Le quaglie al mirto sono una ricetta ripresa dalla tradizione sarda

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Le quaglie al mirto sono una ricetta ripresa dalla tradizione sarda
Le quaglie al mirto sono una ricetta ripresa dalla tradizione sarda, molto semplice da preparare,
profumata e gustosa. in realtà la ricetta tradizionale utilizzava i tordi, la cui caccia però ha delle forti
restrizioni, si sostituiscono con delle semplici quaglie da allevamento. Chi ha avuto la possibilità di
assaggiare la ricetta originale sa che il sapore dei tordi non può essere paragonato a quello delle
quaglie, questi infatti si nutrono di corbezzoli e bacche di mirto che danno alle carni sicuramente un
sapore diverso da quello delle quaglie di allevamento. Ma il risultato finale è comunque da provare.
Ingredienti per 4 persone:
8 quaglie
sale
fronde di mirto con foglie e bacche (tante da ricoprire le quaglie completamente)
Le quaglie si trovano ovunque già pronte, spiumate e senza interiora, per cui l’unica cosa da fare è
inserire qualche rametto di mirto al loro interno e calarle in acqua bollente abbondantemente salata
(più o meno il doppio di quanto salereste l’acqua per la pasta, per capirci) con qualche altro ramo di
mirto.
Si lasciano bollire per 20 – 25 minuti, poi si levano dall’acqua, si cospargono di sale e si adagiano
dentro un panno foderato di fronde di mirto, si coprono con altre fronde e si lasciano chiuse per un
giorno intero. Si preparano quindi con un giorno di anticipo, e si servono a temperatura ambiente.
La ricetta tradizionale prevedeva 8 uccelli tra tordi e merli, legati fra loro per il becco da fronde di
mirto a formare una “taccula“, o mazzo di grive, che veniva venduta in questa forma. Questi
uccelletti, cibandosi prevalentemente di bacche di mirto, erano lasciati integri, non venivano privati
delle interiora che davano quindi al piatto un sapore ancora più marcato di queste bacche.
Con questo metodo si può preparare anche il pollo, che assume così un sapore un po’ diverso dal
“solito pollo”. L’unica accortezza è quella di allungare i tempi di cottura, essendo il pollo più
grande impiega un po’ di più a cuocere.