il CROTONESE - Misericordia Isola Capo Rizzuto

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il CROTONESE - Misericordia Isola Capo Rizzuto
il CROTONESE 12/04/2016
il CROTONESE
MARTEDÌ 12 APRILE 2016 N. 42
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CRONACHE
LA STORIA DI KHASRO
In fuga per correre ancora
Campione di ciclismo iracheno rifugiato al Cara di Isola
GIUSEPPE PIPITA
L’ultima volta che è andato in bici era a
metà del 2015. Poi ha dovuto mettere da
parte la sua passione per salvarsi la vita.
Mohammed Khasro , 28 anni, faceva il ciclista professionista in Iraq. Vinceva gare
nella sua nazione e nei paesi arabi. Un
campione che in qualsiasi altra parte del
mondo sarebbe stato riverito.
Khasro, però, è curdo e la sua etnia è perseguitata dai fondamentalisti islamici. Così è scappato. Una fuga per continuare a
sperare di correre ancora in bici. Una fuga
che ha avuto come meta il paese del suo
idolo, Pantani.
Il paese del GiIo curdo vincevo ro d’Italia.
Khasro, ha attraversato il
ma non venivo
confine turco,
premiato e l’Isis
è arrivato in
Grecia e poi
mi perseguitava
piedi lungo i
Balcani. È en-
trato da clandestino nel nostro Paese ed è
giunto a Milano. Qui, gli
amici curdi, gli
hanno detto di
andare a Crotone, perché racconta “la
gente del Sud è più ospitale” e, soprattutto,
la commissione che valuta le richieste dei
permessi di soggiorno per asilo politico è
più veloce.
Mi allenavo su
strade piene di
cadaveri, ora sogno
di vedere il Giro
COSÌ, Khasro ha raggiunto la Calabria.
Ha dormito due mesi in stazione a Crotone
prima di entrare al Cara di Isola Capo Rizzuto dove ha raccontato la sua storia incredibile.
“Quando uscivo da casa per andare ad allenarmi non sapevo se sarei tornato. Correvo in bici su strade ai cui bordi c’erano i
cadaveri di persone uccise dai fondamentalisti”. Gli occhi di Mohammed Khasro si
Copyright (c)2016 il CROTONESE, Edition 12/04/2016
fanno tristi rivivendo quei ricordi mentre
mostra un album di foto della sua vita da
campione di ciclismo.
Ci sono le immagini di lui che corre su bici
di ultima generazione in carbonio, mentre
ritira premi con la nazionale irachena.
Khasro va in bici da quando aveva 15 anni.
A 18 è stato selezionato per la squadra irachena che ha preso parte al campionato
asiatico in Iran dove è arrivato quinto alla
sua prima gara importante. Ha vinto otto
gare in Iraq, 3 in Kurdistan e due in altri
Paesi. Tantissimi piazzamenti nella gare in
Egitto, Qatar, Bahrein, Libia, Singapore.
Doveva essere davvero forte se, come testimonia una delle sue foto, un giornale
arabo gli dedica un’intera pagina con tanto
di grande foto: nella stessa pagina campeggia anche un’immagine di Totti.
era arrivata seconda in classifica, tutti gli
altri miei compagni presero un premio in
denaro. Io invece no perché ero curdo”.
La sua passione per il ciclismo lo ha fatto
sempre resistere a
queste angherie. Spesso anche grazie all’aiuto di qualche allenatore arabo che lo
ha sostenuto nonostante la sua etnia. Finchè nella sua città, Karok, che si trova al
confine con la Siria non sono arrivati i fondamentalisti dell’Isis. E per lui sono iniziati i veri problemi: “Noi curdi siamo visti
come gente da uccidere. Non potevo più
allenarmi con tranquillità – racconta –. I
fondamentalisti mi hanno arrestato spesso.
zuto dove, grazie alla Misericordia, ha potuto ricominciare ad allenarsi con costanza. Ogni giorno fa footing lungo la strada
che costeggia il lago di Sant’Anna.
“Aspetto di essere convocato dalla commissione per l’asilo politico. Qui sto bene,
l’alimentazione non è proprio quella che
serve per un ciclista ma non posso chiedere
di più: anche dormire sul lungomare per
chi come noi ha visto la guerra negli occhi
è un po’ come il paradiso. Mi manca solo
una bicicletta per allenarmi bene. La mia
Bianchi in carbonio da 5.000 euro è rimasta in Iraq e non so che fine abbia fatto”.
NON SARÀ proprio una bici in
carbonio, ma una mountain bike
gliela abbiamo trovata noi. Quando qualche giorno fa gliela abbiamo consegnata al campo, i suoi
occhi si sono accesi di gioia: “Ci
vado a Crotone e a Catanzaro” ha
detto subito. La vicedirettrice Caterina Ceraudo la custodirà negli
uffici della Misericordia (nel
KHASRO, però, è un curdo e per questo
ha dovuto subire angherie e soprusi anche
dalla sua stessa federazione sportiva.
“Quando tornammo da una gara nel Barhein – ricorda il ciclista - dove la squadra
Mi hanno buttato via occhiali e guanti perché dicevano che non potevo portarli, che
era peccato. Mi hanno anche proibito di
andare in giro con i pantaloncini da ciclista. Un mio amico con il quale andavamo
ad allenarci è stato ucciso perché si è ribellato”. La città natale di Khasro è una
città di confine dove Isis e curdi si fronteggiano quotidianamente: “Quando mi
allenavo con la bici – ricorda Khasro - vedevo i cadaveri ai bordi delle strade. Spesso dopo essere passato da un posto sentivo
le esplosioni”.
A CONVINCERE l’atleta a scappare è
stata anche la proposta da parte dei curdi di
andare a combattere: “Io voglio solo correre in bici, non voglio ammazzare persone” dice Khasro. Così è arrivato in Italia ed
ha trovato accoglienza a Isola Capo RizIn alto Khasro con la bici davanti al Cara
di Isola Capo Rizzuto; più sopra con la
vicedirettrice Caterina Ceraudo; nella
altre foto il ciclista durante le gare in Iraq
Aprile 12, 2016 11:14 am
campo è vietato avere mezzi di locomozione) pronta a fargliela usare per gli allenamenti. Grazie al suo amico Shivan
(che gli fa da traduttore) ha anche contattato l’associazione dei cicloamatori di
Crotone che si è detta disponibile ad accoglierlo per gli allenamenti.
IL SUO sogno resta quello di partecipare
al Giro d’Italia. “Potevo andare in Germania o in Svezia dove ho parenti – ribadisce
- ma voglio restare in ’Italia perché è la
patria del ciclismo. Il mio idolo è Pantani
perché dicono che gli somigli anche un po’
ma solo come fisionomia. Io sono un velocista lui era un grande passista. Mi piace
tanto Cancellara che spero di poter incontrare magari vedendo una tappa del giro”.
Già, il Giro… Il prossimo 10 maggio la
carovana rosa sarà a Catanzaro. La Gazzetta dello Sport si è interessata alla storia
di Khasro ed ha invitato il giovane atleta
curdo a Catanzaro in quell’occasione. Magari il suo sogno potrebbe realizzarsi.
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