ALITALIA CAI: DAL PIANO FENICE ALLA DIFFICILE SITUAZIONE
Transcript
ALITALIA CAI: DAL PIANO FENICE ALLA DIFFICILE SITUAZIONE
ALITALIA CAI: DAL PIANO FENICE ALLA DIFFICILE SITUAZIONE ATTUALE Dopo l’insuccesso della trattativa con AF/KLM, il 29 Agosto 2008 veniva decretato il fallimento di Alitalia, che metteva a rischio il futuro dei circa 22.000 dipendenti della ex Compagnia di Bandiera e di altri 40.000 lavoratori nell’indotto. Dopo mesi di difficile confronto sindacale, veniva assicurato il salvataggio del maggiore vettore italiano, attraverso una complessa operazione che prevedeva la fusione tra Alitalia ed il suo principale concorrente sul mercato interno, la Compagnia privata AirOne, anch’essa fortemente indebitata ma dotata di una più efficiente struttura industriale. La nuova azienda, denominata Alitalia CAI (Compagnia Aerea Italiana), ha iniziato ad operare il 12 Gennaio 2009, rilevando parte delle attività e della flotta della vecchia Alitalia LAI in Amministrazione Straordinaria ed acquisendo in toto gli aeromobili ed i dipendenti del Gruppo AirOne. Gli esuberi tra il personale della vecchia Alitalia sono stati circa 6.000 a cui vanno aggiunti quasi 4.000 lavoratori stagionali ai quali non sono stati rinnovati i contratti. I costi dell’operazione sono stati stimati in circa 4 mld di euro, tra debiti insoluti della ex Compagnia di Bandiera e costi per gli ammortizzatori sociali. Il progetto industriale concordato con il Governo e le Parti Sociali sociali, definito Piano Fenice, prevedeva la focalizzazione sul core business del trasporto passeggeri, specialmente sul mercato domestico, rinunciando al settore All Cargo e riducendo drasticamente molte attività di terra (manutenzione, handling, ecc.). Tutti i contratti di lavoro del personale sono stati rinegoziati, allineandosi alla precedente normativa AirOne, meno costosa di quella in vigore nella ex Alitalia. I dipendenti a tempo indeterminato del Gruppo Alitalia Cai a Dicembre 2012 erano circa 13.800. Il capitale iniziale è stato di circa 1,1 Mld di euro. L’azionariato è diviso tra una ventina di soci italiani che detengono complessivamente il 75% delle azioni, mentre AF/KLM, versando 322 mln di euro, ne ha acquisito il 25%. Gli azionisti nazionali sono: 10,62% - Gruppo Riva tramite Riva Fire S.p.A. 8,85% - Gruppo Benetton tramite Atlantia S.p.A. 8,85% - Intesa Sanpaolo S.p.A. 7,08% - Roberto Colaninno tramite Immsi S.p.A. 5,31% - Antonio Angelucci tramite Th S.A. 5,31% - Carlo Toto tramite Toto Costruzioni Generali S.p.A. 4,43% - Gruppo Ligresti tramite Fondiaria SAI S.p.A. 4,43% - Salvatore Mancuso tramite Equinoxe S.a.r.l. 3,10% - Gaetano Carbonelli - D'Angelo tramite G&C Holding 2,04% - Achille D'Avanzo tramite Solido Holding 1,77% - Antonio Orsero tramite Gf Group 1,77% - Marco Tronchetti Provera con Pirelli & C. S.p.A. 1,77% - Gruppo Gavio tramite Finanziaria di Partecipazioni e Investimenti S.p.A. 1,77% - Francesco Caltagirone Bellavista tramite Acqua Marcia Finanziaria S.p.A. 1,33% - Gruppo Fratini tramite Fingen S.p.A. 1,33% - Maurizio Traglio tramite Aura Holding S.p.A. 1,33% - Edoarda Crociani tramite Vitrociset 1,24% - Davide Maccagnani tramite Macca S.r.l. 0,88% - Giuseppe Fontana tramite Loris Fontana&C. S.A.p.A. 0,88% - Vincenzo Manes tramite Fondo I2 Capital Portfolio S.p.A. 0,88% - Steno Marcegaglia tramite Marcegaglia S.p.A. 0,01% - Salvatore Mancuso tramite Equinox Two S.C.A. 0,01% - Intesa Sanpaolo tramite Ottobre 2008 S.r.l. 0,01% - Francesco Caltagirone Bellavista tramite Società dell'Acqua Pia Antica Marcia S.p.a. Fino ad ottobre 2013, non sarà possibile per i singoli azionisti vendere le proprie quote al di fuori dell’attuale azionariato. La prevedibile evoluzione del progetto CAI era la definitiva integrazione di Alitalia all’interno dell’alleanza Air France/KLM, ma le attuali difficoltà economiche del vettore transalpino, che ha perso oltre 600 mln di euro nel primo trimestre 2013 ed è impegnato in un drastico percorso interno di ristrutturazione (Piano Transform), che prevede migliaia di esuberi e riduzione dei costi annuali di 2 mld di euro, rende improbabile questa ipotesi nel breve periodo. La flotta iniziale era composta da 143 velivoli, di cui 17 di Lungo raggio, ma il Piano Industriale prevedeva che crescesse fino a 158 nel 2013, con 27 aeromobili per le rotte intercontinentali. Come Hub di riferimento del Gruppo CAI è stato individuato l’aeroporto di Roma Fiumicino, confermando la sostanziale riduzione delle attività su Milano Malpensa già attuata nel corso del 2008 dalla vecchia Alitalia. Nel tentativo di rendere più efficiente la rete ed evitare oneri di posizionamento degli equipaggi e del personale di assistenza a terra, sono state stabilite nuove Basi operative periferiche a Venezia, Torino, Trieste, Napoli e Catania, in aggiunta a quelle principali di Roma e Milano. Questa nuova impostazione non ha prodotto i risultati sperati, perchè la scarsa attività programmata agli equipaggi dislocati su molte basi periferiche, specialmente nella stagione invernale, ne ha reso poco produttivo l’utilizzo. Per contrastare la crescente espansione sul mercato italiano dei vettori low cost, nel 2010 il Gruppo CAI, utilizzando il marchio AirOne e riconfigurando in versione alta densità 10 dei propri A320, ha iniziato a presidiare anche il segmento dei voli a basso costo. Gli assunti di piano prevedevano una fase iniziale di consolidamento nel biennio 2009-2010 per puntare al ritorno alla redditività e allo sviluppo a partire dal 2011, con conseguente progressivo riassorbimento dei lavoratori in CIGS. L’evoluzione del percorso industriale di Alitalia CAI ha però registrato il mancato raggiungimento degli obiettivi previsti. Alitalia: Ricavi, Profitto netto e Profitto Operativo (EUR milioni) 2009 - 2012 Source: Alitalia Nei suoi primi tre anni di vita, Alitalia CAI ha ridotto progressivamente le sue perdite, passando dai 326 milioni di deficit del 2009 al quasi pareggio del 2011. In quell’anno però, il conto economico è stato fortemente condizionato in positivo da quasi 100 mln di euro di profitti, posti a bilancio tra i cosiddetti “ricavi ancillari”, frutto di operazioni straordinarie di rinegoziazione dei contratti con i fornitori e di altre partite di giro, non ripetibili negli anni successivi. Sono state inoltre vendute, per oltre 30 mln di euro, diverse coppie di slot pregiati su Londra Heathrow. Senza questi interventi il 2011 avrebbe chiuso con un passivo di oltre 150 milioni. Nel 2012 Alitalia CAI ha perso 280 milioni di euro, che sommati ai 326 del 2009, ai 168 del 2010 e ai 69 del 2011, portano a 843 milioni di euro il totale delle sue perdite dal momento dello start up. Nei primi 4 anni di attività Alitalia CAI ha bruciato mediamente quasi 580.000 euro al giorno. Il 2012 è stato un anno terribile per Alitalia CAI Alitalia: Principali indicatori economici 2012 EUR Milioni Ricavi Risultati operativi 2011 2012 variazione 3,478 3,594 3.3% -6 -119 -1883.3% -3.3 -3.1% Profitto netto -69 -280 -305.8% Liquidità 326 75 -77.0% Debito netto 854 1,028 +20.4% ASK (milioni sedili per Km) n/a EBIT margine % -0.2 n/a -2.6% Passeggeri (milioni) 24.6 24.3 -1.3% Load factor % 72.8 74.6 +1.8 % Ricavi totali per pax (EUR) 141.4 148.1 4.7% Costi totali per pax (EUR) 141.6 153.0 8.0% Source: Alitalia, CAPA – Centre for Aviation Nel 2012 le perdite di Alitalia hanno raggiunto i 280 milioni di euro. Nonostante una riduzione dell’1,3% dei passeggeri trasportati, il fatturato è cresciuto del 3.3% ed il load factor dell’1,8%. L’aumento del coefficiente di riempimento è stato ottenuto grazie ad un notevole decremento di capacità offerta ed alla contrazione della flotta, che ha visto la riduzione di circa 20 velivoli rispetto al Piano Fenice e la sostituzione dei vecchi MD80 da 150 posti con i più piccoli Embraer da 90/100 passeggeri, invece dei previsti A320 di pari capacità. Per tentare di limitare le perdite, nel corso del 2012 sono state cancellate in operativo migliaia di tratte ritenute non profittevoli. Moltissimi collegamenti di medio raggio sono stati soppressi nelle ore centrali della giornata perché presentavano un basso load factor. Ma questi interventi tampone non hanno prodotto gli effetti sperati, perché l’impiego non ottimale di aerei ed equipaggi ha fatto lievitare i costi unitari per passeggero dell’8%, vanificando gli effetti positivi degli interventi nell’area commerciale che hanno incrementato del 4,7% i ricavi. La flotta Alitalia infatti, è quasi totalmente in leasing ed i canoni di affitto degli aeromobili vengono pagati anche quando questi non volano. Senza contare la perdita di immagine sul mercato causata da un network instabile e soggetto a cancellazioni improvvise. In pratica nel 2012 Alitalia CAI ha perso 5 euro per ogni passeggero trasportato. L’indebitamento netto è cresciuto del 20,4% fino a 1,028 mld di euro, e la liquidità si è ridotta del 77% per attestarsi a 75 milioni a fine anno. Per sopperire alla costante erosione di risorse, la Compagnia ha fatto ricorso alla vendita di ulteriori slot pregiati su Londra Heatrow ed al lease back di buona parte dei velivoli ancora di proprietà. Nel biennio 2011-2012, nonostante i risparmi ottenuti sul versante dei costi per il leasing dei velivoli, il calo del cash flow e l’incremento dei costi operativi dovuti all’inefficienza del network ed allo scarso utilizzo di aerei ed equipaggi, hanno fatto lievitare il debito, causando una progressiva e preoccupante diminuzione di liquidità. Per far fronte a tale criticità, a Febbraio 2013 Alitalia ha chiesto ai propri azionisti di sottoscrivere un prestito convertibile di 150 mln di euro, poi ridottosi a 95 per la mancata adesione di alcuni di loro. Tutti i soci principali tra cui AF/KLM hanno versato le quote di loro pertinenza. Evoluzione del debito e della liquidità Alitalia 2009 - 2012 Source: Alitalia Quali sono le principali criticità di Alitalia CAI? Dal 2009 sono stati apportati numerosi interventi di razionalizzazione dei processi industriali che hanno portato ad un completo rinnovamento della flotta, attualmente tra le più giovani in ambito continentale, e al raggiungimento di livelli di puntualità di assoluta eccellenza. Nonostante questi indubbi progressi di efficientamento, ed un costo del lavoro che, in relazione ai nuovi contratti applicati al Personale Navigante ed agli addetti di Terra, si colloca sensibilmente al di sotto di quello dei grandi vettori continentali, la nuova Alitalia non ha ancora ritrovato la strada della redditività. Alitalia: andamento del traffico passeggeri, del coefficiente di puntualità (%) e del load factor (%) 2009-2012 Source: Alitalia I passeggeri Alitalia sono cresciuti dell’11% tra il 2009 e il 2011, per poi calare dell’1.3% nel corso del 2012. In costante crescita invece la percentuale di puntualità dei voli, che ha visto la Compagnia raggiungere lo scorso anno le performance dei migliori competitori europei. Anche il load factor registra una crescita costante, passando dal 65% del 2009 al 74% del 2012. Nonostante questi indubbi progressi, il coefficiente di riempimento degli aerei Alitalia rimane molto al di sotto della media dei vettori continentali aderenti ad AEA, che si è attestata al 79.1% nel 2012. Questo è dovuto alla maggior incidenza per Alitalia della componente domestica rispetto alla concorrenza, che la rende vulnerabile alle conseguenze dell’attuale crisi economica particolarmente accentuata nel nostro Paese, con il PIL reale che è calato di quasi il 10% nel corso degli ultimi 5 anni. Il mercato interno inoltre, è caratterizzato da una forte stagionalità della domanda. La Compagnia, per adeguarsi a questo trend, ha ridotto moltissimo la propria attività invernale sia nel 2012 che nei primi mesi del 2013, contenendo le perdite operative per tratta effettuata, ma aumentando sensibilmente i propri costi unitari per passeggero trasportato, a causa dell’inefficiente utilizzo della flotta e del mancato sfruttamento della produttività degli equipaggi garantita dai contratti in vigore. Anche la controllata CityLiner, pur disponendo di aeromobili efficienti e di dimensioni ottimali e di un costo del lavoro del Personale Navigante inferiore mediamente del 40% rispetto ad Alitalia, ha effettuato un’attività sensibilmente inferiore al proprio potenziale. Nel solo 2012 il traffico nazionale è calato del 12% mentre sulle rotte internazionali e intercontinentali gli effetti della crisi sono stati del tutto marginali, con incrementi in Asia, Medio Oriente, Est Europa e Sud America. Nel corso del 2012 Alitalia ha provato ad incrementare i propri ricavi sul mercato internazionale, ma in misura ancora insufficiente ad assorbire le perdite sui voli domestici. Alitalia: ripartizione dei ricavi 2011 2012 Domestico 38% 36% Internazionale 62% 64% Source: Alitalia Il rinnovamento della flotta è stato completato La flotta Alitalia è stata totalmente rinnovata, passando da un’età media di 9,3 anni nel 2009 a 6,5 anni nel 2013. La sua consistenza si è però costantemente ridotta e a Marzo 2013 risultano operativi 140 aeromobili rispetto ai 157 originariamente previsti dal Piano Fenice, di cui solo 22 di lungo raggio. Rispetto agli altri principali vettori europei, appare evidente lo sbilanciamento tra la quantità degli aerei utilizzati per il mercato domestico ed internazionale di media percorrenza rispetto a quelli impiegati sui collegamenti intercontinentali. Ciò determina l’impossibilità di strutturare in modo più efficiente il network, ed espone la Compagnia alla stagionalità della domanda interna ed agli effetti della crisi economica che appaiono particolarmente rilevanti in Italia ed in generale nei Paesi dell’area Euro. Evoluzione flotta Alitalia CAI Note: 2010 fleet number not available Source: Alitalia La crescita dei passeggeri è stata modesta ma load factor e puntualità sono in costante aumento I passeggeri sono cresciuti dell’11% tra il 2009 e il 2011, per poi calare dell’1.3% nel corso del 2012. In costante crescita invece la percentuale di puntualità dei voli, che ha visto Alitalia raggiungere lo scorso anno livelli di assoluta eccellenza in ambito continentale, mentre nel 2009 era in fondo alla classifica. Anche il load factor registra una crescita costante, passando dal 65% del 2009 al 74% del 2012 ma, come detto in precedenza, solo grazie ad un sensibile taglio delle ore di volo ed alla riduzione del numero e della capacità media degli aeromobili impiegati sulle rotte di medio raggio. Alitalia è ancora la prima Compagnia in Italia Nonostante il ridimensionamento della flotta rispetto al progetto iniziale, Alitalia rimane la prima Compagnia per capacità offerta sui voli da e per l’Italia, con una quota calcolata a Marzo 2013 del 29%, rispetto al 19% di Ryan Air e all’11% di Easy Jet, conservando quindi potenziali margini di ripresa. In termini di passeggeri trasportati però, in considerazione del loro maggiore load factor, le quote di mercato dei due vettori low cost sono maggiori. Primi vettori in Italia per capacità offerta (seats) Mar 2013 Rank Total Seats 1 Alitalia 425,816 29.2% 2 Ryanair 282,744 19.4% 3 easyJet 156,012 10.7% 4 Lufthansa 68,345 4.7% 5 Meridiana Fly 55,785 3.8% 6 Air France 45,806 3.1% 7 British Airways 29,789 2.0% 8 Wizz Air 25,560 1.8% 9 Blu-Express 22,379 1.5% 363,185 24.9% All others Total 1,460,201 100.0% Source: CAPA – Centre for Aviation & Innovata Sul mercato domestico, il Gruppo Alitalia continua a mantenere a marzo 2013 una quota della capacità offerta del 50,6%, in calo rispetto al 52,2% del 2009. Nello stesso arco temporale invece, sia Ryan Air che Easy Jet, anche approfittando dei fallimenti di Wind Jet e My Air e delle difficoltà del Gruppo Meridiana e degli altri vettori nazionali, hanno notevolmente incrementato la propria disponibilità di trasporto passeggeri. Ryan Air in particolare, ha quasi triplicato i posti offerti, passando dal 7,8% nel 2009 al 22,4% nel 2013. Primi vettori in Italia per capacità offerta (seats) sul mercato domestico Mar 2013 Rank Airline Capacity share Rank Airline 2009* Capacity share 2013** 1 Alitalia Group 52.2% 1 Alitalia Group 50.6% 2 Meridiana 12.2% 2 Ryanair 22.4% 3 Wind Jet 8.7% 3 easyJet 9.9% 4 Ryanair 7.8% 4 Meridiana Fly 8.6% 5 easyJet 6.8% 5 Blu-Express 3.5% 6 Air Italy 3.3% 6 CAI Second 2.4% 7 Blu-Express 3.2% 7 Volotea 1.2% 8 MyAir.com 1.9% 8 Darwin Airline 0.8% 9 Air Italy 0.7% *16-Feb-2009 to 21-Feb-2009, source: OAG Max Online **4-Mar-2013 to 10-Mar-2013, source: CAPA – Centre for Aviation & Innovata Roma Fiumicino è il principale hub di Alitalia, mentre Milano Linate costituisce la base più importante per il traffico business del Nord Italia. Da Roma partono quasi tutti i collegamenti intercontinentali, che si focalizzano quasi esclusivamente su Nord e Sud America e Giappone. Da Roma e Milano originano anche la maggior parte dei voli per le principali città europee e del Medio Oriente. Questa struttura del network rende Alitalia particolarmente vulnerabile alla competizione dei vettori low cost, specialmente sulle tratte domestiche, a causa della frammentazione della rete aeroportuale italiana. Anche la navetta Fiumicino Linate, che costituiva la rotta più redditizia per Alitalia, ha perso redditività, a causa della concorrenza dell’alta velocità ferroviaria e della perdita del regime di monopolio di cui la Compagnia ha beneficiato nei primi 3 anni di attività. Alitalia: prime 10 basi per capacità offerta (seats) 04 Mar 2013 – 10 Mar 2013 Source: CAPA – Centre for Aviation & Innovata Alitalia è di gran lunga il principale vettore su Roma Fiumicino per sedili offerti, con una quota del 49%, mentre il secondo è Easy Jet, che raggiunge l’8%. Ma il modello strutturale del network della Compagnia, definito in gergo Hub and Spokes, basato cioè sull’aeroporto cardine di Fiumicino, su cui convergono e da cui si irradiano la maggior parte delle rotte, risulta particolarmente inefficiente se posizionato all’interno di un mercato come quello italiano, caratterizzato da una moltitudine di aeroporti periferici, da cui quote consistenti di traffico possono raggiungere facilmente i grandi scali europei, per proseguire con altri vettori verso destinazioni intercontinentali. Altro svantaggio dell’attuale impostazione della rete Alitalia è costituito dall’impossibilità di presidiare efficacemente il mercato dei collegamenti point to point dagli altri aeroporti italiani verso le principali città europee, a tutto vantaggio degli operatori low cost. Questi fattori incidono negativamente sul load factor dei voli della Compagnia. Roma Fiumicino: primi 10 vettori per capacità (seats) 04 Mar 2013 – 10 Mar 2013 Source: CAPA – Centre for Aviation & Innovata Le rotte principali di Alitalia sono domestiche La principale rotta di Alitalia per capacità offerta è la navetta Roma Fiumicino - Milano Linate, seguita dalla Roma - Catania e dalla Roma - Torino. Alitalia: 10 principali rotte domestiche per capacità (seats) 04 Mar 2013 - 10 Mar 2013 Source: CAPA – Centre for Aviation & Innovata Il principale collegamento internazionale è invece il Roma - Parigi GDG, che registra la presenza di moltissimi passeggeri Alitalia che proseguono con Air France verso destinazioni intercontinentali. Alitalia: 10 principali rotte internazionali per capacità (seats) 04 Mar 2013 - 10 Mar 2013 source: CAPA – Centre for Aviation & Innovata Sul mercato intercontinentale, l’unico ancora immune dalla concorrenza delle Low Cost, Alitalia non riesce a sfruttare il proprio vantaggio competitivo sul fronte del costo del lavoro, a causa della ridotta dimensione della sua flotta di lungo raggio, che conta solo 22 aeromobili rispetto ai quasi 200 di AF/KLM ed ai 300 di Delta e svolge quindi un ruolo secondario rispetto ai principali vettori di Sky Team. Gli stringenti vincoli imposti dalle Joint venture con i partner comportano inoltre la cancellazione durante il periodo invernale di collegamenti sul Nord Atlantico come Los Angeles, Boston, Newark e Chicago, nonostante gli elevati load factor medi di queste tratte. Anche la tratta Milano Malpensa – Miami viene operata da Delta in quel periodo. Recentemente è stato chiuso anche il volo da Roma a Pechino e al momento non ci sono collegamenti diretti di Alitalia verso mercati in forte espansione e di interesse strategico per lo sviluppo dell’economia italiana come India e Cina. Il potenziale di offerta corrispondente ai 2 aerei di Lungo Raggio A330 precedentemente utilizzati sulla tratta Roma – Pechino, non è stato al momento utilizzato per aprire nuove rotte intercontinentali, generando inefficienze gestionali. Alitalia: 10 principali rotte intercontinentali per capacità (sedili a km - ASK) 04 Mar 2013 - 10 Mar 2013 Source: CAPA – Centre for Aviation & Innovata Su Milano Linate il Gruppo Alitalia detiene una quota di capacità offerta del 48%, mentre le low cost sono pressoché assenti su questo scalo. Easy Jet infatti, detiene la maggior parte del mercato su Milano MXP, dove Alitalia registra solo il 9% dell’offerta. Ryan Air invece, concentra tutta la sua attività su Bergamo Oro al Serio, con elevatissimi volumi di traffico. Considerando l’intero sistema degli aeroporti milanesi (Linate, Malpensa e Bergamo) Ryan Air risulta la prima Compagnia per capacità offerta. Qualora ENAC consentisse, ad Ottobre 2013, l’inizio del collegamento già annunciato da Emirates tra Milano MXP e New York, Alitalia subirebbe un danno notevole, anche in considerazione di una probabile collaborazione tra il vettore emiratino ed Easy Jet, che punterebbe ad intercettare il forte aumento di traffico previsto nell’area milanese in relazione all’EXPO del 2015. Easy Jet sta infatti per entrare nel sistema di biglietteria IATA e nel prossimo futuro potrebbe vendere alla sua clientela di medio raggio anche la prosecuzione su rotte intercontinentali, operate da Malpensa da Emirates che ha già realizzato un’imponente lounge nello scalo varesino destinata al proprio traffico business. La domanda di trasporto sul Lungo Raggio è infatti ancora sostenuta in Italia, specialmente nelle regioni del Nord. La maggior parte di questo traffico si dirige al momento verso i grandi Hub di Londra, Parigi e Francoforte. Oppure utilizza i numerosi collegamenti offerti dalle Compagnie del Golfo Persico per raggiungere i grandi scali di Dubai e Abu Dhabi da cui Emirates e Etihad consentono di proseguire verso centinaia di destinazioni in tutto il mondo. Sistema aeroportuale milanese (Linate, Malpensa and Bergamo) sedili per vettore 04 Mar 2013 – 10 Mar 2013 Source: CAPA – Centre for Aviation & Innovata In pochi anni Ryan Air, continuando a beneficiare della possibilità di utilizzare il proprio Personale Navigante a costi nettamente inferiori rispetto ad Alitalia ed alla stessa Easy Jet, in virtù di contratti di impiego non assoggettati alle normative fiscali e previdenziali nazionali, è diventata la prima Compagnia per capacità offerta di tutto il sistema aeroportuale milanese. Questa continua espansione è sostenuta anche dal meccanismo di co-marketing attraverso il quale la società di gestione dello scalo di Bergamo Orio al Serio garantisce cospicui finanziamenti annuali alla low cost irlandese. Tali trasferimenti di risorse, per importi complessivi di diverse decine di milioni di euro annui, vengono assicurati a Ryan Air anche da molte altre gestioni aeroportuali italiane. I costi per passeggero di Alitalia sono in aumento I costi per passeggero sono aumentati nel 2012, dopo essere diminuiti nel triennio precedente. Cio’ è dovuto principalmente al non ottimale utilizzo di aerei ed equipaggi e all’incremento del prezzo del carburante. I ricavi per passeggero registrano invece un costante miglioramento, frutto dei progressi conseguiti nell’area commerciale, ma in misura ancora insufficiente a generare redditività. Sul medio raggio infatti, i costi unitari si abbattono solo incrementando l’indice di utilizzo medio giornaliero degli aerei e degli equipaggi. Alitalia invece, per aumentare il load factor, cancella sistematicamente l’attività ritenuta non profittevole, aggravando l’incidenza sul risultato complessivo dei costi per il personale di volo e per il noleggio dei velivoli. Alitalia – indice costi operativi e ricavi per passeggero (base 100 nel 2009) Source: Alitalia, CAPA – Centre for Aviation I costi per passeggero sono competitivi rispetto ai Full Service Carrier, ma non verso le low cost. Analizzando i costi per passeggero di Alitalia in relazione alla lunghezza della sua tratta media, la Compagnia appare nettamente competitiva rispetto ai principali vettori europei, in virtù di un costo del lavoro inferiore. Operando però in larga parte collegamenti a breve e medio raggio, Alitalia si scontra con l’agguerrita concorrenza degli operatori Low Cost, con i quali fatica a competere, anche perché non usufruisce dei contributi delle gestioni aeroportuali di cui beneficia sistematicamente Ryan Air nella maggior parte degli scali nazionali. Infatti la disponibilità della clientela a pagare un sovrapprezzo per usufruire dei servizi offerti dalle Compagnie tradizionali (Full Service Carrier), è strettamemente correlata alla durata del volo. Costi per passeggero e lunghezza tratta media per i principali vettori full service e low-cost in Europa, 2011 - 2012* IAG = British + Iberia *Financial year ends as follows: Alitalia, IAG, Air France-KLM, Finnair, Norwegian, Vueling Dec-2012; Lufthansa Dec2011; SAS Oct-2012; easyJet Sep-2012; Ryanair Mar-2012. Source: CAPA analysis of company accounts and traffic data Alitalia si colloca in una posizione difficilmente difendibile, in quanto il suo network è articolato secondo un sistema tradizionale di HUB e Spokes, incentrato su Roma Fiumicino ma, a differenza dei grandi vettori europei, non ha una rete di collegamenti intercontinentali di dimensioni tali da attrarre adeguate capacità di traffico ad alto revenue. Allo stesso tempo la sua attività si concentra sulle direttrici di breve e medio raggio, ma sempre secondo uno schema imperniato principalmente su Fiumicino e Linate, e in misura minore su Catania, che lascia campo libero alle low cost nelle tratte point to point da tutti gli altri scali nazionali. La non ottimale collocazione sul mercato e una struttura del network che non riesce ad intercettare le esigenze della clientela, non consentono ad Alitalia disfruttare il proprio vantaggio competitivo nei confronti delle Compagnie tradizionali, esponendola alla crescente concorrenza delle low cost. L’inefficiente struttura della rete, frammentata tra troppe basi operative, non permette inoltre di valorizzare adeguatamente i bassi costi operativi della controllata Regional CityLiner e di utilizzare proficuamente aerei ed equipaggi distaccati presso AirOne Smart Carrier. Le prospettive future In attesa che l’introduzione di un’ormai improcrastinabile regolamentazione dell’intero settore, ripristini corrette regole di concorrenza tra tutti gli operatori del Trasporto Aereo Nazionale, Alitalia per sopravvivere dovrà rapidamente dotarsi di un migliore assetto industriale, per avere maggiori chances di integrazione su basi paritetiche con altri vettori. La Compagnia risulta infatti schiacciata tra il modello di competizione dei full service network carriers e quello delle Compagnie Low Cost ed appare strategicamente isolata perchè, anche in relazione alle dichiarate difficoltà del Gruppo AF/KLM a rilevarne il controllo, non ha reali possibilità di entrare a far parte, nel breve periodo, del mega vettore franco olandese. Senza adeguati interventi di rafforzamento della struttura economica, che consentano di rimodulare adeguatamente la composizione della flotta incrementando il numero delle macchine di lungo raggio e di diversificare ed espandere le proprie fonti di ricavo, le possibilità per Alitalia di invertire l’attuale trend negativo appaiono limitate. Fino a quando la rete Alitalia non consentirà di produrre maggiore redditività, aggredendo quei mercati dove la congiuntura economica continua ad essere positiva, ed utilizzando adeguatamente aerei ed equipaggi per sfruttare i vantaggi di un costo del lavoro inferiore rispetto ai vettori tradizionali, la Compagnia non potrà riprendere la strada dello sviluppo. Anche il recente progetto Re Hubbing, che da Novembre dovrebbe ridisegnare il network, rimodulando gli orari di partenza e di arrivo su Roma dei voli di lungo raggio ed incrementando il numero degli aerei di medio raggio che pernottano sulla base di armamento, potrebbe risultare inadeguato a causa dell’eccessivo sbilanciamento tra il traffico domestico e quello internazionale ed intercontinentale. In qualità di socio di maggioranza relativa e grazie alle dimensioni della sua flotta e del suo network, AF/KLM continua ad esercitare una notevole influenza sulla scelte strategiche di Alitalia e a costituire un forte deterrente all’ingresso di altri operatori nel capitale della Compagnia. Appare infatti plausibile l’interesse per Alitalia da parte di vettori in forte espansione e dotati di notevole liquidità come Etihad, ma tale prospettiva sembra contraria agli attuali interessi del Gruppo AF/KLM, che non ha intenzione di favorire la crescita di Alitalia sul lungo raggio, per mantenere costante il flusso di passeggeri che dal nostro Paese raggiungono Parigi ed Amsterdam per proseguire sulle rotte intercontinentali. Roma 03 maggio 2013 FIT CISL Piloti