Le guide di Camp
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Le guide di Camp
Campo de’ fiori 2 SOMMARIO Editoriale: Magari................................................... 3 Interviste: Vittoria Belvedere...............................4-5 Collezionismo: Un record italiano.............................. 6-7 Roma che se n’è andata: Quelli che andavano vendendo per via e in altri luoghi...................................... 8-9 Suonare Suonare: Zephiro......................................10-11-12 Cinema News: Giorni e Nuvole................................... 14 Le disavventure del Sig. G: Condoglianze.......................................16 Monumenti: vita, vicende, restauri: L’arco di Settimio Severo.....................27 Vita Cittadina.................................58-59 Attualità: 11°Minifestiva di Viterbo......................21 Conferenza “Il petrolio, quale futuro”..38 I Girasoli ..............................................56 Ecologia e ambiente: Le più semplici azioni quotidiane possono essere negative per l’ambiente.............50 Neuropsichiatria, Psicologia, Logopedia, Psicopedagogia: Cosa possono fare gli insegnanti in classe se sono presenti bambini con disturbo specifico di apprendimento ...................30 Le guide di Campo de’ fiori: Civitella San Paolo ..........................22-23 Come eravamo: Natale la festa di tutti.............................28 Civitonici illustri: Il Profesore Dino Brizzi .........................32 Arte: I colori che camminano sui fondali marini della pittura di Maria Finesi...................18 Messaggi:...................62-63-64-65-6667 Una “Fabrica” di ricordi: “...è nato un bel bambino, bianco, rosso e ricciolino...............................................27 Il Fumetto: Chobits delle Clamp ...........................42 L’angolo CIN CIN: La suddivisione dei vini e come va divisa la scorta .........................................36 Album dei ricordi.....................46-47-52 Le storie di Max: Mia Martini...........................................49 Noel................................................43-44 Annunci Gratuiti...........................68-69 Selezione offerte immobiliari............70 Nel cuore............................................71 Visita il nostro sito completamente rinnovato www.campodefiori.biz Campo de’ fiori 3 di Sandro Anselmi I Q l canto delle sirene fora il vento e il tempo, indugia sui grandi occhi bambini e regala sogni beffardi. uando le stive cariche d’oro sono sabbia nelle mani, ed i giorni sono notti e le vittorie sconfitte; quando si è nell’incertezza, nel dubbio; quando si brama una cosa sognata; quando sembrano svanire le illusioni e s’allontana la speranza; quando il destino si fa misterioso, enigmatico, incalcolabile e si consumano i giorni desolati e tristi, allora pensiamo: MAGARI FOSSE STATO MIGLIORE. L M a memoria di tanti anni passati, di tanti Natali lontani, consuma la gioia dell’evento, ma dobbiamo prepararci a godere la serenità della festa più importante dell’anno, per poter redimere l’anima dalle pene e dai peccati. Questo è stato un anno ancor più carico di problemi. La violenza a tutti i livelli, la perdita di ideali, la crisi economica hanno marchiato a fuoco il 2007. L’augurio più profondo e sincero è che vengano tempi migliori, specialmente per i nostri figli, che possano raccogliere ciò che di buono abbiamo seminato, e allontanare i rancori nei nostri confronti, per ciò che di sbagliato abbiamo potuto fare. AGARI SARÀ UN MONDO MIGLIORE… Campo de’ fiori 4 Vittoria dalla “La mia prima volta sul palcoscenico è stata una sensazione bellissima e confermo quello che mi disse qualcuno, che una volta salita non ne sarei mai più scesa” . Questa è la prima di Sandro Alessi risposta della bravissima e bellissima Vittoria Belvedere alla domanda sull’ impatto con la realtà del teatro al suo esordio con la commedia musicale “L’altro lato del letto”, in scena al Teatro Vittoria di Roma e già rappresentata con enorme successo in Spagna, tratta dall’omonimo film spagnolo interpretato da Paz Vega. “In questo momento mi sento la donna più felice del mondo” ed infatti dopo anni passati tra fiction e tv la popolare attrice si cimenta per la prima volta a calcare le assi del palcoscenico. Vittoria nasce a Vibo Valenzia, in Calabria, nel 1972 ma presto si trasferisce con i propri genitori in Lombardia. A tredici anni inizia la carriera di modella, a diciotto anni, per una serie di coincidenze, si reca a Roma, dove conosce Paola Petri, che crede subito in lei, spronandola alla carriera cinematografica. Ed infatti l’esordio arriva nel 1992, con “In camera mia”, per la regia di Luciano Martino e, passando per tante interpretazioni – ha girato più di 23 film tra televisione e cinema -, arriviamo al 2000 con “Si fa presto a dire amore” di Enrico Brignano nel 2004 “La lettera” di Luciano Cannito e nel 2007 “Viaggio in Italia – Una favola vera” di Paolo Genovese. La televisione l’accoglie immediatamente nel 1993, con il fortunato esordio in “Piazza di Spagna”, per la regia di Florestano Vancini, che la vedrà presente anche nelle successive edizioni, fino al 2000. Tra le sue 103.900 Campo de’ fiori 5 Belvedere TV al Teatro interpretazioni ricordiamo “San Giovanni – L’apocalisse” di Raffaele Mertes (2002), “Rita da Cascia” di Giorgio Capitani (2004), “Il mio amico Babbo Natale” di Franco Amurri (2005), “Giovanni Paolo II” di John Kent Harrison (2005) e “Nati ieri” di Elia, Genovese e Miniero (2006). Ma come è nata questa idea di recitare in teatro ? “In maniera quasi casuale. Mi ero presa una pausa di lavoro, quando Michele La Ginestra mi propose questo lavoro teatrale. Inizialmente pensavo di non essere ancora all’altezza di poter recitare in teatro: lo consideravo un traguardo ancora molto lontano. Andando avanti ho capito che questi compagni d’avventura avrebbero potuto aiutarmi ad iniziare”. Michele La Ginestra, Lorenza Mario ed Augusto Fornari sono gli interpreti, con Vittoria, di questa commedia musicale moderna, basata sul tradimento e sull’amicizia che può esserci intorno al tradimento stesso. Insomma, dopo la carriera di modella e tanta televisione – ricordiamo anche la straordinaria presenza al Festival di Sanremo accanto a Pippo Baudo “il primo uomo a farmi salire su un palco” – Vittoria Belvedere entra a far parte del variegato mondo teatrale ed il suo personaggio, la fidanzata tradita che subisce tutto a malincuore ma un bel giorno decide di tradire lei stessa, appassiona il numeroso pubblico che applaude alla tournee teatrale de “L’altro lato del letto”. Vittoria, complimenti, un’ altra battaglia è vinta! 6 Campo de’ fiori Un record italiano: 3 negli album di un L’universo del collezionismo minore è fonte di continuo stupore, di fascino, di seduzione: ora è la volta del lobologismo, brutta parola che indica, tuttavia, coloro che si dedicano alla raccolta di ogni di Alfonso Tozzi tipo di targhetta, fra questi, numerosissimi sono i “birrari”, cioè coloro che si consacrano alla ricerca, allo studio, alla conservazione delle etichette di birra. La birra, bevanda alcolica fermentata che si ottiene con orzo e luppolo, ha, come è noto, origini remote; qualcuno afferma che i primi reperti di birra “fossile” risalirebbero a 5.000 anni a.C., ma i più antichi documenti appartengono certamente ai Sumeri fra cui il codice BLAU, ritrovato in Mesopotamia, in cui viene descritta un’offerta di birra alla dea NIN-HARRA. I Sumeri distillavano una bevanda dal frumento chiamata Sikaru e dalle cui leggi si rileva che su tale attività esisteva un controllo diretto da parte dello Stato, non solo per motivi di ordine fiscale, ma anche perché la produzione di birra, essendo alternativa a quella dei farinacei, ricavabili dalla stessa materia prima, era una produzione elastica, modificabile di anno in anno secondo le esigenze complessive della popolazione, in base all’abbondanza o alla scarsità dei singoli rapporti. La civiltà greca e quella romana conobbero in modo assai marginale l’uso della birra, chiamata rispettivamente Zytos e Cervogia, contrariamente alle civiltà nordeuropee, che avevano in essa la bevanda più diffusa tanto che era uso berla in grandi corni prima e dopo ogni battaglia se vinta. Nell’alto Medioevo la fabbricazione della birra si svolgeva nell’ambito dell’economia domestica: case contadine ed urbane, abbazie, aziende regie. Ad iniziare dai secoli centrali del Medioevo, uscì progressivamente dall’ambito domestico e dell’autoconsumo, soprattutto nelle città, dove si affermarono apposite corporazioni che controllavano le varie fasi di tale attività. Fino al tardo Medioevo la birra fu aromatizzata con varie erbe: genziana, salvia, lavanda, assenzio, coriandolo; e con spezie, come lo zenzero e con diversi generi di frutta, particolarmente selvatica. Questi aromi, mescolati a cereali di volta in volta diversi, orzo, frumento, avena, spelta, davano origine a bevande assai diverse fra loro e di diversa consistenza, più densa e pastosa dell’attuale con gradazione più alta. Dal XV secolo l’impiego del luppolo si generalizzò e soppiantò gradatamente tutte le altre erbe aromatiche. Il primo “cantiere” per la fabbricazione della birra venne impiantato in Egitto e fu dedicato dal faraone Amenofi IV alla regi- na Nefertiti; da quel momento la bevanda si diffuse a macchia d’olio e venne prodotta in tutti i paesi del mondo. I primi produttori italiani di birra furono, nel Medioevo, i monaci di Montecassino, mentre nel 1789 a Nizza Monferrato Giovanni Baldassarre Ketter iniziò a fabbricare birra per la sua città e per il contado cui apparteneva. La prima vera fabbrica, nel significato moderno della parola, fu realizzata a Brescia nel 1829 da Frank Xavier Wuhrer; a questa seguirono, fra le altre: la Zimmerman, la De Giacomi, la Menabrea, la Poretti, la Pedavena, la Moretti, la Raffo, e nel 1846 la Peroni, nata nel regno di Savoia e trasferitasi a Roma nel 1864, lustro e vanto italiano che, con l’acquisto del brevetto della Wuhrer, ha raggiunto una produzione attuale di alcuni milioni di ettolitri. Inizialmente la birra veniva venduta in flaconi, che portavano in rilievo il nome della birreria e fu solo verso la metà del secolo scorso che apparvero, in Inghilterra, le prime etichette stampate incollate su bottiglie, con motivi e colori accattivanti, tanto da attrarre molti a staccarle, collezionarle, scambiarle. Fu così che nacque, in quel grande Paese, il primo CLUB di col- Campo de’ fiori 7 35.000 etichette di birra n collezionista pavese. lità del Paese e raduni periodici. Anche in Italia, a Torino, è attivo il “CLUB AMICI DELLA BIRRA”, che il prossimo anno celebrerà il XXV anniversario della sua fondazione. Tutte le etichette d’epoca di queste fabbriche sono particolarmente richieste dai collezionisti, anche se sono di difficile reperimento, sono altresì molto richieste le etichette di birra italiana prodotta in altri Paesi, quali Melotti di Asmara, Oea di Tripoli e Korca d’Albania. E’ appena il caso di segnalare che nel mondo esistono tuttora circa 20.000 fabbriche di birra e si calcola che una colle- Il collezionista Sergio Garavoni di Pavia lezionisti che ebbe vita intensa ed attiva e diffuse nel mondo il piacere di raccogliere etichette. Negli anni Cinquanta, a Liverpool, fu fondata la LABOLOGIST SOCIETY, che per molto tempo cercò di dettare le regole del collezionismo delle etichette e, via via, in tutto il mondo, vennero creati dei sodalizi, per favorire l’incontro e incoraggiare lo scambio fra i soci collezionisti. Il CLUB USTINAD LABEM, costituito in Cecoslovacchia, si rese particolarmente efficiente associando centinaia di iscritti, allestendo numerose mostre in varie loca- zione completa possa raggiungere i centomila esemplari. Fra i grandi collezionisti italiani si segnalano: Michele Airoldi di Mogliano Veneto, esperto conoscitore birrario, non solo di etichette, ma autore di un famoso volume BIRRERIE STORICHE D’ITALIA – edito da Mosè Edizioni – in cui si narra la storia di tutte le più importanti birrerie del nostro Paese. Altri collezionisti di spessore: Germano Benetti di San Giovanni Lupatoto e Lamberto Passalacqua di Sampierdarena con raccolte di un certo rilievo, solo per citarne alcuni; ma il più grande collezionista è senza dubbio Sergio Garavoni di Pavia con una raccolta di oltre 35.000 “pezzi” di tutto il mondo, ordinate in album e suddivise per i vari Paesi. Per concludere è opportuno segnalare che esiste ad Azzate (VA) una Università della Birra con possibilità di stage specifici e master di specializzazione. Esiste inoltre una rivista Il Mondo della birra e numerose pubblicazioni sull’argomento perché nel pianeta birrario assumono grande importanza anche i barattoli, le sottocoppe, i bicchieri, le bottiglie e quant’altro. Degno di nota il volumetto apparso qualche anno fa, ad opera del romano Dario Giannini, edito da Mediaspi, Il collezionismo legato al bere, con un utile dizionario della birra. Campo de’ fiori 8 Roma che se n’è andata: luoghi Quelli che andavano vendendo per via e in altri luoghi Fino agli anni Trenta del secolo scorso le voci e i richiami degli ambulanti romani costituirono il parlato e in alcuni casi anche il sonoro di quell’incredibile fantasmagorico scenario di una Roma non ancora interessata dai nuovi quartieri cosiddetti residenziali, quelli, per intenderci, sorti a valle della costituzione del Regno d’Italia. Ma fu nel Settecento e nell’Ottocento che tutte quelle voci riuscirono ad incantare più che mai, risuonando in una città ancora contenuta a dimensioni di grosso paese, in una Roma dalle linee essenziali, che era tutta un affiorare di monumenti, di ruderi e palazzi, nella quale le strade in terra battuta e i pochi tratti in selciato ospitavano i romani che, con la solennità ereditata da tempi remoti, facevano quotidianamente i pendolari tra orto, vigna e casa. Gli atteggiamenti di “quelli che andavano vendendo” , come già detto, sono stati ben rappresentati nelle incisioni di Bartolomeo Pinelli, oltre che negli acquerelli di Ettore Roesler Franz e le loro voci, magnificamente raccolte nei sonetti di Giuseppe Gioachino Belli, nelle poesie di Trilussa e di Cesare Pascarella oltre che nelle opere di Giggi Zanazzo, ma non solo. Già a fine Cinquecento, alcuni incisori avevano realizzato diverse serie di ritratti dedicati a questi personaggi tipici, come nel caso della raccolta attribuita a tale Ambrogio Brambilla, dal titolo Ritratto de quelli che vanno vendendo et lavorando per Roma con la nova agionta de tutti quelli che nelle altre mancavano sin al presente; nella quale vennero rappresentati circa duecento venditori ambulanti con le rispettive denominazioni“ … zafferano cascio e carne salata - pere cotte - regalie de galine - ceci molli - cardi bianchi … ” A cavallo tra il Cinquecento e il Seicento, poi, un anonimo incisore realizzò ben duecentoquaranta tavole relative al“Ritratto di tutti quelli che vanno vendendo per Roma”, anche questi con le rispettive didascalie e, nella medesima epoca, un altro notevole repertorio grafico dal titolo “Nuovo et ultimo ritratto di tutte l’arti che vanno vendendo per la città di Roma”, con la particolarità che, in questa ultima serie, le didascalie dei venditori sono sempre accompagnate da versi rimati: “ … vedete qua come sono tenerelli e saporiti questi miei piselli … starne, tordi e altri uccelli vendo per Roma grassi, freschi e belli … “ Tutto ciò mentre, come già ricordato, il commercio gastronomico riguardante il Papa e il Clero in generale, oltre che i Principi e i Nobili, continuava a ruotare ed a vivere in un mondo a parte; una sorta di Olimpo, oltre tutto ben alimentato da un incessante viavai di doni e da grandiose processioni di commestibili, inviati in omaggio, in coincidenza dell’arrivo di sovrani e ambasciatori. Si racconta che nel giugno del 1710, essendo arrivato a Roma il Granduca di Firenze, Clemente XI, Giovanni Francesco Albani, 1700 - 1721, gli fece pervenire un rinfresco, costituito da qualcosa come centodiciotto portate fra vitelli, volatili, vini, frutti e confetture di ogni genere e il Principe Borghese, per non essere da meno, fece tenere per il medesimo rinfresco, duecento fiaschi di vino pregiato, un grosso pesce storione e quattro pani di burro. Cosa dire poi del Principe Chigi che, non potendo di certo sfigurare, spedì dieci vitelle, accompagnate da trecento fiaschi di Montepulciano, e sei faggiani? I Barberini, in quella occasione, inviarono alcuni bacili ripieni di mortadelle, prosciutti e formaggi, con l’aggiunta di due vitelle adornate con fiori rari. Naturalmente per i romani era una goduria, avevano di che divertirsi a guardare e il popolo, un tempo protagonista, è adesso ridimensionato al ruolo di spettatore, obbligato a vivere in una condizione di rustica primitiva esistenza, nella quale molte volte, per realizzare il minimo casalingo menù, si vede costretto a pescare ed a cacciare di frodo, rischiando pene tremende. Una realtà questa che non poteva sfuggire al visitatore, una realtà che colpì anche Johann Wolfgang Goethe, il grande poeta e scrittore tedesco che, in occasione del suo primo soggiorno romano, così annotava nel suo Viaggio in Italia: “ … di questo popolo non saprei dire se non che è un popolo allo stato di natura e che, pur vivendo in mezzo alla magnificenza ed alla maestà della religione e delle arti, non è dissimile d’un capello da quel che sarebbe se vivesse nelle caverne e nelle selve … ”, osservazioni dettate anche dalla circostanza, che il poeta aveva potuto constatare, di come per quel popolo fosse facile l’uso del coltello, con i conseguenti molti omicidi che ne derivavano. Ma torniamo ai nostri venditori. Si vendeva di tutto per le strade di Roma e numerosi erano i mercati a quell’epoca, come quello che si teneva tutti i mercoledì a Piazza Navona dove, in quella maestosa cornice, in un clima chiassoso ricco di voci e grida, i banchi mettevano in mostra erbe, frutta e cereali. A Campo de’ fiori stazio- Campo de’ fiori 9 i, figure, personaggi di Riccardo Consoli navano i venditori di cavalli, asini e biade; a Termini, nel mese di maggio, si teneva la fiera dei cavalli e dei puledri, successivamente spostata nel Foro Romano per disposizione di Alessandro VII, Fabio Chigi, 1655 - 1667; al Porto di Ripa Grande si trovavano i magazzini con annessa vendita di vini, salumi, frutta, piante e numerose altre merci provenienti dal mare. Circa il mercato del pesce, era questo un mondo straordinario e, come osservava il cronista dell’epoca, era praticamente impossibile fare un elenco delle diverse specie che si potevano procurare nel mercato romano, basti dire che c’era una possibilità di scelta di certo sufficiente a soddisfare qualsiasi palato. Baricentro di questo fantasmagorico mondo, le colonne corinzie e le strutture superstiti del cosiddetto Portico di Ottavia, che l’Imperatore Augusto, 27 a.C. - 14 d. C., dopo il rifacimento di quello innalzato nel 146 a.C. da Quinto Cecilio Metello, volle dedicare alla sorella e la cui originaria funzione era quella di contenitore di opere d’arte; una lapide ricorda il curioso privilegio concesso ai Conservatori (i Magistrati della città), che avevano diritto di ottenere le teste dei pesci più grossi. Di fronte la Chiesa di Sant’Angelo in Pescheria, che proprio da questo luogo prendeva il suo peculiare attributo, tra le rovine del monumento augusteo, erano posti in declivio antichi marmi levigati e infossati dall’uso, le cosiddette pietre del pesce che, talvolta provviste di un foro nel mezzo per far scorrere l’acqua, sono state protagoniste in alcuni acquerelli di Ettore Roesler Franz. Su queste pietre i nostri venditori erano soliti adagiare un po’ di verdura, per suscitare nel compratore una maggiore sensazione di freschezza. Un ambiente caratteristico e suggestivo, classiche arcate, tettoie a tenda, selciato lavorato con grossi sampietrini, un’edicola ovale con baldacchino e lume acceso, attribuivano il tocco conclusivo a questo splendido luogo; un fraticello è arrivato un po’ tardi, probabilmente per risparmiare, molte pietre sono già sgombre e ripulite, ma è riuscito lo stesso a fare la sua scelta e la sua spesa. La visione di questo mercato, che qui rimase fino a quando Pio VII, Barnaba Chiaramonti, 1800 - 1823, non fece costruire un’altra pescheria alle Coppelle, è pervenuta fino a noi, attraverso le immancabili incisioni, disegni e acquerelli, quale documentazione di un’epoca chiassosa e variopinta, ma anche per documentare un’esistenza alla quale la schiettezza del popolo romano e la turbolenza dei Rioni conferivano caratteristica di estrema vivacità. Non va peraltro dimenticato che la pescheria si trovava di fronte ad uno dei portoni del Ghetto, dal quale il commercio del pesce riceveva grande vitalità, oltre che innumerevoli motivi di colore. Tra i personaggi che animavano questo mercato i primi ad entrare in scena erano i cosiddetti cottiatori, ossia i banditori, a cui era affidato il compito di fissare i prezzi della giornata, operazione che si svolgeva nel rispetto delle numerose norme entrate in vigore nel corso dei secoli: “ … in primis qualuncha persona conducesse in Roma, quanto de nocte quanto de die tanto in Sancto Angelo quanto in qualuncha altro luoco, pescie de qualuncha generatione, in prima che scarichi esso pescie lo debiano conducere et scaricare in nelle prete de Sancto Angiolo et esso pescie lo debiano coctiare overo fare coctiare a la pena di XXV libre da applicare per la mità a la camera et l’altra mità a lo extraordinario, et simile pena siano tenuti ad pacare quelli li quali receptassino esso pescie nelle loro case … ” “ … item che nullo pescivendolo presuma da vendere la libra de lo pescie tanto de mare quanto de qualuncha altra generatione se non per li prezi ordinati et deputati per lo bandimento facto per altri conservatori passati a la pena secondo se contene in esso bandimento lo quale è registrato ne la Camera de Roma … ” Osserviamo che, a causa della delicatezza della procedura quanto per il particolare contenuto delle disposizioni, le stesse furono più volte aggiornate e modificate; ricordiamo il Cardinale Camerlengo Antonio Barberini, che instaurò una nuova disciplina nella vendita del pesce in Sant’ Angelo, allo scopo di reprimere l’abuso dei cottiatori nei confronti dei consumatori. I banchi di vendita, ricchi delle varie specie di pesci, rifulgevano nella notte dell’antivigilia di Natale, allorquando si teneva la spettacolare mostra del cottio, cioè la vendita all’ingrosso del pesce, un’antichissima tradizione risalente all’anno 542, quando il cosiddetto forum piscium o piscaria era ubicato in prossimità del Foro Romano. In tempi più recenti in questa notte il cottio diventa un avvenimento caratteristico, probabilmente irripetibile; sul posto si riversa una folla vivace e chiassosa, talvolta elegante, dagli alberghi di lusso e dalle case signorili arrivano gentiluomini in marsina, accompagnati da signore in abito da sera, che hanno interrotto i loro festeggiamenti per assistere al caratteristico spettacolo di quel mercato. Questa folla, che per sua natura dovrebbe essere semplicemente spettatrice, finisce per costituire essa stessa una parte del quadro. In questa notte sul viscido pavimento si poggiano le scarpe delle signore, scarpe di certo più adatte a calpestare i tappeti, tuttavia signore e gentiluomini si aggirano spensierati e felici tra i molti banchi e le innumerevoli ceste ricolme di pesce rilucente. 10 Prologo : “Vento lungo, fiato corto” <A SPAZZATRICE ….. CE VO’ A SPAZZATRICE …… CE VO’ L’ATOMATISMO … LE FORZE PENNEUMATICHE……… o vo’ capì o no vo capì che co sta scopetta de zeppi …. nun se pia na ceppaaa! Co tutte ste foje che voleno, oggi è peggio de “Caterina” … a tromba dell’aria ..... che schifo st’arberi … i mettessero de plastica …. a me m’ avanza de riccoje a monnezza …. ciò l’incubo der cassonetto bipede che me vie appresso de notte …... ahò… so stressata ….. tra mondezza.. smogghe e decibe …. e mettece pure che ciò sonno de mio cor regazzino che nun me dorme …… dijelo ar capoccia….. Iolanda è s t r e s s a t a a a! ...... Campo de’ fiori pronto .. pronto ….. che stai a dì? mettece du chiodi? … a li mor..(bip)..cci tua ...... a bello der sole, mo venghe lì ar deposito e te compatto e poi te smartisco differenziato!> Sarebbe stato decisamente un pomeriggio “incontro al vento” quello che mi apprestavo a trascorrere in compagnia di Claudio Todesco, chitarrista e compositore, esponente “anziano” della rock band Romana appellatasi con il nome di un vento, ZEPHIRO, la brezza dal mare, “er Ponentino” tanto caro agli abitanti della Città Eterna che, soprattutto, nei pomeriggi estivi cerca di spezzare la morsa del caldo, facendosi largo, ormai con gran fatica, fra “i palazzoni” della Capitale. Tante domande “a raffica” per sedare la mia curiosità intorno a questo quartetto costituitosi nel 2002 e movimentato dalle convergenze musicali del 35 enne Claudio Todesco (chitarre) con Giacomo “TRIS” Citro (basso), Emanuele Mancini (voce) e dal “piccolo” (…19 anni) Alessandro Inolti (batteria). Ma prima di esporsi agli “spifferi” di Claudio, qualche considerazione sulla “intensità” della musica di questa band che, faticosamente ma con grande caparbietà e professionalità, cerca il “sopravento” di una maggiore notorietà. La sequenza della “materia musicale” del cd dimostra che se si hanno le idee … e chiare, anche con (relativamente) pochi “piccioli” e competenze ben distri- buite, si può fare MOLTO! ZEPHIRO non rincorre sperimentazioni, non si accalora in assoli, non annovera “fuoriclasse dello strumento” …. MA riesce a comporre abilmente in lingua Italiana con la forza di “quattro allegri ragazzi grintosi”, che suonano dal vivo come su disco. Il cd parte a “forza nove” con il brano che può essere definito l’hit della band, il pezzo da sbarco con il maggior appeal commerciale, “Lontano da un luogo lontano”, un pop rock graffiante, facile da assimilare, sempre più spesso accolto nelle playlist di diversi emittenti radiofoniche anche a diffusione Nazionale (Radio DUE Rai, Radio DJ le ultime in ordine di tempo), cavalcato dalla duttile voce di Emanuele Mancini, una bella realtà dell’intero cd, sostenuto dalle serrate trame chitarristiche di Claudio e da una energica attività della sezione ritmica. Varcata la “porta”, la successione dei restanti 9 brani ci immerge in un mondo musicale fatto di arrangiamenti, atmosfere e soluzioni vocali intriganti che molto spesso ci fanno tornare a sonorità ora aspre ora più calde e intime tipiche degli anni ’70. Una sequenza di canzoni che testimonia di un equilibrio compositivo, generalmente, non facile da constatare nell’arco di un intero cd per una giovane band, soprattutto alla sua prima prova discografica, che la dice lunga sulla qualità artistica dei ragazzi. Spesso mi capita di dire: un opera da ascoltare ripetutamente per la giusta assimilazione… nel caso degli “ZEPHIRO”: soffia e ti prende! E allora: “ Prestame er ponentino più malandrino che ciai” … e V i a c o l v e n t o ..... degli ZEPHIRO Carlo: Ciao Claudio, ripercorriamo i primi “soffi” degli ZEPHIRO … Claudio: Per quanto mi riguarda, dopo anni di militanza in cover e tribute bands, un percorso, se vogliamo fisiologico, di formazione … una palestra, anche a giudizio degli altri ragazzi del gruppo, sorse in me l’esigenza di trasmettere qualcosa di personale, dapprima con la sola chitarra; successivamente, incontratomi con Giacomo “Tris” Citro, bassista e valido arrangiatore, con il quale mi trovo a meraviglia, insieme abbiamo iniziato a comporre e, per forza maggiore, non trovando, inizialmente un collaboratore specifico, ho intrapreso la stesura dei testi appoggiandoli su queste prime basi musicali, superando lo scalino psicologico del ritenere che le parole, i concetti, gli argomenti di cui scrivevo potessero non interessare …. insomma, mi sono buttato “musica & parole” …. devo però precisare che, con- Campo de’ fiori 11 di Carlo Cattani seguentemente all’allargamento della formazione, il “nucleo di composizione”, inizialmente incentrato sulle mie idee, adesso, fortunatamente, vede il coinvolgimento del resto della band e, personalmente, sono soddisfattissimo ed aperto ai diversi contributi, costituendo, questi “turbinii” di idee, per me, un sicuro arricchimento. Carlo: Leggendo il curriculum di ciascuno di voi, noto che avete alle spalle un percorso didattico fatto di frequentazioni di note scuole di musica Romane e di musicisti di fama quali vostri insegnanti ….. Claudio: Beh, la coscienza di una crescita dal punto di vista tecnico è viva in tutti noi e la alimentiamo con queste “frequentazioni”, anche se la musica degli ZEPHIRO è tutto tranne che tecnica ….. nel senso che l’aspetto “tecnico” è fra le righe … ci sono delle costruzioni di arrangiamento anche ricercate ma teniamo molto a considerarle come strumento per arrivare ad un buon risultato finale e non come scopo fondamentale …. in definitiva: è il brano che deve “funzionare” nel suo complesso e non singoli passaggi e/o solismi …… ecco, buone conoscenze tecniche nelle fasi di composizione ed esecuzione aiutano l’allestimento intorno all’idea musicale di base. Carlo: Ancora dalle vostre note personali, mi balza all’occhio una certa eterogeneità quanto a gusti musicali … Claudio: L’assortimento di generi alla base dei nostri ascolti giovanili ed attuali, costituisce un bagaglio culturale prezioso; le idee e gli spunti che “girano” tra noi sono presi in ampia considerazione e, fortunatamente, abbiamo molta stima reciproca e fiducia nel buon gusto di ciascuno …. lavoriamo sin dagli albori della nostra attività, nel 2002, per definire un sound che ci ben caratterizzi. Personalmente, con riferimento agli artisti Italiani, i miei ascolti vanno su periodi relativamente recenti, anche per motivi didattici, nel senso che cerco di capire la “chiave di comunicazione” dei gruppi che sono sotto i riflettori della ribalta o lo sono stati nel passato recente… ed allora sono incuriosito dalle esperienze artistiche di Subsonica, Afterhours, Timoria, Marlene Kuntz; al contempo, ascolto i favolosi King Crimson capaci di tenere alta l’attenzione sulla loro musica dalla fine degli anni 60 ai giorni nostri …. oltre tre decadi di grandi intuizioni per la presenza di musicisti “geniali” al loro interno …. apprezzo anche gli U2. Per tornare agli Italiani, i miei “fondamentali”, oltre a Lucio Battisti e un po’ tutta la truppa dei cantautori, sono la P.F.M., il BANCO, il PERIGEO con particolare predi- lezione …. gli AREA … ecco, quest’ultimi mi affascinano per le atmosfere ed il sound che sapevano conferire ai loro brani …. si si, il gradino più alto del mio gradimento lo darei proprio a loro …. poi c’era Demetrio Stratos, la VOCE, inarrivabile … un artista al 100% senza compromessi … cosa dire dei suoi video didattici anche per l’insegnamento delle tecniche vocali ai bambini? Carlo: Qual è il vostro modo di procedere nella fase di composizione dei pezzi: tante idee per tanti brani avanzando con un lavoro “a tappeto” o dedizione univoca su di un brano? re …. si questa può verosimilmente essere la nostra proporzione ……. fondamentalmente, penso che se ti viene un’idea per una canzone, è per esprimere qualcosa … ed è un peccato far disperdere quei pensieri ….. Carlo: Agli inizi del 3° millennio, quali sono le difficoltà, i sacrifici, che affronta quotidianamente una giovane band? Claudio: I sacrifici sono tantissimi in genere … se ci caliamo nella “scena musicale” Romana, se è vero che ci sono diverse etichette indipendenti è altrettanto vero che si tratta di piccole, davvero piccole Claudio: Iniziamo con il dire che siamo molto autocritici …..avere idee è fondamentale, ci mancherebbe, ma lavorare su tante ipotesi compositive contemporaneamente non è il nostro metodo operativo: “stoccare” 40 canzoni per arrivare a sceglierne 10 per un disco ci “industrializzerebbe” …… preferiamo dedicarci alla realizzazione di singoli brani ogni volta … come dire: ci chiudiamo in sala prove e ne usciamo solo con il brano che, a nostro parere, “gira” senza proprio preoccuparci di “fare mucchio”…. il risultato di questo modo di procedere è magari la definizione di 15 pezzi per sceglierne 10 da pubblica- realtà economiche e dunque ad alto rischio di “crisi” che, perlopiù, propongono pochissimo per la produzione di un disco, diciamo, una percentuale su quanto la band preventiva di spendere, in cambio di altre sconvenienti contropartite che non sto ad elencarti. Molti gruppi, gli ZEPHIRO sono tra questi, optano per l’autoproduzione perché valutano che la proposta di ripartizione dei costi avanzata da un‘etichetta rispetto a richieste “indecenti” della stessa sia, alla fine, una somma sostenibile in proprio con qualche sacrificio in più. continua a pag. 12...... 12 Mettiamoci anche che le strutture di questi discografici indipendenti molto spesso hanno uffici di promozione discutibili, distribuzione limitatissima e scarsi agganci con chi ti può portare su di un palcoscenico. Come ti dicevo, noi abbiamo scelto di autoprodurre il nostro primo cd “IMMAGINA UN GIORNO” e siamo alla ricerca di una valida distribuzione nonchè di un’agenzia di spettacolo seria che possa procurarci concerti con una certa frequenza e a più ampio raggio … noi, attualmente, con un duro e sottolineo duro, lavoro di management gestito “in proprio”, riusciamo ad esibirci in media 4/5 volte in un mese …. un dato incoraggiante viste le difficoltà che scontano qui a Roma i musicisti nostrani autori di musica originale…. il salto di qualità sarebbe di esibirci in altre parti d’Italia, cosa che “una tantum” riusciamo a realizzare in occasione della partecipazione a qualche concorso o tramite contatti personali … un’agenzia che consentisse di organizzare dei mini tour in Italia e perché no, all’estero, rappresenterebbe una bella svolta! Carlo: Le tue impressioni circa l ‘accoglienza del pubblico all’indomani dell’uscita del vostro 1° cd avvenuta alla fine di luglio del 2006. Claudio: Premesso che dopo tanta attività live, il pubblico che ci segue, soprattutto a Roma, canta le nostre canzoni ai concerti, che abbiamo pressoché esaurita la prima tiratura di copie del cd, che ci è stata data l’opportunità di aprire il concerto dei DIAFRAMMA a Stazione Birra di Morena …. beh, il feedback di tutta questa attività è stato, devo dire, molto positivo! Dalle recensioni e dai premi vinti, che sono sintomatici di giudizi di persone esperte nel settore, ma, soprattutto, ed è ciò che dà più soddisfazione ovviamente, dalle persone che alla fine del concerto acquistano il tuo cd e ti incoraggiano perché soddisfatti dell’esibizione. ….. Ecco da tutto ciò trovo, troviamo, gran gioia, poiché significa che quello che stiamo facendo ha un senso! Carlo: Ho letto alcuni articoli a vostro riguardo che vi rimandavano alla voce “rock progressivo” … Claudio: Noi ai nostri esordi ci definivamo “progressive” poi nel prosieguo della nostra attività di composizione, ci siamo sganciati Campo de’ fiori da questa e da altre etichettature anche perché abbiamo notato che l’appassionato di progressive spesso ricerca un certo determinato tipo di suono e di clichè di canzone che noi, in questa evoluzione che abbiamo maturato non proponiamo … al massimo riusciamo ad offrire qualche arrangiamento sotto le righe, qualche spunto nel brano con richiami “progressive” ma è tutto lì …. il nostro rock è il rock degli ZEPHIRO … potrà sembrare presuntuoso ma lavoriamo per realizzare una nostra personale espressione . Carlo: Soffermiamoci sulla vostra partecipazione ad alcuni rassegne e concorsi che vi hanno visto primeggiare …….. Claudio: Si, nel 2004, abbiamo partecipato e vinto un concorso, con una performance acustica, nell’ambito della trasmissione televisiva “NOTE IN OMBRA” trasmessa da un circuito di emittenti; più recentemente, nel 2006 abbiamo partecipato, vincendo, al concorso “Live music festival” tenutosi al Malibù beach di Ladispoli; a novembre 2006 abbiamo partecipato al concorso dedicato ai videoclip “Un palco per il M.E.I.” organizzato da KATAWEB (nda: “Meeting delle Etichette Indipendenti e delle autoproduzioni” una manifestazione di gran riferimento della musica che si svolge ogni anno a Faenza in novembre) vincendo con il video del brano “Lontano da un luogo lontano” contenuto in audio e come traccia video nel nostro 1° cd “Immagina un giorno” …in seguito a questa affermazione, il 26 novembre 2006 ci siamo esibiti al “M.E.I.” condividendo il palco con “RADICI NEL CEMENTO” ed “ASSALTI FRONTALI”; nel dicembre 2006 abbiamo ricevuto il “Premio Fantasia Garbatella 2006 ”; nel 2007 abbiamo partecipato e vinto: il concorso “Niiinoo Video Music Festival di Terlizzi (Ba)”, il “RomaOne Music Contest” e la “XIX edizione di Rock Targato Italia 2007” ….. il brano che ci ha dato ampia soddisfazione in audio e in video ricevendo anche una frequente diffusione radiofonica è “Lontano da un luogo lontano”…. che, a questo punto, direi essere …..il nostro HIT! Per onestà devo dire che abbiamo partecipato a diversi altri concorsi, festival …. e li abbiamo anche persi …. insomma, le abbiamo date ma le abbiamo anche prese! In linea di principio, apprezziamo molto di più quelle rassegne dove “chi ti giudica” è anche una giuria di esperti del settore musicale piuttosto che l’esclusivo voto di un pubblico, si badi, non per una mancanza di rispetto verso di esso ma proprio per una questione di criterio di giudizio: il pubblico può partecipare ma non deve essere l’unico al voto perché la “tifoseria locale” ha, molto spesso, effetti distorsivi sull’esito del concorso. Carlo: In particolare, come avete vissuto l’esperienza al M.E.I. nel 2006? Claudio: Innanzitutto, un grazie al pubblico che dal portale “KATAWEB” ci ha dato l’occasione di parteciparvi dandoci oltre 2000 voti per il videoclip di “LONTANO DA UN LUOGO LONTANO”: GRAZIE! Tutto il sabato e la domenica mattina li abbiamo dedicati a saltare freneticamente da uno stand all’altro per scambiare materiale. Nel frattempo ci hanno intervistato diversi emittenti radio televisive anche poco prima del concerto che si è svolto di domenica alle 17 alla tenda M. Il nostro live è stato ripreso ed è frequentemente mandato in onda in alcu- ne sue parti sulla web tv ”Arcoiris.tv”. Quello che al meglio ci aspettavamo di trovare lo abbiamo trovato, ovvero oltre che contatti con gli addetti ai lavori anche approcci con altre band con situazioni simili alla nostra ma sopratutto la musica con il classico rito dello scambio del CD. Siamo stati molto onorati di aver ricevuto da John Vignola, noto giornalista musicale, il premio del concorso “Un palco per il M.E.I.” di Kataweb esattamente a metà della nostra esibizione. Non ce lo aspettavamo ed è stata una piacevole sorpresa. Carlo: Il vostro “curriculum” annota una performance in apertura ad un concerto di un “gigante del rock” internazionale, Carl Palmer, l’ indimenticabile batterista della progressive British band “Emerson Lake & Palmer”. Claudio: Si, era il 4 marzo del 2005 …. sul bel palco di Stazione Birra (www.stazionebirra.it) ....... ad oggi, il momento più emozionante del nostro cammino … pensandoci bene, ci metterei anche due altre esibizioni, quelle al Centrale Del Tennis di giugno e luglio sempre del 2005 … l’emozione di una grande e folta arena; beh, avere un personaggio come Carl Palmer, un protagonista indiscusso della storia del rock, al lato del palco in attesa di salire per la sua esibizione, mi ha dato… ci ha dato, un’emozione superiore ….. Carl si è dimostrato una persona molto disponibile, si è fatto delle foto con noi, ci ha manifestato la sua stima ..….pochi momenti prima e dopo il concerto, con qualche scambio di battute con il nostro cantante Emanuele,… prima di essere assalito dai fans e dai giornalisti di stampa e tv. Consentimi, a tal proposito, di ringraziare lo staff di STAZIONE BIRRA e in particolare il direttore artistico Dante Colavecchi, che ci ha dato fiducia nonostante avessimo realizzato soltanto poche decine di concerti: grazie DANTE per quell’occasione e per le altre che continui a darci e a dare ad altre giovani bands di musica originale di Roma e dintorni! CLAUDIO TODESCO DEGLI ZEPHIRO CONTINUERA’ “A SPIFFERARCI” SUL PROSSIMO NUMERO DI CAMPO DE’ FIORI. 1° Intermezzo <Pronto… pronto… er deposito? ..so quella de prima …. la monnezzara Jolanda … Jolanda Folletto .. sto sur teritorio…. si .. a viale delli Maratoneti …. oggi nu nè propio aria de riccoje vo ho già detto co a chiamata de mezzore fa ….. o volete capì …. cioè … me spiego … te volevo di che c’è troppa aria per ramazzà …. che dichi ….. te stò a cojonà? …. oggi nu ne aria pe riccojeeee…. ma nu ne aria pure pe capisseee.. me sa!…. QUI CE VONNO le forze speciali de la monnezza….. li soffioni rotanti….. A SPAZZATRICE TOMAUTICA … quella ce vò e BASTAAA! ….. mica me posso mette a core per riccoje la mondezza e tutte ste foje che me stanno a dribblà ….. che dichi?… si gioco “A OMO”? .. ahò … si tu se n’omo… fatte riconosce …. che quanno che rientro ar deposito lasso er caretto e te venghe a cercà pe fatte diventà un puzzle che manco co listruzzioni te rimonteno !….> Continua sul prossimo numero... 14 Giorni e nuvole; Italia- Svizzera; 2007. Regia: Silvio Soldini; soggetto: Doriana Leondeff, Francesco Piccolo, Silvio Soldini; sceDofneggiatura: riana Leondef, di Francesco Piccolo, M. Cristina Caponi Federica Pontremoli, Silvio Soldini; interpreti: Margherita Buy; Antonio Albanese; Alba Rohrwacher; Giuseppe Battiston; Fabio Troiano; Carla Signoris; Paolo Sassanelli; Antonio Carlo Arancini; Teco Celio; Arnaldo Ninchi; costumi: Silvia Nebiolo; Patrizia Mazzon; scenografia: Paola Bizzarri; musica: Giovanni Venosta; montaggio: Carlotta Cristiani; distribuzione: Warner Bros. Pictures; durata: 116’. Avete presente quando qualcuno pone in piedi le tessere del domino, distanziandole leggermente l’una dall’altra? Basta far cadere la prima addosso a quella successiva, per causare un effetto a catena molto coreografico, detto, appunto, effetto domino. È esattamente ciò che avviene nel nuovo film di Silvio Soldini, Giorni e nuvole, presentato nella sezione premiere della Festa del cinema di Roma. Al fine di descrivere la crisi occupazionale di un’Italia allo sbando, il regista di Pane e tulipani ricorre ad una tranquilla coppia della upper class nostrana, sradicandola da ricchi salotti borghesi per gettarla nella degradata periferia genovese, a fare i conti con precariato e disagio. In Giorni e nuvole, Soldini descrive l’ironia irreale della vita quotidiana. Come definire altrimenti la perdita di certezze che incombe su Elsa (Margherita Buy) e Michele (Antonio Albanese), coppia felicemente sposata da ben 20 anni? Loro hanno tutto ciò che si possa desiderare. Lui: un lavoro ben avviato in una società nautica. Lei: una laurea in tasca in Beni culturali e un futuro da restauratrice d’opere d’arte. E ancora: una casa accogliente, una figlia di nome Alice (Alba Rohrwacher) con la testa sulle spalle (seppur contestata per via della convivenza con un fidanzato proletario) e un florido conto in banca. Eppure, le nuvole irrompono a squarciare un cielo limpido, cornice di giorni un tempo felici. Infatti, i soci di Michele recedono il suo contratto di lavoro e, a lui, non resta che cercarne un altro. Ma, ahimé, ritrovarsi licenziato a quarant’ anni e dover essere costretto ad inviare curriculum a destra e a manca è estremamente frustrante e degradante. Ogni certezza svani- Campo de’ fiori Giorni e nuvole sce. A questo punto, bisogna solo stringere i denti e ricostruire una nuova esistenza e, probabilmente, anche un tipo di rapporto sentimentale più equilibrato, in grado di tollerare le avversità della vita. Tutto avviene in una continua ed inarrestabile escalation; giorno dopo giorno lo spettatore allibito assiste alla loro incurante discesa agli inferi. I protagonisti di questa tragicommedia, comunque, rispondono in maniera estremamente diversa rispetto agli input esterni: Elsa si rimbocca le maniche e, pur di guadagnare, accetta un lavoro in un call center, che irrimediabilmente la costringe a dire addio ai suoi preziosi affreschi. Da questo istante, sarà lei a portare, oltre i soldi, anche i pantaloni in casa. L’altra faccia della medaglia e, al contempo, della disperazione è il marito. La sua virilità viene castrata da un mercato del lavoro che lo rifiuta o cerca di reinvestire le sue “risorse umane” solo per lavori umili; come quando s’improvvisa imbianchino o tappezziere, insieme ad alcuni suoi ex dipendenti. Una confusione comportamentale si fa strada in lui, al punto di alternare stati catatonici ad una sfrenata rabbia emotiva. Le loro strade sembrano perennemente sul punto di dividersi, chissà se riusciranno ancora a ritrovarsi e a rinnovare i voti matrimoniali… Dopo Pane e tulipani e Agata e la tempesta, Soldini opta per una collaborazione con una major (la Warner, associata alla Lumière di Lionello Cerri) e calca, per la prima volta, il red carpet del Rome Film Fest. Non è, tuttavia, l’unico regista italiano a presentare la sua opera in questa prestigiosa vetrina: il 19 ottobre è stato il giorno di La giusta distanza di Carlo Mazzacurati, men- tre il 24 ottobre è stato proiettato L’uomo privato di Emidio Greco, per non parlare poi dell’attesissimo La terza madre di Dario Argento. Tornando al testo filmico, si nota innanzi tutto un dato: l’autore non ha esitato a dire addio alla commedia corale dai toni surreali che gli aveva valso la notorietà, per calarsi in un’atmosfera indiscutibilmente neorealista, seppur velata da un tocco poetico. E lo fa prendendo di petto un tema di scottante attualità come quello del precariato. La decisione di prediligere Genova, come scenario perfetto in cui far interagire la coppia sul baratro BuyAlbanese, si è rivelata senza dubbio azzeccata. E lo stesso dicasi per le scelte registiche, tese a prediligere fluidi piani sequenza, incalzati da una frenetica macchina a mano. La vita privata dei due protagonisti, piombati alla sprovvista dalle stelle alle stalle, è analizzata dal registaentomologo con fina sollecitudine. Spiazzante, dicasi a questo punto, l’interpretazione degli interpreti: una Buy meno nevrotica del solito e un Albanese a tratti comico nella sua drammaticità. Gli ingredienti ci sono tutti; malgrado ciò, a volte, Soldini calca troppo la mano affastellando istanti a tratti noiosi e sviluppi narrativi assolutamente ovvi (vedasi il prevedibilissimo rapporto extraconiugale che la donna si concede sul luogo di lavoro). Concludendo, il giudizio su questa commedia sentimentale che s’alterna al dramma sociale rimane volutamente in sospeso, ma con un filo di speranza per il nuovo cinema italiano, esattamente come il finale di questo lungometraggio. 16 Campo de’ fiori di Gianni Bracci CONDOGLIANZE Il sig. G. parlava con la bocca attaccata al citofono, quasi volesse mangiarlo: ”Sbrigati, B., devo anche passare a casa del commendator Paolini !” Alle sei avevano la partita di calcetto settimanale, alla quale non sarebbero mancati per nulla al mondo. G. e B. erano cresciuti a pane e cioccolata, scuola e pallone. Più pallone che altro. Poco più che bambini, si ritrovavano presto, giusto appena pranzato, al campo sportivo comunale insieme agli altri amici d’infanzia; anche in inverno, quando la tramontana faceva gelare le mani e arrossire le guance. Gli anni erano passati, ma la passione rimasta immutata, anche se il peso dell’età (e della pancetta) ormai si faceva sentire. “Perché dovremmo passare da Paolini?” chiese B con una certa insofferenza, mentre dirompeva giù per le scale del palazzo tanto che, per fare prima, non aveva neppure chiamato l’ascensore. “Perché è morto !” rispose G laconico. “Ma scusa, lo conoscevi?” chiese l’altro un po’ stupito per quella premura. “Così…. ci salutavamo.” “E allora, dove cavolo andiamo? A fare brutte figure? Magari non ci si fila nessuno.” “Senti, io sono il Presidente dell’Associazione Amici del Centro Storico. Quando muore un qualsiasi notabile di questa città mi sento in lutto….. Se poi succede al Presidente dei Reduci della Grande Guerra, ancor di più, se permetti…. conosco un pò anche la moglie, una lontana cugina di mia madre…. senza contare che dovrebbe essere già andato Sindaco, assessore alla Cultura, parroco e tanti altri: non posso mancare proprio io.” “E’ un funerale o un convegno?!” “Non puoi capire. Che ci parlo a fare con te?! Ci devo andare e basta. Saluto e poi andiamo al campo. Tu vieni a farmi compagnia: dove vado da solo…Hai mai visto un Presidente andare in giro da solo?” “A me sembrano tutte elucubrazioni” rispose il sig. B stupito e, soprattutto, non molto entusiasta all’idea di dover partecipare al luttuoso evento. Salirono in casa. Salutarono, esprimendo con serioso cipiglio le loro condoglianze. Il sig. G si avvicinò alla vedova che, nel ringraziarlo, lo abbracciò calorosamente, facendolo sedere vicino a lei. La donna, visibilmente scossa dal grave lutto, cominciò a parlare per dare sfogo alla sua profonda tristezza d’animo. Raccontò al Presidente e agli astanti che la circondavano solidali, come era morto il povero marito, quindi la loro vita, i cinquant’anni di matrimonio, la guerra, i tedeschi, la medaglia al valor militare, i debiti contratti subito dopo sposati per acquistare il negozio di tessuti, nell’evidente intento di esorcizzare il profondo cordoglio interiore, povera donna! G, ini- zialmente, si sforzò di ascoltarla partecipe e commosso quando, dopo un po’, cominciò a realizzare che da lì a poco sarebbe iniziata la partita di calcetto. Avrebbe voluto smarcarsi dalla signora vedova, come avrebbe fatto con qualsiasi difensore avversario: lei invece continuava a parlare e, anzi, gli si portò ancora più vicino, stringendolo con l’avambraccio. B guardò G spalancando gli occhi come per dire:<< Inizia….>> G, sempre con la mimica del viso, stringendo le labbra, gli fece capire:<<Come faccio, aspetta….>> Era un grosso problema, anche perché i compagni sarebbero rimasti in otto <<Dovranno giocare a portieri volanti ….sempre che non manchi qualcun altro……>> pensò, cominciando a disperare nella possibilità di raggiungere il resto del gruppo. B gli fece un cenno muovendo velocemente la mano per dire:<< Me la svigno…>>, proprio mentre la vedova aveva iniziato la storia delle fedi nuziali donate alla causa fascista. Senonchè G, imperterrito, mentre accennava un sorriso di circostanza, con la mano a mò di “stop”, gli impose di aspettare e, quindi, con l’abilità di un grande diplomatico, si sfilò dalla stretta della signora e, con un espressione solenne di profondo rammarico mista a rassegnazione, esclamò: “Vabbè, vi devo proprio lasciare: ho una riunione importante, mi stanno aspettando. Di nuovo condoglianze signora” . Si defilò velocemente lasciando tutti di stucco, non prima di averli baciati tutti, uno per uno, ed aver accennato un disordinato segno della croce davanti alla salma. Arrivarono appena in tempo, gli altri stavano già sul campo a scaldarsi. Mentre si spogliavano, B chiese all’amico: “Dura la vita dell’uomo impegnato, eh !” “Ma, ti dirò…. Dopo un po’ ci fai l’abitudine” rispose il sig. G in assoluta franchezza, vergognandosi un po’. Campo de’ fiori 18 Associazione Artistica Ivna Artisti di Vignanello, Vallerano, Corchiano, Civita Castellana condividono l’arte a cura della Prof.ssa M.Cristina Bigarelli I colori che camminano sui fondali marini nella pittura di Maria Finesi Maria Finesi nasce a Civita Castellana il 19 agosto 1932. Lo slancio pittorico di Maria agisce fin dagli anni dell’infanzia, periodo della sua vita durante il quale ama disegnare. I ricordi dell’emozione, che prova a disegnare mentre gioca, la portano a comprendere, man mano, che disegnare è l’attività più bella. Inizia con la china, l’acquarello, la tempera e poi l’olio. In età adulta fa la scoperta di tecniche nuove ed inconsuete, che le danno l’opportunità di cimentarsi con un metodo di pittura ad olio senza l’uso dei pennelli, spatole o altro, ripercorrendo i cunicoli più remoti della coscienza, fino ad inabissarsi nei fondali marini che ella propone come immagini del suo mondo protetto, apparentemente silenzioso, anche se non privo di colori e di suoni “loquaci” o tacitati, che sfumano dall’azzurro fino a modellarsi in spumeggianti, schiumose e morbide onde biancastre, che fanno supporre un suono, una voce modulata, dipendente dallo stato d’animo: terre dello spirito, sono questi i “supporters” della produzione artistica di Maria Finesi. Negli anni ricerca e sperimenta il figurativo e poi l’ astratto. Diversifica molto e poi rinforza. L’olio è quello che le dà più soddisfazione. Il suo talento viene orientato verso una pittura particolarmente astratta e spontanea, ispirata a tecniche innovative americane. Quando i colori sono diluiti, camminano, creando fondali marini, campagne, incendi. La fantasia viene, da sola, relegata al caso e poi, per dare movimento, esce fuori dal blu e si affida al rosso acceso, quello dell’incendio, dando un forte tocco di temerarietà, di coraggio che le situazioni difficili dell’esistenza ri-chiedono. Il bianco è il contrasto che ci trasporta senza difficoltà in un naturale, consequenziale rigurgito, che trascina l’idea astratta verso le realistiche immagini pittoriche da ella stessa affidate al destino. L’acqua, come liquido del grembo materno, nutre, “crea” e spinge l’essere fuori, nel mondo! I marosi, accostati idealmente ai cieli azzurri, ai cavalloni schiumosi, si infrangono contro le coste della nostra mente, dei nostri sensi, purificandoli, dando forma a bianche vette ben definite, inconfondibili, nette e terse. Una parte di bianco è sempre presente, lasciandolo mescolare all’altro colore non più di tanto. Tutto permette di fissare il colore intenso, senza mai assopire l’ energia vitale come l’ancestrale vagito della vita. Viterbo - Roma - Civita Castellana Vallerano - Porto D’Ascoli - Teramo www.lisi-bartolomei.com Campo de’ fiori 21 11° Mini Festival “Città di Viterbo” Ormai possiamo dirlo forte: la 11° edizione del Mini Festival “Città di Viterbo” – la cui finale si è tenuta domenica 2 Dicembre al Teatro San Leonardo di Viterbo – è stata la più equilibrata di sempre, con un livellamento verso l’altro dei partecipanti che ha tenuto tutti con il fiato sospeso fino alla proclamazione dei tre vincitori (uno per ogni categoria). Alla fine, mai come stavolta, c’erano quindi tre concorrenti felicissimi e… diciassette da consolare, dato che pressoché tutti ambivano, legittimamente, almeno al podio. E sì che già l’essere arrivati in finale è stato un traguardo mica da ridere… Tant’è, la grande giuria di qualità – presieduta dal “tenorissimo” Antonio Poli, ancora così giovane (21 anni) ma già così bravo! – ha emesso, con freddezza, lucidità e competenza, i seguenti “verdetti”: Cat. 6-10 anni: 1. Valeri Davide (10 anni, Villa San Giovanni in Tuscia), con il brano “La ballata dell’amore cieco” (F. De Andrè); 2. Anesini Giulia (9 anni, Viterbo), con il brano “Brucia la città” (I. Grandi); 3. Gaeta Simona (6 anni, Orte), con il brano “La mia bidella candida” (Zecchino d’Oro). Cat. 11-14 anni: 1. Anselmi Chiara (13 anni, Villa San Giovanni in Tuscia), con il brano “Amami per sempre” (A. Grè); 2. Andrè junior! Indicativo dell’emozione che prende tutti i partecipanti una volta sul palcoscenico è il fatto che – a dispetto di tantissimi nuovi iscritti – sono stati i più “esperti” ad avere la meglio. Il Premio Stampa Campo de’ fiori per la migliore interpretazione è stato assegnato a Francesca Piergentili. L’organizzazione ha poi assegnato il “Premio simpatia” non ad un concorrente, bensì all’imitatore Roberto Tozza, che ha reso meno seriosa l’attesa per i risultati della giuria, cosa che hanno fatto anche il cantautore Antonello Giovanni Budano e le “vecchie glorie” Beatrice Burchiani, Luca Tallevi, Paride Achilli e Gian Marco Piccini. Quest’ultimo ha anche offerto la sigla iniziale che, in anteprima nella sua versione finale, è stata “Rosa vive con noi”, inno dei Mini Facchini di S. Rosa, composta da Giorgio Sdinami e dal M° Gianfranco Pirroni. La serata è stata presentata, come sempre, da Pierluigi Alberti con la supervisione di Paolo Moricoli. Pa r t i c o l a r m e n t e gradite e significative per le bellissime parole spese, sono state le preI vincitori del Mini Festival con Pierluigi Alberti, senze di Giancarlo Paolo Moricoli e il Presidente della Provincia Gabbianelli Alessandro Mazzoli (Sindaco di Viterbo) ed Piergentili Francesca (13 anni, Corchiano), Alessandro Mazzoli (Presidente della con il brano “Ti sento” (Matia Bazar); 3. Provincia di Viterbo), entrambi alla loro Stornelli Giulia (11 anni, Gallese), con il “prima volta” al Mini Festival ed entusiasti brano “Insieme” (Mina). per il livello artistico ed il seguito della Cat. 15-18 anni: 1. Karimi Giulia (16 anni, manifestazione; praticamente all’unisono Monterosi), con il brano “Nobody’s wife” hanno assicurato il sostegno degli Enti da (Anouk); 2. Andreoli Mirko (17 anni, loro presieduti al nostro concorso, anche Viterbo), con il brano “Pensieri e parole” per il futuro! Come sempre rapido ed inci(L. Battisti); 3. Piergentili Silvia (16 anni, sivo è stato l’intervento di Pino Genovese Corchiano), con il brano “Nothing compa(Presidente di “Viterbo con Amore”), che res 2 you” (S. O’Connor). ha presentato la campagna di solidarietà C’è stata, quindi, la conferma di Chiara dell’Associazione per il 2007/2008. Ai primi Anselmi nella seconda categoria (è la tre classificati di ogni categoria è andato il quarta volta che vince il Mini Festival: il trofeo con l’esclusivo logo del Mini Festival prossimo anno sarà solo ospite!), ed il ed un CD – offerto da www.viterbowebtv.info – che darà la possibilità di effetritorno alla vittoria – a tre anni di distanza tuare un viaggio per due persone al prezdalla prima volta – di Giulia Karimi nella zo di una; Tuscia in Jazz Festival, invece, terza. Tra i più piccoli, invece, davvero sorha offerto ai primi tre classificati della cat. prendente è la padronanza dei testi e della 3 la possibilità di partecipare, gratuitagestualità di Davide Valeri, davvero un De Il Direttore consegna a Francesca Piergentili il Premio Stampa Campo de’ fiori mente, ai suoi stage formativi estivi. Al primo classificato di ogni categoria è andato un ulteriore “trofeo musicale” offerto da Personal Style di Civita Castellana. Il primo della categoria dei “grandi” potrà, inoltre, incidere un CD demo in una sala di registrazione professionale. Come ormai arcinoto, l’11° Mini Festival “Città di Viterbo”, è un concorso canoro riservato a ragazzi/e da 6 a 18 anni (divisi in tre categorie) che l’Associazione “Omniarts” – in collaborazione con Corriere di Viterbo, Etrurialand, Il Messaggero, Melting Pot, Nuovo Viterbo Oggi, Radio Verde, Tuscia in Jazz e www.viterbowebtv.info – organizza con il contributo della Provincia di Viterbo e dei Comuni di Viterbo – Assessorato alle Politiche Giovanili -, Marta e Ronciglione, nonché della Pro Loco di Marta, e che fa parte degli eventi di solidarietà portati avanti da “Viterbo con Amore”. Ringraziamo di cuore gli sponsor che hanno reso possibile la manifestazione: Flaminia Ceramiche, Gruppo Servizi Ambientali, Veteres, P.S.A., Mancini Costruzioni Generali, Opel Ciminauto, Pizzeria Il Monastero, Porter Tavern, Banca di Credito Cooperativo di Ronciglione. … e poi Roberto e Vittorio per la regia e Massimo Luziatelli per le splendide fotografie! Arrivederci all’anno prossimo… a meno di sorprese molto presto! p. Ass. OMNIARTS Paolo Moricoli P.S.: ma volete proprio sapere quale è stata la cosa migliore? Gigi il Lungo (Pierluigi Alberti) ed Antonello (Giovanni Budano) che hanno improvvisato la sigla di “Lupin III” dopo una presentazione “stellare” da parte del sottoscritto: della serie “Ormai non ci vergognamo più di niente”! 22 Campo de’ fiori lo o a P n ella Sa Civit Rimanendo sempre nella provincia di Roma, ci fermiamo a Civitella San Paolo, un piccolo paese di 1670 abitanti, che dista circa 50 km dal capoluogo di Provincia. Si estende per una di Ermelinda Benedetti foto Mauro Topini superficie totale di 20,53 chilometri quadrati ad una altitudine media di 195 m sul livello del mare. STORIA Il paese è sicuramente di origine romana e due sono le ipotesi più probabili, o che nacque nel 396 a.C., quando i superstiti di Capena, distrutta dai Romani, vi si stanziarono, dando il nome di “Civitas de Colonis (o Collinis)”, oppure che fosse una delle sette città “Capenati federate”, cioè del vasto Agro guidato da Capena, come farebbe supporre il nome stesso. Tale area confinava a nord con i Falisci, ad est con i Sabini, a sud con i Latini e ad ovest con gli Etruschi ed era attraversata dalle strade Flaminia e Tiberina. A testimonianza della sua antica origine romana sono state rinvenute due importanti necropoli, una in località Moneteverde, l’altra in località San Martino. Ma i primi documenti scritti che certificano Le guide di Camp l’esistenza di Civitella risalgono agli inizi del 1000, dai quali risulta che Civitas de Collinis, nell’Alto Medioevo, fu uno dei possedimenti della Basilica di San Paolo fuori le mura, come testimoniano le bolle di conferma di beni e privilegi di Gregorio VII del 1081, di Anacleto II antipapa (1130), di Innocenzo III (1203), di Onorio III (1218), di Gregorio IX (1236), di Carlo IV Imperatore (1396), di Bonifacio VIII (1392) e di Eugenio IV (1442). L’intento di donare numerosi castelli a San Paolo aveva come fine ultimo la creazione, sulla sponda opposta del Tevere, di uno stato monastico feudale, fedele alla Santa Sede, in contrapposizione all’Abbazia di Farfa, ligia agli Imperatori. Diverse famiglie si succedettero nel governarla, tra cui i Malatesta da Rimini, i Grimaldi da Genova, i Salvati di origine umbre, i Casilli e i Duranti, e, man mano che nel Lazio subentrarono nuovi potentati, il castello fu soggetto alla contesa di famiglie che avevano possedimenti nei paesi vicini. Alla fine dell’XI secolo fu usurpato da Teobaldo di Cencio, ma poi il figlio Stefano, durante il Pontificato di Pasquale II (1099-1118), lo restituì ai monaci e successivamente Anastasio, Priore di San Paolo, per ordine dello stesso Pasquale II, diede in enfiteusi a Stefano vari castelli, tra cui quello di Civitella. Nel 1427, grazie alle nepotistiche donazioni di Martino V, diventa, in parte, proprietà di Odoardo Colonna. Nel 1434 vennero inviati 30 fanti armati per sostenere l’esercito di Eugenio IV, impegnato a Bracciano contro quello di Nicolò Fortebraccio. Quattro anni dopo fu concesso, dallo stesso Eugenio IV, in enfiteusi ai condottieri Giorgio e Battista Ridolfini da Narni, per scontare un debito di 5000 fiorini. Nel 1448, il castello e il borgo furono ricomprati dai monaci di San Paolo, per 2000 ducati. Il territorio di Civitella, a differenza di altri beni abbaziali dei benedettini di San Paolo, che furono alienati a varie famiglie nobili, continuò ad appartenere all’Abbazia anche in epoca moderna. Proprio ai monaci è dovuto l’operato di arricchimento del paese, dal punto di vista architettonico ma anche di pubblica utilità, come, ad esempio, la costruzione delle mura, delle mole, lo statuto pergamenaceo, risalente al 1618, e le chiese di Santa Maria, San Giacomo e San Lorenzo. ITINERARIO TURISTICO Di grande impatto visivo e assai suggestivo è il castello medievale, che doveva far parte di una complessa e forte cinta muraria difensiva, munita di torri, che circondava l’abitato. La sua posizione, infatti, di controllo sulla Valle del Tevere, è strategica. Il mastio risale al IX secolo e fu costruito, probabilmente, dalla Famiglia Cenci, mentre la Rocca quadrilatera, con ampio fossato e ponte levatoio, unico punto di accesso al borgo, insieme a Porta Capena, fu realizzata nel XIV secolo dai Monaci di San Paolo, ai quali, per lo più, Civitella appartenne. Sulla parte superiore del portale, non più chiuso dal ponte levatoio, ormai fisso, è possibile ammirare un ornamento con lo stemma di San Paolo, sormontato dalla corona baronale, di cui furono fregiati gli abati del monastero di San Paolo, dal Re d’Inghilterra, protettore della basilica. Il castello, al suo interno, è dislocato su quattro livelli: un salone sotterraneo, il piano terra, un primo piano, i cui soffitti sono realizzati con un sistema di volte e stipiti in pietra, e il terrazzo. Quest’ala è collegata da uno stretto corri- Campo de’ fiori 23 po de ’ fiori doio ad un’altra ala, composta, a sua volta, di due stanze, con alto soffitto a volte. Nel XV secolo, le mura venne adeguate alla potenza delle nuove armi da fuoco, con l’aggiunta di un bastione pentagonale. Vennero, inoltre, rimosse le tegole, che deturpavano i merli guelfi, essendo Civitella sotto la protezione del Papa. Fu, poi, costruito il palazzetto residenziale che affianca il castello e ingloba la adiacente chiesa di Santa Maria, la quale, per molti anni, ha ospitato le suore Battistine e l’asilo, ed è, attualmente, sede del municipio. La chiesa di San Lorenzo è la più antica del paese, come testimonia un documento nel 1218, dove viene menzionata, e sorge sui resti di una precedente villa romana. Originariamente era composta da un unico ambiente rettangolare, con copertura a capanna e un abside terminale. Secondo quanto riportato su una lapide posta al suo interno, nel 1693 fu eretta la cappella di Santa Maria del Soccorso e nella prima metà del secolo successivo, ai lati della porta d’ingresso, vennero costruite a destra la cappella di San Filippo Neri, in cui sono state collocate due lapidi con iscrizioni in latino del XVI secolo, recanti in basso lo stemma della famiglia Malatesta, e a sinistra quella di San Lorenzo, ornata con decorazioni a stucco di gusto settecentesco. La cappella centrale, più grande delle altre due, è coperta da una cupola ellittica. La chiesa è affiancata da un romitorio, citato, per la prima volta, nel 1726, in occasione di una visita pastorale, all’interno del quale è riconoscibile un tratto di muro romano. Nel 1868, quando l’antico tempio di San Giacomo e il cimitero annesso furono smantellati, per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale, l’edificio divenne chiesa cimiteriale. Rimase, poi, chiuso per più di vent’anni e ed è stato riaperto solo nel 1999. Il monastero di Santa Scolastica fu costruito nel 1934, per volontà del Cardinale Schuster, quando nel 1918, fu eletto Abate di San Paolo fuori le mura, con l’intento di dare nuovo slancio alla vita benedettina. Il progetto fu portato avanti dal suo successore, l’abate D. Ildebrando Vannucci, a causa della nomina di Schuster ad Arcivescovo di Milano. In un monastero benedettino, la biblioteca, dopo la chiesa, è il luogo più importante, e i libri sono strumenti di crescita morale ed intellettuale. Fin dalla fondazione, infatti, si volle accentuare l’interesse per gli studi e per la cultura, tanto che la biblioteca del monastero comprende circa 20.000 volumi. A parte esistono un fondo Sofia Vanni Rovighi, dono dell’illustre docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e un Fondo Martinelli, proveniente da una grande famiglia fiorentina. Bella da vedere ed ideale per una salutare passeggiata all’aria aperta è l’area naturalistica denominata CoronaSant’Andrea, prospiciente l’abitato di Civitella San Paolo, con una superficie di circa 149 ettari. Il toponimo “Corona” deriva dalla disposizione delle querce presenti, riguardo le quali si tramanda che nel 1300 il loro taglio coincise con una forte pestilenza, così da arrivare a pensare che fino ad allora esse avevano protetto la popolazione dai venti del contagio. Tra i mammiferi che popolano la riserva sono presenti la martora, la fama, la donnola, il tasso, la volpe, l’istrice, il riccio, il cinghiale e la lepre; tra i rettili, la vipera europea. All’interno del parco sono stati creati, inoltre, un campo sportivo e uno da tennis, un’area per i pic-nic e giochi per bambini. TRADIZIONI E FESTE Festa di Sant’Antonio Abate Festeggiamenti in onore del Santo protettore degli animali, il 17 gennaio. Sagra della castagnola Festa in onore del dolce tipico del periodo carnevalesco, che viene distribuito gratuitamente, per l’occasione, a tutta la popolazione. Processione dei canestri La festa più caratteristica del paese che si tiene il primo maggio. Ha origine dai riti pagani dei romani, ma con l’avvento del cristianesimo ha assunto valore liturgico di solennità, in onore dei Santi compatroni Filippo e Giacomo. La processione è aperta da giovani con grandi crocifissi di legno, seguono ragazze in costume tradizionale, che tengono sul capo cesti ornati di fiori. Al termine della corteo religioso vengono distribuiti i pani benedetti che portano impressi i simboli dei due santi. Festa di San Giacomo Festeggiamenti in onore del Santo patrono del paese, il 25 luglio. Alla parte religiosa si affiancano spettacoli musicali e ricreativi. Festa della Madonna Festeggiamenti in onore della Beata Vergine Maria con processione e giochi popolari, l’8 settembre. Festa dei sapori Per far conoscere e incentivare i prodotti tipici locali, vengono organizzati stand gastronomici con distribuzione gratuita di porchetta, dolci e altri prodotti tradizionali, al ritmo di tanta musica. SAPORI TIPICI Caratteristico ed esclusivo di Civitella San Paolo è il cosiddetto cacione, un tortello con un ripieno di zucca macinata, farcita con noci, mandorle, nocciole, cacao e liquori. È un dolce tipico natalizio, che per la sua particolarità è stato presentato nella trasmissione di Antonella Clerici, La prova del cuoco. Si menzionano inoltre l’olio e il vino locale, di ottima qualità. CURIOSITA’: Ma lo sapevate che… Il più anziano del paese ha 95 anni. Il cognome più diffuso è Zappaterreno, seguono Malatesta e Stefani. Mississippi con al centro New Orleans. Quella musica così formatasi, ebbe un rapido processo evolutivo in alcune grandi città del Middle West e dell’Est come Chicago e New York in primis e, fin dalle prime fasi, il Jazz perdette molti dei suoi caratteri folkloristici per diventare musica d’arte e d’intrattenimento; allo stesso tempo va detto che agli inizi la parola Jazz non era usata per individuare un genere musicale, tanto è vero che il c.d. rag-time, che già furoreggiava negli anni a cavallo dei due secoli e, che pure aveva con il Jazz una comune origine afro-americana, non veniva individuata con questo nome. Qualche tempo addietro mi sono deciso, per i motivi che dirò più avanti, a scrivere qualcosa sul Jazz, il risultato è stato un lavoro dal titolo “il mondo del Jazz - breve rivisitazione attraverso ricerche, foto, vecchi ricordi”, parzialmente qui riproposto. Avendone fatto omaggio di una copia a Sandro Anselmi, non potevo di certo fare diversamente, leggo sull’ultimo numero di Campo de’ Fiori un articolo a firma dello stesso Direttore da me molto apprezzato, non già per i complimenti che egli ha voluto riservarmi, quanto per il riferimento a quella che è stata, molti anni or sono, una delle mie giovanili passioni. Apprezzo molto l’idea dello stesso Direttore di aprire una rubrica su questo particolare genere musicale, apprezzo e ringrazio per l’ospitalità che mi sarà ancora una volta offerta e, prima ancora di dar corso a questo nuovo impegno, che spero possa interessare i lettori, desidero ringraziare oltre che Sandro Anselmi, la redazione tutta e in, particolare, Cristina, Ermelinda e Sonia per il loro costante, importante e sempre apprezzato impegno. Ancora poche righe per precisare che questa nuova rubrica da me curata tratterà inizialmente della “Storia del Jazz” completata da pochi cenni storici riguardanti alcuni tra i più prestigiosi musicisti e le loro bands; in un secondo momento, allorquando si parlerà dei musicisti di ultima generazione, la rubrica sarà curata da Filippo Maria Fortuna, un giovane molto valido musicista, anche piuttosto simpatico, che ho avuto occasione di conoscere e apprezzare da non molto tempo. Il Jazz nasce negli Stati Uniti d’America, del resto soltanto quì ciò poteva succedere, è in America infatti che arrivarono i primi neri provenienti dalla costa occidentale dell’Africa sulla navi negriere con i loro ritmi complessi ed eccitanti, è in America che arrivarono gli europei con i loro canti popolari, le loro danze e le loro marce; i neri americani non fecero altro che metabolizzare quelle per loro nuove melodie aggiungendovi il proprio ritmo, oltre che il sentimento profondo degli Spirituals e la forza dei loro canti di lavoro, è da questa del tutto particolare miscela che nasce il Jazz. Per ricordare quelle che sono state le sue probabili origini, va subito detto che il Jazz potrebbe avere avuto inizio nel lontano 1639, con lo sbarco di uno sparuto gruppo di pochi schiavi comperati in Guinea e trasportati sulle coste della Virginia, ma sarebbe obiettivamente troppo se pensassi di cominciare da così lontano, del resto, già molti autorevoli autori hanno provveduto in tal senso, penso quindi che sarà sufficiente iniziare da New Orleans e dagli avvenimenti dei primi anni del XIX secolo collegati a questa città posta sul Delta del Mississippi. Di Jazz si parla da circa ottanta anni, ma appare obiettivamente difficile attribuire una precisa data di nascita a questa musica poichè è impossibile stabilire, con data certa, quando il folklore degli afro-americani acquistò quelle peculiarità tipiche del Jazz; si può però ragionevolmente affermare che il Jazz cominciò a prendere forma in una vasta zona della valle del In pratica il Jazz si identifica con la figura del creatore e dell’esecutore che si fondono nella persona del solista il quale improvvisa o, quanto meno tende ad improvvisare, sulla base di un canovaccio costituente una traccia per lui e per chi con lui collabora nelle esecuzioni musicali; il Jazz è, non poteva essere diversamente, espressione dei suoi solisti, ossia di quei musicisti che via via acquisteranno fama e onore in tutto il mondo tanto che, ad un certo punto, solo per citarne alcuni, Louis Armstrong sarà“l’imperatore del Jazz” e Bessie Smith “l’imperatrice del Blues”. continua sul prossimo numero...... Campo de’ fiori 27 L arco di Settimio Severo Alle pendici del Clivio capitolino, vicino ai Rostri, lungo la strada trionfale che portava al Campidoglio, si trova l’arco trionfale dei Severi, giunto a noi pressoché intatto. di L’arco a tre fornici, con Cristina Collettini un passaggio centrale e due laterali più piccoli, fu fatto erigere dal Senato tra il 202 ed il 203 d.C. in onore dell’imperatore Settimio Severo (193-211 d.C.), in occasione dei primi dieci anni del suo impero, per celebrarne le vittorie in Partia (corrispondente agli attuali Iran e Iraq), con le due campagne militari concluse nel 195 e nel 203, e in Arabia e forse anche per commemorare le sue numerose cariche istituzionali. L’arco era dedicato anche ai suoi due figli Caracalla e Geta benché il nome di quest’ultimo oggi non appaia sull’iscrizione, in lettere bronzee incassate nel marmo col tempo andate perdute, riportata su entrambe i lati dell’attico: IMP · CAES · LVCIO · SEPTIMIO ·M · FIL · SEVERO · PIO · PERTINACI · AVG · PATRI ·PATRIAE · PARTHICO · ARABICO · ET/ PARTHICO · ADIABENICO · PONTIFIC · MAXIMO · TRIBVNIC · POTEST · XI · IMP · XI · COS · III · PROCOS · ET/ IMP · CAES · M · AURELIO · L · FIL · ANTONINO · AVG · PIO · FELICI · TRIBUNIC · POTEST · VI · COS · PROCOS · P · P/ OPTIMIS · FORTISSIMISQVE · PRINCIBVS /OBREM · PUBLICAM · RESTITVTAM · IMPERIVMQUE · POPVLI · ROMANI · PROPAGATVM/ INSIGNIBVS VIRTVTIBVS · EORVM · DOMI · FORISQVE · S · P · Q ·R Trad. “All’Imperatore Cesare Lucio Settimio Severo, figlio di Marco, Pio, Pertinace, Augusto, padre della patria, Partico, Arabico e Partico Adiabenico, Pontefice Massimo, rivestito della potestà tribunizia per l’undicesima volta, acclamato imperatore per l’undicesima volta, console per la terza volta, proconsole; e all’Imperatore Cesare Marco Aurelio Antonino, figlio di Lucio, Augusto, Pio, Felice, rivestito della potestà tribunizia per la sesta volta, console, proconsole, padre della patria, di ottimi e fortissimi principi, per aver salvato lo stato e ampliato il dominio del popolo romano e per le loro insigni virtù, in patria e all’estero, il Senato e il Popolo Romano”. La quarta riga è chiaramente frutto di una rielaborazione: sono visibili dei fori che dovevano sostenere delle lettere di bronzo che non coincidono con quelle attuali. Difatti, la scritta “optimis fotissimisque princibus” sostituisce l’origina“Septi-mio ria Getae nob. Caesari” ovvero la dedica a Geta, l’altro figlio di Settimio Se-vero. Alla sua morte, Setti-mio Severo aveva lasciato l’impero indiviso ai due figli ma Caracalla, per assicurarsi il potere assoluto e governare da solo, nel 212 fece uccidere il fratello e cancellare il suo nome da tutti i monumenti pubblici, incluso l’arco in questione. I due fornici laterali, preceduti da gradinate, erano destinati ai pedoni, mentre sotto il grande fornice centrale passava una strada, ora scomparsa, che era probabilmente ad un livello più alto di quello che vediamo oggi. L’arco sorge su di uno zoccolo in travertino, presenta una struttura in mattoni e travertino, rivestita di lastre marmoree ed è decorato su tutti e quattro i lati con dei rilievi, purtroppo molto erosi, che rappresentano le vittorie sui Parti e sulle popolazioni arabe. I tre fornici sono inquadrati da colonne composite poggianti su alte basi su cui sono rappresentati dei soldati romani con prigionieri parti. I fornici laterali e quello centrale comunicano mediante due piccoli passaggi arcuati. In uno dei pilastri si trova una porta da cui, mediante una scala, si raggiungeva l’attico, diviso in quattro stanze. Come si evince da una moneta del 204 che lo rappresenta, originariamente al di sopra dell’arco doveva esserci una quadriga di bronzo trainata da sei cavalli, con gli imperatori. Ciò che più colpisce dell’arco è la sua ricchissima decorazione. Sopra l’archivolto del fornice centrale, due Vittorie alate portano trofei dirette verso la chiave di volta, dove è rappresentato il dio della guerra, Marte; ai piedi delle Vittorie, le personificazioni delle quattro stagioni. Le chiavi di volta dei fornici minori rappresentano le teste di quattro divinità, due maschili e due femminili, delle quali è però riconoscibile solo Ercole; sugli archivolti, divinità fluviali, in due dei quali sono stati identificati il Tigri e l’Eufrate, e sopra queste un piccolo fregio, ora quasi del tutto eroso, rappresentava il trionfo dell’Imperatore, con il corteo che lo accompagnava al Campidoglio. Infine, i quattro grandi pannelli a rilievo sopra i fornici minori costituisco la parte più importante della decorazione scultorea, con la rappresentazione dei momenti più salienti delle imprese militari contro i Parti. Lo stile decorativo richiama quello della Colonna di Marco Aurelio, con la lettura degli episodi dal basso verso l’alto, che si ritrova nei monumenti romani dove l’osservatore guarda verso l’alto, ma quel che più colpisce è la modalità decorativa, che rappresenta scene di massa, ben lontane dalla tradizione greca della rappresentazione dell’individuo isolato. La figura dell’imperatore è però su di un piano rialzato, emerge dal resto della folla, quasi ad assurgere un ruolo divino. Evidente l’uso del trapano che permette incisioni molto più profonde con l’effetto di forti ombre che accentuano la tridimensionalità delle scene rappresentate. Sono aspetti questi, che diventeranno caratteristici dell’arte tardo-antica prima e medievale poi, ben più evidenti, come si è visto in precedenza, nell’Arco di Costantino, fatto innalzare circa un secolo dopo. Come tutti i monumenti della romanità, anche l’Arco dei Severi subì nel tempo alterne vicende. Nel periodo medievale, nel fornice centrale fu adattato un negozio di barbiere, mentre a ridosso dell’arco fu fatta erigere una torre appartenente ai nobili Bracci (o Brachis) ma facente parte del sistema difensivo realizzato dalla famiglia Frangipane. Gli interventi di dissotterramento dell’arco iniziarono nel 1803, sotto Pio VII, ma si conclusero definitivamente solo nel 1898. 28 Campo de’ fiori Come eravamo Natale la festa di tutti Sembra ieri, quando da queste pagine celebravo il Natale facendo un parallelismo tra le vecchie tradizioni, che purtroppo vanno scomparendo, e la caotica consumistica attesa, che lo etichettano come festa fatta di di Alessandro Soli regali superflui e grandi abbuffate. Ma è passato ancora un anno, un altro anno, con i suoi avvenimenti, che hanno caratterizzato, nel bene e nel male la nostra vita. So che corro il rischio di ripetermi, ma l’argomento è questo e gioco forza, non posso stravolgere l’importanza che ha, questa ricorrenza, per tutti noi. Nessuno toglierà a chi crede, la gioia e l’emozione della Santa Messa di mezzanotte, sempre uguale nei suoi riti, ma così diversa nei sentimenti. Sono passati più di duemila anni, ma i cristiani pur cambiati dalla civiltà e dal progresso sia per tradizione, che per fede, continuano ad affollare le chiese e vanno a rendere omaggio al re dei re. Nessuno riuscirà a frenare la spasmodica corsa di mamme, papà e parenti, all’acquisto di regali, di piccoli pensierini da donare ai propri cari. Nessuno oserà dire alle nonne di non cucinare i piatti tradizionali che da sempre hanno rallegrato le nostre tavole. Nessuno ci impedirà di organizzare le grandi tombolate o il classico sette e mezzo, nessuno ostacolerà il luccichio dell’ albero di Natale, sempre acceso, e sempre presente nella quotidianità natalizia, nessuno fermerà la nostra mano quando a mezzanotte metteremo nella minuscola mangiatoia, il piccolo bambinello simbolo I MIEI NIPOTINI !!! Da destra Dorotea, Letizia, Davide e Paolo Maria della natività. Non vedo l’ora di sedermi al cenone della vigilia quando, mangiando di magro, potrò gustare ancora una volta i broccoli fritti, la borragine e tutto ciò che l’umile pastella fatta di acqua e farina, ha reso con l’olio bollente, cibo insuperabile. Per non parlare poi del pranzo di Natale, con i suoi cappelletti in brodo, quel brodo in cui ha navigato il cappone o la gallina, che diverranno poi la base per il più classico “allesso”. Di seguito l’arrosto sia esso composto da agnello o altro nobile “pennuto”, tralascio volutamente i contorni, e arrivo decisamente al dolce, con l’immancabile panettone o pandoro, contornati dai dolcetti tradizionali fatti in casa da mamme e nonne. Poi tra un’abbuffata e l’altra, dovendo rimanere tra le mura domestiche, giù con la tombola (tanto pe’ fa contenti i regazzini), e col sette e mezzo, sperando poi, magari sul tardi, nel classico “pokerino” tra amici (quelli più stretti). E allora amici, godiamocelo questo Natale, ognuno come vuole, ognuno come crede, ma non tralasciamo le tradizioni, perché sono e saranno sempre il legame, il collante tra il nostro passato e il nostro futuro. Non dimentichiamo però in questi momenti che vedono le famiglie riunite in allegria, le persone che soffrono, perché ammalate, quelle meno abbienti, le persone sole e perché no, le persone che ci hanno lasciato, con le quali abbiamo trascorso tanti e tanti momenti felici. Buon Natale a tutti! Campo de’ fiori 30 CENTRO DI CONSULENZA Neuropsichiatrica, Psicologica, Logopedica, Psicopedagogica Via T. Tasso 6/A - Civita Castellana (VT) Tel. 0761.517522 Cell. 335.6984281-284 www.centroceral.com [email protected] Cosa possono fare gli insegnanti in classe se sono presenti bambini con disturbo specifico di apprendimento (dislessia-disgrafia-discalculia-disortografia) Al centro delle ultime normative scolastiche c’è il concetto dell’individuazione del percorso formativo che deve portare verso l’uguaglianza degli a cura della Dott.ssa esiti, non solo delle Sandra Falzone opportunità; a Logopedista sostegno di ciò, il Ministero della Pubblica Istruzione ha divulgato una circolare Prot. n° 40099/A/4 del 05/10/04 in cui si invitavano gli insegnanti all’uso di strumenti compensativi e dispensativi che colmino la discrepanza esistente tra un ragazzo adeguato e un ragazzo con disturbo specifico di apprendimento. Tra gli strumenti compensativi essenziali vengono indicati: -Tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto, e dei vari caratteri. -Tavola pitagorica. -Tabella delle misure, tabella delle formule geometriche. -Calcolatrice. Registratore -Computer con programmi di video-scrittura con correttore ortografico e sintesi vocale. Per gli strumenti dispensativi, valutando l’entità e il profilo della difficoltà, in ogni singolo caso, si ritiene essenziale tener conto dei seguenti punti: -Dispensa dalla lettura ad alta voce, scrit- tura veloce sotto dettatura, uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline. -Dispensa, ove necessario, dalla studio della lingua straniera in forma scritta. Programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio a casa. Organizzazioni di interrogazioni programmate. -Valutazioni delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma. Ulteriori strumenti possono essere utilizzati durante il percorso scolastico, in base alle fasi di sviluppo dello studente ed ai risultati acquisiti. I bambini con Disturbo Specifico di apprendimento possono avere una valutazione differenziata ai sensi della circolare del 5 Ottobre 2004, Prot. n° 40099/A/4. in particolare una valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma (gli errori ortografici possono essere evidenziati e non valutati); una valutazione in rapporto alle capacità e alle difficoltà del bambino. La valutazione dovrebbe aiutare gli alunni a diventare consapevoli delle proprie capacità e dei propri miglioramenti. COSA FARE CON UN RAGAZZO CON DISTURBO SPECIFICO DI APPRENDIMENTO? -Incoraggiare il ragazzo e lodarlo. Condurre ogni sforzo per costruire la fidu- cia in sé. Trovare qualcosa in cui riesce bene. Assegnare meno compiti: ad. es. fargli usare testi ridotti non per contenuto ma per quantità di pagine. -Valutare il contenuto del lavoro scritto, non l’ortografia. -Valutare le risposte orali. -Fornire più tempo per copiare alla lavagna. -Lasciare lavorare il ragazzo con il testo aperto. -Fargli capire che comprendete le sue difficoltà senza compatirlo. -Fargli usare , dove necessario, gli strumenti compensativi . -dispensarlo dallo studio delle lingue straniere in forma scritta. COSA NON FARE CON UN RAGAZZO CON DISTURBO SPECIFICO DI COMPORTAMENTO? -Evitare di farlo leggere ad alta voce (se vuole leggere non impedirglielo). -Non correggere “tutti” gli errori nei testi scritti. -Non dare liste di parole da imparare a memoria. -Evitare di fargli ricopiare il lavoro svolto. -Non paragonarlo agli altri. Evitare di definirlo lento, pigro, svogliato o stupido. L angolo Misterioso Nella foto accanto è riportata una via di Civita Castellana. Sapresti dirci il nome della Via? I primi tre che, telefonando in redazione, daranno la risposta esatta, riceveranno un simpatico omaggio offerto da: Civita Bevande. Campo de’ fiori 31 Campo de’ fiori 32 CIVITONICI ILLUSTRI Il Professore Dino Brizzi di Enea Cisbani Il Professore DINO BRIZZI, illustre docente dell’Istituto d’Arte per la Ceramica di Via Antonio Gramsci, nasce a Civita Castellana il 9 Settembre 1937. Pittore, grafico e designer, il suo nome è indissolubilmente legato alla centenaria storia del prestigioso istituto scolastico civitonico e della ceramica locale in generale, quale anticipatore delle moderne figure dei progettisti di arredi per il bagno, che rendono ad oggi Civita Castellana leader nazionale del settore. Nel 1950 si iscrive alla Scuola Professionale per la Ceramica, l’attuale Istituto d’Arte, dove si diploma brillantemente nel 1953. Nello stesso anno si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Via Ripetta in Roma, frequentando i corsi di pittura e scenografia. Dopo aver conseguito il diploma superiore dell’Accademia di Belle Arti, nel 1958 si iscrive alla facoltà di architettura di Roma di Valle Giulia, che frequenta soltanto per due anni, in quanto, nel 1959, viene chiamato dal preside Alfredo Crestoni per l’insegnamento di disegno dal vero nell’Istituto d’Arte. Disegno dal vero, disegno geometrico e progettazione ceramica, sono le materie insegnate dal professore Dino Brizzi durante la sua carriera scolastica, dominata da una grande professionalità e rigore intellettuale, valori che rendono ancora attuale la sua figura di docente e persona di cultura. Nel 1963 il preside Alfredo Crestoni lascia la direzione dell’Istituto d’Arte e gli subentra Tommaso Peccini. Per la scuola, gli anni ’60 rappresentano un momento di grande fervore creativo ed artistico, grazie anche alle numerose rassegne ed esposizioni, con esiti positivi e di buona risonanza locale e regionale, attraverso una produzione ceramica incentrata sul pezzo unico, artistico e chiaramente riconducibile alla mano del singolo artefice. Le indiscutibili doti di progettista ceramico del professore emergono negli anni ’70, durante la presidenza del professor Castagna attraverso la partecipazione a numerose rassegne nazionali della ceramica di Faenza, con oggetti ceramici di indiscutibile bellezza e attualità, conservati tuttora nella raccolta storica della scuola. Tra i docenti di quegli anni vanno certamente ricordati per la loro lunga e costruttiva attività Luigi CARDINALI, Remo CRESTONI, Franco GIORGI, Luigi PAOLELLI, Fernando SACCHI e Franco VALERI. Nel 1981, durante la presidenza del professor Sergio LERA, è il protagonista della creazione dell’indirizzo tecnologico, accanto a quello ordinamentale della ceramica, volto a definire gli aspetti propriamente tecnologici della ceramica nello studio e ricerca di nuovi impasti ceramici e smalti policromi di moderna concezione. Non soltanto docente, ma anche una figura impegnata nel sociale e nella politica locale. Negli anni ’80, infatti, è segretario locale del Partito Socialista Italiano; dal 1975 al 1984, consigliere comunale e membro della commissione edilizia, tuttora ricordato per il suo impegno, il rigore e la professionalità. Negli anni ’70 è componente del consiglio d’amministrazione del- l’ospedale Andosilla, che unitamente all’Istituto d’Arte e all’industria ceramica locale, rappresentano i valori fondanti e perenni della storia civitonica. Docente, politico e designer, il professore lascia l’insegnamento nel 1990. Per lunghi anni, parallelamente all’attività scolastica, svolse quella di progettista ceramico presso la Ceramica Catalano, anticipando di tanti anni le figure dei moderni e brillanti designer, distinguendosi per l’accurata e approfondita conoscenza della materia ceramica e delle più avanzate tecniche progettuali. Il famoso “tecnigrafo” del professore Dino Brizzi, sul quale sono stati concepiti tanti progetti ceramici durante la sua trentennale attività di docente, è tuttora conservato nell’Istituto d’Arte. La sua carriera termina nel 2002 quando improvvisamente muore a Civita Castellana. Campo de’ fiori Debora Attanasio 33 Ringrazio tutti coloro che mi hanno rintracciata, pur non conoscendomi di persona, solo per esprimere il loro entusiasmo riguardo al mio articolo pubblicato nel numero scorso di Campo de’ fiori intitolato Salviamo l’Andosilla. Non mi aspettavo tante manifestazioni di affetto dai cittadini di Civita Castellana e vi informo che, per accontentare coloro che mi hanno chiesto una copia in più della rivista da far leggere ad altre persone (le ho finite subito ed è andato a ruba ovunque), ho trascritto il testo dell’articolo sul mio blog, all’indirizzo deboraattanasio.blog.excite.it. Vi prego inoltre di scrivermi all’indirizzo [email protected] ogni volta che volete segnalare un disservizio, un problema, o una lode di quello che accade nella vostra città. Cercherò di usare i mezzi a mia disposizione per portarlo a conoscenza di tutti. Grazie ancora a tutti. Sul precedente numero di Campo de’ fiori abbiamo avuto il piacere di leggere la bella testimonianza della nostra collaboratrice Debora Attanasio, riguardo l’ospedale Andosilla di Civita Castellana. Anche il signor Antonio Mulè, conosciuto come Nino, ha voluto servirsi delle pagine della nostra rivista per ringraziare pubblicamente la struttura di endoscopia digestiva del nosocomio locale, diretta dal Dott. Gino Giuseppe Giuri, certamente all’avanguardia. Il signor Nino rischiava di non farcela, ma l’intervento immediato al quale è stato sottoposto, e si é sottoposto con coraggio, lo ha sottratto alla morte. Non potrà mai esprimere abbastanza la sua gratitudine nei confronti di tutti coloro che si sono impegnati per salvargli la vita, in particolar modo, il Prof. Gino Pasquini e il Dott. Alessandro Savio, senza dimenticare tutto il resto dello staff. “Questo é veramente il minimo che potessi fare”, dice Nino. Siamo certi che molte altre persone vorranno unirsi al suo ringraziamento nei confronti di tutto il personale ospedaliero dei vari reparti, nel quale riponiamo tutta la nostra fiducia e al quale chiediamo sempre il meglio. 34 Campo de’ fiori Sesto Quatrini: dal cuore alla musica La Musica: un mare di note in cui tutti si possono tuffare ma dove solo pochi riescono a nuotare. Solamente chi riesce a percorrere agevolmente questo fluttuare e rincordi Erminio rersi di note, riesce a traQuadraroli sformare le vibrazioni del Cuore in Musica. Plasmando al meglio le sue percezioni più profonde, il giorno 18 ottobre 2007, presso il Conservatorio de L’Aquila “A. Casella”, Sesto Quatrini ha brillantemente consegui- to la laurea in Composizione con la votazione di 110 e lode trasformando le sue sensazioni in forti emozioni. Sotto l’attenta guida del Maestro S. Prodico il poliedrico Sesto ha diretto con sicurezza e raffinatezza la sua composizione “Sinfonietta in otto movimenti” eseguita con intensa bravura dall’orchestra “Città Aperta”. Nonostante la sua giovane età, Sesto Quatrini ha tutte le carte in regola per diventare un esponente di spicco della realtà Ronciglionese e non solo…infatti oltre ad essere un esperto attore di teatro è anche già un eccellente compositore. Lo dimostra il Concorso di Composizione svoltosi a L’Aquila, in memoria di Alfredo Casella, dove ha incantato il pubblico presente arrivando al primo posto assoluto con un concerto per flauto e gruppo strumentale. Il raggiungimento di questo traguardo è stata la conferma della determinazione e delle mille doti che porteranno il nostro compaesano Sesto verso i traguardi migliori per la sua realizzazione personale. Campo de’ fiori 36 L’angolo ... cin cin di Letizia Chilelli La suddivisione dei vini e come va divisa la scorta Occupiamoci in questo numero, della suddivisione dei vini e di come va disposta la “scorta” che spesso facciamo nelle nostre cantine, anche perché l’errore più grande che si riscontra e quello di riporre i vini alla rinfusa e poi di dimenticarsi, col passare del tempo, delle bottiglie di cui si dispone. Queste trascuratezze di solito costano molto care, spesso infatti ci si ritrova con bottiglie che non ricordavamo di avere, o con bottiglie che non abbiamo ma credevamo di aver messo in cantina, o molto peggio: quante volte, infatti, vi è capitato, magari durante una cena importante, di imbattervi in bottiglie ormai “andate” di vini bianchi o di pronta beva che hanno la tendenza a deteriorarsi e che quindi vanno consumati nel minor tempo possibile ma che avete dimenticato in cantina per chissà quanti anni? Vi suggerisco, quindi, una “scaletta” di vini che non possono mancare in cantina e alla quale prestare attenzione per fare in modo di non aver poi le classiche “brutte sorprese”: vini bianchi nazionali - vini bianchi esteri - vini rossi nazionali -vini rossi esteri - spumanti nazionali - champagnes. Consideriamo anche la possibilità di tenere nella nostra cantina vini speciali, liquori o aperitivi. Quindi teniamo conto anche di questi settori: aperitivi nazionali ed esteri - liquori nazionali o esteri - bibite e birre - sciroppi e punches. INDOVINELLO Un bravo cantiniere, o la buona padrona di casa, che si dedica a questo hobby, deve tenere almeno un quaderno con le annotazioni fondamentali, specie se si acquista vino sfuso e da bere rapidamente, in modo da ricordare con esattezza in che mese ed in che anno ha effettuato l’imbottigliamento. Paragrafo a parte meritano le etichette, senza le quali le nostre bottiglie cadrebbero nell’anonimato. Il suggerimento che voglio darvi è quello di preparare delle etichette che possono essere fatte al Computer o ancora meglio comprare le etichette che si attaccano sui quaderni di scuola, che incollerete sul dorso delle bottiglie con le indicazioni di base (il nome del vino, la località da cui proviene e l’annata). Vi assicuro che personalizzandole con dei disegni riguardanti il “mondo dell’enologia”, quando presenterete a tavola la vostra bottiglia con etichetta fatta in casa, farete un vero figurone, a patto però che il vino valga davvero l’etichetta che avete creato!!!! Riprendendo il discorso sulla ubicazione del vino in cantina, ricordo che le bottiglie è meglio conservarle (in posizione orizzontale) con questo criterio: - nei ripiani o nei comparti più bassi delle scaffalature: spumanti nazionali ed esteri e champagnes; - sempre in basso, nella seconda fila delle scaffalature: i vini bianchi; Siamo 12 fratelli, sono nato per secondo, ma sono il più piccolo. Chi sono? - nei ripiani intermedi: vini rosati e vini rossi molto giovani; - in alto: i vini rossi di moderato invecchiamento; - più in alto di tutti: vini rossi di grande invecchiamento e vini liquorosi. Questa suddivisone dal basso verso l’alto tiene conto delle varie temperature a cui andranno successivamente serviti i vini a tavola: quelli infatti da servire freschi o freddi si trovano in basso, poiché si presuppone (salvo eccezioni) che il pavimento sia il punto più freddo di una cantina. Non dimentichiamo però che spumanti e affini meritano, qualora non avessero raggiunto la temperatura ideale, una sosta nel cestello del ghiaccio! Inoltre, grazie a questa disposizione,possiamo trovare anche un “motivo di comodità del prelievo”,anche perché i vini spumanti si usano più raramente, mentre i vini rossi giovani e i bianchi da pasto sono bevuti praticamente ogni giorno. I vini molto invecchiati, inoltre, si usano più raramente di qualunque altra bottiglia, alcune volte vengono bevuti solo in circostanze solenni, quindi spesso restano in cantina per decenni ecco così spiegato il motivo di alcuni “ritrovamenti”in vecchie cantine di vini di altre epoche e di bottiglie che spesso superano il traguardo di uno o più secoli! I primi tre che, chiamando in redazione, daranno la risposta esatta dell’indovinello, riceveranno un simpatico omaggio offerto dalla profumeria GLAMOUR Protegge i tuoi valori Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25 01033 Civita Castellana (VT) Tel.0761.599444 Fax 0761.599369 [email protected] Campo de’ fiori Bandiere dal Mondo Sapresti dirci a quale nazione appartiene questa bandiera? Il primo che, telefonando in redazione, darà la risposta esatta riceverà un simpatico omaggio dalla gioielleria Ponte Vecchio. IL PERSONAGGIO MISTERIOSO Di lato è riportata la foto di un famoso attore. Sapresti dire di chi si tratta? I primi cinque che, telefonando in redazione, daranno la risposta esatta riceveranno un simpatico omaggio offerto dalla profumeria Paolo e Concetta 37 Campo de’ fiori 38 della Prof.ssa Maria Cristina Bigarelli Insieme... alla Confe Quando i giovani studenti posizioni e intuizioni buone ce ne stanno per convertire “la grande macchina energetica” del nostro mondo ormai , quasi in “over dose” di tecnologia, che si estende anche oltre i confiIn alto a sx il Maestro Bigarelli, in basso da sx il Dott. Mattia Stella e ni dell’occidente senza e il Dott. Bruno Velani guardarsi indietro… Alla Conferenza sono intervenuti…il Dott. Mattia SELLA che ha illustrato “IL petrolio, una storia antica”,il Dott. Bruno VELANI che ha illustrato il mercato del petrolio La prima grande manifestazione ed il suo futuro e il Dott. Rosario D’AGATA dell’Associazione Artistica IVNA di che ha illustrato l’attualità della figura di Vignanello si è tenuta nei locali dell’exMattei. cinema comunale in un’atmosfera pregna DENTRO LA CONFERENZA di D. di entusiasmo, di ansia e di sorpresa che Gasperini in collaborazione con M. Paglia, le performances dei relatori hanno susciS. Di Pasquali, P. Quirani ed altri studenti tato nei presenti: pubblico numeroso, per delle classi quinte di Caprarola, con anneslo più giovane, ha reso l’avvenimento più so servizio fotografico e televisivo. vivace che mai ! La speciale partecipazio…c’eravamo tutti, noi ragazzi delle classi ne ed il coinvolgimento delle classi terze quinte e delle quarte…è stata un’occasiodell’I.C. “G. Falcone e P. Borsellino” di ne unica ! Tanta esperienza, competenza, Vignanello, degli studenti della neo nata chiarezza su un argomento così attuale sede Associata dell’Istituto d’Arte “U. nella nostra vita quotidiana: IL PETROLIO! MIDOSSI” di Vignanello, degli allievi delle Abbiamo incontrato il Presidente classi dell’Istituto Professionale di Stato dell’Associazione, Eraldo Bigarelli, lui stesdei Servizi Alberghieri e della Ristorazione so tecnico e specialista nel campo petroli“P. Canonica” di Caprarola e dei numerosi fero, nonché artista pittorico, ha illustrato docenti e dirigenti, ha generato interesse gli obiettivi culturali in vari ambiti affere partecipazione attiva degli studenti premando che la nascita dell’Associazione senti che si sono impegnati in una produaccompagnerà la crescita dell’Istituto zione giornalistica vera e propria, coordid’Arte di Vignanello. Con questa conferennati dai prof.ri A. Belloccio e A. Battaglioni. za si vuole tentare di dare il più possibile Gli studenti dell’IPSSAR hanno svolto informazioni tecnicamente precise sulla anche servizio di rappresentanza, coordistoria, sulla formazione del prezzo del nati dal Prof. R. Minciotti. La Mostra storipetrolio, sui rischi che derivano da un uso ca, con proiezione di filmati, è stata visitaeccessivo dello stesso con il supporto di ta anche dagli alunni delle classi terze tecnici e studiosi nel settore. della scuola primaria di Vignanello e dalle Il Sindaco di Vignanello Ing. Federico scuole medie di Corchiano, Vasanello e Grattarola e l’Assessore alla Cultura Canepina. Dott.ssa Sabrina Sciarrini ci confermano L’attenzione del pubblico presente nella che questa Associazione è stata favorita sala ha garantito uno svolgimento chiaro e dall’Amministrazione Comunale con l’obietpiacevole, intercalato dalla proiezione di tivo di divulgare la cultura sul territorio in filmati storici che rappresentano l’Italia tutte le sue forme. Il Dott. Mattia Sella, dello sviluppo e della cultura. scrittore del libro “Il Petrolio, una storia I pannelli dell’Archivio Storico ENI hanno antica”, ha spiegato che l’avventura del arredato le grandi pareti del cinema, rivepetrolio ha inizio circa nel 1850 con la sua stendole di significato storico evidenziando distillazione per la produzione di kerosene, l’importanza del petrolio e dell’operato del combustibile per le lampade, anche se il Primo Presidente ENI, Enrico Mattei. La suo utilizzo risale alla preistoria, quando IVNA ha voluto portare una ventata di culveniva utilizzato per decorare alcuni vasi, tura storico-economica italiana. Dunque ! datati perfino 6500 A.C ,oppure come Grande interesse, grandi ansie intorno al medicinale. L’uso degli idrocarburi (bituproblema del petrolio ed il suo futuro: supme, nafta, asfalto) aveva seguito lo svilup- po della civiltà fin dalle sue origini: dalla scienza delle costruzioni, nell’antica Mesopotamia, alla pavimentazione delle strade nell’Europa del XIX secolo; dai procedimenti funerari degli Egiziani alla medicina del rinascimento; dai prodotti per ingrassare e proteggere i materiali fino al combustibile per le lampade. Nei primi tempi la produzione principale era quella della Pennsylvania, negli Stati Uniti, ma seguirono presto molti altri Paesi. In alcuni di questi era già presente, da tempo, l’estrazione di petrolio e bitume che veniva utilizzato per altri scopi; dopo il 1860 si cominciarono ad introdurre le nuove tecniche di perforazione e distillazione. Nel 1880 Thomas Alva Edison brevetta la lampadina ad incandescenza. Con l’energia elettrica il mercato del petrolio sembra non avere più un futuro, ma nel 1886 Karl Friederick Benz inventa il motore a scoppio. Nel 1903 i Fratelli Wrigth effettuano i primi voli con l’aereo da loro realizzato e in quello stesso anno Henry Ford inizia a produrre automobili. Il petrolio troverà così sempre nuovi campi di utilizzo e la domanda di questa materia prima continuerà a crescere in maniera esponenziale fino a determinare e condizionare gli aspetti economici e politici di tutto il mondo. Ma questa è un’altra storia. Nel periodo di transizione in cui stiamo vivendo, le dinamiche che riguardano il campo energetico, le risorse disponibili sono destinate ad esaurirsi, ma avranno ancora molti anni prima di vanificarsi. Il Dott. Bruno Velani ha risposto alle domande riguardanti il futuro del petrolio: “E’appassionante leggere le articolate discussioni che dissertano quando e come finirà il petrolio, e cosa lo sostituirà. Forse analoghe preoccupazioni accompagnarono un secolo fa l’esaurimento dei primi giacimenti della Pennsylvania (a 200 m di profondità!). Chissà se ci fu chi propose di tornare all’olio di balena, meno inquinante e “rinnovabile”, se si fosse incentivata opportunamente la riproduzione dei capodogli? E’facile ironizzare sulla scarsa capa- il Dott. Rosario D’Agata e il Dott. Bruno Velani Campo de’ fiori 39 erenza “Il petrolio, quale futuro?” incontrano l’esperienza che fa cultura Il Prof. Alessandro Battaglioni, il Dott. Mattia Sella e la Prof.ssa Maria Cristina Bigarelli cità umana di prevedere l’avvenire, anche in virtù della tendenza dell’ esperto” a concentrarsi sugli aspetti che già conosce, senza uno sguardo laterale che contempli ipotesi alternative o addirittura rivoluzionarie. Clamoroso a tale riguardo lo scienziato inglese che, paventando l’aumento delle carrozze a cavalli a Londra a fine 800, calcolò esattamente a 4 piedi e 7 pollici lo spessore del letame che avrebbe sommerso tale sventurata metropoli nel 1915. Ovviamente il fattore rivoluzionario che tale “esperto” non sospettava nemmeno era l’introduzione del motore a scoppio. Un altro elemento costante di errore è rappresentato dalla tendenza insopprimibile ad estrapolare nel futuro i parametri odierni applicati a fenomeni complessi. Questi ultimi invece dimostrano sempre di possedere degli equilibri intrinseci che contrastano l’espansione incontrollata di un elemento rispetto a tutti gli altri. Si poteva supporre che ai ritmi di consumo degli anni ‘60, le materie prime ed in primis il petrolio, si sarebbero esaurite in pochi anni. Ciò in effetti non e’avvenuto, anche perché l’industria ha saputo ridurre il consumo di moltissime materie prime, riciclandole, usandole più spartanamente o sostituendole con prodotti meno rari. Rispondendo alla domanda: “quando finisce il petrolio?’ e “cosa lo può sostituire?’ -francamente mi sembra di sentire lo scienziato inglese di fine 800, perché diamo per scontato che il motore a scop- pio per la mobilità privata , di gran lunga il maggiore responsabile dell’esplosione dei consumi petroliferi negli ultimi 100 anni, goda di ottima salute ed abbia un futuro radioso. Cosa possa sostituirlo non è ora evidente, ma mi sembra probabile che abbia raggiunto un punto critico dove parecchie alternative con caratteristiche innovative potrebbero scalzarlo rapidamente. Se posso esprimere un’opinione personale, la sua estinzione non avverrà per l’esaurimento del petrolio, ma per la congestione del traffico e per le connesse emergenze ambientalistiche. Dubbi analoghi su quanto riguarda il calcolo delle riserve. A parte il disinvolto confondere riserve certe con quelle probabili e possibili che si riscontra in ogni estrapolazione nel futuro, dobbiamo umilmente ammettere che in un secolo di ricerche abbiamo a malapena grattato la pellicola superficiale del globo: su questi dati basiamo i nostri calcoli. Nessuno ha mai considerato come fonti aggiuntive alcuni fenomeni intriganti, quali gli enormi ammassi di idrocarburi idrati intravisti al fondo delle fosse oceaniche e sotto gli scudi granitici e la scoperta che molti corpi celesti hanno atmosfere di idrocarburi semplici. Non sarà da rivedere la teoria della origine organica degli idrocarburi, tornando alle vecchie tesi dei fisici tedeschi di inizio 900, che ne sostenevano l’origine inorganica? Vorrei soffermarmi sull’utilizzo delle energie rinnovabili, contando sempre che una futura e probabile riduzione dei costi ne renda fattibile l’utilizzo su vasta scala. Nessun scienziato che ne predica i vantaggi spende molto tempo sul concetto fisico fondamentale della concentrazione. Esemplificando: con le gocce di pioggia non ci muovo niente, ma se la pioggia e’ concentrata da una valle, posso farci una diga e produrre molti megawatt. Questo concetto si dovrebbe applicare già al sole, al vento, alla geotermia etc. anche se pochi se ne preoccupano, relegando così le fonti rinnovabili ad un utilizzo marginale. Un’ ultima considerazione: ricordo che negli anni 70 il Premio Nobel per la fisica Abdus Salam scoprì le relazioni matematiche tra le forze elettromagnetiche e quelle nucleari deboli. Si disse che, conoscendo le leggi, si sarebbe potuto trovare rapidamente un modo di produrre enormi quantità di energia elettrica sfruttando piccole quantità di materia. E’chiaro che non era così facile trovarlo, ma chissà forse…lo faranno le prossime generazioni !” Il Dott. Rosario D’Agata studioso di statistica e scrittore del libro sul presidente Enrico Mattei, ha voluto precisare “che non si tratta di un libro per gli addetti ai lavori, bensì di un romanzo, quasi di un thriller, rivolto anche a coloro che nulla sanno sulle politiche petrolifere e le tecniche di esplorazione. E’ un omaggio al presidente Mattei che, con il suo spirito di servizio nell’operare per l’interesse collettivo, ha fatto progredire l’Italia, grazie anche all’opera dei suoi collaboratori che l’hanno conosciuto e stimato. Le ripercussioni economiche dovute ai cambiamenti delle attuali fonti energetiche sono vincolate dal tempo. Per passare da un sistema petrolifero ad un altro basato su una molteplicità di fonti si necessita di notevoli investimenti e studi complessi. Sicuramente, però, questa è la direzione obbligata da intraprendere!” La conferenza si è conclusa con soddisfazione: si è tentato di lanciare spunti, idee, riflessioni che non si esauriscono, bensì trovano sicuramente un’ ampia apertura nello scenario economico, politico internazionale… Enrico Mattei 40 Campo de’ fiori Una “Fabrica” di ricordi Personaggi, storie e immagini di Fabrica di Roma “... è nato un bel Bambino, bianco, rosso e ricciolino...” Fra le tante tradizioni di Natale c’era, una volta, quella della recita del sermone. Il maestro Giovanni aveva iniziato per tempo a farci realizzare, rigorosamente a mano, le letterine e ci di aveva insegnato anche Sandro Anselmi il classico sermone, da recitare alla famiglia nella Santa notte della Vigilia. Dalla seconda metà del mese di novembre, in tutte le classi delle elementari, si studiavano le nenie e le poesie di Natale che si ripassavano tutti insieme, ed allora nei corridoi si sentiva, fino all’ossessione, quella classica cantilena che avrebbe dovuto facilitarne l’apprendimento. Non ne veniva certo fuori una interpretazione viva e interessante, ma, collaudata ormai negli anni, dava i suoi buoni risultati. Nella mia classe c’erano un paio di elementi che, ripetenti incalliti, sembravano fuori posto, per la loro altezza, a recitare in mezzo a noi, ed era divertente vederli ciondolare a tempo per seguire la metrica. Tutto quell’impegno doveva, poi, suscitare commozione e, perché no, anche un pizzico di affettuosa ilarità nei familiari, che avrebbero applaudito in ogni caso. Arrivati alla sera della Vigilia, quando già il fuoco era acceso e la famiglia riunita, prima di sedersi, complice la mamma, approfittando di una allontanamento organizzato del papà, si metteva la letterina sotto il suo piatto. Quando tutti si erano seduti a tavola e veniva servito il primo piatto, mio padre, fintamente sorpreso, scopriva la letterina e ne cercava, curioso, fra i presenti, il mittente. Allora, incitato dai parenti, venivo quasi costretto a salire sulla sedia, ma, vista la mia timidezza, leggevo ad occhi bassi e con un filo di voce, le promesse contenute nella let- terina. Richiesto a gran voce, si giungeva poi alla recita del tanto atteso sermone che strappava, immancabilmente, due lacrime furtive alle nonne, che, così, venivano bonariamente prese in giro. Seguiva l’applauso scontato di tutti e le meritate mance, che avrei conservato gelosamente nel “dindarolo” per poter realizzare qualche sogno, non ancora definito. Peccato che oggi le “letterine” siano soltanto quelle della tv e che i sermoni non si recitino più. 42 Campo de’ fiori Il Fumetto LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA Chobits delle Clamp - edito da Starcomics Il presupposto iniziale di questo manga è un po’ abusato, ma le CLAMP riescono a tirare fuori una storia originale e avvincente fino all’ultimo numero, dove si sciogliedi ranno tutti i nodi che Daniele Vessella si sono venuti a creare all’interno della trama. Un manga dove si miscela la classica commedia romantica a quel pizzico di fantascienza che rende la serie estremamente godibile, grazie anche al mistero che avvolge l’origine di Chii. Infatti, in un prossimo futuro i PC saranno di forma umanoide; Chii è uno di questi, ma non ricorda nulla del suo passato e, cosa più particolare, rifiuta ogni tipo di software che le viene installato. Sembra che Chii possa vivere avendo il libero pensiero, senza un programma che la costringa a comportarsi in un determinato modo. Ma gli altri PC sono dei semplici oggetti e, sebbene ricalchino le orme delle persone nei modi e nel parlare, alla base delle loro azioni c’è un software che li obbliga ad agire nel modo in cui sono programmati. Tuttavia la somiglianza con le persone è tale da far illudere gli abitanti di questo futuro di aver trovato nei loro computer antropomorfi un amico, un amante, una sorella, visto che possono essere riprogrammate per eliminare difetti o caratteristiche fastidiose. I personaggi arrivano addirittura a sposare i loro computer… Chobits offre, così, vari spunti di riflessione; denuncia, infatti, il dualismo uomomacchina. I personaggi si sentono persi senza i loro PC e si sentono felici solo grazie ad essi, allontanandosi così dalle relazioni umane e dalle implicazioni che possono comportare, dimenticandosi la bellezza di uno scontro tra opinioni diverse. Un applauso alle CLAMP che hanno reso questo messaggio chiaro e fruibile da tutti i lettori, senza le classiche menate filosofiche di chi vuole strafare. La storia parte in maniera semplice, ma, man mano che le vicende si susseguono, la trama si arricchisce di elementi inediti e inaspettati, dati dalle relazioni dei personaggi che, incastrandosi tra di loro, vanno a comporre un puzzle ricco ed entusiasmante. I personaggi sono tutti ben caratterizzati e, benché la storia si concluda in soli otto numeri, ognuno ha il suo spazio dove crescere e farsi amare dal lettore. Chobits ha anche un altro pregio: ha una storia nella storia. Infatti, Chii leggendo un libro illustrato fa vivere il viaggio del protagonista del romanzo. Un percorso poetico, che sembra sapere molto sul passato di Chii… Un percorso raffigurato con uno stile semplice e stilizzato, ma estremamente grazioso. Ecco, lo stile dell’intero fumetto si discosta molto dalle opere precedenti delle CLAMP, molti fondali sono completamente assenti, ma non è mai stato così espressivo e azzeccato alla storia narrata: la dolcezza e l’ingenuità di Chii sono rappresentate in maniera ineccepibile! Per non parlare della cura inerente ai particolari dei vestiti femminili, a dir poco maniacale. Un’ulteriore prova di quanto siano poliedriche queste quattro autrici, sempre con la voglia di sperimentare nuovi archi narrativi. 46 Campo de’ fiori Alb Civita Castellana - squadra di calcio “Le furie rosse”, primi classificati torneo giovanissimi anno 1976/77, foto di Roberto Martani. In piedi da sinistra: Massimo Basili, l’allenatore Angelo Angeletti, Tommaso Rossi, Marco Severini, Enzo Tribolati, Luca Brunelli, Fernando Maroni. In basso da sinistra: Tonino Angeletti, Roberto Martani, Romanella, Alessandro Brunelli, Francesco Angeletti, Paolo Del Priore, Gianni Mercuri. 1978 - Torneo dei rioni di Fabrica di Roma - foto del Sig. Franco Angeletti. In piedi da sx: Maurizio Pacelli, Claudio Ricci, Tonino Silvagni, Andrea Pacelli, Carlo Ciaffardini, Pierfrancesco Borghesi, Umberto Malatesta, Sandro Capotondi, Gaetanto Vincenzi, Roberto Giaquinto. In basso da sx: Ottavio Capparella, Remo Ferrelli, Renzo Giovagnoli, Giorgio Malatesta, Sandro Ceccarelli, Gino Guidi, Giuseppe Testa, Pietro Campanelli, Claudio Pozzo, Giorgio Giorgi. Se vi riconoscete in queste foto, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere bum dei ricordi Campo de’ fiori Civita Castellana 7 Settembre 1980 - II classe elementare Anni ‘80 - civitonici in soggiorno climatico a Merano - foto di Doriana Gai. In piedi da sinistra: Lamberto Gai, Augusto Lai, Alfredo Chelini, Valentino Gai, Roberto Del Priore In basso da sinistra: Giggetto Finesi, Giovanni Molinari, Fabio Rinaldi, Ugo De Santis e pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno subito restituite. 47 48 Campo de’ fiori 49 Campo de’ fiori rie Le sto di Max Mia Martini (Mimì Bertè) di Sandro Anselmi Pochi forse ricordano che Mia Martini esordì negli anni ‘60 con il nome di Mimì Bertè. Domenica Bertè, questo il suo vero nome, nata a Begnara Calabra, dimostra, già da bambina, quando esce vincitrice dai concorsi canori per nuove voci della sua zona, o riceve scroscianti applausi dal pubblico degli spettacoli di piazza, di essere un vero talento. Sempre accompagnata dalla madre, Maria Salvina Donato, insegnante di scuola elementare, che credeva fortemente nelle sue capacità, a differenza del padre, Giuseppe Bertè, professore di greco e latino, che avrebbe voluto un futuro diverso per la propria figlia, nel 1961 parte alla volta di Milano, alla ricerca disperata di qualche discografico disposto ad ascoltarla. Molti sono i no che si sente dire al telefono, ma quando ogni speranza sembra essere perduta, l’ultimo tentativo, quello con il maestro Carlo Alberto Rossi, le apre la strada. Il noto compositore di brani di successo, come Acque Amare, Amore Baciami, ‘Na voce ‘na chitarra e ‘o ppoco ‘e luce, Quando vien la sera, Le mille bolle blu, e proprietario della Juke Box, che aveva in pugno Joe Sentieri, Jenny Luna, Luciano Tajoli, Fausto Cigliano, svegliato presto dalla telefonata e incuriosito dalla quindicenne decide di darle una opportunità e le concede un provino. La stoffa c’è, manca solo l’esperienza, per questo le dà l’opportunità di esibirsi in un suo locale di Rimini, accompagnata ogni sera dal pianista Vittorio Bacchetta, il violinista Piergiorgio Farina e il clarinettista Pupi Avati (ancora lontano dal cinema). Mimì acquista, così, maggiore sicurezza e, nell’autunno del 1963, è pronta per registrare il suo primo 45 giri, presso gli studi Fonorama di Milano, adiacenti l’abitazione di Rossi, composto da I miei baci non puoi scordare, versione italiana, elaborata da Laura Binnacchi, di You can never stop me (Loving you) di Johnny Tillotson, e Lontani dal resto del mondo, lanciato, originariamente, dal duo Steve Lawrence ed Eydie Gorme, con il titolo I want to stay here. Solo qualche mese dopo, utilizzando la stessa veste grafica, Rossi le fa incidere un secondo 45 giri, con i brani Insieme (televisione con mamma e papà), cover di In Summer di Billy Fury, tradotta da Giorgio Calabrese, e Let me Tell You di Mark Anthony, in lingua originale, incisa, quasi contemporaneamente, nella versione italiana, da Cocki Mazzetti, come Ho perso la bussola. Arriva anche il suo terzo disco nella primavera del ‘64, che le darà maggior successo e soddisfazione, con i brani Il magone e Se mi gira l’elica, indicato sull’etichetta come Le scintille, composta al brioso tempo del tamurè, un nuovo ballo esotico del momento, entrambi registrati con l’arrangiamento di Angelo Pocho Gatti. Finalmente le riviste del settore cominciano ad interessarsi a lei, ed entra a far parte del gruppo di artisti che promuovono l’iniziativa “La Greffa”, patrocinata da Tuttamusica, una rivista per giovani, che l’ha vista posare, per qualche scatto, con Gianni Rivera, “glodenboy” del calcio e poi con Don Backy, altro astro nascente del momento. Anche la televisione le apre le porte, grazie al popolare show Teatro 10, a cui partecipano Mina, Bobby Solo e Sergio Endrigo. Nello stesso periodo Rossi compone E se domani, che Mimì vuole subito registrare, talmente è affascinata dalla canzone. Quando la commissione sceglie il brano per il Festival di Sanremo del 1964, il discografico lo assegna a Fausto Cigliano, nonostante verrà portato al successo da Mina. La Bertè si sente tradita dal suo talentscout, che le consiglia di trovarsi un’altra etichetta in grado di soddisfarla. Si rompe così il sodalizio che aveva portato Mimì ad un primo successo, anche se, qualche anno dopo, lei stessa riconoscerà che quella canzone non era adatta ad un ragazza della sua età. continua sul prossimo numero... Che fiore è... Di lato è riportata la foto di un fiore. Sai dirci il suo nome? I primi tre che, telefonando in redazione, daranno la risposta esatta riceveranno un simpatico omaggio offerto da NONSOLO Intimo Campo de’ fiori 51 Luigi Montanarini e Civita Castellana di Enea Cisbani Luigi Montanarini, il più importante pittore italiano del ‘900, nasce a Firenze nel 1906. Nel 1920, sempre a Firenze, frequenta il liceo classico presso l’Istituto dei Padri Scolopi dove si diploma nel 1925. Nel 1927 si iscrive nella locale Accademia di Belle Arti, indirizzo pittura, dove nel 1931 consegue il diploma superiore e l’abilitazione all’insegnamento del disegno. Nel 1932 con le sue prime opere pittoriche, vince il pensionato nazionale per la sezione pittura, che nel 1934 gli consente di trasferirsi a Roma, meta ambita dai più importanti artisti Italiani del tempo. Nel 1935 conosce a Roma il professore Virgilio CAROTTI, allora preside dell’Istituto d’Arte di Civita Castellana, che nel 1936 lo chiama ad insegnare disegno dal vero presso la scuola civitonica. Dal 1936 al 1939 Luigi Montanarini, tutti i giorni e servendosi del treno della RomaNord, da Roma arriva a Civita Castellana e dopo aver percorso il Ponte Clementino e l’attuale Via Masci, giunge in Via Gramsci nel “Regio Istituto per la Ceramica”, allora scuola professionale della durata di due anni, di recente fondazione, ma già nota a livello locale e regionale. Alcune testimonianze ricordano la figura del giovane Montanarini che nel 1934 si era sposato con la pittrice svizzera Heidi ISLER: “sempre ben vestito, arrivava alla stazione vicino alla Sbordoni e veniva alla scuola ad insegnare disegno e la sua aula era collocata dove ora si trova il Museo della Ceramica…….”. Nel 1939 diviene direttore dell’Istituto d’Arte di Velletri. Nel 1940 vince il concorso nazionale per la cattedra di figura disegnata presso l’Accademia di Belle Arti di Via Ripetta in Roma. Civita Castellana, Velletri, Roma: le tappe fondamentali di Luigi MONTANARINI non soltanto pittore universalmente celebrato, ma moderna figura di insegnante che tanto ha contribuito con il suo lavoro a far crescere tecnicamente e culturalmente l’Istituto d’Arte di Civita Castellana che di lì a qualche mese conoscerà la permanenza del celebre Renato GUTTUSO. Nella storia della pittura italiana ed europea in genere in tutti i grandi pittori del Novecento, da Paul Klee – Kandisckj – Guttuso, l’attività di docente ed insegnante sia in scuole pubbliche o private è una costante ampiamente consolidata. Prima della definitiva affermazione, la professione scolastica rappresentava una sicurezza economica e professionale non indifferente, ma anche una ribalta di grande spessore culturale che poneva all’attenzione di un vasto pubblico l’attività artistica del pittore stesso. Della permanenza di Luigi Montanarini a Civita Castellana non rimane nessuna testimonianza: una parte notevole dell’archivio storico della scuola è andato distrutto nel secondo conflitto mondiale e dagli anni ’50 in poi una spessa cortina culturale ha dimenticato la figura di questo grande pittore italiano, come pure quella di Renato Guttuso. Il legame di Montanarini con Civita Castellana, rimase sempre vivo nell’autore: come ricordano alcuni suoi allievi dell’accademia si fermava sempre a parlare con quelli provenienti da Civita Castellana, come lo stesso GIUSEPPE BERTOLINI BERG, suo allievo e discepolo, oggi importante pittore civitonico con studio a Stoccolma in Svezia. 52 Campo de’ fiori Album dei ricordi Civita Castellana - nati nel 1936 1945 - Famiglia Stentella di Civita Castellana 1937 - Bambini di Fabrica di Roma foto della Sig.ra Verena Baldassi 54 Campo de’ fiori Ecologia e Ambiente Le più semplici azioni quotidiane possono essere negative per l’ambiente di Giovanni Francola Nonostante tutti gli allarmi lanciati dalla comunità scientifica sui cambiamenti climatici, l’uomo continua ad avere un’irrefrenabile voglia di consumismo. Ad ogni nostro consumo equivale l’utilizzo di risorse, energia e materiali, alcuni di essi rinnovabili, altri, purtroppo, esauribili. Continuare la nostra corsa al consumo di petrolio, carbone e della stessa acqua, porterà inevitabilmente l’uomo a soffocare nelle sue stesse dinamiche. Una forma di inquinamento è rappresentata dallo scarico nell’ambiente delle acque residue di processi industriali, “non opportunamente trattate”, ottenendo così l’inquinamento chimico. Pensare che l’acqua è un bene inesauribile è del tutto sbagliato, perché, come tutti sanno, c’è acqua e acqua. Il maggiore volume di acqua presente sulla terra è quella marina, 1.320.000 Km3, altri 25.000.000 Km3 sono nei ghiacciai e nelle calotte polari, soltanto 13.000.000 di Km3 sono nel sottosuolo e nelle falde acquifere. A prima vista sembrano cifre enormi, ma, se si pensa che soltanto un minimo di queste sono acque potabili, si ha subito l’idea che bisogna fare di tutto per conservare questo bene necessario per la nostra sopravvivenza. Non è sempre così. Infatti, in Italia, più del 40% dell’acqua viene dispersa per colpa di condutture vecchie, per non parlare, poi, di gesti quotidiani che, a prima vista, sembrano del tutto razionali. Come si può utilizzare acqua potabile, “dico acqua potabile”, per il nostro water quando al mondo intere popolazioni non hanno quel minimo di acqua per sopravvivere? Sembrerà banale, ma vi sembra accettabile acquistare una bottiglia di acqua minerale al prezzo di circa 1.000 litri d’acqua del nostro rubinetto? Cosa c’è dietro a questa voglia di comperare quello che, tranquillamente, arriva nelle nostre case? Iniziare a ridisegnare sviluppi più sostenibili che, come scopo finale, hanno la salvaguardia dell’am- biente e delle persone, anziché la supremazia dell’uno contro l’altro, è, e deve essere, un segno di cambiamento condivisibile per tutti noi e per le generazioni che verranno. Campo de’ fiori 55 Info Pubb. 0761.513117 56 Campo de’ fiori il diario dei Giras questa pagina è dei ragazzi speciali Fiaba scritta da Sissi, Winni, Dairo, Heidi, Miss Bianca, Puffetta, Roccia, il Folletto, Drake, con la gentile collaborazione di Bengio, della Comunità Santa Maria De Mattias di Orte. IL FOLLETTO ROSSO E LA FATINA DELLE ACQUE C’ era una volta un folletto rosso che voleva diventare un bel bambino; egli viveva in un bosco fatato, dove la natura era incantevole: c’era un ruscello limpido e fresco, le rondini che volteggiavano in cielo migrando nei paesi più caldi, i bruchi che con la bella stagione riaffioravano al suolo e pian piano si trasformavano in farfalle, e poi c’erano margherite, piante e fiori di ogni genere. Il folletto un giorno, specchiandosi nel ruscello pieno di pesci di ogni colore e dimensione, vide all’ improvviso una nube di coriandoli, stelline e fumo bianco e neanche a crederci apparve in essa un’ immagine luminosa e bellissima, come una venere bionda. Il folletto, stupefatto, quando la vide le chiese: “chi sei?”, e lei rispose: “sono la fatina delle acque!”. Il folletto allora disse: “tu che sei una fatina dimmi, come posso fare a diventare un bambino anche solo per un giorno?”. La fata gli rispose: “vai dall’orso che ti aiuterà dandoti una polvere magica; ma ricordati che lungo il tragitto dovrai raccogliere le margherite che si trovano presso il ruscello!”. Il folletto partì con animo allegro e fiducioso verso il bosco, avventurandosi alla ricerca delle margherite. Quando le trovò, vicino al ruscello, e stava di lì per coglierle, apparve all’improvviso un bruco, che fece il suo ingresso mostrando al folletto le due antenne, che lo spaventarono anche un po’! Il bruco disse al folletto: “ ti prego, non cogliere questi bei fiori, sono il mio domani! Un giorno andrò ad uno ad uno per raccogliere il nettare più gustoso che ci sia, sarà il nutrimento per quando sarò una farfalla!”. Il folletto commosso le rispose: “Beato te che già sei sicuro che ti trasformerai un giorno! Io invece devo raccogliere queste margherite ora, per portarle all’orso, se un bambino voglio diventare!”. LA DOLCEZZA DI UNA FIGLIA Una dolcezza è una carezza che sfiora il profilo del viso di una figlia... Una piccola fanciulla: che diventa una rosa... fatata e lucente. C’è una veste bianca, di acqua pura e grezza. C’è la purezza intensa come un bocciolo che fiorisce... dal manto di stelle. C’è l’abbraccio di un bel genitore...c’è la dolcezza del tuo cuore dolce che pompa i dolci abbracci... c’è il calore di una figlia che dice “Ti voglio bene papà”... C’è un fuoco che scalda il sole quando sorge dal mattino, fresco sentiero... un dolce cielo che risplende la luce stellare. Un caro fatato angelo protettore che può mettere le loro mani fatate sul tuo dolce viso rosato... come un fatato sorriso. Un dolcissimo cuoricino che dice “Sei tu la mia rosa sorridente”. C’è la dolcezza di una dolcissima perla che illumina la luna: che splende la notte stellata. O... durante il cammino dei piedi rosati di rose rosse appassionate: di fiorata di mille colori in venti dai piccoli petali infuocati. Ci sono gli incanti infiniti, gli amori travolgenti... la dolcezza di sete: che lui vuole abbracciare la sua anima amata di una dolce figlia, vuole il cuore di un mio amato papi. Luana Bongarzone li L’orso che passeggiava da quelle parti, ascoltata la commovente conversazione, disse ai due: “Bruco, tu non ti preoccupare, lascia che il folletto colga le margherite, perché quando sarà il momento mi prenderò io cura di te e ti nutrirò con il mio miele”. Il folletto, contento, colse molte margherite e le diede all’orso che, da tutti i petali bianchi ne ricavò una preziosa polvere magica, che prese a volteggiare nel cielo e si cosparse delicatamente sulla testa del folletto. Il folletto cadde in un sonno profondo e quando si svegliò vide davanti a sé la fatina delle acque, che esclamò: “Chi sei tu bel bambino che non ti ho mai visto in questo bosco?”, il folletto, stupefatto per quelle parole, si specchiò nel ruscello e vide la sua trasformazione. Rispose allora così alla fatina: “Io sono quel folletto che tanto ha faticato per diventare quello che è adesso, e che tanto deve a te, dolce fatina, che mi hai aiutato in questo cammino!”. Da quel giorno tutta la natura circostante risentì della magia che era avvenuta, e visse come in uno splendido incantesimo. Volevamo ringraziare il nostro vecchio parroco Don Pietro, lui che, osservandoci da lontano.... ha capito che avevamo bisogno di un aiuto per andare al C.S.E. (Centro Socio Educativo) di Civita Castellana, Rosa Merlini Frezza. Per noi è molto importante essere sempre presenti!!! Così il nostro parroco ci ha presentato la signora Maria Laura Creta. Lei che è la nostra dolce “coordinatrice” dal 27 Ottobre 2006, ha voluto presentarci delle persone che svolgono il volontariato con tanto amore, così tutto ha avuto inizio. Tutte le mattine vi recate in Via Nino Bixio o in Piazza Duomo a Fabrica di Roma e non potete immaginare con che gioia vi aspettiamo e con quanta gioia e felicità ci fate arrivare al C.S.E. Così, con il passare del tempo, abbiamo tirato delle conclusioni: di solito i regali vengono fatti per le feste o per le ricorrenze, invece noi, un grande regalo, lo riceviamo tutte le mattine da voi. GRAZIE a Maria Laura Creta, Angelo Alessi, Gianfranco Viggi, Sandro Capotondi, Rita Ponti, Lucia Bianchini, Tommaso Mattioli, Vittorio Patera, Mario Marcelli ... etcc. da Giuseppe Luzi e Nazzareno Monterosso Campo de’ fiori 57 58 Campo de’ fiori Vita Ci Giornata del Ringraziamento Civita Castellana Civita Castellana Giornata del Ringraziamento a Civita Castellana. Da sx: Assessore - Rossetti, Presidente Coldiretti di Civita Castellana - Capati, Vice Direttore Provinciale - Mazzetti, Responsabile Monti Cimini Olivieri. Corchiano I Venticinque anni di Don Mario Valeri nella parrocchia di S. Giuseppe Operaio a Civita Castellana Nella foto accanto Don Mario con Arturo Mari fotografo di Papa Giovanni Paolo II di Alessandro Soli Caro don Mario, non è facile per noi parrocchiani riassumere con poche parole i tuoi venticinque anni passati in questa parrocchia, perché gli avvenimenti sono stati tanti ed importanti, e ci vorrebbero delle ore per ricordarli tutti. E’ bene però sottolineare che quando arrivasti tu, il povero don Paolo, già malato, celebrava l’Eucaristia in un garage adibito a casa del Signore perché la chiesa non esisteva. La parrocchia, ultima in ordine di tempo, era già la più popolosa, ed il sacerdote si trovava ad affrontare ostacoli insormontabili, perché non aveva locali disponibili. Poi pian piano, inseguendo un progetto che vedeva l’erigenda chiesa solo sulla carta, riuscisti con la tua trentennale esperienza di parroco di paese prima, e direttore del Circolo Culturale Enrico Medi poi, a far sì che questo locale destinato ad uso ricreativo parrocchiale, divenisse la casa del Signore. Ti sei sempre rimboccato le maniche, facendo leva sulle tue importanti amicizie, chiedendo a destra e a manca aiuti tangibili, tutti rivolti ad un unico scopo, far sì che le tue pecorelle avessero un pastore esperto ed un ovile sicuro. Una cosa è certa ed è evidente, non ti sei mai fermato ai traguardi raggiunti, man mano, anno dopo anno, in una età in cui i vecchi parroci già pensano alla pensione, tu continui imperterrito, regalando ai giovani, ai ragazzi e ai bambini, la gioia della fede vissuta in una parrocchia, che ora ha una chiesa ed un oratorio degno di tale nome. Auguri don Mario, “nostro piccolo grande parroco”! Da Sandro e tutta la redazione. ittadina Campo de’ fiori 59 Concerto di beneficenza dell’Associazione Semi di Pace di Tarquinia Sabato 1° Dicembre presso il Duomo di Tarquinia, la Banda Musicale della Polizia Municipale di Roma ha tenuto un concerto di beneficenza per l’Associazione Umanitaria “Semi di Pace” onlus di Tarquinia, con la finalità di una raccolta fondi per completare la costruzione del “Villaggio della Speranza” nel Tamil Nadu (India). L’avanzamento dei lavori prosegue, tanto che si è prossimi all’innalzamento del secondo piano, ma per completare l’opera occorrono ancora 80.000,00 euro. Tante sono le iniziative che “Semi di Pace” sta promuovendo per raccogliere fondi, e la Banda della Polizia Municipale di Roma si è offerta generosamente di collaborare a tale raccolta fondi offrendosi di eseguire un repertorio di brani di musica sacra. La Banda Musicale della Polizia Municipale di Roma,diretta dal Maestro Nello Giovanni Maria Narduzzi, ci ha regalato momenti sublimi. Il Puff 40 anni di successi Il 1° e 7 Dicembre si è tenuto a Viterbo uno stage di Karate al quale erano presenti palestre di Viterbo, Civita Castellana, Corchiano, Magliano Sabina, Tuscania e Bracciano. Si è classificato al 1° posto di Kumite - cintura Marrone / Nera, Roberto Zannotti per la palestra di Civita Castellana (nella foto), e al 1° posto di Kata - cintura Marrone/Nera, Andrea Ronca per la palestra di Magliano Sabina. Roberto Zannotti ringrazia i Maestri che lo hanno aiutato, con tanta preparazione, a superare l’esame. 60 Campo de’ fiori INDOVINELLO Senza gambe e senza ossi chi è che salta sopra i fossi? ANNUNCI ECONOMICI GRATUITI PER PRIVATI a pagamento per ditte o società- Tel. Fax 0761.513117 Cedola da ritagliare e spedire L’annuncio sarà ripetuto per 3 uscite, salvo diversa decisione della redazione Avete risolto l’indovinello ?? Il primo che indovinerà e ne darà comunicazione in redazione, riceverà un simpatico omaggio. Compilate qui il vs annuncio gratuito e speditelo in busta chiusa a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione n. 2 - 01033 Civita Castellana (VT) oppure mandate un Fax al n. 0761.513117 o una e-mail a [email protected] (scrivere in stampatello e senza abbreviazioni) .................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................. Gli annunci gratuiti sono esclusivamente riservati a privati. Campo de’ fiori non è responsabile per la qualitià e la veridicità delle inserzioni. A garanzia dei lettori, Campo de’ fiori si riserva il diritto di NON PUBBLICARE annunci non conformi al presente regolamento o che, a suo insindacabile giudizio, risultino non chiari o che possono prestarsi ad interpretazioni equivoche. Gli inserzionisti prendono atto che, a richiesta dell’Autorità Giudiziaria, Campo de’ fiori fornirà tutte le notizie riportate con la presente cedola. Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “tutela dei dati personali”. COMMITTENTE: NOME................................................COGNOME..............................................Via............................................................... Città......................................................Tel...................................Firma................................................................ Campo de’ fiori La rubrica 61 dei perchè Perchè nelle bomboniere si mettono 5 confetti? Il numero dei confetti nelle bomboniere deve essere sempre dispari a significare un numero indivisibile, come il matrimonio dovrebbe essere. Inoltre si è scelto di metterne cinque perché ognuno rappresenta le qualità che non dovrebbero mancare nella vita dei novelli sposi: salute, ricchezza, lunga vita, fertilità e felicità. Farmacie Civita Castellana aperte nei giorni festivi di Dicembre 2007 9 Dicembre - Farmacia Filizzola Corso Bruno Buozzi 16 Dicembre- Farmacia Municipalizzata Via Ferretti 23 Dicembre - Farmacia Municipalizzata Via Santa Felicissima 24-25-26 - Farmacia Versace di Sassacci 30 Dicembre - Farmacia Filizzola Corso Bruno Buozzi / Farnacia Versace di Sassacci 1- 6 Gennaio - Farmacia Municipalizzata Via Ferretti Farmacie Corchiano e Fabrica aperte nei giorni festivi di Dicembre 2007 8-9 Dicembre - Farmacia Liberati di Fabrica di Roma 25-26-30 Dicembre - Farmacia Sangiorgi di Corchiano Benzinai Civita Castellana aperti nei giorni festivi di Novembre 2007 9 Dicembre - Esso Via Flaminia / Tamoil Via Falisca 16 Dicembre - Tamoil Via Flaminia / IP Circonvallazione / Agip Via Terni 23 Dicembre - Api Via Flaminia Borghetto / Enerpetroli SS 311 Nepesina / Erg Via Nepesina / Q8 Via Terni 25 Dicembre - Tamoil Via Flaminia / IP Circonvallazione / Erg Via Nepesina / Q8 Via Terni 26 Dicembre - Apia Via Flaminia Borghetto / Enerpetroli SS 311 Nepesina / Total Via Terni 30 Dicembre - Schell Via Flaminia / Total Via Terni SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTO CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00 I miei dati Nome___ ____ __________________________________ Cognome________________________________________________ data di nascita_______________ __________Città________________________________________________________Prov._______ Via_______________________________________________________________Telefono____________________________________ Desidero regalare l’abbonamento a: Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00 Il regalo è per: Nome_______________________________Cognome_________________________________________________________________ data di nascita___________________________Città______________________________________________________Prov.________ Via_________________________________________________________________Telefono__________________________________ effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita Castellana Data______________Firma__________________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT) Data______________Firma__________________________________ Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117 62 Campo de’ fiori Messaggi Tanti auguri ad Antonio Caruso di Gaeta, che il giorno 11/12 ha compiuto gli anni. Buon compleanno da parte di Massimiliano e Maria Cristina Tanti auguri di Buon Compleanno a Aurora Di Niccola che compie 5 anni il 28 Dicembre, da mamma Tiziana, papà Alvaro e dalla sorellina Giulia. Buon compleanno a Toto Magliozzi di Gaeta che l’11 Dicembre ha festeggiato gli anni. Tanti auguri da Massimiliano e Maria Cristina Auguri a Alessandro Russo che Tanti auguri a Leonardo che il 16 Dicembre compie gli l’8 Dicembre ha compiuto un anni, dagli zii Lallo e Pina e i anno da zia Elisa, zio cugini. Lorenzo e Alessandro Tanti auguri alla piccola Giulia Gabrielli che ha ricevuto il battesimo il 2 Dicembre, da mamma Emanuela, papà Davide e tutti parenti e amici. Il 6 dicembre ha spento tre candeAuguri a nonna Carla di line il piccolo Edoardo Vettori (nella Tarquinia che compie 61 anni il foto) di Ronciglione. Agli auguri del 18 Dicembre, dalle nipotine papà Maurizio, della mamma Giorgia e Alessia Anselmi. Caterina, si uniscono anche quelli dei nonni paterni Stefano ed Edda A Benedetta Lanzi che il 14 e quelli materni Mario e Franca, Dicembre compie 18 anni. Vogliamo della zia Monica, della cugina dire che nel suo sorriso e nei suoi Elettra e dei parenti tutti. occhi risplende la felicità della sua giovinezza. Ti auguriamo una vita piena di successi e Tanti auguri a Simone soddisfazioni. Nonno Micheli che il 27 Mario e nonna Dicembre compie 2 anni. Sandra, gli zii Auguri da mamma Tiziana e Nazzareno Cristiana, papà Giulio, e i cugini Giuliano e dai nonni e zio Marco. Flavia. La redazione di Campo de’ Campo de’ fiori 63 Tanti auguri a Cristian Ranfi di Fabrica di Roma che compie 1 anno il 17 Dicembre, da mamma Loretta e papa Filippo, dai nonni Rosetta, Franco, Stefania, la bisnonna Francesca, gli zii e la cuginetta. Auguri a Daniele Mariantoni che il 16 Dicembre compie gli anni. Ti vogliamo un mondo di bene, da tua sorella Debora, mamma e papà. Tanti auguri di Buon Compleanno a Francesco Coni che ha compiuto 4 anni il 3 Dicembre, dal papà, la mamma, i nonni e gli zii. Tantissimi auguri a Alessio Ciucci che il 14 Dicembre compie 5 anni, da zia Laura, zia Lorella, zio Mauro e zia Antonella. Tanti auguri a Rita di Corchiano che compie gli anni il 5 Gennaio. Auguri da Sonia, Aldo, Rosario, Carlo, Floriana, Giancarlo e Michele Dedicato a un bambino speciale che colora ogni giorno della nostra vita, mamma, papà e Antonio. Buon compleanno a Paolo Marconi che il 6 Dicembre ha compiuto 12 anni. Tanti auguri pirotecnici da chi ti vuole tanto bene. Auguri a Valeria Ciceroni che ha festeggiato il suo compleanno il 21 Novembre, dalla famiglia Anselmi e la redazione di Campo de’ fiori. Felicitazioni a Benedetta Ammannato Tanti auguri a di Civita Castellana che Manuel Proietti il 19 Novembre, a che ha Perugia, ha conseguito compiuto 18 anni il la laurea in lingue. 10 Ottobre, da Tanti auguri dai mamma, papà, il genitori, i nonni, gli zii fratello e i e tutti i parenti. compari. fiori si associa agli auguri Tanti auguri di buon compleanno ad Alessia Anselmi che compie 3 anni il 29 Dicembre. Un abbraccio grande dalla mamma Sabrina, il papà Riccardo, la sorellina Giorgia e da tutti quelli che le vogliono bene. 64 Campo de’ fiori M E S S A G G I Con amore e gioia facciamo al nostro piccolo Pier Francesco Rossi un augurio immenso di Buon Compleanno per il suo secondo anno di vita che ha festeggiato il 3 Dicembre, dalla sua mamma Roberta, il suo papà Dante ed i nonni Franco, Leonella ed Elena. Tanti auguri a Leonardo Santini che l’8 Dicembre ha compiuto 1 anno!!! Buon Compleanno da mamma Francesca, papà Gianluca, i nonni e gli zii. Tanti auguri a Melissa Santaquilani che compie 2 anni il 25 Dicembre da zia Bruna e famiglia. Tantissimi auguri a Michael Perazzoni per il suo 1° compleanno festeggiato il 24 Novembre, dagli zii Florinda, Michela e Alessio. Siamo 3 piccoli Babbo Natale e vogliamo augurare un Felice Natale alle nostre famiglie, ai nostri amichetti e alle nostre maestre !!! Mattia, Michele e Nicolò Calisti Tanti auguri a Matteo Marini che il 5 Dicembre ha compiuto 1 anno, da mamma Giorgia, papà Mirko, nonna Alida, nonno Giulio e zia Gloria. Un mondo di auguri a Francesca Raschini per il suo compleanno da lella Irene, mamma, i nonni, gli zii, i cugini e la piccola Beatrice. Buon Compleanno ad Alessio che compie 7 anni, da nonna Sissi e da tutti i parenti. La redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri Campo de’ fiori 65 Tanti auguri di 1000 di questi giorni a Marilena Buon Compleanno Ciano di Gaeta che il 15 dicema Micaela bre festeggiagli anni. Un grande Bernabei che il 3 abbraccio da parte del marito Dicembre ha Elio, la madre Elisa, i figli compiuto 18 anni. Massimo e Vincenzo e da Baci da parte di Cristina, Antonella, Ida e mamma, papà, Fabrizio. nonno, nonna, zia, gli zii e la cugina. Tanti auguTanti auguri a Giuseppa Torricelli che il 12 Dicembre compie gli anni. Auguri da Franco, Luciana, Tonino, Alessandro, Luna, Andrea, Perla, Alessio e Nicole. Dopo 39 anni di matrimonio con Massimo, dove sono nati dieci principi, undicesima è nata una principessa: Valentina. Nonna Luciana. ri di Buon Compleanno a Alessio Ricci che compie 4 anni il 21 Dicembre da mamma, papà, nonna, zia Simona e zio Mauro Buon Compleanno a nonna Sissi e Alessandro di Corchiano che compiono 67 e 5 anni, da tutti gli amici e i parenti. Tanti auguri al mio papà Roberto Valeri che ha compiuto gli anni il 4 Dicembre. Ti voglio Bene, Lorenzo. Ti amo, Sarah. Un mega augurio a Samantha Marcellini che il 20 Dicembre compie i suoi primi Auguri a 40 anni, da suo marito Anna Rita Adriano, i figli Martina e Profili di Andrea, dai genitori Adriano Civita e Antonietta, dal fratello Castellana Luca, dalla cognata Paola e che ha dalla nipotina Gaia! festeggiato il compleanno il Da Eleonora, Tamara e dallo 23 Novembre, dalla mamma, zio Bruto (Andrea). zio Giancarlo, zia Anna, Zia Samy the one. Cristina e Antonietta. 66 Campo de’ fiori Un abbraccio immenso ai piccoli Manuel e Beatrice Montini da mamma, papà, zia Manuela e zio Paolo. Tanti auguri a Alice Lanzi che compie 8 anni il 12 Gennaio. Auguri da mamma, papà, zio Diego e nonna Sandra. A Paolo e Manuela, con l’augurio di un futuro sereno e pieno di pargoli, Manuela, Andrea, Manuel, Bea e la famiglia Roberto Carrer. Grazie per questi splendidi 4 anni… con la speranza di passarne almeno altrettanti insieme. Ti amo, Irene. Un caloroso abbraccio a Luca e Giulia Carrer, le gioie di mamma e papà. Ma soprattutto un mondo di auguri a Giulia che l’8 Dicembre ha ricevuto il battesimo. Ad Alessia Pagani che il 26 Novembre ha conseguito la laurea di 1° livello in Psicologia Clinica. Papà e mamma, fieri, augurano il raggiungimento di traguardi sempre più importanti. Congratulazioni a Alessia Pagani, la neodottoressa più bella e simpatica del centro Italia, da tutto il clan Pagani, ma soprattutto dalle nipotine predilette Matilde e Guendalina. Auguroni al piccolo Diego che ha compiuto un anno il 19 Novembre, dai nonni Isa e Gianni, Liliana e Giuseppe e da tutti gli zii, i cugini e dalle bisnonne. Tanti auguri a Valerio Bozzo di Fabrica di Roma Tanti auguri a Diego Affatato che il 5 Dicembre ha comche il 19 novembre ha compiuto piuto il suo primo anno di un anno, da mamma Emanuela e vita, da mamma Patrizia, papà Pino i quali lo ringraziano per papà Biagio, le tate aver regalato loro l’anno più bello Valentina e Veronica, della loro vita. nonna Anna e zia Fiorella. Campo de’ fiori Tantissimi auguri a Mimmo e Rosa che a Dicembre compiono gli anni, dai figli e le nuore. Tanti auguri a Viviana Della Mora per i suoi 18 anni da: Irene, Emili, Veronica, Alessandro, Chiara, Daniela, Anna Maria e Valentina. Tanti Auguri a Brunella che il 21 Dicembre compie gli anni da Lucio, Elisa, Flavia, Lorenzo e il nipotino Alessandro. 67 Tanti auguri a Rosa Costanzi che compie 92 anni il 14 Dicembre, da tutti i nipoti. Un mondo di auguri a Moreno Bobboni che ha compiuto 42 anni il 29 Novembre, dai nipoti, Lorenzo, Emilia, Roberta, Angela e Alfredo. Tanti auguri a Francesco che il 1° Dicembre ha compiuto 6 anni. Auguri da papà, mamma, nonno Sandro, gli zii e i cuginetti Alessandro e Alice. Auguri di buon Natale a mamma Katiuscia, a papà Paolo, ai nostri nonni e a tutti gli zii da Lorenzo e Tommaso Antonini Quinto Chiricozzi, poeta ronciglionese, con la caprolatta Ida Pontuale, dopo una lunga vita coniugale, vi riservano ancora delle sorprese!! Festeggiano il traguardo da bisnonni con Matteo Ghigi, il pronipotino che della bellezza ha del divino, ricordando le loro notti insonni. Allargando così il loro amore da Vico, Ronciglione, Caprarola che col selvaggio aspetto ognun consola. Scaturito dal natural splendore vada un augurio da Campo de’ fiori a tutti l’amanti della vita, che la vivono fin quando esaurita, non essendoci cose migliori. Tanti auguri a Francesco di Vignanello che il 1° Gennaio compie 80 anni. Tantissimi auguri dai figli e dai nipoti. 68 Campo de’ fiori Annunci LAVORO CERCO -MAESTRA D’ASILO laureata in Brasile, con grande esperienza lavorativa, cerca lavoro come baby sitter, pulizie, stiratrice ed altro, zona Civita Castellana e limitrofe. Cell. 338.8078030. -MAESTRA D’ARTE impartisce lezioni di disegno e pittura organizzate in gruppi o singolarmente. Zona Viterbo e provincia. T.331.4119189 -RAGAZZA ITALIANA Max serietà cerca lavoro a Civita Castellana e dintorni come baby sitter. Mi offro anche per piccole commissioni e pagamenti bollette, ritiro analisi etc.. Contattare a qualsiasi ora al numero 328.6811285 -HAI UN APPUNTAMENTO IMPROVVISO E NON SAI A CHI LASCIARE TUO FIGLIO? Telefonami: 393.1750663 - 0761.284010 -SIGNORA EXPRESS Hai bisogno di un piccolo aiuto in casa per le tue pulizie quotidiane come stirare, spazzare, spolverare ecc? Ecco qua la signora express!!! 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Un giorno ci rincontreremo e ti darò quel bacetto a pizzichetto, come quando eri piccolo ... Ciao Dany, da zia... Vorrei ringraziare tutte quelle persone che continuano a pensarti e a volerti bene, ringrazio i tuoi amici che, nel mese di Giugno, hanno fatto il torneo di calcetto in tua memoria, grazie... grazie a tutti. Un grazie particolare a Loa. Campo de’ fiori seleziona ragazzi/e da inserire nel settore commerciale. Per informazioni 0761.513117 oppure [email protected] oppure Piazza della Liberazione 2 Civita Castellana Lo Studio Legale dell’ Avv. Aldo Piras Patrocinante in Cassazione, ha stipulato una convenzione con Campo de’fiori con la quale, tutti i lettori, avranno diritto a n. 3 consulenze gratuite. Per informazioni rivolgersi in redazione Campo de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina, Vasanello, Soriano Nel Cimino, Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo, Montefiascone, Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura di Vetralla, Blera, Monte Romano, Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese, Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano, Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto, Otricoli, Narni, Terni, Amelia, Nepi, Castel Sant’Elia, Monterosi, Anguillara, Trevignano, Bracciano, Canale Monterano, Mazzano, Campagnano, Sacrofano, Olgiata, Faleria, Calcata, S.Oreste, Nazzano, Civitella San Paolo, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Morlupo, Castelnuovo di Porto, Riano, Ostia, Nettuno, Anzio, Fregene e nei migliori locali di Roma, in tutte le stazioni MET.RO. Spedito a tutti gli abbonati in Italia e all’estero, inviato ad Istituzioni Culturali e sedi Universitarie italiane e straniere, a personaggi politici, della cultura, dello sport e dello spettacolo. Campo de’ fiori Periodico Sociale di Arte, Cultura ed Attualità edito dall’Associazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.) senza fini di lucro Consulente Editoriale: Enrico De Santis Reg.Trib. VT n. 351 del 2/6/89 Presidente Fondatore: Sandro Anselmi Direttore Editoriale: Sandro Anselmi Direzione Amministrazione Redazione Pubblicità ed Abbonamenti: Piazza della Liberazione, 2 01033 Civita Castellana (VT) c/c postale n.42315580 Tel. e Fax 0761.513117 e-mail: [email protected] Redazione di Roma: Viale G. Mazzini 140 Abbonamenti Rimborso spese spedizione Italia: 12 numeri € 25,00 Estero: 12 numeri € 60,00 Per il pagamento effettuare i Direttore versamenti sul c/c Responsabile: postale n. 42315580 Stefano De Santis intestato all’Associazione Segretaria di Accademia Redazione Internazionale e Coord: D’Italia. Cristina L’abbonamento Evangelisti andrà in corso dal primo numero Impaginazione e raggiungibile e Grafica: può avere inizio in Cristina qualsiasi momento Evangelisti dell’anno ed avrà, comunque, validità per 12 numeri. 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