Le funzioni del leader - Portale Sangro Aventino

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LEADER E LEADERSHIP
Il problema più evidente del funzionamento di ogni gruppo è strettamente connesso alla
problematica del comando ed allo stile di leadership esistente in un gruppo.
Per Leader dobbiamo intendere :
colui che, nel corso della sua appartenenza alla vita di un gruppo, influenza - in un qualche
momento e per un qualche aspetto – gli altri membri e, più in generale, le attività che il
gruppo svolge o si accinge a svolgere.
Le funzioni del leader
IL LEADER COME DIRIGENTE ESECUTIVO
Il più ovvio ruolo di un leader, in qualsiasi gruppo, é quello di coordinatore delle attività di
gruppo. Anche se non sempre egli assume il ruolo diretto di determinare direttive e
obiettivi dei gruppo, la responsabilità di sovrintendere alla esecuzione di tali direttive é
sua. Talvolta il leader non svolge personalmente il lavoro necessario, bensì lo demanda
ad altri membri del gruppo.
Quando però, egli non riesce a delegare ad altri
responsabilità ed autorità si verificano degli inconvenienti all'interno del gruppo: o il
leader diventa un «ingorgo», oppure impedisce il diretto coinvolgimento degli altri membri
nelle attività che richiedono responsabilità.
IL LEADER COME PROGRAMMATORE
Il leader assume spesso il ruolo di programmatore decidendo i modi e i mezzi con i quali il
gruppo conseguirà i suoi fini. Ciò comporta, da parte del leader, la determinazione di
misure a breve o a lunga scadenza di cui egli solo conosce l'intero schema che spesso
non é chiaro agli altri elementi del gruppo.
IL LEADER COME ESPERTO
Il leader é spesso fonte di informazioni e di capacità tecniche immediatamente utilizzabili.
Nel caso di un alto grado di specializzazione i leader dei gruppi formali si avvolgono
dell'opera di assistenti tecnici. Nei gruppi spontanei e informali non a caso il Leader é
colui che dimostra di possiede conoscenze tecniche, spesso si realizza una polarizzazione
di potere che egli sfrutta per consolidare il suo ruolo di leader.
IL LEADER COME RAPPRESENTANTE ESTERNO DEL GRUPPO
Poiché é impossibile, per i membri di un gruppo cospicuo, tenere i rapporti con il mondo
circostante, il leader assume il ruolo di rappresentante dei gruppo nei rapporti esterni e di
portavoce ufficiale del gruppo. In tal modo sia le comunicazioni verso l'esterno che quelle
provenienti dall'esterno sono tutte incanalate verso il leader.
IL LEADER COME ARBITRO E MEDIATORE
Collegata alla funzione propria del leader, é quella di mediatore di conflitti interni del
gruppo. Oltre ad agire conte giudice egli può ridurre o incoraggiare le divisioni interne a
seconda degli scopi personali che persegue.
IL LEADER COME CAPRO ESPIATORIO
Così come il leader può costituire un oggetto ideale egli può anche servire da bersaglio
per l'aggressione del gruppo frustrato e deluso. E' questo il rovescio della medaglia: nella
misura in cui il leader assume una sua responsabilità, egli deve attendersi, in caso di
fallimento, di essere biasimato.
Stili di leadership
Illustriamo, di seguito, le caratteristiche del leader e della leadership indicando tre
modalità principali di esercitare il comando all'interno di un gruppo.
Questi tre stili di comando sono definiti:
*
democratico
*
autoritario
*
permissivo
e sono così schematizzati
Comportamento del leader e stili di leadership nei gruppi
Autoritario
il leader:
Democratico
il leader:
Permissivo
il leader:
- prende tutte le decisioni e - incoraggia ed assiste il - lascia ampia libertà di decistabilisce il da farsi;
gruppo nelle discussioni e sione partecipando in grado
decisioni collettive;
minimo;
- determina i procedimenti, i
tempi e le tecniche dell'at- - suggerisce, se necessario, - fornisce i materiali necestività di volta in volta; in tal eventuali
consigli
tecnici sari all' attività del gruppo e
modo l'orientamento futuro proponendo due o tre alter- si dichiara disponibile per
resta imprecisato e incerto native; nel corso della di- eventuali informazioni, ma
per i membri del gruppo;
scussione vengono stabilite non partecipa in altro modo
le
prospettive
generali alla discussione.
dell'attività futura e le tappe
necessarie per raggiungere
gli obiettivi del gruppo;
- stabilisce il compito particolare e l'eventuale com- - lascia lavorare liberamente
pagno di ciascun membro i membri dei gruppo sia nella -non partecipa.
del gruppo;
divisione dei compiti che
nella scelta dei compagni di
lavoro;
- critica e loda il lavoro dei
membri del gruppo in base - è imparziale sia nel lodare
a criteri soggettivi e si che nel criticare e cerca di - non regola e non valuta il
astiene dalla partecipazio- adottare un comportamento corso
ne attiva tranne che in fase da membro normale, senza menta
di dimostrazione.
degli
eventi;
com-
spontaneamente
e
svolgere una parte di lavoro solo su richiesta l'attività dei
troppo grande.
membri del gruppo.
Come si può notare il leader democratico tende a suscitare il massimo di cooperazione e
di partecipazione nei membri alla determinazione degli obiettivi alle attività del gruppo.
Cerca ed offre la massima collaborazione, accetta critiche e suggerimenti dagli altri,
discute sul da farsi, favorisce il dialogo con tutti e fra tutti i membri del gruppo.
Distribuisce, piuttosto che accentrarle, le responsabilità; incoraggia e consolida i rapporti
ed i contatti interpersonali tra tutti i membri; riduce i conflitti e le tensioni interne; evita
privilegi e differenze di grado.
Il leader autoritario esercita invece il potere in maniera dispotica, non ammette consigli,
non dà confidenza, rifiuta ogni rapporto, dà pochi suggerimenti e informa freddamente.
Determina da solo la linea di condotta del gruppo e lui solo conosce esattamente le tappe
del lavoro da fare. Impone i compiti e distribuisce i premi ed i castighi. Tende a difendere
i suoi diritti e privilegi, opponendosi ad ogni cambiamento.
Favorisce le divisioni tra i membri del gruppo per meglio dominarli, rendendosi così
indispensabile al gruppo e mettendolo così in pericolo di disfarsi non appena egli si ritiri o
sparisca.
Il leader permissivo dimostra, invece, disinteresse ed indifferenza, non stimola, non aiuta,
non controlla, non collabora, lascia a tutti la massima libertà d'azione e di comportamento.
Colui che dirige fornisce le indicazioni necessarie all'attività di gruppo ma non prende
parte, in alcun modo alla discussione sul lavoro da svolgere; si tiene in disparte. Non
tenta neppure di valutare o regolare il corso degli eventi, facendo solo rari commenti
spontanei sull'attività dei membri, ovvero rispondendo a specifiche richieste. Si tratta, in
pratica, di un ruolo caratterizzato da un rispetto passivo per l'autonomia dei membri e
prevalentemente limitato a dare, su richiesta, informazioni tecniche.
Effetti degli stili di leadership
Stile autoritario
Stile democratico
Lo stile autoritario tende, in genere, a Lo stile democratico è teso, invece, a
sviluppare e favorire la produttività “tout sviluppare e favorire la soddisfazione dei
court”, a danno della realizzazione e della membri a discapito della produttività a tutti i
soddisfazione dei membri del gruppo.
costi.
I cinque stili fondamentali di interazione del leader con i membri del gruppo:
Stile centrato sulla produzione: il leader che possiede questo stile di conduzione mostra
una costante attenzione ed un interesse esclusivo (a volte addirittura ossessivo) verso la
produttività del suo gruppo di lavoro. Gli aspetti riguardanti il clima emotivo dei membri
non hanno alcuna importanza mentre vi è una ferrea organizzazione del lavoro.
Le
persone sono viste esclusivamente come gregari e come strumenti per raggiungere gli
obiettivi definiti in precedenza.
Le
relazioni fra leader e subordinati sono basate sull'esercizio dell'autorità e
dell'obbedienza. Il motto di questo leader è: "il risultato prima di tutto".
Stile amicale: lo stile del leader ricorda l’atmosfera di un circolo ricreativo: la sua azione è
tesa ad instaurare ed a mantenere rapporti amichevoli ed emotivamente significativi con i
membri del gruppo. Gli atteggiamenti ed i sentimenti delle persone sono importanti e
vengono prima di tutto. Vi è grande attenzione, quindi, ai bisogni delle persone anche se
ciò può comportare il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dall'organizzazione.
Il motto è: "cerco di capire cosa gli altri desiderano e poi programmo il lavoro
inconseguenza".
Stile dello "struzzo": corrisponde allo stile del leader permissivo. Il leader non esprime un
chiaro interessamento nè verso le esigenze del personale, nè verso la produzione ed
esercita uno sforzo minimo per far eseguire il lavoro richiesto tendendo a scaricare il più
possibile le proprie responsabilità. «L'obiettivo è la sopravvivenza all'interno del sistema,
per arrivare allo stipendio e alla pensione».
Il motto è: "non mettere la mano in un nido di vespe"; darsi da fare, cioè, il meno possibile:
quanto basta per alleggerire la pressione esercitata su di lui.
Stile orientato all'organizzazione: è il leader che mostra un orientamento sia verso il
fattore umano, il personale, che verso la produzione in quanto tale. Talvolta, però, questo
stile si esprime mediante comportamenti ambivalenti che possono ingenerare confusione
nei ruoli e nelle aspettative : in bilico tra la necessità di produrre e curare rapporti
soddisfacenti, il leader oscilla tra la pressione sul gruppo affinchè si attenga alle direttive
per un'alta produttività ed il porsi come persona interessata soprattutto a mantenere un
buon clima interpersonale all'interno del gruppo. Il concetto dominante di questo leader
non è di cercare il miglior risultato per la produttività o per il personale (che sarebbe
troppo "ideale"), bensì di trovare una posizione che stia tra le due componenti, in una via
di mezzo".
Il motto è: "usare il metodo del bastone e della carota".
Stile centrato sul gruppo di lavoro: è sicuramente lo stile di leadership ideale poichè
rappresenta il corretto equilibrio tra le esigenze e le aspettative dei personale e quelle
provenienti dall'organizzazione.
L'azione di questo leader presuppone che non vi sia
necessariamente conflitto tra lo scopo dell’organizzazione produttiva ed i bisogni delle
persone.
Il gruppo gestito con questo stile appare simile al gruppo con un clima
veramente democratico in quanto acquisisce una solida coesione ed un alto spirito di
corpo che preservano dalle spinte conflittuali sia interpersonali che di ruolo.
Il motto è: "interessare e far partecipare le persone all'organizzazione".
Come si può intuire tra i diversi stili quello ritenuto meno valido è il terzo, nel quale in
effetti il leader rinuncia ad utilizzare il suo potere, mentre quello più efficace è l’ultimo
dove viene esercitata un'attenzione elevata e costante sia ai risultati del lavoro, sia alla
soddisfazione dei propri collaboratori. Gli altri tre stili si trovano ad occupare posizioni
intermedie, ad eccezione di quello orientato all'organizzazione che costituisce una
soluzione accettabile, per quanto riguarda l'utilizzazione del potere organizzativo.