l`arte di Toulouse-Lautrec illumina Torino

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l`arte di Toulouse-Lautrec illumina Torino
© Danilo Alessandro per Arthemisia Group
© Danilo Alessandro per Arthemisia Group
ha regalato un ritratto reale, diretto, a volte intimo e
altre ironico, con le sue luci e ombre impresse anche
attraverso innovative ricerche espressive. Momenti di
vita parigina che ha saputo cogliere non solo come
spettatore e testimone, ma anche e soprattutto come
protagonista.
Ed è proprio alla sua arte che è dedicata una grande
retrospettiva, ora ospitata a Palazzo Chiablese,
organizzata da Musei Reali di Torino e Arthemisia
Group. Un percorso affascinante, che si dipana attraverso circa 170 opere, provenienti dalla collezione
dell’Herakleidon Museum di Atene, per approfondire
l’epoca e la figura di Henri de Toulouse-Lautrec: l’artista bohémien oggi considerato il più grande creatore
di manifesti e stampe tra il XIX e il XX secolo.
L'amore,
la vita, Parigi:
«Dipingo le cose come stanno. Io non commento.
Io registro»
Rampollo di un’antica famiglia aristocratica, abbandona
la vita da gentiluomo per trasferirsi a Parigi e diventare
pittore. Nonostante i suoi limiti fisici – soffriva di una
malattia genetica che ne aveva fermato la crescita a
poco più di un metro e mezzo di altezza, con gambe
piuttosto corte e problemi alla parola – trova la sua
libertà lontano dai raffinati salotti della nobiltà. Incarnazione dello spirito bohémien e dell’artista tormentato,
non fa fatica a inserirsi nella Ville Lumière riscoprendo
nei locali e nei luoghi della fervente vita notturna
parigina un rifugio e una fonte di ispirazione. Frequenta
in particolare il quartiere di Montmartre, segue rappresentazioni teatrali, balletti, ma anche il circo e il
Al centro: da sinistra,
‘La Revue Blanche’, 1895
Color lithography, 125,5x91,2 cm
‘Aristide Bruant, dans son Cabaret’
(Before Letters),1893
Color lithography, 127,3x95 cm
‘Eldorado, A. Bruant dans son Cabaret’
1892, color lithography, 138x96 cm
l'arte di Toulouse-Lautrec
illumina Torino
, Athens Greece
© Herakleidon Museum
POSSONO, QUESTE SOLE TRE PAROLE, RIASSUMERE TUTTO LO SCINTILLANTE
UNIVERSO RITRATTO NELLE OPERE DI HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC?
FORSE NO, MA CERTAMENTE POSSONO ALZARE IL VELO SULLA VITA DI UN
ARTISTA CHE RIUSCÌ A CONDENSARE SU STAMPE, QUADRI E LITOGRAFIE
L'ENERGIA VITALE, SEPPUR EVANESCENTE, DELLA BELLE ÉPOQUE.
ORA IN MOSTRA A PALAZZO CHIABLESE
‘Jane Avril’ (Before Letters)
1893, color lithography, 124x91,5 cm
I
colori degli abiti delle ballerine di can-can, la
vitalità di musicisti e artisti di cabaret, l’effimera
eleganza della nobiltà parigina di fine Ottocento, gli sguardi intensi, le movenze disinibite
e spontanee delle protagoniste femminili. Il
volto, imperfetto, della Belle Époque, tra caffè-concerto, cabaret, vita di campagna e maison
close. È la Parigi di fine secolo vissuta, amata e raccontata da Toulouse-Lautrec in litografie, manifesti
pubblicitari, disegni a matita e a penna, grafiche promozionali e illustrazioni per giornali. Scene incredibili
di una società estremamente vitale, di cui l’artista ci
© Herakleidon Museum, Athens Greece
di ALESSIA BELLI
foto UFFICIO STAMPA ARTHEMISIA GROUP
© Herakleidon Museum, Athens Greece
© Herakleidon Museum, Athens Greece
© Danilo Alessandro per Arthemisia Group
‘Femme au Tub’, Elles, 1896, lithography (#18/100), 40x52,5 cm
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© Herakleidon Museum, Athens Greece
, Athens Greece
© Herakleidon Museum
© Herakleidon Museum, Athens Greece
Moulin Rouge, tra stelle del cabaret e bicchieri di
assenzio, diventandone velocemente il maggiore ‘narratore’. In breve tempo si trasforma in uno dei disegnatori più richiesti a Parigi: i suoi manifesti pubblicitari
e le sue illustrazioni diventano iconiche, inimitabili,
uniche. Istantanee, pervase da fascino e intensità,
del grande spettacolo che fu la Parigi fin de siècle.
‘Le Jockey’, 1899
Color lithography, 51,1x35,5 cm
TOULOUSE-LAUTREC
LA BELLE ÉPOQUE
Palazzo Chiablese
Piazzetta Reale
Fino al 5 marzo
Orari: lunedì 14.30-19.30;
martedì e mercoledì
domenica 9.30-19.30;
giovedì 9.30-22.30
Info e prenotazioni:
tel. 011.024301
www.mostratoulouselautrec.it
#ToulouseTorino
© Herakleidon Museum, Athens Greece
«Quando la mia matita si muove bisogna lasciarla andare. Niente di più»
L’esposizione si articola in dieci sezioni tematiche –
utili a comprendere il rapporto con i cambiamenti
storici e sociali di Parigi a cavallo tra Ottocento e
Novecento – che indagano l’artista attraverso i suoi
temi preferiti e le sue attitudini. La mostra si distingue
per un allestimento particolarmente curato: giungendo in alcune sale vi sembrerà di varcare la soglia
di un bistrot di Montmartre con i tavolini sulla piazza
e tante piccole luci, oppure di entrare in una tipica
stanza da letto dell’epoca o, ancora, di scoprire nei
dettagli il processo litografico utilizzato dallo stesso
Toulouse-Lautrec. Nelle prime quattro sezioni, protagoniste sono la notte e le sue atmosfere: «ToulouseLautrec amava la scena – sottolinea Stefano Zuffi, il
curatore – e Parigi all’epoca era un immenso palcoscenico». Ed è proprio in questi primi quattro ambienti
che incontriamo opere che ritraggono il famoso cabarettista Aristide Bruant con la sua sciarpa rossa, il
cappello a larghe tese e il mantello voluminoso, gli
eleganti ospiti dei concerti, la celebre stella del cabaret
Jane Avril e le audaci ballerine di can-can. Tra i suoi
soggetti preferiti anche l’attrice e cantante Yvette Guilbert, soprannominata ‘la diseuse’ (la fine dicitrice), il
cui tratto distintivo erano i guanti neri lunghi fino al
gomito. L’itinerario prosegue nella sala dedicata ai
cavalli, altra grande passione dell’artista che lo accompagnerà per sempre, e poi nella sezione
dei disegni: con la sua matita, fedele compagna, realizza schizzi di personaggi, i loro
volti, gli atteggiamenti, le silhouette e persino
le caricature. Successivamente, si entra
nell’area intitolata alle collaborazioni editoriali, dove è possibile ammirare anche
un’altra intensa attività dell’artista: l’illustrazione per riviste umoristiche come Le
Rire, libri e copertine di spartiti musicali. Il
rapporto con editori, poeti e mecenati lo
porta a instaurare diverse amicizie con
intellettuali e scrittori dell’epoca, che frequenta negli uffici e nelle case dei direttori
della rivista Revue Blanche, per cui disegna
manifesti e illustrazioni.
«L'amore è un'altra cosa»
L’ultima sala è dedicata all’universo femminile. Abbiamo visto come Toulouse-
‘May Belfort’, 1895, color lithography, 79,5x61 cm
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‘Babylone d'Allemagne’, 1984, color lithography, 120x84,5 cm
Lautrec ci abbia immerso in un mondo vitale tra cantanti, attrici e volti della nobiltà, ma in alcune sue
opere si è spinto maggiormente in profondità, scorgendo qualcosa in più: il lato intimo e intenso di
donne sole, silenziose, ritratte nella loro piena e semplice bellezza, senza intenzioni caricaturali o vignettistiche, alle prese con la quotidianità tra solitudine,
nostalgia, passioni represse e riflessioni. Nascosti
dalla sensualità forzata delle loro professioni, l’artista
ha saputo cogliere i sentimenti delle ragazze che
osservava, spesso considerate dalla società soggetti
scandalosi. Toulouse-Lautrec le ha rese invece modelle
ideali dell’universo umano femminile, ritraendole con
spontaneità mentre riposano, giocano e si truccano,
come per ‘Donna alla tinozza’, meravigliosa litografia
appartenente al ciclo di incisioni a colori dell’album
‘Elles’ del 1896. Chiude il percorso il sogno di un
amore impossibile: Toulouse-Lautrec è in viaggio con
un amico, su una nave con destinazione Bordeaux, e
il suo sguardo viene rapito da una misteriosa signora
che occupa la cabina 54. Ne rimane così affascinato
che le scatta, di nascosto, una fotografia. Da quell’immagine che così profondamente lo colpisce,
realizza una litografia rievocando con grande delicatezza quella donna incontrata per caso in un attimo
fuggevole. Con questa visione, una più intima ‘nuit
blanche’, si conclude la mostra ‘Toulouse-Lautrec e
la Belle Époque’, «che ci ha guidato dall’eccesso e
dalle folli serate del Moulin Rouge – conclude Zuffi –
al silenzioso romanticismo de ‘La passeggera della
cabina 54’ (1986) con cui l’artista ci saluta». wwI