BUSINESS ATLAS 2013

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BUSINESS ATLAS 2013
BUSINESS ATLAS - CINA 2015
CARATTERISTICHE DEL PAESE
Fuso orario: + 7 ore rispetto all’Italia; + 6 ore quando in Italia vige l’ora legale
Superficie: 9.671.018 kmq
Popolazione1: 1.367.820.000 (il 54,77% vive nelle aree urbane)
Comunità italiana2: 5.381
Capitale: Pechino (21.150.000)
Città principali: Shanghai (24.151.500), Guangzhou (12.700.000)
Prefisso telefonico dall’Italia: 0086 (aggiungere 10 per Pechino, 21 per Shanghai, 20 per
Canton)
Moneta: Yuan (CNY), detto anche Renminbi (RMB)
Tasso di cambio3: 1 euro= 8,18575 RMB
Lingua: Cinese mandarino (noto anche come Putonghua); nella Provincia del Guangdong il
cantonese. Molti i dialetti locali. La conoscenza dell’inglese, seppure in crescita, è limitata ad
alcune zone dei grandi centri urbani e ai giovani
Religioni principali: ampiamente diffuso l’ateismo. Le principali religioni sono quella buddista
e la taoista. Sono altresì presenti significative minoranze cristiane e islamiche
Ordinamento dello Stato
A capo del sistema politico, il Partito Comunista Cinese (PCC) è salito al potere nel 1949 e
conta più di 85 milioni di membri, rappresentando il più grande al mondo. Organo supremo del
potere statale è l’Assemblea Nazionale del Popolo (ANP), i cui 2.979 membri (appartenenti per
oltre il 70% al Partito Comunista) sono eletti per 5 anni dalle province, dalle regioni autonome,
dalle municipalità e dalle forze armate. L'ANP, che si riunisce di regola una volta all'anno,
forma al suo interno un Comitato Permanente di 150 membri, che ne esercita le funzioni negli
intervalli fra le sessioni; l'Assemblea elegge il Presidente della Repubblica, il Primo Ministro ed
1 Fonte: National Bureau of Statistics of China (dati aggiornati al 26.02.2015)
2 Fonte: AIRE, dati aggiornati a Marzo 2015
3 Fonte: Banca d’Italia, media 2014
1
il Consiglio di Stato (che svolge le funzioni di governo), formula le leggi, approva i piani e i
bilanci dello Stato.
Suddivisione amministrativa
Tre livelli principali di suddivisione: la provincia, la contea e il comune, a loro volta divisi
inprefetture (a livello provinciale) e villaggi (a livello comunale). La Repubblica Popolare
Cinese amministra 34 suddivisioni territoriali: 23 province (Anhui, Fujian, Gansu, Guangdong,
Guizhou, Hainan, Hebei, Heilongjiang, Henan, Hubei, Hunan, Jiangsu, Jiangxi, Jilin,
Liaoning, Qinghai, Shaanxi, Shandong, Shanxi, Sichuan, Yunnan, Zhejiang, (riconosciuta
anche Taiwan), 5 regioni autonome (Guangxi, Mongolia Interna, Ningxia, Xinjiang, Tibet) 4
municipalità (Beijing, Shanghai, Chongqing, Tianjin) e 2 regioni amministrative speciali (Hong
Kong, Macao).
Quadro macroeconomico4
Durante il 2014, il PIL cinese ha raggiunto la cifra di 63.646,3 miliardi di CNY, crescendo del 7,4%
rispetto allo scorso anno. Una crescita più lenta rispetto al 2013 ma in linea con la politica
della "nuova normalità", cioè il passaggio da una crescita ad alta velocità ad una a medio-alta
velocità, puntando a migliorare e rinnovare la struttura economica del Paese che è sempre più
guidata dall'innovazione piuttosto che dagli investimenti. Il focus è stato spostato su qualità
della produzione e sostenibilità della crescita, comportando così una transizione da una
economia di produzione ed accumulo ad una di consumo e servizi. Settori come quello
manifatturiero stanno avendo problemi legati alla sovracapacità produttiva e alle questioni
ambientali, ed affrontano quindi un rallentamento, mentre altri come quello dei servizi e della
manodopera altamente specializzata stanno crescendo, grazie anche ad aiuti governativi. La
crescita di questi settori sta convincendo le aziende cinesi ad investire su innovazione e
sviluppo tecnologco. Il governo ha emanato molte riforme in varie aree, come quella sulle
imprese statali, sul sistema fiscale e quello finanziario. Queste riforme assieme alla
ristrutturazione dell'economia cinese stanno creando potenziale per la crescita di aziende
private, soprattutto PMI. Il debito governativo locale è aumentato a causa di investimenti in
infrastrutture e tagli alle tasse e il rallentamento generale dell'economia ha aumentato il
rischio di default nel sistema bancario collaterale (o shadow banking). Per risolvere questi
problemi il governo centrale ha lanciato un programma di bond governativi locali e ha
4 Fonte: National Bureau of Statistics of China; Bloomberg, What is Xi's 'New Normal' Chinese
Economy?; KPMG, China Outlook 2015; Wall Street Journal, China’s Central Bank Cuts Interest
Rates
2
implementato regolamentazioni più severe per il settore dello shadow banking. Per combattere
la deflazione dell'economia, la Banca Centrale ha tagliato i tassi di interesse sui depositi e sui
prestiti, manovra importante per lo scenario macroeconomico del Paese e il suo sviluppo
durante il 2015.
Principali settori produttivi5
Nel 2014 il settore primario ha coperto il 9,2% del PIL, registrando una crescita del 4,1%. La
produzione totale di grano è stata di 607,1 milioni di tonnellate, un aumento dello 0,9% dallo
scorso anno. La produzione di cereali è stata di 557,27 milioni di tonnellate (+0,8% rispetto al
2013), tra cui il riso ha contribuito per 206,43 milioni di tonnellate, con un incremento del 1,4%
rispetto all'anno precedente. La produzione di cotone e di zucchero è calata rispettivamente
del 2,2% e 2,5%, mentre la produzione di tè è aumentata del 8,7%. La produzione totale di
carne ha raggiunto 87,07 milioni di tonnellate, un aumento del 2% dallo scorso anno, tra cui
56,71 milioni di tonnellate di carne suina (+3,2%), 6,89 milioni di tonnellate di carne bovina
(+2,4%), 4,28 milioni di tonnellate di carne ovina (+4,9%), 17,51 milioni di tonnellate di pollame
(-2,7%). La produzione di uova è aumentata del 0,6%, quella di latte del 5,5%.
Per quanto riguarda il settore secondario, il settore industriale ha aggiunto al PIL un valore
totale di 22.799,1 miliardi di CNY, segnando un aumento del 7% rispetto al 2013. La produzione
di energia è cresciuta del 4%, tra cui termica -0,3%, idroelettrica +15,7%, nucleare +18,2%. Il
gas naturale ha segnato un aumento del 7,7%, mentre il carbone un decremento del 2,5%. La
produzione di acciaio ha subito un incremento del 4%, il cemento del 2,3%. Il settore delle
costruzioni ha contribuito al PIL per un valore totale di 4.472,5 miliardi di CNY, realizzando un
incremento del 8,9% dall'anno precedente.
Il settore terziario ha rappresentato il 48,1% del totale, confermando di essere il nuovo settore
trainante dell'economia cinese. Il totale delle vendite al dettaglio è stato di 26.239,4 miliardi
di CNY, una crescita del 12% rispetto all'anno precedente. Per quanto riguarda il commercio
online, è stata raggiunta la cifra di 2.789,8 miliardi di CNY, un incremento del 49,7% rispetto al
2013. Inoltre, l’anno passato ha registrato una tendenza di segno positivo anche per quanto
riguarda il settore del turismo, soprattutto quello cinese verso i Paesi esteri. Durante lo scorso
anno hanno viaggiato all’estero 116,59 milioni di turisti cinesi, rispetto al 2013 il numero è
cresciuto del 18,7%.
5 Fonte: The National Bureau of Statistics of China
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Infrastrutture e trasporti6
Durante l'anno, il traffico di passeggeri ha raggiunto 22,1 miliardi di persone: 2,36 miliardi di
viaggiatori hanno utilizzato trasporto su rotaie, 19 miliardi si sono mossi su strada, 390 milioni
via aerea e solo 260 milioni in nave. Per quanto riguarda il traffico commerciale, 33,4 miliardi
di tonnellate di merci sono state mosse con trasporto su strada, circa 6 miliardi via nave, 3,8
miliardi su rotaie e 593 milioni via aerea. Si registra un aumento sia nel traffico commerciale
che negli spostamenti civili in ogni settore tranne che in quello delle ferrovie che, al contrario,
registra un calo. Nel 2014 gli investimenti in infrastrutture e trasporti hanno raggiunto i 780
miliardi di CNY per ferrovie e 2.456 miliardi di CNY per strade. Sono stati messi in funzione
8.427 km di nuove ferrovie, di cui 5.491 km per treni ad alta velocità. Nel 2014 sono state
inaugurate due nuove linee ferroviarie commerciali tra Asia ed Europa (Chongqing – Duisburg e
Yiwu - Madrid) ed è in programma la costruzione di una nuova linea ad alta velocità tra Pechino
e Mosca.
Sono stati costruiti 65.260 km di nuove strade, di cui 7.394 km autostrade. Per
quanto riguarda l'aviazione, sono stati costruiti 9 nuovi aeroporti non commerciali, oltre a
questi è stato approvato il progetto della costruzione di un secondo aeroporto internazionale a
Pechino per un costo totale di 80 miliardi di CNY. Gli investimenti in strade e ferrovie sono
aumentati dall'anno precedente rispettivamente del 20,3% e 16,6%, un aumento in linea con la
politica di espansione e modernizzazione delle infrastrutture dei trasporti.
Commercio estero7
Totale import: mld/CNY 12.042,3 (-0,6%)
Total export: mld/CNY 14.391,2 (+4,9%)
Principali prodotti importati: petrolio (11,6%), ferro (4,8%), soia (2,1%), plastica (2,6%)
Principali prodotti esportati: prodotti elettromeccanici, vestiti ed accessori, cellulari,
materiali tessili
Principali partner commerciali:
Paesi Clienti: USA (17%), UE (16%), Hong Kong (16%), ASEAN (12%), Giappone (6%), Corea (4%),
Taiwan (2%), Russia (2%).
Paesi Fornitori: UE (12%), ASEAN (11%), Corea (10%), USA (8%), Taiwan (8%), Giappone (8%),
Russia (2%), Hong Kong (1%).
6 Fonte: National Bureau of Statistics of China
7 Fonte: National Bureau of Statistics of China
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Interscambio con l’Italia
Saldo commerciale8: mld/euro 14,56
Principali prodotti importati dall’Italia 9: (mld/euro) prodotti delle attività manifatturiere (9,1)
macchinari ed apparecchi (3,28); prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (1,44); mezzi
di trasporto (1,11)
Principali prodotti esportati in Italia 10 : (mld/euro) prodotti delle attività manifatturiere
(22,6), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (5,7), computer, apparecchi elettronici
e ottici (3,4), apparecchi elettrici (2,57)
Investimenti esteri (principali Paesi)11:
Paesi di provenienza: (mld/USD) Hong Kong (61,64); Taiwan (3,49); Giappone (3,39); Corea
(3,23); Stati Uniti (2,17); Germania (1,32); Regno Unito (1,01); Francia (0,51); Olanda (0,47)
Paesi di destinazione: Sudafrica, Europa 12 (principalmente UK, Italia, Olanda, Portogallo e
Germania), USA
Investimenti esteri (principali settori)
Investimenti verso la Cina13: Nel 2014 sono stati investiti 119,6 miliardi di USD (effettivamente
utilizzati) di capitale straniero in Cina per la creazione di 23.778 imprese, +4,4% rispetto allo
scorso anno. I settori che hanno avuto crescita maggiore sono stati quello informatico (23,2%) e
quello di leasing e servizi business (18%), mentre i settori che hanno subito grossi cali sono
quello manifatturiero (-20,4%) e immobiliare (-15,9%). Di questi investimenti ha beneficiato
quindi il settore dei servizi, mentre quello manifatturiero continua il suo rallentamento. Questo
cambiamento di rotta e la crescita meno prorompente degli investimenti non devono
preoccupare troppo, essendo in linea con la politica della "nuova normalità": una crescita a
velocità moderata e sostenibile. Gli investimenti provenienti dalla Corea sono aumentati del
22,9% e quelli dal Regno Unito del 28%, mentre sono calati quelli provenienti dal Giappone del
8 Fonte: ISTAT (periodo gennaio-dicembre 2014)
9 Fonte: ISTAT (periodo gennaio-novembre 2014)
10 Fonte: ISTAT (periodo gennaio-novembre 2014)
11 Fonte: Ministero del Commercio Cinese (MOFCOM), periodo gennaio-settembre 2014
12 Fonte: Baker & McKenzie, Chinese investment into Europe hits record high in 2014
13 Fonte: National Bureau of Statistics of China
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39,7%, gli statunitensi del 22,2% e quelli europei del 9,8%. Per la prima volta dal 2003 la Cina
ha superato gli Stati Uniti come destinazione per gli FDI (investimenti diretti stranieri). 14
Investimenti italiani verso la Cina 15: Nel 2014 la Cina si conferma uno dei paesi preferiti per
l'insediamento delle imprese italiane all'estero, dando lavoro ad oltre 14.000 addetti. A giugno
Jack Ma, fondatore di Alibaba, la più grande piattaforma di e-commerce al mondo, ha firmato
un memorandum of understanding con il ministro dello Sviluppo economico italiano alla
presenza del Premier italiano Matteo Renzi e del Premier cinese Li Keqiang. L'obiettivo è
sviluppare il commercio online delle imprese italiane su Alibaba, dando più visibilità e
opportunità al Made in Italy nel mercato cinese con servizi come un team dedicato messo a
disposizione da Alibaba che lavorerà in Cina a stretto contatto con le aziende italiane per
aiutarle ad inserirsi sul mercato e campagne di promozione per brand italiani. Altri importanti
memorandum d'intesa siglati durante l'incontro tra i due Premier sono quelli che Enel ha
firmato con China Huaneng Group e China National Nuclear Corporation, due aziende leader nel
settore elettrico. Il primo servirà a dare impulso all'uso di tecnologie eco-sostenibili nella
produzione di energia; Enel offrirà il proprio contributo e know-how in aree come tecnologie
del carbone pulito, energie rinnovabili e generazione distribuita. Nel secondo si è tracciata
un'intesa per la cooperazione nel campo della costruzione e della gestione di centrali nucleari.
Sogin S.p.a. e China General Nuclear Power Group invece hanno siglato un accordo per lo
smantellamento nucleare e la gestione di rifiuti radioattivi per la cifra di 5 milioni di euro. A
novembre 2014 Fincantieri, leader nella costruzione di navi da crociera, ha firmato accordi con
due aziende cinesi: Carnival Corporation, la più grande compagnia crocieristica al mondo, e
China CSSC Holdings Limited, controllata di CSSC, China State Shipbuilding Corporation,
maggiore conglomerato cinese di settore che opera in diversi comparti della cantieristica.
Questi accordi sono volti ad esplorare la possibilità di una joint venture nelle costruzioni navali
nel settore crocieristico per il mercato cinese. A gennaio 2015 Pianoforte Holdings, family
company che controlla Yamamay e Carpisa, ha annunciato che aprirà 400 nuovi negozi in Cina
nei prossimi 5 anni con un investimento di 10 milioni di euro.
14 Fonte: BBC, China overtakes US for foreign direct investment
15 Fonte: Confesercenti, Istat: nel 2013-2014 in crescita gli investimenti italiani all'estero;
Fincantieri, Fincantieri protagonista nello sviluppo della crocieristica cinese; Il Sole 24 Ore, Al
via l'alleanza con Alibaba per il made in italy in Cina; Enel, Enel firma MOU con aziende cinesi
leader nel settore energetico; Siglato un memorandum d'intesa fra Enel e Huaneng per
rafforzare la cooperazione nella generazione energetica rispettosa dell'ambiente; La
Repubblica, Yamamay e Carpisa: nanoteche nuovi mercati. Si parte in Cina
6
Investimenti cinesi all'estero 16: Il 2014 è stato un anno di svolta per gli investimenti cinesi, in
quanto è la prima volta che gli ODI (Outbound Direct Investment) superano gli FDI (Foreign
Direct Investment), trasformando la Cina in un paese con un net capital outflow, tenendo conto
del reinvestimento dei profitti e dell'investimento attraverso nazioni terze. Sono aumentati gli
investimenti in settori come quello informatico (+100%), immobiliare (+45,8%) energetico
(+36,3%), commercio all'ingrosso e al dettaglio (+26,3%). Sono diminuiti gli investimenti nel
settore manifatturiero (-19,8%) e industria mineraria (-4,1%).
Investimenti cinesi in Italia17: L'Italia è stata la seconda nazione europea dopo il Regno Unito a
ricevere maggiori investimenti da parte della Cina, attirando nel 2014 3,5 miliardi di dollari.
Buona parte di essi proviene dall'acquisto del 35% di Cdp Reti, azienda controllata da Cassa
Depositi e Prestiti che controlla la rete elettrica e del gas italiana, da parte di State Grid
Corporation of China, la più grande società elettrica cinese e del mondo. Altra operazione
importante del 2014 è stata l'acquisizione da parte di Shanghai Electric Corporation, leader
mondiale nella produzione di macchinari per la generazione di energia e attrezzature
meccaniche, del 40% di Ansaldo Energia. La People’s Bank of China ha acquistato quote di FiatChrysler (2%), Telecom Italia (2,081%), Assicurazioni Generali (2,014%), Eni (2,1%), Prysmian
(2,018%), Enel (2,07%), Terna (2,01%), Saipem (2,034%). Altri deal tra privati sono stati il
rilevamento di Krizia da parte di Shenzhen Marisfrolg Fashion per 35 milioni, l'acquisto dell'8%
di Salvatore Ferragamo da parte di Peter Woo e l'ingresso per il 75% in Ferretti Yacht di
Shandong Heavy Industry Group. Oltre a grandi acquisizioni si registrano molte piccole
operazioni immobiliari e commerciali. Questo boom di investimenti, aiutato dalla loro
convenienza dovuta alla non ottima forma dell'economia italiana,
dimostra la rinascita di
fiducia verso il mercato italiano.
16 Fonte: National Bureau of Statistics of China; Global Times, China sees net capital outflow
in 2014
17 Fonte: National Bureau of Statistics of China; Financial Times, Chinese go on spendig spree
and double investment in Europe; Il Fatto Quotidiano, Cdp Reti, il 35% della rete elettrica e
del gas italiana va ai cinesi per 2 miliardi; Il Giornale, Energia, banche a automobili: così la
Cina si compra l'Italia; Il Fatto Quotidiano, Piazza Affari sempre più cinese, Peoples Bank of
China si rafforza in Telecom e Prysmian; Fondo Strategico Italiano, Perfezionamento della
cessione del 40% di Ansaldo Energia a Shanghai Electric Corporation; Soldionline,People's Bank
of China oltre il 2% di Saipem e Terna
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ASPETTI NORMATIVI E LEGISLATIVI
Regolamentazione degli scambi18
Sdoganamento e documenti di importazione: dal 2001, anno in cui la Cina è entrata a far
parte della WTO, sono state eliminate le quote alle importazioni e si è verificato un calo delle
tariffe doganali dal 17% al 10%. Il principio generale resta quello secondo il quale le merci che
entrano in Cina sono soggette al pagamento sia di un dazio doganale sia della VAT (Value Added
Tax, corrispettivo dell’IVA), inoltre per alcuni beni è previsto il pagamento della Consumption
Tax (tassa sul consumo), che si applica sul valore in dogana della merce, maggiorato del dazio.
La riduzione dei dazi all’import si applica anche alle Zone Economiche Speciali, alle Zone di
Sviluppo Economico e tecnico, ai Parchi per i Progetti di Sviluppo ad Alta Tecnologia e alle
Città Costiere Aperte, già destinatarie in passato di particolari agevolazioni. Inoltre,
l’applicazione del GATT (GeneralAgreement on Tariffs and Trade) ha comportato la
concessione della clausola della nazione più favorita (MFN) a tutti i Paesi membri della WTO.
L’autorità doganale cinese valuta e riscuote i dazi. Il dazio è calcolato sull’importo CIF delle
merci importate (con le opportune rettifiche previste dalle norme di calcolo). Se l’importo non
appare adeguato o il valore della transazione non può essere determinato, le dogane hanno la
facoltà di richiedere il pagamento di un dazio calcolato in via “presuntiva”, ossia supposto sulla
base di parametri interni. I dazi doganali riscossi sulle importazioni dovranno essere pagati
entro 15 giorni dalla data di emissione del “duty memorandum” (resoconto emesso
dall’autorità doganale, a seguito della determinazione del valore soggetto a dazio di un prodotto
importato).
Dal 2003 la Cina ha istituito il sistema di Certificazione CCC (China Compulsory Certification):
un marchio obbligatorio relativo alla sicurezza e alla qualità dei prodotti venduti sul mercato
cinese, assimilabile al marchio CE in ambito comunitario. La mancanza di certificazione ha
come conseguenza, tra l’altro, il sequestro delle merci in dogana. La lista dei prodotti che
devono ottenere la certificazione CCC, le categorie rilevanti e le specifiche tecniche sono
contenute nel Catalogue of the Products under Compulsive Certification of the State
pubblicato e costantemente aggiornato sul sito del China Quality Certification Centre
(www.cqc.com.cn).
18 Fonte: China Tax & Investment Consultants Ltd; General Administration of Customs of the
People’s Republic of China; China Certification & Accreditation Association; ICE; General
Administration of Quality Supervision, Inspection and Quarantine of People's Republic of China
8
In materia doganale, la Cina ha siglato con Hong Kong il Closer Economic Partnership
Arrangement (CEPA), il primo accordo di partenariato economico a sostegno del made in Hong
Kong in Cina. (firmato il 29.06.2003, diventato operativo il 1.01.2004, e successivamente
modificato nel 2006 (CEPA2), nel 2007 (CEPA3), fino ad arrivare al 2008 anno in cui sono state
finalizzate sia la quarta che la quinta fase del suddetto accordo; il 29.07.2008 è entrato in
vigore (CEPA5). L’accordo verte su tre aree principali: liberalizzazione del commercio di merci,
e di servizi e la firma di numerosi accordi per il riconoscimento reciproco di qualifiche
professionali, la promozione del commercio e degli incentivi agli investimenti. Tutti i prodotti
di Hong Kong che rispettano le regole CEPA sull’origine delle merci ROOs (Rules of Origin) si
possono avvantaggiare della tariffa zero per l’importazione nella Cina continentale con
esclusione di un piccolo numero di articoli proibiti come apparecchiature elettriche e prodotti
medico/siderurgici usati o non funzionanti, residui chimici, rifiuti urbani, ossa di tigre e corna
di rinoceronte ed altri. Hong Kong e la Cina Continentale sono arrivati ad un accordo per il
CEPA ROOs (Rules of Origin) per oltre 1000 articoli (basati sulla classificazione tariffaria della
RPC). La maggior parte di queste regole sull’origine della merce si basano sul processo con cui
è stato ottenuto un bene, mentre le altre usano le regole definite nel “Change in Tariff
Heading” o nel “Value-added content” o anche regole riguardanti le caratteristiche dei
prodotti. La lista dei prodotti che rientrano sotto l’accordo CEPA ROOS (Rules of Origin) si può
trovare alla seguente pagina tid.gov.hk.
Classificazione doganale delle merci: in base al Paese di provenienza, le merci in entrata in
Cina vengono suddivise in cinque categorie, ognuna assoggettata al suo relativo piano
tariffario. Le cinque classificazioni di prodotti sono le seguenti: merci che beneficiano della
clausola della “nazione più favorita”, merci soggette ad un trattamento preferenziale, merci
soggette a trattamenti di speciale favore (SPR - Special Preferential Rates), merci soggette a
dazi per specifici periodi di tempo ed infine merci diverse dalle categorie precedenti che non
beneficiano di alcun trattamento agevolato. Inoltre, per quanto riguarda il deposito doganale,
il sistema cinese ne accoglie la richiesta solo in seguito ad accordi particolari con le dogane del
posto e prevede l’importazione di particolari categorie di merci attraverso la modalità di
“esportazione temporanea” per un periodo di sei mesi.
Restrizioni alle importazioni: nonostante l’ingresso nella WTO e i progressi registrati nel
campo della libera circolazione delle merci, permangono barriere tariffarie al commercio. Tra
queste, la China Compulsory Certification-CCC (vedi sopra) per 132 categorie merceologiche
(www.ccaa.com). Questi prodotti, se privi di certificazione, sono bloccati dalla Dogana Cinese
e soggetti a sanzioni pecuniarie. Vi sono comunque prodotti esentati dall’onere di presentare la
certificazione in questione, tra essi si annoverano quelli utilizzati per scopo espositivo e quelli
importati da diplomatici per uso personale e non per la loro commercializzazione, o ancora
9
prodotti impiegati per la ricerca e sviluppo e per la riparazione di prodotti ormai fuori
produzione. Il settore che riscontra maggiori difficoltà è quello agroalimentare; restrizioni
sanitarie soprattutto per carni e latticini, divieti assoluti, procedure amministrative onerose ed
incerte, certificazioni complesse, sistema di autorizzazioni frammentario e stratificato, ecc.
sono tutti elementi che limitano l’importazione e la distribuzione dei prodotti agroalimentari
esteri incidendo significativamente sui costi.
Riduzioni ed esenzioni doganali: L’art. 56 della Customs Law of the People’s Republic of
China elenca le categorie di beni soggette a riduzioni o esenzioni doganali: materiale
pubblicitario e campioni senza alcun valore commerciale, beni resi gratuitamente da
organizzazioni internazionali o governi stranieri, beni danneggiati o persi prima del controllo
doganale, beni il cui valore si attesta sotto il limite prefissato dalla legge e altri beni
individuati dalla legge o da trattati internazionali di cui la Cina è parte. L’art. 45 delle
Regulations of the People’s Republic of China on Import and Export Duties elenca, nello
specifico, le categorie di beni esenti da dazi di importazione: beni per i quali il dazio previsto
non sia superiore a 50 yuan, materiale pubblicitario e campioni senza alcun valore
commerciale, beni resi gratuitamente da organizzazioni internazionali o governi stranieri, beni
persi prima del controllo doganale, carburanti, provviste caricate su qualsiasi mezzo di
trasporto diretto verso la frontiera. Inoltre, l’art. 44 del suddetto regolamento prevede che, in
caso di sbarco alla dogana di merci danneggiate, perse o distrutte durante il trasporto, o non
conformi alle specifiche richieste per le importazioni, l’importatore può sostituire tali merci
con beni identici, ai quali non sarà applicato alcun dazio doganale.
Importazioni temporanee: secondo la normativa della dogana (Customs Law of the People’s
Republic of China, art.31) le merci temporaneamente importate devono essere esportate entro
6 mesi. Si segnala che, l’art. 42 delle Regulations of the People’s Republic of China on Import
and Export Duties prevede la possibilità di esentare temporaneamente dal pagamento dei dazi
le seguenti categorie di merci: materiale da esposizione, attrezzature per spettacoli,
manifestazioni culturali e sportive, attrezzature cinematografiche e per programmi televisivi,
strumenti di ricerca scientifica, pedagogica o per attività medica, campioni, strumenti per
installazioni e particolari equipaggiamenti, container e altri beni importati per scopi non
commerciali. Il periodo di tempo previsto per la sospensione non deve superare i sei mesi,
nonostante sia possibile prorogarlo a discrezione della Dogana. Al fine di evitare frodi, al
momento dell’importazione viene comunque richiesto il deposito di una cauzione (uguale al
valore dei dazi e dell’IVA), per il periodo che intercorre fra l’importazione e la riesportazione.
10
Attività di investimento ed insediamenti produttivi nel Paese19
Normativa per gli investimenti stranieri:le Regulations on Guiding the Direction of Foreign
Investment del 1.02.2002 e il loro regolamento attuativo, il Catalogue for the Guidance of
Foreign Investment Industries, costantemente aggiornato, sono i testi normativi da consultare
per comprendere se un progetto d’investimento sia consentito dall’ordinamento cinese ed
eventualmente anche incoraggiato. Sulla base delle Regulations on Guiding the Direction of
Foreign Investment, gli investimenti stranieri vengono distinti in 4 categorie: incoraggiati (nel
settore hi-tech, investimenti con tecnologie che comportano risparmio energetico e che
prestano attenzione al problema dell’impatto ambientale, investimenti nelle regioni interne
centrali e nell’ovest del Paese ed infine investimenti per le società che esportano il 100% della
produzione), permessi (in tutti quei settori non rientranti nelle altre tre categorie), ristretti
(tassativamente elencati all’interno del Catalogo) e vietati (circoscritti a pochi settori come ad
esempio quello degli armamenti o del gioco d’azzardo).
La nuova versione del Catalogo vuole riflettere le politiche previste all’interno del XII Piano
Quinquennale (2011-2015), il cui scopo è reindirizzare il capitale straniero verso industrie ad
alta tecnologia e produttrici di energie alternative ed eco-compatibili.
L’organo competente in questa materia è il Ministero del Commercio (MOFCOM), il cui compito
principale è verificare la conformità del progetto d’investimento alla legge, alle politiche
industriali e ai piani economici a medio e a lungo termine. Le Measures for the Administration
on Foreign Investment in Commercial Field, entrate in vigore il 1.06.2004, offrono la possibilità
per i piccoli e i medi operatori di accedere al mercato cinese della distribuzione, fino a quel
momento precluso dalla legislazione del 1999. La nuova normativa prevede la possibilità di
costituire delle società al 100% a capitale straniero e soprattutto ridefinire i requisiti di
capitalizzazione delle società commerciali, rimuovendo così uno degli ostacoli principali che
avevano finora bloccato l’accesso dei piccoli e medi investitori esteri al mercato interno della
vendita.
A seguito delle riforme che hanno interessato l’ambito delle Foreign Investment Enterprises
(FIE), come conseguenza dell’ingresso nella WTO, si è verificato un avvicinamento della
disciplina delle imprese a capitale estero al diritto commerciale “interno”. Pertanto, tra le
forme di investimento si annoverano: la Joint Venture, sia nella forma di Equity Joint Venture
(EJV), che in quella di Contractual Joint Venture (CJV) e la Wholly Foreign-Owned Enterprise
(WFOE). Inoltre, benché non costituiscano una forma di investimento diretto, merita una
19 China Briefing
11
spiegazione la disciplina degli Uffici di Rappresentanza. La disciplina normativa di riferimento
per la costituzione di uffici di rappresentanza sono le Detailed Rules on the Approval and
Control of Resident Representative Offices of Foreign Enterprises (1995), attualmente
emendata ed integrata da successive disposizione normative. Gli Uffici di Rappresentanza non
sono una forma di investimento estero diretto, ma uno strumento utile nella fase iniziale di
insediamento e in quella successiva per poter gestire e coordinare la propria presenza in Cina,
ed inoltre permette di richiedere investimenti non elevati. Ma, per contro, sono dotati di una
operatività limitata, poichè non possono svolgere attività commerciali dirette (vendita e
produzione), ma solo attività di promozione e studio di mercato per contro della società madre.
Pertanto, gli Uffici di Rappresentanza sono dei meri centri di costo, non di profitto ma,
ciononostante sottoposti a prelievo fiscale da parte delle autorità cinesi. La circolare n.18,
emessa il 20 febbraio 2010, ha apportato significative modifiche al quadro normativo previsto
per i RO in Cina, aumentando le aliquote stimate sul profitto ed eliminando le esenzioni fiscali.
Ad oggi, questi sono tassati sulla base dei loro costi (salari, affitto, spese di viaggio, bollette
telefoniche, ecc), e l’aliquota d’imposta totale di un ufficio di rappresentanza, che in realtà è
la somma di tre diverse aliquote, si aggira intorno al 10,94% (ma può variare significativamente
in base al settore). Scopo di questa circolare è affermare esplicitamente che tutti gli uffici di
rappresentanza devono provvedere al pagamento dell’imposta sul reddito, della Business Tax e
della VAT.
Gli uffici di rappresentanza hanno a disposizione tre diversi metodi di computo d’imposta. Ad
alcuni uffici viene richiesto di mantenere registri contabili accurati al fine di accertare il loro
ricavo effettivo ed il loro profitto per il relativo calcolo delle imposte. Ad altri invece (la
maggioranza), che non sono in grado di determinare i loro profitti in modo effettivo, è richiesto
di procedere al calcolo del proprio debito d’imposta attraverso il cost-plus method. Tale
calcolo si basa sul computo delle spese che l’ufficio sostiene per il proprio funzionamento e la
tassa relativa viene, di fatto, applicata sui costi certi e dichiarati della struttura. Infine,
l’ultimo metodo è adatto per gli uffici che sono in grado di stimare accuratamente i ricavi ma
non i flussi di cassa in relazione a spese e costi.
La procedura di costituzione di un RO è rapida e semplice (sono sufficienti solo due mesi). È
necessaria l’approvazione dal dipartimento locale del MOFCOM e la registrazione presso lo
State Administration for Industry and Commerce (SAIC) a livello locale. Si tratta comunque di
formalità burocratiche, poichè l’approvazione è quasi automatica. Inoltre, dal 2004 si può
presentare domanda direttamente al locale ufficio del SAIC, saltando il preliminare passaggio
della richiesta di autorizzazione del MOFCOM. Una volta ottenuta l’autorizzazione per
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l’apertura del RO, si procederà con la registrazione dell’ufficio presso la branch locale del SAIC
entro 30 giorni dall’approvazione. La validità massima della registrazione è di tre anni, con
possibilità di richiederne il rinnovo; ogni cambiamento che riguardi il RO (ufficio, Chief
Representative) dovrà essere comunicato alle autorità ai fini dell’approvazione e della
registrazione.
Legislazione societaria 20 : il diritto societario cinese è regolato dalla Company Law del
29.12.1993, entrata in vigore il 1.07.1994, successivamente modificata dalla New Company Law
del 27.10.2005, a sua volta in vigore dal 1.01.2006. Tra le forme societarie si riscontrano
notevoli differenze nel modo in cui vengono disciplinate le società di capitali investita da soli
cinesi, quella a capitale interamente straniero e quella in forma mista (JV). Mentre le prime
due forme societarie hanno una disciplina molto simile a quelle adottate nei paesi dell’Europa
continentale la disciplina delle JV merita di essere approfondita. La Joint Venture (JV) prevede
un accordo di collaborazione con cui due o più imprese, pur mantenendo la propria
indipendenza giuridica, collaborano per la realizzazione di un progetto di natura industriale o
commerciale, che si caratterizza per l'utilizzo sinergico delle risorse portate dalle singole
imprese partecipanti oltre ad un’equa suddivisione dei rischi legati all’investimento. Si
differenziano in: Equity Joint Venture (EJV) e Contractual Joint Venture (CJV).La Equity Joint
Venture è una società a capitale misto, costituita almeno da un soggetto straniero (individuo o
persona giuridica) e da una persona giuridica cinese (sussiste il divieto per le persone fisiche
cinesi di partecipare a joint ventures sino-estere). La EJV comporta la costituzione di un
soggetto terzo, che si pone come autonomo centro di imputazione di diritti e di obblighi Il
partner straniero dovrà detenere una quota pari o superiore al 25% del capitale sociale, potrà
essere inferiore a questa percentuale soltanto se ciò avvenga in conformità con le procedure di
costituzione. Tuttavia, in tal caso la EJV non potrà beneficiare delle politiche di favore
generalmente applicabili alle imprese di investimento straniera (FIE). La procedura di
costituzione di una EJV avviene sulla base di un contratto di Joint Venture concluso tra una o
più parti cinesi e una o più parti straniere. Oltre al contratto dovrà essere redatto uno statuto
che conterrà previsioni in merito all’oggetto sociale, alla governance, alla gestione finanziaria,
al diritto di prelazione sul trasferimento delle quote, all’ammontare del capitale sociale,
all’investimento totale e alla ripartizione degli utili. Il contratto di Joint Venture e lo statuto,
20 Fonte: Guida agli investimenti in Cina, Chiomenti, 2013; Newsmercati.com; “Cina:
Commercio Internazionale e Investimenti Esteri” a cura di E. Cavalieri, L. Sempi, F.R.
Antonelli, E. Romita, M. Sandoli, P. Mancone, I. de Risi pubblicato da Ipsoa
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così come i rispettivi accordi modificativi, sono soggetti inderogabilmente al diritto cinese e
devono ottenere l’approvazione da parte del MOFCOM o dei suoi uffici periferici.
Le Contractual Joint Venture (CVJ) possono essere di 2 tipologie: una “pura", rappresentata da
un semplice rapporto contrattuale tra i partner simile ad un accordo di partnership
temporanea, ed una “ibrida” a metà tra una CJV pura ed una EJV che, al contrario, prevede la
nascita di una persona giuridica nuova ed autonoma rispetto alle parti. Tuttavia, a differenza
di quanto avviene nel caso di una EJV in cui la creazione di una newco è un passaggio
imprescindibile, nel caso della CJV le parti potranno limitarsi a creare una semplice
“partnership” priva dello status di persona giuridica autonoma. In questo caso, tuttavia, le
parti non potranno beneficiare della limitazione della responsabilità applicabile nel caso di
costituzione di una società di capitali e saranno ritenute illimitatamente responsabili nei
confronti dei creditori della CJV per le obbligazioni assunte da quest’ultima. La procedura di
costituzione di una CJV è molto simile a quella già vista per la EJV e sarà quindi necessario
stipulare un contratto tra la parte cinese e quella straniera e ottenere l’approvazione del
MOFCOM (o dalle sue sedi periferiche).
LeWholly Foreign-Owned Enterprises (WFOE) costituite nella forma di società a responsabilità
limitata, interamente possedute e gestite da investitori stranieri, sono diventate la forma
preferenziale di investimento. Dal 2000 in poi sono stati infatti eliminati molti vincoli che
prima rendevano “ineguale” l’operatività di EJV e WFOE, come le limitazioni relative
all’esportazione dei prodotti (la disciplina precedente prevedeva che la maggior parte dei beni
prodotti dalle WFOE dovesse essere esportata, “obbligo di export”), agli acquisti di materie
prime (che adesso possono avvenire, in linea con il principio di “giustizia e ragionevolezza”, sul
mercato cinese come sul mercato internazionale) e alle transazioni internazionali (le WFOE non
necessitano più della previa autorizzazione governativa per avere rapporti commerciali con
l’estero). La differenza principale con le EJC riguarda il sistema di corporategovernance
(insieme di regole di ogni livello dalle leggi ai regolamenti che disciplinano la gestione e la
direzione di una società). Infatti, se le società costituite esclusivamente da capitale straniero,
ovvero le WFOE, sono disciplinate da un modello più flessibile, stabilito dalla legge societaria
del 2005, simile a quello adottato nei Paesi dell’Europa occidentale, per le JV è invece previsto
un sistema rigido di governance,inderogabile da parte dei soci dove, ad esempio, decisioni
importanti quali modifiche allo Statuto, aumenti di capitale, scioglimento, fusione e scissione
della società, devono essere prese all’unanimità da parte dei soci.Al fine di costituire una
WFOE l’investitore dovrà presentare una domanda contenente informazioni dettagliate
riguardanti l’investitore, il capitale, il settore di attività, l’impatto ambientale e altri aspetti
rilevanti. È inoltre richiesta la predisposizione di ulteriori documenti, tra cui non potrà mancare
uno studio di fattibilità, lo statuto e l’organigramma sociale. Tutta la documentazione deve
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essere presentata in lingua cinese. Alcuni documenti possono essere predisposti in lingua
inglese ma in questo caso si dovrà allegare la traduzione in lingua cinese. Il MOFCOM (o il
relativo ufficio periferico competente) si esprimerà sulla costituzione della WFOE entro
novanta giorni dalla ricezione di tutta la documentazione richiesta. Nei trenta giorni successivi
all’approvazione del MOFCOM, l’impresa presenterà domanda al SAIC per la Business Licence, la
cui data di emissione costituirà anche la data di costituzione della WFOE. La neo-costituita
WFOE ha poi trenta giorni di tempo per completare le ulteriori attività successive come
l’apertura del conto corrente, la predisposizione dei timbri e delle fatture, la registrazione
presso le autorità fiscali. Considerando le caratteristiche descritte delle WFOE è agevole
osservare come queste presentino degli indubbi vantaggi rispetto alle Joint Ventures. Per prima
cosa, detenere il 100% del capitale e fare a meno del partner cinese comportano un controllo
maggiore e più efficace sulla gestione della società; in secondo luogo, si incontrano meno
difficoltà sul versate del know-how, che resta nelle mani dell’investitore straniero. Inoltre,
redigere lo statuto e convenire i termini dell’investimento con un altro soggetto estero e in un
contesto giuridico diverso da quello cinese, è molto più semplice, in termini di lingua, cultura e
di tecnica giuridica ed economica. Ciò si traduce in una maggior celerità di tutto l’iter
costitutivo e in un maggior controllo societario. Si può pertanto dire che tutta la disciplina
delle WFOEs appare nel complesso più flessibile: anche abbandonare il progetto e sciogliere la
società risulterà relativamente più facile.
Meritano un approfondimento anche la disciplina sullo scioglimento e sulla liquidazione della
società. È fondamentale tenere presente un dato di partenza rilevante: costituire una società in
Cina risulta effettivamente molto semplice per l’investitore straniero, ma per contro, risulta
spesso impossibile uscirne. In un contesto economico nazionale ed internazionale in rapida
trasformazione, occorre assicurare, che l’amministrazione pubblica cinese assicuri pienamente,
con criteri oggettivi, senza condizionamenti, la possibilità di sciogliere una società o di
dichiararne eventualmente il fallimento. Se consideriamo la disciplina delle JV, il fatto che lo
scioglimento della società sia sottoposto al consenso incrociato del socio cinese e dell’autorità,
crea spesso le condizioni per cui l’investitore straniero venga costretto, pur di poter recuperare
parte del proprio investimento, a rinunciare a parte del proprio capitale investito o,
addirittura, a dover cedere la propria tecnologia al partner cinese.
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Brevetti e proprietà intellettuale21
La normativa in materia di marchi risale al 1982, emendata nel 2001, ma il 30.08.2013,
l’Assemblea Nazionale Cinese ha approvato le modifiche alla legge marchi (Revised Trademark
Law) che sono entrate in vigore il 01.05.2014. La difesa della proprietà intellettuale in Cina ha
sempre rappresentato un problema per le imprese straniere che spesso vedevano non rispettati
i propri diritti di esclusiva o perché anticipati da concorrenti cinesi che avevano già registrato
marchi identici o simili o perché scarsamente tutelati in sede giudiziaria. I diritti della
proprietà intellettuale garantiti dalle leggi della PRC non sono estesi alle regioni ad
amminsitrazione speciale di Hong Kong e Macao.
Ora però la Cina, in considerazione dell’elevatissimo numero di domande di marchio e di
registrazioni che si trova a gestire e degli investimenti effettuati nel suo territorio, non può più
permettersi che gli investitori stranieri non siano correttamente e rapidamente tutelati, né che
gli organismi internazionali del settore esprimano perplessità sul suo modus operandi.
L’Ufficio Marchi (Trademark Office) dell’Amministrazione Statale per l’Industria e il Commercio
del Consiglio di Stato (State Administration for Industry and Commerce - SAIC) è l’organo
incaricato di registrare ed amministrare i marchi in tutto il Paese. Prima di compiere qualsiasi
operazione commerciale in Cina è necessario provvedere alla registrazione del proprio marchio
presso l’Ufficio Marchi cinese competente (principio del “first to file”, per il quale non rileva
chi abbia inventato per primo bensì chi sia stato più sollecito a presentare la domanda di
registrazione.). La registrazione diretta in loco o l’estensione della registrazione internazionale
costituiscono gli unici strumenti di tutela necessari per evitare che le aziende locali si
approprino della notorietà di un determinato marchio.
Il marchio deve possedere caratteri distintivi e non deve entrare in contrasto con i diritti
acquisiti dai terzi precedentemente. Se il marchio è già stato oggetto di registrazione
internazionale, attraverso i sistemi previsti dal diritto internazionale, tale registrazione avrà
efficacia in Cina solo se essa è stata inclusa tra gli Stati ai quali la registrazione può essere
estesa su richiesta del richiedente.
La registrazione internazionale potrà essere recepita dall’Ufficio Marchi e Brevetti cinese solo
se il marchio in questione o simile risulta non essere già registrato in Cina; o se il nuovo
21 Fonte: Guida agli investimenti in Cina, Chiomenti, 2013; Le guide dell’Helpdesk, “La
protezione dei marchi in Cina”, China IPR SME Helpdesk
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marchio che si vuole registrare risulta conforme ai requisiti di registrabilità previsti dal diritto
cinese. A tal proposito sarà necessario il rilascio di un certificato, comprovante la validità della
registrazione
internazionale
sul
territorio
cinese.In
mancanza
di
una
registrazione
internazionale, si procederà direttamente con la registrazione presso l’Ufficio Marchi e Brevetti
presente nel territorio della PRC.
Si riportano di seguito le principali novità introdotte con la nuova legge marchi, la Revised
Trademark Law, con particolare riferimento a quegli aspetti che più direttamente possono
interessare i soggetti e le imprese che intendono depositare i propri marchi e, in generale, il
rispetto dei diritti di esclusiva. Dal 1.05.2014 è possibile depositare anche i marchi costituiti da
suoni, al pari di quanto previsto a livello europeo. Inoltre, è possibile procedere ad un deposito
in via elettronica (e-filing) e multi classe (la precedente legge prevedeva, invece, che ogni
domanda di marchio proteggesse solo un’unica classe merceologica). Il deposito multi classe, in
conformità alla prassi internazionale, permette quindi di ottenere una significativa riduzione
delle tasse di deposito; in più, la domanda di rinnovo potrà essere presentata nell’anno
anteriore alla scadenza della registrazione. Le procedure di esame sono state modificate nella
parte in cui si prevede non solo un time limit per arrivare alla pubblicazione, al massimo 9 mesi
senza possibilità di estensione del termine, ma anche per quanto attiene all’emissione
delle azioni ufficiali. L’esaminatore può infatti emettere un rifiuto sulla base di ragioni formali
o sostanziali, assegnando al depositante la possibilità di presentare le proprie argomentazioni a
supporto o di modificare la domanda.
La procedura di registrazione prevede che siano suscettibili di registrazione le seguenti
categorie: marchio in lettere latine, marchio in ideogrammi, logo o segno distintivo. Si è soliti
procedere alla registrazione sia del marchio a caratteri alfabetici sia di quello in ideogrammi
per evitare che la clientela cinese trovi un proprio soprannome al prodotto ed inoltre perché la
presenza di una scritta in caratteri latini ispira una fiducia nel consumatore cinese,
aumentando anche l’interesse verso il prodotto, mentre la presenza dell’ideogramma ne
facilita l’approccio. La procedura di registrazione richiede circa due anni di tempo nel caso in
cui non vi sia né rigetto né opposizione. Se entro sei mesi dalla data in cui si è presentato
domanda di registrazione in un Paese straniero, si vuole presentare domanda in Cina per la
registrazione dello stesso marchio in relazione agli stessi prodotti, il ricorrente, in relazione
all’accordo esistente tra la Cina e il Paese in questione, o sulla base del trattato internazionale
nel quale entrambi i Paesi sono parti, o ancora sulla base del principio di reciprocità, avrà un
diritto di priorità per il quale la data di presentazione della prima domanda nel Paese straniero
verrà considerata come la data di presentazione della domanda in Cina. Una volta registrato, il
marchio avrà una durata di dieci anni, decorrenti dalla data di approvazione della registrazione.
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Se si effettua un confronto tra il sistema nazionale e quello internazionale si denota che per
entrambe la registrazione ha una durata di 10 anni, rinnovabile per altri 10. La richiesta di
rinnovo deve essere depositata entro i sei mesi antecedente alla scadenza. Se il titolare, non
deposita una richiesta nei termini, può essere riconosciuta un’estensione di 6 mesi. Se non
viene depositata alcuna richiesta di rinnovo prima della scadenza del periodo di estensione, il
marchio commerciale verrà cancellato. La lingua della domanda di deposito è l’inglese,
francese e spagnolo (domanda internazionale), cinese (nazionale), pertanto le imprese
straniere dovranno rivolgersi ad un agente locale oppure essere in possesso di ragione sociale
ed indirizzo cinesi. La tariffa minima per il sistema internazionale copre più di un paese nel
medesimo tempo e fino a tre classi di beni o servizi. Nel sistema nazionale cinese deve essere
depositata una domanda separata per ogni classe.
Al fine di contrastare il fenomeno molto diffuso del deposito dei marchi in mala fede, la nuova
legge stabilisce che integri mala fede anche il deposito di un marchio uguale o simile a quello
di un soggetto che il depositante conosce in virtù di precedenti rapporti commerciali. E’ stata
quindi ampliata la previsione normativa includendo non solo agenti, rappresentanti, distributori
o consulenti del titolare del marchio non ancora protetto in Cina, ma anche tutti coloro che ne
abbiano avuto conoscenza per precedenti rapporti contrattuali, di business o commerciali in
genere. La mala fede dovrà essere invocata in sede di opposizione, come causa di nullità
relativa, poichè l’uso del marchio deve avvenire secondo i principi dell’onestà e della
credibilità.
Un altro istituto sul quale è intervenuta la legge è quello dell’opposizione; la vecchia legge non
fissava i requisiti in base ai quali fosse possibile depositare un’opposizione e la decisione veniva
presa a distanza di più di due anni. Ora solo i titolari di un diritto anteriore o la parte
interessata possono presentare opposizione alla concessione sulla base della violazione di un
marchio notorio, di un marchio anteriore o altri diritti anteriori, della mala fede del
depositante (nel senso sopra chiarito) o in violazione di una indicazione geografica. La
procedura di opposizione dovrà concludersi entro un periodo di 12 mesi, sempre allo scopo di
facilitare le imprese. Qualora l’Ufficio decida l’opposizione a favore della parte opponente,
il soggetto che ha depositato il marchio potrà presentare ricorso al TRAB (Trademark Review &
Adjudication Board) e iniziare un procedimento in sede giudiziaria, entro cinque anni dalla
registrazione del marchio. Al contrario, qualora sia il titolare della domanda a perdere in sede
di opposizione, non avrà il diritto di presentare ricorso, ma solo di iniziare una causa per
invalidare la registrazione. Lo scopo della nuova disposizione è quello di facilitare il sistema di
registrazione dei marchi e contrastare iniziative dilatorie in sede di opposizione da parte dei
concorrenti. Inoltre, in caso di rigetto dell’opposizione, l’Ufficio emetterà direttamente il
18
certificato di registrazione del marchio a favore del depositante (in precedenza il marchio non
veniva concesso, se la decisione di opposizione era stata nel frattempo impugnata in sede di
ricorso al TRAB).Le procedure di riesame contro la decisione di non concedere il marchio in
sede di esame o a seguito di opposizione, di decadenza per mancato uso, di illiceità della
registrazione, di nullità per contrarietà ad un marchio notorio o a marchi anteriori dovranno
essere concluse entro un massimo di 9 o 12 mesi, termini estendibili rispettivamente di 3 o 6
mesi previa approvazione del SAIC (State Administration for Industry and Commerce).
Per la disciplina sui brevetti, inizialmente regolata dalla legge del 1984, modificata nell’agosto
del 2000, successivamente disciplinata dalla normativa del 27.12.2008, entrata in vigore il
1.10.2009, l’autorità competente è lo State Intellectual Property Office of PRC (“SIPO”).
Secondo la PRC Patent Law, i requisiti di brevettabilità sono la novità (invenzioni e modelli di
utilità), l’originalità (modelli di utilità, ornamentali o invenzioni); l’industrialità.
Anche in materia di brevetti vale ciò che è stato detto precedentemente per i marchi. Qualora
venga depositata domanda di brevetto presso le autorità di un qualsiasi altro Stato membro
della Convenzione di Parigi, di cui la Cina è parte, ed entro 12 mesi (brevetto per modelli di
utilità o invenzione) o 6 mesi (brevetto per disegno), venga presentata domanda al SIPO cinese,
quest’ultimo riconoscerà come data di deposito quella avanzata presso le autorità dell’altro
Stato (Priority Date, “data di priorità”, per la quale ad una domanda debba essere concessa la
data di presentazione di una domanda precedente, anche se presentata in uno Stato
differente, posto che quest'ultima sia stata inoltrata nei 12 mesi anteriori (per i brevetti) o nei
sei mesi (per disegni, modelli e marchi) ad opera dello stesso richiedente). Pertanto, in Cina
vige il principio del “first to file”, secondo il quale chi per primo registra un marchio ne è il
legittimo proprietario. Assegnando una Priority Date al momento della domanda, nessuno potrà
validamente registrare un marchio identico o simile.
La procedura di registrazione avviene attraverso il deposito presso l’Ufficio Brevetti dei
seguenti documenti: per le invenzioni e i modelli di utilità: domanda di brevetto con
indicazione del nome dell’invenzione/modello di utilità, dati relativi al Richiedente,
indicazione della Priority Date (nel caso in cui il Richiedente e il soggetto che hanno effettuato
il deposito della domanda di brevetto in uno Stato differente siano diversi bisognerà fornire
documentazione che provi l’identità dei due soggetti oppure l’esistenza di un accordo di
licenza/trasferimento di brevetto). Una descrizione tecnica che spieghi in modo chiaro ed
esauriente l’invenzione o il modello di utilità così da venir riconosciuto da parte di un tecnico
nel settore di riferimento. La richiesta di copertura recante le caratteristiche tecniche
dell’invenzione o del modello, ed indicante, in modo chiaro la copertura per la quale si
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richiede la protezione. Un astratto della descrizione tecnica che definisca i punti tecnici
principali dell’invenzione o del modello. Unitamente ai disegni e alla delega che autorizzi
l’agente a gestire le procedure di registrazione; per i modelli ornamentali si presenteranno
domanda, disegni e fotografie, ed inoltre si dovranno indicare il prodotto che incorpora il
modello o la classe a cui esso appartiene.
Tutta la documentazione dovrà essere presentata in cinese e a seguito del deposito, il SIPO
effettuerà una verifica sulla completezza della documentazione e la sua conformità ai requisiti
richiesti dalla legge.
Trascorsi 18 mesi dalla data di deposito della domanda (6 mesi per i modelli di utilità e design)
avviene la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dei Brevetti. E’ possibile procedere, inoltre,
ad una pubblicazione anticipata, ma, su richiesta del ricorrente che può avvenire in qualsiasi
momento, entro tre anni dalla data della domanda, il SIPO può procedere ad un esame
sostanziale della stessa (a pena di decadenza nel caso in cui non si proceda alla richiesta di
riesame nei termini stabiliti). Dopo l’esame sostanziale, se non vi sono motivi per il rigetto di
una domanda di brevetto per invenzione, SIPO deve concedere il brevetto, rilasciare un
certificato per l’invenzione e registrare ed annunciare la concessione di tale brevetto. Questo
brevetto per invenzioni entra in vigore dalla data dell’annuncio.
Per quanto riguarda la domanda di brevetto per modello d’utilità o disegno, dopo l’esame
preliminare, se si è constatato che non vi sono motivi di rigetto, il SIPO emetterà una decisione
relativa alla concessione del brevetto, rilasciando il certificato ed effettuando la registrazione
e l’annuncio relativo al rilascio del brevetto in questione.
Qualora il richiedente non sia soddisfatto della decisione del SIPO relativa al rifiuto di una
domanda, il ricorrente può, entro tre mesi dalla data di ricevimento della notifica, ricorrere
alla commissione interna di riesame del brevetto ed avviare una procedura di revisione. Dopo il
riesame, la commissione dovrà provvedere a prendere una decisione e a comunicarla al
richiedente. Se, anche in questo il caso, il richiedente non dovesse concordare con la decisione
presa dal comitato di revisione, il richiedente potrà, entro tre mesi dalla data di ricevimento
della notifica, agire in giudizio presso il tribunale del popolo.
La procedura per il rilascio del brevetto ha durata di 3 o 4 anni nel caso delle invenzioni,
mentre per i modelli di utilità od ornamentali la durata è di circa 10/18 mesi. La protezione
concessa al titolare di un brevetto è piuttosto ampia, viene infatti riconosciuta come violazione
anche l’importazione o la vendita non autorizzata di merci prodotte senza l’autorizzazione del
titolare.Il periodo di durata del brevetto è di 20 anni per le invenzioni e 10 anni, decorrenti dal
giorno del deposito della domanda per i brevetti relativi ai modelli di utilità ed ornamentali. Il
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titolare del brevetto è tenuto a versare un ammontare fisso a scadenza annuale, in caso di
ritardo nel pagamento della tassa in questione si sarà sottoposti al pagamento di una tassa
pecuniaria.
Anche per i brevetti può essere richiesta la registrazione presso le autorità doganali, e le vie di
ricorso per la protezione sono le stesse previste per i marchi.
Sistema fiscale22
Anno Fiscale: 1 gennaio – 31 dicembre
Tassazione sulle attività di impresa: con l’entrata in vigore a partire da gennaio 2008 della
Enterprise Income Tax Law (EITL), il sistema di trattamento fiscale per le imprese locali (Joint
Venture) e a capitale straniero (Wholly Foreign Owned Entreprises) è stato uniformato, creando
un ambiente imprenditoriale più equo e competitivo e allargando la base imponibile che ha
permesso altresì di ridurre le singole aliquote. Secondo tale normativa come ormai noto le
tipologie previste sono le imprese residenti, costituite in Cina o le cui attività di gestione si
svolgono in Cina, le imprese non residenti, costituite e amministrate fuori dal paese ma che
producono reddito all’interno della RPC. Le prime rientrano in una tassazione standard (Income
Tax) del 25% sul reddito complessivo prodotto. Le seconde sono tenute a versare un’aliquota
del 20% (10% per i paesi come l’Italia che ricadono all’interno di particolari accordi, addirittura
5% per il regime fiscale agevolato di Hong Kong) in aggiunta alla VAT, calcolata sul reddito
prodotto da un attività che abbia richiesto una presenza in territorio cinese superiore ai sei
mesi; in caso di permanenza minore, la suddetta aliquota non viene applicata, mantenendo
solamente l’obbligo della Vat (6%). Per le imprese realizzate in un periodo antecedente alla
pubblicazione della nuova legge (EITL), è previsto un periodo di 5 anni durante il quale
l’aliquota salirà gradualmente (con un incremento annuo del 2%) fino al 25%, quota prevista
dalla legge. Sgravi fiscali sono poi previsti per particolari tipologie di imprese, come per
esempio quelle operanti in settori di ricerca e sviluppo, protezione ambientale e risparmio
energetico. Aliquote ridotte vengono applicate anche per imprese operanti nel settore dell’alta
tecnologia e per le piccole imprese o quelle poco redditizie (reddito imponibile inferiore a CNY
22 Fonte: State of Administration of Taxation of the People’s Republic of China;
www.shuilv.org; Lorenzo Riccardi - Giorgio Riccardi, Gli investimenti in Asia orientale; Deloitte,
Taxation and Investment in China 2014 - Reach, relevance and reliability; KPMG, China Tax
Alert, May 2014
21
300.000 o numero di lavoratori inferiore a 100 o totale attivo inferiore a CNY 10 milioni)
rispettivamente di 15% e 20%, particolari regimi fiscali agevolati vengono favoriti per le aree
destinate ad attrarre investimenti esteri. Per calcolare l'imposta sul reddito delle società si può
utilizzare la seguente formula:
Imposta annuale = [(base imponibile x aliquota) - credito d'imposta] - credito d'imposta estero
Imposta sul Reddito delle Persone fisiche:
Reddito Mensile Imponibile (RMB)
Aliquota
Fino a 1.500
3%
1.501 – 4.500
10%
4.501 – 9.000
20%
9.001 – 35.000
25%
35.001 – 55.000
30%
55.001 – 80.000
35%
80.001 +
45%
Le persone fisiche residenti in Cina e i cittadini stranieri che risiedano nel Paese per più di 183
giorni (90 per coloro provenienti da Paesi che non hanno siglato accordi per evitare la doppia
imposizione) sono soggetti al pagamento dell’imposta sul reddito individuale. Nel caso di
cittadini stranieri tuttavia, tale aliquota viene applicata ai soli redditi prodotti in Cina, quando
invece il reddito del cittadino cinese è totalmente sottoposto all’applicazione dell’imposta
individuale. Quest’ultima deve essere versata con scadenza mensile o sotto forma di
pagamento diretto da parte del contribuente o come ritenuta d’imposta da parte del datore di
lavoro. L'imposta sul reddito individuale è riscossa sulle categorie di reddito delle persone
fisiche qui elencate: proventi da salari, stipendi, reddito dei singoli operatori industriali e
commerciali di produzione o lavoro; proventi da compensi agli autori; proventi derivanti dalle
royalties; proventi da interessi, dividendi e bonus; ricavi derivanti dalla locazione di immobili;
proventi da cessione di immobili.
Imposta sul valore aggiunto: l’imposta sul valore aggiunto (VAT) è stata introdotta in Cina a
partire dal 1994 ed è stata oggetto negli anni di numerosi emendamenti tra cui la riforma
22
datata 2008. La VAT è applicabile nei confronti di quei soggetti, siano essi persone fisiche o
giuridiche, che svolgono attività di produzione, vendita e importazione di beni o che erogano
servizi di manutenzione, fabbricazione o riparazione. I contribuenti vengono classificati in due
categorie a seconda della loro capacità contributiva: contribuenti ordinari e piccoli
contribuenti. I primi possono essere soggetti a diverse aliquote in base all’attività condotta: se
infatti la VAT ordinaria è del 17% per i beni venduti e importati, esiste altresì un’aliquota del
13% applicabile ad alcune particolari categorie di prodotti quali forniture domestiche, alcune
tipologie di cibi, libri ecc, finanche un’aliquota dello 0% per i prodotti esportati e per casi
tassativamente previsti dallo Stato (per le esportazioni si parla di aliquota 0%, in realtà la VAT
viene versata e successivamente rimborsata). I secondi rientrano in uno speciale computo della
VAT che si è attestato al 3% in seguito alla riforma del 2008. Esistono poi beni esenti
dall’applicazione della VAT, quali i libri antichi, i medicamenti e prodotti contraccettivi, i
prodotti importati da governi e organizzazioni internazionali a scopo umanitario, gli articoli
direttamente importati da organizzazioni di disabili per l’utilizzo speciale da parte di questi
soggetti, i prodotti agricoli coltivati e commercializzati dal produttore, la vendita diretta di
beni usati, servizi di ricerca e sviluppo o di design destinati a imprese straniere, trasporti
internazionali. Il versamento deve essere generalmente effettuato entro un mese, tuttavia
sono previste tempistiche più ristrette (1, 3, 5, 10, 15 giorni) a seconda dell’ammontare del
valore dell’imposta da corrispondere e del tipo di attività (per esempio 15 giorni per le
importazioni). Il gettito viene amministrato e redistribuito tra amministrazioni locali e governo
centrale (rispettivamente 25% e 75%) dalla State Administration of Taxation, la quale definisce
altresì la documentazione necessaria per gli adempimenti fiscali. Nonostante la VAT si configuri
essenzialmente come un’imposta sul valore finale della produzione, essa ha sempre presentato
problematiche di applicazione all’interno dei processi produttivi o distributivi, causando spesso
l’applicazione di aliquote anomale o sovrapposte. Per le attività economiche escluse dalla VAT
è prevista inoltre un’altra tassa detta Business Tax, diretta al trasferimento di proprietà
immobili, diritti sull'uso di terreni e altri servizi (costruzioni, finanziari, hotel e catering,
entertainment ecc.). Tutti i servizi sono soggetti alla Business Tax indipendentemente dal fatto
che il fornitore del serivizo sia localizzato in Cina o meno (dal 1 gennaio 2009). Le aliquote
previste da tale imposta variano dal 3% al 20%: il 3% per servizi di edilizia, trasporto,
telecomunicazioni, servizi postali,
attività culturali e sportive; il 5% per i servizi di
assicurazione, finanza (interessi), trasferimento di proprietà immobiliari, diritti di utilizzo di
terreni e vendita di immobilizzazioni; le aliquote dal 5% al 20% sono destinate ai servizi di
intrattenimento, determinate dall'autorità a livello provinciale. Data la complessità del sistema,
negli ultimi anni sono stati intrapresi numerosi progetti pilota in diverse aree del paese (a
Shanghai nel 2012 per esempio), con l’intento di uniformare le due tipologie di imposta e
risolverne le lacune applicative, specialmente con riguardo allo sviluppo di settori innovativi (i
23
cosiddetti “settori incoraggiati”) e di aree destinate all’attrazione di investimenti che godono
di regimi fiscali agevolati. Nell’agosto del 2013 è stata emanata la “Circolare 37” con cui i
progetti pilota vengono estesi a livello nazionale, sostituita solo cinque mesi più tardi dalla
“Circolare 106” del 12 dicembre 2013, che estende la riforma della VAT anche a settori prima
inclusi nella Business Tax come servizi postali e ferroviari, oltre che introdurre degli
aggiustamenti applicativi nei confronti del settore dei finanziamenti e delle spedizioni. A
giugno 2014 la VAT è stata estesa anche al settore delle telecomunicazioni con la "Circolare 43",
anche questo precedentemente incluso nella BT. Ciò a testimonianza del periodo di dinamismo
legislativo e dell’alto grado di sperimentazione in ambito fiscale di cui la Cina si sta rendendo
protagonista, con il dichiarato obiettivo di una semplificazione burocratica a favore in primis di
un gettito fiscale più efficiente e trasparente. La strategia del governo centrale è una nuova
configurazione fiscale che preveda la conciliazione della VAT e della Business Tax, cioè la
conciliazione di una tassa diretta al consumatore finale e di una imposta orientata alle attività
economiche (e che di queste riflette l’andamento). Il nuovo modello in via di definizione
presenta tuttavia diverse tendenze negative: sebbene l’estensione dei progetti pilota a livello
nazionale abbia compreso nuove tipologie industriali (avvantaggiate da un nuovo regime fiscale
favorevole), è altresì vero che settori quali telecomunicazioni, real estate e edilizia hanno visto
i loro oneri fiscali aumentare fino all’11%. Le problematiche del sistema si riscontrano
nell’ambito di applicazione della VAT (la cui aliquota risulta non ancora esaustivamente
definita per alcune tipologie di beni) e nella coesistenza di VAT e Business Tax che crea delle
discrepanze legislative e contribuisce ad alimentare un sistema fiscale troppo macchinoso.
Infine si cita la Consumption Tax, applicata ai soggetti che si occupano di produzione,
importazione e lavorazione di particolari tipologie di beni considerati “non essenziali” o “di
lusso”, come alcol, cosmetici, gioielli, pneumatici, motociclette e motoveicoli, petrolio, yachts,
prodotti da golf, olio per motore, orologi di lusso, bacchette di legno usa e getta e tabacco.
Questa tassa è calcolata basandosi sul prezzo di vendita dei prodotti, sul volume di vendita o la
combinazione dei due. L'aliquota proporzionale varia dal 1% al 56% del ricavo di vendita dei
prodotti. Le esportazioni sono esenti da questa tassa.
24
NOTIZIE PER L’OPERATORE
Rischio Paese23:2/7
Condizioni di assicurabilità SACE24: apertura senza condizioni
Sistema Bancario25
Il numero degli istituti finanziari operanti attualmente in Cina si stima vicino alle 4.000 unità,
con un bacino di circa tre milioni e mezzo di dipendenti e un giro d’affari prossimo ai 135.000
miliardi di RMB. Ai vertici del sistema bancario si trovano la People’s Bank of China, banca
centrale responsabile della politica e stabilità del sistema finanziariononché dei depositi e
crediti, e la China Banking Regolatory Commission (CBRC), addetta al monitoraggio dell’intero
sistema bancario e alla supervisione delle operazioni. Entrambe le istituzioni sono subordinate
alle decisioni del Consiglio di Stato, organo esecutivo del governo di Pechino. Oltre alla PBOC,
le altre grandi banche cinesi sono le cosiddette Policy Banks (China Development Bank, ExportImport Bank of China e Agricultural Bank of China), costituite per garantire fonti di
finanziamento per gli ambiziosi progetti governativi nell’ambito delle politiche di piano
(sviluppo tecnologico, industriale, infrastrutturale ecc.). Il sistema finanziario vede inoltre la
presenza di banche statali a livello nazionale (oltre alla PBOC) che detengono la quota di
mercato maggiore (44,05% del totale degli assets): Bank of China, Industrial and Commercial
Bank of China, China Construction Bank e Agricultural Bank of China. Esistono poi Banche
Nazionali (possono cioè aprire sportelli in tutta la Cina sulla base della loro licenza generale),
sono 12 e amministrano il 17,8% degli assets. Sotto queste si trovano le Banche Cittadine, le
quali possono aprire sportelli nella città di origine ma per aprirne all'esterno devono richiedere
una speciale autorizzazione. In tutto sono 144 e gestiscono il 9,49% degli assets. Ancora,
esistono banche e istituzioni finanziarie minori, spesso dislocate in contesti non urbani, volte al
finanziamento della piccola e media impresa e dell’economia rurale, che in totale gestiscono il
28,65% degli assets. Nel complesso, l’insieme delle banche straniere in Cina (americane incluse)
è molto lontano da un confronto con le cinesi: tutti gli assets delle banche non cinesi in Cina
non hanno mai superato il 2% di quelli totali. Il volume totale delle masse attive delle banche
23 Fonte: OCSE. Categoria OCSE (o categoria di rischio) indica il grado di rischiosità (da 0 a 7,
dove 0 rappresenta il rischio minore e 7 il rischio massimo), cioè la probabilità che si verifichi
un default
24 Per maggiori informazioni www.sace.it/studi-e-formazione/country-risk-map/schedapaese/cina
25 Fonte: Standard & Poor’s, China Banking Outlook 2014: A Turbulent Flight Ahead;
Newsmercati; Cnn Money; Il Sole 24 Ore, Cina in soccorsodelleBanche; PwC, Banking and
finance in China:The outlook for 2015; Sergio Bertasi, Il Credito in Cina
25
italiane in Cina “mainland” si attesta intorno al miliardo di dollari, valore piuttosto limitato a
causa anche delle ridotte dimensioni delle imprese italiane sul territorio e della chiusura del
mercato cinese. Gli istituti di credito stranieri, dopo aver ricevuto l’approvazione da parte
della Banca Centrale, possono fornire i propri servizi in valuta straniera a clienti stranieri (sia
ai privati con passaporto straniero e sia a società partecipate o a capitale interamente
straniero). Il mercato cinese rimane ancora chiuso dal punto di vista finanziario, per esempio
per aprire una filiale in Cina bisogna passare tramite un oneroso sistema di licenze multiple, il
regolatore determina quanti asset in valuta estera una banca può avere tramite il sistema delle
"quote", la valuta RMB non è ancora totalmente internazionale, i tassi sono tuttora
"amministrati" e non gestiti con strumenti di mercato ecc.
Tutto questo però sembra dover cambiare in futuro. Il 2014 è stato un anno pieno di
cambiamenti per il sistema bancario: gli obiettivi del governo hanno incluso una maggior
internazionalizzazione del renminbi, una regolazione più stringente riguardo all'esposizione
delle banche su asset non standard, una graduale liberalizzazione dei tassi di interesse, la
revisione della finanza locale e favorire la partecipazione dei privati nelle imprese controllate
dallo stato. La People's Bank of China (PBOC) ha annunciato una serie di misure di politica
monetaria rivoluzionarie nel modo in cui
gestirà la liquidità, sganciandosi dal modello
tradizionale ed aprendo capitale e finanza alle forze del mercato. Allo stesso tempo sta
continuando l'internazionalizzazione del renminbi, incoraggiando la creazione di liquidità
all'estero in RMB e creando opportunità per far rientrare parte di questa in maniera trasparente,
in modo da assicurare liquidità sufficiente ed una più efficiente distribuzione del credito a
supporto dell'economia domestica, regolando allo stesso tempo come il settore bancario
reinveste i depositi. Secondo un report di PriceWaterhouseCoopers, la nuova Shanghai Pilot
Free Trade Zone e iniziative simili potranno essere la chiave di volta per la completa
internazionalizzazione del RMB. Riguardo la liberalizzazione dei tassi di interesse, a marzo 2014
il governatore della banca centrale Zhou Xiaochuan ha dichiarato che questa avverrà entro due
anni, visto anche il fatto che una crescita troppo rapida del tasso sui depositi potrebbe
danneggiare i profitti bancari, già sofferenti a causa del rallentamento dell'economia cinese.
Un'altra sfida che le banche tradizionali stanno affrontando è la veloce evoluzione dell'internet
banking. Grazie anche a giganti del settore come Alibaba e Tencent che stanno conquistando
rilevanti porzioni di mercato per i pagamenti online e e-banking, le banche statali stanno
perdendo depositi e guadagni sulle transazioni a vantaggio delle banche online. Il 2015
dell'internet banking si prospetta un anno di rapida crescita ma una regolamentazione del
settore sarà inevitabile, eliminando molti dei vantaggi che il settore dell'internet finance sta
sfruttando e rallentando in questo modo la sua crescita. Un pericolo per il settore banking
cinese è la qualità del credito detenuto dalle banche. Il totale di crediti inesigibili (NPL - nonperforming loans) in tutta l'industria bancaria ha raggiunto 766,9 miliardi di RMB alla fine del
26
Q3 2014, un aumento del 36% da inizio anno. Anche se i policy makers riusciranno a mitigare la
crescita dei NPL con misure ad hoc, questi probabilmente rimarranno un serio problema per il
settore bancario cinese durante il 2015. Per combattere la deflazione la PBOC ha tagliato i
tassi di interesse due volte in quattro mesi (novembre 2014 e febbraio 2015), portando i tassi
sui depositi e sui prestiti rispettivamente a 2,5% e 5,35%.
TASSI BANCARI26
TIPOLOGIA
VALORE
Tasso sui depositi a un anno
2,5%
Tasso sui prestiti a un anno
5,35%
Parchi industriali e zone franche27
La Repubblica Popolare Cinese fino ad oggi ha approvato i seguenti tipi di zone franche, con
trattamento fiscale preferenziale: 6 Zone Economiche Speciali (la provincia Hainan, le città di
Shenzhen, Zhuhai, Shantou, Xiamen e Kashgar), 32 Zone di Sviluppo Economico e Tecnico, 53
Parchi di Sviluppo per Progetti ad Alto Contenuto Tecnologico (localizzati nelle città più
industrializzate), 15 Zone Franche (le principali sono Tianjin, Shenzhen, Shanghai, Zhangjigang,
Dalian, Guangzhou, Xiamen, Haikou, Fuzhou, Qingdao, Ningbo e Shantou) e dal 2009, 23
Bonded Logistic Center nei quali viene fissata un’agevolazione tariffaria per le merci in entrata
e tariffa zero sull’export.
In queste zone sono previsti, al fine di attirare investimenti esteri, benefici ed agevolazioni
fiscali. Possiamo trovarvi esenzioni, riduzioni, rimborsi di imposta, agevolazioni per l’accesso
alle infrastrutture, prestiti e sovvenzioni finanziarie, concessioni di diritto per l’utilizzo dei
terreni, agevolazioni per ottenere la residenza fissa e concessioni in materia di quote minime
di partecipazione nelle società ad investimento estero. Bisogna ricordare che alcune tipologie
di agevolazioni possono variare da provincia a provincia, a seconda della tipologia e
dell’ammontare dell’investimento, del periodo previsto di durata dell’impresa, dell’importanza
26 Aggiornati al 03.03.2015, Fonte: Wall Street Journal, China’s Central Bank Cuts Interest
Rates
27 Fonte: asianews.it; Istituto Nazionale per il Commercio Estero; China Briefing, Shanghai FTZ
Revised Negative List Introduces Targeted FDI Reforms
27
e notorietà dell’impresa. A questo proposito, alcune tra le 15 Zone Franche, tra cui Shanghai,
sono state oggetto di progetti pilota, inseriti all’interno del XII Piano Quinquennale, il cui scopo
era ideare un nuovo sistema fiscale che potesse venir applicato a livello nazionale.
La prima zona di libero scambio cinese è stata inaugurata il 29.09. 2013 a Shanghai. La Free
Trade Zone di Shanghai, come area integrata, era stata lanciata nel 2013, lo scorso settembre,
e l'obiettivo, che il governo cinese da tempo persegue, è che Shanghai torni ad essere il
principale polo finanziario della Cina continentale, come lo era storicamente fino alla fine degli
anni '40, prima dell'insediamento del regime comunista in Cina. Negli intenti del governo,
compito del polo finanziario di Shanghai è trainare l'economia cinese lungo la strada di ulteriori
liberalizzazioni.La FTZ, ufficialmente CSPFTZ - China (Shanghai) Pilot Free Trade Zone - nasce
dall'unione di diverse precedenti zone franche specializzate di cui la prima, la Waigaoqiao Free
Trade Zone, risale al giugno 1990. Questa Zona Franca rappresentava il particolare rapporto,
quasi concorrenziale, che spesso si crea fra il potere centrale cinese e i governi locali. Essa,
infatti, era oggetto di due regolamenti distinti, uno generale e uno della municipalità di
Shanghai, ma non essendo chiara la gerarchia tra i due regolamenti, l’imprenditore straniero
aveva difficoltà a muoversi.
Oggi, l’aggregazione delle diverse zone franche rende chiaro il disegno, esplicito ora anche nel
nome, che è di pilotare l'evoluzione graduale dell'economia cinese da un'economia di comando,
come quella comunista, ad una regolata dai mercati finanziari. In generale, all’interno della
FTZ gli investitori potranno richiedere qualsiasi attività in Cina che non sia compresa nella
“negative list” (una versione semplificata del già esistente “Catalogo”) dove sono indicate le
attività proibite all’interno della Shanghai Free Trade Zone, lista che è stata recentemente
rivisitata portando le attività proibite da 190 a 139. Sarà consentito un libero flusso di capitali
esteri, garantita la piena convertibilità della valuta nazionale, le aziende potranno importare
beni al suo interno e sarà permesso condurre business offshore per le banche cinesi qualificate.
Le imprese insediate nei circa 30 chilometri quadrati della zona franca potranno indebitarsi con
controparti estere in valuta cinese, mentre finora, l'impiego di Yuan di conto estero era
limitato alle partite correnti cioè, nei rapporti con entità estere, era possibile, in Yuan, solo
fatturare e saldare fatture commerciali. In base alle nuove direttive le circa 10 mila imprese
della FTZ di Shanghai saranno autorizzate ad indebitarsi con l'estero in Yuan per un ammontare
fino al 150 % del proprio capitale sociale. Inoltre le banche verranno incoraggiate a
semplificare le proprie procedure per rendere più agevole l'impiego di Yuan di conto estero per
le imprese loro clienti, consentendo agli istituti di credito molte nuove opportunità di
transazioni finanziarie per le quali vi è già una forte richiesta potenziale. E' anche abbastanza
facile comprendere perché, mediante l'esperimento pilota di Shanghai, il governo cinese abbia
in questo momento interesse ad accelerare la liberalizzazione delle transazioni finanziarie
28
denominate in Yuan di conto estero. Questa è infatti l'unica strada per arrivare alla piena
convertibilità valutaria della moneta cinese, poichè l'obiettivo finale è renderla una valuta di
riserva, come avviene per il dollaro, l'euro e, in misura minore, lo yen e la sterlina. Con la
rivisitazione della Negative List di luglio, sono stati eliminati molti divieti riguardo a settori
come manifatturiero, trasporti, commercio e finanza.
Infine, sono state istituite altre categorie di zone a trattamento privilegiato: quelle situate a
ovest che rispondono alla Go West Policy e le Export Processing Zones che si possono costituire
all’interno delle Zone di Sviluppo Economico e Tecnico e beneficiano, per alcune operazioni, di
agevolazioni simili alle free trade zones.
Accordi con l’Italia28
Accordo per evitare le doppie imposizioni e per prevenire l'evasione fiscale in materia di
imposte sul reddito (31.12.1990); Accordo per il reciproco riconoscimento dei titoli di studio
(4.07.2005); Protocollo d’intesa tra il Formez e la scuola Nazionale di Amministrazione della
Repubblica Popolare Cinese per lo sviluppo dei rapporti di scambio, di Cooperazione Scientifica
e di Sviluppo (16.01.2006); Memorandum d’intesa tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio Italiano e la Tongji University di Shanghai per la realizzazione di un Centro italocinese per il trasferimento delle tecnologie (2009); nel 2010 sono stati firmati 10 accordi
commerciali da mld/euro 2,25 (settori interessati: energia, telecomunicazione, ambiente e
finanza);il 28.11.2012 l’ex premier Mario Monti e Jia Qinglin, Presidente del Comitato
Nazionale della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese, hanno presenziato alla firma
di sei accordi commerciali bilaterali del valore complessivo di circa un miliardo di euro;a fine
ottobre 2013, si sono incontrati a Roma il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Italiana,
Emma Bonino e il rispettivo Ministro Cinese, Wang Yi per discuter su temi quali la promozione
del partenariato tra regioni italiane e province cinesi soprattutto in materia di settori ad alta
tecnologia, energia sostenibile e agroalimentare;accordi di reciproca collaborazione sono stati
sottoscritti in vista della promozione dell’Expo 2015 a cui sono seguite alcune visite ufficiali del
sindaco di Milano Pisapia e dello stesso amministratore delegato di Expo Giuseppe Sala. Nella
prima metà di gennaio 2014, il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato è venuto in
visita a Pechino in occasione del “Forum Sino-Italiano per un nuovo modello di cooperazione
economica e commerciale”, all’interno del quale sono stati sottoscritti pacchetti di
28 Fonte: Ambasciata d’Italia a Pechino; FASI, Internazionalizzazione: accordi commerciali
Italia-Cina; Cassa Depositi e Prestiti, CDP e FSI - Firmati accordi con China Developmente Bank
(CDB) e China Investment Corporation (CIC)
29
collaborazione nell’ambito di progetti legati ad ambiente, urbanizzazione, sanità e agricoltura.
Tale risultato è stato raggiunto grazie a diverse missioni imprenditoriali organizzate nella
seconda metà del 2013, con incontri di B2B che hanno confermato le potenzialità e l’interesse
del mercato cinese verso le nostre eccellenze produttive specialmente nei settori ad alto
contenuto tecnologico. A giugno 2014, il premier Renzi ha visitato la Cina, facendo tappa a
Shanghai e Pechino, dove ha incontrato il presidente Xi Jingping e il premier Li Keqiang Sono
stati firmati 10 grandi accordi di cooperazione. Ad ottobre è stato il premier Li Keqiang a
incontrare Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Tra i più importanti accordi firmati durante queste
occasioni: pre-accordo tra Ente Nazionale Italiano di Unificazione e Standards Administration of
China per la collaborazione tra i due enti di normazione per facilitare gli scambi commerciali e
la reciproca penetrazione dei mercati tra i due Paesi; accordo tra Cassa Depositi e Prestiti e
China Development Bank Corporation per finanziare progetti e investimenti di interesse
comune per circa 3 miliardi di euro nei prossimi 5 anni; accordo tra Fondo Strategico Italiano e
China Investment Cooperation che prevede l'investimento fino a 1 miliardo di euro da parte di
entrambi i fondi per aziende italiane che hanno potenziale di espansione in Asia; Memorandum
of Understanding tra Gestore dei Servizi Energetici e Zona di Sviluppo Economico e Tecnologico
dello Zhenjiang per individuare imprese potenzialmente interessate ad investire nel progetto
per la realizzazione di un parco dimostrativo sino-italiano sull'innovazione sostenibile in ambito
agricolo, stimati circa 800 milioni di euro di investimenti iniziali.
Costo dei fattori produttivi29
Uno stipendio medio nel settore manifatturiero è di 46.431 CNY all'anno, o 3.869 CNY al mese.
Lo stipendio minimo varia da 830 CNY al mese per Guangxi a 1.820 CNY al mese per Shanghai.
Secondo gli analisti di ECA International, è previsto che nel 2015 gli stipendi in Cina avranno
una crescita dell'8% (5,5% se aggiustato all'inflazione), una tra le crescite più alte al mondo.
Organizzazione sindacale30
29 National Bureau of Statistics of China, dati aggiornati al 2013; China Briefing, A complete
guide to minimum wage levels across China 2014; Bloomberg BNA, Compensation: Average
Global Salary to Rise 5.8 Percent in 2015, Survey Finds; ECA International, Biggest pay rises
will be in Argentina next year according to new Salary Trends survey from ECA International ECA International
30 Fonte: Mofcom; The Diplomat, China’s Reforms leave Labor Unions behind; MADE IN CHINA Un anno di Cina al lavoro (2012), a cura di Ivan Franceschini e Tommaso Facchin; CNN, Protests,
suicide: China's labor unrest leads to reform
30
La prima legge che definisce la presenza di organizzazioni sindacali risale al periodo maoista
nel 1950 ed è rimasta valida fino al 1992, anno in cui è stata adottata la nuova disciplina dalla
5° sessione del 7° Congresso nazionale. A partire dal 2001 anche la Cina ha dovuto dotarsi
(almeno sulla carta) di un sistema sindacale in linea con gli standard internazionali, andando
incontro ad una riscrittura della legislazione che regola l’organizzazione sindacale. Tali
associazioni sono autorizzate ad operare nell’interesse dei lavoratori che rappresentano,
ricoprendo una funzione consultiva, di supervisione e di mediazione all’interno dei contratti di
lavoro (art.78). Lo sciopero non è ancora previsto e tutelato da un punto di vista legislativo,
soprattutto se si considera la vaga definizione dell’accusa di “crimini contro la sicurezza dello
Stato e di disturbo dell’ordine pubblico”. Tale passaggio del codice penale viene applicato in
modo arbitrario anche per giustificare azioni di repressione in caso le manifestazioni minaccino
di estendersi agli stabilimenti produttivi limitrofi, creando un fronte più compatto con un
potere di influenza maggiore. La legge prevede il diritto dei lavoratori di organizzarsi in
associazioni sindacali all’interno delle imprese ad investimento estero (FIEs), ma non ne
impone in alcun modo la costituzione. In presenza di tali associazioni, l’azienda è tenuta a
rendere disponibili gli spazi necessari all’esercizio delle attività sindacali nonché a contribuire
all’associazione con il 2% delle retribuzioni. In generale, la tutela sindacale rimane lacunosa in
molti aspetti, garantendo sulla carta una protezione e una assistenza abbastanza ampi, ma de
facto incapace di difendere i diritti primari del lavoratore. Le varie associazioni sono riunite a
livello nazionale nella Federazione Nazionale Sindacati (ACFTU) che conta oltre 280 milioni di
iscritti. Tale organo rientra sotto il pieno controllo del Partito Comunista, diventando così un
ottimo strumento per promuovere la linea di massa all’interno delle sue organizzazioni e dei
suoi membri. In definitiva, il compito più importante ricoperto dalla ACFTU è l’attività di
ricollocamento e i programmi di riqualificazione per i disoccupati, oltre che il supporto per le
fasce deboli in materia di welfare. Negli ultimi anni inoltre, l’ACFTU si è altresì impegnata per
implementare programmi di assistenza legale gratuita per i lavoratori coinvolti in dispute
lavorative, modalità che risulta politicamente più consona in assenza di un reale diritto di
sciopero. In passato, i lavoratori non potevano nominare i loro rappresentanti sindacali ma
solamente votare, ora sta cambiando qualcosa: oltre a sporadici casi di elezioni dirette come
quello di GCL Footwear, sia Shenzhen Trade Union Federation che Guangdong Federation of
Trade Unions hanno annunciato che l'obiettivo di avere entro qualche anno elezioni dirette per
i membri dei sindacati dei lavoratori.
31
ELETTRICITA’ AD USO INDUSTRIALE31
(in $ Kw/h)
Categorie
Alta e media tensione
media
0,1
Prodotti petroliferi (in $/l)32
Combustibile
media
Benzina
1,236
Acqua (in €/m³)33
media
Acqua di acquedotto
0,47
Affitto Immobili (al m2)34
media
Ad uso ufficio (zona CBD)
95 euro
INFORMAZIONI UTILI
Indirizzi Utili
NEL PAESE
Rete diplomatico consolare35
Ambasciata d’Italia
Indirizzo: 2, San Li Tun Dong Er Jie - 100600 Beijing
31 Fonte: Want China Times, The price of power: China's confusing electricity rates
32 Fonte: Bloomberg, Pain at the Pump: Gasoline Prices by Country;
33 Fonte: Beijing Waterworks Group, 2014
34 Fonte: Cushman & Wakefield, Office space across the world - Valore originale: 665 CNY
35Ministero degli Affari Esteri e Ambasciata d’Italia a Pechino. Per ulteriori informazioni sugli
uffici consolari nel Paese: www.esteri.it o www.ambpechino.esteri.it
32
tel +86 10 85327600
fax +86 10 65324676
Recapito telefonico di emergenza: +86-139 0103 2957
E-mail: [email protected]
www.ambpechino.esteri.it
Consolato Genarale d'Italia a Shanghai
Indirizzo: The Center,19 floor, Unit 7/11 n. 989, Chang Le Road – Shanghai200031
telefono: +86-21-5407 5588
fax: +86-21-6471 6977
E-mail: [email protected]
Circoscrizione consolare: Shanghai, province del Zhejiang, Jiangsu e Anhui.
Consolato Genarale d'Italia a Canton (Guangzhou)
Indirizzo: Unit 1403, International Finance Place (IFP), No. 8 Huaxia Road, Pearl River New City
- Canton (Guangzhou)510623
telefono: +86-20-38396225
Fax: +86-20-8550 6370
E-mail: [email protected]
Circoscrizione consolare: Guangdong, Guangxi, Fujian, Hainan.
Consolato Generale d'Italia a Chongqing
Indirizzo provvisorio : Intercontinental Hotel Chongqing
10 floor SUI Room 101 Minzu Road, Yuzhong District - Chongqing 400010
Telefono: +86-23-63822033 o +86-23-63831544
Fax: +86-23-63832544
E-mail: [email protected]
Circoscrizione consolare: Chongqing, province del Sichuan, Guizhou e Yunnan.
Altri uffici di promozione italiani:
Istituti italiani di cultura
Pechino
Indirizzo:2, SanLiTun Dong Er Jie, 100600
tel +86 10 65322187 - fax +86 10 65325070
[email protected]
www.iicpechino.esteri.it
Shanghai
Indirizzo:19thfloor, the Center, 989 Changle Lu, 200031
tel +86 21 54075588 - fax +86 21 54075750
[email protected]
www.iicshanghai.esteri.it
33
Uffici ICE36
Pechino
Room 3802 - Jing Guang Center
Hu Jia Lou, Chaoyang District
100020 Beijing – P.R. China
E-mail: [email protected]
Tel: (008610) 65973797 - Fax: (008610) 65973092
Shanghai
Room 1901-1906 - The Center - 989, Chang Le Road
200031 Shanghai - P.R. China
E-mail: [email protected]
Tel: (008621) 62488600 / 54075050 - Fax: (008621) 62482169
Canton (Guangzhou)
Unit 3203, International Finance Centre (IFC), no.5 Zhujiang West Avenue
510623 Guangzhou P.R. China
E-mail: [email protected]
Tel: (0086 20) 85160140 - Fax: (0086 20) 85160240
Ufficio ENIT37
Room 3214 Jing GuangCenter, Hu Jia Lou, Chaoyang District
100020 Beijing – P.R. China
Centralino: +86 (10) 85906686
Fax: +86 (10) 85906687
E-mail: [email protected]
www.enit.it
Istituti di credito italiani:
Banco Popolare
Ufficio di Rappresentanza - Shanghai
Unit 013 27/Fl. Hang Seng Bank Tower
1000 Lujiazui Ring Road
Pudong New Area, Shanghai 200120 China
Tel +86 21 6841 0599 – Fax +86 21 6841 1776
[email protected]
Intesa SanPaolo
36ICE- Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane
37 ENIT- Agenzia Nazionale del Turismo
34
Ufficio di Rappresentanza – Pechino
Unit 2108 Capital Mansion, 6 Xinyuannan Road, Pechino, 100004 China
Tel: +86 (10) 84862108
Fax: +86 (10) 84862185
[email protected]
Shanghai Branch
Room 1001,10th Floor China Merchants Tower,161, Luijiazui East Rd Pudong, Shanghai,
200120China
Tel: +86 (21) 20822600
Fax: +86 (21) 20822630
[email protected]
Italian Desk BNL c/o BNP Paribas
Responsabile: Fu Jianhua
26/F, Shanghai World Financial Center
100 Century Avenue, Pudong New Area, Shanghai 200120, China
Tel +86 21 2896 2728 - Mob +86 139 185 95081
[email protected] [email protected]
Banca Monte Paschi di Siena
Beijing Representative Office
1602,China World Tower 1, No.1, Jianguomenwai Street, BEIJING 100004, P.R.C.
Tel +86 10 650 531 36/650 531 37/650 531 38
Fax +86 10 650 531 39
[email protected]
Guangzhou Representative Office
Unit 1708, Tower A, Center Plaza, 161 Linhexi Road, Tianhe District, GUANGZHOU 510620,
P.R.C.
Tel +86 20 3825 1001/3825 1002
Fax +86 20 3825 1003
[email protected]
Shanghai Branch
Unit 2501-2503, 25th Floor, Platinum Building, No. 233 Taicang Road, SHANGHAI, 200020 P.R.C.
Tel +86 21 53830417 /53862800
Fax: +86 21 53830411
[email protected]
Unicredit
Ufficio di Rappresentanza Pechino
35
Suite 2604 CITIC Building - 19 JianguomenWaiDajie
100004 - Beijing
phone: +8610 65003716
fax: +8610 65001165
[email protected]
Ufficio di Rappresentanza Guangzhou
Room 3017-3018, CITIC Plaza, 233 TianheBei Road
510613 - Guangzhou
phone: +86 20 8752 1988
fax: +86 20 8752 1989
[email protected]
Shanghai Branch
Unit 2401, Jin Mao Tower, 88 Century Boulervard
200121 - Shanghai
phone: +86 21 50470077
fax: +86 21 50470407
[email protected]
IN ITALIA
Rete diplomatico-consolare38
Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia
Via Bruxelles, 56 00198 Roma, Italia
Tel. +39 06 96524200
Email. [email protected]
Sito. http://it.mofcom.gov.cn
Consolato Generale della Repubblica Popolare Cinese in Milano
Via Benaco, 4 20139 Milano
Tel. +39 02 5693869 Fax. +39 02 5694131
Sito. http://milano.china-consulate.org/ita
Consolato Generale della Repubblica Popolare Cinese in Firenze
Via dei Della Robbia, 89 50132 Firenze
Tel. +39 055 573889 Fax. +39 055 5520698
Sito. http://firenze.china-consulate.org/ita
Centro Visti
Roma
Viale Regina Margherita, 279 00198 Roma
38Embassy of the Peoples’Republic of China in the Republic of Italy
36
Tel. +39 06 44250240 Fax. +39 06 44260770
Sito. http://www.visaforchina.it/ROM_IT
Milano
Via Federico Confalonieri, 29 , 20124- Milano
Tel. +39 02 83201385 Fax. +39 02 83201407
Sito. http://www.visaforchina.it/MIL_IT
Istituti di credito
Bank of China
http://www.bankofchina.com/it/
Filiale di Milano
Indirizzo: Via Santa Margherita, 14/16–20121 Milano
Tel: 0039 0286473200
Fax: 0039 0286473203
E-mail [email protected]
Filiale di Roma
Indirizzo: Via Barberini, 97/103–00187 Roma
Tel: 0039 064521016
Fax: 0039 06452101618
Formalità doganali e documenti di viaggio 39
Necessario il visto d’ingresso rilasciato dall’Ambasciata o dal Consolato cinese. Le trempistiche
variano da 4 a 2 giorni in base all’urgenza della richiesta (in base alla tipologia di procedura
viene applicata una sovratassa). Coloro che si recano in Cina per motivi di studio o scopi
professionali, necessitano in aggiunta di una lettera di invito da parte dell’ente cinese
ospitante.
Corrente elettrica: 220 Volt, 50 Hz, adattatore non necessario ma consigliato
Giorni lavorativi ed orari:
Uffici: lun-ven 8.00/9.00-17.00/18.00
Negozi: aperti generalmente tutti i giorni fino a tarda sera (22.00)
39 Per maggiori informazioni consultare il CVASC (www.visaforchina.it)
37
Banche: lun-ven 9.00-17.00, sab 8.00-11.30 (solo le banche principali e solo per i correntisti)
Festività: Capodanno; Capodanno cinese in gennaio-febbraio (inizia il primo giorno della prima
luna); 5 aprile (festa dei morti); 1 maggio; dall’ 1 al 7 ottobre (festa nazionale)
Media
Quotidiani on line: China Daily; People’s Daily Online; Inside China Today; China Window.com;
Global Times; Caixin Online; Techinasia, Asia Times, South China Morning Post
Riviste: Beijing Review; China Foreign Trade; China Briefing
TV: CCTV China Central Television; BTV Beijing Television; Star TV
Alberghi40
Pechino: 5 stelle 1272 RMB (ca.176€), 4 stelle 705 RMB (ca. 98€), 3 stelle 395 RMB (ca. 55€)
Shanghai: 5 stelle 1638 RMB (ca. 227€), 4 stelle 840 RMB (ca. 116€), 3 stelle 402 (ca. 56€)
Assistenza medica
Il numero da comporre in caso di emergenza è il 120. Si consiglia di munirsi di un’assicurazione
sanitaria prima della partenza, per gli stranieri i servizi sono a pagamento. I principali centri
sanitari sono:
Pechino: International Medical Center Beijing, tel. +86 10 6465 1907, Address: 50
Liangmaqiao Lu, Chaoyang District; Beijing United Family Hospital, tel. +86 10 59277000,
Address: 2, Jiangtai Lu, Chaoyang District; China-Japan Friendship Hospital, tel. +86 10
64282297, Address: Yinghuayuan Dong Jie, Chaoyang District; Vista Clinic tel. +86 10
85296618, Address: B29 of Beijing Kerry Center, 1, Guanghua Lu, Chaoyang District.
Shanghai: World Link Medical Centre Portman Clinic Shanghai Center, tel. +86 21 62797688,
203 W 1376 Nanjing Xi Lu; World link Medical center Hong Qiao Clinic Mandarine City, tel.
+862164055788, Unit 30788 Hong Xu Lu; Shanghai United Family Hospital and Clinics, tel.+86
51331900, 1139 Xianxia.
Guangzhou: Global Doctor Guangzhou Clinic, tel. +86 2081045173, No 1 People’s Hospital OutPatient Department 7th Floor Pan Fu Lu 1.
40 Prezzi medi per una notte.
38
Mezzi di trasporto41:
Compagnia aerea di bandiera: Air China
Altre compagnie che effettuano collegamenti con l’Italia: Aeroflot, Air Berlin, Air France,
Alitalia, Austrian Airlines, British Airways, Cathay Pacific Airways,Egyptair, Emirates, Etihad
Airways, Finnair, Hainan Airlines, Klm Royal Dutch Airlines, Lot Polish Airlines, Lufthansa, Qatar
Airways, Scandinavian Airlines , Swiss International Airlines , Turkish Airlines.
Trasferimenti da e per l’aeroporto: Il costo di un taxi a Pechino varia in base alla fascia oraria:
dalle ore 5.00 alle 23.00 la tariffa fissa di partenza e’ 13 RMB (ca. 1,80€) mentre dalle 23.00
alle 5.00 la tariffa fissa di partenza e’ di 14.40 RMB (ca. 2,00€) e vale per i primi 3 km con
l’applicazione di un sovrapprezzo di 1 RMB per bilanciare il carburante; oltre i primi 3 km
vengono addebitati 2.3 RMB/km durante il giorno e 2.8 RMB/km durante la notte. Il prezzo
della navetta varia da 15 RMB a 30 RMB (ca. da 2,10€ a 4,20€) in base destinazione finale
mentre il prezzo del treno e’ di 25 RMB (ca. 3,50€) per le fermate di Sanyuanqiao e
Dongzhimen. La tariffa della metropolitana parte da 3 RMB (ca. 0,40€) e arriva fino a 10 RMB
(1,40€) in base alla distanza percorsa.
Siti web di interesse:
Asia Wall Street Journal: www.awsj.com
Asian Development Bank: www.adb.org
Associazione Giovani Italiani in Cina (AGIC): www.assogic.com
Associazione Italia-Cina: www.italiacina.org
Bank of China: www.bank-of-china.com
China Internet Information: www.china.org.cn
China Population Information and Research Center: www.cpirc.org.cn
Consiglio per la Promozione del Commercio Estero: www.ccpit.org
General Administration of Custom of P.R.China: www.custom.gov.cn
41 Le informazioni si riferiscono alla citta’ di Pechino.
39
Ministry of Commerce of P.R.China: www.mofcom.gov.cn
Ministry of Industry and Information Technology of P.R.China: www.miit.gov.cn
National Bureau of Statistic of China: www.stats.gov.cn
State Statistical Bureau: www.stats.gov.cn/english
TABELLA DATI MACROECONOMICI 42
VALUTA o %
CIFRA
PAESE
Reddito pro-capite
Euro
Tasso di inflazione
%
1,5
Tasso di disoccupazione
%
4,09
Tasso di variazione del PIL (2014 su 2013)
%
7,4
Previsione di crescita del PIL per il 201543
%
6,8
2.847,2
Totale import
Miliardi di Euro
1700,15
Totale export
Miliardi di Euro
2031,77
Saldo bilancia commerciale
Miliardi di Euro
331,62
Totale importazioni dall’Italia (gennaio novembre 2014)
Miliardi di Euro
9,5
Totale esportazioni verso l’Italia (gennaio novembre 2014)
Miliardi di Euro
23,01
Saldo interscambio Italia
Miliardi di Euro
14,56
Investimenti esteri verso il paese
Miliardi di USD
119,6
Investimenti del paese all’estero
Miliardi di USD
102,9
42 Fonte: National Bureau of Statistics of China (I dati ufficiali sono in USD o RMB. Per la
conversione si è utilizzato il cambio aggiornato a fine febbraio 2015 di 1 euro=7.0831 RMB);
ISTAT
43 IMF, World Economic Outlook
40
Investimenti italiani nel paese
Miliardi di Euro/USD
Investimenti del paese in Italia
Miliardi di USD
3,5
41