Dicembre 2015 - Banca del Cilento e Lucania Sud

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Dicembre 2015 - Banca del Cilento e Lucania Sud
ancAperta
Periodico della Banca del Cilento e Lucania Sud
Impresa del mese:
la Bulfaro SpA
6
Socie del mese:
Gigliuti e Carpino
8
Anno IV - numero 8 - Dicembre 2015
http://www.bcccilentoelucaniasud.it
Filiale del mese:
Senise
7
Valsinni:
Ciao Ninì
15
Fusione: si attende la risposta
di Bankitalia
Il punto del
Presidente
Francesco Castiello
Il Credito Cooperativo:
“una civiltà di lunga durata”
I- In occasione dell’ Assemblea Federcasse (Roma,
20 novembre 2015) il Presidente Azzi ha parlato di un
“ Terzo Tempo del Credito Cooperativo”, giunto al
suo terzo secolo di vita.
Sotto il profilo normativo il primo tempo corrisponde
al varo nel 1937 del TUCRA (Testo Unico Casse Rurali e Artigiane) che conformò la categoria come un
insieme di piccole banche locali, a operatività ridotta,
specializzate nell’erogazione del credito prevalentemente a favore di agricoltori e artigiani.
Il secondo tempo ha coinciso con il varo della nuova
legge bancaria (TUB, 1993) che ha eretto le BCC a
banche “universali”, liberandole dai
vincoli della specializzazione opera- segue a pag. 2
Il punto del
Direttore Generale
Ciro Solimeno
Incontri con i soci della Sassano per chiarire
l’importanza del piano industriale di fusione
Depositato il piano industriale di fusione tra Banca del Cilento e Lucania Sud e BCC di Sassano, si attende la
riposta della Banca d’Italia su questa operazione che dovrebbe portare alla costituzione di una grande banca
di credito cooperativo al servizio del Mezzogiorno, una BCC con ventitre sportelli operativi in 107 comuni di
Gli incontri servono per informare
competenza creditizia in tre regioni e quattro province. La base sociale vedrà 5.397 soci e il personale sarà di
153 unità. Il nuovo soggetto di credito coopei soci sui punti essenziali del
rativo esprimerà una raccolta di oltre 522ml di
euro e 380ml di impieghi. Oltre 246ml di titoli di
progetto di fusione
proprietà ed oltre 56ml di patrimonio. Il totale
dell’attivo complessivamente sarà superiore ai
Una serie di incontri per informare i soci della BCC di
721 ml di euro. In questo periodo si svolgono
Sassano sul piano industriale della fusione. Emerge in
incontri con la base sociale della BCC di Sasmaniera chiara la consapevolezza sulla buona opportusano per chiarire i termini dell’operazione che,
nità che si sta presentando e sulla propensione di creper la verità, solo in termini tecnici può essere
scita di una nuova banca molto più reattiva allo svilupconsiderata una fusione, ma che ha assunto la
po del territorio. “Gli incontri servono per informare i
configurazione di una unione di forze per poter
soci sullo stato dell’arte e su quello che è il progetto inservire i soci e la clientela su un territorio più
dustriale di fusione” afferma il direttore generale della
vasto, un’unione di forze su due territorio contiBanca del Cilento e Lucania Sud, dottor Ciro Solimegui senza alcuna sovrapposizione. Come ha ben
no, “naturalmente poi, nell’ambito di questi incontri, si
evidenziato il direttore generale della Banca del
arriva sempre a parlare delle origini
segue a pag. 3
Cilento e Lucania Sud, dottor Ciro Solimeno,
e dei perché si sia arrivati a questa
sul numero scorso di questo house organ, i due In alto: a sinistra la sede amministrativa della BCC di Sassano a Sala Conterritori, quello costiero cilentano, lucano, calabrese, quello interno della Lucania Sud e quello del Vallo di silina, a destra la sede della Banca del Cilento e Lucania Sud a Vallo della
Diano e l’area centro-settentrionale del potentino, si uniscono per contribuire, insieme, a creare un nuovo Lucania
soggetto bancario con operatività più vasta e con nuove opportunità. Il dato di assoluta novità è la dimensio- Qui sopra: la sede legale della BCC di Sassano a Sassano
ne della nuova banca: sarà il primo istituto di credito cooperativo in Campania, Basilicata e Puglia, secondo
all’interno del sistema bancario campano non appartenente a gruppi. Questa nuova e maggiore definizione potrà consentire ai soci e alla clientela condizioni creditizie, tassi
d’interesse e prodotti più competitivi e decisamente migliori rispetto a quelli attuali delle due banche. Altro fattore di assoluta importanza è che l’area del Vallo di Diano e del
potentino centro-settentrionale si inserisce in un progetto di espansione territoriale che la Banca del Cilento e Lucania Sud stava già perseguendo da qualche anno. I buoni
rapporti risalgono alla fine del 2011, quando si stipulò un gemellaggio tra le due banche. E’ da sottolineare un altro fattore importante. Il piano industriale di fusione non prevede alcuna chiusura di sportelli della rete commerciale, sono infatti previsti 23 sportelli operativi, i 17 della Banca del Cilento e Lucania Sud e i 6 della BCC di Sassano. Si
provvederà a razionalizzare la rete di vendita con tutti gli sportelli operativi e l’area del Vallo di Diano diventerà strategica per la nuova banca per il fatto che sarà una zona
centrale tra il Cilento e la Lucania Sud. L’integrazione più evidente avverrà sul piano economico in quanto i territori hanno diversa tipologia econoA pagine 3-4 e 5
mica. L’area costiera della Banca del Cilento e Lucania Sud ha un sistema economico legato ai flussi turistici e quindi ad una maggiore stagionalità,
Il punto del Presidente Francesco Castiello
Il Credito Cooperativo: “una civiltà di lunga
durata”
Il “Terzo tempo del Credito Cooperativo”, così il presidente di Federcasse, Alessandro
Azzi, ha definito il terzo secolo di vita delle BCC
segue dalla prima
tiva, ponendole in condizioni di parità
concorrenziale con le altre banche, ma
salvaguardandone il ruolo localistico e
il carattere di mutualità.
Il terzo tempo è quello coincidente con
l’Autoriforma della categoria in corso di
definizione che vede confermate le due
anime del localismo e della mutualità
che, insieme a quella di impresa bancaria operante in regime di piena concorrenza con gli altri intermediari bancari,
continuano a fare delle BCC un unicum
nel generale panorama creditizio, ma
non più atomisticamente considerate,
ma quali componenti di un sistema categoriale integrato.
II- La relazione del Presidente della Federcasse esprime la necessità di una “coesione integrata”, al fine di irrobustire il
Gruppo delle attuali 370 BCC italiane,
rispondendo alle sollecitazioni riformiste di matrice comunitaria.
Nell’era dell’Unione Bancaria Europea
la singola BCC si ritiene che non abbia
concrete prospettive di sopravvivenza in
forma atomistica. Ne consegue che l’integrazione nel gruppo assume una funzione di garanzia della perdurante civiltà
del Credito Cooperativo e di tutela del
mantenimento dell’identità cooperativa
e del carattere di mutualità, su cui si fonda il riconoscimento da parte dell’art. 45
della Costituzione della “Funzione Sociale” e il conseguente dovere delle pubbliche autorità, a cominciare
dall’Organo di Vigilanza, di
incentivazione e di tutela.
III - Già ci siamo occupati
più volte dei rapporti con
la Capogruppo che devono
necessariamente
ispirarsi
alla sintesi equilibrata tra rispetto dell’autonomia delle
singole BCC e rispetto della
funzione di direzione e coordinamento
della Capogruppo stessa, sacrificando
l’autonomia delle partecipanti fino e non
oltre il limite imposto dal principio comunitario di proporzionalità.
Nella presente circostanza preme evidenziare che l’integrazione in un Gruppo coeso può e deve assicurare il mantenimento delle tre anime delle BCC:
bancaria, mutualistica e localistica in
costante equilibrio tra loro.
IV - Il Credito Cooperativo è ormai
entrato nel terzo secolo di vita. Costituisce una “civiltà di lunga durata”. Le
sue inesauribili risorse consistono nella
democraticità dell’assetto organizzativo
e gestionale della Banca Cooperativa,
nell’assenza di fini speculativi, nell’intonazione mutualistica della propria
azione.
L’Autoriforma e il “terzo tempo” che
la Cooperazione di Credito si accinge
a vivere devono, la prima, garantirne,
il secondo registrarne, la “biodiversità”
all’interno del sistema bancario.
La “funzione sociale” che la Costituzione all’art. 45 riconosce ed assegna alle
BCC dovrà potersi esprimere, ancora, e
con migliorata efficienza rispetto al passato, a favore delle minori imprese, delle
famiglie, degli artigiani, degli agricoltori, degli operatori del settore terziario,
dei giovani.
Come ha ricordato il Presidente della
Federcasse a conclusione della sua relazione, l’Italia è lo stato che vanta il
maggior numero di microimprese e PMI
nell’Unione Europea, con 3,3 milioni di
imprese individuali e oltre 900 mila società di persone. Di questo vasto tessuto
sociale e produttivo le BCC sono state
da sempre, sono e saranno i naturali interlocutori, soprattutto nelle aree periferiche del Paese, dove le comuni banche,
condizionate dalla logica speculativa,
non sono di regola, presenti.
Proseguire il cammino in questa direzione con la rinnovata forza nascente dalla “coesione integrata” su cui si fonda
l’Autoriforma significa garantire la perdurante vitalità del Credito Cooperativo
confermandone l’identità e l’essenza di
“civiltà di lunga durata”.
A fianco: il manifesto del tema del Consiglio Nazionale di Federcasse
Sotto: Alessandro Azzi nel corso della Relazione al
Consiglio Nazionale
Federcasse: la Relazione del Consiglio
Nazionale
La lunga storia del Credito Cooperativo, il processo di autoriforma e i punti
essenziali del Bilancio di Coerenza
“Il terzo tempo del Credito Cooperativo”,
questo il tema che ha fatto da filo conduttore alla Relazione del Consiglio Nazionale
di Federcasse letta dal Presidente Alessandro Azzi. Una relazione che ha preso avvio dall’analisi dei profondi cambiamenti
all’attività creditizia derivanti dall’Unione
Bancaria, la cui progressiva entrata in vigore determinerà importanti novità non solo
nell’ambito delle politiche e delle prassi di
vigilanza, ma anche nell’organizzazione
aziendale delle singole banche di qualsiasi
dimensione e natura giuridica, nelle procedure e nell’utilizzo degli strumenti per la
prevenzione e la risoluzione delle crisi, nel
rapporto con gli azionisti, con i soci e con i
clienti. Specifico approfondimento è stato
dedicato all’impegno del Credito Cooperativo nella messa a punto del progetto di
“autoriforma” che componga le esigenze e
gli obiettivi posti dalle Autorità con quelli
considerati irrinunciabili dal Credito Cooperativo. All’Assemblea, chiamata in conclusione a rinnovare il Consiglio Nazionale
di Federcasse per il triennio 2015 – 2018,
sono intervenuti – nell’ordine - il Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle
Finanze, Pierpaolo Baretta,
il Presidente della Commissione Affari Economici e
Monetari del Parlamento
Europeo Roberto Gualtieri,
il Vice Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, il Presidente di Confcooperative Maurizio Gardini,
il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano
Poletti. Per il secondo anno
consecutivo in Assemblea
Federcasse è stato presentato
il “Bilancio di Coerenza del
Credito Cooperativo”, dal
titolo “L’impronta del Credito Cooperativo sull’Italia –
Rapporto 2015”. Quattro gli
ambiti sui quali si è focalizzata l’attenzione: l’impronta
economica, l’impronta sociale, l’impronta ambientale, l’impronta cooperativa.
Per ognuno di questi terreni
di elezione delle banche del
territorio, dati di sintesi ed
infografiche aiutano a comprendere il lavoro essenziale
svolto dalle BCC e Casse
Rurali a favore delle comunità locali non solo in termini
finanziari ma di accompagnamento ad uno sviluppo
integrale.
fonte: creditocooperativo.it
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Bilancio di Coerenza 2015 di Federcasse:
i punti essenziali
1. Le BCC sono leader nei finanziamenti all’artigianato, all’agricoltura, all’alloggio e ristorazione e
al non Profit. Con una quota di mercato, rispettivamente, del 23,7%, del 18,3%, del 17,9% e del 13%.
2. Negli ultimi tre anni (2012-2014), circa 1 famiglia italiana su 5 ha acquistato casa grazie ad una
BCC.
3. Nel 2014 ammontava a 92 miliardi di euro l’importo dei mutui BCC (+ 0,5% rispetto al -2,8% dell’industria bancaria).
4. In 3 anni il Credito Cooperativo ha erogato 682 milioni di euro alle PMI con la provvista Cassa
Depositi e Prestiti.
5. Le BCC sono tra le banche più patrimonializzate con un Tier1 al 16,1%.
6. Plafond per il credito alle microimprese (Progress). Dei 23 milioni di euro di provvista destinati
all’Italia, 10 milioni di euro sono richiesti dal Credito Cooperativo per erogare micro-prestiti alle micro,
piccole e medie imprese.
7. Le donne negli organici delle BCC sono aumentate del 2,19% dal 2012 al 2014 contro la diminuzione
dell’1,42% registrata nel resto dell’industria bancaria. Nei CDA la percentuale di donne è pari al 13%.
8. E’ stato di oltre 3,5 miliardi il valore aggiunto delle BCC erogato alle comunità nel 2014 (+15%).
9. Le BCC forti anche in iniziative non bancarie: per il 59% sono intraprese a vantaggio delle comunità
locali. Soprattutto per lo sviluppo economico e coesione sociale. E anche a favore dei giovani.
10. Sono 81 in tutta Italia i Gruppi Giovani Soci BCC.
11. Le BCC sono leader nel microcredito. Nel 2014, 175 BCC hanno erogato 115 mila microcrediti per
un ammontare complessivo di 755 milioni di euro. Il 74% è destinato a superare situazioni di fragilità
sociale. Il 31% dei beneficiari sono donne, il 20% giovani, il 4% migranti.
12. Le BCC insieme a Iccrea BancaImpresa hanno finanziato, a tutto il 2014, 7.202 progetti per la diffusione di energie rinnovabili. Per oltre 450 milioni di euro.
13. Partnership BCC - Legambiente. In 8 anni di collaborazione le BCC hanno finanziato 5.679 impianti di energie rinnovabili per oltre 267 milioni di euro.
14. L’impegno BCC sull’ambiente ha evitato l’emissione di circa 29 mila tonnellate di CO©ü nel solo
2014.
15. Laboratorio Italia (Fondazione Tertio Millennio- Onlus). 70 le imprese giovanili sostenute contribuendo a 110 progetti. I contributi erogati (a fondo perduto) superano, dalla prima edizione di progetto
del 2003, 1 milione di euro.
16. Non solo Italia. Le BCC promuovono cooperazione di credito in Ecuador, Argentina, Togo e
Palestina.
BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015
Il punto del Direttore Generale Ciro Solimeno
Incontri nel Vallo di Diano per spiegare il
piano di fusione
“Si è utilizzata solo la formula classica della fusione per incorporazione, ma si tratta di
una operazione alla pari sulla base di buoni rapporti datati “
continua dalla prima
situazione, ovviamente questo da parte
della Sassano. Si comprendono un po’
le amarezze del corpo sociale, però c’è
anche da registrare, questo in tutti gli
incontri, una consapevolezza da parte dei soci, ormai convinti che sia una
buona opportunità e che non la possono
perdere.
Ecco, direttore, da quanto è emerso in
questi incontri, questa fusione sembra
più una unione di forze con la BCC di
Sassano: nel logo della nuova banca,
infatti, rimarrà il nome della Sassano,
rimane integra l’operatività di tutte e
sei le filiali, come, del resto è avvenuto
anche con le filiali della BCC Lucania
Sud. Anche in quel caso, infatti, tutte
le filiali della BCC sono rimaste attive e stanno crescendo. Alla Sassano,
inoltre, va la vicepresidenza vicaria.
Verrebbe quasi da chiedere se questa
è una vera e propria fusione...
Noi abbiamo utilizzato la forma classica che si adotta in questi casi, cioè la
fusione per incorporazione, ma questa
è solo la formula tecnica. Con la Sassano ci sono stati sempre buoni rapporti che risalgono ad alcuni anni fa: non
potevamo non fare in modo che questa
fosse una operazione alla pari tanto è
vero che, proprio sulla base di questi
buoni rapporti datati, siamo andati ben
oltre le promesse di altri intermediari
che si erano affacciati all’operazione.
Ha detto bene il vicepresidente Silvano
Lucibello nel suo intervento: abbiamo
previsto che alla Sassano andasse la
vicepresidenza vicaria, quattro consiglieri del nostro Consiglio di Amministrazione, due membri del Comitato
Esecutivo, un membro nel Comitato
dei Controlli. Inoltre, una buona parte
della Direzione Generale, parlo degli
uffici, sarà ubicata nel Vallo di Diano.
Altro punto toccato in questa riunione
è stato quello della logistica della nuova banca e dell’importanza del Vallo di
Diano in quanto centrale per l’assetto
territoriale della nuova banca. Ce lo
vuole spiegare meglio?
E’ assolutamente centrale il Vallo di
Diano nell’ambito complessivo del territorio della nuova banca e questo lo
pone in posizione preminente proprio
nei servizi logistici che è necessario
svolgere nella nuova banca. Se, infatti,
pensiamo che da qui passa l’autostrada del Sole, si comprende bene come
i trasporti ne siano avvantaggiati. E’
più facile e più economico gestire certi
servizi e certe necessità da questo territorio anziché da altri nei quali è presente la banca, questo ci dà una grande
tranquillità di natura economica perché
ci consente ulteriori economie di scala,
oltre a quelle tecniche riguardanti la gestione classica della nuova banca.
Direttore, questa sera si è potuto notare l’attaccamento dei soci di una
banca di credito cooperativo al proprio territorio; questo si era già notato
con la fusione precedente, quella con
la Banca della Lucania Sud. E’ questa
la dimostrazione di quello stretto legame tra banca di credito cooperativo e
territorio, che si rafforza in una nuova operazione di concentrazione più
grande e più coesa. E’ così?
E’ questa la linfa vitale che mantiene il
credito cooperativo. Questa l’abbiamo
vista anche in altre situazioni, come nel
caso della fusione con la BCC Lucania
Sud e lo stiamo vivendo anche con la
BCC di Sassano. E’ un bene, è un valore
che va preservato, tanto è vero che noi
pensiamo di dotare il territorio di un ufficio soci adeguatamente rappresentato
nel quale devono confluire tutti i soci
di riferimento e che deve interfacciarsi
con le filiali, con la parte tecnica della
banca.
Sopra: Banca del Cilento e Lucania Sud, la filiale
Vallo 1, sede della banca e, sullo sfondo, la Palzzina della Direzione Generale
A fianco: BCC di Sassano, la filiale di Sala Consilina
Una operazione sinergica per creare
sviluppo nelle aree del Mezzogiorno
Obiettivo della fusione è creare una banca più forte, in grado di dare
maggiori risposte alle esigenze dei soci e della clientela
continua dalla prima
l’area del Vallo di Diano, come quella della Lucania
Sud, ha invece un sistema economico non stagionale basato su agricoltura, industria manifatturiera e
inoltre una rete di piccole e medie imprese. Il nuovo
istituto di credito cooperativo potrà servire un territorio nel quale esistono imprese di varia natura e di
tutte le tipologie economiche, un territorio del Mezzogiorno d’Italia che ha risentito della crisi economica in misura maggiore perché risente ancora di uno
sviluppo non perfezionato, deficitario a volte proprio
nell’attività creditizia. E’ la sfida dei soci del credito
cooperativo che si uniscono per cercare di portare a
soluzione problemi di sottosviluppo. E’ un’operazione
di sinergia, di unione di forze, per creare sviluppo non
perdendo l’identità dei territori. Questo sembrerebbe difficile, ma solamente con l’unione,
con la volontà e con l’impegno dei soci, della
clientela e della governance delle due banche
si possono ottenere risultati. Cosa importante è
che gli obiettivi siano ben definiti e che l’obiettivo prioritario sia quello di servire un territorio:
essere emanazione del territorio con uno spirito
di servizio verso coloro che ci hanno permesso
di rendere grandi queste strutture. Obiettivo di
questa unione è creare una struttura più forte.
Questo passa attraverso un’operazione che parte dalle migliori qualità e dalle migliori peculiarità di un territorio per portarle ad elevazione
massima in termini di sviluppo. Il progetto industriale evidenzia come la diversità dei territori,
ognuno con delle proprie caratteristiche economiche,
sociali e demografiche, vada a compenetrarsi e come
lo scambio finanziario tra i territori possa essere un
vantaggio quando diventa funzionale al miglioramento di tutte le realtà economiche presenti sul territorio.
Sono infatti molteplici le sfide e le possibilità che scaturiscono da questa nuova iniziativa, gli stimoli che
ne vengono fuori sono interessanti. Cosa importante
è riuscire a individuare le caratteristiche di priorità
per le quali occorre intervenire. Le banche di credito cooperativo intervengono nella realtà economica
partendo proprio dalle risorse presenti sul territorio,
non sono banche che si approvvigioniamo di raccolta
altrove ed impiegano i fondi raccolti a favore dei soci
dei clienti e del territorio. In questo modo si riesce a
definire una microeconomia, un circuito virtuoso che
crea ricchezza e sviluppo. Come più volte è stato sottolineato, se non ci fossero state le banche di credito
cooperativo, le aree più depresse sarebbero state relegate ad un ruolo certamente più marginale rispetto
a quello attuale.
Nella foto: BCC di Sassano, filiale di Tito nell’area industriale della
provincia di Potenza
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Fusione
La fusione rappresenta una consequenzialità
economica e territoriale
Gli incontri nel Vallo di Diano si svolgono affinché i soci possano decidere
con cognizione di causa
“Noi siamo venuti qui in punta di piedi, rispettando vicedirettore Vito Mancusi.
i soci perché, per noi, i soci sono soci, in ogni occa- “Noi siamo stati invitati dalsione.” Così il vicepresidente vicario della Banca la Federazione Campana” ha
del Cilento e Lucania Sud, Pasquale Silvano Lu- continuato il vicepresidente
cibello, esordisce nel suo intervento dell’incontro Lucibello nel suo intervencon i soci della BCC di Sassano. L’incontro rappre- to “ci hanno contattato e ci
senta la terza tappa di Lucibello: “Questo progetto di fusione crea numerose possiun viaggio
bilità di sviluppo per un comprensorio vasto, una vasta area
per informare i soci del Mezzogiorno: è quindi un progetto serio, ponderato, non
della BCC un progetto per mettere insieme dei numeri.”
di Sassano
sulle specifiche del piano di fusione depositato lo
scorso 29 ottobre presso la filiale della
Banca d’Italia di Salerno. Questi incontri sono stati programmati con l’assenso
di Bankitalia allo scopo di informare sul
piano di unione delle due banche; vi partecipano i membri della governance dei
due istituti e i rappresentanti della direzione generale. All’incontro di Sassano,
oltre al vicepresidente vicario Lucibello,
erano presenti Rosa Lefante, presidente
della
S a s sano,
rappresentanti del Consiglio di hanno chiesto se eravamo interessati a partecipare
Amministrazione all’operazione di fusione con la BCC di Sassano
della Sassano, il dopo che altri istituti di credito cooperativo hanno
direttore generale ritenuto di non voler prendere parte a questa opedella Banca del razione. Abbiamo accettato perché i nostri buoni
Cilento e Luca- rapporti con la BCC di Sassano sono datati: ci pornia Sud, dottor tano al 2011, anno nel quale abbiamo fatto un geCiro Solimeno, il mellaggio, abbiamo fatto dei corsi di formazionie
insieme. Per noi della Banca del Cilento e Lucania
Sud, assentire a questo processo di fusione è stato
un gesto consequenziale. A livello territoriale, infatti, i nostri territori sono confinanti e non ci sono
sovrapposizioni. Quando infatti si fa una fusione,
cosa di fondamentale importanza è che i territori si
completino e non si sovrappongono: abbiamo due
estensioni territoriali diverse e soci completamente diversi che possono integrarsi in un progetto di
banca nuova con maggiori possibilità di assistere i
soci, i clienti e i territori. L’estensione della vostra
banca parte dal Vallo di Diano e va verso l’area
potentina di Tito, la nostra banca, invece, parte dal
Cilento e va verso la Lucania Sud. Quindi, i due
territori si integrano e si rafforzano. Questo progetto di fusione crea numerose possibilità di sviluppo
per un comprensorio vasto, una vasta area del Mezzogiorno: è quindi un progetto serio, ponderato,
non un progetto per mettere insieme dei numeri.”
A sinistra: Silvano Lucibello, vicepresidente vicario della Banca del
Cilento e Lucania Sud
Sopra: Banca del Cilento e Lucania Sud, la filiale di Sapri
Al centro: BCC di Sassano, la filiale di Tito
Il piano di fusione è stato redatto con la
collaborazione della Federazione Campana
I temi su cui si basa il progetto di unione tra il Cilento e il Vallo di Diano sono
la solidarietà e la collaborazione
Il piano industriale di fusione tra Banca del Cilento e Lu- ritenuto che ci fossero le condizioni per creare una banca
cania Sud e la BCC di Sassano è stato redatto con la col- che sapesse meglio rispondere a quelle che erano le esilaborazione della Federezione Campana delle Banche genze del territorio”. Solidarietà e cooperazione, questi
di Credito Cooperativo; lo scopo è quello di creare una i due temi fondamentali sui quali si basa l’idea della fubanca con un territorio
più ampio e più forte in Lucio Alfieri: “la Cilento ha ritenuto che ci fossero le condizioni per
grado di rispondere me- creare una banca che sapesse meglio rispondere a quelle che erano le
glio alle esigenze dei soci
e della clientela. “La Fe- esigenze del territorio, perché in questo ci deve essere una vocazione
derazione Campana” af- alla solidarietà e alla cooperazione”
ferma infatti il suo presidente Lucio Alfieri “ha il
compito di regia e soprattutto quello di verificare che ci sione: considerando i buoni rapsiano le condizioni affinché le banche possano sviluppare porti tra le due banche, rapporti
meglio la propria operatività sul territorio. La Sassano che risalgono al 2011, consideaveva attraversato un momento di difficoltà, la Cilen- rando necessario intervenire per
to, che è stata lo sviluppo del territorio, consisempre sensi- derando, infine, che altri istituti
bile ad opera- di credito cooperativo avevano
zioni straordi- espresso la propria impossibilità
narie, perché ad intervenire in una operazione
in questo ci complessa come la fusione, la
deve
essere Banca del Cilento e Lucania Sud
una vocazione ha accettato la sfida coinvolgenalla solidarie- do lo staff della Federazione neltà e alla coo- la redazione del piano industriaperazione, ha le. “La Federazione” sottolinea
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il presidente Alfieri “ha prestato la propria opera affinché questo progetto potesse avere maggiore possibilità
di successo. Oggi siamo soddisfatti perché sul territorio
c’è una banca che saprà rispondere a quelle che sono le
esigenze della clientela”.
A sinistra Lucio Alfieri, presidente della Federazione Campana delle
BCC.
Sotto: BCC di Sassano, la filiale di Polla
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Fusione
Sassano: la partecipazione dei soci agli
incontri
Lefante: con questo progetto non si perde la propria identità, ma si rafforza
l’efficienza per lo sviluppo del territorio
La sala consiliare del Comune di Sassano era piena, i
soci hanno partecipato attivamente all’incontro sulla fusione con la Banca del Cilento e Lucania Sud, questo
esplica un valore importante e fondamentale, tipico negli
istituti di credito cooperativo: l’attaccamento del territorio, dei soci e delle
aziende alla propria
banca. Nel sistema cooperativistico non vale
il contributo economico che ogni singolo
socio porta con sé, vale
il socio in quanto individuo. Questo è stato
evidente nell’incontro.
I soci hanno partecipato in maniera attiva alle
vicende della banca,
alcune volte anche con
spunti dialettici hanno
manifestato le proprie opinioni sul senso e sul significato
di questa unione di forze: è stata una dialettica costruttiva. Il desiderio dei soci era quello di comprendere il
senso della fusione, di percepirne il significato sul piano
dello sviluppo territoriale. “Questo è il terzo incontro che
stiamo facendo con i soci della BCC di Sassano” afferma
la presidente della BCC di Sassano, Rosa Lefante “stiamo portando a conoscenza dei soci questo progetto di
unione che abbiamo presentato, con il piano industriale
di fusione, lo scorso 29 ottobre presso la filiale della Banca d’Italia di Salerno dalla quale aspettiamo una risposta
entro novanta giorni. Lo scopo di questi incontri con i
soci è quello di portarli a conoscenza di tutte le problematiche che potrebbero nascere, apportare chiarimenti,
esplicazioni. Rispondiamo alle domande dei nostri soci
sulle ragioni di questa fusione.
Anche perché, presidente, i due territori sono contigui,
ma sono anche diversi sul piano economico.
Sono territori un pochino diversi, sia dal punto di vista
economico, sia sul piano sociale e questo implica una
diversa attività sul piano della funzione di fare banca.
La Banca del Cilento e Lucania Sud, ad esempio, basa la
sua attività soprattutto sul settore turistico ed artigianale, la BCC di Sassano, invece, svolge attività soprattutto
con la piccola e media impresa. Questa unione è quindi
necessaria per sviluppare ed integrare meglio i territori,
quello del Cilento con quello del Vallo di Diano, quello
della Lucania Sud con quello centrale e settentrionale
della Basilicata. Queste riunioni hanno anche lo scopo di
tranquillizzare i soci e prospettare le nuove propensioni
di sviluppo di un più grande istituto bancario che uscirà
dalla fusione.
V’è una partecipazione attiva a queste riunioni e questo è un punto di forza che deriva dall’attaccamento dei
soci alla BCC.
Sì, ovviamente. La nostra è una banca che ha ventinove anni. In questo momento alcuni soci ritengono che
la BCC di Sassano possa perdere la propria identità, ma
non è così: è sicura, infatti, la permanenza di tutte le fi-
liali attualmente presenti sul nostro territorio, questo è
stato ribadito con forza anche in questo incontro. Le nostre filiali continueranno ad operare come hanno sempre
fatto a favore dei soci, a favore dei clienti e a favore del
territorio.
Quindi, con la nuova banca, la BCC di Sassano non
perde la propria identità e continua a rimanere legata
al territorio?
Sì, è così. Devo aggiungere che la nuova banca avrà
maggiore capacità di assistere i soci, la clientela e le imprese del nostro territorio.
I soci stiano tranquilli: tutte le filiali saranno operative
e i dipendenti manterranno i livelli occupazionali
Il credito cooperativo è nato per dare assistenza finanziaria alle piccole e medie imprese rurali ed artigiane, il nuovo istituto
che uscirà dall’unione tra la Banca del Cilento e Lucania Sud potrà aprire nuove opportunità per le attività economiche del
territorio che corrisponde alla storica regione della Grande Lucania. E’ un progetto nato per lo sviluppo delle imprese del
territorio e per assistere i soci e le famiglie al fine di assicurare benessere collettivo. E’ questa la sfida, ma è questa anche la
mission del credito cooperativo. Il progetto di fusione in atto anticipa i termini dell’autoriforma del sistema cooperativistico,
va proprio nella direzione di assicurare ai soci, alle famiglie e alle imprese, attori dello sviluppo economico e sociale dei
territori, una banca con dimensioni maggiori in grado di seguire con maggiore efficienza le dinamiche finanziarie delle aree
del Mezzogiorno. Questo piano di fusione anticipa i tempi, perché con l’autoriforma i piccoli istituti di credito sono destinati
a scomparire. Il presidente della BCC di Sassano, Rosa Lefante, ha ulteriormente rimarcato il concetto dell’operatività di
tutte le filiali della banca: i dipendenti continueranno a mantenere i livelli occupazionali e rimarranno tutte le sei filiali, tanto
quelle che operano nel Vallo di Diano, quanto quelle che operano in provincia di Potenza.
Sopra: a sinistra la presidente della BCC di Sassano, Rosa Lefante, a sinistra: Banca del Cilento e Lucania Sud, filiale di Colobraro
A fianco: BCC Sassano: filiale di Sant’Angelo Le Fratte
La cartina sotto mostra il territorio di competenza e le filiali delle due banche di credito cooperativo. L’area della Banca del Cilento e Lucania
Sud, in colore più scuro, si estende da Acciaroli a Tortora lungo la fascia costiera tirrenica per arrivare sino a Valsinni e Colobraro in Lucania,
lungo la Valle del fiume Sinni. Il territorio di competenza si articola in 17 filiali e 45 sportelli bancomat in tre regioni, Campania, Basilicata e
Calabria, e quattro province, Salerno, Potenza, Matera e Cosenza. Il territorio della BCC di Sassano si estende nel Vallo di Diano e nell’area
occidentale del potentino con 6 filiali.
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Impresa del mese: la Bulfaro SpA
Infrastrutture, edilizia e ambiente: i primi
quarant’anni dell’azienda
La Bulfaro SpA rappresenta l’eccellenza lucana in tutta Italia, negli ultimi anni
ha diversificato il suo impegno nel settore ricettivo e ristorativo
Grandi opere infrastrutturali pubbliche e
private, progetti di edilizia civile e residenziale, attività nel settore dell’ingegneria ambientale e delle fonti rinnovabili, la
Bulfaro SpA è presente sul mercato da
quarant’anni. Da ditta individuale per
opere pubbliche in subappalto a grande
società nazionale. Incontriamo Antonio
Bulfaro, storico socio della Banca del
Cilento e Lucania Sud, nella sede legale dell’azienda a Senise. “Abbiamo circa 150 dipendenti” afferma Bulfaro “al
momento, nonostante la grande crisi non
ci possiamo lamentare nonostante. Stia-
mo approfittando un po’ dei lavori sulla
SA-RC e di appalti che abbiamo vinto
un po’ in giro per l’Italia, perché noi spaziamo dal Sud, da Reggio Calabria, fino
all’estremo Nord.
Come nasce e, soprattutto, come si evolve il gruppo Bulfaro?
Ho avviato la prima azienda a livello
individuale quarant’anni fa, siamo poi
cresciuti. Attualmente rappresento un
gruppo di sei aziende di proprietà della
famiglia Bulfaro.
Una lunga storia, ma soprattutto un
duro lavoro…
I tempi si sono certamente evoluti. Dobbiamo dire che il governo non aiuta molto la classe imprenditoriale e noi siamo
purtroppo sottoposti sempre a sacrifici
ulteriori. Nel mio caso quest’anno compio quarant’anni di azienda.
Quarant’anni di attività nel sistema
economico del Sud e dell’intera penisola, le aziende, oltre al fattore prettamente imprenditoriale, hanno una valenza sociale nel senso che hanno anche
responsabilità nel contesto sociale nel
quale operano. Questo è più visibile nel
dare lavoro ad operai e maestranze, ma
è possibile notarlo anche nello svolgimento della propria attività quotidiana.
In che modo la Bulfaro SpA svolge questa funzione, considerando il fatto che
Lei è anche sindaco del
comune di Roccanova?
Noi non badiamo solo a
un discorso redditizio,
ma ci rendiamo conto che
nel sociale ci sono grosse
difficoltà. Quindi, miriamo ad andare avanti e per
fortuna i fatturati sono anche aumentati e questo ci
permette di mantenere se
non addirittura di aumentare il personale che avevamo. Speriamo di poterci
riuscire anche negli anni a
venire perché si rischia di
impoverirsi sempre di più.
Com’è andato questo periodo di crisi?
Fino al 2008, per la verità,
si andava abbastanza bene.
Dal 2008 abbiamo subito
questa forte crisi, noi l’abbiamo superata con enormi sacrifici. La nostra è
una gestione familiare. E’ coinvolta tutta
la famiglia, in primis i due figli, ma anche la moglie. Quindi anche se la Bulfaro
è una società per azioni, è a conduzione
familiare. Negli anni, abbiamo cercato di
diversificare nel campo dell’immobiliare
e nel campo della ristorazione alberghiera, questo anche per cercare di contribuire a quell’aspetto sociale dell’impresa di
cui parlavamo prima.
Il segreto di questa impresa è anche
quello di essere stati al passo coi tempi,
di specializzarsi in vari settori. E’ così?
I tempi si sono evoluti. Con l’entrata
dei figli in azienda, uno è tecnico e uno
è commercialista, abbiamo certamente
innovato con contabilità industriale. Ab-
biamo cercato di
stare al passo con i
tempi e questo ci ha
permesso di competere anche sul piano nazionale. Ora
stiamo guardando
anche
all’estero
perché i confini nazionali cominciano
ad essere un po’
stretti per i fatturati
che stiamo portando avanti.
Da imprenditore a
sindaco. Lei è primo cittadino di Roccanova, il comune
nel quale vive. In questa veste, la funzione sociale è maggiormente evidente,
soprattutto in questo periodo di tagli dei
trasferimenti statali. Come nasce questa
passione per la politica?
Mah, devo dire che io sono un imprenditore prestato all’amministrazione più che
alla politica, opero facendo il sindaco con
la stessa mentalità, perché ritengo che in
un individuo la formazione sia sempre la
stessa. Mi sono prestato all’amministrazione di un piccolo paese con grandi problemi, ma per dare una mano nel sociale,
perché è il paese dove vivo, perché tanti
amici mi hanno pregato di ricandidarmi,
perché l’ho fatto in precedenza per dodici anni, per cercare, fin dove è possibile,
di portare avanti un paese e di dare una
mano. E’ un comune povero considerando che, purtroppo, il governo non dà una
grande mano in questo momento.
Lei è uno dei soci storici della BCC Lucania Sud che poi si è fusa con la Banca
del Cilento, dando vita alla BCC del Cilento e Lucania Sud….
Anzitutto, io sono stato socio della Cassa
Rurale e Artigiana di Roccanova, che è
stata poi inglobata nella ex BCC del Pollino, da questa è diventata poi BCC Lucania Sud e poi, ancora, Banca del Cilento
e Lucania Sud. E’ stata, la CRA, una piccola banca che man mano è cresciuta ed
oggi è una realtà abbastanza grossa.
Cosa è cambiato nei suoi rapporti con la
BCC?
Direi che non si è perso il contatto con la
dirigenza, partendo dal rapporto con la filiale dove opero fino alla direzione generale. Io ritengo di avere un ottimo rapporto
con una banca che è fortemente radicata
sul territorio, le risposte sono abbastanza
celeri. E’ stato un lungo commino che sta
andando abbastanza bene.
Cosa è cambiato, a suo avviso, dopo la
fusione tra la Lucania Sud e la Cilento?
Il rapporto di radicamento si è irrobustito, ho avuto modo di dichiararlo anche in
un’assemblea dei soci. Quando è avvenuta la fusione con la Cilento, c’era qualche perplessità perché, essendo inglobati
da una banca più grossa, si temeva di
non avere più quel potere contrattuale
di prima. Invece il rapporto è rimasto invariato, anzi è migliorato e poi, con una
patrimonializzazione superiore, si sono
avute risposte anche in termini di numeri
più consistenti.
Cosa ne pensa di questo nuovo cammino intrapreso con la BCC di Sassano?
In questo voglio far riferimento alla mia
esperienza personale e imprenditoriale. Partendo dal nulla, io, infatti, sono
partito dal nulla, ho tenuto sempre sotto controllo l’evolversi della situazione.
Vedo bene questa ulteriore fusione con la
Sassano, pur non conoscendone i dettagli
e lo stato patrimoniale. Vedo bene questa
nuova fusione perché si vanno ad allargare i confini territoriali, un invito che
mi sento di fare alla governance è quello
di vigilare, cosa che sicuramente hanno
fatto e faranno, perché nel momento in
cui si pere il filo si potrebbe rischiare il
peggio.
Sopra: la sede legale della Bulfaro SpA a Senise
A sinistra. Sopra: Antonio Bulfaro, amministratore della Bulfaro SpA. Sotto: uno dei cantieri
dell’azienda.
Da ditta individuale a Società per Azioni:
i quarant’anni dell’azienda Bulfaro
Nel 1975 nasce la Ditta Bulfaro Antonio, impresa individuale che inizia la propria
attività realizzando opere pubbliche in subappalto. La prima attività di grande rilievo
per la società è la prestazione di trasporto terra per l’impresa Lodigiani durante la
costruzione dell’invaso di Monte Cotugno, la più grande diga d’Europa in terra battuta. Nel 1978 la ditta ottiene la prima iscrizione all’Albo Nazionale Costruttori. Nel
’94, inizia il percorso di crescita della ditta Antonio Bulfaro che, allargata la zona
di intervento a tutto il Sud Italia, costruisce il suo primo stabilimento di estrazione
e lavorazione degli inerti e di produzione di conglomerati cementizi (Stabilimento
di Serrapotamo di Castronuovo, in provincia di Potenza. L’anno successivo la ditta
individuale si trasforma in Società a Responsabilità Limitata Bulfaro Costruzioni S.r.l.
A solo un anno dalla costituzione della Bulfaro Costruzioni S.r.l. , l’azienda estende ulteriormente i confini della propria attività e apre i cantieri per il Comune di
Courmayeur, provincia di Aosta e dell’Ente Magistrato del Po, dando inizio ad un
percorso di crescita continuo che le ha permesso di diventare un importante player
a livello nazionale. Nel 2001, la posizione dell’impresa nel mercato della produzione
di conglomerati cementizi e bituminosi é consolidata e potenziata dall’acquisizione
della Società Sinnica Strade S.r.l., già leader da decenni nel mercato. Nel 2006 la
Bulfaro Costruzioni S.r.l. acquisisce S.M.I.M.A S.r.l., società operante nell’estrazione
e nella trasformazione degli inerti prelevati dalla cava di proprietà e nella produzione
6
di conglomerati cementizi, al fine di perseguire l’obiettivo di garantire il controllo
dell’intero ciclo produttivo. Con questa operazione la Bulfaro Costruzioni diventa leader nell’area di riferimento anche per la fornitura di calcestruzzo, asfalti e inerti. Nel
2009, la società decide di diversificare e ampliare le attività strategiche d’impresa attraverso l’acquisizione del Midi Hotel, struttura alberghiera che svolge anche attività
di ristorazione e convegnistica , situata a cento metri dallo svincolo autostradale della
Salerno - Reggio Calabria e all’ingresso di Lagonegro. Attraverso un’operazione di
fusione per incorporazione, inoltre, la società Sinnica Strade S.r.l. e S.M.I.M.A. S.r.l.
si fondono nella Bulfaro Costruzioni S.r.l. Nel 2010 la crescita raggiunta attraverso
le operazioni di acquisizione e fusione e la realizzazione del nuovo piano industriale
determinano la trasformazione della Bulfaro Costruzioni S.r.l. in Bulfaro S.p.A.: inoltre, l’acquisto del ramo d’azienda della Sinnica Beton S.r.l. comprendente lo stabilimento di Lagonegro consente di aumentare in modo rilevante la produzione di CLS. In
questi ultimi anni, nell’ottica di complementare l’attività svolta dall’impianto di CLS
di Lagonegro, inizia la costruzione dello Stabilimento di Lauria che comprende due
impianti di betonaggio, di frantumazione e selezione inerti e integrerà la produzione
di Lagonegro per le forniture a servizio della realizzazione dell’autostrada SA-RC.
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Una filiale al mese: Senise
La vivacità di una filiale storica della Valle
del Sinni
Giuseppina Morano: “mi faceva piacere calarvi nella realtà del senisese e
farvi conoscere l’aspetto dell’imprenditoria femminile”
Donne in azienda e negli istituti di credito in un tessuto sociale e produttivo molto
vivace che non si limita al solo comparto
agrario ed enogastronomico, ma che è attivo anche nella grande e media impresa e
nel commercio. Potrebbe essere questa la
sintesi della realtà di Senise, sono queste le
attività produttive nelle quali opera la filiale
di Senise della Banca del Cilento e Lucania
Sud, alla cui guida è una donna, Giuseppina Morano. “Senise è una delle filili della
ex Pollino” ci racconta infatti la dottoressa
Morano “comunque è una filiale storica.
Mi faceva piacere, visto che avevo notato
che nelle interviste precedenti era stato dato
poco risalto alla figura della donna, raccogliendo, in varie occasioni, le sollecitazioni
da parte dei nostri clienti e soci, mi faceva
piacere, dicevo, calarvi direttamente nella
realtà del senisese e farvi conoscere anche
questo aspetto dell’imprenditoria femminile. Mi faceva molto piacere anche perché,
da donna, era importante sottolineare questa particolarità.
Il territorio della filiale di Senise, quindi, è
molto vivace: si tocca con mano un certo
interesse a fare impresa non soltanto da
parte dei giovani, ma anche delle donne?
Abbiamo diversi clienti, anche socie donne, soprattutto in una fascia di età media:
è evidente l’attaccamento e il radicamento al territorio. Senise è una delle poche
realtà della zona che non vive, in maniera
evidente, il fenomeno dello spopolamento
ed è veramente importante. Io, ritornando
a Senise da esperienze lavorative al Nord,
ho notato questa conferma di imprenditorialità da parte di giovani e di donne, in tutti
i settori, da quello prettamente agricolo a
quello manifatturiero, finanche ad attività
tipicamente maschili come abbiamo potuto
notare per l’attività della signora Brunella
Gigliuti. (cfr. pagina successiva)
Come va la filiale e quali sono le sue masse?
La filiale di Senise, a livello di masse, ha
registrato circa 25ml di euro di raccolta,
più o meno siamo sotto i 10ml a livello di
impieghi. Quanti ai rapporti di conto corrente, che sono poi quelli che più denotano la caratteristica della tecnicità della
banca, abbiamo più o meno 900 rapporti.
Questo è stato un anno positivo perché le
masse sono state mantenute, sono state
anche incrementate. E’ stato considerevole anche l’aumento della raccolta, questo
fa piacere e conforta soprattutto in questo
periodo. Leggevo l’altro giorno del decreto
salvataggio delle banche e quindi i clienti
sono in qualche modo preoccupati anche in
prospettiva delle nuove normative. Ci conforta questo discorso di attaccamento alla
banca, forse perché nel credito cooperativo
c’è sempre stato questo senso di vicinanza
della banca al territorio e del territorio, attraverso i nostri clienti, alla banca.
fine riusciamo a comprenderci.
A Senise sembra vi sia una certa effervescenza imprenditoriale anche nel mondo
giovanile, è così?
Guardi, le faccio un esempio. Mi è rimasta impressa, nell’ultimo anno, l’idea di un
ragazzo, figlio di nostri clienti, che, nel ripostiglio di casa, si è inventata l’attività on
line di commercializzare i rifiuti speciali:
raccoglie toner dei computer, dischetti ed
Lei ha avuto esperienze di lavoro nel
mondo del credito cooperativo anche in
altri territori italiani, ci sono, a suo avviso,
delle differenze rispetto a BCC che operano in territori più vasti rispetto a questo?
Tecnicamente qualche differenza c’è. Io
conosco Senise da quando ci venivo al liceo, tra i nostri clienti ci sono anche persone con cui, magari, sono
andata a scuola, quindi
anche se a livello di criteri
di conduzione della banca
questo discorso non fa tanto testo, perché sappiamo
bene quali sono i paradigmi
da seguire, però questo è
diverso rispetto ad una realtà quale può essere Roma,
piuttosto che Milano. Mi
spiego meglio, i principi del
credito cooperativo, della
cooperazione e del mutualismo sono sempre gli
stessi perché ci contraddistinguono, però,
necessariamente, per forza di causa maggiore, c’è una peculiarità diversa rispetto
alle grandi realtà.
Il cliente viene in banca anche perché
vede la banca come consulente….
Come consulente, come il confessionale
del prete. Tante volte, soprattutto negli ultimi tempi di crisi, la gente viene a piangere, come si suol dire, ma anche a parlare di
quelli che sono i sogni, le aspettative che si
hanno rispetto al futuro; è come se ci fosse
un sorta di rapporto familiare molto stretto.
A volte è anche difficile perché questo, tecnicamente potrebbe non permettere di essere lucida anche nella gestione, però alla
altre cose del genere, in qualche modo li
ricicla e li rivende. Questa vivacità giovanile è positiva perché ci permette di sperare nel futuro. Speriamo anche negli interventi che ci saranno a livello regionale.
Voglio agganciarmi al discorso del Piano
di Sviluppo Regionale che è stato appena
approvato: se ricordo bene saranno finanziate oltre seicento attività agricole, quindi
considerando il contesto economico locale,
che si basa principalmente sull’agricoltura,
è noto, ad esempio, il famoso peperone senisese, credo che si possano avere buone
aspettative.
Ecco, Lei ha citato il peperone di Senise,
il famoso crusk o zafaran, che nel 1996
ha ottenuto il marchio IGT. Questo farebbe pensare che Senise sia un comprensorio essenzialmente agrario, invece non
è così: esistono e sono attivi anche altri
comparti. E così?
Esiste un tradizionale comparto agricolo,
ma, non di meno, in questi ultimi anni vi
è stato uno sviluppo diverso: ci sono impianti produttivi, come quelli che abbiamo
visitato, ci sono realtà grosse a livello in-
dustriale, c’è la Pangaro, la Italmico, che
trasforma la produzione agricola per cui
parte dal seme, crea il prodotto poi dopo
lo trasforma e lo commercializza, c’è la
Italgraniti che comunque è un’azienda a
livello mondiale che ha stabilimenti anche
nel Sud America e nel Nord Africa, quindi c’è una vivacità economica abbastanza
variegata.
Banca e crisi, un binomio di cui spesso
negli ultimi tempi si legge con frequenza sulla
carta stampata, in che
modo la filiale di Senise
della Banca del Cilento e
Lucania Sud ha aiutato i
soci e la clientela in questo periodo di crisi?
Guardi, a mio avviso,
l’argomento della crisi non è un discorso da
cui si può dire di essere
scampati; è ovvio che
se ne risente ogni giorno nell’operatività.
Ci sono stati dei momenti nei quali abbiamo dovuto far fronte a situazioni difficili
perché magari si era nel pieno della crisi
e non si riusciva ad arrivare a fine mese,
però, anche in quei momenti, abbiamo cercato d’essere vicini alle famiglie e al piccoli imprenditori. Lo abbiamo fatto anche
attraverso proposte innovative, ad esempio
l’anno scorso abbiamo lanciato il prestito
di fine esercizio proprio per essere vicini
alle piccole e medie imprese, un finanziamento per far fronte alle scadenze di fine
anno rimborsabile in dodici rare con dei
tassi assolutamente vantaggiosi. Abbiamo
cercato di mantenere questo discorso di vicinanza col territorio in tutti i suoi aspetti.
A sinistra: la filiale di Senise In alto: interno della filiale. Qui sopra: il personale della filiale (da
destra: Gulfo Mariano, addetto commerciale fidi,
Morano Giuseppina, preposto di filiale, Larocca Nicola, operatore, De Pizzo Concetta, vice preposto,
Mastrosimone Anna Maria Stefania, cassiera. Oltre
ai presenti in foto il personale di compone di Modarelli Sandro, nucleo manovra.
Senise è un comune di più di settemila abitanti che ha
contenuto il flusso di spopolamento
Senise è un comune della provincia di Potenza con 7.245 abitanti. Questa popolazione residente fa sì che il comune sia al nono posto
per numero di abitanti in provincia e diciassettesimo in Basilicata. E’ il centro più importante della Valle del Sinni. Nel corso degli
anni, il comune, rispetto ai territori limitrofi, ha contenuto in misura consistente il flusso di spopolamento. Nel grafico sotto viene
riportata la variazione percentuale della popolazione di Senise in raffronto alla popolazione provinciale e regionale tra il 2002 e il
2014. Si nota come le variazioni negative si concentrino negli anni che vanno dal 2008 al 2012, andamento che inizia molto più tardi
rispetto al riferimento provinciale e regionale. Sin può notare, inoltre, come nel 2013 questo andamento negativo si blocchi per arrivare nell’anno successivo ad un saldo positivo di +0,7%, rispetto alle percentuali negative degli altri due dati presi in considerazione. Il centro storico di Senise è caratterizzato da gradinate e da piccole stradine, attraverso le quali si arriva all’imponente Castello
con torri e merlature costruito nel 1200 e rifatto nel 1400. Bella è la chiesa di San Francesco, al cui interno sono conservati un crocifisso ligneo del XIV sec., un coro
del XVI sec., un organo del XVII
sec., alcune tele del XVIII sec., affreschi del XIV e XV secolo ed un
importante polittico del 1523 di
frate Simone da Firenze. Notevole
è la chiesa Madre dedicata a Santa Maria della Visitazione. Poco
fuori dall’abitato si trova l’antico
Convento dei Cappuccini fondato
nel 1596. Nel comune di Senise,
a poca distanza dal centro, è la
“Diga di Monte Cotugno”, la più
grande d’Europa in terra battuta,
con una superficie di 20 Kmq.
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Soci del mese: Maria Brunella Gigliuto e Maria Rosa Carpino
Una donna a capo di un’azienda lucana
di estrazione e lavorazione inerti
“L’impresa è cresciuta di anno in anno, non mi vergogno di dire che per
me è come se fosse il terzo figlio”
Ha quasi trent’anni l’impresa di estrazione e lavorazioni inerti di Maria Brunella
Gigliuto a Senise, fornisce le maggiori
imprese della Basilicata. E’ stata una bella
avventura. Quando siamo andati a trovarli
in azienda ci raccontano dei sacrifici e del
lavoro duro dei primi anni, poi l’impresa
è cresciuta, anche se ora la burocrazia regionale rischia di rallentare i progetti futuri
di sviluppo. “L’azienda nasce nel 1987”
ci racconta la signora Gigliuti, titolare
dell’azienda socia della Banca del Cilento
e Lucania Sud “è cresciuta anno per anno
ed io non mi vergogno di dire che è il terzo
figlio perché ogni anno abbiamo cercato di
fare dei miglioramenti. I problemi ci sono
stati, problemi che tuttora esistono e che
sono soprattutto relativi alla troppa burocratizzazione, perché noi abbiamo bisogno
di concessioni regionali. Questo è il nostro
handicap: stiamo riscontrando, tanto immobilismo a livello regionale”
Questo frena l’attività dell’impresa?
Questo ci frena tantissimo perché potremmo fare degli ulteriori passi avanti
soprattutto in questo momento, in cui noto
da parte della banca con cui opero da tanti anni, la filiale di Senise della Banca del
Cilento e Lucania Sud, tanta disponibilità
venirci incontro, a darci una mano anche
nella fase di investimento. Invece dobbiamo rinunciare di fronte all’incertezza assoluta. Avevamo in mente di ampliare, con
altri mezzi e altri progetti, volevamo assumere altro personale, purtroppo a fine anno
se le cose non cambiano saremo costretti a
licenziare.
Quanto personale avete ora in azienda?
In questo momento abbiamo tre dipendenti a tempo indeterminato e poi ci sono io,
c’è mio figlio e mio marito. Attualmente,
quindi, siamo in sei. Ci sono stati momenti
in cui i dipendenti erano sedici, però parliamo di altri tempi, periodi nei quali non
c’era questa crisi e si lavorava. Ripeto, i
progetti erano di assumere almeno altre tre
figure che aveva già individuato, però, di
fronte alla incertezza di avere la possibilità
di lavorare, siamo costretti a fermarci per
il momento.
Oltre ai problemi legati alle concessioni,
quali sono le altre problematiche del fare
impresa nel Mezzogiorno?
Diciamo che il mondo dell’imprenditoria
è un mondo strano perché nell’arco di una
settimana ti cambiano le cose, nel senso
che se hai degli insoluti, se hai degli effetti
che non ti vengono pagati, chiaramente devi farvi
fronte con le tue capacità.
Personalmente, devo essere
sincera, ogni volta che ho
avuto un problema, perché
purtroppo i problemi esistono e in questo caso parliamo
di problemi economici, ho
sempre cercato di chiarire
questo problema, di portare
il mio problema in banca e
ho sempre trovato una solu-
zione.
Questo a suo avviso avviene perché su questo
territorio insiste una
banca di credito cooperativo oppure perché
dipende anche dal fatto che questa banca si
avvale di persone che
ben conosce i clienti e
i soci?
Credo che sia la sintesi
di tutte e due le cose. Il fato che ci siano
persone che ti conoscono da tanti anni, sanno il tuo modo di operare, è importante. È
importante stabilire un rapporto basato su
tante cose, sulla fiducia, sulla conoscenza
della persona. Questo credo che sia importante in ogni tipo di rapporto
Lei è una donna a capo di un’azienda la
cui composizione è essenzialmente maschile. Come nasce questa idea?
Ho ripreso un progetto che già esisteva.
Questo impianto già esisteva. È sembrato
strano che a riprenderlo sia stata proprio io.
All’inizio ricordo, parecchi colleghi, gestori di impianti del genere, mi avevano
consigliato di rinunciare oppure di associarmi, perché questa figura femminile era
vista strana. Consideri poi che, con la mia
titolarità, siamo partiti nel 1987, quindi un
bel po’ di anni fa, quando ancora la figura
della donna aveva dei limiti, soprattutto in
questo campo. Nelle cose, però, bisogna
crederci, non bisogna dare tanto retta agli
altri. Sono dell’avviso che se si ha un’idea
e ci si crede, bisogna portala avanti.
Lei ha due figli: uno è un ingegnere aerospaziale, vive e lavora fuori, un altro, più
piccolo, vuole seguire le orme dei genitori
e attualmente sta lavorando in azienda.
In questo momento di crisi, che cosa si
sente di dirgli?
Sono sentimenti contrapposti, perché da
un lato, da un punto di vista egoistico, mi
fa piacere che uno dei figli abbia deciso di
rimanere qua. Dopo tanti sacrifici, questo
ragazzo che non decide di lasciare il paese,
di non lasciare l’azienda, ti rende felice ed
orgogliosa nello stesso tempo. Dall’altro
lato, l’incertezza è troppa e mi preoccupo
per il suo futuro.
Lei è una socia storica della BCC, era già
socia della Banca del Pollino prima che
diventasse Banca della Lucania Sud e
poi Banca del Cilento e Lucania Sud. A
distanza di anni da questa ultima fusione
ormai andata a regime, cosa ne pensa?
All’inizio, devo essere sincera, da noi soci
di questa zona, la fusione non era vista
bene, col passare del tempo, però, ci siamo ricreduti perché abbiamo la coscienza
di operare in una banca che ha più peso e
questo per noi è importante oltre che come
soci anche come clienti. E’ stata una cosa
positiva.
Positiva in che senso?
Far parte di una banca più grande significa lavorare a livelli più alti, livelli che una
banca più piccola non ti può offrire. Vorrei
che anche in questa banca, nel CdA, fossero più presenti le donne perché da quello
che ho visto la figura femminile è quasi
inesistente. Questo l’ho sempre detto. Anche noi donne, volendo, sappiamo essere
brave come gli uomini. Anzi, le dico di più,
credo che uno dei complimenti più brutti
che si possa fare ad una donna è quello di
dire che ha gli attributi come un uomo:
non abbiamo bisogno di quello.
A sinistra: in alto Maria Brunella Gigliuti, titolare
dell’azienda di estrazione e lavorazione inerti, in
basso, una parte dell’impianto
Sopra: la signora Gigliuti col figlio
Il commercio di un marchio nazionale nelle
mani di una giovane donna di Senise
Maria Rosa Carpino: “Siamo a Senise da circa quindici anni e abbiamo iniziato
a lavorare direttamente con questa filiale della banca”
“Siamo a Senise da circa quindici anni
e abbiamo iniziato a lavorare direttamente con questa filiale” così descrive
il rapporto con la realtà commerciale di
Senine, Maria Rosa Scarpino, titolare di
8
un negozio della Sisley. Cinque lustri
fa partiva la scommessa di una giovane
donna, un’attività commerciale legata
ad un marchio nazionale molto gettonato tra i giovani, certamente sono stati
anni di duro lavoro aggravati dalla
crisi dei consumi che seppur in maniera indiretta ha un po’ inciso sulle
propensioni all’acquista. “Fino ad
ora nonostante le prospettive non
fossero così rosee stiamo ancora
in piedi” afferma orgogliosa Maria
Rosa Scarpino “nonostante la crisi
e un po’ di contrazione dei consumi
riusciamo a sopravvivere”
In che modo la filiale di Senise della Banca del Cilento e Lucania Sud
vi ha affiancati?
Il rapporto con la banca si può dire che
sia un rapporto familiare perché si impronta su un rapporto di fiducia e conoscenza, non si hanno difficoltà ad interloquire con il dipendente o col preposto,
anzi sto con loro perché si è instaurato
questo rapporto di amicizia.
Come è cambiata l’attività in questi
anni di crisi?
In questo periodo si cerca di approfittare
della scontistica, anche se il nostro marchio è un marchio che tira soprattutto tra
i giovani che acquistano anche quando
non è periodo di sconti. Devo dire che
per quanto riguarda il nostro marchio a
livello di vendita non vi è stata una vera
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e propria crisi, più o meno la situazione
è rimasta uguale.
In che modo la BCC vi ha affiancato?
L’affiancamento è avvenuto e avviene
quando ci sono da fare anticipazioni.
Nel nostro settore vi sono delle operazioni di carattere commerciale per le
quali l’affiancamento di un istituto di
credito è importante ed è importante
che questo avvenga attraverso una banca che riesce a vedere la fiducia perché
conosce le potenzialità della persona. Si
riesce così a stabilire un rapproto di fiducia reciproca.
Maria Rosa Carpino: titolare di un negozio della
Sisley a Senise
Riforma del Credito Cooperativo
Commissione Finanze della Camera:
incontro sulla riforma delle BCC
Federcasse: le BCC non saranno ridotte a “semplici filiali” di un gruppo, ma
vi sarà ampia partecipazione e condivisione
Il tema della riforma del Credito Cooperativo, nella fase di avvicinamento
all’atteso provvedimento governativo
che definirà il nuovo assetto organizzativo di sistema, è stato oggetto di un
incontro informale, a metà novembre,
organizzato dai Gruppi parlamentari di
maggioranza della Commissione Finanze della Camera. L’incontro, al quale
per Federcasse (la Federazione italiana
delle Banche di Credito Cooperativo e
Casse Rurali) ha partecipato una delegazione guidata dal Presidente Alessandro Azzi, ha consentito ai parlamentari
di maggioranza della Commissione
di svolgere ulteriori approfondimenti
su alcuni temi specifici del progetto di
autoriforma, così come evidenziati dal
dibattito che lo scorso 15 ottobre si era
tenuto nell’ambito del Seminario Istituzionale organizzato a Palazzo Madama
dalle Commissioni Finanze e Tesoro di
Camera e Senato. Nel corso dell’incontro hanno preso la parola sia Presidenti
di Federazioni provinciali, regionali e
interregionali sia Presidenti e Direttori
di singole BCC. Il presidente Azzi ha
ringraziato il presidente della Commissione, on. Maurizio Bernardo, il capo
gruppo del PD on. Michele Pelillo, e i
parlamentari presenti sia per l’attenzione
al progetto di autoriforma, sia per l’opportunità offerta di confronto. Ha inoltre
espresso gratitudine, loro tramite, per
l’occasione inedita e preziosa concessa
dal Governo per contribuire a scrivere
le nuove norme. Azzi ha anche ricordato come Federcasse rappresenti 360 su
368 BCC oggi attive in Italia e come il
percorso di elaborazione, discussione e
sintesi sia stato particolarmente intenso e
partecipato sia a livello nazionale sia livello territoriale. L’intensità del confronto sviluppatosi negli ultimi mesi è stato
ricordato anche da alcuni altri esponenti
del Credito Cooperativo intervenuti nel
corso dell’incontro. Dopo aver ripreso
alcuni dei 10 punti del progetto di autoriforma condiviso ed approvato dal Consiglio Nazionale sin dal mese di giugno
e per tempo consegnato alle Autorità, ha
ribadito come la missione di Federcasse
- la cui governance è affidata a un Comitato esecutivo composto dai Presidenti di
tutte e quindici le Federazioni Locali che
sono anche presidenti di altrettante BCC
- sia quella di contribuire a costruire (nel
solo assetto possibile e sostenibile, vale a
dire quello dell’unità pur con le indispensabili razionalizzazioni) le migliori
condizioni di contesto regolamentare
per lo sviluppo delle
attività delle BCC
e di tutto il Credito
Cooperativo italiano, affinché possano
esprimere tutta la
propria biodiversità
e la propria inimitabile natura mutualistica. Una proposta
che prevede già in
norma primaria l’autonomia per la singola banca cooperativa commisurata
alla propria
meritevolezza, che conferma la sovranità delle
basi sociali
se la propria
BCC è in
buone condizioni
di
salute, che
precisa esplicitamente
come il Gruppo Bancario Cooperativo
debba essere funzionale allo sviluppo
delle finalità mutualistiche della singola BCC. Il tema dell’autonomia della
BCC, graduata in modo proporzionale
alla propria rischiosità oggettivamente
misurata sulla base di parametri predefiniti, e il tema dell’integrazione a gruppo
su base contrattuale (una realtà dai profili
innovativi quale dovrà essere il Gruppo
Bancario Cooperativo) sono stati sviluppati in modo articolato, richiamando
il concetto che la singola cooperativa
bancaria a mutualità prevalente, nella
nuova éra dell’Unione Bancaria, non è
più considerata sostenibile. Le BCC non
saranno dunque ridotte a “semplici filiali” del Gruppo. Anzi. E’ uno dei punti
qualificanti di un progetto condiviso in
modo ampio all’interno della categoria
secondo i meccanismi di partecipazione
e rappresentatività interna che la stessa
si è data. Azzi ha anche rimarcato come
sostanzialmente tutte le proposte di Federcasse siano state ritenute opportune e
funzionali dalla Banca d’Italia (in questo
senso l’intervento del Responsabile del
Dipartimento Vigilanza dell’Autorità di
Vigilanza, dr. Carmelo Barbagallo al Seminario del 15 ottobre scorso in Senato),
tra le quali il controllo della maggioranza del capitale della capogruppo da parte
delle BCC. E l’indipendenza è un principio antico e modernissimo del Credito
Cooperativo che viene oggi confermato,
diversamente da quanto previsto dalla bozza di decreto del gennaio scorso.
Altro tema affrontato, quello della possibilità - naturalmente confermata - per
le BCC che non intendessero aderire al
Gruppo Bancario Cooperativo di potersi
trasformare in una banca popolare o società per azioni. “Il patrimonio indivisi-
BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015
bile delle BCC (oltre 17 miliardi di euro
su un totale di 20 miliardi di fondi propri complessivi) è frutto delle scelte e
del lavoro di diverse generazioni di soci,
non è nella disponibilità degli attuali e
le norme prevedono in tal senso percorsi coerenti con quanto previsto dalla Costituzione”, ha ricordato ancora il
presidente di Federcasse. Infine, il tema
dell’unità del Credito Cooperativo italiano. “Oltre ad essere l’unica prospettiva sostenibile nel medio e lungo periodo
- ha spiegato Azzi - risulta anche una opzione strategica preferibile e funzionale
al rafforzamento del sistema, come sottolineato recentemente sia da esponenti
del Governo sia dal Governatore della
Banca d’Italia. Una scelta motivata da
ragioni economiche, industriali, di stabilità”. “La riforma delle BCC - ha ribadito - dovrà portare ad un’unica realtà che
valorizzi le eccellenze dei gruppi industriali già presenti nel Credito Cooperativo e dovrà avere dimensioni idonee ad
attrarre capitali esterni, a investire consistentemente in innovazione e sviluppo,
ad assicurare stabilità, a prevenire e sostenere eventuali criticità”. La presenza
di più gruppi bancari cooperativi porterebbe intuitivamente ad una frammentazione che indebolisce tutto il sistema,
ad affievolire la propria capacità di stare
sul mercato, ad una nefasta concorrenza
interna, al rischio di escludere una parte
delle BCC. Azzi ha concluso il proprio
intervento esprimendo fiducia nella possibilità che si possa varare presto e bene
una riforma efficace e lungimirante.
Fonte: creditocoopertivo.it
In basso a sinistra: Montecitorio, sede della Camera dei Deputati
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La BCC nel 2015: gli interventi nel sociale
La nuova statua di San Bartolomeo per
la chiesa di Pellare
L’estate prossima l’opera dello scultore Emanuele Stifano sarà posta sul
sagrato della chiesa di Pellare
Un parallelepido di marmo di Carrara di una settantina
di quintali per un’opera d’arte a favore della comunità di Pellare: lo scultore cilentano Emanule Stifano
sta lavorando alla statua che rappresenterà il martirio
di San Bartolomeo. L’iniziativa parte dalla Banca del
Cilento e Lucania Sud, dal
presidente Francesco Castiello. Un paio di anni fa,
lo scultore cilentano venne
premiato con la medaglia
d’oro del Presidente della
Repubblica in occasione
della manifestazione “Cento Pittori e Scultori per
Vallo”. L’opera premiata
rappresentava il martirio di
San Bartolomeo, una statua immensa e bellissima, a
forma piramidale. Nacque
allora l’idea di posizionare quell’opera nella chiesa
di Pellare, ma era già stata
venduta. Si sviluppa così il
progetto di acquistare un
nuovo blocco di marmo e
scolpire un nuovo martirio
finanziando il tutto con i
fondi dell’indennità presidenziale. L’opera è in corso d’opera, ne abbiamo potuto scattare qualche foto
mentre lo scultore era al
lavoro. La figura del santo
è longitudinale, rappresenta il momento dello scorticamento, “E’ proprio il
martirio di San Bartolomeo” afferma lo scultore
“è il momento dello scorticamento, sarà scolpito
con un lembo di pelle staccato dall’opera”. La
scultura verrà installata sul sagrato della chiesa
di Pellare, dedicata al santo martire. L’inaugurazione avverrà nel corso
della festività di San Bartolomeo, patrono della comunità di Pellare e rimarrà nel sagrato della chiesa
come dono alla comunità
da parte della Banca del
Cilento e Lucania Sud.
A fianco: lo scultore Emanuele Stifano alle prese con l’operazione di sgrossatura del blocco di marmo di Carrara che diventerà la statua del martirio di San Bartolomeo da posizionare nel sagrato
della Chiesa di Pellara. Sopra: lo scultore
Il genio del marmo e le opere che illustrano
un territorio
Quarant’anni a febbraio prossimo, Emanuele Stifano è uno scultore innamorato del suo
territorio che non manca mai di raffigurarlo nelle sue tematiche sociali ed antropologiche
più importanti. E’ opera sua, ad esempio, la statua di un cittadino del suo comune, rappresentativo per il suo carattere e la sua allegria. “U furgiaro”, quella persona nel paese
che si occupava della lavorazione del ferro e che “forgiava” con sapienza e maestria gli
arnesi della civiltà contadina di un tempo. L’aspetto del busto in marmo dà un’aria di
allegria, quasi come un antico fauno che conosce la vita e l’arte di una cultura che ormai
non esiste più. Tra i suoi lavori in marmo rimane il pregio della statua di San Barolomeo,
premiata con la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica a Vallo della Lucania in
occasione della manifestazione “Cento pittori e scultori per Vallo” nel 2013. Schivo e allegro come nell’indole cilentana, ha un laboratorio nella parte bassa di Pellare, una vera
e propria fucina dove lavora il marmo e anche la pietra locale del Cilento
La BCC nel 2015: interventi nel sociale
Un anno di interventi nelle comunità sociali
di Campania, Basilicata e Calabria
Solidarietà e cooperazione al servizio della società per assicurare il
benessere collettivo
Si chiude il 2015, un ano che dovrebbe segnare un punto
di svolta nella cappa della crisi nazionale che ha prodotto risultati deleteri soprattutto per la debole economia del
Mezzogiorno, una crisi che ha avuto ripercussioni gravi nel
tessuto sociale dei territori. La Banca del Cilento e Lucania
Sud in un contesto del genere non poteva non intervenire
con la sua funzione di istituto cooperativistico e solidaristico riconfermando anche in questo anno trascorso la forte
propensione ad intervenire nel sociale, a favore delle comunità locali. Numerosi gli interventi di piccolo aiuto sociale
sono stati realizzati attraverso il Fondo Fioralba, un fondo
per l’aiuto alle famiglie in particolari difficoltà economiche. Numerosi gli interventi a favore della associazioni di
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e Lucania Sud nel sociale, sono da menzionare due manifestazioni di pregevolissimo interesse per l’indotto socioeconomico che sono riuscite a determinare: la mostra
“Patrimonio Unesco. Il Cilento dalla Preistoria al Risorgimento: storia di una Civiltà” presso i padiglioni fieristici
di Vallo della Lucania e la kermesse “Cento Pittori e Scultori per Vallo”, un appuntamento ormai consolidato con
l’arte e l’enogastronomia del territorio.
volontariato sociale, piccole sponsorizzazioni volte a tenere
in piedi manifestazioni di interesse collettivo. Numerosi gli
interventi a favore della cultura, da presentazioni di libri
di storia locale a kermesse culturali che hanno animato
le comunità locali della Campania, Basilicata e Calabria.
In questo ambito è da ricordare il sostegno all’istruzione
universitaria del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di
Vallo della Lucania, una realtà che sta crescendo e che sta
giungendo al riconoscimento della piena autonomia didattica. Quest’anno è stato attivato un nuovo corso specialistico in etnomusicologia. Tra le kermesse più importanti
realizzate attraverso gli interventi della Banca del Cilento
A sinistra: i ragazzi del Master del Conservatorio premiati
dal presidente Castiello. Le altre due foto rappresentano
momenti significativi della kermesse “Cento Pittori e Scultori per Vallo” nell’edizione 2015
BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015
Interventi nel sociale: “Il Cilento dalla Preistoria al Risorgimento”
Il successo della mostra presso le Fiere di
Vallo della Lucania
Un viaggio alla scoperta di un territorio ricco di eccellenze culturali ancora
non del tutto valorizzate
In seimila hanno visitato la mostra “Cilento Patrimonio
dell’Umanità. Dalla Preistoria al Risorgimento: storia
di una Civiltà”, svoltasi presso le Fiere di Vallo della
Lucania, dalla primavera del 2014 alla primavera del
2015. Il successo della mostra sottolinea il rinnovato
interesse e una ritrovata sensibilità verso le emergenze
archeologiche e paesaggistiche, tuttavia ancora poco
esplorato e poco compreso dalle giovani generazioni.
L’esposizione, curata dall’Associazione
Identità Mediterranee con la contribuzione della Banca del Cilento e Lucania Sud,
oltre ai due partener istituzionali della
Sovrintendenza per i Beni Archeologici
di Salerno Avellino, Benevento e Caserta, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo
di Diano e Alburni
e il comune di Vallo della Lucania,
ha voluto sottolineare la ricchezza
del territorio sul
piano paesaggistico, archeologico e
culturale. Il target
specifico sono stati
i giovani, i ragazzi
delle scuole del territorio. Questi, a dire il vero, hanno raccolto
l’appello: dalle scuole primarie ai
licei del comprensorio hanno partecipato alla
passeggiata
esemplificativa nella storia
del passato.
Dalla
Preistoria,
con
i reperti paleontologici
delle grotte
di Camerota
e
Palinuro,
alle genti che
del Cilento hanno fatto la loro patria, come gli Enotri,
i Lucani, i Greci, fino ai Romani, ai Basiliani. Poi il
paesaggio, le bellezze architettoniche del XV e XVI
secolo, sino alla grandezza dell’insuperabile pittore
barocco, Paolo De Matteis, che giustamente è stato ritenuto tra i più grandi pittori d’Europa. La passeggiata
nella storia finiva col Risorgimento e Brigantaggio, il
periodo storico pre e postunitario, che non ha mancato di suscitare un dibattito sul senso stesso dell’Unità
d’Italia, culminato con la conferenza del giornalista
meridionalista Pino Aprile a Vallo della Lucania.
A sinistra e in alto: alcuni padiglioni della mostra a Vallo della
Lucania.
Al centro: il grafico delle presenze alla mostra, si evidenzia la partecipazione delle scuole che in massa hanno avuto modo di visitare le
sezioni della mostra, spesso evidenziando le emergenze territoriali
nelle loro scuole di provenienza.
Interventi nel sociale: Cento Pittori e Scultori per Vallo
Paolo De Matteis è tornato ancora una volta
nel Cilento
Per la kermesse dei “Cento pittori e scultori per Vallo” una tela del grande
pittore cilentano è esposta a Vallo della Lucania
“La sfida tra Apollo e Marsia” di Paolo De Matteis e un
rametto con Cristo Crocifisso di Luca Giordano, sono
state queste le opere di maggiore evidenza che hanno
caratterizzato la quarta edizione di “100 Pittori e Scultori Cilentani”, la kermesse dell’arte e della cultura che
si svolge a Vallo della Lucania è ormai punto di riferimento e polo di attrazione culturale per tutto il territo-
rio. Le due opere del Barocco Napoletano, le opere del
maestro Wilkens Hans Desiderio, le opere di Giannino
Fatigati, di Mario Modica e di Angela Silvestre hanno
rimarcato la propensione della Città di Vallo ad essere
centro culturale e vetrina del territorio. Palazzo di Città, per l’occasione si è trasformato in una pinacoteca,
uno scrigno in grado di ospitare opere d’arte di illustri
rappresentanti
del
comprensorio. Tutto
questo è nato da una
proficua collaborazione, un’operazione
sinergica volta a creare sviluppo e crescita culturale,
tra la Banca del Cilento e Lucania Sud e il comune di
Vallo della Lucania. Quattro anni fa, la caparbietà e
la determinazione del presidente Francesco Castiello e
del CdA della banca hanno fatto in modo che il Cilento
potesse avere una vetrina attraverso la quale mostrare la
cultura e le produzioni del territorio. La quarta edizione, con la quantità di artisti e di aziende, con l’altezza
delle opere esposte, segna la maturità della manifestazione che ormai si apre al territorio in qualità di evento
espositivo. Un evento sponsorizzato dalla Banca del
Cilento e Lucania Sud ed organizzato dal comune di
Vallo della Lucania e dall’associazione “La
rosa bianca”.
A sinistra: “Apollo
e Marsia”, la tela
di Paolo De Matteis
ancora esposta nel
municipio di Vallo
della Lucania.
A destra: il pittore
Wilkens Hans Desiderio
BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015
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Indagine Bankitalia
Cauto ottimismo su crescita e dati
macroeconomici
L’attività economica beneficia del contributo positivo apportato dalla domanda,
dal tasso di cambio dell’euro e, dall’andamento delle quotazioni del petrolio
Dall’1 al 18 settembre 2015 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d’Italia–Il Sole 24
Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno
partecipato 987 imprese con almeno 50 addetti, di cui
389 dell’industria in senso stretto, 397 dei servizi e
201 del settore delle costruzioni. Alle imprese è stato
chiesto di formulare previsioni sia su temi macroeconomici, quali l’andamento del tasso di inflazione e
la situazione generale del sistema produttivo italiano,
sia su aspetti legati alla propria operatività. Per alcuni
fenomeni le valutazioni prospettiche sono accompagnate da giudizi retrospettivi; dove possibile, si approfondiscono le cause delle dinamiche osservate o
attese. I principali risultati sono riassunti di seguito.
I principali risultati per le imprese dell’industria in
senso stretto e dei servizi
Aspettative di inflazione in Italia e variazione dei
prezzi di vendita delle imprese
In settembre le attese sull’inflazione al consumo sono
state riviste al rialzo rispetto alla rilevazione prece-
dente su tutti gli intervalli temporali, in misura assai
modesta su quelli più distanti: le aspettative a sei mesi
e a un anno sono salite a 0,6 e 0,7 per cento, rispettivamente da 0,3 e 0,5 per cento, mentre quelle a due
anni e nell’orizzonte compreso fra tre e cinque anni
sono state corrette di 0,1 punti percentuali a 0,9 e 1,1
per cento (tav. 1 e fig. 1). Nel complesso, le imprese non segnalano alcuna variazione dei propri prezzi
di vendita rispetto a un anno prima (-0,2 per cento
in giugno; tav. 2): a una diminuzione tra le imprese
di dimensioni maggiori (almeno 1.000 addetti) si è
contrapposto un aumento tra le altre aziende. I prezzi
di vendita riprenderebbero a crescere moderatamente
nei prossimi dodici mesi, sia nell’industria in senso
stretto sia nei servizi: nel complesso il rialzo sarebbe
in linea con quanto prefigurato nell’indagine di giugno (0,7 per cento). Come in giugno, il recupero dei
corsi in euro delle materie prime, l’aumento del costo del lavoro e, in misura modesta, il miglioramento
della domanda avrebbero sospinto i listini, mentre le
politiche di prezzo dei concorrenti li avrebbero frenati (tav. 3).
Valutazioni sulla situazione economica generale
dell’Italia.
Si è ampliato significativamente il saldo positivo tra
giudizi di miglioramento e di peggioramento della situazione economica generale, salito a 25,9 punti per-
12
centuali da 15,8 in giugno. I giudizi di stabilità
pur registrando una minor incidenza, restano
ancora prevalenti (tav. 4). Anche la probabilità
in media attribuita al miglioramento del quadro
economico congiunturale nei prossimi tre mesi
è cresciuta, al 19,7 per cento (da 17,9; tav. 5).
Evoluzione della domanda
I giudizi sull’evoluzione della domanda si
confermano positivi, pur in lieve diminuzione
rispetto alla scorsa rilevazione. Il saldo tra valutazioni di aumento e diminuzione della domanda dei propri prodotti nell’ultimo trimestre
si è collocato a 6,6 punti percentuali (da 11,5 in
giugno; tav. 6). L’andamento si è rivelato più
favorevole tra le aziende dell’industria in senso
stretto. Le prospettive a breve termine si sono
rafforzate: il saldo tra attese positive e negative sulla domanda è salito di oltre quattro punti
percentuali a 21,6; il miglioramento ha interessato le imprese operanti sia nell’industria in
senso stretto sia nei servizi (tav. 7). La
medesima dinamica favorevole ha caratterizzato i giudizi sulle condizioni della domanda estera corrente e attesa nei
prossimi tre mesi: la prima con intensità
inferiore a quella registrata nella scorsa
indagine, la seconda superiore (tavv. 8
e 9).
Valutazioni delle condizioni operative
delle imprese
Le attese a tre mesi sulle condizioni economiche in cui operano le aziende continuano
a essere improntate a un cauto ottimismo, benché i giudizi di stabilità rimangano largamente
prevalenti (74,6 per cento da 78,9 in giugno;
tav. 10 e fig. 6). Il saldo fra le risposte di miglioramento e di peggioramento, positivo dalla
rilevazione di marzo, è salito a 10,2 punti percentuali (da 5,4 in giugno): il rialzo è stato particolarmente accentuato nelle valutazioni delle
imprese dell’industria in senso stretto. L’attività economica continuerebbe a beneficiare del
contributo positivo apportato dalla domanda,
dal tasso di cambio dell’euro e, a differenza
della rilevazione precedente, dall’andamento
delle quotazioni del petrolio; si rafforza rispetto a giugno, sia pur marginalmente, il freno
rappresentato dell’incertezza imputabile a fattori economici e politici (tav. 11). La quota di
operatori che segnala una diminuzione del livello di attività ritenuto “normale” negli ultimi
due anni è scesa dal 39,5 per cento al 36,2; di
contro, il 30,6 per cento ne segnala un aumento (era il
26,0 in giugno; tav. 16).
Condizioni per l’investimento
Le valutazioni delle imprese sulle condizioni per investire si confermano favorevoli, in misura superiore rispetto alla rilevazione precedente: il saldo tra i
giudizi di miglioramento e di peggioramento è salito
all’11,5 per cento dall’8,7 (tav. 13 e fig. 7); l’andamento è pressoché analogo nella manifattura e nei servizi.
La quota degli operatori che si attende un rialzo della
spesa nominale in investimenti nel secondo semestre
del 2015 rispetto al primo supera di 12,1 punti percentuali quella delle imprese che prefigurano una flessione: le attese sono particolarmente favorevoli tra le
imprese dei servizi e fra quelle medio-grandi (tra 200
e 999 addetti); per quasi il 60 per cento delle aziende
la spesa nominale in investimenti si confermerebbe
invariata rispetto a quella effettuata nella prima metà
dell’anno (tav. 14). Per il complesso del 2015 lo scarto percentuale tra le attese di aumento e di riduzione
degli investimenti è aumentato a 17,3 punti (da 14,1
della scorsa rilevazione), principalmente per effetto
della correzione al rialzo dei programmi di investimento delle imprese operanti nel Nord-Ovest, nel Sud
e nelle Isole; circa la metà delle aziende prevede una
spesa in investimenti totali costante rispetto al 2014,
come nel sondaggio precedente (tav. 15). Il 44,4 per
cento degli operatori dichiara di aver superato nei mesi
scorsi la fase più difficile della congiuntura economica,
un livello marginalmente superiore a quello rilevato in
giugno (43,9; tav. 22); la quota di imprese che si attende un solido miglioramento dei ritmi produttivi nei
prossimi mesi è scesa al 43,0 per cento (dal 46,4).
Condizioni di liquidità e accesso al credito
È proseguita la tendenza al miglioramento delle condizioni di accesso al credito in atto dalla fine del 2012,
anche se con un’intensità inferiore rispetto alla rilevazione precedente. Nell’ultimo trimestre il saldo percentuale tra la quota di aziende che segnala un più agevole
accesso rispetto al trimestre precedente e quella che
indica maggiori difficoltà si è confermato positivo, pur
scendendo a 2,7 punti percentuali (da 7,8; tav. 19). In
particolare, l’allentamento dei criteri di accesso al credito viene segnalato dal 10,5 per cento delle imprese
(14,4 in giugno), mentre il 7,8 per cento ne rileva un
inasprimento (contro il 6,6 nel trimestre precedente);
il peggioramento è stato più deciso tra le imprese del
Nord e tra quelle di maggiori dimensioni. 4 La percentuale degli operatori che ritiene che la posizione di liquidità sarà insufficiente nei prossimi tre mesi è calata
al 14,9 per cento (dal 15,6 in giugno); anche la quota di
coloro che la reputano più che sufficiente si è ridotta al
21,1 per cento (dal 22,2; tav. 20). In questa indagine è
stato domandato alle imprese se nei tre mesi precedenti
abbiano ridotto i loro depositi bancari, al netto delle
normali oscillazioni stagionali; la quota delle aziende
che segnala di non averlo fatto è risultata largamente maggioritaria (76,2 per cento; tav. 17), soprattutto
nell’industria. Per coloro che hanno contratto i depositi, il fattore che ha inciso maggiormente è il peggioramento degli incassi.
Dinamica dell’occupazione
Le attese sulla dinamica dell’occupazione nel breve
termine sono lievemente peggiorate: la quota di imprese che stima una crescita del numero di addetti nel
prossimo trimestre è scesa al 16,5 per cento (dal 19,1 in
giugno), mentre quella delle aziende che ne prefigura
una riduzione si è ridotta leggermente al 14,4 (dal 14,9;
tav. 21); oltre i due terzi degli operatori si attendono
una sostanziale invarianza. Il saldo complessivo, pur
restando lievemente positivo (2,1 punti percentuali),
riflette dinamiche eterogenee attestandosi su valori negativi per le imprese dei servizi e di grandi dimensioni,
e per quelle operanti nel Centro-Sud.
BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015
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Valsinni
Ciao Ninì: la comunità locale in lutto
per la morte dell’illustre cittadino
Si è spento Rocco Truncellito: medico, presidente della Pro Loco e del Parco
Letterario Isabella Morra, socio della BCC Cilento e Lucania Sud
di Piera Chierico
Valsinni in lutto. Triste risveglio per la cittadina lucana
che perde il suo più illustre cittadino. All’età di soli 59
anni si è spento Rocco Truncellito, per gli amici Ninì, medico e storico presidente della Pro-Loco nonché presidente del Parco letterario Isabella Morra. Uomo di spiccata
intelligenza e vivacità di spirito ha saputo unire la professione medica alla passione per la poesia. Laureatosi in
medicina giovanissimo e a pieni voti presso l’Università
di Bari, con successiva specializzazione in Neurologia, è
subito diventato medico del paese. Amato e stimato dai
suoi pazienti ha sempre onorato la professione portando
conforto e sollievo ai malati. Lo si ricorda spesso girare
per le viuzze del centro storico con la sua panda rossa per
le visite domiciliari. Ha fatto del suo Hobby una ragione
di vita. Ha scommesso sul Parco Letterario e su Isabella
Morra e ha vinto. Quando tutti pensavano fosse una pazzia, lui con tenacia e con quella caparbietà che lo contraddistinguevano, ha portato avanti il suo progetto e tolto
dall’oblio la poetessa Morra e il suo paese natìo. Oggi,
grazie a lui, Valsinni è uno dei paesi più visitati della Basilicata. Nasce da una
sua idea
“ L’ E s a t e
d’Isabella” la nota
manifestazione
estiva dedicata alla
Morra,
giunta quest’anno alla sua XXV edizione, che rientra tra
i grandi eventi della Regione e che nel solo mese di agosto ha registrato circa 15.000 presenze. Con il Parco Letterario ha saputo coniugare arte, cultura e svago facendo conoscere al mondo Isabella e al contempo creando
occasioni lavorative per quelli che amava definire i suoi
ragazzi, gli animatori del Parco. Fondatore del gruppo
teatrale “Il Gafio”, Ninì è autore anche di brillanti commedie scritte in versi e rime con alternanza di parti parlate e cantate, portate in scena nei giorni del Carnevale.
Suo il motto “divertiamo divertendoci”, perché calcare il
palcoscenico, quel
palcoscenico della
vita era per lui occasione per far distrarre la gente, sia
pure solo per poche ore, dai propri
problemi quotidiani ed un momento
di aggregazione ed
unione. Anche le
prove erano momento di scambio di idee e progetti culturali. Tanti i premi vinti grazie al teatro. Suo il premio
alla regia in una delle edizioni di “Teatriamo”. Tra le sue
commedie più conosciute ricordiamo le parodie di: La
mandragola, Belfagor, La bisbetica domata, L’avaro, Il
malato immaginario..ma l’elenco è davvero lungo. Davvero Valsinni il 30 novembre ha perso un grande uomo.
Un uomo di grande spessore culturale, professionale e artistico. Preparato su ogni argomento, era il “deus ex machina” che risolveva ogni problema. La sua voce tuona-
va e tutto tornava al suo
posto. Ora solo silenzio
e sgomento unito a tanta
incredulità. Un silenzio
che non vuol dire assenza
perché lui vive, vive nel
cuore della sua famiglia,
dei suoi pazienti, degli
amici. Anima del paese
vive e vivrà per sempre
nelle sue opere. Ha scritto le pagine più belle della storia di Valsinni e ora
è entrato a pieno titolo
nella storia. Immortale
grazie al suo lavoro. Valsinni gli è debitore. Oggi si piange il presidente, l’amico sincero e leale, il padre, marito
e fratello, il medico ma soprattutto l’uomo. Voglio ricordarlo con le parole degli animatori del parco: “grazie Ninì
per quello che hai realizzato, grazie per aver acceso le
luce sul palcoscenico di Valsinni e grazie soprattutto per
averci legato “a doppio filo e fatto amare la nostra terra,
a volte brulla e solitaria ma che può offrire e donare ancora tanto (…). Uomini di tal fattezza e grandezza non
ne nascono tutti i giorni e Valsinni è grata ed onorata per
aver dato i natali ed ospitato un sì grande e straordinario
uomo. La redazione si unisce commossa al dolore che ha
colpito la cittadina.
In alto: Rocco Truncellito
In basso a sinistra: Valsinni e il Castello Morra
Al centro: la poestessa Isabella Morra
La Lucania rende l’ultimo omaggio al
grande presidente della Pro Loco
Lutto cittadino a Valsinni per i funerali dell’uomo di cultura che ha fatto
conoscere Isabella Morra nel mondo
di Piera Chierico
Mercoledì 2 dicembre scorso, durante una tiepida giornata autunnale, si sono svolti nel paese lucano i funerali di
Ninì Truncellito. Una folla di gente ha accompagnato il
suo medico e “poeta” nell’ultimo viaggio. Tanta la commozione. Sgomento ed incredulità pervade la cittadina,
pensando che l’uomo che a Valsinni ha fatto” la differenza” ora ha abbandonato le spoglie mortali. Il Comune ha
dichiarato il lutto cittadino. Bandiere a mezz’asta in segno
di cordoglio. Truncellito era un grande. Questi i commenti dei suoi concittadini. Medico attento e scrupoloso ma
anche uomo di lettere e di cultura, ha portato in auge il
suo paese e dimostrato che in fondo si vive bene anche
al sud. Ha fatto conoscere Isabella e Valsinni al mondo.
Grazie alla sua tenacia e caparbietà, l’antica Favale è
oggi diventata meta di turismo con punte che superano le
40.000 presenze l’anno. A rendergli omaggio i politici e
tutti gli esponenti delle varie associazioni culturali della
regione e d’Italia. In fascia tricolore il sindaco Celano e i
sindaci dei paesi limitrofi. Con un messaggio, un fiore o
con un semplice gesto, tutti hanno voluto ricordarlo. Alle
ore 15.00 del giorno 2 dicembre, Valsinni si è chiuso in un
muto silenzio. Commovente la funzione religiosa, toccanti le parole di un emozionato don Rocco Natale: “Quando
muore un grande c’è incredulità e paura. Il Signore coglie
sempre i fiori più belli dall’albero della vita, ma morto
il fiore, rimane il frutto. Ninì vivrà per sempre nelle sue
opere”. Uniti e stretti intorno alla salma gli animatori del
Parco Letterario, coloro che amava definire “i miei ragazzi”. Vestiti gli abiti d’epoca, hanno scortato il loro maestro
e “Mentore” facendogli da ala ai lati del carro funebre.
Terminata la funzione religiosa, in piazza si è tenuta una
seconda funzione laica dove gli amici di sempre hanno
voluto dedicargli un ricordo. Su un palco allestito per
l’occasione il sindaco della cittadina Gaetano Celano ha
ricordato la “specificità” di Truncellito e portato i saluti dell’intera comunità, con la promessa di continuare il
suo lavoro e l’impegno assunto con la pro-loco. Quindi il
ricordo di Aldo Zaccone, con Ninì tra i promotori del parco. Toccanti le sue parole: “ti salutiamo a modo tuo, con
un ultimo convegno sotto il cielo piccolo di Valsinni. C’è
sgomento in questa piazza, c’è terrore e paura nel paese
perché da domani nulla sarà più come prima”. A nome
della pro-loco e degli animatori, il saluto di commiato è
arrivato dal vice presidente Antonietta Dursi, che ha ripercorso le tappe più importanti del suo lavoro parlando
delle varie manifestazioni insieme realizzate, con un accenno all’ultima edizione de “L’Estate di Isabella” che
grazie a lui ha festeggiato i suoi primi 25 anni. A porgere
il suo saluto anche il presidente dell’ordine dei medici di
Matera, dott. R. Tataranno che ha ricordato l’impegno e
la dedizione assunta da Ninì nel corso della sua professione, autore e relatore di tanti convegni. Ed ancora sul palco
Gerardo Di Pietro, sindaco di Morra De Sanctis, paese
gemellato, Vincenzo Rinaldi, proprietario del castello
Morra, l’on. Enrico Indelli che nel suo intervento ha invitato la pro-loco a proseguire il suo lavoro: “Quello che
avete fatto per lui oggi non sia solo testimonianza. Ninì vi
ha resi liberi ed uniti con la cultura. Ninì appartiene non
solo al passato ma anche al futuro ed a tutti quanti noi”.
Toccante anche il saluto del presidente del Gafio, la com-
pagnia teatrale fondata da Truncellito, Giovani Olivieri:
“Sei uscito dal palcoscenico della vita, ma non uscirai
dal palcoscenico dei nostri cuori”. L’ultimo commovente
saluto da parte dell’ass. Giuseppe Truncellito che lo ha
salutato con il nome di “Issimo”, che sta per grandissimo,
come i suoi ragazzi amavano chiamarlo: “Sei stato e sarai
sempre per noi quello che Torquato fu per Isabella”. Un
grazie è andato anche e soprattutto alla famiglia che ha
saputo condividere questo grande uomo con tutta la popolazione. Il feretro è stato scortato nel cimitero del paese
natìo tra le note della canzone “Io Canto Isabella” cantata
da Livio Trucellito e dai suoi animatori, come ultimo saluto al grande maestro. Ci saranno ancora tante occasioni
per piangere, ma ancora tante occasioni per sorridere pensando a lui. Ciao Ninì!
Sopra: convegno a Valsinni per i venticinque anni de
“L’Estate di Isabella’
BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015
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Buone Feste
Paolo De Matteis (Piano Vetrale 9 febbraio 1662 - Napoli 26 luglio 1728): Natività (olio su tela 1708)
La Presidenza, il Consiglio di Amministrazione, la Direzione Generale augurano
a tutti i soci e alla clientela