GO 2006/04 - Gioventù Operaia Cristiana
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GO 2006/04 - Gioventù Operaia Cristiana
coverstory coverstory superpartes on the air alibi & desideri lasciare il segno viaggio fra nuova e vecchia comunicazione per saperne di più ecco a che bisogni rispondono chat, sms e messaggeria comprendere il linguaggio dei giovani per evangelizzare PAGINA 2 PAGINA 6 PAGINA 8 gioventùoperaia Periodico della GiOC: Gioventù Operaia Cristiana Anno XXXI numero 4 Inverno 2006 euro 3,00 UN BATTITO D’ALI Tutto passa veloce, istantaneo, immediato, tempestivo e improvviso come un battito d’ali al punto che con un clic puoi cancellare il detto e il non detto, dire il troppo o il niente. Messaggi, mail, msn permettono di comunicare e accedere al mondo senza lasciare traccia e senza bisogno di scoprirsi. A volto coperto diventiamo tutti esperti, in collegamento con il mondo e con le migliaia di informazioni vere e false che circolano in rete. In caso di mancato recapito rinviare all’Uf ficio C.M.P. To Nord per la restituzione al mittente che si impegna a corrispondere la relativa tassa: GiOC via Vittorio Amedeo II, 16 10121 Torino - Spedizione in Abbonamento Postale Ar ticolo 2 comma 20/c Legge 662/96 Torino Spedizione n. 04/06 2 go coverstory go coverstory GIOVENTÙ OPERAIA GIOVENTÙ OPERAIA ON editoriale CADUTI NELLA RETE the non è possibile fidarsi, ma con il tempo lo strumento delle correzioni funziona. Il vero limite è un qualcosa che raramente viene detto: Wikipedia si assesta sul sapere standard; le teorie più innovative, le ipotesi più interessanti vengono escluse sistematicamente, così favorendo l’opinione della maggioranza. È un’enciclopedia fatta in assemblea, che ha il pregio della presenza di molto materiale, il grande difetto che rischia di essere specchio della tirannia della maggioranza. Un altro problema è che le voci che si riferiscono al mondo della politica spesso trasmettono un’immagine molto più pulita di quella che è realmente, questo perché sono continuamente corrette da coloro che si sentono toccati dall’argomento. air DI JACOPO BOSCOLO Il mondo della comunicazione si muove in sempre più direzioni; il veicolo principale che era la car ta stampata viene af fiancato dai giornali in rete, la radio passa anche in streaming, persino la posta elettronica non è più abbastanza immediata e si passa all’instant messenger. I Non solo la car ta stampata non è più di moda, ma diventa un costo eccessivo per editori e clienti al punto che anche il direttore del New York Times ha detto che non si stupirebbe se fra cinque anni il giornale passasse su web. Nella nostra società la presenza della televisione è pervasiva e totalizzante. Con l’avvento della banda larga, si è incominciata a intravedere una reale alternativa: internet. Se è vero che il mezzo dominante rimane la televisione, analizziamo alcune delle possibilità per informarsi e fare comunicazione, dentro e fuori la rete. Anche per stare al passo con i tempi GO dal prossimo numero passerà sul web, per raggiungere più giovani possibili in modo immediato, economico e sostenibile. Sempre fedele al mondo del lavoro e dei giovani lavoratori, capace di dare ancora più spazio alla loro voce. MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA NUOVI E ANTICHI, DOVE PASSA OGGI L’INFORMAZIONE? ntervistiamo oggi Peppino Ortoleva, Professore di Storia dei media alla facoltà di Scienze della comunicazione di Torino. Prof. Ortoleva, la radio è ascoltata dagli italiani? La radio è ascoltatissima, in Italia è sempre stato il mezzo più ascoltato dopo la televisione. I dati dell’anno scorso parlano di 37 milioni di contatti quotidiani. Per la radio vale ciò che ha detto Tony Schwartz: «Quando chiedo alla gente se ascolta la radio mi dicono tutti di no, quando chiedo se vanno al lavoro in macchina mi dico- no tutti di sì. Quando chiedo se quando vanno al lavoro ascoltano radio, mi dicono tutti di sì. Stavano mentendo? No, il fatto è che non l’ascoltano, ci stanno seduti dentro». La radio c’è, ma è enormemente sottovalutata, sia dai pubblicitari che dalle stesse persone che ci lavorano. La percezione del sistema globale dei media è molto falsata: si è convinti che l’unico mezzo di comunicazione sia la televisione. In parte ciò è dovuto ad una classe dirigente ossessionata dai media, che si fa guidare dai suoi pregiudizi, senza peraltro avere una competenza scientifica. L’errore della gran parte delle profezie sui media è che quando si presenta una nuova tecnologia si sostiene che tutto il resto verrà spazzato via Quali sono le connessioni tra la radio e il web? Il web non è un mezzo di comunicazione nel senso classico, ma un punto di attraversamento tra diverse forme di comunicazione. Parlando di radio un problema importante che si pone è: la web radio è web o radio? È una forma di radio veicolata dal web, quindi un canale come può essere l’etere, o qualcos’altro? Questo sì, se la si ascolta in streaming. Ma è anche possibile un’offerta differente: può diventare infatti una selezione archivistica di materiali sonori. Ma si sta ancora parlando di radio? In parte sì, perché storicamente tendiamo a definire radio tutto ciò che raggruppa materiali sonori di diversa origine. Per questo motivo il concetto di web radio è più ambiguo di quello di web TV, che è esclusivamente un mezzo broadcast. C’è ancora spazio per il broadcasting, cioè per l’accendere un apparecchio radiofonico e ascoltare ciò che capita? Credo di sì. L’errore della gran parte delle profezie sui media è che quando si presenta una nuova tecnologia si sostiene che tutto il resto verrà spazzato via, perché obsoleto: se c’è YouTube la televisione è finita. In realtà non è così: la televisione, per esempio, dovrebbe essere morta da vent’anni secondo molte previsioni, invece continua ad esserci e fare business. Che cosa dobbiamo aspettarci dal futuro? Per qualche anno ancora la web radio non sarà un fenomeno di dimensioni paragonabili a quelli della radio classica. Il podcasting potrebbe esser un punto di svolta in questo senso. Sarà sicuramente il terreno di confronto e conflitto dei prossimi anni. Ma è una partita tutta in gioco, che non sarà definita dalla tecnologia, ma dal comportamento di radio, webradio e pubblico. Analizziamo ora due dei fenomeni più conosciuti della rete: Wikipedia è stata ripudiata da uno dei fondatori, che ha annunciato la nascita del nuovo progetto Citizendium, più preciso e non più anonimo. Quali sono le prospettive per la famosa enciclopedia libera? Il fatto che Wikipedia sia ripudiata va benissimo, perché è ancora esperimento. Penso comunque che il fenomeno non finirà di stupirci. È sicuramente un’immensa raccolta di informazioni. I difetti sono molti, generalmente si punta il dito sulla presunta non veridicità delle informazioni, per esempio. In realtà, è vero che all’inizio della compilazione di una voce glossario STREAMING Flusso di dati audio-video trasmessi da una sorgente a uno o più destinazioni su Internet BROADCAST La trasmissione di informazioni da un sistema trasmittente a un insieme di sistemi riceventi non definiti a priori PODCASTING Radio e musica mescolati in prodotti audio complessi, scaricabili e personalizzabili Il nodo italiano del network di Indymedia [Indipendent Media Center] ha chiuso. Qualche rimpianto? Indymedia doveva chiudere. Si presentava come rappresentante di tutti i media indipendenti, in realtà era un fenomeno verticistico. Come il movimento no-global, del quale era espressione, acquistava visibilità solo quando faceva ciò che si prevedeva facesse. Quando invece distribuiva documentari costosi e interessanti, finiva che questi rimanevano in circuiti molto ristretti. Non ho nessun particolare rimpianto per la chiusura di Indymedia: non perché i media indipendenti non siano importanti, ma perché dovrebbero darsi delle forme meno influenzabili dal sistema globale dei media. STRANO! MA VERO? I una strategia finalizzata all’incremento dell’archivio di molte società di banner e pubblicità? Se hai dato per buono tutto quello che hai ricevuto e letto, forse sei un po’ distratto. Ci sono in tutto il web centinaia di siti dediti alla caccia alla bufala. Quindi attenzione agli appelli, sottoscrizioni e varie catene di Sant’Antonio. Bisogna essere dei veri e propri detective, di fronte ad una notizia bisogna verificarne le incoerenze, cogliere i per non dimenticare LUIGI CAREDDU 29 ANNI, BADESI [SS] Un operaio ha perso la vita folgorato dall’alta tensione in un cantiere edile di Badesi, in Sardegna, mentre stava lavorando alla costruzione di una villetta. GIOVANNI E PASQUALE COLUCCI, SANT’ANGELO ALL’ESCA [AV] Sono morti a causa di una esplosione di una bombola mentre stavano lavorando alla ristrutturazione di uno stabile. Tra loro è rimasta ferita una terza persona. ROSARIO RINALDI PROVINCIA DI SALERNO Operaio in un cantiere edile impegnato nella ristrutturazione di un edificio scolastico è precipitato al suolo mentre lavorava al montaggio di una ringhiera. ROBERTO CELANI, 22 ANNI Operaio, è morto mentre stava lavorando su un macchinario per la tornitura di mezzi meccanici quando, per cause in corso accertamento, è stato risucchiato dal macchinario. La corsa in ospedale è stata inutile. [dalla Campagna d’Azione Io rischio positivo per la sicurezza sul lavoro] DI ROSALBA PASQUINA ALCUNI ACCORGIMENTI PER INDIVIDUARE LE BUFALE CHE INSIDIANO LA NOSTRA INGENUITÀ nternet possiede la capacità di trasmettere facilmente grandi quantità di dati e informazioni, ma sarà tutto vero? Ti sei mai chiesto se raccogliendo un appello hai realmente contribuito al sostegno del bambino, ucraino, orfano, con il fratello violento e alcolizzato per di più colto da una rara malattia incurabile o se sei caduto nella rete di chi approfitta del tuo buon cuore? Hai mai pensato che inoltrando l’e-mail tutti i tuoi contatti avresti alimentato 3 punti deboli e soprattutto partire dal presupposto che siano tutte false e provare ad acquisire elementi per smentire il pregiudizio. Non pensate che le vostre conoscenze siano sufficienti nel valutare la veridicità della notizia, ci sono siti autorevoli che vi possono aiutare in questo esercizio di ricerca della verità. La BBC, la CNN, Amnesty International, Studio Aperto, il TG4 sono fonti particolarmente autorevoli sia per la politica locale che internazionale e vi possono essere di sostegno nella valutazione. Mezza comunità scientifica è andata in fibrillazione la scorsa primavera alla notizia del ritrovamento della compagna dell’uomo del Similaun. Fu riportato che dopo quindici anni di intense ricerche fu ritrovato, nelle immediate vicinanze del giaciglio dell’uomo, il corpo della donna. Si progettarono spedizioni, si ipotizzò l’esistenza di una comunità e si pensò al delimitare l’area per gli studi, ma nessuno notò che la notizia era uscita proprio il primo aprile! Gli archeologi avevano abboccato ad un bel Pesce! Le bufale sono bufale anche se fatte a fin di bene... è accaduto quest’estate in occasione del conflitto in Libano, qualche attivista di un’associazione umanitaria preoccupato della poca attenzione dell’opinione pubblica, con il pretesto di sensibilizzare il mondo sulle devastazioni inflitte alla popolazione civile, ha utilizzato quasi certamente, immagini ad alto impatto emotivo già dispensate in precedenza per la guerra in Iraq. Sebbene lo scopo fosse positivo il fine non giustifica i mezzi se va a scapito della verità. D’altro canto non è sempre vero che le smentite siano reali proprio perché fat- BIBLIOGRAFIA Paolo Toselli Stefano Bagnasco Le nuove leggende metropolitane - Manuale per detective antibufale Avverbi, 2005 Paolo Toselli Storie di ordinaria falsità BUR, 2004 Lorenzo Montali Leggende tecnologiche Avverbi, 2003 te dagli stessi organi la cui autorevolezza stiamo mettendo in discussione. A causa di una diffusa mancanza della cultura della verità troppo spesso si verifica un approccio superficiale alle notizie da parte del lettore con conseguente disinteresse nella ricerca dell’autenticità. Nonostante alcune notizie possano essere assurde, è grazie alla sete di rarità sensazionali di noi lettori italiani che le bufale trovano terreno fertile. Saremo sempre in molti a crederci anche solo per il bisogno di sentire qualcosa di curioso che ci sorprenda. 4 go altromondo go altromondo GIOVENTÙ OPERAIA GLOBE TROTTER GIOVENTÙ OPERAIA CHI È ON-LINE A CURA DI SILVIA DEL PRIORE 2 bollettino globale CINA Tassisti costretti a guidare per 12 ore consecutive e operai tenuti chiusi in fabbrica finché non raggiungono l’orario giornaliero. Ma soprattutto giovani colletti bianchi di Shanghai e Pechino: sono le vittime più frequenti di morte improvvisa causata dalle dure condizioni di lavoro. Secondo alcune statistiche, il 92% delle aziende di Guangdong costringe i dipendenti a fare gli straordinari, spesso non retribuiti. Un’associazione per la tutela della salute stima in oltre un milione i lavoratori cinesi che ogni anno muoiono per sovraffaticamento. ITALIA Sono fra i 13 e i 18 milioni, situati soprattutto nel Nord ovest, gli utenti italiani di Internet. La rete non è ancora per tutti, ma non è più per pochi e c’è una tendenza a un uso sempre più diffuso. Sono fra i 4 e i 5 milioni le persone che dicono di usare internet tutti i giorni. Le persone che rimangono attive in rete sono soprattutto adulti, dai 25 ai 54 anni, anche se aumenta la presenza di giovani. Hanno per lo più un titolo di studio medio-alto. 3 5 3 1 ARGENTINA Si chiamano Scuole popolari per il conseguimento del diploma e sono un’autentica rivoluzione nel campo dell’istruzione. Come le fabbriche autogestite sono nate dal basso dopo la crisi economica del 2001. A frequentarle sono soprattutto le donne di quartieri poveri, che sono state costrette a lasciare gli studi per motivi economici o per la maternità. Quanto al metodo, si ispirano alla pedagogia popolare applicata dai Sem terra in Brasile o dall’Università bolivariana del Venezuela: un rapporto paritario tra docenti e alunni, e un insegnamento che parte dalle esperienze personali di ognuno. MAROCCO Alla periferia di Casablanca, i giovani passano il tempo nei bar guardando le partite di calcio alla tv. E quando non c’è più niente da vedere, si trascinano negli internet point in cerca di un lavoro o di una moglie in Europa o negli Stati Uniti. La disoccupazione giovanile è altissima. 1 STATI UNITI Gli acquisti natalizi hanno fatto registrare il boom delle vendite via Internet. Ben il 97% degli intervistati, infatti, ha espresso l’intenzione di effettuare un maggior numero di acquisti rispetto all’anno precedente in rete, il 47% ha compiuto oltre la metà delle spese in regali online. Gli acquisti non si fanno solo da casa, ma anche in ufficio, in pausa o di nascosto. Ben il 38% degli intervistati ammette infatti che effettua gli acquisti via Internet dall’ufficio, approfittando delle connessioni veloci. Gli utenti online sono circa 150 milioni in USA. Una grande parte del mondo è ancora isolata dalla rete. Il Nord America e l’Europa, con il 19% della popolazione, hanno il 78% dell’attività in rete. FRANCIA Le Compagnie francesi che operano su Internet e i professionisti dell’industria discografica hanno raggiunto un accordo per lo sviluppo di siti musicali legali e rispettosi della proprietà intellettuale. Il piano prevede l’aumento dei brani disponibili online da 300.000 a 600.000. 2 4 6 7 6 AFRICA SchoolNetAfrica.net è la prima organizzazione non a fini di lucro che promuove l’educazione tecnologica attraverso Internet in tutte le scuole del continente, per il «diritto di ogni bambino africano ad avere accesso alle informazioni e alla conoscenza necessaria per essere un cittadino del mondo». 7 AUSTRALIA NetAlert.net è stata fondata dal governo australiano nel 1999, senza scopo di lucro, con l’obiettivo di educare al corretto uso della rete. Incoraggia i singoli, i gruppi e le organizzazioni a usarla come strumento per facilitare comunicazione, collaborazione, educazione ed innovazione. 5 4 GIAPPONE È il paese con la più alta densità di utenti online: oltre 28 milioni. In primavera inaugurerà la sua prima università cibernetica, la Cyber University, proponendo corsi di laurea quadriennali in Tecnologia dell’Informazione e in Beni Culturali. Le lezioni saranno trasmesse in streaming audio-video e i libri di testo saranno, 24 ore su 24, disponibili in download. Un centinaio i docenti impiegati, gli studenti saranno circa 1.300. 5 CINA Per la prima volta nel 2002, esclusa Hong Kong, era comparsa fra i paesi con più di 100.000 host internet. C’era stato, in quel periodo, un aumento rilevante rispetto agli anni precedenti, ma con una densità ancora oggi molto bassa rispetto alla popolazione [0,18 host ogni mille abitanti]. Continua a esserci infatti una forte repressione insieme a un rigido controllo e a una severa censura su tutti i mezzi di informazione e di comunicazione. 6 go coverstory go coverstory GIOVENTÙ OPERAIA GIOVENTÙ OPERAIA alibi &DESiDERi COMM UNITY DI ELISA RUSSELLO in giro per il sociale DENTRO E FUORI L’indulto, nonostante le [giuste] critiche, ha avuto il merito di riportare l’attenzione sulle nostre carceri invivibili e ora parzialmente svuotate dalla manovra, anche se si ipotizza che nel giro di un anno e mezzo la situazione tornerà uguale alla precedente. Urgono approcci differenti, seri, che agiscano nel quotidiano e non solo quando la situazione diventa insostenibile. Interessante quindi, segnalare Teatro per evadere, primo esempio di comunicazione tra carcere e società civile attraverso l’utilizzo della forma blog. Un diario per evadere dalla quotidiana prigionia attraverso riflessioni, sfoghi e anche ironia. Un porre la propria vita su un foglio [di bit, naturalmente] per osservarla dall’esterno, in modo da comprenderla meglio. L’iniziativa, per ora limitata alla Sezione Prometeo del carcere di Torino, è nata dalla collaborazione del periodico Il Contesto con il regista teatrale Claudio Montagna che, assieme a CAST e all’Associazione S.eT. [Spazi e Teatro], anima ormai da diversi anni l’attività teatrale all’interno della sezione. Il progetto si nutre del confronto tra i detenuti e gli esterni e, senza questo, rischia di ridursi a un banale sfogo. Facciamo che questo non succeda. www.dentroefuori.org IL SUCCESSO TRA I GIOVANI DI FORME NUOVE DI COMUNICAZIONE Queste nuove forme di comunicazione rispondono a molti bisogni umani, consentendo di sperimentare vissuti importanti per la costruzione del Sé e di vivere delle emozioni sentendosi, al contempo, protetti I l successo tra i giovani delle nuove forme-mezzi per entrare in relazione, stupisce e ci fa chiedere quali siano i bisogni a cui rispondono chat, instant messenger e siti in cui incontrare l’anima gemella. Per scoprirne di più ci siamo fatti aiutare anche dalla psicologia. Per prima cosa occorre dire che queste nuove forme di comunicazione rispondono a molti bisogni umani, consentendo di sperimentare vissuti importanti per la costruzione del Sé e di vivere delle emozioni sentendosi, al contempo, protetti. Internet, per esempio, annulla lo spazio e consente ciò che nella realtà non si può realizzare; le chat abbattono le frontiere e consentono di parlare con gruppi numerosi in stanze che la realtà difficilmente rende disponibili, consentendo spesso discorsi paralleli, solo virtualmente possibili. Inoltre le community più stabili creano più o meno vere sensazioni di appartenenza, consentendo di esercitare quell’allenamento ai ruoli e alle interazioni che sospende le conseguenze e quindi le responsabilità, le scelte ed i vincoli definitivi. È una sorta di apprendistato sentimentale, emotivamente depotenziato dagli impegni e dalle aspettative proprie delle relazioni reali, utile per maturare un insieme di esperienze di comunicazione con altri giovani. In alcuni casi il ricorso agli strumenti multimediali sembra strettamente legato ad un tentativo di compensare delle difficoltà relazionali reali, ricercando qui amici o relazioni sentimentali attraverso una via più veloce e che consente di superare insicurezze, amplificate dalle quotidiane relazioni faccia a faccia. Tali strumenti, infatti, consentono di mettersi in gioco tutelandosi dai rischi di un’esposizione reale, essendo essi stessi a venire investiti della funzione di garanti della relazionalità. Diverso è il ruolo di SMS e squilli che sono forma di comunicazione funzionalmente finalizzata alla conferma della presenza e dell’attenzione dell’altro. Essa sembra essere un efficace palliativo in grado di tenere a bada l’ansia di separazione, conseguente al distacco temporaneo dai rapporti diretti con il nucleo familiare, gli amici, il fidanzato/a. Il cellulare, per esempio, diviene l’antidoto perfetto alla solitudine [anche di breve durata] e alle ansie che ne conseguono. Una sorta di àncora permanente che da una parte permette di sentirsi sempre in contatto con le persone importanti dal punto di vista affettivo e dall’altra delocalizza dalla situazione presente. La conseguenza negativa, però, è una successiva incapacità di superare la paura della solitudine, vissuta soltanto nei suoi aspetti negativi e non come un momento del privato in cui ritrovarsi con se stessi. Altra caratteristica di queste forme di relazione è la delocalizzazione intesa come de-territorializzazione e de-contestualizzazione: la comunicazione perde i suoi riferimenti funzionali e geografici, che però hanno una fondamentale importanza dal punto di vista psicologico. Non a caso, la prima domanda che si fa chiamando qualcuno al cellulare è il classico «dove sei?», necessario per un orientamento cognitivo. Lo strumento mediatico modifica anche il senso del tempo: il soggetto ha l’opportunità di accomodarsi entro una cornice temporale flessibile ed elastica, poiché le opzioni comunicative di cui dispone, ammettono che ci sia una scarto temporale modellato sulla base di esigenze personali. Basti pensare alla posta elettronica: si risponde a una mail o a un messaggio quando si ha tempo e non subito dopo l’arrivo di questo, differendo anche l’importanza della comunicazione. COMUNITÀ VIRTUALI correvoce IL BISOGNO DI RACCONTARSI E DI CONOSCERE PASSA ATTRAVERSO CHAT E MESSAGGERIA ISTANTANEA DI BENEDETTA RONCOLATO S e si naviga in internet si può scoprire come le chat si siano moltiplicate di modo che gli utenti possano scegliere quella più idonea alle loro esigenze: ci sono quelle relative a giochi on line, ai giochi di ruolo, chat per cinofili o per fan di gruppi musicali, quelle atte alla ricerca della propria anima gemella e il famosissimo e il popolarissimo Messenger di MSN. Quest’ultima è usata da persone di ogni età e provenienza e facendo un breve sondaggio ai giovani del gruppo di prima superiore della parrocchia Gesù Redentore, composto da una dozzina di ragazzi e ragazze, il 100% di loro usa Messenger perché è comodo, semplice, veloce e gratuito. Molto gettonate sono le chat il cui fine è trovare la propria metà della mela e le motivazioni che spingono migliaia di uomini e donne ad iscriversi a questi siti, di cui moltissimi a pagamento [soprattutto per il sesso forte], sono molteplici, dalle più banali: come possono essere la comodità, la semplicità dell’approccio o, purtroppo, anche il fine sessuale; alle meno scontate. Alcuni trovano che nascondendosi dietro ad uno schermo sia molto più semplice per conoscere nuove persone, c’è poi chi sente il disperato bisogno di trovare qualcuno con cui passare insieme del tempo, anche fisicamente, per sconfiggere la solitudine, chi si sente tanto brutto da creare profili completamente falsi allegando anche foto di persone piacenti solo per attirare 7 l’attenzione di qualcuno con cui scambiare quattro parole. Poi ci sono chat in cui si può parlare di qualsiasi argomento, delle piccole comunità virtuali e per far sì che non rimanga tutto congelato nel virtuale appunto, vengono organizzate delle feste nei locali del circondario dove, armati di cartellino con scritto il proprio user name, o semplicemente nick, si possono conoscere dal vivo le persone con cui si chattava fino a qualche ora prima. Un esempio è www.cuneo2night.com che ad oggi conta circa 15.000 iscritti di fasce d’età diverse [dai trentenni alle leve più giovani] e che provengono da tutta la provincia di Cuneo e qualche clandestino di Torino e dintorni. Questo è un ottimo modo per rendere concreta un’amicizia nata sul web, perché di propria iniziativa non si avrebbe il coraggio di incontrare le persone con cui si chatta, probabilmente anche a causa dei fatti di cronaca che vengono riportati sui quotidiani. E come scrisse un ragazzo nel suo profilo su meetic «sono iscritto qua sopra per comodità mia, ma sono convintissimo che l’amicizia con la “a” maiuscola sia quella dal vivo, raccontarsi a voce e guardarsi negli occhi, ridere e scherzare e, perché no, magari un giorno innamorarsi...». TUTTO IL RESTO la campagna d’azione su giovani e consumi CLICK TO DOWNLOAD Le nuove tecnologie consentono di distribuire e scaricare canzoni in pochi minuti senza aver bisogno di particolari competenze o attrezzature eccessivamente sofisticate. La comparsa in rete dei files condivisi, disponibili a chiunque utilizzi al mondo quel particolare software, ha consentito diffusione capillare della pirateria digitale. Gli ultimi dati diffusi dalla FIMI [la Federazione dell’Industria Musicale Italiana] parlano chiaro. In Italia su 49 milioni di italiani oltre i 14 anni, il 22% [11,4 milioni di persone] possiede cd duplicati. I cd masterizzati illegalmente provengono per il 15% da acquisti, il 53% chiede che gli vengano duplicati da amici, parenti e colleghi, mentre il 22% scarica illegalmente da Internet la musica preferita e la duplica personalmente. Sono invece 3,8 milioni le persone che scaricano file musicali da Internet, ma solo il 40% finisce per masterizzarli, mentre il restante 60% di chi scarica musica dalla rete, tiene i file ottenuti illegalmente sul proprio PC, li ascolta con i propri Player MP3 o finisce per cancellarli. L’aspetto curioso è che il 55% di coloro che scaricano musica da internet sa che è illegale. Al fine di contrastare tale fenomeno nel giro di pochi anni sono nati centinaia di siti che vendono legalmente tracce singole e album, come Apple iTunes, Azzurra Music, CDRai. Nel 2005 sono stati venduti 420 milioni di brani in formato digitale e tramite la telefonia mobile, generando vendite a livello mondiale pari al 6% del fatturato dell'industria discografica. 8 go superpartes GIOVENTÙ OPERAIA LASCIARE IL SEGNO EDUCARE SI PUÒ, A PARTIRE DAL LINGUAGGIO DEI GIOVANI DI DON DANIELE D’ARIA L a fermata del 18 in via Passo Buole [a Torino] è molto frequentata dai ragazzi e dalle ragazze delle superiori. Il motivo è semplice: in zona ci sono un liceo, un istituto tecnico, un istituto professionale per un totale di qualche centinaio di allievi. La palina della fermata, i muri tra un negozio e l’altro e persino l’asfalto del marciapiede sono pieni di scritte fatte con il pennarello, il cancellino bianco e la vernice. Anche questa è comunicazione, se si vuole una delle più antiche: anche a Pompei hanno trovato delle scritte sui muri. Ma non è solo questo. È un modo per segnare il territorio. Per dire: «io esisto!», «sono qui e lascio il segno». Un atteggiamento ed una forma di comunicazione che, sempre tra i giovani, raggiunge l’apice con i tag e il lettering, quelle astruse forme grafiche, a volte artistiche, a volte poco più di uno scarabocchio, quasi sempre comprensibili solo dagli addetti ai lavori, che le tribù metropolitane [le crew] usano per affermare la loro esistenza. Se è vero, come è vero, che la comunicazione è vita e non si vive senza comunicare anche i tag e le scritte sui muri sono parte di questa vita ed espressione del bisogno profondo che tutti [anche i giova- ni] hanno di comunicare. E oggi questa comunicazione è allo stesso tempo globale e privatissima. La rete, espressione più evidente della globalità, ne è il luogo privilegiato: web, chat, blog, msn, icq, community, forum, e-mail, sms, mms, sono tra i luoghi più frequentati. Fin qui le forme, gli strumenti della comunicazione, per quanto riguarda i contenuti c’è davvero di tutto con il prevalere del privato, anzi del privato più privato. Qual è il guaio? Certo l’abuso che l’anonimità può favorire, ma soprattutto l’impoverimento delle relazioni personali. C’è tanta gente che comunica, che si dice di tutto e si scambia pareri e sentimenti ma c’è sempre meno quello scambio diretto ed interpersonale che è l’unica realtà che fa della comunicazione un’occasione per crescere e per costruire progetti che durano nel tempo. E sta proprio qui l’inizio della sfida che coinvolge tutti coloro che hanno a cuore l’educazione dei giovani. Il primo passo è, ovviamente, quello di imparare a cogliere i linguaggi della comunicazione senza comunque farsi prendere dalla smania di imitarli né di condannarli con superficialità. Capire e conoscere sono da sempre il primo passo dell’educazione. Si tratta poi di inventare un mondo di contenuti che siano apprezzati e condivisi. In fondo, a ben vedere, anche i linguaggi più nuovi dicono sempre cose antiche: la voglia di esserci e essere riconosciuti, la paura della solitudine, la ricerca di un senso per quello che si è e si fa. Ecco la sfida, dunque, far emergere questi contenuti, al di là dei linguaggi e, se facciamo il passo ulteriore e ci chiediamo se sia possibile evangelizzare questo mondo, la risposta è di nuovo: sì. C’è spazio per il Vangelo di Gesù e per le sue risposte anche tra tag e mms. go gioventùoperaia Capire e conoscere sono da sempre i primi passi della educazione Periodico della GiOC [Gioventù Operaia Cristiana] Registrato presso il Tribunale di Torino il 7.8.1989 n. 4087 Anno XXXI n. 04/06 Direttore Responsabile: Marco Canta Caporedattrice: Monica Gallo Redazione: Jacopo Boscolo, Lucia Pala Luca Pallavidino, Rosalba Pasquina Cristina Pintoni Hanno collaborato a questo numero: don Daniele d’Aria, Silvia del Priore Peppino Ortoleva, Benedetta Roncolato Elisa Russello Ufficio abbonamenti: Roberto Tassi Redazione e amministrazione: via Vittorio Amedeo II, 16 10121 Torino Tel. +39 11 548646 - 541806 Fax +39 11 5626253 [email protected] www.gioc.org 1 copia 3,00 euro, arretrati il doppio Abbonamento annuo: 10 euro Sostenitore o estero: 25 euro GO + Itinerari: 33 euro Abbonamenti e quote di solidarietà c/c postale n. 17752106 intestato a: GiOC - Gioventù Operaia Cristiana via Vittorio Amedeo II, 16 10121 Torino abb. post. gr. 50% Progetto e Realizzazione Studio Andrea Bozzo - Torino Fotolito e Stampa Comunecazione - Bra [Cn] chiuso in redazione il 15 Marzo 2007