le lenti a contatto dell` “alieno” del santilli footage”

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le lenti a contatto dell` “alieno” del santilli footage”
LE LENTI A CONTATTO
DELL' “ALIENO” DEL SANTILLI FOOTAGE”
Luciano Pederzoli
Luglio 1997
Queste considerazioni si riferiscono alla ormai famosa autopsia dell' “alieno” del “Santilli
Footage”, riportata anche nella videocassetta intitolata “Autopsie di alieni - Volume 1”, da
“UFO Dossier X” di Fabbri Video ed in particolare ai pochi secondi durante i quali l'addetto
all'autopsia si occupa degli occhi dell' “alieno”, togliendo le due membrane scure che li
ricoprono.
Poiché sono miope ed uso quotidianamente lenti a contatto ormai da 35 anni, mi sono
naturalmente interessato a tale particolare anche in questa occasione ed ho esaminato con
molta attenzione per decine di volte la fase dell'autopsia che riguarda gli occhi (circa 34
secondi).
Essa inizia con un'inquadratura del viso, nella quale si notano chiaramente i grandi occhi
scuri dell'”alieno”.
Ad una prima occhiata sembrerebbero mostrare la sola pupilla, ma un riflesso di luce
sull'occhio sinistro fa notare un ampio e dolce corrugamento, incurvato verso l'alto, presente
nella superficie dell'occhio, tale da ricordare il comportamento di una lente a contatto
morbida, aderente all'occhio stesso e capace di adattarsi alla sua superficie, tanto da
evidenziare la leggera sporgenza che la cornea ha rispetto alla sclera; la sporgenza è di
forma circolare come la cornea.
L'occhio appare molto grande rispetto a quello umano e, se il corrugamento fosse dovuto alla
cornea, anch'essa dovrebbe essere decisamente grande.
Quando viene tolta la membrana scura che ricopre l'occhio sinistro, appare chiaro che la
cornea sottostante, effettivamente molto grande, possiede forma e dimensioni corrispondenti
a quelle del corrugamento, a conferma della morbidezza e dell'adattabilità della membrana
scura.
Durante l'asportazione si nota la sporgenza della cornea anche nell'occhio destro.
Nel 1947 le lenti a contatto, ed a maggior ragione quelle morbide, non erano ancora state
inventate ed appare molto improbabile che siano state realizzate appositamente, in modo
così realistico, per simulare l'autopsia di un essere alieno: mi sembra che si tratti di una
ulteriore conferma della realtà del fatto.
Quando vengono asportate le due membrane scure che ricoprono gli occhi, si nota che
hanno un certo spessore, valutabile almeno in alcuni decimi di millimetro, comunque molto
maggiore rispetto a quello delle attuali lenti a contatto morbide e, soprattutto, appare evidente
che non solo non sono circolari, ma anzi si adattano perfettamente alla forma a mandorla
dell'occhio.
Apparentemente il chirurgo nota la loro presenza proprio a causa di una non perfetta
aderenza del bordo della membrana sinistra con quello dell'occhio, in corrispondenza della
congiuntiva, sul lato sinistro dell'occhio stesso.
Le membrane sono lucide e questo potrebbe significare che possiedono una superficie
compatta ed impermeabile, oppure che sono porose e fanno affiorare il liquido lacrimale, che
quindi le ricopre ed appare lucido.
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È più convincente la seconda ipotesi, perché un probabile affioramento casuale di liquido
lacrimale opacizzerebbe le membrane, rendendole inutilizzabili, se queste avessero la
superficie compatta ed impermeabile.
Non sembra che i bordi delle membrane siano assottigliati, anzi essi appaiono eventualmente
solo smussati, ma di spessore simile a quello del resto della membrana.
La forma corrispondente a quella dell'occhio ed il bordo, di spessore relativamente elevato,
rendono poco credibile l'ipotesi che gli occhi siano dotati di palpebre capaci di chiudersi come
le nostre: dovrebbe trattarsi di occhi sempre aperti.
La pulizia della cornea potrebbe essere affidata alla sola lacrimazione, perché anche una
membrana nittitante (come la terza palpebra dei gufi, ad esempio) incontrerebbe un ostacolo
nel bordo netto della membrana artificiale e darebbe fastidio, oppure provocherebbe il
distacco di quest'ultima.
Non è detto che un occhio del tipo ora ipotizzato sia adatto solamente per ambienti privi di
particelle in sospensione nell'aria, perché esistono esempi di animali terrestri che affidano la
pulizia della corna solamente ad una abbondante lacrimazione.
Le pupille sono molto ampie rispetto alle dimensioni dell'occhio e ciò significa che dovrebbero
essere adatte per ambienti poco luminosi.
Sarebbe interessante sapere, ma non è possibile dedurlo dal filmato, se la retina è a
specchio, come in molti animali notturni terrestri, per sfruttare meglio la poca luce di un
ambiente oscuro (con scarsa luce gli occhi apparirebbero luminosi come quelli dei gatti).
Mentre le membrane scure vengono trasferite dagli occhi alla vaschetta di raccolta, sono
appese ad un paio di pinzette ed i movimenti che subiscono durante il distacco da queste
ultime rivelano chiaramente la loro estrema morbidezza ed una notevole flessibilità, tanto da
ricordare la consistenza di un materiale gelatinoso.
Ciò risulterebbe coerente con l'ipotesi di una membrana sovrapposta all'occhio e trattenuta in
posizione sia dalla tensione superficiale del liquido lacrimale che dai bordi fissi dell'occhio
stesso.
Dopo l'asportazione delle membrane si possono vedere chiaramente le pupille, grandi,
circolari e rivolte verso l'alto.
Ovviamente, per una corretta visione, esse dovrebbero essere normalmente rivolte in avanti,
cioè assumere una posizione differente da quella nella quale appaiono nel filmato.
Se le membrane scure che le ricoprono fossero fisse rispetto al bordo dell'occhio, le cornee
dovrebbero muoversi sotto di esse e, per evitare lesioni alle cornee stesse, le membrane
dovrebbero appunto avere una consistenza gelatinosa ed essere ampiamente lubrificate,
oltre che prive di granelli di polvere nella parte a contatto con l'occhio.
I bordi spessi delle membrane servirebbero, quindi, a mantenerle ferme, mentre le pupille si
muovono.
Una volta depositate nella vaschetta, le membrane galleggiano, ma sono rivolte con la
concavità verso l'alto; ci si chiede, quindi, se esse abbiano una densità minore di quella del
liquido nella vaschetta oppure no.
È chiaro, tuttavia, che esse vengono gettate nel liquido in modo casuale, infatti il chirurgo
deve scuotere le pinzette, per staccare le membrane e ciò rafforza l'ipotesi che esse siano
ricoperte di liquido lacrimale ed abbiano consistenza gelatinosa.
Si nota anche che, cadendo, esse entrano di costa nel liquido della vaschetta e questo le
bagna completamente, ma alla fine le membrane assumono una posizione “a barca”, con la
concavità in su.
Per tornare a galla e disporsi in quel modo dovrebbero avere densità minore di quella del
liquido su cui galleggiano e, una volta a galla, ne conterrebbero un po' nella loro concavità,
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ma, soprattutto, per mantenere il centro di spinta al di sopra del centro di gravità e spostato
verso il bordo anche in immersione, dovrebbero avere i bordi più leggeri del centro, cioè più
spessi, se la densità della lente è costante su tutta la sua superficie.
Non si sa di quale liquido si tratti, anche se, probabilmente, è soluzione fisiologica, quindi non
è possibile trarre ulteriori conclusioni riguardo al materiale che compone le membrane, se non
che è piuttosto leggero, probabilmente poroso e quasi certamente tecnologicamente
inaccessibile nell'anno 1947.
Rimane qualche dubbio sul fatto che gli occhi siano sempre aperti, più che altro per una
specie di risvolto della pelle al di sopra degli occhi stessi, che ricorda una palpebra, ma le
considerazioni già esposte rendono più probabile che si tratti solo di un accenno di palpebra
non (o non più) funzionante.
Nell'inquadratura in cui il chirurgo ha già tolto la membrana sinistra e sta per metterla nella
vaschetta, appare con sufficiente chiarezza un bordo chiaro intorno alla pupilla.
Si tratta indubbiamente dell'iride, che circonda la pupilla, circolare e molto dilatata.
La presenza dell'iride è del tutto prevedibile ed è confermata anche dalle inquadrature
successive.
Gli occhi dell' “alieno” appaiono, infatti, strutturalmente molto simili ai nostri e l'iride è
indispensabile per limitare la quantità di luce che raggiunge la retina in condizioni di forte
illuminazione.
Una ulteriore e tecnicamente inevitabile somiglianza con i nostri occhi, risiede nel fatto che
anche quelli dell' “alieno” sono frontali e mobili, cioè dispongono delle due caratteristiche
necessarie per una corretta visione stereoscopica, senza la quale l' uso raffinato delle mani
sarebbe impossibile ed il cervello non si svilupperebbe fino a livelli superiori.
Rimane l'ultima domanda: a cosa servono le membrane scure sugli occhi dell'“alieno”?
Il fatto che siano scure significa che sono poco trasparenti alla luce visibile, ma non sappiamo
se, invece, esse siano trasparenti ai raggi infrarossi e/o a quelli ultravioletti, perché in luce
visibile non si noterebbe alcuna differenza. L'attenuazione della luce visibile è coerente con il
probabile adattamento degli occhi a condizioni di scarsità di illuminazione, pur mantenendo
inalterata una eventuale sensibilità dell'occhio alle lunghezze d'onda per noi invisibili.
La funzione protettiva di tipo meccanico è ovvia e potrebbe essere giustificata,
eventualmente, da una particolare sensibilità dell'occhio “alieno” ad agenti irritanti presenti
nella nostra atmosfera.
Infine, se l'osservazione sul galleggiamento delle membrane, in precedenza esposta, è
corretta, queste sarebbero più spesse sui bordi che al centro, cioè sarebbero vere e proprie
lenti da miope.
Abbiamo a che fare con un “alieno” miope?
Serve questo tipo di correzione per adattarsi al nostro ambiente?
Oppure semplicemente le membrane hanno spessore costante e non servono per correggere
la lunghezza focale dell'occhio?
Con i pochi dati a disposizione è impossibile dare una risposta certa.
Sintetizzando quanto esposto, si ricava la seguente tabella:
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GLOSSARIO
Sclera: è il cosiddetto “bianco dell'occhio”.
Cornea: è la parte trasparente della sclera, sopra ad iride e pupilla.
Iride: è la parte colorata dell'occhio. Circonda la pupilla.
Pupilla: è un foro al centro dell'iride, attraverso il quale la luce entra nell'occhio.
CERTEZZE
OCCHI
•
•
•
•
MEMBRANE
Grandi e dotati di liquido
lacrimale
Mobili e adatti alla visione
stereoscopica
Dotati di iride con pupilla
circolare
Adatti alla visione con scarsa
luce
•
•
•
•
•
Scure (attenuano la luce visibile)
Morbidissime e gelatinose
Ricopiano la forma dell'occhio
Spessore relativamente elevato
Densità piuttosto bassa
•
•
Porose
Bordi non assottigliati
•
Spessore al centro minore che
ai bordi
Trasparenza IR e/o UV
PROBABILITA'
•
Senza palpebre (sempre aperti)
POSSIBILITA'
•
•
Pulizia affidata alla sola
lacrimazione
Assenza di una membrana
nittitante
•
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