Paolo Rossi: “Le grandi città sono come tanti piccoli paesi messi
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Paolo Rossi: “Le grandi città sono come tanti piccoli paesi messi
LUGLIO - AGOSTO 2012 N. 09 CLUB MILANO Paolo Rossi: “Le grandi città sono come tanti piccoli paesi messi insieme, ognuno è un quartiere da conoscere”. Kunbh Mela, il più grande ritrovo spirituale del mondo raccontato dall’occhio del fotografo Lorenzo Tricoli. Per Ermete Realacci l’unico modo per superare la crisi è combinare l’eccellenza italiana alla green economy. La birra artigianale piace e si moltiplicano a Milano i locali per chi non si accontenta della solita “bionda”. Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/MI 3,00 euro EDITORIAL Tra orti e cantieri Mentre l’Italia intera sta andando “in guerra” (Monti dixit), Milano prova a vivere la sua condizione di mondo a parte, città locomotiva con dati di PIL germanici in un Paese al rallentatore. Alle porte di un’estate particolare che costringerà molti milanesi a rivedere i propri piani di fuga, tutti siamo chiamati a interrogarci sul modello di sviluppo di una città che non è più solo casa e lavoro, ma sempre più un luogo in cui vivere anche nel week end e in estate e dove far crescere le proprie idee e i propri sogni. Costretti dallo spread a vivere Milano come non abbiamo mai fatto in passato, davanti a noi si aprono due modelli antitetici, quasi mai coincidenti. Da una parte c’è chi pensa ancora che la ricchezza e il benessere coincidano con il cemento: costruire è la condizione necessaria per affermarsi ed esistere. Dall’altra ci sono coloro che ritengono che quello di cui c’era bisogno è già stato fatto e ora lo sforzo non deve più essere quello di aggiungere mattone al mattone, ma piuttosto di riorganizzare e ridefinire gli spazi che già ci sono, valorizzandoli per renderli migliori e accessibili a tutti. In questi giorni uno dei più gravi scempi della città ha liberato il campo restituendo uno spazio unico alla nostra città: i sei anni di cantiere di Piazza XXV Aprile sono stati per tutti una ferita che non solo ha creato danni incalcolabili a molti commercianti della zona, ma reso “brutto” e pericoloso uno snodo essenziale per molti. Vittima illustre il Teatro Smeraldo, dove negli ultimi anni si sono succeduti comici come Albanese o Crozza, che ad ogni spettacolo non perdevano occasione per denunciare, attraverso la satira, il buco al centro della città. Mentre i cantieri proliferano come funghi, figli di un mercato senza domanda, negli angoli più nascosti della città sono in tanti a provare a restituire dignità e a rendere “belli” luoghi spesso dimenticati. Già sul numero sei di Club Milano avevamo raccontato la storia del progetto NIL28, prove di eco-quartiere in Via Tertulliano nato dal recupero di vecchi capannoni industriali. Su questo numero vi parliamo invece del successo della Cascina Cuccagna e di tutti quei luoghi dove lo sviluppo ecosostenibile è sinonimo di socialità, qualità e divertimento. Un modo nuovo di vivere Milano, riappropriandosi di ritmi e valori dimenticati come quegli orti che ora stanno rinascendo. Stefano Ampollini 4 CONTENTS POINT OF VIEW 10 FOCUS Cerco l’estate di una volta Io resto qui di Roberto Perrone di Marilena Roncarà INSIDE 12 INTERVIEW Brevi dalla città All’ombra dei campanili di Cristina Buonerba di Andrea Zappa OUTSIDE 14 FOCUS Brevi dal mondo Gli artigiani del luppolo di Cristina Buonerba di Filippo Spreafico COVER STORY 28 30 32 16 La mia ragazza “brutta” di Chiara Cossalter DESIGN 37 Meglio un uovo oggi di Dino Cicchetti PORTFOLIO 20 STYLE Io onoro Shiva Naturelle-chic Foto di Lorenzo Tricoli di Luigi Bruzzone STYLE Elegance by the lake di Luigi Bruzzone e Cristina Buonerba 6 40 42 CONTENTS WHEELS 44 OVERSEAS DNA da moto? Caleidoscopica Mauritius di Federico Cociancich di Andrea Zappa 56 FOOD 58 Don Juanito di Enrico S. Benincasa YACHTING 46 Legni d’epoca di Andrea Zappa STYLE 48 Sailing vacation di Luigi Bruzzone HI TECH 50 Arriva lo “Smartfridge” di Enrico S. Benincasa WEEK-END 52 La Puglia che non ti aspetti CLUB HOUSE di Giovanna Lodato La “cantera” di Milano 60 a cura della redazione di Club Milano FREE TIME 62 Da non perdere a cura di Enrico S. Benincasa FREE TIME 64 Summertimi di Cristina Buonerba In copertina Paolo Rossi. Foto di Gioia Casale. WELLNESS Pizzica & Spa di Cristina Buonerba 8 55 POINT OF VIEW ROBERTO PERRONE Vive a Milano da trent’anni, ma ha conservato solide radici zeneisi. Nato a Rapallo, è giornalista e scrittore. Per il Corriere della Sera si occupa di sport, enogastronomia e viaggi. Ha pubblicato diversi libri, tra i quali il suo ultimo romanzo Occhi negli occhi edito da Mondadori. Cerco l’estate di una volta “Cerco l’estate tutto l’anno e all’improvviso eccola qua” (Paolo Conte). Ricordo come se fosse ieri la mia prima estate milanese. Era come nei film, come nelle canzoni; il pomeriggio non era azzurro, a causa della cappa d’afa, però lungo, sì. Neanche un prete per chiacchierar. Nella mia vita non avevo mai sentito il bisogno dell’aria condizionata, né mi ero mai accorto del cambiamento del traffico, dei parcheggi più facili da trovare, dei ristoranti e dei negozi chiusi. Agosto in città era veramente letterario, con i lunghi viali deserti, con gli alberi appena mossi da un vago refolo di vento. Parcheggiavo facilmente davanti all’ufficio. E poi la ricerca di un negozio dove acquistare qualche genere di conforto o di un ristorante/ pizzeria dove finire a tarda sera, chiuse le pagine, per mangiare qualcosa. Milano era deserta, ma veramente. A quei tempi, da ligure emigrato, soffrivo di saudade e aspettavo l’estate per quel mese filato in Riviera, tutto mare, amici, ragazze, notti piene di stelle e lontananza dai problemi. Ho visto passare le estati milanesi, le ho viste a poco a poco accorciarsi. Le vacanze diventavano meno concentrate, le partenze meno classiche, meno “metti la nonna dietro, carica la canoa sul tetto”, più “prendiamo l’aereo e andiamo in Sardegna (o il Sicilia o su qualche altra isola)”. Il deserto metropolitano si è fatto meno deserto, i negozi aperti, a parte proprio quella settimana di agosto, li trovi ormai ovunque; ristoranti di discreta qualità (e non solo dubbie pizzerie), ti accolgono ogni giorno dell’anno. L’estate è qui e lei non è partita per le spiagge. Fa le vacanze intelligenti. Magari a settembre. L’estate è cambiata, non l’attraverso più con quel senso di meravigliosa solitudine di un tempo. Mi accorgo, sempre più spesso, di scrivere articoli intrisi di nostalgia. È prerogativa degli anziani. Però non l’ho detto io che le prossime generazioni staranno peggio di quelle che le hanno precedute. L’estate di una volta ti faceva staccare da tutto. Andavi in vacanza ed eri sicuro che il tuo capo o chi per lui non ti avrebbe telefonato. Andavi in vacanza e spesso, nei posti dove stavi, il telefono neanche esisteva. La vacanza era vacanza, non partivi con il pc, il tablet, lo smartphone e il navigatore. Ora non siamo mai completamente in vacanza, qualsiasi scassaballe (dall’orrido capufficio all’ultimo questuante) può disturbarti ovunque. No, cari, voglio l’estate di una volta. Quella con più speranze e meno elettronica. Roberto Perrone 10 T : + 3 9 0 5 5 2 8 8 6 4 4 D A K S . C O M INSIDE Pelle all’arrabbiata Le Grand Fooding dal 4 al 5 luglio ha innalzato la sua forchetta per organizzare due giorni interamente dedicati al piacere del palato. A mettersi ai fornelli sono stati chef giovani, tatuati e anticonformisti che, discostandosi dagli schemi della gastronomia istituzionale, hanno reinterpretato l’essenza dello street food con ricette insolite e innovative. www.lefooding.com Pareti intelligenti Dalla collaborazione fra la milanese Bruno + Partners e il Politecnico di Milano nasce la parete mobile con funzioni di ottimizzazione di temperatura, umidità, luminosità e sonoro. Alte prestazioni tecnologiche e design si incontrano in una soluzione per uffici che punta al benessere fisico e psicologico dell’individuo e, di conseguenza, alla crescita dell’azienda. www.brunoandpartners.com From Russia with love Se il desiderio di trascorrere le vacanze in una dacia nei pressi di San Pietroburgo sembra impossibile da soddisfare, durante i mesi estivi sarà il mondo russo ad avvolgere il capoluogo. Milano Summer School offre 150 corsi di vari livelli e tipologie. Tra le proposte più interessanti ci sono anche lezioni di russo individuali e di gruppo. associazioneitaliarussia.it MilanoFlamencoFestival I “cavalli” di Porsche Un grande inizio per la 1° edizione della Coppa Helvetia, che ha avuto luogo domenica 17 giugno e che ha riportato il grande Polo sui campi della piazza d’armi Santa Barbara. Partner speciale della manifestazione sono stati i Centri Porsche di Milano, che hanno esposto l’intera gamma di auto, dall’iconica 911 Carrera alle nuove Boxster, Panamera e Cayenne. Gli ospiti, inoltre, hanno avuto l’opportunità di effettuare un esclusivo test drive a bordo campo. www.milano.porsche.it 12 Per il quinto anno consecutivo, dal 2 all’8 luglio, Milano ha vibrato a ritmo di flamenco. Il filo conduttore di quest’edizione incentrata sulla figura femminile è stato il claim Fuerza, Esencia, Verdad: Mujeres. Tra spettacoli e ballerini, protagonista del festival è stata anche Granada, la cittadina andalusa terra d’origine dei principali artisti di questa accattivante danza iberica. www.piccoloteatro.org www.citroen.it 4X4 QUANDO VUOI TU. Consumo su percorso misto: nuova Citroën C4 Aircross 1.6i 115 Stop&Start 2WD 5,9 l/100 Km. Emissioni di CO2 su percorso misto: nuova Citroën C4 Aircross 1.8 HDi 150 FAP Stop&Start 4WD 147 g/Km. La foto è inserita a titolo informativo. NUOVA CITROËN C4 AIRCROSS gia di strada affrontata. Al volante della nuova Citroën C4 Aircross non sarà più la strada a decidere ma sceglierai tu il tuo stile di guida, passando da 2 a 4 ruote motrici con un semplice gesto. Nuova Citroën C4 Aircross è un’auto che ama l’ambiente. Con i suoi motori performanti ed ecologici, vanta emissioni di CO2 tra le più basse della categoria: 119 g/Km in versione 2 ruote motrici e 129 g/Km con 4 ruote motrici. Nuova Citroën C4 Aircross, tecnologica ed ecologica. TI ASPETTIAMO PRESSO I NOSTRI SHOWROOM . CRÉATIVE TECHNOLOGIE CITROËN ITALIA S.P.A. SUCCURSALE DI MILANO VIA GATTAMELATA 41 TEL 02397631 VIALE MONZA 65 TEL 0226112347 www.citroenmilano.it OUTSIDE Every day life O.X.S. diventa protagonista di un innovativo progetto per la sua campagna A/I 2012-13. Attraverso un viaggio che parte da Londra e coinvolgerà, in seguito, le principali città del mondo. O.X.S. racconta la realtà della gente comune che, nel proprio quotidiano, indossa le celebri calzature. Nessun modello, styling o trucco, ma soltanto un spaccato di vita di chi vive in linea con lo spirito del brand. www.oxs.it And the winner is… 378 giri di corsa, 400.000 occhi puntati addosso e quattro Audi R18. Questi sono i numeri che hanno caratterizzato l’ultima avventura a Le Mans del marchio dai quattro cerchi. Le vetture, spinte dall’ultima evoluzione del motore V6 TDI con singola turbina a geometria variabile, hanno raggiunto un traguardo storico nelle competizioni sportive. Hanno terminato al primo, secondo, terzo e quinto posto, dimostrando, ancora una volta, di essere le auto più veloci e affidabili in gara. www.audi.it Vacanze in barca a vela Già pensato a dove trascorrere le vacanze estive? Se siete ancora “in alto mare” provate a dare uno sguardo alle crociere proposte dal centro velico Horca Myseria. Il menu è vario e ce n’è per tutti i gusti, dalle isole Baleari passando per Ibiza e Formentera alle Egadi, fino alla scoperta del nord o del sud della Sardegna. www.horcamyseria.it Touch and go Made in Italy Spazio Italia, situato all’interno del National Museum of China, il più grande museo al mondo appena ristrutturato nella celebre Piazza Tien’anmen di Pechino, è il primo spazio italiano stabile all’estero. Una superficie di 500 mq in grado di ospitare mostre ed eventi di grande livello che raccontano e promuovono il patrimonio culturale del nostro paese. www.chinamuseums.com 14 Blauer Helmets, sempre più in linea con le ultime novità tecnologiche e attento alle esigenze di un pubblico all’avanguardia, lancia il nuovo sito all’insegna del claim Non mi tocchi, non mi vedi. Sarà infatti possibile visualizzare le ultime collezioni di caschi del marchio solo attraverso dispositivi touch screen. www.blauerhelmets.com COVER STORY Milanese d’adozione, Paolo Rossi nasce a Monfalcone nel 1953. Dopo un diploma come perito chimico si dedica al teatro, la sua grande passione. In lui convivono con successo tre anime: quella dell’attore, del cantautore e del comico. Foto Gioia Casale. 16 COVER STORY PAOLO ROSSI LA MIA RAGAZZA “BRUTTA” Come innamorarsi di Milano? Guardatela bene. Non una, ma due, tre, quattro volte. Uscite, passeggiate senza un itinerario preciso e osservatela in ogni sua sfacettatura. Soprattutto puntando verso l’alto. E non per cercare i grattacieli. Vedrete, funzionerà… parola di perito chimico. di Chiara Cossalter 17 COVER STORY Paolo Rossi sul palco dello Strehler durante il suo ultimo spettacolo Il Mistero Buffo, ispirato in chiave moderna al capolavoro di Dario Fo del 1969. Foto Lidia Bagnara. È nato a Monfalcone, ma di Milano è uno che se ne intende. E soprattutto, in barba agli scettici, a lui Milano piace. Non perché sia funzionale, professionale, o più avanzata delle altre. Ma perché ha trovato il modo per viverci felicemente. Attore, cantautore o comico? Sicuramente perito chimico. Inutile insistere per cercare la sua definizione migliore, lui non cede: “Perito chimico, questo è l’unico diploma che ho”. Meglio passare oltre, allora, e farsi spiegare il trucco, del teatro e di Milano. Perché scegliere di venire ancora a teatro nel 2012, cosa può dare in più rispetto a cinema e televisione? Credo che il teatro sia fortemente evocativo e quindi riesca a stimolare l’immaginazione, cosa che invece il cinema non è in grado di fare. Quando stacchi il biglietto ed entri nella sala di un cinema sei pronto a vedere tutto ciò che è possibile. In quella di un teatro, invece, vedi solo ciò che vuoi intendere. Sei tu a scegliere. Tutto questo ovviamente con una condizione non certo insignificante: che l’attore sia bravo! C’è però qualcosa che accomuna teatro e televisione o sono veramente due 18 mondi totalmente separati? Televisione e teatro sono costruiti intorno a due modi differenti di recitare, di riprodurre, ma il materiale e il repertorio non cambiano. Cambia solo il modo di porsi al pubblico. Cosa deve aspettarsi il pubblico che sceglie un tuo spettacolo? Deve sapere che sta per assistere a qualcosa di divertente. Questo dice tutto. Come per il teatro, anche nello spettacolo in onda su Sky hai scelto il circo. È forse il tuo ambiente preferito? Tanto per cominciare il circo mi porta fortuna! In più è uno spazio a metà tra la realtà e la finzione, per questo mi piace. È un luogo particolarmente magico, ha a che fare con la sfida, è molto suggestivo, se dovessi scegliere tra uno studio televisivo e un qualsiasi circo, non ho dubbi: scelgo il secondo, di sicuro meno freddo. Tra i tuoi progetti futuri c’e’ più spazio per la televisione o per il teatro? Fortunatamente da questo punto di vista sono strettamente legati: alle tre serate in onda su Sky, Confessioni di un cabarettista di m. (sottotitolo Esercizi spi- rituali di rifondazione umoristica), per esempio, se n’è aggiunta una quarta, in più, la trasmissione oltre a portare gente davanti allo schermo ne ha portata molta anche a teatro, impegnandoci in ulteriori repliche de Il Mistero Buffo. Anche Il Mistero Buffo, come la tua intera produzione teatrale, viene da lontano, dai maestri. È frutto di una scelta precisa? Sono convinto che rubare a teatro sia sempre cosa buona. Ed è molto differente dal copiare, attenzione. Rubare, infatti, significa che una cosa la prendi e la fai tua, mentre copiare è affare da mediocri. Grazie ai classici di ieri è possibile trovare un altro punto di vista con cui leggere meglio anche il presente? No, non è esattamente così, perché siamo in un periodo in cui la realtà contemporanea ti rimbalza. Non puoi fare la parodia di una parodia, l’imitazione di un’imitazione. Ma è corretto sostenere che il passato e il futuro siano due chiavi importanti per parlare del presente, questo sì. E il presente non è di sicuro uno dei più felici, purtroppo, i giornali insisto- COVER STORY “Sono convinto che rubare dal teatro sia sempre cosa buona. Molto diverso dal copiare. Rubare significa che una cosa la prendi e la fai tua, mentre copiare è affare da mediocri” no nel volerlo ricordare ogni giorno… Ciò che si legge sui giornali è un conto, ma poi la vita è tutta un’altra cosa. Al di là di questo non voglio entrare in merito. Non commento l’attività dei politici per una semplice questione deontologica: non parlo di chi fa un lavoro diverso dal mio. A tuo avviso chi ha fatto grande Milano, se ritieni che lo sia o lo sia mai stata? Enzo Jannacci è Milano. Senza il minimo dubbio, in modo assoluto: è un raccontatore di “favole”, che più di chiunque altro ha narrato le storie su, via, per e con Milano in maniera coinvolgente e perfetta per spiegare un’epoca, un intero momento storico, sfruttando la sua rara capacità poetica. Proprio Enzo Jannacci è stato uno dei protagonisti della Milano dei club, delle compagnie, dei palcoscenici. Esiste ancora questa cultura, o è stata soppiantata da altre? Non bisogna parlare di una cultura morta. Tutto questo va a onde, come sosteneva Giambattista Vico. Perciò, non credo ci sia nulla di cui preoccuparsi: ritornerà, e in quest’ottica il futuro sono i locali. Enzo Jannacci appartiene a un modello di cabaret che ormai sopravvive solo in pochi luoghi della città, in ambienti di nicchia, non di certo nelle trasmissioni che ci propongono in televisione. Ma ai locali bisogna dare una nuova identità, è necessario un rinnovamento? Questo deve deciderlo chi li gestisce, personalmente mi limito a credere con fermezza che il futuro siano i locali. Torniamo indietro di quasi dieci anni. Allora portasti con lo spettacolo Milanon Milanin, una personale rilettura della città, che andava dal 1963 al 1994. Se dovessi proseguire fino al 2012… Nel 1994 la realtà non ti rimbalzava. Era evidente. Se Milano è cambiata così tanto lo si deve alla spettacolarizzazione dell’intera società, sotto ogni punto di vista. Questo aspetto ha inciso molto sul suo attuale sviluppo. E nel 2012 cosa manca più di ogni altra cosa a Milano? Ehehe… Il mare… In giornate come queste, per esempio, particolarmente calde, mi piacerebbe uscire in bicicletta e andare in spiaggia, avere il mare davanti. Sarebbe tutta un’altra città. Parlando invece di ciò che Milano è in grado di offrire ora, credi abbia bisogno di essere riscoperta? Milano è come quando ti fidanzi con una ragazza brutta. Lo fai, e subito dopo ti ritrovi circondato da amici che ti ripetono: “Ma dai, ma cosa fai, ma è brutta!”. Invece no, non è così. Il punto è un altro: devi scoprirla. E tu hai forse scoperto un luogo speciale da consigliare? No, non ho in mente indirizzi precisi. Le grandi città sono come tanti piccoli paesi messi insieme, in cui ognuno di questi è un quartiere che devi imparare a conoscere. È sufficiente passeggiare e guardarsi intorno. Non esiste un posto migliore di un altro. Bisogna gironzolare, osservare, poi da questo ognuno trova il suo luogo migliore. Basta uscire e guardare in alto. Ma in alto ci sono i grattacieli, soprattutto ora che siamo a -3 anni dall’Expo, l’evento che vuole vestire di nuovo (almeno così dicono) Milano… Non bisogna fare tappa per forza in zona Garibaldi, ci sono anche molti altri quartieri che hanno un loro fascino, come per esempio la zona di Porta Romana. Alcune aree in precisi periodi dell’anno si ritrovano invase da milanesi e non. Le sfilate, il Salone del Mobile, Taste… Tutti questi eventi riescono a far rinascere la città? L’unico evento positivo è che la gente ogni tanto preferisca passeggiare invece che restare in casa. Che esca e vada nei locali dove suonano il jazz o altro, non in quelli più banali. Vivere Milano è semplicemente questo. È quando apri la porta, entri in un locale e ti fermi per ascoltare la sua musica. Io l’ho fatto giusto ieri sera, per esempio: ero fuori, ho notato un locale in zona Turro, sono entrato e sono rimasto lì a seguire il suo blues. Così. Semplicemente. Visto che di fantasia e di parole te ne intendi, prova a inventare uno spot con cui rappresentare in modo efficace Milano… Questa è una città talmente multietnica, ormai, che dovrei trovare non una ma mille parole. E questa è un’impresa impossibile. Una città multietnica, tutta da guardare e capire, che è viva ancora oggi? (Risposta immediata, che arriva più velocemente di tutte le altre, Ndr): Sicuramente! Sarà la sua forza. 19 PORTFOLIO Uno dei tanti sâdhu, all’interno del suo ashram. Questi asceti induisti dedicano la propria esistenza alla rinuncia della società per ricercare una vita di santità. Ogni ordine ha uno stile diverso nel decorarsi il viso. Nella pagina a fianco. Alcuni santoni socializzano fuori dall’ashram principale di Haridwar. 20 PORTFOLIO IO ONORO SHIVA Fin dalla notte dei tempi, a intervalli regolari di tre e dodici anni, si celebra a Haridwar e in altre quattro città dell’India Settentrionale il Kumbh Mela, il più grande raduno religioso del mondo. Milioni di pellegrini si ritrovano sulle rive del Gange per incontrare i Sadhu, le loro guide spirituali, e per purificarsi nel grande fiume. La credenza vuole che le sue acque, durante precise congiunzioni astrali, siano cariche di influssi positivi e coloro che vi si immergono vengano purificati e liberati dal ciclo della vita e della morte. Foto di Lorenzo Tricoli 21 PORTFOLIO 22 PORTFOLIO La folla assiepata lungo le rive del Gange attende l’Arati quotidiano della sera, uno dei momenti più suggestivi della preghiera collettiva. 23 PORTFOLIO 24 PORTFOLIO Musicista all’esterno di una tenda dormitorio in un momento di relax. Numerose sono le bande musicali coinvolte nelle processioni del Kumbh Mela. Nella pagina a fianco dall’alto. Un ashram deserto poco prima di accogliere i pellegrini in preghiera. L’interno di un’agenzia di reclutamento per musicisti di Haridwar. 25 PORTFOLIO Un nada sâdhu poco prima di purificarsi nelle acque del Gange. Questi asceti sono i più “radicali” tra i vari ordini esistenti. Girano nudi con il corpo spesso ricoperto di cenere e terra, mangiano il cibo donato dai fedeli e fumano notevoli quantità di haschish. 26 PORTFOLIO LORENZO TRICOLI Milanese doc, capisce che la sua strada è la fotografia dopo aver frequentato l’International Center of Photography di New York. Rientrato in Italia nel ‘94 si divide tra i reportage e i lavori di moda per testate come Grazia, Marie Claire e Glamour. Nel 2008 scopre la passione per l’architettura e inizia a collaborare anche con DCasa, Casamica e Sette. di Andrea Zappa Perché la scelta di compiere un reportage su questo avvenimento? Era da anni che volevo seguire un evento del genere, il più grande appuntamento spirituale al mondo. Ammetto che inizialmente avevo un po’ di timore e soggezione per l’India e ancora di più per ciò che voleva dire partecipare al Kumbh Mela. Un ritrovo che arriva a raccogliere in una città, io ero a Haridwar, dai dieci ai quindici milioni di persone. Per di più in condizioni “indiane”, quindi non ci sono tutte quelle infrastrutture e quei servizi ai quali noi occidentali siamo abituati, in grado di supportare e gestire un flusso umano di quella portata. Tanto è vero che in quasi tutte le edizioni si verificano morti per “calca”, perché le persone cadono dai ponti o crollano strutture inadatte a sopportare masse così ingenti. Quanto tempo hai dedicato alla realizzazione di questo lavoro? Sono rimasto a Haridwar solo cinque giorni, ma sono stati intensissimi e ti assicuro che per chi non è abituato non è così facile. Il Kumbh Mela dura circa un paio di mesi, ma secondo il calendario lunare, sono tre o quattro le date in cui se il fedele si bagna nel Gange raggiunge il massimo livello di purificazione. Ovviamente per compiere il reportage scelsi apposta quei giorni. In quel periodo inoltre si svolge anche la processione più importante dei sâdhu, che sono gli asceti, quelli che hanno scelto di abbandonare i beni materiali della società per ricercare la purezza dello spirito. Hai detto che non è stato semplice realizzare questo reportage, quali sono state le principali problematiche? La difficoltà maggiore è stata muoversi e spostarsi all’interno di un flusso di gente così imponente che affolla ininterrottamente ogni strada e piazza. Inoltre il fulcro dell’evento è nel centro di Haridwar. È qui dove si svolgono le processioni e i ritrovi di preghiera più suggestivi. Arrivarci ogni giorno era una vera impresa, dato che avevo trovato posto solo in un accampamento lontano dal centro. Durante quei giorni le tendopoli di fedeli si estendono per chilometri e chilometri lungo il Gange. Un altro aspetto che mette a dura prova è il caldo infernale, una cosa insopportabile, per di più quando sei a stretto contatto con il vicino. Com’è stato relazionarti da dietro l’obiettivo con i discepoli e gli asceti del Kumbh Mela? Mi sono trovato abbastanza bene, gli indiani in generale sono di una dolcezza e di una disponibilità superiore rispetto ad altri popoli. Poi ovviamente ogni fotografo ha un suo modo di lavorare e di relazionarsi con i soggetti. Personalmente non ricerco mai le “situazioni cartolina”, tento di osservare la scena con un occhio diverso. È anche vero che in una situazione del genere, con così tante persone, non riesci mai ad avere un totale controllo sul lavoro, spesso scatti anche più del dovuto. Cambiando invece completamente discorso, qual è il progetto a cui stai lavorando ora? In questo momento mi sto dedicando al progetto The Hood, finalizzato a un libro e a una mostra che saranno pronti per questo autunno. Il lavoro è dedicato al quartiere Isola di Milano, nel quale tra l’altro vivo da 11 anni, ed è patrocinato da MiCamera, una delle realtà italiane più prestigiose nell’ambito della fotografia d’autore. 27 FOCUS IO RESTO QUI Da qualche tempo un inedito senso di community attraversa la città, con l’unico obiettivo di ridare a Milano quel che è di Milano: garden, spazi condivisi e qualità della vita. di Marilena Roncarà SUL WEB www.cuccagna.org www.unpostoamilano.it www.ostellobello.com/it www.labottegadelvinaiolo.it www.iltorchio33.it 01 01. Scorcio del giardino interno di Cascina Cuccagna in via Muratori, con le affollate tavolate all’aperto tra il prato e il muro perimetrale della trattoria Un posto a Milano. 28 È da un po’ di tempo che sotto la Madonnina il leitmotiv “mi trasferisco all’estero, piuttosto che in uno dei tanti countryside lontano dalla città” sembra non essere più così assordante. I milanesi hanno cambiato atteggiamento: stanchi di vedere sempre meno verde in città, di assistere impotenti a situazioni di abbandono o di degrado, sono passati all’azione. Il risultato è un proliferare di nuove realtà, luoghi in cui lo svago non ha più semplicemente i connotati di una commercializzazione del divertimento, ma sa di socialità, cultura, attenzione a tematiche green e condivisione di qualità. “Eravamo stanchi di vivere in una città che non sembrava più una città, tanto aveva perso i suoi luoghi di incontro e di condivisione, così ci siamo messi in testa che l’unico modo che avevamo per fare qualcosa era ripartire dalla nostre forze”, racconta Sergio Bonriposi, uno dei promotori del progetto Cuccagna. Grazie all’impegno di nove associazioni, di tanti cittadini e ai finanziamenti di imprese e privati, il progetto è riuscito a restituire alla città, come spazio pubblico, una cascina seicentesca che fino a 15 anni fa era solo uno dei tanti luoghi abbandonati, ricettacolo di rifiuti ed elettro- domestici rotti. “Non ci sono stati appoggi politici a far da garante e in molti pensavano che sarebbe stato solo tempo sprecato”. E invece questa volta è andata bene e Cascina Cuccagna è diventata uno dei posti più in voga degli itinerari cittadini, frequentata da giovani e meno giovani, famiglie e bambini, ma anche meta gettonata dalla Milano degli happy hour e dei sushi bar. Basta arrivare in via Muratori, entrare dentro un piccolo arco e si viene accolti da 4mila metri quadri di mattoncini che incorniciano orti e spazi verdi. Il complesso ospita laboratori, serre didattiche e una Bottega di Campagna Amica, che è “un modo per ricreare un ponte tra città e campagna”. Non mancano un ostello di prossima apertura, una ciclofficina e il bar ristorante Un posto a Milano, inaugurato nell’aprile di quest’anno e guidato dallo chef Nicola Cavallaro che, dopo un passato da gourmet della cucina creativa, ha deciso di rimettersi in gioco. L’idea è “offrire una materia prima di qualità non troppo trasformata dalle sue mani, ma più che altro interpretata”, come ci racconta Paola Andreoni, responsabile della scelta dei prodotti del ristorante: “lavoriamo per garantire qualità a prezzi FOCUS 02 “Lavoriamo per offrire qualità a prezzi competitivi perché la forza di Cascina Cuccagna è la sua trasversalità” competitivi perché la forza di Cascina Cuccagna è la sua trasversalità e non vogliamo rinunciare a questa prerogativa”. Un’operazione analogamente trasversale è quella che 5 o 6 anni fa, di fronte a un certo malessere provocato dalla grande distribuzione, ha portato i cittadini a dar vita a un nuovo modo di fare la spesa, organizzandosi autonomamente in Gruppi di Acquisto Solidale, una garanzia in quanto a freschezza e stagionalità dei prodotti, ma soprattutto un fenomeno contagioso, dato che ora la città è ricca di realtà in cui fare la spesa a chilometro zero. È il caso del mercatino di slow food di recente trasferito alla Fabbrica del Vapore, del mercato contadino della Barona o ancora dei farmers market della Coldiretti in via Ripamonti. Sono situazioni di filiera corta in cui i prodotti, non per forza biologici, sono però venduti direttamente da chi li fa e la borsa della spesa ci guadagna. Da un’idea di impresa privata prende vita, invece, l’Ostello Bello, appena nato e già pluripremiato come miglior ostello d’Italia e seconda migliore apertura del 2012 a livello internazionale. “È un regalo che volevamo fare alla città che ci ha cresciu- IL VINO FA BUON SANGUE. ANCHE SFUSO Le botteghe di vino sfuso sono un’altra new entry nel panorama milanese che sta conquistando la città, come la Bottega del Vinaiolo di via Washington, in cui è possibile scoprire piccoli produttori di ottimi vini, o il Torchio di via Aselli dove Rocco, il proprietario, che ha comprato anche le cisterne per non “dover dipendere da nessuna cantina e scegliere il vino in base ai gusti suoi e dei clienti”, è orgoglioso per essere diventato “non solo il vinaiolo di zona, ma anche un punto di riferimento del quartiere”. ti – ci racconta Nicola Specchio, uno dei tre soci fondatori – lo scopo era portare anche a Milano uno spazio di accoglienza, socialità e cultura. Un ostello dove il low cost fa rima con high profile e la scelta estetica di utilizzare solo oggetti d’arredo di seconda mano coincide con la volontà di creare un luogo in cui sentirsi a casa”. Sono dieci stanze, un ristorantino, una terrazza, uno spazio per la musica, bar e reception aperti 24 ore su 24, e tutto a pochi passi dal Duomo. Oltre a ospitare chi viene da fuori, l’ostello è aperto anche alla città. Qui il Wi-Fi è libero, si può venire a studiare, a lavorare, ma anche a mangiare a pranzo o a cena, o ancora a bere un bicchiere di vino e a fare l’aperitivo. Dentro si parlano lingue diverse e capita di imbattersi in storie accomunate solo da un modo di viaggiare che non ha età. “Il grande privilegio – continua Specchio – è essere parte di uno scambio culturale e umano con la famigliola tedesca in vacanza, piuttosto che con il turista solitario che arriva in bici dalla Malesia”. E mentre viene voglia di correre lì, di fare una spesa più sostenibile o di passare in cascina, viene anche da pensare che questi posti invitano a restare, più che a partire. 02. Lo spazio barristorante dell’Ostello Bello, popolato dagli ospiti e da chi vuole semplicemente rilassarsi negli spazi messi a disposizione dalla struttura. Sulla destra si intravede il piccolo palco attrezzato per la musica. 29 INTERVIEW ERMETE REALACCI ALL’OMBRA DEI CAMPANILI Come parlamentare e presidente onorario di Legambiente ha girato un po’ tutta la penisola, inoltre presiede e promuove Symbola, la Fondazione per le Qualità italiane. Nel suo ultimo libro Green Italy racconta di un’Italia insolita, eccellente, lontana dai cliché e per assurdo più vicina a un’idea di governo del 1300. di Andrea Zappa 30 INTERVIEW La cover di Green Italy (edizioni Chiarelettere). Nell’ultimo libro di Ermete Realacci la green economy sposa le vocazioni e le eccellenze del Bel Paese. Nel suo libro elabora un nuovo concetto, quello di Green Italy. Può spiegarne l’evoluzione? Quando penso alla green economy, non penso solo alle cose che normalmente vengono identificate con questo termine come il risparmio energetico, le fonti rinnovabili e la raccolta differenziata. Mi riferisco a una fusione di più elementi, un intreccio fra quello che accade nei paesi più avanzati del mondo, dove c’è un forte investimento nell’innovazione e nella ricerca, e l’identità, l’anima di un paese, in questo caso dell’Italia. Concordo in pieno con quello che diceva lo storico Carlo Cipolla: “La missione dell’Italia è produrre all’ombra dei campanili cose che piacciono al mondo”. Questo sappiamo fare e su questo dobbiamo investire. Green Italy è dunque la fusione tra la green economy tradizionale e il made in Italy. La definirei una green economy in salsa italiana. La ricerca della “bellezza” diventa così un elemento imprescindibile nella sua idea di sviluppo? Noi italiani dobbiamo fare della bellezza una leva anche per la riconversione ecologica dell’economia. Sono convinto che la bellezza sia molto ecologica, non soltanto perché piace, ma perché quando uno sposta la produzione di ricchezza verso cose che sono più immateriali come appunto la qualità, le suggestioni e le emozioni, consuma meno energia e materie prime. Qual è oggi la sua percezione dello stato di salute del Paese? Sono da poco terminati gli Europei di calcio, rimanendo in tema direi che l’Italia mi ricorda un grande giocatore brasiliano di molti anni fa. Si chiamava Garrincha, un ragazzo povero e poliomielitico, che subì anche varie operazioni e gli rimase una gamba più corta dell’altra. Per come stava, oggi, non l’avrebbero nemmeno fatto avvicinare al campo e, invece, divenne un calciatore straordinario, tanto che alcuni lo considerano la più grande ala destra della storia di questo sport. Penso che l’Italia sia un po’ un “Garrincha”: abbiamo tantissimi problemi come il debito pubblico, una finanza impazzita (cosa che non riguarda solo l’Italia), l’illegalità, l’evasione fiscale e la burocrazia. Però gli italiani hanno molto di quell’ala destra, una capacità di fare e di produrre che non è comune ad altri popoli. Una sua opinione sull’operato del governo? Monti sta facendo da un lato delle cose necessarie all’Italia, e penso che dobbiamo essergli grati per questo. Sicuramente il Paese ha recuperato quella credibilità e quella serietà che sono essenziali per affrontare la crisi. Vedo onestamente però anche un limite: al momento Monti e il suo governo non appaiono in grado di indicare una strada per il futuro capace di mobilitare le migliori energie del Paese. C’è una frase di Seneca che mi piace molto: “Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare”. La ricetta per la crisi non può essere astratta e distante, deve partire dall’Italia che c’è. Qual è dunque l’approccio più efficace? Abbiamo assolutamente bisogno di un’idea di futuro condiviso, dove nessuno viene lasciato indietro, ma che spinge tutti a dare il meglio di sé. Ci vuole una visione mobilitante che tiene assieme le comunità, i territori, i lavo- ratori e gli imprenditori. In Green Italy, nessuno vince da solo e nessuna delle 25 eccellenze di cui parlo nel libro, tra loro molto diverse (dagli inverter della Powerone di Terranova Bracciolini, alle cucine a impatto zero di Valcucine, al Made in Italy più tradizionale, come le camice di Angelo Inglese) ha mai chiesto di cambiare l’articolo 18 per essere più competitive. Quelle imprese hanno un terreno di competizione che è altro, che può essere praticato solo assieme e che richiede anche un sogno, una visione comune. In questo momento di crisi così forte del Paese non le sembra criticabile puntare sulla green economy? A volte si pensa che ci sono cose che possano venire dopo, prima deve funzionare l’economia e poi ci si dedica al resto: alla coesione sociale, all’ambiente, alla cultura. Penso sia una visione limitata, può darsi pure che possa andare bene per economie di altro tipo, come magari quella cinese, ma in Italia non è così. Per essere competitivi bisogna cercare di lavorare in parallelo su più fronti. Nel nostro paese solo tenendo conto di questi fattori, si può pensare di costruire un’economia forte. Ultima riflessione, nel suo libro cita una frase della costituzione senese del 1309, che riporta anche sul retro della cover… “Chi governa deve avere a cuore massimamente la bellezza della città, per cagione di diletto e allegrezza ai forestieri, per onore, prosperità e accrescimento della città e dei cittadini”. Un pensiero di una modernità disarmante, se si pensa a quando è stata scritta. Direi la sintesi perfetta per lo straordinario programma di un qualsiasi buon governo. 31 FOCUS GLI ARTIGIANI DEL LUPPOLO La produzione artigianale di birra è un trend in costante ascesa anche a Milano: i piccoli birrifici scendono in campo per combattere lo strapotere delle etichette industriali. E vincono. di Filippo Spreafico SUL WEB www.b-q.it www.isoladellabirra.com www.laratera.it www.pazzeria.it 01 01. Il bancone del Birrificio di Lambrate. La prima birra fu spillata nel 1996. 32 Si chiama homebrewing e si intende “birra fatta in casa”. La birra artigianale, quindi senza pastorizzazione e senza filtrazione, occupa oggi una percentuale ancora non significativa tra tutte le etichette presenti in commercio, eppure rappresenta il vero fiore all’occhiello della produzione italiana, ritenuta dai rating internazionali (concorsi, premi e fiere) una delle migliori insieme a quella belga e quella statunitense. Scelta attenta delle materie prime, autogestione delle tempistiche di fermentazione, assenza di conservanti e coloranti rendono la birra artigianale non più un prodotto di nicchia, ma una concreta alternativa grazie a un profilo organolettico unico e originale. La completa assenza di pastorizzazione, quel processo termico che permette l’eliminazione di microrganismi e batteri comunemente conservati nel lievito, consente al prodotto di non appiattire il proprio sapore, ma al contrario di mantenere in- variati tutti gli aromi, il tipo di luppolatura e le particolari note di gusto che il mastro birraio ha voluto conferire al risultato finale. Dalla seconda metà degli anni Novanta anche Milano ha assistito alla nascita di microbirrifici, ovvero piccoli impianti che oltre alla produzione artigianale della birra, effettuano vendita diretta interna: questi locali, anche chiamati brewpub, sono oggi un punto di riferimento per chi cerca qualcosa di più dalla propria “bionda”. Grazie a loro, numerose birrerie hanno cominciato ad arricchire la propria carta di etichette artigianali proponendo prodotti locali, selezionati con cura, permettendo la nascita e lo sviluppo di una vera cultura della birra. Il birrificio BQ, grazie alla supervisione di Paolo Polli, presidente dell’Associazione Degustatori Birra, ha fatto della qualità e della selezione il suo punto di forza: da una parte effettua produzione propria di ben 5 spine grazie alla omonima realtà in FOCUS ITALIA BEER FESTIVAL Tra il 29 giugno e il primo luglio si è tenuta la prima edizione estiva dell’Italia Beer Festival, che allo Stadio Brianteo di Monza ha infiammato appassionati di birra provenienti da tutta Italia. Oltre 26 birrifici artigianali hanno presentato la propria produzione: tra le novità di questa edizione anche una speciale attenzione alle proposte per celiaci e la realizzazione di un workshop gratuito sulla birra senza glutine. Il prossimo appuntamento sarà a Bologna durante il Festival dell’Unità dal 23 agosto al 17 settembre. www.degustatoribirra.it Valtellina, dall’altra seleziona le migliori birre artigianali provenienti da celebri produttori nazionali, come il Bi-Du e il Birrificio Italiano, recentemente eletto Birrificio dell’Anno 2012 dall’Unionbirrai. “Quest’anno c’è stato un deciso aumento di consumi per quel che riguarda la birra artigianale”, afferma Polli, che nell’ultimo anno e mezzo ha aperto altri tre locali con marchio BQ a Milano. “Oggi la birra artigianale interessa un pubblico attento e sensibile, sicuramente più maturo rispetto al ragazzino a cui interessa di più il grado alcolico che il prodotto vero e proprio: c’è una ricerca di qualità”. L’Associazione Degustatori Birra nasce sette anni fa per colmare un grave vuoto organizzativo e istituzionale: “Nel 2005 ancora non esisteva niente, nessuna Associazione, nessun festival, nessuna rivista specializzata o corsi di degustazione. Oggi invece, dopo soli sette anni, l’Italia è l’astro nascente e il paese più interessante per quanto riguarda le birre artigianali.” Oltre alle spine, le 200 bottiglie disponibili rappresentano il cuore pulsante del locale, celebre anche per i virtuosi abbinamenti con il cibo: la birreria ha inaugurato da poco il BQ Bistrot che propone tartare speciali, tramezzini e club sandwich di pane bianco e alcuni piatti sapientemente abbinati alle più o meno “bionde”. Nato nel 1996, il Birrificio Lambrate è invece uno dei primi esempi italiani di microbirrificio con aspirazioni imprenditoriali, pur avendo mantenuto negli anni una filiera produttiva corta grazie al rapporto diretto produttore/acquirente. Oggi la struttura, oltre ad aver recentemente inaugurato un locale gemello nella strategica cornice di Città Studi, effettua anche l’imbottigliamento e la vendita di prodotti artigianali destinati a molti locali del territorio, ma anche romani e spagnoli.La lista di birre autoprodotte è ampia e include sia proposte classiche presenti tutto l’anno come le best seller Montestella e Lambrate, sia quelle speciali e stagionali, che compaiono nella carta in determi33 FOCUS INDIRIZZI BQ - Birra Artigianale di Qualità via Losanna 36 piazza Arduino 5 via Bergamini 15 Alzaia Naviglio Grande 44 BQ bistrot Alzaia Naviglio Grande 62 Birrificio Lambrate Brewpub - via Adelchi 5 Pub - via Golgi 60 Isola della birra via Medardo Rosso 18 La Ratera via Luigi Ratti 22 Pazzeria viale Caterina da Forlì angolo piazza Bande Nere 02 02. La birreria di Lambrate vanta oggi due locali, uno in via Adelchi e l’altro in via Golgi. Sono proposte alla clientela ben 18 tipologie diverse di birra. 34 nati periodi o a seconda della disponibilità delle materie prime, come la pluripremiata Magut. Offerta altrettanto composita e strutturata è quella proposta da L’Isola della Birra, nel cuore dell’omonimo quartiere milanese: il locale si presenta come una classica birreria con tavoloni di legno e sedie in stile “vecchia Milano”, offrendo una delle più vaste selezioni di birre crude artigianali che sia possibile trovare in città. Queste sono disponibili sia alla spina che in bottiglia e provengono tutte dai grandi birrifici del nord Italia, come il Croce di Malto, Le Baladin e il Birrificio Valcavallina. La cucina del locale permette di accompagnare il “nettare di luppolo” con taglieri, zuppe e carni: recentemente, grazie alla collaborazione con un sushi bar, L’Isola della Birra ha potuto fregiarsi del titolo di prima Sushi-Birreria artigianale di Milano. A metà strada tra il ristorante gourmet e la birreria artigianale, La Ratera si configura come un locale ibrido, in grado di coniugare la cucina di alto livello con le migliori birre artigianali nazionali e internazionali, selezionate dal titolare Marco Rinaldi, vero birraio per passione. La carta mette a disposizione proposte settimanali per quanto riguarda le spine, dall’intramontabile belga La Chouffe alla Tipopils del Birrificio Italiano, mentre quelle in bottiglia nascondono vere e proprie rarità provenienti anche da Olanda, Belgio, Gran Bretagna, come per esempio le fenomenali Ale scozzesi, scure e a bassa fermentazione. La carta accompagna la cucina creativa dello chef (e socio) Salvatore Garofalo, che propone piatti dove la birra non è solo ispirazione, ma anche ingrediente e fulcro capace di valorizzare il piatto, dal celebre tonno marinato con Belgian Strong Ale e ginepro alla panzanella di calamari su gazpacho di birra trappista. Autentica atmosfera da “pub sottocasa”, la Pazzeria offre una scelta ampia di “crude” di produzione nazionale, come le edizioni limitate del Birrificio Toccalmatto di Prato o le etichette provenienti dal Birrificio Renazzese di Ferrara, recentemente colpito dal sisma in Emilia e giustamente valorizzato dal locale. Non manca poi anche la cucina, quella vera e corposa capace di tenere testa ai boccali: trippa alla pavese, stinco di maiale, stracotto d’asino, selezioni di formaggi e molto altro ancora. Tornando infine alle parole di Paolo Polli, è evidente che “la situazione italiana sia ottimale: la qualità sicuramente c’è, lo dimostrano sia i numerosi premi vinti in tutte le manifestazioni sia le esportazioni anche in territori forti, come la Danimarca, il Belgio e gli Stati Uniti. Quello che forse manca è la quantità di birrifici buoni”. Insomma, la rivoluzione è appena cominciata, ora c’è solo da attendere che fermenti nel modo giusto. Nuovo Honda Integra. Il resto è preistoria. La vecchia concezione delle due ruote ha le ore contate. Finti predatori e potenza senza cervello si estingueranno, sostituiti da una specie più evoluta e adatta ai nostri tempi. Motore bicilindrico da 700cc e 52 CV, ruote da 17”, C-ABS, innovativo cambio sequenziale a doppia frizione e consumi record*. Hai ancora nostalgia della preistoria? Prenota ora la tua prova nelle Concessionarie Honda. hondaitalia.com Info Contact Center: 848.846.632 Honda Italia Moto *27,9 km/l secondo ciclo WMTC. Finanziamenti in collaborazione con Agos Ducato disponibili in tutta la rete di vendita Honda aderente all’iniziativa, presso cui richiedere il documento informazioni europee di base sul credito ai consumatori (SECCI) per le informazioni precontrattuali e le condizioni economiche dell’offerta. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Salvo approvazione . La tecnologia Honda sceglie DESIGN Meglio un uovo oggi Jacobsen ha sempre sostenuto che il fattore più importante del design è la proporzione. Ne è un chiaro esempio la sua Egg Chair. I suoi oggetti hanno sempre saputo coniugare lo spirito modernista all’amore nordico per i materiali naturali e la loro lavorazione. Oggi non esiste un pezzo di Arne Jacobsen che non sia un best-seller internazionale. Testo e illustrazione di Dino Cicchetti 37 DESIGN RITORNO AL FUTURO I pezzi di Arne Jacobsen hanno avuto seguito anche negli ambienti più creativi. Basti pensare che nel film 2001 Odissea nello spazio, oltre alla già citata Egg Chair, compare anche un intero set di posate. In varie scene infatti l’astronauta David Bowman e il suo vice Frank Poole sono intenti a cenare con coltelli e forchette futuristici di fronte a un flat screen, ben lontanto dall’essere ancora prodotto. Il servizio è stato pensato originariamente nel 1957 per il SAS Royal Hotel di Copenhagen, e oggi è in produzione in 12 pezzi per Georg Jensen al prezzo di 300 euro. 01 01. La mitica poltrona di Jacobsen, minimale ed elegante allo stesso tempo. La Egg Chair è prodotta da Fritz Hansen a un prezzo di 4800 euro. 38 Arne Jacobsen è stato uno dei designer che forse ha meglio interpretato il motto del progettista italiano Ernesto Nathan Rogers: “dal cucchiaio alla città”. Il suo approccio al progetto era totale e un esempio perfetto di questo modus operandi fu l’albergo Radisson SAS Royal Hotel di Copenhagen. Jacobsen disegnò personalmente tutti i dettagli dell’arredamento e dell’architettura. Il Radisson fu il primo grattacielo di Copenhagen e, come tributo al famoso architetto, la stanza numero 606 conserva tutt’oggi i pezzi originali del suo design. All’ultimo piano, il ristorante Alberto K porta il nome del primo direttore dell’albergo e si distingue per gli arredamenti originali pensati dallo stesso Jacobsen. Sempre per questo hotel sono anche state disegnate due fra le poltrone più famose del mondo la Swan e la Egg Chair. Quest’ultima, nonostante le critiche iniziali che hanno accompagnato un po’ tutta la struttura dell’albergo, è diventata col tempo un’icona indiscussa del design internazionale simbolo allo stesso tempo di artigianalità e visionarietà. La creazione di questa seduta da parte di Jacobsen sembra in parte ispirarsi a Eero Saarinen e alla sua Womb Chair, anche se molti sostengono che la Egg appartenga a un progetto molto più ampio e completo. Seguendo la stessa idea il designer danese concepì anche un divano caratterizzato da uno scheletro in vetroresina coperto di schiuma di poliuretano. In realtà in questa versione vennero creati solo pochi esemplari per il Radison e per una successiva edizione speciale al prezzo di 75000 dollari. La ragione per un numero così ridotto di pezzi era legata all’ampiezza del divano, che non permetteva un rivestimento dell’intera superficie curva con due sole pezze di pelle. Questo obbligava ad avere un’evidente cucitura al centro della seduta, caratteristica assolutamente non in linea con lo spirito di Jacobsen. Ovviamente il problema venne risolto realizzando il rivestimento in tessuto. Le linee della Egg Chair sono così particolari e accattivanti che la seduta è stata “protagonista” anche sul grande e sul piccolo schermo: il video Help dei Beatles e i film Austin Powers, Men in Black, Slevin, Hugly Betty e Zoolander. STYLE Naturelle-chic WAITING FOR THE SUN Occhiale da sole in legno di rosa con lenti Carl Zeiss UV 100%. VIVIENNE WESTWOOD Clutch della Ethical Fashion Africa Collection realizzata in Kenya con materiali riciclati. PESERICO Gonna a ruota in cotone grigio delavé con ricami sul fondo. PEDRO GARCÍA Sandalo con zeppa in corda e tomaia in satin tagliato al vivo. Moschino Cheap and Chic ha ambientato il suo spiritoso show primavera estate in un mercato di banchi di frutta e verdura, alludendo alla ritrovata necessità di bellezza semplice e vicina alla natura. di Luigi Bruzzone 40 STYLE Braided hats Cappelli di paglia intrecciata di ogni foggia per ripararsi dal sole estivo. Barbisio Y-3 Stetson Cappello panama Brisa bianco, Cappello in paglia naturale intrecciata Cappello in paglia intrecciata blu navy interamente intrecciato a mano. e nastro in tessuto. con nastro tono su tono. www.barbisio.it www.y-3.com www.stetson-europe.com Muehlbauer Lika Borsalino Cloche con larga tesa in paglia sottile Cappello in paglia intrecciata con Cappello in paglia a tesa larga color intrecciata. visiera in lamina di legno. paglia, calotta blu e sotto testa rosso. www.muehlbauer.at www.likastudio.com www.borsalino.com Le Tom Burberry Kangol Cappello in paglia intrecciata con Cappello in rafia tricolore con visiera Cappello Bubble Bombin in paglia, visierina e nastro in tessuto. e pom pom. tinto con pigmenti naturali. www.letom.ch www.burberry.it www.kangol.com 41 STYLE Fabio Falcetta Elegance by the lake Uomo di lago e “maestro della giacca”, con il suo know-how ha arricchito le collezioni di marchi come Montedoro, Incotex, Sartorio, Kiton ed Hevò. Nonostante gli impegni, non rinuncia mai ai piccoli piaceri della vita. di Luigi Bruzzone e Cristina Buonerba 42 STYLE Nello schizzo un capo con interno estraibile eseguito dal team di Fabio Falcetta per la collezione P/E 2013. Com’è nata la sua avventura nel mondo della moda? Ho iniziato come agente di commercio e giravo la Lombardia in furgone vendendo marchi prestigiosi come Ermenegildo Zegna, Missoni, Fendi e dedicandomi, successivamente, alla distribuzione di Jean Paul Gaultier in tutto il mondo. È stata un’esperienza straordinaria, avevo la possibilità di vedere i più bei negozi, di assistere alle sfilate e di conoscere i buyer più importanti. L’evoluzione naturale è stata applicare il mio gusto e la mia esperienza a un progetto industriale globale, ideando un prodotto adatto alle esigenze dell’azienda e del consumatore. È questo ciò che considero marketing creativo. Ha partecipato al progetto dal quale è nata la giacca tinta in capo. A cosa è dovuto il successo di questo indumento? Mi sono trovato a lavorare da Boglioli in un momento particolare per l’azienda quando, con il marchio Martin Guy, venivano studiate le prime giacche tinte in capo. Il team ha iniziato a sperimentare delle tinture particolari adatte al capospalla e a mixare materiali preziosi “rovinandoli” per togliere la patina un po’ noiosa. In questo modo nascevano le prime giacche tinte in capo, che permettono a chi la indossa di avere un aspetto elegante ma allo stesso tempo dal sapore vissuto. Una volta il vestito era una corazza che serviva a dare un aspetto importante, mentre oggi deve farti diventare scattante e giovane. Si può comprare tutto, ma quello che vogliamo non si può comprare: la gioventù. Ed è appunto in questo senso che le giacche tinte in capo sono state una grossa invenzione. E poi è riuscito a dare un nuovo uso all’impermeabile… Ho avuto modo di collaborare con Montedoro, un’azienda per la quale in precedenza disegnava anche Giorgio Armani. Ho cercato di trovare un nuovo utilizzo dell’impermeabile: non solo come indumento ingombrante da mettere sopra la giacca per ripararsi dall’acqua, ma anche come un capospalla morbido, da indossare sopra un maglione e magari da portare anche aperto. Abbiamo lavorato molto sui tessuti e sullo studio dell’interno del capo per mescolare le carte e cercare di fare qualcosa che vada al di là del casual. Meglio un total look o uno spezzato? Evito di proporre un total look, perché mi piace che ognuno sviluppi il proprio stile. Con Sartorio il mio obiettivo è proprio questo: proporre una giacca di sartoria che invogli anche un ragazzo a indossarla sopra il jeans. Ti vesti come vuoi se sei il consumatore finale, compri come vuoi se sei il negoziante e poi mixi con il tuo gusto queste giacche che, a livello di sartoria, sono dei piccoli capolavori. Nonostante la crisi, sembra che il made in Italy non passi mai di moda… La forza del made in Italy sta nella capacità di conoscere bene il passato per fare qualcosa di nuovo. Un’altra caratteristica è quella di avere nel nostro Paese meravigliosi negozi multimarca, frutto della capacità del proprietario di scegliere capi con prezzi e gusti diversi. All’estero la tendenza è di acquistare degli outfit già pronti, ma non sempre è bello vedere una vetrina uguale a Praga o a Hong Kong lo stesso giorno. Il made in Italy, specialmente nel mondo della giacca, vanta una grande abilità nel cucire e una manualità che non ha eguali. Una bella giacca che resta nel tuo guardaroba è come un vecchio mobile in un appartamento arredato in modo contemporaneo: magari la lasci riposare per un paio di anni ma quando la vai a riprendere è sempre bella. Mi piacciono questi dettagli, l’idea di uomo che si alza al mattino ed esce di casa vestito elegante perché il suo guardaroba è elegante. Dovrebbe scombinarlo per vestirsi male. Quali sono le sue altre passioni? Verso la fine degli anni Settanta alla guida di una 112 Abarth ho partecipato ad alcuni rally. Per i ragazzi della mia generazione erano un vero sogno, la televisione non li faceva vedere e per trovarne il resoconto bisognava andare a prendere il giornale a Milano. Mi piace fare cose un po’ “difficili”: ricordo quando, a bordo di un gommone di piccola cilindrata, sono arrivato fino a Parigi con la mia famiglia. Ho deciso di arrivarci via acqua per unire i ritmi lenti con le esperienze che ti rendono vivo. Ho anche ricostruito in un bosco una vecchia osteria del mio paese, così da avere un luogo dove cucinare con gli amici piatti semplici e riscoprire le vecchie ricette della mia terra. Fa parte di quei piccoli piaceri della vita, come in una mattinata d’inverno, quando prima di andare a sciare senti l’odore della neve che si è appena posata che si combina con le piante. Quel profumo ti resta dentro più della sciata in sé. 43 WHEELS DNA da moto? SUL WEB www.modernmovement.it www.it.aprilia.it www.piaggio.it www.hondaitalia.com 01 Sono comodi, sicuri e spaziosi, ma i motociclisti più puri proprio non li sopportano. In realtà i “maxi”, anello di congiunzione con l’universo moto, arrivano a toccare i 200 km/h. È ancora il caso di chiamarli scooter? di Federico Cociancich 01. Il C600 Sport e il C650GT, il diavolo e l’acqua santa di casa BMW. 44 La moto non è un mezzo di trasporto o uno strumento di divertimento, ma uno stile di vita. La nostra due ruote ci rappresenta, ci fa provare emozioni forti e ci fa immedesimare in personaggi epici: piloti, viaggiatori o rider da cult movie. Per i motociclisti “duri e puri” gli scooteroni, così vengono chiamati quelli che superano i 500 cc di cilindrata, non sono vere moto: “Chi ha uno scooterone è un motociclista, quanto chi si lava la faccia è un sub” sentenziano fuori dai bar i più estremisti. Sta di fatto che quasi tutti gli amanti delle due ruote, almeno una volta nella vita, ci hanno fatto un pensierino. Colpa delle strade piene di buche, delle braccia indolenzite dopo ogni giro in moto, dello spazio che manca per qualunque cosa uno voglia portarsi dietro, fidanzata compresa. I maxi scooter negli anni sono sopravvissuti indenni alle critiche, anzi, adesso hanno caratteristiche tecniche avanzate e si rivolgono a chi desidera un mez- zo più comodo e versatile, senza tuttavia perdere troppo in prestazioni e gusto nella guida. Il leader, almeno in termini di vendita, è ancora il T-MAX 500 Yamaha. Le novità proposte dalle principali case motociclistiche, però, sono molto interessanti: riusciranno a impensierire il Re? BMW vede doppio. Il marchio tedesco dimostra di credere molto nelle potenzialità dei maxi scooter presentando due modelli: C600 Sport e C650 GT. Il primo, dalle linee più aggressive, è caratterizzato da un doppio faro anteriore piuttosto accigliato e da un’impostazione di guida attiva e adatta ad affrontare, anche con piglio poco scooteristico, qualche bel tratto collinare misto. Il secondo modello è più comodo, con ABS di serie, il parabrezza regolabile elettricamente e con optional come manopole e sella riscaldate. I due scooter in realtà condividono il telaio, la meccanica e soprattutto il motore; si differenziano invece in WHEELS 02 BUON COMPLEANNO VESPA La vespa quest’anno compie 66 anni, non una cifra tonda ma un traguardo comunque importante perché porta con sé una piccola rivoluzione: nasce la Vespa 3V, con un nuovo motore su cui debutta la distribuzione a 3 valvole per cilindro. La prima versione costava 68.000 lire e non aveva neanche il cavalletto, la nuova Vespa 3V, invece, ha potenza e coppia da vendere su entrambe le cilindrate 125 e 150, e porta consumi e inquinamento a valori bassissimi. www.it.vespa.com 03 termini estetici e di dotazioni, così da essere adatti a diverse tipologie di clienti. L’Aprilia dei record. Lo scooter Aprilia 850 SRV è il più potente del mondo ma non intimidisce più di tanto anche chi è neofita delle due ruote grazie alla rete di sicurezza costituita dai controlli elettronici. Deriva dalla piattaforma Gilera GP 800 rivista e corretta in chiave ancora più sportiva e nobilitata da un “vestito” che richiama sfacciatamente la regina del campionato SBK: la Aprilia RSV4. Specchi, corona e catena in bella vista, il forcellone e la plastica color grigio metallizzato in zona mediana richiamano il telaio della RSV4. Sono presenti molti tocchi di stile sparsi qua e là per estendere il family feeling e rendere ancor più moto questo scooter. Non è disposto a scendere a compromessi il motore, che sviluppa 76 cavalli che spingono i 250 kg dell’SRV 850 a 100 km/h in soli 5,7 secondi per poi continuare la furiosa galoppata fino a toccare il muro dei 200 km/h. Piaggio punta sull’eleganza. L’X10 della casa italiana è uno scooter da Gran Turismo comodo per lunghe distanze e sufficientemente agile nel traffico cittadino. Prodotto anche con motorizzazioni minori, 125, 350 e 500 cc, è rivolto a chi è alla ricerca di un mezzo confortevole e raffinato, ma che allo stesso tempo sia in grado di garantire ottime prestazioni. Da buon scooterone l’X10 è molto fluido nella guida, la frizione stacca dolce- mente, la forcella e l’intero assetto assorbono ogni imperfezione del manto stradale, buche comprese. L’erogazione del motore offre un’eccellente spinta progressiva e senza sussulti, mentre la potenza massima consente riprese efficaci. Il maxi scooter Piaggio, nonostante le dimensioni da ammiraglia, ha una sorprendente agilità e, al tempo stesso, un’eccellente stabilità. La moto crossover di Honda. Il look della Honda Integra tende verso lo scooter, specie nella parte anteriore, dove si trova uno scudo moderno e dalle dimensioni piuttosto generose, al pari di quelle del faro multi-reflector. A completare la carena ci sono un parabrezza ampio, due pedane avanzate e, nella parte interna, un vano portaoggetti che però è abbastanza piccolo. La ciclistica, invece, è da “moto vera”, che ha come pezzo forte un telaio in tubi d’acciaio di grosso diametro. Il codino è snello, non molto diverso da quello di una naked, così come pure lo scarico cromato. Il cuore dell’Honda Integra è però il nuovo motore bicilindrico in linea, che sfoggia numerosi brevetti esclusivi e che le dona un carattere deciso e un suono rotondo. Che piacciano o meno, i maxi scooter non vanno sottovalutati. Sia che lo si guidi, sia che lo si incontri per strada, se guidato da uno che sa il fatto suo potrebbe lasciare dietro tanti motociclisti di quelli che “non salutano gli scooteristi”. 02. Le forme dell’Honda Integra regalano tanto comfort sia al pilota che al passeggero. 03. Lo scooter Aprilia 850 SRV è il più potente della categoria dei “maxi”. La livrea ricorda molto la sportivissima Aprilia RSV4, una delle dominatrici del campionato SBK. 45 YACHTING Legni d’epoca SUL WEB www.aive-yachts.org www.classic-charters.com www.maratticus.it www.westcoastint.com 01 Le barche d’epoca sono la massima espressione dell’arte della marineria. Toccare con mano questo concentrato di eleganza e poesia è un sogno possibile, meglio se in occasione di una vacanza. di Andrea Zappa 01. Eilean (in primo piano), il ketch bermudiano del 1936 splendidamente restaurato da Officine Panerai in navigazione nelle acque di Antigua. Foto courtesy Panerai Classic Yachts Challenge. 46 Quando ci sali a bordo sei affascinato da ogni loro particolare: dalle infinite nervature del legno che ne disegnano l’anima, dagli ottoni tirati a lucido e dalle linee sinuose e raffinate che raccontano di un antico modo di navigare. Sono le vecchie signore dei mari, quelle costruite prima del 1950, che durante l’estate trovi lungo le banchine più alla moda del Mediterraneo, sempre perfette e in ordine, con un equipaggio impeccabile, come vuole la tradizione marinaresca. In Italia è l’A.I.V.E, l’Associazione Italiana Vele d’Epoca, fondata nel 1982 con sede a Genova, che le riunisce e si preoccupa di preservarne il patrimonio storico, artistico e tecnico. Se fare una vacanza in barca è indiscutibilmente affascinate, lo sarà ancora di più a bordo di queste vere icone galleggianti di bellezza e unicità. Esternamente le linee “classiche” sono state mantenute, ma le barche che vengono proposte per il noleggio sono ormai dotate di tutti i comfort: dall’aria condizionata allo stereo fino ai televisori di ultima generazione. Quante migliaia di euro si devono spendere per noleggiare un legno d’epoca? Dipende, il costo di un charter di questo genere varia sensibilmente a seconda dell’età, delle dimensioni e dei suoi allestimenti. Il prezzo viene quasi sempre calcolato su una settimana di noleggio e comprende anche l’assicurazione e lo stipendio dell’equipaggio. Quest’ultimo è composto di solito da un minimo di tre persone a salire, a seconda della metratura dello scafo. Le spese relative alla cambusa, al carburante e ai porti, sono solitamente escluse dalla formula iniziale del contratto. Il Mediterraneo rimane sicuramente la location più classica in estate e in autunno. In questi periodi le imbarcazioni fanno bella mostra di sé soprattutto in Costa Azzurra, Costa Smeralda, lungo la Costiera Amalfitana e alle Baleari. Stanno comunque riscontrando un certo successo anche altre destinazioni come la Grecia e la Croazia e, per chi ama YACHTING REGATARE CON LA STORIA Se non avete intenzione di affittare una barca d’epoca ma volete comunque ammirare la maestosità di questi scafi, potete scegliere di andare a vedere una delle tappe del circuito mediterraneo Panerai Classic Yachts Challenge. I prossimi appuntamenti sono a settembre: le Vele d’Epoca di Imperia dal 5 al 9 e le Régates Royales di Cannes dal 25 al 29. paneraiclassicyachtschallenge.com 02 i fiordi e le temperature più fresche, si trovano ottime occasioni di noleggio anche in Nord Europa. In inverno, invece, sono soprattutto i mari Caraibici a godere delle antiche geometrie delle vele di queste imbarcazioni da sogno. Ad Antigua, per esempio, in aprile si svolge la Antigua Classic Yacht Regatta, uno degli appuntamenti d’oltreoceano più importanti ai quali partecipare prima della stagione in Mediterraneo. Una tendenza sempre più frequente, come spiega Maura Zane, mediatore marittimo per West Coast International, è anche “la richiesta di organizzare dei noli brevi, di uno o due giorni o addirittura di una sera, per incontri di lavoro, compleanni e non solo”. Sembra che sia anche di moda affittare queste imbarcazioni per partecipare per esempio a grandi eventi come il Festival del Cinema di Cannes, il torneo di tennis di Monte Carlo e il relativo Gran Premio. Andando su Classic-Charter.com c’è l’imbarazzo della scelta per chi vuole provare questa esperienza, basta sapere però quanto si è disposti a spendere. Una delle proposte più economiche è sicuramente il Talisman, un bialbero di 23 metri del 1920 che fa base a Stoccolma. Può ospitare sei persone in tre cabine doppie per la modica cifra di 5000 euro alla settimana in bassa stagione, che diventano 7 in alta. Oppure c’è So Fong, uno scafo Sparkman & Stephens di 21 metri che ha iniziato a navigare nel 1937. Di questi tempi lo si può incrociare al largo delle Baleari e si può mettervi piede a bordo per poco più di 16000 euro alla settimana. L’agenzia Maratticus propone invece, per chi vuole navigare tra Tirreno e Ionio, Orianda, un’elegantissima vela di 26 metri del 1937 costruita per il Re di Danimarca, con 4 cabine doppie e 3 persone di equipaggio. L’ultimo restauro del 2010 le è valso il premio come barca più bella alle Vele d’Epoca di Napoli. Il prezzo varia indicativamente dai 16000 euro ai 21000 a seconda della stagione. Eleganza di altri tempi anche per Weatherbird, il trenta metri proposto da West Coast International, costruito in Normandia nel 1931. Lo scafo per la prima metà dell’estate fa base in Egeo per crociere lungo il Dodecaneso, la costa turca e le isole greche, spostandosi poi verso la Grecia ionica. In bassa stagione si può avere anche in Italia, tra la Sicilia e la Campania. L’affitto di questa regina dei mari si aggira tra i 21 e i 25000 euro alla settimana a seconda del periodo. È in dubbio che l’affitto di una barca d’epoca abbia dei costi differenti rispetto a quello di uno scafo moderno costruito in serie, ma volete paragonarne il fascino? E poi come dice anche il galateo, non si può dire di no a una “vecchia signora”. 02. Orianda, una delle proposte dell’agenzia Maratticus, offre ai suoi ospiti 4 cabine doppie in 26 metri di storia della marineria. Lo scafo risale infatti al 1937. 47 STYLE Sailing vacation PERSOL Occhiale pieghevole da sole con lenti polar sfumate blu. KIEL JAMES PATRICK Bracciale in canvas con chiusura a bottone in metallo dorato. WOOLRICH WOOLEN MILLS Parka in cotone con cappuccio e zip bianca a contrasto. SPERRY TOP-SIDER Scarpa in canvas e suede con lacci in cuoio e suola in gomma. Ispirazione vela per il marchio americano Band of Outsiders, che nella suggestiva ex-Manifattura Tabacchi a Firenze, ha presentato la collezione primavera estate con un originale show-musical. di Luigi Bruzzone 48 STYLE Beach boxer L’estate è arrivata ed è il momento di godersi il sole e soprattuto il mare. Blauer Henry Cotton’s C.P. Company Boxer da mare in nylon con taschino Boxer da mare in nylon con logo Boxer da mare in nylon, chiusura con sul davanti e patch scudetto. a contrasto. coulisse e logo ricamato. www.blauer.it www.henrycottons.it www.cpcompany.com Algida by Blomor Paul Smith Beachwear Sundek Boxer da mare in tessuto cerato con Boxer da bagno stampato a fantasia Shorts in poliestere con stampa stampa Algida. marina. a ombrelloni e retina interna. www.blomor.com www.paulsmith.co.uk www.sundekusa.com K-Way Colmar Originals Stone Island Shorts da bagno in nylon Tactel e slip Shorts da bagno in nylon con Shorts da bagno in nylon smerigliato interno in rete. trattamento idrorepellente. e inserti in nylon metal. www.k-way.com www.colmaroriginals.it www.stoneisland.com HI TECH Arriva lo “Smartfridge” IL FORNO NELLA RETE LG Freestanding Oven, un forno che, grazie a Smart Diagnosis, è in grado di segnalare eventuali problemi al centro assistenza tramite la rete. Siamo tutti connessi alla rete, e tra poco lo sarà anche il nostro frigorifero. E insieme al forno, alla lavatrice e all’aspirapolvere, sarà in buona compagnia. di Enrico S. Benincasa Un particolare delle interfacce touchscreen di The Kitchen of the Future, l’installazione di Carlo Ratti per Indesit a Eurocucina 2012. 50 Samsung, durante l’ultima design week, ha stupito il pubblico di Superstudio con Life/Installed, un’installazione curata da Italo Rota. L’allestimento, completamente spoglio, prendeva vita grazie a un Galaxy Tab. Puntandolo verso le pareti, infatti, il suo schermo visualizzava filmati interattivi che mostravano gli abitanti di un’ipotetica casa del futuro alle prese con apparecchi tecnologici avveniristici. In cucina, per esempio, una signora preparava da mangiare in “compagnia” di un frigorifero che le forniva informazioni sui cibi, sul loro stato di conservazione e su come combinarli. Siamo lontani da uno scenario del genere? Fino a un certo punto, dato che non sono pochi i tentativi dei produttori di dotare frigoriferi, forni o lavatrici di tali caratteristiche. La parola d’ordine è una sola: connettività. Dopo averlo presentato al CES 2011, Samsung ha lanciato negli Stati Uniti RF4289, un frigorifero a quattro scomparti dotato di connessione Wi-Fi e di uno schermo LCD touch da 8”. Oltre ad accedere alle risorse della rete (quindi anche al vostro sito di ricette preferito), si può regolare la temperatura interna da remoto con app dedicate per smartphone e tablet, ricevere informazioni sui cibi in scadenza e lasciare dei post-it elettronici sullo schermo. Rimanendo in Corea, anche LG si sta dando da fare con ThinQ, una gamma di elettrodomestici “smart” che comprende un forno, una lavatrice, un aspirapolvere e un frigorifero tutti remote controlled, in grado inoltre di diagnosticare da soli i problemi e di segnalarli al centro assistenza, di aggiornare il software e di riconoscere le tariffe energetiche più convenienti. La connettività è alla base anche del progetto Hotpoint Innovation di Indesit, presentato all’ultimo Eurocucina con un’installazione di Carlo Ratti. La natura intuitiva dei tablet è la base da cui si è partiti per disegnare le interfacce di questi elettrodomestici, che saranno lanciati sul mercato a partire dal prossimo anno. Lo scambio di informazioni tra cucina e “utente” avrà, secondo l’azienda italiana, un influsso positivo sulla sostenibilità, sensibilizzandoci sui consumi di energia e acqua. E questi dati, se condivisi tramite piattaforme cloud, potranno aiutare i produttori a dare risposte concrete ai consumatori con le successive generazioni di elettrodomestici. L’innovazione, quindi, dipenderà direttamente da noi. WEEK - END La Puglia che non ti aspetti 01 Dal tacco d’Italia un viaggio attraverso i colori e i sapori delle antiche masserie, realtà ideali per rilassarsi e andare alla scoperta delle tradizioni di questa terra. Senza dimenticare le vie dell’olio. di Giovanna Lodato 01. Ulivi secolari sotto il caldo sole della Puglia. Innumerevoli sono i percorsi turistici per scoprire le vie dell’olio. Foto di Anna Tortora. 52 “Mi chiederai come ha fatto tanta gente a scavare e allineare tanta pietra. Io penso che la cosa avrebbe spaventato un popolo di giganti”, asseriva lo scrittore Tommaso Fiore, autore di Un popolo di formiche, nel lontano ’51 quando parlava della sua Puglia, in cui filari di muri e muretti dominavano il profilo del paesaggio. Un luogo arso dal sole e battuto dal vento che allora custodiva il cuore delle proprie radici contadine. Un cuore che oggi sembra tornare a pulsare in una terra che si rianima e si affaccia a nuova vita. Pare di vedere quelle schiene ricurve nei campi, quei suoni di onde di spighe e di cicale canterine. Una magia che rivive ancora nelle masserie pugliesi, che ora si aprono per accogliere il nuovo trend del turismo “slow”, che ama l’ambiente e la natura e – perché no – gradisce tutti i comfort di un albergo immerso nel verde. Il tutto condito dalla possibilità di degustare una cucina tradizionale ma raffinata, che sa riscoprire gli antichi sapori di ingredienti genuini. E in posti così la tentazione di “mettere le mani in pasta” è forte: allora via libera a laboratori di ogni sorta – naturalistici, di cucina, riciclo, ricamo, di teatro e dedicati all’orto – per grandi e piccini. Il tutto inteso a ritrovare un rapporto nuovo con la campagna e l’agricoltura, che si era un po’ perso in questi ultimi tempi. Un’idea che in Puglia ha fatto sistema, con un circuito ad hoc che coinvolge aziende agricole e agrituristiche. Attualmente si riconoscono sotto la denomi- WEEK - END ALLA SCOPERTA DEL TACCO Cultura, natura ed enogastronomia per tutti e soprattutto a costo zero. È l’obiettivo di Open Days, l’iniziativa della Regione Puglia in programma fino al 30 settembre. Dal giovedi al sabato aperture straordinarie ed eventi ad hoc per cantine, masserie, parchi naturali, luoghi di culto, castelli e aree archeologiche. E per gli amanti del blu con Puglia dal Mare sono più di 50 le attività proposte tra gite in barca, diving e pesca-turismo. www.pugliaopendays.com 02 nazione di “Masseria Didattica”, novanta strutture ospitate all’interno delle tipiche costruzioni rurali pugliesi settecentesche o, ancora, presso ville di campagna risalenti anche al XIX secolo. Qui il tempo sembra essersi fermato, permettendo di riscoprire l’autentico contatto uomo-natura. Si torna a vedere come si fa la mungitura o come si prepara il formaggio o la ricotta, come si impastano il pane e le focacce, quali sono le erbe aromatiche utili in cucina o le piante officinali mediterranee sempre più apprezzate anche dalla cosmesi di alto livello. Senza dimenticare i percorsi naturalistici guidati; la scoperta degli animali da cortile e dell’ippoterapia, del ciclo del miele e dell’apicoltura. Le Masserie Didattiche sono presenti pressoché lungo tutto il tacco dello stivale, in una regione che sta sperimentando mai come in questi ultimi anni le potenzialità offerte dal suo turismo. Troviamo le tanto amate spiagge bianche del Salento, i trulli della Valle d’Itria ma anche la vegetazione lussureggiante del Gargano a strapiombo su acque di smeraldo, fino ad arrivare alle pinete che dise- gnano la cristallina costa ionica. Resta invece per molti versi ancora inesplorato il cuore di questi luoghi, quella terra di Bari emblema della landa di confine. Ospitale, dai mille volti e colori, si divide tra le barchette colorate ancorate nei porticcioli, ampie pianure arse dal sole in estate, mentre si presenta più mossa e brulla in quella Murgia che ne chiude i contorni a sudest. Come dimenticare l’ulivo, simbolo pugliese per eccellenza, il cui nettare continua oggi a dar lustro e a sostentare l’economia della zona. C’è da perdersi tra le tante strade dell’olio che solcano, in lungo e in largo, le zone più tipiche della produzione olearia regionale. Strade che toccano anche le “nostre” masserie e che spesso incontrano particolarità davvero imperdibili. È il caso della masseria Lama San Giorgio a Rutigliano, non distante dal capoluogo, che ospita i resti di un frantoio seicentesco. Si tratta della testimonianza concreta del lavoro antico di coloro che abitavano nei pressi di questa depressione carsica (la lama, appunto) e nelle vicinanze di un tipico boschetto mediterraneo, custode di 02. Le masserie sono l’emblema della realtà contadina pugliese. Costruite un tempo dalla borghesia per assicurare una migliore amministrazione della terra, oggi rappresentano un’ambita meta turistica. Foto courtesy Masseria San Domenico. 53 WEEK - END 03 Qui il tempo sembra essersi fermato, permettendo di riscoprire l’autentico contatto uomo-natura. 03. La Torre del Brigante, risalente al Trecento e interamente costruita in pietra locale, è riconosciuta come patrimonio d’interesse storico dal Ministero dei Beni Culturali e si erge nei pressi della Masseria Montepaolo. 54 quelle flora e vegetazione peculiari della macchia mediterranea. Arrivati fin qui non si può non visitare uno dei laboratori artigianali dei famosi fischietti in terracotta e la zona archeologica, in particolare gli insediamenti peuceti di Azetium e Bigetti, da scoprire grazie alle diverse escursioni promosse in masseria. Spostandosi in Agro di Cassano delle Murge, invece, si trova la Masseria Agricola De Grandi che, tra i vari percorsi didattici, promuove quelli relativi alla produzione biologica delle olive, alla trasformazione dalle olive all’olio e dagli ortaggi ai sott’olio, con annessi laboratori di degustazione. Restando in zona è poi possibile visitare la Masseria Ruotolo, che vanta iniziative legate all’ecoturismo, al turismo culturale ma anche a quello enogastronomico, senza lasciare in sordina gli aspetti sociali o sportivi. In particolare si segnala il percorso didattico del ciclo di produzioni delle colture biologiche. Ancora l’olio è tra i protagonisti delle masserie didattiche nella splendida zona di Conversano, dalle marcate origini pre-romane e con forti presenze di lasciti medievali nell’architettura del posto. Per esempio visibili presso la dimora di charme Agriturismo Montepaolo, vicino alla cosiddetta Torre del Brigante. Risalente al Trecento e riconosciuta come bene di interesse storico-architettonico dal Ministero dei Beni Culturali, la struttura è realizzata interamente da pietra locale e ubicata all’interno di un’area naturalistica protetta. L’organizzazione, tra l’altro, propone un tour storicoculturale e gastronomico insieme che comprende poi la visita alla chiesetta rurale che vanta di essere stata uno dei quattro eremi di Sant’Antonio da Padova, oltre alla sperimentazione di laboratori didattici e degustazioni per grandi e piccoli. Rimanendo sul posto si potrà, infine, raggiungere la Masseria Minoia presso la quale, oltre a percorsi ludico-didattici dedicati ai bambini, si può seguire l’itinerario dell’olivo dedicato agli adulti, con laboratori di degustazione del olio extravergine locale. In loco viene infatti prodotto un olio ottenuto dalla molitura di olive coltivate nel rispetto dei dettami dell’agricoltura biologica, impiegando le specialità tipiche del territorio pugliese (Coratina, Cima di Mola, Olivastra e Leccino). Una Puglia tutta da scoprire, insomma, per un benefico ritorno alle origini a portata di mano. Ovunque, anche dove non te lo aspetti. WELLNESS Pizzica & Spa Tra sorgenti naturali, masserie secolari e innovativi trattamenti a base di massaggi rilassanti e pizzica, la Puglia offre ai propri visitatori un rifugio sicuro per godersi attimi di benessere fisico e mentale. di Cristina Buonerba GRAND HOTEL MEDITERRANEO Situato a soli 20 metri dalle Terme di Santa Cesarea, quest’elegante struttura rappresenta un mix ideale per chi desidera unire il benessere della mente a quello del corpo. www.grandhotelmed.it Uno scorcio di Santa Cesarea Terme, che lascia intravedere la cupola di una delle numerose strutture in stile moresco che caratterizzano la località salentina. MASSERIA SAN DOMENICO La Masseria San Domenico dispone di una piscina d’acqua salmastra, spiaggia privata, un centro benessere e un campo da golf da 18 buche. www.masseriasandomenico.com BORGO EGNAZIA Il Borgo, circondato da buganville, gelsomini, fichi d’India e agrumeti, è costituito da 92 camere e suite e da 28 ville con giardini, piscine private, balconi e terrazze con vista panoramica. www.borgoegnazia.com Cielo limpido, mare cristallino e chilometri di pura campagna: benvenuti in Puglia, terra che da sempre abbraccia Ionio e Adriatico e che accoglie i suoi visitatori con il calore delle proprie tradizioni. Rifugio ideale per scappare dalla frenesia della grande città, il Tacco d’Italia offre l’imbarazzo della scelta tra lussuose Spa e centri benessere. Santa Cesarea Terme, situata nel basso Salento, rappresenta la meta ideale per unire la cura per il corpo a un’autentica conoscenza della realtà locale. Le sue acque appartengono al gruppo delle Salso e sono un patrimonio naturale importante nell’idrologia medica. Oltre a vantare una grande bellezza paesaggistica, Santa Cesarea possiede quattro grotte sorgive all’interno delle quali vi sono depositi di fango minerale, naturale e solforoso: i benefici legati al loro utilizzo e i loro effetti terapeutici sono riconosciuti dal Ministero della Salute. Spostandosi un po’ più a nord, più precisamente a Savelletri di Fasano, nel brindisino, la Spa dell’elegante Masseria San Domenico mette a disposizione un’ampia scelta di trattamenti talassoterapici. L’acqua del mare utilizzata è prelevata nella falda sotterranea a 400 metri di profondità e, insieme alle alghe, crea un cocktail perfetto per idromassaggi o impacchi preziosi che defaticano, tonificano e disintossicano l’organismo. Sempre a Fasano, la Vair Spa, appartenente al pluripremiato Hotel Borgo Egnazia, offre, tra le varie proposte, anche la Tarant-Spa, un insolito pacchetto della durata di 3 o 5 giorni pensato per sole donne e in compagnia di sole donne, che si ispira al rito della Taranta e che coniuga musicoterapia, yoga, danze e massaggi. Gli uomini, invece, tra un trattamento e l’altro, non rimarranno di certo con le mani in mano, perché possono seguire lezioni di pizzica unita a esercizi tradizionali e, perché no, anche imparare a suonare il tamburello. Nessuna paura se non si ha il ritmo nel sangue perché, come si dice da queste parti: “ballati tutti quanti!” 55 OVERSEAS Caleidoscopica Mauritius 01 Atmosfera rilassata, mare incantevole e un interno tutto da scoprire. La piccola isola è oggi una delle mete preferite per chi è alla ricerca di una vacanza non solo da “cartolina”. di Andrea Zappa 01. Le suggestive trasparenze dell'Île aux Cerfs, lungo la costa orientale di Mauritius. L'isola è facilmente raggiungibile in barca e possiede sia un’anima selvaggia che una più a misura di turista, con piccoli ristoranti e shop di souvenir. Foto courtesy MTPA. 56 Sfatiamo subito una convinzione che molti hanno, Mauritius non è un arcipelago, è una sola, unica affascinate isola, verde al centro e turchese ai bordi. Uno spaccato di Eden di origine vulcanica in mezzo all’Oceano Indiano che, nonostante le sue ridotte dimensioni, circa sette volte inferiori di quelle della Sardegna, presenta una varietà di paesaggi in grado di stregare chiunque abbia la possibilità di visitarla. Quando la si ammira dal finestrino dell’aereo non si può che rimanere incantati dal suo profilo. Se la parte sud, dove la barriera corallina si assottiglia, appare più frastagliata e selvaggia, il resto dell’isola fa a gara per offrire le spiagge da cartolina più bianche e suggestive. C’è veramente l’imbarazzo della scelta: meglio Flic en Flac e Tamarin lungo la costa ovest, le acque cristalline di Mont Choisy a nord o l’infinita striscia di sabbia di Belle Mare che si snoda per chilometri sul versante orientale, culminando nella splendida laguna dell’Île aux Cerfs? Dato il modesto diame- tro dell’isola, l’unico modo per saperlo è affittare un’auto e, mappa alla mano, iniziare a piantare qualche bandierina. Nel mentre, se state percorrendo le strade settentrionali interne, passate a visitare il Château de Labourdonnais, una splendida casa coloniale del XIX secolo. All’interno della sua immensa tenuta c’è l’elegante ristorante La Table du Château dello Chef italiano Fabio De Poli che, con il suo estro mediterraneo, mixa sapientemente le materie prime del luogo con i gusti del turismo internazionale. Per gli amanti della cucina locale, da non perdere è anche il Varangue Sur Morne, un ristorante che fa capolino tra la vegetazione di una delle alte colline del Black River Gorges National Park. Dalla sua terrazza, magari davanti a un gustoso piatto di curry con frutti di mare, si gode una vista mozzafiato che porta lo sguardo a tuffarsi fino al blu cobalto dell’Oceano Indiano. Se le spiagge rappresentano il fiore all’occhiello OVERSEAS SUL WEB www.mauritius-turismo.com www.shantimaurice.com www.angsana.com/en/balaclava www.royalpalm-hotel.com www.constancehotels.com www.unchateaudanslanature.com www.rhumeriedechamarel.com 02 di Mauritius, non da meno sono i suoi resort da mille e una notte, come lo Shanti Anada Maurice, l’Angsana Balaclava, il Royal Palm, Le Prince Maurice e il Constance Belle Mare Plage, quest’ultimo dotato anche di due campi da golf a 18 buche, che a dicembre ospitano il famoso MCB Tour Championship. Ma, a meno che non siate cultori dell’immobilismo da lettino fronte mare, è abbandonando la costa che si scopre la vera anima dell’isola, con le sue piantagioni di tè color smeraldo e le sue rhumerie, produttrici del prezioso “nettare” derivato dalla lavorazione della canna da zucchero. Gli appassionati dell’English break pomeridiano non possono perdersi la visita alla vasta piantagione di Bois Chéri. Il tour, che dura circa un’ora, permette di vedere l’intero stabilimento per la lavorazione delle foglie, dalla raccolta fatta a mano al confezionamento finale. Terminata la visita si possono degustare su una terrazza, davanti ai 250 ettari di piantagione, svariate fragranze di tè da quelle al cocco, alla vaniglia o alla menta. Chi invece preferisce bevande dalla gradazione alcolica decisamente più impegnativa, potrà mettersi alla prova presso la Rhumerie de Chamarel, un museo-distilleria in cui viene mostrato ai visitatori l’intero processo produttivo del rum. La struttura si affida a un particolare metodo di tipo ecologico, in cui tutti i materiali utilizzati vengono ricicla- ti. Se sentite di aver esagerato con i “chupitos”, il modo migliore per farsi passare i giramenti di testa è fermarsi a pranzo presso l’Alchimiste, il raffinato ristorante interno della Rhumerie. Sempre in zona, potete lasciarvi incantare dalle Terre Colorate di Chamarel, una curiosa area priva di vegetazione caratterizzata da un susseguirsi di dune colorate che toccano le più diverse gradazioni di viola e arancio, risultato di un irregolare processo di raffreddamento delle rocce laviche. Nei pressi, c’è anche da ammirare l’incredibile salto di 95 metri dell’omonima cascata. I più arditi possono anche decidere di vincere le vertigini discendendo la cima fino al bacino sottostante, grazie alle escursioni organizzate dall’agenzia Vertical World. Ma non si può dire di aver visitato Mauritius se non si passa almeno una giornata nella sua capitale Port Louis. Dopo averla ammirata dall’alto delle mura di Fort Adelaide, fortezza inglese costruita alle spalle dell’agglomerato urbano durante il periodo coloniale, è il momento di scendere per le strade della città alla scoperta dei volti dei suoi abitanti. Il mercato centrale, fulcro dell’economia locale, è il miglior concentrato di “maurizianità” che si possa trovare. Colori, grida e odori che in un quadrilatero di vie raccontano l’identità di un’isola che, per la sua varietà e multietnicità, ricorda quasi un arcipelago. Quasi. 02. La luce del tramonto illumina le dune colorate di Chamarel: una collina nella parte sudoccidentale dell'isola che per uno strano fenomeno geologico sfoggia una terra dalle innumerevoli sfumature di rosso. Foto di Andrea Zappa. 57 FOOD Norie Harada Una ragazza giapponese si è innamorata del vino, tanto da diventare sommelier e lavorare per il grande chef francese Alain Ducasse nei suoi pluristellati ristoranti in giro per il mondo. La sua voglia di viaggiare e di affrontare nuove sfide l’ha portata a Milano, dove oggi ci consiglia grandi vini da abbinare ai piatti della tradizione sudamericana al Don Juanito di Porta Vigentina. di Enrico S. Benincasa Come è nato il tuo rapporto con il vino? L’ho scoperto a 23 anni, in un wine bar a Osaka e da allora – era il 1996 – è diventato la mia vita. Il mio primo bicchiere è stato un rosso, precisamente un Chambertain. Lo compone un'unica uva, ma il profumo è quello di un millefoglie: puoi trovarci note di minerale, di caffè e frutta rossa. Ho subito comprato dei libri sul vino e poi mi sono iscritta alla scuola di sommelier. Poi è diventato un lavoro… Sì, dopo il diploma ho iniziato a lavorare per Alain Ducasse. In principio a Parigi, poi a New York e Tokyo. Mi piaceva viaggiare – e mi piace tutt’ora – e quando c’è stata l’opportunità di andare a lavorare a Montecarlo l’ho presa al volo. E, dopo tre anni, ho deciso di accettare questa nuova sfida a Milano al Don Juanito. Com’è composta la carta dei vini di questo ristorante argentino? Il nostro è un locale molto intimo, abbiamo un’unica sala con 35 coperti. Data la tipologia, nella carta si possono trovare molti vini sudamericani divisi per i rispettivi vitigni e le descrizioni, anche se cerco sempre di dialogare con il cliente per poterlo consigliare al meglio. La carta non sarà mai fissa, cambie58 rà ogni due-tre mesi in base alle stagioni. A breve ci sarà anche la possibilità di bere vini al calice, tra cui anche Barolo e Barbaresco. A proposito di Barolo, so che hai avuto modo di visitare qualche cantina proprio in Piemonte… Sì, ci sono stata da poco. Bellissimo, non vedo l’ora di tornare! Hai consigliato vini negli Stati Uniti, in Francia, in Giappone e in tanti altri Paesi del mondo. In che cosa si distinguono i clienti italiani in fatto di vino e dello stare a tavola? Li ho trovati simili a quelli di New York. C’è una comune visione dell’andare al ristorante per divertirsi per passare dei momenti gioviali e ho trovato molte persone con tanta passione per il vino. L’esperienza di lavoro nei ristoranti di Alain Ducasse è stata lunga, lo hai senz’altro conosciuto molto bene. Ci dici qualcosa di più su questo grande chef? Ho appreso tante cose da lui, più che uno chef lo considero un artista. È una persona forte, ma ha una timidezza che conquista. E poi da Gerard Margeon, il numero uno dei suoi sommelier con cui ho lavorato 10 anni. Ho fatto mia la sua visione di questo lavoro, che ha molto a che fare con la psicologia. Bi- sogna capire che persona si ha di fronte per poterla consigliare al meglio nella scelta. In Giappone si produce vino? Sì, nella prefettura di Yamanashi, vicino al Monte Fuji. Il mio preferito è il Koshu, che prende il nome proprio dalla tipologia dell’uva, poi abbiamo anche dei Cabernet Sauvignon e dei Pinot Noir. Per la cucina giapponese, però, il Koshu è il migliore: molto delicato e profumato. Escludendo i grandi produttori europei, quali sono secondo te i Paesi che stanno producendo i vini più interessanti? Penso che i vini argentini abbiano grandi possibilità, così come quelli cileni. E non parlo solo di rossi, anche tra i bianchi sudamericani ce ne sono di notevoli. Poi dipende sempre dalle cantine e da come sono prodotti. Non ti voglio mettere in difficoltà e non ti chiedo dove vai a mangiare il sushi a Milano. Ma, se domani andassi a Tokyo, hai qualche posto da suggerirmi? Ti consiglio i piccoli sushi bar nel fish market di Tsukiji. Lì c’è il pesce più fresco di tutta Tokyo, che arriva in questo mercato alle prime ore della mattina, non ti puoi sbagliare. FOOD La ricetta dello chef In questo numero lo chef Alex Huayapay ci svela una ricetta peruviana, la causa limena. Causa limena DON JUANITO Il ristorante Don Juanito e lo chef Alex Huayapay propongono una cucina sudamericana autentica che fa uso anche di tecniche di cottura tramandate nei secoli. Una di queste è il curanto, che prende origine dal cibo cotto sotto terra avvolto in foglie e pasta. Un procedimento lungo, tanto che per gustare carne o pesce cotti in questo modo è necessario richiederli non più tardi del primo pomeriggio per la cena. Si possono inoltre degustare anche proposte speciali come la causa peruviana e la papunha brasiliana, abbinabili con grandi vini di vintigno Malbec presenti nella cantina del ristorante. Corso di Porta Vigentina, 43 Milano www.donjuanito.it Ingredienti per 4 persone: 2 kg di patate, 2 petti di pollo non troppo grandi, lessati e sminuzzati, il succo di 3 limoni, 6 cucchiai di olio, 8 olive nere snocciolate, 3 uova sode, 2 cipolle piccole (tritate e lasciate per 1/2 ora a spurgare in acqua), mais in chicchi q.b., sale, peperoncino, aji amarillo q.b., prezzemolo per guarnire, maionese. Lessare le patate in acqua salata, sbucciarle e schiacciarle con una forchetta. Insaporire la purea ottenuta con il succo di limone, l'olio, il peperoncino e la cipolla ben lavata, scolata e strizzata, e amalgamare molto bene. Suddividere l'impasto in due parti. Stendere una parte dell'impasto ben compattato su un piatto da portata leggermente oleato o in uno stampo a cupola. Farcire lo strato con il petto di pollo, il mais e maionese. Ricoprire con il rimanente impasto. Servire con “torrontes” – vino bianco argentino. 59 CLUB HOUSE La “cantera” di Milano 01 Il Tennis Club Milano Alberto Bonacossa cambia guida tecnica e si affida a Riccardo Piatti, grande valorizzatore di talenti della racchetta. E, dal 2 al 9 settembre, saranno molti quelli italiani a sfidarsi nella Coppa Porro Lambertenghi. a cura della redazione di Club Milano Archiviata l’edizione numero 53 del Trofeo Bonfiglio con la vittoria del “golden boy” Gianluigi Quinzi e della ceca Katerina Siniakova, arriva al Tennis Club Milano Bonacossa la 70esima edizione della Coppa Porro Lambertenghi, il campionato italiano under 12 maschile e femminile. Un appuntamento fisso nel calendario tennistico nazionale, che avrà luogo dal 2 al 9 settembre sui campi in terra battuta di via Arimondi e che da sempre raduna le migliori giovanissime “racchette” del panorama nazionale. A livello maschi60 le, per esempio, troviamo nell’albo d’oro Stefano Napolitano e Matteo Donati, rispettivamente vincitori nel 2007 e nel 2006, due dei nostri juniores che insieme a Quinzi si stanno ora distinguendo nei tornei dedicati agli under 18. Andando un po’ indietro nel tempo, sempre in campo maschile, hanno alzato questo trofeo anche Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Potito Starace e il compianto Federico Luzzi. Tra le donne, invece, hanno scritto il loro nome nell’albo d’oro sia Roberta Vinci che Adriana Serra Zanetti. L’edizione 2011 ha incoronato campioni d’Italia under 12 il marchigiano Samuele Ramazzotti e la toscana Tatiana Pieri. Speriamo di vederli continuare a vincere negli anni a venire, magari in una delle prossime edizioni del Trofeo Bonfiglio. Per farlo dovranno certamente continuare a investire sul loro talento, cercando di migliorarsi giorno per giorno, grazie alla costanza nell’allenamento con maestri e guide tecniche di livello. I buoni risultati dei nostri tennisti – ma soprattutto delle nostre tenniste – sono un ottimo spot per tut- CLUB HOUSE 01. Samuele Ramazzotti in azione sui campi di via Arimondi durante l’edizione 2011 della Coppa Lambertenghi, da lui poi vinta. Samuele è uno degli under 14 più promettenti a livello italiano e internazionale. 02. Foto di gruppo alla presentazione del nuovo team alla guida tecnica del TCM: Riccardo Piatti è il secondo da sinistra. 02 to il movimento, oltre a uno stimolo e un esempio per i tanti ragazzi che, attratti da questo sport, si avvicinano alla racchetta e decidono di imparare a giocare. Bisogna poter offrire loro le condizioni migliori per poter esprimere le loro potenzialità. Per questo, proprio un paio di mesi fa, il Tennis Club Milano Alberto Bonacossa ha deciso di cambiare la guida del suo settore tecnico. Il nome è di quelli importanti, di quelli che hanno fatto la storia recente del tennis italiano: Riccardo Piatti. Il coach comasco, che nella sua carriera ha allenato Cristiano Caratti, Renzo Furlan, Omar Camporese e, in epoche più recenti, il top ten Ivan Ljubicic e l’ex numero 1 del mondo Nole Djokovic, ha accettato l’incarico nonostante si sia da poco legato al talento francese – ancora non del tutto espresso – Richard Gasquet. A seguire Piatti in questa avventura saranno molti membri del suo entourage, tra cui Dalibor Sirola, Massimo Sartori (che lavorano con Andreas Seppi) e Danilo Pizzorno (esperto di video analisi). Gli impegni internazionali nel circuito non consentiranno a questo team di essere ogni giorno sui campi del Tennis Club Milano Alberto Bonacossa. A questo proposito, come ha dichiarato lo stesso Piatti a Repubblica, sarà di fondamentale importanza il lavoro dei maestri: “Io metterò a disposizione del Tennis Club Milano le mie esperienze, il mio team […] ma, soprattutto, il metodo. Il lavoro quotidiano sarà dei maestri del Bonacossa. Starà a loro applicare a tutti i livelli le stesse metodologie di allenamento”. Si ripartirà dai fondamentali del tennis per permettere ai giovani di costruirsi una solida base tecnica, obiettivo primario perché “troppo spesso si è confuso l'insegnamento con il raggiungimento di risultati, l'esasperazione non ha creato giocatori di livello mondiale ma, al contrario, ha fatto smettere tanti, troppi ra- gazzi”. Il modello a cui Piatti si vuole avvicinare è quello della “cantera”, il settore giovanile del Barcellona calcio che ha creato tanti campioni in grado di vincere tutto a livello di club e con la nazionale. Un esempio positivo che è apprezzato in tutto il mondo e anche da altri sport ma, come spiega Piatti, non è solo un discorso di risultati e trofei: “Il mio sogno è fare del Tennis Club Milano Alberto Bonacossa il Barcellona del tennis. Lavorare sulla base più ampia, far capire che cos’è il tennis, far innamorare i bambini e permettere loro di rimanere legati a questo sport. Poi magari troveremo il campione, ma soprattutto regaleremo al nostro mondo tanti ragazzi che non abbandoneranno più la racchetta”. Si riparte con entusiasmo, quindi, dall’educazione sportiva e dalla passione, le migliori premesse possibili per un progetto ambizioso che ha solo bisogno di tempo e spazi per potersi radicare e affermare. 61 FREE TIME Da non perdere... Una selezione dei migliori eventi che animeranno la città e non solo nei prossimi mesi. a cura di Enrico S. Benincasa MITO SettembreMusica Per il sesto anno consecutivo torna MITO SettembreMusica, il festival che “azzera”, almeno dal punto di vista culturale, i 140 chilometri che separano Milano e Torino. Si inizia il 5 settembre con l’omaggio di Claudio Gatti a Debussy presso il Teatro Regio, evento che sarà poi ripetuto il giorno successivo al Teatro Alla Scala. Milano e Torino dal 5 al 23 settembre www.mitosettembremusica.it Alanis Morrisette Ippodromo del Galoppo il 18 luglio www.citysoundmilano.it Elisabeth Strigini Fantasy, American Story e Portraits sono i tre temi che l’artista americana ha affrontato nel corso della sua carriera, e che sono stati esplorati attraverso le sue opere nella sua prima personale italiana al Museo della Permanente. Contemporary Tales è il nome scelto per questo debutto milanese, il cui allestimento è stato curato da Peter Bottazzi. Museo della Permanente fino al 13 settembre www.lapermanente-milano.it 62 Sono ben quattro anni che la songwriter canadese non si esibisce più in Italia: l’ultima volta, infatti fu a Imola per l’Heineken Jammin’ Festival nel 2008, data che coincide anche con la pubblicazione del suo ultimo album Flavors of Entanglement. Il ritorno di Alanis sui palchi italiani – e non solo, per tutto il mese sarà in tour in Europa – coincide anche con l’annuncio che quest’anno, precisamente il 28 agosto, sarà pubblicato il suo nuovo album di inediti, Havoc and Bright Lights. L’occasione, anzi, le quattro occasioni per vederla dal vivo qui da noi – Piazzola sul Brenta, Firenze, Roma e Milano – consentiranno ai suoi numerosi fan di avere qualche sneak peek dei suoi nuovi brani. La data milanese sarà ospitata all’Ippodromo del Galoppo dentro il nuovo contenitore chiamato City Sound. Tutti i concerti inizialmente previsti all’Arena, compresi quelli di Beach Boys, Giorgia, Fiorella Mannoia, Kasabian e Alice Cooper (e ovviamente Alanis Morrisette), hanno trovato nuova collocazione dalle parti di San Siro. Mettendo da parte le ragioni e i torti di comune e organizzatori, bisogna essere contenti che non sia stata la musica a rimetterci dopo tutta la polemica sui giornali e la diatriba giudiziaria. E soprattutto i fan, che non vedono l’ora di vedere Alanis e gli altri artisti annunciati esibirsi a Milano, a prescindere da dove si sia deciso di montare il palco. FREE TIME Festival della Mente Drodesera Una centrale elettrica, ancora parzialmente attiva, è la location di Drodesera, un festival di Performing Arts che avrà luogo alla fine di luglio a Dro, in provincia di Trento. 10 giorni di arte, musica e danza, con 26 spettacoli, 14 prime nazionali e più di 35 artisti da tutto il mondo che affronteranno il tema del “folk”, immersi nel verde delle montagne trentine sopra il Garda. Centrale Fies - Dro TN dal 20 al 28 luglio www.centralefies.it Sarzana SP dal 31 agosto al 2 settembre www.festivaldellamente.it Nona edizione per questo festival dedicato alla creatività e ai processi che ci permettono di metterla in pratica. Come negli anni passati, sarà Sarzana a ospitare questo evento, capace nel 2011 di raccogliere oltre 40 mila presenze. Ospite d’eccezione della passata edizione fu Zygmunt Bauman, che partecipò al festival con un intervento sul concetto di comunità e rete nell’era dei social network. Ma sono molti i personaggi del mondo della cultura, della scienza, della cucina, dell’arte, del giornalismo e della letteratura che hanno raccolto con piacere l’invito a confrontarsi e a condividere il loro percorso personale legato alla creatività e le loro riflessioni sulla natura e sulle caratte- ristiche del più importante dei nostri “organi”. Nei chiostri e nelle piazze del bellissimo borgo della Lunigiana il Festival della Mente ha già avuto l’onore di ospitare personalità come Luis Sepulveda, Roberto Saviano e Marc Augé. Proprio il filosofo francese sarà uno dei protagonisti del 2012 insieme a Marco Paolini, Luca Ronconi, Marco Belpoliti ed Erri De Luca. Il programma definitivo degli incontri, conferenze, workshop e spettacoli che animeranno questi tre giorni è disponibile sul sito del festival. Alcuni – circa una quarantina – saranno dedicati esclusivamente a stimolare le menti dei partecipanti più piccoli, perché non è mai troppo presto per “allenarsi” a pensare. Musicastelle in Blue Anche quest’anno Blue Note e Musicastelle si incontrano a Forte De Bard per ospitare grandi star internazionali della musica. Nel programma 2012 troviamo Maceo Parker, Dee Dee Bridgewater, Pat Metheny e l’accoppiata Paolo Fresu-Ludovico Einaudi. Sul sito www.lovevda.it è possibile acquistare pacchetti comprendenti biglietti e pernottamenti. Piazza d’Armi - Forte de Bard AO dal 13 al 21 luglio www.bluenotemilano.it 63 FREE TIME Summertimi Un Amleto come non l’avete mai visto, una stravagante versione dell’amore tra Romeo e Giulietta e la storia di una bambina che non c’è più. Tutto questo in scena al Teatro Parenti. Naturalmente, con Filippo Timi. di Cristina Buonerba Filippo Timi e la sua compagnia teatrale in una scena di Giuliett'e Romeo. Foto di Ivano Trabalza. Nonostante il caldo, l’afa e la voglia di mare, la cultura non va mai in vacanza. Filippo Timi, uno tra gli interpreti più apprezzati di cinema e teatro contemporaneo, presenta un’insolita trilogia di spettacoli al Teatro Parenti in via Pier Lombardo 14. Amleto, in scena dal 10 al 15 luglio, si spoglia delle sue solite vesti e si trasforma in un personaggio spiazzante, comico, folle e colorato che davanti alla tragedia può scegliere tra due possibilità: soccombere o esplodere nella vitalità. Naturalmente, punta sempre sulla seconda opzione, dando così vita a una commedia in equilibrio tra oblio, frivo64 lezze e pazzia. Con Giuliett’e Romeo, dal 18 al 20 luglio, Filippo Timi, autore e regista dell’opera, racconta la “famosa storia di du giovani innamorati in volgare perugino”. Lo storico scenario shakespeariano di un’elegante Verona divisa dalla guerra tra due famiglie viene completamente stravolto per lasciare spazio a una cornice surreale, fatta di cuori e palloncini, di un ballo in maschera e di un amore al luna park. I quattro protagonisti, gli innamorati, Mercuzio e la Balia, con indosso tutù e pelle di leopardo, vengono ridisegnati, sradicati e privati da ogni formalismo, per lasciarsi travolgere dal- la vita e dalle sue contraddizioni. Favola, in scena dal 26 al 31 luglio, parla di una bambina… che non c’è più. Sullo sfondo delle note di Nat King Cole, dei jingle pubblicitari e delle carole natalizie, la storia di una casa fiabesca in una cittadina qualunque della provincia americana e di una donna che sognava in vaporosi abiti anni Cinquanta firmati Miu Miu, prende lentamente forma in un gioco di improvvisazione scenica e racconti di fantascienza. Inoltre, il 16 luglio, Filippo Timi, in compagnia di Lucia Mascino, presenta e legge Goditi il problema, il romanzo di esordio di Sebastiano Mauri. NETWORK Puoi trovare Club Milano in oltre 200 location selezionate a Milano NIGHT & RESTAURANT: Antica Trattoria della Pesa V.le Pasubio 10 Bar Magenta Largo D’Ancona Beda House Via Murat 2 Bento Bar C.so Garibaldi 104 Bhangra Bar C.so Sempione 1 Blanco Via Morgagni 2 Blue Note Via Borsieri 37 Caffè della Pusterla Via De Amicis 24 Caffè Savona Via Montevideo 4 California Bakery Pzza Sant’Eustorgio 4 - V.le Premuda 449 - Largo Augusto Cape Town Via Vigevano 3 Capo Verde Via Leoncavallo 16 Cheese Via Celestino IV 11 Chocolat Via Boccaccio 9 Circle Via Stendhal 36 Colonial Cafè C.so Magenta 85 Combines XL Via Montevideo 9 Cubo Lungo Via San Galdino 5 Dada Cafè / Superstudio Più Via Tortona 27 Deseo C.so Sempione 2 Design Library Via Savona 11 Elettrauto Cadore Via Cadore ang. Pinaroli 3 El Galo Negro Via Taverna Executive Lounge Via Di Tocqueville 3 Exploit Via Pioppette 3 Fashion Cafè Via San Marco 1 FoodArt Via Vigevano 34 Fusco Via Solferino 48 G Lounge Via Larga 8 Giamaica Via Brera 32 God Save The Food Via Tortona 34 Goganga Via Cadolini 39 Grand’Italia Via Palermo 5 HB Bistrot Hangar Bicocca Via Chiese 2 Il Coriandolo Via dell’Orso 1 Innvilllà Via Pegaso 11 Jazz Cafè C.so Sempione 4 Kamarina Via Pier Capponi 1 Kisho Via Morosini 12 Kohinoor Via Decembrio 26 Kyoto Via Bixio 29 La Fabbrica V.le Pasubio 2 La rosa nera Via Solferino 12 La Tradizionale Via Bergognone 16 Le Biciclette Via Torti 1 Le Coquetel Via Vetere 14 Le jardin au bord du lac Via Circonvallazione 51 (Idroscalo) Leopardi 13 Via Leopardi 13 Les Gitanes Bistrot Via Tortona 15 Lifegate Cafè Via della Commenda 43 Living P.zza Sempione 2 Luca e Andrea Alzaia Naviglio Grande 34 MAG Cafè Ripa Porta Ticinese 43 Mandarin 2 Via Garofano 22 Milano Via Procaccini 37 Mono Via Lecco 6 My Sushi Via Casati 1 V.le Certosa 63 N’ombra de Vin Via San Marco 2 Noon Via Boccaccio 4 Noy Via Soresina 4 O’ Fuoco Via Palermo 11 Origami Via Rosales 4 Palo Alto Café C.so di Porta Romana 106 Panino Giusto P.zza Beccaria 4 - P.zza 24 Maggio Parco Via Spallanzani - C.so Magenta 14 - P.zza Cavour 7 Patchouli Cafè C.so Lodi 51 Posteria de Amicis Via De Amicis 33 Qor Via Elba 30 Radetzky C.so Garibaldi 105 Ratanà Via De Castillia 28 Refeel Via Sabotino 20 Rigolo Via Solferino 11 Marghera Via Marghera 37 Rita Via Fumagalli 1 Roialto Via Piero della Francesca 55 Serendepity C.so di Porta Ticinese 100 Seven C.so Colombo 11 - V.le Montenero 29 - Via Bertelli 4 Smeraldino P.zza XXV Aprile 1 Smooth Via Buonarroti 15 Superstudio Café Via Forcella 13 Stendhal Via Ancona 1 Tasca C.so Porta Ticinese 14 That’s Wine P.zza Velasca 5 Timè Via S.Marco 5 Tortona 36 Via Tortona 36 Trattoria Toscana C.so di Porta Ticinese 58 Union Club Via Moretto da Brescia 36 Van Gogh Cafè Via Bertani 2 Volo Via Torricelli 16 Zerodue_ Restaurant C.so di Porta Ticinese 6 56 Via Tucidide 56 3Jolie Via Induno 1 20 Milano Via Celestino 4 STORES: Ago Via San Pietro All’Orto 17 Al.ive Via Burlamacchi 11 Ana Pires Via Solferino 46 Antonia Via Pontevetero 1 ang. Via Cusani Bagatt P.zza San Marco 1 Banner Via Sant’Andrea 8/a Biffi C.so Genova 6 Brand Largo Zandonai 3 Brooksfield C.so Venezia 1 Buscemi Dischi C.so Magenta 31 C.P. Company C.so Venezia Calligaris Via Tivoli ang. Foro Buonaparte Dantone C.so Matteotti 20 Eleven Store Via Tocqueville 11 FNAC Via Torino 45 Germano Zama Via Solferino 1 Gioielleria Verga Via Mazzini 1 Henry Cottons C.so Venezia 7 Joost Via Cesare Correnti 12 Jump Via Sciesa 2/a Kartell Via Turati ang. Via Porta 1 La tenda 3 Piazza San Marco 1 Le Moustache Via Amadeo 24 Le Vintage Via Garigliano 4 Libreria Hoepli Via Hoepli 5 MCS Marlboro Classics C.so Venezia 2 Via Torino 21 - C.so Vercelli 25 Moroso Via Pontaccio 8/10 Native Alzaia Naviglio Grande 36 Paul Smith Via Manzoni 30 Pepe Jeans C.so Europa 18 Pinko Via Torino 47 Rossocorsa C.so porta Vercellina 16 Porsche Haus Via Stephenson 53 Rubertelli Via Vincenzo Monti 56 The Store Via Solferino 11 Valcucine (Bookshop) C.so Garibaldi 99 SHOWROOM: Alberta Ferretti Via Donizetti 48 Alessandro Falconieri Via Uberti 6 And’s Studio Via Colletta 69 Bagutta Via Tortona 35 Casile&Casile Via Mascheroni 19 Damiano Baiocchi Via San Primo 4 Daniela Gerini Via Sant’Andrea 8 Gap Studio C.so P.ta Romana 98 Gallo Evolution Via Andegari 15 ang. Via Manzoni Gruppo Moda Via Ferrini 3 Guess Via Lambro 5 Guffanti Concept Via Corridoni 37 IF Italian Fashion Via Vittadini 11 In Style Via Cola Montano 36 Interga V.le Faenza 12/13 Jean’s Paul Gaultier Via Montebello 30 Love Sex Money Via Giovan Battista Morgagni 33 Massimo Bonini Via Montenapoleone 2 Miroglio Via Burlamacc hi 4 Missoni Via Solferino 9 Moschino Via San Gregorio 28 Parini 11 Via Parini 11 Red Fish Lab Via Malpighi 4 Sapi C.so Plebisciti 12 Spazio + Meet2Biz Alzaia Naviglio Grande 14 Studio Zeta Via Friuli 26 Who’s Who Via Serbelloni 7 BEAUTY & FITNESS: Accademia del Bell’Essere Via Mecenate 76/24 Adorè C.so XXII Marzo 48 Caroli Health Club Via Senato 11 Centro Sportivo San Carlo Via Zenale 6 Damasco Via Tortona 19 Palestre Downtown P.za Diaz 6 - P.za Cavour 2 Fitness First V.le Cassala 22 - V.le Certosa 21/a - Foro Bonaparte 71 - Via S.Paolo 7 Get Fit Via Lambrate 20 - Via Piranesi 9 - V.le Stelvio 65 - Via Piacenza 4 - Via Ravizza 4 - Via Meda 52 - Via Vico 38 - Via Cenisio 10 Greenline Via Procaccini 36/38 Gym Plus Via Friuli 10 Intrecci Via Larga 2 Le Garcons de la rue Via Lagrange 1 Le terme in città Via Vigevano 3 Orea Malià Via Castaldi 42 - Via Marghera 18 Spy Hair Via Palermo 1 Tennis Club Milano Alberto Bonacossa Via Giuseppe Arimondi 15 Terme Milano P.zza Medaglie d’Oro 2, ang. Via Filippetti Tony&Guy Gall. Passerella 1 ART & ENTERTAINMENT: PAC (Padiglione Arte Contemporanea) Via Palestro 14 Pack Foro Bonaparte 60 Palazzo Reale P.zza Duomo Teatro Carcano C.so di Porta Romana 63 Teatro Derby Via Pietro Mascagni 8 Teatro Libero Via Savona 10 Teatro Litta C.so Magenta 24 Teatro Smeraldo P.zza XXV Aprile 10 Teatro Strehler Largo Greppi 1 Triennale V.le Alemagna 6 Triennale Bovisa Via Lambruschini 31 HOTEL: Admiral Via Domodossola 16 Astoria V.le Murillo 9 Boscolo C.so Matteotti 4 Bulgari Via Fratelli Gabba 7/a Domenichino Via Domenichino 41 Four Season Via Gesù 8 Galileo C.so Europa 9 Nhow Via Tortona 35 Park Hyatt (Park Restaurant) Via T. Grossi 1 Residence Romana C.so P.ta Romana 64 Sheraton Diana Majestic V.le Piave 42 INOLTRE: Bagni Vecchi e Bagni Nuovi di Bormio (SO) Terme di PreSaint-Didier (AO) 65 COLOPHON CLUB MILANO Alzaia Naviglio Grande, 14 20144 Milano T +39 02 45491091 [email protected] www.clubmilano.net direttore responsabile publisher Stefano Ampollini M.C.S. snc via Monte Stella, 2 art director 10015 Ivrea TO Luigi Bruzzone distribuzione caporedattore [email protected] Andrea Zappa editore redazione Contemporanea srl Enrico S. 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