Market Leader

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Quando il
rischio diventa
opportunità
ebbene la recente mega-truffa da 50
miliardi di dollari ad opera di Madoff,
gestore di hedge funds, abbia gettato questi strumenti in cattiva luce, in questo
numero abbiamo voluto parlarvi di ciò
che di solito non è conosciuto agli investitori non professionali. Alcuni gestori di fondi hedge, principalmente americani, hanno fatto il loro dovere alla lettera, guadagnando quando tutti gli altri hanno perso un sacco di soldi. Se infatti è vero che un
rischio è sempre anche un'opportunità, allora la massima flessibilità che questi fondi hanno di investire al
rialzo e al ribasso sugli strumenti che scelgono senza restrizioni può portare a grandi guadagni per gli
investitori. E' il caso dei campioni che hanno cavalcato l'orso e dei quali parliamo nel Tema del Mese.
Abbiamo poi voluto parlare di due beni rifugio, anche
se poco usati: le obbligazioni non quotate e l'investimento in oro. Da ultimo abbiamo voluto approfondire due risvolti della crisi, ovvero la tanto citata
deflazione e la necessità di investire nell'energia pulita che è stato uno dei cavalli di battaglia della campagna presidenziale di Barack Obama. In occasione
delle feste natalizie abbiamo dedicato alcune pagine
al primo Speciale Lusso della storia del Finanza
Magazine. La risposta più comune a chi domandi oggi
cosa sia il lusso è': "Avere un po' di tempo libero".
Ebbene, in queste pagine abbiamo cercato di spiegare come impiegarlo al meglio: nello shopping e nei
viaggi ma anche nella scelta dei regali di Natale e del
menu per i giorni di festa. Il tutto all'insegna di ciò
che di più esclusivo si possa trovare, sia per chi vuole fare una pazzìa sia per coloro che possono "insanire" ogni giorno. Come quelli che hanno partecipato a Bespoke, la fiera milanese del su misura che ha
messo in mostra pezzi unici di automobili, orologi,
arredamento e capi da indossare.
Editoriale
S
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Finanza.com Magazine
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presso il Tribunale di Milano
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Hanno collaborato:
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Numero chiuso in redazione il 12/12/2008
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TEMA DEL MESE
Chi ha scalato l’orso nel 2008 e chi lo farà nel 2009
FOCUS PRIVATE BANKING
Private banking e family officer per i super ricchi
FOCUS COMMODITY
Lingotti o monete, ma che siano d’oro
L’INTERVISTA
Gli italiani scoprono l’alternativa dei bond Otc
MARKET LEADER
Le sfide sul green carpet di Obama
FOCUS RISPARMIO GESTITO
L’ora degli esuberi
MARKET LEADER
Cosa fare se l’incubo deflazione diventa realtà
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6
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Speciale Lusso
Sommario
TREND
Feste di Natale da trascorrere all’ultimo grido
EVENTI
Il lusso a 360 gradi si mette in mostra a Bespoke
RUBRICHE
Gli alberghi dove ogni desiderio diventa realtà
LIVING
Vacanze anticrisi per regalarsi un Natale da sogno
RUBRICHE
Il lusso da gustare a tavola durante le feste
II
IV
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VIII
X
II
VIII
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Tema del Mese
Chi ha scalato
l’orso nel 2008
e chi lo farà
nel 2009
I superstiti dello tsunami incontrano i profeti
del 2009. Quali strategie ha utilizzato
chi ha retto al dissesto dei mercati e cosa comprare
(o no) in Borsa nei prossimi 12 mesi
DI MARCO BARLASSINA
I
l 2008 sarà ricordato come annus horribilis dei mercati, con le peggiori performance dagli anni ’30 per
l’azionario e rendimenti negativi per quasi tutte le
altre asset class. Eppure qualcuno è riuscito nell’impresa di registrare ritorni positivi e in alcuni casi
anche a doppia cifra. Si tratta proprio di alcuni di
quegli hedge fund che si vorrebbero tra i responsabili della crisi. Finanza Magazine ha tolto il velo su
un mondo che da sempre tiene molto alla propria
riservatezza per scoprire come ci sono riusciti e
attraverso quali strategie, senza dimenticare uno
sguardo al 2009 sulla base delle indicazioni per il
prossimo anno delle case d’affari.
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NOVEMBRE/DICEMBRE 2008
I “campioni” del 2008
Il primo “campione” del 2008 è Paulson & Co, società
di gestione statunitense che detiene asset under management per 30 miliardi di dollari. Dopo aver iniziato la
sua attività come società di gestione di fondi specializzata nella strategia merger arbitrage, ossia nell’arbitraggio di titoli di società coinvolte in operazioni di fusione, con il tempo ha esteso l’attività a un insieme di strategie, sfruttando opportunità sia al rialzo che al ribasso. Il Paulson Advantage Fund, proveniente da un +150%
nel 2007, messo a segno scommettendo al ribasso sui
titoli legati ai mutui subprime, nei primi 10 mesi del
2008 ha realizzato un rendimento annualizzato di circa
il 30%, questa volta puntando sul ribasso di titoli bancari e finanziari e parzialmente ancora sui subprime. E
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Tema del Mese
ora? La società di gestione sta iniziando a comprare titoli oil e altri sottovalutati sulla base dei fondamentali.
Altro superstite di lusso del 2008 è Clive, società con
asset in gestione compresi tra i 3 e i 4 miliardi di dollari e lanciata solo un anno e mezzo fa. L’omonimo fondo opera su commodity sia al ribasso sia al rialzo. Ha
guadagnato con il bull market delle materie prime durato all’incirca fino al primo trimestre del 2008. Ora continua a farlo anche con il mercato orso. Come?
L’approccio è fondamentale. Una volta rilevato che il quadro macro andava deteriorandosi ha puntato sul ribasso di alcune materie prime, mettendo a segno una performance superiore al 15% solo nel mese di ottobre.
Grazie alla capacità di fare market timing il ritorno annualizzato dei primi 10 mesi del 2008 è superiore al 40 per
cento. Un caso ancora più particolare è quello di
BlueCrest, società britannica con attivi pari a 16 miliardi di dollari. In altri fondi c'è una persona o un team di
gestione. Il BlueTrend Fund di BlueCrest è invece completamente automatizzato. Il fondo opera su tutte le asset
class, cercando di identificare i trend sui mercati più liquidi, il tutto attraverso elaborazioni automatiche basate
su modelli proprietari. Il computer analizza le serie di
prezzi su vari orizzonti temporali e dà indicazioni su
quale sia il loro trand. La combinazione dei sistemi fornisce i segnali operativi. Con questa operatività il fondo ha messo a segno nei primi 10 mesi del 2008 una
performance annualizzata di oltre il 30 per cento. La britannica Winton Capital Management gestisce invece il
Winton Futures Fund (+14% da gennaio a novembre
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Tema del Mese
NOVITA’ SUL MERCATO
Presto in Italia
gli hedge dedicati
al retail
Sta per arrivare in Italia un nuovo prodotto che permetterà anche al pubblico retail d’investire in hedge fund. Si
tratta di uno dei primi esempi di replica sintetica di fondi di fondi hedge. A portarlo nel Belpaese è State Street
Global Advisors, con la prossima registrazione di una Sicav
che lancerà la Premia Strategy, una strategia che punta
a realizzare rendimenti simili a quelli medi dei fondi hedge tramite l’individuazione dei fattori che ne determinano i rendimenti complessivi (attraverso i cosiddetti modelli di esposizione fattoriale). Particolarità della strategia è
di essere stata sviluppata in partnership con tre accademici, William Fung, David Hsieh e Narayan Naik, ai quali si deve gran parte della ricerca pionieristica sui beta dei
fondi hedge. Sotto la loro guida sono stati individuati e
analizzati i fattori che determinano i rendimenti di un
campione di 200 fondi, e con un’analisi ulteriore si sono
stabilite le ponderazioni appropriate per questi fattori.
Secondo la ricerca otto fattori spiegano circa l’85% della
variazione dei rendimenti dell’HFR Fund of Funds Index.
2008). Come BlueTrend, il fondo è un cosiddetto CTA,
ossia un Commodity Trading Advisor. Opera unicamente su future attraverso procedure automatizzate, mirando all’individuazione dei trend. Ha ad esempio sfruttato un trend divenuto molto forte dopo aprile, quello
che ha visto commodity in ribasso e un contestuale
apprezzamento del dollaro. Il fondo opera con procedure automatiche sia al ribasso sia al rialzo. La particolarità di Winton, società con asset in gestione tra i 17
e i 20 miliardi di dollari, è di avere all'interno del proprio organico circa 100 Phd, ossia persone in possesso
di un titolo che è l'equivalente del dottorato di ricerca
in italiano, che lavorano a tempo pieno per l'elaborazione delle strategie. Artradis è invece una società di
gestione basata a Singapore con asset in gestione per 2
miliardi di dollari. Il suo Barracuda Fund (+20% annualizzato tra gennaio e novembre 2008) è un fondo che
opera attraverso strategie long volatility, è cioè disegnato
per guadagnare dai picchi di volatilità. Di solito tutti perdono quando il Vix sale, tranne chi è lungo di volatilità.
Il fondo risponde quindi alla necessità dei fondi di fondi di equilibrare le proprie posizioni. Tra le strategie utilizzate, assumere posizioni lunghe di opzioni sia call sia
put con stesso strike, oppure l'assunzione di posizioni
lunghe di opzioni con volatilità implicita "minore" di quella sul mercato perché pensano che salirà.
Con le tecniche di indicizzazione viene in sostanza replicato il beta del fondo, inteso come misura del rapporto
tra il grado di variabilità del rendimento del portafoglio
rispetto alle variazioni del mercato di riferimento. Si rinuncia quindi al potenziale rendimento addizionale legato alla
capacità del gestore che si otterrebbe attraverso l’investimento diretto (il cosiddetto alpha). Questo consente
però costi ridotti, una volatilità inferiore e di evitare le
difficoltà nell’individuazione dei migliori gestori. Il tutto
con una soglia d'ingresso simile a quella dei fondi comuni tradizionali e la possibilità di conoscere giornalmente
il Nav. Ma conviene investire in hedge? Nel 2008 gli hedge fund hanno registrato la performance peggiore dal 1990
e hanno subito un consolidamento in termini di numero
di fondi e di asset gestiti. Nonostante ciò hanno sovraperformato l’azionario globale e le obbligazioni ad alto
rendimento. La stessa cosa è avvenuta in Italia, dove l’offerta è rappresentata quasi esclusivamente da fondi di fondi hedge (si vedano i grafici nella pagina successiva).
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NOVEMBRE/DICEMBRE 2008
Cosa (non) comprare nel 2009
Vale ancora la pena seguire le indicazioni d’investimento delle case d’affari all’inizio di un nuovo anno di Borsa?
Dopo l’esperienza dell’ultimo anno, in cui sono stati rarissimi i casi di previsioni corrette, e nel quale le stesse
investment bank hanno registrato perdite cospicue, è un
dubbio lecito. Coerentemente con la visione personale,
le seguenti indicazioni possono quindi essere utilizzate
come consigli d'investimento o alternativamente come
segnali d'allerta per i prossimi 12 mesi. Scorrendo i primi outlook 2009 pubblicati è un coro unanime e anche
piuttosto scontato: recessione, deflazione, riduzione degli
utili, crisi finanziaria, nuovi tagli ai tassi d’interesse e processo di riduzione del debito ci accompagneranno per
il prossimo anno.Tradotto in consigli d'investimento: dedicarsi a temi difensivi in attesa di tempi migliori.
Significativo a questo proposito il titolo dell'outlook proposto dal team di ricerca europeo di Morgan Stanley:
“2009 – Mantenersi pazienti”. “Conservare la pazienza
Se il tuo primo pensiero è stato “meglio comprare il petrolio”,
contattaci.
Se è stato “ehi, che traffico”, forse è meglio di no.
Se comprendi come gli eventi possano influenzare i mercati finanziari,
prendi in considerazione il trading con i CFD. Di’ la tua sul futuro con
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Tema del Mese
Rendimenti da agosto 07 ad agosto 08
6,56%
6,12%
2,95%
-3,62%
-7,24%
-11,85%
-14,67%
-15,50%
-24,18%
-28,42
S&P Eurostoxx
500
Mib 30
Msci
CRB Corp. Global Global Jp Morgan Msci Wolrd Indice
Emerging MKT Comm. Credit High Yield Gbi
MH FdF
S&P
500
Fonte: Hedge Invest
Rendimenti in settembre e ottobre
0,8%
-9,80%
-16,4%
-22,9%
-25,8%
-20,7%
-24,5%
-25,4%
-25,6%
-32,2%
S&P Eurostoxx S&P
Msci
CRB Corp. Global Global Jp Morgan Msci Wolrd Indice
Mib 30 500
500 Emerging MKT Comm. Credit
High Yield
Gbi
MH FdF
Fonte: Hedge Invest
fino all’avvio del prossimo bull market, forse nella seconda metà del 2009, ma non prima” è il consiglio degli
analisti, un anno fa tra i pochi a segnalare un 2008 difficile. “Crediamo – aggiungono - che il 2009 sarà simile, anche se ci auguriamo non ugualmente rigido, al 2008,
visto che partiremo da una base più bassa e che i problemi più gravi sono già conosciuti. Tuttavia riteniamo
che questo non sia ancora il momento per assumere
un atteggiamento contrarian”. Un altro titolo che non
lascia spazio a dubbi è quello dell’Ubs Global Outlook:
“2009 – Agire con prudenza”. “Il 2009 sarà un altro anno
difficile per gli investitori” spiegano dalla banca elvetica,
aggiungendo di ritenere “ancora opportuno adottare una
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posizione difensiva in ragione delle incertezze sull’entità e sulla durata della recessione globale”. Focus su valutazioni e preferenza per i settori difensivi, con in evidenza i comparti con utili più stabili: salute, beni di prima necessità e servizi di telecomunicazione. Privilegiate
inoltre le regioni che offrono valutazioni credibili, come
Europa e Giappone. Per gli emergenti invece potrebbe
essere presto per aumentare l'esposizione: “Crediamo
– spiegano - che l’ondata di vendite verificatasi sui mercati emergenti nel 2008 continuerà nel 2009”. Sarah
Arkle, chief investment officer di Threadneedle, dà maggiori speranze, ritiene che le vendite forzate per effetto del deleveraging degli hedge fund e dei prodotti strutturati si ridurrà nei prossimi mesi e che “un significativo ammontare di cattive notizie su utili e default sia già
riflesso nelle valutazioni di azionario e obbligazioni aziendali”. Anche qui i settori da preferire restano i difensivi e quelli caratterizzati da non ciclicità degli utili: healthcare, telecom, beni di largo consumo, software.
Nouriel Roubini, colui che passerà alla storia come il
guru dell’attuale crisi per averla prevista due anni fa, sul
finire del mese di novembre ha chiarito che “sia i mercati azionari sia quelli del credito hanno ulteriori rischi
al ribasso”, indicando per l’equity un potenziale di downside compreso tra il 20 e il 30%. Alla base della previsione alcune considerazioni su fondamentali e valutazioni dell’indice più importante a livello mondiale,
l’S&P500 americano. “Se gli utili per azione (EPS) – spiega l'economista – scendessero a un livello di 60 dollari
con un multiplo prezzo/utili (P/E) di 10 – cosa possibile durante una severa recessione – l’S&P scenderebbe
a 600 punti. E in una recessione molto grave non si può
escludere che l’EPS possa scendere fino a 50 dollari, cosa
che porterebbe l’S&P500 fino a 500 punti”. Il peggio per
Roubini avrebbe dunque più probabilità di essere ancora di là da venire piuttosto che alle spalle.
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Focus private banking
Private banking e family
office per i super ricchi
La crisi mette a dura prova anche i Paperoni italiani: nel 2008
il loro patrimonio potrebbe, infatti, assottigliarsi. Intanto,
si fa largo nel Belpaese la figura del family officer
DI DANIELA LA CAVA
o tsunami finanziario innescato dallo scoppio
della crisi dei mutui subprime in America non
risparmia nemmeno il dorato mondo dei super
ricchi italiani. Tanto che nel 2008 il patrimonio dei
Paperon de' Paperoni del Belpaese, concentrati sopratutto nelle province di Milano, Roma e Torino, subirà un'inversione di tendenza rispetto agli anni passati. Dalla fotografia scattata dall’osservatorio private di PricewaterhouseCoopers advisory
emerge, infatti, che quest'anno le famiglie
danarose nostrane, ovvero quelle
con disponibilità investibili onshore
pari ad almeno 500 mila euro, saranno
600 mila e i relativi asset finanziari raggiungeranno una cifra superiore a 760 miliardi di euro, in flessione rispetto ai precedenti
830 miliardi registrati nel 2007. Un vero e proprio cambio di rotta, dunque. In uno scenario
macroeconomico che continua a mantenersi
negativo e volatile Pricewaterhouse Coopers stima insomma una riduzione della dimensione del
mercato potenziale di circa 70 miliardi di euro.
Ma in che direzione si muove questo comparto in
Italia? A livello locale, anche se in maniera minore
rispetto alla situazione internazionale, il mercato
rimane frammentato. Si è di fronte a una differente
distribuzione della ricchezza: se da un lato è in diminuzione il numero dei clienti private, dall'altro si assiste a un aumento della ricchezza media per le famiglie private di circa il 10% rispetto a quanto registrato dodici mesi fa. Le turbolenze finanziarie in atto
agiscono inevitabilmente anche sul portafoglio. “È in
crescita – spiega Giacomo Neri, partner in charge
L
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Focus private banking
financial services practice PricewaterhouseCoopers
advisory - il peso di depositi e obbligazioni, mentre
è in contrazione il peso di fondi, azioni e gestioni
patrimoniali. Importante, infine, la riallocazione dei
portafogli verso i depositi, pronti contro termine,
titoli obbligazionari”. Numeri alla mano, in un contesto in cui la volatilità regna sovrana, le “famiglie
private” preferiscono percorrere la strada della prudenza: detengono mediamente il 15% della propria
ricchezza finanziaria in depositi, il 50% in titoli obbligazionari e un ulteriore 15% in gestioni patrimoniali. Non solo. La “tempesta perfetta”, come è stata
ribattezza la crisi finanziaria attuale, e le limitate performance dell'ultimo periodo potrebbero indurre un
numero sempre più consistente di clienti private
insoddisfatti a cambiare istituto. Si potrebbe così assistere a una crescente mobilità della clientela desiderosa di più attenzione e preparazione dai propri
relationship manager.
Aifo, il “controllore” dei patrimoni di rilievo
delle famiglie italiane
Protezione della ricchezza patrimoniale e continuità
aziendale tra le diverse generazioni. Sono questi i due
pilastri su cui si fonda il lavoro dell'Associazione italiana family officer (Aifo), che punta soprattutto a conservare e rendere più efficiente il patrimonio globale
di una famiglia. “Protezione dei patrimoni che non devono essere sperperati – racconta a Finanza Magazine
Patrizia Misciattelli, presidente dell'Aifo –, consegnandoli alle generazioni successive”. E proprio la questione
del passaggio generazionale è ancora più sentita in Italia
rispetto che in altri Paesi dato che la classe imprenditoriale che ha fondato l'industria è più anziana.
Stando ai dati recenti la successione è causa di cessazione di attività nel 38% dei casi esaminati e nel 50%
per le imprese artigiane. Inoltre, circa il 30% delle
imprese della Penisola nostrana che intraprendono questo processo evolutivo falliscono per mancanza di un
giusto supporto professionale. A questo si è aggiunta
anche la crisi finanziaria che ha travolto un po' tutti,
dimostrando che anche i “ricchi” hanno bisogno di aiuto. In un contesto così fosco, secondo Misciattelli, la
prima mossa da fare è quella di fare ricongiungere la
finanza e l'economia reale, l'impresa. Dividere questi
due “mondi” e dare, come è accaduto negli ultimi anni,
un'attenzione maggiore al settore finanziario è stato
un errore. Il primo passo da compiere è parlare di
finanza consapevole, trasparente, insomma di “slow
finance”, come l'ha definita il presidente di Aifo, perché la sensazione di rischio tra gli investitori è ancora molto forte. “Il family office può essere definito
come un ‘ingegnere patrimoniale’ – precisa Patrizia
Misciattelli -. È una professione che non sostituisce
nessuno, ma crea un disegno armonico ed equilibrato,
con un obiettivo globale e un'ottica preventiva. Rispetto
al private banker, tuttavia, lavora non perdendo mai di
vista i valori umani presenti nella famiglia”.
FOCUS SULL’ASSOCIAZIONE ITALIANA FAMILY OFFICER (AIFO)
Alla scoperta del family officer italiano
Anche in Italia si fa largo la poco conosciuta figu-
saggio generazionale. L'esperienza dell'Aifo trae
ra del family officer. Da meno di tre anni è nata
ispirazione da quella di Mamy's (monitoring asset
l'Associazione italiana financial family officer (Aifo),
management yield), nata anch'essa da un'idea di
che promuove il controllo del patrimonio di “rilie-
Patrizia Misciattelli, che nel 2003 ha deciso di svi-
vo”, ricchezze nelle mani generalmente di una fami-
luppare in maniera indipendente il modello del fami-
glia che possiede un'azienda, beni immobiliari, par-
ly office e multiple family office in Italia a vantag-
tecipazioni, oltre a un portafoglio titoli e che maga-
gio dei possessori dei patrimoni rilevanti e com-
ri è anche impegnata nell'attività di collezionismo.
plessi. L’attività di Mamy’s oggi si articola attraverso
Attraverso la diffusione di modelli gestionali, l'obiet-
due società: una focalizzata sul patrimonio e l’altra
tivo principale dell'associazione, costituita nel 2006,
sull'impresa familiare. Attualmente, Aifo e Mamy's
è quello preservare e far crescere il patrimonio del-
mantengono lo stesso posizionamento, essendo di
le imprese famiglia soprattutto nelle fasi di pas-
fatto attive nel medesimo business.
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TREND
Completo donna in tre pezzi ispirato
alle Charlie’s Angels e firmato Dsquared2
FESTE DI NATALE
DA TRASCORRERE
ALL’ULTIMO GRIDO
Lusso Magazine ha interpellato un personal shopper per scoprire
quali sono i regali di Natale più fashion da scegliere per sé, per i
propri familiari e/o per gli amici e con quale look si può trascorrere
un Capodanno al centro dell’attenzione
di Carlotta Scozzari
l Natale che si preannuncia per
questo 2008 è "decisamente
interessante e carico di novità", da
regalare o da comprare per sé. Parola di
Francesco Rabita, titolare di Your
personal shopping, prima agenzia italiana
di guida personalizzata agli acquisti, che
ha visto la luce a Milano nel 2003. "I
clienti attenti alle tendenze del lusso spiega Rabita - ci chiedono prodotti di
alta qualità, artigianali e possibilmente
in edizione limitata. Rispondono a
tutte e tre le richieste, ad esempio, le
borse in coccodrillo della collezione
'AG limited edition: the first', ideata
e creata da Alessandra Gucci".
Numerosi i trend in voga nel
campo dell'abbigliamento. “Tanto
per cominciare – suggerisce Rabita
- segnalo Dsquared2, marca
fashion che tende a vestire vip e
personaggi sulla cresta dell'onda
come Simona Ventura o Laura
Pausini. Nella collezione
primavera-estate 2009 spiccano
due capi che chi ama osare può
sfoggiare già durante le vacanze
di Natale, magari per stupire e
dettare moda la notte di
Capodanno. Si tratta del
completo donna in tre pezzi e
con dettagli in oro, formato da
pantaloni, gilet e giacca in jeans
misto lino ispirato agli anni ’70
e al trio delle Charlie’s Angels,
più la giacca “Tuxedo” uomo bianca e
SPECIALE LUSSO
I
Giacca “Elements” di Ermenegildo
Zegna, primavera - estate 2009
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TREND
III
Giacca “Tuxedo” bianca e nera Dsquared2
nera. Per un target più ricercato consiglio
i capi in cachemire di Ballantyne, adatti
sia per donna sia per uomo, ma anche
Agnona può meritare un pensierino”.
Spostando l'attenzione a giacche e
cappotti, l'esperto di fashion, “per i
manager in carriera che vogliono essere
sempre a posto anche nel week-end”,
suggerisce il capo innovativo “Elements”
firmato Ermenegildo Zegna, da
apprezzare per la sua versatilità, tanto che
ne esiste una versione invernale e una per
la stagione più calda. In particolare, la
giacca, grazie a un sistema
all'avanguardia che si basa su una
pionieristica tecnologia sensibile ai
cambiamenti di temperatura, ha
la capacità di adattarsi
autonomamente alle condizioni
esterne per mantenere caldo il
corpo di chi la indossa. A tali
caratteristiche si aggiunge il
trattamento "micronsphere",
che assicura una totale
resistenza ad acqua e macchie.
Per la stagione fredda la giacca
Elements è proposta in una
versione parka con cappuccio e
in una versione “over” di lunghezza
tre quarti, che si vanno ad aggiungere
all’over dall’appeal casual e al bomber già
presentati nelle stagioni precedenti.
L’interpretazione di Elements per la
primavera-estate 2009 prevede invece
una "field jacket" e una versione parka,
con gilet staccabile, in cotone e
cachemire o in cotone e seta.
"Mi piacciono molto - aggiunge Rabita anche i giacconi in lana peacot firmati
Italian independent, il marchio di Lapo
Elkann, che questa volta ha deciso di
essere sobrio e ha ottenuto un risultato
davvero interessante: un modello a sei
bottoni a doppio petto ispirato alla
marina americana e pensato sia per
uomo sia per donna, ideale da indossare
con una bella sciarpa scozzese".
Impossibile non parlare di piumini:
"Moncler per la donna propone un
doppio petto bon-ton e per l'uomo il
bicolore Alfred, che quest'anno
riconferma il successo, oppure il
Monastier modello Bike in versione
speciale blu. Segnalo inoltre il piumino
Duvet di Duvetica colorato, perfetto sia
per uomo sia per donna".
Per quanto riguarda il mondo delle
calzature, l'esperto di personal
shopping guarda con favore ai
mocassini da uomo Carshoe con
frangia, "che si riconfermano molto
trendy anche quest'anno", mentre
per donna sono all'ultimo grido le
scarpe Miu Miu di questa stagione e
gli stivali Costume national. I gioielli
sono indispensabili per impreziosire
le notti di feste, soprattutto quella di
Capodanno. Per Rabita sono degni di
nota quelli di Rosato e meritano una
menzione speciale i nuovi gioielli
disegnati da Delfina Deletrezz Fendi,
di ispirazione gotica e interamente
fatti a mano. Per uomo Pomellato ha
recentemente presentato la
collezione “Pour un homme”,
composta da sette coppie di gemelli
ognuna diversa dall'altra. I più
essenziali si ispirano a una puntina da
disegno, i più spiritosi hanno due piccole
tibie di avorio fossile, ma ci sono anche
le "bacche" e le mini "zanne" in jet nero,
per non parlare dei diamanti brown in
preziosissimo pavé. Insomma, c'è solo
l'imbarazzo della scelta.
3
2
4
1 Una borsa della collezione AG limited edition; 2, 3 e 4 Tre coppie di gemelli della nuova collezione “Pour un
homme” firmata Pomellato
SPECIALE LUSSO
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EVENTI
IL LUSSO A 360 GRADI
SI METTE IN MOSTRA
A BESPOKE
Dal 21 al 23 nove,bre al Palazzo del Ghiaccio di
Milano si è tenuta la mostra Bespoke, dedicata al
lusso su misura. Lusso Magazine è andato a dare
un’occhiata
di Carlotta Scozzari
Alcuni stand
dell’edizione
2008 di
Bespoke
l mondo del lusso su misura non si
lascia intimorire dai venti di crisi. Anzi,
si mette addirittura in mostra,
esponendo gli oggetti di fascia alta più
impensabili e, naturalmente, più esclusivi.
E' successo in occasione della
manifestazione Bespoke, la cui prima
edizione è andata in scena dal 21 al 23
novembre al Palazzo del Ghiaccio di
Milano. Soddisfatto dei risultati ottenuti
l'ente organizzatore della manifestazione,
International Club Exhibitions (Ice): già
I
durante il vernissage del 20 novembre
sono state superate le 2.400 presenze,
mentre il bilancio totale dell'evento ha
sfiorato le 11 mila visite, tra cui vip,
collezionisti, giornalisti e media vari, cui va
aggiunto il “solito” sciame di curiosi, in
prima linea per dare soltanto un'occhiata,
anche senza comprare nulla.
Numerosi gli espositori che hanno preso
parte a Bespoke, rappresentando
trasversalmente un po' tutti i settori:
dall'abbigliamento con Luciano Barbera o
SPECIALE LUSSO
Il divano Gaudì di Bretz
Isai ai motori con Castagna, Colani o
Wiesmann CarZeta, passando per i gioielli
di Jesus Di e La Piramide, per i viaggi di
Bradipo Travel, l'Albergo della Regina
Isabella, con l'annesso complesso termale, i
pianoforti di Borgato, le lussuose pentole
di Fissler, e tanti altri ancora. Tra gli
oggetti di maggiore richiamo la nuova
Wiesmann GT MF5, con motore BMW
10 cilindri e 507 cavalli, esposta in bella
mostra dinanzi allo stand Wiesmann
CarZeta. "Con l'MF5 - spiega Friedhelm
Wiesmann, portavoce dell'omonima
società - stiamo andando incontro ai molti
appassionati di GT che vogliono esprimere
la loro individualità attraverso una dose
ancora maggiore di potenza e sportività". Il
fratello di Friedhelm, Martin, in qualità di
direttore responsabile per lo sviluppo e la
produzione, dichiara che “la GT MF5
rappresenta il modello ideale con cui la
nostra gamma raggiunge il top ed è
sicuramente la più emozionante delle
vetture sportive che Wiesmann abbia
mai presentato al pubblico”. "Tale
modello - puntualizza Stefano
Zurleni, amministratore
delegato di CarZeta,
concessionaria
milanese
importatrice
esclusiva per l'Italia
di Wiesmann - è
completamente
personalizzabile: il
cliente può scegliere la
pelle, gli inserti, può
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decidere di cifrare le iniziali del proprio
nome ad esempio sul sedile o sul
battitacco e così via. Ci siamo resi conto
che la stravaganza non ha limiti. Insomma,
dei 200 circa esemplari l'anno che
vengono prodotti a partire dai tre modelli,
non ne esistono due uguali".
Bretz, azienda tedesca produttrice di
divani, è stata partner tecnico di BeSpoke.
La caratteristica principale dei divani Bretz
è la seduta larga, che spazia dai 53
centimetri di profondità fino ad arrivare ai
105. Per ogni modello vi sono infinite
composizioni, grazie all'utilizzo di materiali
pregiati come velluto o pelle impreziositi
da Swarovski. Vasta la scelta dei colori:
tinte unite dai toni soft come ad esempio il
crema, il beige o il cappuccino, senza
dimenticare quelli più accesi come il
turchese o l’arancio, oppure
fantasie zebrate o
floreali
Pagina V
argentate o con rose rosse, solo per citarne
alcune. Le fodere, invece, possono essere
scelte fra 340 tipi. Come fa sapere Roberto
Guerini, direttore generale di Atmos
entertainment design, la società che
importa in esclusiva e distribuisce i
prodotti Bretz in Italia, gli ultimi modelli
che hanno visto la luce sono "Don
Corleone", "un divano monumentale e
importante, dalle linee chiare e morbide", e
"Tiziana", "con un apertura verso il cielo e
delle linee ben definite". "Le tendenza del
momento - prosegue Guerini - sono linee
morbide e colori caldi che invitano e
coccolano l'anima con grande attenzione
all'ecologia. Al momento la clientela chiede
soprattutto grande qualità e haute couture,
più la possibilità di poter personalizzare il
prodotto secondo le proprie esigenze. I
nostri best seller sono il modello Gaudì, un
classico della nostra produzione, e il
Marilyn che con la sua ampia gamma
riesce a soddisfare tutte le esigenze
d’arredamento, senza contare che
rappresenta una vera propria icona dello
stile Bretz".
La nuova Wiesmann GT MF5 messa in mostra a Bespoke
SPECIALE LUSSO
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RUBRICHE
GLI ALBERGHI DEL LUSSO,
DOVE OGNI DESIDERIO
DIVENTA REALTA'
Dai biglietti di teatro a cene in
ristoranti esclusivi, fino al noleggio di
elicotteri e persino all'acquisto di un
motoscafo Riva. Parola al concierge
SPECIALE LUSSO
di Valeria Panigada
al primo passo dalla porta
girevole fino all'ultimo in uscita,
i clienti degli alberghi più
prestigiosi possono vedere i loro
desideri diventare realtà. Dai biglietti per
uno spettacolo teatrale, a una cena in un
ristorante esclusivo, fino al noleggio di
un elicottero e di una limousine. Ad
accogliere e realizzare le richieste dei
clienti più esigenti e ricchi del pianeta
sono i concierge o, detto all'italiana,
portieri d'albergo. Sono come i padroni
di casa per cui il cliente è l'ospite al
quale riservare ogni attenzione,
preoccupandosi che il suo soggiorno sia
indimenticabile. Soddisfano ogni tipo di
richiesta e più piccola esigenza,
ascoltano lamentele e confidenze. Tanto
che si potrebbe definirli gli uomini dalla
“mission impossible”. Parola di Federico
Barbarossa, capo concierge all'Hotel
Cala di Volpe, a Porto Cervo, in
Sardegna, e presidente della Uipa
(Unione Italiana dei Portieri d'Albergo
“Le Chiavi d'Oro”).
D
Quali sono i requisiti per definirsi un
perfetto concierge?
Prima di tutto la completa disponibilità.
Il concierge deve essere disponibile 24
ore su 24. Altre caratteristiche
fondamentali sono l'immediatezza e la
tempestività. Accanto a questi aspetti
non si deve dimenticare il rispetto di un
codice deontologico, che impone la
riservatezza nei rapporti con i clienti. Il
concierge deve avere poi una
preparazione culturale di alto livello,
parlare almeno tre lingue straniere in
modo fluente e possedere conoscenze
sulla storia locale.
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RUBRICHE
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E' mai capitato non di non riuscire a
soddisfare una richiesta?
Mai. Ci definiscono gli uomini dalle
“mission impossible”. A parte gli
scherzi, non mi è mai capitato di non
accontentare un cliente. Ammetto che
a volte sono stato costretto a chieder
maggiore flessibilità nella tempistica,
ma alla fine io insieme ai miei
collaboratori ho sempre esaudito
un desiderio.
Come si è evoluta negli anni questa
professione?
Una vera evoluzione è cominciata
qualche anno fa soprattutto
nell'approccio pratico. Mi riferisco alla
tecnologia, che richiede ormai una
spiccata immediatezza. Ora possiamo
fare qualsiasi prenotazione, dai biglietti
aerei, ai teatri, ai ristoranti, fino al
noleggio di imbarcazioni via Internet
con un accorciamento dei tempi tale
che a volte anche la nostra clientela
rimane sbalordita. La necessità di
percorrere di pari passo i tempi che
stiamo vivendo ci induce a rivedere
anche lo stato culturale della maggior
parte degli addetti ai lavori.
E quella invece più bizzarra?
Ne ricordo una in particolare. Un
giorno un cliente tedesco molto
importante ha espresso il desiderio
improvviso di acquistare una barca e
più precisamente un motoscafo Riva.
Era luglio e il cliente lo voleva entro
l'estate. Di solito per avere un Riva ci
vogliono mesi e invece sono riuscito a
portare la barca a Genova e poi fino a
qui in poco più di due settimane. E'
stata una soddisfazione! Quando la
barca è stata attraccata alla nostra
darsena, il cliente mi ha telefonato e mi
ha detto: “Federico, è arrivata! Vieni a
brindare con noi”.
Quale sarà il futuro del concierge?
Le grandi compagnie alberghiere sanno
bene quali benefici la presenza di una
portineria può dare alle loro strutture,
costrette a dividersi un mercato in
continua crescita e sempre più esigente.
Come sarà il portiere d'albergo di
domani è molto difficile dirlo.
Certamente ci sarà. Perché la tendenza
all'accoglienza sarà sempre presente.
Ragion per cui credo sia molto
importante trasmettere la passione e
seguire una scuola di preparazione.
Una cosa è certa: il concierge non sarà
mai un semplice impiegato
imprigionato nella sua ordinarietà ma
colui che della straordinarietà ne ha
fatto una ragione di vita.
Quali sono le richieste più comuni?
La bellezza del mio lavoro è l'incognita
di quello che mi verrà chiesto durante
la giornata. I desideri più comuni, vista
anche la località dove lavoro (Costa
Smeralda, in Sardegna) vanno dal
noleggio di un elicottero o aereo
privato o imbarcazione, a un autista per
una giornata di shopping, fino ai
biglietti del teatro o cene in ristoranti
molto particolari.
Federico Barbarossa, capo concierge presso l’Hotel Cala di Volpe, a Porto Cervo
SPECIALE LUSSO
Che tipo di clientela incontra?
Generalmente ci siamo sempre rivolti a
una clientela di tipo occidentale e di
una certa età. A questa tipologia si
riscontra ora una generazione più
frenetica ed eccessiva.
In questi ultimi anni abbiamo avuto
sempre meno clienti americani e
sempre più russi. Il russo rappresenta
un nuovo target, è un cliente diverso, a
volte più difficile da gestire.
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LIVING
VACANZE ANTICRISI PER
REGALARSI UN NATALE DA SOGNO
Resort che spuntano nel deserto, palafitte a pelo d’acqua
tra cielo e mare ecco alcune delle proposte dell’industria del
leisure più à la page selezionate da Lusso Magazine
di Micaela Osella
P
SPECIALE LUSSO
er le prossime feste di Natale sono
12 milioni gli italiani che si
regaleranno il sogno di una
settimana di svago e relax. Un popolo in
movimento, cui si aggiungeranno i
viaggiatori dell’ultimo minuto. Che sia al
caldo, in montagna, in un villaggio o
ancora in una Spa poco importa. In barba
al rallentamento globale dell’economia e
all’Alitalia al collasso l’industria delle
vacanze resiste. Perché anche se le tasche
sono un po’ meno piene, una settimana di
vacanza aiuta a non pensarci.
1
DESTINAZIONE PARADISO
Per capire come sta cambiando la
propensione alla spesa dei very important
travellers basta dare un’occhiata ai dati del
pianeta Italia: nel 2006 il numero dei
viaggiatori è sceso dello 0,5% rispetto al
2005, eppure il fatturato del settore è
cresciuto del 5%. Come dire: meno italiani
hanno viaggiato, ma quelli che lo hanno
fatto hanno investito cifre sempre più
consistenti perché in fin dei conti regalarsi
una settimana da sogno è il desiderio di
un anno di lavoro. Anche se sono lontani
anni luce i tempi in cui la monarchia
d’Europa si dava appuntamento tra i bagni
a vapore di Baden Baden, concedersi una
settimana in Spa a Capodanno potrebbe
rendere belli tutto l’anno. Così decidere di
volare in Germania nella città termale per
eccellenza d’Europa a farsi coccolare da
mani esperte resta una buona idea. Non
sarà difficile imbattersi in Bill Clinton o
nell’ex presidente della Repubblica, Carlo
Azeglio Ciampi, tra le vie della cittadina,
dove cucina raffinata e accoglienza a
cinque stelle fanno degli alberghi immersi
in paesaggi da fiaba la cornice ideale dove
brindare all’anno nuovo. Oltre alla qualità
delle acque Baden-Baden deve, infatti,
molta della sua atmosfera magica alla
Foresta Nera che la circonda. Per un
1 Lizard island
resort
2 Longitude 131
3 Lebombo
riserva privata di
Singita nel
parco Kruger in
Sud Africa
4 Sheraton
Moorea Lagoon
Resort & Spa
5 Schlosshotel
Bühlerhöhe
2
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VACANZE
IX
3
VIVERE UNA FAVOLA
La mappa dei posti dieci e lode spazia in
giro per il mondo. Da Punta de l'Este, in
Uruguay, buen retiro di modelle e
imprenditori, passando per Cartaghena in
Colombia e Playa del Coco in Costa Rica
è dolce la scoperta di posti incontaminati.
In Australia, davanti alla celeberrima
formazione rocciosa di Ayers Rock,
scopriamo il Longitude 131: grazie alle
sue tende extra lusso immerse nel nulla è
l’unica struttura costruita esattamente
davanti al misterioso monolite simbolo
del paese. A Kangaroo Island, area
protetta dove si vive a contatto con
canguri, i sogni diventano realtà al
nuovissimo resort 6 stelle Southern
Ocean Lodge, Per chi vuole il massimo c’è
addirittura la possibilità di vivere come un
moderno Robinson Crusoe affittando
l’isola resort Lizard Island, dove se non si
vuole esagerare si può optare per un
soggiorno a cinque stelle al Lizard Island
Resort. Ma è la Polinesia la destinazione
che resta nell’immaginario collettivo il
paradiso in terra da scoprire almeno una
4
volta nella vita. Queste isole ai confini del
mondo sono infatti perfette per una
vacanza no shoes. Muniti solo di pareo e
costume la scoperta di Moorea, Tahiti,
Bora Bora sarà perfetta. Diverse le
opportunità di soggiorno: lo Sheraton
Moorea Lagoon Resort & Spa offre
spiaggia al top ed escursioni per tutti i
gusti, mentre al Manihi Pearl Beach
Resort sarà come essere diventati un pesce
per chi sceglierà un bungalow sull’acqua.
Cambiando atmosfera la vacanza più
trendy in Botswana è piantata nella riserva
di Moremi, a Mombo Camp, dove è
praticamente impossibile non imbattersi
in leoni, elefanti, ghepardi e giraffe. Ma
anche in Sud Africa la scoperta del
Continente nero sarà dolce nella riserva
privata di Singita, che offre la possibilità di
alloggiare in tre diversi safari lodge. Certo
per chi predilige l’effetto sorpresa va forte
il deserto. Qui il top è trascorrere
Capodanno al Kasbah Said di Merzouga,
resort circondato dai palmeti, che si
presenta come una città fortificata color
ocra. La coppia Brad-Angelina ha provato
questa ebbrezza. Rimanendo sulla vacanza
esotica è grazie a Johnny Depp e al film La
maledizione della prima luna che è stato
rilanciato il fascino dei Caraibi qualche
anno fa, trasformandoli in una
destinazione che non è più appannaggio
solo di miliardari grazie alla scelta
vastissima di resort spuntati qua e là. E c'è
solo l'imbarazzo della scelta: mentre la
notte è sempre giovane in Giamaica, StBarth o Barbados, bagni di sole ci
aspettano nel puzzle di spiagge da
manuale che spaziano da Antigua,
Anguilla, Tobago, St. John e
Turks&Caicos. A St Vincent e Grenadine
per un soggiorno al top la scelta è tra il
Raffles Resort Canouan Island oppure il
Cotton House.
I LUOGHI COMUNI
NON MUOIONO MAI
Il mare (caldo) preferito d’inverno resta
quello delle Maldive. Con un’ultima
chicca: scegliere di soggiornare in un ecoresort dove la vacanza è all'insegna del
rispetto della natura è l'ultimo must.
L’indirizzo giusto è il One&Only Reethu
Rah, un resort dove vivere al top lo sport.
5
SPECIALE LUSSO
soggiorno indimenticabile gli indirizzi
giusti sono il Schlosshotel Bühlerhöhe e il
Brenner’s Park-Hotel Spa, dove sono
disponibili i migliori trattamenti beauty e
medical della città. “Senza andare lontano
per chi punta a una vacanza di puro relax
ci sono le beauty farm come l'Ostuni &
Trullishire, a Ostuni”, suggerisce Roberto
Piccinelli, giornalista che segue da anni le
nuove tendenze. Sempre per chi apprezza
il mare d’inverno una destinazione al top è
il Forte Village, in Sardegna, sinonimo di
esclusività e raffinatezza. Chi privilegia
invece il fascino di Roma, non può
perdere il Regina Hotel Baglioni che
ospita dall’inventiva dell’attrice Katherine
Kelly Lang la prima Kelly Spa, un angolo
di paradiso nel cuore della città eterna.
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RUBRICHE
IL LUSSO DA GUSTARE
A TAVOLA DURANTE
LE FESTE DI DICEMBRE
A lato le immagini di
alcune tavole
imbandite
Consigli e suggerimenti dagli esperti
di Peck per i prossimi appuntamenti
culinari di Natale e Capodanno
di Valeria Panigada
e feste rappresentano spesso
l'occasione per pranzi e cene
speciali. E di certo Natale e
Capodanno sono tra gli appuntamenti più
importanti e tradizionali per incontrarsi
attorno a tavole imbandite. “Non
dovranno mancare i classici piatti della
cucina italiana, ma qualche sapore nuovo
potrà far esaltare i palati e rendere il menù
esclusivo”, dichiara Francesca Stoppani,
l'esperta di Peck, storico store milanese
dell'alta gastronomia.
SPECIALE LUSSO
L
LA TRADIZIONE È SERVITA
CON UN PIZZICO DI ESTRO
Per un pasto ricercato è d'obbligo iniziare
con gli antipasti, “che devono essere
concepiti per invogliare e coccolare il
palato nell'attesa della prima portata
principale”, dice Francesca Stoppani,
precisando: “Non esistono regole ferree. Il
numero di antipasti dipende innanzi tutto
dall'ampiezza e dalla rilevanza che si vuole
dare al menu; in generale, però, è meglio
limitarsi a qualche stuzzichino della
dimensione di un solo boccone, per poi
passare a uno o al massimo due antipasti
ben strutturati a ridosso del primo piatto”.
Secondo l'esperto si può gustare un
raffinato foie gras di Francia o delle
piccole galatine di vitello, oppure se si
preferisce un inizio di mare si possono
servire scampi e assaggi di aragoste. Per
quanto riguarda i primi piatti, occorre
diversificare tra le diverse occasioni. Le
paste ripiene sono tra i primi canonici
delle feste natalizie “di magro per la cena
della Vigilia, grasse e ricche per il pranzo
di Natale, mentre per la cena di
Capodanno si possono servire primi piatti
La ricetta di Peck
Il panettone
diventa esotico
Ingredienti
140 g di tuorli
75 g di zucchero
25 g di amido di mais
250 g di latte
500 g di panna fresca
Un baccello di vaniglia
1 frutto della passione
50 g di ananas a cubetti
50 g di mango a cubetti
50 g di papaya a cubetti
Un panettone Peck da 1 kg
Preparazione
Montate i tuorli con lo zucchero fino a
quando sono spumosi e chiari, quindi
incorporate l’amido di mais. Scaldate il
latte con 250 g di panna (conservate
la panna restante in frigorifero) ed il
baccello di vaniglia inciso per il lungo.
Versate il liquido nelle uova e, sempre
mescolando, portate al primo bollore.
Togliete dal fuoco e incorporate 250 g
di panna fredda e la polpa del frutto
della passione. Fate raffreddare
mescolando di tanto in tanto.
Aggiungete la frutta a cubetti incorporandola delicatamente con una spatola.
Servite il panettone Peck a fette con
qualche cucchiaio di salsa esotica per
dare un tocco di novità alla tradizione.
conditi da carne o da pesce”, spiega
Stoppani. Come seconda portata sono i
piatti di carne a diventare i protagonisti
della tavola. “Suggerirei il cappone farcito
alla castagna, oltre che al classico tripudio
di arrosti o il filetto in crosta”. Mentre per
la sera di San Silvestro, non può mancare
lo zampone di Modena con le lenticchie.
Per finire in bellezza, il dolce. Oltre al
pandoro e panettone, Peck propone il
“tronchetto di Natale”, un dolce a forma di
tronco farcito con mousse di creme o
frutti di bosco su una base di biscotto. Per
Capodanno, invece, la tradizione può
lasciare spazio a una maggiore fantasia e a
dessert più elaborati. “Gli agrumi, l'uva, la
frutta secca e tutti quegli elementi bene
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RUBRICHE
XI
La storia
Peck, il tempio internazionale del gourmet
auguranti non devono mancare sulla
tavola del veglione. Non dimenticate gli
spazzacamini o i porcellini di cioccolato e
marzapane per ogni ospite. Il panettone
può essere sostituito dalla veneziana, più
adatta a essere farcita sia con creme sia
con gelato. Non rinunciate al pandoro ma
trasformatelo a piacimento, in un soufflé o
in un dolce diplomatico. Per donare un
tocco di luce alle superfici, potete
procurarvi delle sottilissime foglie d'oro
zecchino commestibile. Infine, un tocco di
rosso: lamponi e fragole, ciliegie e ribes; i
frutti rossi sono perfetti in abbinamento
alla cioccolata”, conclude l'esperta.
I ricchi pasti delle festività dovranno
essere accompagnati da bottiglie di alta
l'occhio già assapora un trionfo di generi alimentari
accuratamente selezionati, fino al piano alto dove si
finisce in dolcezza, seduti a un tavolo gustando tè e
confetture. Il segreto del successo di Peck, nonostante
abbia subìto diversi cambiamenti anche di gestione (dagli
anni '50 Peck è gestito dai fratelli Stoppani), è la
tradizione per la qualità dei prodotti e il desiderio di
"comunicare" la bontà.
qualità capaci di far esaltare i sapori dei
piatti.
UVE PREGIATE PER
BRINDARE ALLE FESTE
Per un menù a base di carne Francesca
Stoppani, che è anche sommelier,
consiglia il Barbera d'Asti o le più
prestigiose bottiglie di Super Tuscan o
Sassicaia della Toscana. Se invece in
tavola si servirà del pesce, allora si dovrà
optare per un Chardonnay-Grechetto
della cantina Antinori dell'Umbria.
Meglio l'annata 2005, oppure il
piemontese Gaia & Rey dell'azienda
Gaia, questo è uno dei più costosi e
rinomati vini bianchi prodotto con uve
chardonnay. Per il dessert si può
sorseggiare un Moscato d'Asti che ha
una leggera effervescenza oppure il
Passito di Pantelleria che ha una
gradazione alcolica maggiore. Per il
brindisi di mezzanotte di Capodanno
invece i consigli vanno in direzione dello
champagne, verso i classici Cristal Rosé
di Roederer o Dom Pérignon
Enothèque 1975 di Moet & Chandon,
che è uno Champagne rarissimo, mentre
tra gli spumanti il sommelier suggerisce
una bottiglia di Annamaria Clementi di
Cà del Bosco: “E' un prodotto a grandi
annate ed è anche uno dei pochi
spumanti che si avvicina allo
champagne”.
SPECIALE LUSSO
Dal 1883 si trova nel cuore di Milano un tempio storico
del gourmet. E' Peck, che da semplice bottega fondata da
un salumiere di Praga, Francesco Peck, è diventato uno
dei nomi più celebri della gastronomia internazionale e uno
dei simboli dell’alta cucina per i palati milanesi.
Oggi il negozio offre tre piani di prelibatezze: dalla cantina
dove ospita oltre 5.000 etichette di vini pregiati
provenienti da ogni angolo del mondo, al pianterreno dove
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Scendete in campo con una squadra vincente
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19/12/2008
16.05
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Focus commodity
I lingotti d’oro di Cofinvest
Lingotti o monete,
ma che siano d’oro
La crisi dei mercati ha fatto riscoprire il valore dell’oro
come bene rifugio. Per investire esiste anche la possibilità
di acquistare direttamente lingotti o monete
DI ALESSANDRO PIU
Un 2008 poco brillante
In questo 2008 da mettere al più presto nel frigorifero della storia nemmeno l’oro è riuscito a brillare.
Dopo la fiammata dei primi due mesi dell’anno, che
ha portato alla valutazione record di 1.002,95 dollari per oncia, il movimento che ha permesso al metallo giallo di guadagnare oltre 50 punti percentuali da
luglio 2007 ha ceduto sotto i colpi della crisi. Al suo
posto si è instaurato un trend discendente caratterizzato da una volatilità decisamente più elevata che
ha riportato le quotazioni, a fine novembre, in area
800 dollari. Tuttavia che l’incertezza dei mercati abbia
fatto perdere anche all’oro la sua identità di bene
rifugio è cosa del tutto improbabile. Dopotutto da
inizio anno il bilancio per l’oncia d’oro è ancora sopra
la linea di parità, sebbene di poco, a fronte delle perdite in doppia cifra degli indici azionari e delle altre
materie prime. Inoltre basta analizzare le oscillazioni
del grafico del metallo prezioso per osservare come
i recuperi al rialzo siano avvenuti proprio in occasione dei momenti di massima tensione sui mercati
finanziari tra i quali il fallimento di Lehman Brothers
a metà settembre. Ulteriori conferme sul fascino dell’oro arrivano dall’ultimo report del World Gold
Council, secondo il quale nel terzo trimestre dell’anno
la domanda di oro ha raggiunto un nuovo record a
32 miliardi di dollari, il 45% in più del record stabilito il trimestre precedente. E il maggiore contributo è arrivato dagli investitori al dettaglio tanto che,
prosegue il documento, “nel trimestre si sono rilevate carenze di metallo presso i dealer un po’ in tutto il mondo”. Da primato è stato anche il flusso dovuFINANZA MAGAZINE
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Focus commodity
LA PROPOSTA DI BANCA ETRURIA
Un conto tutto d’oro
Sempre per chi voglia investire in oro fisico senza però
operatori non residenti per permettere di effettuare
avere la necessità di vederlo o maneggiarlo nonché
transazioni in oro. Grazie al Conto Oro le aziende
l’onere di stoccarlo, Banca Etruria ha lanciato il Conto
del settore possono beneficiare di una gestione dina-
Oro. La particolarità di questo conto corrente è costi-
mica della provvista del metallo a fronte delle mute-
tuita nella sua unità di misura, il grammo d’oro. In
voli necessità di disporre della materia prima per la
altri termini il cliente, invece che possedere e visua-
produzione o per il magazzino ai fini della commer-
lizzare un conto in valuta, avrà una giacenza in oro
cializzazione (hedging). Anche gli operatori non resi-
finanziario. L’offerta del conto è rivolta sia ai privati
denti possono così effettuare transazioni in oro car-
in ottica di diversificazione dell’investimento, sia alle
taceo da utilizzare poi presso Banca Etruria per
aziende operanti nel settore orafo con obiettivi di
disporre di oro fisico da consegnare in conto lavora-
copertura e supporto all’operatività in oro, sia agli
zione alle aziende orafe italiane.
to agli Etfs, pari a 15 tonnellate nel trimestre scorso con il picco raggiunto proprio a metà settembre,
in corrispondenza del crollo della banca d’affari americana Lehman Brothers.
Se queste sono le cifre, che cosa ha impedito all’oro
di ritornare sopra il muro dei 1.000 dollari l’oncia?
Tra i fattori da tenere in considerazione il recupero
di valore del dollaro, la cosiddetta “valuta rifugio”, la
diminuzione delle pressioni inflazionistiche e, soprattutto, la liquidazione delle posizioni in oro da parte
degli investitori istituzionali e degli hedge fund,
costretti a fare cassa per rientrare nei margini richiesti dai loro finanziatori. “Proprio il lato speculativo
del mercato – conclude il report – potrebbe contribuire a mantenere elevata la volatilità nei prossimi mesi ma ciò non sminuirà il tradizionale valore di
bene rifugio dell’oro”. Per gli analisti di Goldman
Sachs c’è spazio per ulteriore downside delle quo-
tazioni fino a 700 dollari l’oncia per effetto della prosecuzione del deleveraging finanziario sui mercati e
del rafforzamento del dollaro nel breve termine.
Secondo le stime raccolte da Bloomberg il prezzo
dell’oro spot dovrebbe mantenersi stabile sui 900 dollari l’oncia nei primi tre trimestri del 2009 e perdere spinta successivamente quando è previsto l’inizio
del lento ritorno alla normalità per l’economia globale. Proprio per il suo valore di bene rifugio, infatti, il metallo giallo è destinato a dare minori soddisfazioni quando tutto funziona per il meglio.
D’altronde la discesa delle quotazioni favorisce il
ritorno sul mercato della domanda proveniente dal
comparto gioielleria, con alcuni Paesi asiatici caratterizzati da una elevatissima domanda in tal senso.
Una domanda che in precedenza si era allontanata a
causa delle elevate quotazioni e che potrà comunque offrire sostegno alle quotazioni dell’oro.
Confronto Oro - Msci World
110
Oro
MSCI World
Gen
Mar
90
80
70
Sterline d’oro - Cofinvest
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Mag
Lug
Set
Nov
Fonte: Bloomberg
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Focus commodity
Mille e non più mille
“L’oro ha raggiunto nell’anno 2008 quotazioni da
record in termini di dollari per oncia ma gli analisti
internazionali lo vedono addirittura oltre tale soglia.
Lo sottolinea Roberto Binetti di Confinvest, società
specializzata nell’intermediazione di oro in monete e
lingotti e responsabile della pubblicazioni del settore
orafo pubblicate quotidianamente sui giornali italiani.
Al di là dell’aspetto più strettamente materiale, legato all’investimento, l’acquisto di oro fisico soddisfa
anche aspetti connessi alla sfera immateriale, come il
piacere di vedere ciò che si compra. “Un lingotto d’oro,
o una moneta, si può vedere quando si vuole, toccare, portare via con sé dopo l’acquisto o tenerlo conservato presso i nostri caveau, un servizio che offriamo gratuitamente ai nostri clienti”, rimarca Binetti.
L’acquisto deve essere effettuato presso operatori specializzati e autorizzati dalla Banca d’Italia. “Se si vuole
lo si può acquistare anche presso le banche” precisa
l’ufficio stampa di Banca Intesa, “tuttavia le procedure
sono più lunghe e quindi dispendiose”. Sono gli effetti della legge 7 del 2000 che ha eliminato il monopolio e l’Iva al 20% che fino ad allora gravava sul settore. In Italia, oltre a Confinvest, operano anche altre
società nell’intermediazione di oro fisico. “Le quotazioni a cui compriamo e vendiamo i lingotti e le monete – riprende Binetti – sono calcolate su quelle ufficiali dell’oro. Inoltre garantiamo il riacquisto immediato
in qualsiasi momento”. Per esempio, al 10 dicembre
scorso, il grammo d’oro fino veniva offerto in vendita a 19,52 euro e in acquisto a 19,11 euro. Se il metallo prezioso per definizione ha le sue attrattive, può
non essere tuttavia un’idea ottimale quella di investirvi tutto il proprio capitale: “Noi consigliamo di accantonare sotto questa forma di investimento fino al 20%
delle disponibilità complessive. Il compito di tale quota è quello tipico della commodity, preservare il capitale e diversificare il portafoglio”. La questione della
scelta tra lingotto e moneta è ancora una volta legata sia a fattori estetici che pratici: “Per investimenti
fino a 15.000/20.000 euro consigliamo le monete, molto pregiate le sterline d’oro, che sono più facilmente
monetizzabili in ogni parte del mondo e permettono
dunque una migliore gestione dell’investimento. Sopra
tali livelli di disponibilità sono preferibili i lingotti,
soprattutto per questioni logistiche di ingombri”.
Il lingotto c’è
anche se
non si vede
Gli Etc permettono di investire
sulle materie prime fisiche senza
preoccuparsi della conservazione
er chi voglia investire in oro fisico senza bisogno
di lustrarsi gli occhi guardando il proprio
lingotto, l’alternativa può essere rappresentata dagli
Exchange traded commodity (Etc). In questo caso si
riceverà un titolo, l’Etc, che attesta l’esistenza della
corrispondente quantità di oro nel conto deposito
della società emittente. In Italia gli Etc vengono
offerti da Etf Securities che deposita in custodia le
barre d’oro presso la Hsbc Bank Usa. Oltre all’oro
sono disponibili Etc su molte altre materie prime. Le
quotazioni dell’Etc sull’oro fisico, scambiabile in
Borsa come un titolo azionario, seguono le variazioni
di prezzo della commodity sottostante e presentano
una commissione di gestione dello 0,39% annuo,
oltre all’eventuale commissione applicata dal broker
per eseguire l’operazione e a uno spread
denaro/lettera. Quando si investe in oro bisogna
tenere presente che le quotazioni, a livello
internazionale, sono espresse in dollari Usa e quindi,
per un investitore dell’area euro, c’è da tenere
presente l’andamento del tasso di cambio. Gli Etc
per esempio sono scambiati in euro. La tassazione è
al 12,5%, si possono compensare le plusvalenze con
minusvalenze pregresse.
P
L’oro negli ultimi due anni
1000
900
800
700
600
Dic 06
Mag
Set
Dic 07
Mag
Set
Fonte: Bloomberg
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L’Intervista
Gli italiani scoprono
l’alternativa dei bond Otc
We@bank ha portato in Italia il primo esempio di Best
Execution sul mercato obbligazionario Over the Counter.
Positiva a un mese dal lancio la risposta degli investitori
DI MARCO BARLASSINA
mpliare l'offerta d'investimento in un momento non facile per i mercati finanziari può essere una scelta vincente. E' stato così per
We@bank, la banca online del gruppo Banca Popolare
di Milano, che all'inizio di novembre ha presentato una
soluzione d'investimento senza precedenti in Italia. E’ stata infatti la prima banca ad offrire la best execution
sull'Over the counter, la possibilità cioè di accedere a
una selezione di titoli obbligazionari non quotati su un
mercato regolamentato attraverso l'applicazione di quelli che sono i primi effetti concreti della Mifid.
A un mese dall'avvio dell'iniziativa è già possibile tracciare un primo bilancio. E i numeri danno ragione all’intuizione della banca divenuta popolare grazie ai suoi conti ad alto rendimento. “C'è stato un grande interesse –
spiega Stefano Cioffi, responsabile trading e investimenti di We@bank - anche se molti sforzi dovranno essere fatti per far conoscere meglio questo mercato, con
A
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particolare riferimento alle differenze di operatività tra
mercati order driven e quote driven quali l’Otc. Per questo abbiamo in programma di tenere dei corsi e di svolgere attività di education anche attraverso il nostro sito”.
Nel dettaglio nei primi 30 giorni di operatività gli ordini hanno riguardato per l'80% titoli a tasso fisso e per
il 20% bond a tasso variabile, mentre ha prevalso la scelta di titoli denominati in Euro (68%) seguiti da strumenti
in Dollari (24%) e Sterline (8%). Netta la prevalenza di
Distribuzione per rating
Baa1 18%
Baa2 8%
Aaa 18%
Aa3 13%
A1 10%
Aa2 10%
Aa1 4%
A2 14%
A3 5%
Fonte: Elaborazione Finanza.com
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L’Intervista
emissioni con scadenze molto brevi, un chiaro segnale
Tipologia emittenti
di avversione al rischio in una fase di generale incerSovranazionali 2%
Governativi 26%
tezza. Il 61% degli ordini ha così riguardato titoli con
maturity inferiore ai 3 anni. Le scelte hanno privilegiato titoli bancari e finanziari, seguiti dai governativi.
Bancari e
Enti e agenzie
finanziari 56%
pubbliche 4%
Preferite infine le emissioni caratterizzate dai rating più
elevati (si vedano i grafici in pagina). Risultati colti anche
grazie al sistema messo a punto da We@bank. "Finora
tutti hanno offerto una best execution statica, su un solo
Corporate 12%
mercato, noi abbiamo dato una best execution dinamiFonte: Elaborazione Finanza.com
ca", spiega Cioffi. Non si tratta di una differenza da poco.
La best execution statica prevede infatti l'individuazione congeniale sulla base di emittente, settore, valuta, tipo
di un'unica sede di esecuzione, quella dinamica la sele- di tasso, data di scadenza e rating. I titoli disponibili sono
zione tra più sedi. L'esecuzione di un ordine avviene così circa 1800, ma il paniere viene aggiornato giornalmente
al miglior prezzo individuabile su 20 diverse sedi di ese- e i titoli entrano ed escono perché scaduti o perché
cuzione, garantendo un'effettiva competizione. "E' un po' non più ottemperanti a criteri oggettivi quali l'appartecome portare il cliente dal venditore al dettaglio al mer- nenza alla categoria "investment grade" (secondo la scacato all'ingrosso, tra grossisti che sono però messi in la di rating di Moody's), una liquidità circolante supeconcorrenza", puntualizza ancora Cioffi. Nel caso speci- riore ai 500 milioni di euro, un taglio minimo uguale o
fico è Akros, anch'essa del gruppo Bpm, il negoziatore inferiore a 1000 (che caratterizza titoli destinati al pubunico, ossia la banca che si pone carico di inoltrare l'or- blico retail), la denominazione solo nelle principali valudine alle sedi di esecuzione. In questo modo
te. Ma perché questo progetto proprio
We@bank ha anche ovviato ad alcuni punora? E perché proprio sull'Otc? "In un
ti che hanno finora reso l'Over the Counter
momento di turbolenza - conclude Cioffi
difficilmente accessibile al pubblico retail, su
- è importante rendere disponibili nuove
tutti la vastità del mercato obbligazionario
opportunità di investimento in un'ottica di
Otc, che conta circa 120mila titoli.
diversificazione del rischio e dotando il
We@bank permette invece di operare su
cliente di tutti gli strumenti per operare
una selezione di titoli, dotando il cliente di
una scelta oculata e consapevole. In queun motore di ricerca avanzato che facilita
sto contesto noi ci impegniamo anche a
Stefano Cioffi
R
ESP
.
TRADING
E
INVESTIMENTI
WE
@
BANK
l’individuazione del titolo maggiormente
garantire il best price”.
ABC
Come funziona
Le obbligazioni OTC
- Al termine dell’utilizzo del motore di ricerca appare una
Le obbligazioni Otc non sono quotate su mercati rego-
schermata con i prezzi denaro/lettera degli strumenti e
lamentati ma trattate direttamente per via telefonica o
i link al confronto grafico
telematica tra i diversi operatori market maker.
- La scheda titolo comprende quotazioni in tempo reale
aggiornate in modalità push (per i clienti con profilo push)
Sul mercato Otc sono trattate obbligazioni emesse da
e una scheda di dettaglio
istituzioni governative ed enti sovranazionali, enti ed
- L'ordine avrà solo prezzo e quantità, sarà l'intermedia
agenzie pubbliche, primarie aziende e banche.
rio ad associarlo a una controparte
- Il post trading è un altro punto forte, il sistema tiene
Esistono obbligazioni Otc a tasso fisso, variabile, zero cou-
traccia dell'ordine complessivo, della storia dell'ordine
pon, convertibili, emesse nelle principali valute mondia-
quindi, che viene presentata al cliente su richiesta
li, con scadenza normalmente comprese tra 5 e 30 anni.
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Market Leader
Le sfide sul green
carpet di Obama
Con la vittoria di Obama si attendono grandi novità
per le energie rinnovabili. Ma secondo alcuni con gli attuali chiari
di luna non sarà così semplice mantenere le promesse
DI
C ARLOTTA S COZZARI
l 5 novembre scorso l'America ha voltato pagina, scegliendo come nuovo presidente il democratico Barack Obama, che ha avuto la meglio
sul concorrente repubblicano John McCain. Una
decisione storica, non soltanto perché si tratta del
primo presidente statunitense afroamericano ma
anche e soprattutto perché il neo-eletto, con i cambiamenti che ha preannunciato in campagna elettorale, si appresta a ridisegnare alcuni importanti
aspetti dell'American style. A cominciare dal lato
ecologico: tra le prime decisioni in arrivo una volta che Obama si sarà insediato alla Casa Bianca,
ossia il 20 gennaio, ci saranno con ogni probabilità quelle legate al settore energetico e alla tutela
dell'ambiente e del clima. Obama si è già palesemente schierato al fianco dell'adozione di tecnologie che sfruttino fonti rinnovabili per la produzione di energia al punto che c'è chi ha parlato di
una possibile nuova rivoluzione industriale. Ciò,
naturalmente, in aperto contrasto con la politica
del presidente uscente, George W. Bush, che, identificando di fatto nell'oro nero l'unica risorsa energetica possibile, aveva dato il via a una serie di interventi di trivellazione petrolifera, alcuni dei quali
sembra però che possano essere bloccati da
Obama. Non solo, ma si dice che il presidente neoeletto possa varare un vero e proprio Consiglio
nazionale per l'energia in seno alla Casa Bianca, dal
momento che la questione è reputata importante
alla stregua di quelle della sicurezza.
Non stupisce quindi che, nello studiare i possibili
impatti che l'elezione di Obama avrà sull'economia
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Obama durante un comizio
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Market Leader
Obama, la moglie Michelle e le figlie Sasha e Malia
in generale e sui mercati finanziari in particolare,
nessuno prescinda dall'affrontare il tema delle energie rinnovabili. In un rapporto pubblicato a fine ottobre, poco prima delle presidenziali americane, gli
analisti di Goldman Sachs, a grandi linee e con tutti gli inviti alla cautela che si fanno quando si tracciano categorie rigidamente distinte e per certi
aspetti contrapposte, hanno affermato che una vittoria del candidato afroamericano avrebbe potuto
favorire le azioni delle società attive nel solare, nel
biofuel e nei settori delle reti elettriche intelligenti, le cosiddette smart grid, che ottimizzano il servizio tradizionale con un impatto ambientale ridotto rispetto alle reti elettriche classiche. Viceversa,
scrivevano nello stesso rapporto gli esperti della
ex banca d'affari ora divenuta banca commerciale
americana, se McCain avesse avuto la meglio su
Obama le prospettive future sarebbero state rosee,
nel senso che avrebbero incontrato i favori della
politica, soprattutto per le aziende attive nel
nucleare e in particolare nel sub-settore “engineering & construction”. Robert (Bob) C. Doll, respon-
sabile mondiale investimenti equity di BlackRock, in
una nota post elettorale, fa un'importante premessa: "L'attuale difficile fase che sta attraversando
l'economia potrebbere complicare gli sforzi che il
neo-presidente e il Congresso faranno per trasformare in legge i grandi cambiamenti annunciati
durante la campagna elettorale".
Detto ciò, Doll identifica i settori di mercato che
potrebbero uscire vincenti dalle elezioni insieme
con Obama nell'industria manifatturiera tradizionale, in quella delle costruzioni e, dulcis in fundo, le
L’S&P 500 DA INIZIO ANNO
1500
1400
1300
1200
1100
1000
900
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Market Leader
CORSI E RICORSI ECONOMICI
Paul Volcker, il ritorno
del saggio della Fed
Tra le novità della nuova era Obama c'è il ritorno sulla scena economico-politica, come attore di primo piano, di Paul Adolph Volcker, economista americano di
lungo corso. Dopo che ha preannunciato l'istituzione
dell'Economic Advisory Board, gruppo collocato al di
fuori del governo ma con un ruolo consultivo, il neopresidente a stelle e strisce ha deciso che il comitato
sarà presieduto proprio dall'ex Presidente della Fed,
Paul Volcker, cui spetterà il compito, non semplice date
le attuali circostanze, di "fornire idee nuove" in campo economico-finanziario al fine di traghettare gli Stati
uniti fuori dalla crisi. L'economista capo dell'Economic
Advisory Board sarà invece Austan Goolsbee, professore di Chicago e classe 1969, a
dimostrazione del fatto che Obama
è intenzionato a lasciare spazio ai
giovani emergenti. Tra l'altro è stato proprio Goolsbee a presentargli
Volcker. Classe 1927 e aperto sostenitore del candidato alla presidenza
democratico dal gennaio di quest'anno, Volcker è stato numero uno
PAUL VOLCKER
ECONOMISTA
della Fed dall'agosto del 1979
all'agosto del 1987, durante i gover-
ni di Jimmy Carter e di Ronald Reagan. A lui va il merito di avere condotto l'America fuori dalle secche della staglazione (stagnazione dell'economia più inflazione) degli anni Settanta, tramite una riduzione dell'offerta di moneta, abbandonando così la precedente politica degli obiettivi sui tassi di interesse. Si dice che sia
stato Volcker a consigliare Obama di sottoscrivere il
energie alternative. "Nel discutere le questioni legate al commercio - mette in evidenza l'esperto di
BlackRock - Obama si è focalizzato sulla protezione dell'industria americana, sui temi ambientali e
sui diritti dei lavoratori.
Le politiche commerciali che dovrebbe mettere in
atto sembrano avvantaggiare l'industria manifatturiera statunitense. Tuttavia, l'attuazione di politiche
protezionistiche tipicamente ha un effetto negativo sulle Borse, rallenta la crescita economica e tende ad aggiungere pressioni inflazionistiche tramite
il canale salariale.
L'enfasi posta da Obama sui miglioramenti infrastrutturali potrà far bene alle aziende connesse al
settore delle costruzioni, mentre, sul fronte energetico, la nuova amministrazione dovrebbe essere
maggiormente 'green friendly' che quella passata,
con una forte concentrazione sui problemi dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale".
In ogni caso, il compito di Obama non sarà certo
dei più semplici. Gli analisti di Schroders, in un
report post-elettorale pubblicato di recente, affermano che il nuovo presidente americano si insedierà in un momento in cui "l'economia è entrata
in una fase di severa recessione” e inoltre “milioni di persone dovranno affrontare il problema della disoccupazione”.
Non solo, ma lo spettro inflativo continua per certi aspetti ad aleggiare: “I prezzi di molti beni e servizi stazionano ancora su livelli elevati". Insomma,
come osservano gli esperti di Schroders, "l'attuale
scenario in cui Obama succede a Bush è simile a
quello in cui il presidente Ronald Reagan ha sostituito Jimmy Carter, governando in un periodo particolarmente sfortunato".
IL DOW JONES DA INIZIO ANNO
pacchetto da 700 miliardi di dollari presentato dal
segretario al Tesoro uscente, Henry Paulson. Qualcuno
mette già in evidenza che per l'attuale presidente del-
12000
la Fed, Ben Bernanke, non sarà semplice "convivere"
con l'ottantunenne al timone dell'Economic Advisory
10000
Board senza pestarsi in qualche modo i piedi. Ma negli
9000
ambienti finanziari c'è chi spiega che ormai il grosso
del lavoro della Federal Reserve sul fronte dei tassi di
interesse è già stato fatto...
8000
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Focus risparmio gestito
L’ora degli esuberi
Mentre nel mondo le case di investimento sono alle prese
con profondi tagli ai costi del personale, in Italia, nell’asset
management, il gestore pensa a “ricollocarsi"
DI SARA SILANO*
l tam tam nell’industria dei fondi è diventato monocorde. La vivacità dei rumors su “chi va e chi viene” ha lasciato il posto a una sola parola: tagli. Nelle
ultime settimane, molte case di investimento hanno
annunciato piani di riduzione del personale in tutto il
mondo. La lista, che comprende Fidelity, BlackRock,
Morgan Stanley, Gartmore, Threadneedle e New Star, è
destinata ad allungarsi e si calcola che saranno diverse
migliaia le persone che rimarranno a casa sulle due
sponde dell’oceano.Ignites Europe, servizio online del
Financial Times ha parlato di “proporzioni epidemiche”
del fenomeno, spiegando che tutti ci stanno pensando
e taglieranno, più o meno in silenzio. Le aree più toccate sono le strutture di back office, ossia quelle che
il cliente non vede perché si occupano delle attività
amministrative e organizzative necessarie per la fornitura del servizio, e le divisioni vendita (queste ultime
sono razionalizzate soprattutto dalle società inglesi e
americane). Con questa mossa, l’industria del risparmio
si prepara a un 2009 che sarà molto difficile, se la situazione economica non migliorerà. Si prevede che difficilmente il patrimonio crescerà rispetto al livello raggiunto quest’anno. Di conseguenza, i ricavi sono destinati a diminuire. In Italia, l’eco dei tagli è arrivato e preoccupa soprattutto chi lavora per le case di investimento estere. Non ci sono stati, almeno per il momento, annunci che riguardano le società di gestione domestiche, nonostante i forti riscatti che hanno colpito il
settore negli ultimi anni. La struttura del mercato del
lavoro, più tutelante, e l’appartenenza a grandi gruppi
rappresentano un ammortizzatore della crisi. Come è
già avvenuto in anni recenti per effetto di fusioni ed
incorporazioni, si assiste a un silenzioso ricollocamento del personale, con gestori che finiscono a fare i commerciali o il back office e responsabili marketing che
passano dalla “fabbrica-prodotto” (la sgr) alla distribu-
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La sede di Lehman Brothers a New York
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Focus risparmio gestito
FOCUS OCCUPAZIONE
Le aziende prendono
in mano le forbici
La crisi finanziaria porta inevitabilmente con sé il ridimensionamento dell'occupazione e le annesse conseguenze nel mondo del lavoro. Si calcola che nel 2008, quando la crisi si è acutizzata provocando tutti gli effetti nefasti che ben conosciamo nell'economia, negli Stati Uniti i
tagli occupazionali operati dalle aziende abbiano già superato quota 1,2 milioni di unità. A livello globale, invece, la
cifra potrebbe salire al livello record – naturalmente con
una accezione negativa – di 1,5 milioni, sempre con riferimento al 2008. Intanto, in Italia, Unicredit ha annunciato che tra il 2009 e il 2010 ci saranno 3.700 prepensionamenti, mentre Telecom Italia, dopo i 5 mila licenziamenti su cui ha alzato il velo qualche mese fa, in occasione
della presentazione del nuovo piano industriale, a inizio
dicembre, ha fatto sapere che ci saranno altri 4 mila tagli.
C.S.
zione (banca). Gli annunci di esuberi e licenziamenti
possono lasciare sconcertati gli investitori, che si domandano cosa ne sarà dei loro fondi. In realtà, l’allarmismo
non è giustificato, dal momento che la riduzione di personale riguarda soprattutto le strutture amministrative
o commerciali non chi si occupano della gestione. E’
probabile che in futuro queste attività saranno date in
outsourcing, proprio perché non sono “core”, ossia l’attività principale delle sgr. Per quanto riguarda i gestori, non è nell’interesse di una società mandare via persone di talento, che possono rappresentare una risorsa preziosa per riemergere dalla crisi. Ma se il taglio
dei costi dovesse arrivare a toccare queste professionalità, è auspicabile che le aziende facciano uno sforzo
per trovare altre vie, magari accettando una diminuzione degli utili nel breve, per tutelare l’interesse dell’investitore a che il suo capitale sia ben gestito.
Sicuramente è d’obbligo riflettere sui sistemi di retribuzione dei fund manager, troppo spesso legati al breve termine e al benchmark e poco adatti a premiare
chi realmente crea valore per i sottoscrittori.
*Sara Silano è Caporedattore di Morningstar in Italia
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Market Leader
Cosa fare se l’incubo
deflazione diventa realtà
L’aggravarsi della crisi economica ha acuito i timori
di un calo duraturo dei prezzi. Come cambiano
le scelte di investimento in uno scenario deflattivo
DI TITTA FERRARO
isinflazione, no deflazione, anzi iperinflazione
futura. La crisi finanziaria più acuta degli ultimi
70 anni ha partorito un mostro a tre teste con
autorità di politica monetaria ed economisti divisi in attesa di vedere a che stadio si fermerà l’attuale movimento ribassista dei prezzi susseguente allo scoppio della
“commodity bubble”. Ad allertare maggiormente è sicuramente il timore di un ingresso in una fase duratura di
deflazione che potrebbe produrre scenari simili a quelli
che hanno bloccato la seconda economia mondiale, il
Giappone, per più di un decennio. L'allarme è stato lanciato da più parti, non ultimo il prossimo inquilino della Casa Bianca. Il neo eletto presidente degli Stati Uniti,
Barack Obama, ha sottolineato come il rischio di entrare in una spirale deflattiva sia tangibile. A detta di Nouriel
Roubini, l’economista turco che aveva predetto con largo anticipo l’avvento di una crisi senza precedenti, lo
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spauracchio deflazione non risparmierà nessuno, dagli Stati
Uniti al Giappone passando anche per Eurolandia. E per
combatterla non basteranno le solite armi convenzionali della politica monetaria. Non crede invece allo spettro deflazione la Banca centrale europea. “Non siamo a
rischio deflazione, l'Eurozona è piuttosto in una fase in
cui i prezzi delle materie prime erano saliti in modo
drammatico”, ha rimarcato il numero uno della Bce, JeanClaude Trichet. Anche le attese di Jp Morgan per il prossimo anno sono di un ingresso solo temporaneo in territorio deflattivo dovuto in primo luogo proprio al crollo dei prezzi delle materie prime e al calo della domanda dovuto allo scenario recessivo. Una disinflazione che
potrebbe dar respiro alle Borse. “Storicamente – sottolineano gli strategist di Jp Morgan – i periodi di disinflazione sono stati favorevoli per i mercati azionari, a differenza di quelli con iperinflazione o deflazione conclamata”. Quest’ultima rappresenta il peggiore degli scenari possibili per l’azionario che potrebbe accusare un dete-
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Market Leader
rioramento dei profitti aziendali ancora più marcato. E in
tal caso, Jp Morgan vede un potenziale calo dei corsi azionari del 40% rispetto ai livelli attuali, mentre per Goldman
Sachs un calo duraturo dei prezzi comporterebbe un ulteriore potenziale ribassista del 20%. “Una discesa dei prezzi dettata dal calo del costo delle materie prime dovrebbe far crescere le effettive entrate dei consumatori e
ampliare i margini di alcune società”, sottolinea Tom
Stevenson, numero uno del Corporale Writing di Fidelity
Investments International, aggiungendo che però questo
è vero nel breve periodo, mentre un ribasso persistente
dei prezzi può determinare vari effetti collaterali. Il primo è che i consumatori posticipano gli acquisti, in quanto credono che beni e servizi saranno più economici in
futuro. Questo riduce la domanda a livello complessivo
e può far ristagnare ulteriormente un’economia già debole. Dalla Grande Depressione a oggi non si è mai assistito a un calo generale dei prezzi a livello globale. Una
riduzione di tutti i prezzi, compreso quello del lavoro con
la contrazione dei salari, fa paura anche alla luce dell'esperienza giapponese. “La deflazione è difficile da controllare - sostiene Stevenson - perché può voler dire che
le solite leve della politica monetaria non sono più applicabili o non funzionano”. “Il Giappone degli anni Novanta
poteva contare su un mondo in forte espansione. Il mondo di oggi non può appoggiarsi a un boom di consumi e
investimenti e deve tirarsi su da solo per i capelli”, è la
severa analisi di Alessandro Fugnoli, capo economista di
AbaxBank, che ritiene l’attuale scenario di base al cento
per cento deflazionistico.
Trade-off tra crescita e inflazione negli Usa
2.0
%
%
8
Crescita sopra 3%
Inflazione sale
6
1.0
4
0.0
2
-1.0
-2.0
88
0
Crescita sotto 3%
Inflazione scende
92
96
00
Cpi ”core” a/a
Crescita pil Usa
04
-2
08
Stime andamento cpi
Stime andamento pil
Fonte: Thomson DataStream, Schroders
DIZIONARIO
Deflazione,
chi è costei?
La deflazione è definita come una riduzione generalizzata e persistente dei prezzi, ossia una riduzione che non
sia solo di alcuni beni o servizi. Il rischio è quello di fare
confusione tra deflazione e disinflazione, con quest’ultima
che descrive semplicemente un rallentamento del tasso
di inflazione. La deflazione deriva dalla debolezza della
domanda di beni e servizi che a sua volta frena le spese
di consumatori e aziende andando a creare una spirale
negativa con nuove attese di calo dei prezzi. “Deflazione
– riprendendo le parole usate dal presidente della Bce,
Jean-Claude Trichet - vuol dire non solo essere in presenza
di un'inflazione che scende fino a diventare negativa, ma
anche che le stesse aspettative di inflazione sono eccezionalmente basse”. In periodi deflattivi il livello reale di
Fed pronta a stampare moneta a volontà
Da luglio in avanti lo scenario inflattivo si è completamente capovolto. Dai timori di prezzi fuori controllo si
è passati, nel mese di ottobre, ai primi riscontri fattivi di
un calo generalizzato dei prezzi. “Necessitano massicce
politiche di stimolo economico volte a impedire la deflazione”, sollecita David Rosenberg, capo economista di
Merrill Lynch. E in effetti gli Stati Uniti hanno avvistato
subito il rischio ponendosi come obiettivo numero uno
quello del contenimento della crisi per evitare l’accoppiata recessione-deflazione. La Federal Reserve, oltre a
continuare ad abbassare i tassi fino a livelli prossimi allo
zero, si è detta pronta ad acquistare titoli del Tesoro a
lunga scadenza con lo scopo di effettuare una politica
monetaria espansiva con strumenti quantitativi (la quantità di moneta) anziché di prezzo (il livello dei tassi).
debito aumenta. I prestiti, come i mutui, diventano più
onerosi alla luce del calo dei salari. Questo processo, definito “deflazione da debito”, incrementa il rischio di insolvenza con le banche meno disposte a prestare denaro.
Usa, andamento inflazione ultimi 60 anni
16
12
8
4
0
-4
Forecast
48
58
68
78
88
98
08
Fonte: Merrill Lynch, Bureau of Labor Statistics
FINANZA MAGAZINE
NOVEMBRE/DICEMBRE 2008
25
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19/12/2008
16.06
Pagina 26
Market Leader
Dichiarazione di intenti che ha innescato un’ondata di
acquisti sui titoli americani a lunga scadenza. Nel mediolungo periodo politiche aggressive improntate sull’immissione di moneta nel sistema, in caso di successo e quindi di ritorno a una crescita sostenuta dell’economia, porteranno al fenomeno opposto, ossia un rialzo eccessivo
dei prezzi.
Come cambiano le scelte di investimento
in uno scenario deflattivo
Le azioni di reflazione per prevenire un calo duraturo dei
prezzi non mancheranno di impattare sull’umore dei mercati e sulle scelte di investimento. Con i mercati azionari che stanno per archiviare l’anno più nero dal
Dopoguerra, l’avversione al rischio è notevolmente
aumentata e gli investitori stanno andando sempre più
alla ricerca di strumenti più sicuri guardando in primo
luogo ai Titoli di Stato, mentre le altre asset class sono
solite sottoperformare in periodi ribassisti del ciclo economico. Le curve dei rendimenti dei titoli governativi sono
divenute in questi mesi sempre più ripide per effetto della crisi con repentino calo dei rendimenti sulle scadenze
a breve e incremento dell’appetibilità delle lunghe scadenze. I rendimenti del bund decennale tedesco sono
scesi sotto quota 3% a inizio dicembre, ai livelli più bassi dalla caduta del Muro di Berlino. Rendimenti decisamente più alti sono quelli offerti dal Btp con scadenza
analoga, con lo spread tra i rendimenti dei Titoli di Stato
italiani e tedeschi salito ai nuovi massimi (1,4%) nel giorno del taglio dei tassi Bce al 2,50% (4 dicembre, ndr).
L’elevato premio richiesto ai Btp decennali nei confronti del Bund è un chiaro sentore che all’interno di un contesto di mercato molto difficile si tiene sempre più conto del rischio Paese che in Italia risulta superiore a potenze quali Germania o Usa. Gli esperti di Citigroup vedono lo spread salire ulteriormente nei primi mesi del 2009
Tassi e titoli di Stato, le attese per il 2009
Tassi d’interesse Usa
10-Yr. Treasuries
Cambio Euro/Dollaro
Tassi d’interesse Europa
10-Yr. Bunds
10-Yr. JGB
1Q 09
2Q 09
3Q 09 4Q 09
0.00%
2.50
1.20
1.50
3.00
1.25
0.00%
2.60
1.17
1.00
2.90
1.30
0.00% 0.00%
2.75 3.00
1.15 1.15
1.00 1.00
3.00 3.20
1.35 1.40
Fonte: Stime Citigroup al 3/12/08
FINANZA MAGAZINE
26
NOVEMBRE/DICEMBRE 2008
con la distanza da Btp e Bund con scadenza decennale
salire al 2% e addirittura al 2,48% quella tra Btp e Treasury
statunitense. Incorporando la prospettiva di una deflazione
non passeggera, ad avvantaggiarsi maggiormente sono pertanto i titoli a tasso fisso e nello specifico quelli a lunga
durata. Invece i titoli a tasso fisso a breve scadenza (1-3
anni) offrono tassi abbastanza elevati per un certo intervallo di tempo, ma l’investitore si assume il rischio di trovarsi a scadenza con rendimenti alquanto bassi. Di contro, quelli a media e lunga scadenza garantiscono rendimenti elevati per un numero maggiore di anni offrendo
la possibilità di accumulare nel tempo guadagni cospicui
avendo inoltre la possibilità di liquidare la posizione con
profitto anche prima dell’effettiva scadenza. Perdono invece fascino le varie tipologie di obbligazioni “inflation linked”, molto richieste fino a pochi mesi fa alla luce delle
aspettative di elevata inflazione.
Obbligazioni corporate, rendimenti record
ma a che rischio?
Un caso a parte è quello delle obbligazioni corporate che
sono arrivate a offrire rendimenti da capogiro. Molte
società in periodi di recessione disattendono i loro obblighi debitori e gli investitori chiedono ritorni più alti per
compensare il rischio di non venire pagati. Le obbligazioni societarie offrono interessanti opportunità di investimento, si legge nell'outlook 2009 di Ubs, che rimarca
come il premio di rischio sia destinato a diminuire con
il miglioramento delle prospettive economiche. In questo scenario, secondo Ubs, sono da preferire i settori
meno esposti al calo delle spese per i beni di consumo
voluttuari e alla debolezza economica (utility, telecomunicazioni e beni di consumo di base). “Anche se la diminuzione dei tassi di interesse aiuta le obbligazioni corporate investment grade, il maggior traino nei prossimi
1-2 anni verrà dagli spread del credito”, rimarca Stefan
Isaacs, gestore del fondo M&G European Corporate Bond.
Gli spread sono ad un massimo storico per i corporate
bond europei con rating BBB, che supera le obbligazioni governative del 5,8% (dati al 4 dicembre, ndr) con il
mercato obbligazionario che si aspetta che si verifichi 1
caso di insolvenza ogni 4 emissioni nei prossimi 5 anni.
Un pessimismo forse eccessivo. “Ammettendo un tasso
di ripresa pari a zero - prosegue Isaacs - ritengo che gli
attuali spread del credito compensino ampiamente gli investitori per il rischio reale di default”.
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25/07/2008
14.57
Pagina 40
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