Sorvolando il lago Titicaca il 5 febbraio 2011

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Sorvolando il lago Titicaca il 5 febbraio 2011
SORVOLANDO IL LAGO TITICACA DA LIMA A SAO PAULO il 5 Febbraio 2011 Trentacinque anni fa nel 1976, il lago Titicaca lo attraversai di notte con Mariana, da Puno in Perú fino a raggiungere all´alba la sponda boliviana. Lo attraversammo su un vecchio piroscafo inglese, bellissimo, tutto in legno e rifiniture in ottone, a cena piatti di porcellana e bicchieri di cristallo. Mi son sempre chiesto come avevano fatto a trasportare quel piroscafo fin lassú sul lago Titicaca a 3.800 metri sul livello del mare. A Puno, attraversando durante tutta la giornata in treno un suggestivo altipiano peruviano, c´eravamo arrivati da Cusco, dove avevamo bevuto te di coca e avevamo visitato il magico Machupichu. Il treno era tutto rigorosamente in legno e con vagone ristorante. Una delle pareti della stanza dell´albergo in cui avevamo alloggiato a Cusco, era un muro incaico, si proprio incaico: Cuzco, Perú 1976 A Cusco c´eravamo arrivati in aereo da Lima, ed a Lima c´eravamo arrivati viaggiando ¨ventiquattrore¨ in autobus (aveva anche il bagno) da Guayaquil in Ecuador, dove vivevamo perché io stavo completando il servizio civile come professore alla Escuela Superior Politecnica del Litoral. Una volta raggiunta la sponda boliviana del lago Titicaca, ci aspettava un treno, naturalmente a carbone e vapore, che ci portó fino a La Paz: il treno avanzava su un altipiano sostanzialmente deserto e brullo, quando ad un tratto dall´orlo di un quasi precipizio, ecco La Paz, sparsa laggiú sul fondo e sulle pendici della conca vulcanica. All´imbrunire, il centro di La Paz assumeva un´atmosfera completamente surreale: con tante figure femminili dalle gonne larghe e lunghe fino a terra, tanto da nascondere completamente i piedi, spostandosi con passi brevi e veloci allo stesso tempo, e con in testa la loro tipica bombetta. Uomini e donne sedevano intorno a grandi tavolate predisposte per la cena in prossimitá di cucine all´aria aperta costituite da enormi pentole nere, fumanti e ribollenti sulle braci e sulle fiamme del legno che ardeva scoppiettando: erano dei comuni ristoranti popolari, ma sembrava di essere sul set di un film in costume. La Paz, Bolivia 1976 Qualche anno dopo, quelle stesse fisionomie e gran parte di quegli stessi tratti umani dagli zigomi sporgenti e con i colori del bronzo, non solo delle donne ma anche degli uomini, li ri‐incontrammo a Lhasa in Tibet; lontanissimmo quindi pero con incredibili similitudini, anche in molti aspetti del folclore. Certo in comune La Paz e Lhasa hanno la loro rilevante altezza, ambe a quota 3.650 metri sul livello del mare. Ma é questa sola circostanza sufficiente a spiegare tante similitudini antropologiche? O magari potrebbe anche essere non trascurabile la teoria di una preistorica migrazione dall´Asia all´America? Lhasa, Tibet 1990 A la Paz nella grande piazza principale quadrata, con la Cattedrale su uno dei lati e con il Palazzo del governo sul lato di fronte cosí come rigorosamente accade per tutte le cittá e cittadine sudamericane, c´era naturalmente il fotografo. La Paz, Bolivia 1976 Propio come, per esempio, in Piazza San Marco a Venezia. Peró la camera fotografica era di un modello come di quelle che in Piazza San Marco ci devono essere state verso la fine dell´ottocento: si, propio quelle con il soffietto ed il lenzuolo nero; la foto restava inizialmente stampata su carta peró in negativo e poi con la stessa camera fotografica si rifotografava subito questo negativo e, ... miracolo, ecco la foto in positivo: La Paz, Bolivia 1976