Esperienze e prove sperimentali con differenti cloni di Pinot nero

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Esperienze e prove sperimentali con differenti cloni di Pinot nero
Esperienze e prove sperimentali con
differenti cloni di Pinot nero
Josef Terleth, Ulrich Pedri, Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg
In Alto Adige si trovano alcune zone limitate molto vocate per la coltivazione del Pinot nero, dove manifesta appieno le proprie potenzialità qualitative. Negli ultimi anni la superficie destinata a questo
vitigno è andata lentamente ma costantemente aumentando ed è
pari, attualmente, a 365 ha che corrispondono al 6,9% della superficie viticola provinciale. Il Pinot nero, a motivo della struttura del
grappolo spesso compatta, in funzione dell’andamento meteorologico e dell’annata mostra una certa sensibilità agli attacchi di botrite
e di marciume acido. Per questo i viticoltori richiedono a gran voce
cloni spargoli o con struttura del grappolo meno compatta.
Esperienze di coltivazione
Clone di Pinot nero Gm 20-13 ad acini
piccoli o misti.
180
Già negli anni ‘90 si era proceduto
ad un confronto tra differenti cloni,
ma data la grande variabilità genetica
del Pinot nero sul mercato vengono
proposti di continuo nuovi cloni. Per
questo motivo nel 2004 ha avuto inizio un ulteriore progetto sperimentale
con l’obiettivo di determinare il valore
di coltivazione di quei cloni che grazie alla classica forma del grappolo
con acini di dimensioni contenute garantiscono una buona resistenza alla
botrite e forniscono un vino di ottima
qualità. I cloni spargoli, che derivano
dalla popolazione “Mariafeld”, non
rappresentano una valida alternativa in
quanto in caso di sviluppo inadeguato
non corrispondono all’atteso tipo Pinot nero. Quindici sono i cloni messi
a confronto in una stessa località con
l’intero assortimento attuale dei cloni
francesi. Accanto al clone 165, francese, più volte testato e resistente al
marciume, sono stati presi in esame
il clone 583, un clone “Pinot droit” e
i cloni 667, 777, 828 e 943 sempre
della Francia. Nella prova sono poi stati
inseriti anche i cloni di Pinot nero della
“Fondazione E. Mach“- Istituto Agrario
San Michele all’Adige (TN) SMA 185,
SMA 191 e SMA 201. L’Istituto di ricerca di Geisenheim (Germania) dispone
già da alcuni anni dei cloni Gm 1-81
e Gm 20-13, spargoli e con acini di
piccole dimensioni. Da moltiplicazioni proprie (azienda Franz Haas) sono
state ottenute due selezioni. Un’ulteriore selezione privata è stata fornita
dal vivaio Tutzer, che dispone anche
dei diritti di moltiplicazione del clone
MIRA 3047 dell’Università di Milano.
Tutti i cloni sono stati messi a dimora
in un impianto collinare situato a Tirolo, ad un’altitudine di circa 500 m
s.l.m. Come sistema di allevamento è
stato scelto la spalliera con un sesto
d’impianto di 2,00 x 0,90 m.
Ben presto si è osservato che alcuni
cloni, in presenza di vigorìa eccessiva, mostrano una notevole tendenza
a formare grappoli molto compatti,
con tutte le conseguenze negative del
caso. Un taglio del grappolo effettuato
a tempo debito potrebbe risolvere il
problema. Per puntare ad una produzione di qualità, la resa dovrebbe essere di 70 qli/ha. Tale quantità ha reso
facilmente possibile ottenere da tutti
i cloni il grado zuccherino desiderato.
Per determinare il valore di coltivazione di un clone è fondamentale ricorrere ad una vinificazione con valutazione sensoriale. Non tutti i cloni, in
fase di coltivazione, hanno soddisfatto
le aspettative e per questo si è deci-
5/2011
valore ø contenuto antociani nel vino (mg/l)
Grafico 1: contenuti in antociani dei vini del 2007 e 2008.
828
583
943
GM 20-13 SMA 201 clone test H1
clone
colorazione scarsa --- ottimale --- eccessiva (cm)
Grafico 2: valutazione del colore dei vini del 2007 e 2008.
a
ab
828
b
583
a
ab
943
GM 20-13
b
SMA 201
clone test H1
clone
scarsamente corposo ---------------corposo (cm)
Grafico 3: valutazione della corposità dei vini del 2007 e 2008.
ab
ab
b
ab
a
ab
so di procedere con la vinificazione
soltanto di alcuni di essi. Soprattutto
i cloni SMA 185 e SMA 191, la selezione del vivaio Tutzer e il clone Mira
3047 si sono distinti per la struttura
molto compatta del grappolo con
conseguente sensibilità alla botrite e
al marciume acido. Sono stati scartati
anche altri cloni, con aspetto esteriore
molto dissimile dal tipo “Mariafeld“- ad
esempio il clone Gm 1-81 (spargolo)
e una delle selezioni Franz Haas: le
dimensioni dei grappoli erano molto
grandi, il che non corrisponde all’aspetto classico di un clone di Pinot
nero.
Per la procedura di valutazione del vino
sono dunque stati presi in considerazione i cloni francesi 583, 828 e 943,
tenendo conto del fatto che in particolare il clone 828 soddisfa appieno
le caratteristiche esteriori del classico
Pinot nero. Il clone 583 è stato inserito a motivo della struttura dei grappoli
non eccessivamente compatta, mentre per il clone 943 si è tenuto conto
della forma del grappolo, spargola e
di dimensioni relativamente contenute. Le uve ottenute dai cloni 165, 667
e 777 non sono stati “lavorati“ separatamente, dal momento che prove
già eseguite in passato hanno fornito
indicazioni sufficienti. Un’impressione
positiva ha lasciato anche il clone SMA
201, con i suoi grappoli non troppo
compatti e di piccole dimensioni. Il
clone Gm 20-13 di Geisenheim si è
distinto per le dimensioni ridotte, non
sempre regolari, degli acini e per la
forma del grappolo, classica. Una selezione dell’azienda Franz Haas mostra
caratteristiche positive, nonostante
che nelle ripetizioni si sia notata una
certa mancanza di costanza.
Le vinificazioni
828
583
943
GM 20-13
clone
SMA 201
clone test H1
Gli enologi riconoscono che il Pinot
nero è uno dei vitigni che presenta le
maggiori difficoltà in fase di vinificazione. Le sensibili note aromatiche ed il
tannino granuloso che contraddistinguono un Pinot nero di grande qualità, possono andar perse molto rapidamente, se gli interventi in cantina
181
Tabella: significatività
e confronto
tra le medie
deimedie
cloni testati.
Tabella:
significatività
e confronto
tra le
dei cloni testati.
confronto tra le medie – test secondo Tukeys-B
parametri del mosto
pH
acidità titolabile
grado zuccherino (°KMW)
azoto utilizzabile dal lievito (mg/l)
parametri del vino
acido acetico (g/l)
acido lattico (g/l)
pH
acidità titolabile (g/l)
alcol (% vol)
estratto secco ridotto (g/l)
polifenoli totali secondo Folin (mg/l)
antociani (mg/l)
parametri sensoriali
intensità aroma frutti di bosco (0-7 cm)
intensità aroma frutta secca (0-7 cm)
intensità aroma di marmellata (0-7 cm)
colorazione scarsa – ottimale - eccessiva (da -10 a + 10 cm)
profumo semplice - complesso (0-10 cm)
tipicità (non tipico – tipico; 0-10 cm)
grado di maturazione giovane – maturo - invecchiato (da -10 a +10 cm)
corposità non corposo – corposo (0-10 cm)
qualità complessiva scarsa – buona (0-10 cm)
clone 828 clone 583 clone 943 clone Gm 20-13 clone SMA 201 selezione
Selektion H1
H1
n.s. 3,50 - 3,45 - 3,44 - 3,37
*
6,25 a 6,90 ab 6,30 a 7,48
*** 21,70 bc 20,50 a 21,50 bc 20,90
n.s. 242
270
219
304
b
ab
-
3,45
7,43
20,50
285
b
a
-
3,52
6,43
22,20
266
ab
c
-
n.s. 1,14 - 1,35 - 1,32 - 1,29
**
1,85 a 2,44 ab 1,72 a 2,02
n.s. 4,10 - 3,96 - 4,01 - 3,95
n.s. 4,18 - 4,50 - 4,32 - 4,40
**
15,21 c 14,23 ab 15,04 bc 14,61
**
28,20 ab 26,20 a 27,35 ab 26,10
n.s. 1409 - 1157 - 1455 - 1280
n.s. 199
172
201
192
ab
abc
a
-
1,42
2,72
4,02
4,68
14,09
27,98
1404
157
b
a
ab
-
1,26
2,17
4,08
4,38
15,35
29,23
1489
217
ab
c
b
-
n.s.
n.s.
n.s.
*
*
n.s.
n.s.
*
n.s.
ab
a
ab
-
3,3
1,5
1,3
-0,7
5,1
5,7
0,8
4,7
4,4
a
a
a
-
3,4
1,6
1,5
1,6
5,7
5,5
1,0
5,8
3,6
b
a
ab
-
3,2
1,6
1,4
-0,1
5,8
6,0
0,7
5,9
4,8
ab
a
ab
-
3,3
1,5
1,6
-0,6
5,1
5,8
0,9
5,1
4,3
a
a
ab
-
3,4
1,5
1,3
0,8
5,8
5,9
0,6
6,0
4,4
ab
a
b
-
3,2
1,6
1,6
0,1
5,5
6,1
1,0
5,5
4,6
I dati contrassegnati da asterischi o lettere si differenziano per valori più che significativi.
non sono corretti. Differenti modalità
di lavorazione di uve di Pinot nero in
cantina possono essere prese in considerazione solamente se il materiale
raccolto è sano ed in piena maturazione. L’immagine di un tipico Pinot nero
può variare molto, tra gli specialisti, ma
alcune caratteristiche rimangono comuni. Il colore dovrebbe essere rosso
rubino scuro. Il profumo può essere
da delicatamente fruttato (lampone e
fragola) fino a leggermente speziato
(timo e origano). Al palato il tannino
non dev’essere eccessivamente dominante, ma deve rimanere percettibile,
poiché è garanzia di stabilità del colore e del potenziale di invecchiamento.
Valori di acidità compresi tra 5 e 6 g/l
favoriscono ulteriormente la conservazione dei vini di Pinot nero, dotato in
natura di scarsa acidità.
mosto, il grado zuccherino, l’acido
lattico, il grado alcolico, l’estratto secco ridotto, il colore, la molteplicità dei
profumi e la corposità. Anche per altri aspetti si riconoscono determinate
tendenze differenziate, degne di essere menzionate e che necessitano
di un’osservazione a parte. I grafici da
1 a 3 confermano la qualità mediocre
dei cloni 583 e SMA 201 per quanto concerne il contenuto in antociani
e la conseguente manifestazione del
colore, oltre all’impressione sensoriale
della corposità. In tal senso ha offerto risultati positivi soprattutto il clone
943 e tendenzialmente anche il clone
di riferimento 828. Da tutti i punti di
vista i dati relativi al clone Gm 20-13
sono medi. I risultati forniti dal clone
test H1 sono piuttosto controversi. L’elevato contenuto in antociani provoca
un’intensa colorazione del vino che
per un Pinot nero, oggi come oggi,
è anomala se non addirittura atipica.
Relativamente alla corposità, la sua
classificazione è stata molto buona,
Confronti enologici
Di seguito si descrivono i risultati ottenuti dal confronto “enologico“ attuato
tra i cloni 828, 583, 943, Gm 20-13,
SMA 201 e una selezione dell’azienda
Franz Haas (H1).
In tabella sono riportati i parametri
chimici e sensoriali rilevati. Le valutazioni differiscono in misura significativa per quanto riguarda l’acidità del
182
Vigneto sperimentale di Pinot nero “Putzngütl” a Merano.
5/2011
nonostante che nel corso degli anni e
delle ripetizioni si sia rilevata una certa discontinuità. In merito all’impressione globale, la colorazione del vino
decisamente anormale e la quantità
di tannini tendenzialmente eccessiva
sono state considerate come aspetti
negativi (tabella). Comunque l’esito
della vinificazione del clone test H1 si
discosta nettamente dalla tipicità del
Pinot nero e oggigiorno potrebbe configurarsi, nel migliore dei casi, come un
“completamento“ dell’assortimento,
soprattutto in presenza di insufficiente
colorazione e quantità di tannini. Per
quanto riguarda i valori di acidità nel
vino, sono state rilevate notevoli differenze: i dati dei cloni 583 e SMA 201
sono risultati i migliori (leggermente
più elevati), ma nel complesso tutti i
vini hanno mostrato una bassa acidità e, corrispondentemente, un troppo
elevato valore di pH.
Clone francese
e classico di
qualità 828.
Conclusioni
I risultati conseguiti con questo progetto confermano che il Pinot nero
è caratterizzato da un’interessante
variabilità genetica che lo distingue
nettamente dagli altri vitigni Pinot. Né
per Pinot grigio né per Pinot bianco si
Clone di qualità
943, francese,
con grappoli
piccoli e meno
compatti.
dispone di un assortimento così ampio di cloni con peculiarità talmente
diverse da essere individuabili già otticamente (forma e struttura del grappolo).
I cloni test presi in esame dopo una
seconda scelta si differenziano nettamente dai rimanenti, soprattutto per il
miglior stato di salute dei grappoli. Nel
corso del progetto particolare interesse ha risvegliato il clone tedesco Gm
20-13, la qualità del cui vino è assolutamente paragonabile a quella dei cloni francesi. In Alto Adige questo clone
gode attualmente di scarsa notorietà.
Per contro, relativamente alla qualità
del vino, il clone SMA 201 dell’Istituto
Agrario di San Michele non ha soddisfatto tutte le aspettative. La selezione
prodotta dall’azienda Franz Haas è risultata piuttosto incostante, probabilmente a seguito dell’attacco del virus
dell’accartocciamento fogliare.
Poiché negli ultimi anni altri interessanti cloni di Pinot nero sono stati proposti sul mercato, si sta approntando
un altro progetto di confronto tra cloni.
Si tratta, in particolare, dei nuovi cloni
dell’Istituto Vitivinicolo Federale di Friburgo (Germania). Soprattutto il clone
Fr 1801 ha fornito finora ottimi risultati
e sarebbe quindi opportuno definire il
suo comportamento nelle condizioni
altoatesine.
[email protected]
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