Luciano Ventrone (Roma - 1942)

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Luciano Ventrone (Roma - 1942)
Luciano Ventrone
(Roma - 1942)
“La mia natura morta
non è solo un’esasperata ricostruzione di una realtà,
ma una ricomposizione emotivamente astratta che,
attraverso ogni singola particella di colore,
torna a ridare compiutezza alla forma.”
Luciano Ventrone, Prova di volo, 2008, olio su lino su tavola, cm. 40x40.
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Stefano Di Stasio
(Napoli - 1948)
“Credo che l’artista palombaro,
che si spinge, come cerco di fare,
a scandagliare luoghi veritieri del pensiero per immagini,
riesce a parlare al cuore degli altri,
senza necessariamente avere messaggi da dare.”
Stefano Di Stasio, Studio per “l’Ultima Cena”, 2011, tempera su carta, cm. 25x30.
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Bruno D’Arcevia
(Arcevia AN - 1946)
“Sono un artista spensierato: non ho pensieri…”
Bruno D’Arcevia, La conchiglia per Nettuno, 2012, acquerello su carta, cm. 56x38.
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Ubaldo Bartolini
(Arcevia AN - 1946)
“Nel paesaggio la luce non ci permette di vedere:
questo paradosso ci fa dire che nell’arte la verità esiste,
ma non c’è, e per questo solo i cretini hanno le idee chiare…”
Ubaldo Bartolini, A tarda sera, 2009, olio su tela, cm. 70x50.
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Omar Galliani
(Montecchio Emilia RE - 1954)
“Il disegno vive di un privilegio
nascosto nella sua stessa sostanza eterea.
Il disegno si eternizza
nella sua stessa vacuità e leggerezza.
Non ha bisogno di appoggi o sostegni
il disegno è endemico.”
Omar Galliani, Disegno siamese, 2011, matita nera su carta a mano, cm. 54x79.
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Cesare Tacchi
(Roma - 1940)
“Sto scomparendo per riapparire,
nel frattempo sto cercando la pittura:
fra qualche anno la troverò…”
Cesare Tacchi, L’artiste incompris, 1975, tecnica mista su carta, cm. 80x70.
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Wainer Vaccari
(Modena - 1949)
“Il groviglio di segni, attraverso i quali compongo l’immagine,
viene da me tracciato con immediatezza e precisione,
come ideogrammi che s’intrecciano senza deturpare la fisionomia del soggetto.
Quello che conta è mantenere la somiglianza, l’identità della persona ritratta.”
Wainer Vaccari, Maria, 2006, acrilici su tela, cm. 80x60.
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Fabio De Poli
(Genova - 1947)
“L’artista e il marinaio si assomigliano:
entrambi hanno per orizzonte un mare,
che è in realtà una sconfinata prigione,
sul quale fantasticando o navigando
non si può cercare di ottenere nient’altro
se non di essere fino in fondo se stessi:”
Fabio De Poli, Il piccione Leonardo, 2012, tecnica mista su carta, cm. 70x50.
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Umberto Buscioni
(Bonelle PT - 1931)
“Costretto a formulare una risposta su cosa sia l’Arte,
fra l’imbarazzo della scelta e il rischio di una caduta rovinosa,
starei zitto, chiuso in un silenzio allusivo…”
Umberto Buscioni, Il mercante degli angeli, 1991, carboncino e gessi su carta, cm. 50x70.
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Antonio Possenti
(Lucca - 1933)
“Non dipingo per dimostrare agli altri qualcosa a priori:
l’opera diventa un oggetto con valori propri che comunica a chi guarda,
come un vero e proprio intermediario di sensazioni tra me e lo spettatore.”
Antonio Possenti, Capricci dell’ornitologia, 2012, tecnica mista su carta, cm. 50x18.
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Ennio Calabria
(Tripoli - 1937)
“Il disegno, come l’orgasmo,
è il proseguimento gestuale
del proprio diritto di essere,
quindi della propria aggressività.”
Ennio Calabria, La vertigine rivela, 2009, tecnica mista su carta, cm. 75x58.
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Roberto Barni
(Pistoia - 1939)
“La pittura non ha una forma: è una sostanza.
E’ per questo che si salva da tutte le trasformazioni.”
Roberto Barni, Con-fusione, 2012, polimaterico su tavola, cm. 30x37.
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Giuseppe Gallo
(Rogliano CS - 1954)
“Quando si pensa si è disegno.”
Giuseppe Gallo, Svanimento, 1989, tecnica mista su carta, cm. 23x31.
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Oliviero Rainaldi
(Caramanico Terme PE - 1956)
“La sola arte di cui mi accontento è quella che,
elevandosi dall’inquietitudine, tende alla serenità.”
Andrè Gide “per” Oliviero Rainaldi
Oliviero Rainaldi, Battesimi Umani, 2012, scultura in gesso, cm. 37x7x3.
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Luca Patella
(Roma - 1934)
Citando, eccitando:
“Et io sorridendo li guardava
e non dicea niente.”
(Dante)
“…non mi sono mai annoiato
tanto quanto in Africa!”
(Arthur Rimbaud)
chiuso
aperto
Luca Patella, Vedo non vedo, 2012, tecnica mista su cartone, cm. 61x41.
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Hervé Bordas
(Parigi - 1952)
Apparizioni più che ritratti, cristallizzazioni più che dipinti,
tramonti, albe e notti circondate da luci soffuse:
forse non sono visi, ma pietrificazioni, foreste lontane, alberi con occhi
e ancora grida perse nello spazio vuoto,
bottiglie lanciate nel mare dei sogni.”
Hervé Bordas, “Portrait écarlate”, 2011, inchiostri su carta, cm. 41x30.
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Roger Selden
(New York - 1945)
“Vado nello studio,
metto musica classica o jazz e comincio a giocare, però seriamente...
Non so mai cosa succederà sulla tela bianca:
ogni quadro è una scoperta.”
Roger Selden, Bozzetto per “La Colomba”, 2004, tecnica mista su cartone, cm. 50x50.
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Massimo Barzagli
(Marradi FI - 1960)
Nel 2004 vivo 2 mesi al Chelsea Hotel a New York City.
La suite è quella di Janis Joplin, piuttosto che di Kurt Cobain.
Dipingo spaghetti per 2 mesi, prima su fondo rosso,
poi sulle scatole di cartone, tipo “Brillo”.
Voglio fare la mostra al Chelsea Hotel, nella suite, con una spaghettata.
Poi mi passa la voglia: non faccio né mostra né spaghettata.
Ora il Chelsea Hotel è in restauro; avrei voluto fermarmi lo scorso maggio
e prendere la suite di Janis Joplin piuttosto che di Kurt Cobain…
Massimo Barzagli, Spaghetti al Chelsea Hotel N.Y., 2004, tecnica mista su cartone, cm. 40x50.
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Franco Mulas
(Roma - 1938)
“Schegge.
Con questo ciclo voglio raccontare il dramma del paesaggio,
perché in esso sento racchiudersi metaforicamente
la crisi profonda del nostro tempo.”
Franco Mulas, Schegge, 2012, olio su carta a mano, cm. 70x50.
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Giuseppe Modica
(Mazara del Vallo TP - 1946)
“Sono un navigatore solitario nel mare dell’Arte
che ostinatamente insegue la sua rotta, fra approdi e partenze,
nel tentativo di afferrare e cristallizzare in pittura
quella dimensione poetica sospesa,
invisibile e imprendibile che sta tra lo spazio fisico,
fenomenico del qui presente e quello illusorio della rappresentazione.”
Giuseppe Modica, Mediterraneo-malinconia, 2012, acquerello su carta, cm. 77x57.
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Vincenzo Balsamo
(Brindisi - 1935)
“Da sempre ho messo completamente in giuoco me stesso,
ho sempre dipinto per me stesso,
per assecondare il mio desiderio di andare oltre…”
Vincenzo Balsamo, Senza titolo (Evocazioni), 1978/79, olio su tela, cm. 70x50.
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Agostino Bonalumi
(Vimercate MI - 1935)
“Quando scelgo dei materiali non è per comodità o per la loro piacevolezza,
ma perchè un dato materiale reagisce a certe sollecitazioni formali
determinando situazioni di tensioni e reazioni e disposizioni diverse,
che non sono tutte prevedibili, e mai fino in fondo,
nel momento della progettazione.”
Agostino Bonalumi, Senza titolo, 2004, carte estroflesse, cm. 60x60.
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Tommaso Cascella
(Roma - 1951)
“Il mio lavoro nasce proprio dalle origini della mia terra,
dal lavoro artigiano che vediamo esposto nel Museo delle Genti d’Abruzzo.
Una trama che continuo a tessere con fili antichi e nuovi,
un ordito che abbraccia il Mediterraneo declinandosi
in segni e colori che ci appartengono.”
Tommaso Cascella, Futuro chiaro di cuore, 2011, tecnica mista su cartone, cm. 80x60.
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Giulia Napoleone
(Pescara - 1936)
“Io pretendo che la poesia s’incarni nella geometria,
anzi che la la poesia sia geometria.”
Giulia Napoleone, Prussia-Cobalto (dittico), 2012, olio su carta, cm. 40x40 cad.
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Guido Strazza
(Santa Fiora GR - 1922)
“Credo che la possibilità espressiva del segno
si celi nel rapporto oscillante tra significato simbolico e
realtà (del segno stesso come cosa che esiste).”
Guido Strazza, Centro rosso, 2008, tempera su carta, cm. 50x35.
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Giorgio Griffa
(Torino - 1936)
“Io non rappresento nulla, io dipingo.”
Giorgio Griffa, Senza titolo (Sezione Aurea), 2012, acquerelli su carta, cm. 60x50.
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Eugenio Carmi
(Genova - 1920)
“La mia è una geometria che viene fuori dal mio essere;
le mie ultime opere sono soprattutto il tentativo di mostrare
la bellezza e l’armonia delle leggi della natura.”
Eugenio Carmi, Mondo immaginario, 2011, acquerelli su carta, cm. 30x46.
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Marcello Lo Giudice
(Taormina CT - 1957)
“La pittura deve indicare ai nostri occhi così preziosi
uno sguardo che va oltre la realtà in cui viviamo.”
Marcello Lo Giudice, Senza titolo, 2012, tempera su carta, cm. 30x24.
Senza titolo, 2012, acquerello su carta, cm. 30x41.
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Gino Di Paolo
Omaggio a Joseph Beuys
L’artista tedesco Joseph Beuys (1921-1986) è stato
uno dei rappresentanti più emblematici delle correnti concettuali (Fluxus, Happening, Land Art, Performance) nell’arte della
seconda metà del Novecento. La sua è un’arte che si muove lungo percorsi del tutto inediti, fondendo in maniera totale la sua
esistenza con il suo essere artista. Vi è qualcosa di così radicale
nel suo modo di essere, che verrebbe da pensare che egli abbia
davvero identificato completamente l’arte con la vita.
Abbiamo voluto dedicare a lui l’omaggio di quest’anno per ricordare la lunga frequentazione che Beuys, nell’arco
degli ultimi 15 anni della sua esemplare vita, ha avuto con la
nostra città e, soprattutto, con Bolognano. Grazie all’amicizia e
all’illuminato impegno di Buby Durini e, soprattutto, di Lucrezia
De Domizio, Beuys ha stretto un forte legame con la nostra terra,
realizzando opere, happenings e performances che sono nella
storia dell’Arte (si pensi solo all’opera Olivestone, o all’operazione Difesa della natura). Il fotografo-artista, o meglio artistafotografo Gino di Paolo ha scelto, dalla sua preziosa collezione
personale di scatti, due foto storiche: la prima coglie Beuys in
una sua tipica azione gestuale su una delle sue famose lavagne;
la seconda lo ritrae in momento di pausa. Entrambe sono state
scattate da Gino Di Paolo il 3 Ottobre 1974 in Via delle Caserme,
nella sede della Galleria di Lucrezia De Domizio, dove si svolgevano gli “Incontri con Beuys”.
Le foto realizzate da un giovanissimo, ma già bravissimo Gino
Di Paolo, sono vere opere d’arte, di una rarità assoluta, verranno
perciò messe all’asta insieme alle opere in mostra: un grazie di
cuore a Gino per la sua generosa disponibilità.
R. R.
Francesco Morante
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