notizie e critiche film teresa

Transcript

notizie e critiche film teresa
 Teresa Manganiello, sui passi dell’amore Sinossi: La giornalista Fabrizia Gregorini trascorre un periodo di degenza ospedaliera a causa di una ferita riportata mentre svolgeva il suo lavoro di inviata di guerra in Afghanistan. Le giornate della paziente sono scandite dalla lettura di un manoscritto, inviatogli da un collega, di cui è autore suo padre, Alberto, con il quale non ha più rapporti da diverso tempo. Il testo racconta del viaggio dello stesso Alberto in Irpinia alla ricerca di documenti e notizie sulla Beata Teresa Manganiello: la figura protagonista del suo prossimo libro. Alberto, visitando quei luoghi e leggendo i documenti di Padre Lodovico Acernese, confessore della Manganiello, rivive come in una rêverie la vicenda di Teresa e della famiglia Manganiello in anni di grande miseria e tormento: quelli del passaggio dal Regno di Napoli e delle Due Sicilie all’Unità d’Italia. I Manganiello sono costretti a negare a Teresa la possibilità di farsi suora a causa delle particolari condizioni d’indigenza della famiglia. Teresa, tuttavia, decide di continuare da laica la sua “missione” nell’aiutare i più bisognosi e di fondare, sotto l’ala protettrice di Padre Lodovico, il Terzo Ordine Francescano, che avesse come obiettivo quello di istruire e formare la popolazione locale; progetto che non viene interrotto neanche con la prematura morte di Teresa a soli ventisette anni. Alberto, cercando spunti per il suo lavoro, riesce a trovare qualcosa per sé stesso, qualcosa che lo riavvicinerà all’amata figlia. L’Opera filmica è una favola tenera e commovente, intrisa di buoni sentimenti e grande spiritualità, dove riveste un ruolo primario: la natura, madre e sovrana, insieme al rapporto di rispetto e gratitudine che gli uomini hanno con essa. I valori della famiglia, della giustizia, della pari dignità individuale e sociale, sono solo alcuni dei temi che vengono affrontati. Concepito come un ideale documento dell’‘800, TERESA MANGANIELLO, Sui Passi dell’Amore, si alimenta di una verità di ricostruzione sfaccettata e trasferita sin nei minimi dettagli. Dai costumi, replicati nel rispetto minuzioso dei modelli originali, agli scenari, tutti rigorosamente reali e mai ricostruiti in studio, via via sino ai più insignificanti particolari degli arredi e delle acconciature, il film fonda la propria attendibilità raffigurativa, narrativa ed etica sulla fedeltà, su una veridicità socio-­‐antropologica assoluta. E in questo senso, cioè eludendo ogni tentazione re-­‐interpretativa e puntando sulla verità delle fonti tramandate, si pone come preziosa cronaca dell’ ‘800 (non solo italiano). La rappresentazione restituisce luce, ambienti abbigliamento, fogge, suoni: insomma la realtà sensibile di un secolo che, con Teresa, diviene il vero protagonista dell’opera, laddove i personaggi minori ne sono solo pedine di sfondo, o sfondo essi stessi. La profondità delle inquadrature. Contatti uff. Stampa CAST: Federica Citarella – Teresa Manganiello; Paolo Ferrari – Romualdo Manganiello; Maria Grazia Cucinotta – Fabrizia Gregorini; Sergio Fiorentini – Alberto Gregorini; Lucio Allocca – Padre Lodovico Acernese; Gianna Paola Scaffidi – Rosaria Manganiello; Patrizio Rispo – Barone Antonellis; Marzio Honorato – Abate Ciampi; Mario Porfito – Dottor Ambrosini; Nicola Pignataro – Benedetto; Nicola Canonico – Peppino; Luca Abete – Giornalista CREW: Prodotto dalla Invidea Network s.r.l. per conto della Congregazione Suore Francescane Immacolatine; Regia Pino Tordiglione; Sceneggiatura Pino Tordiglione, Marco Marrapese, Fortunato Campanile; Consulenza storica Fausto Baldassarre; Fotografia Michele Zampierin; Musiche Giovanni Lodigiani; Critica di Vittorio Sgarbi I miracoli che si possono chiedere alla Beata Teresa Manganiello, essendo che i miracoli debbano essere successivi alla morte dei titolari c'è quello di rendere la sua vita esemplare attraverso un buon film, sobrio, senza retorica, senza enfasi, senza mitizzazione della santità come una quotidianità più elevata, una consapevolezza spirituale più matura e più consapevole dei principi di umanità e di eguaglianza fra gli uomini, quindi una ragazza ignorante , una ragazza del popolo, una ragazza povera, una ragazza analfabeta, ha l'istinto della fratellanza universale che è un principio democratico e cristiano insieme. Il mondo che la circonda è di persone legate al potere, e per questo infelici, e di persone lontane dal potere, e per questo serene, a partire dai genitori, dalla madre e dal padre, ben tratteggiati, fino all'esemplare vita del non santo padre cappuccino che l'assiste ed assiste anche alla sua beatificazione nella vita mentre lui e un uomo giusto. L'ambientazione è molto fedele, molto precisa. Il doppio registro del racconto con lo scrittore che ci introduce alla vita della Beata è un espediente narrativo che rende il film documentario a vantaggio della storia perché la fiction di una santa potrebbe sembrare un'invenzione, invece la presenza di una realtà quotidiana nel racconto rende la ricostruzione cronologica d'epoca fatta sulla base del racconto e quindi la legittima e ne da una ragione che non è quella di un’ invenzione fantastica. Da ogni punto di vista si sente una regia ed una mano ferma, sobria capace di esaltarsi alla bellezza delle intenzioni, alla bontà delle intenzioni, ma di non cedere alla retorica che da quelle espressioni potrebbe derivare. E' un film raccomandabile nelle scuole, raccomandabile nelle reti della Rai, potrebbe essere proiettato negli spazi di Minoli che indica i documenti d’ epoca, relativamente al 150° dell'unità d'Italia, in questo caso siamo in una dimensione diversa da quella della commemorazione risorgimentale. Siamo di fronte ad una figura che ha una nobiltà semplice; la nobiltà degli esseri umani dipende dalla discendenza e dalla casta a cui appartengono; la nobiltà di una Santa prescinde dalle origini, soprattutto quando esse siano, come spesso accade ai Santi, povere; ed è nobiltà d'animo ed una santità che prima di tutto è una umanità eletta, è come se l' essere Santi fosse essere uomini buoni e giusti, e quindi sentire l’obbligo di quello che oggi è pane quotidiano in un’epoca in cui le ingiustizie sociali rendevano più forte la differenza tra ricchi e poveri ed i santi avevano il compito di determinare una mediazione fra i due mondi. Contatti uff. Stampa Teresa Manganiello sembra, anche nella perfetta interpretazione dell'attrice, nata per questo, per stemperare la differenza di censo; e pur essendo di famiglia povera sentire che il piccolo privilegio di non essere poverissima, di avere, quindi, genitori che lavorano in una condizione sociale ed economica non del tutto mortificata le impone di dare quel poco che ha agli altri; ed oltre a quel poco di materiale anche quel molto di spirituale che è nella sua intuitiva sensibilità e cultura; per cui la sua breve vita è stata dedicata agli altri, e questo di per se ragione di santità. Dal film non ci sono elementi eclatanti che facciano pensare che lei ha compiuto dei gesti per cui debba essere memorabile tanto da aver determinato questo ordine delle Francescane Immacolatine, nella bella denominazione che si sono scelte, che sono suore che vivono una dimensione di umanità partecipata di condivisione con i più deboli di tutto quello che può venire da chi ha deciso di dedicarsi agli altri e quindi rinunciare all'egoismo, rinunciare ai piccoli privilegi, rinunciare a qualunque vantaggio anche minore. Mentre i più ricchi fanno fatica a rinunciare ai grandi vantaggi che hanno una persona umile rinuncia al quel poco che ha perché sa che neanche quello é soltanto suo. E' una santità semplice ed una beatitudine istintiva, come una natura profonda, come una condizione originale, come un essere stata privilegiata dal Signore che lei ama ed a cui si dedica per aver avuto questo animo così ben disposto verso gli altri. Anche se essere ben disposti verso gli altri è un privilegio che non tutti hanno, molti sono mal disposti per cattivo umore; diceva Pascoli, più o meno negli stessi anni, che gli uomini preferiscono il male altrui al bene proprio, questi sono gli uomini nella condizione di invidia, di competizione che li mette l'uno contro l'altro. Una persona che preferisca il bene altrui al bene proprio, e certo non ricerchi il male in alcun mo, ha una sua naturale santità e questo mi pare che sia la morale del film in dialoghi molto precisi, certo senza nulla di appassionante o di avvincente, per cui se dovessi dire che uno deve guardare questo film per essere travolto dalla storia, la storia non c'è, è una storia senza storia, è una storia di una vocazione spirituale, è la storia di una spiritualità, e come direbbe Verga: è la storia di un’anima, ecco questo è il film mi pare denunci. La chiave dello scrittore come narratore della storia mette l'opera in equilibrio fra film e documentario che è la misura giusta che può avere un’impresa come questa a cui si è applicato il Tordiglione con molta attenzione, molta curiosità, molta minuzia, molta attenzione ai particolari, per cui è un film senza difetti, nonostante che manchi il racconto perché non è un racconto di una vita con avvenimenti, è il racconto di una predisposizione spirituale che si manifesta in atti semplici ed in atti neanche esemplari perché non vuole essere d'esempio Teresa Manganiello, non deve, non ha il sussiego di chi deve dire io sono. E’ una ragazza semplice la sua semplicità e già di per se un miracolo in tempi di false complicazioni e di turbamenti, infatti tutta la sua impresa umana anticipa la psicoanalisi che al momento in cui gli spiriti cercano complicazioni interiore per evitare atti semplici, lei fa atti semplici e di per se questi sono profondi valori spirituali. CRITICA DI CARLO TAGLIABUE critico cinematografico e docente di storia del cinema presso l’Università di Perugia. Teresa Manganiello, Sui passi dell’amore è una favola tenera e commovente. Un’opera intrisa di buoni sentimenti e grande spiritualità, dove riveste un ruolo primario la natura, madre e sovrana, insieme al rapporto di rispetto e gratitudine che gli uomini hanno per essa. I valori della famiglia, Contatti uff. Stampa della giustizia, della pari dignità individuale e sociale, sono solo alcuni dei temi che vengono affrontati attraverso una semplice ma scrupolosa ricostruzione storica. Concepito come un ideale documento dell’Ottocento, “Teresa Manganiello, Sui Passi dell’Amore”, si alimenta di una verità di ricostruzione sfaccettata e trasferita sin nei minimi dettagli. Dai costumi, replicati nel rispetto minuzioso dei modelli originali, agli scenari, tutti rigorosamente reali e mai ricostruiti in studio, via via sino ai più insignificanti particolari degli arredi e delle acconciature, il film fonda la propria attendibilità raffigurativa, narrativa ed etica sulla fedeltà, su una veridicità socio-­‐antropologica assoluta. E in questo senso, cioè eludendo ogni tentazione re-­‐interpretativa e puntando sulla verità delle fonti tramandate, si pone come preziosa cronaca dell’Ottocento. La rappresentazione restituisce luce, ambienti abbigliamento, fogge, suoni: insomma la cultura di un secolo che, con Teresa, diviene la vera protagonista dell’opera. «Il merletto di Dio: così è stata definita la beata Teresa Manganiello, alla cui figura questo docu-­‐
drama è dedicato. Ripercorrendo le tappe della sua breve vita, il regista Pino Tordiglione si accosta, con l’occhio dell’uomo contemporaneo, a una avventura esistenziale, apparentemente lontana dalla nostra età, ma che, al contrario, riesce ad anticipare alcuni elementi-­‐cardine del mondo contemporaneo. In questo modo, la storia personale di una semplice contadina dell’Irpinia di fine Ottocento, si inserisce prepotentemente nella Storia: i piccoli, anonimi eventi della gente comune, che diventano profetici e motore vitale per i grandi eventi collettivi. Ciò che emerge maggiormente da quest’opera dedicata alla fondatrice delle Suore Francescane Immacolatine sembra essere la concretizzazione di quanto recita il salmo biblico 117: la pietra scartatadai costruttori è diventata testata d’angolo, amplificando, come ricorda il cardinal Tonini, il senso di quel tesoro nascosto in tutte le creature; oppure l’inveramento del testo di Matteo che recita: ti ringrazio Padre, perché hai tenuto nascoste queste verità ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Tralasciando qualsiasi enfasi agiografica, il regista pone l’accento proprio sul valore strettamente personale della testimonianza di una vita, vissuta in nome della Carità e dell’Amore: non si vuole dimostrare, ma solo mostrare; procedere nella narrazione attraverso degli indizi che spingono lo spettatore a interrogarsi e a essere coinvolto nella storia presentata, Ne viene fuori, così, un ritratto inconsueto di una donna profondamente immersa nella realtà del suo tempo, con uno sguardo, tuttavia, profetico e proiettato verso un futuro imminente, le cui contraddizioni non potranno non essere risolte se non da chi incarna veramente una sua missione personale che va al di là del Tempo e della Storia. Il film si ha come interpreti Federica Citarella, Paolo Ferrari, Sergio Fiorentini, Maria Grazia Cucinotta ed è arricchito dalla testimonianze del cardinal Ersilio Tonini, Vittorio Sgarbi, Federico Moccia». Chiara Marra Critica cinematografica Film di Teresa Manganiello: Storia di una beatitudine sullo sfondo del Risorgimento meridionale. Tra docufiction e film biopico, 'Teresa Manganiello Sui Passi dell'Amore' del regista irpino Pino Tordiglione, ripercorre la vita di una poco nota beata della provincia di Avellino vissuta alla fine dell’ottocento all’ombra di un pregnante status sociopolitico. Se la vita della giovane beata interpretata da Federica Citarella è un viatico leggero quasi naif e candido, i parallelismi e i registri narrativi a più livelli si nascondono dietro l'angolo come scatole cinesi: sullo sfondo c'è l'Irpinia d'Oriente che si legge nelle pagine di Franco Arminio, o come Contatti uff. Stampa pronuncia Fiorentini ' una terra antica, forte, testarda come l'aveva descritta Soldati', che tra flashback antichi e rivisitazioni contemporanee dipingono il borgo di Pietradeusi e Montefusco dove la storia va in scena quasi in forma di favola raccontata. Una storia che comincia nella contemporaneità: la giornalista Fabrizia Gregorini (Mariagrazia Cucinotta) è una reporter di guerra rimasta ferita in un conflitto a fuoco in Afghanistan. Durante la sua convalescenza in ospedale riceve un manoscritto di suo padre Alberto (Sergio Fiorentini) sulla vita di Teresa Manganiello. Da qui il film procede su un doppio binario: Alberto grande storyteller con la sua voce da doppiatore (nella sua carriera si ricordino i doppiaggi da Mel Brooks a Jin Hackman) ) ripercorre l'Irpinia e la vita di Teresa su una sedia a rotelle annotando le sue memorie per realizzare un romanzo sulla beata, un percorso inframmezzato da squarci ottocenteschi sul periodo storico, al fianco di Teresa, 'lei che senza saper leggere sa dare lezioni di paradiso', scivola la complessa Unità d'Italia. Tra risorgimento e gattopardismo locale, Padre Ludovico Acernese (Lucio Allocca), portavoce del versante monastico del film, si prodiga per dar vita al Terzo Ordine Francescano contro il provvedimento dell'Unità di chiudere tutti i conventi. Mentre Teresa non si impaurisce nemmeno nel dare cure e carità anche ai briganti, sul set compare una fucina di attori de Un Posto Al Sole: dopo il già citato Lucio Allocca, ci sono anche Patrizio Rispo, Marzio Honorato e Mario Porfito impegnati sul fronte della politica post unitaria dove dà scorci interessanti il ricorrente nome di Francesco De Santis, irpino, primo ministro della Cultura del Regno d'Italia, personaggio perfetto per trarne un film a se stante qui sbozzato... di 'guest' irpine ce ne sono anche altre: valgono piccoli camei filmici la presenza di Luca Abete di Striscia La Notizia, il giornalista Antonio Pascotto e l'attore Antonio Canonico e a questa carrellata sono da citare anche le presenze in forma di interviste del Cardinale Tonini e in coda al film alle recensioni di Vittorio Sgarbi e Federico Moccia. Un film matriosca da scatola cinese in fatto di assetti, intreccio nei personaggi e storie nella storia: un film a più livelli che al di là della carità umana di Teresa Manganiello e della sua storia cela miscellanee di spunti sulla storia del Mezzogiorno. PER INFO E FOTO: http://www.facebook.com/TeresaManganielloFilm Contatti uff. Stampa