dalla mitologia un mare e luoghi baciati dal sole
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dalla mitologia un mare e luoghi baciati dal sole
Giovedì 31 luglio 2014 Speciale Dalla costa dei Ciclopi a Taormina di ANTONIO SCOLAMIERO L a Riviera dei Ciclopi, meta privilegiata del turismo balneare, si estende in un tratto di costa della Sicilia orientale che va da Catania ad Acireale, luogo reso famoso prima da Omero nell'Odissea poi dal Verga nei Malavoglia e ancora da Luchino Visconti che vi ambiento' il set del film La Terra Trema. Il nome Riviera dei Ciclopi si rifà a un episodio cantato dal mitico Omero nell’Odissea. Si tratta dell'episodio in cui Ulisse, per sfuggire al terribile Ciclope Polifemo, acceca il gigante del suo unico occhio con un dardo infuocato. Travolto dal dolore, il Ciclope scaglia contro la nave di Ulisse in fuga tre massi, che tutt'ora si trovano nel tratto di mare antistante Aci Trezza e prendono il nome di Faraglioni. In realtà i Faraglioni, cosi come L’isola Lachea, sono i resti di un unica massa sub vulcanica costituita da rocce a fessura colonnare originata dalla trasformazione, per effetto termico, delle argille sottomarine al contatto con la sottostante lava incandescente. Riviera dei Ciclopi vuol dire anche storia, cultura, natura, arte, folklore e relax. Passeggiando lungo il lungomare dei ciclopi si può ammirare il meraviglioso e suggestivo panorama con l'isola Lachea e i Faraglioni. Farsi rapire dal mare e dai luoghi che furono dei Malavoglia di Patron ’Ntoni, ammirare il castello normanno di Acicastello e alle spalle, come a proteggere tutto, il maestoso vulcano Etna di fronte al mare Jonio che s’infrange sulla tipica scogliera lavica, si gode insomma di uno dei panorami più suggestivi ed affascinanti di tutto il Mediterraneo. Il porticciolo di Aci Trezza, invaso dal sole e punteggiato di barche variopinte tirate in secca, sembra ancora popolato dai personaggi di Verga, la Maruzza, Padron ‘Ntoni, La Mena, Bastianazzo con la sua barca la Provvidenza e da tutti gli altri Malavo- DALLA MITOLOGIA UN MARE E LUOGHI BACIATI DAL SOLE glia. Qui infatti, lo scrittore catanese Giovanni Verga si ispirò per scrivere il suo capolavoro «I Malavoglia», che narra le vicende sfortunate di una famiglia di pescatori che lottano contro il destino avverso per risollevare le loro sorti dopo il naufragio della Provvidenza. Ed è ancora ad Aci Trezza che Luchino Visconti decise di girare «La terra trema» (1948), rispettando l’ambientazione del romanzo verghiano da cui il film è stato liberamente tratto. Ancora una volta protagonista è una famiglia di pescatori che vivono nella poverta’. Il giovanè Ntoni Valastro cerca di ribel- larsi allo sfruttamento dei grossisti ma il destino avverso sembra proprio scagliarsi contro i piu’ deboli e la famiglia Valastro si trova costretta ad ipotecare la casa per comperare una barca al fine di lavorare in proprio e lottare contro l'oppressione. Un’eccezionale pesca di acciughe sembra aiutarli ma piu’ tardi una tempesta distrugge la barca. Costretti a vendere le acciughe ai grossisti ad un prezzo irrisorio, perdono la casa e la famiglia si disgrega tra una sciagura e l'altra. ’Ntoni si rassegna così a lavorare per i grossisti anche se umiliato. © RIPRODUZIONE RISERVATA 2 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere del Mezzogiorno PA Il luogo Taormina mon amour Incantevole meta di vacanza per i turisti di tutto il mondo «T auromènion», cioè Taormina, è da sempre una città bellissima, sia che vi si soggiorna una sola giornata o settimane intere. In ventiquattro ore è possibile visitare i principali anfratti che dal Corso Umberto si diramano diritti fino al Teatro Greco, l’epicentro di quasi tutti gli eventi culturali taorminesi, costeggiando la Villa Comunale, ex dimora di Lady Florence Travelyan, cugina della regina Vittoria, passando per Porta Catania e Porta Messina, per poi finire ammirando la meravigliosa Isola Bella, residenza di Ferdinando I di Borbone nel 1800. In questo percorso così denso di monumenti e pervaso da un paesaggio emozionante che mescola la bellezza della zona costiera della Sicilia e la traboccante vivacità del vulcano Etna, è possibile annotare alcune tappe fondamentali per rendere questo brevissimo giro, una mini-vacanza indimenticabile. A colazione, quando ancora il corso non è gremito di gente, gli autoctoni di questa perla del Mediterraneo, consigliano il «Bam Bar» (via di Giovanni), dove il momento della granita con panna e della brioche calda, diventa improvvisamente un sacro must-have. Qui si mescolano tutta le varietà di personaggi che godono di questa leccornia mattutina tutta Made in Tao: dal più noto stilista Domenico Dolce, ai fratelli Rosario e Beppe Fiorello, a Jerry Scotti, Renzo Arbore e tutti personaggi di passaggio del Taormina Film Festival, fino alla signora del paese, intenta nell’antica arte del fare cuttigghiu. ’A nivarata, epite- to dato tempo addietro alla granita, è ispirato ai nivaroli, ovvero quelle persone che un tempo andavano tutto l’anno in montagna a raccogliere la neve per poi utilizzarla nei mesi estivi, insieme al succo di limone, arancia o caffè, per la creazione del rinomato sorbetto rinfrescante. Il Bam Bar, vero osservatorio sulla vita taorminese, ha perpetuato questa ricetta fino ai giorni nostri, capace di conquistare qualsiasi turista per via della cremosità e del refrigerio che questo dolce freddo al cucchiaio riesce a regalare a chiunque lo voglia portare alla bocca. Un’alternanza variopinta di colori decora profondi bicchieri di vetro trasparenti, contenenti la cremolata ghiacciata e granulosa, rigorosamente artigianale, al gusto di limone, cannella, mandorla, melone, anguria, pesca, fragola, arancia e perché no anche fichi, caffè, pistacchio, gelsi neri, mandarino, cioccolato e, infine, nutella. Una sfogliata veloce ai quotidiani sorseggiando gli ultimi sorsi della granita disciolta, e si È possibile annotare alcune tappe fondamentali per rendere questo brevissimo giro, una mini-vacanza indimenticabile corre di corsa in spiaggia per un rigoroso bagno di sole, un rito che va rigorosamente perpetuato nello storico resort di via Nazionale, che porta il nome Caparena. Sul fondale ricoperto dalle rocce bianche del Capo della Rena (da lì si spiega il nome), il Caparena culla la sua clientela verso un relax multi-sfaccettato. Questo albergo quattro stelle, nonché lido, nonché ristorante, nonché sushi-bar offre, quindi, un wellness a tutto tondo, circondato da una location total white sotto un pergolato di cannizzi, tipica copertura ombrosa dei lidi siciliani. Tra flute di champagne e panorami con vista sul blu oltremare, il Caparena è un tempio del divertimento diurno e notturno, ma anche un top club fuori dall’ordinario che dal 29 luglio al 25 agosto, è stato scelto anche come location per la diretta nazionale, radio e video, di Rtl 102.5, grazie alla direzione di Angelo Gravagno, in arte Sautufau. Venera Coco © RIPRODUZIONE RISERVATA I posti da visitare Da Guy de Maupassant a Goethe, tutti gli scrittori innamorati della cittadina ta in pietra, il coronamento a merli e la massiccia torre campanaria che la fanno assomigliare ad una fortezza, sorge nella suggestiva Piazza del Duomo. Edificata intorno al 1400 sui resti di una chiesa duecentesca, la Cattedrale ha subito diversi rifacimenti, come testimoniano il portale principale del 1636 e i due portali laterali risalenti al Quattrocento (quello sul lato sinistro) e al Cinquecento (quello sul lato destro). L’interno è a croce latina con tre navate e tre absidi. Sei colonne monolitiche (tre per lato) in marmo rosa sormontate da capitelli decorati sostengono la navata centrale dal soffitto ligneo. Pregevole il polittico del Cinquecento di Antonello de Saliba. Semplice la facciata esterna decorata da un piccolo rosone d’ispirazione rinascimentale e da due finestre monofore. Di fronte al Duomo si può ammirare la fontana seicentesca di gusto barocco costruita su gradoni circolari circondata da quattro graziose fontanine laterali. G razie alla sua incantevole posizione sul mare, alle bellezze paesaggistiche, al vasto patrimonio storico, culturale e archeologico di cui è ricca, Taormina è una delle località turistiche più famose dell’isola. Luogo di grande fascino e bellezza, la splendida cittadina siciliana ha sedotto poeti e scrittori, ha attratto viaggiatori illustri, ha accolto celebrità di fama internazionale. I visitatori che arrivano da tutto il mondo in questo «lembo di paradiso sulla terra» (Goethe, Viaggio in Italia 1787), per vedere il suo teatro greco-romano, per passeggiare lungo le sue strade medioevali, per ammirare i suoi panorami mozzafiato, per gustare la sua eccellente gastronomia, per distendersi al sole delle sue spiagge meravigliose, ne restano ammaliati. Del resto, come affermò lo scrittore francese Guy de Maupassant, a Taormina «si trova tutto ciò che sembra creato in terra per sedurre gli occhi, la mente e la fantasia». Chi è stato a Taormina sa che è vero, chi intende visitarla lo scoprirà facilmente. Villa comunale di Taormina Ricca di bellezze floreali ed arboree, la Villa comunale è una piacevole oasi di tranquillità nel centro cittadino. I bellissimi giardini pubblici intitolati al duca di Cesaró, erano in origine un parco privato nato per volontà di Lady Florence Trevelyan Cacciola, la nobildonna scozzese che visse a Taormina dal 1884 e ne sposò l’allora primo cittadino. Realizzato come un tipico giardino all’inglese, il parco fu riempito di una grande varietà di fiori e piante provenienti da tutto il mondo ma anche di singolari edifici dal gusto esotico utilizzati da Lady Florence, appassionata ornitologa, per osservare gli uccelli. La costruzione più caratteristica è la cosiddetta «The Beehives», fantasioso padiglione che ricorda, come dice il nome, un alveare. Palazzo Corvaja di Taormina Diversi stili architettonici, segno delle diverse dominazioni succedutesi nel corso dei secoli, caratterizzano il Palazzo Corvaja, splendida villa gentilizia che si trova nel centro di Taormina, nella piazza che un tempo era l’antico foro romano e prima ancora l’agorà della greca Tauromenion. Il nucleo originario del Palazzo era la torre cubica realizzata dagli arabi per scopi militari tra il 902 e il 1079 alla quale vennero aggiunte poi, l’ala laterale sinistra e la scala che dal pittoresco cortile porta al primo piano (XIII sec.), e agli inizi del XV sec., l’ala laterale destra destinata ad ospitare le assemblee del Parlamento siciliano. Di fattura araba sono le merlature della torre, di stile gotico- catalano sono le finestre bifore che si aprono Luoghi incantati I visitatori che arrivano da tutto il mondo in questo «lembo di paradiso sulla terra» (Goethe, Viaggio in Italia 1787), per vedere le sue bellezze e per distendersi al sole delle sue spiagge meravigliose, ne restano ammaliati sull’austera facciata, e il portale d’ingresso, normanna è invece, la sala quattrocentesca in cui si riuniva il Parlamento. Residenza della nobile famiglia dei Corvaja dal 1538 al 1945, in seguito il Palazzo subì un lungo periodo di degrado e abbandono. Restaurato per volontà del Comune, il bel complesso oggi è sede dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo ed ospita nei saloni al primo piano, un interessante museo di arti e tradizioni popolari siciliane. Duomo di Taormina La Cattedrale cittadina dedicata a San Nicola, con la sua austera faccia- Corso Umberto a Taormina Il Corso Umberto I è la via principale di Taormina. Delimitato a nord da Porta Messina e a sud da Porta Catania, l’antico asse viario d’epoca greco-romana attraversa il centro storico della bella cittadina siciliana. Caratterizzata dal susseguirsi di botteghe, negozi di moda e di souvenir, gastronomie e caffè, oggi la stretta via intitolata al re d’Italia Umberto I di Savoia, è una vivace passeggiata pedonale dove ogni giorno vi transitano migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo. Oltre ad essere un’elegante via dello shopping, il Corso è ricco di testimonianze architettoniche ed artistiche di epoche diverse. Numerose sono le pittoresche stradine che si aprono qua e là ai suoi lati, nelle quali ci si può all’occorrenza, «rifugiare» dalla ressa; tre sono le piazze che si affacciano sul percorso (Piazza IX Aprle, Piazza Duomo e Piazza Vittorio Emanuele) nelle quali perdersi, tra splendidi panorami, chiese medievale e resti di antichità. Ant. Sco. © RIPRODUZIONE RISERVATA 3 Corriere del Mezzogiorno Giovedì 31 Luglio 2014 PA I luoghi Il teatro greco-romano simbolo nel mondo È il più grande monumento del genere in tutta la Sicilia I l monumento più insigne e rappresentativo di Taormina è senza dubbio è il teatro greco-romano. Nonostante le devastazioni a cui andò soggetto, infatti, questa struttura è sicuramente una delle meglio conservate del genere. Dopo quello di Siracusa è il più grande dei teatri di origine greca posseduti dalla Sicilia. Durante il suo soggiorno in Italia Goethe visitò il teatro nel maggio del 1787 e ne rimase profondamente affascinato. La città di Taormina ebbe anche un secondo teatro, ma molto più piccolo: l’Odeon romano, situato dietro la chiesa di Santa Caterina, accanto al palazzo Corvaya. È molto probabile che furono i Greci Tauromeniti ad ideare e a costruire il teatro greco-romano. I Romani, poi, si preoccuparono di ampliarlo e di appesantirne la semplicità e l’eleganza. Il teatro greco-romano si divide in tre parti. La scena, l’orchestra e la cavea. La scena che sta di fronte alla cavea è quella parte dove agivano gli attori. Stando alla ricostruzione degli specialisti questa parte era ornata di due ordini di colonne, l’uno sovrapposto all’altro. La scena, inoltre, presentava tre grandi aperture ad arco a distanza simmetrica tra loro e sei nicchie, poste tre a destra e tre a sinistra dell’arcata aperta centrale. Sulla scena si conservano ancora sei basi di colonne e quattro colonne di stile corinzio che furono alzate dopo il 1860. Accanto alla scena si trovano due parascaenia, cioè i due stanzoni che venivano usati dagli attori per cambiarsi di costume. L’orchestra è la parte piana più bassa di tutto il teatro. In questo spazio si collocavano i suonatori degli strumenti musicali che accompagnavano lo svolgimento della tragedia o della commedia che gli attori recitavano. La cavea è formata dalla gradinata che partiva dal basso e andava salendo verso l’alto, allargan- La funzionalità Da proscenio per le tragedie greche a sede del Taormina film festival Due teatri La città di Taormina ebbe anche un secondo teatro, ma molto più piccolo: l’Odeon romano, situato dietro la chiesa di Santa Caterina, accanto al palazzo Corvaya dosi fino alla sommità della cavea, dove prendevano posto gli spettatori. I gradini della gradinata erano ricavati dalla roccia viva, in assenza di questa venivano costruiti in muratura. La cavea era divisa orizzontalmente in 5 zone (chiamate dai romani praecinctiones),che gli spettatori percorrevano per prendere posto nella gradinata. Perpendicolarmente, invece, la cavea era percorsa da 8 scalette strette (in latino erano chiamate vomitoria) Sopra le volte dei due portici semicircolari c’erano due terrazze semicircolari con sedili di legno, destinate alle donne che assistevano agli spettacoli separate dagli uomini. La forma del teatro permetteva in tutti i settori del teatro un perfetto ascolto. Benché non vi sia- O no documenti sicuri gli esperti fanno risalire la sua prima edificazione alla seconda metà del III sec. a. C. La costruzione superstite che noi vediamo oggi nel teatro greco, cioè i ruderi che restano, sono opera laterizia di età romana. Il rifacimento romano risale al periodo di Cesare Ottaviano Augusto (31 a. C-14 d. C). Con l’invasione degli Arabi ebbero inizio le spoliazioni che si protrassero a lungo, finché nel Settecento non furono iniziate le prime ricerche. Nel secolo scorso vennero eseguite aggiunte arbitrarie e solo nel 1955 si procedette a un radicale restauro, nel corso del quale fu ripristinata la parte superiore della cavea. ltre alle rappresentazioni delle tragedie greche, il teatro greco-romano opsita anche il Taormina film feste, che nasce a Messina nel 1955, e nel 1957 diventa Rassegna cinematografica internazionale di Messina e Taormina e vennero istituiti i «Cariddi d'argento». Dal 1957 al 1980 ospita quasi consecutivamente la premiazione dei premi David di Donatello. Nel 1970, la rassegna si sdoppia, e viene creato (a Taormina) il «Festival internazionale del cinema di Taormina» a carattere competitivo con il Gran premio delle nazioni, che si svolgeva parallelamente alla rassegna. La rassegna, che si svolge esclusivamente a Taormina nel 1971, ospita, al Teatro antico, nel corso degli anni moltissime star del cinema internazionale: da Elizabeth Taylor a Marlene Dietrich, da Sophia Loren a Cary Grant, da Marlon Brando a Charlton Heston, da Audrey Hepburn a Gregory Peck, da Tom Cruise a Melanie Griffith e Antonio Banderas. Red. Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA € 2.390 f.c. ** ** Il prezzo si riferisce all'SH 125 mode *Finanziamento in 24 mesi riservato ai modelli SH125/125 Mode/150/300/300ABS presso le Concessionarie che aderiscono all’iniziativa. L’importo finanziabile va da un min di € 1.500 ad un max di € 3.200 per SH125/150 e fino ad un massimo di € 5.100 per SH300/300ABS - prima rata a 30 giorni. Offerta: SH125i (€ 3.100 f.c.): anticipo € 900, € 2.200 in 24 rate da € 91,67 - TAN fisso 0,00% TAEG 2,39%. 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Santa Maria si genera nell’altopiano ibleo e nell’unicita’ del suo terroir ricava il gusto e le preziose qualità organolettiche. Dalla combinazione delle caratteristiche idrogeologiche di questo ambiente incontaminato, dal clima temperato, nasce batteriologicamente pura, limpidissima, con i valori di sodio tra i piu’ bassi. Da un recente sondaggio condotto dall’azienda produttrice, Santa Maria risulta essere un’acqua dissetan- te,gradevole al gusto, leggera, pulita e morbida, equilibrata, buona da bere anche a temperatura ambiente. La percezione è quindi quella di un’acqua dal gusto neutro, poco caratterizzata nelle componenti chimiche. Un’acqua fresca, piena di gusto , ma anche priva di sapori e retrogusti marcati. Il consumo delle frizzanti è principalmente riconducibile alle aree semantiche del piacere e della digestività. L’azienda riesce , nonostante le contingenze del momento, a mantenere stabile la produzione e continua a selezionare le materie prime migliori e certificate, che mantengano altissima la qualita’ del packaging. La qualità del prodotto, l’attenzione e la minuziosa valutazione della materia prima utilizzata, la puntualità dei servizi alla clientela, la riduzione dei costi di produzione e l’attenzione per l’ambiente sono da sempre gli obiettivi aziendali. Essere un’azienda che opera nel proprio territorio e’ un punto di forza e i consumatori lo apprezzano molto, anche per la sensibilizzazione delle tematiche ambientali del prodotto fresco e del chilometro zero. Inoltre cio’ consente di abbattere i costi dello stoccaggio e della distribu- zione del prodotto presso i clienti. Molto si sta facendo per la differenziazione e lo smaltimento della plastica e l’azienda adotta esclusivamente pet interamente riciclabile. Sono stati recentemente realizzati dei nuovi design delle bottiglie, con una notevole riduzione dell’eco-bilancio postconsumo della plastica. E’ stata inoltre sostituita una linea di imbottigliamento con macchine altamente tecnologiche che permettono di ottimizzare i tempi di produzione ed ottenere un notevole risparmio energetico. in diversi formati: la naturale da mezzo litro, da un litro catering, da un litro e mezzo e la familiare da lt 2,0. E’ presente anche un formato dal design elegante,la lt 1,0 Premium, progettata per il canale della ristorazione. Nel mercato regionale, Santa Maria, ben salda nel canale della distribuzione organizzata moderna, sta crescendo nel canale tradizionale dell’ingrosso,dove ottiene notevoli apprezzamenti con il nuovo formato horeca lt 1 e mantiene costanti i volumi con i consorziati,con la L’acqua oligomine- volontà di increrale Santa Maria mentarli nei mesi viene imbottigliata futuri. 5 Corriere del Mezzogiorno Giovedì 31 Luglio 2014 PA Tradizioni La leggenda delle nove Aci L a leggenda popolare narra che il corpo del pastorello Aci, innamorato della ninfa Galatea e ucciso dal ciclope Polifemo per gelosia, si sia smembrato in nove parti, cadute dove poi sono state fondate le nove Aci, ai piedi dell’Etna. Aci Trezza Piccolo borgo di pescatori, dagli scenari mozzafiato, dove emergono dalle acque cristalline i Faraglioni e l'isola Lachea. Di notevole interesse risultano essere la Chiesa di S. Giovanni, patrono del paese, festeggiato il 24 Giugno e il museo casa del nespolo. Il porticciolo, invaso di barche e di pescatori, sembra ancor oggi popolato dai Malavoglia di G. Verga, ed proprio nella vecchia Trezza del 1948 che L. Visconti decise di girare il film "la terra trema", rispettando l'ambientazione del romanzo da cui il film è stato tratto. Oggi una delle più rinomate località turistiche della costa orientale. Aci Castello Il comune della Riviera dei Ciclopi, il nome Aci Castello deriva dal castello posto su un vicino colle di pietra lavica e costruito nel 1076 dai Normanni. Di notevole interesse architettonico risultano essere la Chiesa Madre con notevoli affreschi opere di Pietro Vasta (1697-1760) e il Castello normanno, oggi sede di un Museo Civico che riunisce minerali e reperti archeologici. Dalla cima si gode di una bella vista dei Faraglioni e dell'Isola Lachea. Piccolo borgo sulla costa della Sicilia orientale, nel tratto chiamato anche Riviera dei Limoni, è una delle rinomate località turistiche. Acireale Città dei numerosi palazzi in stile barocco e dai cento campanili costruiti in seguito al terremoto del 1693 che ha colpito e distrutto molti centri della Sicilia orientale. Acireale è anche la città di antiche tradizioni termali, le fonti di acque sulfuree che sgorgano nella zona sud della città, ove sorgono le «Terme di Acireale», erano conosciute fin dall'antichità, dai romani. Di notevole interesse è il carnevale, considerato «il più bel carnevale di Sicilia» che si svolge per le vie principali del centro con sfilate di carri allegorici, carri infiorati, gruppi mascherati e serate danzanti in piazza. Aci Catena La cittadina originariamente si chiamava Scarpi e sorgeva intorno al Palazzo Riggio, Principe di Campofiorito. Dopo il terremoto del 1693 il paese si allargò a causa delle persone sfollate dai vicini paesi distrutti dal terremoto. Nel 1826 poi il paese cambio nome per prendere l'attuale che deve il nome al culto della Madonna della Catena, presenta un grazioso centro che si costruisce, come per incanto, intorno alla centrale piazza Umberto, delimitato dal bel palazzo municipale ed altri nobili palazzi di fine '800 ed inizio '900 che abbelliscono anche le adiacenti via IV Novembre e via Matrice. Vi si trova anche la settecentesca chiesa Madre ed adiacente, il Palazzo del Principe Riggio fondatore di Aci Trezza, purtroppo in rovina. Aci San Filippo Piccolo centro frazione del comune di Aci Catena, oggi sviluppatosi abitativamente, di notevole interesse, la Chiesa Madre, dalla bella facciata XVIII sec. fiancheggiata da un campanile dal basamento in pietra lavica. La cittadina risulta, dai documenti storici, una delle più antiche delle 9 Aci. Aci S. Filippo nasceva in seguito all'eruzione del 1169 e prendeva il nome di quartiere Xacche, da cui forse aveva origine l'antica denominazione di Carcina nei secoli XV e XVI. Aci S. Filippo costituiva assieme ad Aci S. Antonio, dal 1639, anno in cui si separava da Aci Acquilia (oggi Acireale), la storica città denominata Aci SS. Antonio e Filippo, che abbracciava un vasto territorio. Poi dal 1826 dava il nome al nuovo comune di Aci S. Filippo e Catena. La storia narra di un pastorello innamorato di una ninfa: venne ucciso dal ciclope Polifemo ed il suo corpo venne smembrato in 9 parti Aciplatani Piccolo centro anch'esso frazione del comune di Aci Catena. Il nome deriverebbe dalle tendenti trasformazioni mitologiche di un tempo, Aci, della stirpe di Saturno, sarebbe stato il re del territorio e avrebbe sposato Galatea, figlia unica del re Pico. Il loro figlio primogenito si sarebbe chiamato Platano, perché concepito e partorito nella selva di Platani, vicina alla cittadina acese. Aci Santa Lucia Oggi rione di Acicatena, si trova a delimitare il confine tra i comuni di Acireale e Acicatena, anticamente apparteneva ad Aquilia (Acireale) come tutte le nove Aci. Con il decreto di separazione del 1640 che distaccava anche i quartieri di Castello, Trezza, Bonaccorsi, S. Filippo, S. Antonio... fece parte della nuova città che si chiamò Aci SS. Antonio e Filippo. Il nome derivava dall'antica chiesa di S. Lucia che ancora oggi domina la contrada di Acicatena. Aci Bonaccorsi Il nome Aci Bonaccorsi deriva dall'antica contrada di Bonaccorsi che insieme ai paesi di Paoli, Leoni e Battiati, nel XVI secolo diede origine all'attuale cittadina. Dal XIV secolo il borgo appartenne ai Principi di Campofiorito, nel 1625 fu possesso della nobile famiglia Diana con il titolo di marchesi e ad essa rimase sino all'abolizione dei diritti feudali. Di particolare rilevanza il festival nazionale dei fuochi di artificio che si tiene ogni anno il 2 Agosto in occa- sione della festa di S. Stefano. Aci Sant’Antonio La piazza centrale è dominata dall'imponente facciata del Duomo, ricostruito dopo il terribile terremoto del 1693. Dalla piazza si snoda la centrale via Vittorio Emanuele chiusa, in fondo, da ciò che resta del palazzo della famiglia dei Principi Riggio. La cittadina ha subito, nel corso dei secoli passati, un notevole cambiamento urbano determinato dalle frequenti eruzioni del vicino vulcano Etna e dal terremoto del 1693. Red. Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 PA Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere del Mezzogiorno 7 Corriere del Mezzogiorno Giovedì 31 Luglio 2014 PA L’itinerario La scheda Gran tour dell’Etna Il Parco dell’Etna, il primo ad essere istituito tra i Parchi siciliani con il Decreto del Presidente della Regione del 17 marzo del 1987, con i suoi 59mila ettari ha il compito primario di proteggere un ambiente naturale unico e lo straordinario paesaggio che circonda il vulcano attivo più alto d’Europa e di promuovere lo sviluppo ecocompatibile delle popolazioni e delle comunità locali. panorama. Con i suoi boschi, i sentieri, gli irripetibili panorami, i prodotti tipici, i centri storici dei suoi comuni, il Parco è in ogni stagione dell’anno un accattivante invito per i viaggiatori e gli amanti della natura, dell’enogastronomia, degli sport all’aria aperta in scenari irripetibili. Il Parco è un magnifico territorio della Sicilia orientale, che si propone di valorizzare e tutelare al tempo stesso questo ambiente davvero unico al mondo che evidenzia la forza di una natura possente, che però sa poi essere anche molto generosa con la straripante fertilità della sua terra, con la mitezza e la generosità della «Muntagna». Il territorio è stato suddiviso in quattro zone, alle quali corrispondono diversi livelli di tutela, così come stabilito dal legislatore. Nell’area di «riserva integrale» (zona «A»), la natura è conservata nella sua integrità, limitando al minimo l’intervento dell’uomo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alla scoperta dei sentieri del vulcano L Il Parco è vivibile e godibile in ogni stagione ’Etna ha ereditato il suo tour costiero probabilmente dal «Grand Tour» del ’700, un lungo viaggio nell’Europa continentale che aveva in genere come destinazione finale, la Sicilia. Il continuo peregrinare sulle pendici del monte Etna da allora non è mai finito. Nonostante i sentieri del vulcano non siano più popolati da giovani rampolli di famiglie aristocratiche europee — che ai tempi del Gran Tour soggiornavano sull’isola con un tutor per perfezionare il loro sapere — l'Etna Coast rimane uno dei percorsi più gettonati. Non è un caso che il filosofo irlandese Berkeley nel 1713 scriveva: «non c'è luogo che io desideri vedere quanto la Sicilia», quando l’isola appariva ai visitatori come un melting pot di svariate le culture che contribuiranno poi alla formazione della civiltà occidentale, mescolando insieme la cultura greco-romana, con quella bizantina, araba, normanna, aragonese, rinascimentale e anche barocca. Anche il poeta e scrittore tedesco, Friedrich Hessemer, nelle sue «Lettere dalla Sicilia», definisce la Sicilia come «il puntino sulla i dell'Italia, il resto della penisola mi par soltanto un gambo posto a sorregger un simil fiore», il bocciolo del Belpaese da cui è possibile passare dai mari ai monti in meno di un'ora di macchina, ricca di siti archeologici e profumi solfurei. Proprio in meno di un giro d'orologio, infatti, è facile visitare i crateri Silvestri, grazie alla Funivia dell'Etna che conduce fino a quota 2.500 metri per poi scendere sulla costa, giusto in tempo per un tuffo tonificante in uno dei villaggi marini di Acireale. Da Santa Caterina, a Pozzillo, villaggio di pescatori che sorge sulla pietra lavica, passando per Santa Tecla, un pa- esino sul mare alle pendici di un costone della Timpa, fino a Santa Maria La Scala, Stazzo e a Capomulini, i borghi marini vicino Acireale offrono oltre che delle acque cristalline anche dei fondali vulcanici unici nel loro genere, dove tra riemersi, calette, grotte, garitte, colonnati basaltici, isole e faraglioni è possibile scoprire la bellezza paesaggi ruvidi per via dell'enorme quantità di pietra lavica disseminata un po' ovunque, ma al tempo stesso oscuri e misteriosi, per via di quella nuance fuligginosa e grigiastra sempre a pieno contrasto con il bly navy delle onde e la commistione tra verde e giallo di limoni e fichi d'india. Dalla riserva «La Timpa» — chiamata così per la scarpata che si eleva a picco sul mare, costituita da millenari strati di lava sovrapposti e ricoperti dall'ormai rara Macchia Mediterranea — alla riviera dei Ciclopi il passo è breve. Entrambe costituite da basamenti vulcanici, sono aree protette vicinissime all'isola di Lachea, l'isola Faraglione Grande, Faraglione di Mezzo e il Faraglione degli Uccelli. Le leggende che aleggia- In meno di un’ora è facile visitare i crateri Silvestri, grazie alla Funivia dell'Etna che conduce fino a quota 2.500 no intorno a queste isole sono diverse: la prima è quella di Polifemo che innamorato di Galatea che non corrispondeva il suo amore, pazzo di gelosia, uccise Aci, suo avversario in amore, scagliandogli un'enorme pietra contro. Il grande masso rotola in mare fino a formare l'isola di Lachea e Aci. L'altra favola mitologica, forse anche quella più conosciuta, vede protagonista Ulisse che insieme alla sua flotta arriva sull'isola di Polifemo dove vengono catturati dal noto ciclope. Però grazie alla furbizia e all'ingegno di Ulisse il gruppo riesce a liberarsi e Polifemo, nella rabbia per essere stato accecato e preso in giro, comincia a scagliare dei massi sul mare, i Faraglioni appunto. Amatissima da Verga nei suoi Malavoglia e dal viaggiatore scozzese Patrick Brydone, sulla costa acese svolazza ancora il mito che permette al fascino letterario e paesaggistico di diventare un tutt'uno con la realtà e non smetta mai d'incantare anche il viaggiatore più disattento. Venera Coco © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere del Mezzogiorno PA Da vedere Incanto Acireale S ituata sulla Riviera dei Ciclopi, sul mar Ionio, nella Sicilia orientale, alle pendici meridionali del vulcano Etna, Acireale è collocata a metà della costa jonica siciliana, a soli 5 chilometri da Catania. Nasce sopra ad un altopiano su un terrazzo di origine lavica, chiamato la Timpa quasi a strapiombo sul mare Ionio. La costa, dove sorgono diverse borgate, è caratterizzata dalla scogliera di origine lavica. Ricca di monumenti e tracce di origine barocca, Acireale richiama turisti e visitatori da tutto il mondo, anche per il famoso Carnevale. La storia di Acireale si fonda su un’antica leggenda, quella di Aci e Galatea, l’unione impossibile di un mortale e di una ninfa. La bellissima ninfa ama il pastore Aci, ma Polifemo che vive sull’Etna con gli altri ciclopi, folle di gelosia, uccide il pastorello. Dalle lacrime della ninfa sorge, per volere degli dei, il fiume Aci, che oggi scorre sotterraneo. Aldilà della leggenda, i Siculi di Xiphonia (primo nome che la tradizione storica attribuisce ad Acireale), avevano relazioni commerciali con i Fenici. In questo periodo, Acireale era situata sul promontorio di Capo Mulini. Sotto la dominazione romana, Akis si trova nella zona interna di Reitana. Dopo un periodo di notevole importanza politica nel III sec. a. C., alla caduta dell'impero romano, Acireale entrò in un'epoca di decadenza. Nell'era bizantina, ritroviamo Jachium vicino alla fortezza del Castello di Aci, grazie alla quale poté resistere ai musulmani fino al 902. Nel 1091, la città perse la sua autonomia e cadde sotto la giurisdizione del vescovo di Catania. Nel 1326, si spostò nell’attuale altopiano col nome di Aquilia Nova. Nel 1642 un decreto di Filippo IV di Spagna diede alla città il nome di «Reale», in quanto città demaniale. L’architettura barocca ha lasciato una forte traccia in Acireale. Si possono vedere esempi di questa arte nel Palazzo di città, nella Basilica di San Sebastiano e nei palazzi di via Dafnica, di via Galatea e del quartiere del Suffragio. Da vedere il Museo Archeologico in cui sono esposti terrecotte, marmi, reperti di scavi della città greca e romana, il Museo del Risorgimento, il Palazzo Comunale, anch’esso ricostruito dopo il terremoto. Il Duomo, costruito tra il 1500 e il 1600, è uno splendido esempio di arte barocca. Conserva, nella cappella di Santa Venera, una statua argentea della santa protettrice Il nome Reale le fu attribuito da Filippo IV di Spagna nel 1642 della città. Ad Acireale di consiglia anche di fare una visita al Teatro storico dell’Opera dei Pupi, tradizionale spettacolo popolare che rappresenta le battaglie sanguinose contro i Mori. La Chiesa di San Domenico fu quasi completamente distrutta dal terremoto del 1693, ma riedificata nel ’700. La facciata è della metà dell’Ottocento, con i due campanili e le varie statue e altorilievi. L’interno conserva importanti opere e numerosi lavori Alessandro Vasta. Attiguo alla chiesa sorge il Convento Domenicani XVII secolo. Degna di una visita anche la biblioteca Zelantea. Fondata nel 1671, conserva circa 200mila volumi tra cui molti manoscritti. La Zelantea è tra le biblioteche più antiche e ricche della Sicilia. Si può vedere al suo interno l’elegante carrozza del Senato Acese, con intagli lignei dorati e dipinti. Da qui si può visitare anche l’annessa Pinacoteca che presenta oltre che dipinti di scuola acese anche importanti opere, tra cui disegni ed incisioni di Durer, Van Dick e Luca Giordano. La Pinacoteca è aperta dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 18.30. Il sabato si può visitare dalle 10 alle 13. La Basilica di San Sebastiano è stata costruita agli inizi del 1609, in sostituzione di un antico oratorio divenuto insufficiente ad accogliere i numerosi fedeli del Santo, la Basilica di San Sebastiano è stata denominata monumento nazionale e dall’Unesco proclamata «monumento messaggero di una cultura di pace». L’edificio di culto ultimato nel 1652 fu pesantemente danneggiato dal terremoto del 1693. La ricostruzione della Basilica avvenne nel corso della prima metà del 1700 per iniziativa delle numerose confraternite di fedeli. Su progetto di Angelo Belfiore, il fastoso prospetto del tempio è arricchito di statue, mascheroni, fregi floreali e leggiadri angioletti. L’interno della basilica accoglie affreschi e opere pittoriche di noti artisti siciliani. Nella cripta si può visitare anche il Museo d’Arte Sacra della basilica. La Basilica e il Museo sono aperti tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.30 e dalle ore 16.15 alle ore 20. Oltre che una visita della città per le vie del centro storico, da Acireale si possono fare delle escursioni come al villaggio di Santa Maria della Scala. A soli due chilometri dalla città. Questo villaggio di pescatori ai piedi della «Timpa», gradone lavico ricco di vegetazione, offre un panorama mozzafiato sulla costa lavica. Alla Timpa si possono vedere antiche grotte o caverne naturali, coste a strapiombo sul mare (Capomulini), coste a scarpata (Santa Maria la Scala) scogliera con insenature (Stazzo) e infine una pianura agrumicola (Santa Tecla). Dichiarata riserva naturale nel 1999 per il suo elevato interesse e valore di tipo naturalistico, geologico, faunistico e vegetativo si può fare una visita anche attraverso il caratteristico itinerario seicentesco delle «Chiazzette», sentiero a tornanti che dalla Statale 114 conduce sino al borgo marinaro di Santa Maria La Scala. Red. Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’architettura barocca ha lasciato una forte traccia in Acireale. Si possono vedere ed ammirare magnifici esempi di questa arte in molti luoghi della città Le tradizioni La città e il suo storico carnevale È del 1594 il documento più antico che attesta l’esistenza dei festeggiamenti U n teatro delle maraviglie: maschere, coriandoli, luci, fiori, musica e soprattutto tanto calore umano. Le stupende vie e piazze del centro storico di Acireale sono la cornice ideale per uno spettacolo che raggiunge il clou con le sfilate dei carri, attraverso i quali gli artigiani acesi esprimono la loro arguzia e fantasia stimolando quella degli altri. Ammirare le sfilate è come sfogliare una rivista di argomenti vari, sempre trattati con molta allegoria e tanta satira, tanto da far si che anche i problemi più seri possano generare un sorriso, diventando nel contempo oggetto di riflessione. Il Carnevale è il lungo periodo festivo che precede il digiuno quaresimale nei paesi a tradizione cattolica. Si è creduto per molto tempo che l’origine del termine «carnevale» fosse derivato da «carne levare». L’opinione più diffusa è invece che il carnevale rappresenti un adattamento cristiano di antiche cerimonie purificatrici pagane. La ricostruzione storica del carnevale, in una cittaà come Acireale, è alquanto complessa. Da alcuni documenti, quali mandati di pagamento, si ha certezza che tale ricorrenza venisse già festeggiata alla fine del XVI secolo. È del 1594 il documento più antico sul carnevale acese (mandati di pagamento, vol. II, 1586-1595, libro 6 foglio 72v). Un documento risalente al 1612 prova addirittura che durante il carnevale acese vi era l'abitudine di giocare tirando arance e limoni. Infatti in tale documento è bandita questa possibilità, ma la popolazione acese continuò in tale pratica anco- Nel 1693 a seguito del terremoto venne proibita ogni pratica carnascialesca e ciò segna la linea di frattura fra il carnevale acese del ’600 e quello che sorgerà nel ’700 ra per molti anni, così come risulta da altri documentii. Nel XVII secolo in Sicilia si ha la comparsa di una maschera con caratteristiche ben definite: l’Abbatazzu, chiamato anche Pueta Minutizzu. La persona mimava nobili o ecclesiastici, portando un grosso libro, da cui facendo finta di leggere, sentenziava battute satiriche e sfottenti. Nel 1693 a seguito del terremoto venne proibita ogni pratica carnascialesca e ciò segna la linea di frattura fra il carnevale acese del ’600 e quello che sorgerà nel ’700. Nel XVIII secolo la tradizione venne ripresa. Spuntano altre maschere, ed all’Abbatazzu si affiancano i Baruni con l’intento di prendere in giro l’aristocrazia. Fino ad arrivare ai giorni nostri: dal 1970 al 1995 «Il piu' bel Carnevale di Sicilia», si perfeziona e si assesta, diventando sempre più imponente e soprattutto affinandosi nella costruzione di Carri allegorici. Nel 1996 Acireale, per la prima volta, ha la lotteria nazionale assieme a Viareggio e Putignano. Red. Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA 9 Corriere del Mezzogiorno Giovedì 31 Luglio 2014 PA L’evento I big del jazz mondiale al Taormina Festival La chiusura della kermesse musicale è affidata al trio composto da Danilo Rea, Ares Tavolazzi e David King R iflettori accesi, dal 31 luglio, sul palco della quinta edizione del Taormina Jazz Festival, appuntamento ormai affermato nel panorama internazionale e seguito da spettatori da tutto il mondo. Il festival si specializza nella ricerca e nella valorizzazione delle forme più innovative del jazz contemporaneo. Il Taormina Jazz Festival si svolge nella splendida cornice del Parco «Giovanni Colonna Duca di Cesarò» di Taormina ed è un'iniziativa promossa da Nino Scandurra. La manifestazione è inclusa nel calendario degli eventi promossi da Taormina Arte. Giovedì 31 luglio con Jason Lindner, pianista, tastierista, figlio legittimo dell’underground newyorkese. Conduce da oltre dieci anni una band Now vs Now, un gruppo nato per sottrazione, un quintetto diventato trio. Venerdì primo agosto è la volta di Francesco Bearzatti con il quintetto The Bridge (Alessandro Presti, tromba; Dino Rubino, pianoforte; Carmelo Venuto, contrabbasso; Francesco Ciniglio, batteria) è capace di spaziare con grandissima versatilità ed in maniera trasversale dalle atmosfere rock a quelle jazz passando per la musica elettronica. Roberto Gatto e il suo Perfect Trio, l’eccellente e creativo Alfonso Santimone al piano e lo sperimentatore Pierpaolo Ranieri al basso elettrico, sabato 2 agosto si muovono con leggiadria alternando momenti di altissimo lirismo formale con sonorità progressive live electronics portando gli spettatori ad assaporare pienamente la bellezza e lo spettacolo dell' improvvisazione. Chiusura alla grande domenica 3 agosto con Danilo Rea e un fantastico trio composto da Ares Tavolazzi al contrabbasso e David King alla batteria. A fare da cornice alle quattro serate il verde della Villa Comunale di Taormina. Red. Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA In alto la location del Parco «Giovanni Colonna Duca di Cesarò». A sinistra, il sassofonista Francesco Bearzatti. A destra, il batterista Roberto Gatto e in alto, infine, il pianista Danilo Rea che chiuderà il festival 10 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere del Mezzogiorno PA Tendenze La «bianca Stromboli» I l talento di un giovane che crede nella sua terra e in quello che fa. Il coraggio di guardare sempre avanti e puntare all'eccellenza senza dimenticare le proprie radici. Questo e molto altro è Claudio Di Mari, giovane stilista catanese che nel corso degli anni sta entrando prepotentemente nel mondo dell’alta moda degli abiti da sposa e non solo. Nato nel 1987 ha da sempre convissuto con il mondo della moda in famiglia rielaborandone i contenuti secondo uno stile personale che sta ottenendo dei risultati oltre ogni rosea aspettativa. I successi degli ultimi anni parlano chiaro. Un viaggio quello intrapreso dallo stilista isolano iniziato nel 2011 con la prima collezione che fin da subito ha fatto capire al mondo intero il marchio di fabbrica di Claudio Di Mari: la Sicilia. «La mia Sicilia» infatti ha segnato il debutto dello stilista catanese che poi ha continuato il suo cammino con la seconda collezione presentata a Taormina il 18 agosto 2011 durante il concerto di Boy George. Una collezione ispirata all'isola di Lampedusa che si è mostrata al pubblico scegliendo un partner che dello stile ha da sempre fatto un marchio di fabbrica. Credere fortemente nell’animo che pulsa nella Sicilia è da sempre stato il punto di partenza per Di Mari. Capirne il perché è molto semplice. Terra di passioni, di natura, di contraddizioni, di sensualità, di qualità. Queste caratteristiche sono esse stesse alta moda e lo stilista le immette con il suo gusto personale nelle sue creazioni. Per fare questo non si affida soltanto al suo estro ma anche alla formazione conseguita nell'Accademia Marangoni, il tempio della moda italiana. Ecco dunque che gli abiti non assumono soltanto le forme desiderate dal pubblico, non si mostrano con eccesso ma con classe. I materiali ricercati sono un continuo tendere all'eccellenza guardando sempre al punto di partenza: la Sicilia. Una Sicilia fatta di artigianalità e ricercatezza. Ogni abito è ornato da elementi unici come il pizzo chantilly e macramé, l'organza di seta e lo chiffon, il pizzo San Gallo, la rete di cotone, l'organza garzata. Singoli ingredienti che vengono miscelati con maestria per partorire creazioni uniche che uniscano sensualità e tradizione, eleganza ma non eccesso. Anche il mondo dello spettacolo guarda a questo. I risultati raggiunti dal giovane siciliano sono evidenti. Nina Moric, Cecilia Rodriguez, Federica Nargi, Costanza Caracciolo, Flavia Pennetta e Laura Barriales sono soltanto alcuni dei nomi delle celebrità che hanno scelto Claudio Di Mari. L'ennesima dimostrazione di come l'animo della Sicilia sia esso stesso affascinante. Una continua ricerca che nell'ultimo anno lo L’amata Sicilia nella collezione sposa del giovane designer Claudio Di Mari Nelle immagini, alcune delle crazioni del designer siciliano Claudio Di Mari (nella foto in alto). I materiali ricercati sono un continuo tendere all'eccellenza guardando sempre al punto di partenza: la Sicilia ha portato a creare «La bianca Stromboli» ennesima dimostrazione della centralità dell'essenza siciliana che si sposa con la moda. Riuscire a creare e crescere, innovare guardando alla tradizione, pensare all’eccellenza senza mai fare un passo indietro. Elementi fondamentali nel suo percorso di crescita in un mondo come quello della moda che non perdona nessun errore. Tante novità bollono in pentola perché la Sicilia guarda anche al futuro, guarda all'Europa, al mondo. Soltanto puntando sulle radici l'obiettivo viene raggiunto e per lo stilista classe ’87 ancora tanto da fare rimane guardando sempre in alto e non voltandosi mai indietro. La Sicilia è stata per secoli il cuore del mondo, Di Mari tenta di portarla al centro della moda e gli atelier di tutto il mondo stanno guardando a questo. Red. Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA La proposta di Aldini Group Residence Minerva Luxury, il top nel cuore di Taormina L ’impegno e i lusinghieri risultati dell' attività Aldini sono emblematici di tutte le potenzialità imprenditoriali e commerciali che il territorio siciliano offre ad un operatore dinamico e versatile. La vocazione di Aldini per il recupero e la valorizzazione di immobili storici di prestigio nasce dall’interesse e dall’amore per l'eredità storica ed artistica del territorio siciliano e l' apprezzamento per i progetti architettonici di valore. Con molti cantieri già chiusi e molti in piena operatività, Aldini ha riconsegnato e continua a riconsegnare alla fruizione della cittadinanza un patrimonio culturale, forte identità e memoria storica. Fiore all’occhiello dell’Aldini Group è l’impegno profuso nell'area degli immobili di prestigio. Un’ampia tipologia di palazzi e complessi architettonici, che vengono acquistati, ristrutturati, frazionati e venduti per rispondere alla domanda Il complesso residenziale residenziale e commerciale. In tal senso Aldini si propone come uno degli operatori nazionali più di spicco nelle intermediazioni di immobili ad alto valore aggiunto. Le proprietà trattate spaziano da palazzi storici di epoca settecentesca ad immobili di particolare rilievo nell'architettura urbana ed extraurbana del ’900 Oggi la Aldini Immobiliare si pregia di commercializzare in pieno centro di Taormina il Residence Minerva Luxury, struttura prestigiosa nata da un concept architettonico di grande modernità che verrà ultimata entro Maggio 2015. Il complesso comprenderà 30 unità abitative con metratura dai 50 ai 100 metri quadri, ognuna delle quali dotata di parcheggio privato, luminose vetrate con infissi in acciaio, ampi balconi, nel verde del parco circostante. Un’opportunità di investimento immobiliare estremamente vantaggiosa e di grande valore, il residence Minerva coniuga una straordinaria posizione ad un’alta qualità progettuale, anche grazie all'uso di temi e materiali-come il tipoco granito locale- pensati per integrare armonicamente il progetto al contesto urbano e naturalistico. La soluzione contemporanea in grado di sposare l'animo antico di un luogo unico al mondo. © RIPRODUZIONE RISERVATA 11 Corriere del Mezzogiorno Giovedì 31 Luglio 2014 PA Gli appuntamenti Grande lirica al Teatro Antico C’è attesa per le rappresentazioni di Cavalleria rusticana, Pagliacci e Tosca C resce l’attesa per gli spettacoli lirici firmati al Teatro Antico di Taormina da Enrico Castiglione, regista e scenografo di fama internazionale che, da ben sette anni, porta ogni estate nella millenaria cavea classica la qualità dei suoi allestimenti operistici, assicurando un rilancio turistico senza pari della città e del suo teatro. E ciò grazie all’enorme affluenza di pubblico ma soprattutto alla trasmissione in mondovisione delle spettacolari messinscene. La kermesse torna ora immancabilmente ad impreziosire le notti d’agosto taorminesi, e lo fa con titoli celeberrimi dal forte appeal: dalla Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni a Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, passando per la Tosca di Giacomo Puccini. Si tratta di tre imponenti produzioni, realizzate dalla Fondazione Festival Euro Mediterraneo e inserite nella programmazione di Taormina Arte, in particolare della sezione «Musica & Danza», di cui Enrico Castiglione è direttore artistico. Con lui arrivano nella Perla dello Jonio i più grandi nomi della lirica, della danza, della musica classica, per da- re vita ad una Stagione Lirica che è da tempo l’evento più importante della stagione musicale siciliana. E veniamo ai dettagli del programma. Il debutto, fissato per sabato 2 agosto, prevede insieme il dittico di Mascagni e Leoncavallo, in replica lunedì 4 agosto. Cast di primissimo ordine: in Cavalleria rusticana il soprano Silvana Froli (Santuzza), il tenore Piero Giuliacci (Turiddu), il soprano Tian Hui (Lola), il mezzosoprano Sofio Janelidze (Mamma Lucia), il baritono Marcello Lippi (Alfio). In Pagliacci ancora Piero Giuliacci (Canio), il soprano Valeria Sepe (Nedda/Colombina), il tenore Giuseppe Distefano (Pepe/Arlecchino), i baritoni Giovanni Di Mare (Tonio/Taddeo) e Valdis Jansons (Silvio). L’accuratissima e suggestiva impostazione registica di Enrico Castiglione, attento ad ogni dettaglio, conquisterà ancora una volta gli spettatori, anche attraverso l’utilizzo di spettacolari scenografie dalla forte connotazione simbolica: un’imponente croce per Cavalleria rusticana e un circo immaginario per Pagliacci. Altrettanto sensazionali i coloratissimi costumi di Sonia Cammarata, ispi- Si tratta di tre imponenti produzioni, realizzate dalla Fondazione Festival Euro Mediterraneo Il direttore artistico Enrico Castiglione. Con lui arrivano i più grandi nomi della lirica rati alle antiche ceramiche di Caltagirone per Cavalleria e al mondo circense per Pagliacci. L’esecuzione musicale è affidata al Coro Lirico Siciliano, istruito da Francesco Costa, e all’Orchestra Filarmonica di Hang Zhou — composta da novanta straordinari elementi provenienti appunto dalla Cina e dal Grande Teatro della Città di Hang Zhou — diretta da Yang Yang, uno dei più popolari e validi direttori d’orchestra cinesi. Una collaborazione importante per la Città di Taormina, dove grazie alla fama internazionale di Enrico Castiglione arriverà un’importante delegazione di imprenditori cinesi guidata dal Sindaco di Hang Zhou. Particolare attenzione circonda il nuovissimo allestimento di Tosca, eterna storia di amore e passione che si conclude tragicamente con l’esecuzione di Cavaradossi e lo spettacolare suicidio della protagonista dalle mura di Castel Sant’Angelo. Tre le recite (9, 11 e 13 agosto). Si tratta di un nuovo allestimento che per Enrico Castiglione sarà il sesto come regista e scenografo, unico regista al mondo ad avere già all’attivo ben due film del capolavoro pucciniano (il primo, re- alizzato nel 2000 con José Cura e Renato Bruson, il secondo realizzato proprio a Taormina nel 2008 con Marcello Giordani, Renato Bruson e Martina Serafin), il titolo che il grande maestro nato a Roma ma di origini siciliane ha portato in giro più di ogni altro nel mondo (e quest’anno non solo a Lecce, ma anche a Malta, ottenendo uno strepitoso successo). Un nuovo allestimento le cui idee plastiche della scenografia e il dinamismo realistico della regia ben si sposano con l’eleganza dei costumi disegnati da Sonia Cammarata. Il Coro Lirico Siciliano e l’Orchestra Nazionale della Turchia diretta da Cem Mansur si esibiranno insieme ad un cast d'eccezione: il soprano Elena Rossi (Tosca), il tenore Nester Martorell (Cavaradossi), il baritono Francesco Landolfi (Scarpia); e ancora il baritono Giovanni Di Mare (sagrestano), il basso Andrea Lentini (Angelotti e Sciarrone), il tenore Giuseppe Distefano (Spoletta), il basso Alberto Maria Antonio Munafò-Siragusa (carceriere) e il contralto Antonella Leotta (pastorello). Red. Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA momisdam.com paolofiorillo.com Capri in a bottle. 12 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere del Mezzogiorno DOLCE & GABBANA PRADA GUCCI ROBERTO CAVALLI DSQUARED MIU MIU FAUSTO PUGLISI FENDI UNGARO SALVATORE FERRAGAMO ANTONIO MARRAS ANDREA INCONTRI BRIONI ETRO TOD'S FAY HOGAN CHURCH’S BURBERRY PAOLO PECORA PHILIPP PLEIN CORNELIANI BOTTEGA VENETA TORY BURCH GRAN SASSO MONCLER DIESEL GIVENCHY I'M ISOLA MARRAS POLO RALPH LAUREN ERMENEGILDO ZEGNA ARMANI JEANS ARMANI JUNIOR STONE ISLAND MANILA GRACE SIMONETTA Fino al 31/08/2014 PA 13 Corriere del Mezzogiorno Giovedì 31 Luglio 2014 PA Da vedere Paradiso chiamato Timpa La riserva si sviluppa in un lungo tratto a precipizio sul mare per circa 6 chilometri L a Timpa di Acireale è stata dichiarata riserva naturale nel 1999 per il suo elevato interesse e valore di tipo naturalistico, geologico, faunistico e vegetativo. Sebbene essa sia compresa in un territorio fortemente antropizzato, segnato da insediamenti frequenti e da un uso del suolo molto articolato, da numerose vie di collegamento tra Acireale e le sue frazioni marine, affascina ancora per la sua particolare bellezza: «un maestoso altopiano e una parete scoscesa di origine vulcanica che comprende un lungo tratto della scogliera lavica della costa acese…è questa la Timpa d’Aci!» In verità si tratta di uno spaccato naturale in cui si possono ammirare gran parte dei terreni e delle rocce vulcaniche presenti nel sottosuolo dell’area vulcanica etnea. La riserva si sviluppa in un lungo tratto a precipizio sul mare per una lunghezza di circa 6 chilometri, con livelli altitudinali da poche decine di metri chiamate Acque Grandi, sino a più di 200 metri dal livello del mare. Essa inoltre si divide in due aree: zona A (riserva) e zona B (pre-riserva) al fine di garantire sempre un efficiente sistema di tutela ambientale. La Timpa esibisce al suo pubblico di visitatori antiche grotte o caverne naturali, coste a strapiombo sul mare (Capomulini), coste a scarpata (Santa Maria la Scala) scogliera con insenature (Stazzo) e infine una pianura agrumicola (Santa Tecla). L’importanza storica della riserva, sul piano della difesa del territorio, è attestata da alcuni importanti elementi architettonici fra cui la celebre For- Itinerari La Timpa esibisce al suo pubblico di visitatori antiche grotte o caverne naturali, coste a strapiombo sul mare (Capomulini), coste a scarpata (Santa Maria la Scala) scogliera con insenature (Stazzo) e infine una pianura agrumicola (Santa Tecla). tezza del Tocco. Dalla fortezza anticamente si avvertiva, con un colpo di cannone, dell’arrivo di eventuali aggressori. Vi sono ancora oggi tracce delle originarie torri, un tempo disseminate strategicamente lungo il costone lavico della Timpa, un rifugio sicuro per gli abitanti delle Aci. La vasta area presenta in parte attività colturali, agricole e silvo-pastorali purché queste non contrastino la conservazione degli ambienti naturali. La riserva naturale assume anche un’importanza singolare per il crescere spontaneo della vegetazione mediterranea, per i corsi d’acqua sotterranei che la percorrono e per i punti panoramici e scenografici che la caratterizzano; le sue numerose e verdi aree boscate, rese coltivabili con terrazza- Le peculiarità La riserva naturale assume anche un’importanza singolare per il crescere spontaneo della vegetazione mediterranea, per i corsi d’acqua sotterranei menti e con opere di canalizzazione che consentono la pratica della limonicoltura. La ricchezza delle specie vegetali è favorita dalle diversità ambientali dovute alle tipologie del suolo, alle diverse esposizioni e ai diversi livelli di umidità. Sulle rupi si osservano il Garofanino delle Rocce e il Balico. Nelle zone con un’alta umidità sono presenti la Canna del Reno e la piccola felce. In ambienti freschi e umidi si rilevano il Frassino, l’Olmo e il Castagno, mentre tra gli elementi caratteristici del paesaggio mediterraneo si possono ammirare l’Ulivo, il Carrubo e il fico d’india. Altre tipologie di vegetazione a carattere erbaceo sono il Cappero e il Finocchio di mare. Tra le specie animali presenti nella Timpa si possono ammirare: la donnola, il riccio, il coniglio selvatico; rettili: il biacco e la lucertola campestre; specie di uccelli: il falco pellegrino, la poiana; rapaci notturni: il barbagianni e la civetta; mentre nella zona costiera si avvistano i voli del gabbiano reale e del gabbiano comune. Le acque riservano fondali vulcanici ricchi di anfratti naturali, nascondigli ideali per ricci e polpi, murene e paguri, aragoste e coralli. La riserva può essere agevolmente visitata attraverso il caratteristico itinerario seicentesco delle «Chiazzette», sentiero a tornanti che dalla Statale 114 conduce sino al borgo marinaro di Santa Maria La Scala, originariamente un piccolo paese di soli pescatori. Red. Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le caratteristiche Ecco la magnificenza del Barocco acese Anche la città rivestita in stile a seguito del terribile sisma del 1693 Il Barocco acese si differenzia per gli stretti legami col Barocco romano che sfoggia l’uso frequente di elementi scultorei come mensole, mostri, cartigli, nicchie, statue, trabeazioni spezzate Supplemento della testata © Distribuito con il Corriere della Sera non vendibile separatamente Antonio Polito direttore responsabile Maddalena Tulanti vicedirettore Carmine Festa redattore capo centrale Editoriale del Mezzogiorno s.r.l con socio unico, soggetta a direzione e coordinamento da parte della società RCS Mediagroup S.p.A. Alessandro Bompieri presidente Domenico Errico amministratore delegato Sede legale: Vico II S.Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli - Tel: 081.7602001 Fax: 081.58.02.779 Reg. Trib. Napoli n. 4881 del 17/6/1997 © Copyright Editoriale del Mezzogiorno s.r.l. Tutti i diritti sono riservati. Nessu- A cireale, si colloca al confine tra il Val di Noto e il Valdemone. Col primo condivide la tragica esperienza del terremoto del 1693 e l’ardore della ricostruzione sotto le direttive di Giuseppe Lanza, Duca di Camastra; dal secondo, ricava i nuovi canoni estetici di gusto michelangiolesco, introdotti a Messina dalle maestranze toscane e lombarde, che fecero uso di tritoni, deità marine, mascheroni, figurazioni na parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. Stampa: Società Tipografica Siciliana S.p.A. Strada 5ª n. 35 - 95030 Catania. Tel. 095. 591303 mostruose e fantastiche, che tanto dovevano colpire la fantasia dei lapidum incisores siciliani. Così anche la città di Acireale si riveste in stile Barocco siciliano in seguito al terribile sisma del 1693. Già nel ‘600 la città si mostra ricca di chiese, collegi, conventi, palazzi signorili in stile tardo medievale, dove lo sviluppo urbano è costituito da strade strette e intricate, le quali trovano conclusione in slarghi irregolari sui quali generalmente avviene l’ingresso alle unità edilizie. La ricostruzione del ‘700 mantiene lo stesso schema urbano, donando ad Acireale un gusto originale distinto dalle altre città siciliane. Il Barocco acese si differenzia per gli stretti legami col Barocco romano che sfoggia l’uso frequente di elementi scultorei come mensole, mostri, cornucopie con frutti, modanature, volute di raccordo, cartigli, nicchie, statue, trabeazioni spezzate. In particolare, le mensole dei balconi dai tratti antropomorfi e zoomorfi sono il frutto degli abili lapidum incisores locali che abbelliscono i principali edifici della città, conferendo loro, insieme agli altri elementi barocchi, aspetti di teatralità dai lineamenti scenografici con spazialità illusive. Tra gli architetti e gli ingegneri più illustri che hanno operato ad Acireale ricordiamo Antonino Scalia, Paolo Amico Guarrera, Francesco di Paola Patanè, Carlo Cocuccio, Lorenzo e Giovanni Maddem, Mariamo Panebianco, Carmelo Sciuto Patti.Nel corso dei secoli, lo sviluppo urbano della città è avvenuto in direzione Nord Sud a causa della originale Sped. in A.P. - 45% - Art.2 comma 20/B Legge 662/96 - Filiale di Napoli Diffusione: m-dis Distribuzione Media Spa Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano Tel. 02.25821 Pubblicità: Rcs MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Agenzia Sicilia, Via Sciuti 164, - 90144 Palermo - Tel. 091.30.67.56 - Fax 091. 34.27.63 Tariffe pubblicitarie (più IVA) - a modulo: Finanziaria € 142; Politica € 80 - € 110 colore; Legale sentenze € 142; conformazione orografica del sito. L’impianto urbanistico di Acireale è caratterizzato da due assi viari convergenti, Corso Umberto e Corso Savoia che si congiungono nel cuore vivo della città, Piazza Duomo, dove si concentra la vita politica, amministrativa e religiosa. La concezione di tale piazza ha una valenza teatrale data dalle quinte qui più che mai architettoniche costituite dalla Cattedrale, dalla chiesa di San Pietro e San Paolo, dal Municipio e dai palazzi Modò, Calì Bonanno. Proseguendo da Piazza Duomo verso via Ruggero Settimo si ammira l’elegante palazzo barocco Pennisi Floristella prospiciente la basilica di San Sebastiano e la graziosa villetta Lionardo Vigo, recentemente restaurata. Continuando si incontra l’unico esempio in stile gotico-catalano della città, il portale della chiesa di San Antonio di Padova (1473). Da qui si raggiunge Piazza Odigitria nella quale sorge la chiesetta dedicata a Santa Maria dell’Odigitria, gioiello barocco incastonato nel cuore pulsante della città. Ritornando in Piazza Duomo si può percorrere via Cavour, antico asse viario che conduce al quartiere di San Domenico e all’omonima piazza. Da questo punto si snodano diverse strade strette, intricate e tortuose che si concludono in slarghi irregolari tipici dell’impianto urbano di epoca medievale. La piazza San Domenico si fa notare per due elementi che la distinguono: il primo è l’omonima chiesa barocca dalla facciata di pietra bianca di Siracusa che si eleva su una scalinata di pietra lavica; il secondo invece è il palazzo della famiglia Musmeci, anch’esso barocco nato dal connubio tra la pietra lavica e quella bianca. Ricerche di personale € 100; Commerciale € 104; Occasionale € 129; Posizione prestabilita più 20%; Ultima pagina più 25% Red. Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA Proprietà del Marchio: © RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Quotidiani Distribuito con il Direttore responsabile: Ferruccio de Bortoli 14 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere del Mezzogiorno PA Gli appuntamenti La mostra è curata da Caterina D'Amico ed è realizzata in collaborazione con Fondazione Federico II Spettacoli, danza e arte R icchissimo il programma di spettacoli e manifestazioni in programma questa estate a Taormina. Tanto per cominciare, la compagnia Scimone Sframeli festeggia a Taormina, nella seconda metà di luglio (dal 18 al 31 luglio), i primi 20 anni di attività teatrale, nello stesso luogo dove debuttarono con Nunzio, il 20 agosto del 1994, con la regia di Carlo Cecchi. Una vera e propria «monografia» che vuole ricordare il sodalizio artistico di Spiro Scimone autore/attore e Francesco Sframeli attore/regista, entrambi messinesi, esempio di compagnia teatrale che mette in scena il proprio repertorio di drammaturgia contemporanea, diventato negli anni un punto di riferimento in Italia e all’estero. Questa sera al Palazzo dei Congressi (sala a) alle 21.30 è il programma la rappresentazione di Giù del 2012. Giù è un invito indignato a rompere il silenzio per dare voce agli altri. È un urlo contro il marciume della nostra società che umilia la dignità e la libertà dell'individuo. In un'atmosfera surreale, dove il dramma è in continuo equilibrio con la comicità, il Figlio, una mattina, sotto gli occhi del Papà, sbuca fuori dal cesso per manifestargli il proprio malessere contro un mondo sempre più saturo di egoismo e d'indifferenza. Il Papà, vedendo il proprio figlio nel cesso, cerca di tirarlo fuori. Ma, nel cesso, non c'è solo il Figlio da tirare fuori. Nel cesso, da tirare fuori, c'è anche Don Carlo, un prete scomodo, che è finito giù «perché su non vuole più stare comodo». Giù è finito il sagrestano che dopo tanti anni di soprusi e violenze, stanco di subire, trova nel cesso la forza e il coraggio di ribellarsi. Giù c'è, anche, il povero cristo di Ugo che preferisce cantare sotto un ponte per non perdere la dignità e per non vendere la propria dignità. Giù ci sono tante persone che, per difendere i valori umani e lottare contro il male che avanza, aspettano il loro turno per tornare su… per tornare, di nuovo, su. E non è finita qua. Nell’estate di Taormina c’è anche la danza. L’edizione 2014 della sezione «Musica&Danza» di Taormina Arte diretta da Enrico Castiglione si arricchisce e moltiplica le proposte. Le più belle arie, romanze e musiche tratte dalle più celebri operette, eseguite sotto la direzione di Salvo Miraglia, saranno così protagoniste del «Gala dell'operetta» che andrà in scena domenica 10 agosto. La Turkish National Orchestra, che già lo scorso anno proprio a Taormina si è distinta in un bellissimo concerto con il violinista Shlomo Mintz, torna il 12 e 14 agosto, sotto la direzione di uno dei più versatili direttori d'orchestra turchi, Cem Mansur, in due distinti concerti sinfonici, il primo dedicato al- Si comincia con i 20 anni della compagnia Scimone e Sframeli stra è un percorso nel film che nel 1963 sancì uno dei grandi trionfi internazionali del cinema italiano, lanciando una delle immagini più forti e influenti della Sicilia nel mondo. Un viaggio tra il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e l'opera di Luchino Visconti, per ripercorrere le vicende e misurarne l'attualità. La mostra è inaugurata il 14 giugno al Palazzo Corvaja di Taormina alla presenza di Claudia Cardinale, rimarrà aperta sino il 17 agosto, da martedì a domenica dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 17,30 alle ore 22,00 (lunedì chiuso). Entrata 5 euro. Ridotto 3,50 euro (11-18 anni; over 65 anni). Entrata gratuita (0-10 anni). La mostra è curata da Caterina D'Amico ed è realizzata in collaborazione con Fondazione Federico II, Titanus, Fondazione Istituto Gramsci, Archivio Luchino Visconti, partecipazione della Fondazione Tirelli Trappetti , Costumi d'Arte Peruzzi, Tirelli Costumi, Centro Sperimentale di Cinematografia, Sede Sicilia e Taormina Arte. Red. Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sopra, Turkish National Orchestra. A sinistra, Spiro Scimone (autore/attore) e Francesco Sframeli (attore/regista), entrambi messinesi, esempio di compagnia teatrale che mette in scena il proprio repertorio la Russia, il secondo alla Germania. Il 12 agosto verranno eseguite pagine musicali meravigliose come i Quadri di un'esposizione di Modest Mussorgskij e il Concerto per violino ed orchestra n. 1 di Petr Il'Ic Cajkovskij, con solista la prodigiosa Marianna Vasileva; il programma del 14 agosto prevede il Concerto per pianoforte ed orchestra n. 1 di Ludwig van Beethoven, pianista solista Antonino Fiumara, la «Danza dei sette veli» dalla Salome di Richard Strauss (di cui quest'anno ricorre il 150esimo anniversario dalla nascita) e «Preludio e morte di Isotta» dal Tristan und Isolde di Richard Wagner. Due «soirées musicales» assolutamente da non perdere, che suggellano un cartellone dal notevole spessore artistico e culturale. Infine l’arte, con la mostra «C'era una volta in Sicilia: i 50 anni del Gattopardo». La mo- GIULIANAdiFRANCO L’eccellenza orafa siciliana nel cuore antico di Taormina G IULIANAdiFRANCO gioielli, il più importante brand siciliano di gioielleria di alta gamma e con un forte contenuto di design e artigianalità, lancia il suo programma di apertura di negozi monomarca con il Flagship Store di Taormina, in via San Pancrazio,15. Il 18 maggio 2013 scorso, un gioioso taglio del nastro ha inaugurato lo spazio al centro della cittadina siciliana famosa in tutto il mondo. In posizione ideale per accessibilità, ma al riparo dalla folla di turisti… per chi della Sicilia cerca il vero. «Volevamo portare a Taormina, dopo averlo fatto da itineranti in molte parti del mondo, l’eccellenza del Made in Sicily e dell’Artigianalità, in uno spazio tutto nostro che potesse mettere in luce al meglio l'anima delle nostre collezioni di gioielli», ha spiegato la designer Giuliana Di Franco. «Il progetto, è stato sviluppato se- condo il nuovo concept studiato da Giusi Buono, direttore creativo della comunicazione visiva dell'azienda, riuscendo a coniugare al meglio l'idea di "mostrarsi " con quella di una certa intimità. Uno spazio elegante e fortemente caratterizzato, com’è nello stile dell’azienda. Una grande parete dipinta a mano con i colori del brand ci accoglie e ci accompagna in un mondo del tutto nuovo e imprevedibile». E ancora: «L’obiettivo è appli- care questo nuovo concept a tutte le boutique di prossima apertura». Il flagship store di Taormina rappresenta quindi un’importante vetrina per il brand GIULIANAdiFRANCO gioielli, che contemporaneamente sta lavorando al progetto di propri corners nei negozi «Ceramiche De Simone», altro marchio di prestigio del Made in Sicily. Red. Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corso Umberto 174/A - tel. 0942 23470 16 Giovedì 31 Luglio 2014 Corriere del Mezzogiorno PA U LT I M AT E D I S C R E T I O N PIAGET ALTIPLANO L'orologio automatico più sottile al mondo Cassa in oro bianco, spessore 5,25 mm Il movimento automatico più sottile al mondo Calibro di Manifattura Piaget, spessore 2,35 mm