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Cicoria (Cichorium intybus L.)
Spedizione in abbonamento postale – Allegato B Tipo B – (Tassa riscossa) – Autorizzazione rilasciata a AIEP Editore S.r.l. – n. 998 del 15.04.09 della Direzione Generale PP.TT. della Repubblica di S. Marino
le medicine integrate
Rivista di
medicina
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Rivista quadrimestrale di informazione. Anno V - n° 3 - Settembre 2009 - € 1.50
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le medicine integrate
Direttore responsabile
Diletta Vaselli
Capo Redazione
Maurizio Petix
Redazione
Comitato scientifico
PromoPharma
Responsabile scientifico
Alberto Fiorito
Grafica
Studio Valenti
Città di Castello (PG)
Editore
AIEP Editore S.r.l.
Via Consiglio dei Sessanta, 17
47891 Dogana
Repubblica San Marino
Tel. 0549 941457
Fax 0549 973164
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Autorizzazione:
Segreteria di Stato per gli
Affari Interni
Prot. n. 569/75/2009
del 27 marzo 2009.
Copia registrata presso il
Tribunale della Repubblica
di San Marino.
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parziale di articoli o immagini deve essere autorizzata
dall’editore.
sommario
05
Il fuoco sacro dell’alchimia 07
Dott. Gianpaolo Giacomini
Le intolleranze alimentari arrivano da lontano 11
Dott. Paolo Paganelli e Dott. Massimo Caliendo
L’arte dell’invecchiamento: tra “declino e luminosa saggezza” 13
Dott. Giovanni Francesco Di Paolo
L’arte della guerra e … l’arte del guarire 15
Dott. Riccardo Morlini
Elm 21
Maurizio Di Leo
Capitani della nostra nave, maestri del nostro destino 22
Dott. ssa. Silvia Calzolari
Lo stress: conoscerlo, capirlo e limitarne i danni 24
Dott.ssa Alessandra Cremonini
Stressato dallo stress 27
Antonella Napoli
Recensioni 29
Danza e musica come terapia in gravidanza 30
Dott. Antonio Canino e Dott.ssa Valeria Salsi
Spazio Regena 32
Dott. Alberto Fiorito
Olismologia 34
Dott. Lorenzo Paride Capello
Notiziario A.M.I.N. 35
Editoriale
AVVISO IMPORTANTE
È in corso il riordino del database degli indirizzi per la spedizione della
rivista: tutti coloro che desiderano comunicare delle variazioni all’indirizzo
di spedizione o vogliono disdire il servizio possono inviare una e-mail a
[email protected] indicando nome, cognome ed indirizzo.
Grazie.
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editoriale
Pandemia A-H1/N1. Alcune riflessioni
Di fronte ad una pandemia molte sono le voci che
si alzano per dire, indicare, informare, disporre. E
così accade anche in questo periodo per il virus
A-H1/N1. Dal nostro punto di vista vorremmo
prendere in considerazione alcuni punti che probabilmente fanno parte dell’opinione comune, ma
raramente sono fonte di riflessione pubblica.
Partiamo dalle origini: influenza suina. Non siamo
di fronte ad un nuovo fenomeno “mucca pazza”,
ma ad un ripetersi di un evento normale. Nella
carne del maiale, infatti, in particolare nella parte
grassa, da sempre il virus influenzale ha trovato rifugio ed ha atteso propizie modificazioni genetiche
per diffondersi in forme diverse da quelle dell’anno precedente. Nulla di male, fa parte del gioco. I
guai arrivano, secondo noi e molti altri osservatori
silenti, quando queste carni, questi maiali, vengono trattati con sistemi di nutrizione, allevamento,
conservazione che mettono in primo piano il profitto, con qualche distrazione per ciò che riguarda
la sicurezza dei consumatori.
Seconda osservazione: perchè, pur chiamandosi
pandemia, non colpisce tutti? Qual è il centro delle
differenze tra le varie persone che vengono a contatto col virus? La risposta è facile, ovvero dipende
dalla qualità del sistema immunitario. Quello che
risulta difficile, anche solo da pensare, riguarda il
perché molti sistemi immunitari non sono in grado
di reagire correttamente ad uno stimolo virale? Le
risposte più comuni parlano di soggetti immaturi
(i bambini) o in fase di esaurimento (gli anziani),
ma sappiamo bene che non sono gli unici obiettivi
centrati dalla patologia. Noi vorremmo stimolare
l’attenzione sul perché i nostri sistemi immunitari sono sempre più deboli. Forse sono assopiti dal
non uso, come quando la loro maturazione è inibita dal numero sempre maggiore di vaccinazioni,
(spesso indispensabili, ma altrettanto spesso inutili); o forse va presa in causa la qualità del cibo che
introduciamo, che porta ad esaurimento i sistemi
immunitari dell’intestino (il cosiddetto GALT, il
tessuto immunitario associato alla mucosa intestinale). E che dire della nostra vulnerabilità psicolo-
gica? Siamo solo all’inizio dell’epoca della solitudine. Abbiamo imparato da poco che siamo singoli
in un mondo costituito da tanti uni!! La famiglia è
crollata, i nonni non ci sono più e ciascuno di noi
deve pensare prevalentemente a sopravvivere, contando sulle proprie forze. Ma questo clamoroso
cambiamento è troppo recente per trovarci pronti,
maturi, preparati e soprattutto, sicuri. Ecco che
a volte ci fa proprio piacere lasciarci abbattere da
una forza imperscrutabile e contro la quale “palesemente” non abbiamo responsabilità.
Terzo punto: che fare? Non ripeteremo qui gli utilissimi consigli già diffusi da altre fonti. Dal nostro
punto di vista vogliamo ricordare che la lotta nei
confronti del virus si deve giocare prima del contatto con lo stesso. Ogni giorno dobbiamo lavorare per rafforzare le nostre difese, con uno stile
di vita corretto, riducendo al massimo le fonti di
indebolimento, curando l’attività fisica, assicurandoci che i nostri sistemi emuntori siano attivi
ed efficaci. Questa è vera prevenzione. Misurarci
la temperatura per tempo può essere definita diagnosi precoce, ovvero, precocemente scopriamo di
avere la febbre. Prevenire non si fa utilizzando il
termometro, ma rispettando il proprio corpo e la
propria mente.
Può sembrare paradossale, ma il virus riconosce un
uomo sano… e lo evita!
Il più bello dei mari
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.
Nazim Hikmet
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Il Fuoco Sacro dell’Alchimia
Il riscatto dell’ Alchimia come medicina dell’Anima
Dott. Gianpaolo Giacomini
Medico Chirurgo
Esperto di agopuntura e ginnastiche energetiche taoiste
Docente della “Accademia di Alchimia
e delle Arti di cura dell’Anima”
Parlare di Alchimia oggi, di fronte all’attuale orizzonte medicoscientifico che punta principalmente alla risoluzione dei problemi e dei conflitti attraverso l’uso di presidi chimici e alquanto aggressivi, può sembrare inconsueto e antiquato. Credere
nell’esistenza di una forza che ci anima e che intelligentemente
ci regola, contrasta con la visione comune del dogma ormai sedimentato: “malessere” – diagnosi – rimedio; anzi, spesso oggi
la diagnosi può anche essere omessa, vista la versatilità di molti
rimedi e la facilità nel prescrivere di alcuni terapeuti.
Dagli studi di taluni terapeuti definiti “naturali” vediamo spesso
uscire in preda al panico pazienti in fuga diretti verso la farmacia
più vicina, recanti liste di prescrizione lunghissime che, se da un
lato contengono rimedi che sono sicuramente preferibili ai “sacri” rimedi allopatici, dall’altro, sono spesso causa di aggravata
patologia nei pazienti, almeno da un punto di vista economico.
Tutto questo nella speranza di veder risolti i loro problemi e
riponendo in questo sforzo la fiducia di una “guarigione” quasi
miracolosa. D’altronde, se è naturale, fa bene!!!
In passato, per secoli e secoli, nel genere umano ha regnato una
visione della cura ben diversa da quella attualmente in evidenza. Uomini saggi e dotti non solo in scienza, ma soprattutto in
coscienza, hanno guidato e gestito la salute della collettività permettendo, alla fine dei conti, di arrivare, nonostante le epidemie
e le innumerevoli guerre, alla civiltà che possiamo vedere oggi.
Questi saggi dell’antichità venivano chiamati “filosofi”, o Arti-
sti, e per dovere etimologico, riporto una definizione di ciò che
si intende per “Artista”: con artista si indica generalmente una
persona la cui attività si esprime nel campo dell’arte. Nel senso
più ampio l’artista è una persona che esprime la sua personalità
attraverso un mezzo che può essere un’arte figurativa o performativa. La parola viene usata anche come sinonimo di creativo.
Nella Grecia antica esisteva la parola “techně” che spesso viene
tradotta come “arte”; la “techně” presupponeva la maestria in
un processo di produzione qualsiasi. La parola arte invece deriva
dal latino ars, che letteralmente significava “metodo pratico” o
“tecnica”, unito a una connotazione legata alla bellezza degli oggetti prodotti. Nel medioevo esisteva già la parola artista, anche
se il suo significato si avvicinava più a quello che oggi definiamo
artefice, mentre era sconosciuta la parola artigiano: l’artista era
colui che nel suo mestiere sapeva fare qualcosa meglio degli altri.
Quindi era l’eccellenza, non l’attività, a indicare un’attività…”.
Tale definizione è alquanto interessante poiché, al pari di un
artista, il filosofo della natura o al secolo “Alchimista” (che possiamo anche definire “sciamano” o guaritore, o “medico dell’antichità”) altro non faceva se non tentare, attraverso gli strumenti
fornitigli dalla natura, di aiutare l’essere in difficoltà (malato)
a ritrovare la propria natura, a riscoprire la propria bellezza ed
armonia, sia interiore quanto esteriore. In tal modo si celebrava
la riuscita dell’Opera d’arte, nella trasformazione di una situazione, conflitto o patologia, in una ripresa di coscienza e di salute della persona che si era trovata in squilibrio. Era questa una
pratica in cui l’artista doveva essere non bravo, non perfetto, ma
meraviglioso, poiché ridava armonia a quell’opera della natura
che in sé già la conteneva ma probabilmente solo in potenza,
e non in atto. È semplice ricavare allora, da questa introduzione, uno dei significati intrinseci della parola Alchimia, che nelle
radici arabe significa “Pietra Filosofale”: la pietra grezza, l’incoscienza dalla quale, attraverso l’aiuto dell’artista affiancato dalle
forze della natura, e dalla persona stessa (che è poi pietra in atto
e opera in potenza), si estrae l’opera d’arte che è la realizzazione dell’essere in se stesso, nei suoi desideri e progetti di vita, in
modo che “niente sia più perfetto di un individuo che si realizza nei suoi progetti interiori”. Questo è, in breve, il significato
pratico della parola Alchimia e, per gli alchimisti, il significato
di Pietra Filosofale: una trasmutazione di una materia grezza,
priva di coscienza e senza luce propria, in una materia brillante,
preziosa e piena di coscienza: dal piombo all’oro; in tal senso,
l’alchimista non potrebbe essere definito se non artista, e il senso
terapeutico si risolve in un rapporto di una tale profondità, da
poter trasmutare realmente le tenebre in luce, il piombo in oro,
il no in sì e la divisione (diabolo) in unità.
Detto questo si solleva una questione fondamentale: quali stru7
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menti usa l’artista-alchimista per operare su una materia tanto
delicata (la coscienza) ma inserita in una materia tanto densa e
spesso grezza (il corpo fisico o “veicolo corporeo”). È noto infatti, grazie anche agli studi del medico – filosofo – alchimista
Paracelso, che la materia grezza altro non è composta da quelle
che egli definisce “Le Tre Sostanze dell’Alchimia”, che per convenzione e traslazione concettuale, furono chiamate Sulfur, Sale
e Mercurius. Il riferimento agli elementi atomici è puramente
concettuale, ma la risonanza che questi termini hanno con la
realtà materiale è alquanto convincente: lo Zolfo, con la sua natura ignea e secca, yang, contratto e infiammabile, richiama la
natura del protone atomico, di segnatura maschile e positiva; il
Mercurio, con la sua natura umida e fredda, la sua capacità di
adattarsi ai cambiamenti di temperatura e di recipiente, richiama la natura femminile, yin, capace di espandersi al volere del
calore (che è di natura sulfurica) così come per i cinesi è lo Yang
a determinare il movimento dello Yin. Rappresenta gli elettroni
atomici, di carica negativa ma di massa identica a quella protonica – sono tutto sommato le due facce della stessa medaglia, lo
Yin e lo Yang che danno vita al regno materiale. Il Sale, che con
la sua duplice natura, calda e secca o fredda e umida, richiama
l’immagine dell’androgino, del neutrone atomico che stabilizza
l’atomo, regolando Sulfur e Mercurio, Yang e Yin, maschile e
femminile.
Questa è per l’Alchimia la sacra Trinità Alchemica, della quale
tutti i corpi sono composti. In effetti, alla luce della scienza più
moderna e attuale, la materia altro non è che composta da atomi, taluni più contratti, sulfurici, con gli elettroni molto prossimi al nucleo, chiusi in sé e spesso definiti “strutturali”; altri
più “volatili”, con le orbite elettroniche molto espanse e dotati
di maggior potere elettronegativo, capaci di formare più legami
e di trasportare attraverso gli elettroni di valenza informazioni
sotto forma di onda elettromagnetica. Caso vuole che Mercurio
fosse il messaggero degli dei, dotato di ali (volatile) e in grado di
scendere dagli inferi più profondi alle sommità più elevate dei
cieli. Recita a questo proposito la famosa Tabula Smaragdina
attribuita ad Hermete Trismegisto di cui riporto una parte: “È
vero senza errore e menzogna, è certo e verissimo. Ciò che è in basso
è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso,
per compiere i miracoli della Cosa-Una (di una cosa sola). Come
tutte le cose sono sempre state e venute dall’Uno, per mediazione
dell’Uno, così tutte le cose nacquero da questa Cosa Unica per adattamento. Il Sole ne è il padre, la Luna ne è la madre, il Vento l’ha
portata nel suo ventre, la Terra è la sua nutrice.”
Recita: è vero, è così, il filosofo è assolutamente certo di ciò che
sta dicendo poiché la sua opera non è buona, non è bella, ma è
meravigliosa e certa. Chi conosce realmente l’“Arte” non ha più
dubbi. “Ciò che è in alto è come ciò che è in basso”, e viceversa:
chiara allusione al fatto che il filosofo – alchimista crede fermamente nella corrispondenza tra mondi interiori ed esteriori, tra
microcosmo e macrocosmo, al rapporto che esiste tra intelligenza centrale ed intelligenza cellulare, tra il mondo sensibile che
ci circonda al mondo interiore che ci anima (ne è testimone la
teoria dei microsistemi quali l’auricoloterapia, l’addominopuntura, la rinopuntura cinese, ma anche la moderna teoria dei frattali e per essere ancora più scientifici, la più attuale PNEI dove
scopriamo un organismo dotato di un network informazionale
nel quale ogni piccola cellula, in realtà, può svolgere funzioni di
organi o apparati endocrino-nervosi). Adoro citare, a tal proposito, una frase derivata dalla saggezza taoista: “non si può co8
gliere un fiore, senza disturbare una stella” per confermare che
l’alchimia, nelle sue varie forme, è sempre stata presente in tutto
il pianeta Terra.
Proseguendo con la Tabula Hermetis, chiaramente vediamo
come tutto derivi da una “Cosa-Una”, e come tutte le cose sono
nate e venute dall’Uno, per adattamento. E non è forse vero che
il primo atomo a fondersi nell’universo fu l’Idrogeno? Il quale
in sé porta solamente il principio Solare e Lunare, Yang e Yin,
ma non il principio del “figlio” (allo stato nativo naturale l’atomo di Idrogeno è formato da un protone e da un elettrone, ed
è privo di neutroni), così come per la genesi taoista dal vuoto
(wuji) nacque lo Yin e lo Yang ma congiunti nel Tao. Successivamente per adattamento, si formarono tutti gli altri atomi,
per cui realmente possiamo dire che: la materia è composta da
Tre Sostanze (protone-neutrone-elettrone) e che tutta la materia
proviene da una cosa unica (atomo) e che la molteplicità atomica - e successivamente molecolare, cellulare, organica, sistemica
e di apparato deriva da questa cosa unica per adattamento. Ecco
come l’Alchimia, già nelle sue basi, inizia ad acquisire concretezza e scientificità. Esiste ancora una sostanza, che è incorruttibile
e non materiale quanto le altre Tre, che è chiamato “Mercurio
Vivo”, o Mercurio dei Filosofi, del quale recita la Tabula Hermetis “La sua potenza è illimitata se viene convertita in terra.”. È
questo il caposaldo di tutta l’arte alchemica, la “prima materia”
immateriale, il non conoscibile a livello dei cinque sensi, ma
allo stesso tempo “percepibile” attraverso quella facoltà che viene
chiamata intuizione o creatività: questo Mercurio Vivo, che a
seconda delle varie culture può essere chiamato anima, spirito,
shen qi, energia, è il vero obiettivo di tutta l’opera.
La comprensione della “Prima Materia” (il “conosci te stesso”
socratico) che vivifica la materia grezza (le Tre Sostanze dell’Alchimia) è la sintesi dell’eterna ricerca umana verso ciò che appartiene al campo dello Spirito: una Energia immensa che, una volta
condensatasi in un determinato spazio e in un tempo definito, dà
origine a ciò che conosciamo come “vita materiale” o più semplicemente, vita.
Per gli alchimisti la questione si complica nel momento in cui la
Prima Materia (Spirito) prende coscienza del fatto che per fare
esperienza della densità materiale ha assolutamente necessità di
una “forma” fisica per manifestarsi. Questo è ciò che noi conosciamo come “corpo”. Rivolti al genere umano, gli alchimisti
chiamano tale materia “veicolo corporeo” e se da una lato lo Spirito rappresenta il Mercurio, messaggero recante le informazioni
del pre-destino di tale essenza, il corpo sarà lo Zolfo (Sulfur),
sostanza densa in cui tale messaggio andrà a prendere forma e a
concretizzarsi. Ora, secondo gli alchimisti, come anche descritto
da Paracelso e da R. Fludd, il Sale altro non sarebbe che il Sistema
Nervoso Centrale e Periferico (SNC – SNP) che, attraverso la capacità intrinseca di tali sistemi di trasformare l’elettricità in campi
magnetici e i campi magnetici in corrente elettrica (attraverso le
strutture ipotalamiche, limbiche e ipofisarie) può essere considerato a tutti gli effetti un trasduttore di informazioni dal piano
fisico/chimico (molecole, neuro-ormoni, neuro-trasmettitori) al
piano fisico/energetico delle onde elettromagnetiche e dei campi
elettrici. Il Sale è, come a livello atomico (neutrone), la sostanza
che permette l’integrazione dei due opposti (di uguale massa ma
di carica opposta), e che, nel corpo fisico, permette il contatto tra
conscio e inconscio, tra corpo fisico e Spirito che, quando incarnato in un veicolo corporeo, l’Alchimia definisce Anima.
Gli alchimisti sostenevano che lo Spirito, essendo energia pura,
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mai avrebbe avuto dei “problemi”. Se un problema c’è, e spesso
accade, è nella materia o nel cattivo relazionamento tra Spirito e
materia, ma mai a livello Spirituale.
Qui si afferma un concetto fondamentale dell’Alchimia: secondo gli alchimisti non esiste alcun “Karma” spirituale da pagare,
nessun peccato da scontare, esiste solamente la possibilità, per
uno Spirito incarnato, di trascendere e fare esperienza per aumentare la sua completezza interiore e per alimentare il grande
respiro della vita, sintetizzato dalla ben nota formula (già nota
agli alchimisti dell’antichità) E = MxC2, dove M sono le Tre
Sostanze dell’Alchimia e C essendo la velocità della luce, non
è altro che l’Energia che muove la volontà spirituale a manifestarsi nella materia. Gli alchimisti credevano fermamente che
Gaia – il pianeta Terra – fosse un luogo di trascendenza, non di
espiazione. Sorgono allora le domande che per millenni hanno
caratterizzato gli studi sia filosofici che profani di tutte le correnti alchemiche del pianeta: perché l’essere umano è tanto malato?
Perché la sofferenza? Perché la sensazione, molto comune, di
essere sempre nel posto sbagliato, al momento sbagliato, con le
persone sbagliate? Perché la frustrazione?
La Natura attorno a noi è perfetta, tranne quando è l’uomo
a creare squilibrio; essa è in grado di mantenere un equilibrio
ideale, di rigenerarsi nel momento in cui viene destrutturata
totalmente, di mantenere un esemplare ordine tra ecosistemi e
l’uomo? Nessun animale in natura ha bisogno di un altro animale che lo curi quando ammalato, non ci sono ospedali né
tanto meno cliniche; le uniche, sono per gli animali che vivono
a stretto contatto con l’uomo, costruite dall’uomo. C’è qualcosa
che sfugge alla nostra comprensione?
La risposta, dicono gli alchimisti, è tanto complessa quanto ovvia. Tanto segreta (arcani dell’Alchimia) quanto allo stesso tempo di fronte a tutti. Sta all’alchimista, attraverso la sua Arte, rivelare ciò che è ovvio, mostrare ciò che è semplice, a chi ha perso
la capacità di “vedere” chiaramente la “causa delle cose.”
Come risposta a questi quesiti vediamo nascere la Spagiria, la
“medicina” alchemica basata su rimedi che, presi dalla natura e
lavorati e perfezionati attraverso l’Arte, potevano aiutare l’essere umano a risvegliare, per similitudine, la quintessenza che era
contenuta in ogni individuo: il suo pre-destino e la coscienza
di sé. Tali rimedi sono considerati a tutti gli effetti “vivi”, perfetti concentrati dell’energia stessa contenuta nelle piante e nei
minerali utilizzati. Come disse Paracelso in punto di morte al
suo allievo più prossimo: “non è la pianta che cura, bensì la sua
anima”.
Con questo obiettivo gli alchimisti costruivano il loro laboratorio: creare rimedi vivi, contenenti l’Anima del rimedio (vegetale,
minerale o animale) attraverso l’ausilio della Natura e dei Quattro Elementi (Fuoco – Terra – Aria – Acqua, corrispondenti poi
ai quattro principi attivi: eccitanti, vitaminici, calmanti e balsamici); purificavano le Tre Sostanze (principi oleosi, volatili e
sali minerali) attraverso la dissoluzione (solve), raggruppavano
(coagula) il tutto in un unicum (Panacea) che fosse la sintesi
dell’Anima dei rimedi utilizzati e che fosse quanto più possibile
simile all’essenza della persona da trattare. In questo modo il
rimedio attuava la sua azione nel veicolo corporeo della persona
non tanto a livello fisico, ma soprattutto ad un livello spirituale, risvegliando la coscienza e l’energia guaritrice e rigeneratrice
dell’essere. Emerge quindi un’altra particolarità molto profonda
del trattamento alchemico-spagirico: ad ogni essere, il suo specifico rimedio.
Nel tentativo di aiutare l’uomo a ritrovare sé stesso, gli alchimisti
si imbatterono in alcune importanti questioni da risolvere: lo
Spirito, incarnato nel veicolo corporeo, poteva subire da questo
delle interferenze, impedendo al volere (il “messaggio”) Mercuriale (spirituale) di essere ben tradotto in atto e divenire fonte di
realizzazione per l’essere incarnato. Tali elementi condizionanti
per la persona, che l’Alchimia chiama generalmente “fattori”,
sono per sommi capi riassunti nei punti seguenti:
• Influenza del DNA del veicolo corporeo della persona (eredità
genica – chiamate da Paracelso “le malattie del seme fisso e
morbido”). Sappiamo infatti che il DNA è il precursore dei
comandi cellulari e, in particolare, il tipo di splicing alternativo operato sull’RNA messaggero determina differenze quantitative sull’espressione genica e di conseguenza sull’intelligenza
cellulare che può interferire con il comando originale inviato
alla cellula dal SNC e dal SNP, che traduce, di fatto, i voleri
dell’Anima-Spirito. Da ricordare inoltre che il DNA è composto da un 2-8% definito “fisso”, mentre il restante 92-98%
viene definito dal progetto Genoma “spazzatura” (“volatile” da
Paracelso o “morbido” da Nicolas Flamel - 1300 d.C.) poiché
a tutt’oggi non se ne conosce la funzione. Del DNA fisso, solamente l’ 1,2-1,5% è DNA effettivamente “umano”, mentre
il restante è DNA “animale”. Questo fatto rimarca l’appartenenza alla Natura del veicolo corporeo e ne sottolinea l’animalità istintuale a cui il corpo umano può volgere nel momento
in cui non venga più sottoposto alle “regole” e ai voleri dell’intelligenza Spirituale. Nicolas Flamel, noto alchimista vissuto a
Parigi tra il 1300 e il 1400, scriveva a questo riguardo: “Questi
sono i due serpenti (DNA) attorcigliati al bastone di Mercurio (Spirito) con cui egli manifesta il suo immenso potere e si
riveste di ogni forma che vuole. Il motivo del perché voglio
disegnare questi due serpenti sotto forma di dragoni è perché è
grande la loro pestilenza così come il loro veleno…”.
• Condizionamento sociale e culturale dell’essere in questione
(“educazione” in senso lato) – può sviare totalmente l’essere
originale dal suo progetto di vita portandolo a credere di essere
ciò che in realtà non è. È una comunissima situazione di conflitto nella maggioranza delle persone che affollano gli studi di
medici, psicoterapeuti e terapeuti in generale.
• Condizionamento da parte di fattori esterni quali eventi (traumatici e non) e di altre persone (altri individui) che possono
portare l’essere lontano dalla “linea” del suo destino. È il pericolo dell’ identificazione con qualcosa o qualcuno che non
sia il “sé”. È un fattore che può portare la persona a “sentire”
di non stare vivendo la propria vita ma può mantenerla per
anni nell’impossibilità di comprendere e di mutare il proprio
cammino.
• Traumi Intra-Uterini. L’Alchimia studiava moltissimo questo
argomento; i traumi subiti dalla madre durante la gestazione
penetrano sotto forma di onda elettro-magnetica nel corpo
dell’embrione/feto (la placenta non filtra le onde elettromagnetiche) e si possono “condensare” (energia libera che si trasmuta
in energia di legame atomico-molecolare) in legami molecolari
(principalmente in quelli dell’atomo di Carbonio) andando a
formare organi e apparati contenenti vibrazioni che non appartengono all’essere (tipica la sensazione di questi pazienti
di provare sentimenti ed emozioni che dicono “non appartenergli”). Se si verificano in epoca embrionale, le onde elettromagnetiche destrutturanti materne vengono cristallizzate nei
minerali che si saldano per formare lo scheletro embrionale,
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potendo dare in futuro dai problemi ossei (fratture o traumi
ossei) fino alle leucemie infantili (traumi intra uterini interni
al midollo osseo).
• Incapacità degli organi emuntori a gestire le tossine, sia esogene che endogene, e pertanto blocco enzimatico-funzionale
dell’intero sistema-veicolo corporeo con perdita della capacità
di rispondere adeguatamente ai comandi intelligenti provenienti dall’Anima. Situazione comunissima nella popolazione
mondiale oggi, da cui la regola, per gli alchimisti, di iniziare
qualsiasi trattamento con un drenaggio profondo di organi e
matrice cellulare (concetto noto alla medicina naturale e in
particolare all’Omotossicologia) educando la persona a mantenere una adeguata “igiene” alimentare.
• Interferenza, nel corpo fisico, dell’azione di organismi e micro-organismi simbionti e parassiti che possono modificare la
biochimica umana, in particolare dando origine a vizi comportamentali, pensieri ossessivi, perdita del “controllo” centrale (l’Alchimia chiama questi micro-organismi “miasmi”). Da
notare il fatto che, a livello numerico nel corpo umano, si trovano molte più cellule batteriche, protozoarie, miceti, e virus
rispetto alle cellule che compongono di fatto il corpo umano.
• Perdita del contatto con l’inconscio (il micro) e con la natura (macro). Situazione tipica delle persone che vivono nelle
città e che hanno perso il contatto con i bioritmi naturali del
sonno–veglia e delle quattro stagioni. In Alchimia molta importanza viene anche data al bioritmo lunare in particolare
nella struttura dell’Anima femminile (in Alchimia la donna
non viene mai trattata come un uomo poiché si considera
dotata di un organo spirituale particolare, la Matriz, che permette allo spirito di farsi carne in lei). Le patologie derivanti
dalla perdita dei più importanti bioritmi naturali sono spesso
degenerative e tendono ad isolare l’essere dal proprio ecosistema e dal proprio mondo interiore (ricordo che il corpo umano è composto da cellule “animali” – solo 1,5% del DNA
è umano – e pertanto è il sistema regolatore stesso – PNEI
– che richiede il rispetto dei bioritmi esogeni al fine del riequilibrio di quelli endogeni). Questo argomento è ben noto alla
Medicina Tradizionale Cinese in particolare al filone Taoista
quando parla di cronobiologia e di orari di attivazione energetica degli organi. L’Alchimista ha pertanto la responsabilità di
favorire, rieducare e permettere che l’essere “perduto” ritrovi,
attraverso il contatto con il macro-cosmo, il proprio microcosmo interiore ove risiedono, secondo l’Alchimia, tutte le
risposte necessarie alla realizzazione della persona in quanto
Spirito incarnato.
L’Alchimia è quindi un cammino, una filosofia, una pratica, uno
stato d’essere. È la ricerca della luce che brilla nella coscienza risvegliata di ogni individuo, riguardo il proprio cammino personale.
È una verità molto personale, ma al tempo stesso collettiva. Fare
alchimia, non significa necessariamente prescrivere rimedi spagirici o fabbricare rimedi in un laboratorio; significa seguire il proprio cammino, liberi da condizionamenti e confidando nel fatto
che la vita ha sempre una risposta per ogni cosa, e questa risposta
si cela dentro noi stessi. Di fronte alla malattia, alla frustrazione,
alla paura, al caos, l’alchimista può aiutare la persona a ritrovare
dei punti di riferimento, attraverso i quali possa successivamente
re-impossessarsi del proprio cammino e ritrovare il vero “senso
della sua vita”. L’Alchimia nasce per rispondere ad una semplice
domanda: “qual è il senso della mia vita?” la risposta appartiene
ad ogni essere ed è unica per ciascuno di noi.
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La Fito-omotossicologia
a servizio del terapeuta
Stimolatori del meccanismo di difesa
Biocatalizzatori di straordinaria efficacia
Potenti attivatori degli emuntori specifici
Utili stimolatori della risposta
nella sintomatologia acuta
®
Le intolleranze alimentari
arrivano da lontano:
proviamo una nuova interpretazione….
Dott. Paolo Paganelli e Dott. Massimo Caliendo
Centro Studi di Biofisica e Biologia della Nutrizione
Abstract: Ippocrate, in tempi non sospetti, aveva notato quanto l’alimentazione potesse essere responsabile di malattie e ricordava, durante le
sue lezioni, come alcuni individui non tollerassero determinati alimenti che invece altri consumavano senza subire alcun danno. Nei secoli
a venire, altri illustri ricercatori osservarono reazioni di tipo allergico ai cibi, ma furono sempre poco considerati dalla comunità scientifica,
spesso furono derisi o addirittura allontanati. Oggi la globalizzazione degli alimenti mette a dura prova il nostro sistema immunitario. Solo
un’attenta scelta degli alimenti e un corretto stile di vita possono arginare il problema.
Abstract: Ippocrate noted that alimentation was responsible in some illness; he said in his lessons that some persons was disturbed by foods. Some years
later, researchers noticed food allergic reaction, but they were derided. Today food globalization attempt immune system. Only a right way of life and
a correct feeding can solve the problem. Parole chiave: ambiente, alimentazione, energia, intolleranze
Una visione olistica, introdotta nel 1926 dal naturalista ed esploratore sudafricano Jan Christian Smuts (1870-1950) mirava ad
indicare come la natura tendesse a raggruppare ordinatamente,
in ogni settore e fase della realtà, unità strutturali in sistemi complessi dotati di proprietà qualitativamente nuove rispetto alle
componenti; diceva Smuts:”…. Semplicemente la natura esprime
il tutto ed il tutto è molto maggiore della somma delle sue singole
parti.”
Questa concezione è stata applicata con successo in diversi campi
delle Scienze biologiche ma anche nelle Scienze sociali ed economiche e per certi aspetti crediamo possa essere vista come
l’estensione del concetto di ecosistema, inteso come somma delle
componenti biotiche ed abiotiche presenti in un determinato
ambiente. Per comprendere i complicati meccanismi che regolano la vita sulla terra, infatti, è imprescindibile lo studio e l’analisi degli ecosistemi. Purtroppo negli ultimi decenni la capacità
dell’uomo di incidere sull’ambiente è stata fortemente determinante e le modificazioni apportate sono state così profonde che
oggi i ricercatori fanno molta fatica a realizzare modelli matematici in grado di prevedere, con una certa precisione, quello
che sarà il futuro dell’umanità. Le equazioni che regolano questi
Key words: ambient, feeding, energy, intollerance
modelli non sono lineari e le variabili indipendenti sono infinite:
così episodi catastrofici sempre più frequenti denunciano la tendenza alla decadenza dell’ambiente in cui viviamo.
Si tratta di segnali importanti che richiamano ad una seria riflessione sul ruolo che in futuro dovrà avere l’umanità intera per
evitare il collasso globale delle strutture biologiche sul pianeta.
L’analisi delle componenti abiotiche/ambientali (acqua, aria, gas,
minerali, caratteristiche del suolo, clima, radioattività, latitudine,
longitudine, presenza o assenza di geopatie ecc.), e biotiche (piante e animali) presenti in un determinato ambiente è compito di
varie discipline (geologia, idrogeologia, climatologia, meteorologia, fisica e chimica, botanica e zoologia, medicina…) che devono strettamente connettersi tra di loro parlando un linguaggio
globale, linguaggio che viene tradotto ed interpretato in modo
egregio dall’ecologia, scienza che, per eccellenza, fa da ponte tra il
mondo della biologia e quello di tutte le altre scienze naturali.
Come diceva Odum nel lontano 1973, il concetto di ambiente
è centrale nel pensiero biologico moderno per cui ogni livello
nell’organizzazione biologica ha un proprio ambiente detto habitat e quest’ultimo è regolato da fattori ambientali che influenzano
significativamente la vita degli organismi animali e vegetali pre11
®
senti nell’ambiente stesso. Dobbiamo pensare, dunque, all’ecosistema come ad un modello dinamico, che contiene il massimo
dell’informazione equamente distribuita tra le sue varie componenti chimico-fisiche e biologiche, queste ultime mantenute in
equilibrio da delicati meccanismi di interconnessione.
È una visione questa che non può più sottrarsi ad una interpretazione olistica della natura dove, come si diceva prima, “la somma
delle singole parti è molto minore del tutto ed ogni singola parte
non può prescindere da tutte le altre”. Immaginiamo un’orchestra sinfonica costituita dalle varie sezioni: archi, legni, ottoni
e percussioni (circa 120 strumenti). Essa non può prescindere
dalla presenza del Direttore, il cui compito è quello di tradurre i
simboli in suoni, amalgamando i singoli strumenti nell’organico
strumentale.
Un gruppo di individui della stessa specie occupa lo stesso spazio,
nello stesso periodo di tempo, interagendo tra loro e con le condizioni del proprio ambiente.
Essi danno origine ad un sistema di rapporti (popolazione) con
qualità specifiche (tassi di natalità, di mortalità, ecc..); conoscendo soltanto la qualità di determinati sistemi biologici, non si possono prevedere le qualità che emergeranno dalla integrazione di
essi in sistemi biologici più complessi.
Noi siamo convinti che questo concetto possa essere esteso ad
altri settori della biologia come l’alimentazione.
Ippocrate, in tempi non sospetti, aveva notato quanto l’alimentazione potesse essere responsabile di malattie e ricordava, durante
le sue lezioni, come alcuni individui non tollerassero determinati
alimenti che invece altri consumavano senza subire alcun danno.
Nei secoli a venire, altri illustri ricercatori osservarono reazioni
di tipo allergico ai cibi, ma furono sempre poco considerati dalla
comunità scientifica, spesso furono derisi o addirittura allontanati.
Solo negli anni venti del XX secolo i ricercatori incominciarono ad attribuire all’alimentazione possibili disturbi funzionali
tanto che nel 1935, il fisico Herold Saxton Burr, dimostrando
che tutte le forme viventi sono tenute insieme e controllate da
campi elettromagnetici, ipotizzò che le strutture biologiche fossero organizzate da programmi elettromagnetici oltre che da programmi genetici, così che la disorganizzazione dei primi produce
uno squilibrio ed una disarmonia che, alla fine, porterà ad una
alterazione nella struttura della materia. Aggiunge inoltre, con
coraggio, che l’utilizzo indiscriminato di diserbanti e pesticidi in
agricoltura, cosi come la mancanza di una adeguata rotazione
della terra, porterebbe ad una modificazione nella risposta elettromagnetica delle specie vegetali alterandone il loro potere nutrizionale.
Da qualche anno, come biologi nutrizionisti, inseguiamo questa
idea che troviamo particolarmente interessante, perché si fonda
su una visione olistica della natura. Proprio queste teorie che
“sposiamo”, più per speculazione filosofica che per “fede” scientifica, ci inducono a riflettere su quanto c’è di vero nel pensare
ad una struttura biologica delimitata da un involucro di natura
elettromagnetica che la protegge. In questo caso essa possiederebbe un suo specifico “campo vitale” e, dunque, la vita o la morte
di questa struttura, ma anche la vita e la morte dell’individuo,
dipenderebbe proprio dal suo “campo vitale”.
Crediamo sia sostenibile l’ipotesi che animali e piante nate da
clonazione o da ibridi, posseggono un “campo vitale” alterato e
questo, dal punto di vista energetico, potrebbe spiegare in parte
i fenomeni delle intolleranze alimentari che indiscutibilmente in
questi ultimi anni sono diventati una vera e propria piaga nella
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società occidentale. L’idea potrebbe essere quella di prendere in
esame gli effetti sull’ambiente e sulle forme di vita vegetale ed
animale dello sfruttamento indiscriminato dei terreni agricoli,
degli allevamenti intensivi, dell’utilizzo di alimenti geneticamente modificati, ma soprattutto quella di studiare le interazioni che
la componente abiotica degli ecosistemi determina sulle forme di
vita presenti negli stessi.
È stato accertato anche in laboratorio che lo stato di benessere è
possibile soltanto grazie all’apporto di un sufficiente numero di
sostanze minerali e che ogni disturbo di regolazione della matrice
extracellulare o di un organo o di un sistema d’organi è dovuto
ad una carenza locale, passeggera o latente, di sostanze ortomolecolari costituite da sali minerali, oligoelementi, vitamine, ecc...
(Iantorno, Lozio, Paganelli – Disbiosi e Immunità – 2005 Tecniche Nuove).
Dalla metà degli anni ‘70 ad oggi l’industria agroalimentare è
diventata l’unica fonte di approvvigionamento per le popolazioni
occidentali; la diffusione dei fast food ha profondamente modificato lo stile di vita di milioni di individui e l’uso degli additivi negli alimenti ha provocato notevoli livelli di accumulo di sostanze
aggiunte ai cibi, tanto che ciascuno di noi ingerisce mediamente
in un anno 25-30 Kg di sostanze chimiche alimentari.
Un’ipotesi affascinante che abbiamo formulato e perseguito insieme ad un gruppo di colleghi e collaboratori è quella che analizza
le possibili intolleranze alimentari anche sotto il profilo antropologico coinvolgendo le popolazioni che vivono in aree omogenee
di territorio. (Iantorno, Lozio, Paganelli op. cit.).
Nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo l’alimentazione è
sostanzialmente simile. Cambia radicalmente oltrepassando le
grandi catene montuose del continente europeo. I popoli mediterranei, pur nelle loro differenze culturali, hanno sempre mantenuto tra loro contatti risalenti a epoche remote così che popolazioni con caratteristiche simili, anche sotto il profilo alimentare,
sono simili. Il grano Manitoba, coltivato in Canada, ha 28 coppie
di cromosomi: oggi in Italia importiamo questa varietà di grano
per circa l’80% del nostro fabbisogno nazionale. Per millenni le
popolazioni del bacino del Mediterraneo ed aree limitrofe hanno
coltivato varietà di frumento con corredo cromosomico pari a
14 coppie di cromosomi derivato dal grano ancestrale spontaneo
siro-persiano o il farro, con corredo cromosomico da 42 coppie
di cromosomi per cellula.
La domanda allora potrebbe essere: questa è la vera natura delle
intolleranze alimentari??
Sappiamo che la difficoltà dei nostri sistemi biologici di riconoscere la struttura proteica dell’alimento ingerito, sotto il profilo
enzimatico, non determina una reazione immunologia tradizionale (di tipo IgE mediata) ma un movimento delle IgA che
coinvolge tutto il GALT ed il MALT a partire da una disbiosi
intestinale causata da un problema di mal assorbimento.
È il gatto che si morde la coda! Come dunque eliminare o arginare il problema?
L’unica possibilità è che sempre più ricercatori prendano consapevolezza dei limiti della globalizzazione degli alimenti sul piano
biologico che impone l’acquisto di prodotti alimentari provenienti da Paesi molto lontani mettendo a dura prova il nostro
sistema immunitario.
Ipotesi che meritano attenzione; auspichiamo una nuova visione
delle scienze biomediche che ci spinga ad indagare orizzonti nuovi esplorati dalla fisica quantistica, dall’ecologia, dalla biologia
dell’evoluzione: non sempre è sana una bella mela, ne sa qualcosa
Biancaneve…..
®
L’arte dell’invecchiamento:
tra “declino e luminosa saggezza”*
punto di vista ayurvedico e antroposofico
Dott. Giovanni Francesco Di Paolo
Medico Chirurgo, Omeopatia Via Florio, 6 - 00153 - ROMA - Tel. (+39) 06 5756063 - [email protected]
Seduto quietamente,
senza far nulla.
Arriva la primavera
e l’erba cresce da sola.
Afferma un detto zen che senza dubbio può sembrare un atteggiamento orientale di serena contemplazione, o più semplicemente una banale passività celata dalla necessità degli eventi. Si tratta, al contrario di altro: è una consapevolezza data dall’osservazione costante e profonda delle Leggi di Natura, quello
che, nel contesto della tradizione occidentale, chiamiamo natura, in una prospettiva assoluta, non è altro che un «sogno» da contemplare alla luce di una
consapevolezza definita; nella tradizione buddhista si tratta invece di Risveglio. Raggiungere l’Illuminazione significa osservare la personalità fenomenica
quale elemento costitutivo del «sogno», riconoscendo la vera realtà mediante la consapevolezza generata dalla mente liberata dall’illusione.
L’autoidentificazione del sè con il Sè assoluto, rappresenta la visione della Verità, la quale subentra allorché l’Io viene trasceso. Sino a quando, dunque,
nell’anziano si attribuirà valore sostanziale alla propria personalità e alla propria decadenza fisica si vivrà in conflitto con la vera realtà e proprio da tale
contrasto scaturisce la sofferenza.
«Risvegliarsi», quindi, significa nella terza età, imparare l’arte di saper vivere nella solitudine di un mondo dove quasi tutti sono ancora «addormentati». A
tal proposito, un bellissimo verso della Bhagavad-gîtâ suona:
“Quando per tutti gli esseri è notte,
allora è sveglio l’asceta padrone di sé.
Quando gli esseri sono svegli,
è notte per il veggente silenzioso”
Vivere senza limitazioni è una delle più grandi aspirazioni dell’uomo moderno, perché abitare il mondo come tendenza ontologica dell’uomo, avvicina
il mondo fisico, oggettivo, a quello sensibile. La funzione dell’uomo diviene quindi una ricerca degli eventi in una dimensione ordinatrice che unisce la
natura alle verità perdute.
*(N.Glas)
L’uomo non vive isolato, le esperienze non si possono trasmettere ma solo
descrivere perché servano da stimolo ad esperienze personali.
In India tutto ciò diventa un’ininterrotta tradizione che ci accomuna ad
uno stato senza tempo in cui essere e ragione si fondono reciprocamente. Nascita, divenire e morte diventano unità inscindibile appartenente al
Tutto, all’Insieme regolatore della Vita. Tra le molte esperienze dell’umanità, l’esperienza vedica può suscitare in noi un’azione di risposta. Sin dai
primi verbi del Bhagavad-gîtâ, poema e testo fra i più antichi della letteratura indiana, si uniscono gli insegnamenti delle dottrine samkya e vedantiche, i veri e propri testi sacri, fino ad arrivare ai veda e alle upanishad
cosiddetti libri santi; in questo libro si narra sotto forma di un dialogo,
riferito da una terza persona, la storia del Krishna.
Attraverso le risposte avvedute di Krishna ad Arjuna, detto l’arciere, figlio
di Pandu, si dipanano gli insegnamenti nel senso del sacrificio e delle buone azioni. L’interlocutore divino, Krishna, è uno dei molteplici aspetti di
Dio o dell’Assoluto che “prende corpo”, o sembianza, come Avatara per
illuminare e riportare alla corretta comprensione gli uomini desiderosi di
Conoscenza. La manifestazione di un’Incarnazione (Avatara) di Dio si
mostra allo scopo di attualizzare la verità delle Scritture e offrire occasione
di riconoscimento della Realtà, non solo attraverso la speculazione filosofica pura, che può essere inaccessibile a molti, ma anche mediante pratiche yogiche o devozionali che assecondano le predisposizioni individuali.
Tale insegnamento si realizza nella Conoscenza, non prevede tecnicismi
e osservanze, e punta direttamente a fare dell’esperienza uno strumento
di elevazione della coscienza. La caratteristica più saliente del testo è l’importanza attribuita alla saggezza, manifestazione del Sé assoluto e della
Trascendenza, che si palesa nella manifestazione umana divenuta capace
di regolare i flussi della vita e della conoscenza, nella quale si rinchiude la
saggezza divina stessa.
La scienza vedica, che nell’Ayurveda si concretizza come scienza medica,
pronta con i suoi insegnamenti a regolare i ritmi fisiologici della vita umana, insegna ad armonizzare con le sue tecniche, dalla fitoterapia allo yoga,
dal panchakarma alla meditazione, dal Kaya Kalpa allo Nadi Vigyan o
diagnosi del polso, le opposizioni costanti della vita: decadimento e invecchiamento, malattia e salute.
È proprio nell’approccio e nello studio delle oscillazioni umane e nell’equilibrio dei Dosha (Vata, Pitta e Kapha) che trova la sua spiegazione più
esplicita la comprensione della terza età, non più intesa come decadimento psico-fisico degli elementi fisiologici dell’uomo, ma raggiungimento e
obbiettivo finale dello svolgersi della vita, vissuta nella più completa armonia con la Natura e con il Sé.
Attraverso la conoscenza del sé interiore si giunge alla conoscenza del Sé
assoluto: unità e molteplicità si fondono e si armonizzano per dare attraverso la luce della Saggezza e della Sapienza la ricerca della verità interiore. Esse ci invitano a essere ricercate e trovate affinché l’uomo possa raggiungere, attraverso esse, quell’equilibrio nascosto e recondito che possa
dare luce a quell’istante specifico della vita rappresentato dalla vecchiaia.
Quest’ultima diventa periodo di splendore nel momento in cui l’essere
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®
umano si riconcilia con se stesso e impara a comprendere maggiormente
la sua esistenza e la finalità che essa racchiude.
La scienza Vedica e l’ayurveda, antica di quasi cinquemila anni, matura e
si affina nel mondo occidentale con la medicina Ippocratica, con quella
alchemica di Paracelso e infine con la Scienza dello Spirito di R.Steiner:
l’Oriente incontra l’Occidente e determina il ricongiungimento dell’indissolubile verità della Vita.
Ciò che il bruco chiama “fine del mondo”,
per il resto del mondo è una bellissima farfalla.
(L. Tze)
L’essere chiusi in sé porta all’incapacità di incamminarsi verso la Vita e i segreti che essa rinchiude: aprirsi alla vita significa, come ci indica R.Steiner,
diventare liberi da se stessi e dai legami che il corpo fisico determina.
Alba e crepuscolo, principio e fine, vita e morte si ricongiungono in un’indissolubile verità: l’essenza unica e immanifesta della continuità dell’Immanente, del Divino nell’umano.
“Tornare alla radice è quiete,
il che vuol dire restituire il mandato,
restituire il mandato è eternità.”
(Tao Te Ching)
Come il bambino cresce e matura diventando uomo attraverso il suo
corpo fisico e quello vitale, detto in antroposofia “eterico”, (in India chiamato Prana, in Cina Chi) così l’anziano raggiunge la maturità interiore
attraverso la trasformazione delle sue componenti corporee: le forze vitali,
organiche vengono utilizzate per sviluppare le forze interiori di natura
spirituale. In R .Steiner il raggiungimento dell’ “uomo spirituale” significa
arrivare al corpo assoluto dell’immortalità, al raggiungimento del vero Sé,
con la possibilità di trascendere e di superare i livelli precedenti. È lo stesso
concetto di trascendenza e di pura coscienza che troviamo ad esempio anche nella Meditazione Trascendentale di Maharishi.
“Ciò che riposa nascosto nell’anima umana e che aleggia come la grande mèta
dell’umanità è il “Padre nel cielo”.
Se l’uomo vuole evolversi a tanto, deve avere la forza di sviluppare le sue tre
parti costitutive superiori (il Sé spirituale, lo spirito vitale e l’uomo spirituale)
e le quattro inferiori (corpo fisico, eterico, astrale, Io) fino al punto che esse
possano conservare giustamente il corpo fisico, che il corpo eterico o vitale possa
vivere nell’uomo in modo che vi sia un pareggio con il debito che vive in lui,
che il corpo astrale non cada in tentazione, che il corpo dell’Io si liberi dal
male. L’uomo deve tendere verso l’alto, verso il Padre nei Cieli, con le sue tre
parti costitutive superiori, attraverso il nome, il regno e la volontà. Il nome
deve venir sentito in modo da essere santificato.
…Come nel mondo la luce si manifesta in sette colori e il suono in sette note,
cosí la settemplice vita umana che si eleva a Dio si esprime nei sette diversi
sentimenti di elevazione che si riferiscono alla settemplice natura umana, nelle
sette domande del “Padre nostro”.
Rudolf Steiner
L’anziano che vede la sua decadenza avvicinarsi e le sue forze che man
mano si spengono parzialmente dalla malattia o totalmente dalla morte,
giunge frequentemente ad uno stato spirituale particolare, ad un’attitudine morale che non può essere qualificata che come rassegnazione, un genere di consapevole, doloroso distacco da tutte le cose amate, forse spesso
dagli ideali che si sono coltivati.
Si rimpiange, nella maggior parte delle persone fra i sessanta e settant’anni, di non poter più lavorare con altrettanto slancio, di non poter più fare
tutto ciò che generalmente si faceva nel pieno del vigore fisico.
Questa condizione spirituale si manifesta in molti dettagli della vita quotidiana e può estendersi fino a oscurare l’esistenza sia dell’interessato, sia
di chi gli sta vicino. In altri casi, il declino delle facoltà può condurre a dei
conflitti interiori e si è troppo facilmente inclini a mentire a se stessi e a
ingannarsi.
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Per prima cosa bisogna coltivare molto di più di quanto si faccia, la conoscenza di sé, la compassione e la pazienza, virtù descritte in modo mirabile negli antichi testi ed in seguito sostituire la “rassegnazione dolorosa”
(Norbert Glas) con ciò che si potrebbe chiamare un distacco serenamente
accettato. La rinuncia dovrebbe unirsi ad un’attesa fiduciosa di ciò che
viene, quando il ciclo di evoluzione della vita terrestre è compiuto.
Chiunque sia capace di afferrare in tutta la sua profonda portata il destino
dell’uomo ne riconoscerà sempre la saggezza e soprattutto la giustizia. Il
demonizzare la vecchiaia nella sua essenza fisica porta a denigrarne anche
le virtù sapienziali, a svilirne il patrimonio di qualità interiori che ogni
individuo accumula e affina nel ciclo di un’intera esistenza.
Oggi si dà poco o nullo credito ai vecchi, che negli attuali schemi previdenziali finiscono persino con l’attirare su di sé l’indebita taccia di oneri
parassitari per la società in cui vivono. È ormai un’icona del mito, sorpassata e abusata, l’immagine di Enea che porta sulle spalle il padre Anchise
fuggendo da Troia in fiamme.
Fino a tempi recenti, nelle comunità si ricorreva all’esperienza degli anziani, che tante ne avevano viste e sofferte, per attingere a un sapere collaudato
sulla propria pelle e non per sentito dire. Oggi invece non ci si affida più a
questa risorsa di saggezza, in quanto la senescenza è divenuta sinonimo di
demenza. E spesso sono gli stessi vecchi ad alimentare questo pregiudizio,
facendo di tutto per enfatizzare un certo vitalismo esteriore e deteriore ai
danni di una interiorità forgiata dalle vicissitudini esistenziali.
Finalità e scopo delle terapie di ispirazione antroposofica, dalla medicina
all’euritmia, dal massaggio all’arte-terapia, è riequilibrare un processo che
può tendere sia verso un decadere delle forze di “vita” oppure verso una
loro trasformazione in irraggiamento spirituale: lo sviluppo psico-spirituale approfitta delle forze liberate dal controllo delle costituenti fisiche
per evolversi attivamente e consciamente.
La rincorsa affannata e senza etica del nostro mondo scientifico alla ricerca
del mito dell’eterna giovinezza, di faustiana memoria, non deve far deviare
dal giusto cammino della ricerca scientifica: come affermava Nicola Tesla,
“la scienza diventa perversione se non ha come fine ultimo il miglioramento
psico-fisico dell’uomo e dell’umanità”.
Le scoperte del mondo scientifico comunque ci permettono di confermare anche le teorie che dal mondo della scienza antroposofica ci pervengono.
La scoperta di proteine regolatrici dei sistemi ossidativi come la proteina
AC5 (5 adenil ciclasi) che privata nei topi determina una maggior produzione di un’altra proteina denominata ERK2, provoca una regolazione
dei processi ossidativi endo-cellulari e quindi una maggiore longevità; la
scoperta del sistema ubiquitina/ proteosoma che permette di determinare
i processi di riparazione della cellula nei processi di ossidazione; l’individuazione di geni specifici, come SIRT3 e SIRT4, che attivati in condizioni
di stress dovuto alla privazione di sostanze nutritive, proteggono dall’innescamento dei processi di invecchiamento; del processo dell’apoptosi.
Queste scoperte ci permettono di intuire ciò che stiamo sostenendo e
cioè che la privazione e la liberazione dal “corpo” porta all’apertura del
“cuore”.
La scienza ci permette di carpire i segreti dell’uomo e del suo processo “entropico”, ma non ci apre le porte della comprensione del suo microcosmo
interiore, nascosto da una fragile volontà di eternità.
Chi ha saputo venerare e pregare da bambino,
sarà benedetto nell’età che avanza.
(R.Steiner)
Se sappiamo guardare con pazienza, intimità, delicatezza “negli occhi degli
anziani, vediamo la luce” (V.Hugo), una luce dolce e tenue, una luce stellare che asseta l’anima.
Il crepuscolo alle porte dell’uomo liberato da tutte le passioni, da ogni
egoismo, determina nelle persone anziane, attraverso la loro presenza calma, paziente e serena, l’irraggiare di una luce profonda e generosa dove
fruttifica il mistero del tempo e dove la lampada dell’anima può leggermente spegnersi.
®
L’arte della guerra e...
l’arte del guarire
Terza Parte
Similia Similibus
Sistemi in apparente equilibrio dinamico caratterizzati dal continuo
mutamento, sono descritti da modelli sperimentali governati da Leggi scientifiche, in modo più o meno profondo ed esaustivo a seconda
della necessità. Ad una prima osservazione questi sistemi complessi
appaiono in stato di quiete, ma osservati su altre scale, letti con altri
linguaggi, appaiono caotici. Non stupisce che si sia invocata la “teoria del caos” per conciliare gli aspetti apparentemente frammentati
e contradditori di una stessa situazione. Il dualismo degli opposti
venne qualificato da ciò che sta loro nel mezzo e che gli antichi padri definirono VIRTUS. La virtù è allora un attributo della materia
vivente, degna di dare nome alle sempre più numerose particelle elementari che la costituiscono? È l’Osservatore a stabilire in relazione
a quali parametri si giudica lo stato di un sistema? Ma l’osservatore,
anche negli scomodi panni del Peace-keeper internazionale piuttosto
che del terapeuta, non è forse parte integrante dello stesso sistema?
Altrettanto dovrebbe valere nell’attribuzione dello stato di salute o di
malattia, di pace o di guerra, in relazione alle voci che l’osservatore
desidera inserire nel “paniere”, per usare questo paragone inflazionistico sul costo della vita. I processi mentali governano la formazione
dell’opinione, del libero convincimento che stabilisce da quale parte
penderà il Giudizio. La complessità del cervello viene invidiata dagli
Informatici fanatici, che non ammettono la potenza delle strutture
sottocorticali nel condizionare elettro-chimicamente la neocorteccia.
Nello stesso sistema coesistono situazioni opposte in perpetuo divenire, trasmutantesi continuamente l’una nell’altra: noi non cogliamo
l’operato dei nostri onco-geni…nessuno può localizzare nell’Universo un solo elettrone…l’osservatore altera con il suo strumento d’indagine l’oggetto del suo studio.
Come può una fonte informativa fare intelligence senza sporcarsi le
mani? Deve continuamente astrarre dalla fattispecie, allontanarsi dal
fatto ma riuscire ugualmente a produrre un risultato che non sia falso, una sentenza che non sia grossolana, una circolare burocratica che
non sia inapplicabile nella realtà.
La descrizione dei fenomeni complessi con la teoria del caos, dei frattali, delle reti quantiche, testimonia che per potersi adattare all’ambiente circostante, un sistema biologico deve essere instabile. Sono
le sue peculiarità biologiche a consentirgli di comportarsi non semplicemente come un “grave”, ma di evolvere. I suoi continui cambiamenti di equilibrio, le oscillazioni fra soma e psiche, sono una
continua intersezione di macrocosmo e microcosmo. La stessa storia
della medicina tramanda gli antichi adagi come “solve et coagula”, o
“herbis, verbis et lapidibus” che ben riassumono questa situazione.
Nella conquista del nostro obiettivo iniziale, è venuto il momento di
fare un’operazione di disturbo sottoponendo la seguente proposizione: “la scuola medica Paracelsiana, non disponendo della Risonanza
Magnetica Nucleare, nulla ha fatto e nulla ha capito”. Con questa
frase provocatoria vorrei relazionarmi con gli intellettuali alla moda,
per non avere riscoperto gli effetti “alchemici”che la tradizione ha validato sul campo. Certo, oggi preferiamo chiamarli: chimica bromatologica, tossicologia medica, medicina dei radionuclidi, chemioterapia antiblastica…Da più parti lo strumento scientifico e tecnologico
Dott. Riccardo Morlini
Medico chirurgo.
Specializzazione in Malattie del Fegato e del Ricambio.
Specializzazione in Patologia Clinica.
Corso triennale di Medicina naturale e tecniche complementari.
Master di 2° livello in Scienze Strategiche.
affianca la tradizione, spesso la perfeziona se non addirittura l’amplifica. Se la scienza negasse la tradizione, se la tecnologia l’annullasse,
giungeremmo al paradosso di ritenere scientifico solo ciò che genera
applicazioni tecnologiche; perderemmo l’opportunità di accostarci
alla fenomenologia dello Spirito; perderemmo la gioia di occupare la
posizione virtuosa che vede nell’uomo il punto di equilibrio, che ne
fa il vero ed unico Re del Creato.
Qual è l’arma deterrente che consente all’Uomo di essere un Re indiscusso, capace di affrontare ogni nemico? Probabilmente è l’univocità
del suo linguaggio, che produce una comunicazione inequivocabile,
insieme ai codici segreti e ben custoditi che rendono quell’arma accessibile. Cosa codificano le macromolecole cromosomiche nucleari?
Cosa significa riproduzione della specie? Centra qualcosa la salvaguardia della tradizione, del Regno? Il deterrente, più comunemente
chiamato istinto di sopravvivenza, materializzato nel codice genetico,
rappresenta l’unico esperimento vero biologico dell’incarnazione,
della riproducibilità cioè della vita. La fenomenologia della vita e salute, come quella di spirito e persona, sono dati a priori; le applicazioni della mente sono necessariamente conseguenze secondarie. La biochimica descrive il metabolismo come somma di raffinate interazioni
molecolari che avvengono nello spazio-tempo, secondo un codice di
riconoscimento preciso, una parola d’ordine, che rende necessario il
rapporto causa-effetto. La fisiologia dimostra che la membrana degli
organelli neurosensoriali si depolarizza con la sollecitazione di un solo
atomo d’idrogeno. Può il campo elettromagnetico operare con codici
di sicurezza così rigorosi, tanto nel micro quanto nel macrocosmo?
Chi è il postino che veicola un messaggio così semplice, dove serve e
quando serve, così che tutti i ribosomi del pianeta, inseriscono l’aminoacido triptofano quando leggono la stessa tripletta di basi azotate?
Quale posologia, quante molecole saranno necessarie per comunicare con una simile raffinatezza?
L’omeopatia è una dottrina terapeutica che si rifà all’antico concetto,
poi ripreso da Hunter nel secolo XVIII, che due malattie dello stesso
genere non possono coesistere nello stesso individuo. Questa dottrina venne pubblicata in Germania nel 1796 da Samuel Hahnemann
in un libro noto come “Organon”. In essa viene ribaltato il concetto
ippocratico che le malattie vanno combattute con sostanze ad azione
antagonista, con il concetto opposto, codificato nell’enunciato “similia similibus curantur”. Pertanto la pratica dell’omeopatia presuppone la conoscenza tossicologica dei rimedi somministrati, attraverso
la loro sperimentazione patogenetica (oggi si chiama prooving) su
individui sani. La minuziosa descrizione dei sintomi così prodotti,
fu tramandata attraverso Compendii denominati Materia Medica.
Molti studiosi, in varie Nazioni e di varie Scuole compilarono queste
materie mediche, inserendo nuovi rimedi, ma soltanto Hahnemann
può ritenersi il fondatore della farmacologia sperimentale, animato
com’era di largo e rigoroso spirito scientifico. Nonostante non disponesse di un gas-cromatografo, non mancò di sperimentare coraggiosamente su se stesso l’azione di diversi farmaci; sempre però
uno per volta, per non confonderne gli effetti. Furono proprio gli
incidenti iniziali dovuti alle intossicazioni, a suggerirgli di diminuire
progressivamente il dosaggio dei rimedi, fino ad usarne dosi sempre
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più piccole. Egli diluiva una goccia di tintura madre con 99 gocce di
solvente acquoso, spingendo la diluizione oltre la trentesima potenza centesimale. Riteneva infatti che le “forze immateriali” presenti
originariamente nel rimedio, fossero sempre capaci di risvegliare le
forze vitali dell’organismo. Tali proprietà si liberavano con lo scuotimento prolungato della preparazione, prima della sua formulazione.
Nonostante la diluizione si protraesse oltre il numero di Avogadro,
l’assunzione produceva sempre un effetto.
Hahnemann oltre a semplificare il complesso formulario farmaceutico del tempo, gettò le basi della moderna vaccinoterapia; mise a
disposizione degli ammalati un metodo terapeutico originale ed innovativo, non certo assoluto ed infallibile.
Ne verranno di seguito elencati alcuni importanti principi.
1. I farmaci che ad alte dosi stimolano le cellule ad una reazione
patologica, in piccole dosi ne normalizzano la funzionalità.
2. La terapia vuole determinare nell’individuo un lieve stato di malattia, idoneo a scacciare la più grave malattia naturale, detta antipatica o enantiopatica.
3. Nell’organismo vivente un’affezione dinamica più debole è eliminata in modo duraturo da un’altra più forte, se quest’ultima, di
specie diversa, le assomiglia molto quanto a manifestazioni.
4. Ogni singolo medicamento produce nel corpo umano effetti così
specifici, che nessun’altra sostanza medicinale può esattamente
riprodurli.
5. Nelle vere guarigioni, i sintomi scompaiono dall’alto in basso,
dall’interno verso l’esterno, infine nell’ordine inverso alla loro
comparsa.
6. L’organismo decide autonomamente come guarire, in relazione
alla sua costituzione, alla diatesi, alla biotipologia sensibile.
7. Per individuare il rimedio nel paziente, bisogna gerarchizzare i
sintomi in base alla loro modalità ed unicità di manifestazione.
8. I sintomi prevalentemente locali, si curano con le diluizioni BASSE; i sintomi più generali, si curano con le diluizioni MEDIE da
7 CH a 15 CH; i sintomi mentali e comportamentali si curano
con le diluizioni ALTE.
Anche il medico esperto di medicina naturale, parte dall’indagine
generale per arrivare al particolare; cerca la luce in una foresta di sintomi, che gli stessi pazienti negheranno dopo pochi minuti. Spesso
infatti, l’esplicitazione del sintomo propone loro una scomoda verità.
Una patologia “letta” in chiave temporo-spaziale non si associa soltanto a mere coincidenze: l’utilizzo della chiave eredo-costituzionale
legge su quel corpo le “stimmate” che preluderanno a ben altre sequele! Parimenti nell’anamnesi, inquadrare il caso clinico con il
criterio diatesico-miasmatico, non è altro che preparare il terreno al
bombardamento tattico effettuato dopo l’individuazione della biotipologia del nostro caro paziente. Il medico “integrato” non è un
medico “integralista”: non deve ad ogni costo interpretare il sintomo
in chiave psicanalitica, ma deve curare l’individuo, il tutto indiviso, la sua persona. Rispettando l’insegnamento ricevuto dai Maestri,
egli curerà di volta in volta ciò che il malato desidera e che l’azione
dei singoli rimedi farà emergere. Passo dopo passo si manifesterà nel
nostro sofferente anche la VOLONTA’ di GUARIRE, che rappresenta il CENTRO di GRAVITA’ della battaglia che vogliamo condurre verso il supposto nemico-attore di questo role-play. Il rimedio
somministrato chiarisce il quadro clinico perché smuove la reattività
dell’organismo, esalta il sintomo in qualità e quantità. Rimedio, fitocomplesso, oligoelemento, bioterapico, stimolano la materia vivente
ad apprendere; ad assumere cioè una configurazione simile allo stato
di malattia corrispondente a quella provocata dal rimedio, capace
però di scacciare il sintomo desiderato. Tanto più questo vale nella
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riacerbazione delle patologie croniche, se avremo scovato il rimedio
simillimum, quello che causa una sintomatologia del tutto sovrapponibile a quella denunziata dal paziente.
Cos’è dunque una visita medica omeopatica? È innanzitutto un atto
medico eseguito secondo scienza e coscienza, previo consenso del paziente. Un ordinario e comune atto medico, cui si aggiunge l’utilizzo
del metodo di cui sopra, in cui l’anamnesi rappresenta una tappa
fondamentale. Grazie alle doti comunicative del medico, viene esperita la ricerca delle modalità d’espressione dei sintomi e la loro gerarchizzazione, per la successiva repertorizzazione. Il medico cioè ricerca
sulla Materia Medica o sul Repertorio il rimedio da prescrivere. La
visita medica integrata non potrà mai essere un momento di fanatismo; è un incontro fra due punti di uno stesso sistema, un incontro
fra persone che desiderano comunicarsi un patrimonio d’esperienze
individuali. Non è il luogo dello scontro fra situazioni arenatesi nelle
secche della burocrazia, ove si realizzano proventi reciprocamente indebiti. Accade infatti talvolta che il paziente durante la visita descriva
lo stato attuale come uno stato caotico, oscuro, confuso, adinamico,
lontano dallo stato finale desiderabile. Accade che egli si confronti
con il professionista che incarna un ruolo appreso, ignorando quali
sono i limiti che madre natura vicendevolmente impose. Non ammette che il medico sia fallace, anche se interviene sempre come può,
cioè come sa.
Quando il medico, ad ogni livello del servizio sanitario nazionale,
non si comporta come dovrebbe, contribuisce a diffondere l’immagine paradossale di un’assistenza sanitaria basata sulla burocrazia. Pensiamo al “tunnel” della ricettazione, allorchè l’assistito trova già la sua
ricetta bell’e che pronta nell’astanteria ed il suo medico non lo vede
più, nemmeno per scambiargli una cortesia dalla porta.
Mi fermo a questo esempio per rispetto degli eventuali detrattori, ma
ciascun lettore può persuadersi di quanto, ruolo e missione medica,
siano visti da molti materialisti come una vera minaccia…come se
vigesse il coprifuoco perpetuo! In quanti modi possiamo dire ad un
malato terminale frasi tipo «abbiamo fatto tutto quello che si poteva
fare; a questo punto non è previsto altro.»? Il vero medico sa bene
quali sono i suoi limiti, sa bene che non può mai fare tutto, ma che
anche di fronte all’irreparabile, egli sa e deve pur fare qualcosa, anche solo un atto di carità umana se non medica, se non gerarchica.
Qualcosa, un avverbio che descrive un intervento di tipo qualitativo,
più che quantitativo; un atto così personale e non codificabile con un
protocollo, che proietta il protagonista più nella sfera spirituale che
non in quella tecnologica. Una sfera ben diversa, da quella descritta
nella presentazione di un libro edito in Italia nel 1999 su traduzione
dalla lingua gallica, che riporto come “botto” finale.
«Quando la medicina ufficiale non soddisfa più, entrano in scena terapeuti e guaritori d’ogni sorta. Le innumerevoli forme di “medicina
alternativa” non si limitano a promettere una sicura guarigione, ma
ci fanno balenare radicali mutamenti nel nostro stile di vita, garantendoci una profonda armonia con forze naturali o entità cosmiche,
contro la medicina arida, tecnocratica e industriale che si pratica negli
ospedali e nei laboratori medici. È forse a questo miraggio utopico,
che deve il suo enorme successo la galassia delle cure alternative, in
cui convivono forme ormai quasi “ufficializzate” come l’omeopatia,
accanto a stravaganze talmente eccessive da parere impossibili. Tutte
accumunate, oltre dalla loro dubbia utilità, dal fatto di essere una
fonte di lauti guadagni non sottoposta ad alcuna verifica sperimentale.
Questo libro esplora l’universo delle medicine alternative con l’intento di spiegarne il successo e insieme di svelarne la sostanziale inaffidabilità. Scorrono così figure di estrosi ciarlatani e di sinistri santoni,
capaci di conquistare la credulità umana facendo spesso leva sulla
sofferenza e sulla disperazione.»
Risultati di uno studio fatto
sull’applicazione del trattamento
“Fitocalo” per il controllo del sovrappeso
Dott. Alberto Fiorito
Introduzione
Il sovrappeso o la franca obesità rappresentano un problema sia sociale che patologico. L’aspetto sociale sta diventando sempre
più importante se si considerano i diversi aspetti che questo comporta. Minore attività fisica, meno tempo per la ricerca di alimenti di
qualità, consumo di cibi ad elevato contenuto calorico sono solo alcuni aspetti di quanto il problema cibo stia diventando un problema
sociale che riguarda sia i soggetti in sovrappeso che l’intero sistema.
D’altro canto è sempre più chiaro il collegamento tra sovrappeso, obesità ed un elevato numero di patologie il cui esordio viene a
volte favorito altre decisamente determinato dall’eccesso ponderale e dalle alterazioni metaboliche che questo comporta. L’attuale
orientamento della ricerca è quello di vedere il tessuto lipidico non più come un sistema di deposito calorico, ma come un vero e proprio
organo, con tanto di connessioni ormonali con l’intero sistema, tanto da condizionare sia macro che micro comportamenti individuali.
L’obiettivo dello studio è stato quello di valutare l’efficacia, nel dimagrimento, della linea di prodotti denominata Fitocalo, prodotta e
distribuita da PromoPharma.
il progetto
Questo progetto prevede l’associazione di 3 principi:
1.Qualità nelle scelte alimentari, che viene preferita ad un rigido controllo quantitativo, anche per fare in modo che una importante
restrizione calorica non condizioni le valutazioni sull’efficacia dei complementi utilizzati.
2.Attività fisica moderata e costante. Il principio dominante è stato quello di mantenere gli organi in esercizio, di ripristinare una
circolazione sanguigna accettabile, di stimolare le funzioni dei diversi apparati piuttosto che quello di dispendere energia con il
movimento. Anche in questo caso si è voluto evitare che un eccesso di attività fisica potesse distrarre dal risultato ricercato.
3.Somministrazione di una serie di complementi alimentari con degli specifici obiettivi che saranno analizzati in seguito.
Sono stati selezionati 20 pazienti secondo i seguenti criteri.
1.Pazienti in sovrappeso, con BMI compreso tra 28,5 e 36,7.
2.Motivazione ad affrontare un progetto dietetico e terapeutico.
3.Capacità di rispettare le regole indicate ed inserirle in un percorso quotidiano.
4.Assenza di patologie in atto, in particolare riferite all’apparato cardiovascolare ed endocrino.
I soggetti si sono presentati a visita perché in sovrappeso e disponibili ad affrontare il problema secondo i principi offerti da un
approccio naturale e non restrittivo dal punto di vista calorico.
La proposta che è stata loro offerta aveva le seguenti caratteristiche:
• Alimentazione come da indicazioni al paragrafo successivo.
• Attività fisica moderata.
• Schema terapeutico basato sui prodotti della linea Fitocalo, ad estrazione naturale.
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La linea Fitocalo
I prodotti della linea Fitocalo sono i seguenti:
brucia
COMPRESSE
Composizione: Garcinia (garcinia cambogia desr., scorza del frutto)
e.s. 60% ac.idrossicitrico, calcio fosfato bibasico, arancio amaro (citrus
aurantium l., scorza frutto) e.s. 6% sinefrina, guaranà (paullinia cupana
kunth, semi) e.s. tit. 22% caffeina, caffeina, cellulosa microcristallina,
salice (salix alba l., corteccia) e.s. tit. 15% salicina, guggul (commiphora
mukul, gommoresina del tronco e dei rami) e.s. tit. 10% guggulsteroni,
coleus (coleus forskholii, radice) e.s. tit. 20% forskholin, naringina, silice
colloidale, magnesio stearato vegetale, pepe nero (piper nigrum, semi)
e.s. tit. 95% piperina, vitamina B1, vitamina B2, vitamina B12.
drena
FLUIDO
Composizione: Succo di ananas, succo di mela concentrato, arancio
amaro (citrus aurantium l., scorza frutto) e.s. 6% sinefrina, tarassaco
(taraxacum officinale weber, radice) e.s. tit. 2% inulina, fumaria (fumaria
officinalis l., parti aeree) e.s. tit. 0,04% protopina, thè di giava (ortosiphon
stamineus bentham, foglie) e.s. 0,1% sinensetina, pompelmo (citrus
paradisi mac fayden, semi) e.s., potassio sorbato, acido ascorbico,
aroma naturale.
Nuovo Gusto
Passion fruit
Novità
sazia
BUSTINE GRANULARI
Composizione: Glucomannano (amorphophallus konjac koch., tubero)
polvere tit. 75% fibra, phgg gomma di guarr (cyamopsis tetragonolobus
l., semi) polvere tit. 80% fibra, acacia (acacia seyal will., essudato della
corteccia) polvere tit. 100% fibra, baobab (adansonia digitata l., polpa
del frutto) polvere tit. 44% fibre, arabinogalattano da radice di larice (larix
spp, cuore del legno) polvere tit. 90% arabinogalattano, f.o.s. (fruttooligosaccaridi) polvere tit. 100% fibra, maltodestrine, sorbitolo, silice,
magnesio stearato vegetale.
riduce
COMPRESSE
Composizione: Fico d’India (opuntia ficus indica mill., foglie) polvere,
betulla (betulla alba l., foglie) e.s. tit. 2,5% iperoside, finocchio (foeniculum
vulgare gaertner, frutti) e.s. tit. 0,5% olio essenziale, tarassaco (taraxacum
officinale weber, radice) e.s. tit. 2% inulina, addensante: calcio fosfato
bibasico, cellulosa microcristallina, antiagglomeranti: magnesio stearato
vegetale, silice micronizzata.
drena
TISANA
Composizione: Ciliegia (prunus avium l.) piccioli essiccati, mais (zea
mays) stimmi, verga d’oro (solidago virga aurea l.) sommità, yerba mate
(ilex paraguaiensis st. hill.) sommità, levistico (levistici officinalis koch.)
radice, anice verde (pimpinella anisum l.) semi, menta (mentha piperita
l.) foglie.
Modalità di utilizzo dei prodotti della linea Fitocalo nel protocollo
• Fitocalo Brucia 1 compressa ore 17.
• Fitocalo Drena Fluido 1 misurino da 10 ml in 1 litro di acqua da bere lontano dai pasti entro le 17.
• Fitocalo Sazia 1 bustina in 1 bicchiere d’acqua un quarto d’ora prima dei 2 pasti principali.
• Fitocalo Riduce 2 compresse 1⁄2 ora dopo pranzo e cena.
• Fitocalo Drena Tisana 1 tisana ore 18 e 22.
Razionale dell’utilizzo dei prodotti della linea Fitocalo
Questa linea di complementi alimentari si presenta completa per supportare un progetto di perdita di peso. Questo obiettivo non può
prescindere da un ricondizionamento dello stile di vita che deve avvenire sia lavorando sulla qualità dell’alimentazione, sia sul ripristino
di una costante, seppur moderata, attività fisica.
1.Garcinia cambogia, arancio amaro e guaranà sono tre prodotti, contenuti in Fitocalo Brucia che aumentano il metabolismo ed il
conseguente dispendio delle calorie introdotte e depositate. Due considerazioni a tale proposito. Da un lato la titolazione dei principi
attivi è tale da assicurare un effetto senza svolgere una eccessiva azione stimolante sulle normali attività dell’organismo. Dall’altro è
fondamentale che lo stimolo per l’aumento del metabolismo possa avvenire in un momento di distanza dai pasti, in modo che il corpo
possa attingere ai depositi lipidici di energia e mobilizzarli.
2.Fitocalo Sazia viene proposto per il suo contenuto in Glucomannano, gomma di guar, acacia, baobab, f.o.s. ed arabinogalattano,
un insieme di prodotti che associano l’azione di assorbimento dei liquidi e relativo aumento di volume con la stimolazione biochimica
delle informazioni di sazietà da parte della parete dello stomaco e della prima parte dell’intestino.
3.La componente più significativa del Fitocalo Riduce è rappresentata dall’Opuntia Ficus Indica. La parte interna della foglia decorticata
ha la proprietà di inibire l’assorbimento sia dei grassi che dei carboidrati, tanto da poter essere considerata uno dei rimedi di elezione
per la gestione del sovrappeso e l’intolleranza ai glucidi.
4.Fitocalo Drena Fluido è composto da arancio amaro, tarassaco, fumaria, the di Giava e pompelmo, tutte sostanze con una importante
azione drenante sia sul sistema linfatico che sui principali organi emuntori. Ai pazienti è stato chiesto di aumentare il consumo di
acqua quotidiano proprio per creare un movimento di fluidi interno al corpo che avesse azione drenante e allontanasse le tossine
accumulate. Da qui la generale sensazione di benessere che ha accompagnato il dimagrimento.
5.L’abitudine a consumare una tisana ha avuto, in questo progetto, due significati distinti. Se da un lato, infatti, i componenti di Fitocalo
Drena Tisana, (Ciliegia, mais, verga d’oro, yerba mate, levistico, anice verde e menta piperita) hanno un indubbio effetto drenante,
dall’altro l’abitudine a fermarsi e prendere una tisana ha contribuito non poco al progetto di cambiamento dello stile di vita.
Aspetti dietetici
Lo scopo della dieta è quello di una rieducazione alimentare, preferendo il controllo della qualità del cibo a quello della quantità. Sono
stati proposti consigli per evitare cibi notoriamente inquinati da prodotti chimici quali conservanti, coloranti, farmaci ed altro, senza dare
imposizioni od obblighi.
È stata proposta l’esclusione di alcuni principi alimentari come latte e derivati vaccini, carne di maiale, pane bianco e derivati, zucchero
bianco e dolciumi in genere. Il sale è stato sostituito con il sale marino integrale da usarsi esclusivamente in cottura. L’aceto sostituito
con il limone.
Inserimento per almeno 3 volte la settimana di cereali in grani, integrali o semintegrali, di qualità controllata o biologici, conditi a piacere
o, preferibilmente, in minestra con legumi.
La frutta è stata proposta per colazione o spuntino, ma non in associazione con i pasti. Si è consigliato di evitare commistioni di frutta
e di non utilizzarla cruda dopo le 18.
È stata proposta un’idratazione costante con acque minimamente mineralizzate con una quantità minima di un litro e mezzo da
consumarsi lontano dai pasti.
Nessuna restrizione quantitativa, ma un preciso ordine alimentare che prevedeva 5 pasti quotidiani, 3 principali più 2 spuntini ed
escludeva qualunque introito calorico al di fuori dei pasti programmati.
È stata proposta attività fisica costante rappresentata da 30 minuti al giorno di passeggiata a passo veloce.
Osservazioni
I 20 pazienti reclutati non hanno riferito difficoltà di adattamento al regime alimentare proposto. Nessuno ha dichiarato di aver sofferto
la fame. Il processo di dimagrimento è iniziato, nella maggior parte dei casi, entro i primi 3 giorni dall’inizio di dieta e terapia. In 18 casi
su 20 il paziente indica una sensazione di ridotto gonfiore, avvertita subito e prima della diminuzione di peso.
In pochi giorni tutti i pazienti si sono adattati al nuovo stile di vita e non hanno dichiarato perdita di forze o sensazione di debolezza. Al
contrario la sensazione generale è di un miglioramento delle condizioni generali, in particolare riferito alla disponibilità di energia ed alla
lucidità mentale, nonché ad un miglior funzionamento dell’intestino.
Valutazione dei risultati
Il risultato generale è da considerarsi eccellente. In tutti i soggetti studiati c’è stata una perdita di peso, in alcuni casi anche rilevante.
Gli uomini, che partivano da un sovrappeso superiore, hanno generalmente ottenuto un risultato più consistente.
La compliance alle modalità dietetiche ha seguito un iter comune: diverse difficoltà iniziali nel reperire i prodotti alimentari e nel
riorganizzare il confezionamento dei pasti, ma generale adattamento alle proposte con prosecuzione dell’applicazione delle nuove
abitudini acquisite anche dopo il termine del protocollo.
Generale efficacia e ottima tolleranza degli integratori utilizzati. In particolare è stata considerata come ridotta la sensazione di fame dopo
l’assunzione del Fitocalo Sazia, così come per tutti è aumentata la diuresi dopo l’uso di Fitocalo Drena fluido. In diversi casi l’occasione
dell’uso di Fitocalo Drena Tisana è stata colta come momento di interruzione delle normali attività lavorative e relax personale. Non è
stato riscontrato alcun effetto collaterale riferibile alla terapia.
Conclusioni
L’associazione di una dieta che rispetti principi di qualità più che di quantità con un set di integratori alimentari completo per i diversi
momenti dell’assunzione ed elaborazione del cibo si è dimostrata un valido strumento per ottenere non solo la perdita di peso, ma
anche il raggiungimento di un miglior livello di benessere e di un funzionamento ottimale dell’intestino. Lo sforzo iniziale per adattarsi
a dieta ed assunzioni è stato ampiamente compensato sia dalla soddisfazione per il risultato raggiunto, sia per l’aver imparato nuove
abitudini alimentari e sia, infine, per aver conosciuto una linea di complementi alimentari priva di reazioni avverse o effetti collaterali,
che può essere utilizzata per un trattamento del sovrappeso in generale così come per singole applicazioni, a seconda delle necessità
dei pazienti.
Il dimagrimento ottenuto si è accompagnato ad una generale sensazione di benessere e la maggior parte dei pazienti si è dimostrata
disponibile a proseguire nelle nuove abitudini acquisite.
Totale 20 soggetti
13 soggetti donna
7 soggetti uomo
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PromoPharma s.r.l.
Via Genghettino, 42 - 47892 Gualdicciolo - Repubblica di San Marino - tel. 0549 911338 fax 0549 956700
[email protected] - www.promopharma.it
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Elm (Ulmus procera, Olmo)
Maurizio Di Leo
Erborista, ricercatore e fondatore del Laboratorio Erboristico Di Leo nel 1981, conduce vari corsi di aggiornamento per erboristi e farmacisti. Relatore
a diversi congressi nazionali ed internazionali nel campo della Fitoterapia, scrive libri ed articoli su varie riviste. Ha portato per primo i Fiori di Bach in
Italia, all’inizio degli anni ’80.
Abstract: Elm è un fiore utile sia a livello fisico che psicologico. È in grado di aiutare tutte le persone dominate dall’eccesso di responsabilità; sono persone
rigide che non riescono ad adeguarsi alle situazioni.
Abstract: Elm is a flower that works in physiological and physical level. Helps the persons dominated by responsibility excess; rigid people that aren’t able to adapt
at the situation.
Parole chiave: Floriterapia, Bach, Elm
È un albero che raggiunge un’altezza di circa 30 metri, dritto, con una
corteccia scura e rugosa.
Fiorisce tra marzo e aprile con corolle rosso vivo.
ELM è ottenuto con il metodo della bollitura.
Parole chiave: ESAURIMENTO, NON SENTIRSI ALL’ALTEZZA
DELLA SITUAZIONE, STRARIPAMENTO, SFINIMENTO
Il soggetto Elm generalmente è una persona forte, capace, che riesce
ad affrontare diverse situazioni. Spesso è a capo di un’azienda, o dirige
una comunità.
È quindi una persona sicura di sé che sa affrontare i problemi, che si
rimbocca le maniche per far fronte alle difficoltà, tirando la corda al
punto che il corpo deve ribellarsi per sopravvivere.
Nello stato negativo, però, viene a dubitare delle proprie capacità: ha
paura di non farcela. Questa situazione si può verificare in seguito a
lunghi periodi di intenso lavoro, sempre sotto pressione per cui alla
fine la stanchezza accumulata porta a un indebolimento psicofisico
che si può manifestare con insicurezza, fragilità e, a livello fisico, con
rigidità muscolare, gambe deboli e molli, problemi alle ginocchia. Si
ha la tipica sensazione di non reggersi più sulle gambe.
Lo stato Elm lo si può facilmente riscontrare nelle donne che portano avanti la casa e seguono marito e figli in maniera esemplare, poi,
all’improvviso, pensano di non essere più in grado di far fronte ai preparativi per la festa di laurea del proprio figlio.
Questo fiore è di aiuto anche per le persone che continuano a farsi
carico di nuovi impegni, rischiando poi di non riuscire a portarli a
termine.
Elm è in grado di aiutare tutte le persone dominate dall’eccesso di
responsabilità; sono persone rigide che non riescono ad adeguarsi alle
situazioni. Lo stato Elm è comunque uno stato di transizione in quanto non esistono delle persone Elm a livello caratteriale; nello stato più
eclatante può capitare che una persona ciclicamente rientri in questa
situazione di sfiducia e scoraggiamento.
Key words: Flower Therapy, Bach, Elm
A livello fisico si può usare Elm per stanchezza, astenia, lieve depressione, scoraggiamento, dolori alle ginocchia, alle spalle, alla nuca, per
insonnia, disturbi pressori.
È molto utile per i forti dolori, quando il dolore è “straripante”perché
agisce sull’ansia che si manifesta di fronte al dolore. Aiuta a rilassarsi e
quindi pian piano il male si riduce.
È quindi utile per nevralgie, dolori ai denti, otiti, coliche e dolori mestruali.
Nei bambini raramente si manifesta uno stato Elm in quanto, fortunatamente, è raro che i bambini siano sottoposti a grosse responsabilità.Può capitare che a volte siano un po’ sotto pressione: per esempio,
alla fine della scuola, prima di un esame, pensando di non farcela a
superare le prove.
È utile anche per quei bambini che sono pieni di impegni extrascolastici: nuoto, lezioni di piano, corso di chitarra, atletica, ecc. per cui
corrono tutto il giorno e sono sempre sotto pressione.
Ecco che possono manifestare un calo di energia, stanchezza accompagnati a dolori muscolari, un po’ di febbre.
STATO NEGATIVO
STATO POSITIVO
Ansia
Accettare le responsabilità
Astenia
Affidabilità
Cefalea
Altruismo
Depressione
Coraggio
Dolori articolari
Grande capacità
Dolori al colon
Responsabilità equilibrata
Dolori ai denti
Sicurezza
Dolori alle ginocchia
Dolori mestruali
Dolori muscolari
Dolori alla nuca
Dolori alle spalle
Gastrite
Insonnia
Mancanza di forze
Nevralgie
Palpitazioni
Paura di fallire
Paura di non essere all'altezza del
compito
Sentirsi inadeguati
Scoraggiamento
Sopraffatto dalle responsabilità
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Capitani della nostra nave,
maestri del nostro destino
Dott.ssa Silvia Calzolari
Medico chirurgo, specialista in pediatria, esperta in omeopatia e floriterapia di Bach
e-mail: [email protected] www.taonuovavita.it
Abstract: La cura dei fiori funziona così: inizia per curare un sintomo, qualsiasi sintomo, e finisce per restituirci la nostra anima. È oggi il
momento di Bach. Un momento critico e pesante per tutta la popolazione, in crisi di identità, in crisi di valori, è oggi che, più che mai, il
medico può rendere “ il servizio al suo fratello – uomo”.
Abstract: Bach Flowers cure operates starting with help in a symptom cure, and ending to restore our soul. Today is a time for Bach. It’s a critical and
heavy time for all the world, it’ s time that doctor can give help to “brother man”.
Parole chiave: anima, fiori di Bach Il sogno di Edward Bach può essere la nostra realtà.
Nell’ottobre del 1936 il dott. Edward Bach, invitato ad una conferenza a Londra, espone i principi della terapia con i fiori. Poco
tempo dopo di lui rimarranno i mobili che amava costruire con le
sue mani, una casetta di campagna con un piccolo giardino, una
storia personale confusa, 4 amici rimasti orfani della loro guida,
qualche lettera da parte dell’ordine dei medici, a riprova che l’ottusità umana non conosce differenze di latitudine e longitudine.
Ho provato un dolore profondo e sordo quando ho visto che, laddove riposa, non c’è nessun fiore per Edward Bach e ho pensato
che fosse un crudele nonsenso. Poi ho compreso.
I fiori di Eddy siamo noi, tutti noi che lui ha salvato dalla più
ignobile delle malattie: il non sapere chi siamo. E di questi “figli
dei fiori” è pieno il mondo e siamo noi la prova che la cura di
Bach funziona. La cura dei fiori funziona così: inizia per curare un
sintomo, qualsiasi sintomo, e finisce per restituirci la nostra Anima. Sembrano solo parole le mie, invece sono fatti, quelli che ho
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Key words: soul, Bach flowers
verificato in quasi trent’anni di professione medica.
Sono stati tanti i medici che hanno raccolto l’eredità di Bach e
tanti anche coloro che, pur non appartenendo a questa categoria professionale, si sono degnamente impegnati nel seguire e nel
promuovere la Medicina dell’Anima, una medicina che rompe la
tradizione accademica con la forza di uno tzunami e che organizza
le antiche tradizioni dell’arte medica in un sistema di cura rivoluzionario, come solo la Natura può essere.
E adesso che facciamo dottor Bach? Adesso che abbiamo dimostrato che la tua cura è efficace, adesso che i tuoi rimedi sono conosciuti in tutto il mondo, adesso che le basi della floriterapia sono
note alla moltitudine eterogenea come tu volevi, adesso verso quale
frontiera dirigeremo la nostra nave? E quale destino porteremo a
termine?
Che cosa potrebbe volere Edward Bach da un medico moderno?
Questo per la verità ce lo ha già detto in “Voi soffrite a causa vostra”, testo relativo ad una conferenza tenuta a Southport nel 1931,
quando ancora Bach non aveva messo a punto il suo sistema te-
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rapeutico, ma già ben sapeva che prima di cambiare le medicine
bisognava cambiare i medici.
“Il medico di domani capirà che lui di per sé non ha potere di
guarire”.
È l’invito a cambiare il punto di vista, in modo radicale, senza
compromessi. Allora questo è il momento di Bach, più che mai.
Poiché oggi, dopo molti anni di impegno coeso nel portare avanti
lo spirito della medicina olistica, i medici si sono di nuovo ritirati
dietro le etichette, chi di omeopata, chi di omotossicologo, chi di
agopuntore, chi di fitoterapeuta e chi più ne sa più ne inventi. È
oggi il momento di Bach. Un momento critico e pesante per tutta
la popolazione, in crisi economica, in crisi di identità, in crisi di
valori, è oggi che, più che mai, il medico può rendere “il servizio al
suo fratello-uomo”. Ed è proprio a partire dalle competenze specifiche del medico che possiamo costruire una nuova nave con cui
viaggiare. Il moderno medico di Bach ha bisogno di perseguire il
principio dell’Unione, di rafforzare la coscienza olistica, di penetrare profondamente nello spirito vivo della medicina dell’anima,
nella consapevolezza del suo ruolo, che è quello di guida e di sostegno affinché chi soffre trovi la soluzione non solo al suo sintomomalattia ma soprattutto al suo dolore più intimo.
Ecco allora che ha un senso per il moderno medico di Bach perseguire un percorso formativo che sia innanzitutto per la sua Anima
e che allo stesso tempo contenga le nozioni necessarie per attuare
un’integrazione tra i dati conoscitivi già in suo possesso e quelli
propri della floriterapia.
E come la luce del sole illumina tutti i Diecimila Esseri (piccolo
omaggio agli agopuntori) e come la Dinamys pervade di sé ogni
organismo (piccolo omaggio agli omeopati), così le 5 Verità Fondamentali di Bach potranno chiarirci il vero significato della malattia e indicarci la via della Guarigione.
Il fitoterapeuta, così come il nutrizionista, così come l’esperto di
medicina tradizionale cinese o il più classico degli omeopati, il
posturologo o l’endocrinologo, potrebbero apprendere dai fiori di
Bach come superare il limite del sintomo e giungere attraverso di
esso alla comprensione della vera causa di sofferenza del paziente.
In questo modo soltanto da qualsiasi parte dell’orizzonte si presenti
il Male, vuoi dal quadrante strutturale, da quello biochimico o dal
mind, noi Medici sapremo, ognuno in base alla sua preparazione,
riconoscerlo, combatterlo e tradurlo nel suo corrispettivo benevolo. Poiché la medicina di Bach non è una lotta contro i demoni
ma una loro rieducazione come Angeli. A prescindere da quale indirizzo terapeutico il medico moderno abbia deciso di perseguire,
l’integrazione della medicina di Bach nella professione potrà rappresentare un valore aggiunto inestimabile. E che dire del sogno di
Bach sull’ospedale del domani, il quale “sarà un santuario di pace,
speranza e gioia”? Non è solo il sogno di Bach ma anche quello di
molti miei amici chirurghi. Un ospedale dove non ci sia “nessuna
fretta, nessun rumore…dove ogni cosa sarà fatta per incoraggiare
il paziente a dimenticare la malattia, per sforzarsi di raggiungere la
salute e nello stesso tempo per correggere qualsiasi difetto nel suo
carattere e giungere a una comprensione della lezione che si deve
imparare”.
Negli ospedali moderni si sa come si entra ma non si sa come si
esce, nell’ospedale di Bach si entra in un modo e si esce migliori di
prima, sempre. Il termine ospedale significa “luogo di accoglienza”.
Ebbene la realizzazione di un “luogo di accoglienza”, più simile
ad un cenacolo che non ad una struttura sanitaria è pur sempre
possibile.
La realizzazione di un cenacolo bachiano è una delle mete della
medicina di Bach. Un luogo fisico e spirituale al contempo laddove
medici e pazienti si possano incontrare per crescere assieme. Poiché
il medico non esiste senza il suo paziente. E poiché ogni medico ha
diritto di essere anche paziente. Ed ogni paziente può curare il suo
medico dandogli ciò di cui più ha bisogno: il senso di tutta una vita
passata al servizio.
Qualcuno potrebbe trovare questo sogno troppo ardito, nonché
troppo arduo. Anche le anime degli schiavi neri degli stati sudisti
avranno pensato la stessa cosa quando l’America ha eletto un presidente di colore. Sono sicura, dottor Bach, che è proprio adesso
l’ora di partire per un nuovo viaggio. E allora a tutti quelli che sono
pronti, buon viaggio.
FIORI
di piante fresche raccolti in Italia
ACQUA
proveniente dalle zone
di raccolta dei fiori
Brandy
puro della migliore
qualità italiana
®
23
®
Introduzione.
Sempre più spesso sentiamo parlare di stress e delle patologie ad esso correlate.
Nelle prossime pagine due articoli di due autrici che analizzano questo problema dei “tempi moderni” e propongono la soluzione naturale vicina alla loro formazione: la Fitoterapia per la Dottoressa Cremonini e la Floriterapia per Antonella Napoli.
Lo stress: conoscerlo, capirlo
e limitarne i danni.
Un aiuto dal mondo vegetale
Dott.ssa Alessandra Cremonini
Biologo nutrizionista e Naturopata
Abstract: Dopo un’introduzione sul significato di stress e le conseguenze che può causare, l’autrice propone diverse ricette di tisane, da
assaporare, per ritrovare il vero relax.
Abstract: After an introduction in the meaning of stress and the problems that it can cause at our organism, the author propose some recipes based
on herbs for herbal teas to recover the true relax.
Parole chiave: stress, fitoterapia
STRESS: una delle parole più usate ed abusate dei nostri giorni, eppure pochi conoscono il vero significato di questo termine.
Letteralmente la parola stress significa “sforzo”, per indicare una
reazione di allarme prodotta dal corpo di fronte ad uno stimolo
esterno o/e interno (biologico o psicosociale) detto “stressor”.
Lo stress fa parte della vita e, a livello biologico, il nostro corpo
ha tutto il necessario per far fronte a situazioni stressanti tramite
degli ormoni che innescano una risposta e un adattamento.
È proprio attraverso la risposta agli stimoli che l’organismo affronta gli avvenimenti quotidiani; questo per essere consapevoli
del fatto che non dobbiamo pensare allo stress solo come a qualcosa di negativo.
Esiste lo stress costruttivo o Eustress, essenziale nella vita perché
rappresenta quell’indispensabile “stimolo al cambiamento” ma
anche il Distress o stress cronico che nel tempo porta a debolezze
costituzionali e all’insorgenza di patologie a cui posso anche già
essere predisposto, oltre ad accelerare l’invecchiamento.
Oggi giorno si moltiplicano ed intensificano i motivi che inducono allo stress cronico e i nostri sistemi di allarme devono fare
i conti con il tempo che è sempre meno, con ritmi alimentari
diversi, con la mancanza di affetto o protezione che spesso nelle
nuove famiglie vacilla, con nuovi ruoli sociali tra uomo e donna,
con l’importanza sempre più vitale del denaro, con la violenza
che entra in casa attraverso la tv. A tutto questo si aggiunge l’inquinamento, il cibo trattato che si allontana molto dalla natura,
i fattori genetici.
Non dobbiamo cercare di evitare lo stress o tutte le situazioni
stressanti, anche perché è più forte un organismo allenato allo
stress che uno che cerca di evitarlo sempre; ma è importante saperlo governare in modo da riuscire a far fronte agli aspetti negativi che può portare e utilizzarne il lato positivo, quello che ci
consente di evolvere. Bisogna capire quando è il momento giusto
di staccare la spina o quando controllarne solo l’intensità. Come
24
Key words: stress, phytotherapy
diceva H. Selye, “lo stress è l’essenza della vita”. Non sarebbe possibile vivere senza sapersi adattare continuamente a cambiamenti
esterni che siano di natura fisica o chimica o sociale. Lo stress
pericoloso per l’essere umano è quello che cronicizza logorando e
tenendo sotto pressione l’organismo.
Ognuno ha una soglia di tollerabilità dello stress diversa ma a
livello biologico, la risposta del sistema nervoso ad uno stimolo stressogeno è la medesima: viene massicciamente attivato il
sistema nervoso vegetativo o simpatico e la seguente secrezione
di adrenalina-noradrenalina dalla midollare del surrene, nonchè
l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene con la produzione di cortisolo, e infine il blocco della secrezione ormonale, che
governa l’asse ipotalamo-ipofisi ovaie/testicoli.
L’aumento di cortisolo, protratto nel tempo, diminuisce le difese
immunitarie provocando una infiammazione di base generalizzata. Per questo, anche come prevenzione, è importante essere
consapevoli del nostro limite, della nostra “soglia” di stress oltre il
quale è bene non spingerci. Lo stress costituisce quindi una fonte
inesauribile di alterazioni metaboliche come osteoporosi diabete,
ipertensione, obesità, ma anche depressione, attacchi di panico.
Inoltre è ormai dimostrata una inibizione del sistema immunitario da cui deriva una immunodepressione accompagnata da un
calo dei linfociti responsabili di difendere il corpo da virus, batteri. Proprio perché il cervello esercita una funzione di controllo
sul sistema immunitario sarà un’ ottima strategia iniziare ad applicare delle tecniche di rilassamento e meditazione.
Non possiamo, inoltre, dimenticare il ruolo chiave dell’alimentazione per ciò che riguarda tutti i sistemi che possono essere colpiti dallo stress (immunitario, cardiocircolatorio, digerente…).
Quindi, in generale:
- evitare gli eccessi alimentari o le carenze
- masticare e prendersi il giusto tempo da dedicare al pasto
- consumare cibi ricchi in antiossidanti (frutta e verdura)
®
tiglio fiori
40gr
biancospino fiori
30gr
passiflora fiori
30gr
• Mettere 2 cucchiai in mezzo lt di acqua bollente e fare riposare 15
minuti, filtrare e bere dopo cena e prima di coricarsi.
Oppure Passiflora in T.M. 40 gocce più Valeriana in T.M. 20 gocce
sia dopo cena diluite in acqua che prima di dormire.
Spesso lo stress va a colpire l’apparato cardiocircolatorio con sintomi quali ipertensione,tachicardia, aritmie, problemi di coagulazione. Anche in questo caso è sempre importante porre l’attenzione
alla nutrizione, al movimento e a tecniche di rilassamento come
prevenzione e cura, oltre ad un supporto fitoterapico.
Una tisana sedativa che agisce con un meccanismo neuro-ormonale sia a livello centrale che a livello del cuore e coronarie grazie al
biancospino e con un effetto anti-ansia grazie alle proprietà della
melissa, la potete preparare così:
- consumare poche proteine animali e prediligere quelle vegetali
- consumare pochi carboidrati raffinati sostituendoli con cereali
integrali
- consumare ac. grassi insaturi limitando i saturi (oli idrogenati,
burro…)
UN AIUTO DAL MONDO VEGETALE
Il mondo vegetale ci offre delle piante chiamate “adatto gene” con
caratteristiche tali da aiutare il nostro organismo e sostenerlo nei
casi in cui lo stress si prolunghi nel tempo, con un effetto mirato
in base all’apparato colpito. Per abbassare la soglia dello stress e a
mantenere gli organi emuntori efficienti, per disfarci delle tossine
che sia il corpo fisico che mentale sotto stress produce, può aiutare
una tisana antistress preparata in questo modo:
radice di eleuterococco
40gr
foglie di frassino
30gr
frutti di rosa canina
20gr
anice stellato
10gr
• Mettere 3 cucchiai in mezzo lt di acqua, bollire per 3-4 minuti,
far riposare altri 15 minuti, filtrare e berne 2 tazze al giorno (mattino e pomeriggio).
Qualora non ci fosse la possibilità di prendere tisane, ci potremmo
aiutare con eleuterococco in compresse( 2 al mattino e 2 dopo il
pranzo) o sotto forma di tintura madre.
Fondamentale sarà ripristinare un buon sonno per recuperare uno stato di benessere e per affrontare meglio una nuova
giornata.
In questo caso, per aiutare un sonno più tranquillo consiglio:
melissa foglie
40gr
biancospino fiori e foglie
60gr
• Mettere 4 cucchiai in 1 lt acqua a freddo, bollire per 2 minuti e
far riposare 15 minuti poi berne una tazza alla mattina, una dopo
pranzo e cena e una prima di dormire.
Se ci dovesse essere anche un problema di insonnia, consiglio di aggiungere alla tisana 50 gocce di Passiflora in T.M. o Escolzia T.M.
mentre per contrastare l’eventuale formazione di placche ateromatose potete usare la seguente tisana a base di:
ginkgo foglie
30gr
biancospino fiori foglie
40gr
spirea fiori
30gr
• Mettere 4 cucchiai in 1 lt di acqua fredda, bollire per 1 minuto e
far riposare 30 minuti poi berne due, tre tazze al giorno.
Se i problemi cardiocircolatori fossero legati ad una sindrome metabolica (ipertensione, ipercolesterolemia, iperglicemia, sovrappeso…) può essere di aiuto associare piante come l’Olivo ad azione
antipertensiva e ipocolesterolemizzante, nonché la Bardana con le
sue proprietà depurative, epatiche e ipoglicemizzanti, oltre al Meliloto con la sua azione flebotonica e antispasmodica:
Olivo foglie
30gr
Bardana foglie
30 gr
Meliloto fiori
30gr
Liquirizia radice
10 gr
• Mettere 4 cucchiai in 1 lt di acqua fredda, bollire per 3 minuti e
far riposare 15 minuti poi berne una tazza dopo i pasti principali.
Le stesse piante (tranne la Liquirizia) potranno essere assunte sotto
forma di tinture madri.
Un’ultima considerazione per l’occasione in cui lo stress va a colpire l’apparato digerente. Sappiamo molto sull’apparato digerente
25
®
e soprattutto sull’intestino, il nostro “secondo cervello”, sappiamo
anche quanto lo stress influenzi, attraverso la Leptina, IL-6 e altri
fattori, il meccanismo dell’obesità, del centro della fame e del coinvolgimento del circuito ipotalamo-surreni-insulina.
Sappiamo anche che una delle aree difensive più vaste che abbiamo
ha sede proprio nell’app. digerente (GALT) anche se riguarda tutte
le mucose come quella genito-urinaria, lacrimale, respiratoria (ecco
perché una infezione intestinale si può tradurre in congiuntivite).
Attraverso il sistema nervoso centrale, inoltre, disturbi come un
ulcera, un reflusso, una gastrite e molte forme di colite sono strettamente collegati.
L’intervento fitoterapico, in questo caso dovrà agire sia sullo stress
che a livello locale andando a proteggere le mucose.
Per la gestione dello stress, come detto all’inizio, possiamo aiutarci
con piante adattogene, oltre a curare l’alimentazione sia nei ritmi
che nella scelta dei cibi e oltre a regolarizzare l’intestino qualora ce
ne fosse bisogno.
Per proteggere le mucose gastrointestinali e preservarle, ottimi risultati si ottengono con una integrazione di oli polinsaturi (olio di
borraggine, germe di grano, lino).
Possono aiutare anche l’Altea, la Malva, il Finocchio, in tisane o
come tinture madri, oppure il gemmoderivato di Fico (50 gocce 2
volte al giorno).
Se il problema principale è la colite, una tisana che lavora sia sul
sistema nervoso centrale che neurovegetativo con effetto antispasmodico, calmante, digestivo e antimeteorico, favorente la distensione addominale può essere così preparata:
Camomilla fiori
30gr
Lavanda fiori
30gr
Anice frutti
20gr
Malva fiori
10gr
Liquirizia radice
10gr
Qualora lo stress andasse a colpire i delicati equilibri che riguardano la relazione tra Leptina, Colecistochinina (che attiva il centro ipotalamico della sazietà attraverso la liberazione della serotonina, inibendo quello della fame) e l’ormone
MSH che stimola i melanociti ed è il mediatore chimico della sazietà, insieme al neuro peptide-Y (entrambi controllati
dall’ipotalamo) a lungo andare si potrebbero verificare gravi
disordini alimentari come, anoressia, bulimia, squilibri ormonali o metabolici, obesità e squilibri psicologici.
In questi casi è molto utile la Rodiola rosea in quanto ha una
riconosciuta azione adattogena e detossinante, oltre ad avere
la peculiarità di essere legata alla mobilitazione dei grassi, stimolandone il loro utilizzo attraverso un complesso sistema
di regolazione ormonale, e di influenzare anche il rilascio di
serotonina che va ad equilibrare il centro della sazietà.
Concludo dicendo che trattare disturbi causati dallo stress
attraverso la fitoterapia o la gemmoterapia è sicuramente un
valido aiuto in quanto il mondo vegetale ci offre molte piante che sembrano create appositamente in base al problema o
all’organo più colpito.
Sottolineo però che intervenire ad personam sullo stile di vita
(alimentazione, ritmi sonno veglia, attività fisica…) sarà sempre determinante per ottenere buoni risultati, fare prevenzione ed evitare ricadute.
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Benessere
in tisana
®
Stressato dallo stress
Antonella Napoli
Floriterapeuta (iscritta al Rif, Registro Italiano Floriterapeuti), e Naturopata (iscritta al Finr, federazione italiana naturopati Riza) specializzata in lettura del corpo psicosomatica ed in Tecniche di Rilassamento. Nella sua professione usa ciò che la Natura mette a disposizione per un
miglior equilibrio della persona, ma ama in particolar modo il mondo dei fiori. Lavora a Milano dove si occupa del benessere di bambini e
adolescenti, donne in gravidanza, in menopausa, persone con problematiche causate dallo stress, e si prende cura anche degli amici animali
(cani, gatti, cavalli, ecc.). Il suo sito che parla del mondo della floriterapia è www.fioriperlanima.com
Abstract: lo stress ed i suoi sintomi. L’autrice propone l’utilizzo della Floriterapia come aiuto alla risoluzione di diverse patologie.
Abstract: stress and its symptom. The author proposes Bach Flower use for helping in solving pathologies problems.
Parole chiave: stress, Fiori di Bach
Le vacanze estive sono da poco finite e ci troviamo davanti un
nuovo inverno che probabilmente sarà impegnativo, routinario,
faticoso sotto il profilo del lavoro, dello studio, della quotidianità
e degli impegni. Insomma per utilizzare una parola ora molto in
voga: stressante.
Nella vita moderna capita di essere quotidianamente sotto stress.
“Stress” è una parola inglese entrata nell’uso comune e italianizzata
(stressante, stressarsi, mi stressa), largamente utilizzata e qualche
volta abusata. Si definisce stress qualsiasi forma di tensione fisica o
emotiva dovuta a problemi o preoccupazioni in vari ambiti come
lavoro, famiglia, denaro, traumi, malattie.
Se lo stress è prolungato nel tempo, se l’insieme dei problemi, delle
preoccupazioni e delle emozioni che quotidianamente dobbiamo
affrontare, non viene risolta, si può andare incontro a problematiche come stanchezza, facile irritabilità, insonnia, ulcera, gastrite,
tachicardia, mal di testa, pressione alta, dolori muscolari, ansia, depressione, problemi alimentari, ecc.
A livello fisico lo stress genera nel corpo una risposta surrenale con
produzione di adrenalina che, se prolungata nel tempo, a parte
procurare disturbi fisici, aumenta il metabolismo e può provocare
Key words: stress, Bach Flowers
una carenza di vitamine e minerali, in particolar modo magnesio,
vitamina C e vitamine del gruppo B, specie la B6.
Per quanto riguarda la floriterapia, il consiglio è quello di non fermarsi al sintomo, ma di osservare la modalità con cui ognuno di
noi affronta le situazioni stressanti quotidiane. In questo modo
possiamo trovare i fiori più adatti a noi.
La floriterapia, inoltre, ha il grandissimo vantaggio di non avere
alcun tipo di controindicazione e poter essere assunta insieme con
qualunque altro medicinale, in gravidanza, in allattamento, può
essere anche data ai bambini o ai neonati con la precauzione di
usare solo acqua nella composizione, senza brandy, e di conservare
le gocce in frigorifero.
Quindi, ognuno di noi reagisce diversamente alle situazioni di
stress e allora fermiamoci un attimo e chiediamoci “Io come affronto lo stress?” e vediamo quali sono i fiori che sono più utili
nelle diverse situazioni.
Cerco di calmare le mie emozioni dicendomi “devo restare molto
calmo” “devo respirare profondamente” o faccio esercizi di rilassamento
Florit 6 - Mirabolano (Cherry plum) – Per chi in certi momenti ha
27
®
paura di perdere il controllo della situazione o di fare qualche cosa
di cui si potrebbe pentire quando si ha la sensazione di non riuscire
più a tenere sotto controllo la mente.
Florit 15 - Agrifoglio (Holly) – per le persone che sono assalite da
una rabbia bruciante che esplode.
Raccolgo informazioni o domando consigli ad altre persone
Florit 5 - Cerato (Cerato) per quelli che non sono mai sicuri
di ciò che pensano e chiedono continuamente conferma agli
altri.
Florit 19 - Larice (Larch) per chi ha poca autostima di sé. Sono
persone insicure, che non provano, semplicemente perché convinte di non essere all’altezza, di essere meno capaci degli altri o
hanno paura di fallire.
Ripenso continuamente alla stessa cosa
Florit 35 - Ippocastano bianco (White chestnut) quando ci
sono pensieri che continuano a girare nella testa come un disco
rotto, senza spegnersi mai e senza approdare a nulla.
Florit 36 - Avena selvatica (Wild oat) quando non si ha chiaro
il proprio scopo, il proprio obiettivo e direzione e non si riesce a
trovare una strada alternativa a quella che si continua a ripetere
senza soddisfazione.
Florit 38 - Salice giallo (Willow) per le persone bloccate dai
propri lamenti, dal proprio risentimento verso un destino ingiusto o verso la sfortuna senza riuscire a guardare oltre.
Mi lascio persuadere che la situazione l’ho creata io, oppure mi
accuso della situazione e attendo di ricevere ancora una volta
conferma della mia incompetenza
Florit 24 - Pino (Pine) Per chi è fortemente autocritico verso
se stesso, con obiettivi molto elevati che non riescono mai ad
attuare perchè si rimproverano continuamente e non sono mai
soddisfatti del proprio operato.
Florit 19 - Larice (Larch) per chi ha poca autostima di sé. Sono
persone insicure, che non provano, semplicemente perché convinte di non essere all’altezza, di essere meno capaci degli altri o
hanno paura di fallire.
Florit 4 - Biondella (Centaury) Per chi non ha abbastanza autostima ed ha bisogno di compiacere gli altri per sentirsi più
sicuro.
Rimprovero (critico – accuso) qualcun altro o le circostanze
Florit 3 - Faggio (Beech) Per chi tende ad essere ipercritico verso il mondo che lo circonda che non riesce ad accettare.
Florit 38 - Salice giallo (Willow) per le persone che tendono a
lamentarsi sempre di un destino ingiusto o della sfortuna.
Mi sento scoraggiato e non credo in un esito positivo della situazione. Dubito di me stesso, vedo tutto nero
Florit 12 - Genzianella (Gentian) per chi tende a scoraggiarsi
facilmente se qualcosa non va per il verso giusto o se si trova di
fronte a qualche sconfitta. Sono persone pessimiste e rinunciatarie che tendono a deprimersi davanti alle difficoltà.
Florit 19 - Larice (Larch) per chi ha poca autostima di sé. Sono
persone insicure, che non provano, semplicemente perché convinte di non essere all’altezza, di essere meno capaci degli altri o
hanno paura di fallire.
Resto inattivo e mi comporto passivamente con riserva o atten28
do e non prendo nessuna iniziativa per risolvere direttamente
il problema
Florit 20 - Mimolo giallo (Mimulus) sono persone che hanno
timori e paure. Sensibili, introverse, timide hanno poco coraggio e serenità d’animo nell’affrontare la vita.
Florit 9 - Vitalba (Clematis) Per le persone tranquille che amano sognare ad occhi aperti e vivono più nel futuro che nel presente nell’aspettativa di un tempo più felice.
Florit 19 - Larice (Larch) per chi ha poca autostima di sé. Sono
persone insicure, che non provano, semplicemente perché convinte di non essere all’altezza, di essere meno capaci degli altri o
hanno paura di fallire.
Florit 1 - Eupatoria (Agrimony) Persone diplomatiche che difficilmente si schierano o si oppongono a situazioni che non
stanno loro bene.
Florit 6 - Mirabolano (Cherry plum) – Per chi in certi momenti ha paura di perdere il controllo della situazione o di fare qualche cosa di cui si potrebbe pentire; quando si ha la sensazione di
non riuscire più a tenere sotto controllo la mente.
Libero i miei sentimenti senza fare attenzione ad altro
Florit 15 - Agrifoglio (Holly) – per le persone che sono assalite
da gelosia, invidia, rabbia.
Florit 3 - Faggio (Beech) Per chi tende ad essere ipercritico ed
intollerante verso il mondo che lo circonda.
Cerco di calmare le mie emozioni e questo mi porta ad un consumo eccessivo di sigarette o di alcool o di medicinali, o di cibo
o guardo la televisione in modo eccessivo
Florit 1 - Eupatoria (Agrimony) Per chi usa una maschera per
nascondere agli altri le proprie preoccupazioni ed ansietà che
scarica in dipendenze.
Florit 6 - Mirabolano (Cherry plum) Quando si ha la sensazione di non riuscire più a tenere sotto controllo la mente e si tenta
di calmarla con fattori esterni.
Rido, prendo la cosa con eccessivo umorismo
Florit 1 - Eupatoria (Agrimony) Per chi usa una maschera per
nascondere agli altri le proprie preoccupazioni ed ansietà, sono
persone che amano la compagnia e sono sempre apparentemente calme e allegre.
Faccio sport, vado a spasso, mi metto in movimento
Florit 18 - Balsamina (Impatiens) Per le persone accelerate in
tutto e che hanno bisogno di muoversi e non riescono mai a
stare ferme.
Florit 1 - Eupatoria (Agrimony) Per chi usa una maschera per
nascondere agli altri le proprie preoccupazioni ed ansietà che ha
bisogno di scaricare per esempio in attività fisica.
Florit 6 - Mirabolano (Cherry plum) Quando si ha la sensazione di non riuscire più a tenere sotto controllo la mente e
si tenta di calmarla con fattori esterni che possano scaricare la
tensione.
Mi sento talmente angosciato che ho l’impressione di andare
in tilt e che tutte le mia capacità ed energie siano annullate da
quello stato di ansia
Florit 26 - Eliantemo (Rock rose) Per avere forza, coraggio e
tranquillità nell’affrontare grandi prove mentre si ha la sensazione di essere bloccati e non poter più muoversi.
®
Florit 30 - Castagno dolce (Sweet chestnut) Quando non si
vede più una via di uscita e si pensa di essere arrivati al limite
della sopportazione.
Florit 11 - Olmo inglese (Elm) Per chi si sente sopraffatto dal
dovere e dalla responsabilità e questo peso sulle spalle diventa
troppo pensante per andare avanti.
Florit 1 - Eupatoria (Agrimony) Per chi usa una maschera per
nascondere agli altri le proprie preoccupazioni ed ansietà. Sono
persone che amano la compagnia e sono sempre apparentemente
calme e allegre.
Florit 19 - Larice (Larch) per chi ha poca autostima di sé. Sono
persone insicure, che non provano, semplicemente perché convinte di non essere all’altezza, di essere meno capaci degli altri o
hanno paura di fallire.
Svalorizzo e ridicolizzo altri
Florit 3 - Faggio (Beech) Per chi tende ad essere pungente, ipercritico ed intollerante verso il mondo che lo circonda.
Florit 31 - Verbena (Vervain) Sono persone entusiaste con grandi
ideali in cui si immergono anima e corpo. Nel loro entusiasmo
vogliono coinvolgere anche gli altri e spesso non accettano le opinioni diverse dalle loro.
Brontolo o cerco di imporre la mia posizione con pianti e sceneggiate
Florit 38 - Salice giallo (Willow) per le persone che tendono a
lamentarsi sempre di un destino ingiusto o della sfortuna.
Florit 8 - Cicoria selvatica (Chicory) persone che tendono ad essere possessive ed attirare l’attenzione delle persone a cui vogliono
bene e per questo tendono ad auto-commiserarsi per essere amati
di più.
Mi ritiro dalla comunicazione, faccio muro, sono freddo
Florit 34 - Violetta d’acqua (Water violet) Sono persone gentili,
ma distaccate che amano vivere da sole, senza interferire e senza
che gli altri interferiscano nella loro vita.
Parlo continuamente del problema che mi ha procurato stress
Florit 14 - Erica (Heather) Persone che non amano stare sole e
sono sempre alla ricerca di affetto e di compagnia e di qualcuno
con cui parlare.
Florit 35 - Ippocastano bianco (White chestnut) quando ci sono
pensieri che continuano a girare nella testa come un disco rotto,
senza spegnersi mai e senza approdare a nulla.
Sono sempre indeciso sulla decisione da prendere visto che ci
sono più possibilità
Florit 28 - Fiorsecco (Scleranthus) Solitamente si è indecisi tra
due cose o situazioni e si vorrebbe avere la possibilità di tenerle
entrambe.
Florit 5 - Cerato (Cerato) per quelli che non sono mai sicuri di
ciò che pensano e chiedono continuamente conferma agli altri.
Florit 36 - Avena selvatica (Wild oat) quando non si ha chiaro
il proprio obiettivo e direzione e non si riesce a trovare la strada
giusta da imboccare.
Per risolvere la situazione devo fare mille cose e coinvolgere tante
persone
Florit 18 - Balsamina (Impatiens) Per le persone accelerate in
tutto e che hanno bisogno di muoversi e non riescono mai a stare
ferme con la mente o con il corpo.
Florit 31 - Verbena (Vervain) Sono persone entusiaste con grandi
ideali in cui si immergono anima e corpo. Nel loro entusiasmo
vogliono coinvolgere anche gli altri.
Il consiglio è di fare una composizione di tutti i fiori segnalati per
quella modalità di affrontare lo stress. Ma si possono scegliere
uno o più fiori che riteniamo adatti e far fare una diluizione che
può essere preparata in erboristeria o in farmacie specializzate.
Oppure si può preparare mettendo 2 gocce di ogni essenza scelta
in una boccetta da 30 ml con pipetta con due cucchiai di brandy
e riempiendo il resto con acqua minerale naturale. Il preparato
è da assumere 4 gocce 4 volte al giorno, direttamente sotto la
lingua.
recensioni
Comprensione ed utilizzo dei Fiori di Bach
Alberto Fiorito - Ricardo Orozco
Un testo particolarmente innovativo ed interessante, dedicato a coloro che vogliono comprendere il mondo incantato dei Fiori di Bach e il loro utilizzo.
Dopo una prima introduzione sul metodo di preparazione vengono proposti i 38 rimedi e la
scelta da condurre in base alla tipologia secondo Bach; nella terza parte troviamo le schede dei
singoli rimedi floreali.
“Non bisogna, poi, stupirsi se iniziando ad integrare i fiori nella nostra vita, tanto professionale
come quotidiana, ci rendiamo conto che in realtà siamo in una ricerca… la ricerca di sé stessi, di
una strada di conoscenza, una conoscenza che non finisce mai.”
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Danza e musica
come terapia in gravidanza
Dott. Antonio Canino, ostetrico- ginecologo A.O. Niguarda Cà Granda , Milano.
Dott.ssa Valeria Salsi, danzaterapeuta, Educatore Pre e Post Natale con la musica, Educatore con le tecniche espressive e insegnante
di Yoga Kundalini presso l’Associazione D.A.M.E.S., Milano.
Abstract: L’utilizzo della musica e della danza nei corsi di preparazione al parto offre alle gestanti uno strumento in più per arrivare
all’evento nascita con maggiore consapevolezza e serenità. Il movimento danzato accompagnato dalla musica permette alla donna di
entrare in più profonda comunicazione con se stessa e con il suo bambino, avviando il rapporto dialogico con il nascituro.
Abstract: Music and dance use in pregnancy offers at pregnant an instrument to get at birth with more serenity. The dance motion with music
give the keys to enter in contact with the inner feeling and with the baby.
Parole chiave: gravidanza, danza, movimento corporeo, musica, parto
La gravidanza comporta una serie di cambiamenti non solo
fisici ma anche psicologici; i mutamenti che avvengono durante i nove mesi sono talvolta accompagnati da momenti di
paura e affaticamento che possono impedire alla donna di
vivere questo straordinario momento della vita in serenità.
Anche l’evento parto, tappa finale del periodo di gestazione,
può rappresentare un motivo di ansia e stress per la donna
in gravidanza. Per questo oggi, sempre più le gestanti cercano di prepararsi a tale evento affiancando i tradizionali corsi
di preparazione al parto a percorsi che utilizzano metodi che
lavorino oltre che sull’aspetto fisico anche su quello emotivo,
psicologico e relazionale. A tale fine, percorsi di tipo arte-terapico, che utilizzino cioè le arti (musica e danza, in particolare) a scopo preventivo e terapeutico, possono senza dubbio
costituire un valido aiuto.
Danza e musica per prepararsi al parto
La danza fa parte del nostro bagaglio culturale umano da millenni. Uomini e donne hanno sempre ballato o danzato, non
solo a scopo magico e rituale, ma anche per esprimere la propria individualità e la propria appartenenza ad un gruppo.
La danza, così come altre attività artistiche, permette di “entrare in comunicazione con vissuti profondi che sarebbero
altrimenti inesplorabili” e di canalizzare verso l’esterno forti
emozioni.
La musica riveste un ruolo centrale in ogni percorso danzaterapico. Nelle sedute di danza terapia musicoterapia la madre si prepara alla nascita del suo bambino abituandosi ad
ascoltarne le azioni-reazioni motorie in risposta al suono della
voce e della musica, ascoltando se stessa, i suoi ritmi interni
ed il loro modificarsi con il procedere della gravidanza. Con
attività musicali appositamente studiate si permette alla futura mamma di vivere con serenità i nove mesi dell’attesa,
ma anche di imparare alcune tecniche che potrebbero servirle
concretamente nel momento del parto. Questo le permette
di vivere la nascita con consapevolezza e serenità, attenta e
30
Key words: pregnancy, dance, body motion, music, birth
pronta ad assecondare i segnali provenienti dal suo corpo e
dal suo bambino.
Il corpo al centro
Grazie al movimento danzato vissuto come espressione di
sè, ricerca di equilibrio e fonte di benessere, la futura mamma prende confidenza con il proprio corpo in trasformazione, impara a percepirlo nelle diverse parti, lo distende e ne
sperimenta le varie posizioni nello spazio. Le danze proposte
hanno anche lo scopo di migliorare la circolazione degli arti
inferiori, di aumentare la tonicità corporea, di attivare nella
gestante il movimento rotatorio dei fianchi e di controllare il
movimento di basculazione del bacino, nonché di massaggiare e coccolare il piccolo in grembo.
Talvolta è possibile accompagnare all’ascolto musicale e al
movimento anche massaggi ed auto-massaggi che aiutano
la mamma a recuperare il piacere del contatto corporeo e in
genere della comunicazione tattile, elementi preziosi e fondamentali nel rapporto con il bambino anche dopo la nascita.
Le donne che ricevono dei massaggi durante la gravidanza
hanno un travaglio migliore e sono più sensibili nei confronti
dei loro bambini dopo la nascita. Infine, la dimensione “ludica” degli incontri danza terapici e musicoterapici riveste un
altro ruolo fondamentale: infatti, la psicopedagogia pre e post
natale consiglia ai futuri genitori di “recuperare” il piacere del
gioco, per porre già le basi di una affiatata comunicazione con
il piccolo.
Ascolto musicale durante il parto
Grazie alle tecniche di movimento danzato, la donna può
disporre di uno strumento in più per arrivare più rilassata
e preparata al momento del travaglio. Inoltre, in sala parto
l’ascolto musicale è consigliato anche dai medici, soprattutto
per le primipare, nelle quali la paura e l’intensità delle contrazioni possono avere effetti negativi sul travaglio, causando
eventuali traumi alla partoriente e al nascituro. L’ascolto di
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SOCCORSO
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PREPARAZIONE DELLA
TRADIZIONE ERBORISTICA
INGLESE
Soluzione idroalcolica floreale
Florit soccorso può aiutare
in caso di:
› Piccole convulsioni, segnali di un
imminente travaglio
› Durante la fase iniziale del
travaglio, nervosismo
› Più forza in sala parto durante le
spinte
› Parto facilitato
› Travaglio più breve e bambino
molto tranquillo che dorme tutta
la notte
› Depressione post-natale
musica rilassante contribuisce alla diminuzione di ansie e tensioni, favorisce la distensione muscolare, ha effetto calmante
e fa sì che la donna si concentri su se stessa permettendole di
ridurre e di gestire meglio il dolore. Con l’ascolto musicale è
possibile diminuire il panico, distrarre la partoriente e agevolare il riposo tra una contrazione e l’altra. L’utilizzo di brani
particolarmente coinvolgenti e graditi alla donna in travaglio
l’aiutano a distogliere l’attenzione dal bisogno di spingere e la
mantengono vigile. L’utilizzo di musica in sala parto permette una riduzione significativa dei tempi del travaglio e della
richiesta di analgesici e antidolorifici. Rispetto a donne che
hanno parti lunghi e dolorosi, le donne che, grazie alla musica riducono i tempi di travaglio, sono subito disponibili a
passare del tempo con il loro bambino e ad allattarlo al seno,
accelerando il processo di relazione mamma-neonato.
Dai fiori un aiuto prezioso
L’utilizzo di rimedi floriterapici nei percorsi di preparazione
alla nascita risulta molto utile, soprattutto nel caso in cui la
donna si trovi ad affrontare particolari stati psico-emotivi o
vissuti, che possono emergere nella pratica delle tecniche arti
terapiche. Il Pronto Soccorso (Florit 39 Soccorso) è sempre
consigliato nei momenti più difficili o dolorosi della gravidanza e prima del travaglio. Inoltre, durante tutto il periodo
della gestazione può essere utile assumere i seguenti rimedi:
Florit 25 Ippocastano Rosso (Red Chestnut) per la preoccupazione eccessiva (“Nascerà sano?”, “Andrà tutto bene?”);
Florit 28 Fiorsecco (Scleranthus), per gli sbalzi di umore e per
ridurre la nausea mattutina; Florit 33 Noce (Walnut) come
aiuto per affrontare il cambiamento.
Prospettive di lavoro
L’efficacia provata delle tecniche di musicoterapia e danzaterapia durante i corsi di psicoprofilassi al travaglio e dell’utilizzo di tecniche meditative e rilassanti durante il travaglio di
parto, accompagnati eventualmente dall’assunzione di rimedi
floriterapici, costituisce uno stimolo importante ad una maggiore diffusione di queste metodiche nei reparti di ostetricia e
nelle sale parto nei punti nascita italiani.
Una gestante rilassata, consapevole dell’evento di cui è artefice, che ha imparato a intuire, sentire e dialogare con il figlio
ancora in utero, che conosce meglio se stessa, il suo corpo e gli
eventi in rapido divenire di cui è portatrice, indubbiamente
è in grado di affrontare meglio il momento del parto, con
maggiore motivazione e senza necessità di interventi esterni
(ventosa, taglio cesareo).
Nuove proposte, innovative e rispondenti alle esigenze della
donna di oggi, che contemplino anche l’inserimento di tecniche artiterapiche nei corsi di psicoprofilassi, possono costituire un passaggio nodale nel lungo e complesso percorso che
bisogna percorrere perchè la gravidanza e il parto ritornino ad
essere ancora e sempre più un evento fisiologico.
Bibliografia
A. Zorrillo Pallavicino - Nascere in musica, Borla, 2002
P. U. Citterio - L’abbraccio sonoro in gravidanza, Bonomi Editore, 2007
R. Coluzzi - Musicoterapia e gravidanza, Il Minotauro, 2004
J. Morange - Danza Terapia, Il Punto, 2003
G. Soldera - Le emozioni della vita prenatale, Macro Edizioni, 2000
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Spazio
La malattia è uno sforzo di
guarigione del corpo
Dott. Alberto Fiorito
Medico, esperto in medicine non convenzionali ed alimentazione biologica. Specialista in medicina subacquea ed iperbarica e medicina
psicosomatica, ha tenuto corsi di omotossicologia in diverse sedi. Direttore scientifico di Promo-Pharma e Presidente di AMIN, esercita a
La Spezia. Ha organizzato convegni sui temi della medicina non convenzionale sia in Italia che all’estero.
Abstract: Un articolo dedicato ad un modello terapeutico, la Terapia Regena, molto conosciuto e diffuso in Germania, Svizzera ed Austria
e recentemente approdato in Italia. Sulla base dei principi dell’omeopatia e della rivoluzione culturale dell’omotossicologia, questo metodo
propone un progetto terapeutico teso a disintossicare la cellula nel suo interno per rigenerarne le funzioni.
Abstract: One article dedicate to a therapy model, Regena therapy, well know in Germany, Switzerland and Austria, recently shored in Italy. On
the base of homeopathy rules and cultural revolution of omotoxicology, this method proposes a therapeutic project for inner cellular detox and to
regenerate functions.
Parole chiave: Regena, Regenaplex, omeopatia, omotossicologia, omeopatia complessa
Key words: Regena, Regenaplex, homeopathy, omotoxicology, complex homeopathy
Una delle basi concettuali della Terapia Regena è rappresentata da questa affermazione tanto cara a Gunter Stahlkopf, il suo
ideatore: la malattia è uno sforzo di guarigione del corpo. Per
conoscere il significato di questa affermazione occorre analizzare con precisione quello che accade al corpo nella normalità
e cosa viene messo in atto durante un evento patogeno.
Il nostro organismo vive in una situazione di perfetto equilibrio, che normalmente individuiamo con la parola omeostasi.
La nostra salute quotidiana si identifica con una serie di condizioni che comunemente chiamiamo benessere, per le quali si attiva una grande serie di processi che contribuiscono a
mantenere questo benessere. Un esempio fra tutti potrebbe
derivare dalla considerazione della qualità del cibo che consumiamo. Con l’alimentazione introduciamo, insieme con i
principi alimentari, anche delle tossine potenzialmente patogene, ma il corpo riesce ad isolarle e successivamente ad eliminarle prima che queste creino una malattia. Quest’azione
avviene in modo assolutamente impercettibile grazie ai sistemi emuntori. Le urine, le feci, la sudorazione, non sono altro
che un meccanismo con cui il corpo allontana le scorie ed
impedisce agli elementi potenzialmente patogeni di espletare
la loro azione.
Con il tempo però, con l’accumularsi di tossine che non riescono ad essere eliminate, con il susseguirsi di micro danni
(di piccola entità se presi singolarmente, ma potenzialmente
enormi quando si accumulano) il nostro organismo supera le
normali possibilità drenanti, ovvero di eliminazione di queste
tossine e si trova a dover ricorrere ad altri strumenti per difendersi e proteggersi.
Ecco che mentre le normali eliminazioni e deiezioni sono ritenute un evento fisiologico e rimangono tali anche se alterate
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nelle loro caratteristiche (alterazioni della funzionalità intestinale, aumento della diuresi, sudorazione notturna e così via)
iniziano a comparire nella quotidianità eventi che non riteniamo comunemente normali e che individuano delle vere e
proprie patologie. Tra questi ricordiamo, solo per inciso, l’aumento di secrezione mucosa e quindi raffreddori, l’aumento
della temperatura corporea, le eliminazioni cutanee, la stanchezza che ci costringe al riposo per ottimizzare le energie, ed
altri eventi di questo genere.
Al determinismo ed allo sviluppo clinico di questi eventi contribuiscono altri fattori tra i quali vogliamo ricordare virus e
batteri. A volte questi elementi biologici sono francamente
patologici, altre svolgono un’azione di saprofitismo, concedendo al nostro corpo la possibilità di aumentare i propri sistemi di difesa. Con questa chiave di lettura la febbre non
è altro che un sistema, sostenuto da alcuni ceppi batterici,
di fluidificare il nostro tessuto connettivo per permettere una
migliore pulizia dello stesso da parte dei comuni sistemi di
drenaggio. Appare evidente in questo caso come la lotta contro al rialzo termico sia effettivamente una lotta fratricida che
ha come obiettivo quello di impedire lo svolgimento di un
processo di guarigione.
I principi della Terapia Regena consentono di spingersi oltre
nell’interpretazione del perché nasca una malattia. L’iter che
abbiamo descritto, infatti, è un evento assolutamente normale. Possiamo dire che con la nascita (e forse anche prima
di questa) il bambino inserito nell’ambiente vitale comincia
ad accumulare tossine ed a mettere in moto i suoi sistemi di
difesa. Questi hanno un loro iter naturale che prevede che
l’incontro con virus, batteri, parassiti serve per addestrare il
sistema immunitario ad una reazione di qualità sempre più
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Spazio
alta. Molto recentemente, rispetto alla storia dell’uomo, sono
accaduti almeno due eventi che hanno cambiato questo processo di maturazione: da un lato l’inquinamento alimentare
sempre più grave, dall’altro il ricorso sempre più frequente ed
ubiquitario al sistema delle vaccinazioni.
Due sono le conseguenze principali di questi cambiamenti.
La prima consiste nel fatto che l’organismo disimpara i sistemi di difesa più idonei ed ovvi proprio perché le vaccinazioni
preconfezionano una risposta senza un adeguato stimolo al
sistema immunitario; la seconda è legata all’aumento sconsiderato del numero di tossine alimentari che proprio questo
sistema immunitario vanno a stimolare ricevendone spesso
nulla o scarsa risposta.
La conseguenza di ciò è l’impossibilità da parte dell’organismo
di eliminare le tossine o gran parte di esse con cui viene a con-
ticoli), il primo obiettivo della Terapia Regena è drenare le
tossine, aprendo i sistemi di eliminazione. Volendo avere un
riferimento specifico indichiamo due prodotti la cui valenza è
generale: Regenaplex n° 6 e n° 50a.
Il Regenaplex n° 6 ha il generico, ma importante compito di
drenare il sistema linfatico. La sua composizione, (Aesculus
D4, Agnus castus D4, Bellis perennis D4, Ceanothus americana D6, Echinacea D4, Mercurius solubilis Hahnemanni
D30, Sulphur D20, Viscum album D20) prevede l’uso di
prodotti che, in particolare a diluizioni decimali sia basse che
elevate, hanno il compito di stimolare la fluidificazione dei
liquidi extracellulari e la contemporanea disintossicazione generica. L’uso contemporaneo del Regenaplex 50a (Acidum
nitricum D6, Aconitum D4, Aesculus D4, Arnica D12, Belladonna D8, Dulcamara D6, Eucalyptus D4, Pareira brava
tatto, utilizzando un ulteriore sistema di difesa rappresentato
dal deposito tossico: laddove gli organi si rivelano incapaci di
eliminare trattengono le tossine in sedi opportune. Queste
sedi sono solitamente rappresentate dal tessuto adiposo e dal
sistema linfatico.
Qual è la conseguenza di tutto questo processo?
Il progressivo irrigidimento delle capacità di risposta dell’organismo agli stimoli esterni, siano essi fisici, biologici, psicologici.
E quale la risposta Regena?
Le prime considerazioni da fare riguardano lo stile di vita e la
qualità alimentare. Impossibile voler ottenere una guarigione
continuando a farsi il proprio carico quotidiano di tossine.
Detto questo (argomento che approfondiremo in altri ar-
D4) consente l’apertura dei reni, il sistema drenante più importante, anche dal punto di vista energetico.
Sono sufficienti 6 gocce di ciascun prodotto, assunte con un
bicchiere d’acqua, da sorseggiare qualche minuto prima dei
tre pasti principali, per assicurare un drenaggio iniziale.
Se il paziente associa l’uso costante di questi Regenaplex con
una camminata quotidiana ed un’attenzione alla qualitàquantità alimentare, sarà sufficiente un mese di terapia, pur
senza indicazioni specifiche, per migliorare le condizioni generali della sua vita.
A quel punto sarà possibile intervenire con prodotti mirati,
che i medici Regena possono estrapolare dalle 3 liste di prescrizione. Ma anche di questo argomento parleremo in una
prossima occasione.
33
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OLISMOLOGIA – La medicina della sintesi
Dott. Lorenzo Paride Capello
Medico Chirurgo specialista in Geriatria ed Esperto Diplomato in Medicina Biologica e Discipline Integrate. Ideatore del Metodo MAS.CUR.INT® e
divulgatore dell’Olismologia, tiene corsi per Colleghi e Operatori dell’area medico-sanitaria.
Abstract: L’Autore presenta la suggestiva ipotesi che si possa introdurre nello scenario della Medicina una nuova branca unificante: l’Olismologia.
Abstract: The author presents a new hypotesis for Olismologia like a nwe unified medicine
Parole chiave: Olismologia, Metodo MAS.CUR.INT.® Frutto della sintesi di nozioni già validate in vari campi della Medicina, rielaborate e integrate nel tempo, il Metodo MAS.CUR.INT.®
(www.mascurint.com) rappresenta uno strumento operativo completo e innovativo per la cura globale della persona.
Dotato di un impianto teorico esclusivo, si fonda sulle conoscenze
dell’Anatomia e della Fisiologia, sulle scoperte della PNEI (rimaste
finora inutilizzate nel campo della Clinica) e sulle attuali acquisizioni
che la Medicina ha mutuato dalla Fisica.
La sua applicazione permette
• di indagare in modo obiettivo i singoli disturbi o gli stati di malattia
sempre sui tre piani del noto triangolo del benessere (strutturale,
funzionale e mentale) per scoprire cosa impedisce all’organismo di
funzionare liberamente e pienamente;
• di eliminare gli impedimenti rilevati a livello psico-fisico, ricreando
innanzitutto - in ciascun individuo - la migliore condizione fisiologica possibile;
• di curare la Persona nella sua interezza, riequilibrandola in modo naturale, mirato e tempestivo, dando al corpo solo quegli aiuti che esso
stesso indichi necessari per poter fare al meglio quel che già sa fare.
La lunga esperienza maturata con l’uso del Metodo MAS.CUR.
INT.®, ha consentito al suo Autore di allargare la comprensione dei
fenomeni sperimentati e dei risultati ottenuti fino a sviluppare le basi
di una nuova materia: l’OLISMOLOGIA, la medicina della sintesi,
ovvero lo studio e la cura simultanea dell’insieme.
Tenuto conto della vastità della materia e della peculiarità dei concetti che la caratterizzano, non è possibile sintetizzarla in poco spazio;
pertanto invito i Colleghi che desiderassero ulteriori informazioni
sull’impianto teorico e sull’applicazione pratica a visitare la pubblicazione on line www.olismologia.net.
EXCERPTA DAL LIBRO E DAL SITO
La formazione del Medico avviene partendo dall’Anatomia, prosegue
con la Fisiologia e infine con la Patologia. Ma nella pratica professionale il Medico - dimentico delle materie di base - prende in considerazione solo la Patologia e tenta subito di risanarla con farmaci
ANTI-tuttoquelchetrova.
Ogni stato di malessere che giunge alla nostra osservazione è solo un
epifenomeno, ossia il risultato di una complessa operazione di adattamento, l’elaborato finale di tutte le più convenienti forme di compenso che di volta in volta l’organismo ha attuato per cavarsela - nel
miglior modo possibile - in condizioni critiche.
L’Olismologia afferma che ogni singolo individuo - in quanto Persona - portatore di sintomi, disturbi, disfunzioni, patologie (soprattutto
quelle che sfuggono alla tradizionale pratica medica, di ndd, di nnd,
criptogenetiche, essenziali ecc.) dev’essere valutato e curato sempre
nella sua totalità.
Occorre imparare a trovare le cause dei malanni dove possono essere,
non solo dove sembrano essere.
Il Medico, surclassato dalla moderna tecnologia, nutre il sospetto - se
non la paura - di essere diventato inadeguato in prima persona, e magari giunge a rinunciare all’uso delle sue potenzialità umane, considerate ormai troppo modeste, forse superate, di certo pericolosamente
imprecise.
Cova silenziosamente la delusione di ottenere risultati immediati, ma
inefficaci nel tempo e tende a scotomizzare le esperienze che smentiscono in modo inquietante i suoi “modelli” professionali.
Le malattie stesse lo mettono in crisi quando non si risolvono, si ri34
Key words: olismologia, MAS.CUR.INT®
presentano, si aggravano e infine diventano croniche. Andando coraggiosamente contro corrente sotto il profilo culturale – l’Olismologia propone anche la reintroduzione dell’uso professionale di una
tecnica curativa manuale: il Massaggio Curativo (fisico, posturale,
emozionale e somato-psichico), idoneo per attivare al massimo livello
le risorse del nostro corpo.
È tempo che i professionisti della salute rispolverino le loro conoscenze accademiche di base, si rimbocchino letteralmente le maniche
e le applichino di persona, ritrovando il piacere di curare e vedendo
finalmente i risultati del loro lavoro.
In quest’epoca di complicate tecniche strumentali occorre riscoprire la giusta importanza degli stimoli meccanici manuali, ignorati e
ingiustamente sottovalutati, quando invece sono quelli dotati della
maggior efficacia sia per attivare le capacità curative intrinseche del
corpo a tutti i livelli: strutturale, funzionale e mentale.
Non si possono far girare i programmi in un computer se la sua struttura – la macchina – non è in perfette condizioni. Allo stesso modo
curare le funzioni organiche senza aver prioritariamente controllato
- e opportunamente attivato - le condizioni di base della struttura
corporea, spesso non produce i risultati attesi.
La nostra “carne” è l’HARDWARE, la struttura, la fonte prima della
vis medicatrix naturæ.
Il corpo è l’unico che davvero sa - da sempre - come, quando e dove
fare (finché gli è possibile) tutto ciò che è appropriato per vivere e per
sopravvivere.
In esso risiede una sapienza plurimillenaria antecedente a qualunque
teoria, libro o conoscenza medica.
Somministrato con competenza, il Massaggio Curativo agisce in
modo concreto, diretto e persistente in tutte le direzioni PNEI-S, e
permette di ristabilire in ogni singolo individuo la migliore condizione fisiologica possibile, il che è un intervento di assoluta priorità.
Infatti la maggior parte della patologia è in realtà fisiologia dimenticata, negata, contrastata, repressa.
L’enorme potenziale che si cela nell’uso competente e professionale delle sole mani consente di relazionarsi direttamente col corpo e
di curare con inconsueta efficacia la struttura (deflammazione), le
funzioni (riattivazione neuro-vascolare) e la mente (psicoterapia
per-cutanea).
Ciò assume il valore di una vera e propria RI-conquista scientifica.
Per il completamento dell’opera terapeutica si ricorre alle cure integrate, che agiscono sul nostro SOFTWARE, quando per il processo
di riequilibrio dell’organismo (salute, benessere) si renda necessario il
sostegno di rimedi esterni di supporto.
Su questo piano – dove già si opera in molti modi - l’Olismologia
sostiene l’uso insostituibile e fondamentale (rivisto, corretto e razionalizzato per ottenere risultati certi ed evidenti) della kinesiologia
clinica diagnostico-terapeutica, energetica, metabolica, organica,
funzionale, alimentare ed emozionale.
Applicata secondo i criteri dell’Olismologia, la kinesiologia clinica
consente
• di mettere a profitto il nostro senso innato per le frequenze elettromagnetiche
• di valutare ad ampio spettro qualunque sintomo, squilibrio o patologia
• di leggerne la fisio-logica intrinseca
• di prescrivere i soli rimedi naturali necessari in modo tempestivo e
mirato.
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notiziario A.M.I.N.
Sono aperte le iscrizioni al CORSO DI OLISMOLOGIA
SEDE: Centro Studi di Olismologia, Via Popoli Uniti, 24 - Milano
DATE CORSO 2009-2010: 07/08 novembre - 12/13 dicembre - 16/17 gennaio - 20/21 febbraio - 20/21 marzo - 24/25 aprile 22/23 maggio - 19/20 giugno
MODALITÀ DI ISCRIZIONE: www.olismologia.net
per ulteriori informazioni: Dott. Lorenzo P. Capello, cell 339.5311459 [email protected]
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DOM 7 febbraio 2010 dalle ore 9 alle 16
DOM 14 marzo 2010 dalle ore 9 alle 16
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La partecipazione è gratuita, previa iscrizione.
Sede del corso:
Novotel Bologna Fiera
Via Michelino, 73 - 40127 Bologna (BO)
Tel: +39 (051) 6377761
Fax: +39 (051) 519224
Orario del corso:
9.00 - 16.00
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Tel. 0549 911030 - Fax 0549 956700
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Referente: Manuela Biserni
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Bologna 21 novembre 2009 : Le strategie dietetiche nelle adiposità generalizzate e localizzate.
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