Affrontare il melanoma

Transcript

Affrontare il melanoma
A
ffrontare il
MELANOMA
Come combattere
e superare la malattia
S
e oggi stai leggendo questa guida è probabilmente
perché è capitato, a te o a una persona che ti è vicina,
di incontrare sul cammino il melanoma. Si tratta di
una forma di cancro della pelle in forte ascesa, che
colpisce ogni anno circa 7.000 italiani. È una neoplasia
importante, ma le possibilità di vincerla sono
comunque ampie, grazie in particolare alla diagnosi
precoce e alle terapie.
Informarti e conoscere
meglio il “nemico” ti
permetterà di intraprendere
questa battaglia con la
giusta consapevolezza.
Sappi che il tuo ruolo
è fondamentale: puoi
vincere solo combattendo
fianco a fianco con l’oncologo. Questa guida,
promossa dall’Associazione Italiana di
Oncologia Medica (AIOM), vuole essere
uno strumento di approfondimento e
supporto, da utilizzare anche nel
confronto con il medico. A partire
dalle domande giuste da porre.
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C
aro dottore, vorrei sapere…
Una diagnosi di cancro è una notizia spesso sconvolgente ed è difficile reagire con lucidità.
Disporre di un questionario scritto da cui attingere domande e quesiti durante le
prime visite con l’oncologo può esserti d’aiuto. I 14 suggerimenti riportati di seguito ti
permettono di capire meglio cos’è la malattia, cosa comporta e quali sono le opzioni
di trattamento. Lo stesso vale per la terminologia: conoscere prima alcune
definizioni tecniche può aiutarti a sentirti meno smarrito e a comprendere
quanto il medico ti sta dicendo. Ovviamente si tratta di una lista indicativa
che potrai personalizzare e integrare come ritieni opportuno.
1 Quali sono le prospettive a lungo termine?
2 Cosa mi succederà nelle prossime settimane?
3 Il mio tumore è guaribile?
4 Come dovrà cambiare il mio stile di vita in seguito all’operazione?
5 Che terapie riceverò?
6 Quali sono gli effetti collaterali dei trattamenti? Qual è il rapporto rischio/
beneficio?
7 Con che frequenza e per quanto tempo dovrò sottopormi alle cure?
8 Esistono terapie mirate adatte al mio caso?
9 Cos’è un trial o studio clinico?
Posso entrare a farne parte?
10 A chi posso rivolgermi per domande o chiarimenti in orari extravisita?
11 Posso contattare Lei o l’infermiere per valutare ulteriori informazioni ricevute?
12 Dove posso trovare materiale informativo che mi aiuti a capire meglio la mia
malattia?
13 Esistono associazioni di pazienti e gruppi di sostegno che consiglierebbe a
chi è malato come me?
14 In questo ospedale e reparto viene fornita l’assistenza di uno psicologo ai
malati nelle mie condizioni?
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L
e terapie
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Chirurgia, chemioterapia, immunoterapia,
radioterapia e terapie target rappresentano
i trattamenti attuali per il melanoma. Si tratta
di un tumore sicuramente guaribile se viene
asportato chirurgicamente in fase iniziale,
quando cioè è ancora confinato negli strati più
superficiali della pelle. Per questo sono così
importanti la prevenzione e la sorveglianza, così
come è fondamentale imparare a conoscere
i campanelli d’allarme per intervenire al
più presto. Il melanoma diventa invece un
cancro particolarmente difficile da curare
quando si è diffuso oltre la lesione primaria. Per
quanto la chirurgia rappresenti la prima opzione
di trattamento del melanoma, è però la meno
utilizzata nella fase avanzata, dal momento
che le cellule tumorali non sono più presenti
esclusivamente nella sede di origine. Il percorso
da intraprendere viene stabilito dall’oncologo
medico e la scelta viene presa sempre in seguito
al confronto con un’équipe, che può prevedere
varie figure tra cui l’anatomopatologo, il chirurgo,
il radiologo e il radioterapista. Per questa ragione
può capitare di incontrare persone con lo stesso
tipo di neoplasia che ricevono terapie diverse. In
caso di dubbi, non confrontarti con altri malati,
ma rivolgiti al tuo oncologo per chiarimenti.
La chirurgia
L’intervento chirurgico per asportare il
melanoma rappresenta il trattamento
standard. Questa via è però percorribile
soltanto quando il cancro non si è ancora
metastatizzato. Non si è cioè diffuso ad altre
zone del corpo, diverse dalla sede originale.
La cute prelevata viene sottoposta ad
esame (biopsia), per valutare la positività al
melanoma. Qualora il test dovesse risultare
affermativo, si verrà sottoposti ad un
ulteriore intervento chirurgico ‘di sicurezza’,
con l’asportazione di una zona più ampia
(exeresi allargata). La dimensione del
margine di tessuto dipende dallo spessore
della lesione. Il chirurgo dovrà rimuovere non
solo il melanoma, ma anche un margine di
tessuto sano circostante, in modo da ridurre
la probabilità che vengano lasciate eventuali
cellule tumorali. Tranne situazioni del tutto
eccezionali, è possibile oggi concludere
l’intervento con una chiusura diretta dei
margini della ferita. La cicatrice rimasta sarà
quindi quasi sempre più che accettabile.
Con l’evoluzione delle tecniche chirurgiche,
è stata ormai dimostrata l’inutilità
dell’asportazione profilattica (immediata) dei
linfonodi regionali.
Questo intervento viene eseguito soltanto
quando è presente un’adenopatia sospetta.
In seguito comunque alla valutazione del
cosiddetto ‘linfonodo sentinella’. In questo
caso si asporta il primo linfonodo regionale:
il primo dove arriva la linfa proveniente dalla
zona del melanoma. L’obiettivo è valutare la
possibilità che qualche cellula metastatica
abbia colonizzato nei linfonodi.
Se l’esame istologico dovesse poi accertare
la positività del linfonodo sentinella, si verrà
sottoposti allo svuotamento dell’intera
catena dei linfonodi regionali. Altrimenti,
si verrà avviati ad un follow-up clinicostrumentale con controlli periodici.
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L
e terapie
LA CHEMIOTERAPIA
La chemioterapia è un cosiddetto
trattamento sistemico. Significa che può
agire sulle cellule tumorali eventualmente
presenti in tutto l’organismo. Consiste nella
somministrazione di uno o più farmaci, detti
antitumorali o antiblastici.
L’assunzione avviene sia per via orale che
endovenosa. Il medicinale entra poi nel
circolo sanguigno, che lo trasporta in tutto
il corpo. Solitamente la chemioterapia si
effettua in diversi cicli. Il paziente viene
sottoposto ad un periodo di trattamento,
a cui segue poi un intervallo, per poi
ricominciare. È normale ricevere la
chemioterapia come pazienti esterni presso
l’ospedale, il proprio medico curante o
anche a casa. Questo non si verifica però
sempre. A seconda dei farmaci somministrati
e delle condizioni di salute del malato,
potrebbe essere necessario un breve
periodo di ricovero presso una struttura
idonea. La chemioterapia viene spesso
scelta come percorso quando il melanoma
si è metastatizzato, si è diffuso cioè dalla
posizione originale ad altri organi. Esistono
casi particolari. Se il tumore si è sviluppato
su un arto solo, l’oncologo preferisce
modalità diverse per somministrare i
farmaci. È disponibile una tecnica, chiamata
perfusione, che consiste nel bloccare il
flusso sanguigno nella zona interessata,
tramite l’utilizzo di un laccio emostatico.
Si circoscrive così l’arto interessato e si
procede alla somministrazione di alte dosi
di medicinali nel punto in cui il melanoma ha
avuto origine.
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Le reazioni alla chemioterapia variano
a seconda della persona e dei farmaci
utilizzati. Possono inoltre manifestarsi
subito o a distanza di tempo dalla
somministrazione. Nella maggior
parte dei casi sono però reversibili e
controllabili con specifici trattamenti.
La radioterapia
In certi casi, per trattare il melanoma,
viene usata anche la radioterapia o
terapia radiante. Questa tecnica consiste
nell’utilizzo di radiazioni ad alta energia, per
distruggere le cellule tumorali e bloccarne
una successiva crescita. Si tratta di una
terapia locale: agisce quindi soltanto contro
le cellule presenti nella zona colpita dai raggi.
Le cellule del melanoma presentano però
una sensibilità al trattamento radiante del
tutto particolare. Per questo motivo, questa
strategia terapeutica si esegue quasi sempre
con dosi singole elevate e distanziate nel
tempo. L’impiego della radioterapia è limitato
poi quasi esclusivamente alle metastasi
cerebrali ed ossee. Quando ci si sottopone
a queste sedute, una delle conseguenze
più frequenti è l’arrossamento più o meno
evidente attorno alla zona irradiata. Il
medico ti indicherà una crema solare ad alta
protezione proprio per evitare le scottature.
Chiedi consiglio su quali saponi, cosmetici
e profumi è possibile utilizzare durante il
periodo della terapia. In caso di dolore,
bruciore intenso sulla pelle, nausea e vertigini
è opportuno contattare lo specialista.
L’IMMUNOTERAPIA
L’immunoterapia è un’ottima alleata di
chirurgia, chemioterapia e radioterapia
nella lotta al melanoma. Anche se non tutti i
pazienti rispondono all’immunoterapia, studi
clinici evidenziano una riduzione di lunga
durata della massa tumorale e un aumento
della sopravvivenza che possono essere
superiori a quanto generalmente ottenuto
dalla chemioterapia quando questa risulta
efficace.
Come funziona l’immunoterapia
Quando il sistema immunitario individua
la presenza di virus, batteri o tumori
non presenti nelle condizioni di salute
normali, il corpo attiva una risposta
immunitaria colpendo le molecole
presenti sulla superficie di questi elementi
patogeni o delle cellule tumorali. Una
componente importante di questa risposta
è l’attivazione e produzione delle cellule
T, una sottopopolazione di globuli bianchi
in grado di eliminare o neutralizzare una
cellula estranea o un agente infettivo.
L’immunoterapia funziona stimolando
le cellule del sistema immunitario a
combattere la malattia. Per esempio, alcuni
anticorpi colpiscono componenti specifici
che regolano il sistema immunitario del
paziente. L’impiego di anticorpi monoclonali
rappresenta ormai il tipo di immunoterapia
oncologica più studiato. L’uso di specifici
anticorpi monoclonali rappresenta il
nuovo approccio potenziale per stimolare
il sistema immunitario a combattere il
cancro, avendo come bersaglio finale
(target) i ricettori che modulano la risposta
immunitaria.
LE TERAPIE TARGET
Le terapie target (target therapy) sono
trattamenti mirati, targettizzati, che
interferiscono esclusivamente con alcuni
meccanismi alla base del funzionamento
del tumore senza intaccare le cellule sane.
Rappresentano, insieme all’immunoterapia, il
fronte terapeutico più promettente.
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e terapie
I CONTROLLI DOPO LE TERAPIE
(FOLLOW-UP)
Nei mesi e negli anni successivi all’intervento
va pianificato un attento programma di
controllo, per intervenire in tempo in caso
di ricaduta o di formazione di metastasi. I
protocolli possono differenziarsi anche in
modo significativo in base al tipo e allo stadio
del tumore, oltre che alle caratteristiche
del malato. Tutti questi fattori vengono
analizzati dal medico, per decidere ogni
quanto programmare visite ed esami
e per monitorare il tuo stato di salute e
diagnosticare velocemente eventuali riprese
della patologia. Non preoccuparti quindi se,
parlando con altri pazienti, noti differenze,
anche significative. In particolar modo,
devono fare attenzione i malati colpiti da
un melanoma oltre il III livello (in base alla
stadiazione dell’American Joint Committee
on Cancer) e quelli con interessamento dei
linfonodi.
Si consigliano in particolare:
• un’ecografia ascellare bilaterale ogni sei
mesi
• una RX torace e un’eco all’addome annuali
È consigliata comunque una visita
dermatologica semestrale, almeno nei
primi due anni. In caso di ricaduta, il tuo
oncologo valuterà come è meglio procedere.
Anche in questo stadio di malattia esistono
trattamenti efficaci che dipendono dalle
caratteristiche iniziali del tumore e dalla
risposta alle precedenti terapie.
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onvivere
con la malattia
UNA VOLTA TORNATI A CASA
IL TUMORE E GLI AFFETTI
Il rientro a casa dopo l’operazione può
rappresentare un periodo molto delicato
per te e chi ti sta vicino. Talvolta sono i figli
o il coniuge a essere in difficoltà, quando
improvvisamente si trovano a convivere
con la malattia senza sapere cosa dire o
come comportarsi. La paura di sbagliare è
fortissima. Per comunicare con i bambini, un
approccio schietto ed onesto rappresenta la
via migliore, perché anche loro percepiscono
che qualcosa non va. Se non informati
correttamente possono quindi sviluppare
pensieri spesso peggiori della realtà. Gli
adolescenti vivono spesso sentimenti
contrastanti. Possono manifestare rabbia
e desiderio di autonomia anche attraverso
parole e comportamenti spiacevoli. Un
familiare malato può portarli a distaccarsi
ma, allo stesso tempo, alimentare le
angosce, accentuando il bisogno di
attenzione. Un supporto psicologico
specializzato può essere utile anche per
capire come affrontare e gestire al meglio le
dinamiche familiari.
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onvivere
con la malattia
UNA VOLTA TORNATI A CASA
IL RIENTRO AL LAVORO
La legge italiana tutela il paziente malato
di cancro con misure che ne favoriscono il
reinserimento lavorativo. Alcuni benefici
devono essere conseguenti all’accertamento
di una percentuale di invalidità, mentre
altri sono legati allo stato di handicap in
situazione di gravità. Questi diritti però
non sono ancora sufficientemente noti ai
malati e ai loro familiari e, pertanto, non
sono frequentemente utilizzati. Lo Stato
italiano riconosce ai malati oncologici diversi
‘strumenti’, con cui cercare di affrontare la
malattia e le terapie in modo migliore. Ad
esempio, si può usufruire della pensione
di invalidità o dell’assegno di invalidità
civile, classificate in maniera diversa a
seconda della gravità della situazione. Sono
attivabili rapporti di lavoro a tempo parziale,
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in lavoratori dipendenti a tempo pieno
che presentano ridotte capacità a causa
degli effetti invalidanti di terapie salvavita.
Si conserva così il posto, a stipendio
proporzionalmente ridotto, per quando si
riterrà opportuno tornare a lavorare a tempo
pieno. Altri diritti del malato sono: indennità
di accompagnamento, permessi di lavoro,
contrassegno di libera circolazione e di
sosta, ecc.
Per conoscere meglio i tuoi diritti
contatta l’Associazione Italiana Malati di
Cancro, parenti e amici (AIMaC www.aimac.it) oppure la Federazione
delle Associazioni di Volontariato
Oncologico (FAVO - www.favo.it).
L’ASSISTENZA A
DOMICILIO
La cronicizzazione della malattia oncologica,
la possibilità di tenerla sotto controllo
anche nei casi con prognosi più complessa
e per periodi molto lunghi, ha sollevato
il problema dell’assistenza continuativa
una volta tornati a casa: un servizio ormai
disponibile in quasi tutte le realtà italiane,
con modalità organizzative diverse. Possono
richiederlo le persone di qualunque età,
non deambulanti, affette da malattia
temporaneamente o permanentemente
invalidante e impossibilitate ad accedere
ai servizi o alle strutture ambulatoriali. In
particolare vengono valutati i requisiti medici
ed economici.
Per sapere come ottenere l’assistenza
domiciliare rivolgiti alla tua ASL.
EFFETTI
INDESIDERATI
DELLE TERAPIE
Di seguito un elenco dei più frequenti
effetti indesiderati conseguenti alle terapie
e alcuni semplici consigli su come gestirli.
È comunque importante riferire i sintomi
al personale medico o infermieristico, così
come qualsiasi altro dolore, bruciore o
fastidio dovesse verificarsi durante o dopo
un trattamento.
Disturbi gastro-intestinali
Molti farmaci impiegati in chemioterapia possono
indurre nausea o vomito. Sono però disponibili
medicinali (detti antinausea o antiemetici) in
grado di contrastarli, abitualmente somministrati
per via endovenosa prima della chemioterapia.
Ecco alcuni suggerimenti per ridurre i
disturbi:
•n
on mangiare nelle due ore precedenti
e successive alla chemioterapia
•e
vitare di assumere alcolici
•n
on consumare cibi piccanti, evitando
anche alimenti troppo caldi o freddi
•p
ossono essere di aiuto bevande alla
menta o al limone
•p
referire spuntini leggeri a pasti
abbondanti
In caso di episodi di diarrea dopo i trattamenti, è
necessario consumare alimenti ricchi di potassio
come patate, riso integrale, frutta secca,
albicocche e banane o ricorrere ad integratori.
Non bisogna inoltre esagerare con i cibi troppo
zuccherati e non saltare i pasti per evitare che
nell’intestino vuoto si verifichi un aumento di
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onvivere
con la malattia
UNA VOLTA TORNATI A CASA
gas e, almeno una volta al giorno, andrebbero
consumati riso, patate o pasta. Evita inoltre
cibi troppo salati o speziati, in modo da non
aumentare l’irritazione sulle mucose della bocca
e dell’intestino.
Alopecia
La caduta dei capelli rappresenta uno degli
effetti indesiderati che più disturbano il malato
dal punto di vista psicologico, soprattutto
se si tratta di una donna. Fortunatamente è
reversibile: la ricrescita comincia in genere alla
conclusione del trattamento. Magari all’inizio i
capelli saranno più fragili e sottili ma nel giro di
3-6 mesi torneranno come prima. Alcuni consigli
pratici possono aiutarti a ridurre l’alopecia
ed abbreviare i tempi per avere di nuovo una
capigliatura folta e sana.
Interazioni con altri medicinali
Alcuni farmaci possono interferire con gli
effetti della chemioterapia. È quindi necessario
consegnare al medico una lista di tutti i
medicinali normalmente assunti con il nome del
prodotto, la frequenza di utilizzo, l’indicazione
e il dosaggio. Tra questi vanno inseriti anche
farmaci da banco come lassativi, antidolorifici e
vitamine. Dopo l’inizio del trattamento, rivolgiti
sempre all’oncologo prima di utilizzare o
sospendere medicinali nuovi e vecchi.
Dolore
Il dolore può essere causato direttamente dal
tumore oppure dagli effetti collaterali dovuti alle
terapie. È importante che tu riferisca sempre
al medico i sintomi riscontrati, cercando di
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specificarne tipologia e intensità con la
massima precisione. A seconda dell’intensità
vengono utilizzati medicinali sempre più
potenti che possono essere suddivisi in:
non oppioidi (antinfiammatori non steroidei,
ecc.) o oppioidi minori (come la codeina) per
sedare il dolore da lieve a moderato; oppioidi
maggiori (morfina, metadone) per il dolore
severo o nel momento in cui risultino inefficaci
le terapie antidolorifiche più blande. Se ti viene
consigliato l’utilizzo di oppioidi non temere
di sviluppare una dipendenza: si tratta di un
rischio minimo e del tutto secondario rispetto
all’esigenza di controllare il dolore, un nemico
che può provocare inutili sofferenze e impedire
di svolgere le normali attività.
Effetti collaterali
dell’immunoterapia
Gli effetti collaterali osservati con
l’immunoterapia sono diversi da quelli che si
verificano nella chemioterapia tradizionale e
nelle terapie target. Agendo direttamente sul
sistema immunitario per attaccare il tumore,
questo tipo di trattamento può portare ad un
aumento delle cellule immunitarie in altre parti
del corpo in cui la risposta non è necessaria.
Questo può quindi causare un temporaneo
effetto infiammatorio su tessuti sani, come ad
esempio l’intestino (diarrea) e la cute (prurito e
dermatite).
Gli effetti collaterali legati all’immunoterapia
devono essere gestiti in modo appropriato. Per
esempio, la diarrea correlata all’immunoterapia
viene controllata con la somministrazione
di corticosteroidi sistemici, mentre quella
associata alla chemioterapia è gestita con
farmaci antidiarroici.
E
reditarietà
E COME EFFETTUARE
L’AUTOESAME DELLA CUTE
Ereditarietà
Quanto contano i fattori genetici nella
comparsa di un melanoma? Di sicuro, si sa
che in circa il 10% dei casi questo tumore
presenta una predisposizione familiare. È
quindi estremamente importante che tutti
i congiunti del malato si sottopongano
a controlli frequenti (ogni 3-6 mesi), per
accertare in maniera tempestiva eventuali
lesioni. Il rischio di sviluppare un secondo
melanoma è infatti alto per chi è già
stato colpito una volta dalla patologia. La
probabilità è superiore alla media anche
per coloro con consanguinei che ne hanno
sofferto.
L’autoesame
della cute
Oltre ai check-up periodici, diventa quindi
fondamentale sapere come praticare una
corretta autosservazione della cute. Le
probabilità di scoprire la presenza di un
melanoma precocemente aumentano se
si esegue periodicamente questa pratica.
Si tratta di una procedura molto semplice,
resa ancora meno problematica in caso il
tuo medico abbia scattato fotografie del tuo
corpo. Potrai così servirtene per evidenziare
eventuali differenze. Il momento migliore per
procedere è dopo la doccia o un bagno.
Posizionati davanti ad uno specchio a
figura intera, in una stanza ben illuminata
e con uno specchio più piccolo in mano.
Verifica attentamente se un nevo presenta
dimensioni, forma, consistenza o colore
diversi rispetto alla volta precedente.
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E
reditarietà
E COME EFFETTUARE
L’AUTOESAME DELLA CUTE
Segui la regola dell’ABCDE per orientarti
nella valutazione:
A come Asimmetria
B come Bordi irregolari e indistinti
C come Colore variabile, che può
comprendere sfumature bianche diverse
all’interno del neo stesso
D come Dimensione in aumento (diametro
1
maggiore di 6 mm)
E come Evoluzione, vale a dire
cambiamento del neo nel tempo
Prosegui poi in questo modo:
1. Guardati davanti e dietro allo specchio,
alza le braccia ed esamina anche le
ascelle
2
2. Piega il gomito e osserva unghie, palmo
della mano, avambraccio e braccio. Ripeti
poi la stessa procedura per l’altro arto
3. Esamina le gambe frontalmente,
posteriormente e lateralmente. Non
tralasciare natiche e area genitale
4. Siediti ed esamina attentamente i piedi,
comprese le unghie, le piante e gli spazi
tra le dita
3
4
5. Osserva attentamente viso, collo, cranio
e orecchie. Sposta i capelli con phon o
pettine per vedere meglio. Se puoi, chiedi
ad un familiare di aiutarti per questa zona
Questa pratica periodica può farti notare
cosa è normale e cosa non lo è.
5
14
Annota la data dell’autoesame e tutti
i tuoi dubbi: potrai poi discuterne più
facilmente con il tuo medico.
LA PREVENZIONE
CONTINUA
La prevenzione è fondamentale anche
per evitare possibili recidive. Ecco alcuni
consigli utili per mantenere uno stile di vita
sano, cosa ancora più importante in un
momento delicato come questo.
1. Fai attenzione al sole
Diversi studi sulla correlazione tra intensa esposizione al sole e scottature durante
l’infanzia e l’adolescenza hanno mostrato un rischio più che doppio di sviluppare il
tumore in presenza di scottature in giovane età, mentre il nesso è meno chiaro in caso
di ustioni dovute all’esposizione al sole in età più avanzata. È importante calcolare il
proprio fototipo prima di esporsi al sole.
2. Non sottoporti a lampade solari
Uno studio importante dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha
evidenziato che l’esposizione alle lampade abbronzanti, se avviene in età inferiore ai
30 anni, aumenta il rischio di melanoma del 75%. Ciò ha fatto sì che le radiazioni UV,
nell’agosto 2009, siano state inserite nella classe I dei cancerogeni, quella di massima
allerta, come il fumo di sigaretta. In Italia sono vietate ai minorenni.
3. Segui una dieta corretta
Basa la tua alimentazione su cibi di provenienza vegetale, con cereali non
industrialmente raffinati, legumi in ogni pasto e un’ampia varietà di verdure non
amidacee e frutta. Sono raccomandate almeno cinque porzioni al giorno di frutta e
verdura, preferibilmente di stagione. Limita inoltre il consumo di carni rosse (vitello,
maiale, ecc.) ed evita quelle conservate.
4. Fai attività fisica
5. Limita il consumo di bevande alcoliche
6. Non fumare!
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