il restauro di Villa Tittoni - SIA

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il restauro di Villa Tittoni - SIA
LA CASA COSMOPOLITA
Ovvero
IL RESTAURO DI VILLA TITTONI
Autori:
Gianpiero Falcone
Luisella Taviano
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Note introduttive
Le presenti note non vogliono essere un trattato di restauro, in quanto il lavoro svolto non
si può definire “restauro” nell’accezione classica del termine, ma solamente una
presentazione di un lavoro svolto che ci ha si costretti a scostarci dalla nostra formazione
culturale classica, di stampo Italiano, che deriva da secoli di arte, dal classicismo di era
romana e greca, per passare da artisti dello stampo di Leonardo Da Vinci, Michelangelo e
altri, per continuare con il Rinascimento, il Barocco, il Neoclassicismo fino a venire ai
giorni nostri.
IL proprietario della Villa e nostro Committente è la Sig.ra GWENDOLYN SIMPSON
CHABRIER,
Note storiche sulla casa in ristrutturazione
La casa oggetto di tali note è ubicata nel comune di San Felice Circeo, ed era denominata
“Villa Tittoni”.
Chi era il proprietario della villa?
Il proprietario si chiamava “Tommaso Tittoni”
Di seguito un breve excursus su Tommaso Tittoni.
Nato a Roma il 16 novembre 1855, morto a Roma il 7 febbraio 1931.
È stato un diplomatico e politico italiano.
Fu Presidente del Senato del Regno dal 1919 al 1929.
Nacque a Roma, durante il periodo risorgimentale, da Vincenzo,
patriota che prese parte ad alcune azioni contro lo Stato Pontificio e
nel 1860 fu costretto a fuggire con la famiglia in Campania; tornato nella Capitale solo
dieci anni dopo, sarebbe stato il primo Tittoni a diventare deputato e senatore del Regno
d'Italia.
Tommaso Tittoni studiò legge e dopo la laurea in giurisprudenza entrò in politica con il
gruppo liberal-conservatore. Fu eletto alla Camera dei deputati dal 1886 al 1897, fu poi
nominato Senatore da re Vittorio Emanuele III di Savoia il 25 novembre 1902.
Dal 1898 al 1903 fu Prefetto, prima a Perugia (15 maggio 1898 - 1º settembre 1900), e poi
a Napoli (1º settembre 1900 - 3 novembre 1903).
Fu Ministro degli Esteri dal 1903 al 1905 e fu brevemente Presidente del Consiglio dei
ministri per soli quindici giorni dal 12 marzo al 27 marzo1905.
Ambasciatore Italiano a Londra (dal febbraio al maggio 1906), tornò alla carica di Ministro
degli Esteri nel Governo Giolitti III e come tale, nel1908, si dovette confrontare con la
difficile situazione creata dalla Crisi bosniaca. Tale evento diplomatico fu di così grande
rilevanza da essere considerato, di fatto, la fine della Triplice Alleanza, in quanto l'AustriaUngheria rifiutò di concedere all'Italia quei compensi territoriali che erano stati concordati
nell'accordo del 1891, in caso di espansione austriaca nei Balcani.
Dopo la Marcia su Roma, Tittoni appoggiò Mussolini. Socio dell'Accademia dei Lincei, fu
scelto come il primo Presidente dell'"Accademia d'Italia" (28 ottobre 1929 - 16
settembre 1930), la più importante istituzione culturale dell'Italia fascista. Fra il 1928 ed il
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settembre 1930, in virtù dei suoi incarichi, fece parte del Gran consiglio del fascismo in
qualità di componente di diritto. L'8 aprile 1923 fu nominato Cavaliere dell'Annunziata dal
re Vittorio Emanuele III di Savoia.
Inquadramento storico
Non siamo stati in grado di reperire documenti che ci possano far risalire con certezza al
periodo di costruzione della Villa, perciò la nostra analisi non può che essere di tipo
induttivo.
Perciò analizzando alcuni dati è possibile risalire, con una certa precisione, al periodo di
costruzione dell’abitazione.
Vale a dire:
L’apice della carriera politica di Tommaso Tittoni si sviluppa tra il 1905 e il 1929.
La sua morte avviene nel 1931, per cui è abbastanza plausibile pensare che in quella
data, l’On. Tittoni si fosse già goduto, per diverso tempo, la Villa con l’ameno panorama
del Golfo di Gaeta che si gode dalle sue terrazze.
Ciò è convalidato dalla mappa del catasto Gregoriano, Tavola ….., che riportiamo di
seguito, e che risulta essere aggiornata al 1940.
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Pensiamo quindi che tale costruzione sia stata realizzata tra il 1910 e il 1920.
L’edificio non risulta essere vincolato ai sensi del D. Lgs. N. 42/2004.
Inquadramento geografico
La villa è sita nel Comune di San Felice Circeo, come già detto, proprio sul lungomare
della ridente cittadina laziale, famosa già dal tempo di Omero, residenza della Maga Circe,
famosa per aver stregato il Grande Ulisse e averlo trattenuto presso di se per molti anni.
Al di là della leggenda, credo che la Maga Circe esista davvero, anche oggi. E chi è la
Maga Circe? Ma è il luogo stesso, il sito, la posizione geografica, uno scrigno di bellezze
naturale che naturalmente strega, affascina, ammalia il visitatore. È la ricchezza del luogo,
la fertilità della sua pianura, il grandissimo concentrato di bellezze naturali che convince il
visitatore a restare, a risiedere in questi luoghi, anche per molti anni. E forse è questo che
è successo alla D.ssa Simpson Chabrier, potremmo forse chiamarla la sindrome di Ulisse.
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Le note che seguono avallano la considerazione sopra accennata.
La Villa si posiziona in un’ansa del litorale di San felice Circeo, una posizione strategica,
perché posta proprio al centro della parte settentrionale del Golfo di Gaeta. Posizione da
cui si domina tutto il Golfo, con la sua linea di monti a sinistra, i monti Lepini, con il
promontorio del Circeo e le isole Pontine sulla destra.
Inquadramento geografico del sito, con tutto il Golfo di Gaeta.
La freccia rossa indica il sito in cui sorge la Villa.
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Panorama del Golfo dal terrazzo della Villa
Sulla sinistra i monti che fanno da corona al Golfo stesso, i monti Lepini, che finiscono
proprio con la punta del promontorio di Gaeta.
Vista dall’alto della Villa
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Essa guarda direttamente il mare, si affaccia sul mare Mediterraneo, e pensiamo che, al
tempo dell’On. Tittoni, fosse possibile accedere direttamente al mare, senza la strada che
oggi le passa davanti.
Il Paese si svolge pigro alle sue spalle e si guarda bene dall’intervenire a disturbare la sua
quiete e la sua bellezza.
Alla villa si accede da una stradina retrostante, e l’accesso si trova dietro una curva quasi
a gomito della stessa.
Infatti fino a che non si gira questa curva, è impossibile anche intravedere la Villa, che
invece si staglia bellissima e maestosa non appena si svolta e ci si trova davanti al
cancello di inizio del viale interno che porta all’ingresso principale della villa.
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Il Viale interno visto dal cancello di ingresso
In questa trattazione non vogliamo parlare di destinazione urbanistica della zona e della
Villa, in quanto, essendo stata edificata nel primo Novecento, non avrebbe alcun
significato, la Villa era lì ben prima della redazione del Piano regolatore Generale del
Comune di san Felice Circeo.
L’inquadramento architettonico della Villa
Le foto che abbiamo appena visto, la fanno
immediatamente
appartenere
allo
stile
architettonico che andava per la maggiore in
quel periodo, il Neoclassico.
Lo testimoniano la volontà di recuperare
elementi costruttivi tipici della classicità, infatti
dalla strada si staglia come fosse un tempio
classico, greco romano,
La foto accanto dimostra benissimo questo
assunto. Le arcate che sembrano appartenere
ad un tempio della romanità, il piano ultimo che
sembra esso stesso un tempio romano.
D’altronde il confronto con questa ricostruzione
del tempio romano, dedicato a Giove Anxur,
posto nella vicina Terracina, sull’omonimo monte
che domina la città, che, si ricordi, al tempo
augusteo era la seconda città dell’Impero,
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sembra confermarlo.
Le forme, le geometrie, si somigliano tantissimo.
E poi i materiali. La pietra era la materia prima dei romani. A loro piaceva metterla in vista,
perché da imponenza, importanza, valorizza una costruzione.
La cosa è ben rappresentata dalla vista della Villa che si riporta a seguire.
L’Ingresso principale della Villa.
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E che dire dell’interno!
È tutto un fiorire di marmi, di colonne classicheggianti, di giochi di arredi che non si può
che definire altrimenti.
L’imponente ingresso che porta
al salone posto al piano
rialzato. La scenografia è
essenziale, ricorda molto il
precedente stile “Barocco”.
Anche le porte contribuiscono a
creare
questa
atmosfera
importante, imponente.
Era esattamente l’impressione
che si voleva dare al visitatore
durante
l’era
classica.
Il
visitatore, sin dal suo ingresso
doveva sentire la potenza e
l’importanza della famiglia che
era proprietaria della casa.
Il colonnato .che incornicia il
salone principale, i marmi, la
sensazione di importanza è
ancora di più rafforzata.
Si noti che anche oggi,
all’entrare in questi ambienti si
prova la stessa sensazione
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Il salone al piano, superiore, un
salone panoramico perché dà
direttamente
sul terrazzino
rialzato, da cui si gode il
panorama sul Golfo prima
riportato.
Lo stesso è rivestito non più
con marmi ma con legno
pregiato, sia alle pareti che a
terra, con parquet intarsiato di
gran pregio.
Anzi, la caratteristica della casa è anche questa: marmi pregiati al piano rialzato, legno al
piano primo.
Insomma il più riconoscibile stile Neoclassico.
Interessante è questa bellissima fontana esistente all’interno del salone principale al piano
rialzato, in onice, che diventa traslucida quando viene colpita da un raggio di sole.
Si vede benissimo il marmo che si accende perché
attraversato dai raggi solari. Si vede anche bene però lo
stato di degrado delle pareti vicinore e degli infissi
esterni.
Come non definire questi particolari con un termine
“barocco”
In effetti l’altro obiettivo della famiglia Tittoni era la
volontà di stupire, oggi diremmo “con effetti speciali”.
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La situazione ante operam, ovvero il suo stato di conservazione
La Villa era disabitata ormai da decenni e, conseguentemente, la sua manutenzione era
stata completamente abbandonata e l’incuria ha prodotto i suoi immancabili effetti sulle
strutture della stessa.
Dello stato delle parti abbiamo detto appena prima.
La scala è di fattura moderna, in cemento armato, frutto di un intervento recente a causa
di un incendio.
si vede chiaramente l’epoca di realizzazione della scala,
tra l’altro non ancora terminata.
Gli infissi, le pareti, completamente danneggiate.
Colonne in cemento armato realizzate per riparare i
danni dell’incendio.
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l’incendio ha anche danneggiato il solaio tra il piano
primo e secondo costringendo i precedenti proprietari a
ricostruirlo completamente.
Il cedimento del terreno ha provocato un azione di distacco di parte della villa così come
evidenziato nella ricostruzione grafica riportata.
Gli interventi posti in essere: Il Neo barocco
Gli interventi posti in essere, sono calibrati su precise volontà della Proprietaria, Madame
Chabrier.
La Signora è una assidua viaggiatrice globale, possiede infatti case in varie parti del
mondo. Ma l’area geografica che sembra preferire è quella del sub continente indiano. Lo
stile orientale, molto ricco, molto lavorato, molto colorato, la affascina e, di conseguenza,
sorge naturale la volontà di ricrearlo, seppur parzialmente, anche nella sua abitazione sul
mare Tirreno, all’interno di un golfo e di un sito che è citato addirittura nell’Odissea di
Omero.
Ci sono anche altri stili che Le piacciono e che ha riportato in questa abitazione, e li
andremo ad analizzare.
Ecco perché ci sembra giusto chiamare questo stile il “Neo Barocco”.
Operazioni preliminari
Inizialmente si è dovuto analizzare lo stato di conservazione dei vari elementi costituenti la
casa: le finiture, gli impianti, i materiali e il loro stato di conservazione.
Si è dovuto decidere quali materiali ne finiture mantenere e quali rinnovare, ovviamente il
tutto fatto in accordo con la sensibilità edilizia e estetica della proprietaria Madame
Chabrier.
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Certamente i raffinati marmi esistenti nell’atrio di ingresso, nel salone principale si è deciso
di conservare
Foto ante operam. In primo piano la borsa della Sig.ra Chabrier.
Il parquet, estremamente elaborato e raffinato, rappresenta infatti le onde del mare posto
appena fuori la finestra, si è deciso di conservare
Si noti il disegno “a onda” del parquet.
Tutte le restanti finiture della casa erano in uno stato di conservazione abbastanza
deteriorato e, quindi, degne di essere sostituite e rinnovate.
Un discorso a parte va fatto per le finestre preesistenti. Ai primi del ‘900, non esistevano
infissi con vetro camera (doppio vetro) capace di bloccare il passaggio freddo-caldo. Allora
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si sono usati le doppie finestre, con interposte serrande, per l’epoca già “avveniristiche”,
ormai in cattivissimo stato di conservazione e perciò non conservabili.
È comunque da sottolineare che dal punto di vista statico la casa era molto ben
conservata.
I pannelli decorativi orizzontali
In accordo con un gusto tutto orientale, madame Chabrier ha voluto decorare i soffitti della
casa con pannelli lignei di stile orientale, Indiani o Birmani o Cinesi, decorati con scene
tipiche della religiosità orientale.
Tali pannelli hanno dimensioni e pesi molto variabili, alcuni superiori alla tonnellata, che
hanno costretto a creare strutture di sostegno progettate e ideate ad hoc, tenendo conto
della struttura dei solai esistenti.
Alcune foto che seguono illustrano chiaramente l’assunto.
Si nota la struttura di sostegno creata.
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In questa foto è rappresentato il pannello ligneo più pesante posto nel salone principale al
piano rialzato.
Questo ha costretto ad un intervento ben più pesante agganciando la struttura di
sostegno direttamente al di sopra del solaio come rappresentato nella foto successiva.
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Di seguito vengono rappresentati alcuni significativi pannelli “montati” nella casa.
Ben cinque pannelli a soffitto posti nella sala al piano primo
Anche nella copertura a tetto a due falde vengono montati pannelli lignei
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Vista complessiva del piano rialzato con inseriti alcuni pannelli lignei installati
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Idem per il piano primo
Diversificazione degli ambienti
Una cosa che salta subito agli occhi è la diversificazione degli ambienti.
Ogni spazio, camera, viene identificato per mezzo di alcuni elementi caratterizzanti. Infatti
ogni stanza, possiede non solo pannelli lignei a soffitto diversi tra loro, ma anche porte di
ingresso diverse tra loro. Certo anche i mobili e gli arredi sono diversi per ogni stanza, ma
questo è più “tradizionale”, in tutte le abitazioni i mobili sono differenziati per ambiente, ma
qui la differenziazione è spinta all’estremo.
Un altro aspetto interessante è che la differenziazione si ritrova anche sui pavimenti.
I pavimenti preesistenti pur di pregio, sono stati, in diverse stanze, sostituiti. Sono cioè
stati conservati alcuni pavimenti di pregio, in marmo pregiato nel salone del piano rialzato,
il parquet al piano rialzato, mentre si sono sostituiti gli altri.
Lo splendido pavimento in parquet al piano
primo, con intarsi che riproducono le onde del
mare.
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Parquet indiani posti in alcune stanze, al
piano rialzato e in mansarda
Ceramiche indiane, in cucina.
Statue poste all’ingresso della proprietà
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oppure ai piedi della scalinata di ingresso
Statue e simboli posti lungo il perimetro
esterno dell’abitazione, quasi a voler
proteggere l’intera “domus”.
Questo dimostra come la Villa sia la sintesi di diverse culture, quella occidentale, di
derivazione appunto “romana”, e quella orientale.
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Rassegna delle stanze.
Come detto le stanze dell’abitazione seguono il “criterio” generale con cui è stata
realizzata la Villa, ovvero una estrema libertà di miscelare stili, non solo diversi, ma
addirittura lontanissimi geograficamente e culturalmente tra loro.
Alcuni esempi:
Il lampadario rococò francese, il pannello
ligneo a soffitto di stile orientale, le colonne
neo classiche della casa originale.
Le stanze al primo piano.
Salottino laterale al piano primo. Si nota
l’arredamento vagamente orientaleggiante ma
richiamante lo stile impero francese.
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Salotto centrale al piano primo.
Mobili stile impero francese,
in primo piano un mobile ligneo
rappresentante una pila di libri (altro elemento
barocco).
Soffitto del salotto della foto precedente.
Si nota la differenza di stile tra i pannelli
orientali ed i lampadari europei.
E che dire di una cabina telefonica, tipicamente Inglese,
trasformata in cabina doccia?
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L’esterno – La psicina
È senz’altro di grande effetto la piscina realizzata all’esterno della villa, in cemento armato,
con doppia mezza luna in testata, testa romana.
È inserita in un palmizio preesistente, che le conferisce quell’aria un po’ orientale che ben
si addice allo stile complessivo della casa.
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Come concludere questo excursus su Villa Chabrier?
È sicuramente una casa “originale”, specchio della Sua proprietaria, e, per quanto ci
riguarda, contenti di aver vissuto una avventura di tal fatta.
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