Very normal people
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Very normal people
ISBN 978-88-6611-530-4 € 12,00 Pasquale Romeo è psichiatra. Insegna psichiatria all’Università di Bari e all’Università Dante Alighieri di Reggio Calabria. Ha pubblicato molti libri sociologici e psicologici. Da anni si dedica alla postmodernità ed ai risvolti del periodo attuale storico sullo sviluppo della psiche e la formazione di disturbi psichiatrici. Pasquale Romeo P. Romeo Very normal people Uomini edulcorati, cosparsi di zucchero, come bambini appena nati, che cercano un modo dolce di vivere evitando tutte le asperità e le difficoltà della vita. Una vita tra babà, quella degli ulltimi venti anni di vita italiana, che non aumenta la resilienza e impedisce di far leva sulle nostre risorse per crescere meglio. Uomini ancora bebè in tanti babà. Un affresco della nostra società sempre più very sempre più normal sempre più people. Very normal people editore cacucci bari Pasquale Romeo Very normal people Prefazione di Francesco Pira Post-fazione di Salvatore Cosentino editore cacucci bari proprietà letteraria riservata © 2016 Cacucci Editore – Bari Via Nicolai, 39 – 70122 Bari – Tel. 080/5214220 http://www.cacuccieditore.it e-mail: [email protected] Ai sensi della legge sui diritti d’Autore e del codice civile è vietata la riproduzione di questo libro o di parte di esso con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro, senza il consenso dell’autore e dell’editore. Indice Prefazione - Quella voglia di mostrarci diversi da quello che siamo 9 Nota dell’autore 13 Introduzione - Essere normali oggi: l’uomo senza angoscia 15 Capitolo 1 - Niente fa niente 27 1.1 Essere normali oggi 30 1.2 Essere normali ieri 34 1.2.1 Quattro condizioni senza angoscia 36 1.2.2 Anestetizzare l’angoscia: distrarsi 37 1.3 Rimedio alla solitudine: la connessione perenne39 1.4 Pensiero forte e pensiero debole 43 1.5 Società e miti del nostro tempo 45 Capitolo 2 - Stuck in reverse: bloccato in retromarcia 49 2.1 Un mondo di patologie 2.1.1 Viva i bebé col babà 2.1.2 La mancanza di desiderio 52 54 56 Capitolo 3 - Desiderio di godimento nella post modernità 59 3.1 Tutto e subito: la perdita del limite 3.1.1 Dal Narcisismo alla paranoia 3.2 Identità windows 59 63 64 Capitolo 4 - Identità frammentate 71 4.1 L’uomo Windows 71 Capitolo 5 - Bebé con babà 75 5.1 Il nuovo 5.2 L’eterno presente 5.3 Linguaggio 76 76 77 Capitolo 6 - Resilienza e normalità 81 6.1 La resilienza 6.1.1 Le 6 caratteristiche per l’ “avviamento” al successo 6.2 Pochi punti di normalità 6.3 Modelli disfunzionali 81 82 83 85 Capitolo 7 - La generazione tradita: quella dei trenta e quarantenni 87 7.1 Il ritorno al merito 7.2 Sfatare i pregiudizi ereditati 88 90 Capitolo 8 - Consigli tecnici 93 8.1 I meccanismi di difesa 8.2 Modello strutturale della normalità 8.3 Bebé con baba? 8.4 Figli per sempre 93 98 101 103 Capitolo 9 - Consigli pratici 105 9.1 Il valore dell’attesa 105 Capitolo 10 - Come uscire dal labirinto 109 10.1 Ordinare il caos 10.2 Conoscere le condizioni limitanti 10.3 Superare le condizioni limitanti 110 110 112 Capitolo 11 - Motivazione 115 11.1 Autostima 11.2 Self-control 11.3 Self efficacy 11.4 Emozioni 115 116 116 116 Appendice - Vite lasciate andare. Storie di quarantenni in trappola 119 Postfazione - Dov’è la libertà? 125 Very normal people Prefazione Quella voglia di mostrarci diversi da quello che siamo di Francesco Pira* Una delle battute più riuscite di un famoso comico siciliano, il grande Pino Caruso, è la seguente: “L’anomalia è vivere. Morendo si ritorna alla normalità. Forse”. Non ho trovato la riprova nemmeno in questo libro abilmente scritto dal professor Pasquale Romeo, di cui conosco il pensiero e l’azione. Da anni con i suoi studi e le sue ricerche sul campo cerca di dimostrare come sta cambiando, non ci permettiamo di dire se in meglio o in peggio, la nostra società. Sospendiamo il giudizio anche dopo aver letto questo prezioso lavoro, perché rimaniamo fermamente convinti che saranno gli studiosi e i ricercatori che verranno dopo di noi a scrivere la verità su quanto sta accadendo all’inizio del Terzo Millennio. Rileggendo le pagine di Pasquale Romeo ho aperto tanti file, come se fossi un vero “uomo windows”, giusto per richiamare un precedente libro * Sociologo, saggista, giornalista è docente di comunicazione e giornalismo presso l’Università degli Studi di Messina. 9 Pasquale Romeo dello stesso autore. Persino una piacevole conversazione in radio in una delle trasmissioni che amo di più “Il Ruggito del Coniglio”, dove i due conduttori prendendo in giro una università dell’altra parte del mondo, riferivano di uno studio su come e quanto le coppie fanno sesso. Al termine dell’indagine il risultato era: devono farne quanto ne sono capaci. E basta! Le risate dei conduttori ed anche quelle che abbiamo fatto noi ascoltatori ci riportano proprio all’immagine della società, come l’apostrofa Romeo “sempre più very, sempre più normal, sempre più people”. Ed anche questa ultima frase è un richiamo ad un tormentone di una Radio Nazionale RTL 102.5. C’è il ritratto in questo libro della nostra generazione quella “di mezzo”. Una generazione di genitori alla ricerca di un ruolo perduto. Genitori liquidi concentrati su se stessi che propongono modelli deboli. È l’era in cui imperversano i gruppi whatsapp con i quali sostituiamo ogni confronto, annulliamo tempi e la libertà di raccontare e di raccontarsi, con i quali, ad esempio, i genitori gestiscono la vita scolastica dei propri figli, finendo per deresponsabilizzarli, per non consentirgli di imparare a gestire il rapporto con l’insegnante, la comunicazione con i genitori, i propri fallimenti e successi. Stiamo demolendo tutte le agenzie educative, genitori che si sottraggono alla proprio ruolo guida 10 Very normal people e di educatori, la scuola indebolita dall’esterno da genitori che minano alla credibilità degli insegnanti e insegnanti che hanno paura di trovare nuove strade per insegnare contenuti che rimangono fondamentali per costruire coscienza critica a capacità di comprensione del mondo delle nuove generazioni, la chiesa fragilizzata da scandali e da una sua incapacità di adeguarsi ai cambiamenti sociali intervenenti e che sta faticosamente cercando di ritrovare un ruolo guida, le associazioni di volontariato sempre più isolate in una società iperindividualista, egoista e narcista. Le nostre vite sono sempre più regolate da Facebook, Google, Twitter, Youtube, ma ciò non significa solo che siamo sempre connessi e che le nostre relazioni si costruiscono attraverso i social media, ma vuol dire soprattutto che siamo guidati dalle funzionalità sviluppate all’interno di queste interfacce tecnologiche, che sono più o meno fruibili in funzione del supporto di cui disponiamo. Avere uno smartphone di ultima generazione ci permette di scaricare le app più richieste che consentono anche elaborazioni di immagini da collocare on line. Subito. Travolti da globalizzazione, terrorismo internazionale, migrazioni ed esodi, rivoluzioni vere e finte, sociali, civili, sessuali. Siamo quasi dei numeri. Non più persone ma numeri. Conti alla mano ogni giorno sappiamo quanti migranti arrivano, 11 Pasquale Romeo quanti femminicidi, quanti stupri, quante rapine, quante bustarelle. Pasquale Romeo, dal suo osservatorio privilegiato, senza mezzi termini, scrive dei nostri fallimenti, ma ipotizza un riscatto possibile. Ci consiglia di perderci, per poi trovarci o ritrovarci. Tra un selfie e l’altro. Tra un post ed un altro. Persino tra un incontro reale e non virtuale e un altro. ZygmuntBauman, uno dei più grandi pensatori del secolo scorso e di questo, un sociologo navigatissimo, l’inventore della Società Liquida, non lascia spazi di manovra: “Il «passaggio» fra identità distinte non ha più bisogno di un limbo, di un territorio «di interposizione» che le tenga separate; la variazione di mentalità non richiede più lavaggio del cervello. Persone di diverse denominazioni, a volte con credi fortemente contrastanti, non possono più ignorare la presenza reale – fin troppo reale – l’una dell’altra, non possono asserragliarsi per escludere gli incontri faccia a faccia, e noi possiamo/abbiamo bisogno, dobbiamo/non possiamo evitare di parlarci reciprocamente”. È il tempo dell’agire. Come prescrive nella sua “ricetta” il professor Romeo, da psichiatra consapevole dei guasti dei nostri tempi. I tempi di una “generazione rottamata” che vuole vestirsi da rottamatrice. 12 Very normal people Nota dell’autore È normale oggi: È normale alzarsi la mattina in posti sempre diversi, è normale a quarant’anni stare ancora con i propri genitori e condividere con loro gli stessi spazi, è normale ritrovarsi con uomini o donne diverse senza sapere perché, è normale avere gruppi ed amicizie diverse e questi gruppi trovarli su facebook, è normale non vedersi mai con gli amici con cui ti scrivi ogni giorno, è normale non fare più l’amore col cervello ma solo con il corpo, è normale cambiare lavoro spesso e non sapere mai se puoi averne uno fisso, è normale non credere in qualcosa o meglio credere in niente, è normale non fidarsi facilmente degli altri perché sai che spesso ti tradiranno, è normale uscire con una vespa vintage in ricordo di qualcosa che non c’è più, è normale non parlare per telefono ma solo scambiarsi dei messaggi su cose anche importanti, è normale vivere così o meglio vivere a malapena. Era normale ieri: era normale giocare con le pietre e i quadrati disegnati per terra, era normale lanciare i sassi in acqua a chi faceva fare più salti, era normale stare assieme intorno ad una brace per discutere quando fuori c’era la neve, era normale cercare di rintracciarsi per telefono e non riuscire mai a trovare la propria fidanzata perché rispondeva sempre il padre, era normale passare 13 Pasquale Romeo molto del proprio tempo in solitudine per discutere sulla propria esistenza e il principale interlocutore era se stesso o al massimo un amico del cuore, era normale passare il tempo su un gradino a mangiarsi un panino o un calzone con un amico che poteva capire parlando magari di amori non corrisposti, era normale non avere i soldi per la benzina e spingere il proprio motorino scassato che sembrava una bicicletta con le ruote e ridere a crepapelle per tutto questo, era normale guardarsi in viso e sorridere all’infinito perché era veramente bello, era normale passeggiare con la propria ragazza senza che nessuno poteva disturbarti col telefonino e vivere così solo tu e lei. Era normale sentire il vento ed i profumi di una sera d’estate mentre il mare fuori scrosciava sulle pietre, era normale essere e non apparire. Tutto ci appare normale oggi o tutto era normale ieri? È normale vedere delle ragazze sulla panchina che cercano di accasciarsi l’un’altra tenendo lontano il proprio telefonino per farsi un selfie, è normale che mentre cammini per strada ti trovi gente per strada in mezzo alla carreggiata che si stanno facendo una foto. Cosa è normale? Siamo così abituati che forse anziché chiederci cosa è normale sarebbe interessante domandarsi cosa ci sembra anormale? 14 Very normal people Introduzione Essere normali oggi: l’uomo senza angoscia La tematica di Socrate ovvero sapere di non sapere è stata obliterata perché dava angoscia, il futuro si è annullato in quanto generatore di minaccia e angoscia e si è disciolto in un fantomatico presente che non può essere risolto, poiché senza angoscia non si risolvono i problemi. L’angoscia rappresenta il motore essenziale per poter fare altro ed il carburante della nostra mente. La logica corrente vuole che l’angoscia sia vista come un senso di frustrazione e di malessere strettamente correlato ad una psicopatologia. Se invece l’angoscia, come in Wating for Godot, che valse il premio Nobel a Becket fosse una “con-fusione”imprescindibile dell’essere umano? Nell’angoscia e tramite l’angoscia si potrebbe realizzare qualcos’altro ed a essa, è connesso l’avvenire. L’angoscia sta al mondo, come il presente al futuro. Venendo meno l’angoscia anche saltuariamente vien meno il futuro che infatti non esistendo diventa una minaccia e non più una promessa. 15 Pasquale Romeo L’angoscia è il tarlo del nulla nel cuore dell’esistenza. È la possibilità a cui è legata in maniera forte l’esistenza1. In un momento postmoderno in cui le scelte sono amplificate, paradossalmente, l’angoscia che era il motore indispensabile della scelta positiva si è spenta perché troppo amplificata dall’infinità delle scelte. Come se il nostro motore si sia spento perché andato ad esaurimento a causa della infinità di scelte che perciò fatte senza angoscia non hanno senso, perché l’angoscia consente il giusto modo di scegliere. L’angoscia esiste se c’è una responsabilità, venendo meno quest’ultima, ne viene meno anche l’angoscia. Una società che non vuole soffrire fa scomparire quello che Carotenuto chiamava l’uomo inquieto che è il più creativo, quello che risolve i problemi e dà un senso all’umanità. Il normale oggi, eliminando l’angoscia è colui che non crea problemi, che è felice e beato nella sua esistenza, magari con le guanciotte rosee come l’eterno ubriaco, felice per sempre della sua esistenza senza mai chiedersi in modo consapevole se qualcosa può andare o non può andare. La frustrazione dell’angoscia è come un filtro per la scelta, venendo meno questa ne viene meno la scelta positiva ed il futuro. Soren Kierkegaard, Possibilità, angoscia e disperazione 1 16 Very normal people “Non creare problemi” è il motto di oggi, “Tranquillo tutto si aggiusta”, “Non preoccuparti”ma in questo modo, paradossalmente, abbassando la quota d’ansia non si risolve niente ed il normale, l’uomo normale senza ansia procede in maniera incauta tra spine e rovereti, così prima o poi si fa male. Ma siccome l’ansia è l’unico metodo per affrontare il disagio dell’esistenza, la perdita di questa condizione psichica che nella sua forma più accesa diventa angoscia trasforma l’uomo. L’uomo normale oggi è senza ansia oppure ne ha troppa perché non più abituato a gestirla? L’ansia perciò va mitigata, eliminata, oggi diciamo curata in modo psichiatrico attraverso farmaci o psicoterapie, oppure con le distrazioni sempre più presenti (telefonini, televisioni, computer, piaceri fisici) che sono gli ansiolitici di questa epoca come i giochi d’azzardo, macchinette mangia soldi, gare di velocità, e tutto ciò che può darci novità a seconda della predisposizione al piacere sia fisico (vedi sessualità) o materiale (utilizzo del denaro per acquisti compulsivi). L’ansia perciò è molto importante ed anche grande, nonostante tutto, la voglia di eliminarla, poiché a volte diviene fastidiosa e compromette oltre certi livelli il normale vivere. L’obliterazione dell’ansia tramite psicofarmaci, sistemi edulcorati e gratificanti quanto ha contribuito nello svilup17 Pasquale Romeo po di un nuovo modo di vivere e quindi di essere normali? Parlare di normalità significa potere capire chi siamo e quale persona abbiamo di fronte. È come un venditore che sa quale prodotto vendere perché sa a quale persona poterlo vendere. Esistono varie tipologie di persone, nonostante pensiamo di essere tutti diversi, siamo in qualche modo tutti uguali. Nonostante a nostro modo pensiamo di essere speciali apparteniamo, invece, sempre a delle tipologie specifiche. Potremo semplificatamene in questo libro cercando di capire la normalità, parlare di quattro tipologie semplici e lapalissiane senza scomodare le diagnosi della psichiatria o i grandi dogmi scientifici. In maniera banale possiamo così riassumere: 1. Alcuni di noi sono in cerca di qualcosa in uno stato di inquietudine esistenziale. 2. Alcuni di noi sono in uno stato di inquietudine ansiosa. 3. Alcuni di noi sono così presi da se stessi che non hanno bisogno di niente. 4. Alcuni di noi non cercano niente e sono in stasi. Se riusciamo a intravedere queste quattro categorie possiamo comunicare e parlare di normalità. 18 Very normal people In quale di queste si trova la normalità? In quale condizione dovremmo essere per intravedere la possibilità di essere in equilibrio. In quale invece siamo più fragili e più in bilico? Facendo degli esempi pratici le quattro tipologie rappresentano rispettivamente quattro condizioni che così possiamo schematicamente riassumere: 1. Condizione numero uno: posso avere di più dalla vita (Alcuni di noi sono in cerca di qualcosa in uno stato di inquietudine esistenziale). 2. Condizione numero due: non so, non sono sicuro di niente, sono preoccupato per il futuro (Alcuni di noi sono in uno stato di inquietudine ansiosa). 3. Condizione numero tre: sto bene come sono (Alcuni di noi sono così presi da se stessi che non hanno bisogno di niente). 4. Condizione numero quattro: io sono favoloso come me non c’è nessuno (Alcuni di noi non cercano niente e sono in stasi). In quale delle condizioni siamo disposti a cambiare, in quale invece non faremo niente? La uno e la due ci portano a considerare delle possibilità, nella condizione uno lo facciamo per un voglia di migliorare nella due perché senza non ce la possiamo fare così. La uno e la due sono intrise della stessa ansia che la nostra società attuale vuole eliminare per diventare bebè con babà, un modo 19 Pasquale Romeo nuovo per indicare la nostra condizione di uomini senza ansia. Nella terza e nella quarta condizione, come indicato sopra, siamo sufficienti a noi stessi. Per poter pensare alla normalità ci possiamo riportare in maniera semplice e didattica a queste condizioni che non hanno niente di psichiatrico ma qualcosa di squisitamente psicologico. Tramite queste piccole valutazioni su noi stessi la prima cosa che faremo è prendere coscienza della nostra posizione. Ovvero: voglio cambiare o non voglio cambiare. Per cambiare bisogna essere un po’ inquieti, a volte angosciati, l’ansia è collegata alla scelta, al bivio delle responsabilità. Se la nostra società rifiuta l’ansia e con essa l’angoscia siamo in grado ancora di scegliere e cambiare? Se rifiuta l’angoscia manca la tipologia uno e due sopra indicata. La tipologia uno e due apre la possibilità che potremo definire di shift ci fa capire in che tipo di vita viviamo e chi siamo. Facciamo il focus. A questo punto si apre un altro algoritmo, per valutare se l’individuo compreso in queste tipologie ama il rischio e se questo parametro è presente in modo basso, moderato o alto. 20 Very normal people Apriamo il nostro algoritmo del cambiamento e lì ci rendiamo conto chi siamo: 1. Voglio rischiare perché il rischio fa parte della vita. Condizione numero uno: posso avere di più dalla vita (Alcuni di noi sono in cerca di qualcosa in uno stato di inquietudine esistenziale). 2. Voglio migliorare senza rischiare perché devo cambiare un poco senza rischiare per modificar degli atti della mia vita. Condizione numero due: non so, non sono sicuro di niente, sono preoccupato per il futuro (Alcuni di noi sono in uno stato di inquietudine ansiosa). 3. Cambiare è bello, ci arricchisce e ci consente di veder le cose differentemente ma meglio non farlo. Condizione numero tre: sto bene come sono (Alcuni di noi sono così presi da se stessi che non hanno bisogno di niente). 4. Non sono un curioso. Condizione numero quattro: io sono favoloso come me non c’è nessuno (Alcuni di noi non cercano niente e sono in stasi). Nella prima tipologia siamo di fronte a una curiosità eccessiva, nella seconda a un impegno con parziale curiosità, nella terza siamo di fronte a una personalità particolare che di solito non cambia ma a volte va contenuta e che può portare a dei cambiamenti drastici e distruttivi nella propria vita, nella quarta tipologia non si vuole modifica21 Pasquale Romeo re niente, non c’è curiosità siamo nella tipologia classica di bebè con babà. Queste tipologie in qualche modo assomigliano a un inquadramento che potrebbero proporci i private bankers ovvero i consulenti finanziari quando ci chiedono che investimento fare e come? Ci mettono negli investitori ad alto, medio o basso rischio, questo in modo particolare acquisisce un profilo psicologico sulla nostra persona e consente dei dati per la vendita. La normalità consiste nel valutare in che tipologia ci troviamo, dopo aver esaminato le quattro categorie principali. L’interruttore principale è: cambiare o non cambiare. Ansia o non ansia. Uomini o bebè. Bebè normali o con babà. Solo quando ci troviamo di fronte a una nuova valutazione di noi stessi riusciamo a cambiare o non cambiare. Se vogliamo cambiare siamo nelle prime due categorie se non vogliamo cambiare nelle ultime due. Se vogliamo cambiare in quale delle prime due ci troviamo? Come facciamo a capire se siamo nella prima categoria o nella seconda? Nel primo caso il cambiamento è sicuro, è volenteroso, è deciso. 22 Very normal people Sappiamo almeno apparentemente, pensiamo di sapere cosa stiamo facendo e lo facciamo con grande attenzione e passione pensando di essere a volte convinti dove ci porterà. Tra questi soggetti solo una parte di essi sta sufficientemente attento per capire che invece di una strada se ne aprono infinite e ci si può perdere senza volerlo. Più alto è ovviamente il rischio più le strade alternative sono notevoli. Nella seconda categoria invece ci troviamo di fronte ad un altra possibilità, ovvero non siamo sicuri di niente, non siamo decisi anche se vogliamo cambiare, spesso abbiamo bisogno di un accompagnatore, siamo dipendenti da qualcuno, abbiamo bisogno di un maestro. Ecco che qui entrano in gioco i private bankers oppure gli psicoterapeuti, i professori, i preti ecc. ecc. Insomma il maestro in generale è colui che come Caronte ci conduce all’altra sponda. Queste tipologie precedentemente trattate ci rimandano a un concetto fenomenologico di valutazione dell’altro che precedentemente espresso in poche righe invece è il frutto di discussione serrate nell’ambito della psichiatria e psicologia. In questo libro cercheremo di fare una discussione abbastanza semplice e snella, ma non si può fare a meno di pochi cenni tecnici per dire che per 23 Pasquale Romeo discutere di normalità è importante affrontare la definizione di disturbo mentale. Ovvero per converso ciò che non è disturbo dovrebbe essere salute. Cercheremo anche di descrivere la normalità in maniera negativa, ovvero per converso partendo dalla patologia, cercando di capire ciò che non è disturbo. Potremo definire classicamente il disturbo mentale secondo la definizione classica del Manuale internazionale: Una sindrome caratterizzata da un’alterazione significativa della sfera cognitiva, della regolazione delle emozioni o del comportamento di un individuo, che riflette una disfunzione nei processi psicologici, biologici o evolutivi che sottendono il funzionamento mentale. I disturbi mentali sono solitamente associati a un livello di disagio e disabilità in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. Una reazione prevedibile o culturalmente approvata a un fattore stressante o una perdita comune, come la morte di una persona cara, non è un disturbo mentale. Comportamenti socialmente devianti (per es., politici, religiosi o sessuali) e conflitti che insorgono primariamente tra l’individuo e la società non sono disturbi mentali, a meno che la devianza o il conflitto non sia 24 Very normal people il risultato di una disfunzione a carico dell’individuo, come descritto precedentemente2. DSM 5 (APA) 2013. 2 L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce salute mentale la disponibilità a stabilire relazioni armoniose con altre persone e contribuire costruttivamente alla modifica dell’ambiente. Dal punto di vista statistico rientra nella “norma” il soggetto che presenta un modo di pensare e di agire simile a quello della media delle persone Dal punto di vista sociale è “normale” colui che presenta un buon adattamento alla società. Ovviamente Dal punto di vista psicologico l’individuo è mentalmente sano quando presenta un’adeguata organizzazione della personalità ed un’integrazione armonica delle sue componenti. Una definizione adeguata di salute mentale deve tener conto di tutti i tre criteri secondo l’OMS. “Pertanto possiamo considerare una persona mentalmente equilibrata quando è ben adattata all’ambiente pur conservando la sua individualità, è in grado di controllare pulsioni e conflitti in misura socialmente accettabile, ha sufficiente consapevolezza delle sue capacità e dei suoi limiti e sa orientarsi di conseguenza per organizzare il suo progetto di vita; infine è in grado di stabilire valide relazioni interpersonali”. Salute mentale e malattia psichica non sono nettamente separate fra loro, ma si collocano lungo un continuum in quanto vi sono molti stati “al limite” fra i due estremi. 25 ISBN 978-88-6611-530-4 € 12,00 Pasquale Romeo è psichiatra. Insegna psichiatria all’Università di Bari e all’Università Dante Alighieri di Reggio Calabria. Ha pubblicato molti libri sociologici e psicologici. Da anni si dedica alla postmodernità ed ai risvolti del periodo attuale storico sullo sviluppo della psiche e la formazione di disturbi psichiatrici. Pasquale Romeo P. Romeo Very normal people Uomini edulcorati, cosparsi di zucchero, come bambini appena nati, che cercano un modo dolce di vivere evitando tutte le asperità e le difficoltà della vita. Una vita tra babà, quella degli ulltimi venti anni di vita italiana, che non aumenta la resilienza e impedisce di far leva sulle nostre risorse per crescere meglio. Uomini ancora bebè in tanti babà. Un affresco della nostra società sempre più very sempre più normal sempre più people. Very normal people editore cacucci bari