Canned kat - Sound and Music

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Canned kat - Sound and Music
MUSICA IN \Igi
Canned k a t
Quarantasette: tanti i componenti transitati per le fila di un ruppo appena entrato nel quarantasettesimo anno di vita, che P vero c%e e dal 200
che non pubblica piu dischi ma in fondo non ha necessita di farlo. A garantirgli quanti concerti desidera provvedono il prestigio del brand e un
repertorio vastissimo con al centro due brani che cluunque conosce (sebbene non necessariamente dagli artefici). E potra parere discutibile che la
sigla continui a vivere portata in giro rincipalmente da due membri che
in senso stretto non possono essere deEniti "originali ', ma i Canned Heat
ebbero sin da subito una storia talmente com licata che non ha molto senm appiccicare l'etichetta suddetta a gente ifcui passaggio nei ranghi fu
fulmineo. Ne mettersi a disquisire se bisogna considerare come ~ r i m aformazione legittimata a d i h fondatri&
y e l l a che nel 1966 registro un album prootto da Johnny Otis e rimasto inedito fino a1 '70 o piuttosto quella che, l'anno dopo, pubblico infine su Liberty l'omonimo
esordio a 33 giri. Per tutti i fai1 "i" Canned
Heat sono i cin ue che fra ottobre e novembre sempre l e 1 1967 mettevano mano
al secondo ed epocale album, "Boogie
W i t h , che raggiungeva i negozi, sempre
griffato Liberty, nel gennaio '68: Bob "The
Bear" Hite alla voce, Alan "Blind Owl"
Wilson all'armonica e alla slide, Henry
"Sunflower" Vestine alla chitarra solista,
Larry "The Mole" Taylor al basso, l'ultimo
arrivato Adolfo "Fito" de la Parra alla batteria. Blind Owl sara il primo ad andarsene, il 3 settembre 1970, ventisettenne, e a
oggi non si sa se l'overdose di pasticche
che lo stroncava fu accidentale •áun suicidio (piu plausibile la seconda, consideraiido la depressione che notoriamente lo aflaflig eva pure all'apice delle sue fortune di
rocfstar e due recedenti tentativi di togliersi la vita).
Bear lo semira il 5 ottoEre 1981, trentottenne, ed &a un infarto
(comunque probabilmente propiziato da
certe catfive abitudini) a poriars610 via. Era un c•állasaucardiopolmonare a uccidere i1 20 ottobre 1997 Sunflower, a poche
settimane dal suo cinquantatreesimo com leanno E dunque qualcuno puo dire qualcosa ai due attempati ragazzi della
sezione ritmica se sono loro oggi a gestire \)o gloriisa ragione sociale? Nessuno puo vantare su di essa piu diritti e in o ni
caso la squadra attuale schiera anche un terzo componente, vale a dire il chitarrista Harvey T h e Snake" Mandel, che kequenta la compagnia non da ieri: dal festiva1 di Woodstock, addirittura, cui partecipava in sostituzione di Vestine e che
marcava per i Canned Heat l'apice di una popolarita non solo nordamericana. La loro "Going Up The Country", che nel
film che immortala la tre giorni primigenia di pace, amore e musica svolge funzione di tema conduttore, pochi mesi prima era stata undicesima nella graduatoria USA dei singoli e numero uno in venticinque-dicasi-venticinque altri paesi.
Tratta dal terzo lavoro dei Nostri, il monumentale in tutti i sensi "Living The Blues".
e , l'intensita brucianti di Alan Wilson e Bob Hite, musicoEcco... pochi bianchi hanno vissuto il blues con I a ~ a s s i o i ~con
logi rima che musicisti, accaniti collezionisti di ischi (in una celebre apparizione televisiva del novembre 1969 il secon& dichiarava di possedere oltre quindicimila 78 giri) che a un certo punto si mettevano a fare dischi loro piu che
per cercare gloria per se per propagandare l'opera di spesso dimenticati eroi. Tant'e che il debutto "Canned Heat" era
composto esclusivamente da cover: di Muddy Waters e Willie Dixon, Robert Johnson via Elmore James e Guitar Slim,
Sonny Boy Williamson I1 e Floyd Jones, Tommy Johnson, William Harris e Robert Petway. Ma si fossero fermati a quello i Canned Heat non sarebbero stati il grandissimo gruppo che furono per tre anni e almeno altrettanti album e insomma fino alla prematura dipartita di colui che un genio di norma avaro di complimenti uale John Lee Hooker defini "un
bravo chitarrista ma soprattutto il migliore armonicista ch'io abbia mai sentitor'. Non l i Chicago, come si sarebbe potuto scommettere ascoltando il primo LP, bensi californiani, i Canned Heat non potevano non restare influenzati da quanto andava accadendo loro intorno, in primis dalla fitta rete di contatti con la scena psichedelica e i suoi immediati dintorni (Vestine arrivava dalle Mothers Of Invention, Stuart Brotman era uno di loro prima di entrare nei Kaleidoscope,
idem Mark Andes prima di finire negli Spirit). Gia in "Boogie W i t h il modo di approcciare le dodici battute risultava si
rispettoso della tradizione ma nel contempo ardito, progressivo. Se sotto "My Crime" potrebbe esserci scritto "Muddy
Waters" ed era invece la prima composizione originale ad apparire in un disco dei Nostri, la "Evi1 Woman" (da Larry
Weiss) che la precede ha mordente hard, cosi come "World In A Jug" o una squillante e affilata, autobiografica oltre che
autografa, "Amphetamine Annie". Se "An Owl Song" si guarda indietro corteggiando il vaudeville, lampi aciduli screziano una caracollante "Turpentine Moan", una "Whiskey Headed Woman No.2" dal borbogliante al fra oroso e la
lunga (oltre undici minuti) e apposta a suggello Tried Hockey Boogie". Ma e questo innanzitutto l'album %i "On The
Road Again" e devo forse raccontarvela? Era la canzone che spalancava al blues le porte del mercato del pop e per una
volta il diavolo oltre alla pentola faceva il coperchio.
"Boogie W i t h e da poco disponibile in una "limited edition" marqhiata Pure Pleasure e distributa in Italia, come il resto
del catalogo della casa britannica, dalla toscana Sound & Music. E un'ottima stampa, dal vinile cosi silenzioso da farsi
immateriale e dalle sonorita limpide e terrigne insieme, di un'asciuttezza che non degenera in aridita.
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