Un`italiana scava le piramidi di Bosnia

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Un`italiana scava le piramidi di Bosnia
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Avvenire 12/04/2010
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scoperte
Sara Acconci, nostra
connazionale
di appena 26 anni,
guida una spedizione
archeologica a Visoko
presso Sarajevo
Obiettivo: due colline
che celano strutture
di 12.000 anni fa
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DI ARISTIDE MALNATI
n intricato mistero
dell’archeologia, dai
complicati risvolti
millenari, sta per essere risolto; e
ad arrivare alla soluzione sarà
un’équipe internazionale di
studiosi, diretti da una giovane
archeologa italiana, forte di laurea
a pieni voti, specializzazione e
soprattutto matura esperienza di
scavo nonostante la giovane età. Il
mistero è quello che da anni
avvolge in una fitta coltre di
incertezza due enormi colline
nella piana di Visoko, città
bosniaca non distante da
Sarajevo: due strutture non
casuali, realizzate – ormai è certo –
dall’abile mano di architetti ante
litteram e dal titanico lavoro di
operai, che nulla avevano da
invidiare ai costruttori delle
piramidi di Giza, a loro successivi.
Un terreno ideale per la curiosità e
per l’abilità di archeologi
professionisti, che dall’anno
scorso danno vita a uno scavo
scientifico e sistematico, foriero
già nella prima stagione di risultati
importanti. A dirigere il team di
U
Panorama di Visocica, presso Visoko in Bosnia; sullo sfondo la collina che cela una delle due ciclopiche piramidi
Un’italiana scava
le piramidi di Bosnia
scienziati sarà dal 2011 Sara
Acconci, 26 anni, fresca di laurea
in lettere classiche (con
specializzazioni in etruscologia e
archeologia preistorica)
all’Università degli Studi di
Milano; e soprattutto con alle
spalle esperienze significative su
scavi in siti preromani, in diverse
località della nostra Penisola. Un
caso classico di un talento dalle
competenze robuste, che il nostro
sistema accademico non ha
saputo valorizzare; una
competenza, che le solite invidie
di corridoio e soprattutto
l’onnipresente nepotismo
accademico hanno frustrato sul
nascere; e che ora trova la
meritata valorizzazione in un
Paese – la Bosnia –
archeologicamente periferico, ma
disposto a investire risorse in un
progetto, destinato a dare lustro
culturale e quindi economico al
Paese stesso. E i risultati non si
sono fatti attendere: già la prima
campagna, a cui Sara Acconci ha
dato un contributo fondamentale
nelle varie fasi di scavo e nello
studio stratigrafico e delle prime
vestigia emerse, ha permesso di
stabilire con certezza che le due
colline a forma piramidale,
battezzate del «Sole» e della
«Luna», sono opera
dell’intelligenza umana e sono
frutto di un lavoro meticoloso, che
ne ha garantito la stabilità nei
millenni. Gli archeologi hanno poi
proposto una prima ipotesi di
A sinistra:
la direttrice
dell’équipe
archeologica,
l’italiana
Sara Acconci,
26 anni
A destra:
un impiantito
di pietre
squadrate
venuto alla luce
durante gli scavi
datazione: diversi millenni prima
di Cristo, probabilmente nel
periodo neolitico, quando cioè
fiorì quella civiltà danubiana, di
cui oggi sono rimaste scarsissime
tracce (visto il clima piovoso
dell’Europa centrale), ma che ad
esempio diede vita al primo
fenomeno di scrittura, realizzando
segni ad oggi indecifrabili, ma
ancora ben visibili e interpretabili
appunto come grafemi. «È la
prova che nel Vecchio Continente
si svilupparono in tempi anche
Due costruzioni,
del Sole e della Luna,
grandi il doppio di
quella egizia di Cheope
e collegate da una rete
di cunicoli sotterranei
La prova che nell’antica
Europa si svilupparono
civiltà importanti
remoti civiltà
importanti, di cui
rimangono tracce
flebili proprio per le
avversità climatiche»,
afferma Sara Acconci.
A seguito dei primi
sondaggi si sono
determinate le
dimensioni delle
piramidi (quella del Sole è quasi
doppia rispetto all’analoga
costruzione egizia, attribuita a
Cheope); si è stabilita una
datazione di massima a 12000
anni fa con l’ausilio della geologia;
e si è accertata la presenza di una
fitta rete di cunicoli sotterranei,
confluenti, dopo un percorso
intricato, nel cuore della piramide
del Sole, ad aumentare il mistero
di tutto un complesso, sulla cui
paternità umana ormai non si
nutrono dubbi. Il piano di
Gli svedesi sconvolti dal fiume rosso di Pol Pot
Copyright (c) Avvenire
il caso
La follia ideologica
intervento programmato da Sara
Acconci (per il quale si avvarrà del
contributo di esperti europei,
americani e addirittura di un
gruppo archeologico malese)
prevede lo sterro sistematico ai
quattro angoli delle due piramidi,
per poi proseguire lasciandosi
guidare dalle strutture, che man
mano si paleseranno: dalla
conformazione del terreno che
ricopre le due imponenti
costruzioni si può già affermare
che esse sono diverse tra loro (la
piramide della Luna è il risultato
della sovrapposizione di più
terrapieni a grandezza
decrescente) e che quindi
appartengono forse a due epoche
e a due civiltà diverse: il mistero, al
momento totale, si dipanerà a
poco a poco grazie al lavoro
certosino ad opera di un’équipe a
direzione italiana.
persone su poco più di 4 milio-
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bruciati"». Come ogni regime
suo Il sorriso di Pol Pot (Iperbo-
mer rossi come la peggiore che
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