La cascina lombarda

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La cascina lombarda
LA CASCINA
LOMBARDA
INDICE
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Che cos’è?!
Storia
Diffusione
Struttura
Organizzazione
Colture
Contratti agrari
Iconografia
Bibliografia & sitografia
CHE COS’È LA CASCINA LOMBARDA?
L’etimologia della parola cascina non è certa, ma si pensa che sia attribuibile ai concetti di
contenitore e formaggio. Diminutivo del latino volgare capsia = capsa = recipiente.
Infatti la cascina è un contenitore di persone, animali, colture.
Oppure dalla fusione di due parole latine
CAPSIA e CASEUS = CASCINA.
Si tratta di una grossa fattoria al centro di un'azienda agricola di decine di ettari, normalmente
almeno 40-50, ma a volte superiore ai 100 (nella Bassa Pianura irrigua le aziende delle Cascine
hanno una dimensione media di 40-100 ettari).
In genere nell'Alta Pianura asciutta le cascine sono più piccole rispetto a quelle della Bassa
Pianura irrigua, di solito almeno la metà.
Data la loro collocazione soprattutto in Lombardia, le cascine a corte sono state definite anche
"cascine lombarde".
STORIA DELLA CASCINA
Organizzazioni simili alla cascina lombarda le troviamo già nell’antichità, in epoca galloromana e nel Medioevo fino ad arrivare ai giorni nostri.
Le cascine nel corso della storia hanno subito parecchie variazioni, ma le cose che
rimanevano sicure erano le caratteristiche dei luoghi in cui sorgevano: presenza di acqua e
un luogo rialzato.
Nel X secolo si trattava per lo più di depositi per prodotti agricoli o fienili, presumibilmente
costruiti in materiale deperibile, come paglia e argilla, e talvolta annessi alle abitazioni
cittadine.
Queste costruzioni, a partire dal XIII secolo, iniziarono però a caratterizzarsi come strutture
insediative composte, fatte di edifici di abitazione e rustici, con una diffusione sempre
maggiore. Già nel 1207, ad esempio, le numerose cascine “de la Bazana” ospitavano i
“cassinari” ai quali era stata affidata la conduzione dei fondi di Milano, nella Pieve di Cesano
Boscone. Nel corso del XVIII secolo, si chiude il processo di tipizzazione delle cascine dal
punto di vista architettonico, tipologico e funzionale. Gli elementi essenziali che si
individuano nella grande azienda agricola della Bassa sono: le abitazioni (quella dei salariati
e quella del fittabile), i rustici e i locali per la lavorazione dei prodotti.
L’impianto che racchiude tali costruzioni è
a corte chiusa, quantomeno su tre lati, ma
spesso anche il quarto lato veniva cintato
da un muro. Il portone d’ingresso poteva
trovarsi sia nel muro di cinta, quanto più
spesso attraverso il blocco delle case dei
salariati. L’impianto chiuso nacque
prevalentemente per motivi di difesa da
possibili furti e razzie, molto frequenti nelle
campagne soprattutto nelle ore notturne.
Una volta sprangato il portone, la cascina
era quasi una fortezza.
Esistevano poi numerose vere cascinefortezze, ovverosia fortificate con tanto di
torri d’avvistamento e ponti levatoi,
diffusesi soprattutto nel ‘400 e nel ‘500.
Solo a partire dalla metà del XIX secolo si
abbandonò la struttura a corte chiusa,
anche per l’esigenza di ampliare spesso il
numero dei fabbricati, sulla scorta della
diminuzione dei furti e delle violenze nelle
campagne, conseguenza di migliori attività
di polizia e di controllo del territorio da
parte dello Stato.
Nel secolo in corso le cascine lombarde
esistono ancora, ma ormai il sistema
agricolo è cambiato e quindi non hanno più
una fondamentale importanza.
DIFFUSIONE
Le cascine sono molto diffuse in tutta la Pianura Padana della Lombardia, del
Piemonte centrale e orientale ed in piccola parte dell'Emilia-Romagna.
Si tratta delle intere province di: Milano, Monza, Lodi, Cremona, Mantova, Vercelli e
Novara. Inoltre sono presenti nella parte in pianura della Provincia di Bergamo,
Brescia, Varese, Torino, Alessandria e Asti; nella parte brianzola della Provincia di
Como e Lecco. Infine nella Provincia di Pavia escluso l'Oltrepò pavese.
La maggior parte delle "cascine a corte" però si trova nel Bassa Pianura Irrigua.
CURIOSITA’: Una cascina a corte molto particolare si trova a Prato, in
Toscana e fu voluta da Lorenzo il Magnifico. Si tratta di un insolito
edificio quadrato a corte centrale e torri angolari e circondato da un
fossato (fine XV). La tipologia a corte viene riferita da molti autori al
modello delle cascine a corte padane, tenuto conto della finalità
produttiva, come centro di attività agricole e di allevamento bovino. Si
accede alla corte interna da un unico ingresso ad arco. La corte è
circondata da portici ed accoglieva al suo centro, fino al XVIII secolo,
una grande vasca adibita a vivaio di pesci
LA STRUTTURA
Secondo la distribuzione degli edifici attorno alla
corte (o alle corti) le cascine si dividono in
quattro tipi:
•A corte chiusa: gli edifici vanno a formare un
complesso quadrato
•A corte aperta: gli edifici vanno a formare un
complesso rettangolare con lato
aperto, senza edifici.
•A L
•A impianto irregolare: manca una vera e propria
corte,
anche se gli edifici sono gli
stessi della
cascina "classica".
•A monoblocco: vi è un unico edificio.
L’ORGANIZZAZIONE DELLA CASCINA
Questa struttura ha dimensioni notevoli ed un tempo ospitava varie
famiglie di contadini. Nell'Alta Pianura Asciutta erano 4-5 o 6, mentre
nella Bassa Pianura Irrigua erano normalmente 10-15, anche se
spesso raggiungevano le 20; di solito non si superavano le 25 famiglie.
Il numero dei nuclei familiari variava a seconda della grandezza
dell'azienda agricola legata alla cascina. Nella "Bassa Milanese" la
maggior parte delle cascine superava i 100 abitanti (circa 20 famiglie).
All'interno della cascina sono presenti stalle, fienili, sili, granai,
caseifici, pozzi-fontane, forni, magazzini, mulini ed abitazioni dei
contadini riunite in un'unica struttura.
Tali strutture sono sparse in mezzo alla campagna, lontane qualche
chilometro dai centri abitati e tra di loro. La pianta di questa struttura è
quadrangolare. Al suo centro è situata la corte (il cortile o aia), attorno
alla quale si trovano i vari edifici agricoli. Nelle cascine più grandi si
possono incontrare anche due o tre corti (cortili); in tal caso sono dette
"a corte multipla".
In alcuni casi le cascine più grandi hanno anche il mulino, l'osteria, una
piccola chiesa e a volte perfino una scuola.
Laddove sono più isolate, le cascine tendono ad assumere l'aspetto di
fortezze, data la presenza di grosse mura perimetrali. Ci sono state
anche cascine fortificate con fossati, ponti levatoi e torri.
COLTURE
Le colture che venivano più
frequentemente coltivate nelle realtà
delle cascine sono caratterizzate dalla
produzione cerealicola (grano, mais,
riso, orzo) alternata da quella
foraggere.
Fino al 1950 circa, le aziende aventi la
Cascina come unità produttiva,
avevano 1/3 o 1/4 dei terreni a
marcita, e sul restante 2/3 o 3/4
alternavano rotazioni quinquennali tra
cereali autunnali (grano, orzo ,
segale), cereali primaverili (riso, mais,
avena, miglio e sorgo) e maggese.
Grazie alle marcite si diffuse
l’allevamento bovino insieme alla
coltivazione di cereali. Il tutto divenne
un elemento fondamentale
dell’agricoltura lombarda
dal
‘700 sino ad oggi.
L'intera produzione del riso nella
Pianura Padana è caratterizzata
dalla cascina, come unità
produttiva.
Data la vicinanza, di molte
cascine,ad importante corsi
d’acqua, si è sviluppata la
pioppicoltura . Oltre ad esso
venivano piantati olmi e gelsi
(per allevamento baco da seta),
ma anche robinie, platani , salici
e querce.
Queste cascine divennero molto
all’avanguardia, infatti molte
innovazioni che l’Inghilterra fece
nel diciottesimo secolo , erano
già state adottate da più anni
nelle cascine lombarde.
Pioppeto
CONTRATTI AGRARI
1.
Proprietario dell’azienda e del terreno : non era
presente poiché viveva in città. Nel caso in cui
però ciò avveniva, la sua abitazione era l'edificio
più grande posto al centro della cascina.
2. L’azienda era in mano ai FITTAVOLI. Essi erano
piccoli borghesi che avevano un contratto dalla
durata di 9/12 anni. Il fattore rispondeva solo ed
unicamente al padrone col quale aveva un
rapporto di fiducia. I due si tenevano in contatto
spesso. Il fattore riceveva il doppio del
compenso rispetto ai suoi sottoposti.
3. Ed infine vi erano vi erano i contadini, che avevano
come padrone il fittavolo.
I contratti dei contadini erano fondamentalmente due:
• la MASSERIA ed
• il lavoro SALARIATO fisso o a giornata.
I contratti di Masseria erano diffusi nell’Alta pianura
asciutta.
Questi contratti vedevano vincolate dalle quattro alle
sei famiglie. Essi coltivavano in parte a mezzadria ed in
parte a fitto.
La mezzadria fruttava al proprietario o al fittavolo 1/3
del raccolto annuale.
I contratti di salariato, sia fisso che a
giornata, erano diffusi principalmente nella
bassa pianura irrigua dove le cascine erano
molto più grosse rispetto all’alta pianura.
I salariati vivevano in cascina. Il loro contratto
durava un anno, e secondo alcune fonti
scadeva a San Martino, cioè all’11 di
novembre.
Mentre i salariati avventizi vivevano fuori dai
possedimenti della cascina, in caso contrario
erano tenuti a pagare un cannone d’affitto.
CURIOSITA’: nelle cascine in cui veniva
coltivato il riso, venivano assunte una volta
all’anno le mondine, le quali si dedicavano
alla monda del riso.
IMMAGINI
BIBLIOGRAFIA & SITOGRAFIA
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La cascina lombarda – wikipedia
La cascina e le sue parti - Angelo Locatelli
La cascina – www.url.it
Bellossi Manuela
Castiglioni Alice
Classe V D
Venerdì 31 ottobre 2014