana Tradizioni Popolari), presieduta dallo stesso Chillari , presidente provinciale F.I.T.P., e dal M°Alfio Russo, presidente regionale della stessa Federazione. L’argomento principe è stato la difficoltà che i gruppi folk in genere devono affrontare per portare avanti la loro attività. Il problema economico è stato al centro dell’attenzione: <<Col passare del tempo è diminuito il numero degli spettacoli, e senza questi i ragazzi perdono la voglia di continuare, - ha affermato il presidente provinciale – i giovani devono essere spronati a portare avanti le tradizioni, la nostra cultura siciliana>>. Un grido d’aiuto, quindi, rivolto ai comuni e agli enti territoriali per permettere a chi ha questa passione di poter svolgere l’attività senza l’aggravio di ulteriori spese, pur sottolineando il fatto che il folklore non deve essere ritenuto come una forma di attività retribuita. Elogiando il lavoro dei gruppi folcloristici, Russo ha ribadito che bisogna a tutti i costi sensibilizzare gli Enti ed ha aggiunto: <<Non per forza dobbiamo pensare in grande, bisognerebbe far tutto in forma minimale con un buon calcolo delle risorse necessarie>>. Il presidente regionale, partendo dal presupposto che <<l’unione fa la forza>>, ha proposto di creare una unica cooperativa di più gruppi folkloristici perché così si possono acquisire benefici per il proseguimento dell’attività. La continua formazione di piccoli gruppi, spesso con poca esperienza, compromette spesso l’andamento dei maggiori gruppi, e a volte nascono con uno specifico interesse, che magari non è quello di far conoscere le nostre tradizioni. Il folklore, invece, porta dentro un preciso significato e valorizza l’ “insieme”; esso richiede, prima di essere attuato con i gruppi o di essere insegnato , un adeguato apprendimento ed esperienza, altrimenti si rischia il degrado della cultura folk. La riunione si è conclusa con le votazioni per l’elezione del presidente provinciale, che ha visto la conferma del presidente uscente Melo Chillari, premiato per l’impegno profuso. Nhora Caggegi “Peppino tornava …” (EdilStampa, Roma 2015) è il primo romanzo di Angelo Vecchio (non è parente del recensore), ingegnere ed architetto, nativo di Santa Venerina e dal 1980 componente di uno Studio Consociato di Architettura e Urbanistica in Acireale. Una scrittura limpida, una narrativa evocativa della memoria che tocca le corde più profonde dell’animo umano, una descrizione dei contesti essenziale ed efficace. Si racconta la vita di Peppino a cominciare dalla prima adolescenza vissuta nel mondo rurale di Badia, un quartiere di Santa Venerina, dove la sua famiglia e quelle dei parenti vivono in case modeste senza né luce né acqua e con il frutto del loro lavoro svolto nel vigneto ereditato dagli antenati e con la raccolta delle olive. La vita è difficile e c’è molta emigrazione. Siamo nel passaggio dall’800 al ‘900 . L’autore ci presenta la figura di un onesto lavoratore, senza vizi se non quello del fumo, legato da un vincolo viscerale con la sua terra siciliana ed etnea in particolare, ma costretto a recarsi in Australia per raggranellare un po’ di denaro per ricostruirsi una vita e tentare di dimenticare la grande sofferenza patita per la morte della giovane moglie Lucia, una cugina a cui si era legato affettivamente, ricambiato, sin dall’età adolescenziale. Il romanzo ci presenta i ricordi del personaggio principale dai primi passi di un amore sincero e profondo per Lucia, prima fortemente contrastato dai parenti, all’esperienza della prima guerra mondiale. Infatti, nel 1917, dopo la disfatta di Caporetto, furono chiamati alle armi anche i “ragazzi del ‘99” e Peppino, ricevuta la cartolina, vive i momenti tragici degli assalti contro il nemico e gli stenti della trincea, fortunatamente si salva ma viene preso prigioniero dai Tedeschi e si scontra anche in questa situazione con situazioni al limite della sopravvivenza (baracche non riscaldate, vestiti leggeri e freddo pungente, rancio scadente). Ma da lì pensa alla sua Lucia, alla quale scrive e, grazie alla collaborazione di una parente, riesce a far pervenire le sue lettere, ma è anche interessato alla sua vigna, ai lavori necessari nelle varie stagioni. Finita la guerra, spera nel ritorno immediato, che invece viene rinviato per accertamenti sulla cattura ed eventuali responsabilità penali e messo, assieme a tanti altri, in quarantena per paura che possano trasmettere malattie infettive. Il viaggio è lungo ma Peppino ritorna e qui si apprezzano le descrizioni dei sentimenti di Peppino quando intravvede la sua amata terra tra Catania e Taormina, La terrazza della “Casa di sollievo” San Camillo è stata riparata grazie al sostegno del LeoClub, giovane sodalizio acese retto da Francesca Dugo e che al suo interno, come delegata della seconda area operativa ha la giovane Claudia Fatuzzo che si è impegnata a raccogliere i fondi ricavati dalla vendita di felpe, da devolvere al ripristino di questa importante struttura di accoglienza. Alla “inaugurazione” dei lavori che si sono succeduti è stato presente oltre che fratel Duca, responsabile della “Casa” , anche il sindaco Barbagallo. ph Fabio Consoli cata a “Mario Monicelli”, è salito sul palco ultimo artista della serata, Alberto Marchetti, romano, che ha musicato appunto la poesia “Monicelli” e “S’idda tuccassi a mia” di Patti, cantando per la prima volta in lingua siciliana; ha poi concluso con la sua canzone in lingua italiana “I segni del tempo”. Ultima poesia, recitata dallo stesso Patti, “Cca è scuru”, che esprime drammaticamente lo stato d’animo di chi si deve confrontare con la morte .Un video con immagini e una poesia di Giovanni Grasso dedicata all’amico Alessio Patti, è stato proiettato a conclusione di una serata, ricca di poesia, musica, canto e che si è avvalsa della collaborazione attiva dei soci dell’associazione “Sto.Cu.Svit.”, dal service (Gesuele Sciacca), alla videoripresa (Salvatore Sciacca), alle proiezioni (Orazio Giovanni Vecchio), alle luci (Giuseppe Di Bartolo), alla fotografia (Rosa Vecchio) e altri servizi vari di supporto a cura del presidente Domenico Strano, della vice presidente Maria Lizzio, di Teresa Maccarrone. ed Eleonora Caggegi. Un evento memorabile del quale gli intervenuti ancora continuano a parlare e chiedono di replicarlo in altri contesti per dare un messaggio d’amore per la Sicilia e far conoscere meglio gli straordinari talenti della nostra terra. Nhora Caggegi Intensità di sentimenti nel primo romanzo di Angelo Vecchio Grande festa al suo ritorno, ma in mancanza di lavoro e guadagno, decide di chiedere la ferma per tre anni nell’arma dei carabinieri e viene trasferito a Milano. Ha sempre la sua Lucia nel cuore e la terra etnea. Un altro ritorno e i preparativi, superate alcune perplessità dei genitori e degli zii, per il matrimonio con Lucia, che finalmente avviene per la felicità dei due. Ma i tratta di un breve periodo di gioia perché, scoperta la gravidanza, viene consigliato alla giovane donna di ricorrere ad un aborto, che espletato con sistemi “artigianali”, la condurrà ad una precoce morte. Da qui riprende il discorso avviato all’inizio di questa recensione. La vita di Peppino risulta difficile, non riesce a rassegnarsi e rimane fedele alla sua Lucia, rinunciando a sposarsi di nuovo, nonostante delle buone possibilità. Riprenderà il suo lavoro nei campi e insisterà nella sua solitudine con il fumo che, però, dopo qualche anno lo condurrà alla morte. Si intrattiene nella piazza o al bar per parlare con qualche amico (bella la descrizione della vita di paese) e poi torna sempre inconsolabile a trascorrere le notti tra sogno e realtà. Bisogna riconoscere che questo è “un romanzo – come si legge nel risvolto di copertina – che unisce una grande intensità di sentimenti allo svolgimento semplice e chiaro. Un libro che racconta senza sbavature il dovere di vivere, l’impegno per migliorare le proprie condizioni, l’amore pieno di rispetto e mai tradito. Valori vissuti dal protagonista Peppino con linearità, perfino nella solitudine”. Ci sono tratti nell’opera di vera poesia come quando, ad esempio, viene descritto il ritorno con la nave dall’Australia o quando si aggira tra i suoi “pallido e stralunato” e solo in campagna ritrova una pace profonda. La lettura di questo libro fa bene allo spirito, ci porta una testimonianza credibile e sincera, un mondo di valori che oggi sembrano perduti, ma che costituiscono forse l’aspirazione nascosta e inconsapevole dell’uomo del nostro tempo, che non trova la felicità nell’effimero e nell’edonismo dominanti. Giovanni Vecchio AK IS Sabato 18 Luglio 2015 9 Le famiglie Consoli, Scalia e Pennisi ringraziano tutti coloro che hanno espresso la loro affettuosa amicizia e solidarietà per la perdita del caro congiunto Nicola. CONVENTION DEL DOTT. NOÈ A VARSAVIA Il 7 GIUGNO si è svolta una convention motivazionale del Dott. Noè dal titolo: “THE COURAGE TO CHANGE - IL CORAGGIO DI CAMBIARE” a Varsavia (Polonia). La sua relazione si è soffermata su come possiamo migliorare le nostre prestazioni e la qualità della nostra vita. “I mean to say that we all need the courage to change - Tutti dobbiamo avere il coraggio di cambiare”. Oggi, più che mai, dobbiamo essere pronti a cambiare costantemente. Il mondo viaggia ad una velocità esorbitante, e ognuno di noi, può gestire questo cambiamento solo con la giusta motivazione e Sempre con te Non c'è luce dentro di me senza i tuoi occhi. Finirò di amarti quando le onde del mare e del tuo cuore scompariranno. L'inseguirò e nel mio silenzio ti dirò, Patrizia ti amo. Vito Cutuli competenza. Ogni gruppo di lavoro, condivide valori, credenze e obiettivi che portano alla mission e alla vision. Una comunicazione efficace, una capacità di leadership autorevole e una chiara competenza distintiva, sono elementi essenziali per performance di alta qualità. Oggi non si può essere soltanto bravi, oggi bisogna essere i primi e solleticare l’eccellenza, che vuol dire fare costantemente meglio quello che si fa”. Il Dott. Noè si è soffermato su come si può riuscire a migliorare le performance professionali. Il ciclo di conferenze continuerà per varie città europee, i prossimi appuntamenti: Praga, Valencia e Berlino. Il Dott. Noè è stato definito un professionista con passione e talento… noi aggiungiamo un talento tutto Siciliano! Istituto San Michele Acireale – via Dafnica, 156 Tf: Portineria 095 605308 Direzione 095 604218 (fax) [email protected] LICEO SCIENTIFICO PARITARIO Un Istituto di prestigio, con la sua lunga storia Una Scuola che ti prepara alla vita Una Scuola che con una didattica personalizzata ti accompagna al conseguimento della Maturità Sono aperte le iscrizioni per l’anno scolastico 2015/16 Passaggio delle consegne al Serra Club di Acireale; passaggio tra la prof.ssa Sara Belfiore ed il medico Mario Vasta. L’incontro, alla presenza di S.E. Il Vescovo Raspanti, è stato gestito dal segretario avv.Di Prima e con la partecipazione dei service cittadini e del Governatore Cherubino Fiorini. ALLA MIA ETÀ NON ESISTONO MEZZI TERMINI, MEZZE PORZIONI. O TUTTO O NIENTE. E VI PREGO DI COMPRENDERMI. Il mio rapporto con Acireale è di tipo viscerale: io la amo questa cittadina perché vi ho trascorso la mia infanzia al tempo della guerra e subito dopo la sua infausta conclusione; perché l’ho scoperta da adolescente meravigliandomi della sua bellezza e di tutto ciò che vi scoprivo; perché vi ho frequentato tutte le scuole fino alla maturità. Perché mi sono formato da uomo e da cittadino alla sua scuola, alla scuola dei suoi antichi abitanti, che erano diversi da quelli attuali. E come farei a non amarla! Fa parte delle mie viscere. Ma al tempo stesso la odio, e fuggirei da essa, solo che lo potessi; preferendo vivere altrove, dove le regole vanno rispettate; dove i diritti dei cittadini sono sacrosanti. Credo di avere il diritto a reclamare che essa funzioni, come un perfetto orologio, perché ho dato il meglio di me stesso per Acireale, esercitando il ruolo del lavoro che ho scelto di svolgere e avendo assunto la carica di sindaco in tempi terribili, quando infuriava tangentopoli e forze, poi non tanto occulte, interne ed esterne ad essa, congiuravano indegnamente perché ne venisse sciolto il consiglio comunale non so per quali ignominiosi e vergognosi motivi. Per essa, e per il suo bene, ho sofferto per tanto tempo. Ho diritto dunque, come tutti gli altri, di pretendere che questa città sia una città e non un ammasso di cittadini, ognuno per i fatti propri; perché offra a tutti quei servizi che essa è tenuta a dare. Perché prepari oggi il futuro delle nuove generazioni in termini di vivibilità e di lavoro; perché rispetti il suo paesaggio che è meraviglioso, ma rischia di precipitare nel baratro della sporcizia. E m’indigno con chiunque, amico o non amico, non sia all’altezza della situazione, non mantenga le sue promesse, non risolva i problemi. Ed allora il mio amore diventa odio. Alfonso Sciacca “Gli Appassionati”, associazione ripostese presieduta da Leonardo Mastroieni ha organizzato un incontro tra appassionati ed artisti della fotografia e della pittura. L’incontro si è svolto nella banchina del “Porto Turistico “Marina di Riposto”. 10 AK IS Sabato 18 Luglio 2015 A Tu per Tu con Monsignor Gianni Lanzafame Di Bartolo: una vita dedicata a Maria! “Un vanto per la Chiesa...” questo il giudizio di Papa Ratzinger in relazione alla copiosissima produzione letteraria dell'alto prelato catanese, ormai trapiantato in Spagna. L'incontro avviene in una splendida mattina di inizio estate, nel giardino di una villa a strapiombo sulla Timpa acese. E' lì che abitano amici di vecchia data di Monsignor Gianni Lanzafame Di Bartolo, anzi di Padre Lanzafame Di Bartolo o, semplicemente...di Padre Gianni, come preferisce essere chiamato. Perfezionata la conoscenza con una schietta e sincera stretta di mano, ci accomodiamo in un comodo salottino da giardino e... Padre, Lei è classe 1954... M'interrompe quasi subito preso com'è dall'entusiasmo e dalla foga di raccontarsi, cifra che manterrà alta per tutto il tempo del nostro breve incontro. Si, ho avuto la sorte e la fortuna di nascere nell'anno mariano. Pensi, l'anno della mia nascita fu il primo anno mariano della storia, indetto da Papa Pio XII - Papa Pacelli - in occasione del centenario del Dogma dell'Immacolata. Questo mi ha marcato, in un certo senso ed ha segnato i miei passi nella vita. Devozione alla Madonna, già presente nel cuore di mia madre, Maria Vittoria ed in quello di mia nonna Concetta. Poi, sa...questa devozione, fin da piccolo...avendo vissuto io tra Catania e Palermo...è stata intessuta da varie celebrazioni. La Madonna è sempre stata presente nella mia vita fino a quando fui chiamato al sacerdozio e... E questo avvenne verso i 17 anni, giusto? No, per la verità a 13 anni. Poi, in seno alla mia famiglia, ci fu una disgrazia...la morte di un mio fratellino in un incidente d'auto e siccome, quando un figlio entrava in seminario, significava vederlo solo un paio di volte l'anno...ebbi il permesso di tornare a casa e di stare accanto ai miei genitori. Ho frequentato il Seminario a Catania, da esterno, fino a che fui ordinato sacerdote....per l'appunto e ciò, pensi un po', avvenne proprio il giorno della Madonna di Loreto per espresso desiderio di mio padre che, essendo stato militare dell'Aviazione...volle che fossi ordinato lo stesso giorno in cui si celebrava la Regina dell'Aviazione. Poi, Monsignor Picchinenna mi mandò al Marianum a Roma a studiare antropologia religiosa e...insomma... la Madonna è sempre stata presente nella mia vita e mi ha accompagnato nelle varie fasi. Padre Gianni, mi viene da pensare che questa devozione alla Madonna L'accomuni, in un certo senso, a Papa Woytila...che dedicò proprio il Suo pontificato a Maria, no? Come no! Io ho avuto la fortuna di conoscerLo, sa? Poco prima di laurearmi... il Papa visitò il Marianum. Ricordo che i miei relatori Gli fecero presente che a breve avrei discusso la mia tesi ed Lui volle benedirla oltre a mostrarsi interessato a sapere la storia della Madonna del Rosario...di quella dell'Indirizzo a Catania...di Santa Maria della Mecca...”Ma come mai...si chiama della Mecca?” mi chiese Mi rivedo, con profonda commozione, spiegare a Sua Santità che prima trattavasi di una Moschea araba trasformata, poi...agli inizi del XVIII secolo... da un Vescovo, Monsignor Galletti, in una Chiesa e poi, ancora...dall'Arcivescovo Salvatore Ventimiglia in Chiesa, oggi attuale cappella dell'Ospedale “Garibaldi”. Ricordo che mi invitò ad alzarmi...a me che stavo devotamente in ginocchio... e mi volle nella foto di gruppo mentre io, mi tenevo a distanza non osando avvicinarmi. “No, no...il siculo. Il siculo qui!” e si premurò che mi avvicinassi. Conservo una bellissima foto in ginocchio davanti a Lui che mi pone le mani sulle spalle. Che ricordi meravigliosi!!!! Poi, piano piano...sono diventato, prima, Amministratore parrocchiale di Maria Ausiliatrice e di San Domenico Savio nella periferia Nord di Catania, poi Vice cancelliere della Curia e Vice Parroco della Cattedrale. Ed ancora, fui mandato come arciprete a Belpasso nella Chiesa dedicata all'Immacolata e così via...tante le esperienze maturate. Tantissime. Un'attività molto intensa che mi ha visto anche collaborare intensamente alla nascita del Museo diocesano di Catania che oggi è il fiore all'occhiello dell' Arcidiocesi della città e, tra un incarico ed un altro, ho insegnato in Seminario ed ho sempre predicato. Molto, moltissimo. Specialmente ad Acireale, ai tempi di Monsignor Malandrino. Ma da dove nasce questo culto alla Madonna? Ma guardi, proprio alla luce di ciò che predicava Giovanni Paolo II, ho sempre cercato di vedere questa figura come una figura ponte...tra la Trinità e l'uomo. Nella nostra bellissima terra...e, a tal proposito, Le ricordo che Pio XII disse che la nostra terra era proprio feudo di Maria...ogni angolo è dedicato alla Madonna. Pensi ad Acireale...alla pescheria.....se si percorre, ad esempio, la via Dafnica...si incontrano 5/6 immagini di Maria...insomma, Maria è sempre presente. E' la Madonna che ci porta a Cristo e, pertanto, se noi crediamo...la Madonna, madre dell'Umanità, ci porta a Cristo. Padre Gianni, il culto alla Madonna ha avuto una forte spinta dopo il Concilio di Trento...è corretto dirlo? Ma guardi, la Madonna appare già nel IV/V secolo. L'autore degli Atti degli Apostoli racconta di come ci fosse Maria, la madre di Gesù, in mezzo a Loro. Insomma, non ha mai lasciato soli i Discepoli dopo l'Ascensione di Gesù. Certamente, il Concilio di Trento....con le processioni...i grandi altari... ha celebrato questa bellezza di Maria elevata a catechesi. Poi abbiamo l'Ottocento dei dogmi e delle apparizioni. E' l'epoca dell'apparizione a Lourdes, a Bonnet...del dogma dell'immacolata. L'ottocento prepara alla prima guerra mondiale. Dopo questa, a Fatima, Pio XII affidò l'Umanità al Cuore Immacolato della Madonna...la famosa peregrinatio della Madonna di Fatima che, in elicottero, raggiunse tutto il mondo. Subito dopo, abbiamo Giovanni XXIII...il Papa di Transizione, che “apre” con il Concilio. Insomma, la Madonna appare sempre più presente nella vita della Chiesa. Non c'è Chiesa senza eucarestia, senza parola...e senza la presenza materna di Maria. Giovanni Paolo II incarnò il culto di Maria...ci fu un boom della devozione alla madre di Gesù...un nuovo anno mariano...un'enciclica, Redentoris mater e così via... Padre Gianni, Lei dal 2000 vive a Siviglia. Cosa ama far conoscere della Sua, nostra terra? Tutto! Soprattutto amo far conoscere quelle che sono le nostre tradizioni. Nel mio ultimo libro, che parla di Acireale...illustro, ad esempio, quelle che sono le“vare”della cittadina: quella di San Sebastiano, di Santa Venera, di San Michele, della Madonna del Rosario. In “Barocco in processione”cerco di far conoscere quella che è la vera realtà della nostra terra che non presenta solo quelli aspetti che vengono proposti, montando la realtà. Insomma la nostra realtà non è solo quella che propongono i vari Padrino Uno, Padrino due e tre. Quando arrivai a Siviglia, ripeto 16 anni fa, la prima domanda che mi veniva rivolta era “Come va? Come va la mafia in Sicilia?” Sa cosa rispondevo? “La mafia? Male, va male...vede: aveva un cappellano, io... ed ora non ce l'ha più. Poi, vedeTe...c'è mafia in Cina, mafia in Russia...insomma, l'abbiamo esportata, siamo rimasti senza, noi!” Vede è da 40 anni che scrivo...38 i libri pubblicati. Faccio la mia parte, come posso...faccio vedere quella che è la parte storica, quella folcloristica...il buon cuore della nostra gente. Certo, non posso parlare di cucina perchè non ne capisco nulla ma certo, parlando di Sant'Agata, non posso non parlare delle “minnuzze” un modo che abbiamo avuto noi siciliani per addolcire il martirio della nostra Patrona. Così come non posso non raccontare il miracolo delle olivette...quelle che caddero copiosamente dall'albero testimone del martirio della nostra amata santa. Io vivo al centro di Siviglia e dalla mia casa passano tutte le varie processioni della città. Sa cosa succede? Ogni volta, il mio pensiero va alle processioni del“Venerdì Santo” in Via Crociferi...alle processioni dei Misteri di Trapani...a quelle di Caltanissetta. In Spagna, nel corso dei secoli, hanno trasformato quelle che dovevano essere processioni meste in qualcosa di gioioso. Le chiamano, infatti, “Feste di Primavera” . Da noi, invece, a parte la domenica di Resurrezione...e qualche processione gioiosa come quella della Madonna “Vasavasa” di Modica...da noi solo marce funebri come quella di Chopin...marce che, indubbiamente, invitano alla preghiera. Comunque sia, tra Andalusia e Sicilia ci sono varie assonanze...mari che comunicano. Ricordo che il Cardinale Amico...per 28 anni arcivescovo di Siviglia... è venuto spesso in Sicilia ed ogni volta ha avuto parole di ammirazione per la nostra Terra e per i siciliani. Padre Gianni, questa continua aggressione della Lega non è servita secondo Lei a rimettere in moto quel sentimento di appartenenza e di orgoglio che spesso è stato soffocato in noi siciliani? Ed ancora, non crede si tratti comunque di una visione più politica che poco appartiene alle persone? Ha perfettamente ragione. Una scelta ed un sentire politico che poco hanno a che vedere con la percezione della gente. Lasciano il tempo che trovano, secondo me. Padre Gianni...tantissimi i libri pubblicati. Ne cito solo alcuni...come esempio della vasta mole di produzione letteraria: “ A Maria, salvezza nostra” che, scritto nel 1984, fu il primo libro a portare la Sua firma; “La Chiesa di San Camillo, arte sacra sul culto alla Madonna della Salute” ed ancora, “Lucia, luce di Cristo”, “Catania mariana”prima e seconda edizione, “Il culto di Maria oggi”, “Sant'Agata, festa barocca”, “Il culto di Santa Rosolia a Siviglia ed Andalusia”, “Sicilia, feudo dell'Immacolata Concezione”, “La madre dolorosa nel Regno delle Due Sicilie ed Andalusia” e così via. Si, grazie. Papa Benedetto XVI ebbe a dire “Questo è un orgoglio per la Chiesa. Ma come ha fatto...a scrivere e, nel frattempo, ad insegnare e a fare il parroco?” Sa cosa Le dico...io dormo il giusto e la mattina presto amo scrivere. Padre Gianni...si parlava di apparizioni. Quale il Suo punto di vista rispetto a questo moltiplicarsi di apparizioni mariane? Prudente come l'atteggiamento della Chiesa tutta o cosa? Penso a Medjougorje, ad esempio... Si...io ci sono stato due volte. La prima...dopo la prima apparizione. Allora il gruppo dei veggentiera numeroso. A Tal proposito, Le ricordo cosa cita un decreto di Papa Urbano VIII:“Le apparizioni non sono dogma di fede...”non sono necessarie affinchè noi crediamo, insomma. Medjougorje oggi è diventato un punto di riferimento per centinaia di milioni di giovani. Ed è già un miracolo, secondo me, tanto più che lì non c'è nulla. Insomma, quando si va a Lourdes, a Fatima è diverso ma lì non c'è nulla....proprio niente solo una parrocchia semplice. Questo è ciò che di straordinario avviene lì. La presenza di Maria si avverte...e poi, la devozione vera a Maria è fatta di sacrificio. Se per raggiungere un luogo si affrontano tanti disagi...si cammina a piedi...in condizioni difficili...qualcosa deve pure esserci o no? Qualcosa significherà! Per me è già un miracolo, questo! Anche a Fatima, ad esempio...quella piazza enorme che si riempie...pensi a Lourdes dove arrivi ad una fonte e bevi da un bicchiere dove magari, prima, può aver bevuto qualcuno che sai potrebbe avere avuto un tumore...questo è già miracolo per me al di là della veridicità delle apparizioni. Questo è il miracolo che supera tutto, fermo restando che sono d'accordo con ciò che ha detto Papa Urbano e cioè, ripeto, che le apparizioni sono sono condizioni per credere ma...certamente, aggiungo io, aiutano a credere. Quelli sono luoghi di preghiera per moltitudine di persone. Padre Gianni, tornando alle Sue amate processioni. Ho letto che Lei fu artefice a Catania del ritorno della processione della Madonna dell'Indirizzo. Come no...si! Guardi, io sono nato a Catania nei pressi di Piazza Mazzini, a due passi dalla Pescheria ed ho sempre coltivato la pietà popolare. Lì la parrocchia è intitolata alla Madonna dell'Indirizzo. Io ebbi, da giovane sacerdote, il grande onore di far restaurare la statua da un grande Maestro. Il simulacro è di Roche Balduche...di epoca spagnola...quando Vicerè a Catania era il Duca d'Ossuna. Il culto si rifà ad un'apparizione miracolo della Madonna del Carmine nel 1612. Eravamo...dopo il Concilio Vaticano II...anni intorno al '68...il quartiere si andava spopolando...e con esso si andava affievolendo anche il culto. Non che fosse finito, no di certo... ma andava scemando! Fatto rettore della Cattedrale...mi diedero anche la Rettoria dell'Indirizzo e così parlando e confrontandomi con la gente del popolo (macellai...pescivendoli...alimentaristi) ...da più parti insistevano...”Padre Gianni, Lei che è del quartiere...ma perchè non rifacciamo la processione?” Dissi “Facciamo una cosa...la Madonna esce, la domenica dopo il Carmine...a luglio, in pieno caldo. Va in Piazza Pardo, facciamo la messa e all'offertorio dona quello che può agli enti più poveri della città. Presente la Madonna. E poi diciamo un Rosario meditato, alternandolo con la musica...itinerante: Porta Uzeda...Piazza Duomo, Via Garibaldi, Castel Ursino e rientro. Conditio sine qua non...però, dovrà essere quella di portare la Madonna a spalla, senza motori o ruote.E così è andata avanti per sei anni, eh? Poi, con il mio trasferimento a Siviglia, la fecero per un altro anno ancora e poi basta. Sa non tutti i sacerdoti hanno il tempo...la visione...La statua comunque è a visibile, al momento, nel salone d'Oriente dell'Arcivescovado non essendo ancora stata restaurata, per lungaggini burocratiche, la Chiesa che la ospitava. Lo stesso culto è presente nell'Acese, eh? Nella cappella dei Nicolosi vicino alla villa ...vi è un bellissimo dipinto della Madonna, ad esempio. Ed ancora, la diocesi di Acibonaccorsi è dedicata alla Madonna dell'indirizzo. Tra Viagrande e Trecastagni, poi, in una stradina secondaria... c'è una cappella dedicata alla Madonna dell'Indirizzo e così pure a Piazza Armerina. Il culto nacque tra il 1610/1612.Ora si chiederà come mai di questo culto...Sa qual è la storia? Il Duca d'Ossuna arrivò in Sicilia, con la Sua famiglia...Sua moglie...i Suoi figli...in una notte di tregenda. Il mare era agitatissimo e la nave rischiava di naufragare. Patrona della Marina spagnola era, allora, la Madonna del Carmine e fu Lei che il duca invocò essendo in pericolo. Ad un tratto, vide una luce...un faro e riuscì ad attraccare, sano e salvo, al porto di Catania. La cosa miracolosa è che, una ventina d'anni prima in occasione di un disastroso terremoto, la città aveva perduto il faro....insomma, non aveva un faro! Quindi, quando attraccarono a Catania vicino alla pescheria, il duca trovò un'edicola con una lampada ad olio che aveva funto da faro ed lo aveva indirizzato verso la salvezza. Da allora, quella Madonna del Carmine venne chiamata dell'Indirizzo e quando il Papa venne a Catania...pensammo che sarebbe stato bene, quando il Santo Padre si fosse affacciato su Piazza Alcalà, farGli vedere quella Madonna. Il Papa notò che lo scapolare che portava rappresentava la stessa immagine e ne chiese il nome...quella sera, era la vigilia del Suo onomastico che cadeva il 4 novembre...rivolto ai giovani disse “Che la Madonna sia il Vostro indirizzo!” Padre Gianni, Lei che ha prestato opera in vari quartieri popolari, la vera umanità vive nella periferia? Vede, la bontà risiede in tutti i quartieri e dovunque c'è, di contro, chi cade nelle tenebre del peccato però è innegabile che il vero cuore alberga tra la sofferenza, nelle periferie...è pane di casa! Chi non è “umile” che può fare? Guardi, c'è tanta bontà tra i non“umili”...ho esempi che - per ragioni di privacy - non posso dirle. Guardi, il cuore dell'uomo è fondamentale buono e lo si può ritrovare ovunque. Pensi, quando gravitavo tra la parrocchia della Cattedrale e la Collegiata...le famiglie di riferimento erano quelle della nobiltà catanese...i Nava, discendenti del cardinale...i Paternò Castello...bastava dare loro l'”indirizzo”, per l'appunto, e mai si sono tirati indietro. Cos'è che inquina l'animo umano, Padre Gianni? Il denaro o cosa? La tv...internet. Non preghiamo più...siamo concentrati su di noi e su quello che vogliamo. Dove c'è l'IO non c’è DIO! Padre, quale il Suo rapporto con la tecnologia? Guardi, la uso certamente. Ho, persino, una mia pagina Fb. La uso per divulgare il mio apostolato. Ripeto, la uso ma...non mi faccio usare, come spesso avviene. E' uno strumento per divulgare anche i miei libri il cui ricavato, al netto delle spese, è appannaggio esclusivo di opere di bene. Mai visto un soldo, io...ci mancherebbe! E così sarà con “Catania mariana” che presenterò in questi giorni. La tecnologia è anche uno strumento per comunicare sui grandi temi che attanagliano la Chiesa. Rispetto all'ISLAM...siamo in pericolo come cristiani, secondo lei? Guardi, certo siamo in pericolo se parliamo di integralismo islamico, quello sì. Ma io voglio soffermarmi sull'integrazione che può esistere. Pensi, io ho un grandissimo amico che è marocchino. Certo, abbiamo abitudini diverse...io prego il Padre Nostro...Lui recita le preghiere tratte dal Corano. Su queste basi si può costruire tutto ma bando agli integralismi...di qualsiasi natura essi siano. Guardi, anzi la faccio parlare con il mio amico...aspetti. Padre Gianni, a questo punto, compone il numero del Suo amico marocchino che vive in Spagna...vicino casa Sua. “Simo...una mia amica voleva chiederTi quale il rapporto con i cristiani?” Una voce dal forte accento spagnolo, risponde entusiasticamente... “Il nostro è un rapporto bellissimo! Una scoperta continua...una promessa di fede”. “Contento, quindi, del rapporto...niente barriere?Quale il segreto del Vostro rapporto?”aggiungo io “Confianza ed amor...”chiosa Simo “Cammino verso Dio... confidenza ed amore” ribadisce Padre Gianni. In conclusione, chiedo a Padre Gianni quali i progetti per il futuro... Continuare in ciò che sto facendo. Forse un ritorno in Sicilia dopo 16 anni di vita di esperienze uniche. Starà ai miei superiori decidere. Cosa porterà dalla Spagna... La chiesa è una...santa e cattolica. L'importante è vivere il Vangelo. Spengo il registratore e Padre Gianni continua a parlarmi dei tanti problemi della gente del quartiere sivigliano dove insiste la sua parrocchia. Mi parla di sofferenza ma anche di solidarietà, di integrazione nonostante le diversità...e di come l'arte possa essere un tramite per arrivare a Dio! Come darGli torto...alla prossima! Silvia Ventimiglia – Giugno 2015 AK IS Sabato 18 Luglio 2015 La festa di S. Venera si veste di Rosa Anche quest’anno con incommensurabile gioia siamo lieti di annunciare l’apertura dei solenni festeggiamenti in onore della nostra amata Patrona Santa Venera, che nelle giornate clou del 25 e del 26 si svolgeranno proprio durante l’ultimo fine settimana di luglio, dando l’opportunità a coloro che insieme a noi desiderano beneficiarne, di fermarsi in città approfittando della particolare occasione. I recenti rinnovi delle cariche nella deputazione per la cappella di Santa Venera, con la felice riconferma alla Presidenza di Fabio Grippaldi, hanno comportato dei fisiologici ritardi nell’organizzazione, ma nonostante tutto, partecipi, solidali e concordi portiamo avanti con soddisfazione e spirito di devozione la nostra festa, melodiosa, luminosa, rutilante e scoppiettante, per onorare nel modo migliore possibile la dolce Patrona di Acireale. Tradizione e innovazione, storia e modernità si intrecciano in questo 2015, in cui gli elementi di novità si manifestano non solo all’esterno sugli edifici, dove una suggestiva illuminazione metterà in risalto le facciate della Cattedrale, della Basilica dei SS. Pietro e Paolo e del Palazzo Vescovile, ma persino all’interno della stessa Reale Deputazione. Merito del nostro Sindaco che nella nuova compagine dei delegati ha voluto che vi fosse anche la presenza di una donna. Una rivoluzione contraria a più di quattrocento secoli di storia? No! Solo il semplice innesto di una presenza “gentile”, nella compagine fruttuosa di una tradizione consolidata, accolta da tutti con amicizia, che potrà offrire una nuova venatura di colore all’organizzazione della festa, un nuovo apporto, magari più prossimo alla sensibilità femminile che le è propria. La presenza femminile d’altronde è già una caratteristica tutta siciliana fra i Santi patroni. Basti ricordare che, oltre alla nostra Venera, fra le Sante più amate e venerate vi sono la palermitana Rosalia, la catanese Agata e la siracusana Lucia. Il culto verso i Santi, la segnalazione al popolo di fedeli del loro esempio come straordinario e singolare modello di vita, come entità intermediaria presso l’Altissimo, è una delle peculiarità che contraddistingue la nostra fede, e il fastoso e festante modo di omaggiare i Santi patroni delle città nel giorno della loro nascita al cielo è anche espressione singolare e autentica alla cultura di antica ascendenza barocca. È per questi motivi che orgogliosamente ci pregiamo di rappresentare per essa il comitato organizzativo in nome e per conto della Diocesi e del civico governo di Acireale. Deputazione per la Reale Cappella di Santa Venera Acireale 1943 Ho sempre amato la mia città, Acireale. Da bambina percepivo il mio paese come un nido accogliente, tranquillo: mi sentivo parte della mia Città e anche della mia Patria. Sicuramente in questi sentimenti patriottici c’era lo zampino della mia maestra, la signora Maria Palmieri Pappalardo, che ha lasciato nel mio cuore ed in quello dei suoi alunni amore e orgoglio per l’Italia tutta. Oggi vedo la realtà con occhi diversi: non è mutata la passione, siamo noi che siamo cambiati, molto. Siamo in crisi ma il nostro io è come proiettato, molto velocemente, nella ricerca del divertimento e della più totale spensieratezza. Poco ci soffermiamo a riflettere sul nostro centro abitato, sembra quasi che Acireale non abbia vissuto la Storia come il resto dell’Italia o dell’Europa. Mi soffermavo a pensare questo, leggendo il libro dell’avvocato Felice Saporita, “Acireale 1943”, Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale, 1993. L’autore, in questo suo scritto, ha minuziosamente ricostruito gli avvenimenti che si svolsero in quell’anno di guerra, grazie ai documenti ritrovati del Comune, del Vescovado o di alcune annotazioni, diari e lettere personali che alcuni privati, come la signora Margherita Greco Grassi, il barone Agostino Pennisi di Floristella e di sua moglie Agata Francica Nava e del dottor Sandro Nicolosi, hanno lasciato ai loro eredi. In questi promemoria si evince che l’attività della città ruota attorno al Comune, al Vescovado e al Partito Fascista. Il Comune che ha come Podestà l’avvocato Mario Gulisano, cerca di organizzare la città in ordine degli accadimenti militari che interessano Acireale. In seguito al bombardamento aereo del 14 novembre 1941, ha provveduto, anche se non ci sono stati altri attacchi, a reperire cinque “ricoveri antiaerei”. Sono degli scantinati che con qualche accorgimento vengono adoperati ogni qual volta suona l’allarme. I ricoveri sono: quello delle scuole elementari di via Marchese di Sangiuliano; il sotterraneo dell’ospedale Santa Marta in corso Savoia; il convento di S. Rocco in via Umberto; l’edificio del sig. Gaetano 11 N’annu chiu , n’annu menu, n’atrannu pensa a Diu Allura carusi, passau n’annu quannu u sinnicu babbagallu vinciu l’elezioni. Di tannu tanti cosi s’ana fattu. Minghisi quantu cosi s’ana fattu a ghiaci!!!! Iaci è n’autru paisi. Chi vuliti mettiri iaci quannu c’era u sinnicu Garozzu a ora ca c’è u sinnici Babbagallu! Mancu l’ata pinsari. Prima a ghiaci c’era ncannaluvari unni vineunu picca chistiani, a spazzatura era strada strada, non si travagghiava chiu, i tassi erunu autuni, u pianu regolatori non era appruvatu, soddi a ghiaci non arrivaunu ppi fari i scoli, i stradi, i travagghi pubblici….ppi non parrari da villa ranni e di chidda nica, do cumuni. Era mpaisi senza divittimentu, senza chistiani, unni u cossu mbettu era leggiu e i negozi erunu tutti leggi o chiudeunu. Dopu n’annu putemu diri ca a ghiaci i cosi cangiaru, autru si cangiaru……e ni n’accuggemu tutti ca i cosi cangiaru. Ora a ghiaci avemu na funivia ca ni potta a scala pattennu do posteggiu vicino o campu sprtivo de cappuccini. Ppi sta cosa stannu arrivannu nzaccu di turisti ca stannu facennu mbuddellu di prenotazioni nda l’alberghi, ca su tutti chini…addirittura mpocu di chistiani addumannaru o sinnicu di fari novi alberghi …..ppi non parrari da villa….ci luvaru u bricciulinu e ci stannu mettennu a risagghia, pi fari camminari megghiu i chistiani chi passegini. Abbissaru macari l’abbiri ca, sutta garozzu, staunu murennu, mentri, ora, abbrivisceru. No sapeunu ca abbrivisceru? Avaja carusi! Non mu diciti….. ora m’addumannati picchi abbrivisceru? Ahahhahahahah…..picchi vistiru ca ndo cunsigghiu comunali ci sunu nzaccu di fimmineddi bidditti e ca si vestunu bboni…pi non parrari de carusi ca su macari iddi bidditti. L’abbiri, vidennuli, dissiru: finalmente ni putemu fari i rami novi|….. e non cascunu chiui. Ora iaci è mpaisi ppi carusi; ogna sira festa, bbuddellu, addivittimentu, u cossu mbettu semrpi chinu e a genti arriva di catania ppi pigghiarisi u gilatu o chianu , unni misiru nzaccu di taulini fora ppi sevviri i chistiani ca lassunu i motu e i machini nde pusteggi fora a piazza. A vidistuu comu cangiau acireale!!!!! Cambiamenti e disponibilità! L’insofferenza per nuove prese d’atto da parte della società tutta, quali le unioni civili, rende, ancor di più, certa destra, omofoba e cattiva. L’arrivo di chi scappa in cerca di un futuro rende, certa destra, razzista e cattiva. Non essendo disponibili ad accettare i cambiamenti epocali, questa destra, ingiuria chi, con apertura mentale innata, è in empatia con il diverso, come “buonista” ed incapace di avere propri sentimenti e pensieri. La realtà che ci ha riservato il XXI secolo, e della quale bisogna prendere atto, è che c’è un mondo in movimento, per molteplici ragioni, e che non tutti apparteniamo, fortunatamente, ad un tipo omologato e standardizzato di persona. Sarà difficile, oggi, anche per Agostino di Ippona, poter pronunciare la frase “Noli faras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas”, visto che nel loro intimo è questa la verità che trova la destra non “buonista”. Vincenzo Dato ACIREALE - ANELLO DEL FERRO - CONCORSO DI IDEE PER LA SCULTURA IN MEMORIA DEI CADUTI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE In occasione dell’ annuale Assemblea internazionale dell’ Anello del Ferro “RING OF THE EUROPEAN CITIES OF IRON WORKS”-, che quest’anno si svolgerà ad Acireale dal 30 settembre al 4 ottobre, gli artisti delle città partecipanti saranno coinvolti nella realizzazione di una scultura o installazione in ferro battuto, che rappresenti un inno alla fratellanza e alla memoria dei caduti del secondo conflitto mondiale, di cui quest’anno si celebra il 70° anniversario dalla conclusione. La Città di Acireale, in collaborazione con l’associazione Ring of the European Cities of Iron Works e con il patrocinio dell'Ordine e della Fondazione degli Architetti pianificatori e paesaggisti di Catania, indice un concorso di idee, allo scopo di selezionare il progetto per la realizzazione della scultura/installazione in scala, dal titolo IL RICORDO DIVENTI MEMORIA, che sarà presentata e realizzata coralmente dagli artisti delle 20 municipalità provenienti da ogni angolo d'Europa. Milleri in via delle Terme; l’edificio del sig. Domenico Figuera in via Umberto. Questo per quanto riguarda il centro. A Santa Maria La Scala si usa come rifugio una grotta rinforzata con opere di cemento. Ogni “ricovero” è dotato di banchi e lampade elettriche, in più sono allacciati ad una rete telefonica. C’è, nel libro, una descrizione dei punti di avvistamento e di allarme. Il Vescovo concede un altro sistema di allarme con le campane delle chiese del Carmine, S. Giovanni Evangelista, SS. Salvatore, Suffraggio, apparato che copre l’intero centro abitato. Il Comune, naturalmente, stanzia per i sacristi delle chiese in oggetto una somma annua di denaro. C’è l’ordine per la sicurezza pubblica dell’oscuramento notturno per non essere obiettivo dei nemici. Chi doveva girare per le strade di notte applicava ai vestiti delle piccole spille fosforescenti e portava con sé la lampadina tascabile. Fuori città, spesso, la gente non badava all’ordine e così il Prefetto chiede al Vescovo Russo di mobilitare i sacerdoti e spiegare ai parrocchiani l’importanza dell’oscuramento. Anche per divulgare le disposizioni di sicurezza ci si rivolge alla Curia, e il Vescovo rispondendo alle esigenze del momento nomina cinque sacerdoti che si adopereranno a insegnare ai cittadini quali sono i comportamenti da tenere e quali i segnali per metterli in atto. Un altro problema, lontano dalla vita di oggi e che ti colpisce come un pugno in faccia è il resocoto di tutto ciò che già da oltre due anni era razionato e che ognuno poteva ritirare solamente esibendo apposita tessera: pane, pasta, zucchero, olio, formaggio, patate, latte in scatola, sapone, petrolio, vestiti, biancheria… Dal “diario” di Margherita Greco Grassi “…da oggi restrizioni per viaggiare sugli autobus! Ci vogliono le tessere…(14 gennaio 1943) … Sono uscita per cercare stoffa per un vestito di Stefano. Niente… Nemmeno a Catania! (28 gennaio 1943)…stasera grandi manovre per farmi dare dal Podestà il permesso dell’autobus per andare a Riposto… (11 febbraio 1943) Il Podestà comunica che è in distribuzione della carne refrigerata, 75 grammi a persona… (28 febbraio 1943) … stasera mi sento così contrariata… non c’è da mangiare. Tutto manca! Il pane è orrendo! …(16 marzo 1943) Mariella Di Mauro Emozioni…Emozionando Connubio poesia musica ed arte Una manifestazione, organizzatata dalla Fidapa dell’avv.to Liliana Aceto che ha messo assieme la poesia in lingua italiana e quella in vernacolo …, ospite la poetessa Maria Grazia Falsone che dopo tanti anni di assenza dalla sua terra ritorna nell’agrigentino a declamare i suoi versi. “Essere qui, questa sera, è toccare la corde della Nostalgia ricordando la mia infanzia dorata”. Oltre alle declamazioni , ai duetti virtuali , tenendo fede al suo slogan artistico: “Quando la Poesia fa spettacolo”, la poetessa ha creato un momento di sicilianita’ recitando alcune liriche inedite dedicate a Rosa Balistreri, la poetessa licatese simbolo del Folk siciliano . “ Non potevo trovarmi in sintonia migliore con il mio modo artistico di divulgare la poesia, perché le emozioni in questa manifestazione sono stati i veri interpreti della serata…” Ppi non parrari da spazzatura. Ora a ghiaci cosi novi ci sunu. Si fa a differenziata, non comu a l’autri ma nda na manera novissima: a genti potta i cosi nda na zona ca si chiama “isola ecologica”, dda ci sunu operai ca pisunu a spazzatura e ci ritornunu soddi ca sevvunu ppi paiari menu nda bbulletta ca, ora arriva macari ntempu, non comu na vota ca arrivava a luglio e c’erunu bulletti di maggiiu e giugno, sti cosi c’erunu prima, quannu c’era Garozzu. Ora ci sono cosi novi, novissimi!!!!! S’abbissau u palazzettu e u tiatru. Pi non parrari do bellini ca iè apettu: ogna sira n’opera. Addirittura i tassi diminueru e a Tasi non si pava picchi u sinnicu novu avi nconsulenti ca sapi fari tuttu, no a chiacchiri, ma chi fatti!!!!prima c’era nsinnicu ca vuleva fari tutti i cosi iddu senza farisi aiutari di quaccunu. E l’operai? Voi mettiri ora. Stu sinnicu ci dissi ca ana travagghiari sempri e non si ponu pigghiari mancu u cafè! Ana travagghiari!!!!! N’ ana peddiri tempu!!!!! Adottau na leggi nova: i chistiani ana fari chiddu ca sanu fari! I giardineri non ponu stari nall’ufficio e u pitturi na spustari catti…..ama risparmiari!!!!! Brau sinnicu! Si u megghiu! Viditi carusi comu iè brau: avi assissuri capaci ca sanu unni ana mettiri i manu. Pppi non parrari do cunsigghiu comunali fattu di carusi spetti ca volunu aiutari i chistiani. Addirittura si calaru u stipendiu, non comu a chiddi di prima…ora pigghiunu sulu 500 euru, bravi!!!!! Autru ca 5 stelle, chissi sunu chiu avanti. Ognunu di uatri sti cosi ne sapeva ed è giustu ca iu, ca i sacciu, i dicu. Picchi avemu ora nsinnicu capaci e ca si movi sempri ppi fari cosi giusti e bboni….ci vuleva unu accusssi ca si puttava macari carusi bravi e cumpetenti. Nuatri a ghiaci sti cosi non n’aumu vistu mai! ‘U Curtigghiaru Sono passati parecchi mesi dalla tua scomparsa, (2-3 2015 ) caro Massimiliano, hai perso questa battaglia con la morte ma ne hai vinte tante nell'arco della tua breve vita. Adesso sei lì con gli angeli, in paradiso, a disputare partite di calcio, la tua grande passione, dove non ci sono né vinti, né vincitori, con i tuoi compagni di pallone che come te non sono più tra noi. Ciao Massimo, rimarrai sempre nei nostri cuori! Fernanda 12 AK IS Sabato 18 Luglio 2015 Vecchie immagini di scacchisti in Sicilia Targa per i 100 anni del Kiwanis e Concerto degli alunni della scuola Primaria “Topolinia School” con Francesca Incudine Due eventi particolarmente significativi per festeggiare i 100 anni della nascita del Kiwanis International. Nel pomeriggio, in Piazza Duomo, alla presenza del Sindaco della Città , ing. Roberto Barbagallo, del governatore del Kiwanis International dott. Elio Garozzo, del presidente del Kiwanis club di Acireale Michele Calì , è stata apposta una targa commemorativa per i 100 anni della nascita del Kiwanis nella bacheca in ghisa con una toponomastica di Acireale, che nel 1982 l’avv. Rosario Leonardi allora sindaco della città di Acireale fece costruire. Rituale di bellezza per i capelli In estate, esposti al sole, i capelli sono fragili come la pelle. Così come la pelle anche i capelli hanno bisogno di essere protetti durante l’esposizione solare. Gli effetti congiunti del sole, del sale, del cloro, della sabbia e del vento, alterano il film idrolipidico del capello. Le aggressioni estive: - Il sole ha la tendenza a "bruciare" i capelli, a fragilizzarli e a renderli porosi. "Spegne" considerevolmente il colore. - L’acqua accentua gli effetti negativi del sole. - Il sale disidrata profondamente i capelli e associato alla sabbia, irrita il cuoio capelluto e provoca desquamazioni e prurito. - Il cloro schiarisce il colore e depigmenta il capello. - Il vento aggroviglia i capelli, ne rende più difficile la pettinabilità e tende a rovinare la cuticola. Per questo Rene Furterer ha pensato ad una protezione intensa e un’azione nutritiva in profondità del capello, essenziale durante tutta l’estate per una capigliatura protetta, sublimata, morbida e setosa, che sprigiona tutta la sua bellezza. Successivamente, nella prestigiosa cornice della Basilica Collegiata di San Sebastiano, di Acireale, a conclusione del Progetto “Amore e Musica”, si è tenuto un concerto con la musicista Francesca Incudine e tutti gli alunni della scuola Primaria TOPOLINIA SCHOOL, nonché K-Kids del club Kiwanis di Acireale, diretti dall’insegnante Lilla Cavallaro e dal M° Giuseppe Marino Alosha. Le dolci melodie nelle quali si sono esibiti i 75 bambini in età compresa tra i 6 e gli 11 anni, sono state egregiamente accompagnate dai maestri musi- Rientrando da Palermo a Catania sul cosiddetto treno veloce 3812 delle 19.38 - 1 luglio 2015 Farmacia Dott. Teresina Ferreri & C. snc Tel. 095 7921871 - [email protected] Piazza Cantarella, 10 - ACI S. ANTONIO cisti: Carmelo Colajanni ai fiati, Manfredi Tuminello alla chitarra, Raffaele Pullara alla fisarmonica e Salvo Compagno alle percussioni . I numerosi ospiti che hanno affollato la splendida Basilica hanno molto apprezzato ed applaudito sia gli artisti, che i bambini che hanno così concluso l’anno accademico 2014/2015 Un Amarcord di gioia ed emozione La prima classe, sez.B, della Paolo Vasta 1955/56 ha trascorso insieme una intera giornata convogliando molti protagonisti anche da tutta Italia. Nei ricordi i tanti che non ci sono più assieme ai professori che hanno contraddistinto la loro vita. La foto è di Fabio Consoli È stato recentemente presentato il libro “Vecchie immagini di scacchisti in Sicilia, 1500-1979” di Santo Daniele Spina. Teatro dell’avvenimento è stata l’Aula Magna “Giuseppe Bianca” del Liceo Scientifico-Linguistico-Scienze Applicate “Archimede”, gentilmente concessa dal Dirigente scolastico Riccardo Biasco. Un numeroso pubblico è intervenuto alla manifestazione organizzata in collaborazione dalla Società Dilettantistica Galatea Scacchi e dalla Sezione acese dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport. Dopo i saluti del prof. Biasco, si sono succeduti gli interventi di Rodolfo Puglisi, Presidente dell’UNVS, e di Pietro Nicolosi, Vice Presidente della Galatea Scacchi, che hanno introdotto l’Autore, mettendone in risalto i tratti salienti del ricercatore oltre che quello di ottimo scacchista. Spina ha quindi parlato dei motivi ispiratori del volume, composto da 294 pagine, corredato da ben 300 fotografie e diviso in tre sezioni: “Ritratti di scacchisti”, Simultanee e tornei” e “Una partita romantica”. Proprio l’ultima sezione riprende la bella foto artistica della partita tra i fidanzati barone Giuseppe Frasca di Sant’Iconio e Antonietta Palmeri di Villalba, che è stata opportunamente scelta come copertina del libro. Tantissimi gli scacchisti acesi presenti in questa carrellata dei migliori giocatori siciliani che abbraccia un periodo di tempo di quasi cinque secoli. Santo Daniele Spina, Professore di Lettere al Liceo Scientifico “Archimede”, Specializzato in Archeologia classica, è stato membro della Missione Archeologica Italiana a Priniàs, Cultore di Storia locale e di Egittologia, quale storico degli scacchi ha collaborato con riviste italiane e straniere con numerose pubblicazioni all’attivo. Angelo Musmeci Gare regionali di Nuoto Sincronizzato Nella splendida cornice della Piscina del Cus a Messina si sono conclusi i due giorni di Gare regionali di Nuoto Sincronizzato. 13 le società che hanno preso parte alla competizione con più di duecento atlete in gara. Grande successo per la squadra dell’Aquafit San Gregorio, che con le sue “sincronette” ha guadagnato il primo posto nella classifica regionale a squadre. Tra le medaglie assegnate Medaglia d’oro nel duo per l’acese Valeria Trovato in coppia con Rachele Infantino di Valverde e medaglia d’argento guadagnata nel libero combinato con tra le altre le stesse Valeria Trovato e Rachele Infantino (che ha trionfato in altre specialità del sincro) e le altre acesi Aurora Massimino e Alessia Forzisi. Medaglie di bronzo nella squadra e nel libero combinato ancora per le precedenti atlete insieme tra le altre a Martina Caltabiano di Aci San Filippo, che ha guadagnato anche due ori e una medaglia d’argento. Tante medaglie per le atlete dell’Aquafit nelle diverse categorie e discipline del Sincro per un totale di 13 ori, 3 argenti e 8 bronzi guidate da Gabriella Arena coadiuvata da Martina Leo e Irene Leo. Al comando quindi come dicevamo si è posizionata l’Aquafit confermando il primato seguita dai Muri Antichi, al terzo posto DVN Sincro Ragusa e via via tutte le altre società siciliane. Appuntamento con il nuoto sincronizzato con la nuova stagione sportiva. Cari e non cari amici del web, attraversare la Sicilia in treno mi provoca ogni volta una intensa emozione. Per certi versi sono grato a quegli sciagurati che hanno omesso gli interventi di manutenzione straordinaria causando lo smottamento del viadotto sulla A19.Ogni male non viene mai solo per nuocere. Infatti abbiamo guadagnato la riscoperta del treno, almeno noi catanesi, obbligati a recarci periodicamente nel nostro capoluogo regionale. Abbiamo saputo di quei funzionari pubblici che ci raccontavano, attraverso media complici, della leggenda delle sette ore di traversata con carrozze antiche per il tragitto CT/PA e vv. Ma soprattutto abbiamo guadagnato il tempo, 5 ore di guida al volante, fattore prezioso per riflettere e congiungerci con le proprie emozioni e sentimenti. Sto scrivendo dal treno (3812) cosiddetto veloce partito oggi da Palermo alle 19.38 e che mi porterà a Catania in 2h45. La vista sui prospetti delle famose ville barocche di Bagheria è la prima immagine che colpisce lasciando Palermo. Sono tante e ben tenute, disegnano il paesaggio dei tempi che furono. Proprio oggi il Principe Francesco Alliata, all'età di 95 anni, è morto a Villa Valguarnera dove ancora viveva. Più avanti, i binari sulla costa delle spiagge di Trabia e Termini Imerese scorrono al livello del mare offrendo una splendida vista sul promontorio di Capo Zafferano, a quell'ora avvolto da un alone d'oro del sole un po prima del tramonto. Il profilo della montagna degradante sul mare lascia pensare ad una veleggiata nel tratto di mare tra Porticello e l'antica Solanto. Il buio improvviso delle gallerie si confronta con la ricomparsa dell'azzurro del mare e via così. Da trent'anni vado a Palermo in automobile e penso a ciò che, burocrazia e mala politica, hanno provocato ad intere generazioni di siciliani. Una grande curva segna il percorso verso Roccapalumba, pittoresca stazione di attesa dove treni si scambiano l'uso dell'unico binario. Ed ecco la Sicilia dei paesaggi cangianti ed infiniti dell'entroterra siculo: campi arati fino al cocuzzolo delle montagne, l'alternarsi di distese gialle con le balle di fieno del grano appena raccolto, macchie di ulivi...immagini che danno l'idea dei siciliani operosi e rispettosi della loro tradizione contadina...e il pensiero volge a questa terra ricca di autentiche testimonianze di cultura e di ciò che potrebbe essere ed in effetti è o sarà, in un futuro ormai prossimo...terra per troppo tempo vilipesa proprio dai siciliani e da chi ci ha strumentalmente raffigurato con "l'anello al naso". Il treno va, silenzioso e veloce, lo sguardo si perde sull'infinito e la mente volge al futuro...e penso che all'uso tendenzioso e strumentale delle tradizioni, la Sicilia e quella parte di siciliani che hanno a cuore la sua storia e la sua cultura sapranno opporre altri strumenti, come quelli resi disponibili da Internet: la grande rete diffonde la sua luce su ogni realtà, e tramite essa il vero volto della nostra terra verrà illuminato, facendo di essa uno dei posti più ambiti in cui vivere. Stiamo vivendo la terza delle grandi rivoluzioni storico-sociali: dopo quella dell'agricoltura e dell'industria, quella dell’informatica. Le informazioni di "prima mano" saranno sempre più disponibili in ogni angolo della terra, per miliardi di persone. La Sicilia tornerà ad avere quel ruolo di centralità che schiere di suoi illustri cittadini le hanno tributato nel corso della storia dei popoli del Mediterraneo, facendo di essa la culla della civiltà. Gli immigrati, con il loro carico di energie ed il loro desiderio di affermazione, renderanno l'isola un vero e proprio centro di multiculturalismo; la diversità - la storia insegna - è un importante fattore di stimolo del progresso. Il processo di cambiamento non sfuggirà agli investitori ed i politici di oggi verranno travolti dalle nuove generazioni che, forti dell'esperienza vissuta, imprimeranno un nuovo corso alle leggi ed alle strategie, spazzando via quei parassiti ormai divenuti un vero e proprio freno del progresso e che definisco, con un neologismo a me caro, quasi uno scioglilingua, MASSOCASTECOSCHE: ovvero quel grumo composto da massonerie, caste politiche e cosche mafiose a cui va aggiunta un'altra categoria non meno pericolosa, i "professionisti dell'antimafia".Dunque, l'arte e la cultura avranno il sopravvento sull'industria e sulla logica delle contropartite. La ricerca della sostenibilità ambientale e paesaggistica renderanno il turismo la prima voce economica dell'isola.L'agricoltura tornerà ad essere un possente propulsore economico, grazie all’eccellenza dei nostri prodotti. La filosofia, come nell'antica Magna Grecia, sarà fonte di ispirazione per ogni cosa. Sto sognando? No, sto scrivendo ciò che davvero penso...siamo arrivati a Caltanissetta Xirbi, è già buio, la connessione con internet è tornata...prima della partenza del treno e successivo black-out di internet, posto queste mie riflessioni. Arrivederci a Catania Salvo Zappalà Anche se la piscina delle Terme è stata “interdetta” allo sport anche quest’anno Pietro Nicolosi e la Pozzillo non hanno voluto dimenticare i pallanotisti che il 24 giugno perirono in un incidente automobilistico in Calabria al ritorno in sede. Una Messa, in tal senso, è stata celebrata in loro ricordo. Visita il sito : www.akis-aci.com È andato ad Enrico Garozzo il Premio “Atleta dell’Anno” conferito dalla Sezione acese dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport e consegnato nell’ambito della “Festa del Veterano dello Sport”. 13 AK IS Sabato 18 Luglio 2015 “semu nda mari ca natamu” ( Siamo in un mare in cui nuotiamo… ) L’A.S.D. Acireale Calcio a 5 comunica ufficialmente di aver rinunciato a completare la procedura di iscrizione al Campionato Nazionale di Serie A2, categoria conquistata 4 stagioni fa sul campo e, con merito, mantenuta fino alla precedente Stagione Sportiva grazie ad uno splendido gruppo di giovani la maggioranza dei quali cresciuti in casa, così come i due tecnici, ottenendo prestigiosi risultati a seguito di tanti sacrifici, non solo di carattere economico, e di una seria ed attenta programmazione a medio – lungo periodo che ha permesso di raccogliere i frutti persino nel breve termine. Merito anche, e soprattutto, di un’accurata regia tecnica e finanziaria, cosa della quale difficilmente ad Acireale, di questi tempi, ci può vantare di avere. Il comunicato che giunge inaspettato (?), ma non tanto, è la “giusta” conclusione di una situazione che ha visto sempre due fazioni opposte tra di loro: una sportiva (pura, certamente) ed una politica (dire poco pura è un eufemismo!); la corda è stata tirata, forse anche troppo, ma crediamo che neppure ai tempi di Nino Garozzo (ahimè quanto lo si sta rimpiangendo!) sarebbero accadute certe cose. Il sindaco, probabilmente l’unico che si sta preoccupando di come si sta tessendo la delicata matassa, cerca di recuperare (non riuscendoci) il torto subito dall’Acireale Calcio a 5 ma, certamente mal consigliato da alcuni “consigliori”- uno solo! - probabilmente dovrà pagare lo scotto di alcune “improvvisazioni” teatrali che sono anche dovute alla mancanza di efficienza e personalità del suo gabinetto. Cosa ci dirà il futuro? Forse tutto e forse niente …. semu nda mari ca natamu (siamo in un mare che nuotiamo) …. in un mare forza 9 !!!! Si salvi chi può. T.C. Per intanto arriva il “previsto” comunicato dell’amministrazione che versa lacrime (di coccodrillo!) sull’accaduto esprimendo il “proprio rammarico” e precisando che …. ma è meglio leggere il comunicato che ci permettiamo registrare sotto: ‹‹Essendo scaduto il termine utile per la presentazione della documentazione necessaria all’iscrizione dell’Acireale Calcio a 5, accogliamo la brutta notizia con delusione e rammarico. Dopo aver comunicato la disponibilità del PalaTupparello, come sede delle gare e degli allenamenti, abbiamo personalmente contattato la società del Calcio a 5 per invitarli a presentare la documentazione necessaria per la firma del nulla osta per l’utilizzo dell’impianto, iter che non aveva nulla di diverso rispetto a quello delle passate stagione e che tutte le società sportive seguono ogni anno per l’utilizzo degli spazi comunali. Subentra un’innegabile delusione, dopo la speranza maturata nei giorni passati, quando, dopo la trattativa con il privato che gestisce la struttura, eravamo riusciti ad ottenere la piena disponibilità dell’impianto, in attesa della ristrutturazione del Palavolcan, proprio per scongiurare quanto invece è comunque accaduto. Purtroppo è evidente che la crisi economica non possa non colpire anche lo sport, e comprendiamo le difficoltà nel sostenere i costi per impostare e gestire una squadra che ha raggiunto ed ha mantenuto in questi anni livelli tanto alti e risultati tanto importanti nel futsal nazionale. Ribadiamo, qualora fosse ancora poco chiaro, che era piena intenzione e massimo interesse dell’Amministrazione comunale trovare la soluzione che consentisse alla Città di non perdere una realtà sportiva tanto importante››. Molto prezioso è stato l’operato di dirigenti e di uno staff che, con passione e totale dedizione al nostro progetto, ha permesso alla nostra Associazione Sportiva ed alla nostra città di ottenere DAL NULLA gli onori della cronaca ed una meritata ribalta a livello nazionale non tanto per i prestigiosi risultati ottenuti, ma per aver azzeccato la formula vincente per conseguirli, ovvero l’aver puntato su un percorso di crescita dei giocatori all’interno del proprio vivaio formando, tra le innumerevoli difficoltà a livello cittadino, quale la carenza di impianti sportivi e di un diretto interesse delle Amministrazioni Comunali ai progetti sportivi in città, non uno, ma due gruppi vincenti e di grande prospettiva (quello che ha conquistato e mantenuto la Serie A2 per 4 anni e quello dei due meravigliosi Scudetti, Giovanissimi ed Allievi, nelle Stagioni Sportive 2013/14 e 2014/2015).Si comunica, inoltre, a tutti i propri tesserati che potranno continuare ad indossare la nostra maglia fin quando lo volessero, purchè promettano di onorarla fino all’ultimo, come è stato sempre fatto, in nome del gruppo, dei colori, di ACIREALE.Si fa presente a tutti coloro lo avessero frainteso, che Acireale non è un “Hard discount” di giocatori già belli pronti e cresciuti con anni di sacrifici cui si può attingere, a parametro zero, senza riconoscenza alcuna del lavoro svolto al presidente dell’Associazione Sportiva ed ai dirigenti: ciò non vuol dire che pretendiamo soldi in cambio dei cartellini dei giocatori, non è MAI stato nè MAI sarà nel nostro stile, neanche in tempo di crisi.Chiediamo solo la giusta e doverosa riconoscenza a tutti coloro vogliano avvalersi delle prestazioni dei nostri ragazzi, specialmente a qualche presidente di Società del vicinato che, di concerto con i tecnici (con grande delusione parliamo dei due nostri ex allenatori, ovvero Salvatore Samperi e Sebastiano Giuffrida, che tanto hanno dato alla causa granata) che avrebbero potuto tranquillamente chiedere, fra l’altro sfondando una porta spalancata, di poter spostare dei giocatori per continuare a dar loro quanto meritino, in termini di futuro e di valori, seppur dietro altri colori, se non altro per riconoscenza nei confronti di chi, con lungimiranza, li ha selezionati, formati e collaborati, curando la loro crescita umana e tecnica e, passo dopo passo, affidando loro la guida delle nostre formazioni. Chiediamo solamente a questi individui di avere l’accortezza, così come da prassi, di contattarci direttamente, visto che siamo sempre stati ben lieti di liberare GRATUITAMENTE i nostri ragazzi che avessero avuto intenzione di cambiare maglia per la Stagione a seguire, così come SEMPRE è stato fatto, al contrario di molte Società che ragionano con il portafogli piuttosto che col cuore.Non è corretto nè maturo, millantando e promettendo gloria, fomentare, far telefonare, ed infine mandare i genitori dei minorenni e non, fin dentro casa o presso il posto di lavoro dei nostri collaboratori, facendo leva sulla disponibilità e bontà d’animo del nostro staff societario che, sicuramente, non merita questo trattamento ostile alla luce di quanto fatto negli anni per i propri giocatori, trattati come figli, e per l’Acireale Calcio a 5, INTIMANDO l’inserimento in lista di svincolo dei nostri tesserati.Abbiamo fin dall’inizio inteso la nostra Associazione Sportiva come una grande palestra con una porta aperta (nessuno è obbligato a restare), un gruppo da costruire in casa fin dalla Scuola Calcio con sacrificio e passione da parte degli stessi giocatori, dei tecnici, dei collaboratori, con il prezioso ausilio dei dirigenti e degli allenatori delle Rappresentative, regionale e nazionale, che hanno sicuramente contribuito ad arricchire il nostro percorso di valori umani e tecnici, e non come un album da riempire con le figurine di calcettisti già ben rodati e pronti, seppur di giovane età, per il cui completamento si continua a far uso di minacce, inganni ed un’infima ignoranza dei valori umani e sportivi.Nel ringraziare i nostri tesserati che andranno via, auguriamo loro le migliori fortune, augurando a noi stessi un futuro pieno di ulteriori soddisfazioni, sportive e non, e di poter continuare a regalare alla nostra città la giusta visibilità nel panorama sportivo regionale e nazionale…. ACIREALE NON SI TOCCA, PERCHE’ RESTA SEMPRE UN PEZZO DEL NOSTRO CUORE! Acireale, 14 luglio 2015 UFFICIO STAMPA A.S.D. ACIREALE CALCIO A 5 Otto anni bellissimi, forse proprio perchè sofferti, pieni di imprevisti, perdite che ti lasciano dentro un vuoto incolmabile, insidie, anche indifferenza, diffidenza, affrontati innanzitutto grazie alla follia e ad una passione senza freni per il calcio a 5, inteso come percorso giovanile di medio-lungo periodo nella mia città.Acireale, avara di progetti, scettica, gelida nei confronti di chi “Non è del giro”, una città che si è riscaldata coi boati del Palavolcan, con una serie incredibile di emozioni che ci hanno portati fino alla serie A2, seconda serie nazionale, da 4 anni mantenuta con merito da un gruppo di ragazzi del comprensorio acese, da tecnici acesi, tutti giovani di belle speranze, tutti visceralmente legati al progetto Acireale Calcio a 5, che ha dato negli anni ad oltre 1000 tra bambini e ragazzi acesi, formazione, crescita, semplice ritrovo e, soprattutto SOGNI, proprio in questi tempi in cui sognare è veramente difficile, persino di notte.ACIREALE, un tempo città votata allo SPORT (non parlo solo del glorioso Acireale Calcio) seppur sempre più povera di impianti sportivi comunali (l’impossibilità di utilizzo del Palavolcan e le tante promesse non mantenute fra cui la più eclatante, ovvero la sua tanto decantata riapertura a settembre 2015 hanno sicuramente contribuito a mettere in ginocchio la nostra realtà, aggravandone i costi di gestione e facendo scappar via pubblico e sponsor), è stata fregiata di due SCUDETTI (20132014 Giovanissimi; 2014-2015 Allievi), 8 titoli regionali ed una serie impressionante di promozioni, che dai campetti di periferia ci hanno portato in serie A2, con molti dei nostri ragazzi che hanno avuto, con grande merito sportivo, l’onore di vestire l’azzurro della Nazionale (Sebastiano Leger Tornatore, Marcello Latino, Cristian Rizzo , anche capitani dell’Under 21 azzurra, Carmelo Musumeci, Marco Torcivia, Mario Tornatore, Alessio Trovato, Rosario Pagano, Alessio Panebianco, Maurizio Silvestri, Francesco Lo Cicero, Gaetano Musumeci etc.Siamo diventati un punto di riferimento del Futsal Nazionale dimostrando, al cospetto di uno sport sempre più “Brasiliano” seppur “In crisi economica” come tanti altri sport, che offrendo le stesse opportunità ai giovani locali, possono ottenersi risultati strabilianti nel medio – lungo termine, grazie al loro attaccamento alla maglia e non al Dio denaro, piuttosto che investire in giocatori od atleti “Navigati” che vengono a svernare scendendo in campo senza quella rabbia agonistica e senza quell’orgoglio che il nostro GRUPPO metteva in ogni singola gara, diventando un branco di leoni indomabili al contatto con il campo indossando la maglia granata, cucita addosso come una seconda pelle! ILENIA BATTIATO Un onore per Acireale aver dato i natali a Ilenia Battiato. Laureata in Ingegneria Ambientale al Politecnico di Milano oggi è “assistent professor” di ingegneria meccanica alla San Diego State University, in California. Vincitrice unica negli States, si è aggiudicata il premio nel settore delle Geoscienze e un fondo di ricerca di 750mila dollari per cinque anni per condurre il suo studio che riguarda un’applicazione dell’ingegneria dei fluidi volta alla salvaguardia del suolo: si sequestra l’anidride carbonica nel sottosuolo per ridurre l’effetto serra. Brava Ilenia e… buon lavoro da Acireale tutta. Mariella Di Mauro Saluto all’Estate Presso l’azienda agrituristica “ La Terra del Mezzo “ in Torre Archirafi di Riposto, si è tenuto il tradizionale “ Saluto all’Estate “ per i soci del Kiwanis Club Acireale e loro ospiti. E’stata una piacevole e simpatica serata all’insegna di un menù tipico siciliano e delle note del sax che accompagnato il momento conviviale. Il Presidente Michele Cali’ ha voluto che anche in questa occasione si rinnovasse il pensiero per i Cento Anni del Kiwanis ed in un breve saluto ha manifestato…il desiderio….di ritrovarci…per il bicentenario!!! Di fronte ad una probabile “Non iscrizione” dell’Acireale Calcio a 5 al campionato di serie A2, alla fine del nostro progetto, ed allo sciacallaggio mediatico, insieme alla corsa all’ “acquisto” del giocatore svincolato nell’ipermercato granata promettendo a destra e manca, che dire……non mi sento affatto inerme o fallito, bensì orgoglioso per aver combattuto 8 lunghi anni a fianco di ragazzi splendidi, facce pulite, BANDIERE AL VENTO, mossi dai miei stessi sentimenti di orgoglio e di appartenenza ad un gruppo che ha portato in alto i miei colori ed il nome della mia città, donandomi ricordi indelebili che difficilmente saranno rimossi dal mio cuore (Elio Hobbit Rao sarai con me, su tutte le maglie di colore granata che vestiranno i miei ragazzi negli anni a venire). Nel ringraziare tutti coloro che hanno partecipato, anche nel loro piccolo, alla vita di questa Associazione Sportiva, contribuendo alla sua crescita, piuttosto che ad un requiem, con mentalità e lungimiranza, sono già pronto ad affrontare una nuova avventura, partendo dall’esperienza accumulata in questi anni, con la consapevolezza che la FORMAZIONE dei bambini, dei giovani ad una disciplina sportiva con serietà e passione, regalando loro un gruppo, una ragione,vale molto di più che VINCERE una Coppa del Mondo!E’ TEMPO DI FATTI, NON DI PAROLE…..CHI VIVRA’, VEDRA’! (Ugo Petrina) Elegia della “brioche” <<Ci sono cose che voi umani, in particolare i palermitani, non potrete mai capire>> Istruzioni. Togli il "tuppo", scava con le dita (pulite) e leva un po' di mollica. Poi mettici dentro i gusti che voi. E finalmente ci mangi dentro, usando il cucchiaino. Ed è così che la granita torna per sempre nel suo naturale contenitore che è la brioche (in Siciliano: brìoscia). In teoria, potresti mangiare anche 1kg di granita. P.S. Il tuppo e la mollica si possono mangiare prima o dopo, sempre con granita. Saro Faraci 14 Sabato 18 Luglio 2015 Al Presidente della Consulta Sanità Riferimenti normativi sulla contabilità analitica per centro di costo: Oggetto: mancata attivazione della contabilità analitica per centro di costo nelle ASP. – Omessa definizione dei bacini di utenza. – Erogazione delle prestazioni da parte dei soggetti pubblici non ancora accreditati. 1. Decreto dell’Assessorato Regionale Sanità 28 gennaio 1998, n. 24469 con il quale sono state emanate le linee guida sulla contabilità analitica per centri di costo, sulle caratteristiche generali del sistema di contabilità analitica, sui metodi per classificare e per rilevare i costi e sui principi generali per l’attività di reporting. 2. Legge Regionale 17 marzo 2000, n. 8 avente come oggetto “Disposizioni programmatiche e finanziarie per l’anno 2000” all’art. 31 “Contabilità e controllo di gestione delle aziende sanitarie ed ospedaliere”, modificato dall’art. 52 punto 1 della Legge Regionale n. 26 del 18 dicembre 2000, così recita “Le Aziende USL, le Aziende Ospedaliere (…) adottano, in via sperimentale, a decorrere dal 1° gennaio 2002, la contabilità economico-patrimoniale, la contabilità analitica per centri di costo ed il controllo di gestione di cui all’art. 5 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modifiche ed integrazioni”. 3. Circolare Assessorato Regionale Sanità 28 aprile 2000, la quale, procedendo all’assegnazione della quota di Fondo Sanitario di parte corrente per l’anno 2000, al punto 2 analizza e regolamenta, tra l’altro, gli strumenti per la gestione ed il controllo della spesa sanitaria, ribadendo preliminarmente la necessità che nelle Aziende Sanitarie si realizzi “ lo sviluppo di una forte azione formativa tendente all’acquisizione della Cultura Aziendale … ai nuovi strumenti introdotti nella gestione delle Aziende Sanitarie (Controllo di Gestione, Centri di Costo, Budget, DRG ecc.)” ed in particolare, volendo razionalizzare l’uso delle risorse ed aumentare l’efficienza e l’efficacia della gestione, individua il sistema di Budget quale valido strumento per il controllo della gestione aziendale. 4. Decreto del Presidente della Regione Siciliana 11 maggio 2000, Piano Sanitario Regionale 2000-2002, il quale prevede: - al punto 1.2.4 relativamente al Direttore Generale ed alle funzioni poste in Staff, l’istituzione dell’U.O. di Programmazione e Controllo di Gestione; - al punto 1.2.5, relativamente al Direttore Amministrativo, la sua preposizione all’attivazione, alla gestione ed al controllo dei Centri di Costo, al controllo interno ai fini della verifica dell’attività svolta dalle Unità Organizzative dell’area amministrativa; - al punto 7.1.2, relativamente alla trasformazione del Sistema Sanitario, lo sviluppo di una forte azione formativa per fare acquisire a tutto il personale “la cultura aziendale” e dei nuovi strumenti introdotti nelle gestione delle Aziende Sanitarie, nonché lo sviluppo degli stessi strumenti per un efficace Sistema di Pianificazione e Controllo di Gestione delle Aziende Sanitarie con particolare riferimento all’introduzione della metodica del budget, all’avvio della contabilità economico-patrimoniale, all’attivazione in tutte le Aziende Sanitarie della contabilità per Centri di Costo; - ai punti 7.1.5 e 7.1.6, nell’ambito della metodica del budget per il Controllo di Gestione, l’attivazione in tutte le Aziende Sanitarie della contabilità per Centri di Costo (in particolare durante il triennio di vigenza del P.S.R. occorre procedere alla redazione del Piano dei Centri di Costo (sulla base dei criteri emanati dall’Assessorato e delle caratteristiche aziendali), all’individuazione del Piano dei Fattori Produttivi, alla riprogettazione dei percorsi di rilevazione nonché alla creazione del sistema di reporting. 5. Circolare dell’Assessorato Regionale Sanità 19 dicembre 2000, n. 1037, la quale ha ribadito, ai sensi dell’art. 52 punto 2 della L.R. n. 26/2000, le linee guida per l’avvio dal 1° gennaio 2001 dei suddetti strumenti di gestione in via sperimentale. In particolare, la predetta Circolare – oltre ad indicare quali sono gli strumenti di Programmazione e Controllo nelle Aziende Sanitarie – descrive il processo di verifica dei documenti programmatici e previsionali. Entro il 31 ottobre di ciascun anno, il Direttore Generale presenta all’Assessore Regionale per la Sanità gli atti in questione, corredati del parere della Conferenza dei Sindaci, affinché possa procedere alla verifica della coerenza dei documenti suddetti rispetto alle linee programmatiche regionali; tale verifica ha luogo entro e non oltre 40 giorni dalla presentazione, trascorsi i quali s’intende – a tutti gli effetti – positivamente resa. Il termine può essere interrotto una sola volta se, entro venti giorni dal ricevimento degli atti, l’Assessore Regionale per la Sanità richiede chiarimenti o elementi integrativi di giudizio, che dovranno essere resi entro i venti giorni successivi alla ricezione della relativa richiesta, trascorsi infruttuosamente i quali la verifica s’intende, a tutti gli effetti, negativamente riscontrata. L’Assessore regionale per la sanità può rigettare con provvedimento motivato il piano aziendale, il bilancio pluriennale di previsione ed il bilancio economico preventivo annuale qualora ravvisi incoerenze insanabili con la programmazione sanitaria o con le risorse finanziarie disponibili. 6. Decreto dell’Assessorato Regionale Sanità 14 marzo 2001, n. 34120, avente come oggetto “Principi e criteri per l'adozione dell’Atto aziendale da parte delle Aziende Sanitarie” , il quale ha meglio dettagliato, tramite l’atto di regolamentazione, le modalità della corretta gestione secondo i principi della concettualità aziendale finalizzata all’ottimale utilizzo delle risorse economiche con le finalità di contrastare gli sprechi e le diseconomie. 7. Circolare dell’Assessorato Regionale Sanità 4 aprile 2005, n. 7, avente come oggetto “Direttiva sulla contabilità generale delle Aziende Sanitarie” la quale ha dettagliato “ai fini del processo di Programmazione e Controllo” quali documenti produrre e quali flussi informativi inviare all’Assessorato ed agli altri enti istituzionali. Tutto ciò premesso si ha modo di rilevare che, alla luce delle diseconomie che caratterizzano la fallimentare gestione delle AA.SS.PP., siano state omesse le disposizioni normative che, qualora osservate, non avrebbero certamente determinato il catastrofico notorio dissesto economico che oggi grava pesantemente sui cittadini siciliani e sull’intero Comparto dell’Assistenza Specialistica oggi in grave stato di collasso finanziario ed in particolare sulla Patologia Clinica e Radiologia le cui illegittime decurtazioni hanno determinato la pressoché impossibilità di gestire in attivo le strutture private accreditate. In relazione al grave stato di crisi in cui versano i laboratori pubblici siciliani il sottoscritto, nella qualità di responsabile AIPA (Associazione Italiana Poliambulatori Accreditati), osserva che la mancata attivazione della contabilità analitica per centri di costo ed il continuo ripiano dei disavanzi, con delibere ad hoc da parte dei DD.GG. delle AA.SS.PP., ha determinato sprechi talmente elevati che hanno creato un deficit il quale non consente l’acquisto dei reagenti routinari come è accaduto in diversi ospedali catanesi. Infatti sulla rubrica “lo dico a La Sicilia” di domenica 19 luglio u.s. si è letto di reagenti che mancano in due grandi aziende ospedaliere: il Vittorio Emanuele ed il Garibaldi di Catania. Questo costituisce una chiaro segnale del dissesto sanitario, della mancata programmazione e rappresenta l’epifenomeno del grave stato di disorientamento e d’inefficienza che sta caratterizzando l’attuale scenario sanitario in Sicilia. Problemi si registrano anche nelle strutture private a causa dell’enorme abbassamento delle tariffe soprattutto degli esami di medicina di laboratorio che hanno indotto molte strutture a licenziare personale ed a dismettere gli esami di rara frequenza prescrittiva con grave disagio ai cittadini. Fortunatamente stanno crescendo le strutture CORELAB, ovvero laboratori centralizzati pubblici e privati che le cui economie di scala consentono di garantire la gestione in attivo ed una elevata qualità delle prestazioni. Evidenziando come l’auspicata “Cultura Aziendale”, tanto propalata dei vari atti normativi, sia l’antitesi di quanto ha caratterizzato la gestione della sanità cuffariana, lombardiana e crocettiana eccessivamente politicizzata al punto tale che ci si è trovati senza alcuna programmazione coerente con le esigenze sanitarie della popolazione e con costi che hanno reso, di fatto, inapplicabile la normativa sulla contabilità analitica per centro di costo. A questo punto è necessario ed inderogabile controllare che ciascun comparto svolga il proprio ruolo senza sconfinamenti ed in particolare l’Ospedale dev’essere funzionale ai ricoverati ed il territorio funzionale ai soggetti non ricoverati soprattutto al fine di essere in grado di sopperire alle cure primarie e di fungere da specifico filtro per evitare le inappropriate ospedalizzazioni che causano inaccettabili sprechi. In altri termini l’ospedale deve sopperire alle esigenze dei ricoverati e non erogare presta- zioni di stretta pertinenza del territorio nei quale operano le strutture territoriali ambulatoriali specialistiche pubbliche e private. Solo se funziona bene il territorio si potrà avere una sanità più efficiente ed economica e soprattutto, in un frangente cosi grave qual è l’attuale momento di crisi, l’appropriata programmazione non è più differibile. Infine, si puntualizza che a distanza di oltre 13 anni non sono stati ancora attivati i bacini di utenza ai sensi dell’art. 5 del D.A. 890/2002 il quale stabilisce che “Entro il termine di un anno dall'entrata in vigore del presente decreto la Regione darà attuazione a quanto disposto dalla legge n. 405/01 sulla rideterminazione dei posti letti per acuti all'indice del 4 per mille abitanti e provvederà a ridefinire i bacini di utenza per le singole attività, ivi comprese quelle specialistiche, ai sensi dell'art. 8 ter del decreto legislativo n. 502/92 e successive modifiche ed integrazioni, in relazione al fabbisogno di assistenza e alle strutture già esistenti ed autorizzate”. Il rischio è che vi sono centinaia di strutture che si immetteranno nel sistema senza la suddetta programmazione con il rischio di ipersaturare il territorio e determinare le condizioni per un incremento di spesa indotta ingiustificatamente. Questo ovviamente non potrà essere consentito. Ancora oggi si registra l’annoso problema del mancato accreditamento delle strutture pubbliche le quali grazie alla “distrazione” degli Organi di controllo hanno gestito la faccenda con il più assoluto disinteresse al contrario delle strutture private che da anni sono già state accreditate e continuamento sottoposti a controlli, talora anche eccessivi ed al limite dell’abuso di ufficio. Le normative che si sono vieppiù succedute con una cadenza ravvicinata sono state “ineccepibilmente” e sistematicamente disattese ed, anche se alcune formalità di dettaglio sono state ottemperate, di fatto a tutt’oggi le strutture pubbliche operano senza essere accreditate … praticamente in modo abusivo! Si chiede pertanto alla S.V. un tempestivo intervento per ricondurre nel solco della trasparenza e correttezza amministrativa la gestione delle AA.SS.PP. soprattutto al fine di evitare i numerosi disservizi che i cittadini siciliani stanno subendo a causa di una sanità lontana dalle loro esigenze di salute e che è da tempo diventata terreno di spartizioni, clientele e potentati politici con deplorevoli speculazioni sulla pelle dei cittadini siciliani ai quali non è più garantita un’efficace tutela della salute pubblica. Distinti saluti. ACIREALE, 21 luglio 2015 Dott. Giovanni Tringali, Responsabile AIPA CATANIA- Riferimenti normativi mancato accreditamento delle strutture pubbliche: 1. Decreto 17 giugno 2002. - Direttive per l'accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie nella Regione siciliana”, pubblicato sulla GURS n° 29 del 28 giugno 2002, il quale ha definito i criteri per l’accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private ed in base a tale normativa sono state accreditate le strutture sanitarie private che oggi operano sul territorio. 2. Decreto Assessoriale 17.04.2003, n. 463 “Integrazioni e modifiche al Decreto Assessorile 17 giugno 2002, n. 890 concernente direttive per l'accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie nella Regione siciliana e attuazione dell'art. 17 dello stesso decreto”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 2 maggio 2003, n. 20, il quale ha modi- AK IS ficato ed integrato il decreto assessorile n. 890/2002. In particolare, ha disposto la revisione triennale dei requisiti richiesti per l’accreditamento nonché la possibilità di revoca o di sospensione nel caso in cui dovessero venir meno i predetti requisiti e quindi le strutture pubbliche non in possesso dei predetti requisiti non possono erogare prestazioni sanitarie sul territorio. 3. Decreto Assessorile 25.06.2004 “Proroga dei termini per l'adeguamento ai requisiti organizzativi di cui all'art. 12, del Decreto Assessorile 17 giugno 2002, concernente direttive per l'accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie nella Regione siciliana”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 2 luglio 2004, n. 28, il quale ha prorogato di 12 mesi i termini per l'adeguamento delle strutture pubbliche e private ai requisiti organizzativi di cui all'art. 12 del decreto n. 890/02 e quindi oggi il predetto termine è abbondantemente scaduto. 4. Decreto 1 luglio 2005, pubblicato sulla GURS n° 30 del 29 luglio 2005 – “Adozione della modulistica per richiedere l'accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie nella Regione siciliana, ai sensi dell'art. 18 del decreto 17 giugno 2002”, il quale all’articolo 1 ha definito la modulistica ex art. 18 del decreto n. 890/2002, che dovrà essere utilizzata da tutte le strutture pubbliche e private che fanno richiesta di accreditamento istituzionale. In base alla suddetta modulistica sono state accreditate le strutture sanitarie private mentre ancora quelle pubbliche non lo sono quantunque la predetta modulistica sarebbe dovuta essere presentata entro il 31 ottobre 2005. 5. Decreto Assessoriale 06.10.2005, n. 6362, il quale ha prorogato al 30 novembre 2005 il termine per la presentazione delle istanze di accreditamento e pertanto oggi esso è abbondantemente scaduto. 6. Decreto 3 novembre 2006. - Determinazione della tariffa posta a carico delle strutture sanitarie, pubbliche e private, richiedenti l'accreditamento istituzionale, pubblicato sulla GURS n° 53 del 17 novembre 2006, in GURS n° 53 del 17 novembre 2006, il quale ha stabilito, in attuazione della delibera n. 345 del 22 settembre 2006, la tariffa posta a carico delle strutture sanitarie pubbliche e private. La suddetta somma, determinata in conformità al tariffario unico regionale delle prestazioni rese dal dipartimento di prevenzione, come approvato con decreto n. 3593 del 4 giugno 2004, avuto riguardo ai codici 1.02.49 e 1.02.50, è stata pagata dai legali rappresentanti delle strutture sanitarie private mentre non ci risulta che analoga procedura sia stata effettuata dalle strutture pubbliche che operano in regime di pariteticità con quelle private accreditate. 7. Decreto Assessorile 11.09.2009 “Revoca dell'art. 7 del Decreto Assessorile 17 giugno 2002, n. 890, concernente direttive per l'accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie nella Regione siciliana, e successive modifiche ed integrazioni”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 25 settembre 2009, n. 44, il quale revocando l'art. 7 del Decreto Assessorile 17 giugno 2002, n. 890, ha disposto che i Direttori Generali delle aziende sanitarie provinciali possono autorizzare il trasferimento di strutture private accreditate tra comuni dello stesso distretto sanitario e tra comuni di distretti sanitari diversi ricadenti all'interno del territorio provinciale di competenza, purché siano rispettate le seguenti condizioni: che il rapporto tra la popolazione da assistere ed il numero di strutture della medesima branca risponda alla necessità di assicurare un'adeguata copertura assistenziale sanitaria ed una migliore accessibilità dei servizi, evitando, in ogni caso, che si verifichino carenze nel comune e/o distretto sanitario dove la struttura è accreditata e sovradimensionamenti dell'offerta sanitaria nel comune e/o distretto sanitario presso cui è richiesto il trasferimento. In tal senso si ha modo di osservare come l’Assessorato Regionale per la Salute abbia omesso l’attivazione dei bacini di utenza che costituivano il basilare atto programmatorio su cui strutturare un sistema virtuoso, efficace ed economico (art. 5 del D.A. 890/2002). 8. Deliberazione di Giunta regionale 19.03.2008, n. 98 “Problematiche connesse alla mancata verifica entro il 28 giugno 2007 da parte delle AA.UU.SS.LL. delle strutture sanitarie formalmente ammissibili all’accreditamento istituzionale” la quale ha riammesso nel processo di accreditamento le strutture sanitarie in possesso entro il 28.06.07 dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi, compreso il possesso di autorizzazione sanitaria entro i termini previsti dall’art. 4 del D.A. 5882 e verificate dalle UU.OO accreditamento oltre i termini, fermo restando il possesso dei requisiti minimi richiesti dal decreto 890/2002”. 9. Decreto n° 0542/12/Dip. ASOE del 20 marzo 2012 – “Approvazione della check-list finalizzata all’autovalutazione dei requisiti autorizzativi strutturali, tecnologici ed impiantistici propedeutici al processo di accreditamento fissati dall’attuale normativa in materia”, a firma dell’Assessore Regionale per la Salute dott. Massimo Russo, il quale ha fissato al 30 giugno 2012 il termine massimo entro cui i Direttore Generali delle AA.SS.PP. dovranno concludere il processo di autovalutazione mediante l’utilizzo della check-list di cui all’art. 1 del Decreto 1 luglio 2005, pubblicato sulla GURS n° 30 del 29 luglio 2005 e pertanto oggi le strutture pubbliche erogano prestazioni sanitarie senza essere accreditate e molte di esse non possiedono i requisiti previsti dal D.A. 890/2002.