GO 2006/04 - Gioventù Operaia Cristiana

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GO 2006/04 - Gioventù Operaia Cristiana
coverstory
coverstory
superpartes
on
the air
alibi &
desideri
lasciare
il segno
viaggio fra nuova
e vecchia comunicazione
per saperne di più
ecco a che bisogni
rispondono chat,
sms e messaggeria
comprendere
il linguaggio dei giovani
per evangelizzare
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gioventùoperaia
Periodico della GiOC: Gioventù Operaia Cristiana
Anno XXXI numero 4
Inverno 2006 euro 3,00
UN BATTITO D’ALI
Tutto passa veloce, istantaneo, immediato, tempestivo e improvviso
come un battito d’ali al punto che con un clic puoi cancellare il detto e
il non detto, dire il troppo o il niente. Messaggi, mail, msn permettono
di comunicare e accedere al mondo senza lasciare traccia e senza
bisogno di scoprirsi. A volto coperto diventiamo tutti esperti, in
collegamento con il mondo e con le migliaia di informazioni vere e
false che circolano in rete.
In caso di mancato recapito rinviare all’Uf ficio C.M.P. To Nord per la restituzione al mittente che si impegna a corrispondere la relativa tassa:
GiOC via Vittorio Amedeo II, 16 10121 Torino - Spedizione in Abbonamento Postale Ar ticolo 2 comma 20/c Legge 662/96 Torino Spedizione n. 04/06
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go
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coverstory
GIOVENTÙ
OPERAIA
GIOVENTÙ
OPERAIA
ON
editoriale
CADUTI
NELLA RETE
the
non è possibile fidarsi, ma con
il tempo lo strumento delle
correzioni funziona. Il vero limite è un qualcosa che raramente viene detto: Wikipedia si assesta sul sapere standard; le
teorie più innovative, le ipotesi
più interessanti vengono escluse sistematicamente, così favorendo l’opinione della maggioranza. È un’enciclopedia fatta in assemblea, che ha il pregio della presenza di molto
materiale, il grande difetto che
rischia di essere specchio della tirannia della maggioranza.
Un altro problema è che le voci
che si riferiscono al mondo della politica spesso trasmettono
un’immagine molto più pulita di
quella che è realmente, questo
perché sono continuamente
corrette da coloro che si sentono toccati dall’argomento.
air
DI JACOPO BOSCOLO
Il mondo della comunicazione si muove in
sempre più direzioni; il
veicolo principale che
era la car ta stampata
viene af fiancato dai
giornali in rete, la radio
passa anche in streaming, persino la posta
elettronica non è più abbastanza immediata e
si passa all’instant
messenger.
I
Non solo la car ta stampata non è più di moda,
ma diventa un costo eccessivo per editori e
clienti al punto che anche il direttore del New
York Times ha detto che
non si stupirebbe se fra
cinque anni il giornale
passasse su web.
Nella nostra società la presenza della televisione è pervasiva e totalizzante. Con l’avvento
della banda larga, si è incominciata a intravedere una reale
alternativa: internet. Se è vero
che il mezzo dominante rimane
la televisione, analizziamo alcune delle possibilità per informarsi e fare comunicazione,
dentro e fuori la rete.
Anche per stare al passo con i tempi GO dal
prossimo numero passerà sul web, per raggiungere più giovani possibili in modo immediato, economico e sostenibile. Sempre fedele al
mondo del lavoro e dei
giovani lavoratori, capace di dare ancora più
spazio alla loro voce.
MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA NUOVI
E ANTICHI, DOVE PASSA OGGI L’INFORMAZIONE?
ntervistiamo oggi Peppino Ortoleva, Professore
di Storia dei media alla
facoltà di Scienze della
comunicazione di Torino.
Prof. Ortoleva, la radio è
ascoltata dagli italiani?
La radio è ascoltatissima, in
Italia è sempre stato il mezzo
più ascoltato dopo la televisione. I dati dell’anno scorso parlano di 37 milioni di contatti
quotidiani. Per la radio vale ciò
che ha detto Tony Schwartz:
«Quando chiedo alla gente se
ascolta la radio mi dicono tutti
di no, quando chiedo se vanno
al lavoro in macchina mi dico-
no tutti di sì. Quando chiedo
se quando vanno al lavoro
ascoltano radio, mi dicono tutti
di sì. Stavano mentendo? No,
il fatto è che non l’ascoltano,
ci stanno seduti dentro».
La radio c’è, ma è enormemente sottovalutata, sia dai pubblicitari che dalle stesse persone che ci lavorano. La percezione del sistema globale dei
media è molto falsata: si è
convinti che l’unico mezzo di
comunicazione sia la televisione. In parte ciò è dovuto ad
una classe dirigente ossessionata dai media, che si fa guidare dai suoi pregiudizi, senza
peraltro avere una competenza
scientifica.
L’errore
della gran
parte delle
profezie
sui media
è che
quando
si presenta
una nuova
tecnologia
si sostiene
che tutto
il resto verrà
spazzato via
Quali sono le connessioni
tra la radio e il web?
Il web non è un mezzo di comunicazione nel senso classico,
ma un punto di attraversamento tra diverse forme di comunicazione.
Parlando di radio un problema
importante che si pone è: la
web radio è web o radio?
È una forma di radio veicolata
dal web, quindi un canale come può essere l’etere, o qualcos’altro? Questo sì, se la si
ascolta in streaming. Ma è anche possibile un’offerta differente: può diventare infatti una
selezione archivistica di materiali sonori. Ma si sta ancora
parlando di radio? In parte sì,
perché storicamente tendiamo
a definire radio tutto ciò che
raggruppa materiali sonori di
diversa origine. Per questo motivo il concetto di web radio è
più ambiguo di quello di web
TV, che è esclusivamente un
mezzo broadcast.
C’è ancora spazio per il
broadcasting, cioè per l’accendere un apparecchio radiofonico e ascoltare ciò
che capita?
Credo di sì. L’errore della gran
parte delle profezie sui media
è che quando si presenta una
nuova tecnologia si sostiene
che tutto il resto verrà spazzato via, perché obsoleto: se c’è
YouTube la televisione è finita.
In realtà non è così: la televisione, per esempio, dovrebbe
essere morta da vent’anni secondo molte previsioni, invece
continua ad esserci e fare business.
Che cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?
Per qualche anno ancora la web
radio non sarà un fenomeno di
dimensioni paragonabili a quelli
della radio classica. Il podcasting potrebbe esser un punto
di svolta in questo senso.
Sarà sicuramente il terreno di
confronto e conflitto dei prossimi anni. Ma è una partita tutta in gioco, che non sarà definita dalla tecnologia, ma dal
comportamento di radio, webradio e pubblico.
Analizziamo ora due dei fenomeni più conosciuti della
rete: Wikipedia è stata ripudiata da uno dei fondatori, che ha annunciato la nascita del nuovo progetto
Citizendium, più preciso e
non più anonimo.
Quali sono le prospettive
per la famosa enciclopedia
libera?
Il fatto che Wikipedia sia ripudiata va benissimo, perché è
ancora esperimento. Penso comunque che il fenomeno non
finirà di stupirci. È sicuramente
un’immensa raccolta di informazioni. I difetti sono molti, generalmente si punta il dito sulla presunta non veridicità delle
informazioni, per esempio.
In realtà, è vero che all’inizio
della compilazione di una voce
glossario
STREAMING
Flusso di dati audio-video trasmessi da una
sorgente a uno o più destinazioni su Internet
BROADCAST
La trasmissione di informazioni da un sistema trasmittente a un insieme di sistemi riceventi non definiti a priori
PODCASTING
Radio e musica mescolati in prodotti audio
complessi, scaricabili e personalizzabili
Il nodo italiano del network
di Indymedia [Indipendent
Media Center] ha chiuso.
Qualche rimpianto?
Indymedia doveva chiudere.
Si presentava come rappresentante di tutti i media indipendenti, in realtà era un fenomeno verticistico. Come il movimento no-global, del quale era
espressione, acquistava visibilità solo quando faceva ciò che
si prevedeva facesse. Quando
invece distribuiva documentari
costosi e interessanti, finiva
che questi rimanevano in circuiti molto ristretti. Non ho
nessun particolare rimpianto
per la chiusura di Indymedia:
non perché i media indipendenti non siano importanti, ma
perché dovrebbero darsi delle
forme meno influenzabili dal sistema globale dei media.
STRANO! MA VERO?
I
una strategia finalizzata all’incremento
dell’archivio di molte società di banner
e pubblicità?
Se hai dato per buono tutto quello che
hai ricevuto e letto, forse sei un po’
distratto.
Ci sono in tutto il web centinaia di siti
dediti alla caccia alla bufala. Quindi attenzione agli appelli, sottoscrizioni e
varie catene di Sant’Antonio.
Bisogna essere dei veri e propri detective, di fronte ad una notizia bisogna
verificarne le incoerenze, cogliere i
per non
dimenticare
LUIGI CAREDDU
29 ANNI, BADESI [SS]
Un operaio ha perso la vita
folgorato dall’alta tensione
in un cantiere edile di Badesi, in Sardegna, mentre stava lavorando alla costruzione di una villetta.
GIOVANNI E PASQUALE
COLUCCI, SANT’ANGELO
ALL’ESCA [AV]
Sono morti a causa di una
esplosione di una bombola
mentre stavano lavorando
alla ristrutturazione di uno
stabile. Tra loro è rimasta
ferita una terza persona.
ROSARIO RINALDI
PROVINCIA DI SALERNO
Operaio in un cantiere edile impegnato nella ristrutturazione di un edificio scolastico è precipitato al suolo mentre lavorava al montaggio di una ringhiera.
ROBERTO CELANI, 22 ANNI
Operaio, è morto mentre
stava lavorando su un macchinario per la tornitura di
mezzi meccanici quando,
per cause in corso accertamento, è stato risucchiato
dal macchinario. La corsa
in ospedale è stata inutile.
[dalla Campagna d’Azione
Io rischio positivo
per la sicurezza sul lavoro]
DI ROSALBA PASQUINA
ALCUNI ACCORGIMENTI PER INDIVIDUARE LE BUFALE CHE INSIDIANO LA NOSTRA INGENUITÀ
nternet possiede la capacità di
trasmettere facilmente grandi
quantità di dati e informazioni,
ma sarà tutto vero?
Ti sei mai chiesto se raccogliendo un appello hai realmente contribuito al sostegno del bambino, ucraino,
orfano, con il fratello violento e alcolizzato per di più colto da una rara malattia incurabile o se sei caduto nella rete
di chi approfitta del tuo buon cuore?
Hai mai pensato che inoltrando l’e-mail
tutti i tuoi contatti avresti alimentato
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punti deboli e soprattutto partire dal
presupposto che siano tutte false e
provare ad acquisire elementi per
smentire il pregiudizio.
Non pensate che le vostre conoscenze
siano sufficienti nel valutare la veridicità della notizia, ci sono siti autorevoli che vi possono aiutare in questo
esercizio di ricerca della verità.
La BBC, la CNN, Amnesty International, Studio Aperto, il TG4 sono fonti
particolarmente autorevoli sia per la
politica locale che internazionale e vi
possono essere di sostegno nella valutazione.
Mezza comunità scientifica è andata
in fibrillazione la scorsa primavera alla
notizia del ritrovamento della compagna dell’uomo del Similaun. Fu riportato che dopo quindici anni di intense ricerche fu ritrovato, nelle immediate vicinanze del giaciglio dell’uomo, il corpo della donna. Si progettarono
spedizioni, si ipotizzò l’esistenza di una
comunità e si pensò al delimitare l’area per gli studi, ma nessuno notò che
la notizia era uscita proprio il primo
aprile! Gli archeologi avevano abboccato ad un bel Pesce!
Le bufale sono bufale anche se fatte a
fin di bene... è accaduto quest’estate
in occasione del conflitto in Libano,
qualche attivista di un’associazione
umanitaria preoccupato della poca attenzione dell’opinione pubblica, con il
pretesto di sensibilizzare il mondo sulle devastazioni inflitte alla popolazione
civile, ha utilizzato quasi certamente,
immagini ad alto impatto emotivo già
dispensate in precedenza per la guerra
in Iraq. Sebbene lo scopo fosse positivo il fine non giustifica i mezzi se va a
scapito della verità.
D’altro canto non è sempre vero che le
smentite siano reali proprio perché fat-
BIBLIOGRAFIA
Paolo Toselli
Stefano Bagnasco
Le nuove leggende
metropolitane - Manuale
per detective antibufale
Avverbi, 2005
Paolo Toselli
Storie di ordinaria falsità
BUR, 2004
Lorenzo Montali
Leggende tecnologiche
Avverbi, 2003
te dagli stessi organi la cui autorevolezza stiamo mettendo in discussione.
A causa di una diffusa mancanza della
cultura della verità troppo spesso si
verifica un approccio superficiale alle
notizie da parte del lettore con conseguente disinteresse nella ricerca dell’autenticità.
Nonostante alcune notizie possano essere assurde, è grazie alla sete di rarità sensazionali di noi lettori italiani
che le bufale trovano terreno fertile.
Saremo sempre in molti a crederci anche solo per il bisogno di sentire qualcosa di curioso che ci sorprenda.
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go
altromondo
go
altromondo
GIOVENTÙ
OPERAIA
GLOBE
TROTTER
GIOVENTÙ
OPERAIA
CHI È
ON-LINE
A CURA DI SILVIA DEL PRIORE
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bollettino globale
CINA
Tassisti costretti a guidare per 12 ore
consecutive e operai tenuti chiusi in
fabbrica finché non raggiungono l’orario giornaliero. Ma soprattutto giovani colletti bianchi di Shanghai e Pechino: sono le vittime più frequenti di
morte improvvisa causata dalle dure
condizioni di lavoro. Secondo alcune
statistiche, il 92% delle aziende di
Guangdong costringe i dipendenti a
fare gli straordinari, spesso non retribuiti. Un’associazione per la tutela
della salute stima in oltre un milione i
lavoratori cinesi che ogni anno muoiono per sovraffaticamento.
ITALIA
Sono fra i 13 e i 18 milioni,
situati soprattutto nel Nord ovest,
gli utenti italiani di Internet.
La rete non è ancora per tutti,
ma non è più per pochi e c’è
una tendenza a un uso sempre
più diffuso. Sono fra i 4 e i 5
milioni le persone che dicono
di usare internet tutti i giorni.
Le persone che rimangono attive
in rete sono soprattutto adulti,
dai 25 ai 54 anni, anche
se aumenta la presenza di
giovani. Hanno per lo più un
titolo di studio medio-alto.
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ARGENTINA
Si chiamano Scuole popolari per il
conseguimento del diploma e sono
un’autentica rivoluzione nel campo
dell’istruzione. Come le fabbriche autogestite sono nate dal basso dopo la
crisi economica del 2001.
A frequentarle sono soprattutto le
donne di quartieri poveri, che sono
state costrette a lasciare gli studi per
motivi economici o per la maternità.
Quanto al metodo, si ispirano alla pedagogia popolare applicata dai Sem
terra in Brasile o dall’Università bolivariana del Venezuela: un rapporto
paritario tra docenti e alunni, e un insegnamento che parte dalle esperienze personali di ognuno.
MAROCCO
Alla periferia di Casablanca, i giovani
passano il tempo nei bar guardando
le partite di calcio alla tv. E quando
non c’è più niente da vedere, si trascinano negli internet point in cerca
di un lavoro o di una moglie in Europa o negli Stati Uniti. La disoccupazione giovanile è altissima.
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STATI UNITI
Gli acquisti natalizi hanno fatto
registrare il boom delle vendite
via Internet.
Ben il 97% degli intervistati,
infatti, ha espresso l’intenzione
di effettuare un maggior numero
di acquisti rispetto all’anno
precedente in rete, il 47%
ha compiuto oltre la metà
delle spese in regali online.
Gli acquisti non si fanno solo
da casa, ma anche in ufficio,
in pausa o di nascosto.
Ben il 38% degli intervistati
ammette infatti che effettua
gli acquisti via Internet
dall’ufficio, approfittando
delle connessioni veloci.
Gli utenti online sono
circa 150 milioni in USA.
Una grande parte del mondo
è ancora isolata dalla rete.
Il Nord America e l’Europa,
con il 19% della popolazione,
hanno il 78% dell’attività in rete.
FRANCIA
Le Compagnie francesi
che operano su Internet
e i professionisti dell’industria
discografica hanno raggiunto
un accordo per lo sviluppo
di siti musicali legali e rispettosi
della proprietà intellettuale.
Il piano prevede l’aumento
dei brani disponibili online
da 300.000 a 600.000.
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AFRICA
SchoolNetAfrica.net è la prima
organizzazione non a fini di lucro
che promuove l’educazione
tecnologica attraverso Internet
in tutte le scuole del continente,
per il «diritto di ogni bambino
africano ad avere accesso alle
informazioni e alla conoscenza
necessaria per essere un
cittadino del mondo».
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AUSTRALIA
NetAlert.net è stata fondata
dal governo australiano
nel 1999, senza scopo di lucro,
con l’obiettivo di educare
al corretto uso della rete.
Incoraggia i singoli, i gruppi
e le organizzazioni a usarla
come strumento per facilitare
comunicazione, collaborazione,
educazione ed innovazione.
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GIAPPONE
È il paese con la più alta densità
di utenti online: oltre 28 milioni.
In primavera inaugurerà la sua
prima università cibernetica,
la Cyber University, proponendo
corsi di laurea quadriennali
in Tecnologia dell’Informazione
e in Beni Culturali.
Le lezioni saranno trasmesse
in streaming audio-video
e i libri di testo saranno, 24 ore
su 24, disponibili in download.
Un centinaio i docenti impiegati,
gli studenti saranno circa 1.300.
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CINA
Per la prima volta nel 2002,
esclusa Hong Kong, era
comparsa fra i paesi con più
di 100.000 host internet.
C’era stato, in quel periodo,
un aumento rilevante rispetto
agli anni precedenti,
ma con una densità ancora
oggi molto bassa rispetto
alla popolazione [0,18 host
ogni mille abitanti].
Continua a esserci infatti
una forte repressione
insieme a un rigido controllo
e a una severa censura
su tutti i mezzi di informazione
e di comunicazione.
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go
coverstory
go
coverstory
GIOVENTÙ
OPERAIA
GIOVENTÙ
OPERAIA
alibi
&DESiDERi
COMM
UNITY
DI ELISA RUSSELLO
in giro per il sociale
DENTRO E FUORI
L’indulto, nonostante le
[giuste] critiche, ha avuto il
merito di riportare l’attenzione sulle nostre carceri
invivibili e ora parzialmente
svuotate dalla manovra, anche se si ipotizza che nel giro di un anno e mezzo la situazione tornerà uguale alla precedente. Urgono approcci differenti, seri, che
agiscano nel quotidiano e
non solo quando la situazione diventa insostenibile.
Interessante quindi, segnalare Teatro per evadere, primo esempio di comunicazione tra carcere e società civile attraverso l’utilizzo della forma blog. Un
diario per evadere dalla
quotidiana prigionia attraverso riflessioni, sfoghi e
anche ironia. Un porre la
propria vita su un foglio [di
bit, naturalmente] per osservarla dall’esterno, in
modo da comprenderla
meglio. L’iniziativa, per ora
limitata alla Sezione Prometeo del carcere di Torino, è nata dalla collaborazione del periodico Il Contesto con il regista teatrale Claudio Montagna che,
assieme a CAST e all’Associazione S.eT. [Spazi e Teatro], anima ormai da diversi anni l’attività teatrale all’interno della sezione.
Il progetto si nutre del confronto tra i detenuti e gli
esterni e, senza questo, rischia di ridursi a un banale sfogo. Facciamo che
questo non succeda.
www.dentroefuori.org
IL SUCCESSO
TRA I GIOVANI
DI FORME NUOVE
DI COMUNICAZIONE
Queste nuove
forme di
comunicazione
rispondono
a molti
bisogni umani,
consentendo
di sperimentare
vissuti
importanti
per la
costruzione
del Sé
e di vivere
delle emozioni
sentendosi,
al contempo,
protetti
I
l successo tra i giovani
delle nuove forme-mezzi
per entrare in relazione,
stupisce e ci fa chiedere
quali siano i bisogni a cui
rispondono chat, instant messenger e siti in cui incontrare
l’anima gemella. Per scoprirne
di più ci siamo fatti aiutare anche dalla psicologia.
Per prima cosa occorre dire
che queste nuove forme di comunicazione rispondono a molti bisogni umani, consentendo
di sperimentare vissuti importanti per la costruzione del Sé
e di vivere delle emozioni sentendosi, al contempo, protetti.
Internet, per esempio, annulla
lo spazio e consente ciò che
nella realtà non si può realizzare; le chat abbattono le frontiere e consentono di parlare con
gruppi numerosi in stanze che
la realtà difficilmente rende
disponibili, consentendo spesso discorsi paralleli, solo virtualmente possibili. Inoltre le
community più stabili creano
più o meno vere sensazioni di
appartenenza, consentendo di
esercitare quell’allenamento ai
ruoli e alle interazioni che sospende le conseguenze e quindi le responsabilità, le scelte
ed i vincoli definitivi.
È una sorta di apprendistato
sentimentale, emotivamente
depotenziato dagli impegni e
dalle aspettative proprie delle
relazioni reali, utile per maturare un insieme di esperienze di
comunicazione con altri giovani.
In alcuni casi il ricorso agli
strumenti multimediali sembra
strettamente legato ad un tentativo di compensare delle difficoltà relazionali reali, ricercando qui amici o relazioni
sentimentali attraverso una via
più veloce e che consente di
superare insicurezze, amplificate dalle quotidiane relazioni
faccia a faccia. Tali strumenti,
infatti, consentono di mettersi
in gioco tutelandosi dai rischi
di un’esposizione reale, essendo essi stessi a venire investiti
della funzione di garanti della
relazionalità.
Diverso è il ruolo di SMS e
squilli che sono forma di comunicazione funzionalmente finalizzata alla conferma della presenza e dell’attenzione dell’altro.
Essa sembra essere un efficace palliativo in grado di tenere
a bada l’ansia di separazione,
conseguente al distacco temporaneo dai rapporti diretti con il
nucleo familiare, gli amici, il fidanzato/a. Il cellulare, per
esempio, diviene l’antidoto perfetto alla solitudine [anche di
breve durata] e alle ansie che
ne conseguono. Una sorta di
àncora permanente che da una
parte permette di sentirsi sempre in contatto con le persone
importanti dal punto di vista affettivo e dall’altra delocalizza
dalla situazione presente.
La conseguenza negativa, però, è una successiva incapacità di superare la paura della
solitudine, vissuta soltanto nei
suoi aspetti negativi e non come un momento del privato in
cui ritrovarsi con se stessi.
Altra caratteristica di queste
forme di relazione è la delocalizzazione intesa come de-territorializzazione e de-contestualizzazione: la comunicazione
perde i suoi riferimenti funzionali e geografici, che però hanno una fondamentale importanza dal punto di vista psicologico. Non a caso, la prima
domanda che si fa chiamando
qualcuno al cellulare è il classico «dove sei?», necessario per
un orientamento cognitivo.
Lo strumento mediatico modifica anche il senso del tempo: il
soggetto ha l’opportunità di accomodarsi entro una cornice
temporale flessibile ed elastica, poiché le opzioni comunicative di cui dispone, ammettono
che ci sia una scarto temporale modellato sulla base di esigenze personali. Basti pensare
alla posta elettronica: si risponde a una mail o a un messaggio quando si ha tempo e
non subito dopo l’arrivo di questo, differendo anche l’importanza della comunicazione.
COMUNITÀ VIRTUALI
correvoce
IL BISOGNO DI RACCONTARSI E DI CONOSCERE
PASSA ATTRAVERSO CHAT E MESSAGGERIA ISTANTANEA
DI BENEDETTA RONCOLATO
S
e si naviga in internet si
può scoprire come le
chat si siano moltiplicate di modo che gli utenti possano scegliere
quella più idonea alle loro esigenze: ci sono quelle relative a
giochi on line, ai giochi di ruolo,
chat per cinofili o per fan di
gruppi musicali, quelle atte alla
ricerca della propria anima gemella e il famosissimo e il popolarissimo Messenger di MSN.
Quest’ultima è usata da persone di ogni età e
provenienza e facendo un breve sondaggio ai
giovani del gruppo di prima superiore della
parrocchia Gesù Redentore, composto da una
dozzina di ragazzi e ragazze, il 100% di loro
usa Messenger perché è comodo, semplice,
veloce e gratuito.
Molto gettonate sono le chat il cui fine è trovare la propria metà della mela e le motivazioni che spingono migliaia di uomini e donne
ad iscriversi a questi siti, di cui moltissimi a
pagamento [soprattutto per il sesso forte],
sono molteplici, dalle più banali: come possono essere la comodità, la semplicità dell’approccio o, purtroppo, anche il fine sessuale;
alle meno scontate.
Alcuni trovano che nascondendosi dietro ad uno
schermo sia molto più semplice per conoscere
nuove persone, c’è poi chi sente il disperato bisogno di trovare qualcuno con cui passare insieme del tempo, anche fisicamente, per sconfiggere la solitudine, chi si sente tanto brutto
da creare profili completamente falsi allegando
anche foto di persone piacenti solo per attirare
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l’attenzione di qualcuno con cui
scambiare quattro parole.
Poi ci sono chat in cui si può parlare di qualsiasi argomento, delle
piccole comunità virtuali e per
far sì che non rimanga tutto congelato nel virtuale appunto, vengono organizzate delle feste nei
locali del circondario dove, armati di cartellino con scritto il proprio user name, o semplicemente nick, si possono conoscere dal vivo le persone con cui si
chattava fino a qualche ora prima.
Un esempio è www.cuneo2night.com che ad
oggi conta circa 15.000 iscritti di fasce d’età
diverse [dai trentenni alle leve più giovani] e
che provengono da tutta la provincia di Cuneo
e qualche clandestino di Torino e dintorni.
Questo è un ottimo modo per rendere concreta un’amicizia nata sul web, perché di propria
iniziativa non si avrebbe il coraggio di incontrare le persone con cui si chatta, probabilmente anche a causa dei fatti di cronaca che
vengono riportati sui quotidiani.
E come scrisse un ragazzo nel suo profilo su
meetic «sono iscritto qua sopra per comodità
mia, ma sono convintissimo che l’amicizia
con la “a” maiuscola sia quella dal vivo, raccontarsi a voce e guardarsi negli occhi, ridere
e scherzare e, perché no, magari un giorno innamorarsi...».
TUTTO
IL RESTO
la campagna d’azione
su giovani e consumi
CLICK TO DOWNLOAD
Le nuove tecnologie consentono di distribuire
e
scaricare canzoni in pochi
minuti senza
aver bisogno
di particolari
competenze o
attrezzature
eccessivamente sofisticate. La comparsa in rete
dei files condivisi, disponibili a chiunque
utilizzi al mondo quel particolare software, ha consentito diffusione capillare
della pirateria digitale. Gli ultimi dati
diffusi dalla FIMI [la Federazione dell’Industria Musicale Italiana] parlano
chiaro. In Italia su 49 milioni di italiani
oltre i 14 anni, il 22% [11,4 milioni di
persone] possiede cd duplicati.
I cd masterizzati illegalmente provengono per il 15% da acquisti, il 53%
chiede che gli vengano duplicati da
amici, parenti e colleghi, mentre il
22% scarica illegalmente da Internet
la musica preferita e la duplica personalmente.
Sono invece 3,8 milioni le persone che
scaricano file musicali da Internet, ma
solo il 40% finisce per masterizzarli,
mentre il restante 60% di chi scarica
musica dalla rete, tiene i file ottenuti
illegalmente sul proprio PC, li ascolta
con i propri Player MP3 o finisce per
cancellarli.
L’aspetto curioso è che il 55% di coloro che scaricano musica da internet sa
che è illegale.
Al fine di contrastare tale fenomeno
nel giro di pochi anni sono nati centinaia di siti che vendono legalmente
tracce singole e album, come Apple
iTunes, Azzurra Music, CDRai.
Nel 2005 sono stati venduti 420 milioni di brani in formato digitale e tramite la telefonia mobile, generando vendite a livello mondiale pari al 6% del
fatturato dell'industria discografica.
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go
superpartes
GIOVENTÙ
OPERAIA
LASCIARE
IL SEGNO
EDUCARE SI PUÒ, A PARTIRE
DAL LINGUAGGIO DEI GIOVANI
DI DON DANIELE D’ARIA
L
a fermata del 18 in
via Passo Buole [a Torino] è molto frequentata dai ragazzi e dalle ragazze delle superiori. Il motivo è semplice: in
zona ci sono un liceo, un istituto tecnico, un istituto professionale per un totale di
qualche centinaio di allievi. La
palina della fermata, i muri tra
un negozio e l’altro e persino
l’asfalto del marciapiede sono
pieni di scritte fatte con il pennarello, il cancellino bianco e
la vernice. Anche questa è comunicazione, se si vuole una
delle più antiche: anche a
Pompei hanno trovato delle
scritte sui muri. Ma non è solo questo. È un modo per segnare il territorio. Per dire: «io
esisto!», «sono qui e lascio il
segno». Un atteggiamento ed
una forma di comunicazione
che, sempre tra i giovani, raggiunge l’apice con i tag e il lettering, quelle astruse forme
grafiche, a volte artistiche, a
volte poco più di uno scarabocchio, quasi sempre comprensibili solo dagli addetti ai
lavori, che le tribù metropolitane [le crew] usano per affermare la loro esistenza.
Se è vero, come è vero, che la
comunicazione è vita e non si
vive senza comunicare anche
i tag e le scritte sui muri sono
parte di questa vita ed
espressione del bisogno profondo che tutti [anche i giova-
ni] hanno di comunicare. E oggi questa comunicazione è allo stesso tempo globale e privatissima.
La rete, espressione più evidente della globalità, ne è il
luogo privilegiato: web, chat,
blog, msn, icq, community, forum, e-mail, sms, mms, sono
tra i luoghi più frequentati.
Fin qui le forme, gli strumenti
della comunicazione, per
quanto riguarda i contenuti
c’è davvero di tutto con il prevalere del privato, anzi del privato più privato.
Qual è il guaio? Certo l’abuso
che l’anonimità può favorire,
ma soprattutto l’impoverimento delle relazioni personali.
C’è tanta gente che comunica, che si dice di tutto e si
scambia pareri e sentimenti
ma c’è sempre meno quello
scambio diretto ed interpersonale che è l’unica realtà che
fa della comunicazione un’occasione per crescere e per
costruire progetti che durano
nel tempo.
E sta proprio qui l’inizio della
sfida che coinvolge tutti coloro che hanno a cuore l’educazione dei giovani. Il primo passo è, ovviamente, quello di imparare a cogliere i linguaggi
della comunicazione senza comunque farsi prendere dalla
smania di imitarli né di condannarli con superficialità.
Capire e conoscere sono da
sempre il primo passo dell’educazione. Si tratta poi di inventare un mondo di contenuti che siano apprezzati e condivisi. In fondo, a ben vedere,
anche i linguaggi più nuovi dicono sempre cose antiche: la
voglia di esserci e essere riconosciuti, la paura della solitudine, la ricerca di un senso
per quello che si è e si fa. Ecco la sfida, dunque, far emergere questi contenuti, al di là
dei linguaggi e, se facciamo il
passo ulteriore e ci chiediamo
se sia possibile evangelizzare
questo mondo, la risposta è
di nuovo: sì. C’è spazio per il
Vangelo di Gesù e per le sue
risposte anche tra tag e mms.
go
gioventùoperaia
Capire
e conoscere
sono
da sempre
i primi
passi
della
educazione
Periodico della GiOC
[Gioventù Operaia Cristiana]
Registrato presso il Tribunale
di Torino il 7.8.1989 n. 4087
Anno XXXI n. 04/06
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chiuso in redazione il 15 Marzo 2007