Africa - Scuola Media di Piancavallo

Transcript

Africa - Scuola Media di Piancavallo
L’AFRICA
PRINCIPALI CARATTERI FISICO-CLIMATICI
Posizione geografica
L’Africa si estende su una superficie di circa 30 milioni di kmq, pari a 100 volte quella del nostro
Paese. Gran parte del continente, attraversato nella sua sezione centrale dall’Equatore, è compresa
tra i due Tropici. A Nord esso raggiunge, con Capo Bianco, la latitudine massima di 37° 20’; a Sud,
con Capo Agulhas, quella di 34° 50’. La longitudine si estende tra i 17° 32’ Ovest di Capo Verde e i
51° 23’ Est di Capo Hefun.
Con la costruzione, nel secolo scorso, del Canale di Suez, è diventata una gigantesca isola bagnata a
Nord dal Mar Mediterraneo, a Ovest dall’Oceano Atlantico, a Est dall’Oceano Indiano e dal Mar
Rosso.
La morfologia e le acque interne
L’Africa è una terra di altipiani e di bassi tavolati. Le catene montuose si trovano solo lungo il
bordo nord-occidentale del continente (l’atlante) e nell’estremo Sud (Monti dei Draghi).
I bordi del tavolato centrale si innalzano però , specie ad Est, a quote notevoli dei massicci
montuosi imponenti giungono a superare i 5 000 m, tanto che il Kilimangiaro ed il Kenya, ed il
gruppo cristallino del Ruwenzori (5 119), si raccolgono in buona parte in pochi grandi bacini: i
principali sono quelli del Congo, del Nilo, del Niger e dello Zambesi.
Nell’Africa Orientale, a nord-sud, si trovano i più grandi laghi del continente ( il Lago Vittoria, il
più vasto, il Lago Tanganice e il Niassa).
Climi e ambienti naturali
La fascia centrale del continente presenta un clima tipicamente equatoriale, da precipitazioni
abbondanti e regolari e da temperature mediamente elevate. Il clima si inasprisce sui rilievi più
elevati, che si innalzano nella regione equatoriale. L’Africa presenta una regolare distribuzione di
climi per fasce parallele. Il clima delle aree tropicali diviene progressivamente più arido e si
accentuano le escursioni termiche annue e giornaliere; intensità nelle aree desertiche, vastissima
quella del Sahara (circa 9 milioni di Kmq) a Nord, e quella del Kalahari, nell’ Africa Australe. Nella
fascia costiera settentrionale e in quella della punta meridionale il clima è di tipo mediterraneo.
Attorno all’Equatore l’abbondanza delle precipitazioni favorisce la formazione di una
rigogliosissima foresta pluviale e al progressivo inaridimento del clima corrisponde il passaggio
alla savana, quindi alle aree steppiche e desertiche.
A Nord, si trovano anche foreste di tipo alpino sulla catena dell’Atlante. Mentre lungo la costa, così
come nell’estremo Sud, si incontra la macchia mediterranea.
POPOLI E CULTURE
Un mosaico etnico
L’Africa è abitata da numerosa popolazioni, tra loro molto diverse. Una prima suddivisione
distingue la cosiddetta Africa Bianca, a nord del Sahara, dall’Africa Nera, a sud della vastissima
regione desertica. Le differenze culturali, politiche ed economiche sono molto forti. L’Africa
Bianca è di cultura arabo-berbera, legata al mondo islamico. L’Africa Nera invece è molto più
diversificata al suo interno.
L’Africa Bianca è abitata da genti berbere e arabe. Le popolazioni nere sono divise in diversi
sottogruppi, come i Sudanesi, i Nilotici e i Bantu, mentre nella zona meridionale del continente si
trovano anche i Boscimani e gli Ottentotti. Un quadro assai vario si incontra tuttavia nel
Madagascar, grande isola al largo delle coste sudorientali del continente e meta di successive ondate
migratorie, provenienti dal Sud-Est Asiatico, dall’Africa e dall’Arabia. Minoranze arabe e indopachistane sono presenti da molti secoli nelle regioni costiere sudorientali.
Le lingue
Le lingue africane secondo un recente studio sono circa 1500 e sono divise in una miriade di
dialetti. Le aree linguistiche principali sono:
quella afro-asiatica, diffusa nella regione maghrebina e nell’Africa Orientale, alla quale
appartengono per esempio la lingua berbera, l’arabo, l’amharico e il somalo;
quella nigeriano-congolese, presente in buona parte nell’Africa Centrale e Meridionale, a
cui appartiene lo swahili, lingua ufficiale del Kenya, della Tanzania e dell’Uganda
quella nilo-sahariana, con lingue parlate nei loro paesi d’origine da minoranze etniche;
quella khoisan, in cui sono incluse le lingue dei Boscimani e degli Ottentotti in alcune
regioni dell’Africa Australe;
quella delle lingue dei popoli colonizzatori, in particolare francese, inglese e afrikaans
(lingua di origine olandese usata dai bianchi del Sudafrica).
Le religioni
Prima dell’arrivo dei missionari, oltre ai culti tribali (animismo o feticismo), ancora oggi assai
diffusi, si praticava già l’islamismo (Africa Bianca e regioni raggiunte dai mercanti arabi e oggi di
nuovo in forte crescita). Nel IV secolo d.C. in Etiopia si era radicato anche il cristianesimo, che
oggi, grazie ai missionari è la religione più diffusa, estendendosi anche a molte zone dell’Africa
Centro-Meridionale.
IL VOLTO ODIERNO DELL’AFRICA
Una popolazione in forte crescita
Dei cinque continenti l’Africa è certamente quello che si affaccia al nuovo millennio nelle
condizioni meno favorevoli e sottosviluppo e miseria sono tuttora prevalenti. L’eccessiva crescita
demografica del continente fa parte sia delle principali cause sia degli effetti di questa situazione.
Un solo dato basta a inquadrare il fenomeno nelle sue drammatiche proporzioni: alla metà del 900
gli abitanti del continente non raggiungevano i 250 milioni, oggi, il numero è cresciuto fino al
miliardo. La crescita demografica è stata causata da una sensibile riduzione del tasso di mortalità
accompagnata de un tasso di natalità che si è mantenuto elevato. Ancora ai giorni nostri le donne
africane mettono al mondo in media oltre 5 figli. La popolazione africana è dunque molto giovane:
solo poco più del 3% degli abitanti ha un’età superiore ai 65 anni.
Bassi indici di sviluppo umano
Alla miseria si associano una ridotta speranza di vita, che proprio in Africa raggiunge i valori più
bassi e un elevato tasso di analfabetismo: ad aggravare la situazione è intervenuto negli ultimi
decenni un fenomeno nuovo e carico di effetti negativi: la crescita delle aree urbane.
Arretratezza economica
L’economia africana resta afflitta da una grave e diffusa arretratezza.
In primo luogo occorre infatti considerare che in molti paesi dall’Africa il modello commerciale è
rimasto a lungo quello del periodo coloniale: si esportano materie prime e prodotti agricoli a basso
costo in cambio di manufatti industriali e prodotti petroliferi pagati a caro prezzo.
Le produzioni agricole, dal canto loro, sono rilevanti soprattutto per i prodotti destinati
all’esportazione, come il cacao e le arachidi e il caffè.
Le risorse minerarie sono distribuite in modo squilibrato tra le diverse regioni del continente. In
alcune, come l’Africa Meridionale, il Congo e parte dell’Africa Guineana.
Un quadro politico instabile
In molte circostanze, non meno determinante nel mancato sviluppo si è rivelato il quadro politico,
contraddistinto da un’estrema fragilità e dalla diffusa presenza di regimi autoritari e corrotti. I
numerosi conflitti interetnici scoppiati anche in tempi recenti non sono altro che il tragico epilogo
del profondo malessere che pervade l’organizzazione sociale ed economica di buona parte del
continente.
Verso la modernizzazione economica....
Dopo il conseguimento dell’indipendenza, molti Paesi africani sono rimasti schiacciati da regimi
autoritari che hanno creato situazioni di paralisi.
A partire dagli anni ’80 e ancora nell’ultimo decennio del secolo, molti Paesi hanno però attuato
importanti riforme. Paesi come l’Uganda, la Costa d’Avorio, il Botswana e il Togo, hanno
conosciuto in tempi recenti tassi di crescita elevati che , con il miglioramento della situazione
economica, potrebbero favorire uno sviluppo duraturo.
....politica e sociale
I fattori che, in taluni casi, hanno dato impulso a questo processo, derivano e ancor più potranno
derivare nei prossimi, decisivi anni, dalla stabilizzazione sociale e dall’emergere di una classe
politica locale preparata e al servizio del proprio Paese .
Occorre considerare, del resto, che l’Africa, più di ogni altro continente, è fino ad oggi rimasta in
buona parte estranea a quel processo di globalizzazione che, come sappiamo, interessa in primo
luogo l’economia. Infatti oggi l’Africa rappresenta appena l’1,4% del commercio mondiale.
Istruzione e democrazia
Il continente ha la possibilità, con il sostegno del resto del mondo, di avviare una crescita
economica equilibrata, che coinvolga tutti i cittadini africani. Una crescita che consenta l’accesso
all’istruzione, ai servizi sanitari, alle risorse idriche, all’energia e ai nuovi sistemi di comunicazione.
Fondamentale sarà il ruolo dell’istruzione, perché una popolazione istruita è la miglior base per una
società democratica.
Per evitare il pericolo di uno sviluppo troppo dipendente dall’estero, occorrerà un forte impegno da
parte di quelle forze nuove, che in diversi Paesi sono già emerse, per utilizzare le ricchezze locali e
le risorse naturali e umane.
Come modello potrebbe servire l’esperienza del Sudafrica, che negli anni Novanta ha sconfitto la
segregazione razziale (apartheid).