ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per
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ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Codice Esperimento AIRWATCH−RD Rapp. Naz.: A. PETROLINI Rappresentante nazionale: Struttura di appartenenza: Posizione nell'I.N.F.N.: Gruppo 2 A. PETROLINI GE INFORMAZIONI GENERALI Linea di ricerca Laboratorio ove si raccolgono i dati Sigla dello esperimento assegnata dal laboratorio Astrofisica delle Particelle: esperimento EUSO (Extreme Universe Space Observatory) dedicato allo studio della radiazione cosmica di altissima energia dallo Spazio. Esperimento EUSO (dell'ESA) sulla International Space Station (ISS). Programma di RDdedicato allo sviluppo del fotorivelatore dell'esperimento EUSO che sta completando (a giugno 2003) lo studio di fase A (studio di fattibilita`) per l'ESA. Acceleratore usato Fascio (sigla e caratteristiche) Studio della radiazione cosmica di altissima energia tramite l'osservazione dallo spazio degli sciami atmosferici estesi prodotti nell'atmosfera terrestre dai raggi cosmici. Processo fisico studiato Apparato strumentale utilizzato Sistema per la rivelazione di fotoni ultravioletti a largo campo di vista, grande apertura, veloce e sensibile alla posizione da installarsi su satellite oppure sulla ISS. CT, FI, GE, TO, TS Sezioni partecipanti all'esperimento ESA; ASI, IASF/CNR, INAF e varie Universita` italiane; IN2P3 e CNES; MPI Munich; NASA e varie Universita` USA; RIKEN e NASDA. Istituzioni esterne all'Ente partecipanti Esperimento EUSO: tre anni di presa dati, con inizio alla fine del 2008. Durata esperimento Mod EC. 1 (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento AIRWATCH−RD Resp. loc.: A. PETROLINI Gruppo 2 PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L'ANNO 2004 In KEuro IMPORTI VOCI DI SPESA DESCRIZIONE DELLA SPESA Parziali SJ Meetings tecnici e di Collaborazione ( 5m x 2g x 2.0p ) 5.0 Collaborazioni tecniche con gruppi italiani ( 4m x 5g x 1.0p ) 4.0 Trasferte coordinatore nazionale ( 5m x 2g x 1.0p ) 3.0 Contatti e collaborazioni con le industrie ( 12m x 1g x 2.0p ) 18,0 4.0 Meetings con ESA ( 4m x 3g x 1.5p ) 6.0 Meetings tecnici e di Collaborazioni in EU ( 3m x 4g x 2.0p ) 8.0 Meetings tecnici e di Collaborazioni in US/Jp ( 2m x 7g x 2.0p ) 8.0 Collaborazione con Grenoble per sviluppo prototipo del chip front−end ( 2 mesi uomo ) 9.0 Micro−cell per R8900−M36 e f/e chip integrato. Sviluppo, prototipi e costruzione della basetta MAPMTs ed accessori: 8.0 Realizzazione circuiti di test per il chip di front−end (v3) 5.0 4.0 Materiale di consumo per realizzazione prototipi cella elementare a Photo−Detector Modules: Materiali, componenti e lavorazioni elettroniche 4.0 Totale Compet. SJ 16.0 0.0 31.0 0.0 3.0 19.0 0.0 Materiale di consumo per realizzazione prototipi cella elementare a Photo−Detector Modules: Potting resin space qualified 0.0 0.0 Consorzio Ore CPU Spazio Disco Cassette Altro 0.0 0.0 0.0 0.0 Setup di caratterizzazione e qualifica per lo sviluppo e i tests del chip di front−end e della cella elementare. 25.0 8.0 Due MAPMTs per tests spazializzazione cella elementare, R8900−M36. (completamento della microcella prototipo con R8900−M36). 33.0 0.0 0.0 0.0 Totale 99.0 0.0 Sono previsti interventi e/o impiantistica che ricadono sotto la disciplina della legge Merloni ? Breve descrizione dell'intervento: Mod EC./EN. 2 (a cura del responsabile locale) A cura della Comm.ne Scientifica Nazionale ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento AIRWATCH−RD Resp. loc.: A. PETROLINI Gruppo 2 ALLEGATO MODELLO EC2 Mod EC./EN. 2a Pagina 1 (a cura del responsabile locale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento AIRWATCH−RD Resp. loc.: A. PETROLINI Gruppo 2 ALLEGATO MODELLO EC2 Mod EC./EN. 2a Pagina 2 (a cura del responsabile locale) AIRWATCH-RD 2004: programma della sezione di Genova Il programma della sezione di Genova è il proseguimento del programma iniziato nel 2001 e tiene conto del fatto che, in caso di approvazione di EUSO da parte ESA, nel 2004 inizierà la fase B del progetto, dedicata allo studio dettagliato del progetto e alla progettazione esecutiva. Il programma di Genova si articola quindi nei punti seguenti, alcuni dei quali saranno svolti in collaborazione con le altre Sezioni INFN. 1) Studio e simulazione della propagazione dei raggi cosmici di altissima energia su distanze cosmologiche. Studio delle potenzialità osservative dell’esperimento EUSO in rapporto ai diversi possibili scenari fisici e agli altri esperimenti nel campo, passati, presenti e futuri. 2) Avanzamento dello sviluppo della struttura del programma di simulazione completa di EUSO. Sviluppo della simulazione completa del fotorivelatore. 3) Definizione dei requirements per un rivelatore di raggi cosmici di altissima energia dallo spazio, con riferimento ad EUSO e definizione dei requirements imposti dalla Missione Spaziale. Trade-off tra i diversi requirements e ottimizzazione del progetto dell'apparato sperimentale basata sul programma di simulazione completa. Aggiornamento dello studio delle potenzialità osservative di EUSO. 4) Studio e definizione di architettura e layout del fotorivelatore di EUSO. Le responsabilità dei gruppi INFN riguardano l’alloggiamento dei sensori, l'elettronica di front-end, il sistema di raccolta della luce sul sensore, la struttura di supporto e tutti gli elementi accessori necessari al funzionamento, controllo e monitoraggio del sensore ed all'estrazione dei dati. Definizione delle soluzioni agli aspetti più critici del fotorivelatore e studio degli aspetti legati all'operazione in spazio. 5) Sviluppo, progetto e prototipazione della cella elementare del fotorivelatore. Il cambiamento del sensore di baseline richiede un adattamento del progetto esistente, anche per introdurre il chip di front-end. 6) Studio di fattibilità, sviluppo, progettazione, prototipazione e test dell'elettronica di front-end del fotorivelatore. È in programma lo sviluppo del prototipo di terza generazione che dovrebbe essere emulare da vicino quello che sarà il chip finale. 7) Test e caratterizzazione della cella elementare e dei moduli del fotorivelatore. 8) Sviluppo, ottimizzazione, ingegnerizzazione e progettazione del fotorivelatore: progettazione meccanica, termica ed elettrica a livello di cella elementare e moduli del fotorivelatore. Realizzazione prototipo strutturale realistico di un modulo del fotorivelatore (con elementi, in parte, dummy) per tests termici, elettrici e meccanici. Adattamento all'operazione in ambiente spaziale e integrazione del fotorivelatore con il payload ed il modulo Columbus. Codice Esperimento AIRWATCH−RD Rapp. Naz.: A. PETROLINI ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Gruppo 2 PREVENTIVO GLOBALE DI SPESA PER L'ANNO 2004 In KEuro A CARICO DELL' I.N.F.N. Struttura Miss. interno Miss. estero. di cui SJ CT FI GE TO TS TOTALI di cui SJ Materiale di cons. di cui SJ Trasp. e Facch. di cui SJ Spese Calc. di cui SJ Affitti e Manut. Appar. di cui SJ Mater. inventar. di cui SJ Costr. appar. di cui SJ TOTALE Compet. A carico di altri Enti di cui SJ 16,0 14,0 16,0 25,5 7,0 34,0 20,0 31,0 29,0 18,0 6,0 33,5 19,0 20,0 20,0 6,0 10,0 18,5 33,0 22,0 10,0 72,0 86,0 99,0 96,5 55,0 78,5 132,0 98,5 6,0 93,5 408,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 NB. La colonna A carico di altri enti deve essere compilata obbligatoriamente Note: Mod EC./EN. 4 (a cura del responsabile nazionale) Codice Esperimento AIRWATCH−RD Rapp. Naz.: A. PETROLINI ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Gruppo 2 A) ATTIVITA' SVOLTA FINO A GIUGNO 2003 B) ATTIVITA' PREVISTA PER L'ANNO 2004 C) FINANZIAMENTI GLOBALI AVUTI NEGLI ANNI PRECEDENTI Anno Missioni Missioni finanziario interno estero In kEuro Materiale Affitti e Trasp. e Spese Materiale Costruz. di Manut. TOTALE Facch. Calcolo inventar. apparati consumo Apparec. 2001 2002 2003 52.0 36.5 43.5 37.0 40.5 54.0 80.0 63.0 102.0 3.0 3.5 3.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 52.0 37.5 38.0 0.0 0.0 0.0 224.0 181.0 240.5 TOTALE 132 131.5 245 9.5 0 0 127.5 0 645.5 Mod EC. 5 (a cura del rappresentante nazionale) AirWatch-RD: attività in corso nel 2003 TEORIA e MODELLI 1) Studio della propagazione di raggi cosmici di altissima energia su distanze cosmologiche: variazione della composizione chimica durante la propagazione ed effetto dei campi magnetici. 2) Analisi preliminare delle potenzialità osservative dell’esperimento EUSO in rapporto ai diversi possibili scenari fisici e agli altri esperimenti nel campo, sulla base dell’apparato definito al termine della fase A. SIMULAZIONI e ANALISI DATI 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) Sviluppo del simulatore ibrido di EAS UNISIM. Analisi di sensibilità del rivelatore a neutrini provenienti dall'alto. Analisi di sensibilità del rivelatore ad EAS indotti da neutrini τ provenienti dal basso. Sviluppo di algoritmi di ricostruzione di geometria, energia ed XMAX degli EAS. Studio della dipendenza della risposta dalla dimensione del pixel del fotorivelatore. Realizzazione di frame-work e struttura del programma completo di simulazione di EUSO (ESAF). Analisi preliminare delle prestazioni dell’esperimento EUSO sulla base dell’apparato definito al termine della fase A. OTTICA 1) Sviluppo di una soluzione che accoppia l'azione di raccolta dei fotoni e l'azione di filtro passa-banda. CARATTERIZZAZIONE e TEST 1) Tests strutturali preliminari su prototipi strutturale della cella elementare e dei moduli del fotorivelatore. SVILUPPO DEL FOTORIVELATORE 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) Studio preliminare di architettura e layout del fotorivelatore e analisi preliminare della sua ingegnerizzazione. Studio concettuale e sviluppo di cella elementare e moduli del fotorivelatore. Realizzazione prototipo funzionale della basetta di supporto per la cella elementare del fotorivelatore. Inizio dello sviluppo dell'interfaccia IEFE (interface EUSO front-end), basato su logiche programmabili. Tests sulla versione 2 del chip di front-end. Studio del sistema di alimentazione del MAPMT: ottimizzazione del partitore di tensione. Sistema di distribuzione delle alte e basse tensioni: studio preliminare dell’architettura e dell’inclusione di batterie. MISURE DI SUPPORTO 1) Setup per misure di luce Cherenkov riflessa (ULTRA): prime misure sul terreno, nelle vicinanze del lago del Moncenisio (Francia), con scintillatori plastici visti da due fototubi ciascuno. Lo scopo di queste prime misure è stato di verificare il sistema, il timing e di ottenere i primi risultati fisici. AirWatch-RD: programma delle attività per il 2004 Il programma è il proseguimento del programma iniziato nel 2001 e tiene conto del fatto che, in caso di approvazione di EUSO da parte ESA, nel 2004 inizierà la fase B del progetto, dedicata allo studio dettagliato del progetto e alla progettazione esecutiva. Per la fase A la Collaborazione Internazionale ha raggiunto un accordo sulla suddivisione delle responsabilità sull’apparato sperimentale del progetto EUSO. Il programma di R&D proposto all’INFN è coerente con tale suddivisione. TEORIA e MODELLI 1) Studio dei meccanismi di produzione e di accelerazione di raggi cosmici di altissima energia in sorgenti cosmiche compatte e predizioni sulla composizione; studio dell’effetto dei campi magnetici sulla propagazione su distanze cosmologiche. 2) Studio delle potenzialità osservative dell’esperimento EUSO in rapporto ai diversi possibili scenari fisici e agli altri esperimenti nel campo, passati, presenti e futuri, nell'ottica di una previsione realistica degli obiettivi scientifici da perseguire con l'esperimento EUSO. 3) I seguenti punti saranno in particolare analizzati: proprietà attese di clustering su piccola scala angolare; determinazione di elementi distintivi di Nuova Fisica per l’esperimento EUSO; composizione chimica attesa in diversi modelli di origine dei raggi cosmici di altissima energia e corrispondenti effetti di propagazione sulla composizione chimica; ruolo di campi magnetici cosmologici sulla propagazione della radiazione cosmica di altissima energia. SIMULAZIONI 1) Avanzamento dello sviluppo del programma di simulazione completa dell'esperimento (processi fisici ed apparato sperimentale), ESAF (programma ufficiale di simulazione di EUSO). Sviluppo della simulazione completa del fotorivelatore. 2) Simulazioni di EAS (simulatore ibrido UNISIM): aggiornamento della simulazioni di sotto-sciami di bassa energia e inclusione di UNISIM in ESAF, 3) Analisi della ricostruzione degli EAS: cinematica, energia, XMAX. 4) Definizione dei requirements per un rivelatore di raggi cosmici di altissima energia dallo spazio, con riferimento ad EUSO e definizione dei requirements imposti dalla Missione Spaziale. Trade-off tra i diversi requirements e ottimizzazione del progetto dell'apparato sperimentale basata sul programma di simulazione completa. Aggiornamento dello studio delle potenzialità osservative di EUSO. OTTICA 1) Sviluppo di prototipi delle ottiche di raccolta e dei filtri UV per il MAPMT: per lo studio sperimentale delle soluzioni simulate con il ray-tracing: realizzazione di lenti in PMMA; studio del filtro integrato nell'adattatore per determinare la forma e la posizione migliore; studio di multi-strati che ottimizzano la banda passante e altri che facciano azione di antiriflesso. CARATTERIZZAZIONE e TEST 1) Tests di qualificazione funzionale su prototipo della cella elementare del fotorivelatore. 2) Tests strutturali e di termo-vuoto su prototipi della cella elementare e dei moduli del fotorivelatore. SVILUPPO DEL FOTORIVELATORE 1) Studio degli aspetti più critici del fotorivelatore e degli aspetti legati all'operazione in spazio. 2) Studio e definizione di architettura e layout del fotorivelatore di EUSO. 3) Realizzazione prototipo completo del chip di front-end (architettura di EUSO). È in programma lo sviluppo del prototipo di terza generazione che dovrebbe essere emulare da vicino quello che sarà il chip finale. 4) Completamento dell'interfaccia IEFE (interface EUSO front-end), basato su logiche programmabili. Realizzazione del firmware per la caratterizzazione del MARS (Multi-Anode Readout System. 5) Sviluppo, ottimizzazione, ingegnerizzazione e progettazione del fotorivelatore: progettazione meccanica, termica ed elettrica a livello di cella elementare e moduli del fotorivelatore. Realizzazione prototipo strutturale realistico di un modulo del fotorivelatore (con elementi, in parte, dummy) per tests termici, elettrici e meccanici. Adattamento all'operazione in ambiente spaziale e integrazione del fotorivelatore con il payload ed il modulo Columbus. 6) Studio di fase B del sistema di alimentazione del fotorivelatore e studio del sistema di batterie. MISURE DI SUPPORTO 1) Misure luce Cherenkov riflessa (ULTRA): completamento con misure sul mare e su superfici continentali. Codice Esperimento AIRWATCH−RD Rapp. Naz.: A. PETROLINI ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Gruppo 2 PREVISIONE DI SPESA Piano finanziario globale di spesa In KEuro ANNI Miss. Miss. Materiale Trasp. e Spese FINANZIARI interno estero. di cons. Facch. Calc. 2004 2005 TOTALI Mod EC./EN. 6 78.5 70.0 132 130.0 148,5 262,0 98.5 85.0 6 5.0 183,5 11,0 0 0.0 Affitti e Manut. Appar. 0 0.0 Mater. inventar Costr. appar. TOTALE Compet. 93.5 15.0 0 0.0 408.5 305.0 108,5 713,5 (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento AIRWATCH−RD Resp. loc.: A. PETROLINI Gruppo 2 COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA N 1 2 3 4 5 6 7 RICERCATORE Cognome e Nome Qualifica Dipendenti Incarichi Affer. al . gruppo % N Ruolo Art. 23 RicercaAssoc DE MARCO Daniel FONTANELLI Flavio GRACCO Valerio PALLAVICINI Marco Ric. PETROLINI Alessandro SANNINO Mario THEA Alessandro Dott. P.A. P.O. R.U. P.A. Dott. TECNOLOGI Cognome e Nome 100 1 CUNEO Stefano 30 2 MUSICO Paolo 30 50 90 10 100 2 1 1 2 1 1 2 Qualifica Incarichi % Ass. Ruolo Art. 23 Tecnol. Tecn. 20 Tecn. 30 Dipendenti Numero totale dei Tecnologi Tecnologi Full Time Equivalent N Numero totale dei ricercatori Ricercatori Full Time Equivalent Cognome e Nome Qualifica Incarichi Dipendenti Ruolo Art. 15 Collab. tecnica Annotazioni: mesi−uomo 14.0 2.0 3.0 Osservazioni del direttore della struttura in merito alla disponibilità di personale e attrezzature Il programma presentato in Consiglio di Sezione per l'anno 2004 e' consistente con il numero di persone interessate, gli spazi e le attrezzature a disposizione. Mod EC./EN. 7 % Assoc. tecnica 7 Numero totale dei Tecnici 4.1 Tecnici Full Time Equivalent SERVIZI TECNICI Denominazione 1 officina elettronica 2 officina meccanica 3 Progettazione meccanica TECNICI 2 0.5 (a cura del responsabile locale) 0 0 Codice Esperimento AIRWATCH−RD Rapp. Naz.: A. PETROLINI ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Gruppo 2 MILESTONES PROPOSTE PER IL 2004 Data completamento Descrizione 31/12/2004 Relizzazione di tests di qualificazione su elementi critici del fotorivelatore (cella−elementare e moduli del fotorivelatore). 31/12/2004 Realizzazione del prototipo del chip di front−end (versione 3) basato sull'architettura definita al termine della fase A. 31/12/2004 Sviluppo del programma di simulazione completo dell'esperimento (processi fisici ed apparato sperimentale). 31/12/2004 Ulteriore approfondimento delle potenzialita` osservative dell'esperimento, sulla base dello studio di fase A e dello sviluppo di fase B attraverso il programma di simulazione completo di EUSO. 31/12/2004 Ulteriori misure di riflessione/diffusione del segnale Cherenkov dal suolo (acqua, terreno) e da nuvole. 31/12/2004 Sviluppo del prototipo delle ottiche di raccolta e dei filtri UV. 31/12/2004 Studio e definizione del sistema di alimentazioni di EUSO. Mod EC./EN. 8 (a cura del responsabile nazionale) Codice Esperimento Gruppo ANTARES 2 Rapp. Naz.: De Marzo Carlo ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Rappresentante nazionale: Struttura di appartenenza: Posizione nell'I.N.F.N.: De Marzo Carlo BA INFORMAZIONI GENERALI Astronomia dei neutrini di alta energia Linea di ricerca Laboratorio ove si raccolgono i dati Apparato sottomarino al largo di Tolone (Francia) e relativo laboratorio a terra Sigla dello esperimento assegnata dal laboratorio Acceleratore usato Fascio (sigla e caratteristiche) Rivelazione di neutrini astrofisici di alta energia Ricerca di 'Dark Matter' Misura di oscillazioni di neutrini atmosferici Processo fisico studiato Apparato strumentale utilizzato Telescopio sottomarino per neutrini Bari, Bologna, Catania, Genova, LNS, Pisa, Roma1 Sezioni partecipanti all'esperimento Istituzioni europee della Collaborazione ANTARES Istituzioni esterne all'Ente partecipanti Durata esperimento Mod EC. 1 3 anni per l'installazione (dal 2004, modulare) 10 anni per la presa dati (dal 2006) (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento ANTARES Resp. loc.: M. ANGHINOLFI Gruppo 2 PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L'ANNO 2004 In KEuro IMPORTI VOCI DI SPESA DESCRIZIONE DELLA SPESA meetings in Italia Parziali Totale Compet. SJ SJ 5.0 5.0 3 collaboration meetings 3 persone x 3giorni 12.0 4 periodi di 15 giornix2 persone ( assemblaggio linee) 20.0 6 partecipazioni allo Steering Committee 7.0 barre in titanio grado V per lavorazione numero 6+6 flange contenitori String Control Module/String Power Module 15.0 0.0 39.0 0.0 15.0 0.0 trasporto SCM/SPM a Marsiglia Consorzio Ore CPU 1.0 Spazio Disco Cassette 1.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 Altro 6 connettori elettro ottici della ditta Ocean Design (undersea wet mateable connector) che 144.0 ancora mancano per il comletamento fornitura 144.0 0.0 Totale 204.0 0.0 Sono previsti interventi e/o impiantistica che ricadono sotto la disciplina della legge Merloni ? Breve descrizione dell'intervento: Mod EC./EN. 2 (a cura del responsabile locale) A cura della Comm.ne Scientifica Nazionale ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento ANTARES Resp. loc.: M. ANGHINOLFI Gruppo 2 ALLEGATO MODELLO EC2 "Nel secondo semestre del 2002 il gruppo ha partecipato all'assemblaggio delle due linee di test ( Sector Line, SL, e Mini Instrumentation Line, MIL), rese operative con la connessione del marzo 2003. In particolare ci si e' occupati dei due Bottom String Socket (BSS) che rappresentano l'ancora 'instrumentata' delle stringhe del rivelatore. L'attivita' sui BSS si e' concentrata sia su test di sgancio in piscina per qualificare il sistema di connessione elettro ottico che sulla successiva fase di montaggio. Sempre nel secondo semestre 2002, abbiamo curato l'assemblaggio di alcune parti della JB ( realizzata a Genova),il suo allogiamento nel frame e abbiamo partecipato al successivo deployment nel sito di Antares. Nel primo semestre 2003 e' proseguita la produzione dei contenitori in titanio della elettronica alla base delle stringhe (SCM/SPM) e dopo la connessione della SL e MIL si e' partecipato ai turni di raccolta dati. Per tutto il periodo il nuovo responsabile della meccanica di Antares (Ing. S. Cuneo) ha partecipato alle riunioni dello Steering Committee Mod EC./EN. 2a Pagina 1 (a cura del responsabile locale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento ANTARES Resp. loc.: M. ANGHINOLFI Gruppo 2 ALLEGATO MODELLO EC2 Mod EC./EN. 2a Pagina 2 (a cura del responsabile locale) Codice Esperimento Gruppo ANTARES 2 Rapp. Naz.: De Marzo Carlo ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 PREVENTIVO GLOBALE DI SPESA PER L'ANNO 2004 In KEuro A CARICO DELL' I.N.F.N. Struttura Miss. interno Miss. estero. di cui SJ BA BO CT GE LNS PI RM1 TOTALI di cui SJ Materiale di cons. di cui SJ 12,0 12,0 6,0 5,0 11,0 14,0 8,0 66,0 81,0 39,0 39,0 48,0 43,0 63,0 112,0 5,0 42,0 15,0 5,0 27,0 3,0 68,0 379,0 209,0 Trasp. e Facch. di cui SJ 5,0 Spese Calc. di cui SJ Affitti e Manut. Appar. di cui SJ Mater. inventar. Costr. appar. di cui SJ di cui SJ 13,0 4,0 30,0 1,0 3,0 5,0 17,0 44,0 34,0 53,0 71,0 144,0 147,0 82,0 48,0 A carico di altri Enti TOTALE Compet. di cui SJ 261,0 102,0 188,0 204,0 214,0 188,0 74,0 48,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 497,0 48,0 1231,0 48,0 NB. La colonna A carico di altri enti deve essere compilata obbligatoriamente Note: Mod EC./EN. 4 (a cura del responsabile nazionale) Codice Esperimento Gruppo ANTARES 2 Rapp. Naz.: De Marzo Carlo ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 A) ATTIVITA' SVOLTA FINO A GIUGNO 2003 La costruzione dell'apparato, al giugno 2003 è la seguente: − dopo il deployment, la Junction Box (JB)è stata provata con successo, i parametri di funzionamento (temperatura ed umidità interne) vengono trasmessi a terra con regolarità e risultano normali; − è stato fatto il deployment di un prototipo di stringa (PSL, 15 moduli ottici) e di un prototipo di linea strumentata (MIL), che sono state connese alla JB ed hanno cominciato a trasmettere dati a terra; − i dati della PSL permetteranno uno studio approfondito dei segnali di fondo dovuti alla bioluminescenza; queste misure dovranno prolungarsi per quanto sarà necessario a determinare la dipendenza stagionale del fenomeno; − la MIL è stata recuperata quasi subito per rimediare ad un guasto intervenuto a causa di un connettore difettoso. La costruzione delle componenti dell'apparato procede con l'intento di accelerarne il completamento (12 stringhe) per la fine del 2005, ma con il vincolo posto dalla necessità di utilizzare l'esperienza riveniente dalla messa in opera dei prototipi. B) ATTIVITA' PREVISTA PER L'ANNO 2004 − prosecuzione e completamento degli studi sulla dipendenza stagionale del fondo di segnali prodotti dalla bioluminescenza; − prosecuzione della costruzione delle parti dell'apparato; − inizio dell'assemblaggio e dei test delle 12 stringhe; − deployment della prima stringa ed inizio della presa di dati di fisica. C) FINANZIAMENTI GLOBALI AVUTI NEGLI ANNI PRECEDENTI Anno Missioni Missioni finanziario interno estero In kEuro Affitti e Materiale Materiale Costruz. Trasp. e Spese TOTALE Manut. di inventar. apparati Facch. Calcolo Apparec. consumo 2001 2002 2003 55.0 43.0 38.0 154.0 213.0 223.0 88.0 134.0 114.5 0.0 16.0 17.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 273.0 294.0 20.5 453.5 315.0 355.5 1023.5 1015.0 768.5 TOTALE 136 590 336.5 33 0 0 587.5 1124 2807 Mod EC. 5 (a cura del rappresentante nazionale) Codice Esperimento Gruppo ANTARES 2 Rapp. Naz.: De Marzo Carlo ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 PREVISIONE DI SPESA Piano finanziario globale di spesa In KEuro ANNI Miss. FINANZIARI interno 2004 2005 2006 2007 2008 TOTALI Mod EC./EN. 6 68 68.0 68.0 68.0 68.0 Miss. estero. 379 340.0 340.0 340.0 340.0 340,0 1739,0 Materiale Trasp. e Spese di cons. Facch. Calc. 209 200.0 150.0 150.0 150.0 44 40.0 20.0 10.0 10.0 859,0 124,0 0 0.0 0.0 0.0 0.0 Affitti e Manut. Appar. 0 0.0 0.0 0.0 0.0 Mater. inventar Costr. appar. TOTALE Compet. 34 10.0 10.0 10.0 10.0 497 50.0 10.0 10.0 10.0 1231.0 708.0 598.0 588.0 588.0 74,0 577,0 3713,0 (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento ANTARES Resp. loc.: M. ANGHINOLFI Gruppo 2 COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA N 1 2 3 4 5 RICERCATORE Cognome e Nome Qualifica Dipendenti Incarichi Affer. al . gruppo % 3 3 3 3 3 80 40 30 40 30 N Ruolo Art. 23 RicercaAssoc ANGHINOLFI Marco D.R. BATTAGLIERI Marco Ric. CORVISIERO Pietro DE VITA Raffaella Ric. RIPANI Marco P.S. AsRic TECNOLOGI Cognome e Nome 1 CUNEO Stefano Qualifica Incarichi Ass. Ruolo Art. 23 Tecnol. Tecn. Dipendenti Numero totale dei Tecnologi Tecnologi Full Time Equivalent N Numero totale dei ricercatori Ricercatori Full Time Equivalent Cognome e Nome 1 0.25 Qualifica Incarichi Dipendenti Ruolo Art. 15 Collab. tecnica % Assoc. tecnica 20 20 5 Numero totale dei Tecnici 2.2 Tecnici Full Time Equivalent 2 0.4 Annotazioni: mesi−uomo 5.0 3.0 Osservazioni del direttore della struttura in merito alla disponibilità di personale e attrezzature Il programma presentato in Consiglio di Sezione per l'anno 2004 e' consistente con il numero di persone interessate, gli spazi e le attrezzature a disposizione. Mod EC./EN. 7 25 1 PARODI Franco CTer. 2 ROTTURA Andrea CTer. SERVIZI TECNICI Denominazione 1 officina meccanica 2 Progettazione meccanica TECNICI % (a cura del responsabile locale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Codice Esperimento Gruppo ANTARES 2 Rapp. Naz.: De Marzo Carlo MILESTONES PROPOSTE PER IL 2004 Data completamento Descrizione 30.06.2004 Inizio assemblaggio delle 12 stringhe 31.12.2004 Deployment della Linea Strumentata completa 31.12.2004 Deployment della prima stringa 31.12.2004 Software per l'analisi dati pronto per l'impiego 31.12.2004 Completamento degli studi del fondo prodotto da bioluminescenza Mod EC./EN. 8 (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Codice Esperimento Gruppo ATHENA2−RD 2 Rapp. Naz.: Gemma Testera Gemma Rappresentante nazionale: Testera Struttura di appartenenza: GE Posizione nell'I.N.F.N.: PROGRAMMA DI RICERCA A) INFORMAZIONI GENERALI STUDIO DELLE PROBLEMATICHE LEGATE RAFFREDDAMENTO E Linea di ricerca Laboratorio ove si raccolgono i dati Sigla dello esperimento assegnata dal laboratorio CONFINAMENTO DI ATOMI DI ANTIDROGENO FIRENZE GENOVA ATHENA2−RD / Acceleratore usato Fascio (sigla e caratteristiche) Processo fisico studiato Apparato strumentale utilizzato Sezioni partecipanti all'esperimento Istituzioni esterne all'Ente partecipante / VERIFICA DEL PRINCIPIO DI EQUIVALENZA PER ATOMI DI ANTIMATERIA SORGENTI DI IDROGENO,LASERS,TRAPPOLE ELTTROMAGNETICHE,PLASMI CARICHI NON NEUTRI. FIRENZE GENOVA / 5 ANNI Durata esperimento B) SCALA DEI TEMPI : piano di svolgimento PERIODO ATTIVITA' PREVISTA − PROGETTO E INSTALLAZIONE DELL'APPARATO PER TEST DI CONFIG. DI CAMPI 2004 2005 2006−2007−2008− Mod EN. 1 ELETTROMAGNETICI ADATTI AL CONFINAMENTO DI POSITRONI E ANTIPROTONI E DELL'ANTIDROGENO . − PROGETTO DEL SISTEMA DI GENERAZ. LUCE LYMAN ALPHA − REALIZZ. SORG. H −PREPARAZIONE PROPOSAL MONTAGGIO APPARATO DI RD E MISURE IN LABORATORIO A GENOVA E a FIRENZE COMPLETAMENTO PRESA DATI SU APPARATO DI RD (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento ATHENA2−RD Resp. loc.: Gemma Testera Gruppo 2 PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L'ANNO 2004 In KEuro VOCI DI SPESA IMPORTI DESCRIZIONE DELLA SPESA Parziali A cura della Comm.ne Scientifica Nazionale Totale Compet. SJ SJ Viaggi Genova − Firenze Ruolo 1 2 3 4 Art. 23 Ricerca Assoc.RuoloArt. 23 FONTANELLI Flavio GRACCO Valerio PETROLINI Alessandro SANNINO Mario P.A. P.O. R.U. P.A. 1 1 1 1 70 60 10 90 Ass. Tecnol. 1 CUNEO Stefano 2 MUSICO Paolo Tecn. Tecn. Numero totale dei Tecnologi Tecnologi Full Time Equivalent Qualifica TECNICI Dipendenti Incarichi N Cognome e Nome Ruolo 1 AMERI Matteo CTer. 2 MINI' Giuseppe CTer. Numero totale dei ricercatori Ricercatori Full Time Equivalent 4 Numero totale dei Tecnici 2.3 Tecnici Full Time Equivalent Annotazioni: SERVIZI TECNICI Denominazione 1 officina elettronica 2 officina meccanica 3 Progettazione meccanica mesi−uomo 1.0 3.0 4.0 Osservazioni del direttore della struttura in merito alla disponibilità di personale e attrezzature Art. 15 10 10 2 0.2 % Collab. Assoc. tecnica tecnica 25 100 2 1.25 Il programma presentato in Consiglio di Sezione per l'anno 2004 è consistente con il numero di persone interessate, gli spazi e le attrezzature a disposizione. Mod EC./EN. 7 (a cura del responsabile locale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento ATHENA2−RD Resp. loc.: Gemma Testera Gruppo 2 ALLEGATO MODELLO EC2 MISSIONI ESTERE: riguardano contatti al CERN per la scrittura del proposal definitivo, e con un gruppo a Berkeley che svolge attivita' sperimentale sul confinamento di plasmi in campi non assialmente simmetrici. CONSUMO: gli elettrodi e la struttura meccanica della trappola verranno realizzati su nostro disegno. Il materiale da vuoto comprende flange, orings e parti di raccordo. Il materiale per il baking e' necessario per ottenere ultralto vuoto (sonde, nastri riscaldanti). I cavi criogenici sono una srtuttura che gia' abbiano realizzato per ATHENA, in cui i cavi sono coassiali miniaturizzati inseriti entro tubi di inox collegati ad un sistema di pompaggio indipendente da quello principale. L'apparato da vuoto principale vede solo i tubi di inox. RGA 200: e' un analizzatore di gas residuo; il prezzo e' quello del catalogo. Magnete + criostato: chiediamo che le cifre siano sub−judice ad un nostro progetto dettagliato; 200 K€ e' una stima approssimata. Mod EC./EN. 2a Pagina 1 (a cura del responsabile locale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento ATHENA2−RD Resp. loc.: Gemma Testera Gruppo 2 ALLEGATO MODELLO EC2 Mod EC./EN. 2a Pagina 2 (a cura del responsabile locale) Codice Esperimento Gruppo ATHENA2−RD 2 Rapp. Naz.: Gemma Testera ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 PREVENTIVO GLOBALE DI SPESA PER L'ANNO 2004 In KEuro A CARICO DELL' I.N.F.N. Struttura Miss. interno Miss. estero. di cui SJ FI GE TOTALI Materiale di cons. di cui SJ 9,0 5,0 16,0 20,0 14,0 36,0 di cui SJ 45,0 30,0 5,0 75,0 5,0 Trasp. e Facch. di cui SJ Spese Calc. di cui SJ Affitti e Manut. Appar. Mater. inventar. Costr. appar. di cui SJ di cui SJ 390,0 30,0 340,0 TOTALE Compet. di cui SJ 140,0 200,0 200,0 A carico di altri Enti di cui SJ 600,0 285,0 340,0 0,0 205,0 0,0 420,0 340,0 340,0 200,0 885,0 545,0 NB. La colonna A carico di altri enti deve essere compilata obbligatoriamente Note: Mod EC./EN. 4 (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Nuovo esperimento Gruppo ATHENA2−RD 2 PROPOSTA DI NUOVO ESPERIMENTO Mod EN5 ATHENA2-RD M. Amoretti1, C. Carraro1,2, L. Cacciapuoti3, R. Drullinger3, M. Fattori3, G. Ferrari4, V. Lagomarsino1,2, M. Macri’1, G. Manuzio1,2, M. Prevedelli5, N. Poli3, L. Ricci6 , G. Testera1, G. M. Tino3, A. Variola1 1) Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Sezione di Genova , I-16146 Genova 2) Dipartimento di Fisica, Universita’ di Genova, I-16146 Genova va 3)Dipartimento di Fisica e LENS - Universita' degli Studi di Firenze, INFN - Sezione di Firenze, I50019 4)Dipartimento di Fisica e LENS - Universita' degli Studi di Firenze, INFM - Firenze, I-50019 5) Universita' di Bologna e INFN - Sezione di Firenze 6) Dipartimento di Fisica - Universita' di Trento, I-38050 Trento-Povo Abstract Questo documento descrive una proposta di attivita’ di ricerca e sviluppo finalizzata alla preparazione di una proposta di esperimento per la verifica del principio di equivalenza per antimateria utilizzando atomi di antidrogeno. L’ interesse di questoprogetto e’ legato alla disponibilita’ di atomi di antidrogeno con bassa temperatura dimostrata nel 2002 dall’ esperimento Athena. Il proposal dovra’ essere presentato al CERN entro il 2004. La collaborazione scientifica nazionale e internazionale interessata a questo esperimento e’ attualmente in fase di formazione; i gruppi italiani delle Universita’ e sezioni INFN di Pavia e Brescia (gruppo collegato) attualmente partecipanti con il gruppo di Genova all’ esperimento ATHENA in gruppo 3, esprimono gia’ da ora un grande interesse scientifico e intendono collaborare alla scrittura del proposal. Introduzione L'esperimento Athena (finanziato dalla commissione III INFN) ha prodotto e rivelato nell'estate 2002 [1] atomi di antidrogeno con energia dell'ordine del meV e cioe’ equivalenti a temperature dell'ordine della decina di gradi Kelvin. Successivamente l' esperimento ATRAP [2] ha pubblicato dati simili. Il risultato ha riscosso un interesse enorme nell'ambiente scientifico (e anche divulgativo) poiche' la disponibilita' di atomi di antimateria freddi apre la strada per eseguire verifiche di principi di fisica fondamentale su un sistema fisico completamenete nuovo e con alta precisione. Atomi di antiidrogeno erano gia' stati prodotti prima al CERN [3] e poi a Fermilab [4] in processi di interazione di antiprotoni con energia di diversi GeV su bersagli di Xenon o idrogeno. Gli antiatomi prodotti in questi processi hanno energia confrontabile con quella del fascio degli antiprotoni incidenti e la sezione d'urto di produzione ha valori tipici dell'ordine della decina di picobarn. Il numero di antiatomi prodotti in questi esperimenti e' basso (dell’ordine della decina). L'esiguo numero e, soprattutto, la alta energia rendevano difficile l'utilizzo di questi atomi come un sistema su cui eseguire tests di fisica fondamentale con alta precisione. Due sono dunque i fattori che rendono il risultato di Athena importante per gli sviluppi futuri: il primo e' la bassa energia degli atomi prodotti e il secondo e' l'alto numero degli antiatomi che si riesce ad avere a disposizione. Infatti nel 2002, in tre mesi di presa dati, ATHENA ha prodotto circa un milione di atomi di antidrogeno. La disponibilita' di atomi freddi schiude le porte di un settore di ricerca completamente nuovo in cui la fisica delle particelle e la fisica atomica si possono integrare e permettere per esempio di eseguire verifiche del principio di equivalenza per antimateria, test di CPT con altissima precisione e ottenere risultati completamente originali di fisica atomica [5],[6],[7]. Le metodologie sperimentali tipiche della fisica degli atomi freddi quali il confinamento magnetico, il laser cooling, il confinamento magneto-ottico e infine l'interferometria atomica e la spettroscopia ad alta precisione ampiamente utilizzate con atomi ordinari devono essere adattate e integrate con le tecnologie utilizzate in Athena per produrre antiatomi e cioe' le tecniche di confinamento e raffreddamento di antiprotoni e positroni in trappole elettromagnetiche, la fisica dei plasmi non neutri e freddi, le tecniche di rivelazione, simulazione e analisi degli eventi tipiche della fisica nuclere o della fisica delle alte energie, l’ultra-alto vuoto e la criogenia. Sebbene tutte queste metodologie sperimentali separatemente siano utilizzate a livello di routine, la loro integrazione in un apparato unico e l'applicazione all'antidrogeno pone dei problemi nuovi. L'attivita' che stiamo proponendo riguarda l'approfondimento di alcune problemi sperimentali che devono essere risolti per poter arrivare ad eseguire misure del tipo di quelle citate (test di CPT o del principio di equivalenza) e definire una nuova proposta di esperimento. Sebbene, come sara' chiaro dai paragrafi successivi, l'attivita' che proponiamo e’ indispensabile sia per disegnare un esperimento di spettroscopia che un esperimento per la verifica del principio di equivalenza, il nostro interesse scientifico prevalente e' rivolto al test del principio di equivalenza per antimateria. In questo documento dapprima vengono riassunti i risultati principali sulla produzione di antidrogeno in Athena e viene poi discusso l' interesse scientifico delle misure che si possono effettuare su antidrogeno freddo e descritto il contesto internazionale in cui questa attivita' e' inserita. Vengono poi evidenziati i problemi chiave ancora da approfondire prima di poter disegnare un apparato sperimentale e descritta la proposta di attivita' di R&D di cui chiediamo il finanziamento. La produzione di antidrogeno in Athena Gli atomi di antidrogeno in Athena vengono prodotti attraverso il processo atomico di ricombinazione dei suoi costituenti (positroni e antiprotoni) che vengono raffreddati fino a energie dell'ordine del meV, manipolati e confinati all'interno di trappole elettromagnetiche. I due processi di ricombinazione che intervengono sono la ricombinazione radiativa e la ricombinazione a tre corpi p + e + → H + hυ p + e+ + e+ → H + e+ L'esperimento e' installato al CERN presso la macchina AD (Antiproton Decelerator) che e' una facility al momento unica al mondo che fornisce, ogni 90 secondi, antiprotoni con 5 MeV di energia cinetica in “shots” della durata di qualche centinaio di ns che contengno circa 3 107 antiprotoni. La decelerazione da 5 MeV fino ai meV necessari per la ricombinazione e' effettuata entro l'apparato sperimentale. I positroni sono forniti da un sorgente di Na22 e devono a loro volta essere raffreddati e accumulati entro l'apparato sperimentale. Le trappole elettromagnetiche [8] sono lo strumento fondamentale che permette di confinare per tempi macroscopici (centinaia o migliaia di secondi), manipolare e raffreddare le particelle cariche. Esse sono costituite da una serie di elettrodi cilindrici di opportuna lunghezza a cui vengono applicati dei potenziali statici. Si realizza cosi' una buca di potenziale nella direzione assiale che permette il confinamento di particelle con opportuno segno della carica se la loro energia e' minore della profondita' della buca (trappole di Penning o trappole di Malmberg). La figura seguente mostra un esempio. Radialmente il campo elettrico risultante e' necessarimente repulsivo e il confinanento richiede l'uso di un campo magnetico uniforme diretto lungo l’asse del sistema (asse z). Il moto delle particelle entro queste trappole e', nei casi di interesse, descritto in termini di traiettorie classiche e in molte situazioni non e' possibile trascurare gli effetti di carica spaziale. In particolare in AThena la nuvola di positroni utilizzata nel processo di ricombinazione (circa 7 107 positroni con densita' dell’ordine 108 /cm3, raggio di circa 2 mm, estensione assiale totale di circa 3 mm e temperatura di poche decine di Kelvin [9]) deve esser considerata un plasma non neutro freddo. La dinamica e le caratteristiche di plasmi completamente carichi e freddi confinati in trappole elettromagnetiche e’ ampiamente studiata sia a livello teorico che sperimentale da diversi gruppi di ricerca [10] da molti anni. Alcuni di questi gruppi sono in stretto contatto con Athena. Il confinamento simultaneo di particelle con carica di segno opposto e' piu' delicato e in Athena si usa una configurazione detta ``trappola nested'' in cui una regione che confina positroni e' posta al centro di una regione piu' ampia in cui si confinano antiprotoni (vedi figura). Gli antiprotoni durante la loro oscillazione assiale attraversano dunque la nuvola di positroni, interagiscono con essa ed eventualmente ricombinano. L'apparato [11] e' composto da diverse parti che svolgono il compito di cattura e raffreddamento degli antiprotoni di AD, raffreddamento e accumulo di positroni, trasporto e manipolazione delle nuvole cariche, sovrapposizione spaziale delle nuvole cariche per permettere la ricombinazione, rivelazione degli atomi di antidrogeno. Le trappole elettromagnetiche sono montate in una camera a vuoto raffreddata fino a 15 Kelvin e inserite in un campo magnetico di 3 Tesla realizzato con un magnete superconduttore. Gli atomi di antidrogeno neutri non sono confinati entro l’apparato e, una volta prodotti, annichilano sulle pareti metalliche della trappola. Il rivelatore [12] montato attorno alla regione di ricombinazione, e' un elemento chiave dell'apparato che permette la rivelazione delle annichilazione di antidrogeno e la loro identificazione rispetto a quelle dovute a annichilazioni dei singoli costituenti. E’ formato da un doppio strato di rivelatori al silicio e da cristali di CsI: i segnali rivelati dai silici permettono la ricostruzione del vertice dovuto alle annichilazioni antiprotone-nucleo e i cristalli permettono la rivelazione dei gamma da 511 KeV dovuti alla annichilazione positrone-elettrone. L’evento di annichilazione di antidrogeno e’ identificato attraverso la coincidenza spazio temporale dei segnali dovuti alla annichilazione antiprotone-nucleo e positrone-elettrone. In un ciclo di misura tipico circa 104 antiprotoni vengono fatti sovrapporre a un plasma freddo (15 Kelvin circa) di circa 7107 positroni per 180 secondi. Risulta che in queste condizioni il 15% degli antiprotoni ricombina in antidrogeno con una rate che decresce nel tempo ma che assume valori iniziali superiori a 100 Hz [13]. La caratteristiche del plasma di positroni influenzano il processo di formazione di antidrogeno e le caratteristiche (energia e direzione di emissione) dello stato finale in cui l’antidrogeno e’ emesso. Il plasma in equilibrio termodinamico con temperatura T e’ caratterizzato da un moto coerente di rotazione attorno all’asse del sistema dovuto alla presenza del campo magnetico e dei campi elettrici (carica spaziale+ campi applicati). La frequenza di rotazione dipende dalla densita’ del plasma. La temperatura del sistema e’ quindi definita nel sistema di riferimento rotante e, nei casi di interesse in cui l’energia dovuta alla carica spaziale e’ maggiore di quella termica, si puo’ descrivere il plasma come un sistema con temperatura che tende a zero. La temperatura reale e’ dell’ordine della temperatura delle trappole (i positroni raggungono l’equilibrio termico con l’ambiente con una costante tempo di circa 0.4 secondi). In questo caso risulta che il plasma e’ un ellissoide di rotazione con densita’ costante e che i campi dovuti alla carica spaziale ccompensano i campi applicati in direzione assiale. Dunque in direzione assiale un antiprotone che attraversa il plasma subisce decelerazione per collisioni con i positroni ma si muove in un campo elettrico mediamente nullo. Radialmente il campo elettrico dovuto ai positroni rafforza quello dovuto ai potenziali applicati agli elettrodi. Il moto radiale di un antiprotone entro il plasma deve tenere conto di questi campi e il risultato e’ che l’ antiprotone ruota con una velocita’ angolare praticamente uguale a quella dei positroni. Il rate di ricombinazione dipende dalla velocita’ relativa tra antiprotoni e positroni ma la energia con cui l’atomo di antidrogeno emerge dal plasma dipende dalla velocita’ dell’ antiprotone nel sistema del laboratorio. I dati di Athena del run del 2002 indicano che il detector rivela antiatomi emessi in modo pressoche’ isotropo [14]. L’energia degli antiatomi non e’ stata ancora misurata direttamente ma, dalle considerazioni precedenti, risulta che il suo valore non puo’ essere inferiore a qualche decina di Kelvin. Motivazioni per esperimenti con antimateria a bassa energia Antidrogeno e simmetria CPT L’invarianza CPT e’ una delle proprieta’ fondamentali delle teorie di campo quantistiche in uno spazio tempo piatto ed e’ conseguenza di alcune ipotesi di base della teoria e cioe’ la localita’, l’ invarianza per trasformazioni di Lorentz e l’unitarieta’. Le conseguenze principali includono la predizione che particelle e antiparticelle devono avere la stessa massa e vita media, la stessa carica e momento magnetico in modulo. Segue anche che la struttura fine, iperfine, il Lamb shift di sistemi legati di materia e antimateria devono essere identici. L’invarianza CPT e’ stata verificata sperimentalmente in numerosi sistemi fisici. La tabella seguente riporta alcuni dati tratti dal Particle Data Book 2002 (me+-me-)/me< 4 10-8 (qe+-qe-)/ qe< 4 10-8 (g +-g -)/ gaver = (-2.6 +- 1.6 ) 10-8 (q/m)pbar/(q/m)p = (1.5 +-1.1) 10-9 (ge+-ge-)/ gaver = (-0.5 +- 2.1) 10-12 < 10-18 (mK0-mK0)/mK0 Il test piu preciso e’ quello sui kaoni neutri ma la sua interpretazione non e’ completamente indipendente da modelli. La spettroscopia dell’atomo di idrogeno utilizzando tecniche di confinamento di atomi freddi [15] o usando beam atomici freddi [16] ha raggiunto precisioni molto elevate. La frequenza della transizione 1S-2S e’ stata misurata con una risoluzione di 1.5 10-14 utilizzando atomi di idrogeno con energia pari a frazioni di mKelvin. La larghezza intrinseca di soli 1.3 Hz di questa riga offre la possibilita’ di eseguire un test diretto di CPT con una precisione di una parte 1018 confrontando la frequenza della transizione in idrogeno e antidrogeno. Simili tests sono possibili utilizzando altre transizioni. Il punto importante e’ che la precisione elevata di queste misure e’ legata alla bassissima energia dell’atomo che e’ essenziale sia per il suo confinamento che per limitare effetti Doppler nelle misure con fasci. Se queste energie potessero essere raggiunte per atomi di antidrogeno allora le metodologie di misura usate per atomi potrebbero essere usate per antiatomi. Antidrogeno e principio di equivalenza Il principio di equivalenza e’ il fondamento della teoria della gravitazione universale di Einstein e prevede che l’accelerazione gravitazionale di oggetti in caduta libera sia indipendente dalla loro composizione. Nonostante questo principio sia stato verificato con grande accuratezza per oggetti composti di materia ordinaria, non esiste nessun test diretto della validita’ del principio di equivalenza per antimateria. Notiamo che la validita’ di CPT anche in una teoria che includa la gravitazione non assicurerebbe la validita’ automatica del principio di equivalenza per antimateria nel campo gravitazionale terrestre. CPT direbbe solo che un atomo di antidrogeno cade verso una antiterra con la stessa accelerazione con cui un atomo di idrogeno cade verso la terra. Inoltre lo studio delle proprieta’ gravitazionali della antimateria potrebbe offrire una chiave per verificare modelli di teorie di quantum gravity dove accanto al gravitone vengono introdotte altre particelle con spin 0 (graviscalare) oppure 1 (gravivettore). Queste particelle mediano interazioni che al limite classico provocono deviazioni nella legge 1/r del potenziale Newtoniano [17]. Forze mediate da particelle scalari sono attrattive se l’interazione e’ materia-materia o materia-antimateria ma forze mediate da particelle vettoriali cambiano segno se l’interazione e’ materia-materia o tra materia e antimateria. Questo fatto fu osservato prima prima ancora che nascesse l’interesse sulle misure in cui si verifica la dipendenza delle accelerazione di gravita’ dalla composizione degli oggetti materiali (esperimenti sulla cosiddetta 5 forza). Nonostante tali esperimenti possana fornire limiti su interazioni mediate da particelle vettoriali, un confronto diretto della accelerazione di gravita’ di materia e antimateria sarebbe di indubbio interesse scientifico [18] Un esperimento per misurare la differenza della accelerazione di gravita’ tra antiprotoni e protoni e’ stato approvato al CERN presso LEAR intorno alla meta’ degli anni 80 (PS200) [19]. Il metodo consisteva nel misurare la distribuzione dei tempi di volo di antiprotoni freddi lanciati verticalmente in un tubo di drift di un metro di lunghezza. Le precisioni previste erano a livello del 1%. Nel seguito sono state proposte e studiate tecniche piu’ accurate [20]. La misura non e’ mai stata effettuata ma PS200 ha posto le basi delle metodologie sperimentali utilizzate in Athena. Tra i proponenti della presente attivita’ ci sono persone che furono coinvolte in PS200. La misura della accelerazione di gravita’ g su antiprotoni risulta molto difficile a causa soprattutto della debolezza della forza gravitazionale rispetto a quella elettrica: basti pensare che un campo elettrico di soli 10-7 V/m produce su un antiprotone una forza uguale a quella gravitazionale. La disponibilita’ di antimateria in forma neutra permetterebbe di superare molte delle difficolta’ legate alla misura con particelle cariche. Risulta pero’ evidente che qualunque sia il metodo di misura utlizzato occorre disporre di particelle molto lente cioe’ con energia inferiore al mKelvin. In assenza di un qualunque dato sperimentale sulla validita’ del principio di equivalenza una misura con una precisione come quella prevista da PS200 e’ comunque un traguardo fondamentale ma le prospettive possoni essere molto piu’ ambiziose perche’ la tecnologia della manipolazione degli atomi freddi confinati in trappole magneto-ottiche e le tecniche di interferometria atomica hanno permesso di misurare la accelerazione di gravita’ su atomi con precisioni di 10-8-10-9 [21]. Alcuni dei proponenti della presente attivita’ sono impegnati nell’ esperimento MAGIA che usa appunto queste metodologie sperimentali [22]. Precisioni simili si potranno raggiungere in futuro con atomi di antimateria se si riuscira’ ad applicare ad atomi di antidrogeno queste tecnologie. Contesto e scadenze internazionali Come risulta chiaro dai paragrafi precedenti, per poter eseguire misure di fisica fondamentale su atomi di antidrogeno occorre disporre di antiatomi con energia inferiore al milliKelvin. Nonostante i problemi siano comuni a esperimenti di spettroscopia o esperimenti sulla verifica del principio di equivalenza, il nostro interesse scientifico e’ rivolto al progetto di un esperimento per la verifica del principio di equivalenza utlizzando atomi di antidrogeno. Prima di poter progettare un apparato che permetta di eseguire misure di questo tipo, dobbiamo approfondire alcuni problemi preliminari tra di loro collegati e in particolare occorre eseguire attivita’ di R&D sui problemi relativi al 1) confinamento dell’antidrogeno 2) raffreddameno dell’antidrogeno Questa attivita’ , che si dovrebbe svolgere nei laboratori di Genova e Firenze, ha come scopo la definizione di un proposal da presentare al CERN. L’esperimento ATHENA, cosi’ come gli altri due esperimenti installati su AD attualmente, prendera’ dati nel 2003 e nel 2004. Nel 2005 AD non fornira’ fascio a causa della decisione del CERN sulla pausa degli acceleratori in questo anno. L’attivita’ su AD dovrebbe riprendere al CERN a partire dal 2006 con esperimenti nuovi. Il CERN richiede la presentazione di nuovi proposals (attualmente la scadenza e’ l’ estate 2004) competitivi che giustifichino la riapertura e il mantenimento della macchina dopo la pausa del 2005. I gruppi che firmano la presente proposta intendono svolgere attivita’ di ricerca per risolvere le questioni sperimentali descritte a proposito dell’ intrappolamento e raffreddamento di antidrogeno e, in collaborazione con i gruppi di Pavia e Brescia che sono coinvolti in Athena, intendono lavorare per arrivare a un progetto di un apparato e di un esperimento da proporre al CERN entro i tempi richiesti. Inoltre, non appena la sigla Athena sara’ chiusa, il numero di fisici equivalenti del gruppo di Genova comprendera’, oltre quelli indicati adesso, tutti coloro che attualmente partecipano ad Athena. Alcuni degli Istituti attualmente coinvolti in Athena hanno gia’ dichiarato interesse per un esperimento sul principio di equivalenza, con altri sono in corso discussioni. E’ interessante osservare che esiste un progetto del CERN che prevede un sostanziale miglioramento di AD per il 2006: l’idea e’ quella di utilizzare un deceleratore a radiofrequenza identico a quello installato e gia’ funzionante sull’ esperimento ASACUSA [23]. Questo deceleratore, seguito da un trappola elettromagnetica del tipo di quelle di Athena, permette di aumentare di un fattore 100 il numero di antiprotoni freddi (energie intorno all’eV o subeV) rispetto a quello che attualmente si ottiene in ATHENA. Questo e’ un risultato che la collaborazione ASACUSA ha gia’ raggiunto. Il deceleratore dovrebbe diventare parte della macchina che fornira’ cioe’ agli utenti antiprotoni con energia intorno all’ eV. Questo progetto e’ stato descritto a Monaco durante l’ workshop sul futuro di AD a maggio 2003. Sottolineiamo inoltre che la linea di ricerca sulla antimateria a bassa energia ha prospettive piu’ ampie di quelle offerte attualmente dal CERN perche’ presso la facility di acceleratori recentemente approvata al GSI e’ prevista una linea con antiprotoni del tutto simile all’attuale AD. Anche qui e’ previsto l’uso di un deceleratore a radiofrequenza. Questa nuova facility entrera’ in funzione nel 2010. Principi del confinamento magnetico Il confinamento magnetico di specie atomiche neutre si basa sull'interazione tra il momento magnetico atomico ed un campo magnetico statico disomogeneo opportunamente modellato. Il termine che descrive tale interazione e’ H = −µ ⋅ B (r ) µ dove indica il momento di dipolo magnetico dell’atomo e B (r ) e’ il campo magnetico. Nell'ipotesi di validita’ dell'approssimazione adiabatica, ossia se la frequenza di Larmor risulta molto maggiore del tasso di variazione del campo magnetico visto nel sistema di riferimento dell'atomo, l'Hamiltoniana diviene: H = ±µ B Gli atomi con segno '-' sono chiamati High-Field-Seekers (HFS) dal momento che sono attratti e intrappolati dai punti di massimo del modulo del campo magnetico; viceversa, quelli con il segno '+' sono attratti dai punti di minimo del modulo del campo e sono detti Low-Field-Seekers(LFS). Il fatto che un campo magnetico statico risulti irrotazionale determina l'impossibilita’ di trovare punti di massimo del modulo all'interno di un mezzo omogeneo [24]: essi possono essere trovati esclusivamente all'interfaccia tra due mezzi con diversa permeabilita’ o nelle sorgenti di campo. Da cio’ deriva l'impossibilita’ di confinare gli HFS nel vuoto. Per contro, e’ possibile creare minimi di modulo del campo magnetico ed intrappolare quindi i LFS, ad esempio utilizzando una coppia di bobine in configurazione anti-Helmholtz. La profondita’ della buca di potenziale dipende, oltre che dai termini dello sviluppo del campo maggiori o uguali al primo (gradiente, curvatura, ecc.), dal momento magnetico della specie da intrappolare. Nel caso degli atomi alcalini (ivi compreso l'idrogeno [25]) che in virtu’ dell'unico elettrone di valenza risultano paramagnetici, si ha che il momento magnetico e’ di fatto pari a un magnetone di Bohr e cioe’ 0.67 K/T. Dunque per confinare antidrogeno con energie inferiori a circa 670 mK in una regione con dimensioni lineari di pochi cm occorre realizzare dei gradienti di campo magnetico dell’ordine del Tesla/cm. Generazione e geometria del potenziale di confinamento Nella gran parte delle applicazioni attuali, i campi magnetici necessari per l'intrappolamento sono generati mediante distribuzioni di corrente. Un secondo approccio riguarda l'impiego di magneti permanenti (si veda ad esempio [26]) con l'eventuale aggiunta di materiali ad alta permeabilita’ [27] al fine di incrementare il gradiente di campo. La generazione del campo mediante magneti permanenti presenta, sulla prima soluzione, il vantaggio di evitare problemi legati all'ingombro dei conduttori e, nel caso non vengano usati superconduttori, alla dissipazione termica. D'altro canto, l'impiego di correnti consente di accendere, modulare o spegnere il potenziale di confinamento, un vantaggio che in numerose situazioni sperimentali si rivela risolutivo. Un aspetto fondamentale e’ costituito poi dalla scelta della geometria della sorgente di campo e quindi della distribuzione spaziale del campo magnetico stesso. Un ruolo importante in tale ambito e’ giocato dall'approssimazione adiabatica, la cui violazione comporta la perdita degli atomi intrappolati per Majorana spin-flips. Il campo di quadrupolo generato da una coppia di bobine in configurazione anti-Helmholtz non costituisce in tal senso una soluzione ideale, al contrario della cosiddetta configurazione Ioffe-Pritchard [28] che viene attualmente utilizzata in un gran numero di esperimenti con atomi freddi. La figura seguente mostra la geometria dei conduttori nella trappola di Ioffe-Pritchard. Notiamo che il sistema non ha simmetria di rotazione. Come veniva ricordato in precedenza, l'idrogeno e’ una delle specie atomiche per le quali la tecnica dell'intrappolamento magnetico risulta applicabile. D'altra parte, a differenza delle altre specie alcaline, l'idrogeno non e’ altrettanto ben manipolabile con le tecniche di Laser Cooling and Trapping. La ragione di cio’ risiede nella difficolta’ di produrre radiazione risonante con la transizione atomica fondamentale, la Lyman-alfa di 112.5 nm. Negli esperimenti su idrogeno freddo, ivi compresa la condensazione di Bose-Einstein, il raffreddamento di un campione di idrogeno atomico fino a temperature dell'ordine o inferiori alle profondita’ dei potenziali di confinamento (dell’ordine del Kelvin) viene realizzato mediante tecniche termodinamiche. Queste ultime risultano efficienti solo in presenza di densita’ atomiche superiori a 1012 cm-3. Un tale valore pregiudica la possibilita’ di applicare attualmente tecniche analoghe su atomi di antiidrogeno. Da queste considerazioni risulta evidente che l'obiettivo di intrappolare l'antiidrogeno richiedera’ l'impiego di tecniche alternative o lo sviluppo di nuove. Un possibile approccio riguarda l'utilizzo di potenziali di intrappolamento basati su altre interazioni (per esempio con campi elettrici) o comunque su combinazioni di forze. In tal senso va menzionato che e’ attualmente in fase di ultimazione a Trento un esperimento in grado di intrappolare atomi di Rubidio mediante una combinazione di forza magnetica e gravitazionale. Un secondo aspetto riguarda lo sfruttamento della particolare situazione nella quale gli atomi di antiidrogeno vengono prodotti nell'esperimento ATHENA: esiste infatti la possibilita’ che gli atomi si trovino in stati di Rydberg, ossia con numero quantico principale e con momento angolare orbitale molto elevato. Cio’ implicherebbe una maggiore risposta nei confronti dei gradienti di campo magnetico ed elettrico, rispettivamente a causa di un maggiore fattore di Lande’ e di una maggiore polarizzabilita’ elettrica. Un problema fondamentale da studiare riguarda la possibilita’ di produrre antidrogeno tramite ricombinazione di positroni e antiprotoni e di confinarlo nello stesso volume in cui viene prodotto. Occorre a questo scopo una configurazione di campi elettrici e magnetici che permetta il confinamento stabile sia delle particelle cariche (in stato di plasma) che costituiscono l’ antiatomo che degli antiatomi neutri. Questa configurazione di campi non e’ banale da individuare: la semplice aggiunta di una trappola tipo Ioffe Pritchard alla regione di confinamento dei plasmi carichi non permette in generale di avere stabilita’ nel confinamento del plasma. Il motivo e’ la mancanza di simmetria di rotazione che si genera a causa della trappola di Ioffe Pritchard. La simmetria di rotazione e’ fondamentale per assicurare il confinamento del plasma completamente carico per tempi macroscopici. Questa simmetria si traduce nella conservazione del momento angolare del sistema e quindi nella conservazione del raggio quadratico medio. Ogni fenomeno di trasporto radiale in presenza di simmetria di rotazione deve conservare il raggio quadratico medio del plasma e questo limita quindi la possibilita’ di espansione e perdita di particelle. Il gruppo di J. Fajans a Berkeley, [29] con cui siami in contatto, ha eseguito misure su questo problema (stabilita’ di plasmi di elettroni in campi quadrupolari). Campi magnetici multipolari si avvicinano di piu’ a una configurazione con simmetria di rotazione e potrebbero essere piu’ vantaggiosi (30) Altri gruppi [31] hanno individuate e stanno studiando configurazioni di confinamento completamente diverse. Attivita’ sperimentale proposta sul confinamento di antidrogeno Proponiamo di studiare questo problema dapprima definendo la geometria di un sistema di confinamento idoneo alla formazione e al simultaneo confinamento di particelle cariche e neutre e poi eseguendo test di stabilita’ per particelle cariche nella configurazione individuata. I test potranno essere eseguitinei laboratori INFN di Genova riutilizzando parte della strumentazione gia’ finanziata dall’INFN nell’ ambito di Athena e in passato di PS200. Dati i valori dei campi magnetici in gioco, comunque sara’ definita’ la geometria del campo magnetico, appare evidente che si debbano usare avvolgimenti superconduttori. Stiamo valutando se e’ possibile modificare un magnete superconduttore (3 Tesla, bore di 15 cm di diamtro a temperatura ambiente) presente nei nostri laboratori in modo da inserire avvolgimenti per produrre i necessari gradienti oppure se e’ conveniente realizzare un magnete nuovo. L’apparato sperimentale che stiamo progettando consiste di una trappola tipo MalmbegPenning del tutto simile a una porzione di quella utilizzata in Athena che sara’ posta in una camera a vuoto possibilmente criogenica. Il campo magnetico deve consentire il confinamento delle particelle cariche e di antidrogeno. Plasmi di elettroni possono essere facilmente generati (lo facciamo di routine in Athena perche’ gli elettroni ci servono per il processo di electron cooling degli antiprotoni) entro trappole elettromagnetiche utlizzando come sorgente un filamento che emette per effetto termoionico. Gli elettroni in alto campo magnetico si raffreddano in tempi brevi per radiazione e raggiungono idealmente l’equilibrio termico con l’ambiente in cui sono montate le trappole (4 Kelvin). Densita’ di diversi 108 cm-3 si raggiungono con poche decine di Volts applicati agli elettrodi delle trappole. I tempi di confinamento e la stabilita’ si studiano con misure distruttive (dump del plasma su una Faraday cup) o non distruttive quali la rivelazione dei modi di plasma. Su questo aspetto abbiamo lavorato molto in Athena e abbiamo raggiunto risultati originali mettendo a punto una diagnostica che permetter di misurare densita’, dimensioni e numero di particelle confinate con perturbazioni trascurabili al sistema[9]. Introducendo gradienti di campo magnetico sara’ importante avere a disposizione una diagnostica distruttiva con risoluzione radiale del tipo di quella usata in questo genere di esperimenti (schermo al fosforo e CCD) da altri gruppi. L’ultraalto vuoto e’ un parametro importantissimo: abbiamo esperienza su questo aspetto e anche parte della attrezzatura necessaria. L’elettronica comprende la parte per l’applicazione dei segnali di polarizzazione degli elettrodi e impulsi per estrarre o muovere le particelle in trappola oltre che l’elettronica per la rivelazione di modi di plasma (radiofrequenza) e la manipolazione delle particelle. Parte della elettronica verra’ realizzata nei nostri laboratori. Il sistema di gestione e di acquisizione sara’ simile a quello di Athena cioe’ basato sull’uso di schede National e un PC con Labview. I dati verranno poi analizzati con tools standard quali root. Va verificata la stabilita’ di plasmi (quello di elettroni simulera’ quello di positroni in un esperimento finale) e di nuvole di particelle dove l’effetto di carica spaziale e’ trascurabile e che dovrebbe corrisposndere al caso degli antiprotoni. Nell’apparato si potranno generare e confinare protoni. I protoni si generano facendo incidere un fascio di elettroni su una targhetta e ionizzando il gas desorbito. Se il segno dei potenziali applicati agli elettrodi e’ quello giusto i protoni rimangono confinati in trappola. Questa facility di test che stiamo progettando dovrebbe essere un oggetto con cui si eseguono tests di idee da applicare all’apparato finale e dovrebbe restare in funzione anche quando l’apparato finale sara’ definito per permettere facilmente di verificare nuove procedure di manipolazione di particelle o altro. La presenza di una facility di tests di questo tipo avrebbe aiutato molto la sperimentazione effettuata in Athena. Prima di definire con piu’ dettaglio l’apparato sperimentale occorre, da parte nostra, studiare ed eseguire calcoli sulle possibili configurazione di campo magnetico potenzialmente adatte anche al confinamento delle particelle di antidrogeno olte che a quello delle particelle cariche. La collaborazione con alcune persone di gruppo 5 di Genova con grande esperienza sul progetto di magneti superconduttori risultera’ molto preziosa e fondamentale sara’ l’esperienza del gruppo di Firenze (e delle persone dei gruppi di Bologna e Trento che fanno riferimento alla sede di Firenze) sul confinamento di particelle neutre in trappole magnetiche. Attivita’ sperimentale proposta sul raffreddamento di antidrogeno Sia per aumentare l’ efficienza di intrappolamento che per poter eseguire gli esperimenti cui si e’ accennato, occorre un sistema efficiente di raffreddamento per gli atomi di antidrogeno. La tecnica del laser cooling e’ utilizzata con successo nel campo del raffreddamento degli atomi. Le misure attualmente in corso in ATHENA sembrano indicare che gli atomi di antiidrogeno che vengono prodotti attualmente sono principalmente nello stato fondamentale ed hanno una temperatura tra i 20 ed i 100 Kelvin e la loro velocita' nel sistema del laboratorio e' sostanzialmente data dalla velocita' termica. Gli atomi hanno quindi velocita' medie tra i 400 ed i 900 m/s. Una trappola magnetica per atomi neutri nello stato fondamentale ha una profondita' di circa 670 mK/Tesla. La scala di distanze in cui in una trappola di quadrupolo si passa dallo zero del modulo del campo a valori di qualche Tesla e' di qualche cm. Per potere immagazzinare con alta efficienza in una trappola magnetica gli atomi prodotti dalla ricombinazione e' necessario non solo ridurre la temperatura al di sotto di pochi Kelvin ma anche farlo in tempi brevi (poche decine di microsecondi ). Sembra ovvio pensare di ricorrere alle tecniche di laser cooling: la transizione Ly-alpha, dal livello 1S al 2P, a 121 nm, ha le desiderabili proprieta' di essere fortemente permessa (tau=1.6 ns) e ad elevata frequenza. Per arrestare un atomo di antiH che si muove a 900 m/s contro un fascio di radiazione Ly-alpha basta l'impulso di circa 300 fotoni e, in condizioni di saturazione, il tempo necessario per farlo puo' essere, potenzialmente, di 300*tau=0.5 microsecondi, pari a una distanza di meno di 0.5 mm. In realta', passando da 900 m/s a 0, l'effetto Doppler sposta la frequenza di assorbimento degli atomi di circa 7.5 Ghz, da confrontare con la larghezza naturale della transizione di 100 MHz. E' quindi necessario mantenere in risonanza gli atomi, mano a mano che decelerano, con la radiazione. Una possibilita' puo' essere l'utilizzo di una sorgente Ly-alpha a banda sufficientemente larga. In alternativa si puo' sfruttare l'effetto Zeeman applicando un gradiente di campo magnetico. Alla riduzione della velocita' longitudinale, tuttavia, e' associato un effetto di riscaldamento dato che i fotonivengono assorbiti da una sola direzione ma riemessi in modo isotropo. Due fasci di radiazione contropropaganti, spostati verso il rosso della transizione possono, oltre che ridurre la velocita', anche diminuire la temperatura assiale a scapito di quella trasversa. L'effetto Doppler porta infatti gli atomi ad assorbire fotoni preferenzialmente dal fascio contropropagante. La temperatura minima raggiungibile in questo schema (Temperatura Doppler) e' quella che corrisponde ad una velocita' che causa un effetto Doppler dell'ordine della larghezza naturale della transizione, circa 3 mK, nel nostro caso. Una sorgente Ly-alpha con una larghezza spettrale maggiore di quella naturale della transizione sarebbe, in questo caso, indesiderabile, visto che porterebbe ad un aumento della temperatura Doppler. Non e' ovvio estendere a tre dimensioni l'effetto di rallentamento e raffreddamento in regioni dove il campo magnetico e' estremamente elevato. Tuttavia l'interazione con radiazione Ly-alpha appare di gran lunga la tecnica piu' promettente per la cattura degli atomi prodotti dalla ricombinazione. Produrre radiazione a 121 nm tuttavia e' estremamente difficile. Attualmente esiste una sola sorgente Ly-alpha CW [32]. Si basa su un sistema laser relativamente complicato e costoso che produce una potenza di circa 20 nW utilizzando tre sorgenti laser distinte e miscelazione a 4 onde in vapori di mercurio. Gli autori dell'esperimento confidano di potere aumentare di parecchi ordini di grandezza la potenza attuale. Sorgenti impulsate sono molto piu' semplici da realizzare dato che l'efficienza dei processi non lineari aumenta con la potenza di picco. Una sorgente impulsata potrebbe essere utilizzata in sostituzione di una continua, a patto che la durata dell'impulso sia sufficientemente maggiore della vita media del livello eccitato. Il repetition rate dovrebbe poi essere sufficientemente elevato per arrestare gli atomi all'interno della trappola magnetica. Sono state realizzate sorgenti impulsate con durata dell'impulso di circa 10 ns e repetition rate di 50 Hz [33]. Mentre la durata dell'impulso e' adeguata, il repetition rate richiesto per arrestare gli atomi in pochi cm e' attorno a 10 MHz. Appare evidente che sebbene il laser cooling sia probabilmente l'unico modo che in futuro potra consentire di trasferire gli atomi di antiidrogeno attualmente disponibili in una trappola magnetostatica, non esiste attualmente una sorgente di radiazione Lyalpha con le caratteristiche richieste. La generazione di radiazione Ly-alpha CW appare tuttavia molto promettente e sembrano possibili rapidi e importanti sviluppi. Proponiamo che il gruppo di Firenze sviluppi una sorgente Lyman-alpha di potenza adeguata ad effettuare laser cooling di antidrogeno. E’ importante notare che buona parte dell’investimento finanziario sulla sorgente di luce Lyman alpha sarebbe gia’ un investimento per l’ esperimento finale infatti l’obiettivo e’ quello di realizzare una sorgente che sia utilizzabile per l’esperimento vero e proprio. [1]M. Amoretti et. Al., Nature 419, 456 3 ottobre 2002 [2] G. Gabrielse et al., Phys. Rev. Lett. 89, 213401 (2002). [3] G. Baur et al., Phys. Lett. B 368, 251 (1996) [4] G. Blanford et. al, Phys. Rev . Lett. 80, 3037 (1998) [5] M.H. Holzscheiter and M. Charlton, Rep. Prog. Phys. 62 1 (1999) [6] M. Charlton et. al, Phys. Rep. 241 2 67 (1994) [7] J. Eades, F.J. Hartmann Rev. Mod. Phys. 71, 373 (1999) [8] L. S. Brown and G. Gabrielse, Rev. Mod. Phys. 58, 233 (1986). [9] M. Amoretti et al, accepted by Phys. Rev. Lett. M. Amoretti et al, accepted bty Phys. of Plasmas [10] R. C. 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Setija et al., PRL 70, 2257, (1993) Codice Esperimento Gruppo ATHENA2−RD 2 Rapp. Naz.: Gemma Testera ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 PREVISIONE DI SPESA Piano finanziario globale di spesa In KEuro ANNI Miss. Miss. Materiale Trasp. e Spese FINANZIARI interno estero. di cons. Facch. Calc. 2004 2005 2006 TOTALI Mod EC./EN. 6 14 15.0 15.0 36 40.0 40.0 75 90.0 90.0 44,0 116,0 255,0 0 0.0 0.0 0 0.0 0.0 Affitti e Manut. Appar. 0 0.0 0.0 Mater. inventar Costr. appar. TOTALE Compet. 420 275.0 130.0 340 150.0 90.0 885.0 570.0 365.0 825,0 580,0 1820,0 (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Codice Esperimento ATHENA2−RD Resp. loc.: Gemma Testera Struttura GE Gruppo 2 COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA N 1 2 3 4 RICERCATORE Cognome e Nome Qualifica Dipendenti Incarichi Affer. al gruppo . Art. 23 Ruolo Ricerca Assoc AMORETTI Marco CARRARO Carlo LAGOMARSINO Vittorio TESTERA Gemma Ric. AsRic Dott. P.A. % N TECNOLOGI Cognome e Nome Qualifica Incarichi % Ass. Ruolo Art. 23 Tecnol. Dipendenti 50 50 30 30 3 3 2 2 Numero totale dei Tecnologi Tecnologi Full Time Equivalent N Numero totale dei ricercatori Ricercatori Full Time Equivalent Cognome e Nome Qualifica Incarichi Dipendenti Ruolo Art. 15 Collab. tecnica Annotazioni: mesi−uomo 3.0 Osservazioni del direttore della struttura in merito alla disponibilità di personale e attrezzature Il programma presentato in Consiglio di Sezione per l'anno 2004 e' consistente con il numero di persone interessate, gli spazi e le attrezzature a disposizione. Mod EC./EN. 7 % Assoc. tecnica 4 Numero totale dei Tecnici 1.6 Tecnici Full Time Equivalent SERVIZI TECNICI Denominazione 1 officina meccanica TECNICI 0 0 (a cura del responsabile locale) 0 0 Codice Esperimento Gruppo ATHENA2−RD 2 Rapp. Naz.: Gemma Testera ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 MILESTONES PROPOSTE PER IL 2004 Data completamento Descrizione LUGLIO 2004 PROGETTO MAGNETE E CRIOSTATO PER CONFINAMENTO ANTIDROGENO E PLASMI CARICHI (FI−GE) SETT 2004 DEFINIZIONE COLLABORAZIONE INTERNAZ. E SCRITTURA PROPOSAL PER ESP. AL CERN SETT 2004 PROGETTO SORGENTE LYMAN ALPHA PROGETTO E ORDINE FASCIO ATOMICO (FIRENZE) DIC 2004 ORDINE MAGNETE PER APPARATO DI TEST (GENOVA) DIC 2004 SETUP DAQ, APPARATO DA VUOTO, MECCANICA PER APPARATO DI TEST (GENOVA) Dic 2004 ORDINI LASER PR SORGENTE LYMAN ALPHA (FI) COSTRUZIONE FASCIO (FI) STUDIO CONFIGURAZIONI PER TRAPPOLE MAGNETICHE (FI−GE) Mod EC./EN. 8 (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Codice Esperimento Gruppo BOREX 2 Rapp. Naz.: Gianpaolo Bellini Rappresentante nazionale: Struttura di appartenenza: Posizione nell'I.N.F.N.: Gianpaolo Bellini MI INFORMAZIONI GENERALI Fisica dei neutrini solari. Momento magnetico del neutrino. Antineutrini. Linea di ricerca Laboratorio ove si raccolgono i dati L.N.G.S. Sigla dello esperimento assegnata dal laboratorio BOREX Acceleratore usato Fascio (sigla e caratteristiche) Studio dei neutrini solari da Be−7, B−8 e CNO tramite scattering elastico su elettroni. Studio del momento magnetico del neutrino con sorgenti. Rivelazione di antineutrini terrestri e da reattori. Processo fisico studiato Apparato strumentale utilizzato Scintillatore liquido Genova, LNGS, Milano, Pavia, Perugia Sezioni partecipanti all'esperimento ATTLucent Technologies (Murray Hill, NJ USA), Princeton University (Princeton, NJ USA), Technical University Munich (Munich,Germany), JINR (Dubna, Russia), Max Planck Institute (Heidelberg, Germany),College de France (Paris, France), KFKI (Budapest, Hungary), Kurchatov Institute(Moscow, Russia), IRMM European Joint Research Center (Geel, Belgium), Virginia Polytechnic Institute (Blacksburg, VA USA), Jagellonian University (Krakow, Poland), Queen' s University (Kingston, Canada) Istituzioni esterne all'Ente partecipanti 5 anni dall'installazione Durata esperimento Mod EC. 1 (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento BOREX Resp. loc.: G. MANUZIO Gruppo 2 PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L'ANNO 2004 In KEuro IMPORTI VOCI DI SPESA DESCRIZIONE DELLA SPESA Parziali Totale Compet. SJ Essenzialmente viaggi LNGS SJ 80.0 20.0 100.0 20.0 Contatti con altri gruppi della collaborazione 10.0 Manutenzione scheda elettronica 3.0 Contratto Lahen per riparazione scheda di elettronica digitale 25.0 Trasporti Consorzio 10.0 0.0 28.0 0.0 1.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 10.0 0.0 0.0 0.0 1.0 Ore CPU Spazio Disco Cassette Altro Manutenzione DAQ e interna calcolo 3.0 Acquisto orologio GPS (se non reperibile ai LNF) 7.0 Totale 149.0 20.0 Sono previsti interventi e/o impiantistica che ricadono sotto la disciplina della legge Merloni ? Breve descrizione dell'intervento: Mod EC./EN. 2 (a cura del responsabile locale) A cura della Comm.ne Scientifica Nazionale ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento BOREX Resp. loc.: G. MANUZIO Gruppo 2 ALLEGATO MODELLO EC2 Le previsioni di spesa sono formulate nell'ipotesi che a partire dal 2004 l'esperimento possa ripartire senza condizionamenti. Mod EC./EN. 2a Pagina 1 (a cura del responsabile locale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento BOREX Resp. loc.: G. MANUZIO Gruppo 2 ALLEGATO MODELLO EC2 Mod EC./EN. 2a Pagina 2 (a cura del responsabile locale) Codice Esperimento Gruppo BOREX 2 Rapp. naz.: Gianpaolo Bellini ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 PREVENTIVO GLOBALE DI SPESA PER L'ANNO 2004 In KEuro A CARICO DELL' I.N.F.N. Struttura Miss. interno di cui SJ PV PG MI GE LNGS 10,0 15,0 350,0 100,0 15,0 20,0 Miss. estero. Materiale di cons. di cui SJ 4,0 3,0 50,0 10,0 15,0 TOTALI 490,0 20,0 82,0 Trasp. e Facch. di cui SJ 5,0 20,0 96,0 28,0 395,0 di cui SJ Spese Calc. di cui SJ Affitti e Manut. Appar. di cui SJ Mater. inventar. di cui SJ Costr. appar. di cui SJ 4,0 1,0 5,0 36,5 10,0 10,0 35,0 544,0 84,0 10,0 56,5 35,0 84,0 A carico di altri Enti TOTALE Compet. di cui SJ 19,0 38,0 536,5 149,0 475,0 20,0 84,0 1217,5 104,0 NB. La colonna A carico di altri enti deve essere compilata obbligatoriamente Note: Mod EC./EN. 4 (a cura del responsabile nazionale) Codice Esperimento Gruppo BOREX 2 Rapp. Naz.: Gianpaolo Bellini ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 A) ATTIVITA' SVOLTA FINO A GIUGNO 2003 Analisi della radiopurezza dello scintillatore con il CTF. Trasporto dello scintillatore dallo stabilimento (280 tonnellate) al Gran Sasso. Sostituzione fototubi danneggiati. Messa a punto elettronica e DAQ. Presa dati con aria. B) ATTIVITA' PREVISTA PER L'ANNO 2004 Analisi della radiopurezza dello scintillatore con il CTF. Installazione Inner Vessel e riempimento del rivelatore con acqua. Calibrazione rivelatore. Trasporto del buffer dallo stabilimento al Gran Sasso. Riempimento con scintillatore. C) FINANZIAMENTI GLOBALI AVUTI NEGLI ANNI PRECEDENTI Anno Missioni Missioni finanziario interno estero 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 TOTALE Mod EC. 5 In kEuro Materiale Affitti e Trasp. e Spese Materiale Costruz. di Manut. TOTALE Facch. Calcolo inventar. apparati consumo Apparec. 173.0 227.7 250.9 214.8 238.0 223.1 268.5 333.2 290.8 347.0 315.5 67.1 49.0 65.0 51.6 41.3 46.4 66.6 79.5 67.6 48.0 46.5 315.0 286.6 377.0 224.6 367.2 432.7 451.8 634.3 483.0 426.5 390.5 7.2 11.3 6.1 11.8 14.9 17.0 147.1 436.5 17.0 12.5 10.0 2.5 0.0 2.5 2.5 2.5 2.5 4.1 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 2882.5 628.6 4389.2 691.4 16.6 0 63.5 107.4 106.7 167.8 170.4 46.9 117.7 100.2 5.1 68.0 45.5 232.4 55.7 568.1 1556.0 1953.2 2355.0 4581.4 796.5 856.4 60.0 76.5 860.7 737.7 1376.3 2229.1 2787.5 3123.6 5637.2 2380.2 1719.9 962.0 884.5 999.2 13091.2 22698.7 (a cura del rappresentante nazionale) Codice Esperimento Gruppo BOREX 2 Rapp. naz.: Gianpaolo Bellini ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 PREVISIONE DI SPESA Piano finanziario globale di spesa In KEuro ANNI Miss. FINANZIARI interno 2004 2005 2006 2007 2008 2009 TOTALI Mod EC./EN. 6 490 500.0 500.0 500.0 500.0 500.0 Miss. estero. 82 50.0 50.0 50.0 50.0 50.0 2990,0 332,0 Materiale Trasp. e Spese di cons. Facch. Calc. 544 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 10 4.0 4.0 4.0 4.0 4.0 1044,0 30,0 0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 Affitti e Manut. Appar. 0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 Mater. inventar Costr. appar. TOTALE Compet. 56.5 50.0 50.0 50.0 50.0 50.0 35 480.0 900.0 480.0 0.0 0.0 1217.5 1184.0 1604.0 1184.0 704.0 704.0 306,5 1895,0 6597,5 (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Codice Esperimento BOREX Resp. loc.: G. MANUZIO Struttura GE Gruppo 2 COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA N 1 2 3 4 5 6 7 RICERCATORE Cognome e Nome Qualifica Dipendenti Incarichi Affer. al . gruppo % N Ruolo Art. 23 RicercaAssoc GATTI Flavio GUARDINCERRI Elena MANUZIO Daniela MANUZIO Giulio PALLAVICINI Marco Ric. RAZETO Alessandro Art.23 TESTERA Gemma Ric. P.A. Dott. Dott. P.O. TECNOLOGI Cognome e Nome 10 1 MUSICO Paolo 100 2 SALVO Corrado 70 60 50 100 30 2 2 2 2 2 2 2 Qualifica Incarichi Ass. Ruolo Art. 23 Tecnol. Tecn. D.T. Dipendenti Numero totale dei Tecnologi Tecnologi Full Time Equivalent N TECNICI Cognome e Nome Qualifica Incarichi Art. 15 Collab. tecnica 7 Numero totale dei Tecnici 4.2 Tecnici Full Time Equivalent Annotazioni: SERVIZI TECNICI Denominazione 1 officina elettronica mesi−uomo 2.0 Osservazioni del direttore della struttura in merito alla disponibilità di personale e attrezzature Il programma presentato in Consiglio di Sezione per l'anno 2004 e' consistente con il numero di persone interessate, gli spazi e le attrezzature a disposizione. Mod EC./EN. 7 % Assoc. tecnica 1 BEVILACQUA Adriano CTer. Numero totale dei ricercatori Ricercatori Full Time Equivalent 5 100 2 1.05 Dipendenti Ruolo % (a cura del responsabile locale) 80 1 0.8 ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Codice Esperimento Gruppo BOREX 2 Rapp. Naz.: Gianpaolo Bellini MILESTONES PROPOSTE PER IL 2004 Data completamento Descrizione 28/02/2004 Conclusione riempimento con acqua di Borexino 01/05/2004 Conclusione calibrazioni con acqua 01/06/2004 Inizio trasporto del buffer dalla Sardegna al Gran Sasso e inizio riempimento con scintillatore 01/12/2004 Conclusione riempimento con scintillatore 28/02/2004 End of Borexino waterfilling. 01/05/2004 Water calibration completed. 01/06/2004 Beginning of buffer transportation from Sardinia to LNGS. Scintillator filling of detector begins. 01/12/2004 Borexino filled with scintillator. Mod EC./EN. 8 (a cura del responsabile nazionale) Codice Esperimento Gruppo MAGO 2 Rapp. Naz.: Gianluca Gemme Gianluca Rappresentante nazionale: Gemme Struttura di appartenenza: GE Posizione nell'I.N.F.N.: ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 PROGRAMMA DI RICERCA A) INFORMAZIONI GENERALI Ricerca di onde gravitazionali Linea di ricerca Laboratorio ove si raccolgono i dati INFN Genova Sigla dello esperimento assegnata dal laboratorio Acceleratore usato Fascio (sigla e caratteristiche) Processo fisico studiato Apparato strumentale utilizzato Sezioni partecipanti all'esperimento Onde gravitazionali ad alta frequenza (4−10 kHz) Cavità superconduttrici a radiofrequenza Genova, Napoli (Gr.Coll. Salerno) Istituzioni esterne all'Ente partecipante Quattro anni (2004−2007) Durata esperimento B) SCALA DEI TEMPI : piano di svolgimento PERIODO ATTIVITA' PREVISTA a) Studio del refrigeratore ad elio superfluido sottoraffreddato; test di componenti critici 2004 b) Studio del sistema di sospensioni meccaniche; costruzione di prototipi c) Sviluppo test−bed e test di LNA (GaAs e InP) d) Modelli di sorgenti e analisi dati a) Progetto esecutivo del refrigeratore 2005 b) Test di prototipi e progetto esecutivo delle sospensioni c) Test componenti elettronici passivi a bassa temperatura d) Modelli di sorgenti e analisi dati 2006 b) Completamento test elettronica c) Modelli di sorgenti ed analisi dati a) Costruzione criostato 2007 Mod EN. 1 Integrazione del sistema (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento MAGO Resp. loc.: Gianluca Gemme Gruppo 2 PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L'ANNO 2004 In KEuro IMPORTI VOCI DI SPESA DESCRIZIONE DELLA SPESA Parziali Totale Compet. SJ Missioni Salerno, Benevento, Pisa SJ 20.0 20.0 0.0 Missioni CERN 15.0 Missioni Berkeley, Chalmers University 8.0 Conferenza GWDAW 2004 (Annecy, Francia) 8.0 Conferenza GWADW 2004 (Aspen, USA) 8.0 Ripristino elio liquido 20.0 Ripristino azoto liquido 5.0 39.0 0.0 25.0 0.0 Consorzio Ore CPU Spazio Disco Cassette 0.0 0.0 0.0 0.0 7.5 0.0 Altro Contratto manutenzione HFSS 5.0 Licenza annuale Maple e Matlab 1.2 Licenza annuale Ansys (cotributo) 1.0 Licenza FastFlo (30%) 0.3 Attenuatori variabili in guida d'onda per test cavità 2 GHz 25.0 Temperature controller 5.5 Temperature monitor 2.2 Banco da vuoto 4.0 Liquid helium level monitor 1.8 Low noise InP amlifier 13.0 Componenti passivi a microonde 8.0 Temperature sensors 1.5 Helium level sensor 0.5 Materiai per prototipi e test−bed elettronica 8.0 Lavorazioni meccaniche 10.0 Totale 51.5 0.0 28.0 0.0 171.0 0.0 Sono previsti interventi e/o impiantistica che ricadono sotto la disciplina della legge Merloni ? Breve descrizione dell'intervento: Mod EC./EN. 2 (a cura del responsabile locale) A cura della Comm.ne Scientifica Nazionale ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento MAGO Resp. loc.: Gianluca Gemme Gruppo 2 ALLEGATO MODELLO EC2 Le richieste di materiale inventariabile e costruzione apparati sono per lo più legate alla necessità di realizare un test−bed per la caratterizzazione di componenti elettronici a basso rumore (attivi e passivi). Il sistema consiste di 2 piattaforme a temperatura variabile, una per il raffreddamento dei componenti sotto test (LNA, attenuatori, etc) e l'altra per la resistenza sorgente. La prima piattaforma dovrà essere di ampia dimensione ed in grado di stabilizzare la temperatura di più componenti. Le temperature a cui caratterizzare gli amplificatori sono: 1.8 K, 4.2 K, 15 K, 77 K, con valori analoghi per la sorgente di rumore. Per il sistema è richiesta: una termometria con alcuni punti di misura, riscaldatori e termostatazione; controller di temperatura; un dewar a pozzo con bocca da 20 cm circa; sensore di livello dell'elio; pompa meccanica roots; semplice sistema da vuoto. Per il dewar a pozzo e la pompa meccanica roots si utilizzeranno attrezzature già disponibili in laboratorio. Gli amplificatori LNA per queste frequenze e temperature sono basati su GaAs, InP. Un amplificatore AFS3 (GaAS) della Miteq è già disponibile e sarà il primo ad essere testato. Si richiede l'acquisto di un amplificatore InP (Chalmers University). I componenti passivi a microonde e gli attenuatori variabili in guida d'onda sono necessari per i test delle cavità superconduttrici. Il ripristino dei liquidi criogenici è legato alle perdite del sistema di recupero e liquefazione (complessivamente circa il 20%). Mod EC./EN. 2a Pagina 1 (a cura del responsabile locale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento MAGO Resp. loc.: Gianluca Gemme Gruppo 2 ALLEGATO MODELLO EC2 Mod EC./EN. 2a Pagina 2 (a cura del responsabile locale) Codice Esperimento Gruppo MAGO 2 Rapp. Naz.: Gianluca Gemme ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 PREVENTIVO GLOBALE DI SPESA PER L'ANNO 2004 In KEuro A CARICO DELL' I.N.F.N. Struttura Miss. interno Miss. estero. di cui SJ 20,0 15,0 GE SA TOTALI di cui SJ di cui SJ Trasp. e Facch. di cui SJ Spese Calc. di cui SJ Affitti e Manut. Appar. Mater. inventar. di cui SJ di cui SJ Costr. appar. 7,5 10,0 51,5 20,0 28,0 35,0 6,0 59,0 5,0 25,0 17,5 71,5 28,0 5,0 TOTALE Compet. di cui SJ 25,0 6,0 39,0 20,0 Materiale di cons. A carico di altri Enti di cui SJ 171,0 65,0 0,0 11,0 0,0 236,0 11,0 NB. La colonna A carico di altri enti deve essere compilata obbligatoriamente Note: Mod EC./EN. 4 (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Nuovo esperimento Gruppo MAGO 2 PROPOSTA DI NUOVO ESPERIMENTO In a series of papers, since 1978, it has been studied how the energy transfer induced by the gravitational wave between two levels of an electromagnetic resonator, whose frequencies f1 and f2 are both much larger than the characteristic angular frequency F of the g.w., could be used to detect gravitational waves. The energy transfer is maximum when the resonance condition f2−f1 = F is satisfied. This is an example of a frequency converter, i.e. a nonlinear device in which energy is transferred from a reference frequency to a different frequency by an external pump signal. In the scheme suggested by Bernard et al. the two levels are obtained by coupling two identical high frequency cavities. Each resonant mode of the individual cavity is then split in two modes of the coupled resonator with different spatial field distribution. In the following we shall call them the symmetric and the antisymmetric mode. The frequency difference of the two modes (the detection frequency) is determined by the coupling, and can be tuned by a careful resonator design. An important feature of this device is that the detection frequency does not depend on its mechanical properties (dimensions, weight and mechanical modes resonant frequencies). Of course, the detector can be tuned so that the mode splitting equals the frequency of a mechanical resonant mode. The sensitivity in this and other experimental situations will be discussed in the following. Since the detector sensitivity is proportional to the electromagnetic quality factor, Q, of the resonator, superconducting cavities should be used for maximum sensitivity. An RDeffort, funded by the 5th Scientific Committee of INFN, started in 1998 and will be completed at the end of 2003 (PACO, 1998−2000; PACO−2, 2001−2003). Its main objective is the development of a tunable detector of small harmonic displacements based on two coupled superconducting cavities. Several cavity prototypes (both in copper and in niobium) were built and tested, and finally a design based on two spherical cells was chosen and realized. The detection frequency, i.e. the frequency difference between the symmetric and antisymmetric modes, was chosen to be: f2−f1 ~ 10 kHz (the frequency of the modes being f1,f2 ~ 2 GHz. An electromagnetic quality factor Q > 10^(10) was measured on a prototype with fixed coupling. The tuning system was also carefully studied. The coupling strength, and thus the tuning range, is determined by the diameter of the coupling tube and by the distance between the two sperical cells. A central elliptical cell, which can easily be streched and squeezed, was found to provide a tuning range of several kHz (4−20 kHz in the final design). A prototype with the central elliptical cell was built and is now being tested. A second tunable cavity (two spherical cells and the central elliptical cell) is being commissioned, and will be ready by the middle of 2004. The system was also mechanically characterized, and the mechanical resonant modes in the frequency range of interest were identified. In particular the quadrupolar mode of the sphere was found to be at 4 kHz, in good agreement with finite elements calculations. The detection electronics was designed. Its main task is to provide the rejection of the symmetric mode component at the detection frequency. A rejection better than 150 dB was obtained in the final system. Starting from the results obtained in the last six years, we are now planning to design and realize an experiment for the detection of gravitational waves in the 4−10 kHz frequency range. Our main task is the design and construction of the refrigerator and of the cryostat (including the suspension system), which houses the coupled cavities. The refrigerator must provide the cryogenic power needed to keep the superconductiong cavities at T ~ 1.8 K (approx. 10 Watts) without introducing an excess noise from the external environment. A design based on the use of subcooled superfluid helium is being invesigated. The expected time−scale is four years (2004−2007). Mod EN5 MAGO Microwave Apparatus for Gravitational Waves Observation Research Proposal to INFN (July 2003) R. Ballantini a , Ph. Bernard b , S. Calatroni b , E. Chiaveri b , A. Chincarini a , R.P. Croce c , S. Cuneo a , V. Galdi c , G. Gemme a,1 , R. Losito b , R. Parodi a , E. Picasso d , V. Pierro c , I.M. Pinto c , A. Podestà a , R. Vaccarone a a INFN and Università degli Studi di Genova, Genova, Italy b CERN, Geneva, Switzerland c INFN, Napoli, and Università degli Studi del Sannio, Benevento, Italy d INFN and Scuola Normale Superiore, Pisa, Italy 1 Spokeperson 1 CONTENTS 2 Contents 1 Experiment overview 3 2 Physics motivation 5 3 Detector layout 3.1 Electromagnetic design . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.2 Mechanical design . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 8 10 4 Suspension system 11 5 Cryogenics 13 6 Detection electronics 15 6.1 The rf control loop . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 6.2 Sensitivity enhancement using the mode symmetry . . . . . . . . 17 6.3 Detection of the converted signal . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 7 Response of the detector 20 7.1 Signal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 7.2 Noise . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 7.3 Sensitivity . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 8 Data analysis 27 9 Collaboration, cost and schedule 28 9.1 Collaboration . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 9.2 Cost . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 9.3 Schedule and subdivision of tasks . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 1 1 EXPERIMENT OVERVIEW 3 Experiment overview In the last decades, several laboratories all around the world have promoted an intense effort devoted to the direct detection of gravitational waves. The detectors, both those in operation and those being developed, belong to two conceptually different families, massive elastic solids (cylinders or spheres) [1] and Michelson interferometers [2]. Both types of detectors are based on the mechanical coupling between the gravitational wave and a test mass, and in both types the electromagnetic field is used as motion transducer. In a series of papers, since 1978, it has been studied how the energy transfer induced by the gravitational wave between two levels of an electromagnetic resonator, whose frequencies ω1 and ω2 are both much larger than the characteristic angular frequency Ω of the g.w., could be used to detect gravitational waves [3, 4]. The energy transfer is maximum when the resonance condition |ω2 − ω1 | = Ω is satisfied. This is an example of a frequency converter, i.e. a nonlinear device in which energy is transferred from a reference frequency to a different frequency by an external pump signal. In the scheme suggested by Bernard et al. the two levels are obtained by coupling two identical high frequency cavities [4]. Each resonant mode of the individual cavity is then split in two modes of the coupled resonator with different spatial field distribution. In the following we shall call them the symmetric and the antisymmetric mode. The frequency difference of the two modes (the detection frequency) is determined by the coupling, and can be tuned by a careful resonator design. An important feature of this device is that the detection frequency does not depend on its mechanical properties (dimensions, weight and mechanical modes resonant frequencies), though, of course, the detector can be tuned so that the mode splitting equals the frequency of a mechanical resonant mode. The sensitivity in this and other experimental situations will be discussed in the following. Since the detector sensitivity is proportional to the electromagnetic quality factor, Q, of the resonator, superconducting cavities should be used for maximum sensitivity. An R&D effort, funded by the 5th Scientific Committee of INFN, started in 1998 and will be completed at the end of 2003 (PACO, 1998–2000; PACO–2, 2001–2003) [5, 6]. Its main objective is the development of a tunable detector of small harmonic displacements based on two coupled superconducting cavities. Several cavity prototypes (both in copper and in niobium) were built and tested, and finally a design based on two spherical cells was chosen and realized (Fig. 1). The detection frequency, i.e. the frequency difference between the symmetric and antisymmetric modes, was chosen to be: ω2 − ω1 ≈ 10 kHz (the frequency of the modes being ω1,2 ≈ 2 GHz). An electromagnetic quality factor Q > 1010 was measured on a prototype with fixed coupling (Fig. 2). The tuning system was also carefully studied. The coupling strength, and thus the tuning range, is determined by the diameter of the coupling tube and by the distance between the two sperical cells. A central elliptical cell, which can easily be streched and squeezed, was found to provide a tuning range of several kHz (4–20 kHz in the final design). A prototype with the central elliptical cell was built and is now being tested (Fig. 3). A second tunable cavity (two spherical cells and the central elliptical cell) is being commissioned, and will be ready by the middle of 2004. The system was also mechanically characterized, and the mechanical reso- 1 EXPERIMENT OVERVIEW 4 Figure 1: Artistic view of the coupled spherical cavities with the central tuning cell Figure 2: Niobium spherical cavities (fixed coupling) nant modes in the frequency range of interest were identified. In particular the quadrupolar mode of the sphere was found to be at 4 kHz, in good agreement with finite elements calculations. The detection electronics was designed. Its main task is to provide the rejection of the symmetric mode component at the detection frequency. A rejection better than 150 dB was obtained in the final system. Starting from the results obtained in the last six years, we are now planning to design and realize an experiment for the detection of gravitational waves in the 4–10 kHz frequency range. Our main task is the design and construction of the refrigerator and of the cryostat (including the suspension system), which houses the coupled cavities. The refrigerator must provide the cryogenic power needed to keep the superconductiong cavities at T ≈ 1.8 K (approx. 10 Watts) without introducing an excess noise from the external environment. A design based on the use of subcooled superfluid helium is being invesigated. The expected time-scale is four years (2004–2007). In the following a detailed description of the various issues aforementioned will be given. Expected system sensitivity will also be discussed. 2 PHYSICS MOTIVATION 5 Figure 3: Niobium spherical cavities (variable coupling) 2 Physics motivation The spectrum of gravitational waves of cosmic origin targeted by currently operating or planned detectors spans roughly 2 from 10−4 to 104 Hz. The f ≤ 10−1 Hz region of the GW spectrum, including galactic binaries [7], (super)massive BH binary inspirals and mergers [8], compact object inspirals and captures by massive BHs [9], will be thoroughly explored by LISA [10], which might be hopefully flown by year 2015. Ground based interferometers and acoustic detectors (bars and spheres) will likewise co–operate in exploring the f ≥ 101 Hz region of the spectrum, including compact binary inspirals and mergers [11], supernovae and newborn black-hole ringings [12], fast-spinning non-axisymmetric neutron stars [13], and stochastic GW background [14]. The whole spectral range from 10−4 − 104 Hz, however, is far from being covered with uniform sensitivity, as seen e.g. from Fig. 4, where the fiducial sensitivity curves of LISA and LIGO–II are shown side by side. Plans are being made for small–scale LISA–like space experiments (e.g., DECIGO, [15]) aimed at covering the frequency gap 10−1 −101 Hz between LISA and terrestrial detectors. Several cryogenic/ultracryogenic acoustic (bar) detectors are also operational, including ALLEGRO [16], AURIGA [17], EXPLORER [18], NAUTILUS [19], and NIOBE [20]. They are tuned at ∼ 103 Hz, with bandwidths of a few tens of Hz, and minimal noise PSDs of the order of 10−21 Hz−1/2 . Intrinsic factors exist which limit the performance of both IFOs and acoustic > detectors in the upper frequency decade (f ∼ 103 Hz) of the spectrum. The high frequency performance of laser interferometers is limited by the ∝ f 2 raise of the laser shot-noise floor. While it is possible to operate IFOs in a resonant (dual) light-recycled mode, for narrow-band increased-sensitivity operation (see Fig. 5), the pitch frequency should be kept below the suspension 2 We leave out deliberately the ELF (10−18 − 10−15 Hz) radiation resulting from inflation– enhanced primordial gravitational fluctuations, expected to show up in the polarization anisotropy of the cosmic microwave background (M. Kamionkowski, A. Jaffe, Int, J. Mod. Phys. A16, 116, 2001), the VLF (10−7 − 10−9 Hz) radiation possibly resulting from extremely massive black-hole systems and early–universe processes (A.N. Lommen and D.C. Backer, Astrophys. J., 562, 297, 2001, astro-ph/0107470), exotic electromagnetic–to–gravitational wave conversion mechanisms, which might originate gravitational radiation in the VHF to SHF bands (Fang-Yu Li and Meng-Xi Tang, Int. J. Mod. Phys D11, 1049, 2002) and the relic gravitational radiation (B. Allen and R. Brustein, Phys. Rev. D55, 3260, 1997). 2 PHYSICS MOTIVATION 6 Figure 4: LISA–LIGO comparison violin-modes [21], typically clustering near and above ∼ 5 · 102 Hz. Increasing the resonant frequency of acoustic detectors (bars, spheres and TIGAs), on the other hand, requires decreasing their mass M . The high frequency performance of bars and spheres is accordingly limited by the ∝ M −1/2 dependance of the acoustic detectors’ noise PSD. The next generation of resonant detectors will be probably spheres or TIGAs (Truncated Icosohedral Gravitational Antennas, [22]) 3 The MINIGRAIL [23] spherical prototype4 experiment under construction at Leiden University (NL), as well as its twins planned by the Rome group [24] and at São Paulo, Brazil [25], is a relatively small (CuAl (6%) alloy, ∅ 65cm, 1.15ton) spherical ultracryogenic (20mK) detector with a 230Hz bandwidth centered at 3250Hz, and a (quantum limited) strain sensitivity of h ∼ 4 · 10−21 . Spherical (or TIGA) detector might achieve comparable sensitivities up to f ∼ 4 · 103 Hz. Summing up, the GW spectrum below f ∼ 103 Hz might be adequately covered by ground-based and space-borne interferometers. The range between 103 Hz and ∼ 4 · 103 Hz could be sparsely covered by new-generation acoustic > detectors. The high frequency part (f ∼ 4 · 103 Hz) of the gravitational wave spectrum of cosmic origin is as yet completely uncovered. Within this band, 3 Spheres and TIGAs share the nice feature of being inherently omnidirectional, and should allow to reconstruct the direction of arrival and polarization state of any detected gravitational wave, by suitably combining the outputs of transducers gauging the amplitudes of the five degenerate quadrupole sphere modes (C. Zhou and P.F. Michelson, Phys. Rev. D51, 2517, 1995). 4 A cryogenic solid-CuAl sphere resonating at ∼ 103 Hz would be ∼ 4 m ∅ and weigh in excess of 100 tons. The related technological challenges could be alleviated by resorting to hollow geometries (J.A. Lobo, Class. Quantum Grav., 19, 2029, 2002). 2 PHYSICS MOTIVATION 7 Figure 5: The narrowband response of GEO600. The picture shows the spectral densities of the amplitudes of apparent gravitational waves which give the same detector output as the various noise sources. (Black: overall noise; green: shot noise; blue: seismic noise; yellow: thermal noise; red: standard quantum limit. Courtesy of GEO600) GW sources might well exist and be observed 5 . Indeed, the ultimate goal of gravitational-wave astronomy is the discovery of new physics. In this spirit, the very existence of gravitational wave sources of as yet unknown kind could not be excluded a-priori. The above brings strong conceptual and practical motivations for the MAGO proposal. The MAGO design is easily scalable, and may be constructed to work at any chosen frequency in the range 103 − 104 Hz, with uniform (narrowband) performance. On the other hand, the MAGO instrument appears to be comparatively cheap and lightweigth, thus allowing to build as many detectors as > needed to ensure adequate covering of the high frequency (f ∼ 4 · 103 Hz) GW spectrum. In view of their limited cost, MAGOs might also be nice candidates for many–detector networks, to achieve very low false alarm probabilities in coincidence operation. In addition MAGO–like detectors operating at f ∼ 103 Hz might hopefully provide coincident observations with both acoustic detectors and IFOs, based on a different working principle. 5 A well known back-of-an envelope estimate (motion at the speed of light along bodyhorizon circumference) gives the following upper limit for the spectral content of gravita< tional waves originated in a process involving an accelerated mass ∼ M : fsup ∼ 104 (M /M ) [Hz] . c3 4πGM ∼ 3 DETECTOR LAYOUT 8 Before all this might come into reality, it will be necessary to build and operate one or more MAGO prototypes so that some basic issues might be efficiently addressed and solved, viz.: • efficient decoupling from platform → suspensions design; • efficient and quiet cooling to 1.8K → cryostat design; • efficient readout → microwave feeding and tapping networks, and low noise amplifier design. In parallel, a start–to–end simulation codes should be implemented, in order to tune all design parameters for best operation. In particular, criteria for obtaining the best tradeoff between detector bandwidth and noise levels should be investigated, with specific reference to selected classes of sought signals. The present proposal is essentially focused on the above issues. 3 3.1 Detector layout Electromagnetic design In order to build an efficient detector, a suitable cavity shape has to be chosen. According to some general considerations, a detector based on two coupled spherical cavites looks very promising (Fig. 1) [26]. The choice of the spherical geometry is based on several factors. From the point of view of the electromagnetic design the spherical cell has the highest geometric factor G, thus it has the highest electromagnetic quality factor Q, for a given surface resistance Rs (Q = G/Rs ). For the TE011 mode of a sphere, the geometric factor has a value G ≈ 850 Ω, while for standard elliptical radio-frequency cavities used in particle accelerators, the TM010 mode has a value G ≈ 250 Ω. Looking at the best reported values of surface resistance of superconducting accelerating cavities, which typically are in the 10−8 Ω range, we can extrapolate that the electromagnetic quality factor of the TE011 mode of a spherical superconducting cavity can be Q ≈ 1010 − 1011 . In the first generation of detectors, dedicated to the development of the experimental technique, the internal radius of the spherical cavity will be r ≈ 100 mm, corresponding to a frequency of the TE011 mode ω ≈ 2 GHz. The overall system mass and length will be M ≈ 5 kg (with a wall thickness w ≈ 2 mm) and L ≈ 0.5 m. The choice of the wall thickness is made considering both practical and design constraints. On one hand, the wall thickness should be kept small enough to allow an easy fabrication while maintaining sufficient stiffness to withstand the external pressure once the cavity is evacuated. Furthermore, wall thickness was chosen to optimize the cavity cooling process, and to guarantee optimum stability against point–like thermal dissipation due to possible defects present on the cavity inner surface. On the other hand, wall thickness can be used to design a particular mechanical resonant frequency and it is obviously related to the mass of the detector, which plays an important role in the signal to noise ratio. Since this type of detector is ideally suited to explore the high frequency region of the g.w. spectrum, we plan to build a tunable cavity with 4 kHz≤ ω2 − ω1 ≤ 10 kHz, which is outside the spectral region covered by the resonant and 3 DETECTOR LAYOUT 9 interferometric detectors, both existing and planned, and is still in a frequency region where interesting dynamical mechanisms producing g.w. emission are predicted [27, 28, 29]. The interaction between the g.w. and the detector is characterized by a transfer of energy and angular momentum. Since the helicity of the g.w. (the angular momentum along the direction of propagation) is 2, the g.w. can induce a transition between the two levels provided their angular momenta differ by 2; this can be achieved by putting the two cavities at right angle or by a suitable polarization of the electromagnetic field inside the resonator. The spherical cells can be easily deformed in order to induce the field polarization suitable for g.w. detection. The optimal field spatial distribution has the field axes in the two cavities which are orthogonal to each other (Fig. 6). Different spatial distributions of the e.m. field (e.g. with the field axes along the resonators’ axes) have a smaller effect or no effect at all. Figure 6: Electric field magnitude of the TE011 mode. Note the alignment of the field axis A tuning cell is inserted in the coupling tube between the two cavities, allowing to tune the coupling strength (i.e. the detection frequency) around the design value. The dependence of the detection frequency on the distance between the two coupled cells is shown in Fig. 7, while its dependence on the diameter of the tubes is shown in Fig. 8. One detector based on two spherical niobium cavities (with fixed coupling) has recently been built and tested at CERN (Fig. 2). A second detector with variable coupling has also been built and is now being tested (Fig. 3). The first test on the cavity in Fig. 2, showed a quality factor Q ≥ 1010 (see Fig. 9). This corresponds to a surface resistance Rs ≈ 50 nΩ, a factor of ten higher than the best values reported for superconducting accelerating cavities. The obtained result is very satisfactory. In fact, the whole fabrication procedure (including surface treatments) is optimized for the elliptical cavity geometry used for high energy particle acceleration. Some development is still needed to tailor the technique to the spherical shape of our resonator and to obtain a surface quality comparable to that routinely obtained on elliptical cavities that would lead to a quality factor Q ≈ 1011 . DETECTOR LAYOUT Frequency separation [Hz] 3 10 5 10 4 10 1000 30 35 40 45 50 55 Cell distance [mm] Figure 7: Detection frequency vs. coupled cells distance 3.2 Mechanical design From the mechanical point of view it is well known that a spherical shell has the highest interaction cross-section with a g.w. and that only the quadrupolar mechanical modes of the sphere do interact with a gravitational wave [30]. The mechanical design is highly simplified if a hollow spherical geometry is used. In this case the deformation of the sphere is given by the superposition of just one or two normal modes of vibration and thus can be easily modeled. In fact, the proposed detector acts essentially as an electro–mechanical transducer; the gravitational perturbation interacts with the mechanical structure of the resonator, deforming it. The e.m. field stored inside the resonator is affected by the time–varying boundary conditions and a small quantity of energy is transferred from an initially excited e.m. mode to the initially empty one. We emphasize that our detector is sensitive to the polarization of the incoming gravitational signal. Once the e.m. axis has been chosen inside the resonator, a g.w with polarization axes along the direction of the field, will drive the energy transfer between the two modes of the cavity with maximum efficiency. With standard choices for the axes and polar coordinates, the pattern function of the detector is given by F× = − cos(θ) sin(2φ), and is equal to the pattern function of one mechanical mode of a spherical resonator. SUSPENSION SYSTEM Frequency separation [Hz] 4 10 5 10 4 11 1000 22 24 26 28 30 32 Diameter [mm] Figure 8: Detection frequency vs. coupling tubes diameter 4 Suspension system Like a resonant bar, the whole detector must be thoroughly insulated from the environment and the mechanical design of the insulation is therefore strongly bonded with the cryogenic design. In particular, the insulation for the direct LHe supply to the cavity (see section 5) may prove to be a formidable task. The mechanical insulation foreseen for this detector may be inspired by the already existing resonant bars suspension systems, although some major differences exist. Since one of the feature of this detector is the tunability, the mechanical design should provide adequate insulation in the frequency range 4–20 KHz and a very rough estimation suggests a minimum value of 250 dB of attenuation in the desired band (by comparison, Al bars suspension are estimated to provide ≈ 300 dB of insulation). A sketch of the suspension system is shown in fig. 10. 4 SUSPENSION SYSTEM 12 Quality Factor (x 10^9) 100 10 1 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 Stored Energy [Joule] Figure 9: Quality factor vs. stored energy for the fixed–coupling cavity of Fig. 2 The room temperature filter bank is attached to the outer cryostat hull and will provide a first decoupling to the environment. There follows a cryogenic box, a facility which will host some critical low-temperature electronic components and the source for the superfluid LHe, and finally the cryogenic filter bank, which should provide the required insulation. This second stage filter is connected to the innermost cryostat, which is a superfluid LHe container hosting the detector and its tuning system. The non trivial task of filtering out environmental acoustical noise on a wide frequency band can be more easily accomplished by optimizing the two filter banks on separate frequency ranges, for example, the first stage can be optimized for low frequencies. The effectiveness of the cold filter (second stage) can be weakened by the superfluid LHe feedthrough, which runs from the cryogenic box to the MAGO cavity cryostat. Although the superfluid LHe can be conveyed by means of a suitable capillary tube, acoustic vibrations in LHe, triggered in cryo-box for instance, require a deeper understanding and maybe a dedicated damping system. The mechanical insulation design is made more complex by the MAGO cavity plus the superfluid cryostat weight. Since their weight is of the order of some tens of kilos, it is comparable to the suspensions weight and therefore, the load on uppermost suspension element can be considerably different from the lowermost one. All these problems will be addressed in the following years, where a comprehensive 5 CRYOGENICS 13 Figure 10: Sketch of the suspension system cryogenic and mechanical design will constitute the main effort. 5 Cryogenics Assuming the conservative value of 1 W/m2 for the super–insulation radiation losses, the radiating heat load is Prad ≈ 4 W. Adding to this figure a couple of watts to account for the conduction losses in the cavity suspension (tie–rods), we obtain the value of Ptot ≈ 6 W as an upper limit. These steady state losses have to be compared with the RF cryogenic losses of our detector. Assuming, in operation, a peak surface magnetic field Hsurf = 0.1 T (half of the critical field of niobium) the stored energy in the cavity will be U ≈ 30 J. We remark that Hsurf = 0.1 T corresponds (in an accelerating cavity) to 25 MV/m of accelerating field, a value routinely achieved in the cavities developed for the 5 CRYOGENICS 14 Tesla project. Given the geometric factor of our cavity, G = 835 Ω, and assuming a residual surface resistance of 5 nΩ (the surface resistance routinely obtained in the LEP–II cavities at 1.8 K), we can foresee a quality factor Q ≈ 1011 , corresponding to a dissipation of 4 W in the helium bath (@ Hsurf = 0.1 T). The planned operating temperature of our system is 1.8 K to fully exploit the advantages of the RF superconductivity. At the chosen frequency of 2 GHz the surface resistance at 1.8 K is well saturated at the residual value, avoiding the change of surface resistance produced by the heating of the surface. The use of superfluid helium as refrigerant guarantees a very good thermal dissipation for the cavity, with an even temperature distribution along the cavity surface. To further improve the heat exchange and reduce the effect of the helium boil–off we propose a scheme of refrigeration similar to the one foreseen for the LHC magnets and already used since the eighties for the refrigeration of high field magnets (e.g. TORE–II supra). The flow chart of the refrigerator is shown in figure 11. 4.2 K saturated LHeI bath Low thermal conductivity pressure connection JT Refill Valve 1.8K 1bar subcooled LHeII 1.7K saturated LheII (20mbar) Figure 11: Flow chart of the subcooled superfluid helium refrigerator This refrigeration scheme, using subcooled superfluid helium, at atmospheric pressure and 1.7–1.8 K, avoids all the problems related to the bubbles in the refrigerating bath, improves the Kapitza resistance at the helium–cavity wall interface and increases by 30% the peak transfer value to the helium bath. This refrigeration scheme will be the best solution also from the point of view of the mechanical noise induced on the detector by the LHe bath. The subcooled operation at 1.8 K and atmospheric pressure (compared with saturated helium at 1.8 K and 20 mbar), will eliminate the possibility of the bubble gas production. This effect of an abrupt reduction of the bath induced mechanical noise below the helium λ–point was already experienced on Weber type gravitational detectors [31]. To form a bubble of a certain size in subcooled helium we need not only to transfer to the helium bath the amount of heat corresponding to the heat of va- 6 DETECTION ELECTRONICS 15 porization, but also the enthalpy needed to reach the normal boiling point of the gas at 4.2 K. Furthermore the Claudet–type refrigerator reduces to a minimum the refrigerator–bath interaction minimizing the mechanical noise coming from the pumps and from the saturated HeI bath. The sub–atmospheric HeII bath cools the main bath only by conduction via the heat exchanger HT, the refill of this bath is done trough the JT needle valve working on the liquid helium flow. The hydraulic impedance of this needle is quite high and damps any pressure fluctuation due to the pumping system. The 4.2 K bath is in hydraulic contact with the 1.8 K sub–cooled bath via the high impedance duct to reduce the heat input to the superfluid helium and allows to reduce the bath temperature well below the λ–point of the helium (2.19 K). To obtain this result we need a quite long and narrow hydraulic channel with a very high thermal impedance, but also the hydraulic impedance of the channel is high, decoupling the superfluid bath from the saturated (4.2 K) or nearly superfluid bath. In this way pressure fluctuations due to the He bath refilling or to turbulences, produced by thermo– acoustic oscillations of the saturated bath, will have a negligible effect on the superfluid bath. Coming to the conclusions the proposed refrigeration scheme will greatly help in reducing the sensitivity of the proposed detector to the acoustic noise produced by the fluctuation of the helium bath wile giving us the more comfortable situation by the point of view of the RF performances. 6 Detection electronics The three main functions of rf control and measurement system of the experiment are: 1. The first task of the system is to lock the rf frequency of the master oscillator to the resonant frequency of the symmetric mode of the cavity and to keep constant the energy stored in the mode. The frequency lock of the master oscillator to the cavity mode is necessary to fill in energy in the fundamental mode of the cavity. The reduction of fluctuations of the stored energy to less than 100 ppm greatly reduces the possibility of ponderomotive effects due to the radiation pressure of the electromagnetic field on the cavity walls and helps to minimize the contribution of the mechanical perturbations of the resonator to the output noise. The frequency lock allows also to design a detection scheme insensitive to fluctuations of the resonant frequency of the two cavities forming our detector. 2. The second task is to increase the detector’s sensitivity by driving the coupled resonators purely in the symmetric mode and receiving only the rf power up–converted to the antisymmetric mode by the perturbation of the cavity walls. This goal can be obtained by rejecting the signal at the symmetric mode frequency taking advantage of the symmetries in the field distribution of the two modes. Our system, despite of some additional complexity, guarantees the following improvements over the one used in previous experiments: • a better rejection of the phase noise of the master oscillator obtained using the sharp resonance (Q = 1010 ) of the resonator as a filter; 6 DETECTION ELECTRONICS 16 • a better insulation of the drive and detector ports obtained by using separate drive and detection arms of the rf system; • the possibility of an independent adjustment of the phase lag in the two arms giving a better magic–tee insulation at the operating frequencies; • a greater reliability for the frequency amplitude loop using the transmitted power, instead of the reflected, coming from the cavity. 3. The third task is the detection of the up–converted signal achieving the detector sensitivity limit set by the contribution of the noise sources [32]. Slow pressure fluctuations on the cooling bath, hydrostatic pressure variations due to the changes in the helium level, pressure radiation, and so on, will change in the same way the resonant frequency of both modes. Using a fraction of the main oscillator power as local oscillator for the detection mixer, the detection system becomes insensitive to frequency drifts of both modes, allowing for a narrow band detection of the up–converted signal produced by the cavity wall modulation. 6.1 The rf control loop The RF signal generated by the master oscillator (HP4422B) is fed into the cavity through a TWT amplifier giving a saturated output of 20 Watt in the frequency range 2–4 GHz. The energy stored in the cavity is adjusted at the operating level by controlling the output of the master oscillator via the built–in variable attenuator. The output signal is divided by a 3 dB power splitter. The A output of the splitter is sent to the TWT amplifier, the B output is sent, through the phase shifter (PS), to the local oscillator (LO) input of a rf mixer acting as a phase detector (PD). The output of the rf power amplifier is fed to the resonant cavity through a double directional coupler, and a 180o hybrid ring acting as a magic–tee. The rf power enters the magic–tee via the sum arm, Σ, and is split in two signals of same amplitude and zero relative phase, coming out the tee co–linear arms 1 and 2. The rf signal, reflected by the input ports of the cavity, enters the magic– tee through the co–linear arms. The two signals are added at the Σ arm and sampled by the directional coupler to give information about the energy stored in cavity allowing for the measurement of the coupling factor, quality factor, stored energy. While driving the cavity on the symmetric mode no reflected signal is shown at the ∆ port of the magic–tee where the signals coming from the co–linear arms are algebraically added to zero due to the 180o phase shift. To get the maximum of the performances of the magic–tee we need to have equal reflected signals (phase and amplitude) at the cavity input ports. To preserve the signal integrity we use matched lines (in phase and amplitude) inside the cryostat. Because the phase shift is very sensitive to temperature inhomogeneities between the two cables and the phase difference between the two co–linear arms of the magic–tee gives a quite strong signal at the ∆ port, we need to compensate for differential thermal contractions of the cables inside the cryostat, leading to phase unbalance in the feed lines. To do that we insert a phase shifter in one of the lines to compensate for differences and to reduce 6 DETECTION ELECTRONICS 17 to a minimum the leakage of the unwanted modes on the two ports. As we will show in section 6.2, mode leakage of the symmetric mode to the ∆ port sets a limit to the system sensitivity increasing the overall noise level of the detector. Mode leakage of the antisymmetric mode to the Σ port reduces the system sensitivity by reducing the signal level available for detection. The output ports of the cavity are coupled for a maximum output signal on the antisymmetric mode (detection mode) and the magic–tee is used to reject the rf power at the frequency of the symmetric mode. A fraction of the signal at the Σ port is fed to the rf input of the phase detector PD via a low noise rf amplifier. The intermediate frequency (IF) output of the phase detector PD is fed back to the rf master oscillator to lock the output signal to the resonant frequency of the resonator. The total phase shift around the loop is set through the phase shifter PS, to have the maximum energy stored in the detector. A careful design of the servo loop amplifier (SLA) guarantees the stability of the system and the rejection of the residual noise of the master oscillator up to one MHz. The same fraction of the Σ output of the output magic–tee is used to keep constant, to 100 ppm, the energy stored in the cavity feeding back an error signal to drive the electronically controlled output attenuator of the master oscillator. Great deal of care is needed in tailoring the frequency response of both controls because the two loops can interact producing phase–amplitude oscillations in the rf fields stored in the cavities. 6.2 Sensitivity enhancement using the mode symmetry The two modes of the detector cavity have (as in the case of two coupled pendula) opposite symmetries of the fields. Using two separate sets of ports to drive the cavity and to receive the up– converted signal at the frequency of the antisymmetric mode, the cavity acts as a very sharp filter (due to the high Q), with an high rejection of the noise coming from the master oscillator at the frequency of the up–converted signal. This already low residual noise, can be even more reduced in our scheme using two magic–tees to drive the cavity purely in the symmetric mode and to detect only the up–converted energy, rejecting the unwanted field components by an amount given by the magic–tee insulation. In the case of an ideal magic–tee the mode rejection is infinite. If the cavity is driven purely in the symmetric mode no symmetric mode component is transmitted through the system and there will be no signal at the output port. In the ideal case this result is obtained also in the more simple scheme used by Melissinos and Reece [33, 34], measuring the up–converted power coming out of the detector along the input lines. Our scheme gives better sensitivity and performances in the real case. The first obvious gain is the sum of the ∆ and Σ port insulation of the two tees, plus the possibility of adjusting separately the input and output lines to get better mode rejection. In a commercial magic–tee the insulation is specified to be ≈ 25 – 35 dB over its own bandwidth. The reason for this quite low insulation is mainly due to the difficulty of balancing on a large range of frequency the phases of the signals coming from the two co–linear arms of the tee. A phase unbalance as small as five degrees reduces the insulation from ∆ to Σ port to only 25 dB. 6 DETECTION ELECTRONICS 18 Our electronic scheme allows for an independent compensation of the magic– tee phase mismatch both at the feed frequency and at the detection frequency in a flexible way: the phase mismatch is compensated using a variable phase shifter at the input of one of the co–linear arms. The optimum phase at the input side results in a pure excitation of the symmetric (drive) mode, keeping the power at the frequency of the antisymmetric (detection) mode 70 dB below the level of the drive mode. Adjusting the phase at the output will couple only the antisymmetric mode component, rejecting the symmetric mode component by 70 dB. The total symmetric–antisymmetric mode rejection of the system is the sum of the attenuation we can obtain from the two 180o hybrids. The input and output ports of the two cell cavity need to be critically coupled (β = 1) to the rf source and to the rf detection system. In this way we have the optimum transfer of power to the symmetric mode (a maximum of stored energy) and to the antisymmetric mode (a maximum in the detector output). Because the frequency and field distribution of the two modes are quite close, the input and output ports are critically coupled to both modes. For that reason 50% of the symmetric mode signal is coupled to the idle Σ port at the output magic–tee, and symmetrically 50% of the antisymmetric mode signal is coupled to the idle ∆ port at the input magic–tee. We remark that, since those two ports are not used in our detection scheme, it is necessary to reflect back into the cavity the energy flowing out of them. This task is achieved by a proper termination of the ports; a careful analysis showed that closing the ports with an open circuit completely decouples the input and output arms (optimum rejection of the symmetric mode) and maximizes the stored energy and the detector sensitivity. At the Σ port of the detection arm we insert a directional coupler to sample a tiny amount of the symmetric mode power coming from the cavity. This signal is fed into the frequency–amplitude servo loop used to lock the master oscillator to the cavity frequency and to keep constant the energy stored in the cavity. 6.3 Detection of the converted signal Having devised a means of suppressing the high level pump frequency signal, the remaining problem is to amplify and detect the low level parametric mode signal. The detection limit, hence overall sensitivity of the machine is now determined by the RF thermal noise level. In order to detect the low level signal it must be amplified and to do this without degrading the signal to noise ratio, a low noise amplifier is required. The lower the effective noise figure of the RF amplifier, the higher will be the sensitivity. In this case we can make use of the fact that the resonant cavities are operated at cryogenic temperatures and use a cryogenic low noise amplifier with lowest possible noise figure. Since the late 1970s research has been conducted into the performance of GaAs FET and later GaAs HEMT RF amplifiers at cryogenic temperatures. The principle applications for this technology have been for radio astronomy receivers and for satellite ground station receivers. A typical receiver uses a 2 stage closed cycle Helium refrigerator reach a base temperature of around 15 K. HEMT amplifiers work well at this temperature if carefully design, but can also work down to liquid Helium temperatures. However, the additional benefit in noise temperature performance of operating at LHe compared to 15 K is not great and is mostly not justified when traded-off against of system complexity, 6 DETECTION ELECTRONICS 19 when the equipment must operated in a radio astronomy telescope or a satellite ground station antenna. However, in this application, cooling to 4.5 K or 1.5K in liquid Helium is available in the same dewar as the superconducting coupled cavities. The layout of the detection electronics is shown in fig. 12. Figure 12: Electric circuit of the detector system The signal converted to the antisymmetric mode by the interaction between the mechanical perturbation and the rf fields is coupled to the ∆ port of the detection arm of the rf system and amplified by the low noise rf amplifier LNA. The converted rf signal amplified by the LNA is fed to the rf input port (RF) of a low noise double balanced mixer M1; the local oscillator port (LO) of M1 is driven by the symmetric mode rf power (at angular frequency ωs ). The LO input level is adjusted to minimize the noise contribution from the mixer. As shown in the previous section the input spectrum to the RF port of the mixer consists of two signals: the first at angular frequency ωs coming from the rf leakage of the symmetric mode through the detection system; the second is the converted energy at angular frequency ωa . Both signals are down–converted by the M1 mixer giving to the IF port a DC signal proportional to the symmetric mode leakage and a signal at angular frequency Ω proportional to the antisymmetric mode excitation. The down–converted IF output is further amplified using a low noise audio preamplifier. For the detection electronics of mechanically coupled interactions, at angular frequency Ω, as gravitational waves, since the exact frequency and phase of the driving source is not known, we can’t perform a synchronous detection. We need to perform an auto–correlation of the detector output, or to cross–correlate the outputs of two different detectors. The outlined detection scheme gives the benefit of being insensitive to perturbations affecting in the same way the frequency of the two modes. The first point to note in terms of the general architecture of the solution is that if a cryogenic amplifier is to be used within the same cryogenic dewar as the coupled cavities, then the phase shifter, variable attenuator and 180o hybrid also need to be inside the dewar. If this is not the case then the noise temperature contribution of these components will dominate and there will be little, if any, benefit in having a cooled amplifier. As it is known that HEMT amplifiers can be produced for cryogenic operation, we shall first focus on the passive components. A consequence of placing the phase shifter and variable 7 RESPONSE OF THE DETECTOR 20 attenuator inside the cryogenic dewar is that they will have to be controllable by an electrical signal, rather than manually. For this reason the description below considers voltage controlled devices. In the interest of implementing a solution which is reasonably economic, the preferred approach will be to use commercial devices for the passive components, rather than developing special– to–type components. Many electronic components, particularly passive ones, will operate at cryogenic temperatures, even if not specified to do so by their manufacturers. Hence, the following focuses on the potential problems which will need to be investigated in order to qualify commercial components. The 180o hybrid is essentially a just a strip line device. The only concern about operation in cryogenic temperatures is due to differential thermal contraction of the materials of the component, particularly in the area of the connections between the strip line and coaxial I/O connectors. There may also be changes in dielectric properties of the substrate, which may affect the impedance of the I/O ports. Nevertheless strip line couplers have been used in many cryogenic applications without any problem, so we shall only validate this component with a simple test. Voltage controlled phase shifter. The key element of the shift shifter is a varactor diode. Silicon and GaAs diodes are know to be capable of operation at cryogenic temperatures. However, particularly in the case of silicon, the electrical characteristics change significantly at cryogenic temperatures. Therefore, it is predicted that a phase shifter will still operate a cryogenic temperatures but its transfer characteristics will change significantly from the ambient temperature specifications. For this reason a particular aim will be to calibrate the device when operating at cryogenic temperatures. Another factor to note is that varactor diode phase shifters have limitations in operating power. Between 0 dBm and + 5dBm input power the varactor diodes begin to work as rectifiers. In any case, the pump energy in the cavity output ports is typically below 0dBm, but this should be confirmed. Voltage controlled variable attenuator. The key element of a voltage variable attenuator is a diode and so the analysis given above for the phase shifter is also relevant for the variable attenuator. Bypass Switch. The function of the bypass switch is to allow coarse tuning of the circuit for pump frequency suppression. Before the phasing is tuned the pump frequency signal may be large and could saturate the low noise amplifier. The bypass switch will allow for direct connection of a spectrum analyser outside the dewar for initial tuning. The bypass switch will be coaxial relay type. 7 7.1 Response of the detector Signal The interaction between the stored e.m. field and the time–varying boundary conditions depends on both how the boundary is deformed by the external perturbation and on the spatial distribution of the fields inside the resonator. Any field configuration inside the resonator can be expressed as the superposition of the electromagnetic normal modes [35]: E(r, t) = En (t) En (r); H(r, t) = √ √ E · E (t) H (r), with E (t) ≡ dV ; H (t) ≡ µ0 H · Hn dV and H n n n 0 n n Hn · Hm dV = En · Em dV = δnm . 7 RESPONSE OF THE DETECTOR 21 Similarly if u(r, t) denotes the displacement of the mass element of the walls at point r and time t, relative to its position at rest, the displacement of the walls can be written as the superposition of the mechanical normal modes ξα (r) [36]: u(r, t) = ξα (r) qα (t), with ξα (r) · ξβ (r)ρ(r) dV = M δαβ , where M and ρ are the mass and the density of the walls. We want to study the energy transfer between two electromagnetic normal modes of a resonator whose boundary is perturbed by an external force when mode ”1” is highly excited by an external source at its eigenfrequency, H1 ≈ A1 cos(ω1 t) and E1 ≈ A1 sin(ω1 t), with constant amplitude A1 . We shall assume that only one mechanical mode couples to the external force. Including empirical damping terms, the equations of motion for the field amplitudes are given by: ω2 1 m Ḣ2 + ω22 H2 = − ω22 qm C21 H1 Q 2 (1) m 1 C21 ωm fm 2 − H2 H1∗ q̇m + ωm qm = Qm M 2 M (2) Ḧ2 + q̈m + where fm (t) = f (r, t) · ξm (r) dV , and f (r, t) is the volume force density which m acts on the walls. The time–independent coupling coefficient C21 is given by (the superscript m labels the mechanical normal mode, while the subscripts label the electromagnetic modes): m C21 = (H2 · H1 − E2 · E1 ) ξm · dS . (3) S The dependence of the coupling coefficient, and therefore of the energy transfer, both on the field spatial distribution and on the boundary deformation, has been checked using a resonator made up of two pill–box cavities, mounted end–to–end and coupled by a small circular aperture in their common endwall. The perturbation of the resonator’s boundary was induced by two piezoelectric crystals mounted in the center of the two circular endwalls. The TE011 symmetric mode at 3 GHz was excited by an external rf source and the piezos were driven by a synthesized oscillator tuned at the frequency corresponding to the symmetric–antisymmetric mode separation (≈ 500 kHz). The relative phase of the signals driving the two piezos could be set to 0 degrees and to 180 degrees with an external switch. Eq. 3 predicts for this field and for this boundary conm m = 0, for the in-phase excitation and C21 = 2, for the excitation figuration C21 with 180 degrees phase lag. These predictions are clearly confirmed by the data m shown in Fig. 13. The explicit calculation of the coupling coefficient C21 for an arbitrary deformation of the resonator volume can be done only by numerical methods. Analytic calculations showed that for an ideal spherical hollow resonator, excited in the fundamental quadrupolar mechanical mode and in the m = 1.9. More detailed calculations, made on TE011 electromagnetic mode, C21 a realistic model of the coupled spheres, including the central coupling cell and the e.m. input and output ports, were made by finite element methods. H2 (t) is given by: H2 (t) = ∞ 0 K(τ )fm (t − τ ) dτ = 1 2π +∞ −∞ K(ω) fm (ω) exp(iωt) dω ; K(τ ) = 0 for τ ≤ 0 . (4) 7 RESPONSE OF THE DETECTOR 22 -40 -50 -60 -70 -80 -90 -100 -110 9 3.0275 10 3.028 10 9 3.0285 10 9 3.029 10 9 3.0295 10 9 Frequency [Hz] Figure 13: Power trasfer between the symmetric and the antisymmetric mode with in–phase piezo excitation (solid) and 180 degress out–of–phase excitation (dashed) The density of the external forces driving the motion of the system, i.e. the tides generated by the passing gravitational wave, are given by fi (r, t) = −ρ(r)R0i0j (t)xj , (5) where ρ is the wall density, and R0i0j (t) are the components of the Riemann tensor evaluated in the center of mass of the solid. The components of the Riemann tensor can be expressed in terms of the adimensional amplitude of the g.w. R0i0j (t) = −1/2 äij (t). For a ”+” polarized plane g.w travelling along the z axis the force density, in the proper reference frame attached to a detector lying in the xy plane, has the form: 1 (6) f (r, t) = ρ(r)ä(t) [−x, y, 0] , 2 with a similar expression for the ”×” polarization. The generalized force, acting 7 RESPONSE OF THE DETECTOR 23 on the m mechanical mode, then has the form 1 [(ξm )x x − (ξm )y y] ρ(r) dV . fm (t) = − ä(t) 2 V ol (7) fm (ω) is then given by: 1 a(ω) fm (ω) = M ω 2 L 2 (8) having defined the detector’s effective length (for this mechanical mode and wave polarization): 1 L= [(ξm )x x − (ξm )y y] ρ(r) dV (9) M V ol The function K(ω) is found to be: K(ω) = m 2 C21 ω2 A1 /(2M ) ω2 2 2 2 − ω 2 + i ωωm − ω2 − (ω + ω1 ) + i Q (ω + ω1 ) ωm Qm m A ω )2 (C21 1 2 4M exp(i ω1 t) (10) The second term in the denominator of Eq. 10 is due to the back–action of the electromagnetic fields on the cavity walls. Its effect is particularly important when ω2 − ω1 ≈ ωm . In this case optimum signal transfer does not correspond to the maximum field amplitude A1 that can be stored in the initially excited mode (that is limited by the critical field of the superconductor, Hc ≈ 0.2 T for niobium). Instead, optimum signal transfer is obtained from a lower value that has to be optimized according to the prevailing experimental conditions and detector characteristics. The dependence of the signal on the energy stored in the initially excited mode will be further discussed in Section 6.2 where the expected sensitivity of the detector in various experimental conditions is analyzed. The average energy stored in mode number 2 is U2 = 1/2|H2 (t)|2 and the power extracted from a cavity port coupled to an external load with a coupling coefficient β2 is P2 = β2 (ω2 /Q) U2 . If a(t) = hα(t) with α(t) periodic at angular frequency Ω, the expression of the output power from mode 2 is given by P2 = R(Ω) h2 , with R(Ω) = 7.2 1 β2 ω 2 4 2 2 Ω M L |K(Ω)|2 . 4 Q (11) Noise To study how the thermal fluctuations of the walls contribute to the output signal, we will start again from Eqs. 1–2, taking now the external force fm (t) as a stochastic force with constant power spectrum Sf m = 4M kB T ωm /Qm [37]. The output noise power spectral density is given by: SP P (ω) = β2 ω 2 |K(ω)|2 Sf f Q (12) The thermal fluctuations of the electromagnetic field itself can be calculated in an analogus way. Starting again from Eqs. 1–2, we consider an external, 7 RESPONSE OF THE DETECTOR 24 stochastic force coupled to the magnetic field H2 (t), with constant power spectrum Sf e = 4kT /(ω2 Q). The output noise spectral density is given by: SHH = β2 ω 2 | χ(ω)|2 Sf e Q (13) with χ (ω) given by: 2 m ω22 ωm − ω 2 + i ωω Qm χ (ω) = ω2 2 m 2 2 − ω2 − (ω + ω1 ) + i Q (ω + ω1 ) ωm − ω 2 + i ωω Qm m A ω )2 (C21 1 2 4M . (14) m We note that in the limit of vanishing coupling, C21 ≈ 0, the contribution to the output noise of the walls vanishes, while the contribution of the electromagnetic field fluctuations tends to be like a simple harmonic oscillator of frequency ω2 and quality factor Q. Other noise sources must also be taken into account. To operate our device we have to feed microwave power into mode 1, using an external rf source locked on mode 1, at frequency ω1 . The master oscillator phase noise is filtered through the resonator linewidth; the power spectral density has the following frequency dependence [35]: 4β1 Pi /(ω1 Q) (15) SMO (ω) = 2 ω+ω1 ω1 1 2 + − Q ω1 ω+ω1 where Pi is the power input level and β1 is the coupling coefficient of mode 1 to the output load. From the above equation we can estimate the microwave power noise spectral density at the detection frequency ω = ω2 − ω1 : Pi SMO (ω2 − ω1 ) ≈ β1 ω1 Q ω2 ω2 − ω1 2 (16) This figure can be improved if the receiver discriminates the spatial field distribution of the e.m. field at frequency ω2 , i.e. if it is sensitive only to the power excited in mode number 2, rejecting all contributions coming from mode number 1. In this way mode 1 is decoupled from the output load and β1 = 0. The experimental set–up, based on the use of two magic–tees which accomplishes this issue, is discussed in detail in [5]. Of course, the mode discrimination cannot be ideal, and some power leaking from mode 1 to the detector’s output will be present. Nevertheless our previous work has demonstrated that with careful tuning of the detection electronics we can obtain β1 ≤ 10−14 [5]. The input Johnson noise of the first amplifier in the detection electronics has to be added to the previous contributions to establish the overall noise spectral density. It can be described by the frequency independent spectral density [37]: SJJ = kB T (10(N/10) − 1) ≡ kB Teq (17) where N is the noise figure of the amplifier (in dB) and T the operating temperature. The equivalent temperature (or noise temperature) Teq , is equal to the temperature (in Kelvin) of a 50 ohm termination at the input of an ideal noiseless amplifier with the same gain and generating the same output noise power. 7 RESPONSE OF THE DETECTOR 25 Other noise sources (e.g. the seismic noise) are not considered in this paper. We shall characterize the noise in our detector by a frequency dependent spectral density Sh (ω), with dimension Hz−1 defined as Sh (ω) = Sn (ω) R(ω) (18) where Sn = SP P + SHH + SMO + SJJ , is the detector noise spectral density. 7.3 Sensitivity Let us focus our attention on the system based on two spherical niobium cavities working at ω1 ≈ ω2 ≈ 2 GHz with a maximum stored energy in the initially excited symmetric mode of U1 ≈ 10 J per cell (corresponding to a maximum surface magnetic field Hmax = 0.1 T, half the critical field of niobium). This is a small–scale system with an effective length of 0.1 m and a typical weight of 5 kg. The lowest quadrupolar mechanical mode is at ωm ≈ 4 kHz. In the following, we shall consider an equivalent temperature of the detection electronics Teq = 1 K. A possible design of the detector uses both the mechanical resonance of the structure, and the e.m. resonance. Due to the tuning system, the detection frequency can be made equal to the mechanical mode frequency ωm ≈ ω2 − ω1 . The expected sensitivity of the detector for ω2 − ω1 = ωm = 4 kHz is shown in figure 14, for a mechanical quality factor Qm = 103 (solid line) and Qm = 106 (dashed line). Note that, in the two cases, the optimum sensitivity is obtained with different values of stored energy. In both cases the stored energy has been optimized for maximum detector bandwidth. When the mechanical quality factor is higher (Qm = 106 ) the stored energy has to be maintained much under the maximum allowed value. When ω2 − ω1 = ωm , the detector sensitivity is limited by the walls thermal motion. In this case, a lower Teq would increase the detection bandwidth. Since our detector is based on a double resonant system (the mechanical resonator and the electromagnetic resonator) it can be operated also for frequencies ω2 − ω1 = ωm . At frequencies ω2 − ω1 ≤ 1 kHz the master oscillator phase noise will, in general, completely spoil the system sensitivity, while at frequencies ω2 − ω1 ≥ 10 kHz the noise coming from the detection electronics will dominate. The expected sensitivity of the small–scale detector for ω2 − ω1 = 10 kHz is shown in figure 15. In order to increase the expected sensitivity a large–scale system has to be developed. A possible design could be based on two spherical cavities working at ω1 ≈ ω2 ≈ 500 MHz, with ωm ≈ 1 kHz. This system could have a maximum stored energy of U1 ≈ 1200 J per cell, an effective length of 0.4 m and a typical weight of 2300 kg. With a reasonable choice of system parameters one could obtain the sensitivity shown in figure 16, for the double-resonance case (ω2 − ω1 = ωm ). As in the previous (small–scale) case the energy store in the initially excite mode has been optimized for maximum bandwidth, and it has to be much less then the maximum allowed. Also in this case lowering Teq corresponds to an increase of the detection bandwidth. Obviously the large–scale system could also be used at higher frequencies; in this case a good sensitivity can be achieved in a narrow detection bandwidth (see Fig. 17). RESPONSE OF THE DETECTOR sqrt(Sh) [Hz^(-1/2)] 7 10 -17 10 -18 10 -19 10 -20 10 -21 3700 3800 3900 26 4000 4100 4200 4300 Frequency [Hz] Figure 14: Calculated system sensitivity (ωm ≈ ω2 − ω1 ≈ 4 kHz, Q = 1010 , T = 1.8 K, Teq = 1 K, and a) Qm = 103 , stored energy U ≈ 10 J per cavity (solid line); b) Qm = 106 , stored energy U ≈ 0.1 J per cavity (dashed line)) It is worth noting that the narrow detection bandwidth is not an unavoidable drawback of the system. Actually its value is determined by the coupling coefficient of the antisymmetric mode at the ∆ port of the output magic–tee, and can be adjusted changing this coupling. This corresponds to changing (lowering) the quality factor of the antisymmetric mode, leaving the quality factor of the symmetric mode unaffected. Of course an increased bandwidth corresponds to a lower sensitivity, since the latter is proportional to the antisymmetric mode quality factor. The possibility to increase the detection bandwidth is also interesting for other possible applications of this detection technique which is based on the parametric frequency conversion between two electromagnetic modes in a cavity (for example, in connection with recently proposed detectors based on the dual resonator concept [38, 39, 40]). DATA ANALYSIS sqrt(Sh) [Hz^(-1/2)] 8 10 -19 10 -20 10 -21 0 27 0.5 1 1.5 Freq - 10000 [Hz] 2 2.5 Figure 15: Calculated system sensitivity (ωm ≈ 4 kHz, ω2 − ω1 ≈ 10 kHz, Q = 1010 , T = 1.8 K, Teq = 1 K, stored energy U ≈ 10 J per cavity and a) Qm = 103 (solid line); b) Qm = 106 (dashed line)) 8 Data analysis Several aspects of MAGO data analysis need to be investigated. The data-analysis for both single and multiple MAGOs will be akin of those used for acoustic detectors [41], in view of the narrowband MAGO response. Data analysis strategies for MAGOs operating above f ∼ 4 · 103 Hz will be strictly non parametric, in view of the present lack of GW source/signal models in this frequency range. Optimum MAGO tuning schedules for detecting unknown (sub)millisecond pulsars [42], [43] will be obviously a most relevant issue to be investigated. A ”xylophone” of MAGOs tuned in the range between 103 Hz and 104 Hz might be able to both detect and estimate the chirp-mass [44] of galactic light6 BH-MACHO binaries [45], which would produce a distinct signature in the xylophone output [46]. The expected (optimistic) event-rate might be non negligible 6 The highest GW frequency radiated during binary inspiral is twice the orbital frequency of the last stable circular orbit, and is [44] f ∼ 4 · 103 (M /M ) [Hz] . COLLABORATION, COST AND SCHEDULE sqrt(Sh) [Hz^(-1/2)] 9 10 -19 10 -20 10 -21 935 940 945 950 28 955 960 965 Frequency [Hz] Figure 16: Calculated system sensitivity (ωm ≈ ω2 − ω1 ≈ 1 kHz, Q = 1010 , Qm = 106 , T = 1.8 K, Teq = 1 K, stored energy U ≈ 1 J per cavity) [41]. Once MAGO prototypes will be up and running, a primary task will be to investigate the experimental noise PSD and transfer function, by comparison to their theoretical counterparts. The MAGO data-analysis activity will be initially focused on the above mentioned issues. 9 Collaboration, cost and schedule 9.1 Collaboration • INFN–Genova People: R. Ballantini, A. Chincarini, S. Cuneo, G. Gemme (spokeperson), R. Parodi, E. Picasso, R. vaccarone (4.2 FTE in 2004). Tasks: Suspension system. Refrigerator and cryostat. Low noise electronics. Rf tests. COLLABORATION, COST AND SCHEDULE 10 -20 10 -21 10 -22 10 -23 29 sqrt(Sh) [Hz^(-1/2)] 9 4001.4 4001.6 4001.8 4002 4002.2 4002.4 Frequency [Hz] Figure 17: Calculated system sensitivity (ωm ≈ 1 kHz, ω2 − ω1 ≈ 4 kHz, Q = 1010 , Qm = 106 , T = 1.8 K, Teq = 1 K, stored energy U ≈ 1200 J per cavity) • CERN1 People: Ph. Bernard, E. Chiaveri, S. Calatroni, R. Losito (0.9 FTE). Tasks: Refrigerator and cyostat. Rf simulations and tests. • INFN–Napoli (Gruppo Collegato di Salerno) People: R.P. Croce, V. Galdi, V. Pierro, I.M. Pinto (local coordinator) (1 FTE). Tasks: Source modelling. Data analysis. Rf simulations and tests. 9.2 Cost An overview of the costs of the experiment is given in table 9.2. Their subdivision (including missions and consumables) in the years 2004–2007 is given in table 9.2. 1 CERN does not tale part in the experiment as an external institution. 9 COLLABORATION, COST AND SCHEDULE System Item 30 Cost (ke) Cryostat Vessels Refrigerator Suspension system Read–out electronics and data acquisition 200 180 220 200 Total 800 Table 1: Cost estimation (hardware and constructions) Year 2004 2005 2006 2007 Total Cost (ke) 230 330 450 350 1360 Table 2: Cost subdivision (including missions and consumables) 9.3 Schedule and subdivision of tasks In the first two years (2004–2005) the main effort will be dedicated to the design, construction and test of critical components of the system. In the first year the layout of the suspension system will be designed and a prototype of an element of each stage will be produced, preceeded by a thorough analysis of their behaviuor by finite element calculations. Obviously we shall take advantage of the wide experience gained by the groups that have been working on this item for several decades. INFN–Genova group will be in charge of this task. The study of the suspension system has to be worked out in parallel with the design of the subcooled superfluid helium refrigerator, which should provide the cooling power needed to maintain the cavity at low temperature, without introducing an unacceptable amount of noise from the external environment. We have identified two critical components of the refrigerator, which have to be designed and tested in the first couple of years. First, the automatic control of the saturated superfluid helium level in the saturated superfluid helium box. Second, the channel connecting the saturated helium bath at 4.2 K with the vessel housing the detector. This component provides a direct connection between the inner vessel, which houses the detector, and the external enviroment. For this reason it needs to be integrated with the suspension system, and has to be studied carefully, both from the thermal and from the mechanical point of view. Our goal is to complete the design of the cryostat in the third quarter of 2005 and to start the commissioning of its components by the end of 2005. INFN–Genova group, together with the CERN group, will be in charge of this task. In the first two years, the detection elecronics has to be characterized, together with the suspension and refrigeration systems. The first task will be the construction of a cryogenic test–bed for the measurement of the noise figure of 9 COLLABORATION, COST AND SCHEDULE 31 amplifiers, rf passive components, and their combinations. The system should consist of a dual variable temperature insert (VTI). One VTI is needed for the components under test, the other for the source resistor. The first half of 2004 will be devoted to the construction of the test facility. In the second half of 2004 we shall start with the characterization of the chosen LNA. The contribution to the noise power spectral density coming from the amplifier should be less than the intrinsic noise generated in the cavity. We estimate that this noise level corresponds to that of an amplifier with a noise temperature of 1 K. Standard GaAS microwave amplifiers for satellites and communication will be studied at low temperature. No data for commercial amplifiers operating below 77 K are available. A sizable noise reduction should be obtained working at 4.2 K or below, but the actual amount reduction has to be found. At Chalmers University the group of Prof. H. Zirath is leader in the production of HEMT made with InP technology. Their amplifiers are optimized for 4 GHz and beyond, where the noise temperature is about 2.5 K. The noise at 2 GHz is slightly higher. We plan to study their device at 4.2 K and below, and to have the amplifier optimized for 2 GHz use. Other devices using transistors manufactured by ETH and TRW have been tested for the Herschel project. Even in this case the band and noise are optimized for 4–8 GHz use. A noise temperature of 3.5 K has been attained at a temperature of 13 K. An essential role in the detection system is played by a few passive components, which are needed to subtract the opposite signal coming from the two cavities. To reach a good null condition we have to correct the fase and the amplitude of the two channels. The nulling condition must be modified in real time by a control loop, with a time constant of the order of the milliseconds. We will have to find or to develop cryogenic components like magic–Tees, electrically variable attenuators and phase shifters. At low temperature the use of ferroelectric materials is promising. Another technology is based on MEMS, and is preferred when the parameter must be changed digitally. During the second year (2005) we shall characterize the low temperature behaviour of passive rf components (phase shifters, attenuators, ecc.). INFN–Genova group, together with INFN–Napoli group, will be in charge of the characterization of the detection electronics. The development of reliable models of candidate sources of gw’s is a formidable task, together with the study of the most effective data analysis strategies to extract their signal from the detector’s noise. This issues will be carried on in parallel with the experimental effort. INFN–Napoli group will be in charge of this task. Year 2006 will be mainly dedicated to the construction of the cryostat, while in 2007 the whole system shall be integrated and tested. 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Croce et al. 2003. arXiv:gr- LIST OF FIGURES 35 List of Figures 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 Artistic view of the coupled spherical cavities with the central tuning cell . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Niobium spherical cavities (fixed coupling) . . . . . . . . . . . . Niobium spherical cavities (variable coupling) . . . . . . . . . . LISA–LIGO comparison . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . The narrowband response of GEO600. The picture shows the spectral densities of the amplitudes of apparent gravitational waves which give the same detector output as the various noise sources. (Black: overall noise; green: shot noise; blue: seismic noise; yellow: thermal noise; red: standard quantum limit. Courtesy of GEO600) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Electric field magnitude of the TE011 mode. Note the alignment of the field axis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Detection frequency vs. coupled cells distance . . . . . . . . . . . Detection frequency vs. coupling tubes diameter . . . . . . . . . Quality factor vs. stored energy for the fixed–coupling cavity of Fig. 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sketch of the suspension system . . . . . . . . . . . . . . . . . . Flow chart of the subcooled superfluid helium refrigerator . . . . Electric circuit of the detector system . . . . . . . . . . . . . . . Power trasfer between the symmetric and the antisymmetric mode with in–phase piezo excitation (solid) and 180 degress out–of– phase excitation (dashed) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Calculated system sensitivity (ωm ≈ ω2 − ω1 ≈ 4 kHz, Q = 1010 , T = 1.8 K, Teq = 1 K, and a) Qm = 103 , stored energy U ≈ 10 J per cavity (solid line); b) Qm = 106 , stored energy U ≈ 0.1 J per cavity (dashed line)) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Calculated system sensitivity (ωm ≈ 4 kHz, ω2 − ω1 ≈ 10 kHz, Q = 1010 , T = 1.8 K, Teq = 1 K, stored energy U ≈ 10 J per cavity and a) Qm = 103 (solid line); b) Qm = 106 (dashed line)) Calculated system sensitivity (ωm ≈ ω2 − ω1 ≈ 1 kHz, Q = 1010 , Qm = 106 , T = 1.8 K, Teq = 1 K, stored energy U ≈ 1 J per cavity) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Calculated system sensitivity (ωm ≈ 1 kHz, ω2 − ω1 ≈ 4 kHz, Q = 1010 , Qm = 106 , T = 1.8 K, Teq = 1 K, stored energy U ≈ 1200 J per cavity) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 4 5 6 7 9 10 11 12 13 14 19 22 26 27 28 29 List of Tables 1 2 Cost estimation (hardware and constructions) . . . . . . . . . . . Cost subdivision (including missions and consumables) . . . . . . 30 30 Codice Esperimento Gruppo MAGO 2 Rapp. Naz.: Gianluca Gemme ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 PREVISIONE DI SPESA Piano finanziario globale di spesa In KEuro ANNI Miss. FINANZIARI interno 2004 2005 2006 2007 TOTALI Mod EC./EN. 6 Miss. estero. Materiale di cons. 35 35.0 35.0 35.0 59 50.0 50.0 50.0 25 25.0 25.0 75.0 140,0 209,0 150,0 Trasp. e Spese Facch. Calc. 0 0.0 0.0 0.0 0 0.0 0.0 0.0 Affitti e Manut. Appar. 17.5 17.5 17.5 17.5 70,0 Mater. inventar Costr. appar. TOTALE Compet. 71.5 90.5 122.5 72.5 28 112.0 200.0 100.0 236.0 330.0 450.0 350.0 357,0 440,0 1366,0 (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento MAGO Resp. loc.: Gianluca Gemme Gruppo 2 COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA N 1 2 3 4 5 6 7 8 RICERCATORE Cognome e Nome Qualifica Dipendenti Incarichi Affer. al gruppo . Art. 23 Ruolo Ricerca Assoc BALLANTINI Renzo BERNARD Philippe CALATRONI Sergio CHIAVERI Enrico LOSITO Roberto PICASSO Emilio PODESTA' Andrea VACCARONE Renzo I Ric AsRic C.E.R.N. C.E.R.N. C.E.R.N. C.E.R.N. P.O. Dott. 5 5 2 2 2 1 5 5 % N 60 30 20 20 20 50 60 30 1 2 3 4 TECNOLOGI Cognome e Nome CHINCARINI Andrea CUNEO Stefano GEMME Gianluca PARODI Renzo Qualifica Incarichi Ass. Ruolo Art. 23 Tecnol. Tecn. Tecn. Tecn. D.T. Dipendenti Numero totale dei Tecnologi Tecnologi Full Time Equivalent N TECNICI Cognome e Nome 1 PEPE Salvatore Numero totale dei ricercatori Ricercatori Full Time Equivalent Collab. tecnica CTer. Annotazioni: mesi−uomo 1.0 2.0 2.0 Osservazioni del direttore della struttura in merito alla disponibilità di personale e attrezzature Il programma presentato in Consiglio di Sezione per l'anno 2004 e' consistente con il numero di persone interessate, gli spazi e le attrezzature a disposizione. Mod EC./EN. 7 % Assoc. tecnica 8 Numero totale dei Tecnici 2.9 Tecnici Full Time Equivalent SERVIZI TECNICI Denominazione 1 officina elettronica 2 officina meccanica 3 Progettazione meccanica Qualifica Incarichi Art. 15 70 10 70 70 4 2.2 Dipendenti Ruolo % (a cura del responsabile locale) 25 1 0.25 ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Codice Esperimento Gruppo MAGO 2 Rapp. Naz.: Gianluca Gemme MILESTONES PROPOSTE PER IL 2004 Data completamento Descrizione 30/6/2004 Disegno elementi della sospensione 30/6/2004 Completamento test−bed per la qualifica dei componenti elettronici 31/12/2004 Prototipo elemento sospensione 31/12/2004 Test elementi critici refrigeratore 31/12/2004 Test LNA (GaAs e InP) a 4.2K e 1.8K Mod EC./EN. 8 (a cura del responsabile nazionale) Codice Esperimento MANU2 Rapp. Naz.: F. GATTI ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Rappresentante nazionale: Struttura di appartenenza: Posizione nell'I.N.F.N.: Gruppo 2 F. GATTI GE INFORMAZIONI GENERALI Linea di ricerca Laboratorio ove si raccolgono i dati Fisica delle particelle, massa del neutrino, anomalie dello spettro beta all'end−point; BEFS e analisi comparata con EXAFS INFN Genova ; FACILITY GILDA Sincrotrone di Grenoble Sigla dello esperimento assegnata dal laboratorio ESRF Grenoble Acceleratore usato Fascio (sigla e caratteristiche) GILDA Decadimento beta del 187−Re ed effetto BEFS Processo fisico studiato Apparato strumentale utilizzato Microcalorimetri criogenici a transizione di fase superconduttiva. Refrigeratori a diluizione, elettronica di preamplificazione a SQUID. Genova − LNF Sezioni partecipanti all'esperimento INFN Padova, INFN GILDA CRG, ESRF Grenoble Istituzioni esterne all'Ente partecipanti 4 anni Durata esperimento Mod EC. 1 (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento MANU2 Resp. loc.: F. GATTI Gruppo 2 PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L'ANNO 2004 In KEuro IMPORTI VOCI DI SPESA DESCRIZIONE DELLA SPESA Incontri coi collaboratori dei LNF e Padova Parziali Totale Compet. SJ SJ 3.0 3.0 Misure all'ESRF di Grenoble (2 settimane, 4 persone) 0.0 10.0 10.0 0.0 Fluidi criogenici 20.0 Materiali puri (Al, Ag, SiO, SiN, Ir, Re, Au, wafer−Si) 15.0 Consumi produzione TES (E−Beam, litogr., chimica gas puri per RTE, maschere litografiche) 25.0 15.0 75.0 0.0 ons. produz. calorimetri, test e misure (tagli e lapping cristalli, holders, sorg. di calibr., comp. elettr., micromanipolaz., bonding) Consorzio Ore CPU Spazio Disco Cassette 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 Altro Macchina per "oxigen plasma" 35.0 35.0 0.0 Costruzione elettronica (acquisto JFET basso rumore/digitalizzatori e CPU di controllo) 145.0 145.0 0.0 Totale 268.0 0.0 Sono previsti interventi e/o impiantistica che ricadono sotto la disciplina della legge Merloni ? Breve descrizione dell'intervento: Mod EC./EN. 2 (a cura del responsabile locale) A cura della Comm.ne Scientifica Nazionale ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento MANU2 Resp. loc.: F. GATTI Gruppo 2 ALLEGATO MODELLO EC2 Motivazioni delle richieste di spesa − La richiesta di trasferte estere per misure al Sincrotrone di Grenoble, presso la facility GILDA, continua ad essere motivata da due principali obiettivi. Il primo è il raffinamento e completamento delle analisi EXAFS da cui è possibile ricavare i parametri che servono al calcolo delle oscillazioni BEFS soprattutto vicino all'end−point. Questo effetto, sebbene sia previsto essere trascurabile secondo ipotesi ritenute "ragionevoli", potrebbe essere causa di una sostanziale distorsione dello spettro beta all'end−point; pertanto il completamento di tali misure è essenziale. La seconda motivazione risiede nel fatto che i nostri rivelatori sono più performanti di quelli attualmente in uso nei sincrotroni; pertanto è grande l'interesse per realizzare set di misure significative che possano portare a risultati nuovi. Le spese per materiale inventariabile sono moptivate da sviluppi di questo anno nella definizione fine dei processi di preparazione dei microcalorimetri evidenzia la presenza di impurezze superficiali dovute ai PMMA della microlitografia. Tali residui attaccano chimicamente il sensore cambiandone le caratteristiche lentamente nel tempo. E' necessario applicare una tecnica ben nota che utilizza plasma di ossigeno eccitante a radiofrequenza. Cio' giustifica la richiesta di spesa per l'apparato do "oxigen plasma". Nella costruzione apparati e' riportato il sub−judice riguardante l'elettronica, già richiesto nel 2002, che intendiamo far slittare al 2003, per poter optare su una scelta piu' avanzata, dato il grande sviluppo di nuovi dispositivi a SQUID in atto recentemente. Mod EC./EN. 2a Pagina 1 (a cura del responsabile locale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento MANU2 Resp. loc.: F. GATTI Gruppo 2 ALLEGATO MODELLO EC2 Mod EC./EN. 2a Pagina 2 (a cura del responsabile locale) Codice Esperimento MANU2 Rapp. Naz.: F. GATTI ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Gruppo 2 PREVENTIVO GLOBALE DI SPESA PER L'ANNO 2004 In KEuro A CARICO DELL' I.N.F.N. Struttura Miss. interno Miss. estero. di cui SJ GE LNF TOTALI di cui SJ Materiale di cons. di cui SJ Trasp. e Facch. di cui SJ Spese Calc. di cui SJ Affitti e Manut. Appar. di cui SJ Mater. inventar. di cui SJ Costr. appar. di cui SJ TOTALE Compet. A carico di altri Enti di cui SJ 3,0 1,5 10,0 1,5 75,0 35,0 145,0 268,0 3,0 4,5 11,5 75,0 35,0 145,0 271,0 0,0 0,0 NB. La colonna A carico di altri enti deve essere compilata obbligatoriamente Note: Mod EC./EN. 4 (a cura del responsabile nazionale) Codice Esperimento MANU2 Rapp. Naz.: F. GATTI ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Gruppo 2 A) ATTIVITA' SVOLTA FINO A GIUGNO 2003 ELETTRONICA − Nel 2003 abbiamo incontrato molti problemi nel realizzare i canali di read our a SQUID a larga banda. Questi hanno mostrato noise in eccesso, anomalie delle caratteristiche ed altri difetti di produzione che ci hanno conviniti del basso livello di affidabilita' di questa nuova tecnologia da poco disponibile sul mercato. Nel corso dell'anno abbiamo investigato due alternative: SQUID tradizionali con una maggior banda e slew−rate ed amplificatori a JFet freddi sintonizzati alla frequenza di bias del rivelatore tramite un trasformatore. Quest'ultima via ha dato risultati soddisfacenti ma non ancora definitivi. TES − Lo sviluppo dei sensori tes e' stato ulteriormente raffinato nelle tecniche di preparazione. E' stata aggiunta la possibilita' di preparare sensori di solo Ir, oltre ai bilayer Al−Ag, con la tecnica della ablazione laser. B) ATTIVITA' PREVISTA PER L'ANNO 2004 Prevediamo di completare lo sviluppo dell'elettronica alternativa a JFet/trasformatore ad un costo per canale per il front end circa due ordini di grandezza inferiore a quello di un equivalente a SQUID. Grazie a cio' intendiamo portare il numero di canali dai 30 previsti a 100. Riteniamo comunque raggiungibile un numero di circa 300 canali. Limiti al numero di canali sono essenzialmente dovuti alla quantita' di discendenti nel criostato, che potrebbero essere incompatibili con i limiti di conduttanza termica. Raggiunta tale configurazione intendiamo procedere all'inizio delle misure. C) FINANZIAMENTI GLOBALI AVUTI NEGLI ANNI PRECEDENTI Anno Missioni Missioni finanziario interno estero 2000 2001 2002 TOTALE Mod EC. 5 In kEuro Affitti e Materiale Materiale Costruz. Trasp. e Spese TOTALE Manut. di inventar. apparati Facch. Calcolo Apparec. consumo 2.0 2.0 3.0 4.5 5.5 16.5 50.0 85.0 52.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 14.0 147.0 0.5 0.0 203.5 93.0 85.5 7 26.5 187 0 0 0 14 147.5 382 (a cura del rappresentante nazionale) Codice Esperimento MANU2 Rapp. Naz.: F. GATTI ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Gruppo 2 PREVISIONE DI SPESA Piano finanziario globale di spesa In KEuro ANNI Miss. Miss. Materiale Trasp. e Spese FINANZIARI interno estero. di cons. Facch. Calc. 2004 TOTALI Mod EC./EN. 6 4.5 11.5 75 4,5 11,5 75,0 0 0 Affitti e Manut. Appar. 0 Mater. inventar Costr. appar. TOTALE Compet. 35 145 271.0 35,0 145,0 271,0 (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Codice Esperimento MANU2 Resp. loc.: F. GATTI Struttura GE Gruppo 2 COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA N 1 2 3 4 5 6 7 8 RICERCATORE Cognome e Nome Qualifica Dipendenti Incarichi Affer. al . gruppo % 5 2 2 2 2 2 2 2 20 100 40 30 20 50 100 100 N Ruolo Art. 23 RicercaAssoc Ric. BALERNA A. GALLINARO Gaetano GATTI Flavio MAURIZIO Chiara MOBILIO S. PERGOLESI Daniele RIBEIRO GOMES Maria ZZc P.A. P.A. Bors. P.O. Dott. Bors. Bors. TECNOLOGI Cognome e Nome Qualifica Incarichi Ass. Ruolo Art. 23 Tecnol. Dipendenti Numero totale dei Tecnologi Tecnologi Full Time Equivalent N TECNICI Cognome e Nome 0 0 Qualifica Incarichi Dipendenti Ruolo Art. 15 Collab. tecnica 8 Numero totale dei Tecnici 4.6 Tecnici Full Time Equivalent Annotazioni: SERVIZI TECNICI Denominazione 1 officina elettronica 2 officina meccanica 3 Progettazione meccanica mesi−uomo 1.0 2.0 1.0 Osservazioni del direttore della struttura in merito alla disponibilità di personale e attrezzature Il programma presentato in Consiglio di Sezione per l'anno 2004 e' consistente con il numero di persone interessate, gli spazi e le attrezzature a disposizione. Mod EC./EN. 7 (a cura del responsabile locale) % Assoc. tecnica 1 BEVILACQUA Adriano CTer. 2 PARODI Luigi CTer. Numero totale dei ricercatori Ricercatori Full Time Equivalent % 20 100 2 1.2 Codice Esperimento MANU2 Rapp. Naz.: F. GATTI ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Gruppo 2 MILESTONES PROPOSTE PER IL 2004 Data completamento Descrizione 30/06/2003 Completamento installazione ed inizio acquisizione di test 01/10/2004 Inizio acquisizione dati Mod EC./EN. 8 (a cura del responsabile nazionale) Codice Esperimento Gruppo NEMO−RD 2 Rapp. Naz.: Emilio Migneco ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Rappresentante nazionale: Struttura di appartenenza: Posizione nell'I.N.F.N.: Emilio Migneco LNS INFORMAZIONI GENERALI Neutrino Astronomy Linea di ricerca Stazione di Prova Sottomarina, LNS Laboratorio ove Capo Passero si raccolgono i dati Sigla dello esperimento assegnata dal laboratorio Acceleratore usato Fascio (sigla e caratteristiche) Rivelazione di neutrini di alta energia Proprietà ottiche ed oceanografiche delle acque profonde Processo fisico studiato Apparato strumentale utilizzato Stazione di Prova Sottomarina, LNS Apparati per la caratterizzazione delle proprietà ottiche ed oceanografiche dei siti Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Genova, G.C. Messina, LNF, LNS, Roma 1 Sezioni partecipanti all'esperimento Istituzioni esterne all'Ente partecipanti Ist. Naz. per l'Oceanografia e la Geofisica Sperimentale, Trieste Ist. Sperimentale Talassografico CNR, Messina Ist. di Biologia del Mare CNR, Venezia Collaborazione ANTARES 2001−2005 Durata esperimento Mod EC. 1 (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento NEMO−RD Resp. loc.: M. TAIUTI Gruppo 2 PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L'ANNO 2004 In KEuro IMPORTI VOCI DI SPESA DESCRIZIONE DELLA SPESA Parziali SJ 2 meeting di collaborazione x 3 gg. x 4 persone (0.9 x pers.) 7.0 5 technical board x 2 gg. x 2 persone (0.8 x pers.) 8.0 contatti con ditte per guide di luce 2.0 Viaggi al CERN per contatti con C. Joram x deposizione fotocatodo 2.0 Totale Compet. SJ 17.0 0.0 2.0 0.0 1 Benthos sfera di riserva 1.0 1 Guida di luce di riserva 1.0 2.0 0.0 Trasporti a Catania x test finali di risposta luminosa 3.0 3.0 0.0 Consorzio Ore CPU Spazio Disco Cassette Altro 0.0 0.0 0.0 0.0 1 pc per run simulazioni Montecarlo 2.0 Dischi storage risultati simulazioni 2.0 Modulo ottico con 4 PMT da 5" 17.0 Modulo ottico con matrice di PMT esagonali 17.0 Sorgente di luce calibrata 10.0 Totale 4.0 0.0 44.0 0.0 72.0 0.0 Sono previsti interventi e/o impiantistica che ricadono sotto la disciplina della legge Merloni ? Breve descrizione dell'intervento: Mod EC./EN. 2 (a cura del responsabile locale) A cura della Comm.ne Scientifica Nazionale ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento NEMO−RD Resp. loc.: M. TAIUTI Gruppo 2 ALLEGATO MODELLO EC2 Missioni interne: i technical board previsti sono 7, ma 2 verranno fatti in concomitanza dei meeting di collaborazione; pertanto le spese sono gia' incluse nella voce relativa. Costruzione apparati: − dettaglio costo modulo ottico con 4 PMT da 5" Benthos sfera 1 K€ Guida di luce 1 K€ 4 PMT 10 K€ Alimentatori HV 2.5 K€ mu−metal + grasso ottico + consumo vario 2.5 K€ − dettaglio costo modulo ottico con PMT esagonali Benthos sfera 1 K€ Guida di luce 1 K€ PMT esagonali 10 K€ Alimentatori HV 2.5 K€ mu−metal + grasso ottico + consumo vario 2.5 K€ − Materiale Inventariabile Il gruppo di Genova possiede un cluster di 8 pc doppio processore acquistati con l'esperimento AIACE ed utilizzati per simulazioni ed analisi dati. Il cluster ha un'eta' superiore ai quattro anni, e le machcine iniziano a rompersi. E' stata fatta richiesta in CIII per la sostituzione parziale delle macchine e la richiesta presente serve ad integrare la potenza di calcolo e rinnovare il parco macchine esistente. Mod EC./EN. 2a Pagina 1 (a cura del responsabile locale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Codice Esperimento NEMO−RD Resp. loc.: M. TAIUTI Gruppo 2 ALLEGATO MODELLO EC2 Mod EC./EN. 2a Pagina 2 (a cura del responsabile locale) Codice Esperimento Gruppo NEMO−RD 2 Rapp. Naz.: Emilio Migneco ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 PREVENTIVO GLOBALE DI SPESA PER L'ANNO 2004 In KEuro A CARICO DELL' I.N.F.N. Struttura Miss. interno Miss. estero. di cui SJ BA BO CT GE LNF LNS ME RM1 TOTALI 20,0 7,0 36,0 17,0 16,0 40,0 6,0 59,0 201,0 Materiale di cons. di cui SJ 8,0 24,0 2,0 26,0 3,0 25,0 88,0 di cui SJ 4,0 8,0 15,0 2,0 21,0 100,0 Trasp. e Facch. di cui SJ Spese Calc. di cui SJ Affitti e Manut. Appar. di cui SJ Mater. inventar. di cui SJ 5,0 Costr. appar. di cui SJ 31,0 8,0 4,0 7,0 3,0 2,0 17,0 167,0 8,0 5,0 76,0 44,0 12,0 5,0 30,0 290,0 10,0 42,0 12,0 51,0 493,0 A carico di altri Enti TOTALE Compet. di cui SJ 68,0 15,0 151,0 72,0 46,0 456,0 24,0 185,0 0,0 8,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 1017,0 8,0 NB. La colonna A carico di altri enti deve essere compilata obbligatoriamente Note: Mod EC./EN. 4 (a cura del responsabile nazionale) Codice Esperimento Gruppo NEMO−RD 2 Rapp. Naz.: Emilio Migneco ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 A) ATTIVITA' SVOLTA FINO A GIUGNO 2003 Vedi relazione allegata B) ATTIVITA' PREVISTA PER L'ANNO 2004 Vedi relazione allegata C) FINANZIAMENTI GLOBALI AVUTI NEGLI ANNI PRECEDENTI Anno Missioni Missioni finanziario interno estero In kEuro Materiale Affitti e Trasp. e Spese Materiale Costruz. di Manut. TOTALE Facch. Calcolo inventar. apparati consumo Apparec. 2001 2002 2003 64.5 78.5 126.0 26.0 60.5 35.5 63.0 130.5 144.5 2.5 0.0 10.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 16.5 16.5 22.5 2.5 0.0 95.0 175.0 286.0 338.5 TOTALE 269 122 338 12.5 0 0 55.5 97.5 799.5 Mod EC. 5 (a cura del rappresentante nazionale) Esperimento NEMO-RD Relazione sull’attività 2003 Studio dei siti Nei primi mesi del 2003 è stata effettuata una campagna oceanografica a Capo Passero in collaborazione con i colleghi di ANTARES, durante la quale è stata: - effettuata la manutenzione (recupero, download dei dati e riposizionamento) della catena correntometrica e della trappola per sedimenti; - posizionata una catena con la strumentazione di NEMO e di ANTARES per la misura a lungo termine del rumore di fondo ottico; - posizionata una catena con la strumentazione di ANTARES per la misura del biofouling. Nei restanti mesi del 2003 sono programmate altre tre campagne: - luglio, per il recupero della catena per la misura del rumore di fondo ottico e il download dei dati dalla superficie con modem acustico della catena per il biofouling, il posizionamento della catena per il background ottico sul Test Site di Catania e l’esecuzione di una serie di misure su capo passero con l’AC9 e NERONE; - settembre, per la manutenzione della catena correntometrica ed il recupero della catena per il biofouling; - novembre-dicembre, per l’esecuzione di una serie di misure su capo passero con l’AC9, DEWAS e NERONE. Attività delle Sezioni Bari Relativamente agli sviluppi R&D tanto per il telescopio per neutrini km3 quanto per la realizzazione del prototipo di torre da installare al test site di Catania (NEMO-Fase 1), il gruppo di Bari si occupa del problema della calibrazione temporale dell'apparato. Nel 2003 si è dato inizio ad uno studio preliminare per definire le caratteristiche generali del sistema di sincronizzazione dell’apparato. Bologna Relativamente all’elettronica, dopo avere progettato il modulo DTPU (Data Transfer&Pack Unit) implementato per ora su una FPGA, progettato e realizzato una PCB che è stato poi usato per testare, secondo le specifiche di progetto, la DTPU, il gruppo ha partecipato a tutte le discussioni sull'evoluzione del progetto NEMO-RD, modificando la DTPU in relazione ai cambiamenti che stanno avvenendo. Relativamente alle attività di software è proseguito il lavoro di simulazione degli sciami atmosferici in stretta collaborazione con il gruppo dei Laboratori Nazionali del Sud. In NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Relazione sull’attività 2003 1/1 particolare e' iniziato un lavoro di confronto tra il fondo dovuto ai muoni atmosferici in siti a profondità diverse (2400 e 3400 m). Catania Ricordiamo che a Luglio del 2002 è stato eseguito il trasloco del Dipartimento dai vecchi locali al nuovo Dipartimento nella cittadella Universitaria. Questo fatto ha comportato una serie di problemi con ripercussione sulle attività del gruppo. Le strutture delle quali ci si serviva hanno avuto differenti tempi per essere operative: la camera pulita è in funzione da questo mese; il servizio di Elettronica non è ancora in grado di funzionare; il servizio Rivelatori, con molte difficoltà, è operativo dalla fine del 2002, l'officina meccanica è in funzione soltanto da un paio di mesi; il centro di Calcolo è ancora in allestimento anche se le principali funzioni sono disponibili già da tempo. L'impianto elettrico complessivo dei laboratori di NEMO, ANTARES e di Microelettronica è stato rifatto a spese del gruppo perché la loro inadeguatezza produceva frequenti interruzioni delle alimentazioni. Alcune attrezzature, ad esempio ECLAPS, non sono ancora operative. E’ stato necessario realizzare, sempre a spese del gruppo, un cluster con una rete locale privata per le macchine su cui gira CADENCE perché i pacchetti potessero girare nella rete senza collidere con quelli dell'intera rete del dipartimento. Ora il sistema è ottimizzato ed è indipendente dalla rete complessiva. E’ anche possibile continuare a lavorare anche se la rete esterna cade. Inoltre è stato inserito un fire-wall a protezione della sottorete. Microelettronica Nel 2002, prima del trasloco, era stata inviata in fonderia una versione del Chip LIRA comprendente un PLL, un T&SPC ed una memoria analogica, tutte testabili separatamente. Inoltre nello stesso chip è stata inserita la versione integrata di LIRA con due banchi di memoria analogica di 3 righe da 256 celle ciascuna che dovrebbe essere il prototipo testabile di LIRA. Per i problemi relativi alle continue cadute della alimentazione di rete la scheda di test è stata progettata in tempi lunghi e malgrado LIRA fosse arrivata a Settembre i risultati definitivi del test completo si sono avuto soltanto a marzo del 2003. Eseguiti i test del T&SPC con esito positivo, anche la parte relativa al suo aggiornamento e cioè la parte relativa allo Slow Control comprentende DAC, flip-flop e unità logica di intefacciamento è o.k. Il test della parte di sampling è abbastanza soddisfacente. Tuttavia sia il gain che lo slew-rate dell'amplificatore di lettura sono eccessivamente bassi. Ciò è dovuto alla capacità parassita eccessiva dei due rail sui quali viaggiano i segnali in lettura. Il PLL è composto da diverse parti; tutte sembrano funzionare bene tranne quella che permette di variare la frequenza di moltiplicazione. Questa non permette l'aggancio a 200 MHz, ma in modo differente dal previsto a frequenze diverse. Il risultato complessivo del test è che si è reso necessaria un a nuova iterazione del chip. Il progetto ha previsto un nuovo disegno del T&SPC con un diverso Layout al solo scopo di risparmiare silicio e quindi costi. La memoria analogica è stata ridisegnata spezzettando i rail in quattro parti per diminuire le capacità parassite e, quindi, per migliorare gain e tempo di lettura. Inoltre è stato migliorato lo switch di sampling. IL PLL è stato ridisegnato sostanzialmente modificando la parte relativa all'aggancio. Il chip è stato inviato in fonderia a fine giugno e sarà disponibile soltanto a Settembre. Ricordiamo che il costo del chip AMS è levitato e che LIRA è ben superiore ai 10 mm2 minimi, per cui ogni RUN viene a costare, IVA compresa, qualcosa come 8 k€. Inoltre la scheda di test, generalmente multilayer è molto costosa ed è quasi sempre diversa perchè deve essere adattata al chip da testare. NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Relazione sull’attività 2003 2/2 A settembre sarà necessario procedere ai test del Chip. Presumibilmente i risultati dei test si avranno a fine anno. DEWAS Per quanto riguarda le misure dei Siti con DEWAS bisogna fare presente che nel viaggio di ritorno da Tolone l’apparato si è danneggiato. A parte delle piccole ammaccature sulla pur robusta carrozzeria si sono avuti danni anche alla parte di movimentazione ed all'elettronica. Si è proceduto, quindi allo smontaggio di DEWAS e, approfittando della sua apertura, anche a una serie di modifiche molto importanti al fine di migliorarne il comportamento. Alcune modifiche sono relative all'ottica, ma la maggior parte all'elettronica. Si è riscontrato che quando il fascio si avvicinava ai bordi delle finestre le misure assumevano strani profili. Se ne è dedotto che esso era eccessivamente largo dando luogo ad effetti di bordo. Si è quindi proceduto ad impiantare una finestra che ne limita le dimensioni ad una fessura di circa 1 x 7 mm2. Inoltre si sta lavorando alla sostituzione dell'oblò in plastica, che maschera molto le misure, con uno in quarzo, come originariamente previsto. Si è adottato, su suggerimento degli Ingegneri Meccanici del LNS una struttura di contenimento del quarzo con due calotte di acciaio e una resina impregnate. Un primo cristallo si è spezzato in fase di montaggio. Un secondo cristallo è stato montato in un fantoccio, a 350 Atm e testato in camera iperbarica. Sottoposto a più immersioni non ha retto, incrinandosi, per cui un po' di acqua è riuscita a filtrare attraverso l'incrinatura. Bisogna rifare aggiustando le conchiglie di contenimento e migliorando l'impregnazione del quarzo con la resina. Sono stati acquistati altri 2 cristalli. Un'altra modifica consiste nell'inserire in una posizione opportuna della finestra centrale un filtro grigio sufficiente per potere misurare anche il fascio diretto e così ottenere non soltanto la misura del profilo di diffusione ma anche il valore assoluto. Per quanto riguarda le modifiche elettroniche esse sono relative alla sorgente. La dinamica della luce emessa dai LED è stata incrementata di circa un fattore 30. Sia aumentando da massima luce disponibile che è stata potenziata iniettando una corrente maggiore dei LED, sia diminuendo la minima. In questo modo ci si aspetta di ottenere misure con migliore risoluzione ad angoli alti e di potere misurare anche ad angoli molto piccoli. Per quanto riguarda DEWAS, quindi, resta da rifare l'oblo e le necessarie calibrazioni con le sferette di latex per poterlo, quindi, usare durante le campagne del 2004. Dark Room: ECLAPS La Dark Room per la caratterizzazione di PMT e Moduli ottici è stata completamente smantellata per il trasporto in quanto, a causa delle sue dimensioni (cubo da 1.5 m di lato) non passava intera dalle aperture. Il locale in cui istallarla sarà pronto a Luglio e solo allora si potrà procedere a rimontarla. Il sistema d'acquisizione con cui operava è obsoleto e si basava sull'uso di schede d'acquisizione che possono essere montate soltanto su vecchi 486. Pertanto si sta provvedendo a rifarlo interamente. E’ stato acquistato un Pentium IV ed una scheda d'acquisizione moderna dotata di due canali con Banda passante 150 MHz e 200 Msample/sec. Si sta procedendo alla sua istallazione ed alla costruzione del codice di controllo della scheda e di acquisizione dei segnali del PMT. Si ricorda che le misure da eseguire sui PMT sono di TTS, gain e efficienza quantica sia punto-punto che complessivi. Le misure saranno poi eseguite una volta montato il Modulo Ottico. Per questo il sistema deve essere dotato di intelligenza e di capacità di automazione. In pratica bisogna che sia in grado di rifare ciò che faceva prima ma con il NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Relazione sull’attività 2003 3/3 nuovo sistema d'acquisizione. In più bisogna istallare anche la nuova sorgente di luce ed il monocromatore controllato dal computer con il quale si eseguono le misure di efficienza quantica. Questo sistema dal costo di circa 22 kEuro è stato acquisito con altri fondi Banco per l’assemblaggio dei moduli ottici Si sta costruendo un banco per il montaggio dei Moduli ottici. Si è realizzato un contenitore di plexiglass di spessore 4 cm, un cubo di circa 70 cm di lato. Esso è provvisto di una pompa che realizza il vuoto per facilitare il montaggio delle sfere Bentos. E’ stato acquisito un trapano ad ultrasuoni per realizzare il foro di passaggio del connettore nella sfera di vetro. Moduli Ottici Si sta testando una base attiva commerciale per l'alimentazione HV dei PMT. Sono stati acquistati diversi PMT di grande area e si sta provvedendo al montaggio di tre OM che avverrà entro l'anno. Si sono acquistate alcune modeste quantità di diversi tipi di gel ottici per testarne le proprietà ai fini della scelta finale anche in vista del montaggio. Ciò avverrà entro l'anno. Camera iperbarica E’ stata istallata la Camera Iperbarica al Test Site. E’ stato eseguito il collaudo ed è stata già usata in diverse occasioni dalla collaborazione, ad esempio per testare connettori sottomarini, l'oblo di Dewas e parti di NERONE. Genova I materiali necessari per la realizzazione del fotomoltiplicatoe ibrido, finanziati per il 2003 sono stati acquistati e sono già disponibili presso il laboratorio del gruppo a Genova. E’ stato allestito e collaudato il forno per riscaldare il bulbo. Si tratta di una scatola in legno coibentata e rifasciata all’interno in alluminio per ottimizzare la diffusione del calore all’interno. La lettura della temperatura all’interno del forno avviene in otto punti mediante termocoppie collegate a LabView. E’ stata raggiunta la temperatura interna di 360°C con una uniformità di 20°C. E’ previsto adesso la fase di preparazione con la deposizione di cromo sulle pareti interno del fototubo non sensibili. Tale deposizione sarà fatta entro la fine del 2003 presso un laboratorio della sezione di Genova già attrezzato per evaporazione in vuoto e spattering. E’ necessario per quest’operazione rendere compatibile il fototubo con il sistema da vuoto e di evaporazione. A tale scopo è necessario l’acquisto di un supporto per l’evaporatore di lunghezza 50 cm e flangiato CF. x x R NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Relazione sull’attività 2003 R 4/4 In parallelo è stato studiato un sistema di raccolta di luce in grado di focalizzare su parti diverse del fototubo ibrido la luce proveniente da direzioni diverse. Tale dispositivo è necessario per sfruttare al meglio l’informazione fornita dal fototubo sul punto d’impatto del fotone rivelato. La figura mostra come in presenza delle guide la luce viene focalizzata su una frazione della superficie del fotocatodo. Inoltre la luce raccolta risulta essere maggiore che nel caso del fototubo semplice. Tale sistema di guide di luce potrebbe essere costituito da superfici riflettenti opportunamente sagomate e da gel ottico per riempire gli interstizi (vedi figura). Questo tipo di soluzione dovrebbe ridurre drasticamente i costi di realizzazione. Nella figura è mostrato il disegno di un prototipo per un fototubo da 10”, composto di fogli di plexiglas alluminati su entrambe le superfici. Sono state fatte delle simulazioni MonteCarlo che mostrano come sia possibile focalizzare la luce proveniente da direzioni differenti su diversi punti del fotocatodo con efficienza prossima a 1. La figura di sinistra mostra come riempiendo gli interstizi l’efficienza del sistema raggiunga quella del fototubo libero (normalizzato ad 1), mentre quella di destra mostra l’importanza dell’alluminatura. Le due figure inoltre mostrano che per luce incidente attorno ai 60° la risposta del sistema è migliore del fototubo semplice come già precedentemente osservato. Infine l’efficienza di raccolta della luce non dipende dall’inclinazione delle pareti delle guide di luce. Tale inclinazione influenza invece l’accettanza angolare della singola guida. E’ inoltre in corso la simulazione di un rivelatore sottomarino equipaggiato con questo tipo di fotomoltiplicatori. Alla fine del primo trimestre di quest’anno abbiamo installato i software di simulazione di NEMO e di ANTARES ed abbiamo iniziato l’inserimento della descrizione della funzione di risposta del nostro prototipo. NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Relazione sull’attività 2003 5/5 LNF Durante i primi mesi del 2003 abbiamo lavorato a lungo su NERONE. Nell’ultima campagna erano stati risolti tutti i problemi relativi alla tenuta alla profondità, era stato testato con successo un nuovo modello di motore che da’ la possibilita’ di contare il numero effettivo di giri, e di conseguenza la distanza, ed era stato provato il sistema di acquisizione dati definitivo. Gli unici problemi rimasti sono quelli relativi all’allineamento del banco ottico, che e’ molto delicato. Abbiamo apportato svariate modofiche al progetto, per rendere il tutto piu’ riproducinile e piu’ facilmrnte tarabile. Stiamo finendo gli allineamenti e realizzando un sostegno piu’ solido per l’intero strumento sulla gabbia di discesa. L’apparato sarà utilizzato durante la campagna prevista a fine luglio 2003. LNS Durante i primi sei mesi del 2003 il gruppo è stato fortemente impegnato nello sviluppo del progetto di Fase 1, soprattutto per quanto riguarda la parte di progettazione meccanica. Inoltre ci si è occupati di studiare una nuova soluzione per la costruzione di un’ottica per DEWAS. Si sono fatte delle simulazioni numeriche per verificare gli stress meccanici cui verrà sottoposto il cristallo durante la sua vita utile. È stato inoltre costruito un fantoccio di test con cui verificare la risposta meccanica del sistema senza mettere a rischio l’elettronica realizzata per il funzionamento dello strumento di misura. E’ stata completata la progettazione dei telai in titanio per la terminazione del cavo elettroottico del Test Site. Questi telai sono stati progettati tenendo conto delle caratteristiche meccaniche del cavo, delle caratteristiche di una nave individuata come possibile candidata per svolgere le operazioni di recupero e terminazione del cavo, delle modalità di posa e delle caratteristiche di un ROV in grado di operare alla profondità di 2000 sotto il livello del mare. Sono state, inoltre, definite le procedure di posa di queste strutture. Ci si è anche occupati di progettare le procedure per il deployment dell’apparato per la misura delle deformazioni di campioni di rocce (CREEP), realizzato dal Rock and Ice Physics Laboratory dello University College of London. Durante tale attività si è fornito anche un consistente supporto per il disegno della parte meccanica dell’apparato stesso. Meccanica della torre Tale attività ha avuto come obiettivo un ulteriore affinamento delle analisi tecniche portate avanti nel corso dei due anni precedenti. In particolare ci si è occupati di: • studiare in modo più puntuale le modalità di fissaggio dei moduli ottici all’interno delle strutture di sostegno; • studiare la possibilità di realizzare autonomamente ed in modo estremamente economico dei connettori sottomarini che possano svincolare la collaborazione dall’acquisto di prodotti commerciali non sempre adatti alla specificità della ricerca scientifica. Sono stati realizzati e testati in camera iperbarica (a 350 atmosfere di pressione) dei prototipi che si sono comportati ottimamente; NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Relazione sull’attività 2003 6/6 Junction Boxes E’ stato eseguito il progetto di massima della Junction Box compensata in olio. In particolare si è proceduto al dimensionamento del contenitore in pressione e alla scelta degli elementi che la compongono (trasformatore, cavi, connettori, switch box, compensatore, ecc.). Inoltre si è proceduto alla definizione del lay-out interno di tutti i componenti, per poter dimensionare il contenitore esterno in vetroresina che accoglierà le parti sopra descritte. Per eseguire il deployment della junction box è stato progettato un frame esterno in titanio per sorregge il recipiente in vetroresina durante le operazioni di posa o recupero. Sistema di distribuzione della potenza E’ stato condotto lo studio del sistema elettrico di potenza di NEMO e, successivamente, di NEMO Fase 1, con particolare attenzione: all’ottimizzazione dei sistemi di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica, di protezione dai guasti, di riconfigurazione della rete elettrica di potenza in caso di guasto. Inoltre, è stata condotta l’analisi del sistema di controllo dedicato al sistema elettrico di potenza di NEMO Fase 1. Nell’ambito della progettazione si è posta particolare attenzione alla scelta di criteri e metodologie utili a: minimizzare le perdite e le cadute di tensione del sistema elettrico di potenza, minimizzare gli ingombri, migliorare l’affidabilità e minimizzare i costi. Software E’ stato intrapreso un lavoro di simulazione della risposta del rivelatore sia rispetto al processo fisico in esame (neutrini astrofisici) che rispetto ai parametri ambientali dei siti proposti. Uno degli scopi del lavoro di simulazione è la stima degli effetti delle caratteristiche del sito, quali il rumore ottico di fondo (40K e bioluminescenza), la lunghezza di attenuazione dell’acqua e la profondità, sulle prestazioni del rivelatore (aree efficaci e risoluzione angolare). In particolare sono stati messi a confronto i parametri ambientali del sito scelto dalla collaborazione ANTARES presso la costa di Tolone (Francia) ed il sito scelto dalla collaborazione NEMO presso la costa siciliana di Capo Passero. Inoltre, in collaborazione con la sede di Bologna, si stanno effettuando delle simulazioni riguardanti la stima del contributo del fondo di muoni atmosferici per apparati posti alle due differenti profondità (2400m il sito presso Tolone e 3400m il sito di Capo Passero). La stima dei flussi di muoni atmosferici rivelati e la capacità di ricostruzione della traccia di tali muoni sono di particolare importanza per stimare la capacità di osservazione di neutrini di alta energia provenienti da sorgenti extragalattiche di un apparato sottomarino del tipo KM3. Tali lavori ancora in via di svolgimento. Messina Sono stati realizzati tre prototipi di gabbie di mu-metal atti alla schermatura del campo magnetico terrestre all’interno dei moduli ottici e sono in corso i primi test di caratterizzazione i cui risultati preliminari appaiono più che soddisfacenti, indicando una attenuazione del campo magnetico esterno del 70%. E’ proseguito il lavoro di simulazione della risposta del rivelatore km3 a flussi di neutrini da SuperNovae. NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Relazione sull’attività 2003 7/7 Roma 1 L'anno corrente è dedicato all'aggiornamento del sistema di acquisizione dei dati, del sistema di concentrazione/deconcentrazione e del sistema di interfacciamento dello slow control. I dispositivi citati sono stati messi a punto lo scorso anno immaginando, per il loro impiego, uno scenario con contorni ancora non definiti. In questo modo si è potuto progettare dei moduli la cui filosofia fosse, comunque, valida. Dall'inizio di quest'anno l'esperimento stà assumendo connotati sempre più definiti e quindi è necessario ritoccare i vari progetti per renderli compatibili con le strutture (hardware e software) che li ospiteranno. Vista la delicatezza dei circuiti in gioco e la complessità del firmware, operante essenzialmente in tempo reale, gli aggiustamenti da apportare ben giustificano una seconda “release” di tutti i dispositivi in oggetto. NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Relazione sull’attività 2003 8/8 Esperimento NEMO-RD Programma di attività 2004 Progetto NEMO Fase 1 Come indicato nelle richieste di finanziamento per il 2003 il progetto NEMO-Fase 1 si pone l’obiettivo di validare le scelte tecniche per la realizzazione di un rivelatore Cherenkov sottomarino per neutrini di alta energia da 1 km3. A tal fine il progetto prevede la realizzazione di un dimostratore tecnologico, che include tutti gli elementi critici del sistema, da installare al largo delle coste di Catania ad una distanza di circa 25 km dalla costa. Per la realizzazione di questo progetto la Collaborazione NEMO ha approntato e presentato al MIUR due richieste di finanziamento rispettivamente su: - Bando PON 68/2002 – Progetto LAMS - Decreto Direttoriale 1105 del 13.12.2002 – Progetto SIRENA Progetto LAMS – Bando PON 68/2002 Il progetto è stato approvato dal MIUR con decreto direttoriale 11.10.2002 prot. N. 1366/Ric/2002 per un importo complessivo di € 4.474.512,72. Il progetto prevede un finanziamento così suddiviso: - € 3.000.000 come finanziamento del MIUR; - € 1.474.512,72 come cofinanziamento dell’INFN. L’obiettivo del progetto è la realizzazione di un laboratorio multidisciplinare sottomarino. Il laboratorio sarà costituito da: - Stazione di terra per la gestione del laboratorio completa di laboratori di elettronica, meccanica, sistema di alimentazione e sistema di acquisizione ed elaborazione dei dati; - Cavo elettro ottico sottomarino di lunghezza pari a circa 25 km. Il cavo è costituito nella parte NEMO da 6 fibre ottiche monomodali G652 e da 4 conduttori elettrici. - Laboratorio sottomarino costituito da 3 junction box (una principale e due secondarie) connesse ad anello mediante dei cavi elettro ottici con connettori di tipo ROV operabili. Il progetto, iniziato ufficialmente nel marzo del 2003 dovrà essere completato in 24 mesi. Il completamento del laboratorio prevede la realizzazione dei sottosistemi, il deployment delle Junction box ed il loro collegamento sul fondo del mare. Nell’ambito del LAMS le spese che per il MIUR risultano eleggibili sono: - Spese tecniche (progettazione, direzione lavori, collaudo, ...) - Opere edili ed impianti tecnologici; - Acquisto di attrezzature e strumentazioni scientifico – tecnologiche, inclusi gli oneri accessori (dazi, trasporto, ..) NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Programma di attività 2004 1/1 - Realizzazioni di reti di collegamento tra apparecchiature di laboratorio e/o reti di collegamento tra diverse strutture scientifiche e/o di alta formazione; - Prestazione di terzi per consulenze scientifiche e applicazioni tecnologiche; - Costi specifici di progetto (publicazioni bandi di gara, ...) Non sono ammesse quote per spese generali (comprese spese di missioni) e/o spese di personale. Per i progetti selezionati già in corso di attuazione, sono ritenuti ammissibili costi già sostenuti a partire dal 1 gennaio 2000. Il progetto deve essere completato entro 24 mesi dall’approvazione del finanziamento. Progetto SIRENA – Decreto Direttoriale 1105. Il progetto SIRENA prevede la progettazione e realizzazione di due torri modello NEMO, la loro installazione agganciate al Laboratorio LAMS e la contemporanea formazione di personale interno ed esterno. Il progetto SIRENA prevede al momento della presentazione un finanziamento così suddiviso: - € 1.800.000 finanziamento MIUR; - € 500.000 cofinanzimento INFN. Il progetto è al momento nella prima fase istruttoria da parte dei valutatori del MIUR. Si prevede il completamento dell’istruttoria per la fine del 2003 ed un’eventuale erogazione del finanziamento non prima dei primi mesi del 2004. La procedura del bando cui afferisce SIRENA è una procedura negoziale, questo implica che in caso di mancanza di fondi o non sufficienza degli stessi in funzione del numero di progetti presentati ed approvati, il MIUR potrebbe richiedere una rimodulazione economica del progetto stesso entro determinati parametri. L’obiettivo del progetto è, come detto, la realizzazione di tue torri modello NEMO instrumentate con: - moduli ottici; - sensori ambientali; - sistema di posizionamento; - sistema di trasmissione dati; - sistema di distribuzione della potenza. Nel progetto è incluso il deployment ed il collegamento delle torri con il laboratorio sottomarino LAMS. Il progetto è previsto che venga completato in 2,5 anni dalla data di finanziamento. NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Programma di attività 2004 2/2 Organizzazione del progetto NEMO Fase 1 Nell’ambito del progetto NEMO Fase 1 si è ritenuto opportuno definire una organizzazione interna al fine di garantire nel miglior modo possibile il raggiungimento degli obiettivi nei limiti di budget e di tempo previsti ed imposti dai bandi di finanziamento. Nella struttura organizzativa, in funzione dei differenti sottosistemi che dovranno essere realizzati ed anche in funzione delle risorse di personale e professionisti a disposizione si è deciso di individuare: - Sottoprogetti; - Macro aree. I sottoprogetti rappresentano i sottosistemi del progetto NEMO Fase 1 e sono (tra parentesi i responsabili di ciascun sottoprogetto): - Torre (G. Raia, LNS); - Junction Box (S. Cuneo, Genova); - Modulo di controllo di piano (V. Russo, Catania); - Laboratorio di Terra (P. Piattelli, LNS); - Moduli Ottici (S. Aiello, Catania); - Slow Control (A. Rovelli, LNS). Per ogni sottoprogetto è stato individuato un responsabile con il compito di coordinare le azioni delle diverse aree di intervento sotto descritte e di far si che gli obiettivi progettuali e realizzativi si attuino nei tempi e nei budget preventivamente indicati. Le macro aree di intervento rappresentano le attività di progettazione e realizzazione proprie suddivise in (tra parentesi i responsabili di ogni macro area): - Meccanica (G. Raia, LNS); - Trasmissione dati (M. Bonori, Roma); - Potenza (G. Raia, LNS); - Sistema di posizionamento (N. Randazzo, Catania); - Sensori ambientali (T. Capone, Roma); - Sincronizzazione (M. Circella, Bari); - Cavi e connettori (M. Sedita, LNS). Ogni sottoprogetto ha coinvolto al suo interno un certo numero di macro aree in funzione della attività che è necessario portare a compimento. Il management del progetto è così costituito: - Responsabile del progetto (Prof. E. Migneco, LNS); - Responsabile Amministrativo (Rag. C. Vittorio, LNS); - Coordinatore Tecnico (R. Papaleo, LNS); - Institution Board, composto dal responsabile del progetto e dai rappresentanti delle sezioni coinvolte; NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Programma di attività 2004 3/3 - Technical Board, composto dal responsabile del progetto e dai responsabili dei sottoprogetti e macro aree. Responsabile del Progetto E. Migneco Collaboration Board Responsabile Amministrativo C. Vittorio INFN Publication Committee Coordinatore Tecnico R. Papaleo Technical Board Responsabili Macro Aree Responsabili Sottoprogetti Attività previste per il progetto NEMO-FASE1 Come già menzionato, per il progetto SIRENA, che prevede la realizzazione di due torri NEMO di 16 piani completamente instrumentate, si prevede che la fase di valutazione sia completata non prima della fine del 2003. In caso di approvazione completa o parziale del progetto, basandosi sull’esperienza del progetto LAMS, si stima che i finanziamenti possano essere erogati non prima di maggio-giugno 2004. Con questo piano di sviluppo temporale il progetto dovrebbe vedere il completamento verso la fine del 2006. La complessità delle operazioni di assemblaggio, deployment e connessione di una torre di 16 piani rende indispensabile procedere attraverso una fase di test con un sistema ridotto. La collaborazione intende procedere alla realizzazione di una torre di 4 piani equipaggiata di moduli ottici, sensori ambientali, sistema di posizionamento acustico ed elettronica di readout e trasmissione dati. Si prevede di installare questa mini-torre a metà 2005, contestualmente con le operazioni di deployment delle Junction Boxes del progetto LAMS, contenendo così i costi delle operazioni a mare. Le richieste finanziarie 2004-2005 fanno riferimento in gran parte a questa attività. È da sottolineare che, dal momento che la torre di quattro piani dovrà essere realizzata entro i primi mesi del 2005, la quasi totalità delle spese per la sua realizzazione ricade sui finanziamenti 2004. Per quanto riguarda le riunioni di coordinamento del progetto, per il 2004 sono previsti due Meeting della Collaborazione (di cui uno si terrà ai LNS ed un altro in altra sede delle NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Programma di attività 2004 4/4 collaborazione ancora da definire), più cinque meeting del Technical Board e due dell’Institution Board. Studio dei siti Nel 2004 continueranno le misure di sedimentazione, delle correnti sottomarine, delle proprietà di trasporto della luce Cerenkov nel sito abissale, del rumore ottico, della possibile riduzione di trasparenza delle sfere che racchiudono i moduli ottici a causa del biofouling. Alcune misure (sedimentazione, correnti, rumore ottico dovuto a cause naturali), che sono da considerarsi ormai “di routine”, richiedono il posizionamento ed il recupero periodico di strumenti che rimangono in acqua per almeno sei mesi. Altre misure, quali lo studio della dipendenza stagionale delle proprietà ottiche di assorbimento ed attenuazione dell'acqua abissale, richiedono l'immersione di strumenti (AC9) a diversa profondità e l'acquisizione dei dati in funzione della profondità stessa. Nel 2004 contiamo di attuare misure delle proprietà di diffusione della luce in acqua (DEWAS, realizzato dalla Sezione di CT) e di utilizzare in situ il dispositivo NERONE (realizzato da LNF e dalla Sezione di Ca) per la misura “assoluta” della lunghezza di attenuazione in acqua. Nel 2004 sono previste quattro campagne, tutte da effettuare con la N/O Thetis. All’attività di studio del sito partecipano le sezioni di Catania, LNF, LNS e Roma 1. Attività delle Sezioni Bari Relativamente agli sviluppi R&D tanto per il telescopio per neutrini km3 quanto per la realizzazione del prototipo di torre da installare al test site di Catania (NEMO-Fase 1), il gruppo di Bari si occupa del problema della calibrazione temporale dell'apparato. La capacità di ricostruzione delle tracce, dunque di puntamento del telescopio, dipende criticamente dalla qualità delle misure degli istanti di raccolta dei segnali nei moduli ottici. L'impiego di un sistema di comunicazione e raccolta dati sincrono, quale quello da implementare per NEMOFase 1 basato sul protocollo SDH, permette di porre in relazione di fase i clock locali utilizzati nei moduli ottici per le misure di tempo. Tuttavia ciascuno di questi clock misurerà il tempo a partire da un proprio offset determinato dalla sua posizione nell'apparato. Si rende dunque necessario un sistema di calibrazione che permetta la misura (con accuratezza dell'ordine del nanosecondo) dei diversi offsets in maniera da poter correttamente riallineare nel tempo le misure effettuate dai moduli ottici. La soluzione proposta prevede di misurare separatamente il tempo di propagazione dei segnali tra la stazione a riva e l'elettronica di acquisizione presente sui singoli piani della torre, nei 'concentratori', e tra questa e i singoli moduli ottici. La somma di questi due termini costituisce la misura di offset cercata. Nel corso del 2004 si provvederà alla implementazione delle schede necessarie per questa doppia misura per poi inserirle all'interno dei 4 concentratori di piano che saranno realizzati per attrezzare il prototipo di torre di NEMO-Fase 1. In particolare per la misura del ritardo di propagazione dei segnali tra elettronica di acquisizione e modulo ottico si utilizzerà un LED di calibrazione che su comando illuminerà simultaneamente i moduli ottici tramite un sistema di distribuzione su fibra ottica. Occorrerà inoltre dotare la stazione di terra di un TDC di NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Programma di attività 2004 5/5 elevate prestazioni e della relativa elettronica di controllo per permettere la misura dei tempi di propagazione dei segnali tra la riva ed i singoli piani della torre. Bologna Appena sarà pronta una versione della LIRA si procederà a testare il collegamento LIRA con la DTPU e successiva trasmissione verso il concentratore e a fare un test completo del funzionamento della LIRA pilotata dai segnali di controllo generati dalla logica inserita nel modulo DTPU implementato in una FPGA. Il SW dell'unità DTPU sarà modificato per tenere conto delle modifiche del progetto in seguito all'evoluzione della meccanica e dell’elettronica di trasmissione dei dati verso il concentratore. Se necessario, sarà progettata una nuova PCB che possa ospitare eventuali modifiche (una nuova FPGA o nuovi circuiti integrati) se la LIRA o le nuove modifiche del progetto lo richiederanno. Per quanto riguarda le attività di software e simulazione per il prossimo anno il lavoro verrà continuato aumentando la statistica a disposizione e confrontando diverse metodologie di ricostruzione delle tracce. Catania Una versione finale del chip con tutti i controlli remoti e l'adattamento alla scheda prodotta da Bologna ed all'elettronica prevista per il concentratore deve essere realizzata. Prevediamo, un’ultima iterazione ottimizzata, che dovrebbe andare in fonderia verso febbraio ed essere testata a giugno prossimo. Il costo previsto e di circa 8 k€. La board di test multilayer viene a costare 2 k€. Dopo il test sarà inserita nella scheda progettata da Bologna per essere impiegata nel rivelatore. Le prove ad alta pressione condotte in camera iperbarica per il test dell'oblò di quarzo non sono molto affidabili in quanto l'attuale sistema, sprovvisto di un efficace sistema di controllo, non consente una variazione graduale e lenta della pressione, con rischio di sottoporre a shock il quarzo. È necessario pertanto introdurre un adeguato sistema di controllo computerizzato per il quale si richiedono un PC con schede d'acquisizione, di interfaccia, di potenza e software di gestione. La spesa prevista è 15 k€. Nell’ambito del progetto NEMO Fase 1 la Sezione di Catania si occupa della realizzazione dei Moduli Ottici. Per il loro assemblaggio sono necessari: - sfere in vetro, già disponibili presso i LNS; - PMT di grande Area; - 120 kg di gel ottico; - basi attive; - connettori sottomarini per alte pressioni; - parti meccaniche; - schermo magnetici, realizzati da Messina; - schede d'acquisizione, fornite da Roma ed in Parte da Catania; - fibra ottica per la sincronizzazione; - minuteria. NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Programma di attività 2004 6/6 Per quanto riguarda il banco di montaggio per i moduli ottici serve, per completarlo, un agitatore, Beckers, contenitori per liquidi, diluenti e pulenti, una bilancia di precisione, dei supporti meccanici per il posizionamento con precisone di PMT e delle schede di elettronica. Costo previsto circa 8k€. Genova Il gruppo intende completare la realizzazione del prototipo di fototubo sensibile alla direzione della luce incidente. Per fare questo è necessario l’acquisto di una sorgente di luce blu calibrata per monitorare on-line la deposizione del fotocatodo. La misura è fondamentale perché la deposizione del fotocatodo viene fatta ovunque in maniera empirica in quanto non esistono “ricette” definitive. In parallelo, all’interno della proposta di instrumentare con fotomoltiplicatori il laboratorio LAMS, il gruppo intende proseguire nella linea di sviluppo dei fotomoltiplicatori sensibili alla direzione della luce. Poiché non saremo i grado di realizzare una linea di produzione in tempi brevi, vorremmo provare soluzioni alternative realizzate con fototubi di serie. Ci proponiamo di realizzare due moduli ottici completi, uno contente 4 fototubi da 5” e l’altro una ventina di fototubi esagonali più piccoli (questa seconda soluzione ci è stata proposta dalla Photonis e richiederebbe l’utilizzo di fototubi di bassissimo costo). In entrambi i casi i fototubi verrebbero accoppiati ad apposite guide di luce. Poiché tutti i materiali necessari sono a catalogo il costo di ogni singolo modulo è stato stimato in 17 k€ (1k€ Benthos sfera, 1k€ guida di luce, 10 k€ i fotomoltiplicatori, 2.5 k€ partitori di tensione ed alimentatori – necessaria la conversione da bassa ad alta tensione – 2.5 k€ grasso ottico e materiale di consumo vario). Una volta realizzati i moduli ottici verranno testati a Catania presso la facility della Sezione. LNF Il programma prevede l'ingegnerizzazione di NERONE in modo da renderlo più semplice, economico ed affidabile, sfruttando l'esperienza fatta con l'attuale progetto. LNS Il gruppo è fortemente impegnato nelle attività del progetto NEMO Fase 1, in particolare nel progetto LAMS per il quale ha diversi ruoli di coordinamento. Entro la fine del 2004 saranno realizzati tutti i principali componenti del progetto LAMS: junction boxes complete di sistema di trasmissione dati e potenza; stazione a terra con relativa parte del sistema di trasmissione dati. Nel corso del 2004 si procederà alla progettazione esecutiva e realizzazione della struttura meccanica della torre di quattro piani. Inoltre il gruppo continuerà a partecipare alle attività di studio del sito. Proseguirà l’attività di simulazione con particolare riguardo alla stima degli effetti delle caratteristiche del sito (trasparenza dell’acqua, rumore di fondo ottico, profondità, …). NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Programma di attività 2004 7/7 Messina Il gruppo di Messina parteciperà alla realizzazione dei Moduli Ottici per il progetto NEMO Fase 1 realizzando e testando le gabbie in mu-metal. Inoltre si procederà alla caratterizzazione dei PMT e si parteciperà all’assemblaggio dei moduli ottici presso la Sezione di CT. L’attività software proseguirà con l’affinamento dei codici di simulazione utilizzati per la valutazione della risposta di un rivelatore Cherenkov sottomarino a flussi di neutrini originati da diverse sorgenti cosmiche. Roma 1 L’attività si concentrerà nella realizzazione del programma di lavoro relativo a NEMO-Fase1. Tale attività vede la sezione di Roma attualmente impegnati su più fronti: - per l’attuazione del progetto LAMS; - per la progettazione e realizzazione di un apparato di test di NEMO. Per quanto riguarda il progetto LAMS il contributo sarà la definizione dell’elettronica di trasmissione dati fra la stazione a riva e le “Junction Boxes” dove verranno connesse le strumentazioni sommerse. Per quanto riguarda la progettazione e realizzazione di una torre di quattro piani equipaggiati con moduli ottici, si propone di realizzare, nel 2004: - lo sviluppo e la realizzazione dei prototipi per la trasmissione di dati, affiancando alle schede già sviluppate per la digitizzazione dei segnali dei PMT, l’elettronica per la “concentrazione” dei dati prodotti dai moduli ottici di ogni piano su fibra ottica usando la tecnica DWDM (si chiedono 10 Tranceivers, 5 in acqua e 5 a riva più finanziamento per la realizzazione delle schede, 1 PC per il CAD elettronico e per lo sviluppo del firmware per trasmissione dati con tecnica DWDM); - un sistema di “Slow Control” capace sia di controllare l’apparato sottomarino che di acquisire dati da strumenti “ambientali” necessari al controllo di correnti marine, velocità del suono, conducibilità, salinità, etc… (si chiede di acquisire nel 2004 un CTD ed uno strumento per la misura della velocità del suono, rimandando all’anno successivo l’acquisto di un correntometro Doppler.); - lo sviluppo e la realizzazione dell’elettronica necessaria per il read-out a riva. Ciò comporta lo sviluppo di schede per il trasferimento dati da un’interfaccia ottica ad un bus PCI, il riordino temporale dei segnali, un trigger di primo livello per la riduzione dei dati da immagazzinare (si chiede il finanziamento per la realizzazione delle schede elettroniche e di un PC con bus PCI adeguato allo scopo). NEMO-RD, allegato preventivi 2004, Programma di attività 2004 8/8 Codice Esperimento Gruppo NEMO−RD 2 Rapp. Naz.: Emilio Migneco ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 PREVISIONE DI SPESA Piano finanziario globale di spesa In KEuro ANNI Miss. FINANZIARI interno 2004 2005 2006 TOTALI Mod EC./EN. 6 Miss. estero. Materiale di cons. Trasp. e Spese Facch. Calc. 201 200.0 200.0 88 60.0 60.0 167 50.0 50.0 5 0.0 0.0 601,0 208,0 267,0 5,0 0 0.0 0.0 Affitti e Manut. Appar. 12 0.0 0.0 12,0 Mater. inventar Costr. appar. TOTALE Compet. 51 10.0 10.0 493 100.0 0.0 1017.0 420.0 320.0 71,0 593,0 1757,0 (a cura del responsabile nazionale) ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Codice Esperimento NEMO−RD Resp. loc.: M. TAIUTI Struttura GE Gruppo 2 COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA N 1 2 3 4 Qualifica Affer. RICERCATORE Dipendenti Incarichi al % Cognome e Nome gruppo . Art. 23 Ruolo RicercaAssoc BERSANI Andrea PESKOV Vladimir RICCO Giovanni TAIUTI Mauro Dott. Art.23 P.O. P.A. TECNOLOGI Qualifica Incarichi Ass. Art. 23 Ruolo Tecnol. Dipendenti % Numero totale dei Tecnologi Tecnologi Full Time Equivalent 0 0 N Cognome e Nome 100 100 30 70 2 2 3 3 N TECNICI Cognome e Nome Qualifica Incarichi Dipendenti Ruolo Art. 15 Collab. tecnica 1 PARODI Franco CTer. 2 ROTTURA Andrea CTer. Numero totale dei ricercatori Ricercatori Full Time Equivalent 4 Numero totale dei Tecnici 3 Tecnici Full Time Equivalent Annotazioni: SERVIZI TECNICI Denominazione 1 officina elettronica 2 officina meccanica 3 Progettazione meccanica mesi−uomo 4.0 6.0 3.0 Osservazioni del direttore della struttura in merito alla disponibilità di personale e attrezzature Il programma presentato in Consiglio di Sezione per l'anno 2004 e' consistente con il numero di persone interessate, gli spazi e le attrezzature a disposizione. Mod EC./EN. 7 % Assoc. tecnica (a cura del responsabile locale) 20 20 2 0.4 ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Codice Esperimento Gruppo NEMO−RD 2 Rapp. Naz.: Emilio Migneco MILESTONES PROPOSTE PER IL 2004 Data completamento Descrizione 31−12−2004 4 campagne di misura sul sito di capo Passero 30−11−2004 Realizzazione di 4 schede di readout 30−11−2004 Realizzazione delle schede di concentrazione e ricezione DWDM per quattro piani 31−12−2004 Realizzazione delle parti meccaniche di una torre di quattro piani Mod EC./EN. 8 (a cura del responsabile nazionale) Struttura Gruppo GE 2 Coordinatore: Gemma Testera ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 COMPOSIZIONE DEI GRUPPI DI RICERCA: A) − RICERCATORI Componenti del Gruppo e ricerche alle quali partecipano: Ricerche del gruppo in % Qualifica N. Cognome e Nome Dipendenti Affer. al gruppo Incarichi Ruolo Art. 23 Ricerca Assoc. I 1 AMORETTI Marco 2 ANGHINOLFI Marco D.R. 3 3 BALERNA A. Ric. 5 4 BALLANTINI Renzo 5 BATTAGLIERI Marco 6 BERNARD Philippe C.E.R.N. 5 7 BERSANI Andrea Dott. 2 8 CALATRONI Sergio C.E.R.N. 2 9 CARRARO Carlo Dott. 3 10 CHIAVERI Enrico C.E.R.N. 2 11 CORVISIERO Pietro 12 DE MARCO Daniel 13 DE VITA Raffaella 14 FONTANELLI Flavio P.A. 1 15 GALLINARO Gaetano P.A. 2 100 16 GATTI Flavio P.A. 2 40 17 GRACCO Valerio P.O. 1 18 GUARDINCERRI Elena 19 LAGOMARSINO Vittorio 20 LOSITO Roberto 21 MANUZIO Daniela 22 MANUZIO Giulio 23 MAURIZIO Chiara 24 MOBILIO S. 25 PALLAVICINI Marco 26 PERGOLESI Daniele 27 PESKOV Vladimir 28 PETROLINI Alessandro 29 PICASSO Emilio P.O. 1 50 30 PODESTA' Andrea Dott. 5 60 AsRic AsRic Ric. 3 AsRic 3 Dott. 80 40 60 60 40 70 30 100 80 20 50 50 80 20 70 30 100 60 40 30 2 70 10 30 2 P.A. 70 30 Dott. 2 70 30 2 60 40 P.O. Ric. 80 20 2 30 2 20 70 80 50 2 Dott. 2 Art.23 R.U. 50 100 90 1 Ricercatori 50 50 2 1.6 2.2 4.6 2.9 INSERIRE I NOMINATIVI IN ORDINE ALFABETICO 40 3 4.1 4.2 1 (N.B.NON VANNO INSERITI I LAUREANDI) Indicare il profilo INFN Indicare la Qualifica Universitaria (P.O. P.A. R.U.) o Ente di rappresentanza Indicare la Qualifica Universitaria o Ente di appartenenza per Dipendenti altri Enti: Bors.) Borsista; B−P−D) Post−Doc; B.Str.) Borsista straniero; Perf.) Perfezionando; Dott.) Dottorando; AsRic) Assegno di ricerca; S.Str) Studioso straniero; DIS) Docente Istituto Superiore (N.B.NON VANNO INSERITI I LAUREANDI) Mod G1 10 50 Note: 4) INDICARE IL GRUPPO DI AFFERENZA 10 60 100 2 Bors. 1) PER I DIPENDENTI 2) PER GLI INCARICHI DI RICERCA 3) PER GLI INCARICHI DI ASSOCIAZIONE 50 C.E.R.N. P.O. V 20 3 2 IV 20 80 5 Dott. III 50 50 3 P.S. Percentuale impegno in altri gruppi Struttura Gruppo GE 2 Coordinatore: Gemma Testera ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 COMPOSIZIONE DEI GRUPPI DI RICERCA: A) − RICERCATORI Componenti del Gruppo e ricerche alle quali partecipano: N. Cognome e Nome Dipendenti Incarichi Affer. al gruppo Ruolo Art. 23 Ricerca Assoc. 31 RAZETO Alessandro 32 RIBEIRO GOMES Maria 33 RICCO Giovanni 34 RIPANI Marco 35 SANNINO Mario 36 TAIUTI Mauro 37 TESTERA Gemma 38 THEA Alessandro 39 VACCARONE Renzo 40 VARIOLA Alessandro 41 ZZc 42 ZZd I 2 Art.23 Bors. P.A. 1 P.A. 3 2 Ric. Dott. I Ric 30 70 90 10 30 70 30 30 2 40 100 70 30 2 Bors. Ric. 2 100 100 2 Ricercatori 100 1.6 2.2 4.6 2.9 3 4.1 4.2 1 Note: INSERIRE I NOMINATIVI IN ORDINE ALFABETICO (N.B.NON VANNO INSERITI I LAUREANDI) Mod G1 (N.B.NON VANNO INSERITI I LAUREANDI) Indicare il profilo INFN Indicare la Qualifica Universitaria (P.O. P.A. R.U.) o Ente di rappresentanza Indicare la Qualifica Universitaria o Ente di appartenenza per Dipendenti altri Enti: Bors.) Borsista; B−P−D) Post−Doc; B.Str.) Borsista straniero; Perf.) Perfezionando; Dott.) Dottorando; AsRic) Assegno di ricerca; S.Str) Studioso straniero; DIS) Docente Istituto Superiore 4) INDICARE IL GRUPPO DI AFFERENZA V 70 30 5 I Ric. IV 100 3 Ric. III 100 2 3 P.O. 1) PER I DIPENDENTI 2) PER GLI INCARICHI DI RICERCA 3) PER GLI INCARICHI DI ASSOCIAZIONE Percentuale impegno in altri gruppi Ricerche del gruppo in % Qualifica Struttura Gruppo GE 2 Coordinatore: Gemma Testera ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 COMPOSIZIONE DEI GRUPPI DI RICERCA: B) − TECNOLOGI Componenti del Gruppo e ricerche alle quali partecipano: Qualifica N. Cognome e Nome Dipendenti Incarichi Ruolo Art. 23 Assoc. Tecnologica I 1 CHINCARINI Andrea Tecn. 70 2 CUNEO Stefano Tecn. 10 20 25 3 GEMME Gianluca Tecn. 4 MUSICO Paolo Tecn. 5 PARODI Renzo D.T. 6 SALVO Corrado D.T. Mod G2 III IV V 30 40 30 70 30 5 35 30 70 100 Note: 1) PER I DIPENDENTI 2) PER GLI INCARICHI DI ASSOCIAZIONE Percentuale impegno in altri gruppi Ricerche del gruppo in % Indicare il profilo INFN Indicare Ente da cui dipendono, Bors. T.) Borsista Tecnologo Struttura Gruppo GE 2 Coordinatore: Gemma Testera ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 COMPOSIZIONE DEI GRUPPI DI RICERCA: C) − TECNICI Componenti del Gruppo e ricerche alle quali partecipano: Qualifica N. Dipendenti Incarichi Ruolo Art. 23 Collab. Assoc. tecnica Tecnica Ricerche del gruppo in % Percentuale impegno in altri gruppi Cognome e Nome 1 BEVILACQUA Adriano CTer. 2 PARODI Franco CTer. 3 PARODI Luigi CTer. 4 PEPE Salvatore CTer. 5 ROTTURA Andrea CTer. I 20 III IV V 80 20 20 60 100 25 20 25 50 20 60 Servizi (mesi−uomo) 1 officina elettronica 1.0 2.0 2 officina meccanica 2.0 5.0 6.0 2.0 2.0 3 Progettazione meccanica 1.0 3.0 3.0 2.0 3.0 4.0 1.0 14.0 3.0 Note: 1) PER I DIPENDENTI 2) PER GLI INCARICHI DI COLLABORAZIONE TECNICA 3) PER GLI INCARICHI DI ASSOCIAZIONE TECNICA Mod G3 Indicare il profilo INFN Indicare Ente da cui dipendono Indicare Ente da cui dipendono 13.0 3.0 63.0 9.0 10.0 23.0 6.0 4.0 ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Struttura GE Coordinatore: F. Gatti Gruppo 2 PREVISIONE DELLE SPESE DI DOTAZIONE E GENERALI DI GRUPPO Dettaglio della previsione delle spese del Gruppo che non afferiscono ai singoli esperimenti e per l'ampliamento della Dotazione di base del Gruppo In KEuro IMPORTI VOCI DI SPESA Interno DESCRIZIONE DELLA SPESA Parziali Viaggi coordinatore 5.0 Congressi, incontri scientifici 5.0 Congressi, incontri scientifici 25.0 Totale Compet. 10.0 25.0 Estero Consumi generali 7.5 Materiale di consumo 7.5 Spese Seminari Seminari Trasporti e facch. Pubblicazioni Pubblicazioni Scientifiche Spese Calcolo Consorzio Ore CPU Affitti vari Spazio Disco Cassette 3.0 3.0 0.0 2.0 2.0 Altro 0.0 5.0 Affitti e Manutenzione Apparecchiature (1) 5.0 Materiale inventariabile 15.0 Materiale inventariabile 15.0 Totali (1) Indicare tutte le macchine in manutenzione Mod G4 (a cura del responsabile locale) 67.5 Struttura GE ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE Preventivo per l'anno 2004 Gruppo 2 PREVISIONE DELLE SPESE PER LE RICERCHE RIEPILOGO DELLE SPESE PREVISTE PER LE RICERCHE DEL GRUPPO In KEuro SIGLA ESPERIMENTO AIRWATCH−RD ANTARES BOREX MANU2 NEMO−RD SPESA PROPOSTA Miss. interno Miss. estero Mater. di cons. Spese Semin. Trasp e Facch. 16.0 5.0 100.0 3.0 17.0 31.0 39.0 10.0 10.0 2.0 19.0 15.0 28.0 75.0 2.0 141 92 139 5.0 20.0 20.0 39.0 30.0 25.0 25 59 55 0 0 C) Dotazioni di Gruppo 10.0 25.0 7.5 3.0 Totali (A+B+C) 176 176 201.5 3 Totali A) ATHENA2−RD MAGO Totali B) Mod G5 Pubbl. Scient. 0.0 1.0 1.0 0.0 3.0 0 Aff. e Manut. App. Spese Calc. Mater. Invent. Costruz. Appar. TOT Compet. 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 33.0 0.0 10.0 35.0 4.0 0.0 144.0 0.0 145.0 44.0 99.0 204.0 149.0 268.0 72.0 0 0 82 333 792 0.0 0.0 0.0 7.5 30.0 51.5 200.0 28.0 285.0 171.0 0 0 7.5 81.5 228 456 0.0 2.0 0.0 5.0 15.0 0.0 67.5 5 2 0 12.5 178.5 561 1315.5 5 0 0.0 0.0