- L`Eco della Valle

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26 gennaio 2007
Numero 21
L’Eco della Valle
L’Isola che non c’è
Sfido chiunque ad aver visto almeno una volta Peter Pan, un cartone animato che ha il potere, più di tutti gli
altri, di far sognare i piccoli, e perché no, anche i più grandi… i sognatori e coloro che come quel ragazzino
che tutti ricordano vestito di verde e reduce di mille avventure, vorrebbero non crescere mai.
E anche se molti forse avranno dimenticato l’ingenuità e la fantasia di quella storia, ci sentiamo tutti un po’
Peter Pan e rivediamo nella nostra Valle l’indimenticabile Isola che non c’è.
La Valle, con i suoi “bimbi sperduti” che ne fanno parte, le “sirene”, gli “indiani”, i “pirati”, il cattivo
“Capitan Uncino”, il buffo “coccodrillo” e le storie e le avventure che, come in Peter Pan, fanno parte di ognuno di noi.
La Valle prima di tutto fa parte della nostra infanzia e forse proprio per questo motivo ci fa sentire tutti un
po’ bambini.
La Valle è vera, genuina, infantile e fantastica proprio come l’Isola che non c’è ma con una piccola variante…
purtroppo noi, al contrario di Peter Pan, non possediamo la facoltà di volare…ma che importa!
Noi abbiamo i sogni, le speranze, gli amori, le amicizie, le avventure e il semplice fatto di pensare ad Essa ci
cambia dentro, ci fa sentire al sicuro, lontani dalle insidie della città, dal dover dimostrare sempre a chiunque
la parte forse non del tutto vera di noi ragazzi ormai già grandi.
Forse è per questo che La amiamo così tanto… forse perché quando ci ritroviamo tutti insieme circondati dalla maestosità delle nostre montagne viene fuori il bambino che c’è in noi, la sensazione che il tempo non passi mai e soprattutto la sensazione di non diventare mai grandi.
Perché la Valle non pretende nulla da noi; non ci chiede nulla in cambio; non ci sentiamo costretti a dover
dimostrare qualcosa se non la nostra ingenuità, la nostra semplicità e voglia di divertirci senza pensare ad altro e soprattutto a fantasticare, desiderare, sognare e sperare proprio come fanno i bambini e come tutti noi
abbiamo fatto da piccoli.
Qualcuno può pensare che la realtà è diversa, più insidiosa e più difficile per noi piccoli grandi sognatori.
Ma non bisogna mai arrendersi né perdere la speranza… solo l’idea che il bambino che c’è in noi non ci abbandonerà mai ci darà la forza e il coraggio di proseguire nel nostro cammino e nella nostra crescita facendo
tesoro di tutte le esperienze future senza dimenticare quelle passate e vivendo fino in fondo quelle presenti.
Anche se un giorno la Valle forse resterà solo un luogo pieno di ricordi e di avventure rimarrà sempre la nostra intramontabile Isola che non c’è e come un bambino non perderà mai la sua eterna purezza.
Peter Pan
Ringraziandovi del vostro aiuto,
Vi esortiamo a proseguire a contribuire alla realizzazione della
“Festa della Valle”
In programma per l’ 11 agosto
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L’Eco della Valle
Rapsodia sul tema della Strage di Erba
12 Dicembre, ore 00,30, in un bar di Roma.
Giornalista: si aspettavano un piccolo incendio per un incidente domestico, i pompieri, quando sono entrati nell’abitazione
della famiglia Castagna — Marzouk. Invece una tristissima scena gli si parò davanti. Ma lasciamo parlare uno di loro:
Pompiere: ci hanno chiamato in Stazione, verso le 20,30: un piccolo incendio in Via Diaz, ad Erba. Siamo corsi sul posto e
mentre da fuori gl’altri tentavano di spegnere l’incendio con le pompe, io ed altri tre siamo corsi in casa per vedere se qualcuno era rimasto intrappolato. Oh Madonna Santa! Sul ballatoio, davanti all’ingresso della casa, c’era un uomo a terra, tutto
sanguinante, respirava a malapena. Abbiamo chiamato subito il 118. Appena siamo entrati in casa, nel corridoio, un altro
corpo, di una donna, massacrato, inerme. Morto. Siamo entrati in salotto. Santo Dio! Un bambino, di due o tre anni, e due
donne, una giovane, l’altra di mezza età, devastati tutti da coltellate. Una scena tremenda.
Giornalista: sentiamo ora una prima ricostruzione di questa drammatica vicenda.
Poliziotto: le donne trovate nel salotto sono rispettivamente la madre e la nonna del bimbo. L’uomo, che versa in condizioni
gravissime, ma è ancora vivo, e la donna trovati all’entrata sono i vicini di casa. Riteniamo che inizialmente gli assassini si
siano accaniti sul bimbo e sulla madre, che probabilmente erano gli obiettivi dell’agguato. Forse le loro urla e i pianti hanno
richiamato la signora Galli, nonna del bimbo, che, appena accorsa, è stata uccisa con una coltellata alla gola. Il trambusto ha
richiamato i vicini di casa: la donna è stata uccisa appena entrata in casa e l’uomo colpito nel ballatoio.
Giornalista: ci sono indiziati?
Poliziotto: stiamo cercando di rintracciare il padre del bimbo, uno spacciatore tunisino uscito per indulto, ma per ora è irrintracciabile. Ciò conferma i pesanti sospetti verso di lui e fa nascere ulteriori polemiche su quello schifo di legge che permette
ad una massa di delinquenti extra-comunitari di uscire dal carcere e riprendere i loro loschi giri.
Giornalista: a proposito di indulto, sentiamo il commento a caldo di un noto esponente della Lega Nord.
Borghetti: La spaventosa mattanza cui ha dato luogo a Erba un delinquente spacciatore marocchino ci prospetta quello che
sarà, molte altre volte, uno scenario a cui dobbiamo abituarci. Al di là dell''effetto indulto', che qui come in altri casi dà la
libertà a chi certo non la merita, vi è e resta in tutta la sua spaventosa pericolosità una situazione determinata da modi di
agire e di reagire spazialmente lontani dalla nostra cultura e della nostra civiltà. Quel che è successo a Erba può succedere, in
ogni momento, dovunque personaggi non integrati semplicemente perché non integrabili, hanno trovato nel nostro territorio e, purtroppo, anche in Padania facile accoglienza, ottusa tolleranza, favoritismi politico-sociali d'ogni genere. E' ora di
finirla".
Ubriacone: ma chi è sto deficiente? Damme ‘n’altra grappa, che è meglio!
Barista: è sicuramente uno più svejo de tutti noi. C’ha raggione. Non se ne può più. Tiè, pijate sta grappa e vattene a casa.
Ubriacone: sì, Già, io bevo e l’artri stanno ‘mbriachi. Ma che te sei ‘mpazzito? Pure se fosse lui l’assassino, ma che c’entra che
è marocchino? E che c’entra l’indulto?
Barista: ma come che c’entra? Se non c’era l’indulto in quel momento non stava lì! E poi se sa che i marocchini, l’arbanesi e
tutti questi so animali, s’ammazzano pe’ qualunque stronzata, costringono pure i figli a fasse saltà in aria.
Ubriacone: che c’entrano mo’ i kamikaze? Quella è ‘n’artra storia. E poi voglio vedè si t’entrano in casa, t’ammazzano de botte e te mannano a vive pe’ strada se non te viè voglia d’ammazzalli tutti. L’indulto poi se riferisce ai reati minori, mica all’assassini. Non era prevedibile. E poi nun te dimenticà de Erika e Omar. Pure là avevano dato la corpa all’estra-comunitari e poi
invece se so ritrovati co ‘na sorellina deviata e il ragazzo. Entrambi bellamente italiani. Vabbè … fammene annà a casa, se
vedemo domani.
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Barista: bonanotte.
13 Dicembre, ore 12,00, stesso bar.
Barista: n’è ‘n po’ presto pe’ comincià?
Ubriacane: lascia perde, damme ‘n Campari con Gyn.
Barista: Ahò, tranquillo, che t’è successo?
Ubriacone: non l’hai sentito er notiziario stamatina? C’hai pure li giornali aggratis e manco li leggi? Se stanno ad accanì co’
quer poveraccio der tunisino. Gl’hanno ammazzato figlio, moglie, socera, pure li vicini de casa e se la pijano co lui!
Barista: ma nun l’avevano scaggionato? Non stava in Tunisia quann’è successo?
Ubriacone: sì, sì, però mo’ se so messi a dì che è ‘na vendetta trasversale pe’ questioni de droga.
Barista: Embè, non potrebbe esse?
Ubriacone: Ma che! L’hanno pure detto che stava ner giro piccolo! Ste cose succedono solo quanno ce stanno de mezzo cose
grosse.
Barista: beh, mica è vero! Forse è proprio perché so scemi e stanno ner giro piccolo che fanno ste cose.
Ubriacone: non c’hai capito niente allora! L’assassini hanno fatto un piano ’na cifra preciso. Non pò esse qualcuno der giro
piccolo: uno scemo non sarebbe in grado de concepillo e uno intelligente capirebbe che non c’è motivo de fa tutto sto macello pe’ cose da poco. E poi me fa incazzà che glie vonno dà la corpa a tutti i costi a sto poro tunisino. Se so messi pure a dì che
potrebbe essere ‘na follia da fanatismo religioso … pazzesco!
Barista: ma tu come fai a esse così sicuro che nun è stato lui?
Ubriacone: ma io mica ho detto che non è stato lui! Ho detto che glie vonno affibbià pe’ forza ‘a corpa perché è immigrato e
perché è uscito co l’indulto. Lo vonno strumentalizzà. Questo è quello che me fa più incazzà, che se per caso questo fosse
innocente avrebbe tutt’er diritto de diventà assassino e ammazzà tutti quelli che je stanno a dà contro, senza alcun rispetto,
solo pe’ strumentalizzallo.
Barista: bah … tu vedi cospirazioni da tutte le parti. Dovresti trovatte un lavoro e ‘na donna e fa come tutti i cristiani, invece
de stattene sempre qua a beve e a parlà come se fossi chissà chi.
Ubriacone: so solo uno che riflette! ar contrario de ‘a gente, che crede che fa come l’altri sia na cosa bona... Come i tedeschi!! Ahò, quelli credevano che sostene' Hitler fosse ‘na furbata, solo perché ‘o facevano tutti! Tutti i disastri nascono così.
'N erroruccio ne causa altri mille… e ognuno mille ancora e ancora mille... fino a quando la situazione diventa irrecuperabile.
Pensa ar disastro ecologico: macchine, spray, industrie … fra 'n po’ l’ozono sparisce e ’r sole ce frigge tutti quanti come quee
patatine... o come in quer firm, The Core … se la gente girasse in bicicletta, puzzasse 'n po’ de più e evitasse de compra' cose
industriali, tutte 'ste società se ritroverebbero cor culo per terra e sparirebbero e la natura magari non s'encazzerebbe… ma
tutti pensano: se nun lo fa nessuno, perché lo devo fa io? E poi il figlio viziato de papà co i sordoni, 'o stesso ragazzino che
gira co 'e machine che inquinano più de 'na fabbrica e artri aggeggi devastanti, se lamenta perché a Cortina ancora nun nevica e non pò anna' a scia' a Natale. Bah … io so' pazzo, più che ‘mbriacone, starai a pensa'! Picchio, che me fai pe' pranzo?
Barista: almeno in questo sei fortunato. Una bella amatriciana preparata dalla mia mogliettina. Tesoro, apparecchia al signore.
12 Gennaio, ore 13,00, al solito bar.
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Giornalista: finalmente è giunta al termine la vicenda dell’Erba, e nella maniera più tragica possibile: sono infine crollati i
coniugi Romano, vicini di casa delle vittime della strage, dopo dieci ore di interrogatorio a sorpresa. Sono stati inchiodati da
tre pesanti elementi a loro carico: la deposizione di Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage, che dopo venticinque
giorni fra la vita e la morte è riuscito a parlare, riconoscendo in Olindo Romano l’uomo che ha tentato di ucciderlo; la presenza di alcune macchie di sangue sulla Seat Arosa dei Romano e dei pantaloni, anch’essi sporchi di sangue, trovati nell’abitazione dei due. La signora Angela Rosa Bazzi, coniuge Romano, ha dichiarato di aver sgozzato il bimbo perché piangeva e gli
faceva venire il mal di testa. Viene ora da chiedersi quale mente malata possa non rispettare il naturale pianto di un bambino
e premeditare di ucciderlo assieme alla madre ed alla nonna. Lasciamo allora la parola ad un criminologo.
Criminologo: Dalla ricostruzione psicologica effettuata sui coniugi Romano, sembra che essi vivessero uno stato di invidia
nei confronti della signora Raffaella Castagna, madre del piccolo Youssef, in quanto non erano riusciti ad avere dei figli.
Questa invidia è cresciuta piano piano in un clima di solitudine e di fallimento ed è sfociata in un atto lucidissimo: gli assassini hanno premeditato il delitto, organizzandosi anche con bastoni e coltelli, e sono apparsi lucidi nei vari interrogatori,
presentando un forte alibi che è crollato solo alla fine. Dunque non si tratta un raptus di follia omicida, come superficialmente si può credere, né si può pensare che gli assassini fossero tecnicamente “psicotici”, cioè scollegati dalla realtà. Il finto
terrore negli occhi dell’assassina, quando torna sul luogo del delitto, la sera stessa; la freddezza dell’assassino, dopo i primi
interrogatori, conclusi con un nulla di fatto, lasciano pensare a qualcosa di molto più tragico e pauroso, a qualcosa che nasce
dalla normalità della vita condominiale. Con quale coraggio domani apriremo al nostro vicino che ha terminato lo zucchero?
Ubriacone: mo’ non parli più, eh? te e tutti quell’artri scemi superficiali … è stato ‘o spacciatore marocchino perché ’r figlio
non voleva fasse esplode davanti ar Muro der Pianto … ve sta bene! Preparame du primi, va, ch’aspetto ‘n amico.
Amico: scusa il ritardo … ma non ce se crede, è un mese che stanno a fa i lavori su ‘a preferenziale … te rendi conto? Hanno
cominciato sotto Natale, co tutt’er casino della cazzo de gente che va a fa li regali, glie viè la brillante idea de fa i lavori su ‘a
preferenziale … è tutto bloccato, e ‘a gente che litiga, due ieri se so pure menati, uno grosso ha lasciato ‘n ometto de sessant’anni per terra sanguinante, poraccio! Ed è un mese che vanno avanti co sti lavori e manco se capisce che stanno a fa, potano
l’arberi, rifanno ‘e buche, che poi a sto punto rifacessero l’asfarto invece de stuccà ‘e buche, che poi l’acqua glie rientra dentro e le riapre.
Ubriacone: daje, fatte sto bicchiere, che così te rilassi un po’.
Amico: me rilasso cor vino? ‘na canna me ce vorrebbe, semmai, ma poi so drogato. All’occhi de certa gente te fai na canna e
sei drogato. Vaglielo a dì che te vengono certi pensieri da paura …
Ubriacone: oggi sei polemico, eh! De solito so io ad avecce ‘a fama der polemico, ma m’a stai a rubbà. E poi magari certi pensieri è meglio lascialli perde, fanno soffrì, tocca entrà nei meccanismi, sinnò te gira ’a testa a vedelli scorre da fori.
Amico: e ‘o dici te, che te sei sempre tirato fori? A momenti te ricoverano, pè quanto stai alienato!
Ubriacone: parlavo in teoria … in pratica poi me la flasho come sempre, nun ce posso fa niente, è na cosa de indole, però se
vive male, nun te capisce nessuno.
Amico: è ‘na storia vecchia. Quanno vai ortre, se sei fortunato te capiscono dopo cinquant’anni, artrimenti manco quello e
te ricordano come pazzo, sempre si te ricordano. Pensa a quello che aveva capito che ‘a Terra girava intorno ar Sole, dumila
anni fa, nessuno gl’ha dato retta, e mille e cinquecento anni dopo s’è preso er merito Copernico. Manco io me ricordo come
se chiama sto tipo, che so ‘a storia, la maggior parte de ‘a gente manco n’aveva mai sentito parlà.
Ubriacone: nun c’h’avuto successo perché ‘a teoria che era il Sole a girà era più semplice e utile pe’ i cristiani, perché metteva
l’omo ar centro … è sempre stato così: nun glie ne frega a nessuno de quali so ‘e cose vere, ma de quelle che so semplici e
utili a quarcosa. Mo’ ‘e cose stanno un po’ a cambià, ma ce stanno sempre sti scemi che strumentalizzano tutto. Guarda ‘a
strage dell’Erba, subito chi è contro l’immigrazione s’è scagliato contro er tunisino, quelli che so contro l’indulto, ne hanno
approfittato… è tutto un gioco d’enteressi. Pure ‘a storia dell’indulto, te hai capito perché l’hanno fatto? A’a fine, se i carceri
so pieni, ne costruiscano dell’artri; oppure vonno daje n’artra possibilità a chi ha commesso reati minori … ma allora tutti
commetterebbero reati minori!
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Amico: non è vera st’urtima cosa ch’hai detto, perché vengono indultati solo quelli che hanno fatto il reato prima der due
maggio. Sta legge l’hanno fatta perché allo stato i carcerati costano troppo e se ne devono toglie ‘n po’ da’ cojoni, almeno
così vonno fa crede. E poi, si senti bene, so pochissimi i casi de indultati che hanno rifatt’e’ reato, rispetto a quelli liberati
regolarmente che ‘o rifanno.
Ubriacone: perché dici “così vonno fa crede”? perché l’avrebbero fatta sinnò?
Amico: l’hai detto prima! Pe’ quarche artro ‘nteresse. Pensa a’a gente che s’è torta dai guai co’ sta legge, gente sia de destra
che de sinistra. È stata ‘na legge che è convenuta a tutte ‘e parti, basta pensà che c’ha avuto 490 assensi, contro 112 fra contrari e astenuti. Hanno tirato fori Previti e Berlusconi da ‘na parte, manco la galera se fa Previti, da cinqu’anni a niente. Dall’altra quarche nomignolo: De Mita, Burlando, tutti magnoni truffatori che manco un minuto de sbare mo’ vedono.
Insomma è tutto ‘n magna magna, ce piano per culo, ce fanno scannà fra de noi se è giusta o meno, quanno invece questi se
mettono d’accordo ar tavolino o meglio ar bordo de ‘na piscina. Tanto mica è ‘n referendum che decidemo noi. Che glie
frega: ‘na vorta che s’organizzano, è fatta.
Ubriacone: ammazza, ma do’ l’hai imparate tutte ste cose?
Amico: è solo avecce ‘n po’ de voglia. Co’ internet se fa tutto. Metti “google”, cerchi “indulto” e trovi l’ira de Dio.
Ubriacone: eh già, ma ‘o sai che nun c’ho un gran rapporto co’ ‘a tecnologia. E poi preferisco perde tempo a studiamme un
libro scritto da quarcuno che ce capisce che annà a vedè su internet, do’ ognuno po’ scrive ‘e stronzate che glie passano pe’ ‘a
mente.
Amico: ma ‘nfatti pure su internet devi sapette move, altrimenti te rifilano de’e stronzate assurde. L’artro giorno ce stava uno
che me voleva fa crede che ce so certi bambini immuni da’e malattie, perché l’aveva letto sur sito de ’n certo Drambalo, o ‘na
cosa der genere, e parlavano de ’na nova razza de òmini che so’ un tutt’uno co’ Dio. Tutto senza ’no straccio de prova … solo
‘na serie de frasi una dietro l’artra. Deve esse ‘no studio attivo, devi fa ‘na specie de ricerca, poi certo ‘a carta è sempre ‘a carta, er libro c’ha sempre er suo fascino!
Ubriacone: l’ho visto pur’io quer sito, me ricorda La Razza Ventura, er libro de Bulwer — Lytton, ar quale s’è ispirato pure
Hitler, un ber libbro, c’h’avuto pure ’n certo seguito, co’ esploratori che cercavano ’r regno de Agarthi. Cose ’na cifra affascinanti, ma sempre buttate là, senza ‘no straccio de prova. Ma ogni tanto, in un modo o nell’artro, spesso ce se n’esce co’ ste
cose de superazze, che possono fa cose assurde e manipolano tecnologie incredibili. Pensa pure a’a leggenda de Atlantide e de
Mu. Me sa che sta ricerca der divino è ‘na cosa de indole dell’uomo. È come se se sentisse ‘ncompleto, impuro, allora c’è chi
cerca l’amicizia, chi l’amore, chi invece cerca ‘na cosa esterna, ancora più pura. È ‘na cosa naturale cercà ‘ste cose. Ma me
fanno incazzà quelli che le cercano in maniera così irrazionale, senza rispetto pe’ ‘a verità.
Amico: A’a fine annamo sempre a parlà de Dio e de cose simili. ‘Sta trascendenza è figa, ma nun porta da nessuna parte. A’a
fine sti poracci so’ stati tutti scannati, insieme a mille artre persone in situazioni simili e tocca vedè si Dio li perdona. Si fossi
Dio glie sputerei ‘n faccia a’a prima preghiera che me rivorgono,e pure a’a seconda e a’a terza, finchè io nun finisco ‘a saliva e
a loro nun passa ‘a voglia.
Ubriacone: io manco c’a sprecherei a saliva, che po’ esse sempre utile a rattoppà quarche buco qua e là. E poi co’ tutto sto
vino ‘a saliva me sta a diventà acquetta e me ce dovrei mette troppo vicino pe’ corpilli e nun me và de infettamme co’ qua’a
puzza. E comunque sto discorso sta a scadè troppo ner vorgare. Magnamose sta cazzo de pasta e stamose zitti du minuti. Magari a stomaco pieno ce viè ‘n po’ de ispirazione.
Nota conclusiva
La tragica vicenda della strage di Erba ci ha fatto riflettere e condotti a cercare di saperne di più. L’idea dell’articolo è stata
una naturale conseguenza, anche dal momento che dava l’opportunità di parlare dell’indulto, questione delicata. Poiché man
mano che buttavamo giù le idee, esse prospettavano un articolo piuttosto lungo, abbiamo allora deciso di ricorrere al dialogo
fra vari personaggi per mantenere viva l’attenzione del lettore. Abbiamo inoltre sfruttato la flessibilità del dialogo cercando di
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toccare il maggior numero di argomenti. È nata allora quella che abbiamo chiamato “Rapsodia sul tema della Strage d’Erba”,
cioè una simulazione di un dialogo fra vari personaggi ed in vari tempi che, a partire da un certo argomento, ne spazia cento
altri, esattamente come accade nella realtà quotidiana. Speriamo che queste cinque pagine non vi abbiano annoiato. Per
quanto ci riguarda sono state un utilissimo motivo di approfondimento di certi argomenti e un interessante esperimento
tecnico su un modo di scrivere poco comune e anche estremamente difficile.
Ronaldo e Vanzetto
Billo torna con noi
So che molti di voi troveranno sbagliato questo mio intervento perché penseranno
che in fondo non c’entro
nulla con la squadra ma era
una cosa che mi sentivo di
fare, soprattutto perché trovo
che sia stata fatta un’ingiustizia nei confronti di Fabrizio
Camponeschi, per tutti noi
Billo.
Non voglio generare polemiche né tantomento dare giudizi, voglio soltanto esprimere la mia opinione di tifosa e
di amica di tutti voi.
Ciò che penso è molto semplice e chiaro: Billo deve
tornare nella squadra.
A tutti sono noti i motivi che
lo hanno portato all’ abbandono del gruppo e io per
prima mi schiero dalla sua
parte perché credo abbia
ragione. Non si tratta solo di
difendere un amico ma anche di una questione di principio.
Lui è sempre stato il primo a
mettersi in gioco per la squadra, è il primo che ci ha creduto e che ci mette anima e
corpo, il primo che con il
suo spirito e con il suo cuore
ha sempre sperato nella buona riuscita, di quest’ avventura con l’ A.C. Cittareale.
Non è una lettera atta a celebrare le qualità del nostro
amico che tutti noi conosciamo molto bene ma spero
voglia far riflettere tutti voi
sui veri motivi per cui tutte
le sante domeniche dall’ inizio del campionato, noi tifosi
ci riuniamo insieme alla
squadra: non per la vittoria,
non per la gloria ma per
quell’ amicizia che ci lega e
che da anni ed anni continua
a farci essere il gruppo speciale che siamo.
Ed è per questo che me la
prendo così tanto, perché
Billo è il primo che crede
nella forza del gruppo, come
l’unione di persone speciali
che combattono per un fine
unico: divertirsi e stare insieme.
Ed ecco che a mio parere
nasce la squadra, un gruppo
compatto, inseparabile ed è
questo che noi tifosi vogliamo vedere tutte le domeniche.
E lo stare zitti su questioni
come queste non è un bene.
Si parla di armonia della
squadra e del non voler generare polemiche per non rovinare gli equilibri che si sono
formati…e questa faccenda
non ha sconvolto gli equilibri?Alzi la mano chi è sereno
ora che Billo non gioca più,
alzi la mano chi è felice per
l’abbandono di un membro
così importante della squadra…
Io no!E ripeto non mi interessa di passare per quella
che non si fa gli affari suoi e
che si immischia in cose che
non la riguardano perché per
me dal momento che crediamo nella squadra, siamo tutti
parte di essa. Non faccio parte dello “spogliatoio”, non
sono ferratissima di calcio
ma posso dire che a volte le
qualità tecniche o quel che
dir si voglia, non sono tutto,
non bastano per rendere
compatto un gruppo. Questo
è il mio pensiero…alla base
di ogni cosa ci vuole cuore,
amore, ci vuole quello spirito
che ti fa andare avanti e che
ti sprona a fare sempre meglio e questo Billo ce lo ha,
né è il portabandiera!
Quindi il mio piccolo consiglio è: se veramente tenete
alla squadra e volete che continui ad essere il magico
gruppo che abbiamo visto
fino ad ora, chiedo a tutti voi
e ai responsabili di trovare
una soluzione a questo problema e spero che nessuno
abbia la bontà di criticare la
scelta fatta da Billo, perché
sfido chiunque di voi, nella
sua stessa situazione, a reagire diversamente.
Mi scuso ancora per aver
“osato” immischiarmi in
questa faccenda ma è un mio
pensiero e come tale volevo
renderlo noto a tutti voi.
Alessia Di Luccio
E' molto triste pensare che
mentre sull'Eco della Valle
usciva un toccante Amarcord del mitico AC Cittareale, stava nascendo una profonda crepa nella squadra di
oggi… Mi chiedo come non
si riesca a capire che questa
squadra è un dolce sogno
per i giocatori che ne fanno
parte e che i risultati raggiunti finora erano il frutto
di un ambiente unito. Avete
mai osservato l'esultanza
dopo i goal segnati? Tutti,
dalla panchina al portiere,
corrono contro il realizzatore e lo soffocano letteralmente in un abbraccio commovente per chi dagli spalti
li guarda. Perché non capire che tutti (insieme, uniti,
imprescindibili, inseparabili) devono essere protagonisti di questa favola, perché
non apprezzare l'impegno e
la volontà di chi ci mette il
cuore? Forse perché siamo
in realtà troppo "piccoli":
non siamo abituati a vincere
e non abbiamo la mentalità
da capolista….. mi chiedo
una cosa: tutta questa scommessa per quale scopo era
nata?? Sarebbe bene ricordarlo e sarebbe bello vedere
congiunte le forze per ritornare tutti a sognare……
Una tifosa amareggiata
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Pensieri
Eccomi qui, alle prese con il mio “primo articolo” su questo giornale. E’ sempre difficile iniziare a scrivere quando il concetto è ancora non molto chiaro e lineare dentro di sé. Scrivo per spiegarvi cosa, la Valle, mi ha donato in questi lunghi anni di
assidua presenza.
Mi ha regalato gioie infinite e amicizie indissolubili che niente e nessuno mi porterà mai via; mi ha regalato momenti indimenticabili fatti di mattine alla panchina di Vezzano a giocare ai “calci di rigore”, ai pomeriggi al bar di Silvana raggiunto
faticosamente a piedi, con quelle passeggiate lunghissime ma splendide e piene di risate, le serate passate a casa di qualcuno a
chiacchierare o alla Rocca; mi ha regalato sensazioni ed emozioni che credo nessun altro, tranne noi, potrà mai provare.
Ed ecco che improvvisamente tutto è cambiato.
O forse sono cambiata io. E ora vedo la Valle attraverso gli occhi di una persona più obiettiva e non più con gli occhi innamorati di una bambina.
Mi ricordo quando per divertirsi bastavano una bicicletta, un pallone, una casa dove riunirci e chiacchierare, uno stereo con
qualche cd. Mi ricordo di pomeriggi interi passati in sette, otto, dieci persone al massimo, seduti sulla panchina a giocare con
la fontana.
Mi ricordo di quattro ragazzi, Serena, Silvia, Tiziano e Andrea, che, chiusi in una macchina, si fecero una promessa per la
vita, sulle note di “Noi no” di Baglioni. Mi ricordo inoltre di sei ragazzi, che dentro la casetta di Valerio giocavano al gioco
della verità. Non ci abbiamo più giocato, non avremmo mai potuto farlo in cinque. Mi ricordo di cinque amiche che aspettavano impazientemente l’estate per stare assieme e per raccontarsi ogni minimo segreto. “Stessa storia stesso posto stesso bar…
Gli anni d’oro del grande Real, gli anni di Happy Days e di Ralph Malph, gli anni delle immense compagnie, gli anni in
motorino sempre in due, gli anni di che belli erano i film, gli anni dei Roy Rogers come jeans, gli anni di qualsiasi cosa fai,
gli anni del tranquillo siam qui noi…” cantavano gli 883 tanto tempo fa. E noi eravamo quei ragazzi lì, ai quali bastava stare
insieme per stare bene. Tante cose sono cambiate da allora, due di noi sono partiti per un viaggio troppo lungo per il quale
sto ancora cercando una spiegazione, altri si son persi per la strada, altri hanno preferito voltare le spalle ed allontanarsi…
Ora per divertirsi serve una bottiglia di vino, del rhum, della vodka. Ora per divertirsi serve mettere i famosi “tre punti” che
all’inizio mi facevano sorridere e divertire, ora mettono quasi tristezza. Ha detto bene chi, non ricordo, un giorno ha scritto
sull’Eco “le ragazze della Valle sono le nostre ragazze, leviamole dalla strada!”, frase comica e buffa ma tristemente realistica.
Sappia l’autore di questa frase, che è il mio mito personale. E non aggiungo altro.
Ecco, in questo sono cambiata, in questo mi dissocio. Amo la Valle come se fossi nata lì, amo le sue montagne, le sue stradine, le sue case vecchie, i suoi prati, i suoi colori e i suoi profumi, amo l’aria che respiro quando vengo su e quel senso di pace
e benessere che mi pervade quando passeggio fra le vie di Vezzano o di Cittareale, amo il bar di Silvana e i mille cappuccini
che prendo ogni volta, il cappuccino più buono del mondo. Amo ogni cosa e ogni singola persona che in questi anni è riuscita a regalarmi un’emozione, ma non mi sento più partecipe, non ci riesco più. Ed ecco che, leggendo il giornalino, mi sono
imbattuta in una frase di una canzone sconosciuta ma splendida, e penso che forse di tutta la canzone l’autore di quell’articolo ha scritto la frase sbagliata. La più appropriata era un’altra: “Extraterrestre portami via, voglio tornare indietro a casa mia,
extraterrestre vienimi a cercare, voglio tornare per ricominciare…”.
Ed è questo che voglio, Tornare e Ricominciare ad amare la Valle al cento per cento, tornare al paese e sentirlo ancora casa
mia, come se non fosse cambiato nulla, come se questi ultimi due anni non fossero mai esistiti, come se ognuno di noi fosse
ancora la persona che era un tempo, me per prima…
E concludo con dei ringraziamenti che la frenesia della vita quotidiana mi impedisce di fare. Grazie a Clio, perché esiste,
perché c’è, perché è così come è, perché senza di lei la mia vita sarebbe vuota, perché noi due siamo l’esempio di come, in
mezzo a tanta ipocrisia e false amicizie, nella Valle c’è chi si vuol bene davvero. Ti adoro Mia.
Grazie a Pisolo e Bubi, perché nonostante l’allontanamento non voluto, riescono con un solo sguardo a ricordarmi perché li
adoro così tanto. Siete parte della mia anima.
Grazie a Kikko, per le risate che solamente lui mi fa fare e per avere fiducia in me. “Te T’amo” davvero.
Grazie a Giorgione e alle sue battute cattive… per le quali però non mi arrabbio mai!!
Grazie alla mia Amorigna perché sei stata il regalo più bello che Alessio mi ha fatto. E perché sei una vera amica. Per me vali
più dell’oro nero…
E grazie a Valerio per quello che mi ha insegnato, per i consigli e la forza che mi ha regalato nell’ultimo anno. Se sono più
forte ora lo devo a te, perché il dolore che una persona prova o ti uccide o ti fortifica.
Spero di non avervi annoiato con questo articolo, che forse è più una lettera aperta verso chiunque vorrà capirla.
A presto… Spero.
Serena
L’Eco della Valle
Pagina 8 - Cultura Cittarealese
Pensieri
Sono qui, nella mia stanza..fuori piove..fa freddo..era
tanto che non si vedeva una giornata cosi..chissà..forse
l’inverno si è reso conto che è arrivato il momento di
venire a disturbare le tiepide giornate di qualche giorno
fa. È incredibile il modo in cui cambia il tempo..un attimo c’è il sole, e l’attimo dopo ci troviamo con l’ombrello
in mano..un po’ come la vita..la nostra vita. Avete mai
pensato a come questa possa cambiare?!..è un po’ come le
stagioni..cambia all’improvviso..come quando in una
splendida giornata di sole, all’improvviso cominciano a
cascare dei grossi goccioloni e ti prendono alla sprovvista,
e magari hai anche dimenticato l’ombrello a casa.. perché
prima di uscire pensavi che fosse impossibile la pioggia in
una giornata come questa. Così è la vita.. ti colpisce con i
suoi cambiamenti repentini, che all’improvviso non ti
rendi neanche più conto di chi sei e dove ti trovi. E in
questi casi.. dove lo trovi “l’ombrello” che ti ripara?!..
guardandomi indietro, mi rendo conto di come sia realmente cambiata la mia vita.. anche nei miei gesti più piccoli.. ma non mi scoraggio dei cambiamenti, delle disgrazie, delle cose brutte.. perché dobbiamo ricordarci che
anche nelle giornate più piovose, può capitare di scorgere
un arcobaleno, nascosto dietro qualche nuvola.. perché
dobbiamo ricordarci che quando accade qualcosa di brutto, il nostro “arcobaleno”, pur nascosto, è sempre lì, basta saperlo trovare.. e perché dobbiamo ricordarci che
dopo un inverno, c’è sempre una nuova primavera ricca
di fiori, di colori, di luci.. e sapete chi sono i nostri fiori,
i nostri colori e le nostre luci?!..gli amici, gli amori, le
risate, gli abbracci.. perché ricevere un sorriso da qualcuno non ti fa sentire solo.. bisogna fare patrimonio di tutti
i sorrisi e gli abbracci, raccoglierli insieme e tenerli stretti,
perché non capita tutti i giorni di riceverne di sinceri.
Sono queste tutte quelle cose che, in una giornata di
pioggia, mi danno la forza di correre a casa a prendere
l’ombrello, aspettando che un giorno migliore, pieno di
sole, è pronto ad aspettare me.. è pronto ad aspettare
ognuno di noi..
Nel numero 18 dell’Eco della Valle Jack Sparrow,così si
era firmato,diceva che non capiva come tante persone
riescono a parlare delle loro vicende,spesso personali, su
questo giornalino. Beh,io la penso più o meno come lui,
ma come lui alla fine anche io mi sono ritrovata a scrivere qualcosa da pubblicare nell’Eco. Scrivo sentendo “Me
Voi”,canzone che per noi simboleggia l’estate 2006,e ripenso a tutte le cose successe tra sofferenza e allegria, ma
soprattutto a Voi, Voi siete state la cosa più bella di tutta
l’estate: le IRRIDUCIBILI!!!Penso che quasi tutti sanno
chi sono. Beh, per chi non lo sapesse, sono sei semplici
ragazze che mi hanno portato divertimento e serenità per
un intero mese e mezzo!!Ricordo tutte le giornate passate
insieme scherzando, bisticciando, facendo le cose più
pazze, sostenendoci l’una con l’altra, alcune volte anche
arrabbiandoci. Ma questo non è importante; l’importante è sapere che ci SONO!!!E tutte sono indispensabili,
nessuna è trascurabile. È come una grande macchina, se
non ha tutti gli ingranaggi non può di certo partire. Così
sono le irriducibili, ognuna ha un proprio ruolo indispensabile: nessuna di noi potrebbe fare a meno della
saggezza di Simy, dell’allegria di Giorgia, della dolcezza di
Germana, della serietà di Silvia, della bontà di Vale e
della spontaneità di Agnese. Ripenso a quante volte le
loro parole,i loro consigli, la loro felicità hanno fatto ritrovare il sorriso al mio volto. Spesso penso a tutti quei
ragazzi che vivono in solitudine, senza amici, e capisco
quanto sono fortunata. Se è vero quello che dice il detto:
“Chi trova un amico trova un tesoro” beh,allora io mi
sento ricchissima. Ricca di felicità, di speranza che ognuno di noi possa essere ricco come me e che questo
”bottino” non svanisca mai. Anche quando le nostre strade si saranno ormai divise vorrei poter guardare quella
foto di noi sette in pigiama al bar, in quel incredibile
estate del 2006,e SORRIDERE, sperando che quel sorriso arrivi nel cuore di ognuna di voi, riaccendendo il ricordo di sette grandi amiche.
Con affetto vostra
Un Fiore Nato in Primavera
Magica Thinky
www.ecodellavalle.altervista.org
L’Eco della Valle
Pagina 9 - Sport
I I I
C a t e g o r i a - G i r o n e
A
Risultati 11^ giornata
CASTEL SANT’ ANGELO
CITTAREALE
FORTITUDO PIAZZA TEVERE
LOTOR TORRICELLA SABINA
PESCOROCCHIANO
SANTA RUFINA
Classifica 12^ giornata
PESCOROCCHIANO
CITTAREALE
BORBONA CALCIO
TURANIA 1997
CAMPOLONIANO
REAL CASTEL S. ANGELO 2006
CASTEL SANT’ ANGELO
REAL MONTENERO
TORPEDO RIETI
SANTA RUFINA
FORTITUDO PIAZZA TEVERE
LOTOR TORRICELLA SABINA
4
0
1
0
2
1
-
1
1
2
4
1
1
Gavignano e Pescorocchiano incontrastate
dominatrici
TORPEDO RIETI
TURANIA 1997
BORBONA CALCIO
REAL CASTEL S.ANGELO 2006
REAL MONTENERO
CAMPOLONIANO
P. PG PV PN PP GF GS
28 12 9
1
2 27 16
26 12 8
2
2 36 14
26 12 8
2
2 31 14
26 12 8
2
2 30 17
23 12 7
2
3 23 22
21 12 7
0
5 23 17
19 12 6
1
5 22 16
16 12 5
1
6 28 28
9 12 3
0
9 17 34
8 12 2
2
8 10 23
4 12 1
1 10 16 36
3 11 1
0 11 12 38
MG
11
22
17
13
1
6
6
0
-17
-13
-20
-26
MI
2
0
0
2
-1
-1
-5
-6
-13
-16
-22
-23
Comunicato Ufficiale n° 20 del 25/01/2007
Provvedimenti disciplinari
A carico di calciatori
-Squalifica per due gare effettive:
AQUILINI EMILIANO (FORTITUDO PIAZZA TEVERE).
Perché, a fine gara, inveiva contro l’arbitro con parole offensive.
- Squalifica per una gara effettiva:
FERROCCI MARCO, RICCIUTI FEDERICO (CITTAREALE) - COLANGELI MARCO
(LOTOR TORRICELLA SABINA) - SANTILLI MANUEL (REAL CASTEL S. ANGELO
2006) - RICCI ILARIO (REAL MONTENERO)
- Squalifica per una gara effettiva per recidività di ammonizioni:
AQUILINI EMILIANO (FORTITUDO PIAZZA TEVERE) - AURELI ALESSANDRO
(LOTOR TORRICELLA SABINA)
Ammonizione con diffida (III infr):
BONFA’ LUCIANO, LUCIANI MATTEO (PESCOROCCHIANO) - BERNARDINETTI
OMAR (REAL MONTENERO) - LA TORRE FABIO (TURANIA 1997)
Come spesso accade, tra i
due litiganti il terzo gode.
Tre erano le squadre in
lotta per il primo posto,
ma
il
pareggio
(pronosticato) tra Cittareale e Turania ’97 (2-2) ha
permesso al Pescorocchiano di salire in cima alla
classifica con il successo
interno sul Real Montenero (2-1). F. Piazza Tevere
battuto in casa dalla voglia
di rivincita del Borbona
(1-2), capace di disputare
una ripresa tutta grinta
che vale la seconda piazza.
Il Campoloniano si ferma
a S. Rufina (1-1), dove i
padroni di casa sono riusciti fortuitamente a bloccare la squadra ospite.
Infine, sia il Real Castel S.
Angelo che il Castel S.
Angelo vincono con un
poker rispettivamente
contro il Torricella (0-4) e
il Torpedo Rieti (4-1).
Prossimo Turno - 13^ giornata - 4 febbraio 2006
BORBONA CALCIO
CAMPOLONIANO
REAL CASTEL S.ANGELO 2006
REAL MONTENERO
TORPEDO RIETI
TURANIA 1997
-
PESCOROCCHIANO
CITTAREALE
FORTITUDO PIAZZA TEVERE
CASTEL SANT’ANGELO
SANTA RUFINA
LOTOR TORRICELLA SABINA
Cimarro
Ippolito Vecchiarelli
Comunale
Comunale
Gudini
Valle Noce
15.00
15.00
15.00
15.00
15.00
11.00
L’Eco della Valle
Pagina 10 - Sport
Un Cittareale mai domo viene beffato nel finale
Grande prestazione dei biancoverdi che, giocando in inferiorità numerica (l’ultimo quarto d’ora in nove) larga parte della ripresa, disputano una gara tutta grinta sfiorando un’epica vittoria che sfuma al 95’.
A.C. Cittareale
Tuarania 1997
2
2
A.C. CITTAREALE (4-42): Silvestri 5,5; Ricciuti
5,5; Latini 5,5; Fedele 7
(dal 22’st Di Marcello
6,5); Ferrocci 5,5; Aureli
6,5 (dal 1’ st D.Cenfi 8);
Cellini 7,5; Cappelli 6 (dal
28’st Bricca 6,5); Capraro
7,5; Altopiedi 7,5; L. Cenfi 7. A disp Sansoni, L.
Camponeschi.
TURANIA 1997 (4-4-2):
Chiavelli 7; De Lellis 5,5;
Cartia Artizzu 6; Porzi 6;
Tani 6,5; La Torre 5,5;
Cappelli 6; Bilda 6; Pietropaoli 5,5; Rossi 6,5;
Flamini 7,5.
Marcatori: Flamini, Alto-
piedi, Capraro, Flamini.
Ammoniti: Aureli, Cellini
Espulsi: Ferrocci, Ricciuti
Nel match casalingo di apertura del girone di ritorno si
affrontano, al Tito Flavio
Vespasiano, in una sfida di
alta classifica il Cittareale
ed il Turania, formazioni
appaiate a quota 25 in vetta
alla classifica.
Il Cittareale, ancora privo di
Borgetto, deve rinunciare a
Giovanni, fermato per somma di ammonizioni dal giudice sportivo e Cacini, forfait dell’ultim’ ora. Mister
Masci arretra Prezio al fianco di Peppe ed inserisce
Aureli a far coppia con Simone nella zona centrale del
campo scegliendo un abbottonato 4-4-2 completato
dalle coppie di fascia Recchia-Pappa sulla destra e
Manolo-Scrocchia sulla sinistra; la coppia d’attacco è
Pitt-Ronaldo.
Il Turania si schiera con uno
speculare 4-4-2 arretrando Flamini sulla linea dei centrocampisti a supporto delle due punte Bilda e Pietropaoli.
L’arbitro decreta l’inizio delle
ostilità e nei primi minuti di
gioco la partita risulta piuttosto
brutta e nervosa, col direttore
di gara costretto più volte ad
interrompere il gioco.
Col passare dei minuti emerge,
comunque, la supremazia territoriale degli ospiti con Porzi e
Rossi che nella zona nevralgica
prevalgono su Simone e Aureli
che faticano non poco ad entrare in partita, cosicché i civitaresi, trovando parecchie difficoltà nella costruzione del gioco, affidano la manovra quasi
esclusivamente a palle lunghe
verso gli attaccanti, ben controllati dalla retroguardia.
Il primo pericolo per la porta
di Tasciu si materializza al 22’,
quando Prezio, vedendosi saltato dal centravanti Bilda, lo
stende ai 20 metri: l’arbitro
ammonisce il difensore di casa
e assegna il calcio di punizione.
Alla battuta va lo specialista
Flamini, ma il suo interno sinistro si spegne sul fondo dopo
aver sfiorato l’incrocio dei pali.
Il tema tattico per tutta la prima frazione di gioco non cambia con i civitaresi che raramente si affacciano dalle parti di
Chiavelli e il Turania che sì, è
padrone del centrocampo, ma
che non impegna quasi mai il
portierone biancoverde.
Quando tutti ormai sembrano
attendere solamente il rientro
negli spogliatoi, gli ospiti passano in vantaggio. Al 37’ Rossi
serve Bilda che lavora un bel
pallone e, di tacco, serve Cappelli involatosi sulla destra;
l’esterno ospite, ad un metro
dalla linea di fondo effettua un
calibrato cross per Flamini che
è abilissimo, in torsione, ad
anticipare i difensori e a spedire di testa alle spalle di Tasciu.
0 a 1.
Pochi minuti dopo il vantaggio
l’arbitro decreta la fine del primo tempo.
Nella ripresa mister Masci effettua un cambio inserendo Dadda per l’acciaccato Aureli restituendo Prezio all’abituale ruolo
di playmaker passando al 4-3-21, modulo col quale i biancoverdi hanno raccolto quest’anno le maggiori soddisfazioni.
I benefici del cambio tattico si
notano fin dalle prime battute della ripresa con il Cittareale che parte fortissimo
alla ricerca del pareggio.
Prima un bello scambio tra
Pappa e Pitt agita la difesa
avversaria con La Torre che
si rifugia in corner, poi al
51’ solamente un grandissimo intervento di Chiavelli
su un angolatissimo sinistro
da fuori di Ronaldo nega al
bomber di casa la soddisfazione del gol.
La pressione dei biancoverdi
aumenta e il gol sembra
ormai questione di minuti.
Al 54’ il Pappagallo è autore
di un bello spunto quando
raccolta palla sulla destra si
accentra, ma viene atterrato
al limite nei pressi del vertice destro dell’area di rigore.
Alla battuta si porta lo specialista Pitt che con un perfetto interno sinistro disegna una parabola con cui
infila l’estremo difensore
ospite. E’ il gol dell’ 1 a 1.
Nel secondo tempo sembra
di assistere ad un’altra partita. Ora è il Cittareale che,
galvanizzato dalla rete del
pareggio, comprime il Turania nella propria metà campo e appare determinatissimo ad aggiudicarsi l’intera
posta in palio.
Al 61’ però Prezio commette
un’ingenuità e rimedia il
secondo cartellino giallo per
un superfluo intervento a
metà campo su Rossi. I civitaresi sono costretti così ad
affrontare il resto della partita in dieci uomini.
La partita ora si fa intensissima, col Turania che rinfrancato dalla superiorità numerica rialza la testa riuscendo
ad alleggerire la pressione a
L’Eco della Valle
Pagina 11 - Sport
cui era sottoposta ed i civitaresi che, a loro volta, continuano a giocare a viso aperto alla ricerca del vantaggio.
Al 68’ un brivido percorre la
schiena dei supporters biancoverdi quando Cappelli,
innescato da Porzi in contropiede entra in area dalla
destra e si trova a tu per tu
con Tasciu che, in uscita,
col piede, riesce ad intercettare la conclusione a botta
sicura dell’esterno ospite.
Nonostante l’uomo in meno
il Cittareale sembra tenere
meglio degli avversari il campo, anche quando per infortunio sono costretti ad abbandonare il campo prima
capitan Peppe per una contrattura e poi Simone per un
risentimento al ginocchio,
sostituiti da Rossi e da Bricca.
In piena emergenza mister
Masci sposta Scrocchia centrale difensivo accanto a
Manolo e il Pappa a lottare
da solo come un leone a
centrocampo, con Pitt che
arretra a fare l’esterno sinistro. I biancoverdi, indomiti, non rinunciano ad offendere e nonostante tutto risultano assai più pericolosi
del Turania.
E’ sull’asse Pappa-Ronaldo
che i padroni di casa costruiscono le proprie iniziative,
come al 72’, quando il Pappagallo batte a sorpresa una
punizione e serve Ronaldo:
il bomber prova il lob su
Chiavelli, ma l’esecuzione
risulta imprecisa ed il portiere blocca .
Al 76’ però, l’estremo difensore ospite capitola: il Pappa
recupera un pallone e verticalizza immediatamente per
Ronaldo che, trovatosi uno
contro uno con Tani lo salta
e infila Chiavelli in uscita
con un piatto destro. 2 a 1 e
la torcida biancoverde può
esplodere di gioia.
All’83’ però è ancora l’arbitro a rendersi protagonista,
quando sventola il secondo
cartellino giallo a Recchia
lasciando il Cittareale in
nove uomini.
I padroni di casa sorretti da
una grande difesa costituita
da giocatori non di ruolo e
spronati da un grande Daniele Cenfi lottano come
leoni, nonostante la doppia
inferiorità numerica, dando
l’impressione di riuscire a
resistere al forcing finale del
Turania,. Al 95’ però da
un’incomprensione
sulla
trequarti campo nasce l’ultimo tentativo degli ospiti con
Bilda che vede Flamini libero sul vertice destro dell’area
e lo serve; il numero 11 del
Turania controlla a seguire e
si presenta a tu per tu con
Silvestri battendolo con un
tocco di sinistro. 2 a 2 e
Cittareale beffato in piena
zona Cesarini.
Il big match della prima di
ritorno termina in pareggio,
ora le due compagini si trovano al secondo posto a
quota 26 insieme al Borbona distanziate di due lunghezze dalla nuova capolista,
il Pescorocchiano.
Domenica il campionato
osserverà un turno di stop.
L’appuntamento è per il 4
febbraio, quando il Cittareale andrà a far visita al Campoloniano di mister Grilletto per una trasferta che nasconde non poche insidie.
PiriPiri
Le pagelle
Tasciu: 5,5 il Presidente lo appunta imputandogli responsabilità in occasione del primo gol ospite...ai posteri l’ardua sentenza...
Recchia: 5,5 sbaglia i primi appoggi e perde sicurezza. Molto
meglio nella ripresa quando chiude i varchi sulla destra fino al
momento dell’espulsione (esagerata).
Manuel: 5,5 meriterebbe molto di più, giocando una ripresa
ad alti livelli da centrale, ma sul giudizio finale pesa l’errore
allo scadere col quale regala la palla del pareggio agli avversari.
Peppe: 7 solita garanzia, grinta da vendere e chiusure perfette.
Costretto ad abbandonare il campo per una contrattura.Dal
22’ st Rossi: 6,5 entra e disputa una partita di grande sacrificio coprendo tutta la fascia senza timori reverenziali.
Prezio: 5,5 schierato centrale difensivo nel primo tempo non
demerita. Riportato al suo ruolo naturale nella ripresa inizia
molto bene, ma l’ingenuità in occasione della seconda ammonizione inguaia la squadra.
Aureli: 6,5 nel primo tempo è uno dei più vivi; gioca molti
palloni e prende parecchie botte. Costretto ad uscire per un
pestone. Dal 1’ st Dadda: 8 fantastico. Ara la fascia sinistra
abbinando a una gran corsa grande qualità nelle giocate.
Zambrotta.
Pappagallo: 7,5 nel primo tempo non trova gli spazi giusti.
Nella ripresa invece lotta come un leone vestendo contemporaneamente i panni dell’incontrista e dell’uomo assist. Uomo
ovunque.
Simone: 6 male nella prima frazione dove non riesce ad entrare in partita. Meglio nella ripresa fino a quando è costretto a
lasciare il campo per un dolore al ginocchio. Dal 28’ st Bricca: 6,5 si piazza in mezzo la campo e con la solita sagacia tattica entra immediatamente in partita. Protagonista involontario
del pasticcio finale.
Ronaldo: 7,5 soffre l’organizzazione della difesa ospite riuscendo a sprigionare la sua accelerazione poche volte, ma lui,
il bomber non tradisce mai. Per fare gol gli basta una sola palla. Re Mida.
Pitt: 7,5 splendida la traiettoria con cui infila Chiavelli dalla
sua mattonella. Con la squadra in difficoltà ripiega a fare l’esterno svolgendo una gran mole di lavoro. Esemplare.
Scrocchia: 7 disputa un grande secondo tempo, prima nel suo
ruolo, poi nell’inedita posizione di libero. Garanzia.
Pagina 12 - Cronaca locale
L’Eco della Valle
I Gossip, le news e oltre ...
Sabato 20
Tradita nuovamente Silvana: tutti
a La Speluca.
Meteo
Finalmente si sciaaaaaaaa!!!!!
A.C. Cittareale
Ronaldo torna al gol e vince una
cena a Stefano.
A.C. Cittareale
Recchia e Tasciu furiosi, a rischio
il cranio del 10 del Turania, spaccato a stufate.
A.C. Cittareale
Tifoseria inviperita contro l’arbitro. Minacciato direttamente, a
rischio la squalifica del campo.
Vezzano, ore 5.00, fra Sabato e
Domenica.
Ronaldo, tornando a casa, vede la
luce di casa di Rossi ancora accesa.
Bussa e Rossi si presenta in palandrana e cucchiarella in mano: A
Tizià, ma che stai a fa?. — l’arrabbiata!
Marianitto, ore 5.00, fra Sabato e
domenica.
Nel frattempo, in assenza di pane,
Stefano e Zu, mangiano coppa e
fette biscottate.
La Speluca
Sabato sfortunato per le coppiette:
litigano tutte. Si vede anche qualche lagrima … poooovera Vale.
La Speluca
Zu tenta il gatto a Ronaldo: niente
da fare!
Festa della Valle
Work in progress …
LE FRASI DEL GIORNO
Se non ho fatto i purchitti
ieri sera, non li faccio più.
(Giorgione)
Meglio stare zitti e dare
l ’impressione di essere stupidi, che parlare, togliendo ogni dubbio.
(Paola)
Te lo so dittu che lo ‘nfilavu
(Pitt)
Meglio l ’erba del vicino
che i vicini di Erba.
(Eleonora)
Io devo magnà...io so uno
che nella vita ha fatte tante
eiaculazioni...devo magnà!
(Pitt)
Album dei Ricordi II
Prima foto ufficiale per Prezio e
Alegghia insieme.
A.C. Cittareale
La nonna della Zoncarella cuce
una bandiera per l’A.C. Grazieissimo!
Eco della Valle
Trovato il traditore!
A.C. Cittareale
Ad un passo dall’eroica impresa di
vincere in nove contro undici contro l’altra prima. Peccato!
Gossip del futuro
Fra tre settimane ci sarà un gran
gossip!
Previsioni
Entro due mesi Bubi lascerà l’università.
Dispersi
Camilla promette: salgo da venerdì
a domenica!
Vedremo...
Love Stories
Camilla confessa a *******: “un
giorno ci fidanzeremo … lo so”
Ombre
Zu e Simona stronzeggiano … Valentina e Ronaldo s’incazzano.
Love Stories
Flavia fra due fuochi. Vanzetto
troppo infognato.
Album dei Ricordi
Foto storica per il Nucleo. Unica
tutti insieme.